RIVISTA OLTRE N. 34

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S iamo di nuovo in estate. Un periodo da dedicare, se possibile, allo svago e al riposo ... ed un po’ anche a se stessi. Nel cercare di valorizzare le risorse che il territo- rio mette a disposizione siamo sempre in imbarazzo a scegliere cosa privilegiare, per- ché tante sono le offerte che potrebbero inte- ressare i nostri lettori. Questa volta abbiamo deciso di evidenziare un percorso tematico che congiunga idealmente le mete affascinan- ti della montagna canavesana con quelle della città, che pure offre molte opportunità di svago. In realtà, più che svago, Torino pro- pone mete e occasioni di riscoperta dell’arte e dell’architettura che in estate sono più facili da fruire per via della tranquillità concessa dal ridotto volume di traffico: vie, piazze e giardini di questa magnifica città sono quin- di restituiti al loro fascino discreto ed austero. Ma osservare Torino, soprattutto in estate, mette in evidenza che di questa città occorre cominciare a parlare anche per la sua realtà socio-culturale. Un ambiente-paesaggio anche questo, che sta trasformando i suoi tradizio- nali confini in seguito alle recenti ondate di immigrazione. Le politiche di integrazione cittadine, che da anni sono praticate dall’am- ministrazione comunale, hanno contribuito silenziosamente a favorire possibilità di “convivenze” e di “cittadinanze” impensabi- li solo sino a qualche decennio fa. Quando io ero bambina, ad esempio, a Torino non si affittavano case ai “meridionali” e ricordo di aver vissuto sulla pelle questo rifiuto-diniego di una città allora etichettata come “falsa e cortese”, fatta di perbenismi e diffidenze. Oggi credo si possa dire che se Torino è anche la “nuova città europea” che si è affacciata sul terzo millennio piena di idee e vitalità, ciò dipenda anche da quell’apporto di calore ed energia del sud che si è felicemente integrato con i caratteri nebbiosi e i freddi silenzi del nord. Se i torinesi oggi sono simpatici, acco- glienti e innovativi, mi piace pensare che questo dipenda anche da quel carattere più conviviale e aperto alla socialità che viene dal sud, che qui ha saputo fare di sudore e fatica, occasione per rafforzare ottimismo e fiducia, e per coltivare con più determinazione i valo- ri dei vincoli comunitari e sociali. Oggi Torino, e di conseguenza anche il Canavese, devono fare i conti con un’altra ondata di immigrazione. Questa volta molto più eterogenea per la provenienza non solo geografica ma soprattutto culturale di tante comunità di immigrati. E certo oltre al con- fronto con tradizioni etniche e abitudini cul- turali la sfida nuova è che questo tipo di nuova immigrazione porta con sé una visio- ne del rapporto con la fede e la religione con la quale occorre sapersi confrontare. Non solo per imparare a rispettare le culture degli altri, ma anche per cogliere occasioni di riflessione sul nostro rapporto con la fede e la religione. A Torino oltre un terzo della popolazione ha un rapporto con la propria fede fatto di pro- fonda convinzione, in grado di ispirare un’e- tica e pratiche di vita imperniate su valori di coesione e solidarietà sociale, in grado di raf- forzare forti legami di fiducia e cura recipro- ca all’interno delle comunità di fedeli. Credo che di questo modo di vivere la fede, più come pratica che non come credo, occorra far tesoro ... Buone vacanze a tutti ... a chi ci andrà e a chi dovrà invece rimanere a casa. A.L. di Alessandra Luciano Editoriale 3 L’estate, la città e la montagna [email protected]

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Bimestrale di Cultura arte e società - luglio agosto 2011

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Siamo di nuovo in estate. Un periodo dadedicare, se possibile, allo svago e alriposo ... ed un po’ anche a se stessi. Nel

cercare di valorizzare le risorse che il territo-rio mette a disposizione siamo sempre inimbarazzo a scegliere cosa privilegiare, per-ché tante sono le offerte che potrebbero inte-ressare i nostri lettori. Questa volta abbiamodeciso di evidenziare un percorso tematicoche congiunga idealmente le mete affascinan-ti della montagna canavesana con quelledella città, che pure offre molte opportunitàdi svago. In realtà, più che svago, Torino pro-pone mete e occasioni di riscoperta dell’arte edell’architettura che in estate sono più facilida fruire per via della tranquillità concessadal ridotto volume di traffico: vie, piazze egiardini di questa magnifica città sono quin-di restituiti al loro fascino discreto ed austero.

Ma osservare Torino, soprattutto in estate,mette in evidenza che di questa città occorrecominciare a parlare anche per la sua realtàsocio-culturale. Un ambiente-paesaggio anchequesto, che sta trasformando i suoi tradizio-nali confini in seguito alle recenti ondate diimmigrazione. Le politiche di integrazionecittadine, che da anni sono praticate dall’am-ministrazione comunale, hanno contribuitosilenziosamente a favorire possibilità di“convivenze” e di “cittadinanze” impensabi-li solo sino a qualche decennio fa. Quando ioero bambina, ad esempio, a Torino non siaffittavano case ai “meridionali” e ricordo diaver vissuto sulla pelle questo rifiuto-diniegodi una città allora etichettata come “falsa ecortese”, fatta di perbenismi e diffidenze.Oggi credo si possa dire che se Torino è anchela “nuova città europea” che si è affacciata sul

terzo millennio piena di idee e vitalità, ciòdipenda anche da quell’apporto di calore edenergia del sud che si è felicemente integratocon i caratteri nebbiosi e i freddi silenzi delnord. Se i torinesi oggi sono simpatici, acco-glienti e innovativi, mi piace pensare chequesto dipenda anche da quel carattere piùconviviale e aperto alla socialità che viene dalsud, che qui ha saputo fare di sudore e fatica,occasione per rafforzare ottimismo e fiducia,e per coltivare con più determinazione i valo-ri dei vincoli comunitari e sociali.

Oggi Torino, e di conseguenza anche ilCanavese, devono fare i conti con un’altraondata di immigrazione. Questa volta moltopiù eterogenea per la provenienza non sologeografica ma soprattutto culturale di tantecomunità di immigrati. E certo oltre al con-fronto con tradizioni etniche e abitudini cul-turali la sfida nuova è che questo tipo dinuova immigrazione porta con sé una visio-ne del rapporto con la fede e la religione conla quale occorre sapersi confrontare. Non soloper imparare a rispettare le culture degli altri,ma anche per cogliere occasioni di riflessionesul nostro rapporto con la fede e la religione.A Torino oltre un terzo della popolazione haun rapporto con la propria fede fatto di pro-fonda convinzione, in grado di ispirare un’e-tica e pratiche di vita imperniate su valori dicoesione e solidarietà sociale, in grado di raf-forzare forti legami di fiducia e cura recipro-ca all’interno delle comunità di fedeli. Credoche di questo modo di vivere la fede, piùcome pratica che non come credo, occorra fartesoro ...

Buone vacanze a tutti ... a chi ci andrà e achi dovrà invece rimanere a casa. ■

A.L.

di Alessandra Luciano

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L’estate, la città e la montagna

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