RICHIAMI DI MICROECONOMIA
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Università degli Studi diPerugiaA.A.2016-2017
ECONOMIAINDUSTRIALE
RICHIAMIDIMICROECONOMIAProf.FabrizioPompei
([email protected])DipartimentodiEconomia
2
Richiamidimicroeconomia(1)
Lacurvadidomanda
• Lacurvadidomandadimercato• Elasticitadelladomanda• Surplusdelconsumatore
Tecnologiaefunzionediproduzione• Tecnologia,funzionediproduzioneeisoquanto• Proprietadellafunzionediproduzione• Produttivitamarginaleerendimentidiscala• Fattoridiproduzioneeorizzontetemporale• Fattorivariabiliefattorifissi
3
Richiamidimicroeconomia(2)
Costidiproduzionedell’impresa• Costidibreveperiodo• Costidilungoperiodo
Obiettividell’impresaemassimizzazionedelprofitto• Ilprofittoeconomico• Lasceltadellivelloottimodioutput• Lasceltadichiudere
Efficienza• Efficienzaallocativa• Efficienzaproduttiva• Efficienzadinamica
Ladomanda dimercato• Curva di domanda diretta, D(p) indica quindi la quantità totale
domandata dai consumatori in corrispondenza di un dato prezzo• Curva di domanda inversa, P(q), indica la disponibilità a pagare
per la q-esima unità del beneL’economia industriale considera tipicamente come date le funzionidi domanda, D(p), senza indagare sulle funzioni di utilità sottostanti
• Nel nostro corso incontreremo solo funzioni di domanda lineariConvenzione: graficamente, si rappresenta sempre la funzione didomanda inversa (p sull’asse delle ordinate, q sull’asse delle ascisse)
• Problema: se vogliamo conoscere di quanto varia la quantitàdomandata dopo una variazione del prezzo, questa dipende dalleunità di misura, per poter confrontare quantità domandate di beni diversi dobbiamo usare il concetto di elasticità delladomanda
Elasticita’ della domanda• Variazione % della quantità domandata in risposta a una
variazione nei prezzi pari all’ 1%
Elasticita’ della domanda
Lungo una curva didomanda lineare,l’elasticità diprezzo è <1aldisottodelpunto medio m,>1sopra il punto medio,e=1incorrispondenza delpunto medio
ELASTICITA’ DI UNA DOMANDA LINEARE
Prezzo Prezzo
QuantitàQuantità
16
14
4
2
42
e >1
e<1
e >1
e <1
Lungounacurvadidomandalineareesisteuntrattoinelastico
Untrattoelastico
edunpuntoconelasticitàunitaria
14 16
|ε |=
ΔqqΔpp
=ΔqΔp
•pq
ε =22•216
= 0,125
ε =22•144= 3,5
86
8
10
e=1ε =
22•88=1
Elasticita’ incrociata della domandaL’elasticità incrociata della domanda delbene Xrispetto albene Yè il rapporto tra lavariazione %della quantità domandata diXelavariazione %delprezzo diY.Essa fornisce quindi indicazioni sulla relazione esistente tra i duebeni (es.Sostituibilità,complementarietà)
Surplusdelconsumatore• Surplus del consumatore: differenza tra disponibilità a pagare
(willingness to pay) e prezzo effettivamente pagato per ogni unitàacquistata
• Immaginiamo di essere a New York e di voler acquistare dei tranci di pizza
Disponibilità apagare($) Prezzo SurplusConsumatore
1unità 3 1 2
2unità 1.5 1 0.5
3unità 0.2 1 0
Totale 2.5
Surplusdelconsumatore nel caso della domanda aggregata• Nel caso della domanda aggregata, considerando le grandi dimensioni, è
come se ci si muovesse nel continuo• Il surplus si misura come area (nei calcoli analitici si usa l’integrale) tra
la curva di domanda e la linea del prezzo, che corrisponde sempre alladifferenza tra disponibilità a pagare e quanto effettivamente pagato
Tecnologia e funzione di produzione• Per gli economisti la tecnologia di un’impresa è una
relazione di produzione che descrive in che modouna data quantità di fattori produttivi vienetrasformata nella quantità prodotta dall’impresa
• La funzione di produzione è funzione che indica ilpiù alto livello di output che l’impresa può produrreper ogni data combinazione di input
• Nel caso di un’impresa mono-prodotto, ad es. q = F (K,L)
dove q è la quantità prodotta, K il capitale, L il lavoroe F(.) la funzione di produzione che dipende dallatecnologia
Funzione di produzione e isoquanti• L’isoquanto di produzione mostra l’insieme di tutte le combinazioni di input
che portano allo stesso livello di output
Proprietà della funzione diproduzione• La produttività marginale di ciascun input (K e L) indica l’ammontare (fisico)
di output ottenibile con un incremento unitario di fattore
Laproduttività marginale può essere crescente
Prodotto totale Prodotto marginale
Proprietà della funzione diproduzioneLaproduttività marginale può essere decrescente
Prodotto totale Prodotto marginale
Nonconfondetevi tra prodotto totale eprodotto marginale:quando il prodotto totalecresce inmodo meno che proporzionale il prodotto marginale decresce
Proprietà della funzione diproduzioneLaproduttività marginale può essere costante
Prodotto totale Prodotto marginale
Quando il prodotto totale cresce aduntasso costante il prodotto marginale è costante
NumberofLawyers
Num
bero
fclientsservedpe
rday
Isoquanto e saggio marginale di sostituzione tecnica• La pendenza dell’isoquanto indica il tasso a cui l’impresa può
sostituire un fattore con un altro mantenendo invariato il livello di output
• Il suo inverso (−ΔK /ΔL) è chiamato Saggio Marginale di SostituzioneTecnica (Marginal Rate of Technical Substitution) (MRTS)
Rendimenti di ScalaRendimenti di scala: tasso a cui cresce l’output quando l’impresaincrementa tutti i fattori di produzione proporzionalmente
• Constant returns to scale (CRTS): all’aumentare degli input l’outputaumenta in maniera equiproporzionale (quindi se gli capitale e lavororaddoppiano, raddoppia anche la quantità prodotta)
• Increasing returns to scale (IRTS): all’aumentare degli input, l’outputaumenta in mdo più che proporzionale (quindi se capitale e lavororaddoppiano, la quantità prodotta aumenta più del doppio)
• Decreasing returns to scale (DRTS): all’aumentare degli input, l’output aumenta in modo meno che proporzionale (quindi se capitale e lavoro raddoppiano, la quantità prodotta aumenta meno del doppio)
Dai rendimenti di scala può dipendere la struttura del mercato, in particolare quando i rendimenti sono crescenti, le imprese riecono a crescere velocemente, la produzione raddoppia mentre input (e quindicosti) crescono meno del doppio, quindi il mercato è più concentrato
I costi di produzione
• Costi fissi (FC): costi che non dipendonodal livello di produzione
• Costi variabili (VC): costi che dipendonodalla quantità prodotta, quindi si puòanche scrivere VC(q)
• Costi totali (TC): TC(q)=FC+VC(q)
Considerando un’impresa che produceunsoloprodotto,si possono avere:
Apriamo una parentesi su costi fissi e costiirrecuperabili (sunk costs)…
• La parte di costo fisso che si è sostenuto e che non si può recuperareuna volta che si intraprende l’attività è detto costo non recuperabile.
• Costo non recuperabile o costo affondato (sunk cost), può essere ad esempio l’investimento in un macchinario specifico che l’impresasostiene ( o in un diritto di licenza, in ricerche di mercato) e che non si riesce a rivendere se le cose dovessero andare male
• Altro esempio: supponiamo che un commercialista firmi un contrattoper un anno per affittare un locale da adibire ad ufficio e debbapagare quindi un canone annuale di affitto. Dopo tre mesi si accorgeche l’attività non va bene e deve chiudere il locale. L’affitto dovràcomunque essere pagato, quindi è un costo irrecuperabile. Anche se riesce per il tempo rimanente a sub-affittare il locale, per i mesi chequesto rimane sfitto ha sostenuto un costo non recuperabile
ESEMPIO SUI COSTI NON RECUPERABILI
• Ammettiamo che una volta laureati decidiate di intraprendere la professione di commercialisti e avete davanti a voi due possibiliscelte da fare:
• 1) Aprire uno studio in autonomia• 2) Lavorare in uno studio associato
• Se aprite lo studio in autonomia dovete sostenere i seguenti costi:• A) canone annuo di affitto del locale anticipato 6.000 euro (questo è
quindi un costo irrecuperabile);• B) costi per spese di segreteria (o altri servizi) 12.000 euro (costi
variabili)
• Se includete il totale dei costi nel calcolo del costo medio mensileavrete 18.000 / 12 = 1.500 euro mensili
• Dopo 2 mesi vi accorgete che il vostro fatturato non va oltre i 2.200 euro mensili
• Pertanto il vostro stipendio netto mensile ammonta a 2.200 – 1.500 = 700 euro
ESEMPIO SUI COSTI NON RECUPERABILI (2)
• Vi accorgete ora che il costo opportunità della vostra decisione, cioè quello che vi perdete nell’impiego alternativo della scelta 2), vale a dire lavorare in uno studio associato, è pari a 1.000 euro
• Quindi lavorando in uno studio associato, al netto dei costi che pure in quel caso dovreste sostenere, guadagnereste 1.000 euro netti.
• Apparentemente 1.000 euro sono più dei 700 euro dello studio in autonomia
• QUALE SAREBBE LA SCELTA GIUSTA DA FARE?
• LASCIARE DA SUBITO L’ATTIVITA’ INTRAPRESA E LAVORARE IN UNO STUDIO ASSOCIATO?
ESEMPIO SUI COSTI NON RECUPERABILI (3)
• LA RISPOSTA E’ NO!
• La spesa per l’affitto del locale è un costo irrecuperabile che non dovrebbe entrare nella vostra decisione economica, che dovete fare dopo i primi due mesi, se continuare o meno.
• In realtà i costi che dovreste considerare sono solo i variabili in questo caso, 12.000/12 =1000
• Quindi il vostro stipendio netto, rimanendo a lavorare nello studio in autonomia sarebbe 2.200 - 1.000 = 1.200 euro
• 1.200 euro è superiore ai 1.000 euro di guadagno dello studio associato
• L’anno successivo, nel momento in cui si ripropone la stipula elcontratto per il canone di affitto, deciderete se rimanere in autonomia o passare allo studio associato
Sul significato dei sunk costs in economiaindustriale…
• L’impresa sostiene spesso un costo irrecuperabile quando decide di entrare nel mercato
• In questo caso essa, razionalmente, si prefigura un flusso di profitti attesi che possano coprire quel costo e sulla base di questa previsione entra nel mercato
• Una volta che è però entrata nel mercato, quella parte di costofisso “affondato”, che non può più recuperare, non incide sulle sue decisioni economiche
• In un certo senso si può dire “…inutile piangere sul latte versato!”
• Quindi i sunk costs giocano un ruolo cruciale solo per decidere se entrare o meno nel mercato.
• Quando si opera poi sul mercato sono altri i costi a cui bisognaguardare…
• Da qui si deduce anche che, come le economie di scala, i costiirrecuperabili incidono sulla struttura di mercato, vale a dire chedove i costi irrecuperabili sono molto alti, sono poche le impreseche vogliono entrare ed il mercato rimane concentrato
Costi marginali (MC) e costi medi (AC)• I costi marginali (MC) misurano l’incremento di costo totale derivante
dall’incremento di una unità addizionale di output.• TC(q) = VC(q) + F, da cui
• I costi marginali corrispondono quindi all’incremento dei costi variabili.• Abbiamo poi 3 tipi di costo medio:• Costo totale medio (ATC): ATC(q)=TC(q) / q• Costo variabile medio (AVC): AVC(q)= VC(q) / q• Costo fisso medio (AFC): AFC(q)=F/qATC(q) = AVC(q) + AFC(q)
Quindi mentre i costi marginali non incorporano i costi fissi, i costi mediincorporano i costi fissi
* In questa e nelle prossime slides il costo totale medio medio è rappresentatodall’acronimo ATC. Comunque durante il corso rappresenteremo spesso il costo totalemedio semplicemente con l’acronimo AC. Quindi se non specifichiamo altro anche per AC si intende il costo totale medio.
I vari tipi di costo(es. Costo orario della produzione di ciambelle)
Confrontando costo totale medio ecosto marginale si può vedere che finché il costomarginale è inferiore alcosto medio,il costo medio decresceQuando il costo marginale supera il costo medio,comenel caso della 8vaunità dioutputallora anche il costo medio aumenta
Output Costofisso Costi fissomedio
CostovariabileTotale
CostovariabileMedio
CostoTotale Costo totaleMedio
CostoMarginale
0 2 0.00 2
1 2 2.00 1.00 1.00 3.00 3.00 1.00
2 2 1.00 1.80 0.90 3.80 1.90 0.80
3 2 0.67 2.40 0.80 4.40 1.47 0.60
4 2 0.50 2.80 0.70 4.80 1.20 0.40
5 2 0.40 3.20 0.64 5.20 1.04 0.40
6 2 0.33 3.80 0.63 5.80 0.97 0.60
7 2 0.29 4.60 0.66 6.60 0.94 0.80
8 2 0.25 5.60 0.70 7.60 0.95 1.00
9 2 0.22 6.80 0.76 8.80 0.98 1.20
10 2 0.20 8.20 0.82 10.20 1.02 1.40
11 2 0.18 9.80 0.89 11.80 1.07 1.60
12 2 0.17 11.60 0.97 13.60 1.13 1.80
13 2 0.15 13.60 1.05 15.60 1.20 2.00
14 2 0.14 15.80 1.13 17.80 1.27 2.20
COSTOTOTALE
VEDUTAGRAFICADEICOSTIDELLATABELLA
Costo marginale (MC)Costo totale medio (ATC)Costo variabile medio (AVC)Costo fisso medio (AFC)
FUNZIONE DI COSTO E TECNOLOGIA• Abbiamo visto che il costo totale TC(q) dipende dalla quantità prodotta ed è TC(q) =
VC(q) + F• Immaginiamo di essere nel caso più semplice di 2 fattori della produzione Ore di
Lavoro (L) che costano in base ad un salario orario (w) e unità di capitale impiegato(K) che mi costano un saggio di interesse (r)
• TC= L*w + K*r, quindi TC dipende oltre che dalla quantità anche dal prezzo deifattori produttivi TC(q, r, w)
• L’assunzione che si fa è che in genere le imprese minimizzano i loro costi, il chevuol dire che se il prezzo dei fattori produttivi lo prendono dal mercato (quindi w e r sono dati) dovranno minimizzare i costi data una tecnologia che gli permette di fare questo
• Min TC= L*w + K*r• Sotto vincolo q=F(K,L)• Dalla microeconomia sappiamo che posso trovare le quantità di equilibrio
equiparando•• Nel momento in cui trovo le quantità ottimali di K e L e le inserisco in TC, ottengo
una funzione di costo minimizzata che contiene q, r, e w.• La funzione di costo incorpora quindi anche le informazioni sulla tecnologia, più
basso il costo, più efficiente è la tecnologia
Fattori di produzione e orizzonte temporale• L’impresa deve decidere quanto output produrre (q) e quanti inpututilizzare (K e L)
• La combinazione di input disponibile all’impresa per produrre unadeterminata quantità di output dipende dall’orizzonte temporaleconsiderato
• Nel breve periodo alcuni input (K) devono essere considerati fattorifissi, mentre altri (L) come fattori variabili
• Nel lungo periodo tutti i fattori possono essere modificati e l’impresapuò scegliere la sua scala di produzione
Breve e lungo periodo• Per breve periodo si intende un lasso di tempo in cui alcuni
fattori di produzione non possono essere cambiati (penacosti molto alti).
• In genere in una impresa manifatturiera il breve periodo èquel tempo in cui impianti, macchinari e lo spazio fisico(capannone) non possono essere facilmente re-installati. Quindi l’impresa se vuole modificare la quantità prodotta lo può fare variando solo I fattori produttivi variabili (lavoro e materie prime)
• Il lungo periodo è invece quel lasso di tempo in cui l’impresa può riallocare diversamente il capitale(acquistando nuovi impianti, smantellando quelli obsoleti, traslocando in un nuovo capannone) a costo zero o comunque molto basso.
• Nel breve periodo la rosa delle scelte possibili è quindilimitata.
• Questo significa che quasi sempre il costo medio di lungoperiodo è inferiore o uguale a quello di breve periodo
• Questa curva di costo medio di lungo periodo è costituitadall’inviluppo delle curve di breve periodo
Costo totale medio (ATC) nel breve e lungo periodo
Nel breve periodo si rimane limitati alla grandezza dell’impianto scelta.Questo impianto (equindi stabilimento)poteva essere piccolo,medio ogrande (curveblu nella figura)
Nel lungo periodo lepossibilità discelta sono moltopiù ampie,lacurva dicosto medio dilungo periodo (curva rossa nella figura)è datadall’inviluppo delle curvedibreve periodo
Lafigura mostra anche diverseeconomie discala dicuiparleremo tra poco…
ECONOMIE DI SCALA
• Costi medi decrescenti: economie di scala(rendimenti crescentidi scala)
• Costi medi costanti: rendimenti di scalacostanti
• Costi medi crescenti: diseconomie di scala(rendimentidecrescenti di scala)
Ricordando che quando si parla indifferentemente dicosti medi si intendono i costi meditotali (ATC)Inoltre nell’analizzare i rendimenti discala tutti i fattori variano,siamo nel lungo periodo(curva dicosto rossa)Allora seun’impresa aumenta il proprio livello diproduzione si possono avere:
Determinanti delle economie di scala• Esistenza di elevati costi fissi rispetto ai costi variabili: si pensi ad una casa
editrice dove per la pubblicazione di un libro ci sono alte spese di impaginazione, editing, ecc., una volta pronto il libro passare da unastampa di 50 a quella di 100 copie non prevede particolari costi aggiuntivi, mentre i costi fissi si “diluiscono”
• Divisione del lavoro e specializzazione: una maggiore dimensione consenteuna maggiore divisione del lavoro (maggiore specializzazione) e quindi unaproduzione più efficiente
• Esistenza di specifiche leggi fisiche, es. rapporto superficie/volume: si pensiad una impresa che deve stoccare GPL in contenitori d’acciaio sferici molto costosi. Il volume di GPL contenuto in una sfera è pari a
• mentre la superficie della sfera è• Raddoppiando il raggio (r) il volume della quantità stoccata aumenta di 8
volte mentre la superficie solo di 4 volte.• Data la legge fisica superficie/volume l’aumento di produzione fa diminuire
i costi medi per i contenitori.
Misurazione delle economie di scala e scala efficiente minima
• Studiando i costi si è visto che finché il costo marginale è inferiore al costo medioquest’ultimo tenderà a decrescere mentre quando vale il contrario il costo mediocresce.
• Pertanto una unità di misura delle economie di scala è data da
• r= AC/MC, dove • r>1 economie di scala; • r<1 diseconomie di scala; • r=1 rendimenti costanti di scala
• La scala efficiente minima di uno stabilimento è il livello minimo di produzioneche permette di minimizzare i costi medi di lungo periodo
• La scala efficiente minima è un indicatore importante per capire il livello di concentrazione nei mercati.
• Se la tecnologia è tale da consentire una piccola scala efficiente minima rispettoalla totale dimensione del mercato, allora basta essere piccole imprese per essereefficienti.
• Al contrario se la scala efficiente minima consiste in una produzione molto granderispetto alla dimensione del mercato, allora il mercato sarà caratterizzato da poche grandi imprese.
I costi nelle imprese multiprodotto• Nella realtà quasi mai troviamo imprese che realizzano un solo
prodotto (es., la electrolux produce frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, ecc.).
• Nei casi di imprese multiprodotto è difficile calcolare costi medi e marginali perché non esiste più un’unica misura riferitaall’output.
• In genere però si cerca di semplificare: data un’impresa cheproduce q1 e q2 per calcolare il costo marginale di q1 si valutal’incremento del costo totale facendo variare di una unità q1 e mantenendo costante q2. Lo stesso varrà per q2.
• Una approssimazione del costo medio è quella di dividere il costototale per la somma delle unità di q1 e q2 .
• Una cosa importante da considerare nelle imprese multiprodottosono i vantaggi derivanti dalla produzione congiunta, cheprendono il nome di economie di scopo
ECONOMIEDISCOPO
Fontidelleeconomiediscopo:
Fattoriproduttivicomuni(es.dall’allevamentobovinosiricavanocarneecuoio/pelle)
Complementaritàneicosti(es.nell’esplorazionediunpozzopetrolifero,spessosiottienenonsolopetrolio,maanchegasnaturale.Perun’impresacheproducesoftwareperpcpotrebberisultaresemplicefornireancheservizidiconsulenzainformatica)
Sinergiedelknow-how(es.conoscenzeapprofonditenellavenditadibarred’acciao,costituisconounvantaggioanchenellavenditadilamined’acciaio)
Obiettividell’impresaemassimizzazionedelprofitto
• Ilprofittoeconomico• Lasceltadiquantoprodurre• Lasceltase produrre
Il profitto economico e la scelta del livello ottimo di output
1) L’obiettivo principale dell’impresa è la massimizzazione del profitto, ossia della differenza tra i ricavi totali e i costi, nel caso dell’impresa monopolista, dove il prezzo è funzione della quantità offerta, avremo ( ) ( ) ( ) ( ) ( )q R q C q p q q C qΠ = − = −
2) Output ottimale à Ricavo marginale (MR) = Costo Marginale (MC)
3) MR = dpdqq+ p = p
pdpdqq+ p
!
"#
$
%&= p
dpdqqp+1
!
"#
$
%&= p 1−
1ε
!
"#
$
%&
4) MR p< data una funzione di domanda lineare p(q) = a - q; data una funzione di ricavo totale
TR= p(q)*q = (a-q)*q avremo che !" = !"#!" =a - 2q; quindi MR<p perché
(a – 2q) < (a – q)
5) MR p= solo nel caso della concorrenza perfetta (elasticità della domanda infinita)
Lasceltase produrre(shut-downdecision)IlcostomarginaleèildatochiaveperdeciderequantoprodurreIlcostomedioèildatochiaveperdecidereseprodurre(serestarenelmarcato)
1) Se p <min AC( ) è l’impresa chiude
2) Se p >min(AC) è il livello di output ottimale è dato dalla funzione MC (Es. se 'p p= è 'q q= ) => la funzione di offerta dell’impresa (“disponibilità a vendere”) è data dalla funzione di MC per valori di prezzo > min(AC)
MC
AC
min(AC)
q' q
p'
Concettidiefficienza
Efficienzaallocativaà Irisultatidiunmercatosonoefficientiquandononèpossibileeffettuarepiccolevariazioninelladistribuzionedicapitale,lavoro,benieservizichemiglioranoilbenesserediunindividuonelmercatosenzanuocereaglialtri(ottimoParetiano).
Perottenereunamisuradiefficienza,abbiamobisognodicalcolareilvantaggiointerminidiricchezzacheconsumatorieimpresericevonoinundatoesitodimercato.
Atalfineusiamoiconcettidisurplusdelconsumatore(CS)esurplusdelproduttore(PS).IlCSottenutodalconsumodiunaunitàdelbeneèugualealladisponibilitàapagaremenoilprezzopagatoperquellaunità.IlCStotalesaràugualeallasommadelCSperciascunaunitàdelbeneacquistato.IlPSperciascunaunitàèmisuratodalladifferenzatrailprezzoecostomarginale(prezzodiriserva).Sommandoquestedifferenzeperciascunvaloredioutputvendutosulmercatosiottieneilwelfare totale.
Lamassimizzazionedelsurplustotale(surplusdelconsumatore+surplusdelproduttore)richiedechelerisorsesianoallocatenelmodopiùefficientepossibile.
Conp=p’ sonovenduteQ’ unitàdelbene=>esisteuncertonumerodiconsumatoriinsoddisfatti(quellilacuidisponibilitàapagareè<p’)Diquesti,alcunisarebberodispostiapagaredipiùdiquantocostiprodurreun’unitàaggiuntadelbene(MC).E’ilcasodiqueiconsumatoricheacquisterebberoleunitàchevannodaQ’ aQ’’,doveQ’’ èillivellodioutputincorrispondenzadelqualeMC =disponibilitàapagare(prezzodiconcorrenza)Sealcunerisorseusateinaltrisettoridelsistemaeconomicovenisserodestinateallaproduzionediunamaggiorquantitàdelbeneinquestione,l’efficienzaallocativaaumenterebbeFinoachelacurvadidomanda(“disponibilitàapagare”)stasopralacurvadelMC (“disponibilitàavendere”),unaumentodell’outputfaaumentareilsurplustotale,migliorandol’efficienzaallocativaLapienaefficienzaallocativaèraggiuntaincorrispondenzadelpuntoincuiilMC =ladisponibilitàapagare
Efficienzaproduttivaà richiedechel’outputsiaprodottoalminorcostopossibiledateleconoscenzetecnologichedisponibili.Bassaproduttivitàpuòdipenderedaunusoeccessivodicertiinput(inefficienzaX)e/odacombinazionidifattoriinappropriate(inefficienzatecnica)Efficienzadinamicaàmiglioramentoneltempodeiprodottiedelletecnicheproduttive.Diverseformedimercatoimplicanolivellidiversidiefficienzastatica,maanchediefficienzadinamica.Spessoc’èunconflittotraefficienzastaticaeefficienzadinamica