Ricerca e terapie sperimentali all’Istituto oncologico ... · l’Ospedale Ticino Leader mondiale...

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SALUTE 11 Corriere degli Italiani Mercoledi 6 luglio 2016 BELLINZONA - La ricerca oncolo- gica ha fatto enormi progressi (cfr. edizione del …giugno 2016) e l’Istituto oncologico della Sviz- zera italiana (IOSI, inserito nel- l’Ospedale multisito dell’Ente Ospedaliero Cantonale) partecipa attivamente allo sviluppo di nuo- ve terapie per i pazienti. Grazie all’alto livello di specializzazione del corpo medico, lo IOSI offre ai pazienti la possibilità di rice- vere terapie con farmaci speri- mentali, cioè ancora in fase di studio. La professoressa Cristiana Sessa guida l’Unità di Nuovi Farmaci dal 1997: «In passato gli studi di sviluppo di nuovi farmaci verte- vano principalmente sulla valu- tazione della tossicità. Oggi han- no anche un obiettivo terapeuti- co. Ma non sono mutati i nostri punti fermi: la presenza di un substrato scientifico, la ricerca di laboratorio (su culture di cel- lule tumorali in vitro e su modelli animali in vivo) e la ricerca cli- nica; la collaborazione con l’Isti- tuto Oncologico di Ricerca (IOR); gli scambi internazionali di co- noscenze scientifiche e di com- petenze mediche; il concetto di lavorare in gruppo che ha come obiettivo quello di fornire sempre al paziente terapie innovative e di qualità». Lo IOSI è abilitato a gestire pro- tocolli terapeutici di valutazione di nuovi farmaci. «Quando siamo confrontati con un caso di neo- plasia particolare o rara, per il quale non c’è una terapia stan- dard di provata efficacia, pos- siamo offrire al paziente l’oppor- tunità di sottoporsi a una cura sperimentale. A due condizioni inderogabili: che lo studio sia approvato dal Comitato etico cantonale (www.ti.ch/ce) e che il paziente sia stato compiuta- mente informato e abbia dato il suo consenso. L’adesione del pa- ziente ha una duplice valenza: un progetto terapeutico indivi- duale e un contributo alla ricerca e alla collettività». L’esclusività di taluni studi por- tano allo IOSI anche pazienti d’Oltre Gottardo e stranieri, in- dirizzati da oncologi o da altri Cancer Center. Il dottor Anastasios Stathis è in prima linea per lo sviluppo di nuovi farmaci a bersaglio mole- colare per il trattamento di tu- mori solidi e di linfomi. «Valu- tiamo la storia medica del pa- ziente, lo incontriamo per un colloquio informativo, spieghia- mo in che cosa consiste la terapia sperimentale, i pro e i contro, e le finalità dello studio. Diamo tempo al paziente per maturare una decisione. Se acconsente, at- tiviamo la somministrazione, ri- gorosamente codificata dal pro- tocollo di ricerca (esami di base, visite specialistiche, valutazioni, …)». Tre infermieri di ricerca e cinque study coordinator supportano i medici nella raccolta dei dati che documentano lo studio clinico, la valutazione dell’efficacia e delle criticità della terapia sperimen- tale o i motivi di un’eventuale sospensione del trattamento per tossicità o mancata efficacia op- pure per abbandono (nel caso in cui il paziente ritirasse il con- senso). «I dati vanno raccolti con cura, devono essere interpretabili e utili al promotore dello studio - ditta farmaceutica o gruppo ac- cademico - per proseguire lo svi- luppo del farmaco». Il paziente che rifiuta di parte- cipare allo studio clinico o in- terrompe la terapia sperimentale non è lasciato solo: viene valutata una terapia standard alternativa e offerta la necessaria assistenza in tutte le fasi di cura, nel rispetto dei diritti del paziente, in parti- colare all’autodeterminazione e alla libera scelta del medico e della struttura sanitaria. Fonte: presente, il magazine del- l’Ospedale Ticino Leader mondiale nella cura dei linfomi Lo IOSI è l’unico centro svizzero che uti- lizza un database per la raccolta in forma anonima di dati clinici e patologici di pa- zienti con linfomi, strumento scientifico fondamentale per la partecipazione a progetti di ricerca internazionali e per il confronto di risultati clinici di altri Cancer Center. Dal 1980 ad oggi ha documentato circa 2500 casi. Dal 1997, l’Unità Linfomi sotto la guida dal PD Dr Emanuele Zucca coor- dina l’International Extranodal Lym- phoma Study Group (IELSG) che riunisce ricercatori di tutti i continenti. Il team dell’Unità linfomi tratta ogni anno circa 75-100 nuovi casi e per altrettanti è interpellato per un secondo parere. La ricerca allo IOSI • Direttore scientifico: Prof. Franco Cavalli. • Attività clinica negli ambulatori (Bellin- zona, Locarno, Lugano e Mendrisio) e nel reparto di degenza (Bellinzona): il pa- ziente ha la possibilità di ricevere nuovi farmaci antitumorali. • Collaborazioni e sinergie a livello nazio- nale e internazionale. • Ricerca sperimentale nei laboratori dell’Istituto Oncologico di Ricerca (IOR - Bellinzona), unità di ricerca di base e tra- slazionale dello IOSI, diretta da MD PhD Carlo Catapano e gestita dalla Fondazione ticinese per la ricerca e la cura dei linfomi. Occupa 50 persone di cui 35 ricercatori e ricercatrici attivi nei seguenti settori: lin- fomi, tumore della prostata, sviluppo di nuovi farmaci con bersagli molecolari specifici. • Di più: www.iosi.ch • Numero di contatto per il paziente: tel. +41 (0)91 811 94 10 IOSI Ricerca e terapie sperimentali all’Istituto oncologico della Svizzera italiana (IOSI) Nuovi orizzonti terapeutici nella lotta contro i tumori La Prof. Cristiana Sessa, vice-primario della Divisione Ricerca, è persona di riferimento allo IOSI per il trattamento dei tumori ginecologici, settore nel quale lo sviluppo di nuovi farmaci ha un ruolo molto importante. Il dr. Anastasios Stathis capoclinica della Divisione Ricerca e dell’Unità linfomi. Il team tratta ogni anno circa 75-100 nuovi casi e per altrettanti è interpellato per un secondo parere. Lo IOSI dedica alla ricerca 8 milioni di franchi all’anno. Chi fa che cosa? La scelta appropriata per ogni problema Gli specialisti del piede Dr. med. Numa Masina* Mi fanno male i piedi e sopporto. Oppure, cerco di porvi rimedio con l’approccio fai-da-te. Oppure vado da uno specialista. Questa, è la scelta giusta! Ma quale spe- cialista? Vediamo di fare chia- rezza sulle rispettive competenze per scegliere bene e consapevol- mente. Perché il piede ha una sua anatomia complessa, fatta di ossa, articolazioni, legamenti, muscoli, nervi e tessuti soggetti a patologie di natura meccani- co-degenerativo o infiammatoria il cui trattamento, per essere ef- ficace e benefico, va mirato al problema specifico. Medico di famiglia. È sempre la prima porta a cui bussare. Se necessario, vi indirizzerà verso un medico specialista in reuma- tologia o in chirurgia ortopedica. Reumatologo. È la figura centrale per iniziare a porre la prima im- portante diagnosi differenziale tra malattia reumatologica in- fiammatoria (artrite) o problemi meccanici, siano essi degenerativi o di sovraccarico, se il medico di famiglia non riesce a diagnosti- carle. Il reumatologo sarà in gra- do di proporre una terapia ade- guata, medicamentosa, fisiatrica o ortopedica (ad es. con suppor- ti). In caso di necessità potrà proporre delle infiltrazioni. Se il problema è complesso e non risolvibile con terapie conserva- tive vi invierà al chirurgo orto- pedico. Medico specialista in ortope- dia. La chirurgia del piede è estremamente complessa e ormai esistono ortopedici specialisti unicamente del piede. Il medico specialista in ortopedia corregge chirurgicamente le dita defor- mate (per esempio, alluce valgo, dita a martello), ricostruisce i tendini e i legamenti rotti, in caso di gravi artrosi procede al- l’artrodesi o alla posa di protesi a livello della caviglia o delle ar- ticolazioni metatarsali. Altri in- terventi eseguiti da chirurghi: unghia incarnata, ablazione del neurinoma di Morton, eventuali ascessi cutanei. Fisioterapista. Coadiuva un trat- tamento medico o post-opera- torio con esercizi al fine di recu- perare capacità di carico, motri- cità, forza e coordinamento. Vale la pena di spendere due parole sulla propriocezione del piede: è la sensibilità di quest’ultimo a sentire il terreno, adattarsi e quindi di non farci cadere. Essa può risultare alterata anche dopo una semplice “strambata” della caviglia e pertanto è importante riallenarla nella fase di riabilita- zione. Tecnico ortopedico. Confeziona o adatta calzature ortopediche speciali su misura, plantari, ausili e supporti per piedi con malfor- mazioni congenite o derivanti da malattie o infortuni. Colla- bora con medici specialisti e fi- sioterapisti. Podologo. È un operatore sani- tario ai sensi della legge sanitaria cantonale, con competenze pro- fessionali certificate, abilitato a fare un esame obiettivo del piede (cura, palpazione e mobilità ar- ticolare), a rilevare malforma- zioni, deformazioni, micosi o al- tre malattie legate a disturbi ge- nerali dello stato di salute (dia- bete, problemi circolatori). Cura il piede, rimuove calli, ver- ruche e duroni, tratta unghie sane e malate. È in grado di rilevare situazioni che necessitano di una consul- tazione medica. DOMANDA E RISPOSTA È vero che con il passare degli anni il piede si modifica e richiede una misura di scarpe in più? È vero in certi casi. La pianta del piede ha la forma di due archi, uno longitudinale e l’altro trasversale; con il passare degli anni e sotto il costante carico essi tendono ad appiattirsi. Questo appiattimento pro- voca quale frequente conseguenza un al- largamento dell’avampiede, motivo per cui certe scarpe improvvisamente ci sem- brano strette e, più raramente, con l'avan- zare degli anni ci troviamo con un numero di scarpa di 1 o 2 numeri più grande. È vero che l’usura del piede è condizionata dall’età, dal peso e dal confort della scar- pa? Dobbiamo pensare che i piedi sopportano il nostro peso tutta la vita e sono la parte del corpo che ci porta in giro. Se pensiamo che ogni tre passi facciamo circa un metro, potete calcolare voi quanti passi facciamo nella nostra vita. A questo bisogna ag- giungere che, per una legge della fisica, durante ogni passo quando stiamo su un piede solo esso porta quattro volte il nostro peso. Si può quindi capire quanto incida il sovrappeso sui problemi del piede; ogni chilo perso corrisponde a un alleggerimento di quattro chili per il pie- de. Le scarpe sono molto importanti dall’in- fanzia fino alla crescita completa. Delle scarpe strette o di forme strane aiutano il crearsi di malformazioni del piede (dita a martello se scarpe troppo piccole, alluce valgo in caso di scarpe a punta). In seguito la loro importanza diminuisce per quanto riguarda le deformazioni, ma aumenta per evitare dolori ad articolazioni o mu- scoli. Fonte: Reuma informa, Lega ticinese contro il reumatismo – www.reumatismo.ch/ti * FMH in medicina interna e reumatologia, studio medico a Lugano; vicepresidente Dr. med. Numa Masina 11CULTUR23 28.06.2016 16:15 Pagina 1

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SALUTE 11Corriere degli ItalianiMercoledi 6 luglio 2016

BELLINZONA - La ricerca oncolo-gica ha fatto enormi progressi(cfr. edizione del …giugno 2016)e l’Istituto oncologico della Sviz-zera italiana (IOSI, inserito nel-l’Ospedale multisito dell’EnteOspedaliero Cantonale) partecipaattivamente allo sviluppo di nuo-ve terapie per i pazienti. Grazieall’alto livello di specializzazionedel corpo medico, lo IOSI offreai pazienti la possibilità di rice-vere terapie con farmaci speri-mentali, cioè ancora in fase distudio.

La professoressa Cristiana Sessaguida l’Unità di Nuovi Farmacidal 1997: «In passato gli studi disviluppo di nuovi farmaci verte-vano principalmente sulla valu-tazione della tossicità. Oggi han-no anche un obiettivo terapeuti-co. Ma non sono mutati i nostripunti fermi: la presenza di unsubstrato scientifico, la ricercadi laboratorio (su culture di cel-lule tumorali in vitro e su modellianimali in vivo) e la ricerca cli-nica; la collaborazione con l’Isti-tuto Oncologico di Ricerca (IOR);gli scambi internazionali di co-noscenze scientifiche e di com-petenze mediche; il concetto dilavorare in gruppo che ha comeobiettivo quello di fornire sempreal paziente terapie innovative edi qualità».

Lo IOSI è abilitato a gestire pro-tocolli terapeutici di valutazionedi nuovi farmaci. «Quando siamoconfrontati con un caso di neo-plasia particolare o rara, per ilquale non c’è una terapia stan-dard di provata efficacia, pos-siamo offrire al paziente l’oppor-tunità di sottoporsi a una curasperimentale. A due condizioniinderogabili: che lo studio siaapprovato dal Comitato eticocantonale (www.ti.ch/ce) e cheil paziente sia stato compiuta-mente informato e abbia dato ilsuo consenso. L’adesione del pa-

ziente ha una duplice valenza:un progetto terapeutico indivi-duale e un contributo alla ricercae alla collettività». L’esclusività di taluni studi por-tano allo IOSI anche pazientid’Oltre Gottardo e stranieri, in-dirizzati da oncologi o da altriCancer Center.

Il dottor Anastasios Stathis è inprima linea per lo sviluppo dinuovi farmaci a bersaglio mole-colare per il trattamento di tu-mori solidi e di linfomi. «Valu-tiamo la storia medica del pa-ziente, lo incontriamo per uncolloquio informativo, spieghia-mo in che cosa consiste la terapiasperimentale, i pro e i contro, e

le finalità dello studio. Diamotempo al paziente per maturareuna decisione. Se acconsente, at-tiviamo la somministrazione, ri-gorosamente codificata dal pro-tocollo di ricerca (esami di base,visite specialistiche, valutazioni,…)».

Tre infermieri di ricerca e cinquestudy coordinator supportano imedici nella raccolta dei dati chedocumentano lo studio clinico,la valutazione dell’efficacia e dellecriticità della terapia sperimen-tale o i motivi di un’eventualesospensione del trattamento pertossicità o mancata efficacia op-pure per abbandono (nel caso incui il paziente ritirasse il con-

senso). «I dati vanno raccolti concura, devono essere interpretabilie utili al promotore dello studio- ditta farmaceutica o gruppo ac-cademico - per proseguire lo svi-luppo del farmaco».Il paziente che rifiuta di parte-cipare allo studio clinico o in-terrompe la terapia sperimentalenon è lasciato solo: viene valutatauna terapia standard alternativae offerta la necessaria assistenzain tutte le fasi di cura, nel rispettodei diritti del paziente, in parti-colare all’autodeterminazione ealla libera scelta del medico edella struttura sanitaria.

Fonte: presente, il magazine del-l’Ospedale Ticino

Leader mondiale nella cura dei linfomi

Lo IOSI è l’unico centro svizzero che uti-lizza un database per la raccolta in formaanonima di dati clinici e patologici di pa-zienti con linfomi, strumento scientificofondamentale per la partecipazione aprogetti di ricerca internazionali e per ilconfronto di risultati clinici di altri CancerCenter. Dal 1980 ad oggi ha documentato circa2500 casi. Dal 1997, l’Unità Linfomi sottola guida dal PD Dr Emanuele Zucca coor-dina l’International Extranodal Lym-phoma Study Group (IELSG) che riuniscericercatori di tutti i continenti. Il team dell’Unità linfomi tratta ogni annocirca 75-100 nuovi casi e per altrettanti èinterpellato per un secondo parere.

La ricerca allo IOSI

• Direttore scientifico: Prof. Franco Cavalli.

• Attività clinica negli ambulatori (Bellin-zona, Locarno, Lugano e Mendrisio) e nelreparto di degenza (Bellinzona): il pa-ziente ha la possibilità di ricevere nuovifarmaci antitumorali.

• Collaborazioni e sinergie a livello nazio-nale e internazionale.

• Ricerca sperimentale nei laboratoridell’Istituto Oncologico di Ricerca (IOR -Bellinzona), unità di ricerca di base e tra-slazionale dello IOSI, diretta da MD PhDCarlo Catapano e gestita dalla Fondazioneticinese per la ricerca e la cura dei linfomi.Occupa 50 persone di cui 35 ricercatori ericercatrici attivi nei seguenti settori: lin-fomi, tumore della prostata, sviluppo dinuovi farmaci con bersagli molecolarispecifici.

• Di più: www.iosi.ch

• Numero di contatto per il paziente: tel. +41 (0)91 811 94 10

IOSIRicerca e terapie sperimentali all’Istituto oncologico della Svizzera italiana (IOSI)

Nuovi orizzonti terapeuticinella lotta contro i tumori

La Prof. Cristiana Sessa, vice-primario della Divisione Ricerca,è persona di riferimento allo IOSI per il trattamento deitumori ginecologici, settore nel quale lo sviluppo di nuovifarmaci ha un ruolo molto importante.

Il dr. Anastasios Stathis capoclinica della Divisione Ricerca edell’Unità linfomi. Il team tratta ogni anno circa 75-100 nuovicasi e per altrettanti è interpellato per un secondo parere. LoIOSI dedica alla ricerca 8 milioni di franchi all’anno.

Chi fa che cosa? La scelta appropriata per ogni problema

Gli specialisti del piedeDr. med. Numa Masina*

Mi fanno male i piedi e sopporto.Oppure, cerco di porvi rimediocon l’approccio fai-da-te. Oppurevado da uno specialista. Questa,è la scelta giusta! Ma quale spe-cialista? Vediamo di fare chia-rezza sulle rispettive competenzeper scegliere bene e consapevol-mente. Perché il piede ha unasua anatomia complessa, fatta diossa, articolazioni, legamenti,muscoli, nervi e tessuti soggettia patologie di natura meccani-co-degenerativo o infiammatoriail cui trattamento, per essere ef-ficace e benefico, va mirato alproblema specifico.

Medico di famiglia. È semprela prima porta a cui bussare. Senecessario, vi indirizzerà versoun medico specialista in reuma-tologia o in chirurgia ortopedica. Reumatologo. È la figura centraleper iniziare a porre la prima im-portante diagnosi differenzialetra malattia reumatologica in-fiammatoria (artrite) o problemimeccanici, siano essi degenerativio di sovraccarico, se il medico difamiglia non riesce a diagnosti-carle. Il reumatologo sarà in gra-do di proporre una terapia ade-

guata, medicamentosa, fisiatricao ortopedica (ad es. con suppor-ti). In caso di necessità potràproporre delle infiltrazioni. Seil problema è complesso e nonrisolvibile con terapie conserva-tive vi invierà al chirurgo orto-pedico.

Medico specialista in ortope-dia. La chirurgia del piede èestremamente complessa e ormaiesistono ortopedici specialistiunicamente del piede. Il medicospecialista in ortopedia correggechirurgicamente le dita defor-mate (per esempio, alluce valgo,dita a martello), ricostruisce itendini e i legamenti rotti, incaso di gravi artrosi procede al-l’artrodesi o alla posa di protesia livello della caviglia o delle ar-ticolazioni metatarsali. Altri in-terventi eseguiti da chirurghi:unghia incarnata, ablazione delneurinoma di Morton, eventualiascessi cutanei.

Fisioterapista. Coadiuva un trat-tamento medico o post-opera-torio con esercizi al fine di recu-perare capacità di carico, motri-cità, forza e coordinamento. Valela pena di spendere due parolesulla propriocezione del piede:

è la sensibilità di quest’ultimo asentire il terreno, adattarsi equindi di non farci cadere. Essapuò risultare alterata anche dopouna semplice “strambata” dellacaviglia e pertanto è importanteriallenarla nella fase di riabilita-zione.

Tecnico ortopedico. Confezionao adatta calzature ortopedichespeciali su misura, plantari, ausilie supporti per piedi con malfor-mazioni congenite o derivantida malattie o infortuni. Colla-bora con medici specialisti e fi-sioterapisti.

Podologo. È un operatore sani-tario ai sensi della legge sanitariacantonale, con competenze pro-fessionali certificate, abilitato afare un esame obiettivo del piede(cura, palpazione e mobilità ar-ticolare), a rilevare malforma-zioni, deformazioni, micosi o al-tre malattie legate a disturbi ge-nerali dello stato di salute (dia-bete, problemi circolatori). Cura il piede, rimuove calli, ver-ruche e duroni, tratta unghiesane e malate. È in grado di rilevare situazioniche necessitano di una consul-tazione medica.

DOMANDA E RISPOSTA

È vero che con il passare degli anni il piedesi modifica e richiede una misura di scarpein più? È vero in certi casi. La pianta del piedeha la forma di due archi, uno longitudinalee l’altro trasversale; con il passare deglianni e sotto il costante carico essi tendonoad appiattirsi. Questo appiattimento pro-voca quale frequente conseguenza un al-largamento dell’avampiede, motivo percui certe scarpe improvvisamente ci sem-brano strette e, più raramente, con l'avan-zare degli anni ci troviamo con un numerodi scarpa di 1 o 2 numeri più grande.

È vero che l’usura del piede è condizionatadall’età, dal peso e dal confort della scar-pa?Dobbiamo pensare che i piedi sopportanoil nostro peso tutta la vita e sono la partedel corpo che ci porta in giro. Se pensiamoche ogni tre passi facciamo circa un metro,potete calcolare voi quanti passi facciamonella nostra vita. A questo bisogna ag-giungere che, per una legge della fisica,durante ogni passo quando stiamo su unpiede solo esso porta quattro volte ilnostro peso. Si può quindi capire quantoincida il sovrappeso sui problemi delpiede; ogni chilo perso corrisponde a unalleggerimento di quattro chili per il pie-de.Le scarpe sono molto importanti dall’in-

fanzia fino alla crescita completa. Dellescarpe strette o di forme strane aiutano ilcrearsi di malformazioni del piede (ditaa martello se scarpe troppo piccole, allucevalgo in caso di scarpe a punta). In seguitola loro importanza diminuisce per quantoriguarda le deformazioni, ma aumentaper evitare dolori ad articolazioni o mu-scoli.

Fonte: Reuma informa, Lega ticinese controil reumatismo – www.reumatismo.ch/ti

* FMH in medicina interna e reumatologia,studio medico a Lugano; vicepresidente

Dr. med. Numa Masina

11CULTUR23 28.06.2016 16:15 Pagina 1

Hofmann
Nota
8 giugno 2016
Hofmann
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grassetto
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Hofmann
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lasciare una riga di spazio e mettere in grassetto Reumatologo
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Nota
vicepresidente della Lega ticinese contro il reumatismo
Hofmann
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