Relativismo e Pensiero Debole

download Relativismo e Pensiero Debole

of 56

description

Studo sul relativismo

Transcript of Relativismo e Pensiero Debole

  • E P I S T E M E

    Biblioteca di Episteme

    www.episteme.it

    D I V U L GA ZI ON E D E I F ON DA ME N T I D E L SA PE R E

    D i s t r i b u z i o n e g r a t u i t a

    COLLANA

  • RELATIVISMO E PENSIERO DEBOLE:

    LA PERDITA DEL FONDAMENTO

    di Rocco Vittorio Macr

    La Verit con la V maiuscola che mai vuol dire? Quid est Veritas, dobbia-mo riconoscere che quel procuratore vedeva giusto e che era anzi allavanguar-dia. Bisogna mettere solo minuscole ovunque. Tutto relativo, ecco il soloprincipio assoluto, diceva gi il nostro Padre Auguste Comte. Poich labbia-mo fatta finita con il positivismo classico, vero, ma il fatto che noi viviamonel mondo di Auguste Comte: la Scienza (lato della ragione) completata dal mito(lato del sentimento).

    Jacques Maritain, Il contadino della Garonna

    Ci troviamo al culmine della diffusione di un fenomeno che appareormai irrefrenabile: ogni campo del sapere sembra intaccato e affetto da unepi-demia che lascia poche speranze per il nuovo millennio. Si tratta del relativismo,struttura portante del cosiddetto pensiero debole, che la modernit ha in-flitto alla nostra civilt diffondendolo a dimensione planetaria sotto morfologiesolo apparentemente cangianti, come indifferentismo, nichilismo, mobilismo, pirronismo,soggettivismo, individualismo, ecc., in campo ontologico, gnoseologico, culturale, eti-co, terminologico, ...

    E lindebolimento del logos, nella nostra epoca, sta portando i suoi frutti: siassiste - e spettatori passivi e inermi ci sentiamo tutti - ad un consequenziale einesorabile indebolimento del piano valoriale e semantico, fonte di una metafisi-ca distorta che - per dirla con le parole di Giovanni Paolo II - consuma il mondodei valori come semplici prodotti dellemotivit e la nozione di essere accan-tonata per fare spazio alla pura e semplice fattualit1.

    Effettivamente, siamo figli del pensiero debole, sfondo e respiro di un mondofrantumato, senza pi unit semantica. La filosofia moderna - scrive GiovanniPaolo II nella sua lettera enciclica Fides et ratio - , dimenticando di orientare la suaindagine sullessere, ha concentrato la propria ricerca sulla conoscenza umana.Invece di far leva sulla capacit che luomo ha di conoscere la verit, ha preferitosottolinearne i limiti e i condizionamenti. Ne sono derivate varie forme diagnosticismo e di relativismo, che hanno portato la ricerca filosofica a smarrirsinelle sabbie mobili di un generale scetticismo. Di recente, poi, hanno assuntorilievo diverse dottrine che tendono a svalutare perfino quelle verit che luomoera certo di aver raggiunte.

  • La legittima pluralit di posizioni ha ceduto il posto a un indifferenziatopluralismo, fondato sullassunto che tutte le posizioni si equivalgono: questouno dei sintomi pi diffusi della sfiducia nella verit che dato verificare nelcontesto contemporaneo2.

    Parole che riecheggiano - con infinite armoniche - il pensiero di quello chepotremmo definire il difensore della verit e paladino dellassoluto del XX se-colo: Jacques Maritain, al quale il presente lavoro si ispira. Egli, come Wojtyla,definisce luomo come colui che cerca la verit3. Nonostante il modernismosfrenato doggi4, lannuncio nietzschiano che Dio morto5, Maritain ha laforza di gridare: La ragione fatta per la verit, per conoscere lessere!6 Nonc niente al di sopra della verit!7 E tanto pi si indebolisce la verit, la nostal-gia dellassoluto8, tanto pi si avanza nello spirito di terrestrit, in quella speciedi inginocchiamento davanti al mondo che si manifesta in mille modi9.

    Nelle pagine che seguono si tenter di dare un volto e un percorso alrelativismo sottostante le espressioni di una modernit che, affetta da unacronolatria epistemologica, - per usare le parole di Maritain - porta allalogofobia, al prassismo e allefficientismo contemporanei, alla perdita del fonda-mento. Ed lo stesso spirito maritainiano - nelle parole del Papa - che, se ci mettein guardia da un lato dalle insidie di unepoca nella quale ci si accontenta diverit parziali e provvisorie10, forzatamente costretti a costatare laframmentariet di proposte che elevano leffimero al rango di valore11, dallal-tro ci esorta a non perdere la passione per la verit ultima e lansia per la ricerca,unite allaudacia di scoprire nuovi percorsi. la fede che provoca la ragione auscire da ogni isolamento e a rischiare volentieri per tutto ci che bello, buonoe vero. La fede si fa cos avvocato convinto e convincente della ragione12.

    1. La pi antica reazione al relativismo

    1.1 Il relativismo ha radici millenarie, che arrivano a toccare lhumus specula-tivo della Sofistica del V secolo a.C., quella sorta di Illuminismo greco, cheaveva come sua insegna luso libero e spregiudicato della ragione in tutti i campi.Il primo e pi importante Sofista, esponente di un relativismo conoscitivo emorale, fu Protagora, famoso per il suo principio: Luomo misura di tutte lecose13. Commenta Platone, riferendosi ad esso, nel suo Teeteto: Quali le singo-le cose appaiono a me, tali sono per me e quali appaiono a te, tali sono per te:giacch uomo sei tu e uomo sono io14. Tramite la frantumazione della realt inuna miriade di interpretazioni soggettive, il relativismo protagoreo minava allabase il concetto stesso di verit e di ricerca. Il relativismo dei valori era poiil nucleo fondamentale di tale dottrina. Infatti il riconoscimento della disparitdei valori che presiedono alle diverse civilt umane portava inesorabilmente aquello che oggi viene chiamato relativismo culturale: se qualcuno ordinasse a tuttigli uomini di radunare in un sol luogo tutte le leggi che si credono brutte e discegliere poi quelle che ciascuno crede belle, neppure una ne resterebbe, ma tuttisi ripartirebbero tutto15.

  • Tutto ci conduceva ad unequivalenza di principio delle opinioni; con le pa-role di Protagora, al tutto vero.

    Tuttavia egli, nel vuoto di verit forti, ammetteva un principio debolecome criterio di scelta e di legittimazione: quello dellutilit.

    Se Protagora pu essere visto come il precursore dellontologia debole,un suo contemporaneo - Gorgia di Lentini - potrebbe essere collocato comeprecursore del nichilismo filosofico pi radicale. Le sue tre tesi, infatti, portanoad un agnosticismo impenetrabile: [1] - Nulla c; [2] - Se anche qualcosa c,non conoscibile dalluomo; [3] - Se anche conoscibile, incomunicabile aglialtri. Con Gorgia troviamo la prima, esasperata messa in discussione occiden-tale della metafisica. Scollegati dalla verit, il pensiero e il linguaggio perdonoogni valore. Se per Protagora abbiamo ancora un debole criterio di verit, ilgiovevole alluomo, lutile, in Gorgia quel tutto vero si rovescia in tutto falso, uno scetticismo metafisico senza finestre.

    Un secolo e mezzo dopo, in piena et ellenistica, Pirrone di Elide, conside-rato il fondatore della scuola scettica, avrebbe fatto suo un simile scetticismo.Secondo Pirrone, al di fuori delle credenze e convenzioni umane, sempre mute-voli, risulta per principio impossibile alcuna valutazione o giudizio che resista alrelativismo gnoseologico. Dunque, lunico atteggiamento legittimo, come di-ranno pi tardi altri esponenti dello Scetticismo, rimane lepoch, la sospensionecio di ogni giudizio. Ci porta, secondo Pirrone, allimperturbabile serenitdella mente: latarassia. Aggiunger il suo allievo Timone di Fliunte che atteggia-mento veramente degno dello scettico quello di non pronunciarsi su niente(afasia). LAccademia scettica di Arcesilao e la nuova Accademia di Carneadeseguiranno la stessa strada, cercando di umanizzarla tramite la legittimazionealluso del buon senso (eulogia) e della verosimiglianza. Gli Scettici posteriori per, apartire da Enesidemo, sosterranno un ritorno al pirronismo.

    Possiamo riassumere i caratteri del primo relativismo universale della sto-ria occidentale con le parole di Maritain: Lapparizione della sofistica nel Vsecolo a.C., nel periodo di crisi filosofica e di scetticismo seguito allo sforzo deigrandi fisici presocratici, e il predominio da essa allora conseguito sulleduca-zione generale, segnavano lavvento di un razionalismo libero e ardito, ma chefaceva della ragione un uso soprattutto negativo e la cui prospettiva rimanevaingenuamente empiristica. Chi se ne meraviglierebbe? Quando la ragione non ricondotta alle proprie profondit dallintuizione dellessere o dallesperienza delmondo interiore, essa si trastulla nei sensi e tra i fantasmi, senza nemmeno ren-dersi conto che ne prigioniera16.

    1.2 La reazione al caos verbale e concettuale degli eristi, alla mancanza di unpunto dappoggio fermo e incrollabile propagandata dai Sofisti, al relativismolinguistico, conoscitivo e morale - frammentatorio dellordine, del ksmos, inuna molteplicit dissonante di opinioni - accomuna gli sforzi di Socrate, Platonee Aristotele. La situazione a quellepoca doveva essere in qualche modo vicina alpensiero debole del nostro tempo, al vuoto ontologico che Maritain si impe-gn a combattere con tutte le forze.

  • Nulla mantiene lordine delle cose se non la verit. Lopera di spogliazionecritica intrapresa dai Sofisti era fatta in nome di un relativismo universale. Ma ilrelativismo, con il suo apparato negativo e distruttore , a dire il vero, assai pros-simo a convertirsi in servile sottomissione a regole in cui lo spirito non crede17.

    Da una concezione della vita dominata da un relativismo generale e dauna universale messa in dubbio di ci che pu riferire la condotta umana a fini evalori superiori al vantaggio dellindividuo18, Socrate, per primo, prende le di-stanze e individua le contromisure. I Sofisti avevano raggiunto lapice di unmodo di ragionare ingannevole, capzioso, avente leffetto di indurre in erroreattraverso linevitabile polisemia del linguaggio ordinario. Molti di loro eranouomini di intelligenza superiore, ma inebriati delle apparenze e delleverosimiglianze nelle quali si spiega la ragione quando discute delle nozioni co-muni e non ancora addestrata alle discipline della concettualizzazione scienti-fica19.

    Se Protagora proclama che Luomo misura di tutte le cose e che tutto vero, Socrate risponde che se tutto vero niente vero20, e Maritain acuta-mente osserva che lignoranza di Socrate, quellio so di non sapere rinvia aduna verit, ad una scienza: Lignoranza socratica una finzione da cui nonbisogna lasciarsi prendere: con il suo attaccamento allassolutezza della verit,Socrate difendeva la tradizione in un modo ben pi profondamente rivoluziona-rio di quello con cui lattaccavano i Sofisti. Emergeva cos chiaramente la nozio-ne di una conoscenza autenticamente intellettuale stabilita a livello dei proprilumi e delle esigenze proprie dellintelletto - in una parola la nozione di scienza.Per questo Socrate tiene tanto a renderci coscienti della nostra ignoranza. Que-stignoranza, almeno, io la conosco. Ma, se non avessi lidea di scienza, potreiforse avere quella della mia ignoranza?21.

    Da Socrate, che ha manifestato il bisogno di andare oltre il pragmatismoprotagoreo, parte lo sforzo intellettuale di Platone per cogliere un sapere assolu-to, capace di battere in breccia il relativismo dilagante, responsabile del caosmorale e civile. Lopposizione a tale relativismo costituisce il cuore della suadottrina delle idee, nucleo fondante della filosofia platonica: La dottrina delle ideenasce e acquista il suo significato nella polemica contro il relativismo sofistico econtro il mobilismo eracliteo22. Sottolinea con maggior precisione GiovanniReale: Platone era andato via via maturando e fissando la sua teoria delle Idee inopposizione a due forme di relativismo: a) quello sofistico-protagoreo, che riducevaogni realt e azione a qualcosa di puramente soggettivo e faceva del soggettomedesimo la misura o criterio di verit delle cose (si ricordi la proposizioneprotagorea luomo misura di tutte le cose); e b) quello di origine eraclitea,che, proclamando il perenne flusso e la radicale mobilit di tutto, giungeva difatto e di diritto a disperdere ogni cosa in una molteplicit irriducibile di stati, equindi giungeva a renderla inafferrabile, inconoscibile e inintelligibile23.

    Il relativismo sofistico e il mobilismo eracliteo si dovevano arrestare, dun-que, di fronte alle Idee dellIperuranio platonico che sono in s e per s, sonolessere puro, si trovano sempre e costantemente nella medesima condizione e nonsubiscono mai alcuna sorta di mutazione24.

  • La natura delle cose non relativa al soggetto, non manipolabile a nostrocapriccio. Lessenza o natura o Idea delle cose stabile, assoluta. Se cos nonfosse, non avrebbe senso alcun nostro giudizio n alcuna nostra valutazione, dialcun genere. Platone qui soprattutto preoccupato dei giudizi e delle valutazionimorali [...] La dottrina delle Idee, pertanto, segna il superamento del soggettivismo:la misura delle cose non luomo, il soggetto conoscente, bens la natura,lessenza, lIdea o Forma delle cose stesse25.

    In particolare, come lo stesso Maritain sottolinea, lantirelativismo platoni-co scolpisce un concetto di valore la cui assolutezza, verticalit e dignit asse-steranno un percorso che sar battuto fino in fondo dallo stoicismo: Letica diPlatone enuclea e sottolinea, mette in rilievo la nozione di valore con una forzaeccezionale, e la fa passare al primo posto, particolarmente per quanto riguardail modo con cui viene misurata o determinata la moralit degli atti umani26.

    Lago magnetico che Platone utilizz e dal quale si fece guidare dovevaessere sensibile al mondo perfetto della matematica: Nella formulazione del-la dottrina delle Idee gioc un ruolo determinante linflusso delle scienze matematiche. Fula riflessione matematica che aiut Platone, in misura considerevole, a scoprirela fondamentale distinzione fra sensibile e intelligibile e la sua portata27. Quellodel suo discepolo Aristotele sarebbe stato pi sensibile alla logica (oltre alleinvarianti intelligibili - per usare le parole di Maritain - che sono a fondamentodella filosofia della natura28), a quei princpi primi irremovibili e supremi, comequello di non-contraddizione. Aristotele ritiene che questultimo non sia dimostrabilema che possa venir polemicamente difeso contro i suoi negatori - fra i qualiinclude proprio i Sofisti e gli Eraclitei - mostrando che, se questi ultimi dovesse-ro confutare la validit del suddetto principio, dovrebbero avvalersi a tal scopoproprio dello stesso, riaffermandolo: Il celebre procedimento elenchico con-siste, dunque, nella mostrazione della contraddittoriet in cui cade chi nega ilprincipio stesso. Infatti, chi nega il principio di non-contraddizione si contrad-dice, perch proprio nel momento in cui lo nega, ne fa uso. Dal punto di vistadel metodo metafisico questa, probabilmente, la pi cospicua scopertaaristotelica (peraltro largamente preparata dagli Eleati e da Platone): le supremeverit irrinunciabili sono quelle che, nel momento stesso in cui uno le nega, costretto a farne surrettizio uso, proprio per negarle, e, dunque, le riaffermanegandole. questo lagguato che tendono le verit metafisiche cui luomonon pu sfuggire: esse si riaffermano con prepotenza, nel momento stesso incui si cerca di calpestarle29.

    Per Aristotele, dunque, esiste la verit, nucleo distruttore per ogni formadi relativismo. Il libro II della sua Metafisica comincia proprio con La filosofia conoscenza della verit... Come dire che il relativismo tenebra, non-cono-scenza.

  • 2. Il relativismo moderno

    2.1 La rivoluzione copernicana segna una nuova era, un nuovo modo di vederele cose, una nuova immagine del mondo. Un nuovo capitolo del relativismo, questavolta con i tratti di una presunta sapienza che scavalca i limiti dellumano, moltomeno ingenuo del primo e quindi molto meno vulnerabile, si innesta e prendeforma rimodellandosi sulla struttura concettuale della neo-nata scienza moder-na. La sostituzione della millenaria concezione delluniverso elaborata daAristotele, e scientificamente precisata alcuni secoli pi tardi da Tolomeo30,avrebbe insidiato la conquista di quellAssoluto di Platone e Aristotele,vanificando gli sforzi dei pi grandi pensatori del mondo antico.

    In un articolo del 1916 e apparso in lingua tedesca nel 17, Freud scattavaunistantanea di quellimmagine del mondo che si era creata con la nascita dellascienza moderna, sottolineando le umiliazioni inferte da questa al narcisismoumano31:

    Vorrei mostrare come al narcisismo universale, allamor proprio delluma-nit, siano state fino ad ora inferte tre gravi umiliazioni da parte dellindaginescientifica. a) Dapprima, allinizio delle sue indagini, luomo riteneva che la suasede, la terra, se ne stesse immobile al centro delluniverso, mentre il sole, la lunae i pianeti si muovevano attorno ad essa con traiettorie circolari. [...] La posizio-ne centrale della terra era comunque una garanzia per il ruolo dominante cheegli esercitava nelluniverso, e gli appariva ben concordare con la sua propensio-ne a sentirsi il signore del mondo. La distruzione di questa illusione narcisisticasi collega per noi al nome e allopera di Niccol Copernico nel sedicesimo seco-lo. [...] Quando tuttavia essa fu universalmente riconosciuta, lamor proprio umanosub la sua prima umiliazione, quella cosmologica. b) Luomo, nel corso della suaevoluzione civile, si eresse a signore delle altre creature del mondo animale. Noncontento di tale predominio, cominci a porre un abisso fra il loro e il proprioessere. Disconobbe ad esse la ragione e si attribu unanima immortale, appellan-dosi a unalta origine divina che gli consentiva di spezzare i suoi legami col mon-do animale. [...] Sappiamo che le ricerche di Charles Darwin e dei suoi collabora-tori e predecessori hanno posto fine, poco pi di mezzo secolo fa, a questapresunzione delluomo. Luomo nulla pi , e nulla di meglio, dellanimale; pro-viene egli stesso dalla serie animale ed imparentato a qualche specie animale dipi e a qualche altra di meno. Le sue successive acquisizioni non consentono dicancellare le testimonianze di una parit che data tanto nella sua struttura cor-porea, quanto nella sua disposizione psichica. E questa la seconda umiliazioneinferta al narcisismo umano, quella biologica. c) La terza umiliazione, di naturapsicologica, colpisce probabilmente nel punto pi sensibile. Luomo, anche sedegradato al di fuori, si sente sovrano nella propria psiche. [...] Tu ti comporticome un sovrano assoluto che si accontenta delle informazioni del suo primoministro senza scendere fra il popolo per ascoltarne la voce.

  • Rientra in te, nel tuo profondo, se prima impari a conoscerti, capirai perchti accade di doverti ammalare; e forse riuscirai a evitare di ammalarti. Cos lapsicoanalisi voleva istruire lIo. Ma le due spiegazioni - che la vita pulsionaledella sessualit non si pu domare completamente in noi, e che i processi psichicisono per s stessi inconsci e soltanto attraverso una percezione incompleta einattendibile divengono accessibili allIo e gli si sottomettono - equivalgono al-lasserzione che lIo non padrone in casa propria. Esse costituiscono insieme laterza umiliazione inferta allamor proprio umano, quella che chiamerei psicologi-ca32.

    Non difficile individuare - puntando lo sguardo da una certa prospettiva- il percorso di queste orme ancora fresche, il filo dArianna che le collega, loschema mascherato, il disegno sottostante, la filosofia anti-tomista che portala firma del nuovo e implacabile relativismo, lindebolimento generato dalla per-dita del rapporto privileggiato con lassoluto:

    Il copernicanesimo signific prima di tutto il rifiuto di ogni organizzazioneintrinseca dellUniverso. Il fatto che il centro del mondo fosse spostato dallaTerra al Sole fu un aspetto minore della rivoluzione. Ci che cont che nonesistesse pi un corpo privilegiato. Nel tempo di poche generazioni, lUniversonon avrebbe avuto pi alcun centro e sarebbe diventata legge il PrincipioCosmologico, secondo cui ogni punto dellUniverso vale laltro. I corpi astralifurono affidati ad una meccanica celeste che sapesse solo di masse e di distan-ze, e rifiutasse il compito di dar conto di qualunque tipo di costellazione o diconfigurazione, e in genere di qualunque situazione iniziale.

    La conversione della biologia in teoria probabilistica meccanica fu realizzatadalla teoria darwiniana e soprattutto dalle sue riletture genetiche. Lo stesso L.Boltzmann (1844-1906) asser che la teoria cinetica dei gas gli era stata ispiratadal darwinismo. I viventi di Darwin sono corpi senza natura e senza tenden-ze, vaganti nel vuoto a misurare sugli urti la loro forza e il loro diritto allesi-stenza.

    Del darwinismo stato detto (Freud) che esso ha spostato luomo dal centrodella natura vivente, compiendo una sorta di rivoluzione copernicana33.

    In particolare, la nuova scienza, sembra operare un taglio netto con le cau-se finali e formali aristoteliche34: lo schema aristotelico della spiegazione fisica(cio la sua statica del luogo naturale e la sua dinamica delle cause efficientiguidate dalle cause finali, in quanto nulla avviene in natura senza uno scopo ouna spiegazione) [viene] criticato e modificato35. La ricerca delle cause finaliverr rimpiazzata da quella delle cause materiali (corpuscoli, elementi chimici,cellule protoplasmatiche), delle cause efficienti (forze elastiche, attrazionegravitazionale, leggi della dinamica) e delle cause formali (funzioni matematichedi forza, di energia ecc.)36.

  • La scienza moderna - e qui con questo termine si intende la linea morfo-epistemologica caratteriale (e contingente) adottata dalla nascita fino ai nostrigiorni37 - stata sempre caratterizzata da una weltanschauung materialista (o, sevogliamo, anti-spiritualista), non solo nel metodo seguito fin da Galileo, e cioquello di confinare lesistenza alle sole realt oggettive (e conseguentemente negarele entit spirituali in quanto non osservabili), ma anche nella speranza di fondo:spiegare tutte le cose, uomo compreso, a partire dai mattoni primari che chia-miamo particelle elementari.

    Scrive Richard Dawkins nella prefazione al suo Orologiaio cieco: Questolibro stato scritto nella convinzione che la nostra esistenza fosse un tempo ilmassimo di tutti i misteri, ma che oggi non sia pi tale perch lenigma statorisolto. Il merito di questa impresa va riconosciuto a Darwin e a Wallace38.Sottolinea giustamente Sermonti:

    Allevoluzionismo anti-aristotelico accadde in pochi decenni ci che adAristotele accadde nei secoli: di ricevere una accettazione cos universale da iden-tificarsi con la Scienza. Il testo darwiniano divenne lipse dixit che sostitulipse dixit aristotelico. Aristotele aveva risposto a tutte le domanda e i neo-darwinisti (Dawkins) esclamarono: lenigma stato risolto. Levoluzionismo halentamente assunto il carattere di dottrina ufficiale e ha iniziato una operazionetendente ad escludere come non scientifico tutto ci che fosse in contrastocon la teoria39.

    Lo stesso pensiero filosofico, a questo punto, attinge da questa nuova im-magine del mondo40. Esclama Maritain in Antimoderno: Innalzando se stessa agiudice supremo della verit, la filosofia moderna non pu che aborrire profon-damente il soprannaturale e tutto ci che porta il segno di una verit e di unau-torit superiori alla ragione41.

    2.2 Col positivismo la scienza si proclamava unica forma di sapere scienti-fico, respingendo nel mondo del probabile e dellimmaginabile tutto quanto nonpotesse essere positivamente constatato42. In questo modo diventava manife-sto ed evidente il rapporto stretto di ateismo e modernizzazione43. Comteriassume in modo esemplare le caratteristiche del positivismo e, avendo il pregiodi uscire allo scoperto senza pi veli riguardo alla nuova religione delloscientismo44, viene esaminato e analizzato sotto la luce dei riflettori di Maritain 45.La vecchia religione appartiene al passato, che oggi non ha pi nulla da dire ele sue funzioni vengono ora esercitate dalla scienza sociale e dai suoi sacerdoti...La scienza una enorme spugna, che cancella dalla lavagna della storia tutte leimmagini mitiche, perch lumanit possa, per mezzo della tecnologia, scriverele sue vittorie magnifiche e progressive46.

    In Comte abbiamo un abbattimento in blocco di tutta la metafisica elabo-rata durante i secoli precedenti, e il volto pieno senza nascondimenti della nuovafilosofia emergente dalla neo-nata scienza47.

  • Si parlava precedentemente del principio di finalit; ecco come viene bruciatoda Comte, nelle parole di Maritain: Il principio di finalit: ogni agente agisce per un fine, una verit conosciuta di per s. No!, mi dice Auguste Comte. Il principio di finalit un vestigio dello stato metafisico, bisogna sostituirgli il principio positivo dellecondizioni di esistenza. Luccello vola perch ha le ali, non ha le ali per volare; senon fosse realizzata la condizione di avere le ali, non ci sarebbe uccello che vola:tutta la spiegazione questa48.

    Qual dunque, una volta tolto il velo, il vero volto della nuova immagine delmondo? Con le parole di Comte: Tutto relativo, ecco il solo principio assoluto!49

    Ecco la nuova metafisica della scienza. Relativismo che concerne non sololespressione della verit, inevitabilmente condizionata dallepoca e dallambien-te, ma la verit stessa e i valori50. Comte si appresta ad usarla subito a tuttocampo: Non si tratta pi di dissertare a perdita docchio per sapere quale sia ilmiglior governo; non vi nulla di buono, non vi nulla di cattivo assolutamenteparlando; tutto relativo, ecco la sola cosa assoluta51. Commenta Maritain:Tutte le cose, e in primo luogo tutti i nostri valori, sono inghiottiti dal tempo,sottomessi al tempo e misurati dal tempo... Quanto pi Comte avanzer in et,tanto pi insister sul carattere fondamentale del suo principio e pi ne estende-r la portata. Esso si applica a tutti gli ordini. Lo spirito positivo ci domanda disostituire dappertutto il relativo allassoluto52.

    Viene cos tolta la maschera a quella metafisica nascosta tra lintelaiatura diquella che Maritain definisce la scienza dei fenomeni. Ci ritornano in mentegli antichi sofisti, il tutto vero di Protagora e il vano affanno di Socrate,Platone e Aristotele. La verit, cos tanto desiderata nel mondo antico e me-dievale, viene schiacciata dal relativismo, dalla nuova immagine del mondo:

    la verit doggi che sar falsa domani. In breve, non bisogna dire che visono delle asserzioni puramente e semplicemente vere (assolutamente vere), edelle asserzioni vere sotto un certo rapporto (relativamente vere), e che leasserzioni esplicative della scienza dei fenomeni non sono vere che in rapportoallinsieme dei fatti conosciuti, bisogna dire che non vi alcuna asserzione asso-lutamente vera. La verit come tale relativa; la verit non immutabile; laverit cambia53.

  • 3. Le nuove umiliazioni inferte dalla scienza

    3.1 Allinizio del XVI secolo si prodotto il profondo rivolgimento delmondo moderno. Tutto questordine intellettuale si infranto. Il mondo mo-derno, e intendo con questa espressione il mondo che sta finendo il suo corsosotto i nostri occhi, non stato il mondo dellarmonia della saggezza, ma quellodel conflitto della saggezza e delle scienze e della vittoria della scienza sulla saggezza54.

    Cos Maritain denuncia - in Scienza e saggezza - la tragedia intellettuale che si innescata con lavvio della scienza moderna. E aggiunge: Al di sotto del pianodella metafisica, nel mondo del primo ordine di astrazione scoppiato un dram-ma oscuro tra Conoscenza fisico-matematica e Conoscenza filosofica della na-tura sensibile, le cui conseguenze sono state capitali per la metafisica stessa e peril regime intellettuale dellumanit55. In particolare: Il tempo di August Comteha domandato la saggezza alla scienza. Ma questa illusione si rapidamentedissipata. Nella struttura della scienza la matematica ha divorato tutto quantopoteva ancora restare della filosofia. La matematica e lempiriologia hanno di-strutto lontologia56. Ora, tutto ci, si traduce nel nostro tempo in una filoso-fia, in una immagine del mondo tanto disumana quanto moderna, con inevitabiliriflessi in campo sociale, religioso e spirituale, come ben sintetizza Piero Viotto:

    Laver ridotto la fede alla ragione, come accade nel deismo moralistico diKant, la grazia alla coscienza soggettiva, come si manifesta nel naturalismopsicologistico di Rousseau, e la Chiesa alla societ umana, come si afferma nelsocialismo utopistico di Comte, significa aver neutralizzato il Cristianesimo, lan-ciando nella storia semi di verit impazzite, perch non pi alimentate dalla sorgen-te soprannaturale. Di qui lequivoco di certi miti contemporanei, comeegualitarismo illuministico e il messianesimo comunistico. [] Si giunti cos alpredominio della scienza sulla saggezza, della tecnica sulla cultura, dellazionesulla contemplazione, della quantit sulla qualit57.

    E in verit, questi semi di verit impazzite cominciano a portare il lorofrutto. Le umiliazioni inferte dalla scienza al genere umano sono appena comin-ciate. Si parla gi dellumiliazione inferta alluomo dallIntelligenza Artificiale (IA):luomo sarebbe nulla di pi che una macchina. Il pensiero, le emozioni, i senti-menti, le sensazioni, lintelligenza: roba da computer! Ci che per Aristotele eraprerogativa esclusivamente umana, viene data in pasto a degli ingranaggi, ingo-iata dai transistor: dalla materia neuronale - ormai lultima sfida lanciata dallascienza - si approda ai circuiti di silicio. Oramai la classe degli scienziati e deipensatori si sente finalmente svincolata da quelle che loro stessi definisconoarcaiche e infantili weltanschauung spiritualiste; togliendo ogni residuo platonico-cartesiano di res cogitans si domandano candidamente insieme a Rucker: Sareb-be giustificato asserire che questi robot altamente evoluti sono dotati di coscien-za nello stesso senso in cui ne sono dotati gli esseri umani?

  • In fondo si tratterebbe di esseri pensanti evolutisi da un substrato di metalloe di chips al silicio, come noi siamo esseri pensanti evoluti da un substrato diaminoacidi e altre sostanze a base di carbonio58. Il segreto dellintelligenza che non ha segreti. Il mistero e la magia non abitano qui59, ci assicura MarvinMinsky, il padre dellIA.

    Maritain aveva gi previsto: Ecco dunque che grazie al darwinismo i feno-meni della vita perderanno il loro aspetto irriducibile e misterioso, e si colloche-ranno nei quadri ordinari della causalit efficiente!60. Le entit spirituali appaio-no agli occhi dello scienziato moderno come simboli romantici del passato, la-sciati magari come foto ricordo della vecchia filosofia di S. Tommaso. Si chie-de il famoso scienziato Paul Davies: Tuttora non ancora immaginabile unamente senza cervello. Se Dio una mente, avr dunque un cervello? Un cervel-lo corporeo?61. Fanno eco scienziati come Changeux e Connes: Nessuno dir,salvo certi credenti, che il Verbo esiste prima della Materia!62. Tale il livello dimaterialismo nel quale stiamo per affondare. Giustamente osserva il biblistaSergio Quinzio: Evoluzionismo e progressismo [] sono il basso luogo comu-ne della modernit63. Quanto risultano vere e attuali le parole di Maritain: E sivedr che i pensatori moderni preferiscono di buon grado a priori, e senza esita-zione alcuna, dieci errori provenienti dalluomo ad una verit proveniente daDio64.

    Ecco una sintesi del credo delluomo di scienza contemporaneo:

    Unidea centrale, ad esempio, che il mondo non statico ed eterno, ma sievolve nel tempo. Nel XIX secolo questa verit riguardava solo il mondo biolo-gico, mentre nel secolo successivo lipotesi evoluzionista diventata valida perluniverso nel suo complesso. Questa idea ha impiegato molto tempo ad affer-marsi, cos come dovuto passare un secolo perch le ipotesi di Copernicofossero confermate. Si pu dire che solo in questi anni ci stiamo rendendoconto di cosa significhi un realt in evoluzione perenne. Inoltre, questa nuovafilosofia naturale considera inutile, anzi ridicola, lipotesi di una intelligenza su-periore responsabile della bellezza e della complessit del mondo. Si pu soste-nere, invece, che in un contesto biologico la materia vivente si creata e organiz-zata da s a partire da principi semplici, come la selezione naturale. Credo che lostesso si possa affermare per le leggi della fisica e la struttura del cosmo. [] Lanozione di propriet assolute, come ad esempio quella di specie biologica, diventata altrettanto obsoleta dello spazio e tempo assoluti di Newton65.

    Evidente il contenuto relativistico di questo tipo di credo e di immaginedel mondo. Darwin ha scoperto che levoluzione un processo algoritmico,cieco ma eccezionalmente efficace, per produrre gradualmente tutte le meravi-glie della natura. E un punto di vista riduzionista solo nel senso che elimina imiracoli, i ganci che scendono dal cielo: tutto quello che ha prodotto levoluzio-ne attraverso le ere stato fatto con semplici gru terrestri66.

  • Pi apertamente:Se si potesse dare loscar alla migliore idea mai avuta, lo darei a Darwin, pi

    che a Newton o a Einstein. La sua pi che una meravigliosa idea scientifica. Eunidea pericolosa. Rovescia, o almeno sconvolge, alcune delle convinzioni piprofonde e radicate della psiche umana. Ogni volta che si parla in pubblico didarwinismo, la temperatura sale e la gente cerca di distogliere lattenzione dallaquestione reale, bisticciando diligentemente su controversie marginali. Chiun-que si sente in dovere di prendere posizione ogni qual volta sente avvicinarsiluragano dellevoluzione. Lidea di Darwin pericolosa perch sfila il tappetoda sotto il migliore ragionamento filosofico mai concepito per dimostrare lesi-stenza di Dio: largomento del progetto. Come altro potrebbe spiegarsi il formi-dabile progetto che sta alla base dellordine naturale, se non con la creazione diun Dio infinitamente sapiente e potente? Come la maggior parte delleargomentazioni che si fondono su una domanda retorica, anche questa non ri-sulta del tutto convincente. Tuttavia essa ha persuaso miliardi di persone, alme-no fino a quando Darwin non ha proposto una risposta alternativa: la selezionenaturale. Da allora la religione non pi stata la stessa. Almeno agli occhi degliaccademici, la scienza ha avuto la meglio sulla religione. Lidea di Darwin harelegato il libro della Genesi nel limbo della mitologia pittoresca67.

    Come daltra parte asserisce Monod: Il caso puro, il solo caso, libertassoluta ma cieca, alla radice stessa del prodigioso edificio dellevoluzione []Luniverso non stava per partorire la vita, n la biosfera luomo. Il nostro nume-ro uscito alla roulette68. E ancora: Lantica alleanza infranta; luomo final-mente sa di essere solo nellimmensit indifferente dellUniverso da cui emersoper caso. Il suo dovere, come il suo destino, non scritto in nessun luogo69.Commenta Sermonti: Vagando senza fini e senza idee la natura perde qualun-que valore e qualunque significato. Laccadere ha bisogno di una trama su cuisvolgersi, di un apparato di significati cui riferirsi. Se tutto ci negato, allora sipu ben affermare che nel mondo dellevoluzione tutto si svolto senza cheaccadesse mai niente, tutto diventato senza che mai si verificasse alcunch dinotevole. E allora come c il mondo? E semplice: il mondo niente, c perpuro caso, potrebbe benissimo non esserci70. La risultante di tutto ci ce la dil nostro Maritain:

    Tutto si evolve, tutto cambia, tutto muta, le verit, i dogmi, lintelligenza, leleggi metafisiche, il bene, il male; lenergia diventa pensiero, la magia diventareligione, le rappresentazioni sociali del clan primitivo diventano la coscienzamorale di Durkheim e dei suoi discepoli, il totem diventa il loro dio, e lo slanciovitale, con il superuomo vago ed evanescente che cerca di realizzarsi, produceciascuno di noi, mentre i suoi rifiuti lasciati per strada si perdono nellanimalit enel mondo vegetale. Insomma levoluzionismo saffaccenda per far uscire qual-cosa dal nulla, e per estrarre geneticamente, soltanto con la forza del tempo, ilsuperiore dallinferiore, il determinato dallindeterminato.

  • E cos, se in grado di sfuggire al dominio esclusivo della quantit matema-tica, assoggetta, pi che mai, lintelligenza alla materia71.

    3.2 Gli influssi nel campo etico come conseguenza della nuova immagine delmondo sono, a dir poco, catastrofici. Un esempio ce lo offre James Rachels, conmolta crudezza e senza alcuna maschera:

    Dopo Darwin, non possiamo pi ritenere di occupare un posto specialenella creazione - al contrario, dobbiamo renderci conto di essere un prodottodelle stesse forze evolutive cieche e prive di finalit che hanno modellato il restodel regno animale. E ci, si afferma comunemente, ha una profonda rilevanzafilosofica.

    Le implicazioni religiose del darwinismo sono state molto dibattute. Findallinizio, gli uomini di chiesa hanno sospettato e temuto che levoluzione fosseincompatibile con la religione. Se le loro preoccupazioni siano giustificate ancora oggetto di discussione, e avr molto da dire a questo proposito. Ma ildarwinismo pone problemi anche alla moralit tradizionale. Non meno dellareligione, la moralit tradizionale presuppone che luomo sia una grande ope-ra. Essa attribuisce agli umani uno status morale superiore a quello di ogni altracreatura sulla terra, e considera la vita umana, e solo la vita umana, sacra, veden-do nellamore per il genere umano la prima e pi nobile virt. Che ne di tuttoci, se luomo non che una scimmia modificata?72

    [] Pu effettivamente essere vero che il darwinismo, che ribalta tutte lenostre precedenti idee circa luomo e la natura, non abbia conseguenze destabi-lizzanti? La moralit tradizionale in parte fondata sullassunto che la vita uma-na abbia un valore e una dignit speciali. Se dobbiamo rinunciare alla nostraconcezione di noi stessi, e alla presuntuosa idea che il mondo sia stato creatosoltanto come dimora per gli umani, non dovremo rinunciare allo stesso tempoagli elementi della nostra moralit che da tale visione dipendono? Unimpressio-ne che la scoperta di Darwin mini la religione tradizionale, cos come alcuniaspetti della moralit tramandata, non se ne andr, a dispetto delle sottilidisquisizioni logiche su cosa possa derivare da cosa, e a dispetto del fatto chepossiamo non volerci trovare fianco a fianco con gli avversari dellevoluzione.Credo che tale impressione sia giustificata. Esiste una relazione tra la teoria diDarwin e queste pi ampie questioni, anche se si tratta di qualcosa di pi com-plesso di una semplice implicazione logica. Io argomenter che la teoria diDarwin mina in effetti i valori tradizionali. In particolare, essa mina lidea che lavita umana abbia un valore speciale e unico.73

    [] Il darwinismo, tuttavia, mina la dottrina tradizionale, in un senso chespiegher, privandola dei suoi sostegni. Esso mina tanto lidea che luomo siafatto a immagine di Dio quanto lidea che luomo sia lunico essere razionale.Inoltre, se il darwinismo corretto, improbabile che si trovi un qualsiasi ulte-riore sostegno per la dottrina della dignit umana. Tale dottrina risulta pertantoessere lemanazione morale di una metafsica screditata74.

  • Tale il baratro che si spalancato con la modernit. Luomo si trova amaneggiare semi di verit impazzite con la stessa disinvoltura di un bambinoche per curiosit smonti un ordigno atomico capitatogli fra le mani. Il relativismoche governa filosoficamente le orme appena accennate, rimane da sfondo, dabase strutturale e strutturante:

    Il particolare processo che abbiamo considerato consta di quattro stadi.Nel primo stadio la moralit tradizionale viene accettata senza difficolt perchsostenuta da una visione del mondo che a tutti (o a una maggioranza tale darendere equivalente il risultato) appare degna di fiducia. La prospettiva morale ingannevolmente semplice. Gli esseri umani possiedono, in termini kantiani,un valore intrinseco, cio dignit che li rende superiori a ogni prezzo; men-tre gli altri animali ... non sono che dei mezzi rispetto a un fine. Tale fine luomo. La visione del mondo che sosteneva questa dottrina etica presentavaparecchi elementi familiari: si riteneva che luniverso, con al centro la Terra,fosse stato creato da Dio soprattutto per fornire una dimora agli umani, fatti asua immagine, e che gli altri animali fossero stati creati a uso di questi ultimi. Gliumani, pertanto, erano separati dagli altri animali, e avevano una natura radical-mente diversa. Ci giustificava il loro speciale status morale.

    Nel secondo stadio tale visione del mondo comincia a sgretolarsi. Ci avevaavuto inizio, naturalmente, molto tempo prima di Darwin - si sapeva gi che laTerra non era il centro del cosmo, e invero che, come corpo celeste, non risulta-va nulla di eccezionale. Ma Darwin complet lopera, mostrando che gli umani,lungi dallessere distinti dagli altri animali, non solo sono parte dello stesso ordi-ne naturale, ma sono di fatto con essi imparentati. Dopo Darwin, la vecchiavisione del mondo era virtualmente demolita.

    [] Noi ci troviamo ora al terzo stadio, che sopraggiunge quando ci si rendeconto che la vecchia concezione morale, avendo perso i suoi fondamenti, deveessere riesaminata. [] La graduale illuminazione della mente degli uominideve portare a una nuova etica, in cui lappartenenza di specie sia consideratavirtualmente priva di importanza. La tesi pi difendibile sembra essere unaqualche forma di individualismo morale, secondo cui ci che conta sono le ca-ratteristiche individuali degli organismi, e non le classi cui essi vengono assegna-ti. [] Comunque sia, i problemi posti dalla disintegrazione della vecchia visio-ne del mondo non possono pi essere evitati. Il quarto e ultimo stadio delprocesso storico sar raggiunto se e quando tali problemi saranno risolti e sitrover un nuovo equilibrio in cui la nostra moralit possa ancora una voltacoesistere senza difficolt con la nostra comprensione del mondo e del postoche in esso occupiamo75.

    Vittorio Possenti, nellintroduzione a Riflessioni sullintelligenza e la sua vita pro-pria di Maritain, mette laccento proprio sulle conseguenze etiche e sociali chequeste detronizzazioni hanno innescato, e il rischio di unumanit in bala diun nichilismo gorgiano - una delle facce pi temibili del relativismo:

  • Certo le rivoluzioni culturali degli ultimi secoli hanno costituito delle sfideesigenti per il soggetto, sottoposto a tre distinte detronizzazioni: a) ladetronizzazione cosmologica, in quanto la terra e luomo non sono pi il centrodel cosmo; b) la detronizzazione biologica, innescata dal darwinismo secondocui luomo non superiore agli animali; c) la detronizzazione psicologica, inizia-ta dalla psicanalisi, che identifica nellinconscio, non nellio conscio, il livellobasale e primario del dinamismo psichico.

    Queste specifiche detronizzazioni possono essere superate con un rinnova-to impegno a pi livelli, di cui momento essenziale la salvaguardia del realismo.La sua negazione comporta quella della conoscenza reale e il giudizio che lacoscienza naturalmente disposta allerrore e allautoinganno invece che allaverit: i maestri del sospetto non hanno seminato invano.

    Da qui al nichilismo il passo breve. Per nichilismo intendiamo un comples-so filosofico-culturale denotato da alcuni almeno dei seguenti caratteri: 1) disso-luzione di ogni fondamento (lannuncio nictzschiano che Dio morto , tra-dotto in chiaro esprime appunto la caduta del fondamento); 2) la negazione diogni finalit delluomo e del cosmo; 3) la riduzione del soggetto a mera funzio-ne; 4) la pari validit di tutti i giudizi di valore (asserzione che si pu convertirenella seguente: invalidit di ogni giudizio di valore; o anche: il valore non ha pialcun nesso con lessere, ma emerge dal fondo pi oscuro dellassoluta libertdel soggetto). Il complesso metafisico-etico del nichilismo finisce per approda-re al tramonto della tensione conoscitiva e al declino del domandare76.

    Dunque Maritain, paladino dellAssoluto, aveva ben individuato nelrelativismo la radice avvelenata della nuova immagine del mondo che si sarebbevenuta a creare: Tutte queste confusioni non provengono del resto da una cau-sa estranea, accidentale e imprevista, sopraggiunta un certo giorno e paragonabilead una malattia che avrebbe intaccato la limpida purezza di una scienza innocen-te. No, erano presenti fin dallorigine stessa della scienza moderna, ne circon-davano la culla, lhanno accompagnata lungo il suo sviluppo77. Lasservimentoal relativo cos uno dei caratteri pi salienti della filosofia moderna in oppo-sizione alla filosofia scolastica, che vive dellassoluto78. In particolare, inAntimoderno, egli fotografa la realt attuale da una prospettiva verticale: Alla solaidea dellassoluto questa ragione depravata cade in deliquio; allidea del sopran-naturale, si esaspera. Ai suoi occhi il bene e il male sono pregiudizi da ottentotti,il bello e il laido nozioni talmente relative che, senza laiuto della selezione sessua-le, si volatizzerebbero. La distinzione tra superiore e inferiore, quando non sitratti di una differenza di temperatura o del livello dellacqua, le sembra mitolo-gica o, in ogni caso, singolarmente ereditaria. Ama luguaglianza dal basso, e peressa tutto sequivale e pu intercambiarsi indefinitamente79.

    La conclusione di Maritain, a questo punto, una riflessione che non rie-sce pi a sorprenderci, tanta la coerenza e la linearit della sua analisi:

    Ci che a loro [ai pensatori del mondo moderno] interessa non la verit,ma il modo con cui ci giunge; e poich essi non cercano la verit, ma se stessi,non accettano allora altra verit che non sia quella che passi attraverso di loro.

  • Si leggano ad esempio le speculazioni dei biologi sullorigine della vita, sivedr con quale dolce sicurezza scartano lidea di una creazione, perch teo-logica, e vi sostituiscono le ipotesi pi assurde Ci che chiedono, reclaman-do la libert della scienza, o della ricerca, o del pensiero, non la libert dipervenire al vero: chi mai penserebbe di negargliela e come una verit della scienzapotrebbe mai contraddire una verit della fede, tutte due essendo parti dellastessa verit e della stessa opera divina? Ci che in realt essi chiedono non lalibert della ragione, la libert di essere ragionevoli, ma la libert del ragiona-mento, la libert di ragionare senza regola e misura, la libert dingannarsi comevogliono, quanto vogliono, dovunque vogliono, senzaltro controllo che lorostessi80.

    4. La perdita del fondamento

    4.1 La fisica di Newton con il suo rigido determinismo che vedeva lUni-verso come una grossa macchina animata da un moto perenne regolato da leggieterne ed immutabili, aveva trasfuso negli uomini dei secoli XVIII e XIX unsenso di certezza del domani favorevole allo spirito imprenditoriale (siamo nelperiodo della rivoluzione industriale) e alla conservazione di certi valori umani tra-dizionali. Ed anche oggi noi troviamo un impressionante parallelismo fra ilpensiero scientifico moderno, probabilistico, statistico, adogmatico, e lincertez-za spirituale della grande maggioranza degli uomini e la tendenza allannulla-mento dellindividuo nella massa e labbandono di tanti valori tradizionali cheper millenni avevano rappresentato i geni spirituali della razza umana. Questostato ha creato un inconscio malessere negli uomini e negli ultimi decenni si parlato sempre pi frequentemente di responsabilit della scienza81.

    Parole che trovano eco nei vari campi del sapere. La geometria euclidea,prodotto dello spirito squisitamente teoretico dei Greci, colonna portante diquellassoluto platonico che doveva resistere alle mutevolezze del mondo sensibile,alla doxa protagorea e al panta rei eracliteo, - ancora nella seconda met dell800ritenuta privilegiata in quanto capace di imporre le proprie leggi al mondo og-gettivo, almeno, kantianamente, come scienza sintetica a priori - veniva minataalle fondamenta: la detronizzazione euclidea veniva attuata da Riemann tramite ilsuo concetto di curvatura alle variet pluriestese , concetto che seguiva la teoriadelle superfici curve di Gauss e che decentrava copernicanamente la geometriaeuclidea come una tra le tante geometrie metriche possibili. Dopo due millenni diglorioso legame allassoluto la geometria euclidea subiva la stessa sorte cheaveva visto la Terra esiliata in periferia e luomo schiacciato verso lameba: laperdita della certezza, il processo di relativizzazione del fondamento, il decadimento dasubstantia ad accidens. Cedeva cos quella barriera iperuranica che Platone aveva mi-rabilmente posto contro gli attacchi dei relativisti. In particolare, lo stesso fonda-mento intuitivo della geometria subir, allinizio del 900, un primo attacco dalmatematico tedesco David Hilbert, il quale, introducendo una rigorosa prospet-tiva assiomatica che prescinde da ogni riferimento allintuizione,

  • arriver allabbattimento in blocco delle verit intuitivamente evidenti a favore diun formalismo estremo. Altri attacchi arriveranno, oltre allo sviluppo dellegeometrie non-euclidee, dallo sviluppo dellalgebra astratta manipolante entimatematici con procedimenti puramente formali, evitando ogni interpretazionesulla natura di essi. Labbattimento totale per avverr con lavvento della se-conda rivoluzione scientifica, a partire dalla teoria della relativit di Einstein, chesigiller in modo irreversibile la perdita dellintuizione e del senso comune, la-sciando il posto al puro operazionismo: Pertanto, non solo la dottrina generaledellintuizione intesa come fonte infallibile di conoscenza un mito, ma la no-stra intuizione del tempo, [...] come lo [...] la nostra intuizione dello spazio82.

    4.2 La crisi della geometria euclidea mette in discussione il fondamento ditutto ledificio delle matematiche, le quali, fino allora, rimandavano in un modoo nellaltro alla geometria lonere di dimostrare la razionalit dei metodi83. Vienea proporsi cos il problema dei fondamenti nelle scienze matematiche, le quali sento-no scricchiolare le basi e i punti dappoggio84. La sacra tetraktys pitagorica vienedesacralizzata, rompendo lunit in numerosi frammenti: Logicismo (Frege,Russell), Intuizionismo (Brouwer, Weyl), Formalismo (Hilbert, von Neumann),Insiemismo (Zermelo, Fraenkel): al congresso di Knigsberg del 1930 il confrontofra le diverse correnti diede il senso e la profondit dei dissensi che dividevanoi matematici sulle questioni pi importanti della loro scienza85. Morris Kline,nel suo saggio Matematica: la perdita della certezza, racconta con rara chiarezza elucidit il percorso e le difficolt del pensiero matematico degli ultimi centoanni:

    Gli sviluppi succedutisi nei fondamenti della matematica a partire dal 1900sono sorprendenti; attualmente la matematica in uno stato anomalo e giace inuna condizione deplorevole. La luce della verit non illumina pi la strada chedeve essere seguita. Invece di un unico corpo matematico universalmente accet-tato troviamo ora diversi punti di vista in conflitto fra loro Oggi il disaccor-do si estende fino a raggiungere i metodi di ragionamento: la legge del terzoescluso non pi un principio logico indiscutibile In breve, oggi nessunascuola pu affermare con diritto di rappresentare la matematica e sfortunata-mente, come osserv nel 1960 Arend Heyting, dal 1930 in avanti il clima dicooperazione amichevole stato sostituito da uno spirito di implacabile conte-sa86.

    La detronizzazione apportata dal celeberrimo teorema di Gdel non sola-mente applicabile al programma hilbertiano, ma diventata contrassegno dellatorre di babele che si venuta a creare allinterno di quel paradiso da cui nessu-no potr scacciarci - come si espresse Hilbert riguardo ledificio della matema-tica:

    Molti matematici si rifugiano in un angolo della matematica dal quale noncercano affatto di uscire, e non solo ignorano quasi completamente tutto ci chenon riguarda il loro argomento, ma non sono neppure in grado di comprendere

  • il linguaggio e la terminologia impiegata dai loro colleghi che si definisconospecialisti di una disciplina lontana dalla loro. Non c nessuno, neppure fracoloro che possiedono la cultura pi vasta, che non si senta spaesato in alcuneregioni dellimmenso mondo matematico87.

    A tutto ci deve essere aggiunta una troppo disinvolta trattazione dellinfi-nito, che da Cantor in poi alimenta lepidemia di operazionismo scoppiata allini-zio del XX secolo. Avvisa candidamente Paul Davies che le propriet degliinsiemi (o collezioni) infiniti contraddicono sovente la nostra intuizione e chedaltra parte il senso comune pu generare dei nonsense88. Tuttavia, visto cheluso e il funzionamento operativo di tali propriet coerente ed efficace, lapaura di questo mostro stata esorcizzata, e i matematici possono far usodellinfinito senza paura, sempre che si attengano fedelmente alle regole, per strane chepossano apparire89. Delle insidie di una metafisica operazionista che, traboc-cando dallatanor del pensiero scientifico moderno in cui annidata, possa con-tagiare lintero pensiero filosofico parleremo pi avanti. Adesso ci preme sinte-tizzare, con le efficaci parole di Selleri, quanto appena esposto riguardo a quelloche potremmo definire come debolismo matematico moderno:

    Vi sono tre momenti nella matematica moderna che segnano altrettantiaspetti della perdita di quelle certezze che il matematico aveva tradizionalmenteritenuto di possedere:

    1.La scoperta che nessuna contraddizione logica nasce dalla negazionedellassioma delle parallele (quinto postulato di Euclide) e la nascita delle geometrienon euclidea

    2.mostrarono che esistono infinite geometrie possibili, tutte perfettamenterazionali. E siccome il mondo reale uno solo, moriva cos la certezza di unacorrispondenza biunivoca fra matematica e realt.

    3.La scoperta delle antinomie allinterno della teoria degli insiemi mostr che sipotevano dedurre in modo assolutamente rigoroso delle vere e proprie contrad-dizioni a partire da affermazioni o da principi la cui evidenza sembravaincontestabile (si pensi allantinomia di Russell). Spariva cos la certezza chelevidenza empirica potesse suggerire affermazioni o principi di assoluta validi-t.

    4.La scoperta del celeberrimo teorema di Gdel: data una teoria formale suffi-cientemente potente da esprimere almeno laritmetica dei numeri interi, questateoria non pu essere al tempo stesso coerente e completa.

    Cio, se si vuole che essa sia coerente si deve necessariamente rinunciare allasua completezza Spariva cos anche la certezza nella potenza logica dellamatematica. [] I risultati di Gdel ebbero chiaramente conseguenze esplosive:lultima certezza che restava alla matematica del nostro secolo, quella della vali-dit assoluta dei suoi risultati, non poteva pi essere sostenuta Diventava ciolecito dubitare di tutto90.

  • 4.3 La perdita del concetto di etere, subita ad opera di Einstein in seguitoalla crisi vettorializzata dallesperimento di Michelson e Morley, deve ritenersifondante di una buona parte della mentalit scientifica e filosofica del XX seco-lo. Il contributo dato dagli scienziati moderni quali Einstein, Bohr e Heisenbergva considerato proprio sotto il profilo di un abbandono definitivo di quellaadaequatio rei et intellectus che aveva caratterizzato i secoli precedenti. Con lamorte delletere viene estinto il logos, lacqua di Talete, laria di Anassimene, lapeirondi Anassimandro, il vortice di Anassagora, la chora di Platone, lhyle di Aristotele. Il ksmos ritorna caos.

    Gli stessi principi primi aristotelici vengono messi in discussione: Mediantela meccanica quantistica viene stabilita definitivamente la non validit del princi-pio di causalit91, sentenzia Heisenberg. Scompare cos, nella fisica moderna,anche il principio di causalit, vecchio di due millenni92 e ci non pu non avereripercussioni nella nuova immagine del mondo che si viene a creare. Anche ilprincipio del terzo escluso viene sostituito: Nella teoria dei quanta questalegge del tertium non datur deve essere modificata93. La stessa logica classicasarebbe contenuta come un tipo di caso limite allinterno della logica quantica,mentre questultima costituirebbe il modello logico pi generale94. Cos, se conla detronizzazione euclidea crollava lassoluto platonico, con la nuova fisica cedelassoluto aristotelico. Persino il supremo dei principi aristotelici, quello di non-contraddizione, comincia a vacillare95.

    Da qui linvito di scienziati e premi Nobel come Feynman di accettare laNatura come : assurda96. Di contraddittoriet si ciba ormai lintero quadrometafisico della scienza: La teoria ha due argomenti molto efficaci a suo favoree solo uno, di scarso rilievo, a sfavore. Innanzitutto, la teoria sorprendentementeesatta rispetto a tutti i risultati sperimentali fino ad oggi ottenuti. In secondoluogo [...] si tratta di una teoria di straordinaria e profonda bellezza dal punto divista matematico. Lunica cosa, che pu essere detta contro di essa, che, presain assoluto, non ha alcun senso!97. Ci consola Heisenberg: vero che ci appa-rir subito chiaro che questi concetti non sono ben definiti nel senso scientificoe che la loro applicazione pu condurre a varie contraddizioni; ma noi sappiamotuttavia che essi toccano la realt. Pu essere utile a questo proposito ricordareche perfino nella parte pi precisa della scienza, nella matematica, noi non pos-siamo fare a meno di servirci di concetti che implicano contraddizioni. bennoto, ad esempio, che il concetto dinfinito conduce a contraddizioni che sonostate analizzate; eppure sarebbe praticamente impossibile costruire senza questoconcetto le pi importanti parti della matematica98.

    Con la fisica quantistica viene definitivamente abbattuto anche uno dei piantichi baluardi del senso comune, il principio dellinvarianza di scala, quello ciodella Tavola di Smeraldo: Ci che si trova in basso simile a ci che si trovain alto, e ci che si trova in alto simile a ci che in basso, la corrispondenzamicro-macro cosmo, specchio di quel procedimento analogico che abbraccer lin-tero arco di vita del pensiero filosofico occidentale. Rompere tale principiosignifica operare un taglio profondo con la tradizione, con le stesse

  • categorie mentali umane, con quelladaequatio rei et intellectus che ad un temposperanza e possibilit di ricerca, fondamento della scienza e della sapienza, dellafisica e della metafisica: physis e sophia. Frantumare lo schema mentale diventatovanto della fisica moderna. Famosa la risposta di Niels Bohr a quanti gli espone-vano nuove idee sulla risoluzione dei tanti enigmi della teoria dei quanti: La suateoria, caro signore, folle, ma non lo abbastanza per essere vera99.

    Non appare pi strano, allora, che questa miscela di pessimismo,positivismo e pragmatismo100 abbia portato nella nostra epoca alla nascita diuna epistemologia della rassegnazione verso i limiti, reali o supposti, della cono-scenza scientifica101; e, nello stesso tempo, la ricerca sia stata vettorializzataverso un fanta-mondo aleatorio e alienante che simboleggia la rottura in bloc-co col passato: nascono cos spazi curvi a 950 dimensioni102, universi paralleli103,closed timelike curves e viaggi nel tempo!104 La semantica - oramai sbiadita,scolorita, ossidata, avvilita, degradata - viene rimossa come virtus peripateticaobsoleta. I fisici moderni si danno licenza di parlare addirittura di spremituradel vuoto o di energia negativa con la massima disinvoltura e senza alcuntimore di sorta:

    Pu una regione di spazio contenere meno di nulla? Il senso comune sug-gerirebbe di no: il massimo che si pu fare rimuovere tutta la materia e laradiazione e lasciare il vuoto. Ma la fisica quantistica ha una collaudata abilitnello smentire lintuizione, e questo caso lo conferma. Risulta infatti che unaregione di spazio possa contenere meno di nulla: la sua energia per unit divolume, o densit di energia, pu valere meno di zero. Le conseguenze, inutiledirlo, sono stravaganti105.

    Il motto della nuova scienza a questo punto quello stesso di Jean LeRond dAlembert: Allez en avant, la foi vous viendra106. Alla guida vengonolasciate le formule matematiche, che assurgono a promotrici di visioni delmondo radicalmente nuove107. Loperazionismo della pura funzionalit mate-matica ha ormai sostituito la realt fisica, imponendo una tale portata ontologicanelle formule da dissolvere gli atomi in un sistema di equazioni.

    4.4 In realt loperazionismo andato oltre, scavalcando i confini della di-mensione tecnico-scientifica per affondare in quella morale. Lepoch della scien-za108 che esso presuppone ha proiettato il suo campo dazione fino a inglobaretutto il piano gnoseologico umano. Cos, ci dimostra Bridgman, se una questio-ne specifica ha senso, deve essere possibile trovare operazioni mediante cui adessa si pu dare una risposta. In molti casi si vedr che tali operazioni nonpossono esistere e che quindi la questione non ha senso109. In altri termini:nessuna operazione?... nessun senso! Ma dove ci porta tutto questo? Credoche molte delle questioni poste intorno a soggetti sociali e filosofici risulterannoprive di significato, una volta esaminate dal punto di vista delle operazioni.

    Senza dubbio si giungerebbe ad una grande chiarezza di pensiero, se il modo

  • operativo di pensare venisse adottato in tutti i campi della ricerca oltre quellofisico.110

    Ed ecco che anche il concetto di verit traballa. Scrive Heisenberg: Nonogni concetto o parola che si siano formati in passato attraverso lazione reci-proca fra il mondo e noi sono in realt esattamente definiti rispetto al loro signi-ficato; vale a dire, noi non sappiamo fino a qual punto essi potranno aiutarci afarci trovare la nostra strada nel mondo. Spesso sappiamo che essi possonovenire applicati ad un ampio settore dellesperienza interna od esterna, ma nonconosciamo praticamente i limiti della loro applicabilit. Questo vero anchenel caso di concetti pi semplici e pi generali come esistenza e spazio e tempo.Perci non sar mai possibile con la pura ragione pervenire a una qualche veritassoluta111. Arriviamo cos alla fine della metafisica112, vanto e conquista delmaestro di color che sanno113, con evidente danneggiamento allinterfacciacol mondo della Rivelazione114.

    Eppure, dinanzi a questo quadro che per molti versi rivela quella che Maritaindefinisce la presente agonia del mondo115, alcuni pensatori e scienziati avanza-no lidea che tutto ci sia vantaggioso per la fede; in particolare, le teorierelativistiche e quantistiche indirizzerebbero - dicono - verso la fine delmeccanicismo e allapertura dello spiritualismo, alla Chiesa. In realt ognidetronizzazione, come acutamente osserva Maritain, non favorisce il credodella Chiesa, ma un decentramento della fede verso le sponde di unindifferenziato orientalismo. Lo stesso Heisenberg ammette lesistenza dunacerta relazione fra le idee filosofiche dellEstremo Oriente e la sostanza filosofi-ca della teoria dei quanta116. Ci troviamo cio dentro un circuito relativisticochiamato debolismo, dove pu essere che la parola credere non significhiper la maggioranza di quella gente percepire la verit di qualche cosa, maviene piuttosto presa nel senso di assumere questo a base della vita117.

    Inoltre, il cosiddetto meccanicismo (o determinismo), considerato daipi come sfondo epistemico per assumere lo spirito e il libero arbitrio comeuno scandalo per la scienza118, stato epistemologicamente distorto esovrapposto al tracciato materialista holbachiano, quando invece - come osservaMaritain - era falsissimo che la meccanica e la fisica classica per se stesse impli-cassero necessariamente la negazione del libero arbitrio119. In effetti, possibi-le (e preferibile) capovolgere la linea interpretativa: la nuova meccanica, oltre aporre un senso di disagio e confusione120, vettorializza su un certo irrazionalismoe magicismo (commenta Selleri a questo riguardo: Non un caso che tuttiquelli che guardano con simpatia al mondo magico dei fenomeni paranormaliaccettano senza difficolt la violazione della disuguaglianza di Bell!121), mentrela vecchia (particolarmente quella cartesiana) pi solare, a misura dellintel-letto umano, - parafrasando Leibniz nel suo carteggio con Clarke - esplicabile,intelligibile e intuitiva122, a patto che non venga negata la possibilit di eventicontingenti liberi, dipendenti dalla volont di agenti intelligenti sottratti al dominiodelle scienze della materia, in proporzione alla loro spiritualit123. Mai come inquesto contesto, dunque, appare densa di significato e profondit lantica affer-mazione del pitagorico Filolao: La natura del numero e dellarmonia non am-mettono alcun inganno perch linganno non loro proprio.

  • La natura dellindeterminato e dellimpensabile e dellirrazionale porta lin-ganno e linvidia124.

    Invece, oggi, gli orbitali nebulosi del debolismo dissolvono come acquaregia quella che Possenti definisce solarit della forma125 o, in altre parole, in-telligibilit dellessere, - non solo nel campo della fisica, ma ben oltre, nellameta-fisica - fantasma del passato per coloro che non ammettono ormai pialcuna verit assoluta126. La distruzione della forma coincide con la mortedella metafisica127: La caduta degli immutabili o delle verit eterne va conside-rata lelemento basale pi significativo di molte espressioni della filosofia con-temporanea. Il loro tratto comune la fede nellinesistenza di verit assolute:per questo esse possono essere caratterizzate come pensiero debole128.

    Tutto ci ha naturalmente riflessi in ogni campo dellumano esistere. Dal-le avanguardie artistiche (si pensi, ad esempio, al futurismo129) alla completa elimina-zione delle consonanze e smarrimento della tonalit nel discorso musicalecontemporaneo130. Dalla ilozoistica concezione dei fotoni coscienti131 aldissolvimento della parte spirituale delluomo132. Lo stesso concetto di vita vieneindebolito, pronto ad assumere i contorni dellartificiale133.

    Ecco le macerie lasciate da quella che Maritain definisce la Grande Sofi-stica134: si conosce lessere a condizione di metterlo tra parentesi o di fareastrazione da esso135. Ma, avverte il pensatore francese, il prezzo che paghiamoper avere il potere della materia, un sogno inebriante di perfetto dominio sullecose visibili (magari anche invisibili)136, labdicazione dello spirito che rinun-cia alla Verit per la Verifica, alla Realt per il Sogno137.

  • 5. Logofobia

    5.1 Quanto appena visto porta - secondo Maritain - al dissolvimento delvalore della prefilosofia spontanea che si esprime attraverso il linguaggio delsenso comune138. Il pensatore francese denuncia quel degrado che si sta verifi-cando sul piano del Logos, quel potente disgusto della Ragione139 che prende ilvolto di logofobia che lussureggia sotto i nostri occhi140. Scrive Gianni Vattimo: legittimo sospettare che il bisogno di idee chiare e distinte sia ancora unresiduo metafisico e oggettivistico della nostra mentalit141.

    La logofobia consiste appunto nella perdita di fiducia non solo nel saperefilosofico, ma nella prefilosofia spontanea che per luomo come un dono dinatura incluso nellequipaggiamento di prima necessit che si chiama senso co-mune, e velato quanto manifestato dal linguaggio comune142. Sotto letichettadi categorie del linguaggio143 ci si trova oggi a mascherare e a denigrare, omeglio, a farsi beffa di quelle cose, oscuramente percepite dallistinto dello spi-rito, che sono il bene e il male, lobbligo morale, la giustizia, il diritto, o ancoralessere extra-mentale, la verit, la distinzione tra sostanza e accidente, il princi-pio didentit144. La febbre neo-modernista145 che affligge il nostro temponon poteva portare frutti peggiori: se queste cose succedono vuol dire che tutticominciano a perdere la testa. Si invochi pure finch si vuole lo slogan dellecategorie del linguaggio. Non il linguaggio a fare i concetti, sono i concetti afare il linguaggio146.

    In effetti, lesortazione di Misone, uno dei Sette Sapienti ricordato da Plato-ne: Indaga le parole a partire dalle cose, e non le cose a partire dalle parole, oggi fortemente osteggiata. Le conseguenze vengono messe in evidenza dallostesso Maritain: Questa prefilosofia cade in polvere e per ci che riguarda lecondizioni primordiali poste dalla sua natura allesercizio della ragione, luomodiventa simile ad un animale che avesse perduto il proprio istinto, a unape chenon avesse pi listinto di fare il miele, a pinguini o ad albatri che non avesseropi listinto di costruire il nido147. Primo dovere dei filosofi, dunque - secon-do il teorico dellassoluto - sarebbe quello di ripulire accuratamente tuttequeste nozioni per scoprire la purezza del loro senso autentico - diamante na-scosto sotto la sporcizia; - senso che funzione dellessere e non della praticaumana148.

    Daltra parte la facolt del linguaggio stata talmente disonorata, il sensodelle parole talmente falsato, tante verit presentate in ogni occasione dalla stampae dalla radio sono, in ogni istante e in ogni modo perfetto, mescolate a tantierrori parimenti annunciati a suon di tromba dalla pubblicit, che gli uominisono tratti a perdere il senso della verit. Si talmente mentito agli uomini,chessi hanno bisogno, come di un tonico, di dosi quotidiane di menzogne; essimostrano di credervi, ma cominciano a praticare una specie di vita mentale clan-destina, nella quale essi, non credendo nulla di ci che loro detto, finiscono peraffidarsi solamente allesperienza selvaggia e agli istinti elementari149.

    Maritain denuncia, senza mezzi termini, il pericolo di un cedimento totaledel Logos e di una sua riduzione ad un simbolismo convenzionale150:

  • Non si crede pi al diavolo, n agli angeli cattivi; n ai buoni, naturalmente.Essi non sono che sopravvissuti eterei di un museo di immagini babilonese. Adire il vero, il contenuto oggettivo al quale la fede dei nostri avi si appoggiava, tutto un mito ormai, come il peccato originale, per esempio (non forse nostragrande preoccupazione oggi spazzar via il complesso di colpevolezza?) e come ilVangelo dellInfanzia e la resurrezione dei corpi e la creazione. E come il Cristostorico naturalmente. Il metodo fenomenologico e la scuola delle forme hannocambiato tutto. La distinzione tra natura e grazia uninvenzione scolastica,come la transustanziazione. Linferno, perch darsi da fare a negarlo? pisemplice dimenticarlo, ed probabilmente quanto si pu far di meglio con lIn-carnazione e la Trinit. Ad essere sinceri, la massa dei nostri cristiani pensa forsemai a tali cose o allanima immortale e alla vita futura? La Croce e la Redenzio-ne, sublimazione estrema degli antichi miti e riti immolatori, sono da guardarsicome i grandi e commoventi simboli, per sempre impressi nella nostra immagi-nazione, dello sforzo e dei sacrifici collettivi necessari per portare la natura elumanit al grado dunificazione e di spiritualizzazione, - e di potere sulla mate-ria - in cui esse saranno infine liberate da tutte le antiche servit ed entreranno inuna specie di gloria.

    [] La nostra fede, avendo cos debitamente evacuato ogni oggetto specifi-co, pu diventare finalmente ci che realmente era, una semplice aspirazionesublimizzante; [] Tutta questa gente ha semplicemente finito di credere allaVerit e crede soltanto a verosimiglianze appuntate con uno spillo su alcuneverit (cio a verificazioni o constatazioni del particolare osservabile) che delresto invecchiano in fretta151.

    E in effetti, in questepoca del fallibilismo e del tramonto degli assolu-ti152, il concetto stesso di peccato, cos come Maritain aveva presagito, si rivestedi relativismo. Si domanda Vattimo, esponente del pensiero debole:

    Non accadr di quello che noi chiamiamo peccato quello che si verificatoa proposito delle tante prescrizioni rituali che erano contenute nel Vecchio Te-stamento, e che Ges ha messo fuori gioco come provvisorie e non pi necessa-rie? Non solo il sabato (Non luomo per il sabato, ma il sabato per luomo),ma la stessa circoncisione, che non pi una condizione indispensabile per ap-partenere al popolo di Dio. Che cosa impedisce di pensare che anche gli altripeccati, che noi ancora crediamo tali, siano destinati un giorno a svelarsi nellastessa luce?153

    Si arriva cos al nichilismo che ha invaso il pensiero occidentale, che - semisto a quel senso di potenza che lodierno progresso tecnico immette nelluo-mo154 - si preferisce etichettare come debolismo, quella sorta di teoria dellinde-bolimento come carattere costitutivo dellessere nellepoca della fine della meta-fisica155.

  • Quale filosofia del nulla, esso riesce a esercitare un suo fascino sui nostricontemporanei. I suoi seguaci teorizzano la ricerca come fine a se stessa, senzasperanza n possibilit alcuna di raggiungere la meta della verit. Nellinterpre-tazione nichilista, lesistenza solo unopportunit per sensazioni ed esperienzein cui leffimero ha il primato. Il nichilismo allorigine di quella diffusa menta-lit secondo cui non si deve assumere pi nessun impegno definitivo, perchtutto fugace e provvisorio.156

    intuibile allora, in questa prospettiva, lodierna tendenza a dare alleffi-cacia il primato sulla verit157. Ora, per Maritain, secondo cui i relativisti di-menticano la verit in nome dellamore158, ci si presenta erroneo e alquantograve, in special modo allinterno della fede: Veniteci a parlare defficacia! Ilrisultato sarebbe infine la defezione duna grande moltitudine. Il giorno in cuilefficacia prevalesse sulla verit non verr mai per la Chiesa, poich quel giornole porte dellinferno avrebbero prevalso su di essa159. Egli ribadisce con forzalumana vocazione originaria della ricerca del vero160: non possibile per uncristiano essere relativista161, luomo fatto per la verit162 e il Buon Pa-store proprio la Verit stessa163.

    5.2 Niente pu essere messo davanti alla verit. N la ragione pu veniresecolarizzata o indebolita, come vorrebbe un Vattimo quando afferma che per-sino la ragione va secolarizzata, in fondo, in nome della carit164: Come infattiquei poveri imbecilli che siamo potrebbero, per fede, conoscere con piena cer-tezza la Verit soprannaturalmente rivelata, alla quale lo spirito delluomo non proporzionato, se non potessimo conoscere con piena certezza le verit dordi-ne razionale, alle quali esso invece proporzionato?165. illusorio pensareche la fede, dinanzi a una ragione debole, abbia maggior incisivit; essa, al con-trario, cade nel grave pericolo di essere ridotta a mito o superstizione166, con laconseguenza di un offuscamento della vera dignit della ragione, non pi mes-sa nella condizione di conoscere il vero e di ricercare lassoluto167.

    vero che, parlando dei tempi moderni, si pu dire che la loro caratteri-stica un indebolimento e un generale decadimento della ragione168: Il mondomoderno produce e consuma una straordinaria quantit di derrate intellettuali.Non ci sono mai stati tanti autori, tanti professori, tanti ricercatori, tanti labora-tori e strumenti, tanto talento, tanta carta. Ma se vogliamo stimare le cose dallaqualit, e non dal peso, si vedr ci che esso in realt , e si rimarr spaventatidalla diminuzione dellintelligenza. LIntelligenza in senso comune, lagilit nel-lagitar parole, ben presente, e regna; ma lintelligenza vera soltanto una men-dicante scacciata da ogni luogo169. E aggiunge: Sembra che in questi tempi laverit sia troppo forte per le anime e chesse possano nutrirsi soltanto di veritsminuite170:

    Il piccolo meccanismo del ragionamento procede senza sosta, sminuzzan-do, sbriciolando, criticando, discutendo, svilendo ogni pensiero, e trasformandotutto ci che gli vien presentato, errore o verit poco importa, in una sorta di

  • pasta amorfa che si pu tagliar come si vuole, che si presta a tutte le manipola-zioni e sadatta a tutti i gusti, e che glistitutori ed i giornali hanno il compito didistribuire alle anime. Ma la realt, che ha una forma e che resiste, e che vuoleche si dica s o no, spaventa la ragione fiacca.

    Non si sa pi scegliere; non si sa pi tirar la conclusione di un sillogismo, e sipensa che il fatto che ogni uomo mortale, e che Paolo uomo, pu forse provaresoltanto, a rigore, ma senza certezza, e con molta buona volont, che Paolo mortale.171

    Daltra parte pur vero che luomo, per natura, ricerca la verit172, e talericerca non pu trovare esito se non nellassoluto173. E, se si vuole evitareche le verit impazziscano nel radicalismo nichilista174, bisogna seguire unasapienza capace di riconoscere che luomo vale pi per quello che che perquello che ha175 e cercare ad ogni costo di riconciliare il mondo con la veri-t176.

    In unepoca che si fermata alle soglie della quantit, in una conditio humanamutata, nella quale lhomo faber per un verso si trasformato in homo creator, dovelavere ha visto laffermazione sullessere, e dove si assiste ad una cos rapida ecrescente dispersione delle scienze particolari, c un urgente bisogno di armo-nizzare e mantenere nelluomo le facolt della contemplazione e dellammira-zione che conducono alla sapienza177: Lepoca nostra, pi ancora che i secolipassati, ha bisogno di questa sapienza, perch diventino pi umane tutte le suenuove scoperte.

    in pericolo, di fatto, il futuro del mondo, a meno che non vengano suscita-ti uomini pi saggi178.

  • 6. Cronolatria epistemologica

    6.1 Gi Platone, nel suo Cratilo, aveva messo in discussione quel particolaretipo di relativismo fondato sul panta rei, il mobilismo eracliteo: Ma neppure lecito dire che esiste conoscenza, o Cratilo, se tutte le cose mutano e nessuna staferma179. Ora, in questo nostro strano tempo180, il mobilismo assume unaveste nuova, intelaiandosi nella dimensione temporale in modo tale da vanificarecon ladorazione delleffimero181 qualunque accenno alla verit: Preoccupan-dosi della verit e affermandola, lo spirito trascende il tempo. Far passare le cosedello spirito sotto la legge delleffimero, che quella della materia e del pura-mente biologico, far come se lo spirito fosse sottomesso al dio delle mosche,ecco il primo segno, il primo sintomo grave della malattia denunciata da sanPaolo182. Cos Maritain evidenzia quel deplorevole desiderio di novit183, quelprurito alle orecchie184 che nel nostro tempo ha laria di battere brillantemen-te ogni record185: la cronolatria epistemologica.

    La malattia annunciata da s. Paolo per un tempo da venire (erit enimtempus)186 sembra aver trovato, dopo due millenni, il vero focolaio: E il pru-rito alle orecchie diventer cos generale che non si potr pi ascoltare la verit eci si volger verso le favole187. E di favole si nutre il nostro vuoto semantico-ontologico e valoriale creato dalle correnti di pensiero che si richiamano allapost-modernit, dove il tempo delle certezze sarebbe irrimediabilmente pas-sato, [e dove] luomo dovrebbe ormai imparare a vivere in un orizzonte di totaleassenza di senso, allinsegna del provvisorio e del fuggevole188. Si pensi al vor-tice new age, dove linebriante, linsolito, lassurdo, il fantascientifico vengonoattinti dallo stesso pensiero scientifico contemporaneo:

    Alcuni esperimenti hanno rivelato che quando si frantuma questa energiain minuscole parti (quelle che chiamiamo particelle elementari) e cerchiamo diosservare come agiscono, latto stesso di osservare altera i risultati - come se illoro comportamento venisse influenzato dalle aspettative di chi compie lesperi-mento. Ci accade anche quando le particelle appaiono in luoghi in cui, secon-do le leggi delluniverso cos come le conosciamo, non sarebbe possibile: in dueposti diversi nello stesso momento, avanti o indietro nel tempo, tanto per capir-ci. Si ferm di nuovo. In altre parole, la materia basilare delluniverso, il suostesso centro, si presenta come una specie di energia pura che si piega alle inten-zioni e aspettative umane in un modo che sfida lantico modello meccanicisticodel cosmo - come se le nostre speranze proiettassero nel mondo la nostra ener-gia, influenzando altri sistemi energetici. Il che, naturalmente, esattamente ciche la Terza Illuminazione ci porter a credere.189

    E chiss a quante Illuminazioni ci porter, di questo passo, la sacravoracit del divenire190. Lassoluto, lo spirituale, il trascendente vengo-no posti in oblio alla maniera dei concetti antiquati di calorico, flogisto e spiriti vitali.

  • Se con Comte lo spirito positivista dichiarava che tutto relativo, ecco lasola cosa assoluta, oggi lo spirito cronoloiatrico del post-positivismo purivelare che la verit doggi sar falsa domani191. Precisa Maritain: Tuttoci che era considerato per laddietro come superiore al tempo e partecipe diuna qualche qualit trascendente - valore ideale o realt spirituale - ormai as-sorbito nel movimento dellesistenza temporale o nelloceano onnipotente deldivenire e della storia. Verit, giustizia, bene, male, fedelt, tutte le norme dellacoscienza, ormai rese perfettamente relative, non sono pi che delle forme mu-tevoli del processo della storia La verit quindi cambia secondo il mutare deltempo. Una certa azione da me compiuta, oggi atto meritorio, domani sardelitto Non vi niente di eterno nelluomo, egli morr tutto intiero, non vi niente da salvare in lui. Ma egli pu darsi, e darsi interamente al tutto di cui egli una parte, al flusso senza limite che lunica realt e che regge il destino del-lumanit Non solo egli soddisfatto di perire in esso, come un filo derba nellimo della terra per renderlo pi fertile, dissolvendosi in esso, ma consente pureche il suo proprio essere totale, con tutti i suoi valori, i suoi limiti e le sue creden-ze, sia ceduto a questo grande Minotauro che la storia192.

    Lucida la sintesi che pavimenta Vittorio Possenti nellintroduzione a Ri-flessioni sullintelligenza:

    La continua produzione/distruzione di valori, il cambiamento elevato a unicaregola trascendentale della realt e dellagire umano, ossia in altri termini la para-dossale tradizione del nuovo (o anche la tradizione di ci che non c pi)costituiscono il profilo del modernismo culturale, che possiede una valenza assaipi ampia del semplice (e derivato) modernismo religioso. Non senza impor-tanza osservare che il modernismo interno alla dialettica dellidea di progresso,che implica il continuo superamento dellesistente in una nuova fase anchessapresto destinata alloltrepassamento. La coscienza della caducit e mortalit diogni cosa il lato dombra (ma intrinseco) dellideologia del progresso veicolatadalla modernit.193

    Grazie alladorazione delleffimero, al fissarsi ossessivo sul tempo chepassa194, ogni verit provvisoria e mai definitiva, temporale, sempre moder-na195: nulla infatti invecchia con la rapidit della moda e delle teorie che fannodella verit o delle formulazioni concettuali una funzione del tempo196. Ilneomodernista non si preoccupa di vedere invecchiare le sue credenze, perchlui un uomo di questo mondo, perch vuole sempre essere aggiornato, semprerinnovarsi, ed ha finito per rendere assoluto il divenire e ci che relativo eprovvisorio197.

    6.2 Il rischio che, a causa di una ingenua ed eccessiva fede di buona partedei credenti in quella che potrebbe essere una scienza di falso conio 198 , amandole novit pi del dovuto e timorosi di essere ritenuti ignoranti delle scoperte fattedalla scienza in questepoca di progresso199, tale mobilismo si trasmetta anche nelcampo della fede, indebolendo lo stesso dogma: Al termine moderno viene

  • attribuito un significato emotivo-normativo, quasi soteriologico: la fede nellasuperiorit del moderno sul vecchio e sul superato in quanto, delle tre di-mensioni temporali, il passato (che in ogni civilt tradizionale carico di valore)perde ogni significato, insieme con il presente, il quale vale solo come rampa dilancio verso il futuro utopico. La dimensione temporale della modernit ilfuturo, o meglio, lavvenire, che il futuro privato del suo significato escatologico. il trionfo di Utopia, il Dio-in-avanti che sempre si attende e si attender, per-ch sempre deve e dovr venire200.

    Lo stesso magistero ecclesiale aveva ravvisato - gi con Pio IX201 (1864)prima e con Pio X tramite la Pascendi del 1907 dopo - il rischio di una veritrelativa soggetta alle intemperie della scienza della propria epoca: Per dettodunque e per fatto dei modernisti nulla, venerabili fratelli, vi deve essere di stabi-le, nulla di immutabile nella chiesa202. Per bocca di Pio XII poi, aveva messo inguardia contro il fluttuante che rende lo stesso dogma simile ad una cannaagitata dal vento:

    E perci taluni, pi audaci affermano, non possono mai esprimersi conconcetti adeguatamente veri, ma solo con concetti approssimativi e sempremutevoli, con i quali la verit viene in un certo qual modo manifestata, ma ne-cessariamente anche deformata. Perci ritengono non assurdo, ma del tuttonecessario che la teologia, in conformit dei vari sistemi filosofici, di cui essa nelcorso dei tempi si serve come strumenti, sostituisca nuovi concetti agli antichi;cosicch in modi diversi, e sotto certi aspetti anche opposti, ma - come essidicono - equivalenti, esponga al mondo umano le medesime verit divine. Ag-giungono poi che la storia dei dogmi consiste nellesporre le varie forme di cui si rivestita successivamente la verit rivelata, secondo le diverse dottrine e le di-verse opinioni che sono sorte nel corso dei secoli.

    Da quanto abbiamo detto chiaro che queste tendenze non solo conduconoal relativismo dogmatico, ma di fatto gi lo contengono; questo relativismo poifin troppo favorito dal disprezzo verso la dottrina tradizionale e verso i terminicon cui essa si esprime.

    [] Per tali ragioni, della massima imprudenza il trascurare o respingere oprivare del loro valore i concetti e le espressioni che da persone di non comuneingegno e santit, sotto la vigilanza del sacro magistero e non senza illuminazio-ne e guida dello Spirito Santo, sono state pi volte con lavoro secolare trovate eperfezionate per esprimere sempre pi accuratamente le verit della fede, e so-stituirvi nozioni ipotetiche ed espressioni fluttuanti e vaghe della nuova filoso-fia, le quali, a somiglianza dellerba dei campi, oggi vi sono e domani seccano; aquesto modo si rende lo stesso dogma simile ad una canna agitata dal vento.203

    Maritain, dunque, ci assicura che Essere in disaccordo col ritmo intellet-tuale del proprio tempo un guaio minore per il filosofo che per lartista204.Con tutto ci, per Maritain pi che lecito amare il nuovo, ma a condizione chequesto nuovo continui veramente lantico, e si aggiunga, senza distruggerla, allasostanza acquisita205; in perfetta armonia col magistero della chiesa:

  • Qualsiasi verit la mente umana con sincera ricerca ha potuto scoprire, nonpu essere in contrasto con la verit gi acquisita; perch Dio, somma Verit, hacreato e regge lintelletto umano non affinch alle verit rettamente acquisiteogni giorno esso ne contrapponga altre nuove; ma affinch, rimossi gli erroriche eventualmente vi si fossero insinuati, aggiunga verit a verit nel medesimoordine e con la medesima organicit con cui vediamo costituita la natura stessadelle cose da cui la verit si attinge. Per tale ragione il cristiano, sia egli filosofoo teologo, non abbraccia con precipitazione e leggerezza tutte le novit che ognigiorno vengono escogitate, ma le deve esaminare con la massima diligenza e ledeve porre su una giusta bilancia per non perdere la verit gi conquistata ocorromperla, certamente con pericolo e danno della fede stessa.206

  • 7. Conclusione

    Abbiamo visto come le svolte fondamentali del pensiero scientifico, leumiliazioni inferte dalla scienza, seguano un filo di Arianna che approda alrelativismo, ossia ad un nitido indebolimento dellassoluto, al decentramento deifondamenti, alla perdita delle certezze. Bisogna di ci prenderne atto in relazio-ne al pensiero debole della nostra epoca: questo espressione di quellindeboli-mento della dimensione ontologico-semantica verificatosi prima nel piano della scienza,poi in quello del pensiero filosofico (ormai contagiato dal primo), e infine inquello etico e religioso. questa una delle analisi fondamentali e preziose cheMaritain ci lascia in eredit.

    Lo scienziato, quindi, si ritrova come background un reticoloepistemologico-subliminale invisibile ma presente, sfondo stellato della ricercascientifica e relativa ermeneutica da Galileo fino ai nostri giorni, che perinterpolazione giustifica e legittima la moderna immagine relativista e debolista.Ci preme, a questo punto, rilevare che i punti dinterpolazione utilizzati, cio ivari decentramenti e detronizzazioni, non sono a loro volta Beyond a Shadowof a Doubt, per citare un commento del noto fisico Clifford Will riguardo larelativit di Einstein: ossia, la cornice relativizzante non essa stessa assoluta eirreversibile; lideologia scientista cade qui in un grossolano sofisma quando faassur