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INTRODUZIONE

REGIME

Come aprire la partita iva, risparmiare e non fare errori

FORFETTARIO

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INTRODUZIONE

Se stai per avviare una nuova attività e devi aprire la

partita iva sappi che non è detto che tu debba

lasciare più del 50% di quello che guadagnerai allo

Stato.

Oggi ci sono importanti opportunità che ti

permettono di risparmiare sia sulle imposte sia sui

contributi inps.

Stiamo parlando del “Regime Forfettario”, un

regime fiscale nel quale non si applica l’iva e non si

è sottoposti alle normali imposte che di solito

pagano tutti: irpef, irap, addizionali regionali e

comunali, ecc.

In questo e-book troverai una breve guida che ti

farà risparmiare ogni anno migliaia di euro; troverai

le risposte a moltissime delle domande che ogni

giorno i nostri clienti ci pongono quando decidono

di mettersi in proprio.

Abbiamo utilizzato volutamente un linguaggio per

non addetti ai lavori e fatto qualche semplificazione

ai fini espositivi per andare dritti alla sostanza

sacrificando ogni tanto la forma. Buona lettura.

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PROFESSIONISTA O DITTA

INDIVIDUALE

Per semplicità di trattazione possiamo dividere il

mondo delle partite iva in 2 grandi gruppi:

1. Liberi Professionisti come grafici,

consulenti, architetti, informatici,

pubblicitari, formatori, coach, web designer,

professioni sanitarie, ecc.

2. Ditte individuali iscritte alla Camera di

Commercio come ad esempio agenti e

procacciatori d’affari, commercianti, artigiani,

titolari di e-commerce, grossisti, negozi al

dettaglio, ecc.

Partiamo da un principio fondamentale: aprire la

partita iva non costa nulla. Il professionista che

incaricherete potrebbe farsi pagare però un

compenso per il lavoro svolto. Noi di Partita Iva

24, ad esempio, apriamo la partita iva ai clienti liberi

professionisti gratuitamente in quanto gli unici

adempimenti che è necessario fare sono: attribuire

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il numero di partita iva mediante la procedura

telematica dell’agenzia delle entrate, iscrivere il

cliente alla gestione separata inps (se è un

professionista non iscrivibile ad un albo/ordine),

farlo aderire al regime forfettario con la corretta

compilazione del modello AA9. Chiaramente

forniamo prima di tutto una consulenza gratuita

sull’inquadramento fiscale e sull’attività che si vuole

svolgere; è quest’ultima che, a differenza di una

procedura telematica, ha veramente valore!

Ai nostri clienti che invece si devono iscrivere in

camera di commercio (stiamo parlando delle ditte

individuali di commercianti, artigiani,

agenti/procacciatori, e-commerce, ecc) viene

richiesto un compenso in quanto gli adempimenti

sono molteplici e molto più complessi rispetto al

caso del libero professionista. Inoltre tali pratiche

comportano delle spese di istruttoria oltre ai diritti e

bolli che le camere di commercio addebitano

direttamente ai professionisti per conto dei loro

clienti. La pratica di comunicazione unica (c.d.

“comunica”) per avviare l’apertura di tutte le

posizioni viene infatti preparata e indirizzata a

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diversi enti: agenzia delle entrate, camera di

commercio – registro imprese, inps, inail e spesso

anche verso il comune quando è necessario

presentare la SCIA (segnalazione certificata di inizio

attività) per comunicare ad esempio il dominio

internet di un nuovo e-commerce o per comunicare

l’apertura di un negozio fisico su strada.

Oltre alla fase di apertura, le distinzioni tra queste

due categorie di partite iva riguarda principalmente

l’INPS. Attenzione!

1. I liberi professionisti (non iscritti alle casse

di previdenza ordinicistiche) sono sottoposti

alla gestione separata inps e pagano i

contributi in percentuale al reddito. Oggi

l’aliquota che si applica è il 25,72%. Così un

web designer, un consulente aziendale, un

formatore, un fisioterapista, ecc. hanno il

grande vantaggio di non dover pagare alcun

minimale obbligatorio anche se non

fatturano. In parole semplici se non fatturano

nulla, non pagheranno nulla: né contributi

inps, né imposte ovviamente.

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Le cose cambiano un po’ invece per i

professionisti che sono iscritti alla propria

cassa di previdenza e ad un ordine/albo

professionale collegato come medici,

avvocati, ingegneri, biologi, ecc. Per questi

ultimi sono previsti dei pagamenti fissi anche

nel caso di assenza di redditi; sono contributi

obbligatori che verranno richiesti anche in

assenza di guadagno e di fatturazione.

2. Le ditte individuali come i commercianti

e gli artigiani sono sottoposti invece alla

gestione “INPS artigiani e commercianti” che

prevede, purtroppo, il pagamento di un

minimale obbligatorio anche in assenza di

redditi percepiti. In parole molto semplici

sarà necessario pagare circa 3.600 euro annui

in 4 rate anche se non si fatturerà un bel

niente (con il regime forfettario è previsto

uno sconto del 35%, ovvero si pagherebbero

in 4 rate circa 2.400 euro ogni anno). Questo

aspetto spesso spaventa tante persone che

desiderano avviare un e-commerce o

un’attività commerciale o artigianale in genere

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anche se ci sono delle soluzioni, del tutto

legali, per minimizzare questo impatto.

Il consiglio del consulente di Partita Iva 24 per commercianti e artigiani: Per evitare di pagare i contributi INPS fissi nelle prime settimane o mesi di startup, quando non si effettuano ancora vendite perché non si è pronti, consigliamo di tenere la ditta individuale inattiva. In questo modo è come se fosse congelata sotto il profilo INPS (ovvero non scatta ancora alcun pagamento dei contributi inps) mentre è possibile procedere con gli acquisti di merci, materiali, arredi, attrezzature, preparare i locali, sottoscrivere contratti di affitto, ecc. Chiaramente nella fase di inattività non è possibile vendere nulla. Richiedi una consulenza al tuo professionista dedicato di Partita Iva 24 proprio su questa procedura.

Se oltre al lavoro autonomo si è contemporaneamente dipendenti full time, con la partita iva non scatta alcun pagamento dell’INPS gestione commercianti

Il lavoratore dipendente a tempo indeterminato full time (ovvero con almeno 26 ore lavorative settimanali) che avvia unʼattività parallela con partita iva come ditta individuale iscrivibile alla camera di commercio, laddove il lavoro dipendente è prevalente sia in termini di tempo,

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sia reddituali (reddito annuo come lavoratore dipendente maggiore del reddito derivante dallʼattività commerciale) non è tenuto allʼiscrizione alla gestione commercianti. In altre parole non scatta alcun pagamento del minimale inps! Per il libero professionista che è anche dipendente full time presso un’azienda di terzi invece c’è soltanto una riduzione dell’1% sull’INPS gestione separata.

COSA SERVE PER APRIRE LA P.IVA

1. La consulenza di un professionista

È necessario capire quale o quali codici ateco

dovranno essere dichiarati in sede di apertura.

Questi codici spiegano (a volte in maniera anche

generica) la tipologia di attività che si svolge con la

partita iva. Purtroppo non basta scegliere quello

che più ci piace ma è necessario verificare se

ciascuno codice attività è compatibile con

l’inquadramento da professionista, da

commerciante o da artigiano che desideriamo.

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Spesso il fai da te ha comportato pesanti sanzioni

inflitte anche dall’INPS a contribuenti

pressappochisti o menefreghisti; inoltre nella fase

preliminare l’apertura, un buon professionista può

consigliare se conviene o meno il regime forfettario

e valutare con te il possesso dei requisiti per

l’accesso al regime. Per questo motivo sconsigliamo

di aprire autonomamente la partita iva (anche nel

caso di liberi professionisti) in maniera autonoma.

Il consulente di fiducia ti può evitare pesanti

sanzioni nel caso di errori. Inoltre gli impiegati

dell’agenzia delle entrate non sono tenuti ad

effettuare alcuna consulenza allo sportello se ti

rechi fisicamente da loro per aprire la partita iva.

Vuoi un consiglio ? Visto che noi di Partita Iva 24

non ti chiediamo alcun compenso, aprila con noi

. Nella consulenza preliminare verificheremo

insieme a te il tuo profilo, i requisiti, la convenienza

o meno di aderire al regime forfettario. Inoltre

dovresti iscrivere anche alla gestione separata INPS

il tuo numero di partita iva appena aperto. Da soli

non è proprio molto semplice.

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Attenzione! Nel caso di ditte che si devono iscrivere in

camera di commercio non è possibile aprire la partita iva autonomamente senza l’ausilio di un intermediario abilitato alle procedure Telemaco. Con la procedura telematica di comunicazione unica infatti tale adempimento va fatto nei confronti anche del registro imprese, dell’INPS, spesso anche vs il comune. Evita pesanti sanzioni e rivolgiti a un professionista di fiducia.

Ricordiamo a tutti che aprire una partita iva non è

soltanto scegliere uno o più codici ateco. Vanno

fatte ben altre riflessioni di natura consulenziale

precedenti la fase effettiva di apertura. Con il fisco

non si scherza.

Attenzione! Sai che in molti casi di aperture autonome

di partita iva (senza il supporto di un consulente esperto) molti contribuenti scelgono codici ateco non adatti alla gestione separata inps? Tale errore comporterà poi una necessaria variazione alla partita iva e una iscrizione inps alla gestione separata a volte tardiva.

2. La PEC e la firma digitale

I liberi professionisti non necessitano di alcun

indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) ai

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fini dell’apertura della partita iva se sono

professionisti non ordinicistici (ovvero non sono

iscritti a un ordine o albo) né tantomeno serve la

firma digitale per concludere l’iter di apertura.

Chiaramente questi sono ormai strumenti che si

utilizzano spesso, quindi consigliamo di acquistarli

solo se si ritiene possano servire per la propria

attività.

Le ditte che invece si iscrivono alla camera di

commercio hanno l’obbligo di possedere un

indirizzo PEC vergine (ovvero mai utilizzato da

altre imprese già iscritte in camera di commercio).

Potete acquistare la casella di posta certificata (che

permette di mandare mail con la stessa efficacia di

una raccomandata) presso diversi siti internet

(pec.it di Aruba o register.it ad esempio).

La firma digitale (consigliamo di comprare il

pennino USB con kit di firma già installato) si può

invece acquistare direttamente presso le camere di

commercio che lo consegnano a vista o presso

negozi specializzati come “Buffetti”. Mentre la

PEC ha un costo di circa 5 euro annui, la firma

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digitale con pennino usb può costare anche 60 euro

e vale 3 anni.

La PEC serve obbligatoriamente per l’iter di

apertura di una ditta nel settore del commercio,

dell’artigianato o dell’industria;

la FIRMA DIGITALE dell’imprenditore serve

invece soltanto nei casi in cui ci si debba iscrivere in

alcune camere di commercio italiane che non

accettano la firma digitale del professionista

delegato e pretendono direttamente quella

dell’imprenditore (ad esempio le camere di

commercio di Brescia, Bergamo, Palermo).

Attenzione per gli agenti di commercio: serve la vostra firma digitale

In questi casi l’iter di apertura in camera di commercio comporta che l’agente abbia sempre la propria firma digitale per firmare alcuni allegati obbligatori a prescindere dalla camera di commercio in questione.

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3. I documenti di riconoscimento

I consulenti di Partita Iva 24 richiedono sempre i

seguenti documenti per l’apertura della partita iva a

prescindere se si stratti di professionista o impresa:

1. Carta di identità non scaduta

2. Codice fiscale o tessera sanitaria

3. Un secondo documento a scelta (patente o

passaporto o certificato di residenza)

Se il titolare di partita iva è straniero Extra UE

verrà richiesto anche copia del permesso di

soggiorno in corso di validità.

Chiaramente tutti i nostri clienti devono

sottoscrivere e firmare il “contrattino d’incarico” e

le condizioni descrittive ed economiche del servizio

che vengono inviate via mail.

4. La sede di attività

Molti professionisti che non hanno un ufficio o una

sede effettiva per lo svolgimento delle loro

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mansioni e che lavorano praticamente da casa,

dovranno mettere come sede dello svolgimento

dell’attività il proprio indirizzo di residenza. Idem

nel caso di e-commerce senza magazzino come

capita ad esempio ai commercianti online in drop-

shipping. Consigliamo di utilizzare un indirizzo per

la sede dell’attività che sia comunque a disposizione

del contribuente o perché ci si risiede o perché si ha

un regolare contratto di locazione o di comodato.

Tale indirizzo comparirà anche nelle fatture che

emetterete ovviamente.

UNA PARTITA IVA

IN REGIME FORFETTARIO

Eccoci arrivati al punto più importante: come

risparmiare migliaia di euro pagando le imposte a

forfait grazie al regime forfettario.

I REQUISITI PER IL FORFETTARIO

Possiamo aderire al regime fiscale agevolato sia se

non abbiamo ancora aperto la nostra partita iva ed

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è la nostra priva volta, sia se l’abbiamo avuta in

passato e poi chiusa, sia se attualmente siamo

titolari di partita iva e il prossimo anno, dal 1

Gennaio, vorremmo passare al regime forfettario.

In tutti e tre i casi bisogna possedere però dei

requisiti. Questi vanno verificati sia in fase di

apertura ma anche ogni anno per capire se si può

ancora continuare ad utilizzare il regime agevolato.

I requisiti per chi sta aprendo la p.iva e

vuole aderire al regime forfettario

1. Non si deve essere soci di società di persone

(SNC, SAS, SS), e/o di associazioni

professionali, di cui all’articolo 5 del TUIR, o

di società a responsabilità limitata che hanno

optato per la trasparenza fiscale (SRL in

trasparenza);

Attenzione con le SRL

Se si è soci di SRL non in trasparenza è possibile contemporaneamente avere una partita iva in regime forfettario. Il requisito è rispettato.

Se sei socio di un’associazione non profit

invece non c’è alcun problema.

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2. Non è possibile effettuare, in via esclusiva o

prevalente, operazioni di cessione di

fabbricati e relative porzioni o di terreni

edificabili ovvero cessioni intracomunitarie di

mezzi di trasporto nuovi;

3. Bisogna essere residenti in Italia o in un paese

UE oppure bisogna dimostrare di produrre in

Italia almeno il 75 per cento del reddito

complessivamente prodotto;

4. Non si devono aver avuto rapporti di lavoro

dipendente dai quali l’anno precedente si

sono ottenuti più di 30 mila euro lordi. Tale

limite non si applica se il rapporto di lavoro

dipendente è cessato.

Attenzione ai rapporti di lavoro dipendente o alla pensione o a redditi assimilati

Se contemporaneamente ai redditi da partita iva si possiedono redditi da lavoro dipendente o pensione o assimilati, inferiori ai 30 mila euro lordi annui, è possibile mantenere o aprire la partita iva in regime forfettario. Si può quindi avere un lavoro dipendente che frutta 29.999 euro lordi annui e

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contemporaneamente guadagnare X euro con la partita iva. I due tipi di reddito saranno tassati in maniera diversa come vedremo dopo.

5. Non è possibile avere una partita iva in

regime forfettario se una delle attività che si

vuole esercitare riguarda l’editoria, la vendita

di fiammiferi, le attività agricole, la vendita di

sali e tabacchi, la gestione di servizi di

telefonia pubblica o vendita di ticket per la

sosta a pagamento o biglietti di trasporto,

agriturismo, la rivendita di beni usati e auto

usate, la vendita a domicilio, agenzie di viaggi

e turismo, agenzie scommesse,

intrattenimento e gioco, vendite all’asta.

I requisiti per mantenere il forfettario dal

2° anno in poi o per effettuare il passaggio

da un regime iva “normale”al forfettario

1. La possibilità di accedere / passare al regime

forfettario (o di permanervi, se si è già nel

regime) è riservata a quelle imprese o

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professionisti che nell’anno solare precedente

hanno percepito ricavi lordi, ragguagliati ad

anno, non superiori a determinate soglie che

variano in base al codice ateco scelto per la

propria partita iva (si veda tabella)

A decorrere già dal 2016 il limite dei

ricavi/compensi è il seguente ed è valido

anche per il 2018:

Tipologia di attività Codice Attività ATECO

Valore soglia

ricavi/compensi

Industrie alimentari

e delle bevande (10-11) 45.000

Commercio

all’ingrosso e al

dettaglio

45 – (da 46.2 a 46.9) –

(da 47.1 a 47.7) – 47.9 50.000

Commercio

ambulante di

prodotti alimentari e

bevande 47.81 40.000

Commercio

ambulante di altri

prodotti 47.82 – 47.89 30.000

Costruzioni e

attività immobiliari (41 – 42 – 43) – (68) 25.000

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Intermediari del

commercio 46.1 25.000

Attività dei servizi

di alloggio e di

ristorazione (55 – 56) 50.000

Attività

professionali,

scientifiche,

tecniche, sanitarie,

di istruzione, servizi

finanziari e

assicurativi

(64 – 65 – 66) – (69 –

70 – 71 – 72 – 73 – 74 –

75) – (85) – (86 – 87 –

88) 30.000

Altre attività

economiche

(01 – 02 – 03) – (05 –

06 – 07 – 08 – 09) – (12

– 13 – 14 – 15 – 16 – 17

– 18 – 19 – 20 – 21 – 22

– 23 – 24 – 25 – 26 – 27

– 28 – 29 – 30 – 31 – 32

– 33) – (35) – (36 – 37 –

38 -39) – (49 – 50 – 51

– 52 -53) – (58 – 59 –

60 – 61 – 62 – 63) – (77

– 78 – 79 – 80 – 81 –

82) – (84) – (90 – 91 –

92 – 93) – (94 – 95 –

96) – (97 – 98) – (99) 30.000

2. Non bisogna aver sostenuto spese superiori a

5 mila euro annui lordi per l’impiego di

lavoratori dipendenti.

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Attenzione. Se un contribuente forfettario nel 2017 ha

corrisposto stipendi a un suo dipendente per 5000 euro, 500 di contributi INPS per lavoro dipendente e 100 di inail, allora dal 2018 si perde il regime forfettario. Nel computo del limite dei 5000 euro vanno inseriri stipendio dipendenti e oneri sociali Inps e Inail. In questo caso l’importo di 5600 euro risulta superiore al limite di 5000 euro.

3. Non bisogna aver sostenuto spese per

l’acquisto di beni strumentali al 31/12

dell’anno precedente per importi superiori a

20 mila euro (se ad esempio dalla data di

apertura si sono acquistati arredi, un furgone,

qualche macchinario e l’importo ha superato i

20 mila euro allora dall’anno successivo si

perde il regime agevolato).

Attenzione. Ai fini del computo dei beni strumentali non

bisogna considerare i beni di costo pari o inferiore a 516,46 euro mentre si considerano al 50% quelli ad uso promiscuo (autovetture, telefonini, ecc)

Puoi trovare altre risorse gratuite sul nostro sito

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Nel secondo e-book sul Regime Forfettario

scoprirai come si calcolano e si pagano

le imposte e i contributi

+

una guida per creare la prima fattura

Il regime forfettario permette di pagare le

imposte con una percentuale fissa del 5%

per 5 anni se nuova attività (o del 15% in

caso contrario) invece di IRPEF, IRAP,ecc.

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Note conclusive

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