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Quando uno teme che il respiro gli sfugga, che gli sfugga la vita, che cosa spera, se non il
tocco d’un sapiente che abbia il potere di ridargli l’anima ?
Eugenio RiccòminiBologna, 7 luglio 2010.
PERCHE’ L’ ETICA E’ CHIAMATA IN CAUSA IN RELAZIONE ALLE FASI FINALI DELLA VITA?
Inscindibile connessione tra la parola “etica” e la parola “scelta”.Non vi è problema etico se non c’è spazio per sceltetra diversi corsi d’ azione possibili.
Il cambio di scenario: grazie alle tecnologie e gli apparati di cui siè dotata, la medicina moderna esercita un vero e proprio controllosulla morte, sottraendola al caso ed alla necessità.Per contro la rende sempre più dipendente da scelte che incidonosul quando e sul come si giunge alla fine dell’ esistenza.
Patrizia Borsellino
Pres. del Comitato per l’ Etica di Fine Vita (CEF)
• Incremento di patologie cronico-degenerative dall’ esito infausto, la cui evoluzione è accompagnata da un pesante deterioramento della qualità della vita e manifestazioni ingravescenti di sofferenza.
• L’ aumentata esposizione al rischio di trascorrere una parte della vita in condizioni di incapacità.
• L’ aumentata esposizione al rischio di situazioni di vera e propria sospensione tra la vita e la morte : stato vegetativo permanente.
I SUCCESSI DELLA MEDICINA
NEL DIRITTO E NELLA DEONTOLOGIA
Art 32 della Costituzione:
Principio di volontarietà dei trattamenti sanitari
la potestà di curare, così come il dovere di intervenire del Medico, sono assoggettati al limite del rispetto della volontà del Paziente.
Art 35 del Codice di Deontologia Medica:
In ogni caso, in presenza di documentato rifiuto di persona capace, il medico deve desistere dai conseguenti atti diagnostici e curativi, non essendo consentito alcun trattamento medico contro la volontà della persona.
Art 39 del Codice di Deontologia Medica:
In caso di malattie a prognosi sicuramente infausta o pervenute alla fase terminale, il Medico deve improntare la sua opera ad atti e comportamenti idonei a risparmiare inutili sofferenze psico-fisiche e fornendo al Malato i trattamenti appropriati a tutela, per quanto possibile, della qualità della vita e della dignità della persona.
In caso di compromissione dello stato di coscienza, il Medico deve proseguire nella terapia di sostegno vitale finché ritenuta ragionevolmente utile, evitando ogni forma di accanimento terapeutico.
INTERLOCUTORI DEL MEDICO:
• LA PERSONA → IL PAZIENTE → IL MALATO
• I FAMILIARI, I CONOSCENTI, GLI AMICI
• I COLLEGHI
INTERLOCUTORI DEL RIANIMATORE:
IN CASO DI EMERGENZA
SE STESSO SECONDO SCIENZA E COSCIENZA
SUCCESSIVAMENTE IL MALATO I FAMILIARI, I CONOSCENTI, GLI AMICI I COLLEGHI
U.O. di Anestesia e Rianimazione (G.Frascaroli)
• DUE VISSUTI DA RIANIMATORE:
ANTONELLA
MORENO
• UN VISSUTO DA MEDICO:
IL PROF. PIERANGELI
• UN VISSUTO DA FIGLIO E MEDICO:
PAPA’