Quali&sono&le&funzioni&dello&spazio&in& untestonarravo?&€¦ ·...
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Quali sono le funzioni dello spazio in un testo narra1vo?
1) Fungere da cornice/sfondo degli even1 (funzione di sfondo): la descrizione dei luoghi è solo accennata oppure non è evoca4va, bensì prevalentemente ogge9va e neutra. In tal caso, a)le sequenze descri9ve nel testo narra4vo sono minime o piu>osto rido>e e gli ambien4 sono rappresenta4 nelle loro cara>eris4che essenziali, non nel de>aglio; b)la descrizione, anche se de>agliata e precisa, è ogge9va e neutra.
2)Costruire/evocare una par1colare atmosfera (funzione di atmosfera): di paura, di inquietudine, di solitudine, di malinconia (in tal caso la descrizione è sogge9va e il lessico è connota4vo=evoca4vo). Questa funzione ricorre spesso nei raccon4 /romanzi di avventura, terrore, fantascienza.
3) Contribuire alla caraAerizzazione di un personaggio (funzione narra1va): la descrizione di una casa o di una stanza spesso prepara l’entrata in scena di un personaggio o introduce nella storia tra9 significa4vi del cara>ere dei personaggi che vi abitano (in tal caso c’è un rapporto molto streAo ed evidente tra spazio e personaggio).
4) Simboleggiare metaforicamente altri significa1 (spazio come elemento simbolico): lo spazio ha un valore aggiun4vo caricandosi di significa4 morali (es. la selva oscura dantesca come simbolo del peccato).
Come possiamo individuare le funzioni dello spazio? Quali sono i criteri fondamentali?
SCHEMA ALLA LAVAGNA
Prova a individuare la funzione dello spazio nella seguente
sequenza del racconto «Cuori perdu1» di M. R. James.
Vide una casa alta, quadrata, di ma>oni rossi, costruita durante il regno della Regina Anna; il por4co con colonne di pietra era stato aggiunto nel più puro s4le classico del 1790; le finestre erano molte, alte e stre>e, con piccoli vetri e una robusta intelaiatura di legno bianco. Un frontone, interro>o da una finestra rotonda, completava la facciata. C’erano ali a destra e a sinistra, unite da curiose gallerie a vetri, sostenute da colonna4 con un blocco centrale. Quelle ali contenevano chiaramente le stalle e le stanze di servizio. Ognuna era sormontata da una cupola ornamentale con una banderuola dorata. La luce serale brillava sull’edificio facendo risplendere i vetri delle finestre come tan4 fuochi. A>orno e dietro la casa si stendeva un parco pianeggiante, costellato di querce e bordato di abe4 che sve>avano verso il cielo. L’orologio del campanile della chiesa, nascosta fra gli alberi al margine del parco e di cui solo la banderuola dorata rifle>eva la luce, stava ba>endo le sei, e il suono si diffondeva gen4lmente col vento. So>olinea tuM gli aggeMvi qualifica1vi. Lo scopo della descrizione è 1)prevalentemente informa4vo; 2)come si evince dall’agge9vazione, lo scopo è senza dubbio persuasivo;
3)lo scopo è prevalentemente espressivo, come si evince dall’agge9vazione.
Prova a individuare la funzione dello spazio nel testo seguente.
Non so dove sono nato, ma il castello era infinitamente vecchio e orribile. Gremito di corridoi neri, culminava in soffi9 così al4 che l’occhio doveva fermarsi alle ombre e alle ragnatele. Le pietre dei camminamen4 in rovina erano sempre umide e su tu>o gravava un odore disgustoso, come di cadaveri ammucchia4 da molte generazioni. Non c’era mai luce, …; fuori non c’era il sole perché i tremendi alberi erano più al4 di torri inaccessibili. Una sola torre, nera, superava il fogliame e si affacciava al cielo sconosciuto, ma era in rovina e non vi si poteva accedere se non arrischiando una scalata quasi impossibile sulla parete, pietra dopo pietra. (H.P. Lovercra_, Tu& i raccon., Milano 1989) So>olinea tu9 gli agge9vi qualifica4vi. Lo scopo della descrizione è 1) prevalentemente informa4vo; 2)come si evince dall’agge9vazione, lo scopo è senza dubbio persuasivo;
3)lo scopo è prevalentemente espressivo, come si evince dall’agge9vazione.
Prova a individuare la funzione dello spazio nel testo seguente.
1.NeI fra>empo la nebbia e il buio erano divenu4 così fi9 che alcuni andavano in giro con delle torce accese, offrendo i propri servigi per guidare i cavalli delle carrozze e condurli a des4nazione. L'an4ca torre di una chiesa, dalla cui finestra go4ca la vecchia e austera campana sembrava sempre fissare curiosamente Scrooge nel suo ufficio, scomparve e ba>é le ore e i quar4 tra le nubi con vibrazioni lunghe e tremolan4, come se lassù le ba>essero i den4 nella testa gelata. Il freddo si fece intenso. Nella strada principale, all'angolo della piazze>a, alcuni operai occupa4 a riparare i tubi del gas avevano acceso un gran fuoco in un braciere, e a>orno vi si era riunita una piccola folla di uomini e ragazzi cenciosi, che si scaldavano le mani e socchiudevano come estasia4 gli occhi davan4 alle fiamme. Il rubine>o della fontana se ne restava solitario in disparte e il suo ge>o, congelatosi all'improvviso, si era mutato in misantropico ghiaccio. Le luci delle bo>eghe, dove i rami e le fronde di agrifoglio scoppie>avano al calore dei bracieri accesi nelle vetrine, proie>avano il loro bagliore rossastro sui vol4 lividi dei passan4. Le vetrine dei pollivendoli e dei droghieri si erano mutate in uno splendido fondale, in uno spe>acolo sontuoso, da cui qualsiasi preoccupazione di lucro sembrava estranea. E sempre più nebbia, e sempre più freddo: un freddo che pungeva, pizzicava, mordeva.
La funzione narra1va. Quando assume tale funzione, la
descrizione di un determinato ambiente spesso prepara l’entrata
in scena di un personaggio o introduce nella storia traM significa1vi del caraAere dei
personaggi che vi abitano (in tal caso c’è un rapporto molto streAo ed evidente di CORRISPONDENZA tra
spazio e personaggio).
Era proprio un vecchio peccatore che sembrava fa>o apposta per afferrare, strappare, spremere e spolpare, ma sopra>u>o per non mollare! Duro e aguzzo come una pietra focaia dalla quale l'acciarino non abbia mai fa>o scaturire una sola scin4lla di generosità. Segreto, chiuso e solitario come un'ostrica. Il freddo che era dentro di lui gelava i suoi vecchi lineamen4, gli in4rizziva il naso puntuto, gli avvizziva le guance, irrigidiva la sua andatura; gli arrossava gli occhi, gli illividiva le labbra so9li e vibrava con un suono scaltro nella voce stridula. Una brina gelata gli copriva la testa, le sopracciglia e il mento duro. Scrooge portava sempre con sé, costantemente quella temperatura polare: congelava l'ufficio nei giorni di canicola; non diminuiva di un solo grado il suo gelo neppure a Natale. Il caldo e il freddo esterno non contavano nulla per Scrooge: nessun calore poteva riscaldarlo, né il più rigido freddo provocargli un brivido. Non c'era vento più pungente di lui, né neve più os4nata e tenace, nessun scroscio di pioggia fu mai più accanito. Il bru>o tempo non lo poteva sopraffare.
1.Da chi viene presentato il personaggio? 2.In maniera dire>a o indire>a? 3.Su quali aspe9 della cara>erizzazione si sofferma il narratore?
Era proprio un vecchio peccatore che sembrava fa>o apposta per afferrare, strappare, spremere e spolpare, ma sopra>u>o per non mollare! Duro e aguzzo come una pietra focaia dalla quale l'acciarino non abbia mai fa>o scaturire una sola scin4lla di generosità. Segreto, chiuso e solitario come un'ostrica. Il freddo che era dentro di lui gelava i suoi vecchi lineamen4, gli in4rizziva il naso puntuto, gli avvizziva le guance, irrigidiva la sua andatura; gli arrossava gli occhi, gli illividiva le labbra so9li e vibrava con un suono scaltro nella voce stridula. Una brina gelata gli copriva la testa, le sopracciglia e il mento duro. Scrooge portava sempre con sé, costantemente quella temperatura polare: congelava l'ufficio nei giorni di canicola; non diminuiva di un solo grado il suo gelo neppure a Natale. Il caldo e il freddo esterno non contavano nulla per Scrooge: nessun calore poteva riscaldarlo, né il più rigido freddo provocargli un brivido. Non c'era vento più pungente di lui, né neve più os4nata e tenace, nessun scroscio di pioggia fu mai più accanito. Il bru>o tempo non lo poteva sopraffare.
Individua tu9 gli elemen4 riconducibili alla caraAerizzazione fisica.
Era proprio un vecchio peccatore che sembrava fa>o apposta per afferrare, strappare, spremere e spolpare, ma sopra>u>o per non mollare! Duro e aguzzo come una pietra focaia dalla quale l'acciarino non abbia mai fa>o scaturire una sola scin4lla di generosità. Segreto, chiuso e solitario come un'ostrica. Il freddo che era dentro di lui gelava i suoi vecchi lineamen4, gli in4rizziva il naso puntuto, gli avvizziva le guance, irrigidiva la sua andatura; gli arrossava gli occhi, gli illividiva le labbra so9li e vibrava con un suono scaltro nella voce stridula. Una brina gelata gli copriva la testa, le sopracciglia e il mento duro. Scrooge portava sempre con sé, costantemente quella temperatura polare: congelava l'ufficio nei giorni di canicola; non diminuiva di un solo grado il suo gelo neppure a Natale. Il caldo e il freddo esterno non contavano nulla per Scrooge: nessun calore poteva riscaldarlo, né il più rigido freddo provocargli un brivido. Non c'era vento più pungente di lui, né neve più os4nata e tenace, nessun scroscio di pioggia fu mai più accanito. Il bru>o tempo non lo poteva sopraffare.
Individua tu9 gli elemen4 riconducibili alla caraAerizzazione psicologica.
Nella diaposi4va seguente leggerai la descrizione del
«palazzone» in cui vive l’avaro Scrooge. Che rapporto c’è tra il ritra>o che hai le>o e questa sequenza? Qual è la funzione
dello spazio?
(Scrooge) abitava in un appartamento che un tempo era stato del suo socio: una buia sfilata di camere in un fabbricato buio, al fondo di un cor4le. Un palazzone che aveva così poche ragioni di essere là che sembrava esservisi cacciato da piccolo, giocando a mosca cieca con le altre case, senza aver mai più saputo ritrovare la strada per uscirne. Adesso era molto vecchio e alquanto triste, perché nessuno vi abitava tranne Scrooge e gli altri appartamen4 erano affi>a4 come uffici. Il cor4le era così buio che Scrooge stesso, pur conoscendone a memoria tu>o il lastricato era costre>o ad avanzare a tentoni. La nebbia e il gelo erano così fi9 a>orno al vecchio portone d’ingresso che il genio stesso dell’inverno sembrava essersi seduto sulla soglia, pieno di tristezza e di meditazione.
1.Quali sono le cara>eris4che fondamentali del luogo descri>o? 2. In cosa consiste la corrispondenza tra il luogo descri>o e il
personaggio che vi abita?
Personaggio Luogo Segreto, chiuso e solitario come un'ostrica.
Un palazzone che aveva così poche ragioni di essere là che sembrava esservisi cacciato da piccolo, giocando a mosca cieca con le altre case, senza aver mai più saputo ritrovare la strada per uscirne.
Il freddo che era dentro di lui gelava i suoi vecchi lineamen4, gli in4rizziva il naso puntuto, gli avvizziva le guance, irrigidiva la sua andatura. Scrooge portava sempre con sé, costantemente quella temperatura polare: congelava l'ufficio nei giorni di canicola; non diminuiva di un solo grado il suo gelo neppure a Natale.
La nebbia e il gelo erano così fi9 a>orno al vecchio portone d’ingresso che il genio stesso dell’inverno sembrava essersi seduto sulla soglia, pieno di tristezza e di meditazione.
Era proprio un vecchio peccatore …Il freddo che era dentro di lui gelava i suoi vecchi lineamen4.
Adesso era molto vecchio e alquanto triste, perché nessuno vi abitava tranne Scrooge .