Puglia d'oggi n. 24

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Questa testata non riceve contributi pubblici 29 giugno 2012 • anno III n. 24 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA www.pugliadoggi.it PROVINCE - Addio a Bat, Brindisi e Taranto Quel mostriciattolo dell’accorpamento. Andavano abolite tutte A PAG 4 BARI - Il dibattito sulla città Legalità e cultura ripartiamo dal Petruzzelli per risollevare Bari A PAG 7 L’ELZEVIRO Scommettiamo che... fa caldo? “Antò… fa caldo… “(lei si sventola le chiome mor- bide, languidamente di- scinta sul divano) “E lo so…” (Antonio è di testa nello schermo del suo pc, non la pensa proprio). “Antò…ma che fai?” (vorrebbe essere una do- manda, ma è solo una co- sternata affermazione) “E sto a fa’ un po’ de gra- na…sto a fa’…” “Co ‘sto caldo?” (lo sven- tolio aumenta impercetti- bilmente) “E proprio perché fa cal- do…” (Antonio smanetta furiosamente con la destra, mentre la sinistra regge la carta di credito) Non bastava il calcio, il basket, il rugby, il tiro con l’arco, il pattinaggio artisti- co. Non bastavano i cavalli, i cani, i galli. La roulette, il 21, il burraco, il tressette, lo scopone scientifico. Adesso si scommette sul clima, sul caldo, sui luoghi del caldo, su quanto durerà, su quali temperature si raggiunge- ranno, per quanto tempo. Ha cominciato la più nota casa di scommesse on line del mondo, ma i nostri più modesti zaraffi del rischio si sono subito adeguati. Occhio se in casa vedete qualcuno che armeggia con il forno o se improvvi- samente vi trovate il condi- zionatore messo a palla sul riscaldamento. Controllate se qualcuno dei vostri non abbia per caso scommesso per 15 a uno che casa vo- stra, oggi e per due ore, non sia il posto più caldo del mondo dell’intero emisfero boreale. di Fortunata Dell’Orzo REGIONE PUGLIA - Bilancio: le variazioni-mancia per accontentare tutti i Consiglieri regionali Tutti insieme appassionatamente A PAG 4 FOGGIA - Mancano 500mila euro. Probabile la retrocessione in l’Eccellenza Calcio, cala il sipario? A PAG 12 CERIGNOLA - Il sindaco ammette i ritardi dell’azione amministrativa Rallentati o bloccati? A PAG 13 BARI - L’ex presidente dell’Autorità Affinita a giudizio per danno erariale Porto, a dicembre il processo A PAG 6 il corsivo di Enrico Ciccarelli Seguendo le buone abi- tudini italiche, nessuno ha letto cosa ha davvero detto al Wall Street Journal la ministra del Lavoro Elsa Fornero. In compenso la cosa ci ha regalato l’irre- sistibile quadretto di Di Pietro che fa il professore di diritto e dell’esponen- te leghista che accusa il ministro di avere offeso la Costituzione. Si attendono prolusioni di Berlusconi sul romanticismo, di Eva Henger (nella foto) sull’educazione morale delle gio- vinette e di Luigi Lusi su etica e moralità in politica. L’EDITORIALE Fini, la grandezza della normalità IL CONSIGLIO EUROPEO - Il momento è decisivo, come conferma Monti. “Se non mandiamo un segnale forte rischiamo molto” Tutto in poche ore Mentre in Italia si tratta sulla riforma del lavoro e i partiti sono alla ricerca della propria identità in vi- sta delle prossime elezio- ni, tra quelli che vorrebbe- ro rientrare dalla finestra dopo essere usciti dalla porta e quelli che dalla poltrona non ci pensano nemmeno a staccarsi, Ma- rio Monti è a Bruxelles im- pegnano a salvare l’Italia. Berlusconi “promette” di tornare in campo e an- nuncia di voler fare il Mi- nistro dell’Economia. Basta mediazioni e trat- tative. Entro lunedì, quan- do riapriranno i mercati, l’Europa dovrà dotarsi di un meccanismo anti spre- ad che tuteli i Paesi virtuo- si o l’intera costruzione dell’Euro rischia di crol- lare. Questa volta Mario Monti sembra intenziona- to a non cedere fino ad ot- tenere le misure richieste per l’Europa del futuro. ALLE PAGG 8 E 9 A PAG 2 C’è grande attesa per il discorso che Gianfranco Fini pronuncerà domani all’Assemblea nazionale di Futuro e Libertà, ma è sbagliato attendersi stra- volgenti novità. Fini, pre- sentando il suo Progetto per l’Italia, dovrà dire poche cose sensate. E, si sa, queste non sono mai eccezionali. Sono sempli- cemente normali. Fini deve partire da una data e da un dato. La data è il 22 aprile del 2010. Il dato è che il tempo gli ha dato ragione. Senza quel dito alzato [...]

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Puglia d'oggi del 29 giugno 2012

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Questa testata non riceve contributi pubblici

29 giugno 2012 • anno III n. 24 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella

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PROVINCE - Addio a Bat, Brindisi e Taranto

Quel mostriciattolodell’accorpamento.Andavano abolite tutte

A PAg 4

BARI - Il dibattito sulla città

Legalità e culturaripartiamo dal Petruzzelliper risollevare Bari

A PAg 7

L’ELZEVIRO

Scommettiamo che... fa caldo?

“Antò… fa caldo… “(lei si sventola le chiome mor-bide, languidamente di-scinta sul divano)

“E lo so…” (Antonio è di testa nello schermo del suo pc, non la pensa proprio).

“Antò…ma che fai?” (vorrebbe essere una do-manda, ma è solo una co-sternata affermazione)

“E sto a fa’ un po’ de gra-na…sto a fa’…”

“Co ‘sto caldo?” (lo sven-tolio aumenta impercetti-bilmente)

“E proprio perché fa cal-do…” (Antonio smanetta furiosamente con la destra, mentre la sinistra regge la carta di credito)

Non bastava il calcio, il basket, il rugby, il tiro con l’arco, il pattinaggio artisti-co. Non bastavano i cavalli, i cani, i galli. La roulette, il 21, il burraco, il tressette, lo scopone scientifico. Adesso si scommette sul clima, sul caldo, sui luoghi del caldo, su quanto durerà, su quali temperature si raggiunge-ranno, per quanto tempo. Ha cominciato la più nota casa di scommesse on line del mondo, ma i nostri più modesti zaraffi del rischio si sono subito adeguati. Occhio se in casa vedete qualcuno che armeggia con il forno o se improvvi-samente vi trovate il condi-zionatore messo a palla sul riscaldamento. Controllate se qualcuno dei vostri non abbia per caso scommesso per 15 a uno che casa vo-stra, oggi e per due ore, non sia il posto più caldo del mondo dell’intero emisfero boreale.

di Fortunata Dell’Orzo

REGIONE PUGLIA - Bilancio: le variazioni-mancia per accontentare tutti i Consiglieri regionali

Tutti insieme appassionatamenteA PAg 4

FOGGIA - Mancano 500mila euro. Probabile la retrocessione in l’Eccellenza

Calcio, cala il sipario?A PAg 12

CERIGNOLA - Il sindaco ammette i ritardi dell’azione amministrativa

Rallentati o bloccati?A PAg 13

BARI - L’ex presidente dell’Autorità Affinita a giudizio per danno erariale

Porto, a dicembre il processoA PAg 6

a il corsivo

di Enrico Ciccarelli

Seguendo le buone abi-tudini italiche, nessuno ha letto cosa ha davvero detto al Wall Street Journal la ministra del Lavoro Elsa Fornero. In compenso la cosa ci ha regalato l’irre-sistibile quadretto di Di Pietro che fa il professore di diritto e dell’esponen-te leghista che accusa il ministro di avere offeso la Costituzione. Si attendono prolusioni di Berlusconi sul romanticismo, di Eva Henger (nella foto) sull’educazione morale delle gio-vinette e di Luigi Lusi su etica e moralità in politica.

L’EDITORIALE

Fini, la grandezza della normalità

IL CONSIGLIO EUROPEO - Il momento è decisivo, come conferma Monti. “Se non mandiamo un segnale forte rischiamo molto”

Tutto in poche oreMentre in Italia si tratta

sulla riforma del lavoro e i partiti sono alla ricerca della propria identità in vi-sta delle prossime elezio-ni, tra quelli che vorrebbe-ro rientrare dalla finestra dopo essere usciti dalla porta e quelli che dalla poltrona non ci pensano nemmeno a staccarsi, Ma-rio Monti è a Bruxelles im-pegnano a salvare l’Italia.

Berlusconi “promette” di tornare in campo e an-nuncia di voler fare il Mi-nistro dell’Economia.

Basta mediazioni e trat-tative. Entro lunedì, quan-do riapriranno i mercati, l’Europa dovrà dotarsi di un meccanismo anti spre-ad che tuteli i Paesi virtuo-si o l’intera costruzione dell’Euro rischia di crol-lare. Questa volta Mario Monti sembra intenziona-to a non cedere fino ad ot-tenere le misure richieste per l’Europa del futuro.

ALLE PAgg 8 E 9 A PAg 2

C’è grande attesa per il discorso che Gianfranco Fini pronuncerà domani all’Assemblea nazionale di Futuro e Libertà, ma è sbagliato attendersi stra-volgenti novità. Fini, pre-sentando il suo Progetto per l’Italia, dovrà dire poche cose sensate. E, si sa, queste non sono mai eccezionali. Sono sempli-cemente normali.

Fini deve partire da una data e da un dato. La data è il 22 aprile del 2010. Il dato è che il tempo gli ha dato ragione. Senza quel dito alzato [...]

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2 venerdì 29 giugno 2012In primo piano

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Registrazione presso il Tribunaledi Bari n. 47/2010 del 12/11/2010

Questo periodico èassociato all’Unionestampa periodica italiana

I club e la NazionaleIN ITALIA - L’unica bussola di chiunque voglia servire la comunità è il nostro presente e avvenire

Quelle di Nichi Ven-dola e Roberto Formi-goni sono indubbia-mente vite parallele.

Due personaggi tra loro diversissimi, ma ancor più diversi rispet-to al panorama politico circostante.

Animati entrambi da una fortissima tensione ideale e ideologica, ete-rodossi verso le rispet-tive “chiese” politiche, ma sempre attenti a non varcare il sottile confine dell’eresia, hanno avu-to in sorte di condivide-re l’incarico di maggior spicco della loro car-riera governando due grandi Regioni italiane.

Lo hanno fatto do-vendosi difendere più spesso dalla loro mag-gioranza che dall’oppo-sizione, lo hanno fatto con spregiudicatezza e pelo sullo stomaco.

Due cavalli di razza, lo diciamo senza ironia alcuna, che però in va-rio modo sembrano ora giunti ad un autunno con poca brillantezza. È significativo, a no-stro avviso, che questo tramonto sia in qual-che modo segnato dai paralleli scandali che li hanno colpiti per la gestione dei rispettivi sistemi sanitari.

Anche qui il merito delle questioni è di-verso: Vendola è stato soltanto lambito da inchieste giudiziarie per condotte che non appaiono al momento di particolare gravità, Formigoni va sotto in-dagine dopo le imba-razzanti rivelazioni sui suoi rapporti con il fac-cendiere Daccò.

Ma quel che conta non è l’aspetto giudizia-rio, che è solo occasio-ne di qualche polemi-ca populista d’accatto: conta –e scoraggia- che

né l’asceta-poeta né il mondano-virtuoso, né il sovversivo da barri-cata né il pulitino da oratorio siano riusciti a sradicare o almeno a combattere seriamente il viluppo di interessi, di malaffare, di saccheggio che è nel ventre molle della spesa sanitaria, la voce più importante dei bilanci regionali di Puglia e Lombardia.

Conta poco, a questa stregua, che la sanità lombarda sia efficiente e ottimizzata e quella pugliese sgangherata e oberata di clientele, né è cruciale sapere se queste prassi sono state subite, colpevolmente tollerate o addirittura promosse dai due pre-sidenti.

Quel che conta è una prova di governo falli-ta, che imporrebbe le dimissioni di entram-bi per ragioni che non hanno nulla a che vede-re con il giustizialismo. I due profeti, con mo-dalità diverse, hanno mostrato di non sapere o di non volere trasfe-rire sul duro sasso del quotidiano le loro pro-fessioni di fede.

Sarà forse anche per questo che sono riusciti ad essere entrambi le-ader indiscussi in sede locale, ma sono rimasti a mezza costa nella sfi-da per le prime file.

Enrico Ciccarelli

L’autunno dei profetiil commento

Siamo con i fuoriclasse e i volenterosi, per questo sosteniamo il governo Monti

Mentre chiudiamo in tipografia questo numero di Puglia d’Oggi ignoria-mo quale sarà il risultato di Italia-Germania, ma ci apprestiamo a fare anche questa sera un tifo sfega-tato per la Nazionale.

Tifiamo per la maglia azzurra prescindendo del tutto dalle casacche di club, dal legittimo nostro essere innamorati dello stendardo del Napoli o del Bari, o di Juve, Inter o Milan (o, perché no? Pro Patria).

Incitiamo Cassano an-che se può non piacerci la sua imitazione di Checco Zalone nel parlare di omo-sessuali, tifiamo Balotelli anche se ha talvolta pose

La povertà è ovunque, da sempre, e sosta in ogni angolo di strada, su mille volti sco-nosciuti, eppure, attualmente, sembra essere l’unica e sola protagonista della so-cietà.

Ci sono mani tese, ovunque, che implorano qual-che spicciolo per mangiare, prendere un treno e bere un po’ d’acqua.

Mani di giovani, bambini, anziani, stranieri, ita-liani ma anche di concittadini che stentiamo a ri-conoscere per quegli abiti vecchi che vestono passi lenti e rassegnati.

Sono proprio loro, gli stessi ragazzi che al liceo portavano sulle spalle e con orgoglio lo zaino della serie limitata dell’Invicta: ora hanno sempre quel-lo, per raccogliere stracci e coperte, per strada e dai cassonetti.

Quei ragazzi che sognavano di diventare avvoca-ti, medici, poliziotti, vendono oggetti di ogni genere, si industriano e inventano un lavoro per sopravvi-vere.

Si improvvisano artisti, musicisti e ci riescono bene. Per ogni centesimo ricevuto, ringraziano e sorridono e, allora, scopriamo la loro ricchezza, in-teriore.

Spesso, però, la povertà materiale incontra la po-vertà d’animo di chi corre incurante verso i propri affari.

Sullo stesso marciapiede si incontrano e si fondo-no due facce della stessa “malattia sociale”, assassi-ne di sogni, speranze, dignità e altruismo.

Siamo, davvero, tutti poveri, a questo mondo?

attualMente

di Annalisa Tatarella

La ricchezzadi un povero

L’ennesimo tributo di sangue della Puglia e del Salento alla missio-ne di pace in Afghani-stan è stato, purtroppo, pagato in settimana.

Con la vita di Ema-nuele Braj, 28enne ca-rabiniere originario di Collepasso, in provincia di Lecce. A causare la morte del giovane pu-gliese un razzo 107 MM che ha colpito un cam-po di addestramento della polizia afghana non lontano da Kabul, e che ha provocato il ferimento di altri due militari.

E’ la 51esima vittima italiana di questa mis-sione, l’undicesima pu-gliese.

Questa la dichiara-zione del Coordinatore Regionale di FLI Puglia, on. Francesco Divella, sul vile attentato in Af-ghanistan in cui è mor-to il carabiniere puglie-se Manuele Braj:

“Ancora una giovane vita spezzata da un vile attentato ai danni di chi, come il carabiniere scelto Manuele Braj, era impegnato a garantire pace e democrazia in una terra martoriata.

La Puglia piange un altro dei suoi figli mi-gliori. Tutto il gruppo dirigente e i militanti di Futuro e Libertà espri-mono il più profondo cordoglio e sono vicini ai familiari di questo nostro eroe, cui siamo profondamente gra-ti, e in particolare alla moglie e al figlioletto di Manuele, così presto privato della guida pa-terna.

Ai ragazzi feriti va il nostro sentito augurio di pronta guarigione”.

Ancora sangue puglieseper la causa della pace

afghanistan

di Enrico Ciccarelli

da ragazzotto viziato, sia-mo di tutto cuore con Buf-fon, anche se forse ha il vizio del gioco.

Siamo con i fuoriclas-se e con i volenterosi, con quelli da cui ci aspettiamo grandi imprese e quelli che fanno il lavoro oscuro, con i corti e gli storti, i belli ed i brutti, quelli con tut-te stelle nella vita e quelli che “una vita da mediano”. Tifiamo per loro perché sono l’Italia.

Dovrebbe essere que-sta la ragione necessaria e sufficiente per tifare per il Governo Monti, per soste-nerlo anche –forse soprat-tutto- nelle sue incertezze e timidezze, nella sua fa-tica di fronte a difficoltà terrificanti, nello sforzo dannato che ha prodotto, finora con relativo succes-so, per salvarci la ghirba.

Noi non abbiamo nien-te contro i partiti e la dia-lettica politica: ma la fun-zione costituzionale dei

partiti è quella di contri-buire a determinare la po-litica nazionale, non quel-la di affossare la nazione.

C’è un luogo dei sogni in cui (cfr. Beppe Grillo) l’Italia dice candidamente che non ha voglia di paga-re i debiti contratti e tutto procede tranquillamente; ce n’è un altro (cfr. Silvio Berlusconi) in cui si torna alla vecchia cara liretta, si svaluta un tanto al mese e si torna ad affollare le piz-zerie.

Poi c’è l’Italia vera, quella che onora i suoi im-pegni e si assume le pro-prie responsabilità verso i cittadini, verso i mercati e verso il mondo. È l’obiet-tivo che questo Governo cerca di perseguire, finora rimediando successi più in trasferta che in casa.

Critichiamolo quanto vogliamo, ma cercando anche di porci seriamente la domanda di come po-tremmo eventualmente

sostituirlo. Per quanto affezionati

al nostro club, dubitia-mo fortemente che un Governo presieduto da Gianfranco Fini con Boc-chino all’Economia, Gra-nata Guardasigilli, Menia agli Interni e Briguglio agli Esteri sarebbe la pa-nacea per i mali d’Italia. E se lo diciamo dei nostri, figuriamoci degli altri. È il momento della Nazionale, non dei club: di esaltare ciò che unisce, non ciò che divide.

L’unica bussola di chiunque voglia servire la comunità in questo mo-mento deve essere il pre-sente e l’avvenire d’Italia. Per questo, a meno che non si possegga una por-tentosa bacchetta magica, si deve dare forza all’ese-cutivo in Italia e in Euro-pa con stimoli e sostegno convinto, non con ipocriti distinguo per interessi di bottega.

Si vuole andare a vo-tare, tanto per esercitarsi alla roulette russa? In de-mocrazia non è mai una tragedia. Attenzione, però: perché si vota per chiede-re al popolo come la pensa su ciò che si vuol fare, non per farsi dire dal popolo cosa fare.

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venerdì 29 giugno 2012 3In primo piano

Fini ritorna nell’agone politicoe prepara la nuova stagione di Fli

GLI SCENARI - I cittadini sappiano essere saggi, evitando di fare lo stesso errore di ingovernabilità che tanti danni ha fatto in grecia

nostro debito) e politiche (l’uscita di Fli dalla maggio-ranza), oltre che agli scan-dali legati alla vita privata del Presidente del Consiglio hanno incrinato il rapporto di fiducia fra gli elettori e il Pdl.

I primi segni della crisi sono rintracciabili nell’inat-tesa perdita, alle ammini-strative del 2011, del co-mune di Milano, storica roccaforte del centrodestra berlusconiano.

La caduta dello stesso governo Berlusconi a no-vembre e il forzato sostegno al governo Monti, poco ap-prezzato dall’elettorato pi-diellino, hanno contribuito a deteriorare ulteriormente il rapporto fra il maggior partito del centrodestra ita-liano e i suoi elettori, fino alla débâcle elettorale del maggio scorso.

Alcuni studi del Cise (Centro italiano studi elet-torali) recentemente resi noti, dimostrano dati diffi-cilmente confutabili.

Il primo riguarda le in-tenzioni di voto.

Il calo del Pdl nei sondag-gi è rilevato unanimemente da tutti gli istituti di ricerca e il dato medio che gli viene attribuito ad oggi (fine giu-gno 2012) è vicino al 15%. Facile prevedere una defini-tiva implosione a settembre con gli ex An che valgono un

2% pronti a unirsi a Storace, mentre Berlusconi si inven-terà l’ultimo predellino: una lista personale con gli ultimi fedelissimi con cui trattare i suoi interessi nella prossima legislatura.

Il secondo reso noto dal Cise è ancora più rilevante. L’analisi dei flussi elettorali dimostra che l’area di cen-trodestra è rimasta intatta.

Nessun elettore di cen-trodestra è diventato di cen-trosinistra. Semplicemente è il Pdl a non attrarre più questa area.

Dopo l’ufficio di presi-denza di FLI in cui Fini ha riaffermato la necessità di ricostruire l’Italia vedendo-la da destra queste analisi confermano l’enorme pra-teria a disposizione di Fini e di FLI. In politica i vuoti si occuopano. Nell’elettorato di centrodestra vi è un vuo-to incolmabile che sembra non trovare rappresentanza. L’Italia futura ha urgente bi-sogno di un “polo naziona-le” in grado di rappresentare i tantissimi delusi del Pdl e del centrodestra, posto che sul lato di centrosinistra i rappresentanti non manca-no. Dopo aver vinto la dif-ficilissima sfida dell’archi-viazione del berlusconismo, Fini e FLI hanno l’occasione di dare corpo, voce e anima a uno schieramento che rappresenti la nuova Italia.

Domani mattina a Roma è prevista l’Assemblea na-zionale di FLI con un atte-so e importante discorso di Gianfranco Fini trasmesso in diretta su Sky.

Finalmente il Presidente della Camera inizia a tor-nare sulla scena politica. Le elezioni politiche si av-vicinano, la riforma della legge elettorale ancora non è pronta e le alleanze non possono delinearsi.

Ad oggi è facile preve-dere cinque schieramenti.

Il Pd di Bersani, la sinistra alternativa di Vendola e Di Pietro, il movimento di Gril-lo, il polo nazionale di Fini, Casini e Montezemolo e quel che resta di Pdl e Lega travolti dagli scandali.

Dopo la clamorosa scon-fitta elettorale delle comu-nali, la crisi del partito di Berlusconi e Alfano è ormai sotto gli occhi di tutti, ma le difficoltà del Pdl non nasco-no nelle ultime settimane: i problemi del governo Ber-lusconi legati alle difficoltà economiche (la recessione e gli attacchi speculativi sul

Anche Bari e la Puglia si preparano all’Assem-blea nazionale di sabato prossimo, durante la quale è atteso un importante discorso di Gian-franco Fini, in diretta Sky.

Proprio in vista dell’Assemblea nazionale, che sarà aperta e presieduta dall’on. Salvatore Tatarel-la, il circolo Bari città Metropolitana dedicherà il suo consueto incontro settimanale al tema: “Fli, alla vigilia dell’Assemblea nazionale: verso la Co-stituente del Polo nazionale”.

Il dibattito, che si terrà venerdì alle ore 19.00 presso la sede Fli di Bari, in via Andrea da Bari, 157, sarà introdotto dal Presidente dell’Assemblea na-zionale, on. Tatarella, dal vice coordinatore vicario D’erasmo e dal Presidente del circolo Ventrella.

bari citta’ metropolitana

LAVORO - I malumori dei sindacati. Presidio della Cgil durante il voto alla camera. Per Bonanni (Cisl) “non è quello che ci aveva detto”

La riforma Fornero ora è leggeLa riforma Fornero del

lavoro è legge. Il testo è stato approvato (era l’ul-timo passaggio) dalla Ca-mera con 393 sì, 74 no e 46 astenuti.

“Noi stiamo cercando di proteggere gli individui non i loro posti di lavoro. L’attitudine della gente deve cambiare. Il lavoro non é un diritto, bisogna guadagnarselo, anche attraverso il sacrificio”.

In un’intervista al Wall Street Journal il ministro del Lavoro Elsa Fornero torna a difendere la sua riforma, che “non è per-fetta, ma è una buona ri-forma, specialmente per coloro che entrano nel mercato del lavoro. Ma è anche una scommessa per far cambiare men-talità agli italiani”. Dopo queste parole è scattata una caccia alle streghe, a cui il ministro ha rispo-sto così: “Il diritto al lavo-ro in senso costituzionale non è mai stato messo in discussione”. Il senso del pensiero espresso dal ministro è che “la tutela riguarda il lavoratore nel mercato e non il singolo posto di lavoro”.

Sulla riforma in sé il ministro dichiara: “conti-nuo a considerare questa riforma una buona rifor-ma”, ma il governo è co-

munque “disposto a fare cambiamenti”, perché non ci sono aspetti intoc-cabili. Parlando del ddl, che mercoledì ha chiuso l’iter alla Camera, ag-giunge: “Nessuno ha mai avuto la pretesa di avere la chiave in tasca per la soluzione dei problemi. Capisco il sacrificio fatto dalla Camera per questa limitazione della discus-sione imposta dall’agen-da europea. Adesso è importante far partire questa riforma”.

Alla domanda se le mo-difiche chieste dai partiti di maggioranza alla rifor-ma del lavoro saranno in-trodotte da luglio rispon-de sicura: “Dipende dal fatto che ci mettiamo a lavorare subito e che tro-viamo buoni accordi di effettivo miglioramento su qualche punto”.

Dai sindacati, invece,

di Fabrizio Tatarella

Un dibattito versoil Polo nazionale

sono stati espressi malu-mori, proteste e precisa-zioni. Mentre alla Came-ra si votava la fiducia sul terzo e quarto articolo, infatti, i sindacati prote-stavano. La Cgil ha orga-nizzato a Roma in piazza Montecitorio un grande presidio contro un prov-vedimento che giudica “dannoso”. Per il segre-tario della Cisl Bonanni la riforma “non risponde a quello che si era detto dall’inizio”, ovvero che

con le nuove norme ci sarebbero stati più posti di lavoro. Alle dure paro-le del leader Cisl arriva la risposta del ministro del Lavoro: “il governo ha avuto un dialogo di circa 3 mesi con le parti socia-li, per arrivare a un docu-mento approvato da tut-te le parti sociali tranne la Cgil”.

Questa è l’ennesima volta che i cittadini dan-no fiducia al governo di turno con la riforma di turno. Si spera che sia, finalmente, una buona riforma che serva davve-ro alla crescita del Paese e alla valorizzazione del-le capacità lavorative dei cittadini. A questo pun-to c’è poco da sbagliare perché la gente e stufa di aspettare ed essere pre-sa in giro. E come si suol dire…tira, tira, la corda alla fine si spezza.

di Andrea Dammacco

Il ministro Elsa Fornero

[...]non ci sarebbero state la crisi del berlu-sconismo, le dimissioni del Governo, l’incarico a Mario Monti.

Il garrulo ritorno in scena di Silvio Berlu-sconi, il grigio tramon-to di Angelino Alfano, il riposizionamento del Pdl sulle posizioni estremiste di Brunetta e Santanchè, la pro-spettiva di una nuova ed irresponsabile alle-anza con la Lega con-fermano la bontà e la irreversibilità di quella scelta. Fini non può che continuare su quel-la strada, così coraggio-samente tracciata poco più di due anni fa.

Ora dovrà dar vita a un grande raggrup-pamento nazionale, che contenga, senza disperderlo, quel nu-cleo originario, ma che si apra ai contributi di quanti hanno final-mente compreso l’im-portanza della posta in palio. Un raggruppa-mento diverso, distante

e alternativo al Pdl. Ci sarà anche qualcuno che, negli ultimi tempi, ha fatto scelte diverse dalle nostre? Che ben venga.

L’impegno è ambi-zioso e grave. C’è da salvare il Paese e, con esso, l’Europa. Occor-rono idee chiare, pro-getti coraggiosi, sacrifi-ci durissimi.

Bisognerà parlare agli italiani con parole di verità. Rifuggendo dalla demagogia. Cer-to, una scelta difficile, nuova, da non etichet-tare con aggettivazio-ni che oggi non hanno alcun significato. Non è l’alleanza dei moderati e nemmeno dei rifor-matori. Non è di centro, ma nemmeno di de-stra e di centrodestra. E’, se proprio vi serve un nome, un’alleanza di salvezza nazionale. Quella che suggerisco-no il buon senso, la ra-gionevolezza, l’interes-se nazionale.

S.T.

l’editoriale

Fini, la grandezzadella normalità

DA PAg 1

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4 venerdì 29 giugno 2012Regione PugliaCONSIGLIO REGIONALE - Premiati gli orticelli dei singoli consiglieri regionali, in un consiglio completamente svuotato di autorità

Tutti insieme appassionatamenteMentre si chiedono tagli sanguinosi e i soldi in cassa sono sempre meno, il Consiglio approva le variazioni-mancia al bilancio di previsione 2012

accedere all’ampliamento delle volumetrie in manie-ra maggiormente flessibile e con procedimenti sem-plificati anche dal punto di vista delle autorizzazio-ni paesaggistiche per in-terventi di lieve entità.

Il secondo emenda-mento, in applicazione della legge nazionale n. 14 del 24/2/2012, abroga in-vece le norme approvate dalla Regione per sanare la questione relativa alla retrocessione dei circa 560 dipendenti regionali.

L’assessore alle poli-tiche della salute, Ettore Attolini, ha dato assicura-zioni all’aula che l’obietti-vo del governo regionale è quello di porre fine in tem-pi brevi alla drammatica emergenza dovuta alla ca-renza di personale in tutti gli ospedali della Puglia. “Dopo il Piano di rientro si aprirà la stagione concor-suale – ha detto l’assesso-re”. Questo intervento ha sgombrato il campo, da qualche possibile “timore territoriale”.

Approvati a maggio-ranza inoltre due emen-damenti con primi firma-tari Lorenzo Nicastro e Fabiano Amati che attri-buiscono alla Regione, da una parte i procedimenti di Valutazione di impatto ambientale, Valutazione di incidenza e autorizzazio-ne integrale ambientale

L’Aula del Consiglio regionale

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza, nella sua ultima riunione, la legge di assestamento e di prima variazione al bilancio di previsione per l’esercizio 2012.

Una manovra che il presidente Vendola ha de-finito importante perché promuove “la Puglia regio-ne virtuosa”. “La richiesta dell’opposizione di tocca-re al ribasso le aliquote fi-scali – ha continuato Ven-

dola – è gratificante perché implicitamente si ammet-te che è stata fatta un’ope-ra di risanamento nei conti pubblici”.

All’unanimità due emendamenti a firma di Rocco Palese (Pdl): il pri-mo prevede la proroga di un altro anno (quindi fino al 31/12/2013) dei termini stabiliti dal Piano casa per usufruire delle agevolazio-ni relative all’edilizia resi-denziale e la possibilità di

Il presidente del Con-siglio regionale, Onofrio Introna, ha aperto i la-vori dell’Assemblea ri-cordando la scomparsa di due ex consiglieri re-gionali: William Uzzi di Forza Italia (dal 1995 al 2000, in cui ha rivestito anche la carica di presi-dente della commissio-ne Sanità) e l’avvocato li-berale Pasquale Calvario (dal 1970 al 1985).

Pasquale Calvario, av-vocato, esponente della cultura liberale e rifor-matrice del Mezzogior-no, è stato tra i protago-nisti della lotta politica nel secondo dopoguerra; successivamente consi-gliere comunale di Bari e consigliere nonché as-sessore alla Cultura della Regione Puglia, ha forni-

to un importante appor-to alla legislazione e allo Statuto regionali. Già vicepresidente dell’As-sociazione nazionale tri-butaristi italiani ed auto-re di numerosi saggi.

Uno dei pochi espo-nenti del mondo liberale pugliese con cui era pos-sibile lavorare in manie-ra proficua e costruttiva.

L’avvocato che contribuìallo Statuto regionale

pasquale calvario

Le inchieste a Bari con-tinuano a essere biparisan. Dopo Tarantini, dopo la Kentron, è la volta dell’in-chiesta Domino. Una vi-cenda molto delicata, che riguarda il riciclaggio dei danari sporchi di Savinuc-cio Parisi, capo incontra-stato della mala barese, e alcune contiguità con i “colletti bianchi” della cit-tà.

Dall’inchiesta della Fi-nanza emerge che il boss Michele Labellarte, poi deceduto, offrisse favori sia ai Ds, che a Forza Ita-lia. I fatti risalgono al 2005, quando nel collegio sena-toriale di Bitonto si ten-nero le elezioni suppletive per il seggio vacante dello scomparso sen. Giuseppe De Gennaro, l’inventore del Baricentro. In quelle

elezioni, il centrosinistra schierò l’on. Nicola Lator-re, storico braccio destro di Massimo D’Alema e il centrodestra, il figlio di De Gennaro, Lello, Retto-re della Lum. Sembra che nell’occasione Michele Labellarte si sia molto at-tivato per Latorre, orga-nizzandogli un comitato elettorale e alcune manife-stazioni elettorali.

Sempre il Labellarte, mentre sosteneva Latorre contro De Gennaro, non disdegnava di fare affari con quest’ultimo in opera-zioni immobiliari da milio-ni di euro. Nell’informativa della Finanza sarebbero documentati prestiti, pre-liminari e transazioni, alle quali, peró, Lello Degenna-ro, indagato per riciclaggio, si è dichiarato estraneo.

Labellarte aiutavadestra e sinistra

inchieste bipartisan a bari

Ora le vogliono ac-corpare. Un palliati-vo, una mezza via, un mostriciattolo. Vanno soppresse e basta. Par-liamo delle province. Questo governo è il solo che ha avuto il coraggio di avviare il processo di soppressione. Aveva cominciato bene, ma ora sembra intenziona-to a varare un mostro informe. La lobby dei privilegi provinciali sta avendo la meglio. Ac-cantonata, almeno per il momento, la soppres-sione, spunta l’ipotesi della riduzione, previo accorpamento. Per ca-pirci, in Puglia spari-rebbero la Bat e le pro-vince di Bari,Taranto, Brindisi e Lecce, ma resisterebbero Foggia, incorporando la Bat, e Lecce, incorporando Brindisi e Taranto. Bari, invece, diventerebbe Città metropolitana. Un inutile pastrocchio e, per giunta, tempora-neo. L’unica cosa buona sembra la riconferma di Bari come città me-tropolitana, anche se è un errore farla coinci-dere con l’intero terri-torio provinciale. Per il resto, invece, non sia-mo per nulla d’accordo. Andrebbero soppresse tutte, come si era co-minciato a fare. Perché sono inutili e costose.

Il guaio è che que-sto governo si muove solo con la logica della riduzione della spesa pubblica. Vorrebbe ta-gliare tutto, ma arriva solo fin dove lo consen-tono le lobby annidate

nelle aule parlamen-tari. Se non si posso-no sopprimere tutte, allora meglio ridurle. Se all’obiettivo della ri-duzione delle spese si accompagnasse, inve-ce, anche un organico disegno riformatore di tutta l’architettura de-gli enti locali, non solo avremmo la soppres-sione delle province, ma una complessiva e salutare riforma di tutto il sistema della rappresentanza. Una rivoluzione, che assi-curerebbe risparmi so-stanziosi e, sopratutto, maggiore funzionalità ed efficienza a tutto il sistema.

Non è difficile, infat-ti, comprendere che, se non si mette mano al sistema nel suo com-plesso, anche i risparmi di oggi, solo fra qualche mese, risulteranno inu-tili, perché il sistema, intanto, avrà prodotto altre passività. Si obiet-terà che non è questo il compito di un gover-no tecnico e a termine. Non condivido, ma an-che se fosse, chi impe-disce a uno dei partiti che sostengono questo governo di spendersi per una riforma vera e seria del sistema del-le autonomie? Sul nu-mero scorso di questo giornale ne abbiamo offerto una nostra per-sonale sintesi. Potrebbe essere una buona base di partenza per un Fli che volesse veramente dare un suo contributo alla ricostruzione del Paese.

Quel mostriciattolodell’accorpamento

province

di Salvatore Tatarella

inerenti i progetti finan-ziati con fondi strutturali, dall’altra le autorizzazioni allo scarico degli impianti di depurazione a servizio degli agglomerati secondo il Piano di tutela delle ac-que.

Respinti invece l’emen-damento a firma di Gian-nicola De Leonardis per lo stanziamento di un con-tributo straordinario di 1 milione di euro in favore dei consorzi di Bonifica della provincia di Foggia, e quello di Rocco Palese (PdL) che vieta alle agen-zie regionali e agli Iacp di assumere personale in as-senza dell’autorizzazione preventiva della Giunta.

Nel tabulato appro-vati contributi di 25 mila euro per ripristino di ope-

re pubbliche danneggiate da calamità; 50 mila per interventi a sostegno di iniziative per la pace e per lo sviluppo del mediterra-neo; 120 mila euro per la fondazione Paolo Grassi di Martina Franca ; 200 mila euro quale quota di ade-sione alla fondazione not-te della taranta e 250 mila euro per la promozione e la tutela delle lingue mino-ritarie.

Fuori dal coro Giam-marco Surico, il consigliere regionale di Fli, che parla esplicitamente di inciucio.

“Tutti insieme appas-sionatamente. Governo regionale e maggioranza fanno passare un bilancio mancia che premia il sin-golo orticello del singolo consigliere, anziché dare

risposte serie alla crisi di settori importanti e strate-gici della economia regio-nale”.

“Mentre vengono re-spinti emendamenti utili ad alleviare il peso della pressione fiscale sulla po-polazione pugliese che soffre ormai da tempo di una situazione inaccet-tabile, come quello pro-posto da Fli per eliminare l’odiosa gabella di un euro a ricetta, vengono, invece, distribuiti come caramel-le due milioni di euro con la bussola del tornaconto elettorale e non certo del bene della collettività. Re-stano, dunque, al palo tut-te le emergenze, in primo luogo quella dell’assisten-za sanitaria”.

“Altro che Consiglio re-gionale di 50 0 60 consi-glieri, ormai quello della Regione Puglia potrebbe essere composto anche da solo dieci, in quanto non conta più nulla”. Duro il commento dell’ex senato-re Curto, attualmente con-sigliere regionale di Futu-ro e Libertà.

“Molti banchi vuoti nel-le fila della maggioranza, idem in quelli del governo regionale, con un Vendo-la presente solo a tratti. L’immagine offerta oggi è quella di una Regione Pu-glia in disarmo sotto molti aspetti, ma soprattutto in termini politici”.

Pasquale Calvario

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venerdì 29 giugno 2012 5Territorio

Bari, città virtuosa che, a causa del patto di stabi-lità, rischia di passare per stracciona. Questo è quan-to ha già da tempo dichia-rato l’amministrazione a proposito del suo bilancio. E se debiti ci sono, sono quasi completamente ascrivibili a contenziosi legali originati da qualche atto della precedente am-ministrazione di centro destra.

E il Pdl, forse già pen-sando alla prossima campagna elettorale, ha pensato bene, in Commis-sione Cultura, di proporre una riduzione di ben mez-zo milione di euro per la Fondazione Petruzzelli, da destinare a quelle compa-gnie teatrali rimaste fuori dai finanziamenti comu-nali. Un gesto che non è stato nemmeno adeguata-mente commentato dalla maggioranza: il che forse dimostra come Bari man-chi del tutto non solo di una vera politica culturale, ma anche di amministra-tori in grado di progettar-ne una che non sia basata

sui soliti contributi a piog-gia, dal taglio più o meno clientelare.

Una risposta, forse, alle lamentele dell’ammini-strazione costretta a con-siderare un buco di 51 mi-lioni di euro, 27 dei quali provengono da un conten-zioso sull’asse nord sud originato ai tempi di Sime-one di Cagno Abbrescia. Questo scambio informale sul bilancio è l’unico dia-logo fra maggioranza e op-

posizione che registriamo, su un tema così impor-tante e strategico per l’in-tera comunità. Più volte il sindaco, anche sui social network, si è lamentato per il silenzio granitico di Ninni Cea e compagni, si fa per dire, sia in consiglio comunale (“sanno solo abbandonare l’aula e far mancare il numero legale” ha spesso chiosato il Sin-daco) che fuori.

Sui 51 milioni di disa-

vanzo Giovanni Giannini, assessore “al ramo” è sta-to chiaro: “Tasseremo chi ha di più, chi dispone di grandi patrimoni”, mentre ancora non è dato sapere quanto abbia fruttato la prima rimessa IMU, da di-videre fra Stato e Comuni.

Le idee dovrebbero es-sere più chiare a fine anno, quando torneremo a ver-sare a pagare l’imposta.

L’appuntamento in Aula è per il prossimo 5 luglio.

BARI - Per l’assessore giannini “verrà tassato chi dispone di grandi patrimoni”, ma è polemica con l’opposizione

Bilancio, scontro sui “buchi”

Il Comune di Bari

di Fortunata Dell’Orzo

Dopo quaranta giorni dal ballottaggio, la Città dei due mari non ha an-cora la Giunta. Il sindaco ha annunciato che en-tro una decina di giorni sarà finalmente pronta. Per adesso si sa sempli-cemente che le caselle da “occupare” sono in tutto nove: due al Pd (cui spetterebbe anche la presidenza del consi-glio), due ad Sds, una a Sel, una a La Puglia per Vendola, una all’Udc. Altri due componenti li indicherà il sindaco. Ippazio Stefàno mostra serenità ed ottimismo, ma nei partiti il clima sembra ben diverso. C’è chi spinge per il princi-pio dello scorrimento delle liste, c’è chi prefe-rirebbe adottare criteri diversi. In ogni caso gli animi sono agitati.

Sicuramente le idee

non sono chiare e du-bitiamo possano essere sufficienti una decina di giorni per risolvere la questione. I criteri per la nomina della Giunta, in-fatti, si sarebbero potuti stabilire a monte ed oggi a seguito della convali-da degli eletti in consi-glio, Taranto avrebbe già la nuova Amministra-zione al lavoro. Senza esagerare, non ci risul-ta difficile immaginare come, prima del riavvio del lavoro a settembre, il nuovo esecutivo potreb-be avere la possibilità di fare ben poco, se non adempimenti burocrati-ci come l’approvazione del bilancio. Ciò signi-ficherebbe che per cin-que mesi, fino al rien-tro dopo le ferie estive, l’amministrazione citta-dina, risulterà ferma.

Francesco Fischetti

Ancora in alto marela nomina della Giunta

taranto

www.ilvelino.it

Il consiglio regionale ha ap-provato, con 29 voti favorevoli, 28 contrari e 4 astenuti, il tra-sferimento della sede legale della Asl Bat da Andria a Barlet-ta. L’emendamento, presentato dai consiglieri regionali Filippo Caracciolo (Pd) e Giovanni Al-farano (Pdl), prevede per que-sta operazione un finanzia-mento di 350.000 euro.

L’altro consigliere regiona-le barlettano, Franco Pastore (gruppo Misto – Psi) esprime

grande soddisfazione. “Questo trasferimento

consentirà un grande rispar-mio, visto che Barletta, presso l’ospedale, possiede già nella zona amministrativa, gli uffi-ci in cui ubicare la sede della Asl e quel denaro potrà essere investito in sanità e servizi sa-nitari”. “Mi auguro - conclude Pastore - che con questo prov-vedimento si ponga fine alla provvisorietà vissuta fino a oggi e anche alle polemiche e guerre

di campanile”.Di tutt’altro avviso il consi-

gliere regionale del Pdl Nino Marmo.

“In una regione che confer-ma gli oltre trecento milioni di tasse aggiuntive sui puglie-si, che dichiara di chiudere il 2012 con un deficit nella sani-tà di circa 150 milioni di euro (formali e non reali, essendone molti di più) mantenendo il ti-cket sulle ricette e prestazioni, un consiglio regionale trasver-sale a trazione Pd, delibera di sperperare 350 mila euro per trasferire la sede legale con gli Uffici Amministrativi della ASL da Andria a Barletta. Nel mo-

mento in cui il mondo crolla, sotto i pugni della crisi econo-mico-finanziaria e del debito, gli omuncoli si occupano dei piccoli affari di bottega!”.

“Mai il Consiglio Regionale - sottolinea Marmo - aveva sod-disfatto gli istinti bassi di un campanilismo trinariciuto che segna la sconfitta -non di una persona- ma di una classe di-rigente, che avrebbe dovuto la-vorare unita per i veri interessi di una intera comunità. Acca-de tutto ciò mentre si tagliano dappertutto Ospedali e Servizi Sanitari”.

L’emendamento che finan-zia solo parzialmente l’even-

tuale spostamento della sede legale è passato con un solo voto di scarto con la modalità del voto segreto, “per di più il-legittimamente” dice Marmo “essendo stato impedito al Pre-sidente della Commissione Sa-nità di votare”.

“Il Presidente Marino era in-fatti presente in aula, accanto a Vendola, al quale stava spie-gando uno scippo perpetrato, con un altro emendamento, qualche minuto prima a danno delle Asl di Foggia, Bat, Brindi-si e Taranto ed a vantaggio di quelle di Bari e Lecce, in rela-zione alla possibilità di assun-zioni”.

Asl da Trani ad Andria, ed esplode la polemica

bat

Page 6: Puglia d'oggi n. 24

6 venerdì 29 giugno 2012Bari

Abbiamo una data. Il prossimo 5 dicembre pres-so la Corte dei Conti di Bari ci sarà la prima udienza del processo amministrativo a carico di Tommaso Affinita, ex Presidente dell’Autorità Portuale di Bari, e di altri 16 indagati tra componenti del Comitato Portuale e re-visori contabili.

Le 17 persone dovranno rispondere dell’accusa di danno erariale per l’am-montare complessivo di 11.221.962,43 euro, oltre agli interessi legali ed alle spese giudiziarie, in rela-zione ai reati addebitati.

Nell’atto di citazione fir-mato lo scorso 18 maggio dal Procuratore regionale della Corte dei Conti Fran-cesco Lorusso, si convoca-no i 17 indagati a seguito del provvedimento di con-cessione n. 3/04 con cui l’Autorità portuale barese concedeva in affidamento alla B.P.M. una serie di beni pubblici e relativi servizi, andando di fatto a creare il danno erariale a tutto van-taggio della stessa società B.P.M.

Il 23 maggio il presidente della Corte dei Conti Euge-nio Francesco Schlitzer ha fissato la data del 5 dicem-bre prossimo per la causa, determinando come ter-mine ultimo per il deposi-to di atti e documenti il 15 novembre.

Come da noi ampiamen-te ricostruito in una inchie-sta che si è sviluppata nei mesi scorsi, il pregiudizio per le casse della collettività è stato ingente, e gli illeciti

molteplici e reiterati, so-prattutto per le condizioni di eccessivo favore con cui l’allora Presidente dell’Au-torità portuale (Affinita) concedeva alla B.P.M. (sem-pre lui) una serie di beni e di immobili togliendoli alla disponibilità dell’Autorità.

In particolare sono due le accuse rivolte: aver de-terminato arbitrariamente i criteri di calcolo del canone di concessione demaniale ed aver attribuito al con-

cessionario, in comodato gratuito, parte dei beni mo-bili, arredi ed attrezzature esistenti nelle Stazioni ma-rittime affidate in conces-sione.

Un illecito vantaggio per la B.P.M. che ora qualcuno deve restituire alle casse pubbliche.

C’è stata negli anni una lunga battaglia giudiziale che, tra ricorsi e condanne soltanto adesso sembra ar-rivata all’ultimo atto.

Un giornale vive di poche soddisfazioni. Di battaglie vinte e di giu-ste cause. Sul numero scorso, abbiamo ricor-dato la battaglia vinta contro Nichi Vendola e la Regione Puglia per la riduzione del numero dei consiglieri. Prima a 70, invece di 78, e poi a 50, invece di 60.

Oggi registriamo al-tri due successi, legati a due giuste cause, so-stenute solitariamente da questo giornale, che dimostra nei fatti la sua autonomia e libertå.

Il primo riguarda il rinvio a giudizio, in-nanzi la Corte dei Conti del ras della portualitá barese, Tommaso Af-finita, già presidente dell’Autorità portuale di Bari e, successiva-mente, della Bari Porto Mediterraneo. Il Procu-ratore Generale ne ha chiesto la condanna al pagamento di oltre 11 milioni di euro per dan-no erariale. Solo Puglia d’oggi, in passato, ha dedicato spazio e arti-coli alla scandalosa av-ventura societaria della B. P. M. che finalmente è giunta alla fase dibat-timentale (5 dicembre).

Il secondo riguarda la città metropolitana, che il Governo sembra voler finalmente intro-durre, sia pure nel qua-dro di uno sgangherato progetto riformatore.

Anche qui, siamo stati i soli a vedere oltre il nostro naso e a indi-care nella città metro-politana la sola via per

assicurare, insieme a una razionale riorga-nizzazione delle fun-zioni metropolitane, un moderno ed efficace decentramento. Men-tre Emiliano e tutto il Consiglio comunale si arrovellavano inutil-mente e miopemente solo intorno ai confini delle vecchie e inutili circoscrizioni, ribattez-zate municipi, ma ri-maste comunque inu-tili e costose.

Due giuste cause, che hanno visto il no-stro giornale solitario protagonista e che, co-munque, continuano.

Nel primo caso, per seguire il processo e per chiedere le dimis-sioni di Affinita dalla comoda e lucrosa pol-trona di Amministrato-re delegato della Ram, Rete delle autostrade del mare, dove è stato collocato dal governo Berlusconi, con un lau-to stipendio da 175.000 euro all’anno. Pensia-mo, infatti, che un am-ministratore pubblico che, in pochi anni, ha procurato all’erario un danno così rilevante non possa più ricoprire alcuna funzione pub-blica. Nel secondo per svegliare una sonno-lenta classe dirigente barese, chiamandola a un dibattito serio su come e con chi realiz-zare la città metropoli-tana.

L’impegno e la fun-zione di questo giorna-le è nei fatti.

T.

Le grandi vittorie di un piccolo giornale

il commento

AUTORITA’ PORTUALE - L’ex presidente Tommaso Affinita ed altri 16 rinviati a giudizio per un danno erariale di 11 milioni di euro

Porto, a dicembre il processo

L’offerta di traghetti per l’Albania nel porto di Bari si arricchisce ulteriormente con un nuovo collegamento ma-rittimo dedicato al trasporto di merci rotabili e passeggeri tra i porti di Bari e Durazzo, in linea a partire da sabato scor-so, come è stato annunciato dall’Autorità portuale del Le-vante e la compagnia La Tnit-sea Shipping Lda. La nave lo scorso anno operava sul porto di Brindisi.

La M/N European Voyager opererà sulla linea con l’Alba-

nia, offrendo un servizio rego-lare e annuale. Con una velo-cità di circa 18 nodi la tratta durerà poco più di 6 ore.

Durante la stagione estiva, a supporto dei picchi di traffico, dal 20/07/12 al 10/09/2012, le partenze saranno giorna-liere. La capacità della nave è una delle sue caratteristiche vincenti, potendo garanti-re la presenza di circa 1.400 persone di cui 326 in con si-stemazione in cabine di varie categorie, completamente rinnovate al loro interno.

Il garage della M/N Euro-pean Voyager carica circa 400 auto oppure 450 metri lineari (30 camion da 15 mt) + 110 auto. Il viaggio con la M/N European Voyager – annun-ciano dalla compagnia - sarà veloce, piacevole e rilassante. Numerosi sono i servizi offerti a bordo, quali ristorante - self service, con cucina italiana e albanese, area videogiochi e slot machine, duty free shop, una gelateria e un’area baby park per il divertimento dei più piccoli.

Particolarmente soddisfat-to il Presidente dell’Autorità Portuale del Levante, France-sco Mariani, che ha detto: “La scelta della compagnia, è un

voto di fiducia, per il servizio di elevata qualità e compe-titività che abbiamo saputo offrire nel porto di Bari. Oggi il porto di Bari è considera-to punto di riferimento per

il traffico con l’Albania e rac-coglie oltre il 75% del traffico europeo diretto in Albania, Brindisi poco meno del 10%, e il resto, tra gli altri porti ita-liani.”

Il Porto di Bari incrementai collegamenti con l’Albania

traghetti, la european voyager sposta le sue rotte da brindisi a bari

Il Porto di Bari

a bari e la “questione culturale”

Non sappiamo come e perché il Comune di Bari continui a ipotizzare una candidatura della città a “capitale europea della cultura” per il 2019. Siamo al momento più basso e più povero di un capoluo-go di regione che viene surclassato, per iniziative e qualità delle proposte, anche da comuni molto più piccoli, per non parlare, anche grazie ai generosi fo-raggiamenti regionali, di come Lecce, il Salento e la Taranta siano diventati ormai il marchio pugliese per eccellenza.

Marketing, si dirà. Certo, ma il marketing serio non si fa con i fichi secchi o i fascinosi ex arbitri di calcio.

Qui non abbiamo neppure fave e cicorie, con i tea-

tri chiusi o commissariati, nessuna traccia di tutti gli incubatori culturali promessi in campagna elettorale (tipo l’ex mercato coperto di piazza Garibaldi) e una politica delle convenzioni agli enti di produzione che sembra rispondere a criteri poco assimilabili ad una vera progettualità culturale.

Il vantaggio è che non riceverà più nemmeno un centesimo quell’accozzaglia di saltimbanchi rozzi e poco colti, specializzati nel teatro cosiddetto dialet-tale in una città che, in realtà non ha (o non ha più) alcuna vera tradizione dialettale.

L’inquietudine, poi, viene dalla minacciata nascita di un teatro stabile di cui fanno parte alcuni gruppi e compagnie cittadine scelti e cooptati non si sa bene (anche qui) in base a quali criteri progettuali e cultu-rali, mentre sembra che di musica possano parlare solo il Petruzzelli o le sciocchezze estive del “summer village”.

Fortunata Dell’Orzo

Cosa rimane della cultura cittadina?

di Roberto Mastrangelo

Page 7: Puglia d'oggi n. 24

venerdì 29 giugno 2012 7Bari

solo che due “poveracci”, affiliati ai clan dominan-ti, erano stati gli auto-ri materiali. Mandanti e movente/i: nessuna verità giudiziale è stata raggiun-ta: sento, sempre più spes-so, parlare di un incendio del Petruzzelli, laddove la parola doloso misteriosa-mente scom-pare, quasi a rimuoverla.

E non è tutto: l’appal-to per la rico-struzione (in realtà era un puro e sem-plice restauro, ma ricostru-zione giustifi-ca qualche 0 in più) viene affidato (con l’escamotage di una lettera del Sindaco Emiliano) alla Protezione Civile ed a quell’ingegner Balducci, braccio destro

Prendiamo spunto dal-la recente inchiesta che Puglia d’Oggi ha svolto sul “torpore” che sembra affliggere la città di Bari, nonostante numerose e reiterate vicende giudi-ziarie e di costume, che l’hanno posta, purtroppo, al centro dell’attenzione mediatica nazionale.

Proviamo all’ora a rac-cogliere quella sfida a 360° e proviamo a partire pro-prio dal Petruzzelli, una saga che non deve mai scadere dall’attenzione generale.

Superfluo (?) ribadire che il Petruzzelli fu incen-diato il 27 ottobre 1991 e che dopo vent’anni di processi (condanne in primo grado, attenuate in appello, annullate in cas-sazione e tante belle asso-luzioni nel nuovo giudizio d’appello) si è accertato

sapesse la gara di appalto europea). Temo che la ri-sposta sia nella parentesi. Ma la magistratura bare-se non trova strano che la proposta alla Protezione civile venga appaltata ad una Cooperativa emiliana a circa il doppio di quan-to chiedeva il consorzio barese (tra l’altro autore del progetto). Ne sembre-rà strano che il Sindaco di Bari, a cui il Ministero affida la custodia del te-atro restaurato, in attesa che si chiarisca la diatriba con i Messeni, proprietari del teatro, si faccia con-segnare in quanto Presi-dente della Fondazione Petruzzelli il teatro dal suo Vice Sindaco, diventato improvvisamente custode sostituto (sembra un film di Bellavista). Va ricordato che l’appalto col “sistema Balducci” ha superato il doppio dei lavori previsti dal protocollo d’intesa tra proprietà ed ente appal-tante –Ministero Beni Cul-turali- e la proprietà non vuol pagare quei 25 mi-lioni di euro e passa non previsti e non concordati .

Nel frattempo scopria-mo che il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Petruzzelli, presieduto da Emiliano, che non versa una lira, pardon un euro ai Messe-ni per occupare il teatro, viene commissariato dal Ministro Ornaghi: sono emersi non meno di otto-milioni e mezzo di debiti. Decisamente scandaloso,

di Bertolaso, inquisito in tutt’Italia, per le nefan-dezze che conosciamo, fuorchè a Bari. La Prote-zione Civile, vi chiederete, cosa c’entra? Dopo oltre 15 anni che il teatro era lì, bello ed incendiato, che la cupola ed il consolida-mento statico erano stati

ultimati con pochi soldi da tempo da un Consorzio di piccole e medie impre-se locali, che i Vigili del Fuo-co avevano appena cer-tificato l’ef-fettuazione a regola d’arte della cupola e del conso-l i d a m e n t o

statico, davvero a che titolo far intervenire la Protezione civile (bypas-sando, così, per chi non lo

ma non basta, viene a gal-la anche una parentopo-li nelle assunzioni, tutte sospette e volute da quel Luigi Fuiano, figlio del sin-dacalista CGIL dello Spet-tacolo, in pensione da una vita ma sempre incatenato a quella poltrona-incarico. Il Fuiano figlio non solo è segretario artistico della Fondazione lirico-sinfo-nica Petruzzelli e Teatri di Bari, ma contemporane-amente Presidente della Commissione consiliare cultura del Comune di Bari. Incompatibile (?), certo in un paese mora-le, ma non in un Paese in cui il Sindaco, presidente per legge della Fondazione Petruzzelli, mette alla por-ta il miglior assessore allo spettacolo che Bari abbia avuto a memoria d’uomo, il prof. Nicola Laforgia, primario al policlinico di neonatologia infantile, e tiene per se quella dele-ga. Nello spettacolo, oltre lui e Fuiano, nessun altro deve, insomma metter naso, salvo per i cd. Grandi eventi (affidati all’ex arbi-tro di calcio Paparesta).

La cosa che mi interes-sa particolarmente è una domanda al Commissa-rio inviato dal Ministero presso la Fondazione Pe-truzzelli, Carlo Fuortes.

La Gazzetta del Mez-zogiorno, all’atto del suo insediamento, ha parlato di “scontro aperto tra l’ex presidente dell’ente liri-co, Michele Emiliano e la maggioranza del decaduto

consiglio di amministra-zione, che rischia di dege-nerare.

Bisogna far presto, dev’essersi detto Fuortes, anche alla luce delle accu-se rivolte martedì scorso dall’ex consigliere Sabino Persichella e dall’assessore regionale al Mediterraneo, Silvia Godelli, sulla «opaci-tà» della gestione affidata con ampia delega al so-vrintendente (decaduto) Giandomenico Vaccari.”

Ebbene dott. Fuortes, non la conosco ma lei ha un curriculum di tutto ri-spetto.

Ora lei sa bene che l’art. 21 comma 5 del Dlgs 29 giugno 1996, n. 367così re-cita: “Spetta ai commissa-ri straordinari l’esercizio dell’azione di responsabi-lità contro i componenti del disciolto consiglio di amministrazione, previa autorizzazione dell’auto-rità di Governo compe-tente in materia di spetta-colo.

Le chiedo l’azione di responsabilità relativa è stata avviata? In mancan-za per quali motivi ostati-vi?

Sarebbe opportuno, caro Commissario avviare un discorso reale sulla le-galità a Bari, comincian-do dall’evoluzione (certo non del tutto trasparente) del più grave fatto mafioso accaduto in questa terra: l’incendio doloso del Pe-truzzelli.

* PresidenteFondazione Piccinni

BARI - Ricostruzione, appalti, commissariamento, indebitamento della Fondazione, parentopoli... una storia lunga e triste

Bari: legalità e cultura,partiamo dal Petruzzelli

Il Petruzzelli fu incendiato il 27 ottobre del 1991 e

dopo vent’anni di processi si è accertato solo che due “poveracci” erano stati gli autori materiali. Man-danti e mo-vente: nessu-na verità.

La platea del Teatro Petruzzelli di Bari

La scelta migliore per la mia cucina.

www.masiellofood.it

di Gianvito Pugliese *

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8 venerdì 29 giugno 2012Speciale

Ma Frau Merkel parte per Bruxelles senza nes-suna intenzione di pie-garsi. Gli eurobond sono la strada sbagliata, sono controproducenti econo-micamente, come ha più volte ribadito. La cancel-liera lotta, invece, per dare all’Europa un “fondamen-to solido”.

In un discorso al suo

Parlamento, Merkel ha ri-conosciuto ai Paesi colpiti dalla crisi sforzi e progres-si compiuti. Con una pro-mozione piena per Roma: “L’Italia di Mario Monti ha intrapreso la strada del-la solidità delle finanze pubbliche, della cresci-ta, e della competitività”. Ma questo non significa che ci siano in vista degli

IL CONSIGLIO EUROPEO - Il momento è decisivo, come conferma Monti: “Se non mandiamo un segnale forte rischiamo molto”

Tre giorni di lunghe trattativeper mettere al sicuro l’Europa

E’ appena iniziato nell’edificio Justus Lipsius a Bruxelles il match Mon-ti contro Merkel durante il Consiglio europeo presie-duto da Herman Van Rom-puy.

Basta mediazioni e trat-tative. Entro lunedì, quan-do riapriranno i mercati, l’Europa deve dotarsi di un meccanismo anti spread che tuteli i Paesi virtuo-si o l’intera costruzione dell’Euro rischia di crolla-re.

Mario Monti sembra in-tenzionato ad imporsi que-sta volta “È un momento carico di preoccupazione per il futuro dell’Europa - ha detto Monti - ed è im-portante che l’Italia arrivi al negoziato del consiglio Ue, difficilissimo, con un tandem parlamento-go-verno”. E’ così sarà, Monti arriva al tavolo europeo con l’approvazione sulla riforma del lavoro italiana.

Per Angela Merkel la situazione nella quale si trova l’Europa è “cruciale” e i leader della Ue si sen-tono “impegnati a creare un’Europa con una valuta più forte”.

sconti. La cancelliera ha detto di sperare che dopo i progressi fatti con l’ap-provazione del fiscal com-pact, “si possa decidere anche del futuro politico dell’Unione. Abbiamo bi-sogno di più Europa che si aiuti reciprocamente” ha concluso.

Invece Hollande ha dichiarato che “bisogna approfondire l’Europa economica e monetaria, domani quella politica”.

In ogni caso, il Profes-sore va a Bruxelles con la consapevolezza che è il momento decisivo. I suoi ultimi interventi in Par-lamento danno il senso dell’urgenza e confermano i timori per la riapertura delle Borse: “Se non man-diamo un segnale forte ai mercati rischiamo molto”, ribadisce una fonte mini-steriale.

Questo vertice è stato presentato come una spe-cie di ultima spiaggia per

di Eliona Cela

la mozione parlamentare fli-pd-udc

“Si puo sostenere un governo sulle grandi riforme anche con i se e con i ma. Ma quando il governo italiano si presenta ai vertici internazionali, per spirito di patriottismo repubblicano e per interesse nazionale, crediamo bi-sogna sostenerlo senza se e senza ma”. Lo ha detto il vicepresidente vicario dei deputati di Futuro e Libertà, Car-melo Briguglio, illustrando la mozio-ne Fli-Pd-Udc di sostegno al governo Monti in vista del vertice europeo.

“Al di là delle appartenenze politi-che - ha aggiunto Briguglio - dobbia-mo tutti in questo parlamento sentire il dovere di accompagnare il governo con orgoglio nazionale, perchè l’Ita-

lia ha fatto i compiti a casa attuando le riforme e mettendo in pratica una politica di rigore che danno al Gover-no Monti l’autorevolezza e il credito per dare una risposta efficace alle isti-tuzioni europee. Ed è per questo che ci dispiace non si sia potuta fare una unica mozione di sostegno al Governo. Anche perchè - ha proseguito- in que-sta mozione è contenuto uno sguardo al futuro verso gli Stati Uniti d’Europa. Un concetto politico che deve andare oltre gli interessi di bottega e i calco-li di prospettiva elettorale. Si tratta dell’interesse nazionale e questo - ha concluso Briguglio- deve coinvolgerci tutti”.

Sostegno al governo Montiper gli Stati Uniti d’Europa

Il vento è cambiato e Angela Merkel sarà costretta a mettersi il golfino per non pren-dersi un accidente. Perdonateci la metafo-ra, ma crediamo renda al meglio l’atmosfera complessiva di un su-pervertice europeo in cui probabilmen-te si decide non solo il futuro dell’euro, ma dell’intera idea di Eu-ropa Unita, così come si chiamava questo bel-lissimo sogno nei tem-pi, nemmeno troppo lontani, in cui si esor-cizzavano i fantasmi e gli orrori della seconda guerra mondiale.

La Germania è forte e si sente forte: ma il prezzo altissimo del-la riunificazione con la sua parte orientale è stato pagato in poco meno di vent’anni an-che grazie all’Europa. Angela non potrebbe mai sostenere in buona fede d’aver fatto tutto da sola. Solo la forza europea ha consentito alla Germania di acco-gliere e inserire come forza lavoro produttiva migliaia di immigrati (alcuni dei quali fanno oggi parte della sua na-zionale di calcio, come il turco Ozli e il polacco

Podolsky). E solo l’in-consistenza politica di due personaggi come Sarkozy e Berlusconi, insieme alla tradiziona-le freddezza britannica, ha consentito questa grandeur tedesca che oggi minaccia perico-losamente l’intera Eu-ropa.

Ma il vento che è cambiato, in Francia e in Italia, insieme alla preoccupazione ame-ricana di un fallimento del principale alleato USA, potrà indurre la Merkel a rivedere le sue nozioni di politica eco-nomica e di filosofia politica: un rigore, fine a se stesso, che tenga in astratto conto dei bi-lanci senza considerare gli umani, non sareb-be piaciuto nemmeno a Immanuel Kant, che pure se ne intendeva. Il furore merkeliano, che difende la “saggezza” tedesca contro la disor-dinata lassitudine me-diterranea, ora dovrà stemperarsi di fronte alla concreta minaccia che il sogno che fu di Adenauer e De Gaspe-ri, possa dissolversi a causa di un feroce, ma astratto, culto dei nu-meri.

Fortunata Dell’Orzo

Cambia il ventoanche per la Merkel

il commento

l’Ue. Poi, oggi all’ arrivo del giorno X , nonostante le aspettative restino alte, ci si rende forse conto che un solo vertice non può essere risolutivo di tutti i proble-mi sul piatto. Soprattutto è impossibile mettere in atto alcuni provvedimenti per i quali occorre modifi-care i trattati. In quel caso, infatti, occorre tornare nei

singoli Stati e convincere i singoli parlamenti, e in alcuni casi anche col voto del popolo, a ratificare i nuovi accordi.

Ma non bisogna aspet-tare fino a domani per ave-re un primo verdetto, già oggi con Italia – Germania in campo a Varsavia avre-mo almeno un risultato sicuro.

consiglio europeo

I lavori del consiglio europeo sono guidati dal presidente Her-man Van Rompuy e poggiano su un piano che sarà vagliato dai capi di Stato Europei. Il progetto preve-de che Bruxelles possa riscrivere le manovre dei governi, crei un vero e proprio ministro delle Finanze e disegni l’Unione bancaria, aprendo alla condivisione del debito.

Sono quattro i principi cardi-ne del piano Van Rompuy: unione bancaria, unione dei bilanci, unio-ne economica e legittimazione de-mocratica.

Sull’ultimo punto la proposta è

semplice: Bruxelles dovrà avere un ruolo maggiore rispetto ai parla-menti nazionali.

Sull’unione bancaria Van Rom-puy si è posto l’obiettivo di slegare le banche dai debiti nazionali, at-traverso uno schema europeo di assicurazioni sui prestiti che possa anche frenare la fuga di capitali. Inoltre si pensa ad un meccanismo unico di salvataggio e alla vigilanza sugli istituti di credito da affidare alla Bce.

Sui bilanci il presidente del Consiglio europeo propone che gli importi delle finanziarie e i debi-

ti nazionali siano concordati con Bruxelles, con il potere per l’Europa di modificare le finanziarie dei sin-goli stati.

Nella relazione del Presidente gli Eurobond tanto indigesti alla Mer-kel non vengono citati, anche se si parla di “questione del debito co-mune” che sia “soggetto a regole ed arrivare a fasi”. Si parla di Eurobills e Fondo di redenzione, un contenito-re che dovrebbe contenere la parte eccedente del debito rispetto ai cri-teri di Maastricht (il 60% del Pil) di ogni paese. Ci sarebbe una garanzia europea, liberando di fatto i singoli governi dal peso degli spread.

Infine si penserà alle interdipen-denze economiche, sviluppando un soggetto fiscale a livello di Euro-zona.

I quattro cardini del Presidente Van Rompuy

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venerdì 29 giugno 2012 9Speciale

E’ il 15 Settembre del 2008 e la holding di in-vestment banking Lehman Brothers chiede l’ammini-strazione controllata: è il più grande fallimento della storia. I debiti ammontano a 613 mld di dollari. Eppu-re i segnali c’erano già tut-ti. Bisogna tornare indietro di poco più di un anno al 9 agosto 2007. Quel giorno il presidente della BCE Jean-Claude Trichet immette sui mercati liquidità per 95 mld di euro. Il giorno dopo la Federal Reserve ameri-cana fa un’azione analo-ga da 38 mld di euro. Due gocce nel mare secondo la banca dei regolamenti internazionali. Inizia uffi-cialmente la prima grande crisi mondiale del nuovo millennio. Quello che af-fermano più analisti del settore è che il vero pun-to zero della crisi, prima americana e poi mondiale, sta nel fatto che l’America per quasi 10 anni ha finan-ziato il mercato immobi-liare a prezzi stracciati. Si poteva ottenere facilmente un mutuo senza dover de-positare nulla. Ma questi erano mutui avvelenati perché molti erano con rata variabile e ad un certo punto schizzavano verso le stelle e così molte famiglie si trovarono a non potersi

LE ORIGINI - Il punto zero del 2007 con l’immissione di 132 milioni di euro in due giorni

La crisi bancariainguaia le famiglie

crack. Arriviamo alla fine del 2009 quando la crisi passa dal sistema della fi-nanza tout court al debito dei paesi.

Il passaggio è segnato il 25 novembre dalla crisi di Dubai world. Alle casse de-gli emiri, stereotipo della ricchezza e del lusso, man-cano 59 mld di dollari.

E’ il 10 Dicembre ed esplode il caso Grecia. Dopo le elezioni il gover-no guidato da Papandreou spiega che quello che lo ha preceduto ha truccato le cifre. Si comincia a par-lare di PIGS, acronimo per definire i Paesi da sempre anello debole dell’Europa (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna). Questi Paesi soffrono da molti anni di una scarsa competitività, di una spesa pubblica mol-to alta che ha alimentato un debito che è arrivato a livelli insostenibili. Per questo Portogallo Grecia e Spagna chiedono un pre-stito al Fmi. In cambio ri-cevono una visita della co-siddetta Troika ovvero Fmi, Commissione Europea e Bce che vigilano sui piani di risanamento dei Pae-si che hanno richiesto un prestito. A livello politico si sottolinea il susseguir-si di una serie di incontri internazionali. Il G8 lascia spazio al G20 ma è chiaro che sia Stati Uniti che Ue faticano a mettere in cam-

9 Agosto 2007: Jean-Claude Trichet immette sui mercati liquidità per 95 mld di euro. Il giorno dopo la Federal Reserve americana ne immette 38 mld. Due gocce nel mare secondo la banca dei re-golamenti internazionali.

Agosto 2007: la crisi colpisce l’Europa: BNP Pa-ribas dichiara che non è in grado di garantire la restituzione dei liquidi ai propri clienti.

15 Settembre 2008: fallisce lehman brothers annunciando debiti bancari per 613 miliardi di dollari, debiti obbligazionari per 155 miliardi di dollari e attività per un valore di 639 miliardi di dollari. Quella annunciata è la più grande banca-rotta nella storia degli Stati Uniti.

Aprile 2009: per la prima volta in Europa, il tasso di disoccupazione maschile supera quello femminile, mentre la disoccupazione giovanile subisce fortemente le conseguenze della fase re-cessiva.

25 Agosto 2009: con una deflazione del 6,5%, un aumento del deficit pubblico di 40,4 mld di euro e l’impennata degli spread fra titoli del de-bito irlandese e titoli tedeschi, l’Irlanda si trova sull’orlo del baratro

10 Dicembre 2009: esplode il caso Grecia. Il Pa-ese è sull’orlo del collasso e per le strade non ci sono altro che manifestazioni antigovernative e anti-Europa

Fine 2009: La crisi si trasforma ufficialemente da crisi prettamente finanziaria a crisi di insolven-za dei debiti sovrani.

Inizio aprile 2010: le banche portoghesi danno l’annuncio di non essere in grado di acquistare in asta i titoli del debito pubblico portoghese: co-mincia l’odissea portoghese

breve cronologia

po contromisure efficaci.E l’Italia? Qui il sistema

bancario è molto più pro-tetto quindi il contagio fi-nanziario è stato molto più contenuto. In compenso l’economia è più fragile, la crescita è ferma e ripartire sembra ancora più difficile. Il Pil italiano nel solo 2009 è crollato del 5,2%, la pro-duzione industriale di ol-tre 20 punti, questo anche perché il Paese è arrivato alla crisi dopo un 15ennio di stagnazione politica e di investimento.

Oggi non riusciamo an-cora a vedere la via d’uscita

dalla crisi, Abbiamo capito che l’occidente ha vissuto per troppo tempo al di so-pra delle proprie possibi-lità. Noi italiani abbiamo un debito troppo alto, un sistema sbilanciato sulle pensioni, sull’assistenza e che si preoccupa troppo poco dei giovani e dell’esi-genza di ricostruire il pae-se.

Questo ha causato rab-bia, malcontento. Una rabbia dei cittadini che ve-dono salvate le banche ma non i paesi, viene salvata la finanza ma non il lavoro e il futuro delle famiglie.

di Andrea Dammaccopiù permettere la casa che stavano pagando. A quel punto è cominciato un fe-nomeno devastante per la comunità americana, ovvero l’abbandono delle

case, interi quartieri in va-rie città vennero di colpo abbandonati con i prezzi delle case che comincia-rono a crollare. Il 2008 si chiude con le grandi na-zionalizzazioni bancarie. Ad agosto del 2007 la si-tuazione si fa endemica e colpisce l’Europa: BNP Paribas dichiara che non è in grado di garantire la restituzione dei liquidi ai propri clienti. L’Ue, ormai investita dal crollo, mette a punto un piano di emer-genza. Ma il vaso di pando-ra è aperto, la fiducia nelle banche è calata, l’econo-mia reale va male. Partono le contromisure ma è chia-ro che si avanza a tentoni con il piano americano ed

europeo e la stretta porta-ta avanti da Draghi con il financial stability board. Alla fine di settembre Bel-gio e Francia scoprono che c’è di nuovo un problema

in una banca relativamen-te piccola ma importante per il tipo di affari che con-duce. Si chiama Dexia e a inizio ottobre i due Paesi intervengono per la secon-da volta in 3 anni per salva-re Dexia da un crack ormai inevitabile. Il problema però non è solo quello di Dexia perché le tesorerie di tutte le principali banche europee sono pieni di titoli di stato dei paesi periferici dell’area euro. Questo si-gnifica che nell’eventualità che questi titoli dovessero essere svalutati e riportati al valore di mercato que-ste banche in alcuni casi necessiterebbero di nuo-ve iniezioni di capitali in altri casi rischierebbero il

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10 venerdì 29 giugno 2012L’inchiesta

Per comprendere al meglio la condizione della donna nella socie-tà contemporanea non si può non partire da un, sia pur breve, excursus su come le principali religio-ni monoteistiche hanno disciplinato, e disciplina-no tutt’oggi, il ruolo della stessa.

Non sorprenda, dun-que, un approfondimento sulle fonti del diritto isla-mico, ebraico e cristiano sulla condizione della donna nelle rispettive religioni, passaggio indi-spensabile per bene poter comprendere il problema.

Nel diritto islamico la legge religiosa in generale viene detta sharia, invece la scienza della legge re-ligiosa che permette una lettura appropriata ed una corretta interpreta-zione della volontà divina nel Corano viene detta fiqh.

Quelle che noi chiame-remmo fonti di produ-zione e che i musulmani chiamano invece radici del diritto sono quattro:

1) Il Corano.È il Libro sacro per

eccellenza rivelato dal Dio a Muhammad e si compone di 114 capitoli

(sure), tutti introdotte dalla formula “in nome di Dio clemente e mi-sericordioso

2) La sunna.I comandi del

Corano sono integrati d a l l a

tradizione, intesa come tutto quello che riguarda la vita del profeta e dei suoi primi compagni. Il suo comportamento, i suoi assensi taciti, le sue azioni, i suoi silenzi, le sue parole compongono la sunna e diventano nor-ma, giacché la sua vita di uomo è considerata ispi-rata dalla divinità. deci-sivo veniva individuato nella reputazione dei tra-smettitori del racconto.

3) Igma.Accanto alle due pre-

cedenti fonti scritte, il diritto islamico pone due fonti orali. Con il termine igma si intende indicare il consenso della comunità in merito a questioni reli-giose.

4) QiyasÈ senza dubbio la fonte

del diritto maggiormente controversa e p r o b l e -mati-ca.

Islam: prima degli integralistile donne erano privilegiate

INCHIESTA - Come le tre religioni monoteiste vedono la figura femminile? Quali diritti riconoscono? Come vengono concretizzati?

Il qiyas è la possibilità di creare una regola giuri-dica attraverso il ricorso al procedimento analogico, per cui da un caso disci-plinato espressamente si trae il principio che serve a regolamentare un caso simile, ma non previsto. L’ammissibilità di questo procedimento ed i suoi limiti dividono profonda-mente le varie scuole giu-ridiche in cui si articola il mondo musulmano.

Per l’Islam occorre par-tire dal contenuto teolo-gico espresso nel Cora-no, considerando che la condizione della donna nei Paesi arabi dipende molto dal modo con cui uno stesso contenuto teo-logico si è mescolato con questioni di ordine cultu-rale, sociale, economico, politico, giuridico. Il di-

ritto musulma-no classico

( f o n d a t o sul Co-

rano, la S u n -na, il

consenso dei dotti, il ra-gionamento analogico) appariva come “sistema giuridico plurale”, carat-terizzato cioè dalla plura-lità delle fonti secondarie, dalla rilevanza degli usi preesistenti e dalla varietà delle interpretazioni dot-trinali. Il Corano e l’Islam, al loro apparire, cambia-rono radicalmente la con-siderazione della donna all’interno delle culture delle tribù arabe preisla-miche.

Le donne, nel diritto musulmano classico, go-devano di enormi privilegi rispetto alle proprie simili di altre culture o religio-ni dell’epoca dell’Islam classico che va dal VII sec. d.C. al Settecento. Ma per l’essenza plurale del dirit-to musulmano, queste re-

gole generali subirono sin dall’inizio diverse inter-pretazioni ed applicazioni a seconda dei luoghi e dei

tempi, perciò la condizio-ne reale delle donne mu-sulmane non si uniformò mai a unico modello.

a cura di Melania Ricco

Nel mondo musul-mano non vi sono dub-bi o contestazioni sul principio di uguaglian-za tra uomo e donna che è considerato prin-cipio divino. Infatti, i doveri previsti dalla Shari’a, la legge islami-ca, sono gli stessi per gli uomini e per le donne.

Il Corano ha ricono-sciuto alla donna gli stessi diritti degli uo-

mini come il diritto di possedere e disporre delle sue proprietà e guadagnare, il diritto di vendere e comprare, di fare doni e la carità e di spendere il suo denaro come crede. La dote è fornita dallo sposo alla sposa per suo uso per-sonale e essa mantiene il nome della sua fami-glia piuttosto che pren-dere quello del marito .

Infatti il dibattito che oggi interessa l’Islam riguarda la questione della eterogeneità o della «necessità di isti-tuzionalizzare il plura-lismo», considerando, cioè, come cosa pos-sibile il dibattito sui modi di praticare i va-lori umani discendenti dall’Islam, e cioè sui modi di applicazione della shari’a.

Un principio divino che tutelala figura femminile nell’islam

cosa dice la legge islamica

nella religione ebraica

Le fonti del diritto ebraico sono nella Torah ovvero i primi cinque libri dell’Antico Testamento denominati Pentateuco, nella Neci’m ossia i libri dei Profeti e nel Ketuvim ovvero i libri degli Agiografi.

Accanto alla Torah scritta esisteva la Torah orale o Talmud trasmes-sa da Dio a Mosè sul Sinai e più tardi messa per iscritto con le di-scussioni rabbi-niche nel tempio di Gerusalemme sui problemi del-la legge.

Nella tradi-zione religiosa si evidenziano, nel mondo antico, le differenze di ruo-lo tra l’uomo e la donna.

Sia in una struttura fami-liare poligamica che monogamica la posizione della donna era di assoluta sottomissione dell’uomo: padre, fratello e poi mari-to. I suoi compiti erano strettamente legati alla maternità e al servizio del proprio sposo e signore.

In questo contesto maschilista essa trova riscatto e dignità nella materni-tà e soprattutto nel generare un figlio maschio: la figlia femmina non dà discendenza al padre, è necessario, a questo scopo, pertanto che nasca almeno un figlio maschio. La donna sterile è guardata con disprezzo per-ché Dio l’ha considerata non degna di generare e, generando, di collaborare attivamente con Dio nella realizzazio-ne delle sue promesse. La donna deve

quindi essere assolutamente madre per giustificare la sua stessa esisten-za, per meritare l’affetto ed il rispetto del marito e della collettività, anche se questa concezione, nella realtà e nella stessa Scrittura, fortunatamen-te, non fu così duramente applicata.

Nella religione ebraica la condi-zione della donna si definisce alla luce della analisi del testo biblico e delle leggi rab-biniche. Alla don-na viene ricono-sciuto il compito di mantenere il “cibo domestico” e la purezza fami-liare.

La donna, quindi, governa le due sfere dell’esi-stenza, cioè il corpo e l’anima. Infatti, le due ani-me dell’uomo,

anima divina e anima animale par-tecipano della attività creativa di Dio ed esprimono il paradosso della con-dizione umana, che da un lato aspira ad elevarsi nella comunione con Dio e dall’altro è attratta dalla materialità delle cose. Inoltre, la donna rappre-senta la parte mancante dell’anima dell’uomo, solo all’anima unita è con-sentita la conoscenza di Dio. In que-sta visione, la donna è compagna, è il completamento dell’unità, è la custo-de dei tempi e dei rapporti sessuali, è l’interlocutrice e la guida spirituale. In questo senso, secondo la Torà la donna è superiore all’uomo per ec-cellenza, colei che deve far emergere l’essenza delle cose della creazione.

Nella visione ebraica la donnaè compagna e completamento

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venerdì 29 giugno 2012 11L’inchiesta

L’alterità per eccel-lenza: la diversità pri-maria e assoluta alla base della vita. Se la cultura svaria, la bio-logia è apodittica. Ma-schio e femmina sono “altro” da sempre e, per quel che se ne può ca-pire, per sempre. Ma Il dimorfismo sessuale è quasi immediatamente evoluto in differenzia-zione sociale, di ruoli, di responsabilità.

Il Genesi com’è noto riporta due versioni della Creazione, e nella seconda viene fuori la famosa costola di Ada-mo, a sancire un’op-pressione e un senso di superiorità del maschio contro cui ancora si combatte, e si dovreb-be combattere uniti, uomini e donne. La cosa è talmente atavi-ca che, solo per restare all’Italia, abbiamo do-vuto aspettare la secon-da metà del ventesimo secolo per una riforma del diritto di famiglia (e del diritto penale e di procedura penale) che cancellasse gli obbro-bri del delitto d’onore

o dello stupro “delitto contro la morale”.

Altrove, e non solo a Sud del mondo o dove le donne sono costrette al velo, stanno lottando ancora.

Il problema è pro-prio questo: a fronte di una dichiarazione uni-versale dei diritti umani (1948) che ha come dire messo dei paletti inva-licabili, quanto senso ha ancora tollerare che membri delle Nazio-ni Unite impediscano alle donne di andare a scuola o impongano il matrimonio alle bam-bine “per consuetudine culturale”?

Troppo comodo fare la guerra ad alcuni e ammettere altri ai mas-simi consessi interna-zionali in nome delle materie prime che con-trollano.

In realtà, questa è un’emergenza globale, come la fame o la de-sertificazione.

L’ altra metà del cielo (nella felice definizione di Mao) spesso è co-stretta a cacciare le sue nubi da sola.

Maschio e femmina li creò...

il commento

L’attività dei fedeli sot-toposti alla chiesa cattoli-ca è disciplinata dal dirit-to canonico.

Le fonti del diritto ca-nonico si suddividono

in fonti di diritto divino, come la Rivelazione rap-presentata dalla Bibbia e la tradizione ossia le ve-rità rivelate agli Apostoli, gli insegnamenti dei Padri

La questione femminile nella Chiesa di Roma

CATTOLICESIMO - La donna compartecipe della caduta nel peccato così come è compartecipe della salvezza

gnata la Buona Novella, saranno delle donne le prime a diffondere il Van-gelo.

Fin dal principio la Chiesa si presenta com-posta di uomini e donne che pregano, senza con-fusione di ruoli, ma senza preclusioni per nessuno. Gesù, quindi, nella sua azione salvifica ricostitui-sce quella comunione uo-mo-donna che il peccato aveva guastata.

Anche le donne, quin-di, trovavano nella religio-ne cristiana quelli spazi di realizzazione della pro-pria personalità e di mis-sione, che diversamente erano negati dalla menta-lità dell’epoca.

La Chiesa cattolica, oggi, anche andando con-tro corrente ha ribadito e ribadisce, nel suo magi-stero, la specificità dell’es-sere donna, in un’unità redenta con l’uomo, nel-la maternità e nel dono di sé, con tutto l’apporto

specifico della sua femmi-nilità, senza competitività o spirito di rivalsa ma con generosità e consapevo-lezza della sua dignità e della molteplicità delle sue possibilità.

La Chiesa, oggi, inizia a riconoscere alla donna un ruolo attivo, pensan-te, teologicamente rile-vante al suo interno.

Nel cristianesimo la donna ha tutti gli stessi diritti dell’uomo e la sua stessa condizione, poiché è caratterizzata dalla di-gnità eguale a quella del maschio, entrambi infatti sono figli di Dio. Il cristia-nesimo senza dubbio si impose come una religio-ne assolutamente nuova nello scenario dell’epoca e giocò questo ruolo nuo-vo proprio con riguardo alla condizione femminile ed a partire dalla eman-cipazione della donna: infatti, non per caso, su-bito dopo la risurrezione, Cristo si mostra per primo

proprio alle donne . Il vangelo, quindi, contiene un messaggio di libera-zione nei confronti delle donne, che furono subi-to coinvolte nel compi-to della diffusione dello stesso vangelo. Dal punto di vista teologico, la ri-flessione sulla condizione e sul ruolo della donna nella Chiesa tende a ri-scoprire i valori femminili generalmente riconosciu-ti come valori fondamen-tali per la chiesa sia sotto l’aspetto simbolico sia sotto l’aspetto del suo apporto funzionale, cioè riconoscendo come pro-prie e fondamentali per la chiesa le sue capacità e la stessa femminilità. Si trat-ta, pertanto, di dare spa-zio teologico alla identità femminile perché il con-tenuto più autentico del vangelo si traduca nella vita quotidiana.

Nell’esperienza delle chiese cristiane nel cor-so dei secoli è venuta a crearsi una cosiddetta “questione femminile” a motivo della non corri-spondenza dell’esperien-za storica con la semplice chiarezza del contenuto teologico dei vangeli e della dottrina cristiana. Si deve riconoscere che esistono ancora difficoltà materiali che ostacolano lo sviluppo e la piena sti-ma dei valori femminili nella vita della chiesa. Non esistono ostacoli te-ologici o ideali alla pro-mozione della donna, ma esistono al contrario problemi nell’esperien-za quotidiana che impe-discono la piena realiz-zazione del principio di eguaglianza nella com-plementarietà.

di Fortunata Dell’Orzo

della Chiesa e delle Auto-rità Ecclesiastiche, e fonti di diritto umano scatu-rite dalle autorità costi-tuite della Chiesa come il Pontefice ed il Conci-lio Ecumenico, il Sinodo dei Vescovi nonché fonti rappresentate da Conci-lii particolari, conferenze Episcopali e pronuncia-menti di Vescovi diocesa-ni.

Il ruolo della donna e della femminilità nella religione cristiana è pro-fondamente segnata dal Mysterium salutis ed è attraverso l’immenso ruolo di Madre del figlio di Dio, Gesù, che questa donna svolge la sua per-fetta parità con l’uomo, voluta da Dio nella cre-azione e perduta con il peccato originale.

La relazione uomo-donna è guastata quindi dal peccato di entrambi. E come la donna è stata compartecipe della cadu-ta, così sarà comparteci-pe della salvezza.

Grazie a Maria, simbo-lo della nuova creazione, l’umanità redenta può sperare di vivere la re-lazione uomo-donna in una paritaria collabora-zione.

Gesù, nella sua atti-vità terrena valorizzò la presenza femminile, tan-to da non disdegnare di rivolgersi direttamente ad una donna. Spesso fu proprio accusato di dare confidenza alle donne, permettendo alle donne di rivolgergli domande e rispondere loro.

Le donne seguiranno Gesù fin sotto la croce. Sempre alle donne Gesù risorto apparirà per pri-mo, ad esse sarà conse-

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12 venerdì 29 giugno 2012

non facciamo beneficen-za”.

Allora il sindaco, in-caricato dalla società rossonera, ha cercato di raccogliere le forze im-prenditoriali per allesti-re una cordata ma, dopo proclami di vittoria e di orchestre pronte a suona-re, il progetto è fallito an-cor prima di nascere.

Anni fa Stallone mise insieme prima 10 e poi 8 soci per rilevare il Foggia da Coccimiglio e allora ci riuscì, senza dar niente in cambio o con la promes-sa di una attenzione per le loro attività imprendi-toriali da parte della cosa pubblica? Non possiamo saperlo e lungi da me fare illazioni che potrtebbero infangare chi ci ha rimes-so soldi e tempo. La realtà è quella che oggi il sinda-co non riesce nemmeno a ricavare delle sottoscri-zioni per sponsorizzazio-ni: praticamente il sinda-co è solo nella battaglia.

Questa gente eviden-temente non deve nul-la alla città perchè tutto quello che ha avuto era nei propri sacrosanti di-ritti? e poi non è vero che ciascuno può fare quello che vuole con il proprio denaro? Certo il sindaco di una giunta traballan-te e con gli imprenditori

Foggia

IL COMMENTO

Più sicuri grazie a loro

di Fabrizio Tatarella

Il blitz delle forze dell’ordine che ha per-messo di sequestrare e rendere inoffensivo l’imponente arsena-le dei clan tra Foggia, Cerignola ed Andria, con le diciannove ordi-nanze di custodia cau-telare in carcere emesse dalla magistratura, impone tre considera-zioni fondamentali: la prima è che il livel-lo di organizzazione e pericolosità della ma-lavita cresce in misura esponenziale, e sono evidentemente tuttora attivi i canali con cui i clan riescono a procu-rarsi armi da guerra; la seconda è che cresce, nelle attività mafiose, il ruolo e il grado del “personale femminile”: l’epoca in cui le don-ne erano garanti della tranquillità delle retro-vie, impegnate in com-piti di consiglio o sem-plicemente ancillari è un ricordo del passato.

L’ultimo, ma il pri-mo per importanza, è il senso di gratitudi-ne per la costanza, il coraggio e l’impegno delle forze dell’ordine e dei magistrati. Incu-ranti degli altissimi rischi, senza deflettere per le risposte spesso scoraggianti della po-litica e della pubblica amministrazione, giu-dici, poliziotti, carabi-nieri e finanzieri con-tinuano ad infliggere colpi severi alla società illegale, permettendo a quella legale di vivere con maggior sicurezza e serenità la propria vita.

Le parole non sono certo sufficienti ad esprimere la gratitu-dine di noi tutti, che deve tradursi anche in collaborazione e con-sapevolezza; ma anche le parole sono impor-tanti, e noi vogliamo pronunciarle chiare e forti: grazie per fare fino in fondo il vostro dovere; vi siamo debi-tori.

Calcio, anche a Foggiacala il sipario finale?

SPORT - Mancano circa cinquecentomila euro. Forse la squadra dovrà ripartire dall’Eccellenza dopo 92 anni

di Claudio Aquilano

Stamane una confe-renza stampa del patron Casillo e del sindaco di Foggia dovrebbe fare il punto sulla vicenda del calcio a Foggia, che mi-naccia di scomparire dopo novantadue anni. Il popolo rossonero vive questa situazione con un misto di rabbia, amarezza e sconforto.

Sintetizza bene questo stato d’animo quanto ha scritto sul werb Alberto Mangàno, scrittore ap-passionato di storia loca-le e conoscitore profondo della vicenda calcistica. “Dalla vicenda US Fog-gia ho imparato in questi giorni una cosa fonda-mentale e cioè che nes-suno “fa niente per senza niente”: mi dispiace che questa lezione l’abbia imparata dagli spagnoli della Platinum ai quali, a pelle, non ho mai credu-to e con i quali, attraver-so programmi sportivi ai quali partecipavo, non c’è mai stato un buon rapporto- Questa gente sarebbe venuta a Foggia per fare tutt’altro e nel contempo si sarebbe in-teressati anche alle vicen-de del Foggia.

“Noi diamo se ricevia-mo, perchè ovviamente

Ieri mattina, presso la sala Giunta dell’Ammi-nistrazione Provincia-le, l’Istituto Autonomo Case Popolari della pro-vincia di Foggia presen-terà alla cittadinanza, agli stakeholders e alla stampa il proprio “Bi-lancio di missione so-ciale 2005-2010”.

Si tratta di un’esau-stiva pubblicazione di quasi 140 pagine che non si limita a riporta-re le nude cifre dell’im-ponente attività svolta dall’Istituto, che nella sola provincia di Foggia è proprietario di qua-si 11.400 alloggi, ma le organizza e spiega in una logica di contesto, permettendo al lettore di avere un’idea precisa della situazione e delle prospettive. Una scel-ta in linea con le nuove esigenze di trasparenza

e accessibilità della co-municazione della pub-blica amministrazione.

“Attraverso la ren-dicontazione sociale” dice il commissario straordinario dello Iacp di Foggia, dottor Dona-to Cafagna “vogliamo rendere espliciti i risul-tati del nostro opera-to, confrontarli con gli obiettivi che ci siamo

preposti di raggiungere e mettere gli operatori del settore, le altre isti-tuzioni, tutti i cittadini e in primo luogo i nostri utenti, nelle condizioni di verificarne il grado di attuazione, nella consa-pevolezza che è nostro dovere rendere cono-scibili a tutti gli effetti ciò che la nostra attività produce.”

Presentato alla stampa il bilancio di missione sociale

foggia - iacp

che si prendono gioco di lui facendogli rimangiare per intero l’orchestra che aveva prospettato, do-vrebbe fare una conferen-za stampa e spiattellare una volta per sempre le difficoltà che si incontra-no nell’amministrare una città come Foggia.

E’ vero che Foggia ha problemi più seri del cal-cio e che un’amministra-zione dovrebbe pensare a tutt’altro ma, senza di-lungarmi sui vantaggi in termini di immagine dei quali ha goduto tutta la città in questi anni, vor-rei ricordare a tutti che il calcio rappresenta un fe-nomeno sociale di aggre-gazione che dovrebbe es-sere tutelato e rispettato.

Non entro nel meri-to delle responsabilità dell’attuale proprietà per-chè non sono in grado di stabilire se due anni fu un affare liberare gli otto soci oppure c’è stata una catti-va amministrazione nelle due stagioni successive, però quando si arriva ai titoli di coda la colpa è di tutti.

Armiamoci per un fu-

turo calcistico nel mondo dilettantistico e se è vero che tutto è trasparente e che quando si viene eletti non è assolutamente vero che esistono dei potenta-ti alle spalle, gli stessi che oggi non devono niente a nessuno, allora basterà fare un’onesta campagna elettorale per mandare tutti a casa e quindi forse ce la potrò fare pure io.”

madonna del rosario

La questione è stata sollevata dagli articoli del-la collega Tatiana Bellizzi sul Mattino di Foggia: nella parrocchia della Madonna del Rosario a Foggia accadono cose che meritano attenzione ed approfondimento, sullo stretto crinale che di-vide la fede dalla superstizione.

In quella comunità, infatti, la funzione liturgi-ca del giovedì è caratterizzata da una partecipa-zione dei fedeli di grande intensità, che culmina abitualmente nello svenimento di una o più per-sone.

Uno svenimento che –a quanto ci dicono- sa-rebbe caratterizzato da benessere e serenità, come una sorta di abbandono nella Grazia divi-na. Fin qui, non avendo la capacità di addentrar-ci in dispute teologiche, non vediamo particolari problemi.

Il discorso cambia, però, rispetto alla circo-stanza documentata che a queste funzioni parte-cipano anche minori, ragazzini di otto-dieci anni che a loro volta vengono “toccati dallo Spirito”, cioè accusano perdite di conoscenza e sveni-menti.

Massimo rispetto per le manifestazioni di ogni fede, anche quando appaiono strane; tuttavia ci sembra che esporre dei bambini ad esperienze di questo genere non sia né giusto né prudente.

Il Vescovo intervenga.c.a.

Una vicendadavvero spinosa

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venerdì 29 giugno 2012 13Cerignola

Mi per Metta, Direttore.Anni fa’, la mamma di un mio assi-

stito, noto, incallito, plurirecidivo la-dro di auto, annunziandomi l’ennesi-mo arresto del pargoletto, colse la mia espressione disgustata:

sarà stata la terza volta in un mese; anche per lo scafato penalista la cosa cominciava ad essere intollerabile.

A tutela del giovin figliolo, la si-gnora precisò: “Si, ha rubato un’altra macchina, avvocato, ma il proprieta-rio aveva lasciato le chiavi vicino al quadro”.

Per la brava donna, la disattenzio-ne del proprietario giustificava, scu-sava, rendeva non perseguibile, il pur conclamato furto.

L’episodio mi tornava in mente, ri-pensando alla GEMA e ai 10 milioni di euro, fregati al Comune di Cerignola.

Di furto si tratta; specificatamente, di peculato pluriaggravato e plurimo (visto che ha fottuto parecchi Comu-ni, tutti imbelli ed imbecilli come il nostro), con attenuanti del tipo “ladro di autovettura”.

I soldi sono spariti, ma...Saracino, il dirigente pluri premia-

to, pluri ricompensato per la bravura, la diligenza, la intelligenza, la capaci-tà, la tenacia, la pervicacia, lo spirito di sacrificio e il cavolo che lo frega, era distratto:

stava a contare le migliaia di euro, che incassava Lui, poteva mai dare retta a quello che incassava la GEMA?

Gallo, l’assessore di razza, quello che avrebbe cambiato, rivoluzionato, santificato la vita politica cittadina; l’embrione scelto e preferito dalle ovaie della nuova intellighenzia, rac-colta intorno a personaggi come Gio-vanardi e suoi clandestini adepti;

non poteva badare ai soldi che

Gema si fregava, aveva da cambiare le sorti della politica cittadina.

E quando, il suddetto se ne accor-se, invitò al silenzio, all’omertà, al citt citt.

Si vede che a queste conclusioni era giunto il sinedrio di intellettuali che il giovin assessore frequenta.

Mentre Gallo invitava a tacere, la GEMA fotteva, oh come fotteva...

Il Sindaco poteva intervenire,ma...... era prima tranquillo, poi fidu-

cioso, indi speranzoso, infine certo e poi di nuovo, tranquillo, fiducioso, speranzoso,c erto, i soldi torneranno.

Vedrete, disse il Gianna, “mettera-no i piedi e torneranno a casa, i soldi”, come Lassie.

La Gema, come la mamma di quel gaglioffo, ladro di auto, potrebbe giu-stificarsi alla stessa maniera:

io rubavo, sicuro; ma pure loro...Non controllavano; ma mica da

adesso non controllavano.Perché se non controllava il centro

destra, pure al tempo del centro sini-stra, ne avrà fatto di affari la GEMA prendendo, a nostra insaputa, in pre-stito i nostri soldi.

E lo sapevano tutti, politici di de-stra e di sinistra: ché l’andazzo dura da almeno un decennio.

Tutti lo sapevano,eccetto i cittadi-ni.

Tutti chiudevano gli occhi.E chi volesse spiegazioni del perché

in 40 Comuni 40,Sindaci, Vice, Assessori e Dirigenti

non vedevano, non agivano, tollera-vano,

dovrebbe dare una occhiata agli as-segni staccati dalla signora GEMA.

Nel periodo... campagna elettora-le...

Franco Metta

Il ladro incallitoe il derubato stolto

mi per... metta!

Un Prg che è già vec-chio. Forse inadatto al territorio. E’ necessario continuare ad andare avanti con modifiche da effettuare allo strumen-to urbanistico. Andando nuovamente in Consiglio comunale cercando di ri-compattare nuovamente la risicata maggioranza.

Adesso è il momento della variante alla zona Fornaci. Famosa per le “macchie di leopardo”, nel senso che in alcune zone si può e si è potuto costruire in altre no.

Il motivo? Chiedete al solito diri-

gente dell’Ufficio tecnico comunale. La variante della zona Fornaci è la stessa per cui il sindaco Giannatempo è stato re-

Amministratori:rallentati o bloccati?

Il sindaco giannatempo ammette il rallentamento dell’azione amministrativa

Da ieri, il pulmi-no che accompagna i bambini disabili ad Andria, in un centro attrezzato, non passa più. Mancanza di sol-di per il carburante, fanno sapere da Piaz-za della Repubblica. Quello che è certo è che da ieri, in quelle fa-miglie, tutto è cambia-to. A turno, uno dei due genitori dovrà neces-sariamente assentarsi dal proprio lavoro. Ieri, la protesta dei genitori è arrivata fin dentro le mura del Consiglio co-munale.

“Perché a Canosa, in un centro molto meno importante del nostro, questi disagi non si ve-rificano mai?”, è la do-manda di quasi tutti i padri.

Nessuno riusciva a dare delle spiegazio-ni plausibili, neanche Spione, assessore ai Servizi Sociali. Una madre si lamentava: “Magari, se il Comune

fosse stato più attento a quei dieci milioni di euro che la Gema ci ha sottratto, a quest’ora non saremmo qui a protestare”.

Sicuramente, un po’ di colpa deve essere attribuita anche alle cooperative sociali, poiché non possono appoggiarsi sempre alle tasche comunali, però, questo “accor-do”, evidentemente, ha contribuito a portare qualche voto in più alla compagine gian-natempiana. In questi giorni, il nuovo asses-sore, Spione, ha parlato di allarme sociale per i guasti al digitale ter-restre. Caro assessore, che qualche centinaio di persone non riesca a vedere Italia - Croazia non è allarme sociale. Magari, il fatto che i bambini disabili non avranno più un mezzo che li trasporti in centri attrezzati, invece, sì.

Carlo Dercole

“Non ci sono soldi”, i disabili restano a piedi

la protesta

centemente aggredito in sala consiliare durante un incontro informale con i proprietari di questi suoli. Poco tempo fa, quindi, è stato malmenato ed oggi già dichiara che si farà la variante. Parola di Gian-natempo. E la Città ride. A me viene da ridere non solo per le solite promes-se che, poi, non riesce a

mantenere, ma soprattut-to perché lo stesso Sinda-co ammette che a causa della crisi politica peren-ne, ma anche per il pro-blema Gema, non riesce ad amministrare la nostra Cerignola.

E lui lo dice candida-mente. Come se fosse una cosa normale. Queste le sue parole di “faccia di

di Enzo Pece gomma”: “Le ben note vicende di carattere poli-tico e finanziario degli ul-timi mesi hanno rallenta-to la nostra azione anche riguardo alla risoluzione positiva della vicenda. Adesso cercheremo di recuperare il tempo per-duto, tentando di portare l’argomento in Consiglio Comunale entro la fine di luglio”.

Asserendo tutto questo non si fa che confermare la nullità di questa ammi-nistrazione comunale. Si è fermi da tempo. In due anni non si ricorda una sola delibera degna di tale nome. Notiamo solo la loro follia senza limiti.

Riescono ad ammette-re loro stessi la pochezza delle loro azioni. Almeno sono modesti. Ecco. Gli resta solamente questo.

E’ tempo di mare. Voglia di estate. E a Ce-rignola il mare non c’è. Ma a quello che è il terzo agro più vasto in Italia manca veramente poco territorio per averlo.

Tre chilometri. Que-sta è la distanza che ci separa dal mare. Mi vie-ne in mente quando so-stenevo che bisognava annettere questi pochi chilometri che ci avreb-bero consentito e ci con-sentirebbero di fare un salto di qualità. Alla fine della strada provinciale Rivolese sbatteremmo la faccia contro il villag-gio di “Foggia Mare”. E perché no, anche della futura “Cerignola Mare”.

Ecco quello che mi pia-cerebbe fare. Con la pos-sibilità, tra l’altro, anche di accedere a nuove for-me di finanziamento pubblico per il solo mo-tivo di avere lo sbocco a mare. Altro che avere “Cerignola…Campa-

gna”. Una stazione ferro-viaria a cinque chilome-tri dalla Città. Non esiste da nessuna parte. Solo da noi. Ecco. Mi piace-rebbe avere la stazione ed i treni in Città e lo sbocco al mare. Invece…

Enzo Pece

Il mare e la stazione in città E invece niente di tutto questo

voglia di estate

Sono dieci i parame-tri indicativi di un defi-cit strutturale.

Superarne cinque si-gnifica essere in dissesto conclamato. Il Comune di Cerignola ne sfora 4, ma è come se avesse sforato anche il quinto e, dunque, se non uffi-cialmente, di fatto è in dissesto.

Per Metta e La Cicogna il Comune è già ora in dissesto finanziario

comune

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14 venerdì 29 giugno 2012

Non impegni specifici, ma un mucchio di racco-mandazioni, riconosci-menti e riaffermazioni.

Questo sembra esse-re l’effettivo risultato del summit sulla Terra tenu-tosi a Rio de Janeiro tra il 20 ed il 22 giugno, chia-mato anche Rio+20. Venti anni fa, infatti, sempre nella capitale brasiliana, si svolse la Conferen-za delle Nazioni Unite sull’Ambiente e sullo Sviluppo, nel corso della quale vennero raggiunti risultati tanto importanti quanto impegnativi che riguardavano soprattutto la riduzione delle emis-sioni dei gas serra.

Vent’anni dopo, la spe-ranza era quella di ema-nare un documento che mettesse nero su bianco sfide coraggiose, ed inve-ce la parola più usata per descrivere Rio +20 è stata “delusione”. Delusione, perché si sarebbe potu-to decidere molto di più soprattutto in materia di economia verde e svilup-po sostenibile.

Delusione, perché le 49 pagine del documen-to finale, intitolate “Il divenire che vogliamo”, sono prive di reali inten-sioni, di numeri concreti, di decisioni importanti per salvare il nostro fu-

turo perché, come ha detto il Commissario Ue all´Ambiente, Janez Po-tocnik, “se continuiamo a usare le nostre risor-se al tasso attuale, entro il 2050 avremo bisogno dell´equivalente di oltre due pianeti per il nostro sostentamento”.

Delusione, perché questo ennesimo impor-tante appuntamento in-ternazionale, come tutti quelli che si stanno svol-gendo e che si sono svol-ti nei giorni scorsi nella metropoli brasiliana, sembra che siano gestiti e portati a termine senza coraggio ed ambizioni.

Ma quanto è cambiato il nostro pianeta in venti anni? Dal 1992 ad oggi si sono aggiunti un milione e mezzo di esseri umani, vale a dire maggiore ri-chiesta di acqua, cibo ed energia.

La popolazione urba-na è passata da circa 2,4 miliardi di abitanti ad ol-tre 3,5. In 20 anni abbia-mo perso 300 milioni di ettari di foreste. Dall’ini-zio degli anni ´90 fino ad oggi le emissioni di CO2 sono aumentate del 49%. Citando lo storico Jhon McNeill “l’uomo rivaleg-gia con la natura” e que-sto “giochino” con Ma-dre Terra ci sta costando caro: negli ultimi 20 anni catastrofi di vario tipo

L’evasione fiscale è un problema europeo e non solo italiano. Per combatterla, la Com-missione europea ha presentato una nuova comunicazione con la quale rafforza le misu-re in vigore e prevede nuove iniziative al fine di contrastare l’eva-sione in Europa. Dalle varie statistiche risul-ta che la dimensione dell’economia som-mersa in tutti gli Stati membri è pari a circa un quinto del Pil totale, per un importo di 2mila miliardi di euro. Una battaglia che non può essere combattuta solo a livello nazionale. Te-nendo conto della glo-balizzazione dell’eco-nomia e dei progressi tecnologici, è evidente che iniziative nazionali isolate non permetto-no di risolvere questo problema. Pertanto, la comunicazione defini-sce una strategia a tre livelli: nazionale, euro-pea e internazionale.

Gli Stati membri devono cercare di mi-gliorare le loro capa-cità amministrative a livello di riscossione delle imposte. Inoltre, devono facilitare la

possibilità di mettersi in regola per chi voglia farlo, ad esempio, pre-vedendo programmi di denuncia volontaria. Le iniziative attuate per combattere la frode fiscale a livello europeo sono risultate efficaci. Ad esempio, grazie alla direttiva dell’Unione europea sulla tassa-zione dei redditi da risparmio, lo scambio di informazioni tra gli Stati membri sui con-tribuenti non residenti riguarda un importo dell’ordine di 20 miliar-di di euro. Ora la sfida consiste nell’approfon-dire tale cooperazione e nel rafforzare gli stru-menti comuni. Ma per rendere realmente effi-cace l’evasione fiscale, ci vuole anche il livello internazionale e per questo viene inserito nella comunicazione la possibilità della Com-missione europea di negoziare per trovare accordi più incisivi in materia di tassazione dei risparmi nei paesi extra-europei. Algirdas Semeta, Commissario europeo per la Fiscali-tà, ha dichiarato: “Oc-corre essere chiari, gli evasori fiscali depre-dano i comuni citta-dini e privano gli Stati membri di risorse pre-ziose. Questa pratica deve essere eliminata se vogliamo sistemi fi-scali equi ed efficaci. La volontà politica di condurre con maggio-re energia questa bat-taglia esiste ed è giunta l’ora di passare all’azio-ne”.

Vincenzo Matano

Reati fiscali, eccole misure concrete

commissione europea

Continua la competizione dei Paesi membri per l’accesso ai fondi Ue per la ricerca. Il 10 luglio pros-simo parte l’ultimo bando di gara per il VII Programma Quadro Ue, un programma che prevede fondi pari a 126 mln di euro anche per le attività spaziali europee. Per questo l’Agenzia Spaziale Italiana ha pro-mosso ben tre focus, sul sistema di navigazione satellitare Galileo, sul sistema di monitoraggio ambien-tale e sicurezza civile Gmes e sulle Attività di ricerca per lo sviluppo di nuove tecnologie spaziali.

“Sono tre seminari che servono alla comunità spaziale e scientifi-ca italiana a preparsi al meglio per questa importante gara europea” spiega Augusto Cramarossa, re-sponsabile Unità Rapporti Nazio-nali e Internazionali dell’Asi. “Que-sto bando di gara non è però l’unico obiettivo dei nostri workshop. I fo-cus servono infatti a prepararsi an-che -sottolinea Cramarossa- in vista del prossimo maxi programma eu-ropeo per la ricerca Horizon 2020, una competizione internazionale

che prevede ben 1,7mld di euro de-dicati interamente a progetti per lo spazio. Cercheremo di presentare all’Ue progetti italiani vincenti”.

E dopo il workshop su program-ma Galileo, è toccato al sistema Gmes, il sistema Global Monitoring for Environment) sul quale ricer-catori di Asi, Esa, Ingv, Cnr e Ispra, insieme a dirigenti del Miur e della società e-Geos (Asi-Telespazio), si sono confrontati con un focus nel quale sono stati presentati proget-ti di ricerca. “Il programma satel-litare Gmes -spiega Cramarossa, delegato Asi al Consiglio Esa e al VII Programma Quadro- è uno dei programmi bandiera delle attività spaziali dell’Ue e il suo obiettivo è il monitoraggio dell’Ambiente e la sicurezza civile”.

Dal contrasto all’immigrazione clandestina e agli sbarchi illegali, dai traffici illeciti ai disastri naturali, Gmes, una volta pienamente opera-tivo, punterà i suoi sofisticati occhi sul pianeta per supportare l’attivita’ di sicurezza civile dei Paesi membri europei. Ma non solo. Con Gmes

dallo spazio lavoreranno anche so-fisticati radar e strumenti pronti a captare segnali di cambiamenti climatici, eruzioni vulcaniche, ter-remoti o inquinamento ambientale.

Con i tanti strumenti al lavoro nello spazio, il sistema Gmes potrà fornire dati, mappe e immagini di grande rilevanza per la governance e le policy europee supportando così i diversi governi nelle decisioni e negli investimenti su temi crucia-li come la sorveglianza dei confi-ni, la stabilità globale o il controllo delle coste. Terra, mare, oceani e atmosfera, inoltre, richiedono best practices cui il sistema Gmes darà un significativo sostegno tecnico-scientifico.

Attività spaziali, l’Italia si prepara alla gara per i 126 milioni di euro

fondi europei

Il satellite “Galileo”

Algirdas Semeta

di Sveva Biocca

AMBIENTE E SVILUPPO - Dopo venti anni al summit brasiliano sul clima e sullo sviluppo sostenibile non si sono fatti passi in avanti

Conferenza-delusione a RioNessun impegno specifico, ma solo raccomandazioni e affermazioni di principio

Europa

presidenza di turno

Durante la prossima presidenza di turno dell’Unio-ne europea guidata da Cipro, che parte il primo luglio, Nicosia si aspetta ‘’ogni forma possibile di protesta’’ da parte turco-cipriota, in più pilotata da Ankara.

Ne è convinto George Iacovu, consulente della co-munità greco cipriota nei negoziati Onu. La protesta di oggi di un centinaio di persone della comunità tur-co-cipriota nella capitale belga che chiedono di avere gli stessi diritti degli altri cittadini europei secondo Iacovu “è manipolata’’, così come quelle che potreb-bero seguire, alludendo ad un chiaro input da parte della Turchia. “Se sono un buon esperto di Turchia, possiamo aspettarci - ha precisato l’ex ministro degli esteri cipriota - ogni tipo di provocazione nei prossi-mi sei mesi. Sappiamo che non possiamo farci nulla, ma teniamo a ricordare che la prossima presidenza non sarà solo cipriota, ma europea’’.

Cipro si aspettale proteste turche

hanno ucciso 1,3 milioni di persone, ne hanno col-pite 4,4 e hanno prodotto 2 mila miliardi di dollari di danni.

Nel decreto sviluppo su cui si sta lavorando in questi giorni in Italia, viene dedicato anche uno spazio alle misure a favore dell’occupazio-ne giovanile nella green economy ed alle agevola-zioni fiscali per la riquali-ficazione energetica. Un timido passo in avanti o vero punto di partenza sul quale puntare? La foto di gruppo al termine della Conferenza di Rio

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venerdì 29 giugno 2012 15Spettacoli e Cultura

Il festival si sposta a GioiaCUORI URBANI - Via alla terza fase del progetto per la valorizzazione dei centri urbani a cura del Teatro Kismet OperA

Il Teatro Kismet OperA presenta la terza parte del festival “Cuori Urbani” dedicato alla valorizza-zione dei beni culturali e dei centri storici della re-gione. Il progetto si collo-ca nell’ambito dell’inter-vento valorizzazione del territorio e delle risorse

fica paragonabile solo, nella cultura occidentale, alla Divina Commedia di Dante.

Martedì 3 luglio, alle ore 20.00, in Piazza Luca D’Andrano di Gioia del

di Isabella Battista

bari

E’ stata inaugurata ieri pomeriggio, presso la Galleria BLUorG di Bari, “Fame d’aria” mo-stra personale di Pier-paolo Miccolis a cura di Giuseppe Bellini. Con “fame d’aria” la Galleria BLUorG, in collabora-zione con SpazioBlue di Bologna, intende pro-muovere l’ultimo ciclo di opere di un giovane

artista barese, tra i più apprezzati nel panorama pugliese e nazionale. Eccellente acquerellista, Pierpaolo Miccolis si è distinto con il suo lavoro negli ultimi anni in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, con un interes-sante e rinnovato consenso di pubblico e critica, non solo locale.

La mostra resterà aperta al pubblico sino al 19 luglio 2012.

culturali e ambientali at-traverso lo spettacolo e presenta iniziative che si snoderanno nel prossimo triennio. Partito nei mesi di novembre e dicembre 2010, il progetto è prose-guito alla fine di giugno 2011 coinvolgendo ben tre comuni (Adelfia, Mar-tina Franca e Molfetta) e si estende nell’estate

Colle, Gianni Risola e Truki Treck in AB Normal Life, uno spettacolo di animazione per ragazzi.

AB-Normal Life è un gioco di parole che indica qualcosa ed il suo esat-

Le casse piangono, ma Bari non vuole arrendersi, e per il terzo anno consecutivo riprova a proporre un evento che nelle passate edizioni ha raccolto un gran numero di persone tra i viottoli della Città Vecchia: tor-na “Tutto in una notte – la Notte Bianca Barese”, fissata per sa-bato 30 giugno, e anche questa volta l’obiettivo è imitare, o me-glio ancora superare, le più fa-mose notti bianche d’Italia.

Il borgo antico, grazie al Pre-sidente della IX Circoscrizione San Nicola - Murat del Comune

di Bari Mario Ferrorelli (che ne è stato promotore fin dagli esor-di del 2010), torna ad essere lo scenario di arte, musica, cultura e artigianato locale, coinvolgen-do l’intera cittadinanza e preve-dendo per l’occasione anche l’apertura notturna di 33 luoghi di culto.

Contando sulla collaborazio-ne dell’ Arcidiocesi Bari – Biton-to, sarà possibile accedere fino a tarda notte, tra i tanti, ai luo-ghi sacri della Cattedrale, della Basilica di San Nicola e delle Chiese dei Santi Medici, Santa

Chiara e Sant’Anna. L’intento dell’intera manifestazione, di-fatti, come specificato da Nicola De Matteo, componente della Commissione Cultura, è quello di “coniugare l’aspetto ludico con quello più specificamente culturale”.

L’organizzazione della Notte Bianca è stata comunque ricca di polemiche, in gran parte do-vute alla decisione contrastata da Ferrorelli di destinare ingen-ti somme, delle quali però non si conosce l’entità, ad un altro evento concomitante voluto dal Sindaco Michele Emiliano, il Summer Music Village. È fissato proprio per lo stesso giorno, in-fatti, sul Lungomare Imperatore Augusto chiuso al traffico il con-

certo dell’Orchestra della Notte della Taranta, diretta dal mae-stro Ludovico Einaudi, mentre poco distante, tra piazza del Ferrarese e piazza Mercantile si terranno le esibizioni di Fabio Milella, dei Chorus Armony e degli attesi Adika Pongo.

Un guazzabuglio confuso, nel quale si palesa scarsa con-certazione in un settore quan-to mai bisognoso di cura come quello della Cultura, il cui peso economico finisce troppo spes-so per ricadere sulle spalle degli investitori privati o degli artisti coinvolti che, come in questo caso, partecipano alla Notte Bianca senza percepire alcun cachè.

Daniela De Sario

Notte bianca e polemiche, manca la concertazione

bari

Fame d’aria, i lavori di Pierpaolo Miccolis

2012 spostandosi a Bari, Gioia del Colle e Turi. Per la fase finale del progetto, sono in programma altri due spettacoli a Gioia del Colle.

Lunedì 2 luglio, alle 21.30, presso il Teatro Rossini di Gioia del Colle, i Radiodervish si esibiran-no in In search of Simur-gh con la collaborazione di Teresa Ludovico.

In search of Simurgh è una suite orientale in cui le canzoni e le musi-che dei Radiodervish si intrecciano alle parole di Teresa Ludovico. Lo spettacolo ispirato ad un classico della letteratura Sufi, “Il Verbo degli uccelli (Mantiq at-Tayr)”, scritto nel XII secolo dal mistico persiano Farid ad din At-tar, una ricca e raffinata esposizione di delicata poesia e di profonda sa-pienza mistica e filoso-

Il Teatro Rossini di Gioia del Colle

to contrario. “AB” nello specifico sta per l’ab-breviazione di Abelardo, il protagonista che con “Normal Life” indica la “normale vita di Abelar-do” appunto.

Ma Abelardo, fisica-mente non è poi così normale. Egli è grande, è grosso, è anche gras-so. Ma è tutto questo in un modo così esagerato, sproporzionato, abnor-me, che sarà molto più vicino ad un fumetto, esattamente come lo può essere solo un personag-gio dei cartoon. Ma non è grande, grosso ed esage-rato solo fisicamente, lo è anche la sua vita, per tutte quelle cose che andranno ad accadere nel momen-to in cui la normal life, la vita normale di Abelardo, quotidiana, di tutti i gior-ni, quella possibile vita di un cittadino medio, cambierà in abnormal life appunto, cioè in vita esagerata, non comune, magnifica eccitante e pe-ricolosa al tempo stesso.

Alle 21.30, presso il Teatro Rossini, la Banda Osiris in concerto.

Lo stile dello spetta-colo è miracolosamen-te sempre quello, da trent’anni a oggi. Una calibratissima, perfetta mescolanza ironica tra tecnica e improvvisazio-ne dove i generi si con-fondono, s’incastrano, si evolvono l’uno nell’altro: dalla musica classica a quella pop, dal jazz alle sorprese musicali.

La musica suonata è una continua deriva, un continuo slittamento tra fantasia e creatività. Gro-vigli di note generano continue esplosioni di significati e aperture di senso, libere associazioni collegano il più scono-sciuto compositore alla sublimità di un evergre-en, rivoltandolo subita-neamente in un sorpren-dente sberleffo tipico della tradizione popolare.

pinacoteca provinciale

È affidata all’opera di Mimmo Pala-dino, uno dei più significativi protago-nisti del gruppo della Transavanguardia italiana, la mostra promossa dalla Pro-vincia di Bari e realizzata dalla Pinaco-teca Provinciale. La rassegna, che ha per titolo Paladino. La scultura, e che verrà inaugurata oggi alle ore 18.30, allinea circa novanta sculture in bronzo esegui-te negli ultimi trent’anni da Paladino, in grado di documentare l’intero percor-so di ricerca espressiva della sua opera plastica. La mostra espone una attenta selezione di opere di grandi dimensioni come, per citarne solo alcune, l’Asse-diato del 1992, il Dodecaedro stellato del 2001, l’Etrusco del 2003, un grande Cavallo del 2007 e Don Chisciotte dello stesso anno.

È interessante notare che il particola-re allestimento della mostra pone l’ope-ra di Paladino in un dialogo ideale con

alcuni capolavori della pittura italiana conservati in Pinacoteca, fra cui le quat-trocentesche pale d’altare dei Vivarini e il San Pietro Martire di Giovanni Bellini.

L’opera più clamorosa appare tutta-via il grande ripiano ottenuto dall’ac-costamento di una cinquantina di ta-voli in metallo, sopra il quale sono state poste 72 sculture di piccole dimensioni che configurano una sorta di reperto-rio visivo dell’opera plastica di Mimmo Paladino. Per l’occasione verrà pubbli-cato un catalogo (Marsilio editore) che documenta tutte le opere esposte nella mostra e il loro inserimento all’interno della collezione permanente del Museo.

La mostra e il catalogo sono a cura di Clara Gelao, direttrice della Pinacoteca, e di Enzo Di Martino, autore del recente Catalogo generale (Skira editore) del-la scultura di Mimmo Paladino e sarà aperta fino al 28 ottobre 2012.

Novanta sculture di Paladinoin mostra fino al mese di ottobre

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16 venerdì 29 giugno 2012Cinema

go un arco di 80 anni che non sarà possibile asso-ciare direttamente al di-sastro.

Questo piccolo horror a sfondo radioattivo, de-lude non poco nella par-te finale, dove la storia é incapace di appagare appieno lo spettatore ri-ducendo l’operazione a un esercizio di stile fine a se stesso, forse Parker ha pensato che sarebbe stata sufficiente l’ambientazio-ne per colpire gli spetta-tori, ma, per fare un pro-dotto di tensione come si

La locandina del film di Bradley Parker

Storia deludente a sfondo horror

Scritto e prodotto dal papà di Paranormal ac-tivity e Insidious, Oren Peli cerca di ripetere il successo delle sue pre-cedenti pellicole con questo inquietante Hor-ror dall’aspetto sinistro: Chernobyl diaries la mu-tazione. Ambientato nel-la città abbandonata di Prypiat, pensate che pri-ma del disastro contava

ben 50 mila abitanti, tut-te famiglie di dipendenti della centrale atomica, a pochi chilometri dal reat-tore nucleare di Chernob-yl, un tour operator offre a giovani curiosi turisti un viaggio nel “turismo estremo”, un tour per vi-vere un’”esperienza indi-menticabile”.

Le sequenze in cui i sei giovani avventutieri si aggirano per la città “fan-tasma” sono molto più

CHERNOBYL DIARIES LA MUTAZIONE - La vera paura è nei paesaggi dopo l’incidente atomico, non nella trama

CorsoCerignola (Fg)

Cosmopolish 18:10 - 20:10 - 22:15

Molto forte, incredibilmente v.h 19:30 - 22:00

Cosmopolish 18:10 - 20:10 - 22:15

Città del CinemaFoggia

Le paludi della morteh 16:00 - 18:10 - 20:20 - 22:35

Lorax - Il guardiano della forestah 16:00 - 17:50

Killer Eliteh 17:30 - 20:00 - 22:00

ShowvilleMungivacca (Ba)Chef

h 18:40 - 20:30 - 22:30

L’amore dura tre annih 18:40 - 20:40 - 22:40

Rock of Agesh 18:00 - 20:20 - 22:40

di Michele Falcone

REGIA: Bradley ParkerSCENEGGIATURA: Oren PeliATTORI: Ingrid Bolsø Berdal, Dimitri Diatchen-

ko, Olivia Dudley, Jesse McCartney, Devin Kelley, Nathan Phillips, Jonathan Sadowski

FOTOGRAFIA: Morten SøborgMUSICHE: Diego StoccoPRODUZIONE: FilmNation EntertainmentDISTRIBUZIONE: M2 PicturesPAESE: USA 2012DURATA: 86 Min

la scheda - chernobyl diaries

inquietanti del crescendo orrorifico della seconda parte, con il prevedibile assedio da parte delle cre-ature “mutate” e rese ag-gressive dalle radiazioni, che non può non portare alla mente pellicole del passato come “Le colline hanno gli occhi” a cui si-curamente si ispira.

Diretto con mano si-cura, almeno nella pri-ma parte dall’esordiente Bradley Parker, Chenobyl diaries é un film ricco di tensione e paura, la per-fetta ricostruzione della città fantasma di Prypiat, sa davvero dell’incredibi-le, la ricostruzione sceno-grafica lascia lo spettatore immerso nella desolata Ucraina durante quei ter-ribili giorni del lontano 26 aprile 1986, dove lo scop-pio del reattore causó 65 morti accertati e stimò altri 4.000 decessi dovuti a tumori e leucemie lun-

deve, bisogna anche cer-care il giusto coinvolgi-mento nella costruzione degli eventi e nel perché questi esistano all’inter-no della storia, altrimenti la credibilità dell’opera-zione va persa.

Le sequenze in cui i sei giovani turisti si aggira-no per la città “fantasma” sono molto più inquie-tanti del crescendo orro-rifico della seconda parte, con il prevedibile assedio da parte delle creature “mutate” e rese aggressive dalle radiazioni.