Puglia d'oggi n. 8

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Tra penalizzazioni in classifica, risultati spor- tivi altalenanti, una vi- cenda societaria legata al possibile cambio al vertice che si trascina or- mai da troppi anni, uno Stadio fatiscente e, da ultimo, anche pericolo- so, una class-action di ex calciatori, La stagione 2011/2012 dell’Associazione Sporti- va Bari si sta muovendo su più fronti. Dopo la questione ces- sione società a miseri col- pi di botta e risposta su social network, ora la vita del Bari si divide tra una squadra che sta affron- tando il campionato ca- detto solo grazie all’amor proprio e la questione calcioscommesse, che vede coinvolti nelle inda- gini numerosi ex calciato- ri del Bari per aver mani- polato numerose partite dello scorso campionato. Questa testata non riceve contributi pubblici 2 marzo 2012 • anno III n. 8 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella BARI Fondazione Petruzzelli, il paziente è grave, la malattia ancora no ALLE PAGG 4 E 5 CERIGNOLA - IL CASO Il Pdl in crisi finisce abbandonato nel garage comuale A PAG 13 SOLO SPORT?- Intanto a Foggia aggredito un giocatore, e Casillo si disimpegna Tra liti e scommesse il calcio è alla frutta IL COMMENTO SULLA VICENDA PETRUZZELLI Petruzzelli, nuova onta per Bari L’EDITORIALE Caro amico ti scrivo... L’anno che verrà non ci sarai. O meglio ci sa- rai per sempre. I grandi non muoiono mai, si sa. E tu sei stato grandissimo. Sono quarant’anni che cantiamo le tue canzoni. Le abbiamo passate ai no- stri figli, prima e poi loro ai loro figli piccolissimi. Con alcune ci siamo inna- morati seriamente e pure sposati. Con altre abbia- mo visto sfumare i nostri sogni senza accorgerci che altri ne stavano arrivando. Noi pugliesi, poi, abbia- mo avuto il doppio privi- legio di amarti e di averti fra di noi, in quelle Tremiti stupende che tu, cresciu- to a Manfredonia, avrai da piccolo vagheggiato chissà quanto. Un lampo al cuore ti ha portato via. Feroce e misericordioso come tante delle tue po- esie che noi chiamavamo canzoni. L’ELZEVIRO Bari e la capitale della cultura di Fortunata Dell’Orzo I teatri? Chiusi quelli più grandi, commissa- riati quelli prestigiosi, trasformati in museo post bellico altri anco- ra. Auditorium? Uno, in restauro perenne e nessuno sa quando riaprirà. Ma chi è l’as- sessore alla cultura che permette questo sfa- scio? Ad avercelo, l’as- sessore, potremmo an- che dargli del cattivone e sostituirlo. Ma come, non avete l’assessore? No, al Comune no. C’è il Sindaco che fa l’one man band. Lui dice che non serve. In com- penso ne abbiamo uno alla Provincia e una alla regione. Ah, be’ al- lora. Allora un corno: quello della provincia è un ectoplasma dan- nunziano, una sorta di bello senz’anima, elegante ma afasico. E alla regione c’è una tostissima, soprattutto se deve fare la guerra a Emiliano. Insomma state uccisi. Già, non ci possiamo lamentare. E in queste condi- zioni, a chi è venuta la brillante idea di can- didare Bari a capitale europea della cultura 2019? Be’ quello è sta- to un refuso. Come, un refuso? Sì, un errore di stampa. Quando ce ne siamo accorti era trop- po tardi. E dunque? E dunque mo’ stiamo veramente inguaia- ti: stavamo cercando, moneta, terrisi, papa- ruoli, perché è un po’ che siamo alle pezze, qui con la cultura. Ma è un increscioso equivo- co, allora. E sì, ma pure una sfiga clamorosa, con questo … capitale umano e amministra- tivo che ci ritroviamo. POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA A PAG 7 www.pugliadoggi.it di Fortunata Dell’Orzo La vicenda del Petruzzelli è una nuova onta per Bari. Prima l’incendio doloso e impunito, poi la guerra interminabile per la ricostruzione e la proprietà, ora la querelle di basso profilo per la nomina del Sovrintendente e il controllo della Fondazione. Una sorprendente e, purtroppo, negativa congiunzione astrale perseguita da tempo il no- stro teatro, riservandogli con puntigliosa e triste monotonia le prime pagine della cronaca giu- diziaria e della rissa politica. Non attardiamoci ad individuare i colpevoli. Non ne verremmo a capo. Le vicende del Petruzzelli, dall’incendio ad oggi, sono tutte assai complicate, ma non è solo per questo che non è nè semplicistico, nè alibistico dire che colpeboli sono tutti, identifi- cando quel tutti nella politica barese e pugliese al gran completo. Di chi, se non della politica, la responsabilità di aver ingarbugliato la vicenda della ricostruzione e della proprietà del teatro in un groviglio così inestricabile da non poterne venire a capo, nè con un verdetto giurisdiziona- le, nè con un atto legistativo? Di chi, se non del- la politica, la responsabilità di non saper dare alla Fondazione un nuovo Sovrintendente, una programmazione condivisa e di alto profilo e un assetto organico stabile e definitivo? Di chi, se non della politica, la responsabilità per la mancata compartecipazione di un vasto azio- nariato privato al finanziamento e alla gestione delle politiche culturali nel capoluogo regiona- le? Di chi, se non della politica, la responsabi- lità per la mancata collaborazione, che spesso tracima in aperta e deleteria conflittualità, fra le varie istituzioni pubbliche che hanno compe- tenza in materia culturale? Di chi, se non della politica, la responsabilità per i ritardi, i contra- sti e il difetto di soluzioni realistiche e condivise per il Teatro Margherita, il Piccinni, il Kursal, il Conservatorio, la Rossani, Santa Scolastica, la Pinacoteca, le biblioteche e il Museo d’arte contemporanea? Di chi, se non della politica, la responsabilità per la mancanza ancora oggi di un progetto serio e credibile per la candidatura di Bari a città europea della cultura? Di chi, se non della politica, la responsabilità della man- canza di una politica culturale a Bari, che dia possibilità, mezzi, strutture e stimoli agli artisti, ai pittori, agli attori, ai cineasti e agli intellettua- li di creare e di esprimersi in libertà? Potremmo continuare ed essere più specifici e puntuali, ma quanto detto basta per concludere che, se Bari vuole avere anche una rigogliosa stagione culturale, deve liberarsi al più presto di questa politica modesta e provinciale, che trova la sua espressione solo nella contrapposizione, nella litigiosità e nel protagonismo esasperato. Occorre un rinnovamento profonfo, una nuova chiamata alle armi di una borghesia, che sembra aver rinunciato al suo ruolo di guida della città. Lo vedremo? Noi ce lo auguriamo e ci adopereremo perchè ciò avvenga. Le città oggi non hanno più molte risorse, ma la cultu- ra resta pur sempre una straordinaria leva di sviluppo civile e sociale. Saperla utilizzare, con sapienza, lingimiranza, trasparenza e massimo coinvoglimento civico è una delle sfide che at- tendono i nuovi amministratori della città. S.T.

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Sfogliabile e scaricabile gratuitamente il numero 8 di Puglia d'oggi, in distribuzione a partire dal 2 marzo 2012.

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Tra penalizzazioni in classifica, risultati spor-tivi altalenanti, una vi-cenda societaria legata al possibile cambio al vertice che si trascina or-mai da troppi anni, uno Stadio fatiscente e, da ultimo, anche pericolo-so, una class-action di ex calciatori,

La stagione 2011/2012 dell’Associazione Sporti-va Bari si sta muovendo su più fronti.

Dopo la questione ces-sione società a miseri col-pi di botta e risposta su social network, ora la vita del Bari si divide tra una squadra che sta affron-tando il campionato ca-detto solo grazie all’amor proprio e la questione calcioscommesse, che vede coinvolti nelle inda-gini numerosi ex calciato-ri del Bari per aver mani-polato numerose partite dello scorso campionato.

Questa testata non riceve contributi pubblici

2 marzo 2012 • anno III n. 8 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella

BARI

Fondazione Petruzzelli, il paziente è grave,la malattia ancora no

allE Pagg 4 E 5

CERIGNOLA - IL CASO

Il Pdl in crisi finisceabbandonatonel garage comuale

a Pag 13

SOLO SPORT?- Intanto a Foggia aggredito un giocatore, e Casillo si disimpegna

Tra liti e scommesseil calcio è alla frutta

IL COMMENTO SULLA VICENDA PETRUZZELLI

Petruzzelli, nuova onta per Bari

L’EDITORIALE

Caroamicoti scrivo...

L’anno che verrà non ci sarai. O meglio ci sa-rai per sempre. I grandi non muoiono mai, si sa. E tu sei stato grandissimo. Sono quarant’anni che cantiamo le tue canzoni. Le abbiamo passate ai no-stri figli, prima e poi loro ai loro figli piccolissimi. Con alcune ci siamo inna-morati seriamente e pure sposati. Con altre abbia-mo visto sfumare i nostri sogni senza accorgerci che altri ne stavano arrivando. Noi pugliesi, poi, abbia-mo avuto il doppio privi-legio di amarti e di averti fra di noi, in quelle Tremiti stupende che tu, cresciu-to a Manfredonia, avrai da piccolo vagheggiato chissà quanto. Un lampo al cuore ti ha portato via. Feroce e misericordioso come tante delle tue po-esie che noi chiamavamo canzoni.

L’ELZEVIRO

Bari e la capitale della cultura

di Fortunata Dell’Orzo

I teatri? Chiusi quelli più grandi, commissa-riati quelli prestigiosi, trasformati in museo post bellico altri anco-ra. Auditorium? Uno, in restauro perenne e nessuno sa quando riaprirà. Ma chi è l’as-sessore alla cultura che permette questo sfa-scio? Ad avercelo, l’as-sessore, potremmo an-che dargli del cattivone e sostituirlo. Ma come, non avete l’assessore? No, al Comune no. C’è il Sindaco che fa l’one man band. Lui dice che non serve. In com-penso ne abbiamo uno alla Provincia e una alla regione. Ah, be’ al-lora. Allora un corno: quello della provincia è un ectoplasma dan-nunziano, una sorta di bello senz’anima, elegante ma afasico. E alla regione c’è una tostissima, soprattutto se deve fare la guerra a Emiliano. Insomma state uccisi. Già, non ci possiamo lamentare.

E in queste condi-zioni, a chi è venuta la brillante idea di can-didare Bari a capitale europea della cultura 2019? Be’ quello è sta-to un refuso. Come, un refuso?

Sì, un errore di stampa. Quando ce ne siamo accorti era trop-po tardi. E dunque? E dunque mo’ stiamo veramente inguaia-ti: stavamo cercando, moneta, terrisi, papa-ruoli, perché è un po’ che siamo alle pezze, qui con la cultura. Ma è un increscioso equivo-co, allora. E sì, ma pure una sfiga clamorosa, con questo … capitale umano e amministra-tivo che ci ritroviamo.

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di Fortunata Dell’Orzo

La vicenda del Petruzzelli è una nuova onta per Bari. Prima l’incendio doloso e impunito, poi la guerra interminabile per la ricostruzione e la proprietà, ora la querelle di basso profilo per la nomina del Sovrintendente e il controllo della Fondazione.

Una sorprendente e, purtroppo, negativa congiunzione astrale perseguita da tempo il no-stro teatro, riservandogli con puntigliosa e triste monotonia le prime pagine della cronaca giu-diziaria e della rissa politica. Non attardiamoci ad individuare i colpevoli. Non ne verremmo a capo. Le vicende del Petruzzelli, dall’incendio ad oggi, sono tutte assai complicate, ma non è solo per questo che non è nè semplicistico, nè alibistico dire che colpeboli sono tutti, identifi-cando quel tutti nella politica barese e pugliese al gran completo. Di chi, se non della politica, la responsabilità di aver ingarbugliato la vicenda della ricostruzione e della proprietà del teatro in un groviglio così inestricabile da non poterne venire a capo, nè con un verdetto giurisdiziona-le, nè con un atto legistativo? Di chi, se non del-

la politica, la responsabilità di non saper dare alla Fondazione un nuovo Sovrintendente, una programmazione condivisa e di alto profilo e un assetto organico stabile e definitivo? Di chi, se non della politica, la responsabilità per la mancata compartecipazione di un vasto azio-nariato privato al finanziamento e alla gestione delle politiche culturali nel capoluogo regiona-le? Di chi, se non della politica, la responsabi-lità per la mancata collaborazione, che spesso tracima in aperta e deleteria conflittualità, fra le varie istituzioni pubbliche che hanno compe-tenza in materia culturale? Di chi, se non della politica, la responsabilità per i ritardi, i contra-sti e il difetto di soluzioni realistiche e condivise per il Teatro Margherita, il Piccinni, il Kursal, il Conservatorio, la Rossani, Santa Scolastica, la Pinacoteca, le biblioteche e il Museo d’arte contemporanea? Di chi, se non della politica, la responsabilità per la mancanza ancora oggi di un progetto serio e credibile per la candidatura di Bari a città europea della cultura? Di chi, se non della politica, la responsabilità della man-

canza di una politica culturale a Bari, che dia possibilità, mezzi, strutture e stimoli agli artisti, ai pittori, agli attori, ai cineasti e agli intellettua-li di creare e di esprimersi in libertà? Potremmo continuare ed essere più specifici e puntuali, ma quanto detto basta per concludere che, se Bari vuole avere anche una rigogliosa stagione culturale, deve liberarsi al più presto di questa politica modesta e provinciale, che trova la sua espressione solo nella contrapposizione, nella litigiosità e nel protagonismo esasperato.

Occorre un rinnovamento profonfo, una nuova chiamata alle armi di una borghesia, che sembra aver rinunciato al suo ruolo di guida della città. Lo vedremo? Noi ce lo auguriamo e ci adopereremo perchè ciò avvenga. Le città oggi non hanno più molte risorse, ma la cultu-ra resta pur sempre una straordinaria leva di sviluppo civile e sociale. Saperla utilizzare, con sapienza, lingimiranza, trasparenza e massimo coinvoglimento civico è una delle sfide che at-tendono i nuovi amministratori della città.

S.T.

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2 venerdì 2 marzo 2012In primo piano

Puglia d’oggiFondato nel 1959

da Pinuccio Tatarella

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Fabrizio Tatarella

***Coordinamento Redazionale

Roberto Mastrangelo

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Questo periodico èassociato all’Unionestampa periodica italiana

Sarà anche lo strasci-co del berlusconismo, che obbliga a vedere sempre e comunque il bicchiere mezzo pieno, ma noi non siamo del tutto insoddi-sfatti della vicenda del de-creto sulle liberalizzazioni. È vero, clientele, potentati e lobby hanno fatto a gara a chi cancellava o rende-va innocua ogni misura in esso contenuta, alcuni annacquamenti sono par-ticolarmente irritanti, ma ci pare anche che alcuni punti fermi siano stati fis-sati: il primo fra essi è la presa d’atto di una situa-zione di arretratezza e di impantanamento che non può essere ulteriormente tollerata.

Noi crediamo poco all’ottimo paretiano e alle altre utopie mercatistiche della “mano invisibile”; ma non c’è dubbio che il basto caricato dalle corporazioni

e dalle rendite di posizione sulla gobba del povero asi-no che è l’economia italia-na ha assunto proporzioni del tutto intollerabili, e co-munque incompatibili con la drammatica situazione che l’Occidente sta viven-do.

Le grandi riforme stra-tegiche di cui questo Paese avrebbe bisogno comun-que, ma sono divenute

indifferibili con l’esplosio-ne del debito pubblico: la riforma della pubblica amministrazione, che va ricondotta a criteri di effi-cienza, e la rimessa in fun-zione dell’ascensore socia-le.

Quando si parla di libe-ralizzazioni, lo si fa abitual-mente con riguardo alla maggior tutela dei consu-matori, che sono le vittime

di Enrico Ciccarelli

Le liberalizzazionida cattivo pagatore

VERSO LE RIFORME - Bisogna affermare una linea di marcia finora mai intrapresa

Il presidente della Regione Emilia Ro-magna Vasco Errani, intervenuto all’ultima puntata di Ballarò con l’imbarazzante Cota, il garrulo Renzi ed altri, ha detto una cosa che nelle nostre orazioni speravamo che qualcu-no prima o poi dicesse: che Mario Monti non è lo sceriffo di Notting-ham, il nemico delle vedove e il rapinatore degli orfani.

Ad onta degli stre-piti leghisti, delle pa-tetiche manifestazioni di Storace, dei totem ideologici di Camusso e Vendola, è il Governo che sta portando l’Ita-lia fuori dalla palude in cui l’avevano porta-ta Silvio Berlusconi e il suo Esecutivo.

È naturale che il Po-polo della Libertà ri-vendichi la continuità fra le misure del Go-verno “tecnico” e quel-le varate dal Cavaliere sotto dettatura dell’Eu-ropa; non è una anali-si del tutto infondata, ma manca di un det-taglio fondamentale, che è quello della con-sapevolezza. Abbiamo attraversato tre anni di disastro planetario avendo al Governo una specie di allegro piazzi-sta che non faceva che dirci quanto stavamo bene e quanto l’Italia fosse al riparo da ogni possibile colpo della

sventura. L’attacco al debi-

to sovrano del nostro Paese, al quale hanno certamente concorso la stolida chiusura del-la Reichkanzler sugli Eurobond, la debolez-za strutturale dell’eu-ro, almeno fin quando Mario Draghi non ha preso il timone della Bce, i vizi congeniti del nostro sistema, è stato in buona parte deter-minato dall’allarme e dalla preoccupazione dei mercati per una leadership che si mo-strava del tutto al di sotto della gravità del momento, un po’ come un avvinazzato che, so-stenendo di reggere be-nissimo l’alcol, intenda mettersi o rimanere al volante.

Per questo siamo stati a un passo dal ri-tiro della patente, che avrebbe lasciato a piedi tutti noi.

Altro che lacrime e demagogia sui poveri pensionati, sui maltrat-tati dipendenti pubbli-ci, sull’attacco ai dirit-ti sindacali. Il default avrebbe fatto piaz-za pulita di qualsiasi welfare, precipitando l’Italia in una catastro-fe dalla quale sarebbe uscita dopo dieci anni, nella migliore delle ipotesi.

Vasco Errani lo ha ri-cordato, e gliene siamo grati.

Vasco, sei un mito!il commento

La Camera dei Deputati Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia Romagna

“Continua lo scandalo delle tessere false del Pdl: come a Vicenza, anche in provincia di Macerata ri-sultano iscritti al partito di Berlusconi tanti dirigenti di FLI, tra cui il vice coor-dinatore provinciale, Feli-ce Munafò, il coordinatore regionale di Generazione

Futuro Veronica Fortuna, e addirittura il coordinato-re provinciale Giorgio Pol-lastrelli. Si tratta dell’en-nesima dimostrazione di come elenchi degli iscritti del Pdl siano stati copia-incollati, probabilmente per cercare di nascondere il crollo del partito di Ber-

pdl - continua lo scandalo delle tessere false

sacrificali predestinate di un’economia priva di con-correnza e dominata da piccoli o grandi monopoli; ma non si riflette abba-stanza, forse, sulla tetrago-na barriera che impedisce l’ingresso nel mondo delle professioni, molte delle quali possono ben dirsi ereditarie.

Queste sopravvivenze medioevali, in una società già di suo fortemente stati-ca, sono una delle principa-li ragioni che determinano il fenomeno relativamente recente dell’emigrazione di alto bordo, del gran nu-mero di giovani talenti ita-liani che lasciano lo Stivale per cercare collocazione in Europa.

Se la politica non ha fatto queste riforme quan-do era forte e dominante, si può comprendere quanto le sarà difficile farle da de-bole e balbettante come si è ridotta.

Quindi se, sia pure a colpi di fiducia, il Governo riuscirà a prendere da que-sto cattivo pagatore quel che può, secondo l’indica-zione della saggezza popo-lare, pensiamo che si sarà comunque fatta una gran-de cosa. Perché avere qual-che taxi o qualche farmacia in meno nell’immediato non è un gran sacrificio, se serve ad affermare una linea di marcia che finora non si è mai voluta intra-prendere.

di Enrico Ciccarelli

il corsivo

di Enrico Ciccarelli

Non si sono ancora placate le ruggini del do-popartita fra Milan e Ju-ventus. Ha destato parti-colare scalpore l’invettiva di Carlo Pellegatti, cro-nista di Milan Channel che ha dato del “malato mentale” all’allenatore dei bianconeri.

Sembra infondata, tut-tavia, la voce secondo la quale Silvio Berlusconi avrebbe officiato il gior-nalista per fargli fare la cronaca giudiziaria dei processi che lo riguarda-no.

lavoro

“I dati Istat sull’occupazione delle donne eviden-ziano che siamo ancora lontani dagli obiettivi di Li-sbona, secondo cui avremmo dovuto raggiungere la soglia del 60% entro il 2010. Se poi si considera il dato dell’occupazione maschile del 67,1 rispetto al 46,9% delle lavoratrici, è chiaro che l’Italia non è ancora in grado di assicurare e sostenere l’occupazione rosa”. Lo dichiara la coordinatrice nazionale delle donne di Fli, Chiara Moroni, che aggiunge: “Non lasciamo che la riforma del lavoro, che è allo studio del gover-no, diventi il solito palliativo, ma creiamo le condi-zioni affinché sempre più donne possano affacciarsi al mondo del lavoro e non debbano rinunciare alla carriera per curare la famiglia o allevare i figli”.

Occupazione donne, l’Italia è indietro

lusconi sul territorio. “Il milione di iscritti

tanto esibito da Angelino Alfano è stato travolto in questi mesi dagli scanda-li: forse anche questo avrà contribuito a far crollare il Pdl in tutti i sondaggi” ha commentato Giammario Mariniello.

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venerdì 2 marzo 2012 3

paesi in cui la vendita e circolazione dei farmaci è decisamente libera rispet-to all ‘Italia e ad altri pae-se d’ Europa, vedi gli Stati Uniti, il tasso di mortalità per assunzioni sbagliate o incoscienti di farmaci è molto più alto. Ma La corsa ai pro-fitti, in que-sto campo, da tempo somi-glia ad un gara tesa a spin-gere imprese di business che orienta-no la ricerca scientifica e inducono al bisogno di farmaci spes-so inutili quando non dannosi. Un orientamen-to al guadagno che allon-tana dall’ obiettivo della farmaceutica: la salute delle persone.

Intanto c’ è rabbia tra i farmacisti collaboratori sul testo emendato dalla Commissione Industria del Senato.

Il Concorso per Esami e Titoli è stato modificato per SOLI titoli. Un duro colpo al MERITO e ai Far-macisti collaboratori pe-nalizzati rispetto alle altre figure della CONASFA, la Federazione Nazionale Associazioni Farmacisti Non Titolari ha pubblica-to un comunicato stam-pa: in cui nostra, ana-lizzando i contenuti del testo dell’emendamento, interamente sostitutivo dell’articolo 11, proposto dai relatori del DDL di conversione in legge del decreto-legge n. 1/2012 sen.

Simona Vicari (PDL) e Filippo Bubbico (PD) esprimono la propria de-lusione, lo sconforto e la rabbia nell’apprendere che vi è il rischio che la politica si presti a giochi di potere e non rispetti le

a s p e t t a t i ve della mag-gioranza dei Fa r m a c i s t i Italiani che speravano si potesse final-mente anda-re nella dire-zione di una vera apertura del settore Farmacia.

Con il con-corso per soli titoli e lo

sbarramento ai 40 anni si preclude, di fatto, la possibilità per migliaia di farmacisti collaboratori di poter realizzare un mi-glioramento lavorativo. Non si capisce quali sia-no i meriti aggiuntivi di titolari rurali o proprietari di esercizi di vicinato ri-spetto ai dipendenti che svolgono da sempre la loro professione senza un adeguato tornaconto eco-nomico. Analizziamo la questione della maggio-razione dei punteggi per i rurali sussidiati e le far-macie soprannumerarie.

Facciamo l’esempio di un rurale che ha due far-macie rurali in società. Entrambi i soci possono partecipare, e con la mag-giorazione sorpassano tutti i collaboratori urbani e rurali. Risultato hanno raddoppiato il loro reddi-to.

Risultato per gli attua-li collaboratori: saranno

Non chiamateli notai. Sono farmacisti. Per di-ventare titolari non han-no bisogno di studiare, ma devono a lungo lavo-rare.

Un urrà svanito come un barattolo di arancia-ta aperta quello dei tanti farmacisti dipendenti che hanno visto un embrione di meritocrazia nei siste-mi di assegnazione delle sedi farmaceutiche.

Oggi i lembi delle lab-bra tornano ad inclinarsi. Nelle prime bozze di de-creto proposte dal Gover-no si leggeva una grande opportunità. Rivedere un sistema, quello regola la titolarità di una farmacia affidato a leggi che risal-gono al 1968 o ancora al regio decreto del luglio 1934.

Già spente le luci sul bancone delle parafarma-cie per i farmaci di Fascia C, a ben dire se la trova le

sue basi sull’ implicazione di un sistema di farmaco-vigilanza sempre più com-plesso. Ma gli “esperti” di Federfarma&co, limitatisi a sostenere la pericolosità della liberalizzazione di questi farmaci con obbli-go di prescrizione senza troppe spiegazioni hanno avuto la meglio. Eppure avrebbero potuto pub-blicizzare il fatto che nei

In primo piano

E adesso... la casta ridaC’è rabbia tra i farmacisti collaboratori per il testo emendato dalla Commissione Industria del Senato

LIBERALIZZAZIONI - Il decreto voluto dal governo è stato stravolto. Tutto resterà nelle mani dei (pochi) soliti noti?

E’ stato approvato a grande maggioranza dalle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro del-la Camera con solo due astenuti e la Lega contraria, il parere sul decreto della presidente del Con-siglio dei Ministri che fissa il tet-to agli stipendi dei manager delle amministrazioni centrali a circa 300 mila euro, pari allo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione.

Il parere sul provvedimento del governo prevede l’immediata operatività del tetto e pochissime deroghe per cariche di particolare

responsabilità.Il tetto agli stipendi dei dirigen-

ti della pubblica amministrazione aveva in precedenza ricevuto an-che il parere favorevole e unanime della commissione Lavoro del Se-nato. “Si è realizzata una significa-tiva convergenza su tutte le que-stioni più rilevanti - ha dichiarato il presidente della commissione, Pasquale Giuliano - in particolare sul fatto che diventi subito opera-tivo il tetto, anche per i contratti in corso”.

Sarà presentato presto, inoltre, un emendamento al dl Semplifica-

zioni, all’esame delle commissio-ni Affari Costituzionali e Attività Produttive per fissare un tetto agli stipendi dei manager delle regioni e delle authorities che sia equipa-rabile a quello per i manager delle amministrazioni dello Stato (circa 300 mila euro) su cui è stato ap-pena dato parere favorevole dalle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera. Lo ha rife-rito il deputato del Pd Gianclaudio Bressa, uscendo dalla seduta delle due commissioni riunite che han-no il via libera al tetto degli stipen-di dei manager.

Manager pubblici, approvata la leggeche fissa il tetto per i super-stipendi

commissioni affari costituzionali e lavoro

S a r a n n o pochissimi i collabora-tori che riu-

sciranno a sorpassare un rurale o un titolare di esercizio di vicinato, e dovranno restare col-laboratori a vita. Al limi-te licenziati

di Maria Pia Ferrante

A gennaio il tasso di disoccupazione si atte-sta al 9,2%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiuntura-li e di un punto rispetto all’anno precedente. Lo comunica l’Istat in una nota in cui fornisce dati provvisori su occupati e disoccupati. E’ il livello massimo dal 2004.

Il tasso di disoccu-pazione giovanile, ov-vero l’incidenza dei 15-24enni disoccupati sul totale di quelli oc-cupati o in cerca di la-voro, è pari al 31,1%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a dicembre 2011.(

Il numero dei di-soccupati, pari a 2,312 milioni, aumenta del 2,8% rispetto a dicem-bre (64 mila unità). Su base annua si registra una crescita del 14,1% (286 mila unità). L’allar-gamento dell’area della disoccupazione riguar-

da sia gli uomini sia le donne. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminu-iscono dello 0,4% (-63 mila unità) rispetto al mese precedente. Il tas-so di inattività si posi-ziona al 37,3%, con una flessione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,8 punti su base annua.

A gennaio il numero di occupati registra una variazione dello 0,1% (+18 mila unità) rispet-to a dicembre 2011. Il risultato positivo inte-ressa sia la componente maschile sia quella fem-minile.

Nel confronto con l’anno precedente l’oc-cupazione segnala una variazione pari allo 0,2% (+40 mila unità). Il tasso di occupazione è pari al 57,0%, in aumento nel confronto congiuntura-le di 0,1 punti percen-tuali e di 0,2 punti in termini tendenziali.

Disoccupazione record a gennaio

i dati istatFilippo Bubbico (Pd)

rarissimi quelli che riusci-ranno a sorpassare un ru-rale o un titolare di eserci-zio di vicinato e dovranno restare collaboratori a vita o al limite licenziati. I più fortunati riusciranno a diventare direttori nelle società e così avranno il privilegio di avere, senza reali miglioramenti eco-nomici, più responsabi-lità di prima e di pagare l’ENPAF intera.

In un momento così difficile per il nostro pae-se, con lo stravolgimento del decreto, che lascia di fatto tutto nuovamente in

mano ai pochi si gettano le basi per il crollo di un sistema che da sempre ha distinto il nostro pae-se. Augurandoci che alla fine il buon senso preval-ga sulle logiche di potere restiamo disponibili ad un confronto, pur valu-tando azioni di protesta da intraprendere su tutto il territorio nazionale a tutela della pari dignità e a garanzia di un sistema di qualità”

Niente concorsi, come invece restano per i notai. Si ai ricorsi, prima dei ri-morsi.

lavoro

Bisogna fare presto e bene la riforma del mer-cato del lavoro. Ripensando quanto prima a nuo-ve strategie occupazionali che mettano al centro i giovani e tutti coloro che sono in cerca di ricollo-cazione lavorativa.

I dati sulla disoccupazione (specialmente quel-la giovanile) continuano ad essere drammatici. “Il Governo Monti si dia una mossa e non perda tempo: non si faccia bloccare da quello strano suk composto da sindacati, parlamentari-lobbisti e categorie che mirano solo a difendere lo status quo. Riformare il mercato del lavoro e la scuola che non aiuta i giovani ad entrare nel mercato del lavoro è una priorità per il Paese”. Questo il com-mento del coordinatore nazionale di Generazio-ne Futuro, Gianmario Mariniello.

Una riforma che non può attendere

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4 venerdì 2 marzo 2012

Antonio Cantoro, gior-nalista professionista, ha scritto un libro-inchiesta interamente dedicato al Petruzzelli: Il teatro de-gli Imbrogli, un’accurata ricostruzione di tutte le vicende sin dalla sua co-struzione ai giorni nostri. Lo abbiamo intervistato.

Proviamo a incrocia-re l’attuale situazione del CDA, commissariato, con il famoso protocollo del 2000 e la persistente proprietà privata del Pe-truzzelli.

Il paziente è grave, la malattia no: la situazio-ne non è complicata. Il protocollo è stato un contratto banale in cui gli eredi di chi ha costruito il teatro lo cedevano in gestione a una fondazio-ne composta dagli enti locali in cambio di un ca-none; siccome bisognava rimetterlo in sesto per i danni patiti con l’incen-

dio, il patto prevedeva che il costo della ristrut-turazione sarebbe stato sostenuto dalla fondazio-ne e poi rimborsato dalla proprietà privata con uno sconto sul canone qua-rantennale: una sorta di mutuo degli enti in favore del teatro. Tutto qui.

In seguito, allo scade-re dei quattro anni che gli enti avevano pattuito come termine per ricon-segnare il teatro riaperto, qualcuno infila in Finan-ziaria una norma scrit-ta in modo pedestre per espropriare: giusto per fare ammuina e non farci accorgere che il teatro era ancora un rudere quindi-ci anni dopo il rogo. Nel-la foga di rubare le re l i q u i e n o t t e -t e m p o, al mini-s t e r o

abrogano un comma della legge che aveva isti-tuito la fondazione nel 2003: il comma che dice “La fondazione gestisce il Petruzzelli”. L’effetto è un paradosso per cui oggi la fondazione ha perso il suo oggetto sociale: se si prende la legge del 2003 la parola Petruzzelli non c’è più.

A oggi si arriva Con un gioco di pre-

stigio: viene a Bari Salvo Nastasi, massimo diri-gente del ministero con ministri di destra e di si-nistra, e porta con sé tale Angelo Balducci. Insieme dettano al sindaco una lettera da inviare al mini-stero in cui paventare per il teatro il rischio crollo in caso di piogge torrenziali.

Peccato che quello è l’anno della sicci-

tà in Puglia. Due giorni dopo ar-

riva la Prote-zione ci-

vi-

le e un appalto il cui importo lieviterà del 156%. Balducci – lo ab-biamo conosciuto qual-che tempo dopo – è quel-lo della cricca dei grandi appalti: i carabinieri del Ros ritengono che a Bari si siano fatte le prove ge-nerali di ciò che sarebbe successo poi alla Scuo-la marescialli di Firen-ze, a La Maddalena o a L’Aquila per il G8. Buttato a mare il protocollo, chi

paga i lavori e i suoi costi lievi-tati? Nastasi al-lora si inventa

in inesisten-te diritto di ritenzione:

t e n g o io il te-

Bari

Il commissario è in arrivo: dopo l’av-viso del Ministero che preannunciava il provvedimento, nessuna controde-duzione è stata presentata ancora dal Consiglio di Amministrazione per evi-tare che Roma proceda. Del resto la mancata nomina di un nuovo Sovrin-tendente ha evidenziato l’ormai irrime-diabile spaccatura all’interno del CDA stesso. Da una parte Michele Michele Emiliano, con Bollettieri e Antro (che rappresentano Comune e Camera di Commercio) dall’altro, Regione (Sabi-no Persichella), Provincia (Trifone Al-tieri) e Ministero (Angiola Filipponio e Alessandro Laterza). Gli “oppositori” si lamentano tutti della stessa cosa: non aver mai veramente compreso a fondo la situazione (Silvia Godelli, assessore regionale alla cultura ha qualche ora fa diffuso una nota all’acido muriatico in cui ricorda come, in sei anni di CDA, lei non ha mai visto mai neanche un ver-bale) per esserne stati di fatto esclusi

dalla gestione autocratica di Michele Emiliano. Un secondo punto dolente sono i debiti (quattro milioni di euro) accumulati negli ultimi due anni e il personale: sulla carta dovrebbero es-sere 172, assunti per concorso. In re-altà sono molti di più, ma in pratica è difficilissimo determinarne il numero esatto, tutti per chiamata diretta. E con un sindacato, la CGIL che non ha mai nascosto di aver fatto la parte del leone in queste stesse assunzioni e che oggi minaccia addirittura di “occupare” il te-atro Petruzzelli se si dovessero ipotizza-re licenziamenti.

A questo vanno aggiunte diverse ver-tenze per stabilizzazione, da parte di al-cune “maschere” (i ragazzi e le ragazze che accompagnano al posto gli spetta-tori) e sei milioni di euro mai pagati per le rosse e comodissime poltroncine di platea.

E non è affatto detto che sia proprio tutto.

Nel Cda i nodi della gestione e dei troppi debiti accumulati

in arrivo il commissario del ministero

atro finché qualcuno non paga. E giacché c’è lo gira al Comune perché lo giri alla fondazione. Così che si arriva al caos di oggi.

Michele Emiliano è convinto che sia in atto una sorta di complot-to nei suoi confronti, al capo del quale ci sa-rebbero un uomo e una donna. Lui non ha mai pronunciato i due nomi e allora lo faccio io, Salvo Nastasi e Silvia Godelli. A te che sembra di questo strano patto delle SS?

Di Nastasi ho già detto a sufficienza, credo. Silvia Godelli è il nome di una signora che, all’indoma-ni della sentenza con cui la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo l’esproprio, scrive al mi-nistero per dire: ora che il teatro è tornato privato, la fondazione non può più gestirlo. Dev’essere omonima di quell’asses-sore regionale che per anni, come componente del cda della fondazione, ha gestito il teatro. Oppu-re è proprio lei, e questo è un caso di sdoppiamento della personalità politica.

Tu che con Il teatro degli imbrogli sei stato

di Fortunata Dell’Orzo

La vicenda-Petruzzelli vista con gli occhi di Pierfrancesco Uva

Petruzzelli, il paziente è grave, la malattia no

FONDAZIONE - godelli? Ma non è la stessa che per anni è stata nel Consiglio di amministrazione?

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venerdì 2 marzo 2012 5

l’unico giornalista italia-no a ricostruire in modo certosino (e utilissimo per noi cronisti) le vicen-de del Petruzzelli prima, durante e dopo l’incen-dio, che idea ti sei fatto dell’attuale situazione?

C’è un fronte variega-to che oggi fa la guerra al sindaco Emiliano, che per legge è presidente della fondazione. E gli fa la guerra per mere que-stioni di potere. La sua gestione è riuscita a fare le nozze con i fichi sec-chi: il ministero (Nastasi, ancora lui) ha mandato soldi col contagocce, la Regione ha speso per una notte bianca più di quan-to ha dato al Petruzzelli in sette anni. Mentre Go-delli chiama-va Caparezza per farlo ve-nire a ballare in Puglia, il s o v r i n t e n -dente-diret-tore artistico G i a n d o m e -nico Vaccari portava Ma-azel a Bari, e Maazel porta-va in America l’orchestra del teatro. E poi Muti, e tutto Wagner, e l’elenco è lungo. Certo, ognuno è libero di prefe-rire Godelli e le canzonet-te.

Non sei mai stato d’ac-cordo con l’esproprio del teatro. Sei ancora con-vinto che debba rimane-re privato?

Quello della proprie-tà è un falso problema. Su una Ferrari, Schuma-cher fa faville, io andrei a schiantarmi. E Monteze-molo che ne è il “proprie-tario” pure. Il contratto del 2000 assicurava la fru-izione pubblica, per cui la condizione giuridica per espropriare non c’era: basta leggere le carte e il

Codice Urbani sui beni culturali. Godelli è tra co-loro che hanno ripetuto il mantra dello scandalo per “i fondi pubblici per ristrutturare un teatro privato”. Eppure, da più di sessant’anni questo è prassi, in Italia, perché lo dice la legge: quando crolla il tetto della Basili-ca di San Francesco, non è lo Stato che paga? È un bene di interesse storico-artistico e allo Stato con la “s” maiuscola, non quello dei funzionari, interessa la fruizione pubblica di un bene, non di chi sia la proprietà. Del resto, tre quarti del patrimonio storico-artistico europeo è in mani private, voglia-

mo espro-priare tutto?

Il com-m i s s a -r i a m e n t o ormai è scontato, lo ha richie-sto lo stesso Emiliano. E poi, secondo te, cosa suc-cede?

E m i l i a -no è meno stupido dei

suoi interlocutori: ha ca-pito che questo fronte barese con sponda roma-na vuol mettere le mani sul teatro e così ha detto “prego, accomodatevi”. Il commissariamento è un altro gioco di prestigio, quasi fosse un “governo tecnico”. A me non pia-ce il commissario Monti, tanto meno gli altri: se Nastasi manda anche un assegno, gliene rendere-mo merito, visto che c’è ancora da pagare la cam-biale che ci ha lasciato il suo amico Balducci. Al-trimenti per il Petruzzelli sarà l’ennesimo affonda-mento per beghe politi-che, altro che proprietà privata.

Bari

La partita tra Emilianoe chi non lo digerisce

La sua è una voce che arriva dritta dritta dal Consiglio di Amministra-zione del Petruzzelli. Per forza di cose deve resta-re anonima e sussurrata. Ma ciò che dice, grida di preoccupazione e a vol-te di indignazione. Ti fa capire che si sta giocan-do una partita che va al di là dello stesso destino di un pezzo importante della città e che potrebbe essere il preludio a una guerra senza quartiere fra Michele Emiliano, quale

prossimo candidato go-vernatore, e un pezzo di Regione che proprio non lo vuole, al di là delle “be-n e d i z i o n i ” vendoliane.

“Il Petruz-zelli i viaggi all’estero se li paga da solo, altro che in-viti” ci dice, tanto comin-ciare. “Sono operazioni di marketing e immagine molto costose,

come quelle in USA per il Columbus Day. Dopo

l ’ O r c h e s t r a ha suona-to una ban-da di paese, credo quella di Martina Franca, che ugualmente si fa invitare a spese sue per il mon-do”. C’è da star male per la delusione. “E Alberto Veronesi? Il

direttore stabile, figlio

dell’oncologo Umberto, è stato un piacere persona-le che Emiliano ha fatto a Francesco Schittulli, ami-co del luminare. Non si tratta certo di una prima bacchetta italiana e a quel che ne so avevamo gente nostra forse più in gamba e di sicuro meno costosa”.

Errori di gestione, au-tocratismo? “Un po’ di tutto, soprattutto la sicu-rezza di poter fare prati-camente tutto in assoluta autonomia”. E il complot-to contro Emiliano? Qui Deep Throat sorride. Ma a denti stretti.

PETRUZZELLI - Ben altro al di là dello stesso destino di un pezzo importante della città

E m i l i a n o ha capito che questo fronte bare-

se con sponda romana vuol mettere le mani sul teatro e così ha detto “prego, accomodatevi”, ci sono mere questioni di potere

Errori di ge-stione? Auto-cratismo? Un po’ di tutto,

soprattutto la sicurezza di poter fare praticamente tutto in assoluta autono-mia. E il complotto contro Emiliano? Il Deep Throat sorride...

di Fortunata Dell’Orzo

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6 venerdì 2 marzo 2012BariGLI SCENARI POLITICI IN PUGLIA - Senza steccati, ma occorre pensare al programma politico, meno alle alleanze elettorali

Una lettera, con qualche consiglio,a Emiliano (e ad alcuni amici di Fli)

Caro sindaco,comincio da qui, per-

chè voglio ricordarti che tu sei innanzitutto il sin-daco di una grande città meridionale, e lo sei me-ritatamente perchè eletto per due volte consecutive da una maggioranza che è andata ben oltre i con-fini elettorali della sinistra, della quale eri espressio-ne e che nella città di Bari è stata sempre minoritaria. Voglio ricor-darlo a me stesso, e so-pratutto a te, perchè dalle m u l t i f o r m i dichiarazio-ni e iniziati-ve che quotidianamente ti vedono protagonista, sembra che l’impegno sindacale, che come en-

di Salvatore Tatarella trambi ben sappiamo è il più gravoso fra gli incari-chi politici, sia per te di-ventato ormai residuale.

Mi preme avvertirti che se hai la legittima aspira-zione di diventare prima candidato e poi presiden-te della nostra regione, bene faresti a dimostrare, sino all’ultimo giorno, di essere innanzitutto un

sindaco capa-ce, attento e presente.

Ciò pre-messo, venia-mo alla no-stra possibile alleanza. Che tu intraveda la possibilità di avere an-che Fli nella maggioranza comunale e, magari, do-mani anche

in quella regionale, rico-noscendo a Fli il merito storico di aver contribuito ad archiviare la stagione

nefasta del berlusconi-smo, non può che farmi piacere. Fotografi un dato oggettivo e, prima di al-tri, intravedi per il futuro scenari originali, molto diversi dagli schieramen-ti dell’ultimo ventennio, ormai dissoltisi con il tramonto di Berlusconi e l’avvento di un nuovo go-verno di larghe intese.

Non mi piace, invece, che a giustificazione di tanto venga evocata addi-rittura la “fine della guerra civile, apertasi con la mar-cia su Roma e l’avventura

totalitaria del fascismo”. Non ti sarà difficile ri-

flettere su quanto l’acco-stamento fra le due fasi sia assolutamente spropor-zionato e improprio.

La marcia su Roma rap-presentò una grave cesura del sistema democratico e parlamentare, che portò a una lunga dittatura e, poi, a una guerra disastrosa; a Bari, invece, con tutto il rispetto, stiamo parlando solo di una semplice giun-ta comunale.

Al di là della evidente sproporzione, sorprende

ancor di più l’improprie-tà dell’accostamento. Che c’entra Fli col fascismo?

Evidentemente nulla. A nessuno, prima d’ora,

era venuto in mente un simile, assurdo e scon-veniente accostamento. Dobbiamo ancora ricor-dare che l’abiura del fasci-smo l’aveva già fatto il Msi Destra Nazionale? Che poi abbiamo avuto Fiug-gi, Alleanza Nazionale, la partecipazione ai gover-ni della Repubblica, Fini terza carica dello Stato, la nascita del Pdl, e l’ingres-so nel Ppe? Mi sembra davvero troppo.

Non mi piace nemme-no che passi l’idea che a traghettare Fli nella mag-gioranza comunale sia sufficiente una tua au-tonoma decisione. Siete bravi, vi accetto. Una sor-ta di paternalistica con-cessione o, a seconda dei punti di vista, una imposi-zione da subire. Questo è un passaggio decisivo ed è

Michele Emiliano

bene chiarirlo. Se Fli deve entrare nella maggioran-za comunale occorrono alcune condizioni preci-se: una deliberazione de-gli organi statutari di Fli, la sottoscrizione e accet-tazione di un documento programmatico, che indi-vidui con chiarezza l’ap-porto originale di Fli, la condivisione convinta ed esplicita degli altri partiti della maggioranza, con i quali, se del caso, vorrem-mo da subito collaborare e non confliggere.

Quanto a possibili fu-ture alleanze regionali, sai bene che l’ipotesi non vede Fli pregiudizialmen-te scettica o ostile, ma, anche in questo caso, se vuoi che abbia successo, è bene che segua un per-corso diverso da quello visto sino ad oggi.

Non mi piace la rincor-sa ad allargare l’alleanza comunque e con chiun-que. Non mi piace la cat-tura e l’adescamento di quello o quell’altro can-didato in libera uscita dal partito di appartenenza.

Non ho in simpatia e non frequento voltagab-bana, opportunisti, me-stieranti e inquisiti. Sai bene che in tempi di ri-volgimenti, e questo lo è, insieme a tanti generosi ed entusiasti, si muovono anche tanti scaltri avven-turieri, bravi e pronti a fiutare il vento che tira.

Ecco, per evitare do-mani di ritrovarti a bordo una ciurma poco racco-mandabile e scarsamente affidabile, ti consiglierei di sospendere le iscrizio-ni e di dedicarti, nel poco tempo che ti lascerà il prioritario impegno sin-dacale, a scrivere il tuo programma per la Regio-ne.

Io, insieme a molti altri, ho capito che fermisssi-mamente vuoi fare il pre-sidente della regione.

Vorrei, però capire an-che che cosa intendi fare una volta eletto, e vorrei saperlo non dopo, ma prima di decidere se ap-poggiarti o meno. Perchè, caro Michele, se questo che viviamo è uno stra-ordinario momento di cambiamento, al quale la coraggiosa scelta di Gianfranco Fini ha dato il via, Fli vuole partecipar-vi da protagonista e non da comparsa, portando il contributo originale della sua esperienza, del suo programma, dei suoi va-lori e dei suoi ideali.

Non alzando steccati, nè a sinistra, ma nemme-no a destra.

Il progetto-Emiliano è suggestivo, però...“Il progetto su cui è im-

pegnato Michele Emiliano - costruire un’alleanza che vada da Sel a Fli – è indub-biamente affascinante (rectius: intrigante) sotto l’aspetto squisitamente politico, e, pur tuttavia, nell’intervista rilasciata a Repubblica non è soste-nuto con argomentazioni condivisibili”.

A sostenerlo è il con-sigliere regionale di Fli, nonché coordinatore pro-vinciale del partito di Fini a Brindisi, Euprepio Curto.

“Dico senza peli sul-la lingua – ha dichiarato Curto- di non aver ap-prezzato (e con me molti amici di Fli) l’espressio-ne usata dal sindaco di Bari secondo cui tra i fu-turisti non ci sarebbero esponenti di particolare scabrosità. Che cosa in-tendesse dire Emiliano con quella frase sarebbe opportuno chiarirlo senza mezzi termini, altrimenti l’espressione suonerebbe come non rimuovibile of-fesa all’intera classe diri-gente di Fli”.

“Non ho neppure con-diviso – ha proseguito Curto – il richiamo alla necessità di superare defi-nitivamente il cosiddetto fattore K. Questa è preisto-ria della Politica. Altro che fattore K. Oggi le nuove al-

CURTO - le nuove alleanze dovranno poggiare su progetti condivisi che tengano conto della trasformazione della società e dei suoi valori

Con la 1ª Conferenza Programma-tica Cittadina si è costituito anche a Bari il Terzo Polo: si tratta di un even-to “storico” per la città e che evidente-mente va letto in funzione regionale.

Il rimedio alla crisi ed alla “anti-po-litica” per noi è nella serietà dell’im-pegno, nel coraggio delle riforme e nell’equità delle scelte che sta conno-tando il nostro percorso politico.

Ma perché noi di destra ci sia-mo? Ci siamo perché si sono create le condizioni per incontrarsi su un programma per Bari con il quale vin-ceremo finalmente le prossime ele-zioni con il candidato-sindaco da noi sostenuto. Ci siamo perché stiamo costruendo un programma per la Re-gione, con il quale vogliamo tornare a governare anche questo Ente.

Tuttavia se “destra” e “sinistra” sono categorie storiche ormai supe-rate (almeno nella accezione nove-centesca), non lo sono - e non lo sa-ranno mai - i nostri valori ed i nostri programmi, su cui non saremo mai disponibili a transigere. Per questo noi siamo ancora e sempre “di de-stra”: ma la nostra “destra” non è una collocazione “geo-politica” e se qual-cuno in Puglia ha usurpato il nostro nome e le nostre bandiere, la nostra collocazione oggi non può che esse-re “da un’altra parte”. Almeno sino a quando questa “anomalia” tutta ita-liana e tutta pugliese non sarà supe-rata e potremo tornare con orgoglio a dirci “di destra”.

Massimo VitoneResponsabile Enti Locali - Fli Puglia

Costituito anche a Bari il Terzo Polol’intervento

La platea al Terminal Crociere di Bari durante il Convegno di Fli

leanze dovranno poggiare su progetti condivisi che tengano conto della tra-sformazione della società, del suo sviluppo, delle sue emergenze, dei suoi nuo-vi valori. Non finiscono le ideologie. Semplicemente si trasformano, generando nuove, diverse e – sem-mai – inconsuete allean-ze”.

“Pure la sua tesi circa la necessità di poter contare su leadership riconosciu-te e carismatiche avrebbe avuto bisogno di qualche dettaglio in più – ha incal-zato l’esponente politico del partito di Gianfranco Fini -. Non ho mai credu-to nei partiti acefali, e cioè senza un leader. Ma un le-ader senza adeguate classi dirigenti inevitabilmente realizza sistemi politici più vicini alle satrapìe che alle democrazie. E tutto ciò per gli uomini liberi è semplicemente intollera-bile”.

“Ma la vera perla di Mi-chele Emiliano – precisa Curto – è quella, tutta po-litica, con cui dichiara di parlare con la Destra per rafforzare in Centrosini-stra. A parte la considera-zione, e la contraddizione, del richiamo a categorie politiche (Destra e Sini-stra ) che in altra parte dell’intervista Emiliano

ritiene superate, almeno per quanto mi riguarda - e per quel poco o molto che potrà contare la mia opinione in Fli- la que-stione va invertita, e cioè sono disponibile a parlare con schieramenti lonta-no dal mio per rafforzare quest’ultimo”.

E concludendo sulla mia personale opinione: “Confermo la suggestività del “ Progetto Emiliano”, ma … molto riveduto e … molto corretto”.

Se Fli deve entrare nella maggioran-za comunale

occorrono alcune condi-zioni precise. Sul piano regionale, non ci piace la rincorsa ad allargare l’alleanza co-munque con chiunque

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venerdì 2 marzo 2012 7

La stagione 2011/2012 dell’Associazione Sporti-va Bari si sta muovendo su tre fronti. Finita la que-stione cessione società a miseri colpi di botta e ri-sposta su social network, ora la vita del Bari si di-vide tra una squadra che sta affrontando il campio-nato cadetto solo grazie all’amor proprio e la que-stione calcioscommesse. Se, di fatto, la proprietà ha ormai abbandonato chiunque all’interno della

società, si guarda bene dal non trascurare la propria presunta innocenza tra-mite comunicati sul sito ufficiale o per mezzo dei propri legali.

La situazione è ingar-bugliata e molto grave. L’inchiesta si muove su quattro fronti: ex calcia-tori del Bari e non che scommettevano su par-tite della squadra di ap-partenenza, alterando le proprie prestazioni sul campo, tramite una rete delinquenziale che attra-versava la criminalità or-

ganizzata e i calciatori di varie squadre; ex calciato-ri ormai in pensione ago-nistica che restavano nel giro per contattare questo o quel giocatore; magaz-zinieri che si facevano tra-mite di boss malavitosi; una rete denominata “gli zingari” che puntava cen-tinaia di migliaia di euro per corrompere giocatori e determinare risultati.

In più ci sarebbero an-che esponenti del tifo organizzato barese che avrebbero ricevuto im-beccate sulle partite dello

Bari

Bari, in provincia di Scommettopoli

CALCIO - Chi subisce il colpo maggiore è senza dubbio il tifoso. Chi glielo spiega?

I tifosi del Bari assiepati in Curva al San Nicola

di Andrea Dammacco

La Procura di Bari congiuntamente a quella di Cremona attualmente sta indagando su una lunga lista di cal-ciatori, ex calciatori, esponenti della criminalità organizzata e corruttori esteri.

In primis ci sarebbe Andrea Masiel-lo, al momento tra le file dell’atalanta, poi Parisi e Belmonte (che hanno pre-ferito non rispondere ai magistrati) e Simone Bentivoglio. Informazioni sul ruolo degli ultras le hanno fornite an-che calciatori ascoltati come persone informate sui fatti, pur offrendo però secondo gli investigatori una lettura molto reticente su come sono andate effettivamente le cose. Più delicate le posizioni degli ex Bari Carlo Gerva-soni, Filippo Carobbio e il difensore Marco Esposito, quest’ultimo amico

di Iacovelli e tirato in ballo da Bellavi-sta per una presunta combine prima della gara con il Parma.

Poi ancora Abdelkader Ghezzal e il difensore del Bologna Daniele Por-tanova che avrebbe fatto da sponda nella combine dell’ultima giornata dello scorso campionato quando i biancorossi sbancarono il Dall’Ara di Bologna per 4-0. Infine anche Angelo Iacovelli, il factotum arrestato e poi scarcerato dalla procura di Cremona, la cosiddetta banda degli zingari, che corrompevano i giocatori per pilota-re le partite e anche, a quanto pare, il clan Parisi che, anche loro, corrompe-vano i giocatori con il fine di riciclare il denaro proveniente dalle scommesse illecite.

A.D.

Nella rete non soltanto calciatoriil punto sulle indagini

“Chi ha causato un danno a Bari e al Bari deve pagare. Tortureremo con ogni mezzo giuridico coloro i quali hanno infangato la maglia biancorossa”.

Mimmo Magistro, calciatore del Bari tra il ‘63 ed il ‘68, giornalista sportivo negli anni ’70, poi assessore comunale a Bari, è deciso nel portare avanti una battaglia che difenda la città e la squa-dra da ciò che è avvenuto l’anno scor-so con lo scandalo scommesse. “Non avevamo bisogno di autorizzazioni dal Bari o dalla federcalcio per intra-prendere le nostre iniziative. Noi vo-gliamo tutelare la città e i tifosi da ciò che è avvenuto lo scorso anno, perchè crediamo nei valori dello sport. Chi ha sofferto, chi ha pagato il biglietto per lo stadio, l’abbonamento, o la tessera per la pay tv. Calcio è sofferenza e gioia, e noi proprio questi diritti e valori voglia-mo difendere”.

A coordinare l’iniziativa giudiziaria è l’avvocato Francesco Sisto, vice presi-dente della Giunta delle autorizzazioni a procedere e componente della Com-missione Giustizia della Camera dei Deputati, con la collaborazione dell’av-

vocato Manuela Magistro, esperta di Diritto Sportivo.

Le intenzioni sono quelle di costi-tuirsi parte offesa, di intraprendere un’azione di danno per fatto illecito e fare il possibile per rivisitare la respon-sabilità oggettiva. Mimmo Magistro e l’avvocato Sisto ritengono ingiusto che il Bari debba pagare due volte: prima per le partite perse perché vendute dai propri tesserati, e poi per le penalizza-zioni diretta conseguenza della respon-sabilità oggettiva. Sisto ritiene che “ci siano le condizioni per un’azione giu-diziaria da parte degli ex tesserati del Bari contro quei calciatori che doves-sero essere ritenuti responsabili delle combine sportive dello scorso anno sia attraverso la costituzione di parte civile sia attraverso una class action , a cui potrebbero aderire semplici tifosi, habitué dello stadio ovvero abbona-ti alle TV satellitari, defraudati perché costretti a vedere partite fasulle”. A sostenere l’azione anche ex calciatori biancorossi come Antonio Di Gennaro, Giorgio De Trizio, Gigi Frisini, Salvatore Guastella.

Tifosi ed ex calciatori pensano alla possibile battaglia legale

la class-action

Lo stadio San Nicola di Bari

www.ilvelino.it

scorso campionato. Insomma la pagina

nera del pallone assume ogni giorno di più pro-porzioni sconfortanti. Tanto sconfortanti che lo scandalo “Calciopoli” del 2006 in confronto a que-sto è nulla o quasi, è sol-tanto una fotografia sfo-cata del marcio che esiste nel sistema calcio.

“Scommettopoli”, in-vece, lede alla radice tutta la pianta del campionato, anche toccando chi non c’entra col calcio gioca-to, rendendola deforme e destinata a morire, o a so-pravvivere in condizioni penose.

Chi subisce il colpo maggiore è sicuramente il tifoso, il semplice ap-passionato di calcio che la domenica si stende sul divano per godersi “le partite” o chi salta il pran-zo domenicale per met-

tersi una sciarpa al collo e andare allo stadio per perdere la voce per i suoi beniamini.

Chi glielo va a dire che ha perso soldi e salute per uno spettacolo per il qua-le non aveva pagato?

Chi ne perde da tutto questo è un senso dello sport che ormai col calcio non ha nulla a che fare.

Troppi soldi, troppi in-teressi, troppe persone che col calcio non hanno nulla a che fare coinvolte. E in tutto questo ognuno difende il proprio singolo interesse non capendo, o non volendo capire, che è arrivato il momento in cui bisogna davvero scar-dinare un sistema che è ormai anacronistico.

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10 venerdì 2 marzo 2012Regione

Valutazioni si, ma con regole certe e a priori

L’INCHIESTA SULLE UNIVERSITA’ - Il nostro intero sistema universitario venga preso in considerazione senza ghettizzazioni

Si conclude oggi la no-stra inchiesta sul mondo dell’Università pugliese, sulla “non virtuosità” as-segnata agli atenei della nostra Regione e, di conse-guenza, sui tagli dei fondi per la ricerca e la docenza disposti dal Ministero.

E’ tutt’oro quello che luccica? Sembrerebbe pro-prio di no, come abbiamo già evidenziato.

Intanto nelle scorse settimane, i Rettori della Federazione dei Sistema Universitario Lucano-Molisano-Pugliese hanno inviato, congiuntamen-te, una lettera aperta al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ri-cerca con la quale, in parti-colare, chiedono di “intro-durre a livello nazionale un contributo standard per studente al fine di unifor-

mare, in termini equita-tivi, la distribuzione della cosiddetta “quota storica” del F.F.O.; di stabilire cri-teri di valutazione della p re m i a l i t à equi, condi-visi, preven-t i v a m e n t e noti e stabili su orizzon-ti temporali pluriennali; di sospen-dere, nelle more dell’in-troduzione del contri-buto stan-dard per s t u d e n t e e della definizione del “nuovo sistema” di valu-tazione, l’applicazione della quota premiale del F.F.O, 2012, che se fosse effettuata “sulla fase dei criteri e dei parametri uti-lizzati nell’anno 2011”,

di sviluppo dei territori in cui i singoli atenei sono radicati”.

Futuro e Libertà Puglia, ritenendo fondamentale e strategico il ruolo dell’uni-versità sia per il territorio pugliese sia per l’intero paese, sempre più con-vinti che il futuro di una nazione passi e parta dal mondo della formazione e della ricerca, ha subito at-tivato il proprio referente

Mappatura: cosa fa la Regione Puglia?

l’amianto presente in regione

L’Ateneo di Bari

Approvate all’unanimità le pro-poste di modifiche alla legge che disciplina la raccolta e la commer-cializzazione dei funghi. Il testo definitivo scaturisce da due di-stinte iniziative: la prima a firma di Sel e la Puglia per Vendola, la seconda dei consiglieri Pentassu-glia e Iurlaro.

Il testo unificato è stato emen-dato nella parte riguardante il rila-scio del permesso di durata trien-nale che abilita alla raccolta dei funghi su tutto il territorio della regione ed è rilasciato a raccogli-tori professionali ed occasionali previa frequentazione di un corso, con superamento di prove finali, promosso e organizzato da Comu-ni o da associazioni micologiche di rilevanza nazionale, regionale

e territoriale con un programma del corso approvato dal Centro di controllo micologico della Asl competente per territorio.

Inoltre è stata apportata una modifica riguardante il permesso turistico per raccoglitori occasio-nali, riservato ai non residenti, che consente la raccolta giornaliera di non più di tre chili di funghi, vali-do per una durata massima di 15 giorni.

Il patentino rilasciato dai corsi formativi sarà rinnovabile alla sca-denza di un periodo prestabilito.

“Queste modifiche erano neces-

sarie- afferma Michele Ventricelli, primo firmatario delle modifiche- per regolamentare maggiormen-te la raccolta dei fungi spontanei che soprattutto in alcuni periodi dell’anno raggiunge picchi note-voli, cercando di formare gli stessi raccoglitori alla tutela del territo-rio e alla maggiore prevenzione rispetto alle tipologie di prodotti raccolti. Dare la possibilità alle associazioni micologiche del ter-ritorio di effettuare i corsi di for-mazione propedeutici sia anche un modo per riconoscere il valore del loro lavoro.”

Funghi, le nuove normesu raccolta e commercio

in consiglio regionale

La mappatura dei siti a rischio amianto è al centro di un’interro-gazione urgente che il Consigliere regionale di Futuro e Libertà, Eu-prepio Curto ha rivolto al presidente della Re-gione, Nichi Vendola, all’assessore alle politi-che della salute, Ettore Attolini e all’assessore all’ambiente, Lorenzo Nicastro.

“L’istituto Superiore della Sanità – sottolinea Curto nell’interrogazio-ne - ha stimato in trenta milioni di tonnellate la quantità di amianto non smaltito presente nei Siti d’interesse naziona-le (Sin). Di questi ben 15 siti sono presenti al Sud con picchi di eleva-ta criticità a Manfredo-nia, Brindisi e a Taranto, aree caratterizzate da un elevatissimo tasso di mortalità per leucemie e tumori polmonari (il co-siddetto ‘mesotelioma pleurico’)”.

L’esponente Fli chie-de, pertanto, di cono-scere “se la Regione Pu-glia abbia provveduto alla mappatura dei siti e quali siano state le risul-tanze”.

“Qualora, invece, la mappatura non sia stata

effettuata o completata - conclude Curto - quali siano state le cause che non l’hanno consentita, quali le responsabilità e quali le iniziative che si ritenga di dover assu-mere al riguardo.

Mentre la Regione si appresta a varare la leg-ge (a prima firma del consigliere Cervellera) che limita la concentra-zione degli insediamen-ti industriali, dunque, si sa poco e non si hanno certezze proprio sulla mappatura dei siti.

Limitare, regolamen-tare, disporre, significa innanzitutto conoscere. e da questo punto di vi-sta la Regione è indietro di parecchio.

Sarà il caso di darsi da fare?

del settore regionale “Ri-cerca, Università e Inno-vazione”, che già da tempo sta seguendo da vicino questa delicata situazione.

In particolare, FLI Pu-glia, così come riportato in una lettera ai Rettori della Federazione del Si-stema Universitario e al movimento RI.UNI.BA., “ha intenzione di battersi affinché il nostro intero si-stema universitario venga preso in considerazione senza “ghettizzazioni” al-cune, senza che vengano etichettati atenei Virtuosi e Non, senza che vengano “casualmente” suddivisi gli atenei in “centro-meri-dionali” e “centro-setten-trionali”.

E questo non significa essere contrari ad ogni forma di valutazione; ci batteremo affinché tutti i nostri atenei, e non solo quelli meridionali, possa-no essere valutati “a poste-riori” in base a regole cer-te, chiare e, soprattutto, fissate a “priori”. Il gruppo di lavoro di FLI Puglia si è, dunque, messo a lavoro per poter subito realizzare iniziative locali e nazionali finalizzate ad una corretta difesa di tutti gli atenei ita-liani.

[4 - fine]

così come preannuncia-to nella nota del Ministro del 30.12.2011, portereb-be ad ulteriori insoppor-tabili esasperazioni delle

sperequazioni denunciate”. È importante evi-denziare che si tratta di inter-venti “a costo zero” in quanto non richiede-rebbero risorse aggiuntive ri-spetto a quel-le disponibili, evidentemente già complessi-vamente scar-sissime. I Ret-

tori hanno correttamente voluto rimarcare nella loro lettera “la dramma-ticità della situazione in cui tanti atenei nazionali, soprattutto ma non solo, nel Mezzogiorno, versano per motivi assolutamente

indipendenti dalla volontà e dall’impegno dei rispet-tivi organi accademici e del personale tutto con il rischio di sopravvivenza del sistema universitario pubblico, unico garante dei diritti costituzionali del sistema universitario pubblico, unico garante dei diritti costituziona-li di accesso dei capaci e meritevoli ai gradi più alti dell’istruzione e motore

Una lettera dei rettori per criteri di valutazione

della premialità equi, condivisi, preventiva-mente noti e stabili su orizzonti temporali plu-riennali: la ricetta per non affogare

“Le Asl pugliesi sono in stato di generale confusione riguardo agli operatori ex stabilizzati e di pronto soccorso con gravi ripercussioni su-gli operatori e sulla qualità dei ser-vizi assistenziali.

“Alcuni operatori sanitari – ha voluto sottolineare il consigliere regionale Francesco Laddomada (La Puglia per Vendola) – sono stati assunti con contratto a tempo de-terminato, altri hanno fatto ricorso al giudice del lavoro, altri ancora hanno optato per le procedure di conciliazione, una diversificazione di soluzioni si è abbattuta sul ter-ritorio regionale che sta generando

malumori e disservizi”.Uno so stato di confusione che

riguarda anche alcuni medici del pronto soccorso che pur avendo un’esperienza quinquennale ven-gono esclusi dagli avvisi pubblici, perchè richiedono la specializza-zione tra i requisiti di partecipazio-ne. Eppure ci sono stati concorsi regionali per operatori di pronto soccorso che hanno dato la possibi-lità a medici non specialisti, ma con esperienza quinquennale al pronto soccorso, di partecipare ugualmen-te al concorso con graduatoria pa-rallela a quella degli specialisti.

Una situazione di totale confu-

zione ed imbarazzo per il pilastro principale delle voci di bilancio re-gionale.

Fa specie che a sottolineare la confusione sia proprio uno dei componenti della maggioranza più vicini al presidente della Giunta Re-gionale Nichi Vendola. Se lo dicono gli eletti della sua lista personale (e se fanno eco i consiglieri di Sel e del Pd) qualcosa di vero dovrà pur es-serci.

La verità è che le retromarce, i tira e molla che in questi anni hanno vi-sto l’ex assessore Fiore, Vendola e il management delle Asl pugliesi, le continue perdite di tempo e lo stil-licidio sui lavoratori non possono che trovare i propri responsabili tra i banchi della maggioranza. Anche se fingono stupore.

Roberto Mastrangelo

Le Asl, gli imbarazzi, le sorprese e le responsabilità della maggioranza

la situazione della sanità pugliese

di Luigi De Filippis

Euprepio Curto

Page 11: Puglia d'oggi n. 8

venerdì 2 marzo 2012 11Regione

Una relazione piena di ombre, che non fa luce su voci importanti che concorrono alla forma-zione del deficit sanitario: certificazione dei bilanci Asl non pervenuta, nien-te sui dati della mobilità passiva, buio completo su lotta agli sprechi che si annidano principal-mente nell’acquisizione di beni e servizi. E’, que-sto, in sintesi il giudizio negativo che il consiglie-re regionale Giammarco Surico, componente della commissione Sanità della Regione Puglia e coordi-natore di FLI terra di Bari, formula sulla relazione portata nell’ultima sedu-ta del Consiglio Regionale dall’assessore regionale alla Sanità, Attolini.

“Tutto questo fa il paio con scelte perlomeno di-scutibili come quella di obbligare i medici ospe-dalieri a non prescrive-re su ricetta medicinali ai pazienti al momento della dimissione”, incalza Surico, “una follia incom-prensibile se si pensa che, pur essendo diminuita la spesa farmaceutica, non

è diminuita la pressione fiscale sulla ricetta medi-ca a tutto danno dei cit-tadini E oltretutto, non si agevola in questo modo il paziente dimesso che si vede costretto a subire ulteriori disagi, come se non bastassero quelli re-lativi alla malattia e alla degenza”.

“Come pure appare incomprensibile quello spostamento di 5 milioni di euro da una realtà con-solidata nel campo della riabilitazione ad un’altra azienda dell’entroterra barese”, continua, “di cui non si capisce bene l’uti-lità ai fini della migliore organizzazione per offrire servizi adeguati alla do-manda di salute dei citta-

dini”.“Una nebulosa gira

anche intorno alla vicen-da degli Ospedali Eccle-siastici e, in particolare del Miulli di Acquaviva”, afferma l’esponente fi-niano, “caratterizzata da atteggiamenti contrad-dittori e dilatori da parte della Regione Puglia con-dannata dalla giustizia amministrativa a pagare al Miulli 45 mln di euro a cui se ne aggiungono 100 per il 2008. E ben presto la pioggia di richieste di risarcimento avanzate da-gli ospedali ecclesiastici di Tricase e san Giovanni Ro-tondo si farà sentire forte. L’immobilismo del go-verno Vendola su questo fronte rischia di trascinare a fondo il bilancio regio-nale, mentre l’esecutivo resta sordo ad ogni pro-posta come quella da noi avanzata rispetto al Miulli: costituire una Fondazione a maggioranza pubblica, considerata la presenza, al contrario di quanto è avvenuto per il San Raf-faele di Taranto, di una struttura all’avanguardia e di risultati di esercizio”.

Surico conclude richia-mando l’esecutivo regio-nale alla responsabilità di “sbloccare i 55 milioni e 200mila euro fermi sul San Raffaele, che potreb-bero invece dare ossige-no e sostanza all’edilizia sanitaria. Senza contare che vi sono 300 milioni di euro sospesi nell’aria con appalti bloccati. In queste condizioni, è evidente che la diminuzione del defi-cit relativo al 2011 non si fonda su dati certi e tra-sparenti e fa a pugni con una situazione disastrosa che registra un smantel-lamento del sistema sa-nitario pugliese cui non corrisponde un serio, cre-dibile e percorribile piano della salute regionale. La sensazione, insomma, è che a governare sia il caos, come dimostra anche il fatto che i livelli essenziali di assistenza continuano ad essere messi a rischio dall’assenza ormai croni-ca di atti omogenei e co-erenti da parte delle Asl sul reintegro di personale medico e infermieristico lasciato nella più comple-ta confusione”.

Sanità pugliese,le luci e le ombre

IN CONSIGLIO - Con i soldi fermi per il San Raffaele si può dare ossigeno all’edilizia

La diminuzione del deficit del 2011 non si basa su dati certi e fa a pugni con una situazione disastrosa

Approvato con 31 voti favorevoli e 17 astenuti il disegno di legge in materia di bo-nifica integrale e di riordino dei consorzi di bonifica. Il dibattito politico si è acceso sul-la nomina del revisore unico: sull’emenda-mento, a firma del con-sigliere Leonardo Di Gioia (Pdl), con il qua-le veniva proposto il sorteggio tra gli iscritti nel registro dei revisori legali, c’è stata la rot-tura tra maggioranza e opposizione che ha richiesto la verifica del numero legale. L’accor-do è stato poi raggiunto con l’approvazione di un articolo sostitutivo.

Ma nel merito del ri-ordino non tutti sono daccordo.

Per Rocco Palese (Pdl) “non potevano che astenerci sul Ddl perché è una riforma che non riforma il set-tore, che non tutela i Consorzi, perché non li mette nelle condizio-ni di tornare ad eroga-re i servizi e che ancor meno tutela gli agricol-tori, perché torneran-no a vedersi recapitare le cartelle esattoriali senza vedersi erogare servizi”.

“Non si capisce - conclude Palese - cosa sia cambiato dal 2005, quando questo stesso Governo Regionale ri-tenne di sospendere le cartelle esattoriali, ad

oggi che le reintroduce. In 7 anni nulla è stato fatto per mettere i Con-sorzi nelle condizioni di funzionare, di eroga-re servizi, di essere effi-cienti e, quindi, di giu-stificare la ri-emissione di cartelle e di autofi-nanziarsi”.

Per il capogruppo del Pd Antonio Decaro, è “un ulteriore passo in avanti che ci porterà alla vera sfida, quella in cui dovremo interveni-re sulla parte finanzia-ria dei Consorzi”.

“Si tratta - rileva De-caro - di raggiungere un equilibrio di bilancio, istituendo una gestio-ne separata dei debiti che altrimenti infice-rebbe l’erogazione dei servizi e la tenuta degli stessi Consorzi”.

Più che contenta il consigliere del la Pu-glia per Vendola Anna Nuzziello “È stata va-rata una riforma attesa da oltre dieci anni dal comparto agricolo, dai consorziati, dai contri-buenti e dai cittadini, con la quale il gover-no Vendola assume un grande atto di respon-sabilità nei confron-ti dell’intero Sistema Puglia e restituisce credibilità ai consor-zi. Siamo usciti da una situazione di impasse restituendo l’autogo-verno ai consorzi gra-zie a un grande atto di responsabilità della politica”.

Consorzi di bonifica,approvato il riordino

agricoltura

Giammarco Surico

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12 venerdì 2 marzo 2012Foggia

IL COMMENTO

Giovaninemmenoda giovani

di Fabrizio Tatarella

Oggi seguirò con fierezza e soddisfa-zione il congresso provinciale di Gene-razione Futuro.

Guidare un par-tito nella sua fase aurorale è cosa tan-to entusiasmante e difficile che non lascia certamente il tempo di guardare in casa d’altri. Seguo con attenzione ed interesse le vicen-de congressuali del Popolo della Liber-tà, che è comunque una grande forza politica che anche in Capitanata rappre-senta, magari non nel modo migliore, centinaia di miglia-ia di cittadini, ma naturalmente non prendo posizione.

Tuttavia, avendo fatto la gavetta in Azione Giovani, non posso nascondere un moto di tristezza per le dichiarazioni che ho letto recen-temente sulla stam-pa da parte di alcu-ni esponenti della Giovane Italia, che si dissociavano da non so più quale do-cumento. Tristezza perché era palese in quelle dichiarazioni un’occasione per-duta, quella di dota-re l’organizzazione giovanile del Pdl di un proprio specifico ed autonomo profi-lo, anziché renderla la riproposizione in calzoncini corti del-le scelte degli “adul-ti”.

Mi auguro che Generazione Futu-ro segua una stra-da diametralmente opposta, che sia di stimolo e –perché no?- di critica agli organismi dirigenti del partito. Perché se ci si attarda in queste strane mano-vrine di retrobottega si finisce, ribaltando un noto slogan pub-blicitario, per non essere giovani nem-meno da giovani.

A meno di un anno dalla sua costitu-zione in Capitanata, Generazione Futu-ro, l’organizzazione giovanile di Futuro e Libertà per l’Italia, celebra il suo primo Congresso Provinciale.

L’appuntamento è per oggi pomeriggio, dalle ore 16:00, presso la sala consi-liare della nuova sede del-la Provincia, in via Paolo Telesforo, a Foggia. Sarà sostanzialmente un pun-to di inizio per i giovani futuristi, i quali, tuttavia, hanno già attivato circoli in numerosissimi centri della Provincia (Foggia, Cerignola, Man-fredonia, Lucera, San Severo, Torremag-giore, Alberona, San Giovanni Rotondo, Apricena, Serracapriola, Sannicandro, Ortanova) e molti altri sono ai nastri di partenza. Sul piano dei contenuti, i con-gressisti dibatteranno su temi di stretta attualità relativi alla sfera dell’istruzione (ad es. valore legale del titolo di studio) e a quella del mondo del lavoro (bar-riere in entrata, art.18 dello Statuto dei Lavoratori, semplificazione per le nuo-ve imprese costituite dai giovani…);

esprimeranno il proprio punto di vista sulle strategie di sviluppo territoriali, sulla necessità crescente di sicurez-za e legalità nelle città della provincia,

sugli aspetti di vivibilità ambientale (rifiuti, fonti energetiche), nonché sul-la qualità dell’offerta cul-turale, del tempo libero e dello sport in Capitanata.

Al centro il tema del-la fuga dei cervelli e dei talenti osservato dai di-retti protagonisti, sul-lo sfondo, ma perfetta-mente nitidi, i valori di

riferimento di questa “generazione”: vita, libertà e merito, i sentimenti di pa-triottismo, identità e unità nazionale, europeismo dei popoli e delle culture, i principi di legalità e rispetto delle re-gole. Le conclusioni saranno affidate al Coordinatore nazionale di Generazione Futuro Gianmario Mariniello che pre-senterà il giovane candidato Sindaco di Torremaggiore, unico paese in pro-vincia sopra i 15mila chiamato al voto, Lino Monteleone, sostenuto da FLI e da liste civiche.

Mariniello e Tatarella apronoil congresso dei giovani di Fli

primo congresso provinciale di generazione futuro

di Claudio Aquilano

toccare il sogno dei pla-yoff e a volte l’incubo dei playout. Ma per quanto riguarda gli assetti so-cietari è notte fonda. In un ricorrente turbinio di voci di stipendi non pa-gati e conseguenti pena-lizzazioni in classifica da parte della Lega Pro, Ca-sillo ha progressivamente alzato il tiro, specie nei confronti dell’imprendi-toria foggiana e delle sue figure di maggior spicco (il presidente della Came-ra di Commercio Eliseo Zanasi, quello dell’As-sindustria Giuseppe Di Carlo, il costruttore Mi-chele Perrone). Nelle ul-time settimane la vicen-da ha assunto ritmi più incalzanti e frenetici: la squadra, a causa di una papera dell’estremo di-fensore Ginestra (peraltro uno dei migliori elementi della rosa, protagonista di numerose prestazioni de-cisive e di una stagione di ottimo livello).

Proprio Ginestra, nel-la conferenza stampa del dopopartita, si è lamen-tato dell’atteggiamento di una parte della tifoseria, che a suo dire non avreb-be sostenuto abbastanza la squadra perché intenta a contestare la società.

La risposta non si è

Il Vice Coordinatore nazionale di Futuro e Li-bertà per l’Italia, Danie-le Toto, giovane depu-tato abruzzese, domani sabato 3 marzo sarà in Provincia di Foggia.

Alle ore 18.00 il de-putato sarà Stornarella, nel locale circolo di FLI, per partecipare al corso di Formazione politica, relazionando su Parla-mento e Istituzioni na-zionali. Alle ore 19.30, Toto sarà a Torremag-giore con il responsabile locale di FLI Maria Pina Zifaro, per sostenere la

candidatura a Sinda-co di Torremaggiore di Lino Monteleone, inau-gurando il comitato elettorale del giovane politico.

Presenti il consigliere provinciale Emilio Ga-eta, i consiglieri comu-nali di Lucera Francesco Di Battista e San Severo Tiziana Sponsano e il Coordinatore provincia-le Fabrizio Tatarella.

La candidatura di Monteleone al momen-to è sostenuta da FLI, Udeur e da una lista ci-vica.

Daniele Toto lancia Monteleone sindaco

torremaggiore

Foggia, lo stadio Zaccheria

fatta attendere: alcune decine di sedicenti tifo-si si sono presentati al campo di allenamento e hanno picchiato il por-tiere foggiano, che ha naturalmente chiesto la rescissione del contrat-to. È seguito un ulteriore colpo di scena: Casillo ha annunciato che entro dieci giorni metterà la squadra nelle mani del sindaco, disimpegnando se stesso e la sua famiglia da qualsiasi ulteriore ruo-lo o responsabilità. A dire del patron, la situazione sarebbe tale da non ren-dere garantita l’iscrizione della squadra al prossimo campionato. Una polve-riera, insomma: è difficile che in questo clima ci sia qualcuno disposto a met-tere soldi nel Foggia, né il Comune e il sindaco, op-pressi da una gravissima situazione di squilibrio dei conti, hanno molte possibilità di esercitare quella moral suasion riu-scita negli anni passati a Paolo Agostinacchio e a Orazio CIliberti. Il rischio della dissoluzione e della ripartenza dal campiona-to di Eccellenza, insom-ma, è tutt’altro che remo-to o astratto; mai come in questo caso le intempe-ranze dei facinorosi, che fanno ricorso alla violen-za contro un bravo atleta colpevole solo di avere espresso la sua opinione, sembrano essere il per-fetto alibi per una vicen-da che di sportivo ha solo la cornice, e si inscrive invece a pieno titolo nel lungo diario dei conflitti di potere che nell’ultimo ventennio hanno dilania-to la città.

Il delicato giocattolo calcistico, che negli ulti-mi anni a Foggia ha avuto davvero una salute mal-ferma, è in procinto di rompersi nuovamente. Sono passati meno di due anni dal ritorno di Pa-squale Casillo, l’ex-re del grano, in sella alla società, meno di un anno e mezzo dal ripristino della mitica triade di Zemanlandia e siamo, a quel che sembra, alle ultime scene.

Dopo la rottura con Zeman, andato a miracol mostrare in quel di Pesca-ra, la squadra è stata affi-data prima all’esordiente Bonacina e poi a Stringa-ra.

Sul campo i risultati sono stati senza infamia e senza lode, in una clas-sifica corta che a volte fa

Come non bastasse-ro le tensioni descritte nell’articolo precedente, Casillo ha pensato bene di interrompere in malo modo una conferenza stampa cacciando i gior-nalisti dallo Zaccheria. Ecco il comunicato di condanna dell’Ussi “La sezione regionale pu-gliese dell’USSI (Unione Stampa Sportiva Italiana) intende stigmatizzare e condannare l’atteggia-mento inopportuno e aggressivo della dirigen-za dell’U.S.Foggia ed in special modo del sig. Pa-squale Casillo, il quale nel pomeriggio di oggi si è reso protagonista di un

increscioso episodio veri-ficatosi nella sala stampa dello stadio Zaccheria. Il patron rossonero, con fare minaccioso ed a trat-ti verbalmente violen-to, ha prima accusato la stampa di aver fomentato le frange violente della ti-foseria e poi ha cacciato in malo modo i giornalisti presenti, interrompendo la consueta conferenza stampa del martedì, te-nuta dall’allenatore Pao-lo Stringara. I giornalisti sportivi chiedono che venga ricambiata la pro-fessionalità ed il rispetto che fino ad oggi hanno garantito alla dirigenza rossonera.”

La condanna dell’Ussia margine della conferenza stampa

Foggia, è ancoraallarme calcio

IN CITTA’ - giocatore aggredito, mentre Pasquale Casillo annuncia ufficialmente il suo disimpegno

Fabrizio Tatarella

Page 13: Puglia d'oggi n. 8

venerdì 2 marzo 2012 13Cerignola

La sede del Pdl? Nel garage del Comune

IL CASO - I “resti” del partito dove non possono stare. Pochi iscritti e nessun peso politico

cupero. In rari casi, perchè no, misurarsi anche con la progettazione del “nuovo”, deputato ad integrarsi sia come cerniera mancan-te o volume sostitutivo all’interno del borgo an-tico, od in alternativa pro-gettazione del “nuovo” in-teso come intervento teso all’eliminazione di super-fetazioni storiche più o meno recenti che impedi-scono la visione e/o utiliz-zo di una architettura o di un tracciato urbano celato avente maggior valore.

La demolizione dell’Al-bergo Moderno vuole entrare forzatamente a far parte in un possibile progetto del “nuovo”, ri-sulta però un intervento incompleto concettual-mente, privo di valide premesse, per il quale ci chiediamo, a quale fine è indirizzato da un punto di vista urbanistico-architet-tonico ?

E’ una domanda-que-stione che dobbiamo por-ci.

Si tratta di una rimozio-ne senza una preventiva progettazione, da molti ritenuta però necessaria per la messa in sicurez-za di un’area circostante; ci chiediamo però, l’Alber-go non sarà forse struttu-ralmente più robusto di tanti altri ma-nufatti edilizi molto più an-tichi di esso? Molti si sono accaniti sulla questione de-molizione si demolizione no, valore si valore no, riferito al ma-nufatto edilizio.

Credo che il suo valore sia senz’altro quello di es-sere un volume ricadente

Manifesti e mobilio del Pdl abbandonati nel garage comunale

Lunedi pomeriggio sono state rimosse le macerie dell’Albergo Moderno, demolito 46 giorni fa. Nelle ore im-mediatamente succes-sive alla demolizione, dopo le polemiche e il tam tam sui Social Net-work, furono sequestrati i cocci. Tra le altre cose, pare che lì vi fosse una canna fumaria di eter-nit, per la quale è ri-chiesta una particolare

procedura di rimozione e smaltimento.

In definitiva, le ma-cerie erano sequestrate. Oggi si rimuovono, ma come? E perché? Non per dubitare, ma se già in fase di demolizione furono sollevati dub-bi, fondati, viste poi le problematiche scatu-rite (vedi cedimento dell’escavatore o canna fumaria), quanto sta ac-cadendo oggi è fattibile?

Rimosse le maceriedell’Albergo Moderno

un mese dopo l’abbattimento

Penso andrebbero sal-vaguardati i tracciati ur-bani del nostro centro sto-rico e dunque il rispetto delle volumetrie architet-toniche che determinano poi le visuali.. L’abbatti-mento dell’ Albergo Mo-derno seppur considerato da molti necessario ai fini della sicurezza è comun-que un esempio di annul-lamento di un tracciato interno al borgo antico.. Un invito a porci sensibili a questa problematica se non vogliamo vedere tra-sformare la forma urbana

storica di un bene a noi caro.

L’eliminazione dell’Al-bergo Moderno, porta di accesso della “Terravec-chia” borgo antico di Ce-rignola, ci pone dinanzi problematiche riguardan-ti la questione dell’ope-rare nel tessuto antico. In tal contesto, la giusta at-tuazione degli strumenti urbanistici di cui già si di-spone, accompagnati da possibili nuovi strumenti integrativi a quelli già esi-stenti, devono mirare a salvaguardare l’esistente e a porre linee guida per una progettazione del re-

di Giuseppe Monopoli *

Accatastati tra sedie e banchi di una scuola elementare vi sono, nel garage comunale, anche tabelloni, manifesti, scri-vanie di quello che anche a Cerignola doveva essere un grande partito. Un par-tito, il Pdl, che dalla sua fondazione, primavera 2009, fino a poco tempo fa contava in città ben tre sedi. Una di fronte il teatro Roma, ora chiusa, una in piazza Cesare Battisti, per anni sede di An, chiusa dopo la sconfitta di Ruoc-co alle regionali, ed una, vicina al Duomo, inaugu-rata da Salvatore Tatarel-la e Italo Bocchino, oggi massimi esponenti di FLI, dedicata a Pinuccio Tata-rella, sulla carta aperta, ma in realtà tristemente e perennemente vuota

Eppure a Cerignola il Pdl è al governo della cit-

tà, ha un Sindaco, assesso-ri, 8 consiglieri comunali (da 12, sono usciti quelli del Gam e i primi dei non eletti sono di FLI), un as-sessore provinciale, un consigliere provinciale e un Ruocco che, addirittu-ra, senza più amici a Ceri-gnola pensa di candidarsi a Coordinatore provincia-le del Pdl, qualora venga celebrato un congresso che a Foggia viene rinviato continuamente.

Certo il Pdl a Cer<ignola sulla carta conta 400 iscrit-ti (numero comunque in-feriore a quello della sola An che a Cerignola con Giannatempo Presidente vantava oltre 600 tesserati, tra i quali anche quelli di Metta e Tatarella) distri-buiti nel seguente modo: 150 di Giannatempo, 150 degli ex Forza Italia e un centinaio di Ruocco. Nella geografia del Pdl foggia-no Cerignola conta poco.

Giannatempo è marginale e ha, ormai, detto addio a ogni speranza di candida-tura romana o regionale, mentre Ruocco, senza ne-anche tutti gli iscritti della sua città e senza più amici in provincia, alza il prez-zo per sperare almeno di prendere il posto di Chief-fo e fare il Vice di Di Gioia

o di chi sarà eletto coordi-natore per poi ritentare la corsa a Via Capruzzi. Per questo appare inquietante la scoperta fatta nel garage comunale, qualche giorno fa, da semplici cittadini in-dignati che lasciano le loro autovetture sotto il Comu-ne. Da quanto tempo sono li mobili e altri suppellet-

tili del Pdl di Cerignola? Perché sono custoditi nel garage del Comune? Chi li ha portati? Chi ne ha auto-rizzato e autorizza tutt’ora il deposito e la custodia? Vi è un contratto regolare di custodia? Il garage comu-nale non è luogo adibito a custodire i resti di un par-tito, anche se è il partito di

maggioranza che governa questa città. A nessun al-tro partito sarebbe sta-to consentito di lasciare, seppur temporaneamen-te, il proprio materiale in un garage pubblico, di tutti i cerignolani, senza il consenso di qualcuno. Un esempio di sciatteria e di trascuratezza di am-ministrazione della cosa pubblica e di conduzione di un partito che fu. Segno dei tempi. Un partito che abbandona se stesso è un partito che è già stato ab-bandonato da tanti suoi elettori. Tra tante doman-de e interrogativi una sola certezza: il Pdl a Cerignola non c’è più. E non c’è più non perchè non ha più sedi, ma perché non fa più comizi, iniziative, perché ha perso la sola cosa che conta in politica: il con-tatto con la gente, di cui, oggi, ha evidentemente paura.

all’interno del Borgo an-tico e questo è già suffi-ciente per essere estrinse-camente un valore di per se; si tratta di un volume edilizio databile al 1912, privo di tratti artistici, che però ha per molti anni de-terminato un tracciato in-terno al Borgo, entrando nella memoria storica dei cittadini anche per certi eventi legati all’ospitalità di personalità di spicco del novecento.ù

A questa discussa ope-razione di demolizione, si aggiunge anche la demo-lizione di un’altri due più piccoli manufatti edilizi, databili ai sec. VIII/ XIX, ed adiacenti allo stesso

Albergo Mo-derno, rom-pendo defi-nitivamente quel gioco di volumi e l ’ a r m o n i a delle quinte p ro s p i c e n t i largo Matera, demolizioni anch’esse ri-tenute neces-sarie sempre per la messa in sicurezza

dell’area circostante.. Una operazione di de-

molizione in tal contesto urbano dovrebbe sicu-ramente essere l’atto ul-timo quando le motiva-

La questione urbana dell’anticoL’INTERVENTO - Continua il dibattito di Puglia d’oggi dopo la demolizione dell’albergo Moderno. Parla l’architetto giuseppe Monopoli zioni scaturiscono dalla

sola messa in sicurezza dell’area circostante, ov-vero senza una proget-tazione del “nuovo” che esprima un alto valore. Dunque una domanda sorge spontanea, qua-le proseguo adesso per l’area rimasta vuota?

Le alternative potreb-bero essere molteplici, ovvero, si potrebbe agire in primo luogo ripristi-nando una sagoma volu-metrica simile alla prece-dente e stabilirne un uso di valore, oppure, molti hanno prospettato anche una piazzetta, quest’ulti-ma dovrebbe però essere legittimata solo da forti motivazioni urbanistico-architettoniche, poichè tale intervento rischie-rebbe di essere annove-rato come un precedente alquanto pericoloso che va a legittimare il cam-biamento della forma ur-bana antica. Immaginate cosa sarebbe la Terravec-chia sostituendo i pieni con i vuoti in vari punti del borgo stesso, cam-biare in maniera diffusa la forma urbana antica è senza ombra di dubbio un delitto.

Sicuramente la rispo-sta progettuale non dovrà risiedere in un idea che contempli solo l’utile, an-drebbe invece pensato un intervento di alto valore in grado di giustificarsi in termini urbanistico-architettonici con il con-testo urbano.

* Architetto

Si tratta di una rimozio-ne senza una p r e v e n t i va

progettazione, da molti ritenuta però necessaria per la messa in sicurezza di un’area circostante. Ma il suo va-lore è l’essere nel borgo

di Carlo Dercole

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14 venerdì 2 marzo 2012Europa

Si é svolto questa setti-mana al Parlamento euro-peo l´evento organizzato dall´on. Salvatore Tatarella sul Trasferimento Tecnolo-gico durante il quale é stato presentato il progetto che vede l´europarlamentare impegnato nello sviluppo innovativo del passaggio delle conoscenze dal set-tore pubblico a quello pri-vato.

La tecnica del trasferi-mento tecnologico nasce in California nel 1948 por-tando negli Stati Uniti degli esempi eccellenti di settori imprenditoriali legati alla ricerca. Durante gli anni Sessanta si riteneva che esso significasse trasmis-sione a senso unico di tec-nologia dal «ricco» Nord al «povero» Sud.

“Un´idea che risulta di scottante attualità “ ha di-chiarato l´eurodeputato

“l’accesso al sapere rima-ne decisivo per il Sud e per l’Est dell´Europa, ma con il cosiddetto Brain-drain (fuga di cervelli) o addirittura con il Brain-suck (la sottrazione attiva di conoscenze) le regioni perdono sempre più sape-re e conoscenze tornando a quel pensiero di 40 anni fa. Le persone più istruite vengono generalmente at-tratte dal Nord. È così che i saperi scompaiono proprio là dove sarebbero più ne-cessari, una flagrante man-canza di coerenza da parte delle nazioni maggiormen-te industrializzate”.

L’Europa più volte pa-ragonata ingiustamente agli Stati Uniti ha una dif-ferenza culturale, sistemi universitari e una gestio-ne del trasferimento tec-nologico molto diversa il che rende inutile cercare di copiare un modello già collaudato come quello

L’Irlanda ha annun-ciato che organizzerà un referendum sul fi-scal compact, il trattato che introduce le nuo-ve regole di bilancio nell’Unione europea. Una decisione cha fa tremare i polsi a tutti, già nel 2008 l’Irlanda bocciò il Trattato di Li-sbona per poi essere approvato in un secon-do voto popolare che ha tenuto con il fiato sospeso tutta Europa. Il primo ministro ir-landese Kenny cerca di mantenere i nervi sal-di ed esprime un certo ottimismo sul risulta-to del referendum: “Al popolo irlandese verrà chiesto l’autorizzazio-ne a ratificare il nuovo trattato, sono convinto che sia interesse dell’Ir-landa confermare que-sta intesa”. Ma l’esito non è scontato per niente: secondo alcuni sondaggi il 40% degli irlandesi è a favore del fiscal compact, il 36% è contrario, mentre il 24% è ancora indeci-so. La notizia del refe-rendum irlandese era stata preceduta dalla decisione di cancellare il vertice dell’eurozona che doveva svolgersi ai primi di marzo. Una scelta dettata dalla im-possibilità di trovare un accordo tra gli stati membri per il poten-ziamento del fondo salva-Stati. Un duro stop è stato dato dalla cancelleria di Berlino che ancora non è pron-ta a dare il suo benesta-re. Proprio negli ultimi giorni una sentenza della Corte costituzio-nale tedesca ha deciso che l’uso del fondo sal-va-Stati deve essere ap-provato dal Bundestag

in sessione plenaria. Una brutta notizia per la Merkel, che sperava di bypassare il respon-so del Parlamento, dove cresce il malcontento per gli aiuti ai paesi in difficoltà sull’onda di un euroscetticismo in aumento tra i cittadini tedeschi.

Dal canto suo, il Pre-sidente della Commis-sione europea, Jose’ Manuel Barroso, ha ostentato un certo otti-mismo durante la con-ferenza stampa a se-guito di queste notizie: “E’ il momento della verità, bisogna tradur-re le buone intenzioni in risultati concreti. Nel corso del mese di marzo, ha detto Barro-so, si parlerà anche del-la Spagna e della sua eventuale richiesta di rinegoziare il taglio del deficit concordato con Bruxelles”. Il presiden-te dell’esecutivo euro-peo ha poi sottolinea-to: “per l’Europa non basta la sola austerità, ci vuole anche crescita. E’ questo l’equilibrio che dobbiamo cerca-re”. Anche il Ministro dello Sviluppo econo-mico Corrado Passera, giunto a Bruxelles per incontrare il respon-sabile degli Affari eco-nomici Olli Rehn e una delegazione di eurode-putati italiani, si è mo-strato sicuro sull’ap-provazione del fondo salva-Stati e ha aggiun-to: “Il nostro obiettivo è l’agenda per la crescita, l’Italia ha dimostrato di avere i conti in or-dine, adesso stiamo prendendo decisioni concrete, per crescere stabilmente e rilancia-re l’occupazione”.

Vincenzo Matano

Fiscal compact, si complica il cammino

l’irlanda chiederà il referendum

degli States. “Credo forte-mente che l´Europa deve trovare il proprio modello” ha aggiunto Tatarella “... é anche vero che noi siamo meno propensi a rischiare, mentre negli Stati Uniti il rischio su investimenti in-certi sembra non abbatte-re le industrie, in Europa si é più propensi a investire laddove si hanno certezze. Per questo diventa difficile dare un quadro generale europeo sul Trasferimen-to tecnologico, un quadro che riesca a prendere in considerazione le impor-tanti differenze tra nord e sud dell´Europa ma al-cune volte anche tra nord e sud di alcuni stati euro-pei ( vedi Italia e Spagna) per non parlare dei paesi dell’est.”

All’incontro sono inter-venuti molti esperti tra cui il Prof. Giuseppe Visaggio, responsabile per il trasferi-mento tecnologico presso

di Eliona Cela bisogno di innovazione e di tecnologia di sapere a chi rivolgersi e ai centri di ricerca di potersi specializ-zare in un settore preciso” ha concluso Visaggio.

In Italia dal 1997 sono attivi più di 39 uffici di trasferimento tecnologico senza contare le Universi-tà. In Europa ci sono circa

450 uffici con introiti pari a 93,8 milioni di euro ( dati del 2010).

“Il trasferimento tec-nologico é solo una par-te di come la ricerca e´indispensabile per le im-prese soprattutto nel no-stro paese dove le PMI sono il nostro valore aggiunto” ha concluso Tatarella.

“Combattere la con-traffazione lasciando In-ternet libera”, e’ questo l’obiettivo del Parlamen-to europeo che dovrà a breve cercare una solu-zione alla spinosa que-stione dell’ accordo an-ticontraffazione meglio conosciuto come ACTA. L’ Unione europea, infat-ti, ha da poco iniziato le consultazioni che hanno dato inizio ai lavori di ra-tificazione dell´accordo.

Il Parlamento è chia-mato a dare un proprio parere positivo o negati-vo in merito all’ accordo non avendo nessun tipo di possibilità di modifi-care il testo.

L’opinione pubblica

ma soprattutto Avaaz, l´organizzazione che promuove la mobilita-zione cittadina on line si e’ mobilitata, le mail-box dei deputati sono bombardate da email che cercano di smuovere le coscienze dei parla-mentari europei, spin-gendoli nella direzione di una scelta dettata più dal buon senso che dalle necessità dell’industria. L´azione anti ACTA ha trovato conclusione in una petizione presen-tata in questi giorni che ha dato voce al pensiero di 2,4 milioni di cittadini i quali hanno detto NO all´accordo. I cittadini europei vedono nell’AC-

TA un potenziale perico-lo per la propria libertà di espressione online, per cui chiedono agli orga-ni competenti di fare un passo indietro e rivedere quanto meno i punti cru-ciali del provvedimento che in questi mesi tiene banco nel “Vecchio Con-tinente”, se non addirit-tura di archiviarlo in ma-niera definitiva.

2,4 milioni di fir-me, una cifra che non puo’certamente lascia-re indifferenti i depu-tati europei per i quali e´necessario uno studio attento che prenda in considerazione tutte le preoccupazioni attraver-so una valutazione dei

fatti, cercando di com-binare la lotta alla con-traffazione e un’internet libera.

Intanto la Corte di Giustizia Europea e’ sta-ta chiamata a valutare le conseguenze che un ac-cordo internazionale del genere potrebbe portare a livello legale. Jeremie Zimmermann di La Qua-drature du Net, gruppo che da tempo si oppone all’ACTA, ha evidenziato che l´accordo «incorag-gi le aziende come gli ISP, i motori di ricerca, i gestori di piattaforme video ed altri a maggiori controlli ed a mettere in atto azioni di repressione nei confronti dei propri utenti nonostante siano consapevoli dell’impatto sulla libertà». La petizio-ne arriverà in Parlamen-to, la commissione per le Petizioni deciderà se accettarla o meno, un processo che di solito dura due mesi. Il tem-po necessario per dare all´Europa la possibilità di trovare una soluzione per non sostenere le vio-lazioni del diritto d’auto-re, ma nello stesso tempo non cedere nelle mani delle aziende un simile potere di repressione.

Eliona Cela

Più di due milioni di cittadini europei contro l’Acta per difendere Internet

contraffazione e diritti di autore

l´Università di Bari. “Come processo di innovazione che coinvolge molti attori tra cui Università, centri di ricerca, centri di innovazio-ne tecnologica ed imprese il trasferimento tecnolo-gico richiede chiarezza, sviluppo e monitoraggio. “ha ribadito il professore cercando di fare un quadro generale della situazione del sud Italia in materia di innovazione tecnologica. “La mancanza di fondi, uno sviluppo sperimenta-le non sempre corretto e approfondito, gli errori nel trasferimento tecnologico stesso alle imprese sono alla base delle difficoltà che si possono incontrare in questa pratica innovati-va così importante ai gior-ni nostri. Quello che chie-diamo alle istituzioni é di produrre meno sigle, meno programmi e di restringe-re il campo permettendo alle imprese che hanno

Con la ricerca pertornare a crescere

IL CONVEGNO - Evento sul trasferimento tecnologico organizzato da Salvatore Tatarella

Una recente manifestazione contro l’Acta

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venerdì 2 marzo 2012 15Spettacoli e Cultura

Il teatro centro di civiltàOggi a Martina Franca l’incontro con Michel Nebenzhal sul tema “Mediterraneo, cadono le dittature, crescono i teatri”

MARTINA FRANCA - Dal palcoscenico può venire un forte messaggio contro ogni forma di violenza e di sopraffazione

di Giuseppe Pugliese organizzazione”. In Puglia collabora con

l’Associazione “Pietre che Cantano”, con la quale ha un comune interesse per l’attualità delle opere di Shakespeare.

All’omonimo Festival del 2011, dedicato ai 50 anni dall’uscita del Film “West Side Story”, ha par-tecipato con un reading prima del concerto sul tema “Romeo e Giulietta e la questione giovanile oggi”. Nel gennaio 2012, in occasione della Gior-nata della Memoria, ha tenuto una conferenza circa le origini dell’anti-semitismo, analizzando la versione cinematogra-fica de «Il mercante di Venezia» con Al Pacino come attore protagoni-sta.

In occasione della gio-vane rivoluzione araba ha dato un importante contributo al Forum In-ternazionale dei Teatri Universitari, tenutosi a Monastir in Tunisia, che ha avuto come tema «Il teatro al centro dei cam-biamenti e delle mutazio-ni vissute dal mondo ara-bo». Dall’incontro è nata l’idea di realizzare un coordinamento «euro-mediterraneo » dei Teatri Universitari.

Da stasera fino a do-menica 4 marzo andrà in scena al Teatro Kismet di Bari Amleto, diretto da Maria Grazia Cipria-ni e interpretato dalla compagnia Teatro del Carretto. “Proveremo a leggere il testo nella prospettiva del prota-gonista” dice la regista” con le altre figure, fanta-smatiche o reali, filtrate dalla sua sensibilità o dalla sua immaginazio-ne: proiettando il dram-ma come in un sogno... in una riscrittura che attraverso spostamenti, cesure e montaggi carat-terizzi una struttura che pur dal taglio quasi ci-nematografico, metta in evidenza o infranga ogni convenzione teatrale, sempre sovrapponendo moto tragico a moto co-mico e che lasci l’inter-pretazione psicanalitica

come quella politica vi-sibili in trasparenza, per mettere in luce il dram-ma dell’uomo oppresso da pensieri sul senso dell’esistenza: solo con i fantasmi, il dubbio, l’es-sere o non essere...”

La scena è rotta da pannelli purpurei, un rosso che risucchia e risputa un bianco di personaggi, ne svela dalle morbide fessure frammenti improvvisi o insinuanti, al ritmo di-

Cena e teatro nel borgo storico

bari - teatro kismet

Questa sera, venerdì 2 marzo 2012, alle ore 21.00, presso la multi-sala Showville di Bari, l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari si esibirà in un nuovo con-certo del ciclo “Raccon-tare Beethoven”, sotto la direzione del maestro, Roberto Tolomelli e con solista il pianista, Luigi Ceci.

Il programma della serata prevede l’ese-cuzione di musiche di Franz Schubert Sinfonia

n. 4 in do minore “La Tragica” e di Ludwig van Beethoven Concerto n. 1 in do magg. per piano-forte e orchestra op. 15.

I biglietti sono in vendita al costo di 10 euro (intero) e 8 euro (ridotto) presso il bot-teghino della multisala Showville aperto tutti i pomeriggi a partire dal-le ore 16.00 (mercoledì – sabato - domenica an-che di mattina dalle ore 10.30 alle 13.30). Info: 080.9757084.

Con Beethoven il nuovo concerto allo Showville

bari

ti. Vanta ben 15 creazioni originali, che sono state poi riprese in numerosi Festival Internazionali ri-cevendo premi ed onori-ficenze. Ultimamente ha ricevuto per due volte il Gran Premio ed altri im-portanti riconoscimenti al Festival Internazionale dei Teatri Universitari di Marrakech.

Durante un anno di lavoro in un carcere fem-minile a Rennes ha scritto una commedia sulla vita dei prigionieri; quest’ope-ra ha vinto il Premio del Teatro di Ricerca nel Fe-stival Internazionale dei Teatri Universitari di Lau-sanne nel 2001.

Ha tradotto opere di Thomas Bernhard e ha contribuito alla loro dif-fusione in scena (in quali-tà di regista e drammatur-

go) nell’ambito di Festival come quello di Beaubou-rg, Avignon, Wiener Fest-wochen e molti altri. Tra le sue pubblicazioni più apprezzate: «The memory of Occident: esthetics and the logic of domination» (1978); «Hysteria, betwe-en myth and mythology» all’interno del “Journal for Biomedicine and phar-macology” (1983); «The stage and the time» nella raccolta “Esquisses psy-chanalytiques” del1992 ; numerosi articoli scritti nel 1988 per i sei volumi della «Encyclopédie phi-losophique» (tra i quali, il famoso saggio «The ab-solution of art»). Ha svol-to per vent’anni l’attività di psicoanalista presso importanti istituti inter-nazionali, occupandosi in particolare di “etica di

Michel Nebenzahl

Continuano serrate presso il cinema Arme-nise, con start alle ore 21, le ‘Lezioni di rock’, di Gino Castaldo e Ernesto Assante. Una sorta di libro di storia del rock raccontato con parole, immagini e suoni. Una mu-sica da sentire ma anche da vedere at-t r a v e r s o immagini e spez-zoni che ripropongono vicende artistiche rappresentate con gli stili diversi delle varie epoche. Una se-rie di incontri nei quali si ripercorrono i grandi momenti del rock e non solo, le incisioni indi-menticabili, le storie dei personaggi che hanno segnato l’evoluzione della musica popolare.

Così mercoledì 7 marzo è la volta dei Pink Floyd in versione re-mastered, con le nuove uscite sui vecchi mate-riali Pink Floyd, i mis-saggi originali in quadri-fonia, gli inediti, nuovi tasselli per la più grande

storia musicale del rock dell’età d’oro. Una cele-brazione dell’arte della band di Waters, Gil-mour, Mason e Wright. La musica dei Pink Floyd è senza alcun dubbio nel cuore del rock. Fan-

t a s t i c a , visionaria, s o r p re n -dente, av-venturosa, misteriosa e magica, e l e t t r i -ca e ro-m a n t i c a , oscura e

appassionata, ha attra-versato quattro decenni senza perdere forza e fascino. Gino Castaldo e Ernesto Assante, in occasione della pubbli-cazione dell’intero ca-talogo discografico dei Pink Floyd, accompa-gneranno gli spetattori in un meraviglioso viag-gio all’interno dell’uni-verso Floyd, ripercor-rendo le tappe essenziali della carriera della band inglese, riproponendo, nelle nuove versioni ri-masterizzate, i classici del loro repertorio, of-frendo al pubblico ine-diti e curiosità.

A lezioni di rock con i Pink Floyd

bari - al cinema armenise

La cultura come mezzo di crescita di una intera Nazione? Sicuramente si. Ed in quest’ottica il ruolo del teatro non può cer-tamente essere messo in secondo piano.

Dal palcoscenico viene un forte messaggio con-tro ogni forma di violenza e di sopraffazione.

Questa sera alle ore 19.00 l’Auditorium della Fondazione Paolo Grassi ospiterà il Prof. Michel Nebenzahl, docente uni-versitario di Estetica, Fi-losofia e Psicoanalisi ap-plicate al Teatro, il quale terrà una conversazione sul tema “Mediterraneo: cadono le dittature, cre-scono i teatri!”.

L’incontro sarà teso ad approfondire la ri-flessione sulle arti del-lo spettacolo nell’era contemporanea della globalizzazione, tra in-tegralismi e confronti in-teretnici e interculturali.

Moderatore dell’in-contro, organizzato in collaborazione con l’As-sociazione “Pietre che Cantano” di Cisternino e l’Archivio Transtv, sarà Paolo Luigi De Cesare (Membro della direzione artistica e responsabile “strategie” per l’Associa-zione “Pietre che Canta-no”).

Nell’occasione sarà inoltre presentato il pro-getto «Euro-Mediterra-neo» dell’Associazione Mondiale dei Teatri Uni-versitari.

L’ingresso libero fino a esaurimento posti.

Michel Nebenzahl ha insegnato Estetica, Fi-losofia, Psicoanalisi ap-plicate al Teatro presso l’Università di Parigi-Nanterre (dal 1974 al 2007) e presso l’Universi-tà di Katmandu, in Nepal, nella stagione 1968-69. Formatosi come attore da un allievo di Vachtangov, ha interpretato diverse allestimenti di opere di Shakespeare e Cechov. È stato docente presso la Scuola del Theatre Na-tional de Chaillot e quel-la del Theatre National de Bretagne. Nel 1999 ha fondato la Scuola del Te-atro Universitario presso l’Università di Parigi-Nanterre ed è membro dell’Associazione Inter-nazionale dei Teatri Uni-versitari dal 2001.

Con lui si sono specia-lizzati più di 150 studen-

sarmonico di una men-te turbata. Alle spalle di Amleto un canto di Ger-trude e un ghigno di Re, davanti a sé un teatrino in miniatura con i per-sonaggi del dramma che vanno svanendo ad ogni colpo mortale, e lo Spet-tro dentro. Il Principe galleggia in un presente dilaniato tra misfatto su-bìto e ingannevole follia, “fragilità, il tuo nome è femmina”. Irrompe un frastuono lussurioso all’eco lontana di festini e battaglie, personaggi ebbri di vita si spengono nella loro nudità ai fian-chi della scena. Entrano gli attori, accade la pan-tomima, turbamento e divertimento, odore di vendetta che si fa strada e che non verrà consu-mata. Pioggia di petali che ingoia Ofelia, danza di scheletri, preludio al duello finale, climax in scala di marionette che irrompe in dramma su scala umana.

Isabella Battista

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16 venerdì 2 marzo 2012Cinema

Comedy pungentema mai volgare

Diretto dalla nipote del mitico direttore della fo-tografia Haskell Wexler, (Tornando a casa, Chi ha paura di virginia Woof?,La conversazione), Hysteria é una simpatico commedia romantica dai risvolti ero-tici.

Ambientato nella re-pressa Inghilterra vitto-riana, siamo nel 1880, lo

script della Wexler, al suo terzo film, é uno script di una freschezza che sa dell’incredibile, vi si racconta praticamente l’eccitante storia dell’in-venzione del vibratore elettromagnetico femmi-nile.

Grazie al garbato umo-rismo britannico questa commedia ambigua gio-cata sui doppi sensi non scade mai nel volgare e

HYSTERIA - Un film sull’emancipazione sessuale femminile

MetropolisMola (Ba)

Hysteriah 19:00 - 21:20

Paradiso amaroh 19:10 - 21:30

In Timeh 19:20 - 21:50

Uci CinemasMolfetta (Ba)

Hugo Cabret 3Dh 17:50

Quasi amicih 17:30 - 19:50 - 22:15

Tre uomini e una pecorah 17:40 - 22:25

ShowvilleMungivacca (Ba)Com’è bello far l’amore

h 16:30 - 18:30 - 20:30 - 22:30

Viaggio nell’isola misteriosa 3Dh 16:45 - 18:45 - 20:40 - 22:40

40 Caratih 18:30 - 20:30 - 22:30

La locandina del film diretto da Tanya Wexler

ne e per la classicità di un racconto che tiene sem-pre un buon ritmo, senza mai stancare, anzi impre-ziosito da momenti ironici e divertenti, dove su tutti domina, con le sue battu-te lo stravagante invento-re Rupert Everett, davvero bravo nella parte di un credibile dandy inglese.

Il risultato è una gra-

devolissima e irriverente commedia british, piace-vole nei toni e pungente nello humour, una satira sociale mai volgare no-nostante l’inevitabile pre-senza di scene orgasmi-che, trattate dai dottori sempre con professiona-le distacco scientifico (e questa è una delle trovate migliori della pellicola).

di Michele Falcone

REGIA: Tanya WexlerSCENEGGIATURA: Jonah Lisa Dyer, Stephen

DyerATTORI: Hugh Dancy, Maggie Gyllenhaal, Ru-

pert Everett, Jonathan Pryce, Felicity Jones, Ashley Jensen

PRODUZIONE: Informant Media, Beachfront Films, Forthcoming Productions

PAESE: Germania, Francia, Gran Bretagna 2011DURATA: 100 Min

la scheda dei film - hysteria

non appare sboccata e scollacciata, anzi ne evi-denzia temi e repressioni femminili, raccontando-ci quasi una favola sulla conquista dell’identità femminile, non solo ses-suale.

Presentato all’ultimo Festival di Toronto 2011, Hysteria é passato in concorso anche al Festi-val di Roma ed ha come protagonisti Hugh Dan-cy nei panni del dottor Granville, seguace del Dottor Dalrymple (Jona-than Pryce), specializzato proprio nella cura delle isterie femminili, nel cast troviamo anche Maggie Gyllenhaal che interpreta Charlotte, figlia piena di vitalità e passione di Dal-rymple, di cui Granville si innamorerà.

Accorato film sulla emancipazione sessuale, Hysteria sorprende per la freschezza della narrazio-