Progetto di edutainment - MUSE · Il baule contiene oggetti tridimensionali e immagini...

7
Progetto di edutainment breve storia origine e senso del progetto Nella tarda primavera 2006, ABIO - Associazione Bambino in Ospedale - sezione Trento avanza alla direzione del Museo Tridentino di Scienze Naturali la richiesta di donare parte delle scenografie che costituivano l’allestimento della mostra temporanea “Tutti a Nanna” - dedicata alla storia naturale del sonno, ideata dallo stesso Museo nel 2002 - per consentire un’ambientazione gradevole all’interno del reparto pediatrico dell’Ospedale Santa Chiara di Trento dell’attività di lettura libri e storie narrate dai volontari ABIO nel momento che precede la nanna. Il Museo, forte della propria esperienza nel settore della comunicazione della scienza, accoglie senza titubanza la richiesta e ritiene di allargarne la portata, delineando l‘ipotesi di dare forma ad un progetto nel quale la scienza diventa momento di divertente apprendimento, sfondo di narrazioni e strumento di distrazione - tutti elementi che possono lenire la sofferenza dei piccoli malati. All’inizio dell’estate 2006 i rappresentanti di ABIO e del Museo si incontrano per illustrare le linee generali del progetto al Primario responsabile del reparto pediatrico dell’Ospedale Santa Chiara di Trento e alla Capo reparto, per valutarne la validità e fattibilità, e per raccogliere pareri ed indicazioni utili alla realizzazione del progetto. Il punto di forza del progetto, da sviluppare in stretta collaborazione con gli specialisti ospedalieri, è costituito dalla collaborazione tra l’istituzione pubblica (il Museo) che si occupa di progetti educativi e diffusione della cultura, l’associazione di volontariato ABIO che da anni opera sul territorio nazionale e l’ente pubblico (l’Ospedale Santa Chiara) impegnato a migliorare e tutelare la salute ed il benessere fisico dei cittadini. Una alleanza all’interno della quale i singoli soggetti si qualificano principalmente per la loro professionalità, per le azioni svolte senza scopo di lucro e per il loro operare nell’interesse esclusivo del benessere del cittadino. 1

Transcript of Progetto di edutainment - MUSE · Il baule contiene oggetti tridimensionali e immagini...

Page 1: Progetto di edutainment - MUSE · Il baule contiene oggetti tridimensionali e immagini bidimensionali, punto di partenza per narrazioni e storie vere o fantastiche. Gli oggetti hands-on

Progetto di edutainment

breve storiaorigine e senso del progettoNella tarda primavera 2006, ABIO - Associazione Bambino in Ospedale - sezione Trento avanza alla direzione del Museo Tridentino di Scienze Naturali la richiesta di donare parte delle scenografie che costituivano l’allestimento della mostra temporanea “Tutti a Nanna” - dedicata alla storia naturale del sonno, ideata dallo stesso Museo nel 2002 - per consentire un’ambientazione gradevole all’interno del reparto pediatrico dell’Ospedale Santa Chiara di Trento dell’attività di lettura libri e storie narrate dai volontari ABIO nel momento che precede la nanna.

Il Museo, forte della propria esperienza nel settore della comunicazione della scienza, accoglie senza titubanza la richiesta e ritiene di allargarne la portata, delineando l‘ipotesi di dare forma ad un progetto nel quale la scienza diventa momento di divertente apprendimento, sfondo di narrazioni e strumento di distrazione - tutti elementi che possono lenire la sofferenza dei piccoli malati.

All’inizio dell’estate 2006 i rappresentanti di ABIO e del Museo si incontrano per illustrare le linee generali del progetto al Primario responsabile del reparto pediatrico dell’Ospedale Santa Chiara di Trento e alla Capo reparto, per valutarne la validità e fattibilità, e per raccogliere pareri ed indicazioni utili alla realizzazione del progetto.

Il punto di forza del progetto, da sviluppare in stretta collaborazione con gli specialisti ospedalieri, è costituito dalla collaborazione tra l’istituzione pubblica (il Museo) che si occupa di progetti educativi e diffusione della cultura, l’associazione di volontariato ABIO che da anni opera sul territorio nazionale e l’ente pubblico (l’Ospedale Santa Chiara) impegnato a migliorare e tutelare la salute ed il benessere fisico dei cittadini. Una alleanza all’interno della quale i singoli soggetti si qualificano principalmente per la loro professionalità, per le azioni svolte senza scopo di lucro e per il loro operare nell’interesse esclusivo del benessere del cittadino.

1

Page 2: Progetto di edutainment - MUSE · Il baule contiene oggetti tridimensionali e immagini bidimensionali, punto di partenza per narrazioni e storie vere o fantastiche. Gli oggetti hands-on

descrizioneobiettivi generaliIl progetto ha lo scopo di creare - attraverso la virtuosa collaborazione tra queste tre entità, ricche di riconosciute competenze specifiche – una possibile condizione favorevole all’attecchimento di un’idea di benessere secondo una visione olistica: uno star bene nel corpo (per opera degli specialisti ospedalieri) accompagnato ad uno star bene nella mente (favorito dai volontari ABIO, sostenuti anche dalle competenze e dai saperi del Museo). La sfida consiste nel consentire ai bambini ospedalizzati di riguadagnare la felicità, partendo dal contesto meno favorevole dell’ospedale, dove sofferenza, malattia e morte sono all’ordine del giorno, per contribuire a mantenere il piacere di vivere anche nei piccoli malati deprivati della rassicurante quotidianità.

obiettivi specificiIl progetto intende fornire uno strumento (l’installazione interattiva) che faciliti la narrazione di storie, che fornisca gli spunti per incuriosire o svagare e possa stimolare un eventuale apprendimento informale e divertente di nozioni scientifiche e naturalistiche, e – principalmente - funga da accattivante scenario catalizzatore dell’interesse dei piccoli malati, allo scopo di distrarre l’attenzione dalla sofferenza.

i fruitoriIl progetto è pensato per tutti i bambini e i giovani ospedalizzati che, nel caso del reparto pediatrico dell’Ospedale Santa Chiara di Trento, sono compresi nella fascia di età che va da 0 a 18 anni. L’installazione, date le caratteristiche di ingombro ridotto e maneggevolezza, potrà essere fruita sia da piccoli gruppi, negli spazi riservati alle attività collettive - dove vengono proposti gli interventi della maestra a sostegno delle attività scolastiche o di mero intrattenimento e svago per parte dei volontari ABIO - che dai singoli degenti che non sono in grado di uscire dalla propria stanza. Per la prima fase di sperimentazione del progetto, il target identificato è quello dei bambini da 5 a 11/12 anni.

2

Page 3: Progetto di edutainment - MUSE · Il baule contiene oggetti tridimensionali e immagini bidimensionali, punto di partenza per narrazioni e storie vere o fantastiche. Gli oggetti hands-on

il progettodescrizione dell’installazioneL’idea è quella di un contenitore-oggetto che funga da scenario e contenitore: il baule del viaggiatore (cfr. foto) pare la struttura più duttile da utilizzare nei piccoli spazi a disposizione del reparto ospedaliero e nelle camere di degenza (per i pazienti allettati).

Un simile oggetto permette all’operatore (il volontario ABIO) di aprire velocemente una scenografia contenente cassetti, mensole, scatole, spazi per riporre gli oggetti da toccare, di estenderla eventualmente ai lati tramite tendine, di creare un piccolo ambiente molto caratterizzato e riservato.

Le dimensioni dell’installazione chiusa sono tali da consentire un agile spostamento e trasporto a mano da parte di una sola persona adulta di piccola corporatura, dotando la struttura di ruote. Una volta aperta, l’installazione può occupare uno spazio minimo di 100 x 60 cm.

3

Page 4: Progetto di edutainment - MUSE · Il baule contiene oggetti tridimensionali e immagini bidimensionali, punto di partenza per narrazioni e storie vere o fantastiche. Gli oggetti hands-on

quali contenuti?I contenuti del baule, diversificati per tema, sono giochi e facili esperimenti ispirati alla stagionalità delle attività umane e animali, o agli ambienti (nel primo caso: estate, inverno, autunno, primavera; nel secondo: la montagna, il mare, la città, la casa, il giardino/parco) e prendono lo spunto da ciò che il paziente può intravedere fuori dalla finestra della stanza: l’ambiente naturale e/o quello antropizzato. In generale la quantità di oggetti contenuti dovrà essere elevata, per permettere una scoperta del contenuto del baule che duri almeno una mezz’ora.Vi sono due o tre scenari alternativi: si potranno scoprire l’inverno, piuttosto che l’estate; il bosco piuttosto che una favola…

Il baule contiene oggetti tridimensionali e immagini bidimensionali, punto di partenza per narrazioni e storie vere o fantastiche. Gli oggetti hands-on sono: piccoli personaggi, oggetti domestici di dimensione ridotta o enorme, parti di animali (denti, zampe, ali, crani, scheletri, penne) minerali, rocce, piante e fiori essiccati, reperti preistorici… riproduzioni di oggetti della natura in genere, accanto a modelli di strutture chimiche e fisiche rappresentati anche da giocattoli e/o oggetti di uso quotidiano.

Caratteristica fondamentale degli oggetti è la loro capacità di incuriosire, stupire, provocare domande, coinvolgere nella scoperta. Non dovrà essere data enfasi all’aspetto didattico-educativo sensu stricto, in quanto i fruitori sono bambini provati dalla malattia, che non sono nella condizione migliore per concentrasi nell’apprendimento. In casi particolari, tuttavia, il baule magico potrà essere veicolo di contenuti didattici grazie alla mediazione dell’insegnante dell’Ospedale.

4

Page 5: Progetto di edutainment - MUSE · Il baule contiene oggetti tridimensionali e immagini bidimensionali, punto di partenza per narrazioni e storie vere o fantastiche. Gli oggetti hands-on

altri supportiA completamento e supporto dell’installazione, viene curato un piccolo fascicolo contenente alcune puntuali nozioni scientifiche e approfondimenti a partire dagli oggetti presenti, che possono costituire anche validi spunti per trame narrative fantastiche.

dall’idea al progetto: cronistoriaNell’inverno del 2006 viene preso il primo contatto con il Dipartimento Arti e Design dell’Università IUAV di Venezia a cui viene proposta una collaborazione per lo studio e progettazione del baule. Nei mesi successivi il prof. Gaddo Morpurgo – docente presso la Facoltà di Arti e Design IUAV di Venezia e direttore del corso di laurea in disegno industriale dell’Università di San Marino - manifesta interesse per il progetto e propone di inserire la progettazione nel programma del primo anno del Corso di Disegno industriale dell’Università di San Marino. Alla fine di maggio del 2007 - in un incontro dedicato a Design e pediatria svoltosi a San Marino alla presenza del primario e della caposala del reparto di pediatria dell’ospedale di Trento e dell’ideatrice del progetto - viene presentata l’idea del progetto nel suo dettaglio agli studenti che – in 14 gruppi – ne produrranno degli elaborati entro l’estate 2007.

Nel tardo autunno 2007 vengono documentati e presentati ai referenti del museo i risultati dei lavori elaborati dagli studenti; tra tutti - su indicazione dei docenti responsabili del workshop - vengono individuati 3 possibili progetti, sottoposti al giudizio dei referenti di ABIO, del museo e dell’ospedale che ne prescelgono due diversi. Analizzata l’effettiva possibilità di realizzazione dei disegni proposti, viene infine concordato di concentrarsi sulla realizzazione di un solo progetto, da realizzare a cura del laboratorio e officina di design dell’università di San Marino.

In seguito agli accordi intercorsi tra università e museo, il baule magico, una volta prodotti i disegni esecutivi e formulato il preventivo di spesa relativo alla sua costruzione, viene realizzato a cura del corso di disegno industriale di San Marino e consegnato al museo che provvede al suo trasporto a Trento.

Nel giugno 2008 il prototipo del Baule magico, realizzato grazie all’intervento della cooperativa sociale di tipo B Astu di Barcellona (Messina) che lavora presso l’ospedale psichiatrico giudiziario di Messina, viene presentato a Torino in occasione di world design capital all’interno de “Lo spazio di un sorriso”.

5

Page 6: Progetto di edutainment - MUSE · Il baule contiene oggetti tridimensionali e immagini bidimensionali, punto di partenza per narrazioni e storie vere o fantastiche. Gli oggetti hands-on

In seguito il prototipo viene analizzato dai rappresentanti del museo, di Abio e dell’ospedale, che individuano delle modifiche indispensabili a renderlo fruibile e maneggevole. Viene stabilito che sarà proprio la cooperativa Astu a realizzare tutte le modifiche e le migliorie necessarie al baule magico proprio per il valore intrinseco nel lavoro e nei manufatti prodotti dagli ex pazienti.

risorse economicheNel frattempo il museo si muove alla ricerca di fondi per finanziare l’acquisto dei materiali necessari per la costruzione del baule e per la sua produzione. Il reperimento intende muovere dal principio che ogni persona, ogni cittadino – in particolare bambini e ragazzi – possa contribuire direttamente con un’offerta fatta a titolo di beneficenza alla realizzazione del baule: un contenitore di solidarietà che non vuole portare la firma di nessuno sponsor.

Nella primavera 2008 avviene il contatto con il signor Luca Grassi, responsabile del Settore Giovanile dell’Unione Sportiva Villazzano che si dimostra interessato a sostenere il progetto baule, proponendo ai bambini delle squadre calcistiche pulcini che si sfideranno nel corso della primavera in un torneo, di devolvere i piccoli risparmi a favore del finanziamento del progetto. In occasione della giornata finale del torneo – il 4 maggio 2008 – la somma raccolta dagli allenatori delle squadre giovanili viene consegnata alla rappresentante Abio e alla referente del museo. La somma viene quindi depositata sul conto bancario del museo e rimane a disposizione per la copertura dei costi di realizzazione.

La ricerca di fondi prosegue anche nei mesi successivi durante i quali il museo prende contatto con il Lions Club Trento del Concilio che aderisce con entusiasmo all’idea di finanziare il progetto, condividendone principi e spirito.

Una volta ultimato ed allestito, il contenitore-oggetto BAULE MAGICO viene donato ai volontari ABIO che lo utilizzeranno nella loro attività di intrattenimento dei bambini malati presso il reparto di pediatria dell’ospedale di Trento.

6

Page 7: Progetto di edutainment - MUSE · Il baule contiene oggetti tridimensionali e immagini bidimensionali, punto di partenza per narrazioni e storie vere o fantastiche. Gli oggetti hands-on

ricadute del progettonell’immediatoOltre che per i diretti fruitori, i bambini e giovani ospedalizzati, tale progetto presenta delle ricadute positive per i seguenti attori:

⇒ per gli ideatori e curatori del progetto, che si fanno conoscere all’esterno delle loro strutture attraverso un progetto “atipico” relativamente alla propria missione, ma di forte significato etico

⇒ per i volontari ABIO che conducendo le attività di animazione a partire dal baule magico ampliano il proprio ambito di azione e di competenza

⇒ per i professionisti ospedalieri che adottando la struttura qualificano i propri reparti come luoghi in cui la qualità di vita dei pazienti è tenuta in massima considerazione

⇒ per i realizzatori dell’installazione che accreditano la loro competenza professionale negli ambienti specifici del mondo della salute

⇒ per i benefattori, che partecipano ad un progetto dall’alto senso umanitario

in prospettiva futuraIn prospettiva futura, dopo la sua implementazione e collaudo sul campo, il baule magico potrà essere facilmente esportato in altri centri di cura in Trentino e in Italia. Non si esclude un suo utilizzo anche da parte di strutture non ospedaliere: scuole materne, doposcuola, colonie estive, carceri… Per le sue caratteristiche, infine, potrà essere facilmente adottato anche in strutture consimili di altri paesi europei o extra-europei.

7