Professione a rischio · 2016-02-23 · di un sistema come quello svizzero. L’ambasciatore ne ......

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GAA 6500 Bellinzona 1 Mutazioni: SEV casella postale 3000 Berna 6 N. 15/16 18 agosto 2011 86.mo anno Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch Il presidente della VAP e moderatore della tavola rotonda fa il punto su traffico merci e Officine. Pagine 6 e 7 Franz Steinegger Hansjürg Oesch coniuga le sue due passioni: il cinema e i treni. Pagina 16 Tra treni e cinepresa Il nuovo sistema salariale delle FFS continua a suscitare malumori e incertezze, legati alla portata delle sue conseguenze e alla scarsa trasparenza del procedimento. Pagina 3 Toco: continuano le difficoltà Le cifre derivanti dal sondaggio svolto dal SEV dimostrano che quella di auti- sta di bus è una professione da consi- derare a rischio per la salute di chi la pratica. Fisico e psiche sono messi a dura prova dalle sollecitazioni della cir- colazione stradale, dal traffico intenso, dall’aggressività degli altri utenti della strada e della propria clientela e da giornate di lavoro lunghissime, che spesso terminano 11, 12 ore, o anche oltre, dopo aver preso servizio. Pagine 8-10 Sondaggio sulla salute degli autisti di bus Professione a rischio hk Guidare un bus in città è molto stressante: ingorghi, pedoni distratti, ciclisti imprevedibili, cantieri, automobilisti aggressivi e altro ancora. È stata lanciata una nuova iniziativa, che il SEV sostiene: si tratta dell’iniziati- va che chiede di tassare le successioni milionarie e di destinare gran parte dei proventi al finanziamento dell’AVS. A pagina 5 troverete maggiori indicazioni, mentre al centro di questo numero troverete una cartolina per la raccolta di tre firme, che il SEV vi chiede di riempire e rispedire. Uno sforzo piccolo piccolo per una rivendicazione che merita il nostro sostegno per le conseguenze positive sul nostro stato sociale. FIRMATE SUBITO! Il congresso del 24 maggio ha ac- colto una risolu- zione in cui il SEV ha preso posizio- ne sulla politica dei trasporti europea. Settimana scorsa, questo testo è stato rimesso da una delegazione dei vertici SEV, composta dal presidente Giorgio Tuti, dai sue vice Manuel Avallone e Barbara Spalinger e dal presidente del comitato Andreas Menet, all’ambasciatore dell’Unione europea a Berna, Michael Reiterer. pmo Pagina 2 Le richieste SEV all’Europa Risoluzione consegnata all’ambasciatore dell’UE pmo ver dormito male può condi- zionare negativamente anche la giornata lavorativa successiva, in particolare quando si è chiamati a svolgere un’attività che richiede at- tenzione e concentrazione constanti. È il caso degli autisti di bus che, se- duti al loro posto di lavoro, sono sot- to costante pressione, in particolare nel traffico urbano che esige reazioni prontissime, che si alternano ad atte- se snervanti, magari dovute e colon- ne ed ingorghi ai semafori. Oltre agli utenti della strada, gli autisti sono sollecitati dai passeggeri, spesso irri- tati per conto loro, con le loro do- mande strane o, ancora, con gli atteggiamenti aggressivi e intimida- tori che hanno, specie di notte. La vita delle autiste e degli autisti di bus non è facile. Star seduti procura do- lori alla schiena e al collo, le pause sono a volte troppo corte per prende- re un pasto caldo, o persino per far fronte alle esigenze fisiologiche e altre volte molto lunghe, con conse- guenze negative sulla durata della giornata lavorativa, senza tuttavia permettere di rientrare a casa. I membri del settore Bus Gatu del SEV VPT hanno raccolto sistemati- camente tutti gli aspetti difficili del loro lavoro, con risultati che devono dare da pensare. Un lavoro che dà al SEV indicazioni molto preziose per la sua attività futura. A EDITORIALE La vita delle autiste e degli autisti di bus non è facile. Barbara Spalinger, Vicepresidente SEV

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GAA6500 Bellinzona 1

Mutazioni:SEV casella postale 3000 Berna 6

N. 15/16

18 agosto201186.mo anno

Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch

Il presidente della VAP emoderatore della tavolarotonda fa il punto sutraffico merci e Officine.

Pagine 6 e 7

Franz SteineggerHansjürg Oesch coniuga le suedue passioni: il cinema e i treni.

Pagina 16

Tra treni e cinepresaIl nuovo sistema salariale delle FFS continua asuscitare malumori e incertezze, legati allaportata delle sue conseguenze e alla scarsatrasparenza del procedimento.

Pagina 3

Toco: continuano le difficoltà

Le cifre derivanti dal sondaggio svoltodal SEV dimostrano che quella di auti-sta di bus è una professione da consi-derare a rischio per la salute di chi lapratica. Fisico e psiche sono messi a

dura prova dalle sollecitazioni della cir-colazione stradale, dal traffico intenso,dall’aggressività degli altri utenti dellastrada e della propria clientela e dagiornate di lavoro lunghissime, che

spesso terminano 11, 12 ore, o ancheoltre, dopo aver preso servizio.

Pagine 8-10

Sondaggio sulla salute degli autisti di bus

Professione a rischio

hk

Guidare un bus in città è molto stressante: ingorghi, pedoni distratti, ciclisti imprevedibili, cantieri, automobilisti aggressivi e altro ancora.

È stata lanciata una nuova iniziativa,che il SEV sostiene: si tratta dell’iniziati-va che chiede di tassare le successionimilionarie e di destinare gran parte deiproventi al finanziamento dell’AVS. Apagina 5 troverete maggiori indicazioni,mentre al centro di questo numerotroverete una cartolina per la raccolta ditre firme, che il SEV vi chiede diriempire e rispedire. Uno sforzo piccolopiccolo per una rivendicazione chemerita il nostro sostegno per leconseguenze positive sul nostro statosociale.

FIRMATE SUBITO!

■ Il congresso del24 maggio ha ac-colto una risolu-zione in cui il SEVha preso posizio-ne sulla politicadei trasporti europea.

Settimana scorsa, questo testo èstato rimesso da una delegazione deivertici SEV, composta dal presidenteGiorgio Tuti, dai sue vice Manuel

Avallone e Barbara Spalinger e dalpresidente del comitato AndreasMenet, all’ambasciatore dell’Unioneeuropea a Berna, Michael Reiterer.

pmo

Pagina 2

Le richieste SEV all’Europa

Risoluzione consegnata all’ambasciatore dell’UE

pmo

ver dormito male può condi-zionare negativamente anche

la giornata lavorativa successiva, inparticolare quando si è chiamati asvolgere un’attività che richiede at-tenzione e concentrazione constanti.È il caso degli autisti di bus che, se-duti al loro posto di lavoro, sono sot-to costante pressione, in particolarenel traffico urbano che esige reazioniprontissime, che si alternano ad atte-

se snervanti, magari dovute e colon-ne ed ingorghi ai semafori. Oltre agliutenti della strada, gli autisti sonosollecitati dai passeggeri, spesso irri-tati per conto loro, con le loro do-mande strane o, ancora, con gliatteggiamenti aggressivi e intimida-tori che hanno, specie di notte. Lavita delle autiste e degli autisti di busnon è facile. Star seduti procura do-lori alla schiena e al collo, le pausesono a volte troppo corte per prende-re un pasto caldo, o persino per farfronte alle esigenze fisiologiche ealtre volte molto lunghe, con conse-guenze negative sulla durata dellagiornata lavorativa, senza tuttaviapermettere di rientrare a casa.I membri del settore Bus Gatu delSEV VPT hanno raccolto sistemati-camente tutti gli aspetti difficili delloro lavoro, con risultati che devonodare da pensare. Un lavoro che dà alSEV indicazioni molto preziose perla sua attività futura.

AEDITORIALE

” La vita delle autiste edegli autisti di bus non èfacile.“Barbara Spalinger,Vicepresidente SEV

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2 ATTUALITÀ contatto.sevN. 15/1618.8.2011

L’ambasciatore UE ha tenutoa ricevere personalmente ladelegazione del SEV e a ga-rantire che provvederà a tra-smettere le rivendicazionidella risoluzione alle compe-tenti istanze di Bruxelles, di-

mostrando anche molto in-teresse per le preoccupazionidel personale dei trasportipubblici svizzeri e respingen-do le preoccupazioni secon-do le quali la politica dei tra-sporti dell’UE sia contraria

alla ferrovia e al suo persona-le. A riguardo, ha fatto riferi-mento al recente libro biancosulla politica europea dei tra-sporti in cui si sottolineal’importanza del personaleper un trasporto ferroviarioaffidabile.

La delegazione del SEV haribadito la convinzione chela liberalizzazione promossadall’Unione europea vadaa scapito della qualità deltrasporto ferroviario, in parti-colare per il vincolo di suddi-videre infrastruttura e tra-

sporto, che andrebbe a incri-nare il buon funzionamentodi un sistema come quellosvizzero. L’ambasciatore neha preso atto, replicando co-munque che nessuno in Eu-ropa vuole mettere in discus-sione il sistema ferroviariosvizzero, in quanto viene giu-dicato come un esempio.

pmo

La risoluzione approvata dal congresso è stata trasmessa all’ambasciatore UE a Berna Michael Reiterer

Il congresso SEV ha accolto una risoluzione che espri-meva le preoccupazioni del personale sulla politica deitrasporti dell’Unione europea. I vertici del SEV hannoconsegnato questo testo direttamente all’ambasciatoredell’Unione europea a Berna.

Le preoccupazionidella liberalizzazione

pmo

Foto di gruppo con ambasciatore: il presidente del comitato SEV Andreas Menet, il presidente SEV Giorgio Tuti, i vicepresidenti Barbara Spalinger e ManuelAvallone con Michael Reiterer, al quale hanno rimesso il testo della risoluzione.

Nonostante la lieve ripresatratteggiata negli ultimi gior-ni, i sindacati restano del pa-rere che i corsi del dollaro edell’euro restino insopporta-bilmente bassi. Essi si sonopertanto dati appuntamentosulla piazza federale, davantialla Banca Nazionale, peruna breve azione di protesta.

L’analisi dell’USS dà un ri-sultato drammatico: «sono ingioco oltre 100 000 posti di

lavoro e il corso del franco hascavato voragini anche neiconti delle casse pensioni,

causando perdite per circa 59milioni, pari a oltre 10 000franchi per ogni assicurato».

Euro a 1.40

La BNS deve stabilire e difen-dere un corso minimo delloeuro, astenendosi dalle spe-culazioni sulle valute estere.Un valore adeguato potrebbeessere di 1.40 franchi. L’USS èconvinta che la BNS abbia glistrumenti per raggiungerequesto obiettivo, in quanto èl’unico ente con la facoltà diimmettere importi pratica-mente illimitati sul mercato.

pmo / uss

Manifestazione dell’Unione Sindacale Svizzera davanti alla sede della Banca Nazionale

Una manifestazione spon-tanea dei sindacati hachiesto alla Banca Nazio-nale maggiore attività nel-la politica finanziaria.

Il franco minaccia i posti di lavoro

pmo

Anche il SEV ha sostenuto le richieste dell’Unione Sindacale.

NUOVI POSTI DI«SORVEGLIANZAVIAGGIATORI»ALLE FFS■ Dal 1° agosto, le FFShanno inserito sui marciapiedidelle stazioni di Basilea, Zurigocentrale e Ginevra collaborato-re, riconoscibili dal giubbotto dicolore giallo o arancione con ladicitura «Sorveglianza Viaggia-tori» per potenziare il servizioalla clientela, garantire lapuntualità dei treni e migliorarel’informazione ai clienti,fungendo da supporto alpersonale dei treni nellosvolgimento di compiti come illicenziamento dei treni e laprova freno.Dal 1° dicembre, questoservizio sarà esteso anche allestazioni di Bellinzona, Chiasso,Losanna, Visp, Bienne, Berna,Olten, Lucerna e Coira.Vuoi vedere che qualcuno si èaccorto delle difficoltà deiviaggiatori ad orientarsi nelleodierne stazioni, soprattuttodopo la soppressione delpersonale sui marciapiedi?

TRA APPENDERE EIMPICCARE■ La gatta frettolosa fa igattini ciechi, si suol dire perindicare i risultati infelici che siottengono facendo le cose difretta (e magari tentando dirisparmiare laddove non sidovrebbe). Un esempio: lepagine italiane dello shoponline delle FFS, ottenutepresumibilmente affidandolealle cure di qualche traduttoreonline e nelle quali possiamotrovare uno splendido «néces-saire» da toilette molto benaccessoriato, tanto da esseredotato di pratico «gancio perimpiccagione». A scanso diequivoci, ci sentiamo di doverprecisare che il gancio èovviamente destinato adappendere l’articolo al muro, inmodo da accedere facilmenteal suo contenuto, senzacompromettere l’osso del collo.Non è del resto l’unica perla.Le pagine offrono per esempioanche un «trendy casodifficile» che altro non è cheuna valigia rigida, dotata dimanico estraibile, rotelle etutto quanto serve per untrasporto agevole, per esempiodi dizionari...

IN BREVE

ATTUALITÀ

...... 3

contatto.sevN.15/1618.8.2011

Basta una voce per far crollare i mercati finanziari? Larecente buriana che ha colpito le borse lascia allibitiper la forza che ha travolto la fiducia un po’ di tutti:delle borse stesse, degli investitori, delle banche, dell’in-dustria, degli Stati e della gente in generale. E quali vo-ci? Nel gergo della finanza sono i cosiddetti «rumors»dei commentatori, degli operatori di borsa, delle ban-che centrali e dei loro portavoce. Basta insomma unavoce messa in giro con arguzia per far girare il merca-to? Prima di rispondere a queste domande bisognerebberispondere a un’altra ben più diretta: chi sono le perso-ne che hanno interesse a mettere in giro queste voci?Sono null’altro che gli speculatori che giocano al ribas-so per vendere tutto quanto ciò che potranno poi even-tualmente ricomprare a prezzi nettamente più bassi. Lopossono fare con i cambi, con i titoli, persino vendendoallo scoperto, ossia senza essere in possesso di ciò chevendono, ma semplicemente per guadagnare il differen-ziale di una caduta dei valori quasi certa. Basta unaconvinzione appena sussurrata, un timore iniettato nelmercato da voci più o meno autorevoli per generare ilpanico e la corsa alla vendita di questi stessi valori.L’occasione è data dai debiti pubblici fortemente in cre-scita, dai dati sulla disoccupazione, dalla chiusura diqualche grossa azienda mondialmente conosciuta, dal-la scarsa produttività dell’industria, da una recessionecontinuamente annunciata per far accadere ciò che tut-ti, all’infuori ovviamente degli speculatori, vorrebberoinvece evitare. E l’occasione bisogna ammettere può es-sere particolarmente ghiotta. La pressione sui cambinon fa altro che accelerare la caduta delle monete de-boli e il rialzo di quelle forti, arrecando grossi profitti acoloro che organizzano e gestiscono queste pressioni.Stessa cosa per i debiti pubblici, mai tirati tanto in sce-na come in queste settimane di mezza estate. Non sicapirebbero d’altra parte e in altro modo certe cadute ecerti rialzi repentini delle borse tutte assieme. Purtrop-po le borse hanno smarrito il loro compito primario, os-sia quello di creare e raccogliere capitale per le aziende.Gli alti e bassi degli indici sono spesso provocati. Imercati finanziari sono diventati delle piattaforme dasfruttare con ogni mezzo tecnologico. Non è più possi-bile investire in un’azienda in cui credi, perché le inco-gnite superano di gran lunga le certezze. Così va ilmondo, dobbiamo prenderne atto.

IL COLORE DEI SOLDIDI FABRIZIO FAZIOLI

RUMORS

Le elezioni del 1º luglio 2011 non hanno permessodi completare tutte le commissioni del personaledella divisione infrastruttura. Si cercano ancoracandidati per sette commissioni, di cui tre riguar-dano anche la Svizzera italiana:

• I-AT (vacanti 2 seggi su 4)

• I-FN (vacanti 2 seggi su 3)

• I-PJ (vacanti 2 seggi su 5)

I membri SEV interessati ad una candidatu-ra possono annunciarsi per iscritto indicandocognome e nome, unità organizzativa, luogo dilavoro, indirizzo privato, e-mail, telefono e cellulare

entro l’8 settembre a: SEV, Urs Huber, casellapostale, 3000 Berna 6; [email protected] domande, SEV Bellinzona, 091 825 01 15.

Sono eleggibili collaboratrici e collaboratori deirispettivi circondari elettorali, assoggettati al CCLFFS, che hanno un grado di impiego di almeno il50% e un rapporto di lavoro a tempo indeterminatoe con periodo idi prova concluso. I candidatipresentati dal SEV non devono raccogliere firme diproponenti

Segretariato SEV

Candidati cercasiper le Cope Infra FFS

In maggio, la procedura ap-pariva chiarissima: collabora-trici e collaboratori potevanorivolgersi al proprio superioreper ottenere la descrizionedel posto di lavoro, aggiorna-ta e corredata dal numerodella catena di funzione,nonché l’organigramma at-tuale della propria unità e ve-rificare sulla base di questidocumenti l’attribuzione del-la sua funzione al livello diesigenza. In pratica, però, si èpresto constatato che questidocumenti spesso non veni-vano consegnati, perché nondisponibili o con altre giusti-ficazioni. A volte, la loro con-segna è persino stata esplici-tamente rifiutata.

Se del caso richiedere la visionedegli atti

«È una questione molto irri-tante ed anche molto pocosensata. Se la o il collega con-testano la loro classificazione,hanno in ogni caso diritto averificare gli atti. Le FFS po-trebbero quindi risparmiarsitutta questa procedura» com-

menta il vicepresidente SEVManuel Avallone.

«Viene da chiedersi sino ache punto questo atteggia-mento delle FFS possa esseregiustificato: evidentemente,alcuni superiori delle FFS du-bitano che il loro personalesia in grado di analizzarequesti documenti. Ovvia-mente, si tratta di una preoc-cupazione ingiustificata inquanto al SEV abbiamo ab-bastanza specialisti per elabo-rare e valutare queste infor-mazioni».

Per il SEV, il fatto che nu-merose persone debbano an-cora rincorrere i documenti,invece di potersi dedicare allavalutazione della propriafunzione, è particolarmenteirritante.

La raccomandazione restapertanto la stessa: non firma-re la comunicazione delle FFSfintanto che le informazioniottenute non saranno suffi-cienti a far chiarezza, chiede-re la documentazione neces-saria e, se del caso, chiederel’assistenza del SEV.

Non farsi mettere sottopressioneIl termine per il rinvio dellacomunicazione FFS firmata,in caso di accordo, oppureper inviare una richiestamotivata contro l’attualeclassificazione, scade il15 settembre.

Si tratta di un diritto ri-conosciuto a tutti. Chi vie-ne messo sotto pressionedal proprio superiore do-vrebbe pertanto in ognicaso rivolgersi al SEV!

Peter Moor

Il numero complessivo dei casi di garanzia salariale nonè ancora stato del tutto chiarito. Vi è poi un altro aspettoche preoccupa: molte collaboratrici e collaboratori delleFFS hanno grosse difficoltà a entrare in possesso delladocumentazione richiesta.

Insistere per averedocumenti corretti

Ancora un mese per reagire al nuovo sistema salariale FFS

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2 ATTUALITÀ contatto.sevN. 15/1618.8.2011

L’ambasciatore UE ha tenutoa ricevere personalmente ladelegazione del SEV e a ga-rantire che provvederà a tra-smettere le rivendicazionidella risoluzione alle compe-tenti istanze di Bruxelles, di-

mostrando anche molto in-teresse per le preoccupazionidel personale dei trasportipubblici svizzeri e respingen-do le preoccupazioni secon-do le quali la politica dei tra-sporti dell’UE sia contraria

alla ferrovia e al suo persona-le. A riguardo, ha fatto riferi-mento al recente libro biancosulla politica europea dei tra-sporti in cui si sottolineal’importanza del personaleper un trasporto ferroviarioaffidabile.

La delegazione del SEV haribadito la convinzione chela liberalizzazione promossadall’Unione europea vadaa scapito della qualità deltrasporto ferroviario, in parti-colare per il vincolo di suddi-videre infrastruttura e tra-

sporto, che andrebbe a incri-nare il buon funzionamentodi un sistema come quellosvizzero. L’ambasciatore neha preso atto, replicando co-munque che nessuno in Eu-ropa vuole mettere in discus-sione il sistema ferroviariosvizzero, in quanto viene giu-dicato come un esempio.

pmo

La risoluzione approvata dal congresso è stata trasmessa all’ambasciatore UE a Berna Michael Reiterer

Il congresso SEV ha accolto una risoluzione che espri-meva le preoccupazioni del personale sulla politica deitrasporti dell’Unione europea. I vertici del SEV hannoconsegnato questo testo direttamente all’ambasciatoredell’Unione europea a Berna.

Le preoccupazionidella liberalizzazione

pmo

Foto di gruppo con ambasciatore: il presidente del comitato SEV Andreas Menet, il presidente SEV Giorgio Tuti, i vicepresidenti Barbara Spalinger e ManuelAvallone con Michael Reiterer, al quale hanno rimesso il testo della risoluzione.

Nonostante la lieve ripresatratteggiata negli ultimi gior-ni, i sindacati restano del pa-rere che i corsi del dollaro edell’euro restino insopporta-bilmente bassi. Essi si sonopertanto dati appuntamentosulla piazza federale, davantialla Banca Nazionale, peruna breve azione di protesta.

L’analisi dell’USS dà un ri-sultato drammatico: «sono ingioco oltre 100 000 posti di

lavoro e il corso del franco hascavato voragini anche neiconti delle casse pensioni,

causando perdite per circa 59milioni, pari a oltre 10 000franchi per ogni assicurato».

Euro a 1.40

La BNS deve stabilire e difen-dere un corso minimo delloeuro, astenendosi dalle spe-culazioni sulle valute estere.Un valore adeguato potrebbeessere di 1.40 franchi. L’USS èconvinta che la BNS abbia glistrumenti per raggiungerequesto obiettivo, in quanto èl’unico ente con la facoltà diimmettere importi pratica-mente illimitati sul mercato.

pmo / uss

Manifestazione dell’Unione Sindacale Svizzera davanti alla sede della Banca Nazionale

Una manifestazione spon-tanea dei sindacati hachiesto alla Banca Nazio-nale maggiore attività nel-la politica finanziaria.

Il franco minaccia i posti di lavoro

pmo

Anche il SEV ha sostenuto le richieste dell’Unione Sindacale.

NUOVI POSTI DI«SORVEGLIANZAVIAGGIATORI»ALLE FFS■ Dal 1° agosto, le FFShanno inserito sui marciapiedidelle stazioni di Basilea, Zurigocentrale e Ginevra collaborato-re, riconoscibili dal giubbotto dicolore giallo o arancione con ladicitura «Sorveglianza Viaggia-tori» per potenziare il servizioalla clientela, garantire lapuntualità dei treni e migliorarel’informazione ai clienti,fungendo da supporto alpersonale dei treni nellosvolgimento di compiti come illicenziamento dei treni e laprova freno.Dal 1° dicembre, questoservizio sarà esteso anche allestazioni di Bellinzona, Chiasso,Losanna, Visp, Bienne, Berna,Olten, Lucerna e Coira.Vuoi vedere che qualcuno si èaccorto delle difficoltà deiviaggiatori ad orientarsi nelleodierne stazioni, soprattuttodopo la soppressione delpersonale sui marciapiedi?

TRA APPENDERE EIMPICCARE■ La gatta frettolosa fa igattini ciechi, si suol dire perindicare i risultati infelici che siottengono facendo le cose difretta (e magari tentando dirisparmiare laddove non sidovrebbe). Un esempio: lepagine italiane dello shoponline delle FFS, ottenutepresumibilmente affidandolealle cure di qualche traduttoreonline e nelle quali possiamotrovare uno splendido «néces-saire» da toilette molto benaccessoriato, tanto da esseredotato di pratico «gancio perimpiccagione». A scanso diequivoci, ci sentiamo di doverprecisare che il gancio èovviamente destinato adappendere l’articolo al muro, inmodo da accedere facilmenteal suo contenuto, senzacompromettere l’osso del collo.Non è del resto l’unica perla.Le pagine offrono per esempioanche un «trendy casodifficile» che altro non è cheuna valigia rigida, dotata dimanico estraibile, rotelle etutto quanto serve per untrasporto agevole, per esempiodi dizionari...

IN BREVE

ATTUALITÀ

...... 3

contatto.sevN.15/1618.8.2011

Basta una voce per far crollare i mercati finanziari? Larecente buriana che ha colpito le borse lascia allibitiper la forza che ha travolto la fiducia un po’ di tutti:delle borse stesse, degli investitori, delle banche, dell’in-dustria, degli Stati e della gente in generale. E quali vo-ci? Nel gergo della finanza sono i cosiddetti «rumors»dei commentatori, degli operatori di borsa, delle ban-che centrali e dei loro portavoce. Basta insomma unavoce messa in giro con arguzia per far girare il merca-to? Prima di rispondere a queste domande bisognerebberispondere a un’altra ben più diretta: chi sono le perso-ne che hanno interesse a mettere in giro queste voci?Sono null’altro che gli speculatori che giocano al ribas-so per vendere tutto quanto ciò che potranno poi even-tualmente ricomprare a prezzi nettamente più bassi. Lopossono fare con i cambi, con i titoli, persino vendendoallo scoperto, ossia senza essere in possesso di ciò chevendono, ma semplicemente per guadagnare il differen-ziale di una caduta dei valori quasi certa. Basta unaconvinzione appena sussurrata, un timore iniettato nelmercato da voci più o meno autorevoli per generare ilpanico e la corsa alla vendita di questi stessi valori.L’occasione è data dai debiti pubblici fortemente in cre-scita, dai dati sulla disoccupazione, dalla chiusura diqualche grossa azienda mondialmente conosciuta, dal-la scarsa produttività dell’industria, da una recessionecontinuamente annunciata per far accadere ciò che tut-ti, all’infuori ovviamente degli speculatori, vorrebberoinvece evitare. E l’occasione bisogna ammettere può es-sere particolarmente ghiotta. La pressione sui cambinon fa altro che accelerare la caduta delle monete de-boli e il rialzo di quelle forti, arrecando grossi profitti acoloro che organizzano e gestiscono queste pressioni.Stessa cosa per i debiti pubblici, mai tirati tanto in sce-na come in queste settimane di mezza estate. Non sicapirebbero d’altra parte e in altro modo certe cadute ecerti rialzi repentini delle borse tutte assieme. Purtrop-po le borse hanno smarrito il loro compito primario, os-sia quello di creare e raccogliere capitale per le aziende.Gli alti e bassi degli indici sono spesso provocati. Imercati finanziari sono diventati delle piattaforme dasfruttare con ogni mezzo tecnologico. Non è più possi-bile investire in un’azienda in cui credi, perché le inco-gnite superano di gran lunga le certezze. Così va ilmondo, dobbiamo prenderne atto.

IL COLORE DEI SOLDIDI FABRIZIO FAZIOLI

RUMORS

Le elezioni del 1º luglio 2011 non hanno permessodi completare tutte le commissioni del personaledella divisione infrastruttura. Si cercano ancoracandidati per sette commissioni, di cui tre riguar-dano anche la Svizzera italiana:

• I-AT (vacanti 2 seggi su 4)

• I-FN (vacanti 2 seggi su 3)

• I-PJ (vacanti 2 seggi su 5)

I membri SEV interessati ad una candidatu-ra possono annunciarsi per iscritto indicandocognome e nome, unità organizzativa, luogo dilavoro, indirizzo privato, e-mail, telefono e cellulare

entro l’8 settembre a: SEV, Urs Huber, casellapostale, 3000 Berna 6; [email protected] domande, SEV Bellinzona, 091 825 01 15.

Sono eleggibili collaboratrici e collaboratori deirispettivi circondari elettorali, assoggettati al CCLFFS, che hanno un grado di impiego di almeno il50% e un rapporto di lavoro a tempo indeterminatoe con periodo idi prova concluso. I candidatipresentati dal SEV non devono raccogliere firme diproponenti

Segretariato SEV

Candidati cercasiper le Cope Infra FFS

In maggio, la procedura ap-pariva chiarissima: collabora-trici e collaboratori potevanorivolgersi al proprio superioreper ottenere la descrizionedel posto di lavoro, aggiorna-ta e corredata dal numerodella catena di funzione,nonché l’organigramma at-tuale della propria unità e ve-rificare sulla base di questidocumenti l’attribuzione del-la sua funzione al livello diesigenza. In pratica, però, si èpresto constatato che questidocumenti spesso non veni-vano consegnati, perché nondisponibili o con altre giusti-ficazioni. A volte, la loro con-segna è persino stata esplici-tamente rifiutata.

Se del caso richiedere la visionedegli atti

«È una questione molto irri-tante ed anche molto pocosensata. Se la o il collega con-testano la loro classificazione,hanno in ogni caso diritto averificare gli atti. Le FFS po-trebbero quindi risparmiarsitutta questa procedura» com-

menta il vicepresidente SEVManuel Avallone.

«Viene da chiedersi sino ache punto questo atteggia-mento delle FFS possa esseregiustificato: evidentemente,alcuni superiori delle FFS du-bitano che il loro personalesia in grado di analizzarequesti documenti. Ovvia-mente, si tratta di una preoc-cupazione ingiustificata inquanto al SEV abbiamo ab-bastanza specialisti per elabo-rare e valutare queste infor-mazioni».

Per il SEV, il fatto che nu-merose persone debbano an-cora rincorrere i documenti,invece di potersi dedicare allavalutazione della propriafunzione, è particolarmenteirritante.

La raccomandazione restapertanto la stessa: non firma-re la comunicazione delle FFSfintanto che le informazioniottenute non saranno suffi-cienti a far chiarezza, chiede-re la documentazione neces-saria e, se del caso, chiederel’assistenza del SEV.

Non farsi mettere sottopressioneIl termine per il rinvio dellacomunicazione FFS firmata,in caso di accordo, oppureper inviare una richiestamotivata contro l’attualeclassificazione, scade il15 settembre.

Si tratta di un diritto ri-conosciuto a tutti. Chi vie-ne messo sotto pressionedal proprio superiore do-vrebbe pertanto in ognicaso rivolgersi al SEV!

Peter Moor

Il numero complessivo dei casi di garanzia salariale nonè ancora stato del tutto chiarito. Vi è poi un altro aspettoche preoccupa: molte collaboratrici e collaboratori delleFFS hanno grosse difficoltà a entrare in possesso delladocumentazione richiesta.

Insistere per averedocumenti corretti

Ancora un mese per reagire al nuovo sistema salariale FFS

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4 ATTUALITÀcontatto.sevN. 15/1618.8.2011

Le due locomotive sono leprime di un contingente di30 che le FFS hanno affidatoalle Officine di Bellinzonaper un rinnovamento com-pleto interno ed esterno. I la-vori vengono svolti in con-comitanza con la revisioneprincipale, adeguando il co-mando multiplo alle dueestremità, sostituendo i ca-blaggi per la corrente forte edi comando, dotando lecabine di banchi di visualiz-zazione e di manovra edequipaggiandole con tutti icomandi per la gestione del-le carrozze a due piani (freni,comando porte, domanda difreno d’emergenza, sorve-

glianza e visualizzazione del-le perturbazioni ecc.).

Inoltre, viene risanata an-che la carrozzeria, sottopostaa riverniciatura e dotata di il-luminazione frontale a Led.

Dal Ticino a Zurigo

In questo modo, le Re 420,entrate in servizio una qua-rantina di anni fa come Re4/4 II, saranno in grado dirispondere alle sollecitazioniimposte dalla rete suburbanadi Zurigo nel prossimo ven-tennio. Stando a informazio-ni pubblicate sul numero8-9/2011 dell’«EisenbahnerRevue», i costi del rinnovodelle locomotive sono in unrapporto di 1:3,5 - 3,8 rispet-to a quelli di acquisto di unalocomotiva nuova.

Tutti gli interventi ufficialitenuti alla cerimonia di pre-sentazione, da quello delladirettrice del traffico regiona-le Anna Barbara Remund, aquello del capoprogetto LionYves Marclay e a quello deldirettore ad interim delle Of-ficine Ferruccio Bianchi han-

no sottolineato l’importanzadel contributo delle officinedi Bellinzona all’estensionesostenibile di una delle retipiù importanti delle FFS.

Non solo Cargo

«Per Bellinzona è il primoprogetto di ammodernamen-to quale azienda di Opera-ting Viaggiatori –- ha detto inparticolare Bianchi – e nonsarà l’ultimo. E non lo dicosolo guardando i rappresen-tanti di FFS Cargo presenti.Bellinzona si sta attrezzandoper il futuro».

Indicazioni molto impor-tanti, che sottolineano e con-fermano aspetti molto diversida quelli sentiti negli ultimitempi.

6 locomotive l’anno

Le R2 420 saranno risanateal ritmo di circa sei unitàl’anno. L’incarico dovrebbepertanto concludersi a fine2016.

Gi

Consegnate le prime due Re 420 «Lion»Tappa importante per le Officine di Bellinzona

Mercoledì 27 luglio è statauna data importante per leofficine di Bellinzona, chehanno presentato allastampa le prime due Re420 interamente rinnovateper la S-Bahn di Zurigo.

Durante e dopo la revisione e il «lifting».

Gi

La conferma è giunta lo scor-so 26 luglio. Il comune diMendrisio, a nome degliazionisti pubblici, ha riferitola decisione di non accoglierela proposta di AutoPostale edi voler concordare, nelle set-timane successive alla deci-sione, d’intesa con il Consi-glio d’amministrazione diAMSA, «le misure necessarieper rendere ancora maggior-mente efficiente l’azienda ditrasporto pubblico. In un se-condo tempo, saranno pureesaminate le condizioni perun eventuale aumento del

capitale azionario della socie-tà». Pochi giorni dopo, ilMunicipio di Chiasso, purcondividendo la decisionedel gruppo di lavoro, hacomunicato di aver chiestoprecisazioni sulla situazionefinanziaria dell’azienda, so-prattutto in merito ai costidella realizzazione della nuo-va sede, che dovrebbero esse-re fornite da una perizia.

Tra i provvedimenti men-zionati dal comunicato delgruppo di lavoro per miglio-rare l’efficienza, vi dovrebbe-ro essere, secondo nostre in-formazioni, una ridefinizionedegli statuti e del Consiglio diamministrazione della socie-tà.

Soddisfazione in azienda

La decisione è stata accoltacon molta soddisfazione dalpersonale di AMSA che,nonostante le rassicurazionifornite a suo tempo da Auto-Postale, seguiva con appren-

sione la vicenda. «Stiamobene in AMSA, ci conoscia-mo tutti e vi è un buon am-biente» ci conferma MassimoMartinelli. «Abbiamo accoltoquesta decisione con sollievo.Qui lavoriamo bene e laprospettiva di trovarci con-frontati ad una realtà moltopiù grande ci inquietava un

po’» aggiunge Mauro Cap-pelletti.

Soddisfatta evidentemen-te anche la direzione diAMSA che, poco dopo averfesteggiato i 100 anni dellaazienda e nonostante le at-tuali difficoltà si è vista con-fermare il mandato dei pro-pri azionisti, i quali hanno

anche sbloccato la proceduradi nomina del nuovo diretto-re, resa necessaria dalle di-missioni dell’attuale, signorFredy Flückiger. Quest’ultimoci ha confermato di essere adisposizione dell’azienda si-no a fine anno.

Pietro Gianolli

A fine luglio, il gruppo dilavoro costituito dagli azio-nisti pubblici dell’AutolineaMendrisiense SA ha deci-so di declinare l’offerta diripresa della maggioranzadelle azioni da parte diAutoPostale Svizzera SA.

Tanto tuonò che non piovveComuni e Cantone confermano il ruolo dell’Autolinea Mendrisiense

ti-pr

ess

/ b. g

alli

Le strade del distretto continueranno ad essere percorse dai bus dell’Autolinea Mendrisiense.

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POLITICA ......

5contatto.sevN. 15/1618.8.2011

L’iniziativa è promossa da uncomitato composto da espo-nenti di diversi partiti e di-verse categorie d’età e godedel sostegno dell’Unione sin-dacale svizzera e del SEV.

Nel dettaglio essa prevede:• la riscossione di un’impo-

sta sulle successioni e sulledonazioni.

• L’aliquota dell’imposta èdel 20%.

• Due terzi del gettito sonoda destinare al fondo dicompensazione dell’AVS,in modo da permettere aquesta assicurazione socialedi far fronte ai suoi compitifuturi senza gravare con ul-teriori contributi sulle spal-le di tutti e di prevedereuna possibilità di pensiona-mento flessibile anche allepersone con un redditomodesto.

• L’ultimo terzo del gettito aicantoni, per compensare lepossibili perdite derivantidalla soppressione delle im-poste di successione canto-nali.

• Sono esentate dall’impostale successioni sino a 2 mi-lioni (ossia la maggior par-te) e le donazioni sino a20 000 franchi l’anno.

• Regole meno rigide ed ec-cezioni per piccole e medieimprese a conduzione fa-miliare, per non pregiudi-carne l’esistenza e preserva-re i posti di lavoro.

Basta con i privilegi fiscali

Chi si arricchisce cede allacomunità una parte del de-naro ottenuto attraverso leimposte. È quanto avvieneper le vincite al lotto, i salari,le rendite e gli interessi matu-rati sui conti di risparmio, co-me pure per gli onorari, gliutili d’esercizio, il ricavatodelle vendite… Ma ciò non siapplica alle eredità: nel no-

stro Paese un numero ristret-to di donne e di uominiottiene miliardi senza aver la-vorato o investito per il dena-ro conseguito. E senza doverpagare alcuna imposta perquanto ottenuto. Non è giu-sto!

Ripartizione più equa dellaricchezza

In Svizzera, la disparità nellaripartizione della ricchezza èparticolarmente accentuata:l’1% della popolazione pos-siede da solo l’equivalente del

restante 99%, come emergeda uno studio realizzato dalCS. E molti di questi immen-si patrimoni non sono fruttodel lavoro dei loro proprie-tari, ma sono stati semplice-mente ereditati. Un’impostafederale sulle successioni per-metterebbe di attenuare unpoco quest’ingiusta riparti-zione della ricchezza.

Tutela dei piccoli e medipatrimoni

L’iniziativa popolare «Tassarele eredità milionarie per fi-

nanziare la nostra AVS» nonsi applica alla successione dipiccoli e medi patrimoni. I ri-sparmi depositati in banca ola casa unifamiliare non sa-ranno soggetti a tassazione.L’imposta sulle successioniverrà unicamente riscossa suipatrimoni di oltre 2 milionidi franchi ad un’aliquotaunica del 20%. Ciò è moltomeno rispetto a quanto ap-plicato nella maggior partedei paesi limitrofi. Il patrimo-nio di un’impresa familiare odi una PMI beneficerà inoltre

di condizioni ancora piùfavorevoli. La successione diaziende agricole sarà adesempio esente da imposte.

Il 16 agosto è stata lancia-ta una nuova iniziativa po-polare per l’imposizionedelle successioni superioriai 2 milioni di franchi infavore del finanziamentodell’AVS.

Iniziativa popolare federale

Tassare le eredità milionarieper finanziare l’AVS

Il SEV raccomanda atutti i suoi membri difirmare e far firmare lacartolina allegata alpresente numero dicontatto.sev e di inviarlaal più presto.

Contatto.sev ha intervistatoHelmut Hubacher, giàsegretario sindacale dellaVPOD, consigliere nazionaleper 34 (!) anni e presidentedel partito socialista svizzeroper 15 in merito a questainiziativa.

contatto.sev: Come valutiil lancio di questa iniziati-va in questo particolaremomento?Helmut Hubacher: Affrontaun argomento molto attuale,correggendo un’evidentestortura del nostro sistema.Quand’ero ancora al Nazio-nale, l’idea era stata lanciatadal consigliere federale Villi-ger, ma era stata demolitadai partiti borghesi. Un librodi Hans Kissling ci indica chenei prossimi 30 anni 178 000persone erediteranno 969miliardi. 95 000 di questeeredità sono inferiori ai 2 mi-lioni, mentre 80 000 personericeveranno 8000 miliardi.50 patrimoni in successionesono superiori al miliardo.Deducendo il 20% dalle ere-dità superiori a 2 milioni, inquesti 30 anni si incassereb-bero 160 miliardi, ossia 5,3miliardi l’anno, che farebbe-ro molto comodo all’AVS. Peruna volta non sarebbe lamaggioranza della popola-zione a dover soffrire, maverrebbero chiamati a contri-buire i ricchi e i super ricchi.Da anni si parla di «stati snel-

li», ma l’unico risultato è statoun gigantesco indebita- mentoa livello mondiale, per ripiana-re il quale si attacca lostato sociale.

Nella tua attività politica,hai mai affrontato lequestioni di eredità?Non in particolare, ma piuttostocon questioni di equità sociale.Vi sono eredi che si ritrovanoun bel mattino con svariati mi-lioni in più e penso che sia ra-gionevole chiedere loro dimettere un quinto di questoimporto a disposizione dellacomunità.

Ma è vero che in Svizzerasono le persone anziane ad

avere meno problemieconomici?L’anziano che dispone di mezzifinanziari, stava già bene comeattivo. È per contro vero chesempre più spesso si eredita inetà avanzata, magari già inAVS. In questi casi, si cumula-no capitali e situazioni agiate.

Come valuti le possibilità diriuscita di questa iniziativa?Riuscirà a raccogliere le100 000 firme e a superarelo scoglio della votazionepopolare?Penso che questa iniziativa nonsia legata ad umori momentaneicome altre, per esempio quellasulle banche. Riguarda una si-tuazione costante e chiamerà in

causa solo una minoranza dellesuccessioni. In Svizzera, il 3%dei contribuenti posseggono lametà del patrimonio globale.

Oggi vi sono però ancheproblemi che potrebberoessere ritenuti più urgenti...Certo, come quello della forzadel franco, oppure il problemacostante dell’assicurazionemalattia o la politica d’asilo edi tutti i profughi. Cionono-stante, l’iniziativa si inseriscemolto bene nell’odierno qua-dro politico e affronta un te-ma di grande attualità, chedeve trovare e mantenere ilsuo posto nell’agenda politi-ca di questo paese.

Intervista: Peter Anliker

Un’imposta che non toglie soldi a nessuno, ma ne dà a molti!

INTERVISTA A HELMUT HUBACHER

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6contatto.sevN. 15/1618.8.2011

contatto.sev: Lei è presidentedella VAP, ossia dell’organiz-zazione dei clienti che fannocapo al trasporto merci perferrovia. Qual è la vostrarichiesta principale?Franz Steinegger: Stiamotentando di migliorare lecondizioni quadro per iltrasporto ferroviario merciin Svizzera, in quantosiamo convinti che negliultimi anni siano andatepeggiorando.

Nella vostra risposta alla proce-dura di consultazione sul finan-ziamento delle ferrovie, avetesottolineato la parità di impor-tanza della ferrovia e della stra-da. Secondo lei, come potrebbeevolvere questo rapporto in fu-turo?I nostri membri sono clientidella ferrovia, ma anche del-la strada, alla quale anchechi dispone di un binario diraccordo deve ogni tanto farcapo. Sono i nostri membriad affermare di aver bisognodi entrambe le offerte. Inquesto modo si riconosceanche l’importanza delle fer-rovie e la necessità del lororuolo nel trasporto merci.

Ma perché FFS Cargo non rie-sce ad uscire dalle proprie diffi-coltà?Probabilmente, non ha datofondo a tutte le possibilità diottimizzazione, ma devo di-fendere un po’ FFS Cargo, inquanto le condizioni in cuideve agire non sono molto

favorevoli. In Svizzera si faun gran parlare di trasferi-mento del trasporto merci,ma in realtà ci si concentrasul corridoio Nord-Sud.

Il trasporto tra Germaniae Italia viene sussidiato inmodo massiccio, in partecon contributi provenientipersino dal trasporto inter-no.

Vede altri problemi?La rete ferroviaria è moltosfruttata. Da una parte, ciòè positivo, ma toglie sem-pre più spazio al trafficomerci, anche a causa dellepriorità che vedono dappri-ma il traffico viaggiatori alunga distanza, redditizioper le FFS, poi quello regio-nale, dipendente dai Can-toni e infine il traffico mer-ci, che deve attendere ladisponibilità di tracce, mol-to scarse tra la svizzeraorientale e quella occiden-tale a causa della strozzatu-ra di Oerlikon. Dato che il prezzodelle tracce dipende in granparte dalle tonnellate chilo-metro, evidentemente mag-giori nel trasporto merci, ilprezzo risulta troppo eleva-to. Il trasporto merci devepoi anche contribuire alleistallazioni di sicurezza del

traffico veloce, che dovreb-bero invece andare a caricodel traffico viaggiatori. Nelcomplesso, al di là di tuttele declamazioni, il trasporto

merci dispone di condizioniquadro tutt’altro che otti-mali.

L’Iniziativa delle Alpi ha conferi-to un incarico di trasferimentoche lei ritiene valido anche peril traffico interno. Mi sembraperò che il Parlamento eviti concura questo argomento.È vero. Quando incontro Par-lamentari, mi rendo conto chesono tutt’altro che consapevolidi questo problema. Da cinqueanni cerchiamo di convincereche il trasporto merci non èsolo quello di transito. L’artico-lo costituzionale di protezionedelle Alpi deve essere interpre-tato in modo coerente dalpunto di vista ecologico, stabi-lizzando e possibilmente ridu-cendo le immissioni globalidel trasporto merci. Anche co-me Urano mi sento di dire chenon è sufficiente concentrarsisull’asse Nord-Sud. Occorreun’ottica globale.

A FFS Cargo non si possonoquindi fare rimproveri?Vi sono state senz’altro de-cisioni discutibili, anche senon sono in grado di giudi-

care sino a che punto essesiano addebitabili solo a FFSCargo. Sono comunque delparere che ci si sia concen-trati troppo a lungo su diun’offerta ferroviaria, tra-scurando aspetti di unaazienda generale di traspor-to. Le ferrovie tedesche sisono mosse meglio.

Anni fa, è stato deciso di affidarealle FFS il trasporto merci inter-no. Col senno di poi, non sareb-be stato meglio prevedere unacerta concorrenza? In alcuni settori, abbiamocondizioni di concorrenza.I treni completi possono es-sere affidati anche a terzi.Solo nel sistema di traffico acarri completi abbiamo unmonopolio. L’economiache fa capo alla ferrovia ècomunque interessata aquesto sistema, senza ilquale i binari di raccordopotrebbero essere utilizzatisolo al massimo per unquarto. Il sistema è necessa-rio anche per preservare gliinvestimenti svolti daiclienti privati ed esso puòessere gestito solo grazie adun certo monopolio.

FFS Cargo non riesce però agestire in modo redditizio que-sto sistema. Occorrono sussidi,oppure vi è del margine anchenei prezzi?I prezzi non offrono piùalcun margine, perché lastrada ha incrementato lapropria efficienza, non da

ultimo a causa della TTPCP.Non vedo neppure come sipossa sussidiare alcune for-me di trasporto. Si dovreb-bero invece sostenere gliinvestimenti necessari perlavorare sulla rete in modoefficiente. Un esempio:sull’asse Est-Ovest sonoaumentate le velocità dipercorrenza e bisogna diconseguenza sostituire gliscambi. Nonostante la cau-sa sia imputabile al trafficoa lunga percorrenza, si chie-de ai proprietari di contri-buire a questi costi. Bisognarivedere questi finanzia-menti, creando le basi perpermettere a FFS Cargo e aeventuali altri attori di lavo-rare in modo più efficiente.Disporre di impianti in or-dine e di tracce a sufficienzadovrebbe permettere di ge-

«Abbiamo bisogno di trasportarele merci per ferrovia»Per permettere a FFS Cargo di gestire il trasporto merci nazionale coprendo le proprie spese bisogna migliorare le condizioniquadro. Ad affermarlo è Franz Steinegger, presidente della VAP, l’associazione dei proprietari di vagoni privati e di binari diraccordo. Nella sua qualità di moderatore della Tavola Rotonda degli stabilimenti industriali di Bellinzona auspica inveceprovvedimenti per favorire la reciproca fiducia.

Franz Steinegger dirige la Tavola Rotonda delle Officine di Bellinzona e presiede la VAP

”Al di là di tutte le declamazioni, il trasportomerci in Svizzera dispone di condizioni quadrotutt’altro che ottimali.“

Franz Steinegger, 68 anni, èavvocato con un proprio studioad Altdorf. Dal 1980 al 2003 èstato Consigliere nazionale edal 1989 al 2001 presidentedel PLR svizzero. Presiedeanche l’associazione deiproprietari di vagoni privati e dibinari di raccordo. Nel 2008 haricevuto dal Consiglierefederale Moritz Leuenbergerl’incarico di dirigere la TavolaRotonda indetta dopo losciopero delle Officine diBellinzona.

INFO

”L’articolo costituzionale di protezionedelle Alpi deve essere interpretato in modocoerente dal punto di vista ecologico,stabilizzando e possibilmente riducendo leimmissioni globali del trasporto merci.“Franz Steinegger, Altdorf

pmo

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contatto.sevN. 15/1618.8.2011

INTERVISTA

stire tutto il traffico in mo-do redditizio.

La direzione della Tavola Roton-da delle Officine di Bellinzona lepermette di avere anche unaltro punto di vista sulle FFS.I problemi risultano gli stessi?Alcune conoscenze deltrasporto merci mi hannoaiutato ad affrontare l’in-carico di Bellinzona, che asua volta mi ha fornitoesperienze utili per svol-gere il mio mandato dipresidente della VAP. Hoanche potuto approfon-dire la storia di FFS Cargo.Dapprima, si pensava vifosse un «problema Bellin-zona», circoscritto e tuttosommato abbastanza mar-ginale. Dopo mi è però ap-parso evidente, e lo è dive-nuto anche per le parti,che la separazione rigidavoluta a suo tempo tratraffico Cargo e Viaggiato-ri, estesa a locomotive estabilimenti di manuten-zione, era esagerata. Ades-

so, la manutenzione è sta-ta riunita nella divisioneviaggiatori, constatandoche può essere svolta inmodo più economico.

Come mai ha accettato questoincarico di mediazione?Bellinzona aveva bisognodi un forum di discussioneche permettesse di acquisire

reciproca fiducia. È poioccorso un periodo relativa-mente lungo per capire qualifossero i problemi, anchedal punto di vista aziendaleed economico. Essenzial-mente, occorreva una nuo-va organizzazione, diversadalla suddivisione a suotempo prevista. Le mae-stranze, dal canto loro, do-vevano essere disponibili adentrare nel merito di un au-mentodell’efficienza del 10%.

A che punto siamo oggi?La catastrofe di Viareggio haprovocato un’intensificazio-ne della manutenzione delmateriale rotabile presso tut-te le aziende, con un au-mento degli incarichi anchea Bellinzona. L’occupazioneè buona, anche nel repartoloc e vi sono anche incarichida privati. Ciò conferma che

vi sono gli impianti e ilknow-how per questi lavori.La decisione di concentrarlia Yverdon era quindi piutto-sto discutibile.

Le sue risposte sono tantopragmatiche da far pensare chein fondo si sarebbe potuto farea meno di lei. Ma come ha con-tribuito all’evoluzione di Bellin-zona?Per risolvere un conflitto, oc-corre che le parti si prenda-no sul serio. Le FFS conside-

ravano i rappresentanti diBellinzona dei «rompiscato-le» e hanno dovuto convin-cersi dell’esistenza di pro-blemi concreti. Ho quindidovuto attivarmi in favore diuna considerazione seria ereciproca, scevra da pregiudi-zi che vedono i buoni dauna parte e i cattivi dall’altra.

Si tratta però anche di una que-stione quasi filosofica, con lemaestranze che vogliono affi-dare tutte le decisioni alla de-mocrazia di base e l’aziendache preferisce preparare tuttodietro porte chiuse.Questo conflitto è tutt’orain corso, condizionato an-che da un certo folclore sin-dacale, con tanto di pugnochiuso e lo sviluppo di sen-timenti comunitari. Non èperò possibile gestire un’azienda secondo la demo-crazia di base. Nel frattem-po, la necessità di una dire-zione aziendale è stataaccettata, ma vi è l’esigenzadi discutere alcune questio-

ni ad un certo livello. LeFFS hanno adesso accettatodi continuare con una piat-taforma istituzionalizzata.Una volta all’anno (o se delcaso anche più spesso) visarà pertanto un incontroche permetta al personaledi esprimere le sue preoccu-pazioni a rappresentanti al-meno del secondo livellogerarchico e di ricevererisposte in merito.

È fiducioso per il futuro?A Bellinzona vi è ancora unproblema, comune a tuttele sedi che lavorano ancheper terzi e per le quali non èancora stata trovata l’orga-nizzazione ottimale. Chi la-vora per terzi deve infattidisporre di maggior auto-nomia rispetto a chi operaesclusivamente per le FFS.

Intervista: Peter Moor

pmo

«I buoni non sono maitutti da una parte e i

cattivi dall’altra»: FranzSteinegger nel suo uffi-

cio di Altdorf.

”La decisione di concentrare tutto a Yverdonera quindi piuttosto discutibile.“

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6contatto.sevN. 15/1618.8.2011

contatto.sev: Lei è presidentedella VAP, ossia dell’organiz-zazione dei clienti che fannocapo al trasporto merci perferrovia. Qual è la vostrarichiesta principale?Franz Steinegger: Stiamotentando di migliorare lecondizioni quadro per iltrasporto ferroviario merciin Svizzera, in quantosiamo convinti che negliultimi anni siano andatepeggiorando.

Nella vostra risposta alla proce-dura di consultazione sul finan-ziamento delle ferrovie, avetesottolineato la parità di impor-tanza della ferrovia e della stra-da. Secondo lei, come potrebbeevolvere questo rapporto in fu-turo?I nostri membri sono clientidella ferrovia, ma anche del-la strada, alla quale anchechi dispone di un binario diraccordo deve ogni tanto farcapo. Sono i nostri membriad affermare di aver bisognodi entrambe le offerte. Inquesto modo si riconosceanche l’importanza delle fer-rovie e la necessità del lororuolo nel trasporto merci.

Ma perché FFS Cargo non rie-sce ad uscire dalle proprie diffi-coltà?Probabilmente, non ha datofondo a tutte le possibilità diottimizzazione, ma devo di-fendere un po’ FFS Cargo, inquanto le condizioni in cuideve agire non sono molto

favorevoli. In Svizzera si faun gran parlare di trasferi-mento del trasporto merci,ma in realtà ci si concentrasul corridoio Nord-Sud.

Il trasporto tra Germaniae Italia viene sussidiato inmodo massiccio, in partecon contributi provenientipersino dal trasporto inter-no.

Vede altri problemi?La rete ferroviaria è moltosfruttata. Da una parte, ciòè positivo, ma toglie sem-pre più spazio al trafficomerci, anche a causa dellepriorità che vedono dappri-ma il traffico viaggiatori alunga distanza, redditizioper le FFS, poi quello regio-nale, dipendente dai Can-toni e infine il traffico mer-ci, che deve attendere ladisponibilità di tracce, mol-to scarse tra la svizzeraorientale e quella occiden-tale a causa della strozzatu-ra di Oerlikon. Dato che il prezzodelle tracce dipende in granparte dalle tonnellate chilo-metro, evidentemente mag-giori nel trasporto merci, ilprezzo risulta troppo eleva-to. Il trasporto merci devepoi anche contribuire alleistallazioni di sicurezza del

traffico veloce, che dovreb-bero invece andare a caricodel traffico viaggiatori. Nelcomplesso, al di là di tuttele declamazioni, il trasporto

merci dispone di condizioniquadro tutt’altro che otti-mali.

L’Iniziativa delle Alpi ha conferi-to un incarico di trasferimentoche lei ritiene valido anche peril traffico interno. Mi sembraperò che il Parlamento eviti concura questo argomento.È vero. Quando incontro Par-lamentari, mi rendo conto chesono tutt’altro che consapevolidi questo problema. Da cinqueanni cerchiamo di convincereche il trasporto merci non èsolo quello di transito. L’artico-lo costituzionale di protezionedelle Alpi deve essere interpre-tato in modo coerente dalpunto di vista ecologico, stabi-lizzando e possibilmente ridu-cendo le immissioni globalidel trasporto merci. Anche co-me Urano mi sento di dire chenon è sufficiente concentrarsisull’asse Nord-Sud. Occorreun’ottica globale.

A FFS Cargo non si possonoquindi fare rimproveri?Vi sono state senz’altro de-cisioni discutibili, anche senon sono in grado di giudi-

care sino a che punto essesiano addebitabili solo a FFSCargo. Sono comunque delparere che ci si sia concen-trati troppo a lungo su diun’offerta ferroviaria, tra-scurando aspetti di unaazienda generale di traspor-to. Le ferrovie tedesche sisono mosse meglio.

Anni fa, è stato deciso di affidarealle FFS il trasporto merci inter-no. Col senno di poi, non sareb-be stato meglio prevedere unacerta concorrenza? In alcuni settori, abbiamocondizioni di concorrenza.I treni completi possono es-sere affidati anche a terzi.Solo nel sistema di traffico acarri completi abbiamo unmonopolio. L’economiache fa capo alla ferrovia ècomunque interessata aquesto sistema, senza ilquale i binari di raccordopotrebbero essere utilizzatisolo al massimo per unquarto. Il sistema è necessa-rio anche per preservare gliinvestimenti svolti daiclienti privati ed esso puòessere gestito solo grazie adun certo monopolio.

FFS Cargo non riesce però agestire in modo redditizio que-sto sistema. Occorrono sussidi,oppure vi è del margine anchenei prezzi?I prezzi non offrono piùalcun margine, perché lastrada ha incrementato lapropria efficienza, non da

ultimo a causa della TTPCP.Non vedo neppure come sipossa sussidiare alcune for-me di trasporto. Si dovreb-bero invece sostenere gliinvestimenti necessari perlavorare sulla rete in modoefficiente. Un esempio:sull’asse Est-Ovest sonoaumentate le velocità dipercorrenza e bisogna diconseguenza sostituire gliscambi. Nonostante la cau-sa sia imputabile al trafficoa lunga percorrenza, si chie-de ai proprietari di contri-buire a questi costi. Bisognarivedere questi finanzia-menti, creando le basi perpermettere a FFS Cargo e aeventuali altri attori di lavo-rare in modo più efficiente.Disporre di impianti in or-dine e di tracce a sufficienzadovrebbe permettere di ge-

«Abbiamo bisogno di trasportarele merci per ferrovia»Per permettere a FFS Cargo di gestire il trasporto merci nazionale coprendo le proprie spese bisogna migliorare le condizioniquadro. Ad affermarlo è Franz Steinegger, presidente della VAP, l’associazione dei proprietari di vagoni privati e di binari diraccordo. Nella sua qualità di moderatore della Tavola Rotonda degli stabilimenti industriali di Bellinzona auspica inveceprovvedimenti per favorire la reciproca fiducia.

Franz Steinegger dirige la Tavola Rotonda delle Officine di Bellinzona e presiede la VAP

”Al di là di tutte le declamazioni, il trasportomerci in Svizzera dispone di condizioni quadrotutt’altro che ottimali.“

Franz Steinegger, 68 anni, èavvocato con un proprio studioad Altdorf. Dal 1980 al 2003 èstato Consigliere nazionale edal 1989 al 2001 presidentedel PLR svizzero. Presiedeanche l’associazione deiproprietari di vagoni privati e dibinari di raccordo. Nel 2008 haricevuto dal Consiglierefederale Moritz Leuenbergerl’incarico di dirigere la TavolaRotonda indetta dopo losciopero delle Officine diBellinzona.

INFO

”L’articolo costituzionale di protezionedelle Alpi deve essere interpretato in modocoerente dal punto di vista ecologico,stabilizzando e possibilmente riducendo leimmissioni globali del trasporto merci.“Franz Steinegger, Altdorf

pmo

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contatto.sevN. 15/1618.8.2011

INTERVISTA

stire tutto il traffico in mo-do redditizio.

La direzione della Tavola Roton-da delle Officine di Bellinzona lepermette di avere anche unaltro punto di vista sulle FFS.I problemi risultano gli stessi?Alcune conoscenze deltrasporto merci mi hannoaiutato ad affrontare l’in-carico di Bellinzona, che asua volta mi ha fornitoesperienze utili per svol-gere il mio mandato dipresidente della VAP. Hoanche potuto approfon-dire la storia di FFS Cargo.Dapprima, si pensava vifosse un «problema Bellin-zona», circoscritto e tuttosommato abbastanza mar-ginale. Dopo mi è però ap-parso evidente, e lo è dive-nuto anche per le parti,che la separazione rigidavoluta a suo tempo tratraffico Cargo e Viaggiato-ri, estesa a locomotive estabilimenti di manuten-zione, era esagerata. Ades-

so, la manutenzione è sta-ta riunita nella divisioneviaggiatori, constatandoche può essere svolta inmodo più economico.

Come mai ha accettato questoincarico di mediazione?Bellinzona aveva bisognodi un forum di discussioneche permettesse di acquisire

reciproca fiducia. È poioccorso un periodo relativa-mente lungo per capire qualifossero i problemi, anchedal punto di vista aziendaleed economico. Essenzial-mente, occorreva una nuo-va organizzazione, diversadalla suddivisione a suotempo prevista. Le mae-stranze, dal canto loro, do-vevano essere disponibili adentrare nel merito di un au-mentodell’efficienza del 10%.

A che punto siamo oggi?La catastrofe di Viareggio haprovocato un’intensificazio-ne della manutenzione delmateriale rotabile presso tut-te le aziende, con un au-mento degli incarichi anchea Bellinzona. L’occupazioneè buona, anche nel repartoloc e vi sono anche incarichida privati. Ciò conferma che

vi sono gli impianti e ilknow-how per questi lavori.La decisione di concentrarlia Yverdon era quindi piutto-sto discutibile.

Le sue risposte sono tantopragmatiche da far pensare chein fondo si sarebbe potuto farea meno di lei. Ma come ha con-tribuito all’evoluzione di Bellin-zona?Per risolvere un conflitto, oc-corre che le parti si prenda-no sul serio. Le FFS conside-

ravano i rappresentanti diBellinzona dei «rompiscato-le» e hanno dovuto convin-cersi dell’esistenza di pro-blemi concreti. Ho quindidovuto attivarmi in favore diuna considerazione seria ereciproca, scevra da pregiudi-zi che vedono i buoni dauna parte e i cattivi dall’altra.

Si tratta però anche di una que-stione quasi filosofica, con lemaestranze che vogliono affi-dare tutte le decisioni alla de-mocrazia di base e l’aziendache preferisce preparare tuttodietro porte chiuse.Questo conflitto è tutt’orain corso, condizionato an-che da un certo folclore sin-dacale, con tanto di pugnochiuso e lo sviluppo di sen-timenti comunitari. Non èperò possibile gestire un’azienda secondo la demo-crazia di base. Nel frattem-po, la necessità di una dire-zione aziendale è stataaccettata, ma vi è l’esigenzadi discutere alcune questio-

ni ad un certo livello. LeFFS hanno adesso accettatodi continuare con una piat-taforma istituzionalizzata.Una volta all’anno (o se delcaso anche più spesso) visarà pertanto un incontroche permetta al personaledi esprimere le sue preoccu-pazioni a rappresentanti al-meno del secondo livellogerarchico e di ricevererisposte in merito.

È fiducioso per il futuro?A Bellinzona vi è ancora unproblema, comune a tuttele sedi che lavorano ancheper terzi e per le quali non èancora stata trovata l’orga-nizzazione ottimale. Chi la-vora per terzi deve infattidisporre di maggior auto-nomia rispetto a chi operaesclusivamente per le FFS.

Intervista: Peter Moor

pmo

«I buoni non sono maitutti da una parte e i

cattivi dall’altra»: FranzSteinegger nel suo uffi-

cio di Altdorf.

”La decisione di concentrare tutto a Yverdonera quindi piuttosto discutibile.“

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8contatto.sevN. 15/1618.8.2011

”Il problema principale è quello legatoa giornate lavorative molto lunghe, che avolte raggiungono le 11-12 ore.“Johan Pain, presidente della sezione VPT tl

rari di lavoro, lavoronotturno, traffico stra-

dale, l’aggressività dei clienti,l’ergonomia del posto di la-voro ... sono alcuni degli ele-menti che hanno un influssodiretto sulla salute dei condu-centi di bus. Il SEV ha appe-na pubblicato i risultati delsondaggio svolto dal suo set-tore Bus-Gatu in tutta la Sviz-zera, raccolti in fascicoli re-datti in italiano, tedesco efrancese.

La dimensione nazionaledi questo lavoro ha permesso

O di constatare come non visiano differenze molto im-portanti tra le regioni:«autisti giovani e anzianicondividono le stesse pre-occupazioni, indipendente-mente dal fatto che lavorinoa Ginevra, a Lugano o nel-l’Oberland bernese» ha con-fermato la vicepresidente delSEV Barbara Spalinger.

Altro aspetto importantedi questo sondaggio è il fattoche le domande sono stateelaborate da persone impie-gate in prima persona nella

professione. Le domanderisultano quindi assoluta-mente mirate alla realtà quo-tidiana degli autisti di bus.

Le oltre 800 risposte per-venute hanno permesso diindividuare chiaramente al-cune priorità, tra le quali laprincipale è quella legatadall’estensione delle giornatelavorative.

«Il sondaggio riporta co-me giornate lavorative di 11o persino 12 ore siano moltomal sopportate dalle colleghee dai colleghi interessati» in-

dica Johan Pain, presidentedella sezione VPT tl (trasportipubblici della regione diLosanna).

Giornate interminabili

A seconda delle ore di punta,le giornate sono suddivise indue o tre spezzoni, con pausepiuttosto lunghe, ma spessocomunque insufficienti perpermettere di rincasare perun periodo apprezzabile. Unproblema che viene poi am-pliato anche dalle distanzecrescenti tra luogo di domici-lio e di lavoro. «Sempre piùspesso, gli autisti non abitanopiù nei dintorni della retesulla quale lavorano. Da noiabbiamo colleghi che, a cau-sa della crisi del mercato deglialloggi sull’arco del lago Le-mano, per trovare un appar-tamento a prezzi abbordabi-le, devono andare ad abitarea Friborgo o in Vallese. Ciòha un impatto notevole an-che sulla vita famigliare e

sociale, con giornate che ini-ziano alle 4 del mattino perterminare verso le 20» spiegaPain.

Il problema della duratadel turno di lavoro non sipresenta però nelle stesse di-mensioni in tutte le aziende:«tutto dipende dalla rete edagli orari di punta. Il proble-ma è più acuto sulle linee re-gionali, per esempio quelledella rete dei trasporti di Fri-borgo».

Spesso, queste giornatespezzettate comportano turnirelativamente brevi. La gran-de disponibilità richiesta daldatore di lavoro non vienecosì ricompensata dal puntodi vista dell’orario conteggia-to e retribuito.

Ciclisti e orari tirati ...

Un’altra indicazione impor-tante del sondaggio riguar-da lo stress derivante daltraffico, unito alla pressioneper rispettare gli orari «nel

Il settore Bus-Gatu della VPT ha svolto un ampio sondaggio sulla salute degli autisti

Autista di bus:professione ad alta tensioneDiverse centinaia di colleghe e colleghi hanno risposto al sondaggio del Gatu, i cui risultati evidenziano la portata di alcuni problemiche affliggono la categoria, confermando che la professione è esposta a pesanti rischi per la salute. Il sondaggio indica anche alcu-ne priorità per migliorare le condizioni di lavoro. Prima fra tutte è la riduzione della durata del turno di lavoro.

hk

L’opuscolo è disponibile in italiano, francese e tedesco.

Guidare un bus dei trasportipubblici è una professione chemette a dura prova la propriasalute, sia dal punto di vistafisico che da quello nervoso.Numerosi autisti, giovani eanziani, si lamentano infatti dimal di testa o dolori alla schiena,di disturbi del sonno, di sintomidi stress e di angoscia.Il sondaggio del SEV VPT-Gatudimostra così come la professio-ne di autista di bus sia una diquelle più gravose per la salutedi chi la pratica.Da punto di vista fisico, iproblemi provengono dallelunghe ore trascorse seduto alvolante, a volta aggravati da unposto di guida mal concepito dalprofilo ergonomico.Essi si manifestano sotto formadi dolori alle articolazioni, aitendini, ai nervi o all’apparato

muscolare oppure a reazioni aivari fattori di stress con i quali gliautisti sono confrontati giornal-mente: problemi di circolazionestradale, aggressività dell’utenzaecc.Nel complesso, oltre la metàdegli autisti soffre di questidisturbi. Una quota nettamentesuperiore a quella ravvisata dallasegreteria di stato per l’econo-mia (SECO) che, nel suo rapportodel 2009 su «lavoro e salute»,riportava una quota del 34% dilavoratori che soffrivano diquesto genere di disturbi.Questa realtà non è comunqueun’esclusività del nostro paese.«I problemi di salute sono statiall’ordine del giorno del forumeuropeo dei trasporti pubblici del2008, svoltosi a Bologna, che hapresentato due inchieste svoltein Italia e presso la RATP di

Parigi» ci spiega Johan Pain,presidente della sezione VPT tl.I risultati di queste inchiestehanno indotto il GATU a svolger-ne una analoga, dapprima inSvizzera romanda, per poiestenderla al resto del paese.Ciò ha dimostrato come iproblemi derivanti dalla profes-sione siano effettivamente ugualiin tutta la Svizzera.Johann Pain ci conferma che leinchieste svolte all’estero hannodato gli stessi risultati.«Le inchieste svolte in Italia epresso la RATP riportano infattirisultati simili, con gli stessidisturbi (mal di schiena, dolorimuscolari e stress) che insorgo-no in proporzioni analoghe».

hk

UNA PROFESSIONE MOLTO ESIGENTE PER LA SALUTE

...... 9

contatto.sevN. 15/1618.8.2011

DOSSIER

contempo, ci riducono itempi di percorrenza e gliorari di presa e di passaggiodi consegne». Una delleconseguenze è che spessogli autisti non dispongonopiù nemmeno del tempoper soddisfare le esigenze fi-siologiche quando giungo-no ai capolinea. Vi sonopersino linee sui quali vienemantenuta la cadenza an-che quando vi è in circola-zione un bus in meno.

Uno dei fattori di mag-gior stress sono poi i ciclisti:«hanno spesso un compor-tamento imprevedibile, co-me quando si mettono a zig-zagare tra le auto, oppurequando passano con il ros-so» si lamenta Pain. I proget-ti di diverse città di aprire lecorsie preferenziali anche aiciclisti non sono pertanto vi-sti di buon occhio: «ci oppo-niamo all’adozione genera-lizzata di simili norme e ingenere abbiamo le aziendedalla nostra parte» precisa

Pain, mentre Barbara Spalin-ger fa notare come «circolarenel traffico urbano è moltodifficile, con tutti i fattori dicui si deve tener conto: cicli-sti, pedoni, auto, la fretta ge-nerale ecc. Da questo puntodi vista, risulta persino piùesigente della professione dimacchinista, che per lo me-no ha davanti a sé la viatracciata dai binari».

Come detto, il sondaggionon rileva differenze di pesotra le regioni. Per contro, visono risposte differenziatesecondo l’età. «Gli anzianisono ormai abituati alle diffi-coltà della professione» notaJohann Pain «e, in particola-re, accettano più facilmentedi dover lavorare la domeni-ca. Solo il 12% delle rispostedate da 55-65enni lo giudicaparticolarmente gravoso,mentre questa percentualesale al 30% nei giovani tra i23 e i 35 anni».

I più giovani sopportanoinvece meglio il lavoro serale

e notturno, dal quale recu-perano con maggior facilità.Il riconoscimento di inden-nità e di supplementi ditempo costituiscono inoltreincentivi molto apprezzati.

Lotta alle assenze

Oltre a tutte le condizioniche minacciano la loro salu-

te, gli autisti sono esposti adun’altra fonte di stress, ge-nerata dalla lotta che molteaziende di trasporto urbanostanno conducendo controle assenze per malattia: «visono molti controlli e spes-so constatiamo un clima disfiducia», indica BarbaraSpalinger, «che viene

espressa da conteggi dei nu-meri di giorni annui di ma-lattia. Questo approccio vie-ne aggravato dal fatto chegli autisti soffrono spesso dimali molto poco specifici epoco definibili, come doloridorsali o mal di testa.»

Johann Pain riferisce unesempio della sua azienda, i

tl: «basta che un autista ab-bia avuto due o tre assenzein un anno per essere con-vocato ad un colloquio, incui gli vengono poste un’in-finità di domande». Eviden-temente, le aziende presen-tano questi procedimenti,seguiti anche al di fuori delsettore dei trasporti, come

un modo per manifestare illoro interesse allo stato disalute dei dipendenti. Que-sti ultimi li vivono peròspesso come un’ulterioreforma di pressione. «Gli au-tisti vivono queste convoca-zioni come una molestia eun modo per farli sentire incolpa» precisa Johan Pain.

Ai tl, il sindacato ha otte-nuto di accompagnare i col-leghi che ne fanno richiestaa questi colloqui. «Adesso iresponsabili sono un po’più moderati, ma ci sonostate anche osservazionipiuttosto pesanti del tipo: latroviamo piuttosto ingrassa-to, oppure: se ha dei proble-mi, quella è la porta».

Continua a pagina 10

”Nei trasporti urbani constatiamo un aumento deicontrolli e della sfiducia nei confronti delleassenze per malattia. Accusare tutti solo perchémagari c’è qualcuno che ne approfitta non è perògiusto!“Barbara Spalinger, vicepresidente SEV

SEV

Cantieri, code, clientiaggressivi.

Le fonti di stress per gliautisti sono numerose,

specie in città.

Page 9: Professione a rischio · 2016-02-23 · di un sistema come quello svizzero. L’ambasciatore ne ... Vuoi vedere che qualcuno si ... continuamente annunciata per far accadere ciò

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8contatto.sevN. 15/1618.8.2011

”Il problema principale è quello legatoa giornate lavorative molto lunghe, che avolte raggiungono le 11-12 ore.“Johan Pain, presidente della sezione VPT tl

rari di lavoro, lavoronotturno, traffico stra-

dale, l’aggressività dei clienti,l’ergonomia del posto di la-voro ... sono alcuni degli ele-menti che hanno un influssodiretto sulla salute dei condu-centi di bus. Il SEV ha appe-na pubblicato i risultati delsondaggio svolto dal suo set-tore Bus-Gatu in tutta la Sviz-zera, raccolti in fascicoli re-datti in italiano, tedesco efrancese.

La dimensione nazionaledi questo lavoro ha permesso

O di constatare come non visiano differenze molto im-portanti tra le regioni:«autisti giovani e anzianicondividono le stesse pre-occupazioni, indipendente-mente dal fatto che lavorinoa Ginevra, a Lugano o nel-l’Oberland bernese» ha con-fermato la vicepresidente delSEV Barbara Spalinger.

Altro aspetto importantedi questo sondaggio è il fattoche le domande sono stateelaborate da persone impie-gate in prima persona nella

professione. Le domanderisultano quindi assoluta-mente mirate alla realtà quo-tidiana degli autisti di bus.

Le oltre 800 risposte per-venute hanno permesso diindividuare chiaramente al-cune priorità, tra le quali laprincipale è quella legatadall’estensione delle giornatelavorative.

«Il sondaggio riporta co-me giornate lavorative di 11o persino 12 ore siano moltomal sopportate dalle colleghee dai colleghi interessati» in-

dica Johan Pain, presidentedella sezione VPT tl (trasportipubblici della regione diLosanna).

Giornate interminabili

A seconda delle ore di punta,le giornate sono suddivise indue o tre spezzoni, con pausepiuttosto lunghe, ma spessocomunque insufficienti perpermettere di rincasare perun periodo apprezzabile. Unproblema che viene poi am-pliato anche dalle distanzecrescenti tra luogo di domici-lio e di lavoro. «Sempre piùspesso, gli autisti non abitanopiù nei dintorni della retesulla quale lavorano. Da noiabbiamo colleghi che, a cau-sa della crisi del mercato deglialloggi sull’arco del lago Le-mano, per trovare un appar-tamento a prezzi abbordabi-le, devono andare ad abitarea Friborgo o in Vallese. Ciòha un impatto notevole an-che sulla vita famigliare e

sociale, con giornate che ini-ziano alle 4 del mattino perterminare verso le 20» spiegaPain.

Il problema della duratadel turno di lavoro non sipresenta però nelle stesse di-mensioni in tutte le aziende:«tutto dipende dalla rete edagli orari di punta. Il proble-ma è più acuto sulle linee re-gionali, per esempio quelledella rete dei trasporti di Fri-borgo».

Spesso, queste giornatespezzettate comportano turnirelativamente brevi. La gran-de disponibilità richiesta daldatore di lavoro non vienecosì ricompensata dal puntodi vista dell’orario conteggia-to e retribuito.

Ciclisti e orari tirati ...

Un’altra indicazione impor-tante del sondaggio riguar-da lo stress derivante daltraffico, unito alla pressioneper rispettare gli orari «nel

Il settore Bus-Gatu della VPT ha svolto un ampio sondaggio sulla salute degli autisti

Autista di bus:professione ad alta tensioneDiverse centinaia di colleghe e colleghi hanno risposto al sondaggio del Gatu, i cui risultati evidenziano la portata di alcuni problemiche affliggono la categoria, confermando che la professione è esposta a pesanti rischi per la salute. Il sondaggio indica anche alcu-ne priorità per migliorare le condizioni di lavoro. Prima fra tutte è la riduzione della durata del turno di lavoro.

hk

L’opuscolo è disponibile in italiano, francese e tedesco.

Guidare un bus dei trasportipubblici è una professione chemette a dura prova la propriasalute, sia dal punto di vistafisico che da quello nervoso.Numerosi autisti, giovani eanziani, si lamentano infatti dimal di testa o dolori alla schiena,di disturbi del sonno, di sintomidi stress e di angoscia.Il sondaggio del SEV VPT-Gatudimostra così come la professio-ne di autista di bus sia una diquelle più gravose per la salutedi chi la pratica.Da punto di vista fisico, iproblemi provengono dallelunghe ore trascorse seduto alvolante, a volta aggravati da unposto di guida mal concepito dalprofilo ergonomico.Essi si manifestano sotto formadi dolori alle articolazioni, aitendini, ai nervi o all’apparato

muscolare oppure a reazioni aivari fattori di stress con i quali gliautisti sono confrontati giornal-mente: problemi di circolazionestradale, aggressività dell’utenzaecc.Nel complesso, oltre la metàdegli autisti soffre di questidisturbi. Una quota nettamentesuperiore a quella ravvisata dallasegreteria di stato per l’econo-mia (SECO) che, nel suo rapportodel 2009 su «lavoro e salute»,riportava una quota del 34% dilavoratori che soffrivano diquesto genere di disturbi.Questa realtà non è comunqueun’esclusività del nostro paese.«I problemi di salute sono statiall’ordine del giorno del forumeuropeo dei trasporti pubblici del2008, svoltosi a Bologna, che hapresentato due inchieste svoltein Italia e presso la RATP di

Parigi» ci spiega Johan Pain,presidente della sezione VPT tl.I risultati di queste inchiestehanno indotto il GATU a svolger-ne una analoga, dapprima inSvizzera romanda, per poiestenderla al resto del paese.Ciò ha dimostrato come iproblemi derivanti dalla profes-sione siano effettivamente ugualiin tutta la Svizzera.Johann Pain ci conferma che leinchieste svolte all’estero hannodato gli stessi risultati.«Le inchieste svolte in Italia epresso la RATP riportano infattirisultati simili, con gli stessidisturbi (mal di schiena, dolorimuscolari e stress) che insorgo-no in proporzioni analoghe».

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UNA PROFESSIONE MOLTO ESIGENTE PER LA SALUTE

...... 9

contatto.sevN. 15/1618.8.2011

DOSSIER

contempo, ci riducono itempi di percorrenza e gliorari di presa e di passaggiodi consegne». Una delleconseguenze è che spessogli autisti non dispongonopiù nemmeno del tempoper soddisfare le esigenze fi-siologiche quando giungo-no ai capolinea. Vi sonopersino linee sui quali vienemantenuta la cadenza an-che quando vi è in circola-zione un bus in meno.

Uno dei fattori di mag-gior stress sono poi i ciclisti:«hanno spesso un compor-tamento imprevedibile, co-me quando si mettono a zig-zagare tra le auto, oppurequando passano con il ros-so» si lamenta Pain. I proget-ti di diverse città di aprire lecorsie preferenziali anche aiciclisti non sono pertanto vi-sti di buon occhio: «ci oppo-niamo all’adozione genera-lizzata di simili norme e ingenere abbiamo le aziendedalla nostra parte» precisa

Pain, mentre Barbara Spalin-ger fa notare come «circolarenel traffico urbano è moltodifficile, con tutti i fattori dicui si deve tener conto: cicli-sti, pedoni, auto, la fretta ge-nerale ecc. Da questo puntodi vista, risulta persino piùesigente della professione dimacchinista, che per lo me-no ha davanti a sé la viatracciata dai binari».

Come detto, il sondaggionon rileva differenze di pesotra le regioni. Per contro, visono risposte differenziatesecondo l’età. «Gli anzianisono ormai abituati alle diffi-coltà della professione» notaJohann Pain «e, in particola-re, accettano più facilmentedi dover lavorare la domeni-ca. Solo il 12% delle rispostedate da 55-65enni lo giudicaparticolarmente gravoso,mentre questa percentualesale al 30% nei giovani tra i23 e i 35 anni».

I più giovani sopportanoinvece meglio il lavoro serale

e notturno, dal quale recu-perano con maggior facilità.Il riconoscimento di inden-nità e di supplementi ditempo costituiscono inoltreincentivi molto apprezzati.

Lotta alle assenze

Oltre a tutte le condizioniche minacciano la loro salu-

te, gli autisti sono esposti adun’altra fonte di stress, ge-nerata dalla lotta che molteaziende di trasporto urbanostanno conducendo controle assenze per malattia: «visono molti controlli e spes-so constatiamo un clima disfiducia», indica BarbaraSpalinger, «che viene

espressa da conteggi dei nu-meri di giorni annui di ma-lattia. Questo approccio vie-ne aggravato dal fatto chegli autisti soffrono spesso dimali molto poco specifici epoco definibili, come doloridorsali o mal di testa.»

Johann Pain riferisce unesempio della sua azienda, i

tl: «basta che un autista ab-bia avuto due o tre assenzein un anno per essere con-vocato ad un colloquio, incui gli vengono poste un’in-finità di domande». Eviden-temente, le aziende presen-tano questi procedimenti,seguiti anche al di fuori delsettore dei trasporti, come

un modo per manifestare illoro interesse allo stato disalute dei dipendenti. Que-sti ultimi li vivono peròspesso come un’ulterioreforma di pressione. «Gli au-tisti vivono queste convoca-zioni come una molestia eun modo per farli sentire incolpa» precisa Johan Pain.

Ai tl, il sindacato ha otte-nuto di accompagnare i col-leghi che ne fanno richiestaa questi colloqui. «Adesso iresponsabili sono un po’più moderati, ma ci sonostate anche osservazionipiuttosto pesanti del tipo: latroviamo piuttosto ingrassa-to, oppure: se ha dei proble-mi, quella è la porta».

Continua a pagina 10

”Nei trasporti urbani constatiamo un aumento deicontrolli e della sfiducia nei confronti delleassenze per malattia. Accusare tutti solo perchémagari c’è qualcuno che ne approfitta non è perògiusto!“Barbara Spalinger, vicepresidente SEV

SEV

Cantieri, code, clientiaggressivi.

Le fonti di stress per gliautisti sono numerose,

specie in città.

Page 10: Professione a rischio · 2016-02-23 · di un sistema come quello svizzero. L’ambasciatore ne ... Vuoi vedere che qualcuno si ... continuamente annunciata per far accadere ciò

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10 DOSSIERcontatto.sevN. 15/1618.8.2011

La domanda posta dal que-stionario era la seguente:«avete sofferto almeno unavolta al mese di problemi disalute?» con la possibilità diindicare più fattori.

Esaminando i grafici dellerisposte, balza all’occhio co-me le stesse si somiglino, in-dipendentemente dalla cate-goria di età. Tutti gli autistitendono a soffrire di stan-chezza anomala, dolori allespalle e al collo, mentre ri-sentono molto meno di altri,come i dolori alle gambe.

hk

L’opuscolo della ricerca delGATU «La salute nel lavorodei conducenti d’autobus» puòessere scaricato dal nostro sito:www.sev-online.ch/it/bus

La salute degli autisti in cifre

Salute 23-35 anni Salute 36-45 anni

Salute 46-55 anni Salute 56-65 anni

Continua dalla pagina 9

Un altro esempio provie-ne da Zurigo, dove la VBZintendeva sottoporre gli au-tisti alla misurazione del pro-prio indice di massa corpora-le (BMI, che indica laproporzione tra peso e statu-ra), con la prospettiva di ri-muovere dai compiti di gui-da chi risultasse con un pesosuperiore ad un determinatolimite. «Sarebbe molto me-glio offrire alle persone lapossibilità di nutrirsi in unmodo più sano» osserva Bar-bara Spalinger, rilevando co-munque che il datore di la-voro deve rispettare alcunilimiti nei consigli che inten-de dare per lo stile di vita deisuoi dipendenti, per evitaredi interferire con la loro sferaprivata.

Barbara Spalinger sottoli-nea che i datori di lavorohanno l’obbligo legale disorvegliare la salute fisica epsichica dei loro dipendenti.Vi sono provvedimenti che

vanno nella buona direzio-ne, come i corsi di ginnasticaofferti da alcune aziende inSvizzera tedesca, ma risulta-no comunque insufficienti.

La volontà di ridurre adogni costo le assenze può ri-sultare controproducente,inducendo autisti a presen-tarsi sul posto di lavoro an-che se ammalati, in quantonon vogliono esporsi alle ri-torsioni delle aziende. «Visono più autisti che lavora-no anche quando non do-vrebbero che casi di abuso.Quando ci sediamo al volan-te, la legge ci chiede di esserenel pieno possesso delle no-stre facoltà! È una questionedi sicurezza» afferma JohanPain. «Oltretutto, questa po-litica è inutile, in quantonessuno è al riparo da malat-tie. Conosco un responsabiledelle risorse umane, che ave-va fama di essere molto durocon certi collaboratori, e cheora è lui stesso in malattia dadiversi mesi, in quanto soffredi depressione».

Le prioritàI risultati del sondaggio per-mettono di definire le prioritàd’intervento per migliorarele condizioni di lavoro. «Larivendicazione principale ri-guarda la durata del turno dilavoro, che vorremo portarein media attorno alle 10 ore,

invece delle 11-12 applicate inmolte aziende» spiega JohanPain. «Un altro punto è diprevedere tempi di sosta suffi-cienti tra una corsa e l’altra, ri-spettivamente quando si rien-tra al deposito».

La concretizzazione diqueste rivendicazioni passa

attraverso le trattative per ilrinnovo dei CCL. Ne derive-ranno anche spese supple-mentari, per cui il SEV si stapreparando in modo ade-guato.

Hélène Koch

Il questionario del Gatu dava anche agli autisti lapossibilità di citare tre elementi positivi del lorolavoro.Il fattore più votato è di gran lunga la sicurezza delposto di lavoro. Sono in particolare i più giovani,da 23 a 35 anni, a menzionare in ragione del 25%questo punto, mentre presso i più anziani, da 56 a65 anni, resta importante ma viene indicato solodal 17% delle risposte.I più anziani sono tra l’altro coloro che manifesta-no la maggior soddisfazione sul proprio posto dilavoro, menzionando questo fattore al 21%, control’11-13% delle altre categorie d’età.Nel complesso, al secondo rango dei fattoripositivi si colloca la solidarietà tra i colleghi. Unaconsiderazione che fa molto piacere ai promotoridel sondaggio: «siamo molto lieti che i colleghi

citino la solidarietà tra di loro come un fattorepositivo. È senza dubbio un elemento da metterein relazione anche con l’attività sindacale svolta».Interessante notare che sono soprattutto i piùgiovani a citare maggiormente questo aspetto(18%), mentre la percentuale scende al 16%presso i 46-55 anni e persino al 14% tra i56-65 anni.In terza posizione troviamo, poco staccato, ilfattore «indipendenza e libertà», anche se vieneosservato come il lavoro venga «regolato in modosempre più stretto con orari sempre più serrati» ein città vi siano interventi sempre più frequenti deiservizi di gestione del traffico.Il salario viene citato in misura quasi analoga,salvo presso le categorie dei più giovani.

hk

PRIMO PUNTO; SICUREZZA D’IMPIEGO

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TECNICA ......

11contatto.sevN. 15/1618.8.2011

L’incendio del 9 giugno nelsecondo cunicolo della galle-ria del Sempione ha danneg-giato una delle condotte ditrasmissione da 132 kV traMassaboden e Varzo, met-tendo a rischio l’alimentazio-ne delle due sottocentralimobili da 21,8 MVA di Var-zo.

Misure di sicurezza

Se dovesse interrompersi an-che il collegamento residuo,tutta l’alimentazione dei 46chilometri della rampa suddel Sempione da Briga a Do-modossola risulterebbe com-promessa. La linea di contat-to può infatti trasmetteresolo una piccola parte dell’

energia prodotta a Massabo-den. Ne deriverebbero quindipesanti limitazioni dell’eser-cizio sull’asse nord- sud.

Quale misura precauzio-nale, le FFS hanno pertantonoleggiato due locomotiveTraxx della serie 185 dalla

Railpool di Monaco, giuntein traino lo scorso 3 luglio aDomodossola. Queste due lo-comotive non sono omolo-gate per la SVizzera, ma soloper la Svezia e la Norvegia everranno impiegate solo percompensare eventuali cali dienergia a 15 kV qualora aVarzo venisse a mancare l’ap-provvigionamento a 132 kVgrazie alla produzione dienergia reattiva.

Locomotive ferme

Una riprogrammazione delcomando digitale dei conver-titori statici di frequenza per-mette infatti alle locomotivemoderne di essere impiegatequali produttrici di energiareattiva. Quelle della serie185 stazionate a Domodos-sola sono in grado di produr-re ognuna sino a 3,75 mega-var di potenza reattiva,sufficiente per migliorare di

circa il 40 % la disponibilitàdi energia effettiva sui 24 chi-lometri tra Iselle e Domodos-sola.

Questa soluzione è la pri-ma del genere adottata dalleFFS. L’incidente al Sempioneha comunque dimostrato co-me la struttura della rete deb-ba tener conto di tutte leeventualità, compresa la rea-lizzazione di convertitori mo-bili con una potenza unitariadi 10 megavar da poter im-piegare sui punti più discostidella rete in caso di perturba-zioni.

Roland Kallmann

L’incendio nella galleriadel Sempione ha richiestouno sforzo creativo pergarantire l’esercizio.

Locomotive quali riserva di energiaSoluzione particolare per fronteggiare una possibile emergenza a Domodossola

Mar

io S

tefa

n

Le due locomotive Railpool 185 704-4 e 705-1 a Domodossola pronte a for-nire energia reattiva alla rete da 15 kV in caso di perturbazione alle due sot-tocentrali mobili di Varzo.

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12 SERVIZIOcontatto.sevN. 15/1618.8.2011

§

Lo scorso mese di settembre,un collega accompagnatoretreno, che chiameremo Reto,ha chiesto di verificare il bi-glietto di un viaggiatore, con-stando che quest’ultimo erasprovvisto di un titolo diviaggio valevole per la trattache stava percorrendo. Retogli ha illustrato la situazione ela procedura prevista perquesti casi. Il viaggiatore hareagito in malo modo, finen-

Attacco e difesa

I viaggiatori che vengonodenunciati alla polizia peraver aggredito gli agentidel treno, non di rado ri-corrono ad una controde-nuncia.

Succede purtroppo sempre ancora che viaggiatori aggrediscano gli agenti del treno. Spesso, ciòavviene quando vengono trovati sprovvisti di un biglietto valido. Il SEV è quindi preoccupato per lasicurezza di queste colleghe e questi colleghi in vista degli importanti aumenti dei supplementi perl’acquisto di biglietti in treno, annunciati per il mese di dicembre.

Colpi di diritto

do per perdere il controllo eaggredire il nostro Reto, ilquale è comunque riuscito aprendere nota delle genera-lità e del numero dell’abbo-namento dell’energumeno,nonché del nome e dell’indi-rizzo di un testimone.

In seguito, ha però dovu-to interrompere il lavoro e re-carsi dal medico, che fortu-natamente non gli ha riscon-trato lesioni tanto gravi da ri-chiedere ulteriori assenze dallavoro. Circa un mese dopo,Reto, rispettivamente le FFS,hanno sporto denuncia perl’accaduto.

Contrattacco dell’aggressore

In gennaio, Reto ha peròavuto la sorpresa di vedersi

recapitare un mandato dicomparizione per la stesuradi un verbale d’interrogato-rio da parte della polizia, inquanto un cliente avevasporto denuncia nei suoiconfronti per vie di fatto.Reto ha quindi contattato laprotezione giuridica del SEVper avere sostegno.

Il SEV ha accolto la ri-chiesta, affidando l’assisten-za di Reto ad un suo legaledi fiducia, il quale ha subitoincontrato Reto, dandogliprecise istruzioni sul comecomportarsi durante l’inter-rogatorio di polizia.

Quest’ultimo si è svoltoin febbraio, senza particola-ri problemi, grazie anche al-la meticolosa preparazione.

Ritorsione mancataLa palla è quindi passata alprocuratore, che nel corso delmese di marzo ha svolto unconfronto fra le parti, a segui-to del quale il cliente ha riti-rato la denuncia nei confron-ti di Reto.

In maggio è quindi segui-ta la decisione di abbandonodella procedura, che perònon è stata accompagnatadal riconoscimento di unindennizzo al nostro collega,ingiustamente accusato. Icosti di consulenza e di assi-stenza da parte del legale,dell’ordine di circa 1000 fran-chi, hanno dovuto quindi es-sere assunti da parte del SEV,che ha comunque ricevutol’attestazione di gratitudineda parte del collega: «Il sinda-cato mi ha fornito il sostegnoche mi sarei aspettato di rice-vere dal servizio giuridicodelle FFS. Grazie!» SEV

Fino al 26 agostocompreso, il segre-tariato regionaleSEV di Bellinzona èaperto tutti i pome-riggi dal lunedì algiovedì. Il venerdìrimane chiuso tuttoil giorno.

SEGRETARIATOSEVBELLINZONA:GLI ORARIDELL’ESTATE

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SERVIZIO ......

13contatto.sevN. 15/1618.8.2011

Dieci anni (il prossimo 7 ottobre) di guerra, tanti quanti portarono alla distru-zione della mitica città di Troia. Ma la guerra in Afghanistan durerà più alungo e alla sua fine a esultare per la vittoria non saranno di certo le trupped’invasione. Se ne andranno come, nel corso dei secoli, era successo a tantealtre, da quelle di Alessandro Magno, attorno al 310 a. c. a quelle sovietiche,rimaste a Kabul dal gennaio del 1980 al febbraio del 1989.Dieci anni di guerra che, a sentire le cronache televisive e a scorrere i resocontidelle agenzie, sembrerebbero essere passati lasciando inalterati i termini delconfronto armato. Gli uomini che si oppongono alle truppe della coalizionecoordinate dai comandi americano e della NATO, sono invariabilmente quali-ficati come «terroristi», anche quando combattono sul terreno aperto. I «terro-risti», va da sé, non attaccano, ma compiono «attentati». Una bomba che fasaltare in aria un carro armato e ne uccide qualche occupante non è dunqueun’azione di guerra, ma un atto terroristico. Al contrario di un razzo sparatoda un elicottero contro un «covo di ribelli», considerato a tutti gli effetti unobiettivo militare, come se un carro armato non lo fosse. Quando invece i raidaerei colpiscono civili innocenti, si è davanti a un tragico errore e se fra le vitti-me ci sono bambini, come quasi sempre accade, allora i comandi NATO si di-cono costernati e annunciano severe inchieste. Così i rastrellamenti effettuatidalle truppe dell’ISAF sono tesi a «liberare» il territorio dalla presenza dei «ri-belli». I quali, guarda caso, sono nati in quel territorio, ne parlano la lingua,ne seguono usi e costumi. Insomma, sono a casa loro.Così la guerra va avanti, giorno dopo giorno. Da noi torna ad essere di attuali-tà quando a perdere la vita sono soldati occidentali, specie se si è davanti a unnumero elevato di vittime, come in occasione dell’abbattimento, giorni orsono, di un elicottero statunitense, con la morte di 38 soldati, 30 dei qualinord-americani.Una guerra d’occupazione, senza futuro, come ci ricordano le parole d’una vit-tima del conflitto, il caporal maggiore italiano Martino Miotto, ucciso il 31 di-cembre scorso, apparse sul «Gazzettino veneto» poco prima della sua scom-parsa.«… questi popoli hanno saputo conservare le loro radici, dopo che i migliorieserciti, le più grosse armate hanno marciato sulle loro case: invano. L’essenzadel popolo afghano è viva, le loro tradizioni si ripetono immutate, possiamo ri-tenerle sbagliate, arcaiche, ma da migliaia di anni sono rimaste immutate.Gente che nasce, vive e muore per amore delle proprie radici, della propria terrae di essa si nutre. Allora riesci a capire che questo strano popolo, dalle usanzea volte anche stravaganti, ha qualcosa da insegnare anche a noi…»Ma il conflitto non è più lo stesso. L’alleanza occidentale ha rinunciato alla«vittoria» sul terreno e combatte lo stretto necessario per supportare i negoziatiaperti con i talebani. Quest’ultimi sarebbero pronti a fare ponti d’oro al nemi-co in fuga, ma devono prima trovare l’intesa con Karzai per la spartizione del-le spoglie.

DENTRO LA CRONACADI GADDO MELANI

Sconfitta annunciata

arch

ivio

IN RICORDO DI FRANCO TOTTIIl collega Franco Tottinon è più tra noi. Ilmale implacabile cheha combattuto contutte le sue forze allafine lo ha sconfitto. Anoi rimarranno la «suaarte istintiva», le suevignette, o schizzicome amava chia-marle, a volte graf-fianti, a volte bonarie,spesso ammirate sul«Ferroviere», accantoalle stupende poesiedell’indimenticatoGiovanni Selle. Uniti alsuo solare sorriso e aquello sguardo argutoe penetrante, indele-bili permarranno nellenostre menti.Ciao Franco e grazie.

(Qui la vignettapubblicata nel 1991, inoccasione dei 60 annidell’allora redattoredel «Ferroviere»Franco Robbiani,scomparso pochimesi dopo, 20 annifa.)

Porgiamo sentite condoglianze al nostro collega Alberto Cesaretti,colpito negli affetti familiari per la perdita del padreGiorgio. Sezione LPV Ticino

Presentiamo le nostre sincere condoglianze al collega Massimo Campo-novo, in lutto per il decesso della madre.

Partecipiamo commossi al lutto che ha colpito il nostro collega CristianoGellio, per la prematura scomparsa della moglie Gabriella ed esprimiamoil nostro cordoglio ai familiari. Sezione SBV Ticino

CONDOGLIANZE

IMPRESSUMcontatto.sev è il giornale del sindacato del personale dei trasporti SEV. Pubblicazione quindicinale.

Editore: SEV, www.sev-online.ch

Redazione: Peter Moor (caporedattore), Peter Anliker, Alberto Cherubini, Anita Engimann, BeatriceFankhauser, Markus Fischer, Françoise Gehring, Pietro Gianolli, Patrizia Pellandini Minotti, Hélène Koch,Henriette Schaffter

Indirizzo della redazione: contatto.sev, casella postale, 6501 Bellinzona; [email protected],tel. 091 825 01 15, fax 091 826 19 45

Abbonamenti e cambiamenti di indirizzo: SEV, divisione amministrativa, casella postale, 3000 Berna 6,[email protected], tel. 031 357 57 57, fax 031 357 57 58, abbonamento annuale per i non affiliati: CHF 40.–

Pubblicità: Zürichsee Werbe AG, Seestr. 86, 8712 Stäfa, tel. 044 928 56 11, fax 044 928 56 00,www.zs-werbeag.ch, [email protected]

Prestampa: AZ Medien, Aarau, www.azmedien.ch

Stampa: Mittelland Zeitungsdruck AG, SOL PRINT, Subingen; www.solprint.ch (azienda del gruppo AZMedien AG)

Prossima edizione il 1º settembre. Termine di chiusuraredazionale: giovedì 25 agosto alle 10.00.

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14 AGENDAcontatto.sevN. 15/1618.8.2011

Gita autunnale del 13 settembre – ANNULLATAComunichiamo inoltre che la gita autunnale del 13 settembre non avrà luogo causa difficoltà organizza-tive. Vi attendiamo però numerosi alle castagnate di Vacallo e di Biasca. Il Comitato

■ PV Ticino e Moesano – ferrovieri pensionati

COMUNICAZIONE GITE «Errata corrige» della cronaca«Vacanze estive a Torre Pedrera»

La coppia finalista della gara di bocce eraformata da Pina Fontana e Mario Bianchi e nonda Massimo Minini, come erroneamente scritto.

In compenso ecco una foto-ricordo della gita aBellaria a bordo del traballante ma romanticotrenino che collega le due località.

Corso di formazione SEV:«Comunicare, reclutare e organizzarein una sezione o gruppo»

Contenuti:– comunicazione: come parlare con i possibili nuovi membri e essere all’ascolto– organizzare i membri nella sezione e mantenere vivo l’interesse– riorganizzare ed effettuare delle azioni– il ruolo della comunicazione– scambi di idee e nuovi impulsi per il lavoro sezionale

A profitto dei partecipanti:Conoscenza degli strumenti di lavoro per condurreuna sezione in modo dinamico o per riattivarla.Conoscere gli strumenti di lavoro per reclutare edorganizzare.

Come comunicare in maniera convincente, sempliceed efficace.Come leggere tra le righe e smascherare formuledi comunicazione per non dire niente o eludere altriproblemi.Partecipanti: Presidenti sezionali, membridi comitato e fiduciariRelatori:Angelo Stroppini, segretario sindacale SEVGehring Françoise, giornalista e segretaria sindacaleSEVSergio Savoia, giornalista e politico cantonale

Data e luogo: Mercoledì 28 settembre 2011,presso la Casa del Popolo a BellinzonaCosti: membri SEV gratuito, non membri 600franchiIscrizione: segretariato SEV Bellinzona, telefono091 825 01 15, mail: [email protected]

PROGRAMMA DI FORMAZIONE

La sezione invita tutti ipensionati di elvetino, ditutte le aziende di ristora-zione ferroviarie e dei tre-ni notturni, nonché i loroconiugi, a partecipare allagita annuale.

Partenza con il battelloda Thun in direzione In-terlaken, da qui si pro-segue con la ferrovia delBrünig per Lucerna. Pran-zo in comune sul battello.

La sezione parteciperàalle spese. Stiamo comun-que cercando altri spon-sor.

Il programma dettaglia-to verrà spedito per posta.Iscrizione obbligatoria!

Maggiori informazionipresso:

Calogero F. Noto, presi-dente sezionale, [email protected], tele-fono 079 461 05 37.

Passeggiata pensionati 30 agosto

■ VPT Servizi ferroviari

La giornata, organizzata dallanostra sezione, si terrà pressoil campetto dell’ala maternaa Rovio a partire dalle 10.30,con il seguente programma:10.30: ritrovo con aperitivo12.00: grigliata mista concontorno13.30: breve intervento daparte dei principali ospiti in-vitati.

La partecipazione è aperta

a tutti i membri SEV RPVTicino con le loro rispettivefamiglie.

Per ovvi motivi organizza-tivi è d’obbligo confermare lapresenza entro e non oltredomenica 10 settembre 2011ad uno dei seguenti numeri:

076 567 40 07, Yuri de Biasi079 542 55 49, GiuseppeLupica

GIORNATA DEL MANOVRISTA18 settembre, Rovio, ore 10.30

■ RPV Ticino

GIORNATA DEGLI IMMIGRATI

Sabato 19 novembre a OltenLa giornata avrà luogo all’hotel Olten, dalle ore 09.00 alle17.00 e avrà quale tema l’integrazione nella morsa tranaturalizzazione ed espulsione.Il modulo di annuncio segue sul prossimo numero dicontatto.sev. Sono invitati immigrate, immigrati esimpatizzanti (anche non affiliati al SEV).Per maggiori informazioni: www.sev-online.ch

La salute delle donne neiposti di lavoro!

Venerdì 25 novembre 2011, Hotel Bern a BernaInformazioni e iscrizione entro il 1º novembre per posta, fax o mail

a: SEV, Jris Piazzoli, Steinerstrasse 35, 3000 Berna 6,

fax 031 357 57 58, e-mail: [email protected].

Sul prossimo numero maggiori dettagli!

CORSO DI FORMAZIONE PER LE DONNE SEV

Il 21 giugno si è riunita nuo-vamente la commissionecentrale ZPV dopo l’AD delloscorso 23 maggio. AndreasMenet, presidente centrale, sié congratulato con il nostrocollega Pascal Fiscalini perl’ottima riuscita dell’assem-blea dei delegati. Andreas haanche apprezzato la parteci-pazione attiva dei delegatialle discussioni.

Thomas Walther è statoufficialmente salutato nellacommissione centrale nellasua qualità di rappresentanteCope del personale treno. Ilnuovo rappresentante regio-nale est, Robert Eisenringnon ha invece potuto pre-

senziare alla seduta per moti-vi professionali.

La ZPV fa un grosso sforzoper reclutare il suo membronumero 2000. Colui che lorecluterà come pure lo stessomembro numero 2000 sa-ranno entrambi premiati conun omaggio.

Per l’annuale azione estivala commissione centrale pre-vede quest’anno delle botti-glie per l’acqua per i proprimembri. Esse saranno distri-buite dai presidenti sezionalinegli appositi spazi creati perquesto scopo.

Il nuovo sistema salarialefa sempre e ancora molto di-scutere. Andreas Menet pre-

para in merito una Info ZPV.Dopo difficili trattative è sta-to raggiunto un risultato po-sitivo per quanto concerne lestrutture team. Sarà ora possi-bile formare anche team da24 con cambiamento dei tur-ni ogni 6 mesi.

Il 22 giugno si è svolto aNeuchâtel il Workshop «In-tegration Romandie» sotto ladirezione di Andreas Menet.

Michel Zollinger, presi-dente sezionale traffico regio-nale est, lascerà per motiviprivati la commissione cen-trale i cui membri hannopreso congedo da lui.

La ZPV cerca il suo duemillesimo membro

■ ZPV

www.sev-online.ch

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TEMPO LIBERO ......

15contatto.sevN. 15/1618.8.2011

Il commercio è sempre alla ricerca di nuovi sistemi per massi-mizzare i profitti e chi ha una buona idea che consenta di au-mentare le vendite, di attirare gli avventori e di risparmiare suicosti, inevitabilmente si arricchisce. A Utica (nello stato di NewYork, USA) un commerciante di 27 anni cominciò a (s)vendereogni articolo del suo negozio a 5 centesimi di dollaro. Ognunopoteva scegliere ciò che voleva tra la merce in esposizione. Fu unfiasco: il pubblico diffidente girava alla larga, ritenendo che quel-lo che costava così poco dovesse valere altrettanto poco. Il giova-ne commerciante però non si arrese e aprì un altro negozio aLancaster (Pennsylvania) in cui offriva tutta la sua merce a 10centesimi. Fu un successone. Quando Frank Winfield Wool-worth morì, nel 1919, lasciò un patrimonio personale di qualco-sa come 27 milioni di dollari! Nel 1912 la sua ditta possedevanegli USA quasi 600 di questi negozi a prezzo unico; ma allametà del secolo il loro numero sarebbe salito a ben 2000, con unvolume d’affari di oltre mezzo miliardo di dollari. Nel XVIII se-colo in Francia venivano ancora inflitte pene ai dettaglianti chedistribuivano volantini coi quali offrivano la loro mercanzia «aprezzo fisso»: era ritenuto contrario all’etica dei commercianti enon era pertanto tollerato dalla loro corporazione. Il prezzo fisso,infatti, era accusato di togliere ogni fascino alle compere, alloabilissimo gioco di adulazioni, di lamentele, di richieste fra ne-goziante e acquirente, che era un po’ l’anima del commerciodell’epoca. Era, dunque, considerato perlomeno «poco galante»rifiutare a priori ogni discussione sul prezzo. Ma un commer-ciante francese osò confutare questo dogma. Mentre i negoziantiparigini maggioravano il prezzo di costo del 40%, lui si accon-tentò della metà. Il suo calcolo era semplicissimo: se con un fortevolume d’affari poteva ridurre le spese generali del 15%, gli sa-rebbe pur sempre rimasto un guadagno netto del 5%; così avreb-be potuto vendere a prezzi inferiori del 20% rispetto alla concor-renza. Quell’uomo aveva fatto bene i suoi calcoli e la sua idea fuun successo strepitoso. Nel 1852 Aristide Boucicaut aprì nel cuo-re di Parigi il primo emporio «Bon Marché»: prezzi fissi, nientecontrattazioni; la merce era provvista di cartellini con i prezzi be-ne in vista: prendere o lasciare! «Le chiacchiere non servono aniente e, anzi, sono controproducenti» – diceva Boucicaut –«Quando una cliente, dopo aver abilmente mercanteggiato colcommesso, è riuscita a ottenere a prezzo veramente più basso unbellissimo tessuto, esce sì soddisfatta dal negozio. Poi però la vo-ce si sparge e arriva subito indignata l’amica o la vicina che re-clama lo stesso sconto. Ed ecco che bisogna perdere ore ed ore amercanteggiare anche con loro. Così non va. Anche il tempo èdenaro …». Boucicaut, insomma, pescò la clientela con l’amodel prezzo basso e del prezzo fisso. Non bisognava sprecare trop-pe parole. «Entrino, Signori, entrino!». Nessun obbligo d’acqui-sto; ciascuno poteva esaminare tranquillamente la merce e iprezzi, senza essere infastidito da commessi troppo appiccicosi.«Scegliete, prendete, pagate! Se vi pentite dell’acquisto, se sieteinsoddisfatti della merce o se l’avete vista altrove ad un prezzoinferiore, tornate pure da noi e ve la cambieremo!» Da principionon mancarono le ironie da parte degli altri commercianti; poivennero le proteste e infine in molti si decisero a imitarlo. DicevaBoucicaut: «Tutti quelli che pagano hanno diritto allo stessoidentico trattamento. È la massa che conta e la clientela è fattasoprattutto di migliaia e migliaia di persone semplici, che spen-dono insieme più di pochi esigenti ricconi. Quando Boucicautmorì, nel 1877, i suoi negozi erano i più grandi al mondo, conquasi duemila dipendenti. «Bon Marché» divenne così il model-lo dei grandi magazzini moderni e vi presero spunto persino icommercianti americani.

A SPROPOSITO DI …DI ROBERTO DE ROBERTIS

SAPER VENDERE

Georges Debons, 61 anni, èstato un pilastro della sotto-federazione APV. Ha presie-duto per molti anni la sezio-ne APV-RPV Sempione. Inseguito alla fusione della suasottofederazione, è diventatomembro della sezione TS Ro-mandia sud-ovest. Presso leFFS, ha lavorato per Handi-cap Service; aiuta i clienti conmobilità limitata a salire escendere dai treni tra Leuk eAigle. «Vale davvero la penafare una passeggiata lungo il«bisse». Perché è un’esperien-za spettacolare. L’associazio-ne per la salvaguardia delTorrent-Neuf e il comune diSavièse svolgono un immen-so lavoro per ripristinare que-sto canale costruito nel XVsecolo.»

Sezioni sul fianco della roccia

Georges Debons si ricordache da bambino andava agiocare lungo il «bisse». «Congli amici ci divertivamo a so-

spenderci nel vuoto.» Brrr,un brivido scorre lungo lanostra schiena. Alcune sezio-ni del canale sono sul fiancodella roccia. Spettacolare! Per-sone sensibili o sofferenti divertigini, meglio astenersi.Ma il nostro collega è rassicu-rante. «Ora tutto il percorsoè perfettamente sicuro. Nonc’è davvero nessun pericolo.»

Facile passeggiata

Per andare sulle alture di Sa-vièse con i mezzi pubblici,occorre utilizzare l’autoposta-le sulla piazza della stazionedi Sion, verso Mayens-de-la-Dzour. Dopo circa 40 minuti,scendere alla fermata dei Bi-niis. Il luogo offre una bellavista panoramica sulla valledel Rodano. C’è anche unristorante-chalet che propo-ne specialità del Vallese.

Dai Biniis dopo mezz’oradi cammino si raggiunge,lungo un percorso segnalato,il rifugio dei Vouasseurs,punto di partenza per effet-tuare il viaggio di andata eritorno lungo il «bisse»Torrent-Neuf. «Ci voglionodue ore per l’andata e il ritor-no», precisa Georges Debons.Lungo la strada, attraversia-mo delle passerelle sospesenel vuoto ad un’altezza di40–60 metri. Tornati al rifu-gio dei Vouasseurs, per chivuole ancora camminare, èpossibile costeggiare il canalefino a Prafirmin; il giro dura

un’ora. Qui nessuna passerel-la mozzafiato, il paesaggio èpiù morbido. Vicino alla «bu-vette» dei Vouasseurs, la cap-pella alpina di Santa Marghe-rita merita uno sguardo.

Il tratto più spettacolarelungo le pareti rocciose è ar-ricchito di pannelli che rac-

contano la storia del «bisse»di Savièse, canale artificialecostruito per l’irrigazione deivigneti e dei campi. Ciò checolpisce i visitatori è il corag-gio degli uomini che costrui-rono il canale lungo le rocce.

L’associazione per la salva-guardia del Torrent-Neuf halavorato dal 2005 per ripristi-nare il «bisse» rendendolo ac-cessibile. La trasferta regalauna montagna… di meravi-glie.

Informazioni:www.torrent-neuf.ch

Alberto Cherubini/frg

Originario di Savièse,Georges Debons non pote-va che consigliare ai nostrilettori una passeggiata lun-go lo spettacolare «bisse»(canale artificiale d’irriga-zione) di Savièse, chiamatoanche «bisse du Torrent-Neuf».

Brividi lungo il «bisse» di Savièse

Georges Debons ci conduce sulle alture di Sion

ORARI PESANTI NEI TRASPORTI PUBBLICI ....SECONDO PELLET

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16 RITRATTOcontatto.sevN. 15/1618.8.2011

Hansjürg Oesch è una perso-na che ha saputo cambiarerotta. Il suo percorso profes-sionale inizia con un appren-distato di cuoco. Un soggior-no linguistico di tre mesi aParigi all’inizio del 1979, ri-sveglia in lui l’amore per laVille Lumière e la Francia. Lasua attrazione per il TGV, cherisale al 1976, rappresenta unulteriore collegamento conquesto paese. Hansjürg ha sa-puto in seguito unire questedue passioni, diventandoagente del treno presso leFFS. Scelta davvero legata allapassione – dal momento cheè cresciuto nel canton Turgo-via, lontano dalle linee ferro-viarie – che il primo aprile del1979 lo porta a fare ufficial-mente parte della grandefamiglia dei ferrovieri.

Una passione per il video

Hansjürg lavora in diversi de-positi e partecipa anche auno scambio nella Svizzeraromanda, dove a Losanna la-vora per 15 mesi. Poi eccoche una terza passione fa ca-polino e conquista la sua vi-ta: il video. Gira il suo primofilm a Losanna con una vi-deocamera presa in prestitodal fratello. E non lo fa senzapensare, così per gioco, macon un concetto ben defi-nito.

Da dilettantea professionista

Nel 1982, nelle sue vesti diagente del treno, HansjürgOesch si trasferisce aRomanshorn, dove vive tut-tora. Continua a lavorare suitreni ma, come ama dire luistesso, con «contratto specia-le». Il suo grado di occupa-zione è al 90% e all’internodi questa percentuale assumedei mandati per la comuni-cazione delle FFS fino ad unmassimo del 30%. Il suo da-tore di sa che può trarre be-neficio dal suo talento. EHansjürg Oesch sa di averespiccate competenze sia co-

me ferroviere, sia come regi-sta.

Gli esordi come cineastasono piuttosto modesti. Macon la macchina da presaHansjürg Oesch (come moltialtri) vuole andare oltre i pri-mi passi delle sue figlie. Per10 anni fa parte dell’EFFVAS,l’associazione dei ferrovieri edegli appassionati di foto evideo. Nel 1984 vince per laprima volta un premio peruno dei suoi video. Nel 1986realizza il suo primo manda-to, non per le ferrovie, maper la compagnia di naviga-zione del Lago di Costanza.In seguito premi, riconosci-menti e mandati si moltipli-cano.

Lascia l’EFFVAS quandodiventa professionista; perun’associazione che raggrup-pa degli appassionati non è

infatti divertente vedere che ipremi dei concorsi vengonosempre attribuiti a chi ha piùesperienza e un equipaggia-mento migliore.

Una passione costantenegli anni

In trent’anni di attivitàHansjürg Oesch realizzamolti film spaziando in di-versi campi: dalla presenta-zione di villaggi alle genea-logia, dai film per laformazione delle FFS allaregistrazione di concerti emusical. La lista, insomma,è lunga. Nel frattempo ilsuo equipaggiamento è di-ventato sempre più sofisti-cato, tanto che oggi realizzai suoi lavori in HD. Dopoaver lavorato per la televi-sione locale Sulgen, oggicollabora per diverse emit-

tenti televisive, tra cui laTelevisione della Svizzeratedesca (SF/SSR).

C’è un tema al qualeOesch rimane fedele nel cor-so degli anni: il TGV, di cuisegue tutti gli sviluppi e i pro-gressi. La sua profonda cono-scenza di questo treno gliconsente di realizzare intervi-ste con i piloti che eseguono itest per il TGV oppure con ilmacchinista che detiene il re-cord mondiale di velocità(574,8 km/h). Ha un archiviodi 60 ore di materiale visivo esul tema realizza nel corsodegli anni diversi documen-tari. Potrebbe raccontare unsacco di aneddoti e persinoprodurre un lungometraggio.E poco ci manca. Nel 1997Westrail-International mettea concorso la realizzazione diuna promozione cinemato-grafica per la commercializ-zazione di TGV Thalys TGVin Francia, Belgio, Olanda eGermania. E chi ottiene ilmandato? Oesch, natural-mente!

Sul suo sito personale èattualmente disponibile unnuovo film sul TGV (vedi ri-quadro), in connessione conl’anniversario e l’inaugura-zione del TGV Reno-Rodano.Per i mandati importanti elunghi periodi di riprese,Oesch sacrifica le sue vacan-ze, gli straordinari e i congediottenuti per gli anni di servi-zio. A volte una delle sue fi-glie assume il ruolo di assi-stente, mentre per quantoriguarda la voce del narratorenelle diverse versioni lingui-stiche, fa capo a un lettore/attore professionista.

Sindacalista attivo

Oesch è molto impegnatocome regista, ma rimane atti-vo nell’accompagnamentodei treni. Ciò gli tiene apertediverse porte, perché i ferro-vieri, come è noto, sono traloro solidali al di là dellefrontiere. I suoi partner san-no che è uno di loro. Oeschnon è solo membro dell’«As-sociazione dei conducenti ditreni ad alta velocità», maanche del SEV. Dal 1987 al1993, ha fatto parte del co-mitato ZPV Romanshorn, dicui cinque anni come presi-dente.

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Hansjürg Oesch ha la passione dei video. Ha raggiunto un livello da professionista anche se continua a lavorare alle FFS

Agente del treno e registaI ferrovieri sono noti peressere persone coscien-ziose. Per Hansjürg Oeschvale lo stesso per la suapassione, in cui mette unsacco di energie.

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Hansjürg Oesch ha girato il 26 luglio 2009 un film in un TGV, con Maja Hanselmann ai comandi (macchinista e affi-liata al SEV)...

pan.

... prima di elaborare il suo film nel suo atelier al proprio domicilio (su computer).

Hansjürg Oesch è presenteanche su Internet al seguenteindirizzo:www.bahnfilm.ch/Oesch.

Non solo vende i suoi film, maoffre anche molte informazionisugli argomenti che lo interes-sano, tra cui il TGV. Chi vuolevedere i video di Oesch puòsemplicemente ordinarliattraverso il suo sito. Attual-mente è possibile acquistare ilDVD «30 anni di TGV», cheracconta il TGV, da quello delsud-ovest a quello del Reno-Rodano, passando da storie eaneddoti sull’esercizio. Cinquefilm (82 minuti), in tedesco,francese e inglese. Prezzo: CHF38 più spese di spedizione.

INTERNET