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PRINCIPI DI FILOSOFIA DEL DIRITTO Definizioni e concetti giuridici

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PRINCIPI DI FILOSOFIA DEL

DIRITTO

Definizioni e concetti giuridici

I concetti

Per concetto si intende il significato di un termine,significato che è possibile indicare tramite unadefinizione

Es: Per «vivisezione» si intende un metodo di studio e ricercaconsistente in operazioni di dissezione effettuate su animalivivi.

Un concetto è giuridico quando il terminecorrispondente si trova adoperato in uno dei vari tipi didiscorsi giuridici

Es: l’«insegna» è il segno distintivo del locale nel quale sisvolge l’attività dell’imprenditore.

Le definizioni giuridiche

Sono enunciati tramite i quali si indica il significato

di un’espressione linguistica

L’espressione da definire viene chiamata definiendum

L’espressione che definisce viene chiamata definiens

Es. La «dissezione», è la pratica di sezionamento

di un organismo vivente operata per analizzarne la

struttura interna.

Definizioni nominali e reali

Le definizioni secondo la filosofia analitica vertono

su parole, e si chiamano per questo definizioni

nominali

Molte filosofie non analitiche ritengono invece di

poter fornire nozioni che riguardano direttamente

le cose e ci portano addirittura a conoscere la loro

essenza. Si tratterebbe quindi di definizioni reali

Definizioni lessicali, stipulative e

esplicative

Una definizione è lessicale quando viene formulata perriprodurre (descrivere) un uso linguistico diffuso presso unadata comunità di parlanti.

Es: Per «vivisezione» si intende un metodo di studio e ricercaconsistente in operazioni di dissezione effettuate su animali vivi.

Una definizione è stipulativa quando viene formulata perproporre (prescrivere) un significato più o menoradicalmente innovativo rispetto all’uso corrente.

Es: Per «sperimentazione animale» deve intendersi un metododi studio e ricerca consistente in operazioni di dissezioneeffettuate su animali vivi. (intento di identificare la s.a. con lavivisezione a fini di attacco etico-politico)

Una definizione è esplicativa (o ridefinizione) quando sidistacca solo parzialmente dagli usi linguistici correnti

Criteri di valutazione delle definizioni

Una definizione lessicale può essere valutata in

ragione della sua fedeltà agli usi linguistici che

pretende di riprodurre

Es. di definizione lessicale fedele : La «vivisezione» è

un metodo di studio e ricerca consistente in operazioni

di dissezione effettuate su animali vivi.

Es. di definizione lessicale infedele: La

«sperimentazione animale» è un metodo di studio e

ricerca consistente in operazioni di dissezione

effettuate su animali vivi.

Criteri di valutazione delle definizioni

Una definizione stipulativa può essere valutata in ragione

della sua opportunità agli scopi che si prefigge che la

formula

Es. di definizione stipulativa opportuna in vista dello scopo di

diffondere un atteggiamento politico di avversione alla

sperimentazione animale: La sperimentazione animale è un metodo

di studio e ricerca consistente in operazioni di dissezione effettuate

su animali vivi.

Es. di definizione stipulativa opportuna in vista dello scopo di

incrementare La precisione del discorso: l'accelerazione è una

grandezza vettoriale che rappresenta la variazione della velocità

nell'unità di tempo

Altro esempio:

Definizioni dirette e indirette

Una definizione diretta quando indica una parola o

un’espressione sinonimi del termine da definire.

Es. il testamento è un negozio giuridico unilaterale mortis

causa

Una definizione è indiretta (o contestuale) quando

definisce non il definiendum considerato isolatamente,

bensì un enunciato in cui tale definiendum compare

Es. di definizione indiretta del termine «solubile»: «X è

solubile = se X viene posto in acqua, allora perde il suo

stato solido)

Definizioni esplicite e implicite

Una definizione è esplicita quando è dotata di

una espressa formulazione linguistica.

Una definizione è implicita quando ricava il

significato di un termine dal suo uso nei discorsi.

Ad esempio, si può avere un’idea del concetto di

negozio giuridico leggendo un libro dedicato al

tema, nonostante il fatto che non contenga una

definizione esplicita.

Definizioni legislative

Le definizioni legislative sono determinazioni autoritative(ridefinizioni) del significato di espressioni usate in altredisposizioni di legge.

Es. art. 812, 1° c. del Codice Civile: «Sono beni immobili ilsuolo, le sorgenti e i corsi d'acqua, gli alberi, gli edifici ele altre costruzioni, anche se unite al suolo a scopotransitorio, e in genere tutto ciò che naturalmente oartificialmente è incorporato al suolo.»

Vanno intese come frammenti di norme più ampie.

Sono dirette a circoscrivere la discrezionalitàdell’interprete, ma non la azzerano mai giacché anche glienunciati definitori vanno a loro volta interpretati epossono risultare di significato incerto.

Es: I gazebo sono beni immobili? E le capanne?

Definizioni vere oppure vincolanti?

La verità o la falsità non appartengono alle definizioni ma soloagli enunciati descrittivi eventualmente costruiti con le paroledefinite.

Le definizioni legislative, in particolare, vanno intese comedeterminazioni autoritative e vincolanti del significato di untermine, e dunque come (frammenti di) norme.

Nessun diritto riesce a ridefinire tutti i termini che adopera

Può talora essere difficile per l’interprete stabilire se unenunciato legislativo abbia funzione propriamente definitoria

Es. art. 833 C.C.: «Atti di emulazione - Il proprietario non può fare atti i qualinon abbiano altro scopo che quello di nuocere o recare molestia ad altri».

ART. 832 C.C. «Contenuto del diritto - Il proprietario ha diritto di godere edisporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e conl'osservanza degli obblighi stabiliti dall'ordinamento giuridico».

Definizioni come appannaggio della scienza giuridica: una ideologia chesollecita l’interprete a liberarsi dai vincoli concettuali posti dal legislatore

Concetti giuridici

Per «concetto giuridico» si intende il significato di un termine appartenente allinguaggio giuridico

Nell’uso corrente sono considerati giuridici:

i termini tecnici peculiari del linguaggio giuridico (es. anatocismo, peculato)

i termini appartenenti al linguaggio ordinario ridefiniti dal diritto o dalla giurisprudenza (es.possesso, bene, persona, interesse, danno, furto)

Alcuni teorici sostengono che laddove il diritto o la scienza giuridica nondefiniscano esplicitamente i termini che adoperano, essi vanno intesi secondo illoro significato ordinario (tesi della continuità del linguaggio giuridico rispetto allinguaggio ordinario).

Prescrizione all’interprete di ricorrere ai significati ordinari ogni qual volta manchi unadefinizione esplicita.

Altri teorici sostengono che nel diritto vale una sorta di principio diincorporazione: quando un termine compare una disposizione giuridica essoassume un significato peculiarmente giuridico che può non coincidere col suosignificato ordinario (tesi del diritto come sistema semiotico autonomo eautosufficiente con aperture possibili ma non necessarie rispetto al linguaggioordinario).

Prescrizione di risolvere tutti i problemi interpretativi con le risorse fornite dal sistema edalla scienza giuridica.

Il problema del riferimento dei concetti

giuridici

«Diritto soggettivo», «persona», «negozio giuridico»,

«reato», «interesse», ecc.: a cosa si riferiscono?

Il problema del riferimento dei

concetti giuridici

«Diritto soggettivo», «persona», «negozio giuridico», «reato»,

«interesse», ecc.: a cosa si riferiscono?

Le tesi della mancanza di significato

Karl Olivecrona - i concetti giuridici sono privi di significato (e i relativi

termini sono «parole vuote») ma svolgono una importante funzione

psicologica di suggestione: essi sono in grado di influenzare la gente

poiché questa è abituata a comportarsi come se esistessero davvero entità

quali i diritti soggettivi e i doveri.

Critiche: 1) i discorsi sui diritti funzionano come guida del comportamento

solo per via delle convinzioni erronee e illusorie che la gente nutre circa

l’esistenza di misteriosi poteri; 2) di conseguenza il teorico del diritto per

non compromettere la funzione sociale di queste credenze illusorie

dovrebbe farsi complice di un inganno.

Un esempio: l’omeopatia (i fiori di Bach, la pranoterapia)

come metafora dei concetti giuridici. Svelare l’effetto

placebo.

Il problema del riferimento dei

concetti giuridici

Le tesi riduzioniste: i concetti giuridici sono

comunque riducibili a rappresentazioni di fatti od

oggetti.

I concetti sistematici secondo Alf Ross: i concetti giuridici

non servono a designare alcun fatto, ma solamente a

indicare la connessione tra fattispecie (classi di fatti) e

conseguenze giuridiche (altre classi di fatti).

Un’indicazione abbreviata delle norme, utile per fare discorsi

più brevi.

Il problema del riferimento dei

concetti giuridici Le tesi non riduzioniste: i concetti giuridici hanno un significato peculiare

Herbert Hart - i concetti giuridici andrebbero definiti tramite definizioni indirette: più

che concentrarsi su espressioni come «diritto soggettivo», ci si dovrebbe concentrare

sugli enunciati in cui questa espressione ricorre, ad esempio: «Tizio ha un diritto

soggettivo». Enunciati di questo tipo designerebbero non una situazione di mero fatto,

bensì una situazione di fatto qualificata dal diritto, che vi annetterebbe determinate

conseguenze.

I concetti giuridici come concetti normativi e la loro distinzione rispetto ai concetti

fattuali (Uberto Scarpelli).

I concetti fattuali sono quelli che designano entità, proprietà o relazioni di puro fatto,

individuabili cioè indipendentemente da ogni riferimento a norme (ad esempio «bosco»,

«notte», «frana»)

I concetti normativi sono quelli che designano: 1) fatti attuali o eventuali qualificati in base a

norme (ad es. «negozio giuridico», «proprietà», «persona giuridica»); 2) la relazione esistente

tra norme e comportamenti umani (ad es. «obbligatorio»), accadimenti naturali (es. «rilevante»)

o altre norme, (es. «valido»).

Il significato dei concetti normativi comprende sempre un rimando alle

norme giuridiche che disciplinano dei fatti collegando ad essi

conseguenze giuridiche più o meno complesse in termini di qualificazione

del comportamento umano.

La qualificazione giuridica

È la relazione tra una norma giuridica e la materia (oggetti, fatti, stati di cose,

comportamenti, norme) da essa regolata.

Es. Un foglio che reca alcune particolari scritte può essere qualificato come cambiale; certe

azioni possono essere qualificate come un reato; la pronuncia di altre parole può essere

qualificata come matrimonio ecc.

Le qualificazioni giuridiche dei comportamenti sono dette modalità giuridiche, e

possono essere operate sia alla luce di norme di condotta sia alla luce di norme di

competenza.

Le norme di condotta qualificano comportamenti che non producono norme giuridiche;

Le norme di competenza qualificano comportamenti produttivi di norme giuridiche

generali o individuali.

Importanti qualificazioni di fatti e atti sono quelle di «rilevante» e «irrilevante»

Importanti qualificazioni giuridiche di norme sono quelle di «valido» e «invalido».

Per gli atti giuridici sono importanti anche le qualificazioni di «efficace» e

«inefficace».

Diritto soggettivo

La distinzione tra diritti soggettivi e diritto oggettivo: vengono prima i diritti

soggettivi o il diritto oggettivo?

I diritti naturali sarebbero quelli che gli esseri umani posseggono per

natura, per il solo fatto di essere tali.

I diritti umani sarebbero i diritti volti a soddisfare i bisogni essenziali degli

esseri umani.

Sono proclamati in innumerevoli carte dei diritti, a partire dalla Dichiarazione universale

dei diritti dell’uomo del 1948.

I diritti fondamentali sono quelli riconosciuti nei vari ordinamenti statali da

norme giuridiche di carattere apicale.

Il fondamento ultimo dei diritti e il consenso quasi universale sopra di essi.

Diritto soggettivo

I diritti secondo il giusnaturalismo:

Il concetto di persona umana: esseri umani dotati di diritti.

Meta-etica oggettivista. Etica oggettiva imperniata sul

concetto di diritto soggettivo;

diritto oggettivo che per essere davvero tale per

incorporare i diritti soggettivi preesistenti.

L’eccedenza deontologica dei diritti (concezione sintetica del

diritto soggettivo):

I diritti soggettivi giuridici sono entità dotati di capacità espansiva

in quanto dalle disposizioni giuridiche che li ascrivono è possibile

ricavare innumerevoli posizioni giuridiche di vantaggio per gli

individui.

Diritto soggettivo

I diritti secondo il giuspositivismo:

Tesi meta-etica del non-oggettivismo

Separazione tra diritto e morale: la descrizione del diritto deve essere

indipendente dalla sua valutazione e deve lasciare impregiudicata la

questione dell’obbedienza al diritto.

Kelsen: quali diritti abbiamo è questione che dipende interamente dal

diritto oggettivo, e sono diritti soggettivi tutti e solo quelli che il diritto

oggettivo considera come tali.

Un’eccezione: il positivismo giuridico di matrice utilitarista è

tendenzialmente ostile all’idea dei diritti soggettivi individuali naturali,

ma propugna un’etica oggettivista.

I diritti soggettivi hanno contenuto predeterminato e circoscrivibile (la

concezione analitica del diritto soggettivo):

I diritti soggettivi hanno contenuti giuridici finiti e circoscrivibili.

Hohfeld e i quattro sensi di «diritto

soggettivo»

L’espressione «diritto soggettivo» viene adoperata per

designare almeno quattro tipi di situazioni soggettive tra loro

differenti:

1. Pretese, ossia posizioni soggettive giuridiche di vantaggio correlate a

obblighi (ad esempio il diritto di credito);

2. Permessi (o libertà, o privilegi), ossia posizioni giuridiche soggettive

correlate alla mancanza di pretese altrui (ad esempio la libertà di

passeggiare per strada);

3. Competenze (o poteri), ossia capacità attribuite dal diritto di alterare

la situazione giuridica di un’altra persona (ad esempio il potere di

stipulare contratti);

4. Immunità, ossia non assoggettabilità al mutamento della propria

situazione giuridica per iniziativa unilaterale altrui.

Le modalità giuridiche

Sono chiamate «modalità giuridiche» le qualificazioni

normative di base della condotta umana operate dal diritto.

La tavola delle modalità giuridiche basata sul concetto di

obbligo

Obbligo di A→B (C) Pretesa di B→A (C)

Permesso di A→B (non-C) Non-pretesa di B→A (C)

Le modalità giuridiche

Tavola delle modalità giuridiche secondo le norme di

competenza

Soggezione di A→B (C) Competenza di B→A (C)

Immunità di A→B (C) Incapacità di B→A (C)

I diritti come agglomerati di

modalità giuridiche

Vengono dunque chiamati «diritti soggettivi»:

Singole modalità giuridiche intese dal lato attivo, oppure…

Agglomerati complessi di diverse modalità giuridiche, di cui non sempre

è facile stabilire quali siano le componenti elementari

Ad esempio, il diritto di proprietà comprende pretese, permessi, poteri e

immunità

Questo vale in particolar modo per i diritti fondamentali, la cui

determinazione è compiuta dal legislatore e dalla

giurisprudenza.

La controindicazione dell’approccio sintetico ai diritti: se ogni situazione

giuridica di vantaggio per qualcuno ha come contropartita una

situazione di svantaggio per qualcun altro, moltiplicare i diritti non è

sempre una buona cosa.