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AGENZIA DI MAZARA Via Marsala, 185/B Tel/Fax 0923-931932 [email protected] Poste Italiane Spa – Sped. Abb. Post. – Art. 2 com. 20/C Legge 662/96 DCB Sicilia 2003 - Reg. Tribunale Marsala n. 140/7 – 2003 - Distribuzione gratuita Quindicinale di informazione della Diocesi di Mazara del Vallo Anno VIII - n° 17 - 15 Ottobre 2010 24 ottobre 2010 83 a Giornata missionaria mondiale Il messaggio del Vescovo Editoriale SENZA SCUSE E ATTEGGIAMENTI IMMATURI Mai stanchi per operare il bene D omenica 24 ottobre si cele- bra la 83 a Giornata missio- naria mondiale, il tema scelto è “La costruzione della comunio- ne ecclesiale è la chiave della missione”. Questa giornata come pure tut- to il mese di ottobre offre alle comunità diocesane e parroc- chiali, agli istituti di vita consa- crata, ai movimenti ecclesiali, all’intero popolo di Dio, l’occa- sione per rinnovare l’impegno di annunciare il Vangelo e dare alle attività pastorali un più am- pio respiro missionario. Tale annuale appuntamento ci invita a vivere intensamente i percorsi liturgici e catechetici, caritati- vi e culturali, mediante i qua- li Gesù Cristo ci convoca alla mensa della sua Parola e del- l’Eucaristia per gustare il dono della sua presenza, formarci alla sua scuola e vivere sempre più consapevolmente uniti a Lui, Maestro e Signore. Egli stesso ci dice “chi ama me sarà amato dal Padre mio e an- ch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Gv 14,21). Solo a partire da questo incontro con l’amore di Dio che cambia l’esistenza possiamo vivere in comunione con Lui e tra noi, e offrire ai fra- telli una testimonianza credibile rendendo ragione della speran- za che è in noi (1 Pt 3,15). Desidero riaffermare quanto ho già detto durante la pre- sentazione del Piano Pastorale 2010-2011 “gli strumenti e le in- dicazioni li abbiamo, facciamo in modo che non restino lettera morta o parola consegnata alla storia”. L a visita pastorale di Benedetto XVI a Pa- lermo porterà sicuramente molto “frut- to”. Un incontro veramente significativo e ricco di indicazioni quello del Papa con le Chiese di Sicilia. Si attendevano dal Succes- sore di Pietro parole di incoraggiamento e di speranza che non sono mancate, anzi sono state più che appropriate e indirizzate al cuore dei siciliani. Con la chiarezza che gli è conna- turale il Papa ha detto: “Sono qui per darvi un forte incoraggiamento a non aver paura di te- stimoniare con chiarezza i valori umani e cri- stiani, così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione. (…) Non abbiate timore di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della so- cietà, nelle molteplici situazioni dell’esistenza umana, soprattutto in quelle difficili! La fede vi dona la forza di Dio per essere sempre fidu- ciosi e coraggiosi, per andare avanti con nuova decisione, per prendere le iniziative necessarie a dare un volto sempre più bello alla vostra terra”. Come intendere e vivere la fede oggi è stata la prima indicazione che Benedetto XVI ha volu- to offrire ai cattolici dell’Isola che sono accorsi numerosi all’appuntamento ecclesiale, supe- rando ogni ottimistica previsione. La fede – ha ricordato – è “fidarci di Cristo, accoglierlo, lasciare che ci trasformi, seguirlo fino in fon- do” in ogni realtà. “Siamo servi di Dio – ha ag- giunto nella sua omelia – non siamo creditori nei suoi confronti, ma siamo sempre debitori, perché dobbiamo a Lui tutto, perché tutto è suo dono. (…) Se faremo ogni giorno la volon- tà di Dio, con umiltà, senza pretendere nulla da Lui, sarà Gesù stesso a servirci, ad aiutarci, ad incoraggiarci, a donarci forza e serenità”. Una grande “sintonia” si è vissuta a Paler- mo tra il Papa e il popolo siciliano. Carichi di profonda emotività e riconoscenza sono stati i momenti in cui Benedetto XVI ha menzio- nato i diversi “modelli siciliani” di santità e d’impegno civile e solidale: dalle sante Agata, Lucia e Rosalia, a sant’Annibale Maria di Fran- cia, dai beati Giacomo Cusmano e Francesco Spoto, al più volte ricordato don Giuseppe Puglisi – “eroico esempio” da imitare, come ha affermato il Papa nell’incontro con i sacer- doti in cattedrale – dalla beata Pina Suriano, alle venerabili Maria Carmelina Leone e Maria Magro, ai servi di Dio Rosario Livatino, Mario Giuseppe Restivo. “Spesso la loro azione non fa notizia – ha detto ai giovani il Papa – per- ché il male fa più rumore, ma sono la forza, il futuro della Sicilia!”. Queste splendide figure vanno certamente “riscoperte” da noi sicilia- ni e la loro testimonianza va “tradotta” nelle vicende con- temporanee. Nel discorso ai giovani e alle famiglie Benedetto XVI ha ribadito la condanna della mafia: “Non abbiate paura di contrastare il male! Insieme, sarete come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutto, di por- tare vita e di rinnovare in modo profondo la vostra terra! Non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompati- bile con il Vangelo”. Un lungo applauso – il più lungo e intenso tributato alle parole del Ponte- fice – è stato la risposta convinta delle migliaia di persone presenti. Indimenticabile poi è stato l’ultimo gesto com- piuto dal Santo Padre nel punto dove il 23 maggio 1992 avvenne il tragico attentato di Capaci. Sceso dalla macchina ha deposto un mazzo di fiori presso una delle stele erette in ricordo delle vittime e si è soffermato per un momento di preghiera. Ricordare Giovanni Falcone e tutti i caduti a causa della violenza mafiosa è stato un luminoso coronamento del- la visita. I cattolici e le persone di buona volon- tà che vivono in Sicilia non possono facilmente dimenticare gli insegnamenti chiari e colmi di speranza che il Successore di Pietro ha dona- to. Le comunità cristiane siciliane devono es- sere grate al Signore per la presenza semplice, sicura e amabile, di Benedetto XVI e devono riprendere insieme con fe- deltà e creatività i “compiti” esaltanti che a loro sono sta- ti affidati: rendere più bello il volto dell’Isola e che nella Chiesa “nessuno sia emargi- nato o bisognoso, ma ciascu- no, specialmente i più piccoli e deboli, si senta accolto e va- lorizzato”. don Francesco Fiorino Grazie, Benedetto XVI Sei la guida sicura della Chiesa VEGLIA MISSIONARIA DIOCESANA Venerdì 22 ottobre ore 21,00 Parrocchia Santa Gemma Galgani Via Castelvetrano, 80 - Mazara del Vallo È necessario che tutti ci convin- ciamo che occorre dare un rinno- vato impulso di missionarietà alla nostra vita, uscendo dal contesto rassicurante delle nostre chiese e degli ambienti circostanti per incarnare il nostro cristianesimo nel quotidiano attraverso la testi- monianza intesa come forma del “si” detto a Dio e ai fratelli. La Chiesa ci invita ad imparare dalla Vergine Maria a contempla- re il progetto dell’amore del Padre sull’umanità, per amarla come Lui la ama. Mons. Domenico Mogavero IL PAPA IN SICILIA La preghiera a Capaci N ella colletta (la preghiera iniziale che raccoglie - da colligere = raccogliere - in un’unica espressione sintetica tutte le intenzioni dei fedeli e le presenta a Dio) della liturgia eucaristica di domenica scor- sa si affermava: “Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia, Signore, perché, sorretti dal tuo paterno aiuto, non ci stanchiamo mai di operare il bene”. Il rischio che oggi corria- mo tutti è proprio quello di farci prendere dalla “stanchezza”. Quando si è stanchi non si è più disposti a far nulla. La stanchezza infatti è stata descritta come una specie di “appetito negativo” per l’attività. Potrem- mo aggiungere che di solito l’appetito ne- gativo è più marcato per il tipo specifico di attività che ha provocato la stanchezza. Vi sono tre forme che spesso interagiscono tra loro. La stanchezza fisica, spirituale e morale. La stanchezza che in primo luogo influisce nella nostra vita è la stanchezza fi- sica. Normalmente sottovalutiamo quanto lo stress fisico e mentale possano influire sulle nostre scelte. A volte si è solo stan- chi fisicamente, per ore di sonno perse o per impegni di lavoro, o per determinate preoccupazioni che si portano dentro e non si riesce più ad avere un buon dialogo con nessuno. Ci esponiamo così al lasciarci prendere dallo scoraggiamento, ritirandoci nel nostro “guscio di isolamento” e di sner- vamento. Imparare a riconoscere quando la stanchezza fisica determina momenti di difficoltà è importante per non abban- donarci ad una vita “vuota” di amore e di disinteresse per il bene delle persone. La stanchezza spirituale è quella che prende quando, nonostante tutti gli sforzi, ci sem- bra che non si arrivi a niente. Sono quei momenti in cui non siamo più in grado di guardare lontano, alla “bellezza” di ciò che siamo e di quello che abbiamo ricevuto. Alla stanchezza spirituale è legata allora la perdita di senso di ciò che facciamo, la sensazione di vuoto interiore, di inutilità e Dio ci sembra solo una presenza lontana, staccata dalla nostra esistenza che si trasci- na senza entusiasmo. Anche la comunione ecclesiale ci appare qualcosa di estraneo: si comincia a disertare gli incontri comu- nitari, ci si rinchiude nel proprio “orticel- lo” parrocchiale, associativo o del proprio “ruolo” e quel che conta è solamente quel- lo che si porta avanti con le proprie mani e con la propria “testa”. Gli altri diventano quasi esclusivamente un “peso” o una spe- cie di “predellino” per occupare posizioni ritenute di “prestigio”. Infine la stanchezza morale è quello scoraggiamento che ci af- ferra quando il cammino che abbiamo in- trapreso si fa troppo ripido e pensiamo che andare avanti non fa per noi, perché non ne abbiamo le forze. Siamo coscienti qual è la strada giusta, ma ci sembra troppo difficile e preferiamo adottare soluzioni di com- promesso, sia singolarmente che comuni- tariamente. E’ la difficoltà di impegnarci a vivere come uomini e donne che vivono in Cristo e di Lui: la difficoltà di essere fedeli a ciò che siamo chiamati ad essere, sia come singoli che come membri di una famiglia, che come Chiesa. Cominciamo ad accetta- re piccoli e grandi compromessi che sem- brano promettere una via più facile e che ci sembrano legittimi perché corrispondo- no al modo in cui si comporta la maggior parte delle persone. Invece di essere “sale e lievito” – con le inevitabili rinunzie e scelte – ci accomodiamo e accettiamo passiva- mente anche le logiche ed i comportamenti più disumani e antievangelici. Per contra- stare le “stanchezze” dobbiamo sicuramen- te stare uniti a Cristo, ma abbiamo sempre la necessità dell’apporto costruttivo di tutti coloro che cercano l’effettiva crescita della nostra persona e della intera comunità ci- vile ed ecclesiale. Don Francesco Fiorino

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AGENZIA DI MAZARAVia Marsala, 185/B

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Sicilia 2003 - Reg. Tribunale Marsala n. 140/7 – 2003 - Distribuzione gratuita

Quindicinale di informazione della Diocesi di Mazara del Vallo

Anno VIII - n° 17 - 15 Ottobre 2010

24 ottobre 201083a Giornata missionaria mondialeIl messaggio del Vescovo

EditorialeSENZA SCUSE

E ATTEGGIAMENTI IMMATURI

Mai stanchiper operare il bene

Domenica 24 ottobre si cele-bra la 83a Giornata missio-

naria mondiale, il tema scelto è “La costruzione della comunio-ne ecclesiale è la chiave della missione”.Questa giornata come pure tut-to il mese di ottobre offre alle comunità diocesane e parroc-chiali, agli istituti di vita consa-crata, ai movimenti ecclesiali, all’intero popolo di Dio, l’occa-sione per rinnovare l’impegno di annunciare il Vangelo e dare alle attività pastorali un più am-pio respiro missionario. Tale annuale appuntamento ci invita a vivere intensamente i percorsi liturgici e catechetici, caritati-vi e culturali, mediante i qua-li Gesù Cristo ci convoca alla mensa della sua Parola e del-l’Eucaristia per gustare il dono

della sua presenza, formarci alla sua scuola e vivere sempre più consapevolmente uniti a Lui, Maestro e Signore.Egli stesso ci dice “chi ama me sarà amato dal Padre mio e an-ch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Gv 14,21). Solo a partire da questo incontro con l’amore di Dio che cambia l’esistenza possiamo vivere in comunione con Lui e tra noi, e offrire ai fra-telli una testimonianza credibile rendendo ragione della speran-za che è in noi (1 Pt 3,15).Desidero riaffermare quanto ho già detto durante la pre-sentazione del Piano Pastorale 2010-2011 “gli strumenti e le in-dicazioni li abbiamo, facciamo in modo che non restino lettera morta o parola consegnata alla storia”.

La visita pastorale di Benedetto XVI a Pa-lermo porterà sicuramente molto “frut-to”. Un incontro veramente significativo

e ricco di indicazioni quello del Papa con le Chiese di Sicilia. Si attendevano dal Succes-sore di Pietro parole di incoraggiamento e di speranza che non sono mancate, anzi sono state più che appropriate e indirizzate al cuore dei siciliani. Con la chiarezza che gli è conna-turale il Papa ha detto: “Sono qui per darvi un forte incoraggiamento a non aver paura di te-stimoniare con chiarezza i valori umani e cri-stiani, così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione. (…) Non abbiate timore di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della so-cietà, nelle molteplici situazioni dell’esistenza umana, soprattutto in quelle difficili! La fede vi dona la forza di Dio per essere sempre fidu-ciosi e coraggiosi, per andare avanti con nuova decisione, per prendere le iniziative necessarie a dare un volto sempre più bello alla vostra terra”.Come intendere e vivere la fede oggi è stata la prima indicazione che Benedetto XVI ha volu-to offrire ai cattolici dell’Isola che sono accorsi numerosi all’appuntamento ecclesiale, supe-rando ogni ottimistica previsione. La fede – ha ricordato – è “fidarci di Cristo, accoglierlo, lasciare che ci trasformi, seguirlo fino in fon-do” in ogni realtà. “Siamo servi di Dio – ha ag-giunto nella sua omelia – non siamo creditori nei suoi confronti, ma siamo sempre debitori, perché dobbiamo a Lui tutto, perché tutto è

suo dono. (…) Se faremo ogni giorno la volon-tà di Dio, con umiltà, senza pretendere nulla da Lui, sarà Gesù stesso a servirci, ad aiutarci, ad incoraggiarci, a donarci forza e serenità”. Una grande “sintonia” si è vissuta a Paler-mo tra il Papa e il popolo siciliano. Carichi di profonda emotività e riconoscenza sono stati i momenti in cui Benedetto XVI ha menzio-nato i diversi “modelli siciliani” di santità e d’impegno civile e solidale: dalle sante Agata, Lucia e Rosalia, a sant’Annibale Maria di Fran-cia, dai beati Giacomo Cusmano e Francesco Spoto, al più volte ricordato don Giuseppe Puglisi – “eroico esempio” da imitare, come ha affermato il Papa nell’incontro con i sacer-doti in cattedrale – dalla beata Pina Suriano, alle venerabili Maria Carmelina Leone e Maria Magro, ai servi di Dio Rosario Livatino, Mario Giuseppe Restivo. “Spesso la loro azione non fa notizia – ha detto ai giovani il Papa – per-ché il male fa più rumore, ma sono la forza, il futuro della Sicilia!”. Queste splendide figure vanno certamente “riscoperte” da noi sicilia-ni e la loro testimonianza va “tradotta” nelle vicende con-temporanee. Nel discorso ai giovani e alle famiglie Benedetto XVI ha ribadito la condanna della mafia: “Non abbiate paura di contrastare il male! Insieme, sarete come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutto, di por-

tare vita e di rinnovare in modo profondo la vostra terra! Non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompati-bile con il Vangelo”. Un lungo applauso – il più lungo e intenso tributato alle parole del Ponte-fice – è stato la risposta convinta delle migliaia di persone presenti. Indimenticabile poi è stato l’ultimo gesto com-piuto dal Santo Padre nel punto dove il 23 maggio 1992 avvenne il tragico attentato di Capaci. Sceso dalla macchina ha deposto un mazzo di fiori presso una delle stele erette in ricordo delle vittime e si è soffermato per un momento di preghiera. Ricordare Giovanni Falcone e tutti i caduti a causa della violenza mafiosa è stato un luminoso coronamento del-la visita. I cattolici e le persone di buona volon-tà che vivono in Sicilia non possono facilmente dimenticare gli insegnamenti chiari e colmi di speranza che il Successore di Pietro ha dona-to. Le comunità cristiane siciliane devono es-sere grate al Signore per la presenza semplice, sicura e amabile, di Benedetto XVI e devono

riprendere insieme con fe-deltà e creatività i “compiti” esaltanti che a loro sono sta-ti affidati: rendere più bello il volto dell’Isola e che nella Chiesa “nessuno sia emargi-nato o bisognoso, ma ciascu-no, specialmente i più piccoli e deboli, si senta accolto e va-lorizzato”.

don Francesco Fiorino

Grazie, Benedetto XVISei la guida sicura della Chiesa

VEGLIA MISSIONARIADIOCESANA

Venerdì 22 ottobreore 21,00

Parrocchia Santa Gemma GalganiVia Castelvetrano, 80 - Mazara del Vallo

È necessario che tutti ci convin-ciamo che occorre dare un rinno-vato impulso di missionarietà alla nostra vita, uscendo dal contesto rassicurante delle nostre chiese e degli ambienti circostanti per incarnare il nostro cristianesimo nel quotidiano attraverso la testi-

monianza intesa come forma del “si” detto a Dio e ai fratelli.La Chiesa ci invita ad imparare dalla Vergine Maria a contempla-re il progetto dell’amore del Padre sull’umanità, per amarla come Lui la ama. Mons. Domenico Mogavero

IL PAPA IN SICILIALa preghiera a Capaci

Nella colletta (la preghiera iniziale che raccoglie - da colligere = raccogliere

- in un’unica espressione sintetica tutte le intenzioni dei fedeli e le presenta a Dio) della liturgia eucaristica di domenica scor-sa si affermava: “Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia, Signore, perché, sorretti dal tuo paterno aiuto, non ci stanchiamo mai di operare il bene”. Il rischio che oggi corria-mo tutti è proprio quello di farci prendere dalla “stanchezza”. Quando si è stanchi non si è più disposti a far nulla. La stanchezza infatti è stata descritta come una specie di “appetito negativo” per l’attività. Potrem-mo aggiungere che di solito l’appetito ne-gativo è più marcato per il tipo specifico di attività che ha provocato la stanchezza. Vi sono tre forme che spesso interagiscono tra loro. La stanchezza fisica, spirituale e morale. La stanchezza che in primo luogo influisce nella nostra vita è la stanchezza fi-sica. Normalmente sottovalutiamo quanto lo stress fisico e mentale possano influire sulle nostre scelte. A volte si è solo stan-chi fisicamente, per ore di sonno perse o per impegni di lavoro, o per determinate preoccupazioni che si portano dentro e non si riesce più ad avere un buon dialogo con nessuno. Ci esponiamo così al lasciarci prendere dallo scoraggiamento, ritirandoci nel nostro “guscio di isolamento” e di sner-vamento. Imparare a riconoscere quando la stanchezza fisica determina momenti di difficoltà è importante per non abban-donarci ad una vita “vuota” di amore e di disinteresse per il bene delle persone. La stanchezza spirituale è quella che prende quando, nonostante tutti gli sforzi, ci sem-bra che non si arrivi a niente. Sono quei momenti in cui non siamo più in grado di guardare lontano, alla “bellezza” di ciò che siamo e di quello che abbiamo ricevuto. Alla stanchezza spirituale è legata allora la perdita di senso di ciò che facciamo, la sensazione di vuoto interiore, di inutilità e Dio ci sembra solo una presenza lontana, staccata dalla nostra esistenza che si trasci-na senza entusiasmo. Anche la comunione ecclesiale ci appare qualcosa di estraneo: si comincia a disertare gli incontri comu-nitari, ci si rinchiude nel proprio “orticel-lo” parrocchiale, associativo o del proprio “ruolo” e quel che conta è solamente quel-lo che si porta avanti con le proprie mani e con la propria “testa”. Gli altri diventano quasi esclusivamente un “peso” o una spe-cie di “predellino” per occupare posizioni ritenute di “prestigio”. Infine la stanchezza morale è quello scoraggiamento che ci af-ferra quando il cammino che abbiamo in-trapreso si fa troppo ripido e pensiamo che andare avanti non fa per noi, perché non ne abbiamo le forze. Siamo coscienti qual è la strada giusta, ma ci sembra troppo difficile e preferiamo adottare soluzioni di com-promesso, sia singolarmente che comuni-tariamente. E’ la difficoltà di impegnarci a vivere come uomini e donne che vivono in Cristo e di Lui: la difficoltà di essere fedeli a ciò che siamo chiamati ad essere, sia come singoli che come membri di una famiglia, che come Chiesa. Cominciamo ad accetta-re piccoli e grandi compromessi che sem-brano promettere una via più facile e che ci sembrano legittimi perché corrispondo-no al modo in cui si comporta la maggior parte delle persone. Invece di essere “sale e lievito” – con le inevitabili rinunzie e scelte – ci accomodiamo e accettiamo passiva-mente anche le logiche ed i comportamenti più disumani e antievangelici. Per contra-stare le “stanchezze” dobbiamo sicuramen-te stare uniti a Cristo, ma abbiamo sempre la necessità dell’apporto costruttivo di tutti coloro che cercano l’effettiva crescita della nostra persona e della intera comunità ci-vile ed ecclesiale.

Don Francesco Fiorino

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� 15 Ottobre 2010 Vita della Diocesi

CAMPOBELLO DI MAZARAMadrice e S. Giovanni Battista 400,00Maria SS. di Fatima 206,00

CASTELVETRANOMadrice 1.000,00S. Giovanni Battista 550,00S. Bartolomeo 600,00S. Lucia 300,00Maria SS. Annunziata 100,00Maria SS. della Tagliata 100,00Ospedale Suore M.Bambina 300,00

MARSALAMadrice 1.000,00Santuario Maria SS. Addolorata 100,00Sant’Anna 250,00S. Francesco da Paola 380,00Maria SS. delle Grazie al Puleo 1.040,00SS. Trinità / Santi Filippo e Giacomo 300,00S. Leonardo Abate 50,00Maria SS. Immacolata Birgi 565,00Chiesa Itria 200,00

Ospedale Suore M. Bambina 80,00

MAZARA DEL VALLOBasilica Cattedrale 1.874,00Chiesa S. Vito a Mare 135,00Cristo Re in S. Martino 335,00Chiesa S. Francesco 54,33Maria SS. del Paradiso 359,00S. Giuseppe Costiera 100,00S. Lorenzo-S.Chiara 250,00S. Pietro 250,00Santa Gemma 1.600,00S. Antonio di Padova 500,00S. Rosalia 90,00S. Michele 111,00S. Caterina 52,00

PARTANNAMadrice 200,00S. Francesco di Paola 200,00S. Nicolò da Tolentino 400,00

PETROSINOMaria SS. delle Grazie 170,00

POGGIOREALEMaria SS. Immacolata 506,00

SALAPARUTA S. Caterina 130,00

SALEMIMadrice S. Nicolò di Bari 600,00Maria SS. della Confusione 1.560,00Maria SS. della Misericordia 100,00S. Francesco da Paola 220,71

SANTA NINFAMadrice 150,00

VITAS. Vito e Maria SS. di Tagliavia 500,00

TOTALE 17.968,04

CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO MAZARA DEL VALLORaccolta Giornata missionaria mondiale anno 2009

La mattina dell’11 Settembre a Montignoso (Gambas-

si Terme) due giovani novizie hanno fatto la loro prima pro-fessione. Sorella Luigina e la marsalese Manuela Mauro che ha preso il nome di Suor Maria Giulia dell’Eucarestia, hanno detto il loro “sì” alla chiamata speciale che Dio ha riservato loro. A pregare insieme alle famiglie, circa in trenta sono partiti da Marsala per parte-cipare al momento. Presente anche la Madre Superiora della nostra comunità Madre Salva-torina Amato, anche lei mar-

salese, nativa proprio di Birgi. Particolarmente commovente il momento della vestizione, e altrettanto emozionante la Messa di ringraziamento cele-brata il 19 Settembre presso il Santuario N.S. di Fatima di Bir-gi, dove erano presenti i com-pagni di classe e gli insegnanti di scuola di Suor Giulia.Ringraziamo Dio per il dono delle vocazioni religiose, in particolare la comunità di Bir-gi è lieta che un’altra giovane abbia scelto di vivere tutta per Gesù, e prega unita perché il Signore la sostenga e la con-

fermi nel suo “sì” giorno dopo giorno.Auguri di santità Suor Giulia!

Loredana Giacalone

Una marsalese fra le Serve del Cuore Immacolato di Maria

Cristo mi guidò dall’Ecuador fino a questa estrema terra d’Italia, da millenni civilizzata

e credente. Nel mio intimo provai disagio dinanzi alla nuova realtà che mi accingevo a vivere: ero circondato da una cultura diversa, da una tradi-zione millenaria, in un mondo dottrinale esigente dove tutto si svolge con un ritmo molto accele-rato. Sono arrivato orfano della lingua; ignoravo anche il linguaggio semplice e di base per capire e comunicare idee e pensieri. L’italiano, che mai avevo studiato nel mio paese, ora lo sentivo come una necessità vitale per i miei propositi di studen-te; dovetti ogni giorno innanzitutto rivolgere lo sguardo fiducioso al cielo, e poi ricorrere a libri ed amici che si trasformarono, ben presto, in al-leati sicuri e duraturi. La vita meravigliosa mi ha offerto l’opportunità di conoscere e di servire Dio e di comprendere gli interventi meravigliosi che fa Cristo in ognuno di noi, dandoci amore, intel-ligenza, spiritualità e forze necessarie per vivere la nostra esistenza.Ringrazio la Vergine Maria, alleata permanente nel momento del silenzio e delle tensioni presen-ti spesso in me; Ella con la sua immensa miseri-cordia ha sostenuto i miei aneliti e sogni fino alla loro realizzazione e con materna tenerezza ha accompagnato i miei giorni difficili, trasforman-domi, nella mia permanenza a Marsala, da un pe-scatore di speranze in un apprendista animato da desideri vitali. A Dio ed alla Vergine Santa lode e gloria, per avermi permesso di conoscere questa Italia piena di scienza e cultura, questa Roma sacra ed eterna. La permanenza in questa terra “MARSALLAH” “PORTO DI DIO” ha predisposto il mio cuore, con più ragione, a servire domani un’ umanità estremamente più bisognosa. Esprimo immensa gratitudine all’ Eccellentissimo Monsignore Calo-gero La Piana che mi ha accolto ed all’Eccellentis-simo Monsignore Domenico Mogavero, che con perizia di Pastore ed affetto di Padre conduce la Chiesa Diocesana di Mazara del Vallo al Regno di Dio. Le sue virtù, la sua parola saggia, i suoi

istruiti pensieri, soprattutto il suo esempio, inco-raggiano e consolano, riempiendo di speranze il cuore dei fratelli. Rivolgo un grato pensiero a Padre Enzo Amato, per la sua amicizia e per l’esempio d’innata voca-zione alla missione per Gesù Cristo. Esprimo il mio riconoscimento di alta stima e considerazione a Don Giuseppe Ponte e la gra-titudine per la pazienza e l’incoraggiamento nei momenti di mio sconforto e per il suo costante incondizionato sostegno: è stato la mia luce fuori dalla mia patria. Che Dio lo benedica per la sua alta comprensione e sensibilità verso la mia per-sona. Ringrazio i confratelli sacerdoti della Diocesi, le sorelle dell’ “Istituto Genna”, Suore Oblate del Divino Amore, tutti i movimenti e gli operato-ri pastorali della Chiesa Madre, Sant’Anna e San Matteo: con essi, promotori di tempi migliori, veri operai tra il gregge del Signore, ho condivi-so speranze e gioie; a tutti auguro divine grazie. Un abbraccio particolare ai cari fratelli e sorelle infermi.Devo sinceramente ammettere di avere animo benevolo, altruista, disponibile al servizio di tutti; sempre ho cercato di aiutare con responsabilità le azioni che erano nella mia possibilità; mi ramma-rico e chiedo scusa di non aver potuto disporre di tempo adeguato nel lavoro pastorale, per ragione di studio e per diversa cultura. Ai miei amici ed alle persone che mi sono state vicine e che ho po-tuto conoscere e frequentare, auguro che la loro vita continui negli esempi fecondi di saggezza e che nelle loro famiglie regni sempre l’amore, la salute, la prosperità. La mia gratitudine, infine a tutta la cittadinanza per la ospitalità e la cordia-lità con cui ha voluto generosamente accogliermi e per l’affetto e l’amicizia che sempre mi è stata manifestata e che per sempre porterò nel mio cuore. La mia preghiera vi accompagnerà in ogni momento: che Dio benedica e la Vergine Maria Addolorata custodisca Marsala.

P. Josè Romero

“Rendo grazie a Dio nostro Padrein Cristo Gesù e nello Spirito Santo”Il saluto di don Josè Romero in partenza da Marsala

CASTELVETRANOInaugurazione dell’anno catechisticonella Parrocchia San Francesco di PaolaCon una allegra cornice

di palloncini colorati, sabato 9 ottobre don Gioac-chino Arena ha incontrato i bambini del catechismo e i loro genitori per l’inau-gurazione del nuovo anno catechistico. Nella vivace atmosfera, dopo alcune preghiere e letture di passi del Vangelo, il parroco ha presentato all’assemblea i catechisti e gli orientamen-ti operativi.È un delicato compito quel-lo che attende gli operatori: assicurare una formazione cristiana dei bambini, for-marli alla fede, educarli alla carità e all’amore verso tut-ti, trasmettere il desiderio, cioè, di incontrare Cristo Risorto. È un impegno no-tevole, tenuto anche conto del numero dei giovani, cir-ca 450 nella nostra parroc-chia, ma il nostro gruppo di catechisti ha l’entusia-smo di annunciare Cristo con gioia e accompagnerà i ragazzi loro affidati in un

graduale cammino di fede prestando attenzione alle realtà parrocchiali e ai pe-riodi liturgici. È un impe-gno ma è anche un’oppor-tunità: prendersi cura dei bambini e dei ragazzi loro affidati significa coltivare una profonda relazione con Dio, consente, pur con le ovvie fatiche fisiche, di condividere le loro gioie e le loro spe-ranze. Resta ovvio che la famiglia rap-presenta la prima scuola di formazio-ne e di catechesi: a nulla serviranno gli sforzi di mae-stri e catechisti se manca ai bambini l’indispensabile ap-porto dei loro ge-nitori e delle loro famiglie: ed è stato anche questo uno dei messaggi che don Gioacchino ha dato all’assem-blea. Rivolgiamo

dunque un caloroso invi-to ai genitori dei bambini perché stiano loro vicini nel cammino del catechi-smo collaborando con una presenza attiva sia alle ini-ziative proposte, sia alla crescita dei loro figli nella fede cristiana.

Franco Puccio

Suor Eugenia Pelizzari, superiora delle Suo-

re della Sacra Famiglia a Mazara del Vallo, ha rin-novato la sua professio-ne religiosa festeggiando e ricordando il 50mo di consacrazione (Seriate 7 ottobre 1960 – Mazara 9 ottobre 2010). La cerimonia si è svol-ta sabato 9 ottobre nel-la Parrocchia di Santa Gemma.La funzione è stata celebrata da padre Giuseppe Lupo e concelebrata da Don Antonio Bellissima, don Giuseppe Alca-mo e Padre Zigo. La cerimonia è stata molto coinvolgente; significativo è stato quando Madre Eugenia, dopo l’omelia ha pronunziato i voti perpetui di castità, povertà e obbedienza, secondo la formula dei voti della sua Congregazione, l’Istitu-to Suore della sacra Famiglia fondato nel 1857 dalla santa Paola Elisabetta Cerioli condividendone in piena responsabilità la

vita e la missione. Al termine della celebrazione, la comuni-tà parrocchiale insieme ai parenti amici, operatori e bambini della Comunità Al-loggio per minori “Orchidea” di cui Suor Eugenia è responsabile, si sono compli-mentati con la suora, offrendole dei doni in segno di apprezzamento per i suoi 30 anni di umile servizio nella diocesi di Mazara del Vallo e a ricordo della ricor-renza.

Antonella Coronetta

Membro della Federazione Italiana Settimanali Cattolici

Proprietà: Diocesi di Mazara del ValloEditore: Associaz. Culturale Orizzonti Mediterranei

Piazza della Repubblica, 6 - 91026 Mazara del Vallo (TP)Tel. 0923 902737 – 338.2372766 – fax 0923 941108

E-mail: [email protected]. Tribunale Marsala n. 140/7 - 2003

Direttore responsabileDon Francesco Fiorino

reDazione:Vittore Saladino (Segretario),

Nicolò Marino, Rosanna Asaro,Franco Puccio, don Giuseppe Ivan Undari,don Vincenzo Noto, Padre Adriano Titone

impaginazione e grafica:Vittore Saladino - Piero Gancitano

stampa:Officine grafiche Rallo

Via San Domenico Savio, 20/A - Mazara del Vallo

Periodico di informazione della Diocesi di Mazara del Vallo

50 anni di vita Religiosa per Suor Eugenia Pelizzari

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�15 Ottobre 2010 �Vita della Diocesi

L’ESTATE DEL SEMINARIO

Il tempo estivo oltre ad essere occasione di riposo e di vita insieme alle proprie fami-glie è un tempo, in cui i seminaristi, sono impegnati in alcune attività formative e di

servizio per la propria crescita umana e pastorale.L’estate non è la chiusura del Seminario, è il tempo in cui il seminarista deve fare da solo il proprio Seminario; il Seminario infatti non è un luogo ma un tempo che ab-braccia tutta la vita della persona.

L’associazione Scout Agesci del Salemi 1 ogni anno conclude le sue attività for-

mative con i campi estivi, nei quali i ragazzi fanno esperienze forti di formazione e di co-munione.La Branca R/S, i giovani da 16-21, dal 13 al 22 Luglio 2010 ha vissuto il cammino francesca-no da Loreto ad Assisi.126 Km. fatti a piedi in 9 giorni con diverse tappe nei vari luo-ghi che si incontra-vano. Il tema del cammino è stato “e andando servi-remo” le temati-che toccate hanno avuto come centro la figura di Maria e la figura del Padre secondo la prospettiva del servizio.Quest’anno mi sono unito a questi giovani, con loro ho condiviso la fatica del cammi-no e la gioia dello stare insieme. E’ stata una

esperienza personale di crescita spirituale e umana, esperienza di formazione Agesci e occasione di servizio pastorale. Faticare e la-vorare per i ragazzi è priorità pastorale asso-luta perchè ogni singolo giovane è speranza per la vita del Regno di Dio. Bisogna che la Chiesa sudi per i suoi ragazzi.Questa route è stata occasione ottima per presentare Cristo ai ragazzi, sia con le cate-

chesi occasionali sia nella sempli-cità dello stare insieme. Nella strada si incontra la fatica personale e la fatica di chi ci sta accanto, nella strada si condivi-

de il cammino con le proprie esperienze, con le proprie risposte e domande, nella strada si cresce, si va avanti, si deve andare avanti, si cammina insieme e si cresce insieme.

Alessandro Palermo

“Il sacerdote è un dono del Cuore di Cristo: un dono

per la Chiesa e per il mondo”. Queste parole, pronunciate da Benedetto XVI in prossimità della chiusura dell’An-no Sacerdotale, ci rimandano con lo sguardo al giorno dell’ordinazione presbiterale di don Giacomo e don Giuseppe. Certo, per noi seminari-sti che li abbiamo conosciuti come Giacomo e Giu-seppe, quel “don” che precede il loro nome fa un certo effetto ma ci piace

guardare a questo “don” con l’aggiunta di una “o” che fa comprendere ancor più pie-

namente ciò che Giacomo e Giu-seppe sono diven-tati: DON-O DEL CUORE DI CRI-STO, come dice il Papa. Il S. Cuore, al quale è dedicata la cappella del nostro seminario, rende perfettamente pla-stica questa imma-gine. In un certo modo il Cuore di Gesù, luogo aga-pico del Risorto, può essere visto anche come luogo dove le vocazioni vengono cristi-for-

mate alla scuola dello Spirito e distribuite, proprio come il cuore fa con il sangue, a tutto il Corpo della Chie-sa. Giacomo e Giuseppe ci mancheranno, è inutile ne-garlo! Ma la fraternità che ci ha unito finora potrà, a Dio piacendo, diventare fraterni-tà sacramentale nel presbite-rio. E il senso del seminario è proprio questo: “Vivere al se-guito di Gesù Buon Pastore in un contesto di comunione fra-terna lasciandosi conformare e assimilare a lui, sotto la guida dello Spirito Santo, per esse-re mandati poi a raccogliere, pascere e ricondurre al Padre il suo gregge” (n.58, CEI, “La formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana).

Davide Chirco

Il periodo estivo per noi seminaristi non è soltanto

riposo e svago ma è anche formazione. Per quanto mi ri-guarda, mi soffermo a condi-videre con voi due esperienze in particolare: la prima è stata la partecipazione al pellegri-naggio diocesano a Fatima e a Santiago De Compostela, guidato dal nostro Vescovo Domenico. Esperienza molto edificante per la spiritualità che questi luoghi trasmetto-no e suggestiva per la forte spiritualità Mariana. Nell’esperienza a Santiago, che ci ha visto pellegrini sulla tomba dell’Apostolo Giaco-mo nell’anno giubilare, ab-biamo ricevuto l’indulgenza plenaria. Sono stati momenti

di una forte formazione dal punto di vista culturale, turi-stico e soprattutto momenti di comunione con i fedeli laici della nostra Chiesa dio-cesana.L’altra fantastica esperien-za è stata la partecipazione al campo estivo organizzato dalla pastorale giovanile per i 14-18 enni a Erice, che mi ha visto impegnato come anima-tore tra i nostri ragazzi nelle diverse attività. Il tema delle giornate è stato “il diverti-mento portato all’eccesso”. In questa esperienza con i gio-vani ho rivissuto i momenti della mia vocazione la quale è maturata nella parrocchia di Strasatti.Dal più profondo del cuore

ringrazio il Signore che ci fa crescere nella quotidianità della nostra esistenza, poi ringrazio don Vito per l’op-portunità formativa che mi ha concesso di vivere espe-rienze che mi hanno lasciato un ricordo “indelebile” nella mia storia vocazionale e per la crescita umana e spirituale.

Daniele Donato

Sabato 25 Settembre scorso, nella Chiesa Madre di Salemi, il Vescovo Mons. Do-

menico Mogavero ha ordinato diacono l’Ac-colito Pietro Caradonna.Pietro nasce a Salemi il 23 Novembre del 1973, cresce nella parrocchia dei PP. Cap-puccini e in età adulta riceve la chiamata al sacerdozio. Entra nel Seminario Maggiore nel 2003, compiuta la formazio-ne spirituale, umana, pastorale e teologica viene ordinato Diaco-no per questa nostra Chiesa. Il diaconato, primo grado del sacramento dell’Ordine, esprime e rappresenta nella Chiesa il servizio e il dono del Cristo al-l’umanità. Si diventa diaconi per sempre, il sacerdozio mini-steriale nasce e ha bi-sogno del diaconato per essere testimone

del Signore. Pietro svolgerà il suo servizio di diacono affianco al Rettore del nostro Se-minario per la pastorale vocazionale dioce-sana e come animatore della comunità del propedeutico. Continuerà la sua formazione umana e spirituale, frequenterà i corsi del

VI anno nella facoltà teologica e il corso sul-la psicologia della vita consacrata a Roma.Novità per questa co-munità vedere un suo compagno, un suo fra-tello diventare diacono e collaboratore diretto del Rettore. La comu-nità del Seminario man mano che passano gli anni cambia il suo vol-to, ci sono quelli che terminano questo tem-po e quelli che lo inizia-no. Nostalgia per coloro che escono, perchè il Seminario crea legami fraterni, novità e spe-ranza per quelli che en-trano.

Alessandro Palermo

E andando serviremo...Loreto - Assisi, route estiva della Branca R/S del Salemi 1

Sacerdoti formati dal Cuore di Cristo

L’esperienze estive di Daniele

Ordinazione diaconale di Pietro Caradonna

Riprendono, dopo la pausa estiva, le attività formative del Seminario Vescovile. Lunedì 27 Settembre - Venerdì 1 Ottobre, a Rampinzeri, l’intera comunità del Seminario ha intrapreso gli esercizi spirituali di inizio anno, con il tema “la preghiera di Francesco come luogo teo-logico”. La preghiera come necessaria fonte per incontrare e rendere presente il Signore nella nostra vita. “Cristo è il nostro tempo”: è con queste paro-le che vogliamo ricominciare. Il tempo di gra-zia del Seminario è il Cristo Risorto a cui ogni seminarista è rivolto e deve seguire, abbando-nando la propria vita, per una crescita verso il sacerdozio. Solo in questo modo il seminarista potrà diventare sacerdote, vivendo con tutto se stesso questo tempo che è Cristo stesso. Quest’anno si integrerà il “perchè diventare sa-cerdote” con i gratuiti “per chi vuoi diventarlo”,

verrà fatto nel tempo presente del Se-minario, con la gratuita delle relazioni, con il dono di se, con la condivisione. I padri spirituali educheranno la li-bertà dei seminaristi come luogo del-la speranza, una libertà da se stessi. Il Rettore educherà la nostra vita alla speranza attraverso dei percorsi teolo-gici e pastorali. L’anima di tutta la for-mazione rimarrà la Scrittura, che è la forma della formazione.Quest’anno nuovi ingressi rinnovano il volto della comunità: Marco dalla comunità parroc-chiale di S. Matteo di Marsala, Vincenzo dalla comunità parrocchiale di Sappusi, Leonardo dalla comunità parrocchiale S. Francesco da Paola di Castelvetrano e Said, un giovane della Colombia che qui, in questa nostra Chiesa, ini-zierà il suo percorso vocazionale.

Quest’anno due saranno le comunità del nostro Seminario, le quali avranno due ritmi in comu-nione: quella del propedeutico, a cui faranno capo i nuovi ingressi, che farà vita a Mazara, e quella del Maggiore, a cui fanno capo “gli stu-denti di teologia” che farà vita a Poggio S. Fran-cesco (Monreale). (dalla mediazione seminariale del Piano Pasto-rale 2010 -2011)

Alessandro Palermo

“Cristo è il nostro tempo”APERTURA NUOVO ANNO FORMATIVO 2010 - 2011

Seminario Vescovile

Rettore:Don Vito Impellizzeri

Padre Spirituale:Don Gianluca Romano

Sede Mazara del ValloPiazza della Repubblica, 16

Mazara del Vallo 91026 (TP)

Tel: 0923-941809 / 0923-949805

Poggio S. Francesco, Monreale (PA)

Coordinatore della pagina: Alessandro Palermo

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� 15 Ottobre 2010

Pastorale GiovanileUfficio per i problemi sociali e il lavoro

giustizia e pace, salvaguardia del creato

È questo lo slogan del convegno che ha riunito insieme i giovani e le fa-miglie di Sicilia prima della visita del Santo Padre a Palermo. Nei giorni 1 e 2 ottobre infatti circa mille persone, tra rappresentanti di équipes diocesa-ne di pastorale giovanile e familiare, responsabili di movimenti, associazio-ni, gruppi ecclesiali ecc, provenienti dalle 18 diocesi della nostra isola, si sono ritrovati a riflettere e confron-tarsi; significativa la presenza di tutti i Vescovi di Sicilia. Dopo una prima introduzione e brevi interventi, il mo-mento sicuramente più arricchente dell’intero convegno è stato quello dei laboratori. Ogni gruppo ha avuto la possibilità di confrontarsi e dialogare su uno dei cinque ambiti già oggetto di rifles-sione da parecchi anni della nostra Chiesa di Sicilia: giustizia e legalità, ambiente, lavoro, cittadinanza attiva, scuola e università. La pre-senza di adulti e giovani, di consacrati e laici, di persone provenienti da gruppi, movimenti e associazioni aventi spiritualità e carismi diver-

si, ha reso le discussioni all’interno dei labora-tori molto vivaci e ricche di esperienze diverse l’una dall’altra. Nonostante questo però si è riusciti a indicare un unico e vero proposito per le nostre realtà: seguire Cristo ed amare gli altri come Lui ha amato noi.

Stefania Fiorentino

Si FIDA di Te… “LO SGUARDO DEL CORAGGIO…per una educazione alla speranza”

La venuta del Santo Padre a Palermo ha rappresentato per i circa 3500 scout

presenti una tappa importantissima per il cammino di rinnovamento della Chiesa sici-liana nelle relazioni con i giovani e le realtà ecclesiali impegnate nello spinoso campo dell’educazione. Il ruolo dell’Agesci diventa azione concreta già nel 2007 in occasione del Convegno CESi “Facciamo fuori la Chie-sa”, esperienza di confronto da cui è partito tutto il lavoro verso l’evento “SiFIDAdiTE” che ci ha visto protagonisti fino in fondo grazie alle tantissime realizzazioni che ci hanno avvicinato con consapevolezza al-l’importante appuntamento del 1-2-3 otto-bre. La massiccia presenza di rover e capi al Convegno di Capaci, il manto di camicie az-

zurre che hanno preso parte prima alle Fon-tane di luce celebrate dai Vescovi e poi alla serata di festa in Piazza Politeama, le mille copie del giornale Sicilia Scout distribuite per l’occasione e le decine e decine di giova-ni e adulti che si sono messi a disposizione dell’organizzazione per svolgere servizi an-che di grandissima responsabilità e fiducia, sono stati esempio di una estrema voglia di esserci e di voler fare veramente Chiesa. La Zona Lilibeo è stata presente con circa 150 tra esploratori, guide, rover, scolte e capi: una grande famiglia che ha voluto condivi-dere la gioia di questa esperienza portando con sè il senso di un percorso pieno di si-gnificati.

Gianfranco Casale

Un evento importante si è svolto dome-nica 3 ottobre 2010 a Palermo presso il

Foro Italico, dove si sono riunite migliaia di persone per accogliere il nostro amato Papa Benedetto XVI.Durante la celebrazione eucaristica, il Pon-tefice ha invitato noi giovani “a vivere la nostra esperienza cristiana nei vari ambiti della società”. Nel pomeriggio tutti i giovani presenti si sono recati in piazza Politeama dove il Papa ha toccato argo-menti a noi molto vicini che ci hanno portato a varie rifles-sioni. Il punto centrale del suo discorso è stato quando, par-lando della mafia, l’ha definita “incompatibile con il Vangelo”. Ma l’evento ci ha coinvolti fin dal sabato sera quando, dopo aver partecipato alla fontana di luce sul lavoro, abbiamo as-sistito ad uno spettacolo per i ragazzi provenienti da tutta la Sicilia. Per noi è stata un’esperienza

molto positiva in quanto gli argomenti af-frontati dal Papa sono stati davvero vicini alla nostra realtà. Siamo felici di avere avuto la gioia di ascoltare le parole del Papa che ci ha incoraggiato e ci ha trasmesso la sua pie-na fiducia nei nostri confronti.

Emanuela CastelliVittoria Marzucco

AGESCI “in prima linea”per la venuta del Santo Padre

Giovani e Giovanissimi in festa con il Papa

Aula Magna - Seminario Vescovile - Mazara del Vallo