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LA VALUTAZIONE E LA PREVENZIONE DEL PERICOLO/RISCHIO VALANGHE è una questione di forma mentale percezione prevenzione previsione Mario Di Gallo – gennaio 2011

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LA VALUTAZIONE E LA PREVENZIONE DEL PERICOLO/RISCHIO VALANGHEè una questione di forma mentale

percezione

prevenzione

previsione

Mario Di Gallo –

gennaio 2011

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percezione =

istinto, intuizione, attenzione, concentrazione, lettura dell’ambiente …

previsione =

conoscenza, informazione, valutazione, deduzione …

prevenzione =

decisione, comportamento, …

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Il consolidamento del manto nevoso èinversamente proporzionale al pericolo di valanghe;

I fattori da considerare ai fini della valutazione sono:• IL TERRENO• I FENOMENI ATMOSFERICI E LA NEVE• IL FATTORE UMANO

I fattori sono intercorrelati da relazioni complesse e dinamiche, variabili nello spazio e nel tempo; pertanto la valutazione si dovrà

basare su

ragionamenti flessibili, interattivi e indipendenti.

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IL TERRENO

inclinazione (>30°

potenzialmente pericoloso)

esposizione (versanti N più

pericolosi dei versanti S)

altitudine (all’aumentare dell’altitudine aumenta il pericolo)

rugosità

(all’aumentare della rugosità

si riduce il pericolo, ma solo per valanghe di fondo)

copertura vegetale (un bosco fitto garantisce stabilità, un bosco rado o radure possono essere punti pericolosi)

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IL TERRENO ‐

inclinazioneNon è la pendenza della strada che stiamo seguendo che ci interessa ai fini della valutazione del rischio; è invece la linea di massima pendenza del pendio quella che dobbiamo valutare. Spesso la carreggiata stradale scompare completamente sotto gli accumuli di neve: in questi casi bisogna aumentare l’attenzione.

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IL TERRENO -

copertura vegetale e rugosità

Pendii con vegetazione rada o radure non danno garanzia di sicurezza e sono da valutare molto attentamente.

Elementi di forte rugosità, come grossi massi e ghiaioni grossolani garantiscono la stabilità

del manto nevoso, impedendo la formazione di lastroni instabili.

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I FENOMENI ATMOSFERICI•

precipitazioni

(neve e pioggia aumentano il pericolo)

• vento(erosione e accumulo aumentano il pericolo)

• temperatura(fusione e rigelo consolidano il manto; metamorfismi del manto nevoso aumentano l’instabilità)

•irraggiamento solare(fusione superficiale della neve senza rigelo aumenta l’instabilità)

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I FENOMENI ATMOSFERICI

-

il vento

Zona di erosione: più

sicura

Zona di accumulo con formazione di cornici:

meno sicura

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LA NEVE

spessore (lo spessore del manto non è

significativo rispetto al pericolo; all’aumento dello spessore di neve fresca invece corrisponde un aumento del pericolo)

stratificazione (gli strati possono essere più

o meno legati tra loro)

durezza e coesione (la presenza di strati deboli sottostanti strati a maggiore coesione rendono un pendio instabile e molto pericoloso)

La brina di superficie inglobata nel manto nevoso è uno strato debolissimo e costituisce un piano di scorrimento ideale per il distacco di valanghe a lastroni!

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LA NEVE

la stratificazione (esempi di strati deboli inglobati nel manto)

Brina di superficie: si forma sulla superficie della neve in condizioni di forte umidità

e calma di vento, se ricoperta da una nevicata si trasforma in strato debole molto pericoloso.

Brina di fondo: è

costituita da grani a forma di calice molto fragili e si forma con poca neve al suolo e con basse temperature dell’aria. Trovandosi collocata tra terreno e strati superficiali costituisce un strato debole molto pericoloso per il distacco di lastroni superficiali.

Neve pallottolare: si forma in atmosfera con condizioni di bufera o di temporale. Al suolo, se inglobata nel manto nevoso per una nevicata successiva, può diventare un piano di scorrimento per valanghe a lastroni.

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Il pericolo

causato dai fenomeni naturali si trasforma in rischio

in presenza del FATTORE UMANO (NOI…)

esperienza e pratica di montagna;

conoscenze nivo

e meteo;

pensiero indipendente e responsabile;

spirito di osservazione;

memoria e logica comparativa;

comprensione di processi complessi e dinamici (visione globale);

intuizione e istinto;

autocritica e maturità;

prendere decisioni sotto rischio e sotto tensione;

leadership;

orientamento;

buona condizione fisica;

miglioramento della tecnica e dell’equipaggiamento.

Aumentare il livello di sensibilità, aumentando l’intelligenza pratica quotidiana, per migliorare la percezione, la previsione e la prevenzione del pericolo causato dalle valanghe.

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IL FATTORE UMANORiduzione del RISCHIO SOGGETTIVO

Riduzione permanente = migliorare le personali conoscenze

Studio dei fenomeni nivologici e valanghe (libri, riviste, corsi …);

Osservazione, interpretazione e memorizzazione dei segni ambientali;

Analisi degli accadimenti personali e altrui (apprendimento per tentativi/errori).

Riduzione locale attraverso il comportamento preventivo:

Concentrarsi sulla leadership (responsabilità);

Osservazione e interpretazione continua dei segni ambientali (previsione zonale e locale);

Scelta del percorso:

-

sicurezza;

-

risparmiare energia;

-

piacere.

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VALUTAZIONE GLOBALE DEL PERICOLO VALANGHE (è

un metodo analitico che richiede buone conoscenze di base)

(formula 3x3 di W.

Munter)

REGIONALE(si fa a casa)

ZONALE(si fa alla partenza e

lungo il percorso)

LOCALE(si fa sul posto)

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VALUTAZIONE GLOBALE DEL PERICOLO VALANGHE

REGIONALE (preparazione a casa a tavolino)

lettura di carte topografiche,

descrizioni itinerario, guide scialpinistiche, informazioni di altre persone esperte …

bollettino valanghe, previsioni

meteo…

fattore umano (cioè

NOI …): siamo

preparati? Quanti siamo? Chi sono gli altri? …?

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VALUTAZIONE GLOBALE DEL PERICOLO VALANGHE

ZONALE (scelta del percorso e della traccia con valutazioni prevalentemente visive, verifica delle informazioni regionali acquisite a livello regionale) –

utile un binocolo:

terreno: inclinazione, esposizione, dorsali, avvallamenti, bosco –

non bosco, affioramenti rocciosi, pareti di roccia, …

tempo atmosferico: temperatura, visibilità, vento, irraggiamento, precipitazioni

neve: altezza della neve complessiva al suolo, quantità della neve fresca, zone di erosione e di accumulo (azione del

vento), individuazione dei lastroni, cornici di cresta, valanghe osservate,…

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VALUTAZIONE GLOBALE DEL PERICOLO VALANGHE

LOCALE (valutazione del singolo pendio attraverso la valutazione del grado di consolidamento in un punto con metodi speditivi o analitici)

neve fresca con coesione (prova della pala), accumuli da vento;

resistenza basale tra gli strati (profilo stratigrafico, blocco di slittamento), fratture recenti superficiali, rumori (woomm) al passaggio;

stabilità

della neve sul pendio più

ripido (il pendio è stabile, oppure è

instabile e si stacca il lastrone:

prendere precauzioni suppletive se si procede).

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VALUTAZIONE GLOBALE DEL PERICOLO VALANGHE (schema riassuntivo)

regionale

zonale

locale

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FATTORE UMANO (NOI …) –

comportamento esteriore (produce effetti sull’ambiente)

FORTE SOVRACCARICO

DEBOLE SOVRACCARICO

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FATTORE UMANO (NOI …) –

comportamento

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COMPORTAMENTO

Distanza di sicurezza: 10 –

12 m distanti l’uno dall’altro –

garantisce in salita il mantenimento di un debole sovraccarico sul manto

nevoso.

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VALUTAZIONE LOCALE E COMPORTAMENTO in caso di dubbio si passa uno alla volta sul tratto critico

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VALUTAZIONE ZONALE

Percorso sicuro

Versante aperto a sud da valutare con attenzione

Versante aperto a nord e ovest da valutare con grande attenzione

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VALUTAZIONE LOCALE E COMPORTAMENTO

Percorso sicuro, anche con neve fresca, caratterizzato da inclinazioni moderate (< 30°)

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VALUTAZIONE LOCALE

Zona con inclinazioni moderate (< 30°): la valutazione del rischio non è

particolarmente complessa

Zona con inclinazioni significative (> 30°): l’accesso richiede la valutazione di tempi e percorsi accuratamente ponderati

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Il pericolo

causato dai fenomeni naturali si trasforma in rischio

in  presenza del FATTORE UMANO (NOI…)

Le trappole euristiche (A. Cagnati

2009)

TRAPPOLA FAMILIARITA’

DESCRIZIONE

Frequentazione di determinati luoghi e abitudini consolidate. Conoscenza di dati itinerari, ritenuti sicuri anche all’aumentare del pericolo, aumentano l’accettazione di un rischio maggiore.

NOTE

Il 69% degli incidenti avviene su percorsi già conosciuti dalla vittima. Vittime sono persone dotate di buone conoscenze che frequentano abitualmente quell’itinerario.

COSA FARE

Diffidare della familiarità dei luoghi conosciuti, considerandoli sempre come una prima assoluta.

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UNA VALANGA PROVOCATA: Cime Centenere, dicembre 1992

Probabile punto in cui lo sciatore solitario in discesa ha provocato il distacco. Troppa familiarità?

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UNA VALANGA PROVOCATA: Cime Centenere, dicembre 1992

Pochissima neve solo in quota, grado di pericolo 1.La zona in ombra (nord) aveva le caratteristiche di un lastrone da vento poggiante su brina di fondo (vedi grafici).Gli altri versanti presentavano crosta da fusione e rigelo ostica da sciare.

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TRAPPOLA ECCESSO DI DETERMINAZIONE

DESCRIZIONE

Si evidenziano solo le informazioni e i segnali ambientali positivi, quelli negativi si eludono, pur di raggiungere l’obiettivo. Specie se esso costa fatica e denaro (fattore cliente).

NOTE

Sindrome del lupo: primi a salire, primi a scendere.Sindrome del cavallo: tornare a casa il più presto possibile.La trappola scatta per gruppi numerosi (> 4 persone) molto motivati a raggiungere un obiettivo.

COSA FARE

Controllare le dinamiche del gruppo, necessaria una leadership, saper rinunciare alla meta.

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UNA VALANGA PROVOCATA: Isole Lofoten - Norvegia 2006

Sindrome del lupo o del cavallo

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UNA VALANGA PROVOCATA: Isole Lofoten - Norvegia 2006

Gruppo di 12 persone senza leadership; effetto cliente;

Neve caduta nei giorni precedenti trasportata dal vento sui versanti est, poggiante su crosta da fusione e rigelo

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UNA VALANGA PROVOCATA: Isole Lofoten - Norvegia 2006

Questa sarebbe stata la direzione giusta!

Piccolo distacco di avvertimento

Grande distacco che ha coinvolto i primi due sciatori (senza conseguenze) anche se scendevano distanziati e uno alla volta; il resto del gruppo è sceso indenne sulla valanga (zona bonificata).

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UNA VALANGA PROVOCATA: Lofoten - Norvegia 2006

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TRAPPOLA AURA DELL’ESPERTO E ISTINTO GREGARIO

DESCRIZIONE

Affidarsi alla leadership è comodo (ci pensa lui), ma pericoloso. La comodità di affidare la propria sicurezza ad altri impedisce di osservare e valutare in proprio, e poi non è detto che il leader sia così esperto …

NOTE

La leadership non può essere basata solo sulle capacità tecniche di una persona o sulla sua assertività: se egli compie errori i gregari ne seguono le conseguenze senza potersi opporre. Il rischio non può essere ridotto pensando di ripartire uniformemente le responsabilità e l’esposizione (effetto gregge).

COSA FARE

Il leader esperto espone il gruppo al minor rischio possibile; il gruppo è coinvolto nel processo decisionale.

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TRAPPOLA AURA DELL’ESPERTO E ISTINTO GREGARIO

Forte sovraccarico in azione causato dall’effetto gregge

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TRAPPOLA COMPETITIVIÀ SOCIALE

DESCRIZIONE

Molto comune in condizioni di elevata incertezza o in presenza di molti esperti: o non è chiaro chi decide (o non si decide) o c’è competizione tra esperti con aumento della soglia di rischio.

NOTE

Accade più spesso con gruppi di 3-4 omogenei per competenze tecniche (tutti competenti o tutti principianti), o in presenza di altre tracce o altri gruppi in attività (se sono già passati loro …).

COSA FARE

Regolare la comunicazione tra componenti, necessità di un leader che comunque assume decisioni dopo la consultazione di tutti.

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TRAPPOLA SCARSITÀ DI RISORSE E EUFORIA

DESCRIZIONE

Poca neve vergine disponibile (per conformazione del terreno o per molti passaggi): aumenta la competizione per arrivare per primi. Nevicate dopo periodi secchi o sereno dopo periodi di brutto tempo inducono euforia e accettazione di un rischio maggiore.

NOTE

La trappola scatta per gruppi di 3-4 persone molto determinate a tracciare per prime i pendii, specie in discesa e in zone limitrofe alle piste (fuoripista), dimenticandosi che il manto nevoso può rimanere instabile a lungo dopo la nevicata.

COSA FAREServe un grande auto-controllo per frenare le forti pulsioni di questo tipo.

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TRAPPOLA SCARSITÀ DI RISORSE E EUFORIA

Percorso migliore

??

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TRAPPOLA EFFETTO DI APPRENDIMENTO NEGATIVO

DESCRIZIONE

L’apprendimento con risposta positiva è pericoloso (provo e si stacca la valanga) e da evitare.L’apprendimento con risposta negativa (la valanga non si stacca) avviene spesso ma con detrimento per la sicurezza.

NOTE

La verifica diretta delle condizioni di stabilità è difficile a differenza della verifica delle condizioni meteo. Fino a quando si scia senza causare distacchi è impossibile sapere quanto vicini si è stati all’evento. “Se sono passato in queste condizioni allora il pendio è stabile”. Sbagliato! Così ragionando prima o poi si arriva all’incidente.

COSA FARE

Imparare a valutare criticamente sempre il rischio corso durante tutte le gite, anche nel caso in cui non si percepiscono particolari problemi.

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UNA VALANGA PROVOCATA: Livigno 1994

Primo passaggio senza conseguenze apparenti

Primo passaggio senza conseguenze apparenti

Secondo passaggio con innesco della valanga a lastroni

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UNA VALANGA PROVOCATA: Livigno 1994 Se è passato lui passo anche io, e invece … Apprendimento per risposta positiva

Uscita senza conseguenze del secondo sciatore

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UNA VALANGA PROVOCATA: Livigno 1994

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UNA VALANGA PROVOCATA: Romatespitze – Austria 1989 Valanga di neve a debole coesione

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UNA VALANGA PROVOCATA: Hohe Riffel Hintertux – Austria 1993

Neve accumulata da vento teso sul versante del percorso,

formazione di lastroni di neve soffice.

Gruppo di 6 persone dotato di leadership riconosciuta. Distanze di sicurezza mantenute; punti di raccolta ponderati; discesa uno alla volta nelle zone più ripide e senza riparo. Nonostante tutto, da questo punto, un componente (sindrome del cavallo) ha provocato un vasto distacco, senza conseguenze …

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UNA VALANGA PROVOCATA: Hintertux – Austria 1993Eccesso di determinazione: questi messaggi non devono essere trascurati …

Piccoli distacchi e fratture provocati dall’avanzare dello sci nei tratti ripidi.

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UNA VALANGA PROVOCATA SENZA CONSEGUENZE: Rocky Mountains - Canada 2009

Grado di pericolo 4

Grado di pericolo 3

Punto della rinuncia a proseguire, rientro per lo stesso percorso.

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Distacco di un lastrone provocato a 

distanza (10 m) al passaggio di 

sciatori: spessore 30 cm, lunghezza 

fronte 300 m, scorrimento 500 m.

UNA VALANGA PROVOCATA: Rocky Mountains - Canada 2009Nessun errore: il tracciato seguiva una dorsale, il gruppo era ben organizzato, la decisione di tornare indietro è stata concordata e

rispettata.

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UNA VALANGA PROVOCATA: Rocky Mountains - Canada 2009

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FATTORE UMANO (NOI…)

da soggetto a oggetto

Elementi non misurabili

PRUDENZA, volontà, consapevolezza, istinto, esperienza, conoscenza, ecc.

Azioni: ?

Parametri misurabili

COMPORTAMENTO (es.: distanza di sicurezza):

frequenza, latenza, durata, intensità.

Azioni preventive possibili: condivisione di valori, organizzazione del gruppo, leadership, ecc.

Parametri misurabili

RISULTATI:Incidenti(es.: valanga provocata)

Azioni necessarie: autosoccorso e soccorso;ma anche divieti, repressione, …

FATTORE UMANO (NOI…)

soggetto                         oggetto