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Società degli Alpinisti Tridentini

DOCUMENTO DI OSSERVAZIONI sulla

RELAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE PER LO STUDIO DI V.I.A,

relativo allo

STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE Riqualificazione e potenziamento della proposta turistica nell’area di

Pinzolo – Madonna di Campiglio

Premessa L’area di Plaza in questi ultimi anni è stata oggetto di proposte e di interventi che hanno modificato gli assetti consolidati da decenni ma soprattutto hanno messo le condizioni per successivi cambiamenti e alterazioni del quadro complessivo. L’area ha caratteristiche naturalistiche ed una collocazione molto particolari che richiedono una attenzione elevata quando si pianificano le destinazioni d’uso e si elaborano successivamente progetti. SAT è intervenuta fornendo i propri contributi ai vari livelli e nelle sedi istituzionali. SAT, convinta che Plaza, come porta del Brenta, abbia titolo ad una tutela particolare, ha espresso valutazioni negativa alla previsione del collegamento funiviario ancora in sede di approvazione del primo PdP, alla previsione urbanistica di area sciabile inserita dalla variante PUP del 2003 e del PUP 2007, chiedendo la cancellazione della area sciabile fino a Plaza in coerenza con l'assunto che il collegamento funiviario servisse solo per collegare due località fra loro distanti e che quindi non servisse un collegamento sciistico. Allo stesso tempo scrivevamo nel 2008 nelle osservazioni prodotte per lo studio di VIA al collegamento 'Pinzolo Campiglio' come il mantenere la previsione di area sciabile avrebbe portato in futuro alla conseguente realizzazione dell’impianto di arroccamento a Plaza. SAT ipotizzava sempre nelle stesse osservazioni: “Il problema maggiore è che la presenza di impianti di risalita in fondo a Vallesinella, Val Brenta e

Val Agola incentiverà sicuramente le discese fuori pista in tutte tre le valli! Oggi non scende

praticamente nessuno perché in fondo non c'è nulla, domani dal Dos del Sabiòn per la Val Agola e

dallo Spinale/Grostè per la Vallesinella scenderanno centinaia di sciatori al giorno (basta meno

dell'1% degli sciatori giornalieri per fare queste cifre), con potenziali impatti enormi su

svernamento ungulati, tetraonidi, svernamento orso. Teoricamente e solo nel parco lo sci fuori

PAT/RFS158-04/08/2015-0402208 - Allegato Utente 2 (A02)

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pista è vietato ma di fatto non ci sono praticamente controlli. Rischiano di diventare classiche di

fuori pista zone dove oggi non passa praticamente nessuno. Bisogna essere chiari e farlo sapere: la

presenza di quegli impianti a valle significherà, soprattutto nella stagione sciistica, aumento

enorme (raffrontato alla situazione odierna) del disturbo nelle tre valli citate, gioielli del Parco, del

Trentino, di tutti”. SAT a distanza di qualche anno non può che prendere atto della volontà politica di mantenere la previsione urbanistica di pista fino a Plaza. In sede di comitato parco (19 dicembre 2014) abbiamo ricordato la posizione fin qui assunta da SAT ed espresso un voto a favore della variante perché non potevamo che prendere atto delle decisioni maturate finora, ma come amministratori del Parco abbiamo manifestato la preoccupazione per ciò che determinerà la nuova pista sugli assetti ambientali futuri anche del Parco stesso. Una partita, abbiamo ricordato, che riguarda anche il Parco pur essendo fuori confine. Perché ad avviso di SAT l'arroccamento a Plaza potrebbe significare in un futuro prossimo anche partita immobiliare, interventi sulla viabilità di accesso, ipotesi di ulteriori sviluppi; significa in una parola che gli scenari ipotizzati nel 2008 si stanno concretizzando. È ben vero che si afferma nella relazione illustrativa del PdP che “... confermato il previsto

collegamento dell'area sciabile di Pinzolo con quella di Campiglio con l'ampliamento della stessa

sul versante nord fino alla località Plaza, tenuto conto delle condizioni già fissate dal PUP vigente

per la salvaguardia dei valori ambientali e paesaggistici di località Plaza e relative all'esclusione in

questa località del potenziamento della viabilità esistente e di qualsiasi tipo di infrastrutturazione e

urbanizzazione.”

Una scommessa a nostro avviso molto difficile se non impossibile da vincere. Lo studio che stiamo analizzando contiene la rappresentazione concreta di uno sviluppo centrato sull’uso intensivo dell’impianto, sia invernale che estivo, promuovendo ogni forma di frequentazione della montagna. Il rischio che vediamo è la progressiva erosione con sistematici interventi, che rendono necessari a loro volta ulteriori infrastrutturazioni, laddove si prevedano forme di frequentazione che richiedono condizioni minimali di confort. La SAT ha interessato la Commissione TAM per una lettura attenta dello studio di impatto ambientale. Nello studio si affronta uno piano di sviluppo che prevede:

­ la realizzazione della nuova pista Puza dai Fò – Plaza; ­ la sistemazione della stazione di Plaza e la realizzazione di una passerella a scavalco sul

torrente Sarca di Campiglio; ­ la realizzazione di un nuovo percorso per mountain bike ad uso turistico tra Grual, Valagola

e località Puza dai Fò; ­ il “mantenimento della previsione futura dell’impianto Mavignola – Plaza come da

autorizzazione acquisita, attualmente in sospeso a causa della mancanza di fondi per la sua

realizzazione e gestione futura come di seguito meglio relazionato”; ­ l’idea di uno sviluppo “sostenibile” fondato su itinerari escursionistici estivi su tracciati

esistenti e non, per escursionismo a piedi e in mountain bike; e itinerari escursionistici invernali su tracciati esistenti da percorrere con ciaspole, sci da fondo, sci alpinismo e sci escursionismo con accompagnatori.

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Nella analisi del lavoro in oggetto la commissione TAM ha tenuto in conto anche alcune linee guida espresse dal Consiglio centrale in merito a Montagna e bici, indicando la necessità di individuare percorsi separati per le bike, scelti in funzione di tracciati e/o condizioni ambientali che consentano il passaggio della mtb senza arrecare danno al patrimonio naturalistico. Raccomandando percorsi che permettano tecniche di guida ecocompatibili ed evitando manovre dannose quali la derapata (bloccaggio della ruota posteriore). Inoltre non fa parte della filosofia SAT servirsi d’impianti di risalita o di mezzi meccanici e poi usare la mtb solo come mezzo di discesa nel downhill estremo. Montagna e sci, ponendo l’accento sulla necessità di essere sempre più cauti nell’uso del suolo e nella salvaguardia delle aree di pregio paesaggistico, botanico e faunistico. Sottolineando come la mobilità alternativa non debba essere usata a pretesto per la costruzione di nuovi impianti e di come sia fondamentale, pensando ai cambiamenti climatici in atto, porre attenzione all’uso dell’acqua per l’innevamento artificiale di piste a quote ormai troppo basse.

In prima analisi lo studio fornisce un quadro generale di interventi ma le proposte in esso contenute risultano prive di una fase progettuale Si tratta, di fatto, di un piano di rilancio che coinvolge pienamente una zona facente parte di un’area Parco con alcune peculiarità naturalistiche importanti, soprattutto per la sua prossimità ad aree ancor più delicate di elevata naturalità ed indubbio interesse faunistico e paesaggistico. Si esprimono dunque forti perplessità circa la realizzazione di nuove ipotetiche e non meglio specificate infrastrutture e di percorsi per nuove modalità di fruizione invernale (ciaspole, scialpinismo, sci escursionismo) ed estive (mountain bike e downhill). Nel quadro generale, inoltre, risulta non chiara la situazione inerente le infrastrutture accessorie che sarà necessario costruire per supplire alle necessità logistiche collaterali (es. parcheggi per gli utenti delle piste da fondo, accessi e passaggi su strade soggette a chiusura, etc.). Nel documento si lascia ampio spazio grigio, possibili porte aperte a futuri impianti. SAT richiama l’attenzione al significato vero dello sviluppo turistico sostenibile, che deve garantire sostenibilità economica, sociale ed ambientale. In questo piano di rilancio viene meno completamente la sostenibilità ambientale, quella sociale non viene considerata né a breve né a lungo termine e la sostenibilità economica non risulta supportata da dati sufficienti e ignora proiezioni ed analisi a medio e lungo termine. L’idea di sviluppo e rilancio del turismo locale risulta non congruente alla definizione di turismo sostenibile. La presenza di impianti di risalita in fondo a Vallesinella, Val Brenta e Val Agola incentiverà sicuramente le discese fuori pista in tutte tre le valli, la presenza di piste da fondo implica un aumento di infrastrutturazione e di frequentazione del tutto incontrollata. Inoltre non è ben chiara come si intende gestire le questioni inerenti il controllo degli accessi, delle discese nonché della sicurezza dei frequentatori. Ci preme rilevare come lo studio sia privo di un’analisi dell’incidenza ambientale delle singole proposte e, ancor più importante, dell’analisi dell’effetto cumulo. Inoltre sottolineamo come risulti difficile poter esprime una approfondita valutazione e quindi fornire anche contributi concreti data la vaghezza dei riferimenti, l’inesattezza dei numeri portati e l’assenza di un’analisi previsionale e strategica supportata da numeri e bibliografia adeguata.

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Analisi puntuale Di seguito riportiamo un esame puntuale dei punti che ci sembrano poco chiari e che, a nostro avviso, necessitano una nuova valutazione supportata in modo più oggettivo e/o chiaro.

CAPITOLO 1 - PREMESSA

1.1 - Origine della proposta progettuale A pag. 8 il documento riporta la necessità di dare avvio ad un “sistema integrato di mobilità” per

risalire la Valle di Campiglio principalmente tramite l'utilizzo di impianti a fune e sistemi di mobilità

pubblica, riducendo in tal modo il carico veicolare nel territorio considerato”: Si chiede che siano resi disponibili dati numerici a sostegno della affermazione dell a riduzione del carico veicolare. 1.4 - Presentazione dell’opera

A pag. 11 si scrive: “Un’analisi approfondita, di quanto sopra descritto, oltre a risultare estremamente complicata, sarebbe oltremodo dispersiva. Il presente Studio si concentrerà nelle analisi tecniche delle opere per le quali si è giunti alla fase progettuale, rimandando a stralci successivi le restanti opere che necessitano di eventuale progettazione.” L'affermazione contraddice il fine stesso dello studio di impatto ambientale. Risulta impossibile valutare l'impatto ambientale di un progetto, a maggior ragione se complesso, senza averne un quadro esaustivo e completo. Sarebbe il caso specificare quali sono le opere che si intende fare e per quale scopo, con una indicazione delle ricadute positive e negative a breve e a lungo termine. La promozione della discesa in mountain bike lungo sentieri di montagna, dello scialpinismo, delle ciaspole, del free ride (o “itinerari escursionistici invernali su tracciati esistenti da percorrere con sci escursionismo con accompagnatori” come si preferisce chiamarlo nel progetto) sono attività potenzialmente impattanti con particolare riferimento alla fauna selvatica, che può essere colta alla sprovvista e costretta ad estenuanti fughe, in particolare nella stagione invernale. Si ritiene pertanto opportuno richiedere al committente le necessarie integrazioni per quanto riguarda la promozione di pratiche sportive potenzialmente impattanti nonché, a maggior ragione delle opere oggetto di successiva progettazione e che il committente intende rimandare a stralci successivi. Le opere progettate, oggetto della presente SIA, accessorie al collegamento impiantistico fra Pinzolo e Madonna di Campiglio, non sembrano volte ad ottimizzarne l'utilità ai fini di “mobilità integrata” (l'utilità pubblica per fini di mobilità integrata era la motivazione che aveva consentito la realizzazione dell'opera) ma sono finalizzate:

­ a migliorare i flussi di sciatori durante l'inverno (pista da sci); ­ ad ottimizzare l'impiego degli impianti esistenti anche nella stagione estiva (sentieri,

itinerari mtb); ­ ragione strategica per la Società impiantistica stessa, a migliorare l'offerta turistica a

promozionare in una versione accettabile opere già esistenti quali ad esempio i sentieri. Il fatto che “nella situazione attuale l'investimento fin qui realizzato non permetta di sfruttare al

meglio le potenzialità dell'impianto” è determinato non dalla mancanza delle opere in progetto o delle “iniziative collaterali” ma da una incompleta progettazione del collegamento fin dal suo inizio, collegamento nato per offrire un servizio di mobilità integrata e non per scopi sciistico-ricreativi. Tali iniziative collaterali nulla hanno a che fare con la mobilità integrata. “Fatta eccezione per la nuova pista, nella maggior parte di casi si tratta di opere già esistenti

(sentieri ad esempio) che non possono ora essere promozionate in una versione accettabile da

parte di gran parte degli utenti, sia locali che al turista.

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L'affermazione riportata nel paragrafo dedicato alla presentazione dell'opera sminuisce l'impatto delle opere a prescindere dallo studio in oggetto, anticipando di fatto le conclusioni dello studio. Si richiederebbe una maggiore oggettività nella stesura di una SIA. A pag. 12 dello stesso paragrafo si esplicita l’intenzione di costruire una pista nera, con elevata pendenza. Una pista nera, dedicata a sciatori esperti, non pare la migliore soluzione progettuale per aumentare la sicurezza sulle piste e distribuire gli sciatori. 1.4.2 - Sbarrieramento e adeguamento della stazione Puza dai Fò – Plaza

Lo sbarrieramento e adeguamento della stazione Puza dai Fò-Plaza, con particolare riferimento alla possibilità di accesso agli “escursionisti con mountain bike” sembra un esplicito invito alla pratica del down hill dal sovrastante Dos del Sabion, pratiche ritenute impattanti per il territorio montano e non in linea con l’indirizzo di SAT. 1.4.3 - Sentiero da Grual a Puza dai Fò

Da quanto scritto si deduce che se il sentiero è “ottenuto con sterri e riporti” significa che prima non esisteva o era un semplice tracciato percorribile solo a piedi. Operando per renderlo “ciclo-pedonale”, di fatto si realizza un'opera ex novo. L'affermazione contraddice pertanto quanto riportato al paragrafo 1.3. CAPITOLO 2 - INQUADRAMENTO TERRITORIALE Nel paragrafo 2 si ribadisce più volte che le ricadute, e quindi i potenziali impatti, del progetto di sviluppo, si estendano ben oltre l’alta Rendena grazie alla messa in rete dei percorsi. Se la realizzazione delle opere e delle attività promozionali in progetto avranno ricadute su un'area ben più estesa di quella presa in esame dalla SIA in oggetto, si chiede perché lo studio non le abbia prese in considerazione. 2.2 - Il Parco Naturale Adamello Brenta

L'affermazione seguente: “le valli di maggior interesse naturalistico (del Parco Naturale Adamello

Brenta n.d.r) sono la Val di Tovel e la Val Genova” non è supportata da dati scientifici sufficienti a validarla, in particolare per quanto riguarda il confronto con la valle oggetto delle opere in progetto. Quanto scritto sembra sottovalutare il valore naturalistico della Valle oggetto del progetto. Si ritiene opportuno richiedere adeguata integrazione naturalistica a sostegno della affermazione.

CAPITOLO 3 - QUADRO PROGRAMMATICO – COMPATIBILITA’ URBANISTICA

3.3.1 - Inquadramento strutturale (Art. 7 NTA)

A pag. 18 si nota che la pista in progetto ricade completamente in area Parco e Natura 2000, è completamente inclusa in “area di tutela ambientale” (art.11) ed interessa per la porzione terminale la fascia di protezione fluviale del fiume Sarca:la proposta risulta in conflitto con le linee di tutela?

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3.8 - Carta di Sintesi Geologica e tutela delle sorgenti

Notare che a pag. 40 si prevede di costruire nel tratto nelle immediate vicinanze del torrente Sarca di Campiglio con la scogliera e l’attraversamento pedonale su passerella per gli utenti della telecabina che viene classificato come area ad elevata pericolosità geologica e idrologica. CAPITOLO 4 - QUADRO PROGETTUALE - LE OPERE IN PROGETTO

4.2 - Stato attuale - Mobilità integrata

Tra le pag. 46-47 l’estensione di un carosello sciistico non è mobilità integrata poiché non fruibile da tutti i possibili utenti. Leggendo i dettagli si può notare come, di fatto, sia gli impianti che i trasporti su gomma siano unicamente finalizzati all’implementazione della possibilità di spostarsi entro la SKI area. ([…] Le opere relative alla costruzione dell'impianto e del parcheggio non sono

pertanto mai state intraprese, seppure la necessità di realizzarle sia giustificata dalla richiesta da

parte della frazione di Sant'Antonio di Mavignola. La loro progettazione è ritenuta tuttora

un'ipotesi valida sul piano funzionale del collegamento, in particolare per la necessità di inserire

nella Ski area la località.) L’opportunità economica data dalla realizzazione del progetto in esame in termini di ricadute diffuse/benefici ai residenti e alla microeconomia locale non sono esplicitati. Questo aspetto va esplicitato e il progetto va giustificato con un bilancio/prospetto economico. 4.3 - Descrizione proposta progettuale nel suo complesso

A pag. 48 si legge “Si tratta nella quasi totalità di esistenti sentieri che non necessitano di alcun

adeguamento per essere realizzati e non comportano la necessità di autorizzazioni per la loro

percorrenza a piedi o con mezzi escursionistici invernali. I pochi tratti di cui è prevista la

realizzazione, di cui attualmente non è stato realizzato il progetto, saranno, se previsti, presi

nuovamente in considerazione in stralci successivi.”

Dovendo valutare l’incidenza complessiva del progetto sul SIC è opportuno poterlo valutare nella sua interezza, non per stralci. Si ritiene inoltre importante esplicitare cosa il progettista intende con “mezzi escursionistici invernali”. Inoltre si fa notare che, nell’ottica di una vera valutazione complessiva, le tavole M1 e M2 con le proposte di itinerario non riportano i confini del parco e dei SIC/ZPS. Va esplicitato meglio come si intende garantire la stagionalità della proposta (che dovrebbe includere anche le stagioni intermedie). Essa non può essere sostenuta solo dalla presenza dei sentieri e dei percorsi ma va innanzitutto presentata una tabella che riassuma il numero di presenze estive e l’effettiva fruizione della zona, quali tipo di utenze (famiglie, escursionisti adulti, anziani, portatori di handicap etc.…) possono accedervi, e l’esistenza delle condizioni di contorno (supporto logistico, bar, ristoranti etc.…). 4.3.2 - Proposta turistica invernale

Si vuole far notare che si fa una chiara proposta di itinerari per lo sci d’alpinismo da percorrere solo con accompagnatori (Grostè-Plaza) e itinerari di sci Dos del Sabion Valagola Plaza). Presentare una tabella che riassuma il numero di presenze invernali effettive e/o stimate che fruirebbero dei percorsi ciaspole/sci alpinismo, sci da fondo e slitte e quali tipo di utenze (famiglie, escursionisti adulti, anziani, portatori di handicap etc…) possono accedervi. Itinerari di sci alpinismo da effettuarsi esclusivamente in discesa richiamano molto la pratica del free ride, o comunque dello sci fuoripista praticato nelle alpi occidentali. Pratica che si ritiene del tutto incompatibile con le finalità di conservazione del Parco, soprattutto in valli dove sono presenti specie degli allegati I Direttiva Uccelli e II Direttiva Habitat che richiedono la massima

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tutela soprattutto durante il periodo invernale, estremamente delicato per la fauna in generale. Si ritiene impossibile poter controllare l’effettivo accesso all’area e soprattutto la percorrenza con gruppi esclusivamente accompagnati. Manca inoltre una specifica su chi dovrebbe accompagnare i gruppi, figura che non dovrà essere solo dotata di capacità sciistiche ma anche di consapevolezza del disturbo potenzialmente arrecabile alla fauna. La proposta di simili itinerari, inoltre, rende evidente come le conseguenze della realizzazione delle opere in progetto, in particolare la realizzazione della pista ed il conseguente adeguamento della stazione di Plaza per consentire la salita di passeggeri, apra la porta alla pratica massiccia dello sci fuoripista o comunque agevoli e indirettamente promuova la discesa con gli sci lungo valli e in stagioni altrimenti precluse all’accesso. A maggior ragione si chiede quindi di integrare il progetto di tutte le parti mancanti e che il committente/progettista intendono presentare più avanti come singoli stralci avulsi dallo studio in oggetto. Infine non è chiaro dal progetto quali strumenti saranno messi in atto per garantire un accesso sicuro alle valli in caso di pericolo valanghe, ad esempio l’accesso a Vallesinella che risulta chiusa nella stagione invernale per pericolo valanghe. 4.5.1 - Caratteristiche tecniche

Chi scende alla stazione di Puza dai Fò, può accedere alla nuova pista percorrendo, sci ai piedi, un brevissimo tratto di raccordo lungo la strada forestale esistente. Trattandosi di mobilità integrata, che peraltro dopo l’adeguamento previsto dal progetto in analisi consentirà l’accesso alla cabinovia, da Plaza, anche ai disabili, imporre l’obbligo di trasferimento fra le due stazioni alla Puza dai Fò “sci ai piedi” pare contraddittorio (nonché irrealizzabile per alcune categorie di disabili) a meno che non si pretenda che passino l’intera giornata alla stazione di arrivo e/o discesa dell’impianto. A pag. 56 si fa riferimento al posizionamento di reti di sicurezza va a costituire una barriera per gli spostamenti degli animali, in una fase delicata del ciclo vitale. 4.5.2 - Realizzazione del piano sciabile tra Puza dai Fò e Plaza

A pag. 52 si legge che la pista nel suo complesso non richiede pesanti alterazioni morfologiche del versante, pertanto, in alcuni tratti, è previsto il solo taglio degli alberi senza rimozione delle ceppaie. L’affermazione pare contraddetta dalla successiva descrizione delle “principali fasi lavorative” A parte l’eliminazione della copertura arborea su 6,34 ha di versante con pendenze medie del 34,5% e punte del 69%, con le conseguenti ricadute in termini di efficacia nel prevenire il dissesto idrogeologico, le seguenti fasi apportano pesanti e irreparabili alterazioni morfologiche (pag. 59):

­ realizzazione del piano pista con rimozione delle ceppaie e spietramento; ­ demolizione massi ciclopici; ­ posa delle tubature e dei pozzetti per lone delle ceppaie e spie ­ realizzazione di terre rinforzate e gabbionate chiodate.

4.6.3 - Ipotesi zero – non realizzazione del progetto

A pag. 63 si riferisce che tra le conseguenze prevedibili della non realizzazione del progetto non sono considerate le possibili ricadute positive sull’affluenza estiva di turisti richiamati esclusivamente dal valore naturalistico del luogo, che in caso di intervento potrebbero venire persi. 4.7.4 - Emissione sonora - stato attuale e progetto

A pag. 65 si evidenzia che i valori limite di emissione e immissione notturni invernali concessi dal comune sono i più elevati.

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4.7.7 - Fabbisogno idrico per la nuova superficie sciabile

A pag. 69 i dati riportati nel paragrafo in oggetto evidenziano come la realizzazione di piste da sci poste al di sotto dei 1600 m sia insostenibile dal punto di vista del consumo di acqua, nonché di energia per il funzionamento dell'impianto di innevamento programmato. Ormai indispensabile per garantire la necessaria copertura nevosa. Ancora, a pag. 71 si fa riferimento al calcolo del fabbisogno totale cui si aggiungono i volumi d'acqua necessari per la nuova pista senza tenere conto del fattore di compattazione precedentemente citato. Nel paragrafo seguente si afferma come, pur avendo un fabbisogno idrico di gran lunga superiore ai volumi d'acqua concessi, la quantità d'acqua sia adeguata per un buon innevamento artificiale. Le motivazioni addotte per giustificare tale conclusione non sono suffragate da analisi e dati che giustificano le affermazioni 4.8 - Tempistica

A pag. 71 si fa notare che la tempistica non tiene conto del periodo riproduttivo dei tetraonidi e di altre specie dell'allegato 2 (orso). 4.11 - Costi di realizzazione e riflessi dell’opera sull’economia locale Seguendo, a pag. 72 si scrive che l’opera è di notevole importanza in quanto consente di ampliare l’offerta turistica invernale, principale economia su cui si basa il territorio. “E' senza dubbio un

risultato positivo poterla realizzare, anche solo dal punto di vista dell'immagine dal momento che

ogni sciatore che passa da Plaza si chiede come mai non si possa scendere sciando anziché con

l'impianto. La funzionalità e la "snellezza" nel movimento tra le microaree della Skiarea sono alla

base del funzionamento dell'intero sistema.” L’affermazione cozza con il periodo di scarse risorse economiche in cui ci troviamo e giustificare la realizzazione di un'opera da qualche milione di euro solo per “immagine” è piuttosto discutibile. Sarebbe preferibile fornire più dati a supporto della necessità di realizzare una simile opera, che non sia la mera “immagine”. 4.11.1 - Analisi economica dell’investimento

Stando a quanto riportato dal progettista a pag. 72, il programma di sviluppo concordato nel 2009 con la provincia ed i comuni della Rendena non prevede la promozione di itinerari di scialpinismo/sci escursionismo accompagnato (ovvero free-ride), si parla solo di “Racchette da neve”, “Piedi”, “sci di fondo”. Si chiede quindi nuovamente di eliminare questa disciplina (free-ride) da quelle da promuovere e incentivare. 4.11.2 - Costi preventivati

I totali delle tabelle a pag. 73 dei costi preventivati per realizzazione piste e manutenzione non riportano cifre corrette: si prega di verificare. I costi preventivati, inoltre, non tengono conto della periodicità della manutenzione, riportando cifre una tantum. Non si riporta inoltre una stima dei costi di esercizio dell'impianto, in termini di corrente elettrica e acqua. Ai costi andrebbero inoltre aggiunti il mancato reddito derivante dal bosco tagliato (riduzione del capitale boscato) e anche la sua funzione di stock di CO2. La stima dei costi risulta quindi sottostimata. Si sottolinea, inoltre, come la cifra di 3800 euro preventivata per l'inerbimento dei 63.428 mq di superficie della pista porta ad una stima di circa 0,06 euro/mq è non compatibile con l'utilizzo di sementi locali ma con l’uso di sementi miste e di scarsa qualità che inficerebbero la biodiversità locale.

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4.11.3 - Previsione di ritorno economico

A pag. 73 si fa una previsione non supportata da dati statistici, si chiede di fornire dati reali (non solo stime e previsioni) che supportino le previsioni del progettista; ad esempio gli accessi su una pista con caratteristiche analoghe a quella in progetto. In particolare la correlazione diretta fra l'aumento del 10% della superficie sciabile, il parallelo aumento del 10% del numero di sciatori e l'aumento di 7 volte il numero dei passaggi (da 400 a 3000), considerato che la pista sarà una nera rivolta ad un'utenza esperta. I dati di affluenza riportati (aumento del 10% degli sciatori, da 400 a 3000 passaggi) sembrano inoltre contraddire le affermazioni sull'aumentata sicurezza della ski area, dovuta ad una maggiore diluizione degli sciatori. 4.12 - Manutenzione e futuro smantellamento Nel paragrafo, nella parte relativa alla manutenzione, non si fa cenno all'utilizzo di mezzi a motore (automezzi, scavatori) e alla frequenza con cui verranno utilizzati. Nella parte relativa allo smantellamento non si fa alcun riferimento alla demolizione delle terre armate e delle scogliere di massi. Sarebbe inoltre interessante se fosse fornita una stima dei costi di smaltimento e ripristino conseguenti allo smantellamento. 4.13 - Sentiero Grual – Puza dai Fò

Non sono riportate le tempistiche di esecuzione dei lavori di realizzazione e ampliamento del sentiero. Trattandosi di opera parte integrante del progetto è necessario integrare la parte in questione con una stima dei costi di realizzazione e fasi di cantiere, che trattandosi di area Natura 2000 dovranno tenere in debito conto delle fasi vitali degli animali potenzialmente presenti (orso, cedrone in primis). Per quanto riguarda, infine, l'inerbimento, l'affermazione di “specie estranee al contesto” può facilmente essere evitata utilizzando nella semina miscugli di specie compatibili con l'area oggetto di intervento. Ricorrendo eventualmente alla semina verde, falciando aree prossime a quella di intervento e pacciamando con l'erba falciata. CAPITOLO 6 - QUADRO AMBIENTALE - COMPONENTI ABIOTICHE

6.1.1 - Pluviometria

I dati di riferimento e i grafici si riferisco ad anni diversi, l’analisi integrata di questi dati risulta poco efficace, sarebbe il caso di uniformare i dati e lavorare su serie di dati comparabili. CAPITOLO 8 - STUDIO DI INCIDENZA NEL SIC IT3120009 DOLOMITI DI BRENTA

8.3.1 - La fauna nel SIC IT3120009 Dolomiti di Brenta

A pag. 126 si riporta: “A livello locale il tetraonide mantiene una popolazione vitale e

numericamente significativa. Dell’importanza dell’area per la specie se ne terrà debitamente conto

nella formulazione delle proposte di mitigazione.” Ma nel capitolo 10 non si trova nessun riferimento specifico, opportuno delineare meglio se e come si intende mitigare l’impatto. 8.4.1 - Aumento del carico antropico – disturbo alla componente faunistica A pag. 132 riporta: “Si può concludere, relativamente all’analisi dell’incremento del carico

antropico in rapporto alla componente faunistica d’interesse comunitario, che la realizzazione della

pista comporterà un’incidenza negativa a causa dell’effetto “disturbo”; che quest’incidenza

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riguarderà in modo prevalente la specie gallo cedrone, mentre non si palesa chiaramente per le

altre specie considerate; che tale aspetto risulta non quantificabile a priori ma solo teorizzabile;

che si dovrà tenere conto di tale aspetto nella formulazione delle proposte di mitigazione

all’impatto.” Ma nel capitolo dedicato non ci sono riferimenti specifici, inoltre il tutto si deduce da non meglio precisate fonti. Si chiede di fornire fonti e dati a supporto della conclusione. 8.4.3.1 - Attività turistica estiva

Pag. 133 riporta: “Si può concludere che, durante la stagione estiva, sono garantite alla fauna

numerose occasioni per oltrepassare la nuova pista da sci in assenza del disturbo arrecato

dall’uomo.” Una conclusione mancante di dati e bibliografia affidabile: è il caso di fornire qualche dato scientifico e qualche riferimento più certo a supporto della conclusione. 8.4.5.2 - Analisi del fenomeno sci fuoripista ed escursionistico Pag. 135 riporta: “L’apertura delle porte a Plaza ovvierebbe al problema del rientro dando la

possibilità di effettuare la discesa fuoripista e la risalita con gli impianti. Questo non significa che

automaticamente il fuoripista diverrebbe una pratica comune. La necessaria conoscenza dei

tracciati unita alla loro elevata difficoltà tecnica e alla necessità di idonee condizioni del manto

nevoso, presente solo in alcuni periodi l’anno, limita naturalmente il fenomeno che resta comunque

vietato.” Questa affermazione appare in contrasto con gli scopi del progetto che auspicano un aumento dello sci escursionismo, dello scialpinismo e del fuoripista. Inoltre si fa riferimento ad una regolamentazione dei flussi senza chiarire le modalità di regolamentazione e di controllo. 8.4.6 - Percorsi in mountain bike ed escursionistici

Il paragrafo “ipotizza” ma non fornisce dati di flussi turistici previsti né qualsiasi altra specifica di percorsi alternativi o di regolamentazione, si prega di dettagliare.

8.8 - Conclusioni dello studio d’incidenza

Pag. 141 riporta: “Riguardo alle future previsioni d’uso del territorio queste riguardano in larga

parte sentieri esistenti sui quali si vuole incentrare un’offerta turistica estiva ed invernale per la

fruizione a piedi, con ciaspole, o con mountain bike. Si tratta in genere di un turismo a basso

impatto, anche se per alcune aree particolarmente vocate come zone di rifugio faunistico, per gli

interventi ex-novo e gli adeguamenti dei tracciati esistenti, dovranno essere fatte attente

valutazioni sulle possibili ricadute, in particolar modo, a livello faunistico.” Data la rilevanza naturalistica dell’area, si chiede una maggiore precisione nella descrizione degli impatti a lungo termine. CAPITOLO 9 - INDIVIDUAZIONE DEGLI IMPATTI

9.3 - Impatti acustici

Nel paragrafo si parla di impatti acustici considerati più volte anche nei sotto paragrafi: "in base alla percezione umana" piuttosto che "almeno in riferimento all'orecchio umano". Si accenna invece al possibile impatto del rumore nel capitolo successivo, il 9.4.2 (impatti sulla fauna), dove si ammette sostanzialmente l'attività impattante dal punto di vista acustico, anche se di carattere "temporaneo", durante lo svolgimento dei lavori, ma in fase critica riproduttiva delle specie sensibili indicate. Si "sminuisce" l'impatto acustico durante il periodo di funzionamento degli impianti pur riconoscendo un certo impatto sonoro (battipista, cannoni, attività antropica, etc). La conclusione a nsotro avviso viste le premesse degli impatti non appare coerente: "I

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igazioni proposte nel seguente capitolo. " 9.6 - Impatti sull’uso del suolo

Il paragrafo riassume da solo uno degli elementi di maggior impatto dell'intervento, vale la pena porvi maggiore attenzione e fornire maggiore dettaglio: "La realizzazione della

, da bosco/pascolo a piano sciabile di una superficie, di circa 6,35

ettari (escluse le rampe). Il cambio di destinazione d’uso del suolo porta con se le conseguenze

analizzate nel presente studio e nello studio idrologico allegato. Queste si possono riassumere in

aumento dell’erosione, aumento dei deflussi superficiali, riduzione dei tempi di corrivazione,

perdita parziale degli orizzonti organici di terreno."

CAPITOLO 10 - MITIGAZIONI E BUONE PRATICHE

In generale le misure di mitigazione rientrano nelle consuete modalità operative in ambiente montano/naturale, non si prevede nulla di eccezionale. Nel capitolo non si fa alcun cenno a misure di mitigazione collegate all’incentivazione all’utilizzo dei sentieri esistenti” (segnaletica per gestione maggiori flussi, in particolare bikers, sci alpinisti, free riders –accompagnati- ecc.). Inoltre, in un’area di comprovata presenza del cedrone, non sono stati previsti segnalatori per i cavi per evitare gli impatti da parte dell’avifauna. Trento, 31 luglio 2015 Il Presidente SAT Claudio Bassetti

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Allegati

Documento SAT di osservazioni al Piano Territoriale di Comunità delle Giudicarie Trento, 23 dicembre 2013 1.

L’area sciistica di Pinzolo Campiglio e la sua espansione

La proposta s'inserisce in un quadro di ampliamento che parte dal PUP e riguarda la zona di Plaza; la mobilità alternativa, il famoso collegamento funiviario Pinzolo Campiglio, da SAT smontata nei suoi numeri e nella sua ipotesi sia funzionale che economica diventa ora fattore per forzare un'area delicatissima, come la porta del Brenta. In sede di osservazioni PUP SAT ha chiesto lo stralcio della previsione urbanistica di area sciabile, inserita nel PUP 2007, in coerenza con l'assunto che il collegamento funiviario servisse solo per collegare due località fra loro distanti. Ora i numeri reali, circa un quinto di quelli preventivati, dichiarano l’opera non sostenibile economicamente: la soluzione è la richiesta di sacrifici territoriali per costruire piste che scendano verso Plaza, località dove avverrà l'arroccamento vero. E’ una politica che vede avanzare in modo progressivo l'impatto del turismo invernale dentro un quadro non definito da un ragionamento complessivo ma da erosioni successive giustificate da problemi di gestione, concorrenze esterne, richieste degli utenti e che porta a pensare come non inverosimili proposte che imporrano collegamenti fra l’area di Plaza e Spinale, speculazioni immobiliari alle porte del Brenta, di quella val Brenta che è accesso di fascino e bellezza indescrivibili, che è ingresso a un patrimonio mondiale dell'Umanità? Come non è altrettanto inverosimile ma certo lo sfregio sul versante Nord, su zona a rischio idrogeologico; certo è il fabbisogno idrico per innevare la pista di rientro da Campiglio, per la modesta quota e l'esposizione Sud. I costi di tali interventi incidono sul paesaggio, sulle risorse ambientali, sul sistema economico, drenando risorse, che ora scarse, vengono spostate da altri tipi di investimenti. SAT, nelle osservazioni allo studio di VIA del collegamento fra Pinzolo e Campiglio aveva messo in discussione la validità dello stesso, con la nettezza di chi può avere lo sguardo e la visione di prospettiva.

Le conclusioni SAT alle osservazioni sul sistema di mobilità Pinzolo Campiglio, 2008 Riprendendo in sintesi gli argomenti esposta, la SAT esprime l’avviso che:

­ il progetto non costituisce un intervento di mobilità alternativa al traffico privato ma dà risposte non certe alle sole società impiantistiche;

­ è privo di analisi economica revisionale; ­ è privo di analisi finanziaria prospettica; ­ si concentra sull’investimento, giustificandolo, ma senza entrare nel merito degli impatti ­ ambientali; ­ determina un impatto paesaggistico ed ambientale molto pesante; ­ mette le premesse per una infrastrutturazione pesante in località Plaza; ­ determina interventi sulla viabilità per Plaza, attualmente percorribile con piccoli veicoli; ­ rappresenta un rischio concreto che Plaza diventi centro di attrazione per pratiche di sci

fuori pista attualmente inesistenti o quasi; ­ Plaza, la porta del Brenta, viene a perdere il grande fascino che la caratterizza,

compromettendo frequentazioni; ­ non si siano analizzate soluzioni alternative praticabili e reali di mobilità diversa.

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2.

SAT e Parco

E allora in sede di comitato parco abbiamo deciso di votare contro il documento d'intesa e in successiva battuta l'accordo di programma che vedeva il Parco di fatto arrivare ad un compromesso, delegando ad Agenda 21, una società di analisi e ricerca, il ruolo di parte terza nello studio della compatibilità ambientale, sociale ed economica. Abbiamo ritenuto che non ci fossero margini per un accordo fra Comunità di Valle e Parco, con due visioni distanti, antitetiche, contrapposte sull'uso del bene ambientale. E se accordo ci doveva essere, allora la partita non si sarebbe dovuta gestire in questo modo, ma investire invece il Parco della responsabilità esclusive che ha in carico per quanto riguarda gli aspetti naturalistico ed ambientali. Abbiamo ragionato da amministratori, da soggetti che hanno in carico la responsabilità della tutela e della conservazione. Il problema maggiore è che la presenza di impianti di risalita in fondo a Vallesinella, Val Brenta e Val Agola incentiverà sicuramente le discese fuori pista in tutte tre le valli! Oggi non scende praticamentenessuno perchè in fondo non c'è nulla, domani dal Dos del Sabiòn per la Val Agola e dallo Spinale/Grostè per la Vallesinella scenderanno centinaia di sciatori al giorno (basta meno dell'1% degli sciatori giornalieri per fare queste cifre), con potenziali impatti enormi su svernamento ungulati, tetraonidi, svernamento orso. Teoricamente e solo nel parco lo sci fuori pista è vietato ma di fatto non ci sono praticamente controlli. Rischiano di diventare classiche di fuori pista zone dove oggi non passa praticamente nessuno. Molto più della già problematica (a livello di impatti) discesa in Tovel, dove non ci sono impianti di risalita a recuperarti! Bisogna essere chiari e farlo sapere: la presenza di quegli impianti a valle significherà, soprattutto nella stagione sciistica, aumento enorme (raffrontato alla situazione odierna) del disturbo nelle tre valli citate, gioielli del Parco, del Trentino, di tutti. È una problematica che nessuna analisi dei flussi ha preso in considerazione.