parte di coloro che ascoltarono la conferenza di … · Aristosseno di Taranto, Trattato...

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Come Aristotele soleva sempre raccontare, questa era l’impressione che provava la maggior parte di coloro che ascoltarono la conferenza di Platone Sul Bene. Infatti ciascuno vi era andato pensando di poter apprendere uno di questi che sono considerati beni umani, come la ricchezza, la salute, la forza e, in generale, una meravigliosa felicità. Ma quando risultò che i discorsi vertevano intorno a cose matematiche, numeri, geometria e astronomia, e, da ultimo, si sosteneva che il Bene è l’Uno, io credo che questo sia sembrato qualcosa del tutto paradossale. Di conseguenza alcuni la disprezzarono, altri la biasimarono. Aristosseno di Taranto, Trattato d’armonia.

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  • Come Aristotele soleva sempre raccontare, questa era limpressione che provava la maggior

    parte di coloro che ascoltarono la conferenza di Platone Sul Bene. Infatti ciascuno vi era

    andato pensando di poter apprendere uno di questi che sono considerati beni umani, come la

    ricchezza, la salute, la forza e, in generale, una meravigliosa felicit. Ma quando risult che i

    discorsi vertevano intorno a cose matematiche, numeri, geometria e astronomia, e, da ultimo,

    si sosteneva che il Bene lUno, io credo che questo sia sembrato qualcosa del tutto

    paradossale. Di conseguenza alcuni la disprezzarono, altri la biasimarono.

    Aristosseno di Taranto, Trattato darmonia.

  • Chi a Delo presso il dio espresse la propria opinione, scrivendo sul propileo del tempio di

    Latona, oper una distinzione tra il bene, il supremo valore morale, e il piacevole, come

    propriet che non ineriscono alla stessa cosa, con i seguenti versi: bellissimo il culmine del

    giusto, ottima la buona salute, ma la cosa pi piacevole ottenere ci che si desidera. Noi

    per non vogliamo concedere questo allautore dei versi. Il supremo valore morale e il

    massimo bene consistono infatti nella felicit e questa insieme il sommo piacere

    Aristotele, Etica eudemia.

  • , Si ammette generalmente che ogni tecnica praticata metodicamente, e, ugualmente, ogni azione

    realizzata in base a una scelta, mirino ad un bene: perci a ragione si affermato che il bene "ci

    cui ogni cosa tende. [] Orbene, se vi un fine delle azioni da noi compiute che vogliamo per se

    stesso, mentre vogliamo tutti gli altri in funzione di quello, [] evidente che questo fine deve essere

    il bene, anzi il bene supremo. E non forse vero che anche per la vita la conoscenza del bene ha

    un grande peso, e che noi, se, come arcieri, abbiamo un bersaglio, siamo meglio in grado di raggiungere

    ci che dobbiamo? Se [25] cos, bisogna cercare di determinare, almeno in abbozzo, che cosa mai

    esso sia e di quale delle scienze o delle capacit sia loggetto. Si ammetter che appartiene alla

    scienza pi importante [] Tale , manifestamente, la politica. Infatti, questa che stabilisce quali

    scienze necessario coltivare nelle citt, [] E poich essa che si serve di tutte le altre scienze e che

    stabilisce, [5] inoltre, per legge che cosa si deve fare, e da quali azioni ci si deve astenere, il suo fine

    abbraccer i fini delle altre, cosicch sar questo il bene per luomo. Infatti, se anche il bene il

    medesimo per il singolo e per la citt, manifestamente qualcosa di pi grande e di pi perfetto

    perseguire e salvaguardare quello della citt: infatti, ci si pu, s, contentare anche del bene di

    un solo individuo, [10] ma pi bello e pi divino il bene di un popolo, cio di intere citt. La

    nostra ricerca mira appunto a questo, dal momento che una ricerca "politica. [] Riprendendo il

    discorso, poich ogni conoscenza ed ogni scelta [15] aspirano ad un bene, diciamo ora che cos,

    secondo noi, ci cui tende la politica, cio qual il pi alto di tutti i beni raggiungibili mediante

    lazione. Orbene, quanto al nome la maggioranza degli uomini pressoch daccordo: sia la

    massa sia le persone distinte lo chiamano "felicit", e ritengono che "viver bene" e "riuscire"

    esprimano la stessa cosa [20] che "essere felici".[Libro I]c

  • Felicit la vita secondo ragione

    Dominio delle passioni Conoscenza delle realt immutabili

    Virt (abiti) etiche Virt (abiti) dianoetiche

    Saggezza cio dirigere bene

    la vita delluomo

    Sapienza cio contemplazione

    della verit, felicit perfetta

    Giustizia

    Si pensa che la giustizia sia la pi importante delle

    virt e che n la stella della sera, n la stella del

    mattino siano altrettanto degne di ammirazione; e

    con il proverbio diciamo nella giustizia

    compresa ogni virt.

    In che cosa consiste la felicit?

  • , ,

    '

    ' , '

    (5) .

    L'AMITI est une vertu, ou

    du moins toujours unie la

    vertu. Elle est ce qu'il y a de

    plus ncessaire la vie; car il

    n'est personne qui consentit

    vivre priv d'amis, dt-il

    possder tous les autres biens.

  • La nella filosofia

    ARISTOTELE, ETICA A NICOMACO

  • Elogio della

    Jeune, elle vous garantit des fautes o l'inexprience peut vous faire tomber; vieux, elle vous prodigue

    ses soins, et vous offre son secours pour l'accomplissement des actions ou des desseins que les infirmits de l'ge

    vous rendraient impossibles : enfin, s'agit-il de mditer et d'excuter les actions d'clat qui n'appartiennent qu' la

    force et la vigueur de l'ge mr, deux hommes qui marchent unis [comme dit Homre], en sont plus capables .

    La nature elle-mme semble avoir mis ce sentiment dans le cur du pre, pour l'tre auquel il a donn la vie; on

    l'observe non seulement dans l'homme, mais dans les oiseaux et dans la plupart des animaux, dans les tres qui

    appartiennent aux mmes espces, l'gard les uns des autres, et surtout dans les individus de l'espce humaine; et

    c'est pour cela que nous louons ceux qui mritent le nom de philanthropes. Quiconque a voyag, a pu s'en

    convaincre, et reconnatre combien l'homme est ami de l'homme, combien la socit de son semblable lui convient

    et le charme.

    L'amiti semble tre le lien qui unit les cits, et les lgislateurs semblent y avoir attach plus

    d'importance qu' la justice mme : car la concorde a dj quelque chose qui ressemble l'amiti; et c'est elle qu'ils

    aspirent tablir, tandis qu'ils s'efforcent de bannir la discorde, comme tant le plus redoutable flau des tats.

    D'ailleurs, supposez les hommes unis par l'amiti, ils n'auraient pas besoin de la justice; mais, en les

    supposant justes, ils auront encore besoin de l'amiti; et certes, ce qu'il y a de plus juste au monde, c'est la justice

    qui peut se concilier avec la bienveillance . (Morale Nicomaque)

  • Che cos la ? Mi sempre parso che questo quadro contenga

    una perfetta allegoria dellamicizia. Che cos

    infatti lamicizia se non una prossimit tale che

    non possibile farsene n una rappresentazione,

    n un concetto? Riconoscere qualcuno come

    amico significa non poterlo riconoscere come

    qualcosa. Non si pu dire amico come si dice

    bianco, italiano, caldo lamicizia non una

    propriet una qualit di un soggetto.

    Ma tempo di cominciare la lettura del passo di

    Aristotele che mi proponevo di commentare

    Giorgio Agamben, Lamico, ed. Nottetempo, 2012

    G. Serodine, S.Pietro e Paolo, lincontro ed il commiato sulla via del martiri, 1624-26

  • Che cos la ? [1170a 28-1171b 35] Etica nicomachea: 1. Colui che vede sente ( )di vedere, colui che ascolta sente di ascoltare,

    colui che cammina sente di camminare e cos per tutte le altre attivit vi qualcosa che sente che stiamo esercitandole

    ( ), in modo che se sentiamo, ci sentiamo sentire, e se pensiamo, ci sentiamo pensare, e questa la stessa

    cosa che sentirsi esistere: esistere ( ) significa infatti sentire e pensare.

    Ovvero

    Vi una sensazione dellessere puro, una dellesistenza; : lesistenza il quod

    est contrapposto allessenza.

    Etica nicomachea: 2. Sentire che viviamo di per s dolce, poich la vita per natura un bene ed dolce

    sentire che tale bene ci appartiene.

    Ovvero

    Questa sensazione di esistere in se stessa dolce.

    Etica nicomachea: 3. Vivere desiderabile, soprattutto per i buoni, poich per essi esistere un bene e

    una cosa dolce.

    Ovvero

    Vi equivalenza fra essere e vivere, fra sentirsi esistere e sentirsi vivere. Come dir Nietzsche: Essere: noi non ne

    abbiamo altra esperienza che vivere

  • Che cos la ?

    Etica nicomachea 4. Con-sentendo () provano dolcezza per il bene in s, e ci che luomo buono prova rispetto a s, lo

    prova anche rispetto allamico: lamico , infatti, un altro se stesso ( ). E come, per ciascuno, il fatto stesso di

    esistere ( ) desiderabile, cos o quasi per lamico.

    Ovvero

    In questa sensazione di esistere insiste unaltra sensazione, specificamente umana, che ha la forma di un consentire ( )

    lesistenza dellamico. Lamicizia listanza di questo con-sentimento dellesistenza dellamico nel sentimento dellesistenza

    propria. Ma questo significa che lamicizia ha un rango ontologico e, insieme, politico. La sensazione dellessere infatti, gi sempre

    divisa e condivisa e lamicizia nomina questa condivisione. Non vi quindi alcuna intersoggettivit questa chimera dei moderni

    alcuna relazione fra soggetti: piuttosto lessere stesso diviso, non identico a s, e lio e lamico sono le due facce o i due poli di

    questa condivisione.

  • Che cos la ?

    Etica nicomachea 5. Lesistenza desiderabile perch si sente che essa una cosa buona e questa sensazione () in s dolce.

    Anche per lamico si dovr allora con-sentire che egli esiste e questo avviene nel convivere e nellavere in comune () azioni e

    pensieri. In questo senso si dice che gli uomini convivono () e non come per il bestiame che condividono il pascolo. [] Lamicizia ,

    infatti, una comunit e, come avviene rispetto a se stessi, cos anche per lamico: e come, rispetto a se stessi, la sensazione di esistere

    ( ) desiderabile cos anche sar per lamico.

    Ovvero

    Lamico , per questo, un altro s, un . Questa definizione pi pregnante di quanto intenda in essa un orecchio moderno.

    Innanzitutto il greco come il latino ha due termini per dire lalterit: lalterit generica, lalterit come opposizione

    fra due. Lamico non un altro io, ma unalterit immanente nella stessit, un divenir altro dello stesso. Nel punto in cui io

    percepisco la mia esistenza come dolce, la mia sensazione attraversata da un con-sentire che la disloca e deporta verso lamico, verso

    laltro stesso. Lamicizia questa de-soggettivazione nel cuore stesso della sensazione pi intima di s.

  • Che cos la ?

    [] Lamicizia appartiene alla filosofia prima, perch ci che in essa in questione concerne la stessa esperienza, la stessa

    sensazione dellessere. Si comprende allora perch amico non possa essere un predicato reale che si aggiunge ad un concetto per

    iscriverlo ad una certa classe. [] In termini moderni si potrebbe dire che amico un esistenziale (cio una determinazione

    fondamentale dellesistenza umana, una modo dessere dellesistenza). Ma questo esistenziale [] attraversato da unintensit che lo

    carica di qualcosa come una potenza politica. Questa intensit il , il con, che divide, dissemina e rende condivisibile anzi gi

    sempre condivisa la stessa sensazione, la stessa dolcezza di esistere.

    Che questa condivisione abbia per Aristotele un significato politico implicito nel seguente passo:

    Anche per lamico si dovr allora con-sentire che egli esiste e questo avviene nel convivere e nellavere in comune ()

    azioni e pensieri. In questo senso si dice che gli uomini convivono () e non come per il bestiame che condividono il

    pascolo.

    Lespressione che abbiamo reso con condividere il pascolo . Ma il verbo che ricco di

    implicazioni politiche, basti pensare al derivato significa al medio avere parte e lespressione aristotelica potrebbe valere

    semplicemente per avere parte allo stesso. Essenziale , in ogni caso, che la comunit umana venga qui definita, rispetto a quella

    animale attraverso un convivere, , che non definito dalla partecipazione ad una sostanza comune, ma da una

    condivisione puramente esistenziale e, per cos dire, senza oggetto: lamicizia come con-sentimento del puro fatto di essere.

  • Che cos la ? la condivisione che precede ogni divisione

    Gli amici non condividono qualcosa (una nascita, una legge, un luogo, un gusto): essi sono

    condivisi dallesperienza dellamicizia.

    Lamicizia la condivisione che precede ogni divisione, perch ci che ha da spartire il fatto

    stesso di esistere, la vita stessa. Ed questa spartizione senza oggetto, questo consentire originale che

    costituisce la politica.

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