Orecchie d'asino n°10 2001

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L’asino “il primo architetto del mondo” Le Corbusier

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Periodico di letteratura, animazione e attività creative per l'infanzia

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L’asino “il primoarchitetto

del mondo”

Le Corbusier

Provincia Regionale di Catania Assessorato Servizi Sociali (Legge 285/97) Arci Nuova Associazione Ct

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Andò subito in cerca di uno specchio,per potersi vedere: non trovando unospecchio, empì d’acqua la catinella dellavamano e, specchiandovici dentro,vide quel che non avrebbe mai volutovedere.- vide ‘cioé, la sua immagineabbellita di un magnifico paio di orec -chi asinini…’

C.Collodi, Pinocchio.

Povero Pinocchio… e poveracci gli asini!Con buona pace dell’illustre Collodi, ho

il sospetto che questa storia degli “orecchi asini -ni” sia da considerarsi una calunnia bella ebuona tanto per Pinocchio quanto per gli asini ditutto il mondo... Ma dico io, siamo proprio sicuriche vendere l’abbecedario per andare a godersiun bellissimo spettacolo di burattini o farsi un belviaggetto in una fantastica città dei giochi (ovvero“attività creative”, diremmo oggi), sia davverouna faccenda da somari? Tanto più poi se l’abbe -cedario in questione fosse un pessimo libro scola -stico (ce ne sono così tanti in giro), e se in quellacittà dei giochi anche ai burattini, anche a tutti i“meno bravi” di questo mondo fosse data la pos -sibilità di esprimersi e di contare qualcosa? E chil’ha detto -mi chiedo io e vi chiedete voi- che gliasini sono degli animali così particolarmente“scemi”, e che le loro orecchie siano il segnalepeloso di poca intelligenza e scarsa inclinazioneallo studio?

Con questo editoriale “in favola” nel febbraio del1995 Il Gruppoteatro Manipolazioni di Catanialanciava la sua proposta culturale “intorno al pia-neta infanzia”. Quella proposta, scaturita da quin-dici anni di attività culturale con e per l’infanzia el’adolescenza, fra i tanti strumenti messi in campoassumeva anche la forma di un periodico dal tito-lo ammiccante di Orecchie d’asino, finalizzato apromuovere quasi un movimento per la promozio-ne e la diffusione della cultura dell’infanzia qualemotore effettivo di una “rivoluzione” socio-cultu-rale basata sul protagonismo dei bambini e dellebambine dentro la società. Pur tra difficoltà e tota-le assenza di sostegni finanziari, il periodico ebbeuna discreta diffusione e divenne quasi subito unpunto di riferimento significativo per operatori ebambini/e e ragazzi/e di numerose scuole sicilia-ne: per un triennio riuscì ad essere veicolo di pro-getti, idee e iniziative da mettere in rete non solo

in Sicilia ma, nel suo piccolo, anche sul terri-torio nazionale.

Il periodico cominciò a richiedere un impegno eun onere finanziario impossibile da reggere per leesigue forze del Gruppoteatro Manipolazioni e deipochi volenterosi collaboratori. E inevitabilmente,nel novembre del ‘98, con un numero doppioancorato all’avvio del nuovo piano nazionale perl’infanzia e l’adolescenza (legge 285/97),Orecchie d’asino salutava i propri lettori con unarrivederci a data indefinita. Non era un addio: eabbiamo mantenuto la promessa.Ci sono voluti altri due anni di intenso lavoro sulcampo, tutti spesi nella piena attuazione di unduplice progetto di Centro di promozione dellacultura dell’infanzia e dell’adolescenza all’internodel piano della 285, per riprendere le pubblicazio-ni del periodico “asinino” oggi più che mai ingrado di essere strumento e veicolo culturale nelterritorio.L’antica saggezza delle Orecchie d’asino tornadunque fra noi bambini mai “pentiti” del loroessere bambini, più che mai in questo inizio dimillennio così apparentemente vicino all’infanziama di fatto così lontano dai bisogni e dalla realtàconcreta dell’essere bambino-bambina. L’infanziaè tutta da ri-conquistare, in una società che “usa”il bambino come merce in tutte le sue manifesta-zioni, a volte anche quando mostra apparentemen-te di volerlo “accudire”.C’è bisogno di molto lavoro! Il vecchio, fantasti-co paese dei balocchi è ormai definitivamentescomparso; al suo posto è stato edificato un enor-me Supermarket. Ma i bambini non sono merce ele orecchie d’asino possono anche trasformare unsupermercato in una fantastica città-ludoteca… È semplice: basta volerlo!

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editoriale(p. 2)

Catania città laboratorio

(pp. 4 - 16)

Lettere e poesie asinine(pp. 26 - 29)

Direttore responsabile: Ada Mollica

Redazione:Mario Bonica, Benedetto Caldarella, Mario Giuffrida, Alessandro Campanella,Anna Bucca, Tiziana Cicero, Paola Fecarotta,Salvo Costa, Lucia Scuderi, Emanuele Coco,Concetta Rovere, Remigio Tosoni

Collaboratori al n. 10:Fabio Pecci, Mauro Speraggi, Giusi Germenia

Progetto Grafico: Aldo KappadonaEdizioni: ManipolazioniSegretaria di Redazione: Chiara Rovere

Il laboratorio di Orecchie d’asino

(pp. 18 - 25)

Culture in gioco(pp. 30 - 31)

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UNA CITTÀ LABORATORIO PER LA CULTURA DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA(Catania, la 285 e altri progetti in rete)

Il l7 novembre 2000, con l’inaugurazione della nuova sede del CIPI - CENTRO DI PROMOZIONEDELLA CULTURA DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA (legge 285/97), la città di Catania e provincia può considerarsi a tutti gli effetti un laboratorio permanente di ricerca edocumentazione della cultura dell’infanzia e dell’adolescenza, non solo grazie all’attuazione dei progettidella legge 285, ma soprattutto per il modo in cui le diverse progettualità hanno iniziato ad operare in retesul territorio. Un ruolo fondamentale in questo percorso, ancora in fase di sviluppo, è stato “giocato” dalCentro Sperimentale Kerè (già Gruppoteatro Manipolazioni) che, mettendo a disposizione degli enti localie delle altre associazioni le proprie risorse tecniche e professionali maturate in quasi due decenni di attivitànell’ambito del teatro e dei linguaggi espressivi, si è assunto il ruolo di promotore di connessioni e sinergieper l’attivazione di una rete sul territorio.Sulla base, infatti, delle attività già avviate negli anni passati, fra cui in primo luogo questo giornale e larassegna INCONTRI, il Gruppoteatro Manipolazioni ha scelto nel ‘99 di trasformarsi in un CentroPermanente di Ricerca e Produzione su Arti e Culture dell’Infanzia e dell’Adolescenza, denominato CENTRO SPERIMENTALE KERE’ (dalla radice indoeuropea di creare, crescere, ecc.), aprendosi al territorio. Ciò ha reso possibile l’aggancio, attraverso l’ARCI territoriale di Catania, all’avvio della legge285/97, sia in ambito comunale che provinciale, con la costituzione appunto di due strutture territoriali collegate dallo stesso obiettivo:a) il CiPi, Centro di Promozione della Cultura dell’Infanzia e dell’Adolescenza, promosso dalla ProvinciaRegionale di Catania, con sede in città, in via Mascagni n.74;b) il Laboratorio Arteinfanzie, promossodall’Amministrazione Comunale di Catania, consede in città, in via Macherione n.21.All’attività permanente dei due Centri, si colleganoquindi una serie di iniziative finalizzate ugualmentealla promozione della cultura dell’infanzia e dell’adolescenza, in corso di attuazione nell’anno2000-2001 o a carattere stabile, in particolare:- il progetto itinerante dell’ARCI Sicilia, l’ISOLABAMBINA;- la manifestazione del COPE di Catania, MEDITERRANEO CASA COMUNE;- il progetto 285 dell’UNICEF per la produzione di scrittureteatrali di bambini e ragazzi, dal titolo I DIRITTI SULLA SCENA;- l’attività dei MESTIERI DEI TEATRI presso il carcereminorile di Bicocca, in collaborazione con l’ETI e il Ministerodi Grazia e Giustizia;- la Rassegna INCONTRI, realizzata dallo stesso CentroSperimentale Kerê per il quinto anno consecutivo.Su questo primo nucleo di rete territoriale intorno alla culturadell’infanzia e dell’adolescenza si sta lavorando cercando dicoinvolgere altre progettualità in corso d’opera, affinchéCatania e provincia possano realmente divenire una “città-laboratorio”, consentendo la massima valorizzazionedelle rirorse in gioco.

Orecchie d’asino torna a esistere proprio con questoobiettivo: essere strumento di una progettualità in rete

che coinvolga l’intero territorio.

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Si tratta di una proposta didattica diEducazione allo Sviluppo parallela aivigenti programmi ministeriali di cui nonaltera né la finalità né l’equilibrio e chepone l’alunno in una posizione centrale,oltre che come destinatario della formazione e dell’informazione, comesoggetto.La proposta didattica presenta alcuniaspetti qualificanti che, elaborati daglialunni, potranno essere tracce di valoreper la realizzazione del tema dellaRassegna, secondo il seguente schema:1. Impostazione di un percorso di ricerca,conoscenza e analisi “dal locale al globale”.2. Alunno soggetto e non oggetto.3. Informazione/ Educazione.Partecipazione/ Trasformazione.Punto fondamentale della proposta quiformulata è che l’argomento della

composizione teatrale deve scaturire inclasse dopo una approfondita lettura edun esauriente commento dellaConvenzione Internazionale sui Dirittidell’Infanzia e deve essere liberamentescelto dalla scolaresca. La redazione dell’argomento prescelto, sotto forma dicopione, deve essere curata dagli alunnisotto la guida di uno o più docenti, in unnormale lavoro di gruppo. La preparazione per la rappresentazionedell’atto unico deve essere inserita, insenso interdisciplinare, nell’attività diclasse e lasciare ampio spazio alla liberacreatività dei ragazzi.Il progetto, realizzato in collaborazionecon il CiPi, vedrà inoltre la pubblicazionefinale dei testi più interessanti e la eventuale messa in scena nella prossima stagione teatrale.

L’iniziativa intende far acquisire a bambini e ragazzi laconsapevolezza dei propri dirittinonché la formazione di una coscienza critica non solo dellapropria realtà ma anche dellerealtà di altri Paesi, della lorocultura e dei loro problemi.Gli atti unici che le Scuoledovranno presentare per la partecipazione alla Rassegnadovranno infatti essere incentratisui seguenti temi:- Insieme contro tutti i razzismie le tolleranze;- I Diritti dell’Infanzia: diversima uguali per vivere insieme;- La Pace: un bene prezioso dadifendere.

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CIPI: Centro di promozione della cultura dell’infanzia e dell’adolescenza.

Struttura a carattere provinciale con funzione di sostegno, consulenza e documentazione delle attività espressiverealizzate da bambini e ragazzi all’internodelle scuole di ogni ordine e grado e nellestrutture socio-culturali del territorio dellaprovincia di Catania. La struttura del Centro di Promozione,altamente qualificata da un’équipe di esperti e da un collegamento permanentecon le più significative realtà nazionali,ha sede a Catania in via Mascagni n.74ed è in funzione nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì, la mattina dalle ore9,30 alle ore 12 e il pomeriggio dalle ore16 alle 19 per consulenza, mediateca eattività di laboratorio.I servizi messi a disposizione dal Centroper tutti gli operatori socio-culturali, molteplici e integrati in un progetto unitario di promozione e diffusione dellacultura dell’infanzia e dell’adolescenza,sono i seguenti:- Consulenza permanente su metodologiae strumenti operativi concernenti teatro e letteratura ragazzi, cinema e linguaggiaudiovisuali, musica, arti visive, psicologia e pedagogia.- Informazione e Documentazione, sututto ciò che attiene le attività espressive,di ricerca e sperimentazione collegateall’infanzia e all’adolescenza,

relativamente alla provincia catanese e sututto il territorio nazionale.- Formazione degli operatori impegnati invario modo in attività culturali e socio-educative (insegnanti, educatori,animatori, genitori, studenti, operatorisociali del territorio), mediante laboratoriteorico-pratici, stage, incontri, convegni epubblicazioni.- Ricerca e monitoraggio, sulle attività socio-culturali “di” e “per” l’infanzia e l’adolescenza con continue analisi e inchieste sul campo, dalle scuole ai centri sociali, ecc.- Promozione e Diffusione dei prodotti creativi realizzati da bambini e ragazzi della provincia catanese su tutto il territorio nazionale, mediante pubblicazioni, video, mostre e mediateca aperta alla consultazione pubblica.

Per informazioni sulle attività del CIPIbasta recarsi direttamente presso la sededel Centro in via Mascagni n.74o telefonare ai numeri: 095-7463412,095-7470384 (fax).Indirizzo di posta e-mail:[email protected]

A fine febbraio del 2001, dopo appenaun anno dall’avvio ufficiale dell’attivitàdel CIPI - Centro di Promozione dellaCultura dell’Infanzia e dell’Adolescenza,la creazione di un Centro permanente di

“ascolto e promozione” dell’identitàdel bambino e dell’adolescente è

già un dato reale in grado di incidere profondamente nella realtà socio-culturale della provincia catanese,secondo l’obiettivo primario della legge285/97.A partire da un convegno metodologicosulle attività espressive in funzione dello

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sviluppo dell’identità infantile e adolescenziale, che ha visto l’èquipe delCIPI confrontarsi con operatori delmondo della scuola e del sociale sia catanesi che nazionali, da dicembre ‘99 adicembre 2000 è stato un susseguirsi dilaboratori e seminari formativi sui diversilinguaggi, tenuti dagli esperti del Centrodi Promozione e da esperti nazionali,quali la dott.ssa Elena Pasetti, responsabile nazionale del C.I.A.S.(Centro Italiano Audiovisivi e Scuola), ilmaestro Sebastian Korn, il pedagogistaMauro Speraggi, già dirigente nazionaledel C.I.G.I.. Sono stati coinvolti nelleattività circa trecento operatori (tra insegnanti e animatori) dell’intera provincia catanese. E già nel mese di

marzo sono stati pure realizzati due laboratori permanenti di animazione pittorica e di audiovisivi, a cui hanno partecipato circa duecento bambini dellescuole elementari di Misterbianco,Mascalucia e Gravina di Catania.Con l’apertura al pubblico della sede delCentro di Documentazione, nei locali divia Mascagni 74, il progetto del CIPI haassunto infine quella dimensione di laboratorio permanente in grado di promuovere in maniera capillare la formazione e la crescita culturale e dinuovi servizi intorno al pianeta infanzia,come struttura aperta a tutto il territorio. L’avventura è appena cominciata: e i frutti sono già maturi.

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La struttura del Laboratorio Arteinfanzie,con sede a Catania in via Macherionen.21, è in funzione tutti i giorni feriali, lamattina dalle ore 9,30 alle ore 12, e ilpomeriggio dalle ore 16 alle ore 19,30.Le attività a carattere permanente in programmazione da lunedì a venerdìsono:laboratori di scrittura creativa,drammatizzazione, animazione pittorica,animazione musicale, animazione ludica,video e multimedia, indirizzati a bambinie ragazzi dai 5 ai 18 anni.

Parallelamente ai laboratori, vengonomessi a disposizione dal Centro per tuttigli operatori socio-culturali servizi di:consulenza, formazione, produzione ediffusione dei prodotti creativi realizzatida bambini e ragazzi catanesi su tutto ilterritorio nazionale, mediante pubblicazioni, video, mostre e rassegne.

Oltre alle attività interne al Centro,una struttura di laboratorio

mobile, a partire dalla primavera del2001, circuiterà su tutto il territorio catanese iniziative di animazione rivoltein maniera integrata a adulti e bambini,con produzione di video finale.

Tutti gli operatori interessati al progetto, le famiglie e, prioritariamente,tutti i bambini e ragazzi catanesi possonopartecipare gratuitamente alle attività del Laboratorio Arteinfanzie, recandosi presso il Centro Sperimentale KERÊ invia Macherione n.21, o telefonando al

numero 095-381150 e 095-7227434 (fax).Indirizzo di posta e-mail: [email protected].

Attualmente il LaboratorioArteinfanzie impegna stabilmente nellesue attività quasi un centinaio tra bambinie ragazzi delle diverse fasce d’età, nonché periodicamente i genitori e lefamiglie, con incontri periodici, all’interno degli stessi laboratori.

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Let tera aper ta a tutt i i gen i tor iche non hanno s cordato d ’esse re s tat i bamb in i

Conoscevate l’esistenza di una legge dello stato italianoper la tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza?E sapevate che da più di un anno questa legge si è tradottaanche per la nostra città in una serie di iniziative e di servizimessi a disposizione di bambini e adulti, fruibili gratuitamenteda tutta la popolazione (anziani compresi)?Purtroppo i mezzi di informazione si interessano all’infanziasolo quando c’è da parlare di cose tragiche; eppure le cosepositive non mancano (ma non fanno notizia).

E noi oggi vogliamo parlarvi di possibilità positive per inostri bambini e ragazzi. Grazie a quella legge del ‘97, n.285,oggi anche nella nostra città bambini e ragazzi possono disporre di un luogo in cui incontrarsi e svolgere attività creative e di animazione, dal teatro all’arte, al video, allascrittura creativa, alla musica, ecc.Basta solo iscriversi gratuitamente e partecipare alle attività!

L A BO RA T OR I O A R T E I N F AN Z I E

Laboratori permanenti di scrittura creativa, drammatizzazione,animazione pittorica, animazione musicale, animazione ludica,video e multimedia, indirizzati a bambini e ragazzi dai 5 ai 18anni.

Ma il Laboratorio Arteinfanzie non è solamente questo. È un luogo in cui ricucire i rapporti tra generazioni, tra adulti ebambini, ragazzi e anziani. Perciò vi chiediamo di lasciarvi coinvolgere a poco a poco dai vostri figli, per poter tentare diritrovarci tutti insieme impegnati a creare una vera culturadell’infanzia, a garanzia di tutte le generazioni.

Venite a trovarci al Laboratorio Arteinfanzie, a partire dalunedì 16 ottobre, tutti i giorni feriali dalle ore 16 alle 19,30,in via Macherione n.21, o telefonateci al numero 095-381150.

Vi aspettiamo!

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L’isola bambina non è semplicementeuno spazio “per” i bambini, uno deitanti luoghi riservati, sia pure in un ghettodorato a quella parte di umanità racchiusadentro la categoria Infanzia e, in quantocategoria, “separata” dalle altre categoriegenerazionali, giovani, adulti, anziani,ecc. L’isola bambina è l’insieme umano esociale di un territorio in cui l’infanzia èil valore fondante di una riaggregazionedi individui e generazioni attorno a un’idea di società a misura di bambino e,quindi, a misura d’uomo.Il progetto culturale che prendeavvio quest’anno all’internodella carovana antimafia èessenzialmente un progetto dipromozione e diffusione dellacultura dell’infanzia così comeportata avanti da annidall’ARCI (regionale e nazionale), e secondo le direttive della stessa legge285/97, nell’ambito della qualela nostra associazione sta giocando un ruolo fondamentale in Sicilia conprogetti innovativi e aperti auna costante prospettiva di reteterritoriale.L’isola bambina vuole esserecosì uno strumento itineranteper tracciare nuovi percorsiintorno alla stessa idea diinfanzia, a partire da una intensa attività di “ascolto” e didialogo diretto con i bambini e

le bambine reali, con i ragazzi e le ragazze.

Da questa prima edizione che coinvolgeràben 12 comuni siciliani, partiamo per unviaggio che dovrà prolungarsi per i prossimi anni, per promuovere e diffondere il più possibile una cultura dell’infanzia non più “per”, ma “con” ibambini e le bambine dentro il territorio,dentro un tempo e uno spazio umani interamente da costruire insieme a loro,perché i diritti dell’infanzia sono semplicemente i diritti di ogni essereumano!

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Quale ipotesi di progetto artistico puòraggiungere e superare le barriere dell’esclusione e della diversità? Cosapuò significare l’esperienza d’arte comestrumento di rivalutazione sociale e valorizzazione di culture altre, dimenticate, minoritarie, emarginate,abbandonate?Domande non nuove, risposte da trovare.Dentro ognuno di noi si cela una possibilità esclusa e mai considerata.Dentro ognuno di noi nasce la volontà diescludere e discriminare la diversitàaltrui. Per uscire fuori da questi ghettimentali che ci attanagliano dobbiamo elaborare una nuova maniera di leggere edi vivere l’arte. Questa ricerca di unarisposta non può che passare attraversoquello che è il simbolo dei luoghi, nonsoltanto fisici, dell’esclusione nella società attuale: il carcere. Il senso dell’attività di drammatizzazione portata

avanti in questi ultimi cinque anni negliistituti penali per minori e per adulti statutto qui. Un lavoro mirato più alla costituzione di un gruppo composito, animatori/detenuti, che effettui insiemeun percorso esperenziale unico e individuale; portando tutti a concretizzare

nel gruppo il meglio delle proprie possibilità espressive. I risultati teatrali,drammaturgici, audiovisuali, artigianali,pittorici,… Restano comunque a lorovolta imprigionati dalle regole civili cheimpongono agli esclusi un’arte per

esclusi. Mai nessuno potrà mai assistere,vedere, sentire, la viva espressione diquesto mondo parallelo isolato dal nostroquotidiano quieto vivere. Inutile considerare possibili recuperi e integrazioni, inutile indicare la sicurezzadella pena, sino a quando si continuerà aignorare e separare tutto resterà semprealla stessa maniera. Forse è più comodocosì. Ancora una volta il nostro sacrosanto quieto vivere ha avuto lameglio. È più comodo isolare igienicamente le vivande in singole bustee riporle elegantemente nel congelatore dicasa. Immobili e separate… fino a chenon arrivi il prossimo ammanco d’energiaa scongelare tutto e a rimetterlo in discussione. Questa rubrica di Orecchied’Asino vuole proporvi di staccare volontariamente il freezer e dare una possibilità di discussione e approfondimento su tutto ciò che manmano si scongela ed esce fuori dall’isolamento della cella che sta nellacucina di casa di ognuno di noi.

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Sez. 1 - Disegni

Attraverso un bando di concorso dal titoloDisegna il tuo porto e il tuo mare, rivolto ai bambini delle scuole elementari di nove città italiane e di alcuni paesi del Mediterraneo, l’antropologa Patrizia Sterpetti ha selezionato 100disegni scegliendo solo alcuni dei livelli comparativi possibili.Premessa al lavoro di selezione: vedere che cosa iconcorrenti associano nelle rispettive città alloscenario del mare e del porto: quali usi di luoghi?Quali pratiche? Quali relazioni sociali? Qualicibi? Quali fantasie di personificazione di elementi? Le opere pervenute (1276 disegni) sono statequindi selezionate in base a una griglia: l’idea diun Mediterraneo comune. E’ prevalsa così l’attenzione al contenuto narrativo, descrittivo esimbolico delle opere.Vinicio Ongini individua negli elementi fantasticiemersi dai disegni dei personaggi-ponte, apparte-nenti alle diverse culture del Mediterraneo e in

tutte riconosciuti. Un alfabeto comune dipersonaggi e di simboli a partire dalla

quale avviare un dialogo e uno scambio tra le culture infantili dei diversi paesi.

Sez. 2 - Poesie

Partendo dal Marocco fino alla Spagna F. Corraoe C. Ferrini hanno selezionato 30 poesie di donnedel Mediterraneo. Con la raccolta si è volutovalorizzare il punto di vista delle donne mediterranee, seguire il filo dei loro temi e pensieri, calarsi nelle loro situazioni, lasciarsiattraversare dai loro movimenti interiori, scandagliare le tante identità femminili che sicelano e si intravedono nei versi proposti. Si alternano, infatti, poetesse giovanissime e piùadulte, molto famose e praticamente sconosciute;alcune trattano temi sociali, civili e patriottici,altre temi intimistici.La breve ma significativa carrellata di poesie dàmodo di osservare la sostanziale unità di temi emotivi della cultura araba in generale e della poesia in particolare. Fa eccezione il caso dellaPalestina e il momento difficile che negli ultimianni sta attraversando l’Algeria.Della molteplicità e complessità delle culture

Il progetto di Educazione allo Sviluppo Mediterraneo Casa Comune:un mare di identità e intercultura, promossa da Volontari nel Mondo - FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontari)in collaborazione con nove organismi associati aventi sede in città di mare(Trieste, Genova, Livorno, Catania, Castellammare di Stabia, Ancona,Reggio Calabria, Oristano, Bari), è il risultato della confluenza di attivitàcomuni alle nove città associate e di attività locali peculiari a ciascuna città.

Strumento centrale del progetto è stato l’allestimento di una mostraitinerante divisa in tre sezioni: una selezione di 100 disegni, un video, e una

selezione di 30 poesie di donne mediterranee, ciascuna delle quali indirizzata in modo particolare agli alunnidelle classi elementari, delle medie inferiori e superiori. A Catania sono state realizzate inoltre leseguenti attività: tre laboratori espressivirealizzati in tre scuole della provincia; tremostre fotografiche; un incontro-dibattitosul campo nomadi di Paternò condotto daMario Gennaro (fotografo) e MauroMangano (assessore); un incontro di presentazione e confronto sui laboratoriespressivi.

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presenti nel Mediterraneo cerca di dar conto laFerrini che si è occupata dei paesi non di linguaaraba. La ricerca di tratti comuni del paesaggiofemminile che delinea individua non dei temi,quanto degli ambiti, degli elementi emozionaliche le donne richiamano nei loro scritti: l’acqua,il tempo, la storia, la morte, il corpo, i colori, labellezza.

L’idea di stimolare nei ragazzi una immersionenell’universo poetico femminile del Mediterraneo(attraverso l’elemento sonoro, grafico, emotivo)non è stato di facile applicazione per le varie difficoltà tecniche incontrate (difficoltà di letturadei testi poetici nei pannelli, cattiva registrazionedelle poesie in lingua originale) e per la mancanza di esperienza degli animatori presenti.

Sez. 3 - Video didattico

di 20 minuti, rivolto in modo particolare aglialunni delle classi medie inferiori, dal titolo“Immigrazione in 3D”, regia di Chiara Martinetti.Il video cerca di presentare l’immigrazione dauna prospettiva che dia conto della complessitàdel fenomeno migratorio, attraverso un linguaggio semplice e vicino agli studenti.Il video ha avuto un forte impatto sui ragazzi peril processo di immedesimazione che attiva,soprattutto quando a parlare è un ragazzo marocchino che racconta la sua esperienza diimmigrato in Italia. Ad interrogarlo sono Frida(albanese) e Dario (italiano), due giovani chevanno in giro per l’Italia entrando in contatto conrealtà differenti di immigrazione.

La mostra Mediterraneo Casa Comune nelle suelinee comuni non nasce, a mio avviso, come strumento interattivo che permetta agli studenticui si rivolge di far emergere il loro vissuto, dipenetrare e far luce sulle dinamiche fondanti larelazione con una diversità, qualsiasi essa sia, odi individuare nel Mediterraneo uno spazio (geografico, politico, socio-culturale) ed untempo (storico, immaginario, quotidiano) da ri-conoscere e ri-scoprire per la complessità econtraddittorietà che lo caratterizza. La mostrainoltre si propone come evento isolato, non avendo previsto una continuità di lavoro con gliinsegnanti che accompagnano i ragazzi. Nel periodo di permanenza della mostra a Cataniasi è tentato, nei limiti imposti dai tempi e modalità di visita da parte delle classi e dalla

competenza degli animatori, di proporre processidi immedesimazione (attraverso il video e lamostra fotografica) e creativi (attraverso le poesieed i disegni). In questa direzione, fra le attività locali promossea Catania dal Cope nell’ambito del progetto,risultano particolarmente significativi i tre laboratori di scrittura creativa (ragazzi di scuolamedia dell’obbligo), video (bambini di scuolaelementare), e teatro (ragazzi di scuola mediasuperiore), realizzati dal Centro SperimentaleKerê di Catania, ma anche la mostra fotografica“Lontano da casa. Immagini e volti tra Albania eMarocco” realizzata dall’Associazione Alisei diPerugia, fotografie di Roberto Faidutti.

Le immagini, così familiari anche al vissuto diciascun visitatore, hanno permesso, da un lato dientrare in sintonia ed empatia con quanto rappresentato alla ricerca di somiglianze e vicinanza, e dall’altro di riconoscere ed identificare differenze e quindi stimolare curiositàed apertura verso realtà altre.

Tiziana Cicero

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Viaggio in fotografia:sfondo di conchigliePesci coloraticatturano i bambini

*

Fontane e piazzedipinte di azzurroe oltre il mareil verde deserto…Paese ignoto delMediterraneodolce ricordo di unviaggioche ancora non conosco

Melania Di Mauro

Maram al-Misri (Siria)

Donne come meNon sanno parlare;ogni parola in golaè spinada ingoiare.Donne come menon sanno che lacrimare,impossibile lacrimareall’improvvisoversarecome arteria ferita.Donne come meRicevono colpiE non osano renderli;di rabbia vibrano;si sottomettono.Leone in gabbiaDonne come meLa libertà…vanno sognando…

(Trad. Francesca M. Corraro)

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VOCI DAL FONDO DEL MEDITERRANEO

Nella mia valigiatrovo fotografiedi terre lontanedi nuove isoleancor da scoprire

Osservandol’azzurro mareriscopro scogliereda superare

E se ascoltocon più attenzioneposso rievocarel’odoredi quelle terre speziatesentire il saporedell’acqua di rugiadae riascoltare le vociconfusedei bambiniche giocano conchiglie

Alessandra Giuffrida

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Incontri nella città:, alle sogliedel terzo millennio, si propone diessere un luogo di incontri (econfronti) tra esperienze, propo-ste, sperimentazioni culturali eartistiche che abbiano per prota-gonista il bambino e l’adolescen-te dentro il territorio, in quantoluogo di edificazione di valoriumani e sociali.La rassegna, nella sua nuovaveste, privilegia quest’anno ilcoinvolgimento delle periferiepiù svantaggiate, con una artico-lazione delle manifestazioni ingrado di far interagire attraversoil territorio le scuole dell’obbligo,le ludoteche e il carcere minorilequale luogo “escluso” della città,secondo il seguente percorso:La città esclusa: Laboratori discrittura creativa, drammatizza-zione e video con produzionefinale in collegamento con il pro-getto “I Mestieri dei Te a t r i ”dell’Ente Teatro Italiano e delMinistero di Grazia e Giustizia,presso il carcere minorile diBicocca.La città dispersa: L a b o r a t o r iintegrati di drammatizzazionemultimediale con saggio finalepresso le ludoteche A q u i l o n e ,Millepiedi, Arcobaleno.La città-memoria: L a b o r a t o r iintegrati di drammatizzazionemultimediale con saggio finalepresso la ludoteca Ti r i t i t u ff ;Mostra di attività espressive eseminari con esperti.La città sognata: Rassegna diteatro-ragazzi e vetrina del videodei bambini e dei ragazzi.Le attività realizzate all’interno

di INCONTRI si articolanonell’arco di circa sei mesi,

da dicembre 2000 a

maggio 2001, in decentramentosu tutto il territorio catanese,attraverso quattro sezioni:

SEZIONE 1 - LABORATORI:I laboratori sono indiriz-

zati, in due diversi momenti, aibambini e ragazzi e agli educato-ri (ludotecari, insegnanti, anima-tori).Tenuti da esperti di fama nazio-nale, oltre che dagli esperti delCentro Keré, i laboratori svilup-pano tecniche e linguaggi specifi-ci con particolare riferimento aletteratura-infanzia, cinema evideo, arte del bambino, anima-zione ludica e manualità.

Ogni realtà territorialelavora a un proprio itinerariocoordinandosi al progetto com-plessivo, secondo obiettivi e fina-lità comuni.

SEZIONE 2 - VIDEO:Il cinema fatto dai ragazzi

rappresenta la sezione centraledella Rassegna Incontri. Comenelle precedenti edizioni sarannoselezionati e presentati al pubbli-co cortometraggi e video realiz-zati da bambini e ragazzi dellascuola dell’obbligo su tutto il ter-ritorio nazionale e anche euro-peo, con interventi di esperti delsettore e incontri seminariali.

SEZIONE 3 - TEATRO:Uno spazio particolare di

INCONTRI è dedicato al “Teatrodi ricerca” prodotto dai ragazzi,su testi originali e con tecnichemiste, dal teatro gestuale al teatrodi figura, ecc. Nella breve rasse-gna saranno presentati al pubbli-co spettacoli originali, interamen-te prodotti dai ragazzi (dallascrittura del testo alla messa inscena).La programmazione degli spetta-coli sarà accompagnata da incon-tri con gli autori e momenti diconfronto con gli operatori tea-trali catanesi.

SEZIONE 4 - MOSTRA DIATTIVITA’ ESPRESSIVE:

Non una semplice vetrinadi prodotti realizzati da bambini eragazzi, ma un itinerario a piùdirezioni dentro la soggettivitàinfantile attraverso le attivitàespressive. La mostra, aperta allapartecipazione di bambini eragazzi delle scuole italiane (eanche europee), prevede:1) Scrittura creativa e piccolaeditoria dell’infanzia. - 2) Arte eGrafica dell’infanzia. - 3) Video eteatro in video.

La Segreteria della RassegnaIncontri è aperta al pubblico neigiorni di martedì e giovedì, presso la sede del CiPi, in via Mascagni 74 Catania,dalle ore 9,30 alle 12,30. Tel:095.7463412Fax: 095.7470384e-mail: [email protected]

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Finalmente a Gela la “Ludoteca riapre”.

Ciò che ci sta fondamentalmente a cuoreè il bambino con le sue richieste e i suoibisogni, anche non espressi.La “Ludoteca” offre innanzitutto unambiente accogliente e libero, nella possibilità di espressione personale,lontani da ciò che la scuola ancora oggicontinua a chiedere al bambino di esserecioè “tutto testa” dimenticandosi delcorpo e delle emozioni.Gruppi di bambini e bambine arrivavanoquasi ogni pomeriggio per informarsi sul momento dell’avvio delle attività dellaLudoteca, è evidente l’interesse suscitato sui piccoli dalle esperienze pregresse che ne hanno fatto un luogo diriferimento.La gestione delle attività, fatta dagli operatori, si è sempre rivolta a

soddisfare le svariate esigenze dei bambini in modo flessibile e quanto piùvicino al loro modo di intendere il gioco.La struttura, messaCi a disposizione dalcomune, è fornita di vari spazi diversamente attrezzati; dello spazio adibito ai giochi di società e da tavolo,al laboratorio di Manipolazioni, al laboratorio di espressione corporea eanimazione”, allo spazio dei giochi liberi.Nelle Precedenti esperienze l’affluenzadi bambini ha superato ogni aspettativa,questo ha portato a suddividerli perfasce di età (una compresa fra 5 e 8anni, l’altra fra gli 8 ei 12 anni) e tempi.La “Ludoteca” vuole essere luogo che permetta la crescita dell’individuo utilizzando creativamente le sue risorse.

arci “le nuvole” Gela

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Giocare con l’arte, non per diventare necessariamente artisti, né semplicementeper illustrare i segreti dei grandi maestri;non soltanto per divertirsi e per dare liberosfogo alla fantasia; ma giocare con l’arteper vivere in maniera ludica le regole dellacreatività (o, per dirla con Rodari, la“grammatica della fantasia”). In sintesi, illaboratorio sul ritratto, realizzato presso ilCircolo Didattico “Gabelli” diMisterbianco (CT), nasce da questa lineametodologica e rappresenta una tappa di unlungo percorso di animazione pittorica condotto prima all’interno delGruppoteatro Manipolazioni di Catania equindi, dal ‘99 all’interno del Centro diPromozione CiPi.

Scelto il soggetto (in questo caso l’autoritratto), lo si elabora con tecnichedifferenti, così da far percepire nella praticaai bambini il modo in cui la scelta di unatecnica pittorica determina pure i “contenuti” espressivi del quadro…Fondamentale in questo percorso è la sceltadel luogo in cui si opera: un piccolo atelierin cui le materie (i materiali), i colori, ladisposizione stessa degli oggetti è un invitoirrefrenabile alla creatività. Così, partendodagli stimoli attivati dalla magia dellospazio-laboratorio, si procede allacostruzione del percorso creativo funzionale all’elaborazione degli autoritratti. Come sei, come ti immagini,come vorresti essere… anziché scriverlo,traccialo con una bella morbida matita,senza mai usare la gomma da cancellare, accettando gli errori, sviluppandoli come suggerimenti del caso o altro… In ognicaso, nessun problema: puoi sempre appallottolare il foglio “sbagliato” e ricominciare con un altro foglio e, perchéno? anche con un’altra matita…E quando gli schizzi a matita sono bell’epronti, c’è tanto bisogno di colore: i coloridelle proprie emozioni, dei propri desideri,

I COLORI DELLE MANI HANNO V I S TO LA M I A FA C C I ALABORATORIO SUL RITRATTO (Per un laboratorio intensivo di un giorno o due)

di Concetta Rovere

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- GESSETTI. Mostrare praticamente il modo di usarli, la valenza

del gesto della mano mentre traccia scie di colore; epoi il piacere fisico delle dita che sfumano le

superfici di colore, colorandosi esse stesse… È bello“sporcarsi” di colore, è come accarezzare il mondo:

ti dà gioia, voglia di vivere, e se hai voglia dicantare, puoi anche farlo, mentre il tuo ritratto vive

attraverso le sfumature di colore.

- PASTELLI A OLIO.Così duttili, li puoi usare di punta e di piatto, con delicatezza e poi quasi con forza… scivolano dolcemente sul tuo volto tracciato sul foglio…

delle paure anche e della tristezza o dellarabbia che si ha dentro… E allora scopriamo insieme quante “coloriture” per quanti sentimenti e pensieri ci frullano in testa: una “materia” di colore per ogni differenteespressione e immagine della propria faccia. È importante che l’animatoremostri praticamente la ricchezza di ognisingola tecnica: prende in mano unpastello o un gessetto e fa vedere quantitipi di segno si possono tracciare. Subitodiventa un gioco e il bambino si sbizzarrisce a tracciare segni differentisenza complessi e, soprattutto, senzal’ansia di “sbagliare”.Ma vediamole un po’ più da vicinoalcune fra le cento tecniche a nostra disposizione:

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- COLORI A DITO.E qui, veramente, sono le mani a colorarsi prima ancora del disegno! Un colore per ogni dito: i bambiniguardano con gioia le proprie mani intrisedi colore e le mettono in mostra e, a pocoa poco, i colori delle mani “vedono” iritratti di ognuno. È fondamentale che il segno e il colore vengano riscoperti come emanazione della propria

corporeità e non comeastrazione intellettuale di unatecnica pittorica.

È il corpo che disegna e checolora con le proprie emozioni e i propri desideri: il pennelloda inzuppare di colore e concui dipingere superfici è lanostra corporeità.

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- COLLAGE.Con che cosa il bambino “giocherà” il collage? Con ritagli e frammenti di materiali diversi, di tutti i materiali possibilia disposizione nel laboratorio. Cartoncini diogni tipo, carta di giornali e riviste, bottoni,pasta, stoffa, lana, paglia, carta da regalo…e poi le colle adatte a ogni tipo di materialeusato. L’animatore non deve far altro cheguidare il bambino a incollare senza pasticciare, per il resto offre stimoli e osserva.Sia con queste che con altre tecniche pittoriche, il ruolo dell’animatore devecomunque essere di stimolo non prevaricanteall’emergere della soggettività creativa delbambino: è lui stesso uno strumento duttiledella creatività collettiva, così come i colori

o i pennelli. I bambini sono così guidati e allostesso tempo lasciati liberi… liberi di lasciarsi guidare con fiducia nel mondo fantastico dell’arte.

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di Alessandro Campanella

Che fare della nostra voce? Possiamo usarla per “divertirci” a fare musica? Magariandando a ripescare vecchie filastrocche?Certo! Le filastrocche, intese come possibilità di Educazione Musicale attraversoil linguaggio parlato. È quanto ci spiegaSebastian Korn nella prefazione a “Un DueTre - Fare musica con il parlato”:“Una delle idee che hanno orientato la loro(delle filastrocche) elaborazione è quella dinon separare il piano dell’espressione daquello del contenuto, il suono dal suo significato. Mettendo di volta in volta in evidenza fonemi o gruppi consonantici,viene rafforzata l’espressività delle parole inmodo da “far vivere” i testi, animarli, drammatizzarli. La lingua parlata diventainoltre un piacevole stimolo per sollecitare ilsenso musicale dei bambini, grazie all’utilizzazione del fraseggio, della dinamica, del ritmo, e persino dei primi passipolifonici! Raggiungere un risultato “artistico” tramite l’intensità dell’articolazione, l’espressività delle vocalie delle consonanti, la precisione ritmica èpossibile anche con un brano per bambini!Ma queste filastrocche possono essere utili

anche al fine di una educazione vocale: attraverso un corretto uso del parlato, svegliare stimolare nei bambini la consapevolezza delle proprie funzionalitàfisiche (respirazione, vocalizzazione, articolazione), per preparare tutto il corpo aun passo successivo, il canto.”Queste, possiamo dire, le linee guida dell’affollatissimo (circa 90 partecipanti)laboratorio sul tema “Dalla parola al canto”tenuto nel mese di marzo 2000 da SebastianKorn, didatta di grande esperienza, tedescodi origine ma italiano di adozione, diplomatosi all’Accademia di Monaco diBaviera nelle specialità di canto, direzione dicoro, educazione della voce, didattica musicale. Inizialmente, ci dice Korn, riprendendo inparte la grande intuizione di Carl Orff, è piùproficuo basare il lavoro coi bambini, sull’educazione della lingua, sviluppandol’aspetto ritmico del parlato. Questo perché a differenza del cantato, il parlato è posseduto ed utilizzato da tutti e contiene al suo interno gli elementi prosodici che già sono musica: timbro, melodia, intensità, ritmo.

Così, ad esempio, la vecchia Ambarabà cicì cocò, opportunamente manipolata, rivela tutte le sue potenzialità musicali:

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E ancora il breve testo de “Il mulino” ci fornisce parecchi spunti onomatopeici attraverso cui, fra l’altro, viene stimolata l’attività diaframmatica e la risonanza (rrr...):

Può inoltre essere utile nonché divertente servirsi durante l’attività ritmicaanche di gesti-suono (termine che indica movimenti percussivi del corpocapaci di produrre dei suoni sufficientemente controllabili: battere le mani fraloro, i piedi per terra, schioccare le dita, battere le mani su varie parti delcorpo, ecc. con difficoltà ritmiche crescenti e con un progressivo utilizzo dielementi timbrici. È questo il caso, ad esempio, di “Verrà quel dì di lune”,accompagnato da semplici ma efficaci gesti-suono:

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Anche la tecnica dell’ostinato offre infinite possibilità di arricchire con una o più linee melodiche un brano dato:

Dopo parecchi brani di questo tipo, facilmente reperibili nelle preziose

pubblicazioni di S. Korn, i corsisti nellaquasi totalità apparivano piacevolmente

stupiti del fatto che brani

comunemente definiti di elementare struttura, potessero alla fine, opportunamentemanipolati, diventare materiale per esecuzioni di notevole presa emotiva.

E se a questo punto provassimo a cantare alcune di queste filastrocche, magariin polifonia? Roba da professionisti? Forse, ma anche da bambini.Dal canone parlato, per esempio, può riuscire abbastanza facile passare a braniin canone, questa volta da intonare.

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“Il gesto musicale” era invece il tema del laboratorio tenuto da Alessandro Campanella(chi scrive), responsabile della sezione musicadel CIPI. “Il fanciullo deve essere stimolato a usare eanalizzare i suoni che è già capace di produrrecon la voce e con il corpo”, recita il programmaministeriale della scuola elementare; ed è proprio dal bisogno di ritrovare proprio questi“gesti” iscritti nella memoria musicale dei bambini che si è inteso partire per affrontare ilfunzionamento della musica. Il gesto quindicome matrice di sperimentazione e di conoscenza del suono musicale; il gesto checonsente di rilevare i parametri della musica e illoro funzionamento nelle strutture musicali. Nel corso del laboratorio sono stati propostinumerosi modelli di gioco graduati, che conducono verso l’eplorazione di un territoriomusicale, punto di partenza per l’elaborazione,soprattutto mediante la voce e il movimento, distrutture musicali più organizzate e precise. Peruna sommaria esemplificazione, verranno proposti di seguito, solo alcuni esempi di questi

giochi, legati a precise funzioni percettive. Partiamo dal gesto più elementare da analizzare coi bambini: Il battere.

Battere sul corpo, con le mani, coi piedi, con un oggetto, cercando di capire la

differenza fra ciascun modo di battere erispetto a ciascuna materia. Anche sfregare è ungesto elementare. Sfregare come e su che cosa;dopo la sperimentazione analizziamo i risultatiinsieme ai bambini; Es.: gesto ampio = suonolungo, gesto piccolo = suono corto. Costruiamo quindi un momento musicale: ibambini sfregano(con le mani per terra, conoggetti,coi piedi ecc.); ogni tanto (nella musicacolta contemporanea questo si chiamerebbealea), qualcuno quando ne sente il bisogno, battecon forza le mani una sola volta. Nozioni che nederivano: contrasto (suoni legati e suoni brevi);ascolto (cercare di non batterre tutti insieme,);gioco aleatorio abituarsi a creare delle sorpreseritmiche). La nozione del contrasto è presenteanche nel gioco dello “scatto a molla”: i bambinipartono accovacciati, quindi si alzano di scattocome molle con esplosione vocale (in un secondo momento si possono associare anchealtri gesti). L’idea di partenza in questo caso saràla rottura brusca del silenzio e la sorpresa ritmica. Mi piace soffermarmi ancora sull’idea

di contrasto, sia perché essa è contenuta nellagrande maggioranza delle musiche prodotte nelmondo, sia perché i bambini sono fisicamentemolto sensibili a questa nozione. Del resto quando ascoltano musica, essi riescono acogliere il carattere contrastante degli elementitimbrici, dinamici, di intensità e spesso descrivono ciò che ascoltano con gesti che rendono questi movimenti in contrasto.Giochiamo: dopo aver selezionato insieme aibambini varie coppie di gesti che contengonodinamiche in contrasto (innalzarsi-ricadere; sfregare-battere; fare un passo scivolando-tenendo ben fermi i piedi; fare un cerchio con lebraccia-battere con le mani; slancio durante lacorsa-fermarsi di colpo cadendo ecc.), si cercherà di accompagnarli con suoni vocali;poco per volta si eseguiranno solo i suoni vocaliin contrasto, badando bene di mantenerne immutata l’energia originaria, in altre parole sifarà in modo che essi mantengano nella memoria il gesto da cui hanno tratto origine.La sperimentazione attraverso il gesto di diversedinamiche sonore, favorirà nei bambini l’acquisizione di una migliore coscienza delmovimento musicale, fondamentale per l’apprendimento del fenomeno musicale.Attraverso il dispositivo del contrasto, è statoinoltre possibile, durante il laboratorio indagaresull’intensità, la densità, il timbro, la durata;arrivare ai gesti strumentali e all’organizzazionepiù strutturata di eventi musicali, sicuri comunque della necessità di fare agire i bambini,in contesti dove le dimensioni del piacere, deldesiderio, del gioco, diventino motivo conduttore per tutte le attività.

Bibliografia

S. Korn - L’uso della voce e l’educazione dell’orecchio musicale L’articolazione e il parlato - Cori parlati - Ilcanto parte I - Il canto parte II - Antologia Lo strumentario didattico - Indicazioni per l’usoe primo repertorio - Antologia di brani A cura di Amadeus-Studio 49 Orff Schulwerk Direzione ed educazione corale Ed. Rugginenti Giocanto - Edizioni a curadell’Associazione Gruppi Corali, Verona Un, Due, Tre, - Non più in commercio, perinformazioni contattare il CIPI.

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Ciao…oggi tu non sei quello che ero io…, io sono una ragazza di 15 anni e come tutte le adolescenti anch’io ho dei “problemi”… forse di questa mia lettera non t’importerà niente… ma per me è molto importante scrivertela…I problemi che oggi affliggono soprattutto le ragazze nell’età adolescenziale sono molto probabilmente di tipo amoroso…, ma se proprio lo vuoi sapere MEGLIO NON PARLARNE!Quando io non sono insieme alle mie amiche e mi ritrovo sola non faccio altro che pensare… pensare… pensare… Mi ritrovo spesso a pensare cose non troppo belle, soprattutto penso che nessuno mi vuole bene… e che nessuno si accorge di me… Spero che questo non accade pure a te… anche perché fissarti su una cosa che molto probabilmente non è vera però tu lavedi così : è abbastanza brutto!Io molte volte penso è vero… però la mia vita non è fatta solo di pensieri, ma anche di coseconcrete!!Mi diverto a stare insieme alle mie amiche perché quando sto con loro cerco di dimenticarmi tutti i miei problemi… al contrario invece di quando sto sola ed ascolto laradio…!!!Ho due amiche speciali, loro sanno capirmi, comprendermi ma soprattutto consigliarmi… esenza di loro io NON SAPREI COME FARE!!!Spero che la tua vita sia migliore della mia… e che tu possa raggiungere uno scopo benpreciso nella vita…

Ciao amicinon c’è un motivo vero che sta al fondo di questa lettera, o forse è solo uno sfogo delmio male di vivere.Ci sono tante cose che qui non vanno e se ci penso bene non ci bastano le dita delle manidi mille persone.Da un periodo di tempo sembra che tutto mi cada addosso e non c’è problema che ionon debba affrontare! prima sembravano cose lontane che mai e poi mai mi avrebberoafflitto e poi invece…I problemi di droga erano all’ordine del giorno e non molto tempo fa un mio amico percomprarsi la “roba” ha rubato e poi venduto tutto quello che aveva e poi come si dice, iproblemi non vengono mai da soli, infatti ho scoperto che Giulia è diventata bulimica daquando il suo boy gli ha fatto le corna e si sono lasciati e io… sono sola, o quasi, infattialcune persone che credevo amiche mi hanno girato le spalle…Ma fortunatamente non tutte… alcuni sono rimasti e mi hanno aiutato ad aiutare! saràuna “frase fatta” e convenzionale ma…

È così i migliori sono rimasti.Beh… il mio sfogo è finito, rimarrà solo questo perché voi non capirete quello che

vi ho raccontato… sfortunatamente!!

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***Intorno a me processioni ignobili,abbracci traditori, lacrime ipocrite.Sorrisi di circostanza,addii celati dalla parola “arrivederci”.Ma io lo so, l’ho capito da tempo:il vostro continuo fingere amore vi serve per celare le vostre paure:del domani, dell’ignoto, della morte, della pover-tà…Poveri gretti, come vi compatisco!Io dal fondo del mio marciapiedevi vedo indaffarati nei vostri riti pagani,vi vedo invocare un dio al quale vi rivolgeteaffinché le cose vi vadano bene.Non avete capito nulla.La lezione non è servita.Vivrete le vostre vite soli con la vostra ipocrisia,attori tragici,costretti a dover immolare, ogni giorno,sull’altare delle vostre menzogne, la vostralibertà.

***Disperazione: un nodo alla golache ti impedisce di respirare;un fremito d’angoscia che ti strappa la vita;una nebbia di dolore che ti appanna la vista.Solo per un attimointravedi la luce,ma poi dalle mani gelide ti bloccanoe tu nel gelo di questa notte che trafigge il tuo corpocon mille lame d’acciaio,rimani qui,sommersa dalla pioggia del rimorso e dell’amarezza.

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***Rivoglio le mie ali candide,rivoglio la mia libertà,rivoglio il mio cuore straziato e morente,che tu hai lasciato esanimesui gradini della mia sconfitta.E lui beffardo, continua a volaresulle nostre anime indifferenti.

***Dolore solitario nella notte:piangi, ti dimeni, mordi le lenzuola, preghi Dio e cerchiaiuto.Ingenua: nessuno ti sente,nessuno ti tenderà la mano,sarai sola per l’eternitàe soffrirai tenendoti tutto dentro.

L’UCCELLO RAPACE CHIAMATO INDIFFERENZA

Cala su di noi,la sua ombra oscura tutto,e un freddo gelidopenetra nelle nostre vene.È così che arriva. E tutto è distrutto.Sguardi non ricambiati,sorrisi calpestati, speranze distrutte.Il vuoto.

***Siamo tutti delle talpeperché preferiamo sotterrarci in noi stessi,piuttosto che mostrare ciò che siamo all’aria aperta.

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***Cos’è poi la tristezza?Una fitta che ti paralizza il cuore,un dolore pungente che ti picchia in testa…Tristezza: sangue che sgorga senza sosta,corpi senza vita sull’asfalto rovente,acqua e sale che scivolano sulla via,impronte sporche di sangueimbrattano il mio corpo senza vitae con le pupille dilatate la mia anima vaga senzamèta…

***Come sei bello! E non lo sai.Non sai la forza che possiedi,non te l’ha mai detto nessunoche i tuoi occhi sono belli come due stelle…Non te l’ha mai detto nessuno…E già, sono l’unical’unica che ha visto quella luce,quell’oppressa purezza,l’unica che ha carpito la tua forzae la tua anima repressa…Odio i falsi perbenismi,gli inutili moralismi che ti etichetterebbero diverso:ma che ne sanno loro?Ma che ne so io?Non ti conosco, eppure ti sento in me come se tu facessi parte del mio sangue…Vorrei stare con te, ma senza lei,lei che ci condiziona la vita,che gioca alla “prima donna”ma che in fondo è finzione.Tu mi piaci.E non è vero che sei morto.Io ti ho visto vivo e ho visto la tua luce.Non spegnerla per lei…

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Maria Bacchi CERCANDO LUISA (Storie di bambini in guerra).Ed. Sansoni - Lire 32.000

Cosa vuol dire scegliere l’infanzia come via d’accesso all’interpretazione della guerra, delle leggi razziali e delle deportazioni?Bambini e bambine si muovono nella Mantova sconvolta dallaguerra vedendo ciò che all’occhio adulto sfugge.Si sottraggono ai criteri d’ordine con cui il regime vorrebbe controllarli, si perdono nei mille rivoli di una quotidianità fatta di affetti, di giochi, di esplorazioni, di piccolima dolorosi conflitti.La figura di Luisa Levi, la più giovane dei deportati ebrei che,il 4 aprile del 1944, partirono da Mantova per Auschwitz,attraversa tutto il libro: la sua voce affiora dagli scritti, inediti, che ha lasciato e dalla memoria dei testimoni chedivisero con lei gli anni della guerra, l’occupazione tedesca, imesi della clandestinità.Queste pagine - tra narrativa, memorialistica e storia - raccolgono, insieme alle foto originali dell’epoca, il prezioso, piccolo Diario di Lidia Gallico, compagna diLuisa nella «dasse speciale» per i bambini ebrei mantovanied esule in Svizzera tra il 1944 e il ‘45.

“Perché siamo stati tutti derubati dell’unico bene comune: l’infanzia nostra, e quella dei nostri bambini.”In 25 fulminei capitoli-tesi, la rappresentazione di un universo infantileallarmante. Quanto valgono i bambini? Come cucinarli, come concepirli,come ingrassarli, come drogarli, come incatenarli davanti alla tv, comeabituarli a ottenere un buon profitto, come ricavare profitto da loro. Tuttii modi per consumarli subito, o per trasformarli in perfetti consumatori.Con un commento in immagini di Oliviero Toscani.Di libri che spiegano perché il mondo del consumo non sia il miglioredei mondi possibili ce n’è in giro una certa quantità. Se ce lo spiega,questa volta, con ironia e leggerezza, qualcuno che conosce bene imeccanismi della pubblicità, lo ascoltiamo forse piú volentieri.Landi ci rivela un segreto ben custodito, per quanto sotto gli occhi di tutti: si devecominciare a consumare sin da piccoli. Come mai questa società, almeno a guardare spot evetrine, sembra basarsi sull’adorazione assoluta dei bambini? E’ semplice. Bisogna smettere, insinua Landi,di considerare i bambini gli adulti di domani: meglio cominciare a pensarli come strumenti per gli adulti dioggi. I bambini sono merci, come tutto il resto. Il problema non è più vendergli qualcosa, il problema è

vendere loro: alle televisioni, alle industrie, agli sponsor. Un libro che provoca un sorriso amaro e chemette la parola fine su una frase provocatoriamente apocalittica: “L’infanzia è senza pietà”.

PaoloLandiMANUALE PER L’ALLEVAMENTO DEL PICCOLO CONSUMATOREEd. Einaudi - Lire 13.000

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Gianni FiorentinoIL BAMBINO NELLA RETE (dalla lavagna al computer)Ed. Marsilio - Lire 18.000

Il bambino di oggi spesso è molto lontano dalla scuola della lava-gna e dei quaderni. Viaggia con il Mouse, ha da tempo stabilito un contatto con le rappresentazioni mediate della realtà.E’ diventato uno sconosciuto che disarma insegnanti, genitori e educatori mentre le pratiche tradizionali di apprendi-mento mostrano limiti e lacune. Nella scuola come a casa -sostiene l’autore - è auspicabile una silenziosa rivoluzione: gli educatori, maestri o genitori, devono sapersi mettere in discussione e cedere al bambino il centro della scena diven-tando animatori della sua creatività e cercando nuove stradeper dialogare e insegnare.Un libro dalla parte dei bambini che affronta lo spinosoproblema dell’aggiornamento nella formazione degli insegnanti e propone nuove vie per una scuola al passo conla diffusione degli strumenti multimediali.

Alfonso M. Iacono, Sergio VitiLE DOMANDE SONO CILIEGE (Filosofia alle elementari).Ed. Manifesto libri - Lire 22.000

Da un incontro tra un maestro fuori del comune (SergioViti), un professore di Filosofia dell’Universitá di Pisa(Alfonso M. lacono) e un gruppo di scolari di quinta elementare sono nati i dialoghi e le riflessioni raccolti inquesto volume.Che la filosofia possa avere un suo ruolo anche nell’insegnamento primario è una tesi che trova sempre più spesso sostenitori, in Italia e non solo. I risultatiesposti in questo libro sembrano confermarla. «Della filosofia abbiamo capito prima di tutto -dicono gli scolari di Pietrasanta - che non si tratta di una cosastrana che sta in un mondo diverso, al contrario ci può aiutaremeglio a capire la nostra vita di tutti i giorni. Poi ci siamo accortiche in filosofia le domande sono come le ciliege: una tira l’altra.Il filosofo ce lo aveva detto: in filosofia le domande sono piùimportanti delle risposte».E infatti, nelle conversazioni tra il maestro, il professore e i ragazzini di Pietrasanta domande, risposte e nuove domande siintrecciano dando luogo a percorsi inconsueti.

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