ORDINE: LUNEDÌ 20 GENNAIO INCONTRO CON IL Prof. … · Colon e diverticolite, che fare? "Più...
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Anno III – Numero 324 Lunedì 13 Gennaio 2014, S. Ilario, Eliana
AVVISO 1. Ordine: lunedì 20
gennaio incontro con il
prof. Antonio Giordano
Notizie in Rilievo
Governo e Salute
2. Concorso straordinario
FARMACIE:
parere Regione Emilia
Romagna su requisito
iscrizione all'Albo
3. Farmacia. Mandelli: “il
Futuro e’ quella dei
‘servizi’. bisogna
applicare norme gia’
esistenti
Scienza e Salute
4. Un mese senza sesso o
senza smartphone?
Il 38% delle donne non
vuole separarsi dal
cellulare
5. Colon e diverticolite,
che fare?
"Più fibre nella dieta"
6. .A rendere lo sbadiglio
contagioso è l’empatia
Prevenzione e
Salute
7. La caffeina dà una mano alla memoria
ORDINE: LUNEDÌ 20 GENNAIO INCONTRO CON IL Prof. ANTONIO GIORDANO
Insieme al Prof. A. Giordano, presidente dello Sbarro
Institute for Cancer Research di Philadhelphia, interverranno
il Prof. Giulio Tarro, il Generale del Corpo Forestale Sergio
Costa, Padre Maurizio Patriciello, parroco della chiesa
di Caivano.
La serata organizzata dall’Ordine focalizza l’attenzione su una tematica attuale
quanto delicata come quella della:
“Salute e Ambiente in Campania: terra dei veleni?”
Antonio Giordano lo ripete da anni. Napoletano,
ordinario di anatomia ed istologia patologica
all'università di Siena e direttore dello Sbarro
Insititute for Cancer Resarch, ha ereditato il
testimone del padre, Giovan Giacomo, il primo
scienziato a mettere nero su bianco, nel '77, che la
Campania era travolta da un'epidemia silente e causata
dall'uomo. Ora tocca a lui, con denunce raccolte più dalla
comunità scientifica internazionale che dall'opinione
pubblica italiana, ripetere che la nostra terra, già felix -
fortunata - è «un lab. di cancerogenesi dove le cavie non
sono topi, ma i Napoletani ed i Campani».
Il Prof. A. Giordano ha scritto un libro bianco, con il prof. Giulio Tarro,
“Campania, Terra di veleni”, che raccoglie la denuncia di suo padre e la motiva
scientificamente in modo ancora più solido.
Un'epidemia di tumore, malformazioni congenite flagella la Campania? Come arginare i rischi per la catena alimentare?
Chiediamoglielo Lunedì 20 gennaio, alle ore 21.00 presso la sede dell’Ordine.
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
E-MAIL: [email protected]; [email protected]
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Proverbio di oggiProverbio di oggiProverbio di oggiProverbio di oggi……..……..……..…….. Dicette ‘a lucciola, io pure faccio luce
Ognuno nel suo piccolo, può sentirsi importante
PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 324
CONCORSO STRAORDINARIO FARMACIE: Parere Regione EMILIA ROMAGNA su REQUISITO
ISCRIZIONE ALL'ALBO Il Consiglio dell'Ordine dei Farmacisti della Provincia di Bologna ha ritenuto opportuno porre alla
Regione Emilia Romagna - Servizio politica del farmaco il quesito
sotto riportato:
"Premesso che l’iscrizione all’Albo dell’Ordine dei Farmacisti venne
configurata quale requisito richiesto per la partecipazione al
concorso in oggetto (art. 2 del bando regionale ai sensi dell’art. 11 DL
1/2012 convertito con modificazioni nella L. 27/2012), a fronte di
specifici quesiti posti da nostri iscritti aventi presentato domanda di
partecipazione al concorso bandito da codesto spett. Ente, si ha cura
di richiedere se, in caso di estensione dell’arco temporale necessario per l’espletamento delle procedure
concorsuali a più annualità, il mantenimento dell’iscrizione all’Albo sia da considerarsi obbligatorio."
Di seguito la relativa RISPOSTA:
"il requisito dell'iscrizione all'albo deve essere posseduto al momento della presentazione della
domanda di partecipazione al concorso e al momento dell'eventuale assegnazione della sede
farmaceutica. Non è specificatamente richiesto anche il possesso del requisito nell'intervallo di tempo
intercorrente fra i due momenti."
DIPENDENZA E SALUTE
UN MESE SENZA SESSO O SENZA SMARTPHONE? Il 38% delle DONNE non vuole SEPARARSI dal CELLULARE
Pronte a rinunciare al sesso anche per un mese, ma non allo smartphone.
Così almeno il 45% delle donne cinesi, seguite dal 39% delle
americane e il 38% delle europee.
Il rapporto è stato stilato dopo aver intervistato oltre 3600
donne di diversi paesi. Le più legate ai loro dispositivi cellulari
sono risultate proprio le cinesi, il 45% delle quali ha ammesso
che rinuncerebbe a trenta giorni di sesso pur di non separarsi
dal suo smartphone. Le più restie le brasiliane, solo 28%
preferisce il cellulare all'amore.
Come dire che l'ossessione per il “telefonino” è quasi riuscita a scalzare la passione.
E la lontananza dall'oggetto, come documenta un lavoro dell'Istituto per lo studio di psicoterapie, può
scatenare ansia, depressione, nausee, crampi e crisi. Stessi sintomi dei tossicodipendenti.
E se la ricerca fatta con le cinesi fosse uno dei diversi “sintomi” che rivelano un nuovo generalizzato
piacere a fare l'amore on line invece che dal vero?
Certo è che la dipendenza dal cubersex è in aumento anche da noi: tra il 6 e l'8% degli utenti di
Internet. In chi soffre di questa particolare dipendenza, la separazione dallo smartphone porta,
secondo gli esperti, ad una vera e totale modificazione dei comportamenti. Un'agitazione che si
traduce nella continua ricerca nelle tasche del cellulare, incapacità a parlare con un interlocutore,
mancanza di concentrazione. (Salute, Il mattino)
PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 324
GOVERNO E SALUTE
FARMACIA. MANDELLI: “IL FUTURO E’ QUELLA DEI ‘SERVIZI’. BISOGNA APPLICARE NORME GIA’ ESISTENTI
Questo il principale obiettivo per il 2014 rilanciato dal presidente Fofi all' Adnkronos Salute. Appellandosi alle Regioni, Mandelli ha chiesto che si intraprenda in maniera definitiva questo percorso per arrivare ad una sanità "meno costosa e 'ospedalocentrica'". Sulle liberalizzazioni,"non c'è necessità di spingere su questo pedale”. "Il futuro della sanità risiede anche nella 'farmacia dei
servizi', dove si potranno eseguire esami del sangue,
assistenza infermieristica, fisioterapia, prenotazioni di
visite, possibilità di cambiare il medico di famiglia e
soprattutto di essere seguiti nella propria terapia
farmacologica. Perchè se lo Stato spende dei soldi per
garantire i medicinali ai cittadini, per avere un ritorno in
termini di salute e' necessario assicurare anche la
corretta aderenza".
Queste le dichiarazioni rilasciate ad Adnkronos Salute
dal presidente della Federazione Ordini farmacisti italiani (Fofi), Andrea Mandelli .
"Il nostro obiettivo per il 2014 - ha spiegato Mandelli - è proprio poter vedere finalmente realizzato a
pieno il progetto 'farmacia dei servizi', sempre più vicina ai cittadini. Gli strumenti legislativi ci sono
tutti e in più ultimamente in finanziaria è stata introdotta una procedura grazie alla quale l'Agenzia
italiana del farmaco individuerà farmaci di area ospedaliera che potranno essere distribuiti in farmacia.
Noi lavoriamo per essere sempre più vicini alla gente, ora sarebbe importante che le Regioni
cominciassero a intraprendere questo percorso, che la legge ha già pianificato.
Anche per arrivare a una sanità meno costosa perchè meno 'ospedalo-centrica', ma che soddisfa
ugualmente la domanda di salute. Grazie alle farmacie è possibile riuscire a coniugare un servizio
capillare con il risparmio economico".
Passando al tema liberalizzazioni, il presidente Fofi ha sottolineato come "ormai la storia e anche le
recenti sentenze della Corte di giustizia europea indicano che nel campo della salute non c'è necessità
di spingere su questo pedale. Quando si vuole applicare la politica economica al farmaco bisogna
chiedersi: si tratta di un bene esistenziale o di un prodotto di consumo?
Quella che noi vediamo come priorità è piuttosto la consulenza, aiutare i pazienti a prendere il
farmaco e ad aderire alla terapia prescritta dal medico".
Infine, sulla crisi che sembra stia attanagliando anche le farmacie italiane, Mandelli spiega come per
il settore vi siano "grosse difficoltà e margini e spazi sempre più ridotti".
"Non bisogna più pensare alle vecchie farmacie e questo è un allarme forte, non certo mirato a
difendere privilegi. Ci sono molti disoccupati e - secondo dati Federfarma - sono circa 3.000 le
farmacie in difficoltà finanziarie, con 600 sull'orlo della chiusura.
La speranza - è che anche i nuovi servizi contribuiscano a migliorare la situazione, anche se la priorità è
offrire professionalità sempre più vicine ai pazienti". (Farmacista online)
PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 324
COLON E DIVERTICOLITE, CHE FARE? "PIÙ FIBRE NELLA DIETA"
I sintomi e quando fare i controlli
La chiamano “appendicite sinistra”. La diverticolite non è facile da
diagnosticare, riconoscere e curare. I sintomi spesso si confondono con altre
patologie del colon. Sono spasmi e dolori addominali. Anticipati o seguiti da
gonfiore. La causa sono i diverticoli, minuscole cavità dalla forma di piccoli
sacchettini che si possono formare in molti punti dell'apparato digerente, anche se il fastidio maggiore
deriva da quelli che “spuntano” nel colon. Un disagio da non sottovalutare. “I diverticoli sono estroflessioni
della mucosa e sottomucosa localizzati in punti di debolezza muscolare ovvero in corrispondenza del
passaggio dei piccoli vasi sanguigni che irrorano la parete del colon”, spiega Claudia Menconi, chirurgo
colorettale presso il Dip. di Gastroenterologia e Malattie Infettive dell'Azienda Ospedaliero-Univ. di Pisa.
Il colon si può distinguere schematicamente in colon destro e sinistro e la sua funzione è di riassorbire i
liquidi contenuti nel materiale intestinale insieme a sali minerali e sostanze utili. L'altra faccia di questa
attività sono la creazione di feci che in questo punto possono presentarsi dure per il riassorbimento della
maggior parte della componente liquida ed esercitare pressione sulle pareti del colon. I diverticoli nascono
così. “Questi sacchettini hanno una parete non contrattile e quindi se al loro interno entrano residui
alimentari, quali i residui vegetali non digeribili come semi bucce di frutta o verdura, oppure coproliti, feci
piccole e dure come sassolini – i diverticoli si possono infiammare”. Nei casi più gravi il diverticolo può
arrivare persino a essere perforato o a sanguinare.
I sintomi – La diverticolosi, vale a dire la presenza di diverticoli diffusi e concentrati in notevole quantità a
livello del sigma-colon sinistro, non è una malattia ma una condizione. L’80% dei pazienti scopre di avere
diverticoli casualmente con un esame diagnostico. Alcuni elementi però sono frequenti e comuni:
stitichezza e i sintomi tipici del colon irritabile.
Quali sono i sintomi? “Il dolore è localizzato nel quadrante inferiore sinistro dell’addome. Può essere
presente febbre, nausea o vomito o al contrario talvolta scariche diarroiche”.
Cambiare dieta - In pazienti particolarmente magri si osserva “la cosiddetta 'corda coli' quando il colon
sinistro - continua la specialista - è particolarmente contratto e spastico". Nel 15% dei casi la diverticolite
può complicarsi nella formazione di ascessi paracolici, perforazione intestinale o fistole con altri organi
quali la vescica. Circa il 30/35% delle diverticoliti si risolve con terapia medica e solo dopo ripetuti episodi
di diverticolite (4-5 episodi) e in relazione alla gravità si deve optare per l’intervento chirurgico. Il paziente
con diverticolosi deve stare attento alle dieta.
“Dovrebbe cercare di evitare cibi con elevato residuo vegetale intero, quindi di ingerire semi di frutta,
bucce di verdure che anche se cotte spesso sono difficili da degradare come le foglie dei carciofi, inoltre
cibi fritti o cotti con grassi animali particolarmente elaborati”. La verdura, sotto forma di passati, è la scelta
migliore. L'altro consiglio riguarda le fibre. “Il paziente con diverticolosi – deve mirare ad avere una massa
fecale morbida ed idratata e questo si ottiene con l’assunzione delle fibre di frutta e verdura, bevendo
almeno 1 litro e mezzo d'acqua al giorno, oppure integrando l'alimentazione con preparati di fibre
idrosolubili facilmente assimilabili dall’organismo. Abbiamo preparati a base di psyllium, glucomannano,
inulina – anche associati ai fermenti lattici utili nel mantenere una flora batterica intestinale “buona”.
Controlli, ma quando? - “I controlli nel paziente che sa di avere una diverticolosi non devono diventare
maniacali”. Quindi, non serve eseguire un clisma opaco o una colonscopia all’anno in assenza di sintomi.
Troppi controlli possono essere persino controproducenti “in quanto aumenta il rischio di perforazione per
chi ha un colon più fragile di altri”. Altro discorso riguarda il paziente con diverticolosi con una familiarità
per neoplasia del colon e oltre i 50 anni, in cui la scelta di sottoporsi periodicamente a controlli del colon è
raccomandata. “La colon-Tac può essere una buona opzione – anche se solo la colonscopia può realmente
diagnosticare con la biopsia lesioni dubbie”. (Salute, Sole24ore)
PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 324
SCIENZA E SALUTE
A RENDERE LO SBADIGLIO CONTAGIOSO È L’EMPATIA
Uno studio britannico dimostra che i bambini autistici, incapaci di formare legami emozionali, non ne vengono contagiati.
Sbadigliare è contagioso. Il motivo? L´empatia che ci lega l´uno
con l´altro. Lo rivela una ricerca britannica, secondo la quale soltanto gli
esseri umani, gli scimpanzè e forse il macaco sbadigliano dopo aver
visto un loro simile farlo, proprio per via di questa capacità e bisogno
di identificarsi con i loro simili. Un ricercatore del Birkbeck College di Londra, Atsushi Senju e alcuni
colleghi giapponesi, hanno studiato lo sbadiglio in bambini autistici e non ed hanno scoperto che gli
autistici,sebbene sbadigliassero, non venivano contagiati dallo sbadiglio altrui.
Chi è affetto da autismo è incapace di formare legami emozionali normali con il prossimo e di provare
empatia nei confronti degli altri. Ecco spiegato perché lo sbadiglio, per essere contagioso, deve basarsi
sull´empatia. (Salute, Libero)
LA CAFFEINA DÀ UNA MANO ALLA MEMORIA
Basta l'equivalente di 3-4 tazzine di caffè per potenziare il consolidamento dei ricordi
Il legame che unisce gli studenti e la caffettiera è saldissimo da
generazioni. Il beneficio che chi ha bisogno di imparare date, nozioni e
formule trae dalla caffeina, però, potrebbe non essere soltanto quello di
mantenere desta l'attenzione anche nelle ore notturne. Parrebbe
esserci nel consumo della sostanza un importante "effetto collaterale": se assunta nelle giuste dosi e al
momento opportuno la caffeina consolida i ricordi.
La memoria è un meccanismo prezioso del cervello, ma è tanto importante quanto a volte appare
capriccioso. Come potenziarla per trarre il massimo dallo studio, dal lavoro e in generale per essere in
grado di ricordare ciò che ci serve quando ne abbiamo bisogno è un dilemma che appassiona da tempo
gli studiosi del campo delle neuroscienze. Si è ricercato e scritto molto, per esempio, sul ruolo
fondamentale che avrebbe il sonno nel fissare i ricordi. Non dormire un sufficiente numero di ore può
essere alla base di alcuni disturbi di memoria. Una nuova ricerca accende i riflettori sulla caffeina.
Lo studio pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience, dimostra che una dose da 200 mg di caffeina,
somministrata in pillole nel loro esperimento poco dopo un test di apprendimento, aiutava i
partecipanti a ricordare il giorno successivo più dettagli rispetto a chi aveva assunto un placebo. Il
compito consisteva nel distinguere, un giorno dopo averle viste per la prima volta, quali delle immagini
mostrate nella seconda prova erano le stesse del giorno prima, quali erano del tutto nuove e quali
invece erano simili a immagini viste in precedenza.
Sia il gruppo che aveva assunto la pillola di caffeina sia coloro ai quali invece era toccato il placebo, si
sono dimostrati in grado di identificare correttamente le immagini vecchi e le immagini nuove. Ma
dove l'assunzione di caffeina ha dimostrato di fare la differenza è nel "beccare" le immagini simili ma
non uguali a quelle già viste.
Chi aveva preso il placebo più spesso le scambiava per immagini vecchie. Basterebbe quindi la dose di
caffeina contenuta all'incirca di 3-4 tazzine di caffè per garantire questo effetto di consolidamento.
Attenzione però: una quantità minore ha dimostrato di non avere lo stesso potere, così come
consumarla prima dell'apprendimento non aiuta altrettanto a ricordare: meglio quindi concedersi un
buon caffè, e magari anche due, solo dopo lo studio. (Salute, Panorama)