Nuovo Contatto - Scuola Rudolf Steiner di Lugano · 4 porterebbe ad una chiusura radicale....

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1 Nuovo Contatto «ABBIAMO BISOGNO DI UN NUOVO CONTATTO?» Vederci e confrontarci con noi stessi ci può far bene. Siamo in un momento di forte cambiamento, tanto più difficile quanto più lo vogliamo vero e corri- spondente ai nostri ideali. La storia ci spinge e ci trattiene, l’identità vuol cambiare e non vuol perdersi. Abbiamo bisogno di nuovi contatti con noi stessi, con le nostre fonti e con il mondo in continua trasformazione. Per la nuova forma della nostra storica rivista scolastica abbiamo scelto di cominciare con una serie di numeri monografici (due numeri all’anno) dedicati alle fasce di età. Dunque presentiamo il progetto dei futuri numeri abbinati alle “taglie”: XXS e XS, S, M, L, XL. Cominciamo con uno sguardo sulle taglie grandi: le attuali superiori e alcuni dei nostri carissimi ex-allievi. Proseguiremo nei prossimi numeri con tutte le altre fasce di età (vd. programma qui a lato). In questo numero abbiamo raccolto alcune testimonianze: di allievi usciti dalle due ultime XII classi, di altri usciti vari anni fa, e di alcuni usciti prima della XII. Ci sarà ancora spazio in futuro per tutti quanti avrebbero voluto esserci ma troppo occupati dalla loro “conquista del mondo” ci hanno solo mandato un saluto affettuoso. Pubblichiamo anche una lettera aperta ai nostri docenti di un ex-allievo che riflette a fondo sull’impatto che ha avuto nella sua vita l’aver frequentato l’intero corso della scuola Steiner. È una lettera giovane e coraggiosa, che ci ringrazia e riconosce, e al tempo stesso ci muove la sua critica e sprona a rimetterci in gioco. È una lettera che abbiamo accolto come un dono e che rivela un’individualità compiuta che scopre e difende la propria libertà ed autonomia di pensiero. taglie numeri XXS: nido 02/2014 XS: asilo 02/2014 S: elementari 03/2015 M: medie 04/2015 L: superiori 01/2014 XL: ex allievi 01/2014

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Nuovo Contatto

«ABBIAMO BISOGNO DI UN NUOVO CONTATTO?»

Vederci e confrontarci con noi stessi ci può far bene. Siamo in un momentodi forte cambiamento, tanto più difficile quanto più lo vogliamo vero e corri-spondente ai nostri ideali. La storia ci spinge e ci trattiene, l’identità vuolcambiare e non vuol perdersi. Abbiamo bisogno di nuovi contatti con noistessi, con le nostre fonti e con il mondo in continua trasformazione.

Per la nuova forma della nostra storica rivista scolastica abbiamo scelto dicominciare con una serie di numeri monografici (due numeri all’anno)dedicati alle fasce di età. Dunque presentiamo il progetto dei futuri numeriabbinati alle “taglie”: XXS e XS, S, M, L, XL. Cominciamo con uno sguardosulle taglie grandi: le attuali superiori e alcuni dei nostri carissimi ex-allievi.Proseguiremo nei prossimi numeri con tutte le altre fasce di età (vd.programma qui a lato).

In questo numero abbiamo raccolto alcune testimonianze: di allievi uscitidalle due ultime XII classi, di altri usciti vari anni fa, e di alcuni usciti primadella XII. Ci sarà ancora spazio in futuro per tutti quanti avrebbero volutoesserci ma troppo occupati dalla loro “conquista del mondo” ci hanno solomandato un saluto affettuoso.

Pubblichiamo anche una lettera aperta ai nostri docenti di un ex-allievo cheriflette a fondo sull’impatto che ha avuto nella sua vita l’aver frequentatol’intero corso della scuola Steiner. È una lettera giovane e coraggiosa, checi ringrazia e riconosce, e al tempo stesso ci muove la sua critica e spronaa rimetterci in gioco. È una lettera che abbiamo accolto come un dono eche rivela un’individualità compiuta che scopre e difende la propria libertàed autonomia di pensiero.

taglie numeri

XXS: nido 02/2014XS: asilo 02/2014S: elementari 03/2015M: medie 04/2015L: superiori 01/2014XL: ex allievi 01/2014

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Già a partire dalla VIII classe la nostra pedagogia ha lo scopo di equilibrare l’interesse per il mondo interiore con loslancio verso il mondo esterno. Ancora di più nelle classi superiori, l’insegnamento si propone di bilanciare questadoppia tensione: non far perdere l’adolescente nel mondo ma neanche farlo perdere in se stesso, aiutare l’allievoche diviene giovane uomo a sperimentare la propria interiorità in risonanza con la realtà esteriore; mentre scopre sestesso, scopre il mondo.L’ideale suggerisce che il ragazzo, alla fine delle classi superiori, divenga un individuo il più possibile integro, liberonel giudizio, a contatto col suo sentire, capace di interrogarsi e fiducioso nella possibilità di costruire un mondomigliore. Al fine di poter realizzare tale ideale, l’intero lavoro svolto nel cammino pedagogico e didattico delle classisuperiori, si concretizza in una graduale scoperta del mondo interiore ed esteriore attraverso una sempre maggiorecomplessità.

In X classeA questa età è importante riflettere sulla lingua madre. L’epoca di poetica offre al ragazzo l’occasione di trovare unamodalità di maggior ascolto interiore; al fine di dare una voce a tale mondo interiore, il ragazzo è condottonell’esplorazione della lingua tramite l’esperienza e l’incontro con la poesia, che offre questo scandaglio epermettedi scoprire il valore e le ragioni dei propri silenzi. Dall’ascolto di ciò, nasce la voglia di comunicare qualcosadi nuovo; parlare di se stessi nella propria complessità di esseri umani, parlare delle proprie contraddizioni, forze edebolezze, sfumature intime e personali che ci caratterizzano come individui.Così, la scoperta dell’espressione poetica bilancia il rischio di un’eccessiva concentrazione su se stessi che

equilibrare l’interesse per il mondo interiore con lo slancio verso il mondo esternosperimentare la propria interiorità in risonanza con la realtà esteriore

bilanciare questa doppia tensionementre scopro me stesso, scopro il mondo

SCOPRI TE STESSO E SCOPRI IL MONDORiflessioni dei docenti delle superiori

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porterebbe ad una chiusura radicale. L’estetica del componimento poetico, la metrica, la ricercadella giusta parola, lo studio del suono e del ritmo, sono strumenti attraverso cui il sentimento siesprime artisticamente e si libera dalla sua autoreferenzialità. Contemporaneamente, mentre iragazzi si interrogano e cercano di scoprire le proprie potenzialità e capacità, sperimentano sestessi anche in vari ambiti pratici attraverso il lavoro artigianale.

Anche la dimensione scientifica scongiura un’eccessiva introversione. La scoperta oggettivadelle leggi e dei processi che regolano l’organizzazione biologica del nostro essere ha lo scopodi condurre l’allievo in uno spazio intimo ma oggettivo nella sua fisicità: lo studio del cuore.L’incontro con tale oggettività stimola una sfera più simbolica: il cuore assume l’immagine delsentire e della vita.

In XI classeQuesta età porta spesso i ragazzi incontro a una serie di interrogativi esistenziali nella ricerca di unproprio orientamento. Da tale urgenza sgorga l’esigenza di una nuova nascita. La didattica offrecome specchio di risposta allo studente una riflessione su Parzival, opera che narra la crescitaattraverso la crisi, così come l’epoca di embriologia racconta la possibilità di una nuova nascitafisica che si realizza lungo un cammino di mutamento.

Un’altra volta la scienza prende per mano e porta verso l’universale, mentre le materieumanistiche, raccontando in letteratura storie di anime, mostrano l’universalità del sentire umanoe l’esistenza di leggi che potremmo definire interiori.

Ancora in XI classe la pedagogia si volge allo studio dell’espansione del cosmo attraversol’approccio con il sistema solare nell’epoca di astronomia. Diventa evidente come il microcosmos’intesse nel macrocosmo, come rispondano entrambi ad una legge di simpatia. Come in alto,così in basso.Gli scambi linguistici con un lungo soggiorno all’estero offrono una magnifica occasione diesplorare la propriacmodalità di apertura a ciò che non si conosce, e di confrontarsi in manieraapprofondita e capace con l’altro. Il mondo esterno nel frattempo è stato conosciuto ancheattraverso limpegnativa esperienza dell’uscita sociale.

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In XII classe finalmente il giovane è in grado di scoprire dove conduca questa continuaoscillazione tra interno ed esterno. Tutto questo è finalizzato a creare nei giovani un’immaginecomplessa (antropologia) di essere umano, che non si riassume in poche righe.

Essere umani: cosa ci differenzia e cosa ci accomuna agli animali in modo oggettivo e scientifico(epoca di zoologia)? Quale forma abbiamo noi esseri umani nel nostro tempo? Quali sono iproblemi che ci riguardano? Cosa cerchiamo? Chi siamo? Come vogliamo che sia il nostrofuturo? A questo risponde anche lo studio della storia contemporanea.E poi: sappiamo che ciascuno di noi è individuo, ma che qualcosa ci unisce agli altri: questoqualcosa è la condizione umana. Esiste una condizione umana sempre uguale a se stessa onelle varie epoche a tale domanda si è risposto in modi diversi? La letteratura ci parla di questoed il Faust di Goethe può rappresentare una formulazione, in chiave artistica, che sentiamovicina; molti altri scrittori hanno cercato di descrivere la condizione umana, come lo hanno fatto i

pittori e i drammaturghi.In queste domande la XII classe trovail suo fondamento: la base morale.Cosa posso fare io per il mondo?Cosa possiamo fare noi esseri umani?

A questo punto il lavoro per gli inse-gnanti è delicato: non indirizzare maaccompagnare e aiutare a trovareuna propria collocazione e una ricercache porti a risposte individuali. Suquesto percorso si edifica la loro di-mensione morale. I ragazzi devonoentrare in contatto con le proprieidee, e saperle anche esprimere inmodo strutturato. Lo sviluppo di unacoscienza critica è ciò che risolvel’eventuale caduta in stereotipi e ideo-

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logismi. L’ambizione degli insegnanti è quella di generare la libertà nel giudizio; solo grazie a taleacquisizione, l’individuo potrà costruire il futuro attingendo ad un senso di sicurezza e forza inte-riore.

L’epoca di geografia sui cambiamenti climatici mostra chiaramente e obiettivamente il rapportoetico che l’uomo instaura con il mondo. La presa di coscienza di tale relazione uomo-mondodovrebbe condurre al superamento del senso di impotenza e di fatalismo concretizzando lapossibilità di essere determinante come essere umano per il destino del cosmo.

A tutto ciò si aggiungono due importanti esperienze in XII classe: il processo creativo di grupponel lavoro di recita e il lavoro intellettuale individuale di fine anno.

Nel mettere in scena una pièce teatrale, si cercano gesti e voci individuali; contemporaneamentela compagnia teatrale inventa continuamente soluzioni ai problemi pratici che incontra. Si gioca afare sul serio, a dire la propria sul mondo, a trovare la propria voce. Come ogni buon gioco, è unesperienza molto seria e divertente.

L’anno scolastico si conclude con l’uscita culturale: incontrare il mondo nei suoi molteplici piani:storico, artistico e culturale nel senso più ampio del termine (musei, sculture, colori, odori, sapori,suoni, storie, linguaggi). Scoprire tutto questo in modo sintetico, attraverso una piena presenza.Indagare tramite un disegno la forma di una statua, essere presenti al paesaggio che un tempoera rispecchiato da un tempio ormai in rovina, essere aperti alla scoperta.

L’uscita culturale consegna così un ultimo messaggio ai giovani che salutano la nostra scuola:l’importanza di stare, di vivere e di assaporare totalmente il momento, vivere la propria vita nelmodo più gioioso possibile, mantenersi aperti alla meraviglia, scoprire che anche ciò che èpiccolo ed insignificante può diventare una ricca esperienza interiore.

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Progetti ed esperienze, spesso costruite in collaborazione con persone,imprese ed istituzioni del vicino territorio, sono così distribuite:

Un progetto di lavoro pratico comune: due settimane di topografia fuorisedeUna rappresentazione in lingua stranieraUn progetto individuale di lavoro artigianale: realizzazione e presentazione diun oggetto scelto dall’allievo che richieda un impegno di circa 60 ore fuoridall’orario scolastico

Questo periodo è sempre inteso come una formazione di base condivisibile da tutti gli allievifino alla maggiore età, della quale debba far parte anche lo sviluppo delle capacità di maturarela propria scelta per il futuro, con la possibilità di compiere questo delicato processo in unperiodo della vita ancora libero da condizionamenti. In questo senso accanto alle materie svoltesecondo il piano di studi suggerito da questa pedagogia, sono ritenute indispensabili delleiniziative che coinvolgano sia solo il singolo allievo che tutta la classe e che rappresentanotappe significative di un percorso verso una libera autodeterminazione.La formulazione e realizzazione di progetti e la condivisione di esperienze sia individuali checomuni a tutta la classe, oltre che lo sviluppo della responsabilità nell’assunzione dei propriimpegni personali e sociali, caratterizzano l’insegnamento durante gli anni successiviall’assolvimento dell’obbligo scolastico.

Le classi superiori di Lugano – Origlio (X – XI – XII)

X classe:

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Un’iniziativa sociale condivisa da tutta la classe: un’esperienza fuori sede dicollaborazione tra i membri della classe, di solidarietà in situazioni dinecessità e di conoscenza di altre culture con la realizzazione di unprogetto pratico (collaborazione ad esempio nella ristrutturazione di edifici inpaesi con condizioni socioeconomiche diverse, di povertà, oppure colpiteda catastrofi ecc.) Un progetto artistico individuale: realizzazione e

presentazione diun’opera in un ambitoartistico scelto dall’al-lievo (poesia, musica,pittura, scultura, ecc)Soggiorno linguistico:per due o tre mesi gliallievi frequentano unascuola Rudolf Steinerin francese, tedescoo inglese (in Svizzera,Australia, Canada,Sud Africa, ecc) Perchi non è interessatoal soggiorno linguisticoè previsto un periododi stage professionaledi uguale durata.

XI classe:

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Un progetto artistico comune: allestimento di un’opera teatrale in italianoUna ricerca individuale di approfondimento: lavoro annuale La preparazioneal passaggio nell’istituto di formazione nel quale portare a compimento lascelta maturata e confermata durante l’ultimo anno della nostra scuola, siaessa rivolta ad un apprendistato, ad una scuola artistica o al consegui-mento di una maturità liceale.noltre viene riservato uno spazio, durante il periodo di frequenza allascuola, che possa permettere a ciascun allievo, accanto alle attività cheancora svolge in comune con il resto della classe, di riconoscere la propriascelta individuale e prepararsi ad intraprendere la formazione successiva alcompletamento del percorso educativo da noi offerto.Viene a far parte delle attività svolte nella nostra scuola un lavoro diorientamento alla scelta professionale in X classe, con la consulenza dipersonale qualificato e stage di prova (su ri-chiesta dell’allievo).

La scuola accoglie in queste classi allievi ospitida altre Scuole Rudolf Steiner, svizzere o estere,con un accompagnamento linguistico individuale.Gli allievi della Scuola di Locarno dopo le classimedie possono completare ad Origlio la loroformazione.

Si configura così una scuola che pone comepropria conclusione l’inizio della formazionespecifica successiva, con l’aspirazione di farlanascere liberamente dalla formazione di base“globale” della persona (Gesamtausbildung)che caratterizza la pedagogia di Rudolf Steiner.

XII classe:

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PASSAGGI AD ALTRE SCUOLE

Le classi superiori sono composte attualmente da circa 40 allievi. Confluiscono nella nostrascuola allievi ticinesi, italiani, svizzero-tedeschi, svizzero-francesi e altri stranieri da varie parti delmondo. Per poter rispondere alle esigenze di allievi e famiglie con origini così diverse la scuola hascandagliato le possibilità di formazione superiore in Canton Ticino, in Italia, Germania e Svizzeraromanda e ne è scaturito quanto segue:

• Passaggio al Liceo Diocesano di Lugano o al Liceo Papio di Ascona che preparano allamaturità federale su presentazione delle nostre valutazioni. In due anni di frequenza e possibileottenere la licenza di maturita svizzera (ex-maturita federale).

• Passaggio alla III liceo (scuola pubblica / liceo economico o linguistico) con esami diammissione.

• Passaggio alla XII o XIII classe di una scuola Steiner in Germania o Austria per il conseguimentodella licenza di maturita europea che permette l’accesso a tutte le facoltà svizzere ed europee.

• Passaggio al liceo artistico Frattini di Varese (Italia) con esami di ammissione in filosofia, storiadell’arte e in tecniche pittoriche per entrare all’ultimo anno (accesso vincolato alla disponibilità diposti). Conseguimento del diploma di maturità italiano. La maturità artistica italiana permettel’accesso a tutte le facoltà universitarie italiane oltre che all'Accademia di Belle Arti italiana,all'Accademia di architettura di Mendrisio e alla SUPSI (architettura, architettura di interni,comunicazione visiva, conservazione e restauro – accesso previo esame attitudinale).È necessario essere in possesso del diploma di V elementare italiana e dell’esame di III mediaitaliana: tali esami, aperti anche agli allievi svizzeri, vengono sostenuti dai nostri allievi nella scuolaSteiner di Milano, via Pini.

DOPO LA XII

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Altre formazioni:

• Formazione sociale: la scuola di operatore sociale del Canton Ticino accoglie allievi cheabbiano compiuto 18 anni e un contratto di lavoro, e che vogliano formarsi in ambito sociale.

• Scuola superiore di scienze visive di Lugano: accesso dopo la XII classe, senza maturità.

• Scuola di teatro di Dimitri: ammissione su dossier per i nostri allievi.

DOPO LA XII

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Xa classe

X classe:epoca di

topografia:l’uomo

rilevala terra.

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Nelle classi superiori vengono coinvolti volontà, sentimento epensiero anche attraverso progetti diversificati sui tre anni.Per ciascun progetto i ragazzi riportano una presentazionescritta del lavoro svolto e vengono assistiti da docenti o daconsulenti esterni.

MISURARE, PROGETTARE e COSTRUIRE

X - LAVORI ANNUALI ARTIGIANALI

Ogni anno la X classe si cimentacon un progetto annualeartigianale (realizzazione di un oggetto in stretto contattocon un artigiano).

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Il progetto individuale di Xclasse si concretizza nellarealizzazione di un manu-fatto: circa 40 ore di lavorocon un artigiano per realiz-zare l’idea che a inizio annoogni ragazzo sottopone almaestro Juan Sabatino.

Gli oggetti realizzati e la relazione che testimonia le varie fasi dellavoro danno vita ad una vivace esposizione in un testo redatto dagliallievi al termine dell'esperienza .

Ma X classe significa anche: misurare la terra in un'interessanteesperienza pratica di topografia, incominciare a concepire ilproprio portfolio,conoscere pro-fessionisti e ar-tigiani attraver-so l'orienta-mento pro-fess iona le,

mettere inscena un breve lavoro tea-

trale in più lingue, collegato ai temi e allematerie studiate nel corso dell'anno.

X - LAVORI ANNUALI ARTIGIANALI

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“A noi la scelta di come trasformare, a noi lascelta del materiale da utilizzare, a noi lascelta del luogo e della persona che ci aiuterà,a noi la scelta, di come crearci una nostra re-sponsabilità.”

X - LAVORI ANNUALI ARTIGIANALI

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XI classe

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CREARE E MANIFESTARSI

XI - LAVORI ANNUALI ARTISTICI

Oltre ai lavori artistici in XI classe si sperimenta l'incontro con l'altro negli scambi linguistici all'esteroper un periodo prolungato e nell'uscita sociale, durante la quale si conosce una realtà distante, spessodisagiata e diversa, e si contribuisce attraverso un progetto coordinato e continuativo nel tempo a so-stenere tale realtà, nel rispetto dei suoi valori e della sua cultura.

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XI - LAVORI ANNUALI ARTISTICI

“Fear of progress” progetto

fotografico di J. Rossignoli

2012

In XI classe prendono forma installazioni, sculture, set fo-tografici, pitture e molto altro, progetti d’arte nati da gesticreativi coraggiosi.

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XI - LAVORI ANNUALI ARTISTICI

Si parte da un tema, una suggestione, un’ispirazione at-torno alla quale far crescere il lavoro e le immagini darealizzare nell’ambito a ciascuno più congeniale, sia essofigurativo, plastico o altro ancora.

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Il fluire di nuovi suoni, nuovi volti, nuovi colori, nuovi odori, nuove usanze, nuovi sapori, rinnovatesensazioni nell’incontro con il mondo: è l’esperienza che si schiude per i ragazzi e le ragazze chein XI possono avvicinarsi all’infinitamente grande e all’infinitamente piccolo nella loro vita per unperiodo di soggiorno all’estero, un congedo dalla scuola di Origlio per salutare le scuole Waldorf,o le realtà professionali Waldorf nel mondo.

Un lasso di tempo dedicato alla scoperta di se stessi in una famiglia diversa che li accoglie e li ac-compagna alla scoperta di un altro mondo, un mondo in cui la conoscenza di se stessi si rinnovaperché su una nuova tabula rasa il caleidoscopio dei loro talenti, dei loro potenziali, dei loro

sentimenti, dei loro sogni, dei loro pensieri, dei loro gesti, delle loro abilità simanifesta in una realtà che li rinnova e li intreccia con le vite di altre persone, rin-novando e rinvigorendo il germoglio delle loro esistenze. Si passa attraverso ilmiglioramento delle competenze linguistiche con la fatica di tutti i giorni percapire e farsi ca-pire, si passa at-traverso la no-stalgia del caloredi casa e la con-

sapevolezza che le Alpi sono sempreun orizzonte sicuro che ci eleva ciprotegge, si passa attraverso le pro-prie forze per adattarsi ad un nuovoritmo. Si potano le consuetudini inutili

Noi stessi siamol'infinitamente piccolo

e l' infinitamente grandee la vita che li unisce.

Kahlil Gibran "The Wanderer"

ESPERIENZE LINGUISTICHEHaroun e il mare delle storie di Salmon Rushdie (e il logo dell'upupa in volo), per la sua semplicee diretta metafora, è stato scelto come tratto caratteristico degli scambi linguistici, esperienzafondante di scoperta del mondo e dell'altro da parte degli allievi di XI classe.

La freschezza e l'apertura interiore nella conoscenza di altre storie, terre e persone si rinnovanodi anno in anno anche attraverso i racconti, le mail, le poesie che i ragazzi riportano al terminedel loro lungo soggiorno di studio e di vita all'estero. Eccone alcuni esempi.

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Testimonianze

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e si innestano nuovi modi che possono meglio permeare la realtà. É una sfida, la sfida del marinaioalla scoperta si se stesso.

Da Toronto

“Vivendo questa esperienza in una grande città come Toronto mi ha aiutato a conoscere unanuova mentalità, molto più ampia rispetto alla nostra. Infatti mi sono resa conto che la semplicitàcon cui entri in contatto con nuove culture, tradizioni, con lingue provenienti da tanteparti del mondo e con nuovi stili di vita, ti aiuta a diventare un uomo del mondo”“Sono tornata con una valigia enorme, che non solo conteneva quella più

piccola con la quale ero partita, ma anche tutti quei ricordidei momenti vissuti a Berlino. Dovendo però prepararmi

per partire per Toronto, ho deciso di scegliere unavaligia di dimensioni medie, abbastanza grandeper contenere il necessario ma sufficientementeleggera per poter essere trasportata.”

Da Berlino

Vedo la gente muoversi, gioco ad essere uno di loro,mi piace far finta che sia anche la mia vita. Adoro quando

c'è tanta gente, quando si sentono tante voci che alla fine siconfondono nel mormorio delle altre, che provano a raggiungerti e

raccontarti le loro storie. Forse la cosa più bella sta nell'immaginare quelle storie.

Dall’Irlanda

“Ero immersa nel verde, nellapioggia che non manca mai mache appena cessa di scenderedal cielo lascia la terra ricopertadi nuovi colori ed allora non im-porta che si lavori nel fango, tuttoha una nuova luce.”

Dall’ Irlanda La foglia che cattu-

rava la luce e trasfor-mava il suo rosso in oro,ferma su un albero po-

teva muoversi conil vento.

Da Brighton “Lavorare in un asilo è stato

bellissimo … ho potuto prepa-rare il pane per quei bambini e

non solo aiutare le maestre a pre-parare l’ambiente che li avrebbeaccolti e rassettare dopo la mattinata.Mi sono sentito dire da un bimbo

che avrebbe voluto che io fossisuo papà ….

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Al rientro Tristezza e felicità erano diventati tutt'uno. Mentre piangevo i sorrisisi facevano strada tra le lacrime mostrandomi le persone cheavevo conosciuto.

Convivenza Fare uno scambio è difficile: richiede la capacità di adattarsi ed ac-cettare un altro che è diverso da te, ma proprio questo ti permettedi crescere e superare il tuo limite.

Lingua É arrivato un angelo che pazientemente mi ha spiegato i segretidella lingua tedesca e ciò che prima era confuso e nebuloso è di-

ventato chiaro e mi ha permesso di comunicareed esprimermi e parlare di cose importanti per mecon chi mi stava accanto. Ho capito che avreivoluto studiare di più prima di partire … sarebbestato meno faticoso dopo. “

Persone I Canadesi sono dolci come il succo d’acero, eccomagari non tutti i Canadesi, gli insegnanti erano piùseveri dei nostri

Quando si è ad Origlio“There are huge differences in culture but also simi-larities. Like the number of languages and culturesin Ticino are big as just like in Cape Town. Things inSwitzerland are much more ordered than in SouthAfrica. But things are also more stringent which isnew to me.”

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“When I first arrived in Milan, I was a little bit shocked by thetemperature change. Back home in Cape Town, it had been around25 degrees Celsius, which was fairly normal weather for spring.When I arrived in Milan however, it was a chilly 9 degrees, somethingquite unusual for me as winter in Cape Town usually averages 17to 18. When I look back now, I realise how Naïve I was, as

it’s almost unusual for the weather here to reach more than 7.The first weekend after I arrived, we went from Origlio, where the apartment is,

to Mergoscia, where their main residence can be found. Mergoscia, for those who don’tknow, is up in the mountains, and consequently is much colder than places such as Origlio,Lugano, Locarno etc. As a result, I trudged through 50 metres of snow 20cm thick, inshoes that, whilst being comfortable and practical for walking, were clearly not designed forthis sort of thing.”

Il ritorno “Quando sei lontano apprezzi e ringrazi i tuoi genitori, i tuoi insegnantiche ti hanno dato la possibilità di fare questa esperienza, che ti hannopermesso di diventarequel che sei e chesono pronti ad acco-glierti al ritorno.”

“É difficile tornare, sa-pere che lascerei quellanuova realtà diventataabitudine … ma tor-nerai più ricco e porterainella tua normalità quel-lo che hai imparato masoprattutto quello chesi diventato.”

Il mondo sottosopra

Ho notato che la lunaera al contrario…

e da un’altra parte delmondo si guida dall’al-

tra parte…

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XII classe

Esempio di lavoro annuale - Tesi di ricerca rilegata a mano

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In XII classe la prova finale è quella di un progetto di ricercaintellettuale, uno studio svolto attorno ad un tema indagato eapprofondito, infine esposto sia in forma di tesina scritta siamediante una presentazione pubblica (solitamente nel teatro della scuola).

XII - LAVORI ANNUALI INTELLETTUALI

RENDERE IL PENSIERO VIVENTE

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L'ultimo anno del ciclodi studi nella nostrascuola si compie af-fiancando allo studiodelle materie tradi-zionali anche varilaboratori artistici:

- scultura su pietra e legatoria

- l'uscita culturale di fine anno (vd. pagg. seguenti)

- messa in scena teatrale completache prevede anche lo studio e la rea-

lizzazione delle scenografie.

XII - RECITE

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La banda degli onesti di Age e Scarpelli (2011),Incendi di Wajdi Mouawad (2012),Il rinoceronte, di Eugène Ionesco (2013),IO! ispirato a un lavoro di Massimiliano Bolcioni (2014).

Spettacoli teatrali delle ultime XII classi

XII - RECITE

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CNOSSO

Pietre smangiate dal tempo: nate nel ventre della terra, in-vecchiando si mutano in coralli e merletti di spugne; simutano in Mare nella morte. Poche le tracce di quella lorociviltà, ormai sciolti i loro colori, di quelli uomini

sono rimaste poche immagini. Nessun indizio, o quasi. Le opere dell’uomo,degradandosi, svelano una struttura fatta di fili di ragnatela e lame di luce:la loro pietra scolpita e dipinta è tornata volti di foglie, passi, chiocciole eterra bruciata.Qualcosa, qualcuno, abita ancora quelle che un tempo furono mura,abitano la pace che c’era allora; abitano la luce, che ancora proiettaombre di passi ignari e leggeri. Troppo leggeri, forse, anche solo persfiorare davvero quell’essere sacro, che chiamiamo terra.

VIAGGIO IN GRECIA, XII CLASSE 2012

MICENESeduta tra le rovine Mi chiedo come sia

possibileSentirsi osservataDa passi invisibili.

USCITA CULTURALE

Che sia la Grecia classica o l'attualissimo contesto di Israele, la meta del viaggio di fine annoper la XII classe è quella che possa portare i ragazzi a condividere con i propri docentiun'esplorazione della storia e della bellezza di un paese, della sua lingua e delle sue opere,delle sue genti e paesaggi, come cercando una summa di tutto il cammino percorso insiemeattraverso la percezione di diversi livelli culturali.

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ATENE

Dalla sommità del Partenone lacittà si espande in cerchi con-centrici. La muta staticità dellerovine rotola sui fianchi della col-lina, diventando quiete e quartieri

semideserti, calmi; fiori e piccolecase dal tetto piatto e poi fiori e

localini mescolati a trappole perturisti: la calma si interseca al chiasso

e ai profumi di cibo. Da lì in poi i confinitra cerchi sono più labili, le strade ripetono

motivi sempre uguali, geometrie pericolanti di con-domini e negozietti partoriti al plurale e muri suiquali colano, sbiadite, le insegne. La pace orasfuma nel caos: le strade sono arterie intasate, le ruote disegnano percorsi curiosi.Sembra vigere un codice stradale particolare e caotico, il semaforo rosso nonsempre preannuncia l’arresto delle legioni di ruote, ma quando succede si creano

formazioni precise: motociclisti in prima linea, seguono poi itaxi gialli ed incazzosi e nelle retrovie il coro di clacson an-

nuncia macchine e camioncini. I cerchi marginali dellacittà, dall’autostrada, sono agglomerati che si gonfiano

di edifici scheletrici lasciati a metà, dal cementosbucano oblique le stanghe di ferro. L’occhio gigante delle macchine fotografichecoglie sorrisi, e sprazzi bianchi di edifici antichi;l’enorme città vive, combatte, rotola oltre i piedidel Partenone.

TORO LUNARE La luna ha le corna Per impigliarsi sui riflessiDel vento che sfiora l’ac-qua.Liquida, liquido poiSulle sponde del mondo Si rifrangeLuna e Terra uniteTra le spire del Cielo .La Terra è troppo tondaper mostrareD’essere gravida.

CRETA ICamminavo tra l’erba

Seccata dal sole, immersaNel ronzio dell’uliveto.

All’improvvisoUna chiocciola!

Vuota, per terra avvoltaA spirale.

Una c’era, e poi un’altraE un’altra ancora

MONEMVASSìATra i muri crollati di piccole

case aggrappate alla rocciaUna ragnatela sottile àncora un

cardo alla propria ombra.Attraverso gli archi delle finestre si

vede, frammentato, l’azzurroChe è a volte quello del mare, a

volte quello del cielo.Soffia il vento.

USCITA CULTURALE

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MUSICA E CORO

Se fin dalle classi elementari lamusica è una grande protagonistadel piano di studi steineriano, ènelle classi superiori che si rac-colgono i frutti più maturi e gu-stosi, con varie esperienze, daquella del coro stabile delle classiriunite alla messinscena di musical, la par-tecipazione ad eventi e concerti pubblici di altaqualità, prove e registrazioni in sala, e altro ancora.

La musica è la grande maestra...

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La Cronobiologia (dal greco χρονος, tempo, studio dei tempi biologici) è quella branca dellabiologia che studia il bioritmo o ritmo biologico che rappresenta le fluttuazioni di funzioni e diparametri biologici degli organismi viventi in relazione ai fattori temporali dellanatura. In cronobiologia distinguiamo tre parametri di cicli in base ai qualipossiamo classificare qualsiasi bioritmo:-ritmo circadiano: è un ciclo che dura circa 24 ore, come il ciclosonno-veglia;-ritmo infradiano: è un ciclo che si ripete con cadenza superiorealle 24 ore: ciclo mestruale, ciclo ovarico;-ritmo ultradiano: è un ciclo più frequente di 24 ore, quindi piùcorto, come il ciclo di produzione dell'ormone della crescita,o il ciclo REM (Rapid Eye Movement).Ho analizzato questo argomento partendo da un approcciostorico, in cui ho cercato di analizzare e riassumere le tappeprincipali della rappresentazione, in ambito scientifico, dellaforma “ciclo”.

Successivamente ho cercato di fornire una panoramica sulfronte puramente anatomico: quali sono gli organi responsabilidei nostri ritmi? Quali le strutture biologiche coinvolte? Sonopassato, poi, a considerare alcuni esempi significativi di ciclibiologici. L'altro grande argomento di cui mi sono occupato èl'astronomia. Essa occupa il capitolo centrale del mio lavoro diricerca. Ho messo in relazione i cicli sopracitati con i cicli cosmicianalizzando, in questo senso, il pensiero di Rudolf Steiner a propositodella relazione fra Microcosmo e Macrocosmo.

Iacopo Baggio

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LAVORI ANNUALI

Estratti del lavoro di ricerca e studio di fine XII di Jacopo Baggio:

Cronobiologia, 2013, 42 pagine.

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Malattia è una parola che si dovrebbe in realtà usare soltantoal singolare, il plurale ‘malattie’ è privo di significato come ilplurale di salute.

Malattia e salute sono concetti nominabili al singolare in quantosi riferiscono ad uno stato dell’uomo e non, come oggi si usadire, ad organi o a parti del corpo. Il corpo non è mai malato o sano, perché in lui si esprimonosemplicemente le informazioni della coscienza. Il corpo non fa niente di propria iniziativa, cosa di cui ci si puòfacilmente convincere osservando un cadavere. Il corpo di un uomo vivo deve la sua funzionalità proprio aquelle due componenti immateriali che noi in genere chiamiamocoscienza (spirito) e vita (anima). La coscienza rappresental’informazione che si manifesta nel corpo e viene resa propriotramite il corpo visibile.

Qualunque cosa avvenga nel corpo di un essere vivente, èespressione di un’informazione corrispondente ad uno statoanimico, psichico e spirituale.Ogni funzione del corpo corrisponde ad una informazionemossa dalla coscienza.

LAVORI ANNUALI

Estratti del lavoro di ricerca e studio di fine XII di Erica Casati:

Malattia un percorso di guarigione,2013, 48 pagine.

Erica Casati

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Se le varie funzioni del corpo interagiscono in un determinato modo, si crea un modello che noisentiamo armonico e che perciò chiamiamo salute.

Se invece una funzione “esce dai binari”, mette più o meno in pericolo tutta l’armonia creata e noiparliamo allora di malattia. Malattia significa dunque la scomparsa dell’armonia o la messa in discussione di un ordine chefino ad un certo momento era stato in equilibrio.Il turbamento dell’armonia avviene però nella coscienza, sul piano dell’informazione, e si manifestanel corpo. Il corpo è quindi il piano di espressione della coscienza e pertanto anche di tutti i processi e imutamenti che avvengono in essa.Il corpo materiale si può dire che siail palcoscenico sul quale si esprimonole immagini della coscienza.

Viviamo in un mondo polare, in cuinon esiste il giorno se non c'è lanotte, non esiste il buono se non c’èil cattivo, e potremmo continuare adelencare i vari opposti, ma ciò che ciinteressa è che non esisterebbe lasalute se non ci fosse la malattia.La medicina ufficiale ha individuatocirca un migliaio di malattie, e le hasuddivise in “malattie fredde” e “malattiecalde". Quelle “fredde” sono per esempioinsonnia, stato continuo di stress,cancro, neurodermatiti, e psicopato-logie; quelle “calde” sono invece per

LAVORI ANNUALI

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esempio infezioni, reumati-smi, e allergie. In verità non esiste, comeinvece sostiene la medicinaufficiale, una malattia “fredda”o una malattia “calda”, maesistono piuttosto “fasi fred-de” e “fasi calde" che si al-ternano. Tutte le malattie presentanoquindi due fasi: una fase fred-da, detta simpaticotonia, euna fase calda detta vago-tonia. La fase fredda è semprequella che si manifestaper prima ed è sempreseguita dalla fase caldache consiste in unafase di riparazione unavolta che il trauma èstato superato. Il superamento deltrauma è la chiave disvolta per passare in fase di ri-parazione.

LAVORI ANNUALI

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Cosa si muove in noi quando proviamo un sentimento?Cosa cambia fisiologicamente in noi? Perché assumiamouna determinata espressione facciale? Perché si muove innoi proprio quel sentimento piuttosto che un altro? E perchéin quella situazione? Quali sono i sentimenti primari? E perchésono ritenuti primari? Secondo quali criteri? Cosa crea iblocchi emotivi? Ma perché si creano dei blocchi emotivi?Perché è così importante la rimozione di questi blocchi? Èveramente importante la loro rimozione? Quali metodi si pos-sono utilizzare?

LAVORI ANNUALI

Estratti del lavoro di ricerca e studio di fine XII di Selene Crameri:

L'espressione dei sentimenti e delle emozioni,2013, 75 pagine.

Selene Crameri

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(...) Le differenze emozionali individuali, formano un cerchio, sono in un processocontinuo, ciclico. Ogni esperienza individuale emozionale è unica.Tutti noi abbiamo un tempo di reazione diverso quando esprimiamo i sentimenti: peresempio io posso montare la mia rabbia più velocemente di qualcun altro e viceversa.Ciò non dipende da quanto noi stiamo controllando il sentimento, ma dalla liberarisposta che il nostro organismo dà al mondo esterno.

Ora definisco i sentimenti diffe-rentemente da come li avevo de-finiti quando ho iniziato questa ri-cerca. Adesso, al termine delmio lavoro, definisco i sentimenticome una nostra parte che cicaratterizza, che fluisce in noi inmaniera continua ed ininterrotta, a volte più lentamente, a volte più velocemente. Questocontinuo fluire, crea sempre una base energetica che non cessa mai e che in certi momentieccede ed in altri diminuisce. In questi ultimi momenti, forma soltanto una sorta di base su cuiappoggiarsi. I sentimenti e le emozioni sono quasi sempre attivi e presenti. Io personalmente me

LAVORI ANNUALI

Ogni esperienza

individuale

emozionale

è unica.

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li immagino molto colorati, variopinti, e diversi tra loro. I sentimenti non saranno mai statici, masempre in continuo movimento, in continuo mutamento, in continua evoluzione, anche all’internodi un unico individuo. Questo secondo me sono i sentimenti.

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LAVORI ANNUALI

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Jakov Rossignoli

“Non credo che siano ideebuone o idee cattive, o fattiumani buoni o fatti umanicattivi, ma ci sono fatti umaniche vengono presi dallamaggioranza e vengono de-finiti fatti buoni e fatti umanoche vengono raccolti dallaminoranza e vengono segnaticome cattivi.” (FDA, Studio Azzurro, 2011).

LAVORI ANNUALI

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Questo mio lavoro vuole snodarsi attorno ad alcuni dei temi più cari di Fabrizio De Andrédiventando un mezzo per entrare in contatto con le suggestioni presenti nelle sue canzoni.Essendo però i temi trattati dal cantautore genovese immensi e numerosi ho deciso diconcentrarmi in particolare sui temi lirici relativi agli “ultimi”, intesi come emarginati della società,coloro che sono destinati a vivere esclusi. Il tema degli emarginati è fortemente sentito e trattatoda De André. Egli ha sempre cercato di rivolgersi a loro con pietà immensa e inesauribile, dandodignità e valore all’essere umano in generale. Chi vive ai margini e non possiede niente forse vivepiù intensamente e la sua umanità è il tesoro di cui spesso canta De André.

Fabrizio non distingueva mai in bene o in male, in azioni buone o cattive in cui ci si dovevadividere, l’unica cosa unica ed indivisibile è l’uomo che rappresenta sempre il centro del suopensiero poetico. Quindi se non si può dividere in una categoria una persona questa sarà spintaad assomigliare a se stessa, e questo è un diritto dell’essere umano. Assomigliando a se stessol’individuo difende la sua libertà.L’emarginazione a cui sono costrette queste persone molto spesso porta alla solitudine. Peròquesta solitudine permette di conoscere se stessi, “chi non sa aiutare se stesso non sa aiutaregli altri, finge” (FDA, Studio Azzurro, 2011).

Secondo l’artista, infatti, il primo linguaggio umano è quello della sua azione, quello dellapresenza nella vita, quindi Pasolini vuole mettere in cinema la riproduzione di questa realtà, che èil primo linguaggio umano. Pasolini allora mette sullo schermo direttamente persone cheprovengono dai mondi dei quali vuole parlare quindi i sottoproletari del film, sono interpretati da

LAVORI ANNUALI

Estratti del lavoro di ricerca e studio di fine XII di Jakov Rossignoli:

Servi disubbidienti alle leggi del branco, 2013, 47 pagine.

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LAVORI ANNUALI

sottoproletari, i contadini da contadini, gente della strada, che per interpretare delle realtà a loromolto più simili e vere non devono fingere o immedesimarsi essendo loro stessi la realtà. Il lavorodi un attore per quanto possa essere bravo, deve passare attraverso la mediazione dellapersona che egli è, mentre se un professionista dovesse cercare di diventare partecipe diemozioni a lui estranee, perde quindi della spontaneità e dell’intensità che alle persone cheinterpretano se stesse è naturale. Per lui il corpo, il viso, le azioni, diventano linguaggio artisticoreale che con la lingua gergale comunica direttamente senza mediazioni allo spettatore.

De André recupera, dal punto di vista linguistico espressivo, le tradizioni e canzoni popolari con iloro dialetti e le loro tradizioni. Le canzoni vengono reinterpretate utilizzando però gli stessistrumenti, il linguaggio ed il dialetto ma quello che cambia sono le parole che voglionotrasmettere i contenuti delle realtà dei paesi nell’entroterra della Liguria, della Grecia, Turchia,ecc., semplici, reali con parole tratte da esperienza personale, eventi storici, culture differenti, ocronache di giornali.

Lodare un uomo tra gli uomini trovandovi Dio rappresenta una ricerca libera, profonda esenza costrizioni; libera dal dovere di chiamare Domine colui che ci appare homine. Ladottrina come impostata dalla Chiesa purtroppo spinge al dovere. Dio diviene imposizione enon ricerca nell’uomo.

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Ho scelto Shirin Neshat, iraniana, subendo il fascino di unarchetipo femminile diverso da quello occidentale: la Donna chequesta artista rappresenta vive in un mondo di simboli diverso daquello a cui sono avvezza . Ho voluto analizzare soprattutto checosa rappresenta il velo islamico, il chador, agli

occhi di un'artista nata e cresciuta in un ambiente poliedrico, ma comunqueislamico, come l'Iran, tenendo presente che si tratta di un'artista emigrata inAmerica, quindi formatasi artisticamente con i linguaggi espressivi tipici delmondo occidentale. Un altro tema che ho preso in considerazione è ladicotomia donna-uomo. Tali temi esulano anche dai significati politici che leopere di questa artista sono destinate ad assumere, e assurgono ad una ri-flessione esistenziale. (…)

I riferimenti storici, che riguardano la storia iraniana lungo la seconda metà del Novecento, sonoraccolti nella seconda parte del presente lavoro di ricerca. In questa parte son stati presi in con-siderazione alcuni accenni all'ambito storico-sociale, e una panoramica su come è cambiata laposizione della donna nel corso del XX secolo. Ciò che intendevo fare era creare un rapporto trala storia e l'esperienza artistica di questa donna, senza volere unire per forza i due aspetti: la

Togliti il velo dal volto,  chè il volto hai glorioso!  

Non permettere ch'io debba  parlarti come sotto ad un velo!

Jalal ad din Rumi

Tullia Primultini

LAVORI ANNUALI

Estratti del lavoro di ricerca e studio di fine XII di Tullia Primultini:

Oltre il velo – Shirin Neshat, 2013, 27 pagine.

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LAVORI ANNUALI

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storia dà un'immagine dei fatti, mentre l'artista, partendo da alcune suggestioni, crea un universodi simboli che non deve essere necessariamente interpretato in senso politico.

Nella prima parte, ho analizzato la poetica generale di Shirin Neshat ed alcune sue opere, duefoto ed un video, sia basandomi sull'opinione di alcuni critici d'arte e allo stesso tempo cercandodi osservare le opere e dandone una mia personale interpretazione.

Come già ho accennato nell'introduzione a questa ricerca, non mi sono voluta occupare più ditanto delle reazioni effettive e reali delle donne iraniane nei confronti delle regole che vengono loroimposte (in particolare l'obbligo a portare il velo). Volevo sviluppare il discorso trattando di ambitipiù artistici che sociologici, anche perché i punti di vista sull'argomento variano radicalmente aseconda dell'età, del background famigliare e dell'estrazione sociale della singola donna. Bastisolo sapere che, a Teheran, come in altre città in Iran, le giovani trovano mille vie per aggirare lestrette leggi che le riguardano e che sentono soffocanti: ogni viso curato e truccato conprecisione maniacale, ogni ovale perfetto (che spesso non è estraneo al chirurgo plastico) sonouna sfida sottile, minuscoli atti di ribellione. E le giovani donne “ribelli” vogliono solo vivere lagiovinezza come dicono loro, non nel modo imposto dal regime.

Mi sono sono anche resa conto, a lavoro concluso, che l'emancipazione della donna occidentalerisale letteralmente all'altro ieri; come si può rapportarsi con i temi che ho trattato in questo lavoro,se ci si dimentica che riguardano anche l'Occidente, e le sue donne. Il tema dell'identità e delruolo della donna, infatti, riguardano anche la nostra società: anche le donne occidentali devonofare i conti con la propria identità. E per riappropriarsi della propria identità, a volte, si trovano adover lottare, come le iraniane, contro gli schemi sociali in cui vengono incasellate.

LAVORI ANNUALI

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Fin dall’eta di sei anni sono entrata in contatto con il mondo dei cavalli. L’ammirazione, lo stupore,la meraviglia che provavo, quando, da bambina, li vedevo galoppare nei prati e il sole risplendevanelle loro criniere e il loro respiro sembrava il battito della terra, e lo stesso sentimento che provoancora oggi.

Vorrei portare il cavallo ai cuori di tutti gli esseri umani cheleggeranno questo lavoro di ricerca. Vorrei raccontare cio che ilcavallo ha significato, e tutt’ora significa, per l’uomo passando at-traverso una breve analisi del suo comportamento basato susensibilita e saggezza smisurate. Alle civilta ha lasciato un segnoindelebile, durante le guerre ha infuso fiducia e coraggio, nella mi-tologia e simbologia di tutti i tempi rappresenta la nostra mentesuperiore e le nostre piu profonde passioni. Parlero di come un

rapporto puo fortificarsi nel lavoro a terra e di come, questo splendido animale, sia in grado di in-terpretare il ruolo degli attuali psicologi interpretando i nostri sentimenti.

“E Dio prese un soffiodel vento del Sud e vi alitò sopra.Così creò il cavallo”

Massima dei Beduini

FedericaLAVORI ANNUALI

Estratti del lavoro di ricerca e studio di fine XII di Federica Colli Purgato:

L'umanità negli occhi dei cavalli, 2013, 104 pagine.

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Non si finira mai di parlarne e cio che si puo imparare a propositodel cavallo non sara mai abbastanza. Per il momento possiamo ac-contentarci di cio che e in grado di donarci senza chiedere nientein cambio se non il rispetto che si deve ad un essere vivente.

Il cavallo e capace come l’uomo, di inventare complessestrategie sociali, di stipulare patti e sistemi in grado di ge-nerare il massimo di legami di gruppo e il minimo di ag-gressivita. La stessa leadership e spesso suddivisa trapiu soggetti, secondo compiti e finalita precise, e nonsempre lo stato sociale dell’individuo nella gerarchiasembra esserne il fattore decisivo. A risultare vincenti, intermini di sopravvivenza, non sarebbero tanto gli individuipiu forti, quanto quelli in grado di adattarsi meglio all’am-biante. In altre parole, in natura non esisterebbero solodinamiche aggressive, ma anche atteggiamenti solidaristici(Galli, 2001).

Colli Purgato

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Il tipo di equino ideale e un individuo dotato di grandespirito di iniziativa, di discernimento delle eventuali difficoltae della capacita di prevedere conseguenze spiacevoli,dolorose o gratificanti che il comportamento del suopartner umano sara in grado di procurargli.

“Mettiamoci in mente che quando un cavallo opponedifficolta, e irrequieto, pianta o si offende, cio fa quasisempre per sottrarsi a un dolore che gli procura l’azione

del cavaliere oper tema diesso” (Caprilli,1901). Sia perl’animale cheper l’uomo, cioche troppo e con ec-cessiva superficialita efaciloneria attribuiamoa cattivo carattere ea una meglio definitaaggressivita, nonderiva altro che dal-la cicatrice, mai in-teramente rimar-ginata, di un’an-tica sofferenzasubita.

LAVORI ANNUALI

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Nella lingua parlata i Rasta non danno importanza alla correttapronuncia delle parole poiché la pronuncia cambia da regionein regione dell’isola, quindi non dando molta importanza allesingole parole è possibile capirsi senza troppe difficoltà; fannoeccezione solo alcune parole come per esempio la parola Ra-stafari, la i finale non va pronunciata corta come si crede, mabensì con un suono lungo, in modo da sottolineare l’importanzadella parola, quindi sarebbe più corretto scriverla RastafarI, inoltre nella lingua parlatala “h” non viene mai pronunciata di conseguenza la parola Jah e Hailé vengono pro-nunciate di conseguenza Ja e Iley dandogli così un significato poco chiaro.

In questo periodo nascono i simboli più importanti che caratterizzano i Rasta: peresempio i maschi si lasciano crescere i capelli in riccioli lunghissimi, in modo da asso-migliare ai guerrieri etiopi, o ai membri di diverse tribù africane, dove i capelli attorcigliatierano considerati come simbolo di autorità e anche spirituale. Una veste lunga, unbastone e la capigliatura caratterizzavano l’abbigliamento dei primi Locksme, poi inseguito definiti Dreadlocks; il significato di questa parola deriva da Dread spavento, eda Lock lunga ciocca (Dreadlock quindi significa ricciolo che incute timore).

Un altro modo per poter tenere i bianchi fuori dalla loro religione e mantenere unacerta esclusività e distinzione dalle altre persone fu una diversificazione della lingua:la maggior ,parte dei Rasta userebbe come lingua il semi-creolo con molte particolaritàgrammaticali, usata con un atteggiamento molto fiero, declamatorio adottato versol’interlocutore così da mostrare la propria differenza e non essere schedati in un’unicaregola standard, questa era una lingua in continuo mutamento.

Lisa Rimediotti

LAVORI ANNUALI

Estratti del lavoro di ricerca e studio di fine XII di Lisa Rimediotti:

Il Rastafarianesimo, 2013, 27 pagine.

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Ho voluto approfondire il concetto di albero cosmico per poterparlare in modo preciso di Yggdrasill, l'albero del mondo dellamitologia nordica. Volevo sapere di piùdi questo albero poiché il concetto deisuoi nove mondi e di tutti gli animaliche vivono in simbiosi con esso miaveva già colpito in IV classe quando lanostra maestra ci raccontava i miti nor-dici. Quando ci raccontava di questoalbero attorno al quale si trovava tutto ilmondo io ero rimasta affascinata, manon riuscivo bene a capire come fossepossibile; poi crescendo ho iniziato acapire che ci fosse una notevole im-portanza simbolica legata a questo al-bero, quindi ho voluto capire meglioquali fossero questi simboli che spie-gassero le leggende. È proprio a causadella mia curiosità a proposito dei simbolidi Yggdrasill che ho scelto questoalbero cosmico da approfondire.

Durante lo svolgimento di questo lavoro mi sono resa conto che èmolto facile divagare dal tema scelto originariamente. Questo puòessere negativo perché rischia di far disperdere troppo sia l'autoreche il lettore, ma può anche essere positivo perché durante unNiniana Beer Bachofen

LAVORI ANNUALI

Estratti del lavoro di ricerca e studio di fine XII di Niniana Beer Bachofen: L'albero cosmico Yggdrasill, 2013, 42 pagine.

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lavoro di ricerca si trovanosempre cose interessanti allequali non si era pensato pri-ma, che possono arricchireil proprio lavoro. A me questoè successo in alcune parti,e mi è stato molto utile.Credo di potermi riteneremolto soddisfatta delle spie-gazioni che sono riuscita adare a me stessa a propositodell'albero cosmico in gene-rale. In particolare ho trovatomolto interessante il lavorodi mitologia comparata traYggdrasill e l'albero sephiro-tico della Kabbalah, proprioperché era un lavoro che mipermetteva di fare dei mieicollegamenti senza che do-vessi leggere tutte le infor-mazioni da fonti affidabili.Grazie a questo lavoro sonofinalmente riuscita a capirebene che ciò che da piccoliviene compreso in modoconcreto ed immaginato inmodo preciso, in realtà puòanche essere interpretatostudiando i suoi simboli ed isuoi significati profondi.

LAVORI ANNUALI

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Benjamin Maurer

LA MIA STORIA!Ho avuto il gran privilegio di frequentare la ScuolaRudolf Steiner di Origlio che mi ha dato tutte le forzenecessarie per una vita piena di passione!L’elemento artistico è fondamentale per rimanerepieni di vita, progetti, idealismo.

Come dimenticare questi anni meravigliosi? È im-possibile!Le recite, i saggi, i concerti, i bazar, le passeggiateattorno al laghetto, le discussioni infuocate: quantemeraviglie! Dopo 11 anni ad Origlio circondato eprotetto da una comunità ricca di colori, calore, edamore mi sono ritrovato dall’altra parte dell’oceano:in Canada!

Ho avuto la fortuna di poter rappresentare la Svizzeraal Collegio del Mondo Unito del Pacifico (PearsonCollege UWC) sull’isola di Victoria.

I miei due anni a Pearson College sono stati moltoarricchenti!Quando guardo la cartina del mondo oggi, mi sentomolto più collegato con le sue regioni, e mi sentobenedetto per conoscere incredibili giovani, i miglioriche si possano trovare. Ho trovato anche una

EX ALLIEVI

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nuova famiglia siccome, nel mondo delle UWC, si rimanesempre in contatto. Amicizie di estrema profondità sono un altrogrande regalo di questa esperienza unica.

Ho imparato molto durante i miei due anni a Pearson College, ilpiù grande insegnamento essendo quello di cercare un equilibriotra pensiero e azione. Mi sono anche avvicinato di più allanatura, e mi sono reso conto di quanto le nostre societàabbbiano perso il prezioso contatto che ognuno di noi dovrebbeavere con l’ambiente.

A Pearson College ho avuto il privilegio di essere circondato dauna quantità impressionante di energia grazie alla visione idealista della comunità. Ho imparatoche la curiosità è la chiave per il successo, e che il rispetto deve sempre essere presente per cir-condare il fuoco interiore.

Ora capisco meglio cosa significa vivere in un mondo globalizzato e sono orgoglioso dellecompetenze che ho acquisito vivendo in un ambiente simile. UWC è stata la chiave permotivarmi ad impegnarmi e a condividere sempre le mie idee con passione. Pearson College miha insegnato quanto sia importante aiutare chi ne ha bisogno e sentire il collegamento profondotra il nostro mondo interiore e gli altri.

Ora sto studiando diritto internazionale ed europeo all’università di Maastricht. Il mondo che ho in-contrato sull’isola di Victoria mi manca tanto, ma è venuto il momento di travasare tutte questeforze in posti che ne hanno bisogno!

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Sono Operatore Sociale dal 2006 e lavoro per la Fondazione Diamante nel reinserimento lavorativo di persone in invalidità.

Sono sposato e da 5 mesi sono papà di un bellissimo bimbo.

Stefano Bernaschina

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Della Scuola Steiner ho molti bei ricordi.Ho iniziato in III con la Maestra Faillaci,concludendo il ciclo di studi in XII.È stato per me importante concludere tutto il ciclo,malgrado non sia stato così scontato.Durante l’ultimo anno siamo rimasti in pochi,cinque amici che frequento tutt’ora.

È alla fine d’altronde che si raccolgono i frutti del raccolto

La capacità di portare a termine le attività che inizioè forse uno degli strumenti principali

che possiedo grazie al bagaglio formativo della scuola.Un secondo strumento interessante

è quello di essere stato educatoalla curiosità, all’essere interessato a scoprire,

a ricercare ad evolvere.

Un po’ come il Dr Faust ha fatto nel suo percorso.Questa scelta di formare gli allievi ad autovalutarsi

e non ad attendersi delle valutazioni da parte di terzi, ha dato un grande stimolo alla mia crescita.Già dal lavoro di XII: “Come educo” emergeil mio orientamento nelle discipline sociali.

Questo mi ha poi diretto ad ottenereil Dipolma di Operatore Sociale presso la SUPSI di Manno.

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Davide Casarin

Studio recitazione all’accademia d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano.Una bella improvvisazione che abbiamo fatto in accademia è stata questa. Situazione: insegnantedi scuola elementare appassionato, primo giorno di lavoro. In scena da solo, insegna in uncrescendo di entusiasmo (a dei bambini immaginati). Così mi sono appoggiato ogni secondo dipiù all’esperienza che avevo fatto alla scuola Steiner, mi sono divertito un sacco e ho improvvisatoun esuberante insegnante di modellaggio della creta!

Ringrazio per tutte le esperienze pratiche e diversissimeche ho fatto nei 12 anni di scuola Steiner,

danno molto, e lo si capisce solo dopo un po’.Tornano utili nei momenti più improbabili,

che ovviamente, sono molto più frequenti di quelli probabili.

Fin dall’infanzia ho partecipato a recite scolastiche e saggi nell’ambito artisticomusi-cale-teatrale presso la scuola Steiner. Infat-ti...

...il mio grande amore è il teatro.

1996-2010: Scuola Steiner Origlio.2011: maturità italiana presso ISIS -Luino.Inglese, francese e tedesco.

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E poi: due anni di recitazione presso “Teatro azzurro”; for-mazione triennale presso la scuola di teatro “M-A-T” (mo-vimento artistico ticinese, www.M-A-T.ch); seminario diteatro comico,con la partecipazione di Nanni Svampa eEnzo Iacchetti; seminario intensivo tecnica di recitazione“Michael Chekhov”; uno di recitazione cinematograficacon Simone Gandolfo; uno teatrale condotto da LauraCurino e Mirko Artuso.

I MIEI LAVORI TEATRALI

“Chichibio e la gru”, ruolo di Chichibio (2003, età 11anni)

-“La bisbetica domata”, ruolo di “Petruccio” (2006, età 14 anni)-“Notre Dame de Paris”, in francese, ruolo del Gobbo (2008).

-“An ideal husband”, ruolo di Lord Goring (2010).-“Erba grigia” con il “Teatro Azzurro” (2009).

- Il calapranzi”, regia di Luca Spadaro (2011)- “La chiusa”, regia di Fabio Doriali

-Spot pubblicitario per la RSI (Luglio 2013)-Ruolo secondario nella serie tv “affari di famiglia”, produzione RSI

(Luglio 2013)

Ho seguito anche corsi di gestione non violenta dei conflitti e diassistenza a persone anziane

Ho ottime conoscenze in chitarra e canto.Buone conoscenze in pianoforte, armonica a bocca e percussioni.

Sport: scherma, da cui ottima coordinazione, prontezzadi riflessi e condizione fisica; nuoto: pallavolo; parapendio.

Licenza di pilota volo libero. Immersioni: brevetto Padi open water.

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Avendo frequentato sia la scuola Steiner, sia la scuolapubblica (3a e 4a liceo), posso dire di essere ben contentadi aver fatto la scuola Steiner, che mi ha dato la possibilitàdi vivere esperienze variate, tra viaggi, fotografia, teatro,discussioni critiche, studio auto-disciplinato…

Esther Mattei

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Con la voglia di una vita non troppo negli schemi, la voglia di viaggiare e di lavorare incompagnia, ho iniziato a lavorare nel mondo del cinema, frequentando poi la ZurcherHochschule der Kunste nella facoltà di cinema, specializzandomi nell'ambito tecnicodella cinepresa e della luce.

Ora lavoro come assistente camera o come elettricista, principalmente su lungometraggiper il cinema: sono entusiasta e felice, anche se, oppure proprio perché l'ambiente éun po' folle e stressante!

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21cosa vi siete portati con voi degli anni trascorsi:

Forse come tratto essenziale, la passione per il momento, per l’inizio di ogninuova cosa, iniziativa, fase di vita. Il poter permettere al presente di ricrearsi,reinventarsi, con curiosità e gioia, a tratti a ritmo giornaliero. (È un’ereditàlasciatami dalla scuola oppure sono io?!).

cosa state facendo:La mamma di tutto cuore. E poi: di tutto, di più. Di meno diquello per cui mi sono formata. Di più di quanto mi aspettassi.Meno dei miei sogni, più delle mie aspettative. Tento di stare inbilico su una corda tesa, le folate di vento sono a tratti rafficherabbiose e a tratti il freddo è di ghiaccio. Ma ho appoggi e appiglisegreti e caldi tra le stelle e gli ulivi e a sorpresa si creano albe etramonti. E non perdo mai di vista il mare.

perché lo avete scelto:Volevo cambiare il mondo, battere la strada alla bellezza. Hoscoperto che farlo è divertente e sconvolgente, festoso einebriante. E appagante anche, calma fame e sete di molto.(Quando lo si può fare.)

come vi trovate:Felice. Angosciata. In panico e fiduciosa. Grata alla vita.

Poche righe, pochissime, basteranno.

Jasmine Mattei

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Progetto “Giovani ticinesi in Burkina Faso”sostenuto da una iniziativa di volontariatodi studenti della Scuola Rudolf Steinerche ha finanziato la lavorazionedi 400 ettari in Burkina Fasoin collaborazione conl’ ADRA. Anno scolastico 2000-2001

Un altro ricordo indimenticabile è quello legatoall’esperienze di volontariato all’estero...

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Andrea Bernaschina

I quaderni che più ho amato

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A distanza di dodici anni ricordo con piacere le molteplici esperienze legatealle attività manuali come ad esempio la lavorazione del legno, del sasso edel metallo. Le capacità acquisite e perfezionate negli anni scolastici mi sonoancora molto utili nella professione e vita quotidiana.

Un altro ricordo indimenticabile è quello legato all’esperienze di volontariatoall’estero come il periodo trascorso in Romania, dove abbiamo collaboratoalla ristrutturazione di alcune baracche per dare un’abitazione a personemeno fortunate.

Inoltre ho un ricordo speciale dell’esperienza tra-scorsa in Burkina-Faso con il progetto “Giovaniticinesi in Burkina Faso” che aveva lo scopo dirallentare l’avanzata del deserto nella regione.

Ho continuato gli studi per diventare ingegnereelettronico ed attualmente lavoro presso l’Istitutosistemi e elettronica applicata della SUPSI dovemi occupo di progettare e sviluppare apparec-chiature elettroniche nell’ambito della domoticaed automazione industriale a sostegno dell’in-dustria.

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Mi chiamo Cecilia ho 16 anni,ora vivo in Inghilterravado in una scuola internazionale fondata da J.Krishnamurti. Brockwood Park School. Siamo70 studenti (da 14 a 19 anni) di 24 nazionalitàdiverse. Vivo con i miei amici e insegnanti comeuna "grande famiglia". Negli ultimi due anni hoimparato tanto sulla vita, e su me stessa, i testi diK che discutiamo tra di noi mi hanno fattacrescere. La vita in comunità mi ha resa più re-sponsabile e ho imparato tantissimo grazie alledifferenze culturali delle persone che vivonoquesto posto. Ho la libertà di scegliere le materieche voglio studiare e se prendere gli esami o no,questo mi permette di passare la "maturità" (A le-vels) in 2 o 3 anni di liceo invece che in 4.

Sono contenta di aver frequentato la Steiner, miha dato la possibilità di vivere un'infanzia pacificae senza stress.grazie a tutte le persone chehanno reso questo possibile.(Uscita a fine IX)

Cecilia Schuppisser Koch

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Esperienza da un ex allievoPercorso scolastico e accademico

Mi chiamo Yannick Sertori ho 25 anni e nel 2007 ho concluso la XII. classe della scuola RudolfSteiner di Origlio. A Origlio ho iniziato con i due anni di asilo, svolgendo quindi tutto il “ciclo Stei-ner”.Finito questo ciclo ho passato un’estate di studio per sostenere gli esami d’ammissione al Liceo1 di Lugano. Questi esami li ho bocciati e quindi sono stato costretto a ripetere due anni di liceo.In XI. classe ho avuto l’opportunità di svolgere uno scambio linguistico di tre mesi in Germania, aBerlino. Vista la situazione e il fatto che in 2. Liceo ero poco motivato, dovendo ripetere le materiegià fatte anni prima, i miei genitori hanno preso contatto con la famiglia che mi aveva ospitato ela scuola Steiner di Berlino, per chiedere la possibilità di entrare in XII. classe. L’obiettivo sarebbe

poi stato in XIII. classe di sostenere gli esami di maturità (Abitur in te-desco). Se tutto fosse andato bene, avrei ripetuto solamente unanno e imparato bene una nuova lingua. Alla fine è andato tutto nel

modo migliore e dopo due anni hopassato gli esami di maturità. Tornato in Ticino ho svolto parte delServizio Civile in una casa per anzianie in un centro diurno per ciechi. Durantequesto anno mi si è posta la domandasul mio futuro. Anche se a scuola nonavevo mai fatto molte materie econo-miche, questo campo mi ha sempreattirato, forse anche per la professionedi mio padre (responsabile finanze).Parlando con un amico che aveva giàfatto un anno all’Università di San Galloho deciso di scegliere questo percorso,iscrivendomi alla facoltà di economia.

Yannick Sertori

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Tutt’ora studio economia aziendale a San Gallo e ho appenaconcluso la prima tappa degli studi, ottenendo il Bachelor ineconomia aziendale.Cosa mi sono portato dietro?

Cosa mi sono portato dietro dagli anni trascorsi alla scuolaSteiner?Le varie recite, i lavori artigianali, i lavori artistici mi hanno si-curamente dato molto da un punto di vista artistico, ambitoin cui mi sono spesso sentito abbastanza negato. Questilavori sono quindi stati importanti per me, perché mi sonosempre dovuto sforzare per raggiungere risultati discreti.Ancor oggi penso che sia nella vita in generale come inquella accademica approfitto ancora di queste esperienze,ad esempio quando bisogna fare una presentazione.Nella XII. classe e durante la preparazione per l’esamed’ammissione al Liceo 1 di Lugano mi sono un po’ sentito“lasciato da solo”. Questo è sicuramente anche dovuto alfatto che non tutti i compagni di classe volevano andare alliceo e l’insicurezza dell’esame d’ammissione. Non si sapevabene cosa bisognava studiare. Attraverso queste esperienzee insieme ai due anni di Berlino, ho imparato che se si vuoleraggiungere o imparare qualcosa bisogna impegnarsi dasoli. Non valgono più le scuse “non lo sapevo” o “non èbravo il maestro”. Questo sicuramente mi ha dato moltoanche per gli studi accademici, visto che una gran partedello studio è autodidatta.

Per concludere penso di avere avuto la fortuna di essere inuna classe abbastanza unita. Almeno una volta all’anno ciincontriamo per una cena di classe.

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Nicola Marcacci Rossi

Cari allievi, genitori ed insegnanti della scuola Steiner di Origlio!

La mia intenzione era quella di raccontare le mie esperienze al liceo, e poi del mio studio al politecnico diZurigo, di come resistere fino alla XIIa valga la pena, di come la scuola Steiner non ti preclude buone note alliceo, non ti impedisce di percorrere un cammino intellettuale e accademico come uno studio di informatica,che bisogna impegnarsi e bla e bla. Eppure c'è qualcosa che mi disturba, cari lettori. Un peso che vorreitogliermi dalla coscienza. Vorrei infrangere quello che percepisco come un tabù. Con la speranza che unavolta fatto, nasca l'occasione di cercare modi di affrontare la problematica di fondo in modo costruttivo.

E allora andiamo dritti al punto: la pedagogia steineriana si basa sulla dottrina (l'antroposofia) di una personavissuta cent'anni fa (Rudolf Steiner), che afferma che esiste un mondo spirituale e di essere in grado dipercepirlo. L'antroposofia è la collezione delle visioni di Steiner, e delle prescrizioni pratiche da esse derivate.Steiner dice che esiste il modo di verificare ciò che dice, ma l'unico modo di fare ciò è di acquisire le suestesse capacità tramite esercizi che non necessariamente portano a risultati nel corso di una vita. Diconseguenza i contenuti dell'antroposofia, e per estensione della pedagogia antroposofica non sono né af-fidabilmente verificabili né falsificabili, cioè non scientifici.

Ora, io non scrivo questa cosa per irritare qualcuno, o perché penso che debba necessariamente toglierevalore alla scuola Waldorf. Lo scrivo perché questo stato di cose porta con sé un pericolo: essendo una

dottrina è immutabile, non può evolvere, e genera in colui che ci si confronta undilemma: ci credo o non ci credo? Come è giusto che sia, i docenti della Steinercercano di limitarsi ad applicare il metodo steineriano, senza trasmetterne la dottrina.Tuttavia questo non impedisce che negli allievi che si interessano a questo tema,questo dilemma si presenti in maniera ben più forte che nei loro genitori, chepotrebbero aver scelto la scuola per ragioni pragmatiche o senza essersi posti la do-manda a fondo. Per l'allievo non è una mera domanda filosofica: è un dilemma reale,doloroso - è una vera e propria questione di identità. Del resto, la scuola gioca un grande ruolo nel renderlo quello che è. Questo è ilpericolo dietro alla natura della dottrina antroposofica, e va preso in considerazione.

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La mia storia ne è un esempio. Io sono stato probabilmente esposto più fortemente a questo conflittointeriore, perché i miei genitori non erano d'accordo per quanto riguarda l'utilità della scuola, il che mi ha spintoa cercare risposte tra i libri di Steiner, che ho cominciato a leggere durante gli ultimi anni della scuola. Hocontinuato durante gli anni del liceo e i primi anni dell'università. Sono libri affascinanti, hanno una risposta atutto, ti mostrano un mondo immenso, mirabolante e in sé coerente. Tolkien al cubo. D'altra parte però se seionesto con te stesso, sai che non sai, sai che o ci credi o non ci credi. Magari desideri che tutto ciò che leggisia vero, e d'altra parte ti rendi conto di quanto sia fragile un'esistenza basata sulle parole immutabili di unapersona morta cent'anni fa. E ti chiedi: ma perché questo fatto non veniva mai messo in discussione? Avevosviluppato una forma di dipendenza: qualsiasi domanda avessi, cercavo un libro di Steiner che potesserispondermi. E di regola lo trovavo. Ad un certo punto ho incontrato alcune sue affermazioni per meestremamente frustranti/deprimenti relative alla sessualità e alla sensualità (ritrovabili online su anthrowiki), e perla prima volta, come per un istinto di sopravvivenza, ho cominciato a cercare risposte altrove.

Così ha cominciato un periodo della mia vita dove mi sono distanziato dall'antroposofia, e ho cominciato adare la priorità alla mia esperienza del mondo rispetto a quella di qualsiasi autorità. Probabilmente in ritardorispetto all'età dovuta per questo cambiamento. Ora, otto anni dal completamento della XIIa, ho la distanzainteriore necessaria per essere in grado di dire queste cose senza avere la sensazione di stare tradendoqualcuno o qualcosa. Una sorta di strano sogno per svegliarmi dal quale ci sono voluti anni. Alla domanda “Cimanderesti i tuoi figli alla scuola Steiner?”, un inaspettato istinto protettivo mi prende e mi impedisce dirispondere “Sì!” con entusiasmo. È una preoccupazione seria, che impedisce sia di apprezzare le cose belle(e ce ne sono), che di osservare criticamente le cose che non vanno.

Vorrei per questo se possibile offrire alcuni consigli, che possono aiutare a prevenire che succeda ad altri allieviquello che è successo a me. Come primo punto, e potrà suonare strano, penso sia necessario abituarsi adosservare la scuola da un punto di vista non antroposofico.

Seriamente: come formulereste quello che questa scuola ha da offrire in termini reali (per i quali nessunacredenza è necessaria)? In cambio potrete difendere il vostro operato in modo più convincente, e scopriretedi avere valori in comune con altre istituzioni, altri movimenti culturali. Cercherò qui di enumerare alcunivalori che questa scuola difende, che sono totalmente indipendenti da una specifica visione spiritualisticadel mondo.

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Cose che la scuola Steiner mi ha dato:• Un senso di dignità, di valore assoluto della vita umana, che non riduce tutto ad una misuraunidimensionale della mia produttività o altro.• L'idea che la natura umana è fine a sé stessa e non-finita, che è possibile lavorare a sé stessi e miglio-rarsi.• Che c'è una forma di libertà che va conquistata.• In aggiunta, la possibilità di conoscere realtà diverse e conflittuali in altre regioni del mondo.• Un sentimento di connessione e di responsabilità per la natura e di empatia per gli animali.• Una personalità più integra, controbilanciando le mie tendenze molto intellettuali. In particolare: unamaggiore sensibilità artistica, e la capacità di esprimermi in modo artistico, cioè di coinvolgere tutto mestesso in quello che faccio.• Uno sviluppo maggiore delle mie abilità manuali e fisiche.• Una varietà di esperienze diversificate prima di buttarmi a fondo nella mia specializzazione.• Una maggiore capacità di esprimermi ed esibirmi, anche di fronte a molte persone.• La capacità di portare a termine progetti personali a lungo termine.•Un senso di comunità.La solitudine nascosta dietro alla “facciata” è una malattia del nostro tempo, el'antidoto è più vita comunitaria, con tutti i conflitti che ne conseguono, dove si può fare errori, perdere lapazienza, conoscersi nella propria imperfezione e riconoscersi nell'imperfezione dell'altro. Ah, i drammi le liti,le discussioni fatte tra allievi e con insegnanti per organizzare gite, recite, bancherelle e corse sponsorizza-te!• In aggiunta, uno spirito di iniziativa e un profondo desiderio di contribuire alla società. Questo èprobabilmente il punto che si mostra più palesemente nella mia vita quotidiana.• Una vita interiore più ricca e profonda. E questo a mio parere è il punto più importante. La vita interioredelle persone è reale ed importante, ma la visione che ne ha cultura moderna è estremamente povera (inpratica, si riduce a produttività e intrattenimento).• Tutti gli aspetti misteriosi e potenti della propria vita interiore, esperienze che ti scuotono alla radice etrasformano la tua identità, l'effetto che fiabe e miti, arte e atti rituali e simbolici hanno sulla propria vitainteriore, sono generalmente ignorati, perché impossibili da misurare.Questi valori sono reali (e sicuramente ne dimentico altri), e oggigiorno sono controcorrente. Sono preziosie rari, benché non impossibili da trovare altrove, e valgono la pena di essere difesi.

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Valori che a mio parere alla Steiner potrebbero essere promossi di più sono:

•Un'attitudine imprenditoriale. Questa secondo me è una pecca della cultura in cui viviamo: l'immagine dell'im-prenditore è sostanzialmente negativa. I soldi vengono visti come qualcosa di sporco, di cattivo. Il desiderio diabbondanza, di conquista, un desiderio positivo, sano e naturale, espressione della propria vitalità, viene vistocon diffidenza e collegato con sensi di colpa (tra l'altro in modo simile viene trattata la sessualità). In realtàbisogna imparare ad inserirsi in modo proattivo e positivo nel ciclo delle risorse di questo mondo. Ciòcomporta dei rischi, e bisogna promuovere chi coraggiosamente è disposto a prenderli.• Un apprezzamento maggiore del metodo scientifico e di concetti come falsificabilità e doppio cieco, unamaggiore sensibilità ai problemi intrinseci a tutto ciò che non è scientifico, e una maggiore coscienza dei modiin cui giornalmente viene sfruttata la credulità della gente, soprattutto per quanto riguarda le decisioni piùimportanti della propria vita. Fare una bella compilation di fallacie logiche e insegnare a scovarle. Scioccante èstato per me quando ho cominciato a chiedermi: “Ma che cosa ha convinto quella persona di cui finora mifidavo che X è vero? E questa cosa sarebbe bastata a convincere me?”•Trasparenza ed autocritica. Astenersi dall'indottrinare gli allievi purtroppo non basta, perché anche così alcuniallievi finiscono per avere la sensazione estremamente dolorosa che non credere alla visione del mondosteineriana equivalga a rinnegare i valori e la comunità che li hanno resi quelli che sono. Ci vuole un discorso.Bisogna poter parlare del fatto che visto che la pedagogia antroposofica è basata sulla dottrina non scientificadi una sola persona non può evolversi. Bisogna creare una certa distanza dal testo originale.•Spiegare in che modo la scuola si pone rispetto ad esso, giustificare le proprie misure pedagogiche intermini di risultati reali, e se possibile distanziarsi dalle misure per le quali ciò non è possibile. Insomma metteteil peso sulla comunità e sui suoi valori, non sulle assunzioni non necessarie che probabilmente nessuno di noipotrà mai verificare in vita propria. E allora gli allievi finiranno col sentimento di lasciare una famiglia allargata a cuivogliono bene, e meno con un dilemma impossibile da risolvere.

Questi sono i pensieri di un ex allievo che ha un grande rispetto per l'entusiasmo, i sacrifici e lo spirito diiniziativa di questa comunità, che non senza una certa fierezza ha scelto di rimanere, nella IXa, nella Xa, XIae XIIa, mentre i suoi compagni se ne andavano (eravamo 24 in VIIIa, 7 alla fine). Un ragazzo che alla Steiner ealla sua gente vuole bene, che in fondo ancora ci crede, alla reincarnazione e al corpo astrale, ma che hafinito per preferire la realtà dell'esperienza personale a qualsiasi tipo di fede, e ormai percepisce il rimettersiall'autorità di un altro come una forma di debolezza.

Nicola Marcacci Rossi

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Di ogni poesia puoi farti una rondine.L’importante è che sia piegata ad arte.

Proprio di ogni poesia, sai, anche se non riuscita.Poi col pensiero vai e mettici il cielo.

Jürgen Theobaldy

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Sveva Mattei e Zurigo, veterinaria e fattoria 

XII-Nicola Marcacci Rossi prima liceo di Locarno poiinformatica al politecnico di Zurigo.

Giovanni Menini io no selvicoltore nel canton Bernapoi corso di Buddhismo in Toscana e ora riqualificacome aiuto massaggiatore alla SSMT di Lugano !!!

XII-Alice Joerg Mi associo a Nicola, liceo di Bellinzonasenza nessunissimo problema, anzi i professori mi di-cevano che sapevo già le cose perchè venivo dallaSteiner.

?-Thea Denti Hahaha si ma corin te la ricordi la nostraclasse? penso che facevamo a gara a chi facevameno. Io ho fatto il secondo anno di scuola di diploma(bocciato), diploma di commercio e diploma comeOSA (operatrice socio assistenziale). Al momento lavoroin un istituto per persone diversamenteabili a Brissago

?-Liza Vaut io ho fatto lamaturità al liceo linguisticoin Italia senza grossi pro-blemi (ero chiamata "lasvizzera" hahaha ) adessomi sto laureando all'uni-versità di Modena in Lin-gue e Culture europee (Ba-chelor). 

X-Moira Bon Master in mana-gement d'eventi culturali a Venezia,un lavoro da sogni prima al Jazz Festival di Montreux eda oramai più di due anni come assistente alla direzionedel teatro di Montreux. A fianco, la gestione del NedMusic Club (http://www.ned.ch/), per chi ama la musicae fosse nei paraggi... venite a fare un salto, ne vale lapena

Marco Schmucki Bachelor in business communicationsalla hwz - a zurigo. Online & marketing mgmt dalla

Ariella DietrichLiceo Diocesano, maturi-

tà Svizzera e poi studi di me-dicina dentaria a Zurigo...e orada 2 anni lavoro nello studio del

papà qui a Lugano, se avete biso-gno di un dentista . La Steinersono stati dei bellissimi anni, un

mondo a se che ti insegnacose che da un' altra

parte non trovi

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migrol. Il prossimo anno faròun marketing-startup 

Maryam Egg Io nn hoavuto grossi problemi, maè stata un altra realtà, im-

piegata di commercio diplo-mata, e poi ora faccio la di-

sponente, import/export di mer-ci, dichiarante!! La Steiner con i

suoi grandi maestri mi ha dato tanto!!! Mifa piacere sentire ke nn sono la sola ad aver ap-prezzato la scuola!!! 

XII-Claudia Vitello è impossibile leggere tutto... civorrebbe un' ora  io ho finito solo 2 anni fa   subito dopo la Steiner sono entrata al liceo linguistico in italia e

ho fatto direttamente l'ultimo anno ma è stato praticamenteun suicidio   difficile e faticosa ma la mia maturità l'hopresa   l'anno dopo mi sono preparata per gli esami diammissione al bachelor in conservatorio e mi hannopresa a Lugano

XII-Lorenzo I'll Fly PiacenzaLilu2, Jugenseminar-Stuttgart, 2 anni lavoro, e oraScienze Forestali a Monaco!! e la scuola steiner fin oraè stata una delle esperienze più arricchenti e belle cheho fatto!!!e mi ha dato un sacco di strumenti per ilmondo che gira più velocemente con più ostacoli

Giulia Presti ha caricato un file.

Ciao a tutti,sono unaex allieva della Steiner

che da ormai 3 anni stu-dia a Berna in Conserva-zione e Restauro di di-

pinti su tela e scul-ture lignee.

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In alto:

Silvia ZaffinoLingua e letteratura Inglese

Marco Mari GregoLingua e letteratura italiana,

Storia, Recitazione

In basso a sinistra:

Juan Sabatinolegno, fotografia,

ferro battuto,modellaggio

Qui sopra:

Marcus SteinenEducazione fisica -

Arrampicata

A destra:

Dafne ZaffutoItaliano - Filosofia

collegio superiori 2014

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In alto:

Pierpaolo CognoAntropologia, pittura

Alessandro PasuelloMusica

Sandra Méndez Chimica

In basso:

Maria Pia BriccolaLingua e letteratura

francese

Mosé NodariBiologia

e scienze naturali

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Qui sopra:

Maria Enrica TorciantiEuritmia

Gianmarco TorrianiArte

(mosaico, rame, sce-

nografia, incisione,

scultura su marmo)

Qui sotto:

Federica NieriLingua e letteratura tedesca

Silvio RivaMatematica, fisica, topografia

Sarah QuiriciSartoria, lavoro manuale

collegio superiori 2014

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Martino Ruggia, liutaio

Costruzione - Restauro - Noleggi

Via Moncucco 19, 6900 Lugano

Tel.: 091 967 65 45

Email: [email protected]

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