Novembre 2009

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Speciale Cina 60 anni di Repubblica Popolare inserto di 4 pagine Mensile di informazione, politica e cultura dell’Associazione Luciana FIttaioli - Anno I, n. 3 - Foligno, novembre 2009 La casualità è senz’altro una costante della vita che finisce con l’incidere profondamente nel quoti- diano di ciascuno. Ed è proprio la casualità di es- ser nato a Nola, città che diede i natali all’illustre fi- losofo Giordano (alla na- scita Filippo) Bruno e la presenza nel mio studio di una stampa commemora- tiva che mi offrono la pos- sibilità di porgere all’at- tenzione dei lettori queste brevi riflessioni. In un cordiale colloquio con uno degli esponenti dell’Associazione editrice del giornale, sono venuto a conoscenza della circo- stanza che la piazza inti- tolata a San Domenico era, in epoca precedente, dedi- cata a quel luminoso esempio della libertà di pensiero soffocata dall’In- quisizione che fu Filippo Bruno, il quale (forse per caso!) appartenne all’ordi- ne dei frati domenicani as- sumendo il nome di Gior- dano all’epoca della sua iniziazione ecclesiastica. La fierezza del personag- gio e la sua decisione, fino alla morte, nel fermo rifiu- to all’abiura della sua dot- trina ben si attagliano allo spirito che pervade la città di Foligno, che ha costitui- to nel XIII secolo l’unico baluardo ghibellino in Umbria ed è stata insigni- ta, a seguito dei pesantis- simi bombardamenti subi- ti nel corso della seconda guerra mondiale, del rico- noscimento di Medaglia d’Argento al valor civile per aver “sopportato con fiero comportamento i bombardamenti e parteci- pato con intrepido corag- gio alla lotta per la libera- zione” (come si legge nel sito Internet della città). Ancora la casualità, se mi è consentito includere nel- l’ampio significato del ter- mine gli eventi sismici del 1997, ha dettato i tempi e le priorità delle Ammini- strazioni Civiche che si sono succedute a far data da quei tragici eventi, as- sorbendone in maniera preponderante le energie e fornendo, tuttavia, risor- se economiche necessarie a restituire tanti palazzi storici ad un appropriato decoro ed alla ultimazione di una serie di opere altri- menti irrealizzabili, ren- dendo per un lungo perio- do meno palpabile una crisi economica che ha coinvolto l’intero pianeta con un’intensità che tutto- ra preoccupa non poco. La chiusura di un periodo fatto di emergenze ed il momento contingente, credo rendano non più procrastinabile una pro- grammazione di ampio re- spiro che consenta la rea- lizzazione delle tantissi- me vocazioni cittadine siano esse economiche o culturali e, comunque, nel rispetto delle esigenze di tutti i ceti sociali non di- sgiunte da quelle dei tanti neocittadini provenienti da paesi e culture diverse ma non per questo meno meritevoli di attenzioni, soprattutto al fine di una corretta canalizzazione di energie che possono, anzi devono, costituire un va- lore aggiunto e non causa di un’immotivata conflit- tualità anche solo poten- ziale. Un ambiente che mette insieme esperienze, ricordi e visioni del mon- do diverse porta una pro- sperità di sviluppo cultu- rale che arricchisce la realtà in cui si concretiz- za; e che arricchimento deve essere stato quello di cui frà Giordano Bruno ha gratificato le tante città in cui ha vissuto da esule, emigrante, fuggitivo, sco- municato, maestro, fino al tradimento subito dal pa- trizio Giovanni Mocenigo. Il compito più gravoso spetta, funzionalmente, all’Amministrazione Civi- ca che, supportata dalle forze politiche che la com- pongono e adeguatamente pungolata dall’opposizio- ne, dovrà creare e coordi- nare tali processi coinvol- gendo e mediando tra tut- te le forze sociali, produt- tive e intellettuali che do- vranno fare la loro parte se vorremo vedere appa- gato il desiderio di un fu- rore eroico con il quale l’a- nima rapita sopra l’oriz- zonte de gli affetti natura- li vinta da gli alti pensieri, come morta al corpo, aspi- ra ad alto” (De gli eroici fu- rori – Giordano Bruno, Londra 1585). Siamo solo al numero 3 di questo mensile, ma abbiamo voluto dare ad esso una ve- ste grafica nuova. Tutto a co- lori, più fruibile, ma soprat- tutto tanti collaboratori tra cui molti illustri cittadini di Foligno, tante rubriche al ser- vizio dei cittadini. Continueremo a dare la voce alle battaglie sindacali, so- prattutto in un momento co- sì difficile per il mondo del lavoro in Italia e a Foligno in particolare, lo facciamo con- sapevoli che ben difficilmen- te troverebbero spazio in al- tre testate. Così come pun- tualmente avremo un inser- to su grandi avvenimenti e personaggi della storia. Il direttore editoriale Sandro Ridolfi e il nuovo direttore responsabile Giorgio Aurizi, autore della nuova veste gra- fica di “Piazza del Grano”, fa- ranno in modo che ogni me- se i temi più importanti del dibattito culturale, sindaca- le e le questioni che toccano tutti i cittadini (sanità, scuo- la, banche, pubblica ammini- strazione) trovino in “Piazza del Grano” il giusto spazio. Vogliamo che si ridesti in ognuno la voglia di diventare protagonisti della società in cui viviamo e che quindi il no- stro mensile non sia soltanto un’occasione di lettura ma che diventi anche un nuovo “organizzatore culturale”. Sappiamo che per riuscire a raggiungere obiettivi c’è biso- gno di tanto lavoro ma sap- piamo anche che con il contri- buto dei nostri lettori questi obiettivi sono possibili. Foligno - Piazza S. Domenico già piazza Giordano Bruno in una immagine d!epoca LUIGI NAPOLITANO Un’occasione da non perdere La toponomastica sostituisce Giordano Bruno con San Domenico ma rimane la sua storia, il suo insegnamento. Foligno deve approfittarne: cittadini storici e quelli giunti da fuori, esperienze diverse da mettere insieme per una prosperità di sviluppo culturale che arricchisce la realtà in cui si concretizza. All’interno: Polemiche sul crocefisso Nasce l’arbitrato bancario a pagina 2 Influenza: conviene vaccinarsi? Codice della strada: è reato rifiutare il palloncino a pagina 3 Il paginone sindacale: Lo sviluppo dell’Area Vasta L’incerto futuro dell’Omcl (ex Grandi Officine) Per non morire di lavoro alle pagine 4 e 5 Varie e rubriche a pagina 6 Ascanio Celestini apre la stagione di prosa Inaugurato il Centro Italiano d’Arte Contemporanea a pagina 7 Lotte alla Merloni di Nocera Nè con la Gelmini nè con questa università a pagina 8 Una veste nuova per il mensile di Foligno

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Mensile d'informazione politica e cultura dell'Associazione comunista "Luciana Fittaioli", via del Grano 11-13 Foligno (PG) Italia

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Speciale Cina60 anni

di RepubblicaPopolare

insertodi 4 pagine

Mensile di informazione, politica e cultura dell’Associazione Luciana FIttaioli - Anno I, n. 3 - Foligno, novembre 2009

La casualità è senz’altrouna costante della vita chefinisce con l’incidereprofondamente nel quoti-diano di ciascuno. Ed èproprio la casualità di es-ser nato a Nola, città chediede i natali all’illustre fi-losofo Giordano (alla na-scita Filippo) Bruno e lapresenza nel mio studio diuna stampa commemora-tiva che mi offrono la pos-sibilità di porgere all’at-tenzione dei lettori questebrevi riflessioni.In un cordiale colloquiocon uno degli esponentidell’Associazione editricedel giornale, sono venutoa conoscenza della circo-stanza che la piazza inti-tolata a San Domenico era,in epoca precedente, dedi-cata a quel luminosoesempio della libertà dipensiero soffocata dall’In-quisizione che fu FilippoBruno, il quale (forse percaso!) appartenne all’ordi-ne dei frati domenicani as-sumendo il nome di Gior-dano all’epoca della suainiziazione ecclesiastica.La fierezza del personag-gio e la sua decisione, finoalla morte, nel fermo rifiu-to all’abiura della sua dot-trina ben si attagliano allospirito che pervade la cittàdi Foligno, che ha costitui-to nel XIII secolo l’unicobaluardo ghibellino inUmbria ed è stata insigni-ta, a seguito dei pesantis-simi bombardamenti subi-

ti nel corso della secondaguerra mondiale, del rico-noscimento di Medagliad’Argento al valor civileper aver “sopportato confiero comportamento ibombardamenti e parteci-pato con intrepido corag-gio alla lotta per la libera-zione” (come si legge nelsito Internet della città).Ancora la casualità, se miè consentito includere nel-l’ampio significato del ter-mine gli eventi sismici del1997, ha dettato i tempi ele priorità delle Ammini-

strazioni Civiche che sisono succedute a far datada quei tragici eventi, as-sorbendone in manierapreponderante le energiee fornendo, tuttavia, risor-se economiche necessariea restituire tanti palazzistorici ad un appropriatodecoro ed alla ultimazionedi una serie di opere altri-menti irrealizzabili, ren-dendo per un lungo perio-do meno palpabile unacrisi economica che hacoinvolto l’intero pianetacon un’intensità che tutto-

ra preoccupa non poco.La chiusura di un periodofatto di emergenze ed ilmomento contingente,credo rendano non piùprocrastinabile una pro-grammazione di ampio re-spiro che consenta la rea-lizzazione delle tantissi-me vocazioni cittadinesiano esse economiche oculturali e, comunque, nelrispetto delle esigenze ditutti i ceti sociali non di-sgiunte da quelle dei tantineocittadini provenientida paesi e culture diverse

ma non per questo menomeritevoli di attenzioni,soprattutto al fine di unacorretta canalizzazione dienergie che possono, anzidevono, costituire un va-lore aggiunto e non causadi un’immotivata conflit-tualità anche solo poten-ziale. Un ambiente chemette insieme esperienze,ricordi e visioni del mon-do diverse porta una pro-sperità di sviluppo cultu-rale che arricchisce larealtà in cui si concretiz-za; e che arricchimentodeve essere stato quello dicui frà Giordano Bruno hagratificato le tante città incui ha vissuto da esule,emigrante, fuggitivo, sco-municato, maestro, fino altradimento subito dal pa-trizio Giovanni Mocenigo. Il compito più gravosospetta, funzionalmente,all’Amministrazione Civi-ca che, supportata dalleforze politiche che la com-pongono e adeguatamentepungolata dall’opposizio-ne, dovrà creare e coordi-nare tali processi coinvol-gendo e mediando tra tut-te le forze sociali, produt-tive e intellettuali che do-vranno fare la loro partese vorremo vedere appa-gato il desiderio di un “fu-rore eroico con il quale l’a-nima rapita sopra l’oriz-zonte de gli affetti natura-li vinta da gli alti pensieri,come morta al corpo, aspi-ra ad alto” (De gli eroici fu-rori – Giordano Bruno,Londra 1585).

Siamo solo al numero 3 diquesto mensile, ma abbiamovoluto dare ad esso una ve-ste grafica nuova. Tutto a co-lori, più fruibile, ma soprat-tutto tanti collaboratori tracui molti illustri cittadini diFoligno, tante rubriche al ser-vizio dei cittadini.Continueremo a dare la vocealle battaglie sindacali, so-prattutto in un momento co-sì difficile per il mondo dellavoro in Italia e a Foligno inparticolare, lo facciamo con-sapevoli che ben difficilmen-te troverebbero spazio in al-tre testate. Così come pun-tualmente avremo un inser-to su grandi avvenimenti epersonaggi della storia. Il direttore editoriale SandroRidolfi e il nuovo direttoreresponsabile Giorgio Aurizi,autore della nuova veste gra-fica di “Piazza del Grano”, fa-ranno in modo che ogni me-se i temi più importanti deldibattito culturale, sindaca-le e le questioni che toccanotutti i cittadini (sanità, scuo-la, banche, pubblica ammini-strazione) trovino in “Piazzadel Grano” il giusto spazio.Vogliamo che si ridesti inognuno la voglia di diventareprotagonisti della società incui viviamo e che quindi il no-stro mensile non sia soltantoun’occasione di lettura mache diventi anche un nuovo“organizzatore culturale”.Sappiamo che per riuscire araggiungere obiettivi c’è biso-gno di tanto lavoro ma sap-piamo anche che con il contri-buto dei nostri lettori questiobiettivi sono possibili.

Foligno - Piazza S. Domenico già piazza Giordano Brunoin una immagine d!epoca

LUIGI NAPOLITANO

Un’occasione da non perdereLa toponomastica sostituisce Giordano Bruno con San Domenico ma rimane la sua storia, il suoinsegnamento. Foligno deve approfittarne: cittadini storici e quelli giunti da fuori, esperienze diverse damettere insieme per una prosperità di sviluppo culturale che arricchisce la realtà in cui si concretizza.

All’interno:Polemiche sul crocefissoNasce l’arbitrato bancario

a pagina 2Influenza: conviene vaccinarsi?Codice della strada: è reato rifiutare il palloncino

a pagina 3Il paginone sindacale:Lo sviluppo dell’Area VastaL’incerto futuro dell’Omcl (ex Grandi Officine)Per non morire di lavoro

alle pagine 4 e 5Varie e rubriche

a pagina 6Ascanio Celestini apre la stagione di prosaInaugurato il Centro Italiano d’Arte Contemporanea

a pagina 7Lotte alla Merloni di Nocera Nè con la Gelmini nè con questa università

a pagina 8

Una vestenuova per il mensiledi Foligno

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Leggi e diritti21

La recente legge regionaledell’Umbria del 10 luglio2008, n. 12 sui Centri Stori-ci ha introdotto delle dispo-sizioni incentivanti anche inmateria di pubblici esercizi.In particolare l’art. 5 lett. c)ha riconosciuto una tantumai possessori di autorizza-zioni di ristoranti o di bar(lettera a e b) la possibilitàdi ottenere un’ulteriore au-torizzazione diversa daquella posseduta, in derogaai parametri numerici di cuiall’art. 3 della L. 287 del1991.Veniva precisato che la ri-chiesta di nuova autorizza-zione doveva essere presen-tata entro 6 mesi dall’entra-ta in vigore della presentelegge (31.07.2008); la nor-ma ha già prodotto ed esau-rito i suoi effetti.Viene in questa sede natura-le disquisire sulla limitatez-za di tale previsione deroga-toria e transitoria anche al-la luce di una questione or-mai di grande attualità cheafferisce la stessa legittimitàdi mantenere contingentinumerici nella programma-zione comunale delle atti-vità di somministrazione dialimenti e bevande.In altre parole è legittimoche le autorizzazioni perbar e ristoranti nei singolicomuni possono essere li-mitate nel numero, sulla ba-se di una normativa e una

consuetudine del settore ri-salente nel tempo.Ci si domanda, a questopunto, se la legge regionalesui centri storici sia adegua-ta, per quanto concerne ilsettore dei pubblici esercizi,ai nuovi orientamenti nor-mativi e giurisprudenziali.Infatti, alla luce del legge n.248 del 2006 (legge di con-versione del D.L. 223/06) èstata introdotta una sostan-ziale liberalizzazione delsettore commerciale e deipubblici esercizi.In particolare con l’art. 3 èstato precisato ai sensi del-

le disposizioni dell’ordina-mento comunitario in mate-ria di tutela della concorren-za, che le attività commer-ciali come individuate nelD.Lgs n. 114 del 1998, e disomministrazione di ali-menti e bevande sono svol-te senza il rispetto di limitiriferiti a quote di mercatopredefinite o calcolate sulvolume delle vendite a livel-lo territoriale sub-regionale.E’ interessante sul punto se-gnalare una sentenza delTribunale AmministrativoRegionale della Lombardian. 6259 del 12.112007 la

E’ nato un nuovo sistemastragiudiziale che offreun’alternativa più sempli-ce, economica e rapida ri-spetto al ricorso al giudiceper la risoluzione dellecontroversie tra i clienti ele banche e altri interme-diari finanziari, compresele Poste ItalianeL’arbitro è una organizza-zione indipendente e im-parziale che decide, in po-chi mesi, chi ha ragione echi ha torto e il suo funzio-namento e i mezzi sono as-sicurati dalla Banca d’Italia.Il cliente può rivolgersi al-l’arbitro dopo aver tentatodi risolvere il problema di-rettamente con la banca ol’intermediario, tramitel’apposito ufficio reclami.Se comunque il cliente nondovesse rimanere soddi-sfatto, potrà sempre rivol-gersi al giudice.L’arbitro può decidere tuttele controversie, come adesempio i conti correnti, imutui, i prestiti personali,fino a un ammontare di100.000 euro, se il clientechiede una somma in dena-ro, senza limiti d’importo,in tutti gli altri casi (sonoesclusi i servizi d’investi-mento). Le decisioni non sono vin-colanti come quelle del giu-dice ma se l’intermediarionon le rispetta, il suo ina-dempimento è reso pubbli-

co e costituisce ovviamen-te un grave pregiudizio diimmagine e una significati-va indicazione di meritoper l’eventuale successivogiudizio civile. Non potrà decidere percontroversie anteriori al1/01/2007, o già all’esamedi un giudice, o controver-sie quali la compravenditadi azioni e/o obbligazioniche sono di competenzadel sistema di conciliazio-ne della Consob. Ma atten-zione alla controparte per-ché l’adesione per istituzio-ni straniere all’ArbitratoBancario Finanziario, atutt’oggi è facoltativa. Per presentare il ricorso ba-sta compilare un modulodisponibile sul sitowww.arbitrobancariofinan-ziario.it e versare un con-tributo spese di 20 Euro,che verrà rimborsato se ilricorso sarà accolto. Il ricorso può essere spedi-to alla segreteria tecnicadei collegi curata dalla Ban-ca d’Italia (segreteria tecni-ca del collegio di Roma - viaVenti Settembre 97/e -00187 Roma tel.06 47921).In un secondo momento sa-ranno disponibili anche lesegreterie tecniche di Mila-no e Napoli.Altre informazioni utilipossono essere raccoltepresso tutti gli intermedia-ri finanziari previste dallanormativa in tema di tra-sparenza bancaria.

quale, esplicitamente, ha so-stenuto che la liberalizza-zione delle autorizzazioni(il c.d. decreto Bersani) siapplica non solo alla disci-plina generale del commer-cio, ma anche al settore spe-cifico della somministrazio-ne di alimenti e bevande,cioè ai bar e ai ristoranti.

Secondo il Giudiceamministrativo attesa la fi-nalità dell’art. 3 della L.248/06, devono ritenersi or-mai prive di efficacia, alme-no dal 1 gennaio 2007, leprescrizioni delle leggi Re-gionali che fissano un tassodi concentrazione per zonadei pubblici esercizi e fini-scono per introdurre un da-to numerico che di fattopredetermina quote di mer-cato a favore degli esercizigià esistenti sul territoriocomunale, andando proprioa collidere con le finalità diliberalizzazione delle pre-detta norma statale.Il Consiglio di Stato con sen-tenza 2808, depositata il 5maggio 2009 ha confermatoquanto statuito dal Giudicedi primo grado aprendo difatto la via alla liberalizza-zione delle autorizzazioniper bar e ristoranti, al paridegli esercizi commercialidi abbigliamento o di scarpeo di articoli da regalo datempo liberalizzati. Ora i Comuni e gli operatoridel settore dovranno con-frontarsi con questo nuovoorientamento.

Il 3 novembre scorso laCorte Europea dei Dirittidell’Uomo, accogliendo ilricorso di una cittadinaitaliana che contestava lapresenza nelle aule scola-stiche dei “crocefissi”, qua-li simboli del credo religio-so cristiano, ha così deci-so: “La Corte ritiene chel’esposizione obbligatoriadi un simbolo di una con-fessione nell’esercizio del-la funzione pubblica … inparticolare nelle aule sco-lastiche, limita il dirittodei genitori di educare i lo-ro figli secondo le loroconvinzioni e il diritto de-gli scolari di credere o dinon credere. La Corte ritie-ne che ciò costituisca unaviolazione di questi diritti,perché le restrizioni sonoincompatibili con il dove-re dello Stato di rispettarela neutralità nell’eserciziodel servizio pubblico, inparticolare nel campo del-l’istruzione”.La Corte ha condannato loStato Italiano ad un risarci-mento economico in favo-re della ricorrente.Spetterà poi al Comitatodei Ministri della Conven-zione Europea dei Dirittidell’Uomo, una volta pas-

sata in giudicato la senten-za, adottare i provvedi-menti opportuni per obbli-gare lo Stato Italiano adadeguarsi al precetto dellaCorte.Varrà di segnalare che unodei sette giudici firmatariall’unanimità della senten-za è il giudice Gustavo Za-grebelsky uno dei più qua-lificati costituzionalistiitaliani.Vista la confusione indot-ta da alcune fonti giornali-stiche e politiche assai im-preparate, possono appa-rire utili alcuni chiarimen-ti normativi e di procedi-mento.La Corte Europea dei Dirit-ti dell’Uomo non ha nulla avedere con l’Unione Euro-pea.Quest’ultima è una istitu-zione nata dal Trattato sot-toscritto a Roma il 25 mar-zo 1957 dai primi sei Statifondatori (Italia, Francia,Germania, Olanda, Belgio eLussemburgo), all’epocacon finalità più economi-che che politiche (fu chia-mata Comunità EconomicaEuropea – CEE) ma che, neltempo, ha sempre più as-sunto il progetto dellacreazione di un nuovosoggetto politico ed ammi-nistrativo unitario: l’Unio-

ne Europea.L’Unione Europea, oltre aisuoi organismi politici, ilParlamento Europeo, edamministrativi, la Com-missione Europea, è dota-ta anche di un organo di

giustizia, la Corte di Giu-stizia Europea con sede aLussemburgo.Questa Corte può essereassimilata alla nostra Cor-te Costituzionale svolgen-do l’analoga funzione diinterprete unica dei Tratta-

ti (Roma, Nizza, Lisbona,ecc.), sicché le sue pronun-ce, qualificate come “dirit-to derivato dell’Unione”,hanno efficacia immedia-tamente esecutiva in tuttigli Stati membri, abrogan-

do di diritto le normativenazionali difformi, limita-tamente, ovviamente, allematerie devolute dai Trat-tati alla competenza esclu-siva dell’Unione Europea(economia, servizi e, a bre-ve, politica estera e dife-

sa).Altro è la Convenzione Eu-ropea dei Diritti dell’Uo-mo, anch’essa nata da unTrattato sottoscritto a Ro-ma nel 1950, ma con il di-verso e più circoscrittoobiettivo di dare applica-zione nell’area geo-politicadell’Europa occidentale(oggi in verità vi aderisco-no 47 Stati anche nordafricani e dell’Asia centra-le) alla Dichiarazione Uni-versale dei Diritti dell’Uo-mo del 1948, vincolandogli Stati firmatari ad assu-mere comportamenti isti-tuzionali, interni ed ester-ni, coerenti con la difesa ela promozione dei dirittiumani.Anche la Convenzione Eu-ropea dei Diritti dell’Uomosi è dotata di una istituzio-ne politica, il Comitato deiMinistri del Consiglio d’Eu-ropa, e di una istituzionegiudiziaria, la Corte Euro-pea dei Diritti dell’Uomocon sede a Strasburgo.Diversamente dalla Cortedi Giustizia Europea (CGE)la Corte Europea dei Dirit-ti dell’Uomo (CEDU) non hapoteri “invasivi” nell’auto-nomia degli Stati firmataridella Convenzione, inter-viene solo quando sonostati esauriti tutti i possi-

bili rimedi amministrativie giudiziari interni ai sin-goli ordinamenti statali elo fa principalmente confinalità mediatorie, cer-cando di agevolare la com-posizione dei conflitti; so-lo quando ciò non è possi-bile la Corte pronunciauna sentenza.Le sentenze della Corte Eu-ropea dei Diritti dell’Uomosono vincolanti per gli Sta-ti sottoscrittori della Con-venzione ma debbono es-sere recepite ed attuatedagli stessi.Spetta al Comitato dei Mi-nistri del Consiglio d’Euro-pa (formato dai ministridegli esteri dei paesi fir-matari) vigilare sul rispet-to da parte degli Stati ade-renti delle pronunce dellaCorte adottando, in difettoe/o in ritardo di adegua-mento, le opportune misu-re sanzionatorie.La Presidenza del Consi-glio dei Ministri italiano hareso noto che intende pro-porre appello alla senten-za della CEDU del 3 no-vembre 2009, il termine èdi 3 mesi dalla pronuncia,la decisione di secondogrado spetterà alla GrandeCamera della stessa CEDUin composizione allargataa 17 componenti.

SANDRO RIDOLFI

Nasce l’arbitrato bancarioSe il problema con la banca non si risolve per averegiustizia ci si potrà rivolgere alla Banca d’Italia

ROBERTO FRANCESCHI

Lo stabilisce una legge del 2006 ribadita dal Consiglio di Stato

Rimosso il limite alla concentrazionedi bar e ristoranti nei centri storici

MARCO MARIANI

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si pronuncia sul ricorso di una cittadina italianache ha contestato l’esposizione dei crocefissi nelle aule delle scuole medie

Crocifisso in aula, confusione o mistificazione?

FOLIGNONOVEMBRE 2009

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Salute3 1FOLIGNO

mese anno

Negli ultimi tempi si è aper-to un dibattito circa l’op-portunità di vaccinarsi con-tro l’influenza H1N1. Vedia-mo quello che l’Organizza-zione Mondiale della Sanitàci dice circa la sicurezzadella vaccinazione.

SicurezzaI risultati degli studi com-pletati al momento, ci dico-no che la sicurezza del vac-cino anti H1N1 è sovrappo-nibile a quello dell’influen-za stagionale.Nelle donne gravide nonsi sono manifestati effet-ti dannosi dei vaccini perquanto riguarda la gravi-danza, fertilità o sviluppoembrionale, fetale, partoe sviluppo post natale. Inconsiderazione dell’ele-vato rischio di forme gra-vi nelle donne in gravi-danza colpite dalla nuovainfluenza, le donne incin-te rientrano tra coloroche dovrebbero esserevaccinate contro l’infe-zione. Studi recenti mo-

strano che le donne gravi-de hanno probabilità die-ci volte superiori, rispet-to alla popolazione gene-rale, di dover ricorrere al-la ospedalizzazione e al-la terapia intensiva. Quin-di i benefici della vaccina-zione sono di gran lungasuperiori ai rischi di con-trarre l’infezione.Le reazioni più frequenti alvaccino antinfluenzale neibambini sono simili a quel-li osservati dopo altre vac-cinazioni per età pediatrica(dolore nel punto di inie-zione e febbre).

Controlli e autorizzazio-niDato che il virus pandemi-co è nuovo, sono stati fatticontrolli sia di tipo clinicoche non clinico per ottene-re le informazioni essen-ziali sulla risposta immuni-taria e sulla sicurezza. I ri-sultati degli studi effettua-ti fino a questo momentoindicano che i vaccini sonosicuri come quelli dell’in-fluenza stagionale.L’autorizzazione all’uso deivaccini pandemici è data

dall’autorità rogatoria na-zionale (Aifa per l’Italia), edall’agenzia dell’Unione Eu-ropea per la valutazionedei prodotti medicinaliEmea.

Effetti collateraliAlla vaccinazione anti-in-fluenzale possono essereassociati alcuni effetti col-laterali; la loro frequenzadipende dal tipo di vacci-no, dalla modalità di som-ministrazione e dall’etàdella persona che vienevaccinata. Ci sono due tipi di vaccinoanti-influenzale:1) - uno a base di virus inat-tivi (o uccisi) che possono aloro volta essere slittati osottoforma di sottounità(solo gli agenti di superfi-cie del virus);2) - l’altro a base di virus vi-vo attenuato; questo tipo divirus non è usato in Italia.I vaccini iniettati per via in-tramuscolare, possono da-re comunemente reazionilocali come dolenza e ar-rossamento nel punto diiniezione e meno comune-mente febbre, dolore mu-

scolare e articolare o mal ditesta. Questi sintomi gene-ralmente sono modesti enon richiedono cure medi-che, risolvendosi con trat-tamenti sintomatici nel gi-ro di un paio di giorni. Feb-bre, dolori e cefalea sonopiù frequenti nei ragazzi.Raramente i vaccini con vi-rus inattivati possono cau-sare reazioni allergiche, co-me orticaria, rapida tume-fazione nel punto di inocu-lazione, asma e gravi mani-festazioni allergiche siste-miche, dovute a ipersensi-bilità verso componenti delvaccino.I vaccini a base di virus vi-venti attenuati (non auto-rizzati in Italia) sono som-ministrati per mezzo diuno spray nasale e posso-no provocare rinite, con-gestione nasale, tosse emeno frequentementemal di gola, modesta feb-bre, irritabilità, dolorimuscolari e cefalea.

Eventi avversiFino ad ora non sono statisegnalati eventi avversi neipaesi che hanno usato il

vaccino su larga scala.

Rischi impropriamenteassociatiI vaccini pandemici conter-ranno il Thiomesal, che al-cuni ritengono un rischioper la salute. Il thiomersalè un conservante comune-mente utilizzato per preve-nire la contaminazione bat-

terica in corso di uso. La si-curezza del thiomersal èstata sottoposta a rigorosarevisione da parte di grup-pi scientifici; non ci sonoprove di tossicità nei bam-bini piccoli, nei ragazzi onegli adulti, incluse le don-ne in gravidanza, esposti aithiomersal contenuto neivaccini.

Con l’intervento riformato-re del 2007 il legislatore,anche sull’onda emotivadestata dalle notizie di cro-naca di alcuni eclatanti si-nistri stradali e in particola-re per contrastare il tristefenomeno delle cosiddette«stragi del sabato sera» èintervenuto nuovamentesull’art. 186 del Nuovo Co-dice della Strada, rubricato“Guida sotto l’influenzadell’alcol”, introducendouna graduazione delle san-zioni, con un progressivoaumento delle stesse inmaniera direttamente pro-porzionale al livello di in-tossicazione alcolemica ac-certata. Si è proceduto, tut-tavia, alla depenalizzazio-ne del rifiuto di sottoporsiagli accertamenti a mezzoetilometro.Si ricorderà, in proposito, ilcaso dell’automobilista bo-lognese che si era rifiutatodi sottoporsi “al test delpalloncino”. Poiché avevacommesso solo un illecitoamministrativo – mentreprima era previsto l’arrestofino ai tre mesi – non soloha evitato la condanna pe-nale per guida in stato diebbrezza (nonostante bar-collasse e facesse fatica aparlare), ma ha anche impe-dito di stabilire in qualedelle tre fasce di alcolemiaindividuate dalle legge sitrovava. Consapevoli di ta-

le lacuna normativa, moltiautomobilisti indisciplina-ti si sono avvalsi dell’espe-diente in discorso.Ora, con l’art. 4 d.l. 23 mag-gio 2008, n. 92, convertitocon modificazioni nella l.24 luglio 2008, n. 125, sonostate ulteriormente inaspri-te le pene detentive, intro-ducendo inoltre la previsio-ne, per l’ipotesi più gravedi guida in stato di ebbrez-za (quella con tasso alcole-mico superiore a 1,5 g/l)per cui “...è sempre dispo-sta la confisca del veicolocon il quale è stato com-messo il reato... salvo che ilveicolo stesso appartenga apersona estranea al reato». Il legislatore d’urgenza del2008 è intervenuto poi a

sanare quella che era stataprima facie da tutti gli ad-detti ai lavori indicata co-me un’incauta scelta opera-ta con la riforma del 2007,laddove aveva depenaliz-zato, sanzionandola solo invia amministrativa, il rifiu-to di sottoporsi all’accerta-mento sullo stato di eb-brezza Oggi tale condotta è punita,con la medesima pena pre-vista per l’ipotesi più gravedi guida in stato di ebbrez-za (arresto da 3 mesi a 1 an-no e ammenda da 1500 a6000 euro) e con la sanzio-ne accessoria della sospen-sione della patente di guidada sei mesi a due anni,compresa la confisca delveicolo.

L’Afam è la società pubbli-ca che gestisce le farmaciecomunali di Foligno, ed inquesti ultimi anni si è im-pegnata nel perseguire esviluppare la propria mis-sion su principi di efficien-za, trasparenza e moltepli-cità dei servizi erogati. Iltutto attraverso il mante-nimento e la promozionedello stato di salute e dibenessere del cittadino, lafornitura di servizi farma-ceutici, oltre ad una co-stante attività di educazio-ne sanitaria a supporto siadella cura che della pre-venzione. In questa ottica,l’adozione del decreto lgs.153/2009, pubblicato nel-la Gazzetta Ufficiale del 4novembre 2009 n. 257, daun lato conferma in pienole azioni poste in esseredalla società fino ad oggi edall’altro proietterà nel-l’immediato futuro il servi-zio farmaceutico versouna logica di primo presi-dio sanitario nei confrontidei cittadini, attraversol’indicazione di una seriedi attività che potranno es-sere erogate sia dalla far-macie pubbliche che priva-te.Nello specifico, i nuovicompiti individuati saran-no i seguenti:Dispensazione e consegnaa domicilio dei farmaci,delle miscele per la nutri-

zione artificiale e degli an-tidolorifici;Dispensazione, per contodelle strutture sanitarie,dei farmaci a distribuzio-ne diretta;Messa a disposizione dioperatori socio-sanitari,quali infermieri e fisiotera-pisti, per l’effettuazione adomicilio di specificheprestazioni professionalirichieste dal medico di fa-miglia o dal pediatra di li-bera scelta;Realizzazione di program-mi di educazione sanitariae di campagne di preven-zione;Erogazione di servizi di se-condo livello rivolti ai sin-goli assistiti, su prescri-zione del medico di fami-glia o del pediatra di libe-ra scelta, anche avvalen-dosi di personale infermie-ristico;Effettuazione di prestazio-ni analitiche di primaistanza;Prenotazione di visite am-bulatoriali presso le strut-

ture sanitarie pubbliche eprivate accreditate, paga-mento del ticket e ritirodei referti.La ratio che ha ispirato ildecreto sta nell’esigenzadi modificare la disciplinaattuale considerata nonpiù aderente alle esigenzedella popolazione. Nasce,quindi, il bisogno di farerogare alle farmacie ser-vizi di secondo livello neiconfronti dei singoli assi-stiti in linea con i percorsidiagnostici terapeutici,nonché di effettuare servi-zi di prenotazione di assi-stenza specialistica ambu-latoriale presso strutturesanitarie pubbliche e pri-vate. Tutto questo al finedi decongestionare i relati-vi servizi delle strutturesanitarie, semplificando leprocedure e operandoconseguentemente un ri-sparmio di spesa.La riforma in questione ri-conosce alle farmacie unruolo sempre più impor-tante all’interno del SSN,avvicinando le stesse alterritorio e al cittadino esfruttandone la loro capil-larità sul territorio. Questoriconoscimento riflette so-prattutto la natura dellefarmacie pubbliche chenon possono limitarsi allasemplice dispensazionedei farmaci ma devono es-sere un punto di riferi-mento imprescindibile peri cittadini.

Più benefici che rischi:

conviene vaccinarsi

Polemiche e dubbi sulla profilassi antinfluenzale del virus H1n1

PARIDE TRAMPETTI

Ora è reato sottrarsi

alla prova del palloncino

Guida in stato di ebbrezza: cambia il Codice della strada

Il loro nuovo ruolo descritto nel decreto legislativo 153/2009

Le farmacie più vicine

ai cittadini

LORENZO BATTISTI ALESSANDRO D’INGECCO

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paginone lavoro a cu 4

Il comprensorio di Foligno,Spoleto, Bastia e Valnerina,meglio conosciuto come“Area Vasta”, è, come tutto ilresto del territorio naziona-le, sconvolto dalla crisi eco-nomica.Il territorio di cui parliamo,è la continuazione, o l’ini-zio, in base al punto di vi-sta, della famosa fascia ap-penninica, zona di confinecon le Marche, particolar-mente interessata dalla cri-si della ceramica di GualdoTadino e dalla drammaticavicenda della “Antonio Mer-loni” di Nocera Umbra.Dopo il sisma del 1997, av-viata la fase della ricostru-zione, tutto il territorio havisto, un moltiplicarsi dicantieri edili, che uniti a unricco mercato immobiliare,ha dato un vitale impulso al-l’economia di tutta la fascia. Parte essenziale di quantodetto sopra, sono i riscontrioccupazionali di tutta la vi-cenda; infatti, oltre ad ave-re una moltitudine di lavo-ratori provenienti da altreregioni, i livelli occupazio-nali dei residenti, hannoraggiunto numeri mai visti,comprendendo, come ov-vio, il fenomeno dei lavora-tori migranti.I dati della cassa edile di Pe-rugia ci dicono, infatti, cheil numero degli addetti è an-dato ogni anno crescendo,superando anche quota ven-timila unità; di pari passo èandato aumentando, ognianno, il numero dei migran-ti, che ha raggiunto e supe-rato la quota del 50% dellaforza lavoro.E’ evidente che l’arrivo ditanti nuovi residenti, con lerispettive famiglie, ha por-tato anche un nuovo impul-so alla vita sociale delle zo-ne interessate, con inizialidifficoltà di integrazionepresto superate. Testimo-nianza diretta ne sono tuttele scuole elementari, mediee superiori del territorio el’integrazione tra chi, quel-le scuole, frequenta.Il periodo di sviluppo e dicrescita è durato circa 10anni, la ricostruzione post-sisma si è esaurita e, dallafine del 2008, inizi del2009, sono iniziate le primeavvisaglie: un mercato im-mobiliare che rallentavacontinuamente; una situa-zione finanziaria che, aggra-vandosi di giorno in giorno,ha portato il blocco da par-te di tutte le banche delleaperture di credito nei con-fronti delle aziende, provo-cando l’arresto pressochétotale delle attività.Oggi, al novembre 2009, lasituazione è sinceramentedrammatica; sono in esauri-mento i periodi di cassa in-tegrazione ordinaria e/ostraordinaria per le tanteaziende del settore che giàusufruivano degli ammor-tizzatori sociali e per molti,moltissimi lavoratori dell’e-dilizia, è in esaurimento an-che il periodo di disoccupa-zione previsto per legge,mentre continua ad aumen-tare il numero dei licenzia-menti. La nostra preoccupa-

zione è grande. Come Orga-nizzazioni Sindacali siamoquotidianamente impegnatiper aiutare i lavoratori adaffrontare nel migliore deimodi possibili, queste vi-cende e queste problemati-che. In molte occasioni citroviamo a svolgere ancheruoli di consulenza familia-re e psicologica.Il momento è veramentedrammatico, la nostrapreoccupazione è forte an-che per le ripercussioni chesi potrebbero avere dal pun-to di vista sociale; tante per-sone, in difficoltà economi-che che non riescono a tro-vare un’occupazione e chenon avendo un sostegno, siritrovano ad affrontare sen-za nessuna certezza, la quo-tidianità.In tutte queste difficoltà,possiamo però dire che unapiccola speranza esiste.Sono, infatti, iniziati i la-vori del famoso quadrila-tero, l’asse viario che col-legherà Civitanova Marchecon Foligno grazie a unastrada a quattro corsie; la-vori che impegnerannomigliaia di lavoratori peralcuni anni. Sono in faseiniziale anche tutta unaserie di interventi, pubbli-ci e privati, che caratteriz-zeranno il futuro di Foli-gno e del suo territorio: lapiastra logistica, gli inter-venti sul vecchio ospedalecome sul vecchio zucche-rificio o le ex Fornaci Bri-ziarelli, cosi come le va-rianti sud e nord.Oggi comunque, si rap-presenta una situazionedi estrema difficoltà: gliinterventi messi in cam-po dal governo e che ri-cadono dal punto di vistafinanziario sulle Regioni,non ci soddisfano e, piùvolte, come Fillea-Cgil eCgil abbiamo chiesto dicambiare strada, agendocon maggiore incisivitànel campo degli ammor-tizzatori sociali ma, so-prattutto, intervenendodecisamente su salari epensioni.Come Organizza-zioni Sindacali continuere-mo a chiedere che si abbat-ta notevolmente il carico fi-scale sulle retribuzioni esulle pensioni, un interven-to che si rende necessariose si vogliono far ripartire iconsumi e ridare slancio aun’economia nazionale e lo-cale decisamente ferma.

Segreteria ProvincialeFillea-Cgil

Crisi occupazionale:

l’Area Vasta potrà salvarsi

grazie alle nuove opere

pubbliche. Ma dobbiamo

migliorare salari e pensioni

FOLIGNONOVEMBRE 2009

Sembra ieri che come Filt-Cgil eravamo a leggere undocumento in un consigliocomunale aperto dove pub-blicamente ringraziavamo leIstituzioni per l’impegno el’attenzione che ponevanonei confronti dell’Omcl diFoligno. A due anni di di-stanza cogliamo l’opportu-nità offertaci da questo gior-nale per dire ancora una vol-ta grazie alle Istituzioni Co-munali che, non appena in-sediate hanno provvedutoad istituire un tavolo perma-nente di confronto Organiz-zazioni Sindacali, Rsu, Co-mune, Regione, per discute-re e possibilmente interveni-re sui problemi di una realtàche non può non riguardarel’intera città di Foligno.Quello che sta avvenendo èinfatti una perdita di occu-pazione strisciante che a og-gi non ha ancora rivelato ilpunto di caduta. Ogni anno in questo impian-to, si verifica la fuoriuscitaper raggiunti limiti di età di40 - 50 lavoratori senza al-cun rimpiazzo. Senza turnover assistiamo in pratica aun fenomeno equivalente al-la chiusura di una fabbricadi medie dimensioni.In assenza di una politicadei trasporti nazionale e inpresenza di un mercato or-

mai liberalizzato, l’aziendaTrenitalia ha da tempo or-mai fatto le sue scelte pun-tando sull’alta velocità, sultrasporto regionale dellegrandi aree metropolitane eabbandonando di fatto ilsettore merci in tutto il cen-tro sud del Paese. Questo hae continuerà ad avere riper-cussioni sull’intero settoredella manutenzione e in par-ticolare sulla Omcl di Foli-gno. Dismesse le lavorazio-ni sulle locomotive di vec-chia generazione E 646 e ri-dotte quelle sulle E656 sonovenuti meno gli assi portan-ti del lavoro dell’Impianto. Siaggiunga il nuovo modelloorganizzativo che l’aziendasi è data nella manutenzioneed ecco che si arriva al per-ché della crisi occupaziona-le di questa officina. Impian-to che sembra ormai averperso quella centralità nelpanorama manutentivo tan-to che nel giro di pochi annisi è passati dai novecentoaddetti agli attuali cinque-cento circa. Infatti, per ri-durre i costi derivanti dalfermo macchina dei locomo-tori di nuova generazioneE464, spina dorsale dellanuova flotta nazionale, le la-vorazioni pesanti e di messain servizio del veicolo, untempo effettuate nelle offici-

ne di secondo livello come lanostra, sono state trasferitein officine di primo livellopiù piccole e “snelle”, dislo-cate su più territori (Ancona,Firenze Osmannoro, RomaS.Lorenzo, Milano S.Roccoecc.). Questa nuova riparti-zione del lavoro ha fatto sìche il fulcro delle lavorazio-ni si sia spostato sulle cosid-dette “lavorazioni accentra-te” (componenti) per l’80%,causando estrema incertez-za nell’assegnazione delleore di lavoro da effettuareper l’anno 2010. La lavora-zione del singolo compo-nente, ci espone purtroppoin maniera ancora più forteal fenomeno dell’esternaliz-zazione, accentuato spessodal paradosso a cui assistia-mo: le aziende che ci fannoconcorrenza nella riparazio-ne dei componenti sono lestesse che dovrebbero forni-ci i materiali di ricambio.Questo genera purtroppo ri-tardi nell’approvvigiona-mento dei magazzini che siriflettono poi sull’andamen-to generale dell’impianto.Per non parlare della perdi-ta di professionalità che sista verificando: anni e annidi esperienza e capacità ac-quisita nella messa in servi-zio diretta del mezzo, ri-schiano di andare irrimedia-

bilmente perduti, sia a cau-sa di questo nuovo modelloorganizzativo, sia a causadella mancanza di turn oversopra citata. In questo qua-dro, appaiono come una bef-fa i recenti lavori eseguiti al-l’interno dell’impianto in cuisi è ingrandito e rimoderna-to il reparto dello smontag-gio locomotive con fondistanziati quando ancora l’of-ficina aveva un ruolo centra-le nel panorama manutenti-vo: si rimoderna e si ingran-disce un reparto che secon-do l’organizzazione azien-dale lavorerà sempre meno!In questo contesto è facilecapire quanto sia impegnati-vo il ruolo della Rsu, chegiornalmente si trova difronte a domande a cui èsempre più difficile rispon-dere in un clima in cui la di-rigenza aziendale non sem-bra in grado di gestire conpolso forte gli attuali pro-cessi in atto. L’azione di rior-dino aziendale infatti si è li-mitata a una sterile propostadi cambio dell’orario, asso-lutamente non collocata inun piano industriale serio epriva degli elementi di rilan-cio aziendale di cui al mo-mento avremmo bisogno. Aiveri problemi dell’officina, aparte noi, sembra non volermettere mano nessuno, tan-

L’incer

della O

Sempre più precaria

la vicenda delle ex Grandi

Officine: i numerosi

pensionamenti, il blocco

del turn over, la politica

dell’esternalizzazione

mettono a rischio

il destino dell’impianto

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FOLIGNO

NOVEMBRE 20095 ura di Gianluca Tofi

Nel 2008 l’Inail riporta il datonazionale di 1.120 morti dilavoro e di 874.940 infortuni.Nello stesso anno in Umbria imorti ufficiali di lavoro sonostati 16 e gli infortuni 17.088. Sappiamo che questi tragicidati sono molto più bassi diquelli reali, sia per i restrittivicriteri di rilevazione adottatidall’Inail, sia a causa di un sis-tema produttivo che si basasempre di più sul precariato esul lavoro nero, ambiti in cuilo sfruttamento e l’insicurez-za per i lavoratori raggiun-gono elevati livelli che spes-so vengono nascosti alle rile-vazioni e alle statistiche.Il tema della “sicurezza” èuno dei tormentoni che vienepiù spesso propagandatodagli uomini politici italiani,unitamente al relativo concet-to di “certezza della pena”. Anoi, ai concetti di sicurezza eimpunità, viene spontaneo edimmediato associare le migli-aia di incidenti e di infortunisul lavoro provocati dall’i-nosservanza delle norme diprevenzione, dall’utilizzo dimano d’opera irregolare innero, dai tempi di lavoro fors-ennato imposti dai ritmi diproduzione aziendale, dalle“non regole” ratificate neicontratti di lavoro precario.L’indifferenza nella societàcontribuisce in maniera de-terminante al non accerta-mento delle responsabilitàrispetto a questi eventi.Se i governi di centro-sinistranon hanno modificato i datidrammatici sui morti e sugliinfortuni di lavoro è fuori dis-cussione che con l’attualegoverno delle destre la classepadronale sta riuscendo nel-l’intento di riportare indietroanche le norme precedenti. IlConsiglio dei Ministri ha ap-provato il D.Lgs 106/09

ovvero le modifiche del de-creto correttivo al D.Lgs81/08, il Testo Unico per lasalute e la sicurezza nei lu-oghi di lavoro. Un pacchettodi norme che attenual'impianto sanzionatorioprecedente, riduce i casi incui è possibile l'arresto del-l'imprenditore e lo pone in al-ternativa alla pena pecuniariae diminuisce tutte le am-mende ora in vigore. Con l’ar-ticolo 10 bis del decreto sitenta di scagionare l'impren-ditore anche nei casi di re-sponsabilità dello stesso, in-serendo un presupposto dimiglior favore per il reo,agendo anche sui processi incorso, e si legittima un mec-canismo pericolosissimo sec-ondo il quale se a concorrereal verificarsi di un incidentevi è la partecipazione di unodei soggetti sottoposti,ovvero il progettista, ilmedico competente o il lavo-ratore si cancella la respons-abilità dell'imprenditore.Inoltre con continui licenzia-menti e ricatti si attacca e siumilia la figura dei Rappresen-tanti dei Lavoratori per la Si-curezza che, come Dante DeAngelis e Salvatore Palumbohanno la grave colpa di tute-lare la salute e la sicurezza deiloro colleghi e degli utenti.Invece di aumentare la si-curezza del lavoro attraversola formazione degli operai sipromuove l'uso di ditte disub-appalto (illegali negli al-tri paesi europei) ottenendouna dequalificazione del la-voro e un alto tasso di mortie infortuni.A nostro avviso, chi disponecapitali da investire nell’im-presa, e pertanto ne riceve iprofitti, spesso a discapito diesseri umani ed ambiente, chisceglie cosa, come, con quali

mezzi e con quali tempi pro-durre, non può che essere ilprincipale responsabile ditutti gli eventi che sisusseguono nel processo pro-duttivo.Non siamo dei giustizialisti,non vogliamo vedere nes-suno in galera, ma riteniamoche nel nostro paese servano“certezze della pena” ben piùconsistenti in tema di si-curezza sul lavoro: servonostrumenti di accertamento edispezione molto più efficien-ti, che vadano oltre le sterilipolemiche sul potenziamen-to, che comunque non vieneattuato, degli organi ispettivi:è necessario che l’accerta-mento degli incidenti, delleloro cause, dei soggetti coin-volti e quindi delle respons-abilità, si avvalga diretta-mente dell’intervento dei la-voratori. Riteniamo che se un lavora-tore denuncia attività svolte aldi fuori delle regole della si-curezza vadano garantiti stru-menti di protezione e tutelaper evitare che subisca rap-presaglie personali ed eco-nomiche da parte padronale.In questo senso, proponiamola costituzione di un gruppodi supporto legale a sostegnodei lavoratori stessi e delleloro famiglie, tale da garantirele risorse necessarie per pros-eguire nelle vertenze, chequasi sempre si rivelanolunghe e complesse.Non escludiamo nemmeno laproposta di assumere unaspecifica iniziativa normati-va, attivando le procedureper una legge di iniziativapopolare o tentando di inter-venire sulle leggi attualmentein discussione.

Rete umbra controle morti sul lavoro

Per non morire

di lavoro

to che nell’ultimo incontrocon l’azienda, come Rsu Filt-Cgil abbiamo preferito nonpresentarci per dare un se-gnale chiaro alla dirigenza.Parlare di orario di lavoro, inmaniera asettica senza lega-re l’argomento all’organizza-zione del lavoro, ci è sem-brata un’ulteriore provoca-zione nei confronti del per-sonale che risulta ormai pro-vato dal clima di incertezzache avvolge l’officina daqualche anno a questa parte.A dimostrazione di questoparlano i numeri dello scio-pero locale del 2007 che rac-colse un’adesione massimacon soli 13 lavoratori pre-senti in impianto. Dopo an-ni e anni di piani industrialipresentati solo in base alpersonale disponibile, oggiin presenza di un accordonazionale stipulato il 15maggio scorso che riorga-nizza la manutenzione diTrenitalia, vorremmo vedereda parte aziendale, pro-grammi di rilancio e prese diposizione, serie e reali conassunzioni derivanti da cari-chi di lavoro reinternalizza-ti. Ad oggi, invece, per l’Of-ficina di Foligno, come risul-ta da accordi nazionali inter-corsi tra Azienda e Organiz-zazioni Sindacali non sonopreviste reinternalizzazioni

di lavoro date all’esterno, nèapporti di personale se nonnel numero di 4 unità a fron-te di circa 80 lavoratori cheda qui al 2012 avranno re-quisiti per andare in quie-scenza.Un’altra situazione che de-sta serie preoccupazioni èquella dei lavoratori degliappalti presenti nella nostraofficina, che si troverannoad affrontare in tempi breviun difficile cambio d’appal-to con tutti i risvolti chequesto comporta. Sarà infat-ti compito delle Rsu e delleSegreterie in particolare, ac-certarsi che nessun lavora-tore resti escluso dal cambiod’appalto e che venga corret-tamente applicata la clauso-la sociale.Un cenno doveroso va anchealla situazione amianto. Co-me molti sapranno nelle exOgr per anni e anni si è mani-polato liberamente amiantoutile alla coibentazione deilocomotori. Oggi sarebbegiusto, se non doveroso, ri-conoscere a tutti quei lavora-tori che per anni sono statiesposti a questa letale so-stanza il giusto indennizzo.Anche in questo il sindacatoha profuso un grande sforzo,arrivando a ricorrere alle vielegali per ben due volte, siadi fronte al Giudice ordinario

sia di fronte alla Corte deiConti, entrambe le volte pur-troppo con esito negativo.Anzi, con la beffa, poiché peralcuni è scattata la condannaa pagare le spese processua-li. Azioni legali a cui forse sa-remo costretti a ricorrere an-che nel caso della restituzio-ne dei contributi sociali, trat-tenuti al tempo del terremo-to, di cui ora l’azienda cichiede la restituzione in totoe non al 40 % come previstodalla legge, altra battagliache ci vedrà protagonisti daqui in avanti. Pensiamo che sia ormai inu-tile sottolineare quanta sto-ria ha il nostro impianto, chechiamiamo “nostro” con or-goglio, e quanto esso sia le-gato alla città stessa. ComeRsu Filt-Cgil continueremo adifenderlo, consci dellagrande responsabilità che inostri colleghi ci hanno con-ferito, smentendo con i fattichi giornalmente tenta di farpassare il sindacato e in par-ticolare la Cgil come un or-ganismo ormai anacronisti-co e figlio del passato, con-tinuando a stare tra i lavora-tori e a rappresentarli dandoloro le risposte che cercanoin un simile clima di incer-tezza.

A cura della Rsu Filt-Cgil

rto futuro

Omcl

Le nuove norme alleggeriscono e non colpisconole responsabilità degli imprenditori

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varie61 FOLIGNONOVEMBRE 2009

Ormai è opinione larga-mente diffusa che l’Italiasia la patria dell’alpinismo;questa affermazione è sup-portata per molti aspetti,storici, geo-morfologici edai molteplici individuali-smi che hanno consacratol’alpinismo italiano sui pri-mi gradini del palcoscenicomondiale.La storia, ci riporta allamente le più grandi impre-se di Luigi Amedeo di Sa-voia, duca degli Abruzzi(laurea honoris causa dall’I-stituto superiore di Agrariadi Perugia, 1927, ndr), cheprovò con i “primitivi” mez-zi di allora a conquistare ilK2 (la seconda vetta delmondo per altezza, 8.611m slm), oppure la storicascalata del 1954 effettuatada Achille Compagnoni eLino Lacedelli (scomparsiil primo nel maggio scorso,il secondo pochi giorni or-sono), che realizzarono ciòche per il duca degli Abruz-zi restò solo un grande so-gno, fino ad arrivare alleimprese più recenti deglianni ‘70 e ’80, quelle effet-tuate da colui che in moltiritengono essere il piùgrande alpinista di sempre,Reinhold Messner; le sueimprese vanno dalla primascalata dell’Everest (lamontagna più alta del pia-neta Terra 8.848 m) senzal’ausilio dell’ossigeno, allaprima salita della vetta delmondo in solitaria, alla pri-ma conquista di tutti i 14picchi da ottomila metridella Terra.

L’alpinismo è un’attivitàestrema che può esserescissa in due diversi sport,uno considerato alpinismod’alta quota, l’altro consi-derato alpinismo in “pare-te” o in gergo tecnico rock-climbing.Nelle nostre zone vienepraticato solo l’alpinismoin parete, in quanto lamorfologia delle nostremontagne non permetteestremità d’alta quota.Sono quindi nate soprattut-to nel comprensorio foli-gnate alcune “palestre” diroccia che hanno attiratouna grande quantità di gio-vani alla pratica di questosport, cosi da formare alcu-ne società come la Pale Re-

sina e Calcare (per info:www.paleclimbing.com).Nata da circa una decina dianni, è una delle più grandidella regione per questo ti-po di attività; ogniweekend organizza dellearrampicate su roccia nellelocalità del monte Pale e diFerentillo, con un numerosempre maggiore di parte-cipanti ma sempre nel mas-simo della sicurezza.Questo tipo di sport, prati-cato da una sostanziosaquantità di atleti, viene in-terpretato da ognuno in unmodo proprio, che non po-trà mai essere uguale ad unaltro soggetto; infatti seper alcuni è un modo disfogare le proprie tensioni

fermata con pizzico di sale(è importante che gli albumisiano incorporati all’impastocon delicatezza e pochi allavolta.Posizionare il forno a 180gradi, imburrare gli stampi-ni e riempirli per ! della lo-ro capienza con crema di ca-stagne, infornare e lasciarecuocere per circa 10/15 mi-nuti, per controllare la cottu-ra osservare che l’impasto sisia ben rigonfiato con il calo-re e, inserendo uno stecchi-no al centro del tortino, essodovrà essere asciutto.In un pentolino mettere sul-la fiamma la polpa di cachi egr. 50 di zucchero, lasciarescaldare e poi passare conun passino.Togliere i tortini dagli stam-pi e comporre il piatto met-tendo alla base un mestolinodi salsa di cachi su cui verràappoggiato il piccolo des-sert; si può decorare con del-lo zucchero a velo, con deiciuffi di panna o con dellecastagne lessate integre e ba-gnate in cioccolato fuso.

Ingredienti per 6 personeGr. 600 di castagne, gr. 50 ca-cao amaro, 1 cucchiaio mar-mellata di castagne, 1 bic-chierino di brandy, n. 4 uova,gr. 150 di zucchero, gr. 50 diburro, n. 6 stampini di allu-minio, n. 2 cachi maturi, unpizzico di sale, una foglia dialloro.Tempo di preparazione 60minuti circa.Procedimento: in abbondan-te acqua mettere la foglia dialloro e lessare le castagnedopo avere praticato un ta-glio orizzontale, recuperarequindi la polpa.Mettere in un contenitore lapolpa delle castagne sbricio-lata, la marmellata, il cacaoamaro, gr. 100 di zucchero, ilbrandy ed i torli d’uovo (glialbumi dovranno essere te-nuti da parte in un conteni-tore con bordi alti), lavorarecon un cucchiaio energica-mente tutti gli ingredienti fi-no ad ottenere un compostoomogeneo, aggiungere quin-di gli albumi montati a neve

“Uomini contro” è il titolodi uno straordinario filmdel regista Francesco Rosidel 1970. Processato, ma poi assolto,per vilipendio dell’esercitoitaliano il film, tratto dalromanzo di Emilio Lussu“Un anno sull’Altopiano”,racconta il massacro di de-cine di migliaia di ragazziprelevati per lo più dallecampagne del sud (gli ope-rai servivano alle fabbriched’armi) per essere mandatiad ammazzare, o farsi am-mazzare, altri ragazzi con-tadini come loro, per difen-dere i confini di una patriadella quale solo allora, e so-lo per quella “necessità”,scoprivano di essere citta-dini, o meglio sudditi.Il 4 novembre 1918 il mas-sacro cessò con la disfattadell’esercito austriaco eforse con l’unica vittorianella storia dell’esercito ita-

liano, ma le conseguenzedi quella vittoria furonopersino più gravi di unaeventuale sconfitta.La miseria che seguì la de-vastazione economica emorale del paese ben pre-sto condusse al fascismo epoi, solo un ventennio piùtardi, all’ancora più grandemassacro della secondaguerra mondiale quandol’esercito italiano non dife-se più i “sacri confini dellapatria”, ma fu mandato adinvadere paesi anche lonta-nissimi venendone ovun-que sconfitto e respinto inrotta.Istruiti da quelle due terri-bili esperienze i nostro Co-stituenti vollero imprimerenella Costituzione Repub-blicana il disgusto per laguerra, per ogni guerra, uti-lizzando il termine estre-mo del “ripudio”.Ma la memoria, anche dicose bruttissime, si sa, ècorta.

accumulate nell’arco dellasettimana, per altri è unmodo di dimostrare il pro-prio coraggio e la propriaforza, per altri ancora comeper me è pura passionesportiva e di montagna eanche un modo per condi-videre con i propri amicimomenti di svago e di di-vertimento, all’insegna del-lo sport puro e semplicesenza vizi di sorta atti a ro-vinare la purezza della pas-sione sportiva che è dentroognuno di noi.Oltre però ad essere unsemplice sport estremo etecnico è una delle piùgrandi potenzialità che hala società per avvicinare igiovani alla montagna, diconseguenza alla natura eal suo rispetto e quindi alrispetto della flora e dellafauna; cosi da poter cresce-re una generazione di gio-vani che possa migliorareciò che le generazioni pas-sate hanno deturpato, conl’inquinamento e con lamancata consapevolezzache ogni individuo è solo dipassaggio in questo piane-ta meraviglioso che rappre-senta l’habitat del genereumano.Non bisogna possedere al-cun requisito fisico perpraticare questo sport,tranne la passione e la co-stanza, i costi sono minimie in questi tempi di gravecrisi economica sarebbeuna buona opportunità!Sapendo poi che qui in Um-bria ci sono le più impor-tanti palestre di roccia d’I-talia tutte a 10-15 minuti diauto dalla città di Foligno.

CINEMAENONSOLO

LARICETTADELMESE

L’Italia ripudia la guerrai governi no

CINCINNATO

Tortino di castagnecon salsa di cachi

ANTONIETTA STADERINI

ALESSANDRO RIDOLFI

Arrampicarsi finoa raggiungere il sognoSport o passione, impresa o passegiata, alpinismo o rock climbing: è alla portata di tutti

Redazione: Via della Piazza del Grano 1106034 Foligno (PG) tel. 0742510520Mail: [email protected]

Autorizzazione trib. Perugia n° 29/2000Editore: Sandro Ridolfi

Direttore Editoriale Sandro RidolfiDirettore Responsabile: Giorgio AuriziImpaginazione e grafica: Andrea TofiStampa: Iacobelli srl Via Catania 9 – Pavona di Albano –RomaChiuso in redazione 23/11/2009Tiratura: 5.000 copie

Periodico dell’Associazione ”Luciana Fittaioli”

Mail: associazione [email protected]

Page 7: Novembre 2009

Spettacoli ed eventi a cura di Piter Foglietta

Con il concerto "Canzoniimpopolari"di Ascanio Ce-lestini, nell’inedita vestedi cantautore, ha preso ilvia la Stagione Teatrale2009-10 del Comune diFoligno, organizzata dalTeatro Stabile dell'Um-bria. Proseguirà fino al16 aprile, con 9 spettacoliin programma, tutti alTeatro Politeama Clarici,eccetto gli ultimi due(27/28 marzo e 16 aprile2010) che avranno luogoall'Auditorium SanDomenico. In programmaanche uno spettacolo didanza, venerdì 12 marzo2010, in collaborazionecon UmbriainDanza. Tra i protagonisti dellanuova Stagione, oltre a Ce-lestini, AlessandroBergonzoni, AlessandroHaber, Filippo Timi, PippoDelbono, ecc. Il prossimo appuntamen-to, venerdì 4 novembre,per dirla con Enzo Biagi,sarà con “un comico che safare un uso strampalato esorprendente della parola,riuscendo anche a far rid-ere che è uno degli eser-cizi più difficili al mondo”.Alessandro Bergonzoni,uno degli autori più tan-genziali e coinvolgenti delpanorama culturale ital-iano, presenterà Nel: Unospettacolo sulla cauzioneper sprigionare le forze.Il noto artista prosegue ilsuo costante movimento

per sfuggire alle insidie eai trabocchetti del reale edel verosimile e trovare,insieme al pubblico, nuovisentieri mentali per rag-giungere punti d'osser-vazione elevati da dovepoter vedere tutto conprospettive diverse. Per-ché, in fin dei conti, un il-lusionista fa sparire glioggetti o fa piuttosto ap-parire il nulla?Giovedì 17 dicembre ilTeatro della Tosse porteràin scena Candido, Viaggiotragicomico nel miglioredei mondi possibili.La messa in scena, ader-ente all’atmosfera letter-aria del romanzo più rapp-resentativo di Voltaire,stigmatizza la pretesa

leibniziana di vivere nel“migliore dei mondi possi-bili”. Il pubblico è accom-pagnato in questa avven-tura da attori che conmaschere, invenzionisceniche e marionette,“recitano” la loro parte perribadire che il teatro è ve-ra illusione, parteci-pazione, coinvolgimento,dando così forma a un sog-no in cui la fantasia dellospettatore trova stimoloper sempre nuove avven-ture. “Uno spettacolo di-vertente e raffinato, un ir-resistibile viaggio che gliattori della compagniacompiono con ecletticabravura.” Magda Poli, Cor-riere della Sera.Info:www.politemaclarici.it

Il Ciac, Centro Italiano ArteContemporanea, nasce dallariconversione dell’ex Centraledel latte di via del Campanile,seguendo una prospettiva direcupero/sviluppo urbanisti-co , che sta ridisegnando inmaniera sempre più netta loskyline della nostra città, sianel centro che nella periferia.Una nuova vocazione identi-taria della città, che trova nel-la sperimentazione per l’ar-chitettura contemporanea,una importante linea disviluppo, utile anche per lacostruzione di una specificaattrattività turistica. Lo spazio si presenta comeun blocco compatto di ce-mento rivestito in acciaiocorten, senza finestre, nerofuori, bianco dentro, due pi-ani espositivi e una terrazzaper quasi duemila metriquadri di spazi espositivi. Il centro avrà anche un’altrasede, la Chiesa della Santis-sima Trinità dell’Annunziata(edificio settecentesco nonfinito del Murena), comecontenitore dell'opera di Gi-no de Dominicis “CalamitaCosmica”.La realizzazione di questonuovo spazio espositivo è sta-to possibile grazie alla sinergiadella Fondazione Cassa diRisparmio di Foligno, della Re-gione Umbria, del Comune diFoligno e la stessa Cassa diRisparmio.Il Ciac sarà gestito da una so-cietà strumentale denominata“Centro per la cultura e losviluppo economico.

costruzione degli ambienti diLuciano Fabro, Gino Marotta eMichelangelo Pistoletto, e leopere, sia sculture che pitture,di tutti quegli artisti che alloraparteciparono a quella innov-ativa mostra, da Getulio Al-viani, Agostino Bonalumi, En-rico Castellani a LucioFontana, da Luciano Fabro aigruppi T e gruppo N, ma an-che di quelli che, pur non es-sendo presenti, facevano

parte di quel momento cultur-ale, come Giulio Paolini, Yan-nis Kounellis, Mario Schifano,Mimmo Rotella, Bruno Munari,Francesco Lo Savio. La mostrasarà introdotta da una riccadocumentazione archivisticadell’archivio Radi e da unadocumentazione fotograficadi Claudio Abate. La seconda sezione, dal titoloIl tempo dell’immagine e ilnostro tempo, documenterà

La mostra che ha aperto ilCiac, lo scorso 15 novembre,Spazio, Tempo, Immagine,, èun’esposizione che ripercorre,a distanza di quarant’anni, larivoluzionaria iniziativa "Lospazio dell'immagine" allesti-ta nella città umbra nel 1967,che sovvertiva il rapporto chelegava l’opera d’arte e lospazio che le conteneva, pre-sentando, per la prima volta almondo, un insieme composto

unicamente da ambienti ideatidagli artisti. Il percorso espositivo diSpazio, Tempo, Immagineseguirà due sezioni ben dis-tinte. La prima, dal titolo Lospazio dell’immagine e il suotempo, dimostrerà la vitalità,nel tempo, di quella oper-azione, documentando lericerche rimaste coerente-mente legate alle premesse diquegli anni, con la ri-

La Mostra Mercato Nazio-nale del Tartufo è unaquattro giorni di degusta-zioni, mostre, premiazionied escursioni, organizzatadal Comune di Valtopina edalla Comunità Montanadei Monti Martani, Seranoe Subasio - attualmente al-la Presidenza dell'Associa-zione Italiana Città del Tar-tufo.Info .www.comune.valto-pina.pg.it; www.montimar-taniseranosubasio.it

TreviIl Mercatino delle Pulci edel Contadino (Farmer’sMarket) , si svolge a Treviogni quarta domenica delmese. Una scelta, quelladell’Amministrazione dipuntare, per la valorizza-zione e la promozione delterritorio, sia sul piccoloantiquariato, sia sulla va-lorizzazione delle produ-zioni agricole locali, cosìda offrire visibilità ai tantipiccoli tenaci produttoriagricoli che utilizzano lanostra terra per offrireprodotti di qualità.www-treviturismo.it

FolignoSi è tenuta nella nostracittà, nei giorni 20 e 22scorsi la XII edizione Mie-leinumbria.I prodotti dell’alveare sonostati esposti nella Corte diPalazzo Trinci.La mostra ha ospitato trale varie attività espositiveanche il convegno nazio-nale sull'Apicoltura in Um-bria, nel corso del quale sisoo dibattute le diverseproblematiche del settore.Nel corso dell’iniziativa haavuto anche luogo il Con-corso MieleinUmbria alquale ha partecipato unnutrito gruppo di apicolto-ri umbri. L'evento è organizzato dalComune di Foligno in col-laborazione con l’APAU(Associazione ProduttoriApistici Umbri)Info www.comune.foligno.pg.it

ValtopinaLa 29° edizione Mostra Mer-cato Nazionale del Tartufosi svolgerà nei due weekenddel 21-22 e 28-29 novembre2009 a Valtopina.

INIZIAZOEGARAGELABORATORITEATRALIGIOVEDÌALCINEMA

Kazakistan, Danimarca,Romania, Italia, Belgio,Stati Uniti d’America, sonosolo alcune delle tante “Pi-azze” del mondo; l’interes-sante stagione GIOVEDI'AL CINEMA - Un altro cine-ma è possibile, promossadall'associazione "Casa deiPopoli" e con il patrociniodel Comune di Foligno ecurata da Roberto Lazzeri-ni, ci permette di viaggia-re low cost, nel vero sensodel termine, e di conosceree confrontare diversi modidi fare cinema del mondoe nel mondo.La rassegna andrà dal 12novembre 2009 al 13 mag-gio 2010 presso il Politea-ma Clarici di Foligno. I titoli del mese:Tulpan di Sergei Dvort-sevoy (Kazakistan 2008,100’) - Riunione difamiglia di Tomas Vinter-berg (Danimarca 2009,96’) - I racconti dell’etàdell’oro di Hanno Höfer,Cristian Mungiu, Constan-tin Popescu, Ioana Uricaru,Razvan Marculescu (Ro-mania 2008, 102’) - Forta-pasc di Marco Risi ( Italia2009, 102’) - Home di Ur-sula Meier (Belgio 2008,96’) - Frozen river diCourtney Hunt (USA 2008,97’)Info www.politeamaclari-ci.it

Inaugurato il Centro Italiano di Arte contemporaneaun altro evento, dal titolo Iltempo dell’immagine, tenu-tosi nel 1983 a Foligno e cura-to allora da Italo Tomassoni,con una selezione degli artistipiù rappresentativi presentiallora (Barni, Bartolini, Di Sta-sio, Mariani) che incentraronola riflessione figurativa sultempo. Questa sezionegiungerà fino ai giorni nostri esi concentrerà su una serie diartisti, Mario Giacomelli,Gabriele Basilico e GraziaToderi testimoni di una sensi-bilità specifica del nostro tem-po, sviluppata attraverso stru-menti linguistici, come la fo-tografia e il video, divenutiprotagonisti già alla fine delsecolo scorso. La linea che lega la fotografiaall’immagine è tracciata daMario Giacomelli che presen-ta inedite ricerche sulla luce elo spazio, mentre GabrieleBasilico, riflettendo per im-magini sul rapporto tral’oggetto-sedia e il corpoumano, mette da parte la for-male fotografia di still-life, peresporre la serie ludica, in cui letexture delle sedute lasciano lapropria impronta sui corpi nu-di, quasi come se fossero deitatuaggi a rilievo. Il percorso siconclude con un video diGrazia Toderi immerso tra fan-tasia, immagine e spazio.Ciac (Centro Italiano d'ArteContemporanea), via del Cam-panile 13.Mostra Spazio, Tempo, Im-magine dal 15 novembre 2009al 31 gennaio 2010. Info: www.ciacmuseum.com

71FOLIGNO

NOVEMBRE 2009

Ascanio Celestini aprela stagione di prosa

foto Tommaso Savoia/.savoiafoto.com

Rassegnadi film alternatividall’Italiae dal Mondo

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Movimenti e lotte8

biamente non lo stessovalore formativo. Il degrado dell’offertadidattica è stato poi acuitada un’altra geniale pensa-ta. Quella di cominciare avalutare l’efficienza di unauniversità dal numero dipersone che nel corso deglianni non rimangono indie-tro e, quindi, dal numerodi laureati. Per correre die-tro alle sirene e per non

avere cattiva pubblicità, inmolti corsi di laurea si èdeciso via via di semplifi-care esami fondamentali emolti docenti hannocominciato a pretenderemeno dagli studenti e achiudere spesso più di unocchio per non doversisentire correi di una fugadi studenti (leggi: di tassenon più esigibili).E per invogliare gli studen-

ti ad iscriversi ecco un fio-rire di corsi di laurea dainomi fantasiosi ed esoteri-ci, nomi accattivanti chelasciavano presagire unimmediato e preciso sboc-co professionale. Poi se faiil corso di laurea in ‘scien-ze del fiore’ e nessun entepubblico o privato ritieneuno scienziato del fiorepiù formato per svolgereparticolari attività, oppure

La facile equazione usatain questo ultimo anno dachi ci governa è stata: chi ècontro la nostra riformavuole mantenere l’univer-sità così come è; chi non ècon la Gelmini, difende ibaroni. Non ci vuole unalaurea in logica per capireche il terzo non è escluso.Si può essere contro i prin-cipi che hanno animato lecontro-riforme abbattutesisull’università nell’ultimoanno e, allo stesso tempo,contro il sistema universi-tario così come è ora (ocome era un anno fa).Nel 1991 chi non era afavore dell’interventoarmato nel Golfo Persicoper restituire il Kuwait aidemocraticissimi emiri eratacciato di essere un soste-nitore del sanguinarioSaddam. Che fino a qual-che anno prima era statosostenuto e finanziatodagli stessi che gli stavanoscatenando contro unaguerra.Beh, l’università pubblicaè stata protagonista di

una storia simile.L’università di oggi è figliadella legge Ruberti, chenel 1990 permise il primoingresso di capitali priva-ti, e del processo diBologna, che nel 1999sancì a livello europeol’introduzione del creditoformativo come unità dimisura del sapere e il pas-saggio al 3+2 (tre anni perla laurea di primo livello edue anni ulteriori per lalaurea di secondo livello). Da allora la modernità diuna università si misuracon la capacità di attrarrefinanziamenti esterni e disfornare laureati adatti almondo del lavoro.L’introduzione del creditoformativo ha permessoalle aziende di poter usu-fruire legalmente di servigigratuiti degli studenti.Spostare mobili, fare foto-copie, rispondere al telefo-no come tirocinio gratuitoall’interno di enti conven-zionati spesso dà lo stessonumero di crediti di esamifondamentali. Ma indub-

attivi il corso di laureacome ‘protezione civile’ epoi per entrare nella prote-zione civile vera serve unaspinta più che una laurea,la colpa di chi è?Sicuramente di chi all’in-terno dell’università si èlasciato abbindolare o,peggio, ha venduto ciò chenon gli apparteneva, cioè illavoro degli studenti e deiprecari. Perché puntual-mente dieci anni dopo glistessi che ti hanno invo-gliato ad usare come mustla competitività e la valuta-zione, il credito comemisura del merito, ti ven-gono a dire che l’universitàspreca troppo e non creapersone adatte al mercato.E allora lo Stato non dà piùniente e dà il via libera alladefinitiva presa di poteredegli interessi privatiall’interno dell’università. Saddam non serve più. Loabbiamo messo lì, ha fattoil suo dovere, ora possia-mo decapitarlo.

Onda Perugia

La vertenza Merloni èormai giunta al capolinea,e nei sentimenti dei dele-gati e degli iscritti dellaFiom Cgil c’è molta rab-bia, preoccupazione esenso di impotenza.Perché molta rabbia:- chi fa parte o ha fattoparte dell’organizzazionedella Fiom ha da sempresostenuto che questaazienda non sarebbedurata a lungo nel tempo.La sua natura di produt-trice di elettrodomesticiper conto terzi, con imetodi adottati dal puntodi vista produttivo, orga-nizzativo e qualitativo,non sarebbe riuscita, anostro giudizio, a stare alpasso con i tempi - ricor-diamo chi allora, comeadesso, osteggiava questonostro presentimento e cidefiniva “ portatori disventura”. Oggi purtrop-po, e non per colpanostra, l’azienda, incuran-te dei nostri dubbi, sitrova sull’orlo del falli-mento. Inoltre il nostrorapporto con i lavoratori èstato da sempre quellodella chiarezza, la globa-lizzazione è un fattoreche avanza veloce erepentino e chi non siadegua è costretto a soc-combere. Certo, non pos-siamo dimenticare comeagli inizi degli anni 2000,la proprietà ha tentato diprodurre articoli con unmarchio proprio, i piùattenti ricorderanno lapubblicità trasmessa intelevisione con elettrodo-mestici “ardo”, ma la lorosponsorizzazione è dura-ta quanto la vita di unafarfalla. Come Fiom Cgilci siamo posti delledomande:

- perché la cosa non èandata avanti? lo stessoamministratore delegatodi allora era entusiastadel progetto, magari qual-cuno non voleva un rilan-cio dell’ azienda in crisi econ un marchio proprio.Anche se sono passatialcuni anni al momentonon ci è dato di sapere.Ovviamente, visti i risul-tati, non ci interessa sen-tirci dire che avevamoragione, ma un po’ di lun-gimiranza da parte ditutti era d’obbligo, ed èper questo che ci sentia-mo addosso quel senti-mento di rabbia.

La preoccupazioneDiversi sono gli aspettiche preoccupano non soloi delegati e gli iscrittidella Fiom Cgil, ma anchedi tutti i lavoratori, e lipossiamo così elencare:1° - gran parte delle lavo-ratrici e dei lavoratorihanno una età tale, che inun eventuale ritorno nelmercato del lavoro, tro-verebbero molte difficoltàa ricollocarsi.2° - il territorio umbrocon la crisi congiunta delmetalmeccanico, cerami-co, edilizio, e pocheopportunità pubblicheoffre scarse possibilità dilavoro portando ad uncollasso lavorativo dram-matico.3° - l’incontro al Ministerodello Sviluppo Economicodel 5 novembre ha sen-tenziato che gli ammor-tizzatori sociali, oggideterminati dalla leggeMarzano – ricordiamo, 4anni di cassa integrazionee 3 anni di mobilità -saranno concessi in baseagli sviluppi della verten-

za, e se questa dovesseripiegare verso il falli-mento, scenari ancora piùdifficili si aprirebbero.4° - altre situazioni criti-che abbiamo affrontato

negli anni; chi non ricordal’incendio di Gaifana,dove l’intero magazzinodi prodotto finito insiemealla struttura andòdistrutto? Noi operai pernon perdere commesse emercato, con turni di ottoore a rotazione, a strofi-nare con la “paietta” lemacchine ossidate, utiliz-zando liquidi e detergen-ti, che solo a guardarli tifacevano vomitare e seandava bene ti girava latesta. Ma con grinta e

dignità, nel giro di pochimesi abbiamo ripreso alavorare. E che dire delterremoto che 12 anni fadistrusse interi paesi,lasciando in piedi e fun-

zionante l’azienda, per-mettendoci di trasforma-re una tragedia in unaopportunità? Basti guar-dare il patrimonio immo-biliare dei vari comuni. Sein quella occasione illavoro ha dato alle fami-glie case nuove e solide,un reddito ed una stabi-lità economica, oggi,avere case nuove e solidema senza lavoro e senzareddito, equivale a nonavere niente.Crediamo che questi 4

punti possano sintetizza-re il perché delle nostrepreoccupazioni.

Senso di impotenzaRicordando ancora unavolta la data del 5 novem-bre 2009 e da quello che èemerso, in tutti si è lettoun senso di impotenza.Da 5 anni siamo in cassaintegrazione straordina-ria, con due amministra-tori delegati ed altrettantipiani industriali, da otto-bre 2008 siamo in ammi-nistrazione straordinariagestita da 3 commissarisu nomina del Governo,con l’intento di trovareacquirenti o riconvertirel’azienda, fattori questiche ci hanno permesso diusufruire della leggeMarzano. Dopo l’incontrosiamo ripiombati a cinqueanni fa, vanificando tuttigli sforzi fatti, con ancorauna volta lo spettro delfallimento. Passato ilmomento di sconforto,come è consuetudine diun sindacato attento erispettoso degli iscritti,quale è la Fiom Cgil, ricor-diamo ancora a tutti chetra i lavoratori dentro leaziende ed i vari indotti,circa 7000 personerischiano di perdere illavoro. Dopo aver effet-tuato il 2 novembre unamanifestazione sullatorre del campanile diNocera Umbra, al grido“La Merloni deve vivere”,abbiamo partecipato conuna delegazione allamanifestazione indettadalla Cgil nazionale aRoma, per le aziende incrisi, e successivamenteabbiamo aderito all’invitodel parroco di Boschetto,Don Francesco Pascolini

(che ringraziamo pubbli-camente e personalmen-te), alla messa indetta perla crisi della nostraAzienda dove erano pre-senti oltre ai sacerdoti delterritorio, anche il vesco-vo di Assisi, Mons.Domenico Sorrentino,nella sua omelia haannunciato che farà pre-sente la situazione ancheal Papa. Altre iniziative ciattendono, altre dobbia-mo prepararne, e vorrem-mo che le organizzazionisindacali in un momentocome questo siano piùunite possibile, lasciandoda parte l’orgoglio e lediatribe ma con l’unicoobiettivo che oggi bisognasalvare il reddito di centi-naia e centinaia di fami-glie e lavoratori. I dele-gati della Fiom Cgil, inconclusione, non voglio-no essere né i primi dellaclasse né i professori,ognuno di noi agisce inbase a quanto le leggi, lacoscienza ed i fatti sugge-riscono, tenendo presen-te che ognuno rispondedelle proprie azioni. Mauna cosa la vogliamo pun-tualizzare, se i delegatiFim Cisl credono che ilsalvataggio dell’aziendapassi attraverso l’invito apranzo o a cena degliiscritti o dei sostenitoridei delegati Fiom Cgil, uti-lizzando tra l’altro i con-tributi dei propri tessera-ti, li invitiamo ad utilizza-re quei denari per lemanifestazioni, piuttostoche cercare come è con-suetudine, di far sparirela Fiom Cgil da questaazienda.

A cura dei delegatiFiom Cgil “Merloni

Nè con la Gelmini nè con l’università di oggi

Alla Merloni la lotta si fa dura

FOLIGNONOVEMBRE 2009

A dicembre nuove iniziative per sostenere la vertenza

Mobilitazione nazionale di scuola e università

Roma 11 Dicembre 2009

Sciopero e manifestazione

indetti da CGIL e USI

parteciperanno in autonomia

ONDA e Coordinamento Precari

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Speciale 60° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese

60 anni fa, il primo ottobre del1949, dopo una lunga guerra diliberazione dapprima dagli inva-sori giapponesi e poi dal gover-no nazionalista del Kuomintang,viene fondata la Repubblica Po-polare Cinese. Richiamando l’insegnamento diAntonio Gramsci, potremmo di-re che allora le classi subalternecinesi hanno preso il potere e sisono costituite in Stato dandoavvio al “lungo” percorso per lacostruzione della nuova societàcomunista.Profetizzava allora il PresidenteMao che la Cina, appena emersada un sistema economico e so-ciale ancora feudale, nel 2000sarebbe divenuta uno Stato mo-derno, prospero e di avanguar-dia.La profezia si è avverata, almenoin parte, anche se al costo dienormi sacrifici.Circa 30 anni fa, sotto la guida diDeng Xiaoping, la Cina ha imboc-cato la strada delle cosiddette

“quattro modernizzazioni” dan-do inizio ad uno sviluppo econo-mico modellato sui principi del-la Nuova Politica Economica(Nep) leninista che nel tempo haprogressivamente assunto ritmi

e dimensioni di crescita impres-sionanti.Il progetto del “socialismo allamaniera cinese” intrapreso daDeng è stato proseguito dal suosuccessore Jiang Zemin che lo haestremizzato coniando il termi-ne di “socialismo di mercato”.Il percorso della “crescita adogni costo” ha iniziato a rallenta-re la sua corsa ed invertire la rot-ta con la successione dell’attua-le Presidente Hu Jintao.Il XVII Congresso del Partito Co-munista cinese del 2007, che harieletto Hu Jintao per la secondaed ultima volta (la costituzionecinese consente due soli manda-ti presidenziali), ha segnato una

nuova svolta radicale nella poli-tica economica e sociale cineseassumendo due nuovi termini:“società armoniosa” e “svilupposcientifico”.Alla parola d’ordine “arricchirsiè giusto”, che sintetizzava il con-cetto della modernizzazioneideata da Deng, si è oggi sostitui-ta quella della “prosperità condi-visa” .Alla parola d’ordine del “cresce-re ad ogni costo”, del “socialismodi mercato” di Jiang, si è oggi so-stituita quella dello “svilupposostenibile”.Muovendo da una aperta e co-raggiosa autocritica all’insuffi-cienza dei risultati raggiunti

“ben lontani dalle aspettativedella popolazione” ed ottenuticon una “crescita realizzata coneccessivi costi sociali ed ambien-tali” che ha lasciato aperti gra-vissimi problemi di “occupazio-ne, sicurezza sociale, distribu-zione del reddito, educazione esalute pubblica, alloggi, sicurez-za del lavoro, povertà, corruzio-ne, burocratismo…” nella sua re-lazione al XVII Congresso il Pre-sidente Hu Jintao ha così defini-to le nuove linee guida della po-litica economica e sociale cinese:“la concezione dello svilupposcientifico, nella sua essenza,

60 anni fa la Cina scelse di diventare Repubblica Popolare e imboccòun sentiero fatto di equilibri, successi e contraddizioni. Il pil raggiungeràquest!anno l!8,5%, a dispetto delle economie occidentali che annaspano nellacrisi globale sognando una ripresa che non arriva. Ma l!occhio guarda il dito...

Una antica favola cinese intitolata“Come Yu Kung rimosse le montagne”,racconta di un vecchio che viveva tanto,tanto tempo fa nella Cina settentrionaleed era conosciuto come il “vecchiosciocco delle montagne del nord”. La suacasa guardava a sud e davanti alla portadue grandi montagne, Taihang eWangwu, gli sbarravano la strada. YuKung decise di spianare con l’aiuto deifigli, le due montagne a colpi di zappa.Un altro vecchio, conosciuto come il“vecchio savio”, quando li vide all’operascoppiò in una risata e disse: «Chesciocchezza state facendo! Non potretemai, da soli, spianare due montagne cosìgrandi». Yu Kung rispose: «Io morrò, maresteranno i miei figli; morranno i mieifigli, ma resteranno i nipoti, e così legenerazioni si susseguiranno all’infini-to. Le montagne sono alte, ma non pos-sono diventare ancora più alte; ad ognicolpo di zappa, esse diverranno piùbasse. Perché non potremmo spianar-le?». Dopo aver così ribattuto l’opinionesbagliata del vecchio savio, Yu Kungcontinuò il suo lavoro un giorno dopol’altro, irremovibile nella sua convinzio-ne. Ciò impietosì il Cielo, il quale inviòsulla terra due esseri immortali che por-tarono via le montagne sulle spalle.Oggi due grandi montagne opprimonocon tutto il loro peso il popolo cinese:una è l’imperialismo, l’altra il feudale-simo. Il Partito comunista cinese ha deciso giàda tempo di spianare queste due monta-gne. Dobbiamo essere perseveranti elavorare senza tregua, e noi pure com-muoveremo il Cielo, e questo Cielo nonè altro che il popolo di tutta la Cina. Seesso si solleverà per spianare con noi lemontagne, perché non potremmo riu-scirci?

Mao Zedong

supplemento al numero 3 - novembre 2009 di Piazza del Grano

I

segue a pag. II

Hu Jintao, Presidente della Repubblica e

segretario del Partito Comunista

Come Yu Kungrimosse

le montagne

Società armoniosa e sviluppo scientifico

Buon compleannoRepubblica popolare

Page 10: Novembre 2009

La notte tra il 4 ed 5 giu-gno 1989 l’esercito cineseentrò nella piazzaTienanmen aprendo ilfuoco sugli studenti uni-versitari che da circa unmese l’avevano occupata.Fu una strage. Il governocinese parlò di circa 200morti, la Cia di 400-800,altre fonti di migliaia.Ma non è il numero checonta, quel che conta è cheper la prima volta l’eserci-to del popolo aveva apertoil fuoco sul suo popolo.Non vale qui discuteresulle motivazioni che inquell’epoca, in quellasituazione, in quel partico-lare contesto politico edeconomico nazionale einternazionale indussero ilgoverno cinese a reprime

con la violenza la contesta-zione studentesca.L’uso della forza è di persé da condannare, tantopiù quando a ricorrervi èun governo e un esercitoche si proclamano espres-sione (servitori) del popo-lo. Ricordando oggi lanascita della RepubblicaPopolare Cinese, riteniamogiusto ricordare anchequella pagina oscura dellasua recente storia perchénon si ripeta mai più e per-ché prevalga nel partito enel governo cinese quelprincipio di apertura alconfronto e di conciliazio-ne che all’epoca avevaindotto il segretario delpartito comunista cinese,Zhao Ziyang, dopo la pro-clamazione della legge

marziale, a scendere tra glistudenti per invitarli adesistere dalla protestaoffrendo loro l’apertura aldialogo. Nel suo storicodiscorso di piazzaTienanmen Zhao disse: «Studenti, siamo arrivatitroppo tardi. Ci dispiace.Voi parlate di noi, ci criti-cate, tutto questo è neces-sario… Lo so, il vostrosciopero della fame miraalla speranza che il Partitoe il Governo vi darannouna risposta soddisfacen-te. Sento che la nostracomunicazione è aperta…In conclusione, ho solo undesiderio. Se fate finire losciopero della fame, ilGoverno non chiuderà laporta del dialogo, mai! Ledomande che voi avete

posto, possiamo continua-re a discuterle». Gli studenti non desistette-ro, Zhao fu rimosso dallacarica e pochi giorni doposeguì la strage. Pochi annifa Zhao è stato riabilitato esepolto nel cimitero deglieroi nazionali.Ci auguriamo che anche lamemoria di quei terribilieventi venga presto disse-polta dal silenzio ed eleva-ta a monito di ciò che nondeve mai più accadere, inqualsiasi parte del mondo:in piazza Tienanmen inCina, in piazza delle TreCulture in Messico, in piaz-za Alimonda in Italia.

Piazza Tienanmen 1989:

un grande errore

La giacca verde

di Hu Jintao il giorno

dei 60 anni della

Repubblica

Lo scorso primo ottobre,assistendo alle celebrazio-ni per il sessantesimo dellaRepubblica Popolare il pre-sidente Hu Jintao ha indos-sato la famosa “giacca diMao”, verde bottiglia senzadecorazioni o segni distin-tivi del ruolo o del grado. La stessa giacca indossatada Mao nella gigantografiache dalle mura della CittàProibita domina la piazzaTien Anmen.Fu proprio Mao ad intro-durre, all’indomani dellaproclamazione dellaRepubblica Popolare, quelcapo di abbigliamento, chelui stesso indossò sempree per tutta la vita.Mao si prefiggeva alloradue obiettivi: sul pianoeconomico realizzare uncapo di abbigliamentoessenziale e funzionaleadatto a vestire lo stermi-nato popolo cinese, indif-ferentemente uomini edonne, con il minimo deicosti che poteva consenti-re una produzione unifor-me su larghissima scala;sul piano politico ed ideo-logico realizzare un ele-mento di eguaglianza can-cellando a uno stessotempo gli orpelli del fasto-

so abbigliamento mandari-no e gli stracci dellapovertà popolare.La giacca di Mao ha avutomolti detrattori che neglianni l’hanno accusata diessere un simbolo direpressione delle diversitàe, sul piano femminile,uno strumento di negazio-ne della femminilità.La storia, con la grandecrescita economica dellaCina, ha sconfessato queidetrattori e oggi il popolocinese indossa i più variabbigliamenti assoluta-mente “alla moda” grazieanche alla affermazionesulla scena mondiale diuna nuova generazione distilisti “made in China”.Una Cina non più povera,non più uniforme.Ma il giorno dell’anniversa-rio il Presidente dellaRepubblica e segretariogenerale del PartitoComunista, nonchécomandante dell’EsercitoPopolare, ha voluto lancia-re un messaggio ben chia-ro sia al suo popolo che almondo intero, testimo-niando con quella “giaccaverde” la attualità e lafedeltà agli ideali del padredella Cina moderna.

Società armoniosa

e sviluppo scientifico

Piazza Tien Anmen ingresso della Città Proibita

Speciale 60° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese

Il noto episodio dello studente che ferma la colonna dei blindati,sale sul primo carro e parla con l’equipaggio, che spegne il moto-re e resta fermo in attesa di ricevere ordini che ancora non riescea comprendere.

Contrariamente a quanto diffuso dalla propaganda anticomunistaquello studente non è stato travolto e ucciso dal carro, ma se ne èpoi allontanato assieme ad altri compagni. La strage è di alcunigiorni più tardi.

segue da pag I

pone al centro gli interessidella grande maggioranzadel popolo, per uno svilup-po equilibrato e sostenibi-le” e si propone “in modoenergico la costruzione diuna società socialista ar-moniosa” posto che “l’ar-monia, l’equità sociale, lagiustizia devono essere pe-culiarità essenziali del so-cialismo”.Nonostante il grande cla-more sulla liberalizzazionedell’economia cinese anco-ra oggi circa il 90% dellaproduzione nazionale è in

mano ad imprese statali ocomunque controllate dal-lo Stato.La crisi strutturale che hasconvolto il sistema econo-mico capitalista occidenta-le e che si è riflessa in cer-ta misura anche sull’econo-mia cinese ha avuto l’effet-to, paradossale di realizza-re quel rallentamento dellacrescita che, proprio con ilnome di “crescita lenta”,era stato individuato comeuno dei passaggi essenzia-li per realizzare la svoltadello “sviluppo scientificosostenibile” prefigurato dalCongresso del 2007.

Voler trarre oggi delle con-clusioni sul progetto delcomunismo cinese a solisessanta anni dal suo inizioè tanto presuntuoso quan-to prematuro, tenendo con-to che lo stesso segretariodel partito comunista cine-se, Hu Jintao, nella relazio-ne al Congresso del 2007ha quantificato in decenniil tempo per la realizzazio-ne di una società armonio-sa e in decine di generazio-ni quello per consolidareun sistema socialista. Mantenendo “ferma l’ade-sione agli ideali del comu-nismo e del socialismo”

II

Page 11: Novembre 2009

Speciale 60° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese

III

Nel mese di luglio scorsonello stato autonomo del-lo Xjiniang si sono verifi-cati violenti scontri tra ledue principali etnie: cine-se (han) e islamica (iuguri)che hanno provocato circa160 morti. E’ intervenuto l’EsercitoPopolare che ha separato icontendenti e la situazio-ne sembra oggi tornatanella normalità.La presenza dell’EsercitoPopolare è ancora diffusama assolutamente silen-ziosa e di pura vigilanza.Non ci sono lampeggiantio sirene; gruppi di circa

10 sodati presidiano gliangoli delle strade delleprincipali città, fermi edimmobili come statue dicera; quando si muovonoa piedi in fila indiana sfi-lano tra la i passanti;quando si muovono le co-lonne dei mezzi militariprocedono a bassissimavelocità rispettando se-mafori e precedenze.Sull’origine interna o pro-vocata dall’esterno degliincidenti è ancora aperto ildibattito e non vale quiparlarne oltre, salvo ram-mentare che lo Stato Auto-nomo dello Xjiniang, il più

esteso della Cina dopo ilTibet anche se coperto peri due terzi dal deserto deiGobi, si colloca al croceviatra le repubbliche islami-che del Pakistan, Afgani-stan e le tre ex sovieticheTagikistan, Kazakistan, eKirghizistan.Nello Xjiniang si trovano ipiù grandi giacimenti diferro, carbone, gas natura-le e petrolio della Cina, ol-tre alla straordinaria risor-sa dell’energia eolica con-sentita dalla particolareconformazione desertica eventosa.La popolazione dello Xji-niang conta circa 18 milio-ni di abitanti: 9 di etnia ci-nese, 8 iuguri, il residuomilione suddiviso tra ta-giki, kazaki e kirghisi.Tutte le quattro minoranzeetniche fanno parte dell’I-slam professando la reli-gione musulmana con unastruttura diffusa e capilla-re di moschee e di scuolecoraniche, si riferisconoalla tradizione iraniana ericonoscono quale guidaspirituale l’ayatollah Ka-menei.La costituzione delle Re-pubblica Popolare Cineseafferma la assoluta tuteladelle minoranze etniche,della loro storia, cultura,lingua e costumi. Alcuni dati sulle minoran-ze islamiche dello Xji-niang.Ai cinesi non è consentito

avere più di due figli inrealtà urbane, sino a trenelle campagne; gli islami-ci non hanno limiti e sicontano sino a 6 figli perfamiglia; gli islamici prati-cano la poligamia e sonofrequenti le donne velateanche alla “moda” estremadell’Afganistan. Nello Xjiniang vige il bilin-guismo totale nel sensoche le minoranze islami-che non studiano e nonparlano il cinese.In tutta la Cina si osserval’ora legale di Pechino; nel-lo Xjiniang, la cui capitaleche conta circa 3 milioni diabitanti si trova a 4 ore diaereo da Pechino, l’ora le-gale vale solo per gli aero-porti e le strutture turisti-che, gli islamici sincroniz-zano i loro orologi, privatie pubblici, sull’ora solare(indietro di due ore).Dieci anni fa le campagnedello Xjiniang non eranoelettrificate e nelle cittàl’energia elettrica era ra-zionata; sono stati realiz-zati sterminati campi dipale eoliche e altrettantene sono attualmente incostruzione. Oggi nellaseconda città dello Xji-niang, Kashgar che contacirca 250.000 abitanti edista 6 ore di aereo da Pe-chino, tutta la motorizza-zione su due e tre ruote(piccoli mezzi da traspor-to merci) è elettrica, pre-sto lo sarà anche quella su

quattro ruote.L’economia dello Xjiniangcresce ad un ritmo ancoraoggi superiore al 10% an-nuo. I salari medi, tradottiin euro, sono di circa 5/8volte inferiori a quelli ita-liani; il costo della vita (ci-bo, case, trasporti, scuola,sanità, ecc.), a parità diquantità e qualità con i no-stri standard, è di oltre 10volte inferiore.All’inizio di settembre sisono verificati nuovi inci-denti, di minore gravitàdei precedenti e questavolta principalmente pro-mossi dai cinesi che conte-

stano al Governo una di-sparità di trattamento a fa-vore delle minoranze etni-che.Il Capo del Governo localeed il capo della polizia so-no stati rimossi.Il Governo Autonomo haincaricato 7.000 (!) funzio-nari pubblici di andare ca-sa per casa per spiegare atutte le diverse etnie iprincipi della convivenzanel reciproco riconosci-mento e rispetto delle di-versità.A questi funzionari è statoattribuito il titolo di “ope-ratori di armonia”.

Xjiniang: uno stato autonomoai confini con l’Islam

Ferro, carbone, petrolio, gas naturale e pale eoliche, l’immenso serbatoio dell’energia cinese. La non facile convivenza tra ramadan e innovazione

tecnologica; la scommessa della convivenza plurietnica nella “società armoniosa”

Due piani pluriennali per garantire tutela e sviluppo delle donne

L’altra metà del cielo«Le donne portano sulle loro spalle la metà

del cielo e devono conquistarsela», Mao Zedong

Veduta di Urumqi capitale dello Xjiniang. Il museo fotografico della cittàracconta, con immagini a confronto, come una piccola cittadina sita nelcentro brullo di un deserto arido sia divenuta, in soli 40 anni, una capi-tale di livello europeo che conta circa 3 milioni di abitanti, immersa nelverde e nell’acqua, alimentata da energia elettrica eolica

Una delle principali moschee di Kashgar seconda città dello Xjiniangcon 250 mila abitanti, in grande prevalenza islamici fortemente legatialla guida spirituale dell’imam Kamenei presidente della RepubblicaIslamica dell’Iran. A Kashgar già oggi tutta la motorizzazione su dueruote è elettrica, a breve lo sarà anche quella su quattro ruote

Alla fine del 2002 in Cinala popolazione femminileera di circa 620 milioni,rappresentando il 48,5%del totale della popolazio-ne. Il governo cinese pre-sta molta attenzione allosviluppo e al progressodelle donne, considerandola parità tra uomo e donnauna fondamentale politicastatale per la promozionedello sviluppo sociale delpaese.Nell’elaborazione dellamacropolitica statale, ilgoverno osserva il princi-pio di partecipazione pari-taria e del comune svilup-po e vantaggio tra uomo edonna. Il governo cinese ha forni-to forti garanzie politichee legali al progresso e svi-luppo femminili e sin dal-la metà degli anni ’90 havia via elaborato e pubbli-cato “Il programma quin-quennale di sviluppo delledonne” e “Il programmadecennale di sviluppo del-

le donne”, garantendo con-cretamente i loro legittimidiritti e interessi, ottimiz-zando il quadro sociale delloro sviluppo e promuo-vendo il completo pro-gresso della causa femmi-nile. Le donne cinesi nonsolo godono degli stessidiritti degli uomini neicampi politico, economi-

co, culturale, sociale e del-la famiglia (art. 48 dellaCostituzione cinese), maanche la tutela dei loro di-ritti speciali è oggetto diuna specifica attenzionecome un’importante com-ponente della salvaguar-dia e della garanzia stata-le dei fondamentali dirittiumani.

Beijing 2008

Le olimpiadi cinesi sono state l’even-to storico sul quale la Cina ha giocato(e vinto) la partita del proprio accre-ditamento tra i grandi del Mondo.L’avanzata tecnologia degli impianti,la perfezione dell’organizzazione, maanche l’elevato livello qualitativodelle coreografie curate da uno deipiù grandi registi viventi, ZhangYimou (Orso d’Oro a Berlino, Leoned’Oro a Venezia, Gran Premio dellaGiuria a Cannes e direttore di unastraordinaria Turandot a Pechino), hasuperato la memoria di qualsiasi pre-cedente. Tra le sorprese di questo

evento, una delle più interessanti,anche se non del tutto inattesa, èstata quella dei risultati eccezionaliraggiunti dalla componente femmini-le che ha surclassato tutte le forma-zioni rivali. Alla bravura delle giovaniatlete cinesi, soprattutto nei giochi disquadra, è stata sollevata una solaperplessità, poi risolta positivamentedall’indagine della Fio, non certo perl’uso squisitamente occidentale degli“aiuti farmacologici”, ma per l’età par-ticolarmente giovane che attesta diuna crescita anche fisica in linea conquella economica.

Page 12: Novembre 2009

IV

Speciale 60° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese

“Farwest”, questo è il termine che

da certo tempo viene utilizzato

per descrivere il sistema produtti-

vo cinese e, soprattutto, le sue

condizioni di sfruttamento dei la-

voratori, di assenza di tutele e di

diritti giuridici e sindacali, di alta

mortalità sul lavoro, di precarietà,

di bassi salari.

Un “farwest”, tuttavia, straordina-

riamente appetibile per le impre-

se occidentali, tra le prime quelle

italiane che hanno trasferito in

quel paese molte delle loro produ-

zioni del finto “made in Italy”.

La gravità e l’ingiustizia di quelle

condizioni di lavoro, inaccettabili

ed ingiustificabili, emerge chiaris-

sima nella stesse relazioni del pre-

sidente Hu Jintao e del premier

Wen Jiabao alle ultime assemblee

del Partito Comunista del 2007 e

del Parlamento nazionale del

2008.

L’ammissione e la denuncia certa-

mente non bastano, occorre un

reale cambiamento radicale.

Il XVII congresso del Partito Co-

munista cinese ha segnato una

svolta, lungamente costruita nel

primo quinquennio della presi-

denza di Hu Jintao, recependo

nello stesso statuto del Partito i

concetti della “società armoniosa”

e dello “sviluppo scientifico soste-

nibile”.

Una diretta conseguenza del nuo-

vo corso politico ed economico è

stata l’emanazione di nuova legge

sul lavoro entrata in vigore all’ini-

zio del 2008.

Non si tratta di una legge “rivolu-

zionaria” e certamente è una leg-

ge molto lontana dall’ideale co-

munista della liberazione del lavo-

ro.

E’ una legge che ricalca, molto da

vicino, quella attualmente in vigo-

re in Italia frutto di un sofferto

compromesso tra una sistema

economico capitalista basato sul-

lo sfruttamento delle classi lavo-

ratrici ed una idea, almeno mini-

male, di equità sociale socialde-

mocratica.

Immediata e violenta è stata, tut-

tavia, la reazione degli investitori

stranieri che hanno gridato allo

“scandalo” e hanno minacciato il

ritiro di tutti i loro investimenti in

Cina.

E’ estremamente istruttivo in pro-

posito scorrere i siti delle diverse

organizzazioni padronali italiane

(camere di commercio estero, ecc.)

dai quali vengono lanciate due

“avvertenze” ai nostri capitalisti

d’assalto: la nuova legge cinese si

applicherà rigorosamente alle im-

prese straniere soggette ad un

“monitoraggio costante”; questa

legge potrebbe essere solo un ini-

zio visto che il governo cinese ha

già insegnato che quando prende

un strada la percorre a una velo-

cità da noi impensabile.

Non vogliamo qui commentare la

nuova legge cinese sulla quale ba-

sta già quanto abbiamo poco so-

pra denunziato in merito alla sua

tutt’altro che “esaltante” similitu-

dine alla nostra attuale normativa.

Possiamo e dobbiamo solo spera-

re che si avveri la “profezia” delle

istituzioni padronali nostrane e

che presto cambino davvero i rap-

porti di produzione cinesi sicché

la condizione dei lavoratori emer-

ga dall’attuale sottosviluppo a una

nuova dignità che ne faccia una

priorità assoluta.

Una considerazione ci preme però

di sottolineare. Da anni siamo su-

bissati da una propaganda padro-

nale che, strumentalmente sfrut-

tando la minaccia per la nostra

economia rappresentata dall’ag-

gressività del sistema produttivo

cinese, invoca la necessità dell’al-

lineamento anche del nostro siste-

ma produttivo e del lavoro a quei

canoni da “farwest” pretendendo

precarietà, aumento dei ritmi di

produzione, allungamento del-

l’età pensionabile, riduzione del-

le garanzie sociali, delle tutele e

dei diritti dei lavoratori, riduzione

delle retribuzioni e soprattutto

una spietata mobilità degli investi-

menti alla ricerca dei possibili

“farwest” nostrani (Polonia, Ro-

mania, ecc.).

Eppure in Cina, questo almeno

fortemente speriamo, sembrano

farsi avanti e progredire i diritti

dei lavoratori mentre l’economia

continua a crescere a ritmi ancora

per noi sensazionali.

A casa nostra l’economia collassa

(o è già collassata) e l’unica “medi-

cina” possibile che ci propongono

i padroni ed i loro dipendenti al

governo è quella del “sacrificio”

dei diritti dei lavoratori e dello

stato sociale.

Nel luglio 2007 alcune migliaia distudenti di 43 università cinesihanno dato vita a una iniziativaspettacolare percorrendo a piediil tracciato della “Lunga Marcia”che, iniziata nel 1934 e termina-ta nel 1936, portò in salvo l’arma-ta popolare di Mao, inseguita dainazionalisti del Kuomintang e da-gli invasori giapponesi, negli alti-piani del nord da dove riprese la

guerra popolare di liberazione.Questo “esercito” di studenti nonè stato però dotato di armi, ma dilibri, strumenti di osservazionescientifica, pale e picconi perpiantare, strada facendo, migliaiadi alberi.Nell’ultimo quinquennio la Cinasta completando la piantagione dicirca 40 milioni di ettari di nuoviboschi (un ottavo circa della su-

perficie dell’Italia)La Cina produce il 20% delle emis-sioni gassose mondiali (secondasolo agli Stati Uniti) mentre il re-siduo 80% viene prodotto per laquasi totalità dal così detto occi-dente industrializzatoLa Cina conta oltre 1 miliardo e300 milioni di abitanti, l’occiden-te non raggiunge il miliardo.Prima del recentissimo sviluppodell’economia cinese il 100% del-l’inquinamento mondiale era pro-dotto dall’occidente.L’inquinamento è conseguenzainevitabile dello sviluppo econo-mico e dunque l’inarrestabile cre-scita delle economie emergenti necomporterà un aumento, anchenotevole, a meno che chi oggi è digran lunga il maggior responsabi-le di tale fenomeno non riducasensibilmente le proprie emissio-ni e che ai nuovi paesi in via di le-gittimo sviluppo non venganoconcessi dai paesi già ricchi aiutireali, economici e tecnologici, perl’accesso a fonti energetiche cosìdette pulite. In coerenza con lanuova politica dello “svilupposcientifico”, la Cina ha già inizia-to questo percorso riducendo ne-gli ultimi anni le proprie emissio-ni di circa il 10% nonostante e incontrotendenza con una crescitaeconomica a due cifre.Per il 2020 la Cina si è posta l’o-biettivo di raggiungere la produ-zione di 100 gigawatt di energia

Dopo le denunce fatte da Hu Jintao e Wen Jiabao la Cina vara la nuova normativa per i nuovi contratti di lavoro

La nuova legge sul lavoro, primo passo verso i dirittidei lavoratori, non piace agli investitori stranieri

eolica (la produzione eolica inItalia è di pochissimi gigawattmentre quella degli Stati Uniti su-pera di poco i 20) e sta già “bru-ciando” quella tabella di marcia.L’occidente ha ridotto di poco piùdi 1 punto le proprie emissioni esolo a causa della gravissima cri-si economica che ha colpito lapropria produzione industriale. Da alcuni anni si stanno cercan-do nuovi criteri per la misurazio-ne della ricchezza che corregga-no il dato puramente quantitati-vo del Pil (Prodotto Interno Lor-do) che non tiene conto degli ef-fetti collaterali dannosi di una

crescita economica incontrollata.Dal 2007 alcune regioni della Cinahanno introdotto il criterio del “PilVerde” che rettifica il dato quanti-tativo del Pil sottraendo allo stes-so il costo del risanamento ecolo-gico.A consuntivo del 2009 in quelleregioni la differenza ha superatolo “0” ed è passata in positivo di-mostrando con ciò che ci può es-sere al tempo stesso crescita e tu-tela dell’ambiente.In occidente il Pil registra ancoraun dato negativo che non tieneneppure conto del costo ecologicodell’eventuale risanamento.

Il più grande “campo eolico” cinese si trova nel deserto dei Gobi nello Stato delloXjiniang. Nel mese scorso una industria cinese ha ricevuto l’appalto per la costruzio-ne nel Texas del più grande enorme “campo eolico” Usa

Armati solo di pale e strumentazione scientifica studenti universitari ripercorrono lo storico tracciato segnato da Mao

e piantano, strada facendo, migliaia di alberi. Studiato anche il rapporto tra prodotto interno e danni arrecati all’ambiente

La “lunga marcia” non si arrestae diventa verde, anche nel Pil

Inserto a cura di Sandro Ridolfi