N. 38 Sulla via della pace

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1 Trimestrale di in-formazione dell’Associazione Via Pacis 20I5 n.38 Anno X - n. 2 - Aprile-Giugno 2015 - Trimestrale - Contiene I.R. Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe Percue In caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Trento per la restituzione al mittente previo pagamento resi sullaVIAdellaPACE DECRETO DI RICONOSCIMENTO PONTIFICIO

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Rivista di in-formazione dell'Associazione Via Pacis

Transcript of N. 38 Sulla via della pace

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Trimestrale di in-formazione dell’Associazione Via Pacis 20I5 n.38

Anno X - n. 2 - Aprile-Giugno 2015 - Trimestrale - Contiene I.R.Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe Percue In caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Trento per la restituzione al mittente previo pagamento resi

sullaVIAdellaPACE

DECRETO DI RICONOSCIMENTO PONTIFICIO

Trimestrale di in-formazione dell’Associazione Via Pacis 20I5 n.38

Anno X - n. 2 - Aprile-Giugno 2015 - Trimestrale - Contiene I.R.Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe Percue In caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Trento per la restituzione al mittente previo pagamento resi

sullaVIAdellaPACEsullaVIAdellaPACE

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DECRETO DI RICONOSCIMENTO PONTIFICIO

L’Associazione Via Pacis è un’Associazione internazionale Privata di Fedeli Laici della Chiesa Cattolica di Diritto Pontificio.

Le attività di solidarietà promosse dall’Associazione Via Pacis sono gestite dalla Associazione Via Pacis onlusViale Trento, 100 - 38066 Riva del Garda (TN) - ItalyTel. +39.0464.555767 - Fax +39.0464.562969 [email protected]

Per offerte:CASSA RURALE ALTO GARDAIBAN: IT 67 C 08016 35320 000002142146Codice BIC SWIFT CCRTIT2T04ABANCA UNICREDITIBAN: IT 11 A 02008 35320 000005550586Codice BIC SWIFT UNCRITM10FRBANCOPOSTAc.c. postale n. 14482384intestato a: Associazione Via Pacis onlus

SULLA VIA DELLA PACETrimestrale di in-formazioneAnno X - n. 2 aprile-giugno 2015

Registrazione n. 263 presso ilTribunale di Rovereto (TN)(19.01.2006)

Direttore responsabilePaolo Maino

Direttore di redazioneRuggero Zanon

RedazioneTiziano CivettiniRuggero Zanon

CollaboratoriPaola AngerettiStefania Dal PontAnnalisa Zanin

Archivio FotograficoPatrizia Rigoni

Distribuzione e numeri arretratiFausta Matteotti

EditoreAssociazione Via Pacis onlus

Direzione e amministrazioneViale Trento, 10038066 Riva del Garda (Trento) [email protected]. +39.0464.555767Fax +39.0464.562969

GraficaEmmanuele Pepè[email protected]

StampaAntolini Tipografia - Tione (TN)

Finito di stamparenel mese di aprile 2015

In copertina:"Riconoscimento pontificio: dono e responsabilità"Paolo Maino e Eliana Aloisi ricevono il decreto di riconoscimento pontificio dalle mani del Cardinal Stanisław Ryłko

GARANZIA DI RISERVATEZZA Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n° 196/2003 (tutela dati personali) si garantisce la massima riserv-atezza dei dati personali forniti dai lettori ad Associazione Via Pacis onlus e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione, o di opporsi al trattamento dei dati che li riguardano, rivolgendosi al Titolare del trattamento dati, Associazione Via Pacis onlus – viale Trento, 100 – 38066 Riva del Garda (TN) o scriv-endo al Responsabile Dati dell’Associazione Via Pacis onlus Paolo Maino anche via email all’indirizzo [email protected]. è possibile consultare l’informativa completa all’indirizzo www.viapacis.info/privacy.aspx

3 Riconoscimento pontificio "Grazie!"- Editoriale • Via Pacis, avanti con coraggio!- Costruire la pace nel cuore del mondo- Sempre più uomini e donne di dialogo- Se questo sembra impossibile- Siate decentrati!- Decreto di riconoscimento- La via della pace- Carissimi • Cosa sarebbe la mia vita senza di voi?

21 Progetti Via Pacis 201429 Myanmar, insieme sulla via della pace

- Una luce di speranza- Lo studio è libertà- Formarsi per vivere

38 Giovani • Il cielo in tasca - Dal diario di Abigail

40 Calabria • Moltiplicare la pace42 Checkpoint • A sud di Roma?44 Quanto amo la tua parola • Stretti dalla

compassione46 I have a dream • #ascoltoinsilenzio47 Testimonianze • Dio esiste? - ¿Dios

existe?

®

GRAZIE!

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riconoscimentopontificio

“Il 27 marzo 2015, il Cardinale Stanisław Ryłko, Presidente del Pontifi cio Consiglio per i Laici, ha consegnato al Presidente dell’Associazione Via Pacis, Signor Paolo Maino, il decreto di riconoscimento (...) quale associazione internazionale di fedeli, approvandone nel contempo gli statuti. (...)Consegnando il Decreto a Paolo Maino ed Eliana Aloisi, il Cardinale Stanisław Ryłko ha sottolineato la necessità, per il mondo di oggi, della pace e ha ricordato lo stretto vincolo esistente tra la pace e la divina Misericordia (...). Il Cardinale Ryłko ha esortato i membri di Via Pacis a continuare il proprio cammino nella Chiesa in piena sintonia con il Vicario di Cristo e con i Pastori delle Chiese locali ed ha ricordato come «Il vostro anelito di portare la pace di Gesù nel mondo, mentre da una parte vi aiuta a superare l’etica individualista dominante e vi impegna testimoniare una “santità comunitaria” nel cuore del mondo, ricercando sempre rapporti riconciliati con Dio e con i fratelli; dall’altra, vi interpella in modo tutto particolare a rispondere con più ardore al dovere della giustizia e della carità».(tratto da www.laici.va)

E D I T O R I A L E

Carissimi membri e amici di Via Pacis nel mondo, sono lieto di poter condividere con voi un evento storico della vita della nostra Associazione: il Pontifi cio Consiglio per i Laici, l'organismo vaticano preposto a coordinare

le Associazioni e i Movimenti a nome del Papa, ha riconosciuto Via Pacis come associazione internazionale di fedeli di diritto pontifi cio. Per dare un'idea di questo riconoscimento, basti solo ricordare che nel mondo sono circa 180 le associazioni di fedeli laici ad oggi riconosciute con decreto pontifi cio. Il Concilio Vaticano II ha sottolineato con forza la responsabilità di ogni uomo e di ogni donna all'interno della Chiesa nel diff ondere l'annuncio del Vangelo nel mondo, in ogni luogo, ambiente e cultura, secondo il proprio stato di vita, come laico, presbitero o religioso. In eff etti, uno dei suoi frutti più evidenti è stato, ed è, il fi orire di nuovi carismi e realtà associative che agiscono e si sviluppano in tutti i continenti, rispondendo alle esigenze del mondo contemporaneo, con una sorprendente molteplicità di approcci. Queste nuove realtà, che operano le une accanto alle altre, rendono viva e visibile la Chiesa e sono "segno della comunione e dell'unità della Chiesa in Cristo", ove le diff erenze, anziché dividere, costituiscono la ricchezza dell'unico popolo di Dio. Questa decisione del Pontifi cio Consiglio

per i Laici signifi ca che il nostro carisma di pace, gioia e condivisione con i poveri viene uffi cialmente riconosciuto come un dono prezioso che lo Spirito Santo fa alla Chiesa e al mondo in questo tempo: è il “sigillo di garanzia” del carisma e anche segno di comunione e partecipazione ancora più profonde alla missione evangelizzatrice della Chiesa. Con questo riconoscimento, la Chiesa conferma l'utilità e la bontà del carisma, anche in forza dei frutti già emersi nelle varie realtà diocesane in cui l'associazione Via Pacis è presente ed operante. La Chiesa ora ci affi da un mandato che ci spinge sempre più ad uscire e raggiungere le "periferie esistenziali", soprattutto della nostra quotidianità. Questo richiede una presa in carico di maggior responsabilità e consapevolezza da parte di ogni membro di Via Pacis e delle implicazioni che questo riconoscimento comporta in questo tempo di grazia, per rendere lode a Dio di quanto ha compiuto e continua a compiere misteriosamente nelle nostre vite.Guardando in prospettiva l'iter che ha condotto all'approvazione pontifi cia, riconosciamo con gratitudine i frutti di questo periodo di collaborazione con il Pontifi cio Consiglio per i Laici, con cui si è instaurato fi n da subito un rapporto di collaborazione fattiva e di stima reciproca che ha favorito un tempo prezioso di rifl essione e confronto e ci ha condotti ad una maggior consapevolezza del nostro stesso carisma, svelandone ulteriori aspetti.Ringrazio Dio di questo grande dono, grato e commosso della Sua guida nella vita dell’Associazione. Voglio raggiungere in un unico abbraccio tutti voi, membri e simpatizzanti di Via Pacis sparsi nel mondo, e, oggi ancora di più di ieri, dirvi: "Avanti con coraggio! Il Signore è con noi!".

di Paolo Maino

VIA PACISavanti con coraggio!

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Intervento di Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Stanisław Ryłko,Presidente del Pontifi cio Consiglio per i Laici, all’atto di consegna del decreto di riconoscimento dell'Associazione Via Pacis

Cari amici della Via Pacis,desidero rivolgere il mio cordiale benvenuto a tutti voi, che siete convenuti oggi a questo Dicastero che è la casa comune di tutte le realtà aggregative dei fedeli della Chiesa universale. Saluto in modo particolare il vostro Fondatore e Presidente, Paolo Maino, e saluto anche la co-fondatrice, sua consorte, Eliana Aloisi.

S.Em. Card. Stanisław Ryłko

COSTRUIRE

LA PACE

NEL CUORE DEL MONDO

Quando vi vedo, mi ricordo della mia visita al Lago di Garda, soprattutto la bellezza del vostro paesaggio. Quando si guardano quelle montagne, viene spontanea la preghiera del salmista: Alzo gli occhi ai monti, da dove mi verrà l’aiuto? Poi si vede il lago… siete veramente privilegiati, da questo punto di vista. Fa impressione che proprio questo bellissimo luogo ha generato, in un certo senso, questa vostra realtà che è la Comunità Via Pacis.Porgo un cordiale saluto anche al Sindaco, il dott. Francesco Nicolaci, e lo ringrazio della sua presenza qui, in mezzo a noi. Penso sia doveroso, inoltre, fare memoria particolare, in questo momento, di don Domenico Pincelli, che è stato anche menzionato nel testo del Decreto, anch’egli co-fondatore di Via Pacis, che ha lasciato a tutti voi una preziosa eredità spirituale: l’intuizione di questa Via da percorrere, questa Via da seguire, che lo Spirito Santo vi ha indicato, ovvero, la fi ducia nella Misericordia di Dio e l’impegno di comunicare la speranza del perdono mediante il Sacramento della Riconciliazione.

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Padre Adaikalasamy ErudayamVia Pacis India

"Lasciate che onde di pace e riconciliazione riempiano tutto il mondo

attraverso l’Associazione Via Pacis sotto la guida del nostro Fondatore".

S.E. Mons. Alberto Taveira

Assistente Spirituale della Catholic Fraternity

"Paolo, recebi com alegria o convite para as festas de reconhecimento da Comunidade".

Questi sono i punti forti del suo messaggio con cui lui vi ha tutti contagiati. È bello essere contagiati in questo modo e lasciarsi contagiare, perché questo signifi ca lasciarsi invadere dallo spirito del Vangelo.È, certamente, motivo di grande gioia per questo Dicastero essere giunti al riconoscimento di un’associazione internazionale di fedeli, in questo caso, della vostra Via Pacis.Con questo importante atto, la Santa Sede, da un lato, conferma il diritto proprio dei fedeli di associarsi liberamente, dall’altro esercita il suo compito di discernimento, riconoscendo l’autenticità ecclesiale di una nuova aggregazione di fedeli laici, «segno della comunione e dell’unità della Chiesa in Cristo», ma anche riconosce la genuinità del Carisma che sta alla radice della vostra Comunità.Voi, cari amici, avete corrisposto a questo impulso dello Spirito intraprendendo questo percorso comunitario, ed è proprio in questo specifi co cammino, a cui il Signore

vi ha chiamati, che diventate partecipi dell’edifi cazione dell’intera Chiesa. Partecipare alla missione è la ragion d’essere dei Movimenti, delle Comunità, delle Chiese.Il carisma associativo che vi guida, cioè, l’impegno in favore della pace e della riconciliazione, nel desiderio di portare il regno di Dio nel mondo divenendo “santi insieme”, si rivela oggi estremamente necessario.Quando ho ascoltato questo testo del Decreto di Approvazione, ho pensato a quanto è attuale, oggi, il vostro Carisma… Via Pacis, Via della Pace; quanto è importante, oggi, ricordare questa beatitudine: Beati i costruttori di pace. Quanto è importante ciò che il Vangelo ci insegna, ovvero, che la pace nel mondo, la pace nella dimensione macro sociale, comincia nel cuore umano riconciliato con Dio; se non c’è questo, non c’è l’altro.Purtroppo il mondo lo dimentica spesso: vuole arrivare all’altro a prescindere dal primo.Viviamo, infatti, in un mondo ferito «da un diff uso individualismo che divide gli esseri umani e li pone l’uno contro l’altro ad inseguire il proprio benessere» , che genera confl itti e inimicizie tra le persone, all’interno delle famiglie e delle comunità e provoca gravi contrasti economici e sociali. Stamattina, ascoltando il radio giornale, sono stato colpito da una notizia che diceva che in Medio Oriente non c’è neanche un Paese che non sia coinvolto in qualche confl itto militare, di guerra. Noi ci vantiamo, in Europa, che da 50-60 anni non abbiamo nessuna guerra, ma ci sono guerre in continuazione.Papa Francesco ci dice che la guerra mondiale è già in atto, solo che la si fa a pezzi: un po’ qui, un po’ lì.Quanto bisogno c’è di una preghiera corale, a livello planetario, per la pace!Quanto bisogno c’è, oggi, di uomini che prendano sul serio la beatitudine: Beati i costruttori di pace… a partire dal cuore, a partire dalle nostre famiglie, per andare oltre le nostre comunità, le nostre città, i nostri Paesi e il mondo intero.Il vostro anelito di portare la pace di Gesù nel mondo è una cosa veramente molto bella che, tramite questo Decreto di Approvazione, vogliamo valorizzare e sollecitare ancora di più.La Via della Pace diventa anche una via di santità, santità nel cuore del mondo… è molto bello questo.Il brano della Scrittura che avete scelto è senza dubbio rappresentativo del vostro Carisma, perché è qui che viene annunciato il comandamento dell’amore: «Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,

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Nancy OwakVia Pacis Kenya

"Possa il nostro Signore continuare a benedire Via Pacis, cosicché molte porte

possano essere aperte per renderci capaci di continuare a raggiungere gli altri in tutto

il mondo, con la guida dello Spirito di Dio".

benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano». Mi è piaciuto che abbiate scelto proprio questo brano del Vangelo di Luca, perché la versione delle Beatitudini di questo evangelista è quella più radicale.In questo brano, Gesù - subito dopo l’istituzione del collegio apostolico - esorta coloro che lo ascoltano, con quattro verbi precisi: amate, fate del bene, benedite, pregate. Credo che ciascuno di voi porti nel profondo del proprio cuore queste quattro parole. Certamente l’esigenza di amare e di fare del bene era, ed è anche oggi, ben comprensibile e condivisibile da tutti; ma gli oggetti a cui si rivolgono questi quattro verbi non sono imprecisati, sono: “i vostri nemici”, “coloro che vi odiano”, “coloro che vi maledicono”, “coloro che vi maltrattano”. Il Vangelo porta con sé qualcosa di eroico; è un programma di vita per la gente coraggiosa, audace, per la gente che non si accontenta della mediocrità, del

“così fan tutti”. Ecco la novità del messaggio cristiano: amare i propri

nemici!C’è qualcosa di più che va oltre le nostre reazioni spontanee; il Vangelo è tutto controcorrente, perché è destinato e indirizzato alle persone nuove, a quelle rinate nel Battesimo.Questa pretesa evangelica è strettamente collegata e ben sintetizzata con l’ultima esortazione proclamata in questo brano: Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso. Come non ricordare, in questo momento, l’annuncio della provvidenziale

iniziativa di Papa Francesco: l’Anno Giubilare Straordinario dedicato proprio alla Misericordia, che partirà a dicembre, nel giorno della festa dell’Immacolata Concezione, E come non ricordare che la prossima Giornata Mondiale dei Giovani, che si svolgerà a Cracovia nel 2016, avrà come tema: Beati i misericordiosi perché riceveranno misericordia. E si svolgerà nel grande Santuario della Divina Misericordia di suor Faustina.

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Sergio Coutinho - Cançao Nova

"Voi siete stata la prima comunità italiana che ho conosciuto e, come il primo amore,

è rimasto! L'amicizia e la stima sono reciproche.

Anche noi abbiamo avuto questa grazia del riconoscimento pontifi cio nel 2008. È un

grande dono di Dio, ma un dono che porta una grande responsabilità:

di essere Chiesa e di corrispondere a questa chiamata con il nostro Carisma,

con la semplicità e la particolarità del nostro Carisma".

«Il Vangelo è un programma

di vita per gente

coraggiosa»

È della Misericordia di Dio che il mondo di oggi ha più bisogno, perché è la Misericordia che risana le ferite del peccato, ci ricostituisce come persone e ci ricostruisce come cristiani.State vivendo un momento molto importante nella vita della vostra Comunità. La Chiesa, il Papa, la Santa Sede, vi dà un sigillo importante della vostra ecclesialità; tornate spesso a questi criteri di ecclesialità che Giovanni Paolo II ha messo nella sua Esortazione Apostolica Christifi deles Laici (n° 30), perché questa è la vostra carta d’identità: voi non siete una Comunità qualsiasi, o, come dice Papa Francesco, non siete una ONG, un’organizzazione non governativa qualsiasi. No! Siete una comunità ecclesiale di cristiani al servizio della missione e della santità. Questo è fondamentale, non dimenticatelo!Oggi il Pontifi cio Consiglio per il Laici, a cui il Santo Padre ha affi dato la cura degli organismi aggregativi dei fedeli

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Padre Witold

Szulczynsky Georgia

"Vi conosco da quasi vent’anni. Avete fatto tanto bene per il

prossimo che era, ed è, in diffi coltà in questo Paese. E non solo in Georgia. Di

tutto questo vi ringrazio e da anni prego per voi".

nella Chiesa, vi dà questo sigillo, questo Decreto di Riconoscimento ad experimentum per 5 anni.Rimaniamo, in questo quinquennio, in particolare unione e in comunicazione tra di noi: voi, come Comunità, e il nostro Dicastero; che questo rapporto si approfondisca sempre di più. E non dimenticate che noi, qui, non siamo una specie di controllori o - come dice Papa Francesco - una “dogana”, ma siamo al vostro servizio per incoraggiarvi a nome del Santo Padre. Poi, a volte capita che, come in una famiglia, se c’è qualcosa che non va bene, i genitori hanno il compito di dire che non va bene e bisogna fare in modo diverso…Vi auguriamo, oggi: Continuate così, andate avanti così. Non dimenticate che il Pontifi cio Consiglio per i Laici vi sta accanto per servire anche la vostra missione, perché porti frutti sempre più belli e sempre più preziosi nella vita della Chiesa.Tanti auguri a tutti voi.

Intervento del fondatore Paolo Maino alla consegna decreto

Eminenza Cardinal Ryłko, Eccellenza mons. Clemens, autorità, sacerdoti, parroci, amici, membri di Via Pacis,in questo momento particolare e storico per l'Associazione Via Pacis il mio pensiero va all'incontro avuto con Lei, card. Ryłko, cinque anni fa a Riva del Garda in occasione del 30° anniversario dell’Associazione Via Pacis (allora Shalom). Quell'incontro è stato per me, per mia moglie e per i membri di Via Pacis una conferma e un incoraggiamento a proseguire sulla strada intrapresa 35 anni fa. Per questo, Eminenza, Le esprimiamo dal profondo del cuore il nostro grazie: è Lei che ha dato l’avvio all’iter che oggi ci vede qui. Grazie anche per tutte le volte che ci ha accolto nel suo Dicastero, per i tanti suggerimenti, consigli e rifl essioni che ci ha donato in questi anni. Grazie!Grazie a Lei, S.E. mons. Clemens. Grazie del prezioso lavoro e della cura con cui ha seguito il nostro percorso.

Grazie di aver voluto celebrare con noi ieri l’Eucaristia di ringraziamento. Grazie della rifl essione esegetica che ci ha voluto donare sul Benedictus, che termina con una frase a noi tanto cara: “dirigere i nostri passi sulla via della pace”. Grazie per questo dono sul quale rifl etteremo.Grazie cari mons. Miguel Delgado e dott.ssa Isabelle Cassarà. Durante questo iter è stato con voi che ho – ed abbiamo – avuto i maggiori contatti. Grazie della vostra premura, sapienza e pazienza. Si è instaurato fi n da subito un rapporto di fraterna collaborazione, di stima reciproca e di aff etto, che ha reso agile ed effi cace la rifl essione e le correzioni da apportare allo Statuto. Da questo confronto è nata per noi una maggior consapevolezza del nostro stesso carisma, svelandoci ulteriori aspetti.In questo particolare momento, desidero dire “grazie” a

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SEMPRE PIu'UOMINI E DONNE

DI DIALOGO

voi, delegati di Via Pacis, con cui in questi anni abbiamo camminato assieme, soff erto assieme, gioito assieme. Grazie a voi che, con i vostri suggerimenti, la vostra preghiera, la vostra operatività di missione manifesta e nascosta, con il vostro impegno di vivere rapporti pacifi cati anche nelle situazioni più diffi cili, con il vostro tempo davanti al Santissimo, con l’arte del piegare le ginocchia, avete dato credibilità e profondità alla dimensione esistenziale del carisma Via Pacis. E grazie a te, caro don Domenico, che dal Cielo hai fatto opera di intercessione, perché la Chiesa riconoscesse questo nostro carisma.Oggi accogliamo questo momento con un grande senso di gratitudine e grazia, rendendo lode a Dio di quanto ha compiuto e continua a compiere misteriosamente nelle nostre vite. Questo riconoscimento non è il punto d’arrivo, ma lo sprone, il trampolino di lancio che ci incoraggia a vivere il carisma con sempre maggior responsabilità e radicalità, e ci spinge ad essere sempre più uomini e donne di dialogo.Con questo riconoscimento la Chiesa conferma che il nostro carisma di pace, di gioia e di condivisione con i poveri è un dono prezioso che lo Spirito Santo fa alla Chiesa e al mondo in questo tempo; ci rende, inoltre, più in comunione e partecipazione ancora più profonde con la Chiesa e con la sua missione di evangelizzazione. Sentiamo che “l’amore del Cristo” ci spinge sempre più ad uscire e raggiungere ogni "periferia esistenziale”, anche della nostra quotidianità Eminenza, Lei cinque anni fa ci augurava di costruire il nostro “futuro sulla roccia che è Cristo, non sulle nostre certezze umane. Così si può guardare al futuro con sincerità, anche in mezzo alla tempesta”1. Oggi Le diciamo: stia certo che fondiamo e fonderemo su quella roccia il nostro presente e il nostro futuro. Sappiamo che siamo depositari di questa grazia profetica che ci è stata affi data e sappiamo che non ci è stata affi data per noi, per i nostri meriti, ma perché possiamo portarla lì dove serve: nella nostra quotidianità, nel nostro mondo interiore, nel nostro mondo comunitario, in questo mondo che ha tanto bisogno di pace, perdono, gioia, verità, dignità.Sappiamo anche che questo carisma, questa grazia di Dio, ci supera, va al di là dei nostri limiti, delle nostre inconsistenze, delle nostre povertà. Ma vogliamo chiedere a Dio di operare ancora con potenza nelle nostre vite, di operare un'apertura al cambiamento continuo del cuore e della mente, affi nché con coraggio e passione facilitiamo il carisma a tradursi in azione.

È una grazia che non ci appartiene, che non appartiene a Via Pacis: appartiene alla Chiesa, al mondo, perché è stata data per il mondo. Il nostro impegno è crescere in questa consapevolezza per sentirci portatori/missionari nel mondo a partire dal proprio mondo. Vogliamo assicurarLe tutto il nostro impegno per vivere e diff ondere sempre più il Vangelo della pace, tenendo lo sguardo fi sso su Gesù, Principe della pace, senza distogliere lo sguardo dal povero e da ogni povertà.Chiediamo a Dio la fedeltà per poter vivere e morire per questa grande missione che ci ha affi dato.

1 S. RYŁKO, Comunità Shalom, Quaderni di Formazione. Sulla Via della Pace,1, 2009, 23.

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Padre Giuseppe

Ambrosi

"Grazie, Paolo e Eliana, per il vostro cortese invito;

grazie a don Domenico che ci ha ottenuto un favore celeste così sublime,

sigillo dell’approvazione divina ad un Carisma suscitato nella Chiesa e per

tutta la Chiesa in tempi tristi di confl itti di tutti i generi, che hanno bisogno di

riconciliazione e perdono come unica Via di Pace".

Intervento della co-fondatrice Eliana Aloisi

Dopo che è stato proclamato il Decreto, è stato fatto un canto che non sapevo sarebbe stato proposto, e il canto dice: Se questo sembra impossibile a noi, è, invece, possibile a Dio.Questo è esattamente quello che io avverto. L’iter è partito per una Sua [n.d.r. Cardinal Ryłko] intuizione, alla quale abbiamo aderito, pur essendo una realtà piccola e anche schiva per molti versi. Ma entrare in questo percorso ci ha aiutato molto.Cinque anni fa Lei ci aveva detto che non era stato scoperto tutto del Carisma e che avremmo visto, via via, delle cose nuove. Anche grazie all’iter abbiamo scoperto cose nuove sul nostro stesso Carisma.Lei ci diceva che questo Dicastero non fa da padrone… e noi abbiamo fatto l’esperienza di una Chiesa Madre e Maestra, che ci accoglie, ci aiuta a camminare, ci corregge nelle cose da correggere, ma con molta

Dal libro della Genesi (Gen 17,3-9)In quei giorni Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui:«Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te:diventerai padre di una moltitudine di nazioni.Non ti chiamerai più Abram,ma ti chiamerai Abramo,perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò.E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te usciranno dei re. Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. La terra dove sei forestiero, tutta la terra di Canaan, la darò in possesso per sempre a te e alla tua discendenza dopo di te; sarò il loro Dio».Disse Dio ad Abramo: «Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione».

SE QUESTOSEMBRA

IMPOSSIBILE

attenzione e con molto amore.Venendo da Lei e dai Suoi collaboratori, abbiamo respirato sempre un grande amore e una grande stima; abbiamo sperimentato di essere amati, e questo ha allargato i nostri cuori e i nostri orizzonti.Siamo felici, felici di questo Carisma che Dio ci ha affi dato. Eravamo molto giovani, molto inesperti e anche molto incoscienti, quando abbiamo detto di “sì”; proprio come quando ci siamo sposati. E poi, dicendo un “sì” dopo l’altro a Dio, ma anche alle gioie e alle diffi coltà che si sono presentate, Dio ci ha fatto crescere.Mi ha molto colpito la lettura della Messa di ieri (n.d.r. Gen 17,3-9), perché è la nostra storia: noi siamo una coppia sterile secondo la biologia; invece, Dio ha creato quello che era scritto nella Parola di ieri: ci ha dato tanti fi gli. Ma questo non è merito nostro, è un miracolo di Dio, e non ci basterà la vita per ringraziarLo. Dio, com’è sua abitudine, ha fatto cose grandi da una materia molto piccola, quali eravamo noi insieme a don Domenico.Grazie ancora.

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Messaggio conclusivo del Cardinal Ryłko

L’ultimo messaggio che vorrei trasmettervi, una specie di viatico per il vostro cammino è questo, ma non è mio, bensì di Papa Francesco.Papa Francesco, incontrando varie realtà carismatiche - sia quelle di lunghe e grandi tradizioni, come alcuni ordini e congregazioni religiose, sia i Movimenti e le Nuove Comunità che nascono da carismi specifi ci - dà sempre lo stesso consiglio: Siate uomini e donne decentrati!Questo non vuol dire essere uomini e donne senza un centro di gravitazione per la vostra vita; questo signifi ca

SIATE

DECENTRATI!

essere centrati esclusivamente su Cristo.Se i carismi sono così importanti per voi, è perché sono le modalità di sequela Christi. Varie modalità, così come un carisma è diverso dall’altro: Cristo si può seguire in modi molto diversi; voi avete ricevuto in dono il modo specifi co della Comunità Via Pacis.Questo è il nostro augurio per tutti voi qui presenti e per quelli che sono rimasti a casa; trasmettete loro questo augurio: "Vivete da persone decentrate, decentrate dai propri interessi, dal proprio io, centrate fortemente nella persona di Gesù Cristo. Questa è la vostra forza, questa è la vostra gioia!".

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don Kreshmir Puljic Bosnia Erzegovina

"Voi, come associazione, avete aiutato tantissimo la Caritas Diocesana di Mostar

nei tempi diffi cili dopo la guerra e anche la Parrocchia di S.Giovanni Apostolo; tanti

nostri studenti hanno potuto studiare perché sono stati aiutati da voi…

Dio vi benedica tutti. Sono molto felice, perché vedo

nella vostra associazione una scuola missionaria di pace e

riconciliazione".

Marliane Cavalcante

Comunidade Doce Mae de Deus

Brasile

"Que vosso carisma faça cresça sob a unçao do Espirito Santo e em santidade

cada vez mais".

Tàsia Maria Montenegro Santiamo Comunità Reinha da Paz - Brasile

"Asseguramo-vos as nossas oraçoes de jùbilo por vosso Reconhecimiento Pontifi cio".

Vittorio FravezziSenatore della RepubblicaSindaco di Dro (TN)

“Per me, essere qui, è un grande onore, rappresentando il territorio dov’è nata l’Associazione Shalom-Via Pacis. Ora Via Pacis ha una dimensione locale (quella che conosco io), ma soprattutto globale (...). Questa tappa non è un traguardo, anche se avvenuta nel 35° anno di fondazione, dunque, un traguardo di maggiore età, di piena maturità, per arrivare a continuare a seminare ed essere evangelici fi no in fondo.La preoccupazione vera per le istituzioni è che viviamo in un contesto sociale disgregato, dove testimoniare la shalom, anche nel quartiere dove si vive, non è così semplice (...).Penso che la testimonianza e il nome che portate siano di grandissima attualità; quello che voi fate diventa straordinariamente importante nelle piccole, come nelle grandi, comunità (...). Tutto questo, però, dev’essere visto come un primo traguardo che dà forza e consolida un’esperienza che è nata come una sfi da provocatoria e che oggi è un qualcosa che viene riconosciuto. (...) Penso proprio che questo debba essere visto come una sfi da ulteriore che vi fa entrare in una fase forse ancora più diffi cile, ma magari anche quella più gratifi cante.Ho notato, con molto piacere, un coinvolgimento intergenerazionale: piccoli e grandi insieme, con grande entusiasmo. Vi auguro di mantenere questo spirito, di riuscire a trasmetterlo a tutti noi, perché penso che questo sia oggi il vero suggello.

Francesco Nicolaci Sindaco di Melicucco (RC)

"Tanti anni fa, quando il maresciallo Scuderi con la moglie Nuccia Calimera, insieme a Paolo ed Eliana, si sono presentati nel mio studio a Melicucco, per propormi una serie di conferenze sul tema della famiglia, ho dato subito il mio benestare. È stata un’esperienza bellissima. Credo che quello sia stato il primo seme. In pochi anni la Comunità si è ingrandita.Ho sempre pensato che un buon cristiano è sicuramente un buon cittadino (e scommetto su questo!). Magari fossimo tutti buoni cristiani: sono convinto che saremmo un popolo felice, migliore.Credo che Via Pacis oggi non ha fatto altro che mettere un altro fi ore nel meraviglioso giardino che da 35 anni sta costruendo.Il mio auspicio è che questo giardino diventi sempre più grande, e questi fi ori sempre più belli.

CONTINUAREA SOGNARE

CRISTIANIRESPONSABILI

Vittorio FravezziFrancesco Nicolaci

13

Don Giovanni Binda Decano di Riva del Garda

e Ledro

"Questo evento eccezionale accresce certamente l’entusiasmo e la dedizione

degli associati nell’opera di testimonianza e di annuncio del Vangelo qui fra noi e fra i

poveri del mondo, mediante tanti interventi di carità e di aiuto".

Omelia di S.E. Mons. Josef Clemens,Segretario del Pontifi cio Consiglio per i Laici, alla S.Messa di ringraziamento in occasione dell'approvazione pontifi cia dell'Associazione Via PacisCappella Santa Maria della PietàCittà del Vaticano, 26 marzo 2015

Carissimi confratelli nel ministero sacerdotale e diaconale,carissimo Fondatore Paolo Maino e co-fondatrice Eliana Aloisi,carissimi responsabili, membri e amici dell'Associazione Via Pacis.Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!

1. Il Benedictus di Zaccaria

Iniziando la preparazione della mia odierna meditazione mi è venuto subito in mente - a causa del nome della vostra associazione Via Pacis - il Cantico di Zaccaria, il Benedictus.Questo inno è uno dei testi della Sacra Scrittura più recitati, in quanto viene pregato ogni giorno nelle Lodi mattutine della Liturgia delle Ore. Come Vangelo viene proclamato una sola volta nell'anno liturgico: nella Santa Messa del mattino della vigilia del Natale, il 24 dicembre. Mi sembra che convenga - in via d'eccezione - proclamarlo come Vangelo di questa celebrazione eucaristica.

Il canto del Benedictus lo troviamo nel primo capitolo del Vangelo di Luca (Lc 1,67-79), recitato da Zaccaria dopo l'inaspettata nascita di suo fi glio Giovanni, il Battista1.I suoi undici versetti guidano la mia meditazione quale preparazione spirituale alla consegna del Decreto di riconoscimento pontifi cio della vostra associazione che avverrà domani presso la sede del nostro Consiglio per i Laici.

2. Un'eulogia e una profezia

Sotto l'aspetto letterario, il Benedictus si divide in due parti: un'eulogia («Εύλογητòς»), cioè una preghiera di lode ("Benedetto il Signore, Dio d'Israele") e una profezia, una visione sui futuri compiti del piccolo Giovanni.

di S.E. Mons. Josef Clemens

LA VIADELLA PACE

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Corrado Di Gennaro Comunità Magnifi cat Dominum

"Possa il Signore continuare a benedire il vostro apostolato per il bene della

Chiesa e del mondo".

Jean Luc MoensComunità dell’Emmanuel

"Partecipo alla vostra gioia e vi auguro molte benedizioni

del Signore".

La prima parte (Lc 1,68-75) "canta", in termini consueti, l'agire del "Dio d'Israele" nella pienezza dei tempi, che giunge al suo culmine nella venuta del Messia/Salvatore. Con l'annuncio della sua nascita da parte dell'angelo Gabriele (cfr. Lc 1,26-38), ha iniziato a compiersi la sua missione in favore del suo popolo Israele. Il nostro brano è un canto di giubilo che celebra la venuta del Salvatore, messa in relazione al ruolo di Giovanni. Quello che Elisabetta aveva riconosciuto in modo profetico per l'azione dello Spirito Santo in occasione della visita di Maria (cfr. Lc 1,41-45), cioè, che il Signore («κύριος») è velatamente già presente (cfr. Lc 1,43), lo riconosce adesso anche Zaccaria guidato dallo stesso Spirito Santo.L'anziano sacerdote non proclama una propria conoscenza, ma parla profeticamente "colmato di Spirito

Santo" («έπλήσθη πυεύματος άγίου»). Quest’origine pneumatica eleva il suo cantico al livello di un annuncio da parte di Dio stesso. La venuta del Messia adempie le profezie e questo, per l'evangelista Luca, possiede una primaria importanza (cfr. Atti 3,21): il Messia che viene dalla casa di Davide è stato annunciato dai profeti, fi n dai tempi antichi (cfr. Sal 18,3; 132,17 1 Sam 2,10; Ez 29,21).Il motivo dell’intervento divino e la dovuta risposta dell’uomo vengono presentati in tre versetti (cfr. Lc 1,72-75): misericordia, fedeltà e liberazione da parte di Dio e libero servizio, santità e giustizia da parte del suo popolo. Con forti immagini viene descritta questa liberazione («λύτρωσιν») del popolo d’Israele. Ma tutta l’enfasi della prima parte sta sulla fedeltà di Dio che diventa “carne” nella sua misericordia: Dio mantiene la sua parola, Dio non abbandona il suo popolo, ma lo protegge e lo salva, come aveva promesso. Il cantico di Zaccaria proclama, in una preghiera di lode, l’ultima grande opera salvifi ca di Dio, cioè l’arrivo del Messia/Salvatore.Israele è adesso in grado di adempiere, in piena libertà, le leggi di Dio, di servirlo in modo santo e giusto, vivendo sempre “al suo cospetto”. L’ultimo scopo dell’azione redentiva di Dio è la trasformazione d’Israele in un popolo fedele, che rispetta la sua volontà nel culto, ma anche nell’ethos personale e sociale2. L’obbedienza verso Dio è l’unico vero culto che rimane per sempre e che è stato rinnovato dal Messia.La seconda parte (Lc 1,76-79) descrive in una profezia i compiti di Giovanni, riprendendo l’annuncio dell’“angelo del Signore” fatto a Zaccaria, durante il suo servizio nel Tempio di Gerusalemme (cfr. Lc 1,14-17). Il ruolo di Giovanni è fondamentalmente quello del precursore del Messia, che rende nota la sua venuta/presenza e prepara la sua missione.Zaccaria profetizza che il piccolo bambino crescerà e diventerà l’atteso profeta dei tempi messianici. I suoi compiti sono quelli di precedere le vie dell’Altissimo e di mediare la conoscenza, oppure l’esperienza della salvezza messianica che consisterà nella remissione dei peccati.Questo compito fa presente che Dio, adesso - tramite il battesimo - concederà la remissione escatologica dei peccati3. Il Battista stesso non è il portatore della salvezza, ma l’annunciatore profetico di questa futura remissione dei peccati che viene assicurata tramite il ricevimento del battesimo. O, in altre parole: Giovanni proclama un battesimo penitenziale che prefi gura la riconciliazione defi nitiva dell’uomo con Dio operata da parte di Cristo.Quest’opera redentiva di Dio trova la sua radice nella

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Suor Rita Panzarin - Sembé - Congo

"Carissimo Paolo, ho appena ricevuto il tuo annuncio che ho accolto con particolare

gioia, ma in un certo qual modo, senza stupore, poiché a destare meraviglia ed

entusiasmo è semmai, da sempre, la vostra opera esemplare, la quale non poteva non

conseguire un tale riconoscimento. Insieme con voi ringrazio il Signore per il bene che

da 35 anni andate seminando nel mondo, per avervi portati su questo “trampolino

di lancio” dal quale proiettare sull’umanità tutta pace e speranza".

sua tenerezza e misericordia che si realizzerà quando “ci visiterà un sole che sorge dall’alto”. Il compito di questo “sole” sarà la diff usione della luce, come viene detto con le parole del profeta Isaia sul Messia che è la luce (cfr. Is 9,1)4.Il Messia/Salvatore illuminerà tutte le tenebre umane e rischiarerà l’ombra della morte. Lui “dirige i nostri passi sulla via della pace” («είς όδόν είρήνης»)5. Questo vuol dire che gli uomini hanno bisogno di un’illuminazione “dall’alto” («άυατολή έ ϋψονς») per vedere e valutare bene la propria situazione reale e per poter uscire dalla valle dell’oscurità e della morte. L’uomo da solo non riesce a trovare questa via d’uscita e ritornerà, prima o poi, nelle tenebre e nell’ombra della morte.Come viene detto dal profeta Isaia, il Messia non è solo la luce, ma anche il portatore della pace (cfr. Is 9,5 s.). La pace è da intendere in senso pieno, come un dono

salvifi co messianico, la grande riconciliazione fra Dio e l’uomo6. Il Messia indica questa via della salvezza, lui è il mediatore e, nello stesso tempo, il suo portatore: il Messia/Salvatore porta la salvezza in quanto lui stesso la prepara.

3. Il cammino sulla via della paceCarissimi fratelli e sorelle in Cristo,meditando il Benedictus in modo profondo, e nel suo insieme, c’è da notare che Zaccaria è naturalmente felice di aver avuto un fi glio, dopo un lungo matrimonio sterile. Ma sembra che lui si rallegri ancor più perché questo suo fi glio Giovanni avrà un ruolo importante nell’opera della redenzione di tutto il suo popolo (cfr. Lc 1,14-17). Zaccaria inquadra un avvenimento personale nella grande storia della fede e della salvezza di tutto Israele. Il cantico

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Padre Franco PavesiParrocchia Annunciazione di Maria

Varone di Riva del Garda

"Posso immaginare la vostra gioia di questo ulteriore passo in avanti

nel cammino dell’Associazione. È un riconoscere il vostro sforzo, il vostro

impegno per il Regno di Dio".

Moderatore Generale

Le Verbe de Vie

"Rendiamo grazie per quanto avete fatto dall’inizio fi no ad oggi, per

diff ondere lo spirito delle Beatitudini".

«La pace è la grande

riconciliazione fra Dio

e l'uomo»

1 Cfr. Heinz Schürmann, Das Lukasevangelium, in HThK NT III/1, 84-94; François Bovon, Das Evangelium nach Lukas (Lk 1,1-9,50), in EKK III/1, 103-112; Hans Klein, Das Lukasevangelium, in: KEK I/3, 119-126; Gerhard Schneider, Das Evangelium nach Lukas. Kapitel 1-10, in ÖTK 3/1, 58-63; Jacob Kremeer, Lukasevangelium, in Neue Echter Bibel 3,32-35; Paul Gerhard Müller, Lukasevangelium, in SKK NT 3,37-39; Philipp Vielhauer, Das Benedictus des Zacharias, in: Id., Aufsätse zum Neuen Testament, Collana: Theologische Bücherei 31, Editore Christian Kaiser, München 1965, 28-46; Joachim Gnilka, Der Hymnus des Zacharias, in: BZ N.F. 6 (1962), 215-238.2 Cfr. Schneider, Das Evangelium 61.3 Cfr. Schneider, Das Evangelium 62.4 Cfr. Is 9,1.5: Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse (…). Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un fi glio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace.5 Cfr. Hartmut Beck/Bernd Wander, art. Ειρήνη/Friede, in: Lothar Coenen/Klaus Haacker, Theologisches Begriff slexikon zum Neuen Testament, Editore SCM R. Brochhaus, Witten 2010, 543-549, 547.6 Cfr. Werner Foerster, art. Ειρήυη, in: ThWBNT, vol.2, 398-416, 411.

del Benedictus inizia e si chiude con uno sguardo pieno di lode e di speranza verso Dio, verso il Suo agire nella storia e nel presente!Così il cantico di benedizione di Zaccaria traccia il programma della Nuova Alleanza: celebrare il culto davanti a Dio, poter adorare, poter avvicinarsi a Dio, off rirsi a Lui totalmente, camminare sulla via della pace, guidati dalla luce del Messia. Zaccaria ci invita ad impiegare i nostri doni e le doti personali a favore di tutta la comunità dei credenti e dei tanti ancora non credenti o non più credenti.Tutto questo signifi ca, per la vostra associazione, iniziare e accompagnare tutte le vostre attività con la lode di Dio, com’è del resto la vostra prassi. Lo sguardo verso Dio dev’essere il punto di ancoraggio e d’indirizzo in tutto il nostro/vostro fare. E questo sguardo in alto eleva il nostro pensiero, cambia molte volte la prospettiva, cambia,

spesso, quello che da noi viene ritenuto piccolo, in grande e quello che valutiamo grande, in piccolo.Il fondamento di questo cambio di prospettiva e di valutazione è la redenzione avvenuta in Gesù Cristo che ci viene off erta ogni giorno di nuovo. Zaccaria ci assicura nel Benedictus che la redenzione è un “fatto compiuto” che aspetta la nostra piena adesione. Accettiamola e facciamola accettare sempre di nuovo con questo cambio radicale di prospettiva e di giudizio.Questo vale anche da un altro punto di vista: tutti dobbiamo essere precursori del Signore, preparare le sue strade. Non dobbiamo annunciare noi stessi, la nostra associazione, la nostra opera in favore dei bisognosi, il nostro modo di fare. Tutti noi annunciamo il Signore e così dobbiamo ripetere e vivere ogni giorno le parole di Giovanni il Battista (cfr. Gv 1,29.36): “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!”.Amen.

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Fr. Saverio Biasi, ofm Santuario Madonna delle Grazie

Arco (TN)

"Felicitazioni per questo traguardo raggiunto che apre orizzonti ancora più

ampi a servizio del Vangelo".

Carissimi,è con il cuore colmo di gratitudine che mi rivolgo a voi, membri e simpatizzanti di Via Pacis. Nei giorni scorsi il Pontifi cio Consiglio per i Laici ci ha consegnato il

decreto di riconoscimento pontifi cio. In quest’occasione è stato riservato molto onore ai fondatori, ma vorrei “girarlo” a tutti voi, perché senza di voi non ci sarebbe Via Pacis.Sì, certo: Dio è l’iniziatore e il protagonista di questa chiamata speciale, noi abbiamo detto di sì anche se con tanta incoscienza… ma se non ci fosse stata la vostra risposta, il vostro impegno di “sposare” questa realtà, il progetto di Dio sarebbe rimasto un aborto. Quindi l’onore che è stato tributato a noi è vostro!In questi trentacinque anni di Comunità abbiamo vissuto assieme tanti eventi: di gioia e di dolore, di fatica e di sollievo, di buona e di cattiva sorte. Abbiamo conosciuto tante persone, siamo stati resi partecipi delle loro vite, abbiamo ammirato con stupore l’opera di Dio in loro, intessuto tante relazioni, soff erto e gioito con loro. Abbiamo anche conosciuto il tradimento e l’abbandono, nostro e degli altri. Queste “croci” sono

di Eliana Aloisi Maino

C A R I S S I M I

COSA SAREBBELA MIA VITA

SENZA DI VOI?

state particolarmente importanti ed effi caci per la crescita e la maturazione del carisma, oltre che nostra personale. Abbiamo imparato ad essere pazienti con noi stessi, con i nostri limiti e peccati, e così ci è stato più facile esserlo con quelli degli altri. Abbiamo imparato un po’ a conoscere l’abisso del nostro cuore e a crescere nella misericordia ad ampio raggio. Abbiamo imparato che “nessuno è confermato in grazia” e, quindi, a non presumere delle nostre forze e capacità. Abbiamo vissuto sulla nostra pelle, come dice lo Statuto, che “le ferite della vita non sono un impedimento, ma la via maestra alla riconciliazione”. Siamo diventati un po’ più teneri e dolci.Questo riconoscimento non è un traguardo, ma una tappa, certo molto importante, un segno effi cace di grazia, che ha il potere di illuminare tutto il nostro cammino e, come un grande faro, raggiungere il nostro passato e il nostro futuro. È il sigillo di garanzia che la Chiesa pone su questo nostro straordinario carisma, di cui la Chiesa stessa si fa custode. A noi l’onore e l’onere di rispondere in modo sempre più radicale e totale.Ringrazio con voi Dio della scelta privilegiata che ha fatto di ciascuno di noi, di questa fertile vigna nella quale ci ha chiamato ad operare, del senso profondo che ha dato alla nostra vita, della chiamata ad essere “santi insieme”, della missione di comunicare il Vangelo della pace. Cosa sarebbe la mia vita senza di voi? Stringiamoci forte e assieme combattiamo la buona battaglia. È grande il progetto che Dio ha su di noi! In questo momento di grazia, chiedo a Dio – per intercessione di don Domenico – di aiutarci a camminare in unità e umiltà, cercando il bene comune e la Sua gloria, nella continua ricerca di rapporti riconciliati, volendo vivere la nostra chiamata: essere la Shalom di Dio.Vi abbraccio con infi nito aff etto e un sacco di bene, voi che siete la mia gioia, la mia vita e la mia fecondità.

Sempre e ancora di più vostra Eliana

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PROGETTI

VIA PACIS - 2014

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PROGETTI

VIA PACIS - 2014

BOLIVIACochabamba Responsabile: p. Juan Carlos Calderon

SOSTEGNO 10 MENSE 1.500 bambini dei barrios ricevono un pasto ogni giorno.

AccoglienzaBURUNDIBujumburaResponsabile: p. Vittorio Blasi

SOSTEGNO al cENTRO Shalom Amahoro. Aiuto per le spese di gestione dell’orfanatrofi o che accoglie 100 ragazzi.

COLOMBIAARMENIAResponsabile: dott. Julian Ramirez Zuluaga

SOSTEGNO A DISTANZA COLLETTIVO L’obiettivo è quello di togliere dalla vita di strada bambini molto poveri che, accolti dalle Suore dell’Annunciazione, ricevono cibo, vestiario, aiuto negli studi e sostegno psicologico.

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FILIPPINEMINDORO OCC.Responsabile: suor Rosanna Favero

SOSTEGNO A DISTANZA INDIVIDUALE (SAD)con 26 euro al mese vengono assicuraticibo, vestiario, sepese scolastiche e cure mediche. Ad oggi le adozioni riguardano circa 680 RAGAZZI

KENYAUNYOLOResponsabile: dott. Peter Onyango

SOSTEGNO ALLA SCUOLA MATERNA

MYANMARLoikawResponsabile: suor Rosanna Favero

CENTRO DI ACCOGLIENZA BOARDING HOUSECompletata la casa che accoglie ragazze molto povere residenti in zone di confi ne dove non esistono scuole. Hanno bisogno di un’educazione umana e di una formazione che consenta loro un avvenire di maggiore speranza. La casa è stata inaugurata alla presenza del fondatore di Via Pacis, Paolo Maino, del presidente di Via Pacis onlus, Roberta Riccadonna, e di suor Rosanna Favero. Vi trovano posto 70 ragazze dai 10 ai 16 anni che frequentano le scuole della città, aiutate nello svolgimento dei compiti.

Struttura suddivisa in due parti:

UN EDIFICIO A DUE PIANI: DORMITORIO,

SALA DA PRANZO, SALA STUDIO

UNA PICCOLA COSTRUZIONECON CUCINA E

DEPOSITO VIVERI

perùcuscoResponsabile: Maria Echevarria Pérez

SOSTEGNO A BAMBINIAccoglienza di minori in stato di abbandono o a rischio sociale, in collaborazione con l’Associazione CE Progresa Amantanì.

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filippinesan josè Responsabile: suor Rosanna Favero

FINANZIAMENTO PER SPESE MEDICHE ED ACQUISTO FARMACI

assistenzaINDIAChennaiResponsabile: suor Dominic Mary

PREVENZIONE CECITA' Controlli medici, programmi di prevenzione e somministrazione di Vitamina A per impedire l’insorgere della cecitA' fra gli abitanti delle baraccopoli.

FILIPPINEMANILAResponsabile: suor Rosanna Favero

CENTRO DI ASSISTENZA E ACCOGLIENZAÈ stato completato il Centro che accoglie ammalati e loro familiari in attesa di ricovero negli ospedali della capitale o in fase di convalescenza prima del ritorno a casa.È una struttura indispensabile per dare una speranza di vita a persone che, altrimenti, a causa della grande

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CONGO BRAZAVILLESEMBéResponsabile: suor Rita Panzarin

SOSTEGNO AL CENTRO SANITARIO “DON DOMENICO PINCELLI”È fondamentale l’acquisto di medicinali e kit di laboratorio per l’attività sempre in crescita del Centro. Il potenziamento della rete viaria della zona, fi nora piuttosto isolata al centro della foresta, ha reso più accessibile la struttura e, conseguentemente, ampliato il bacino di utenza.

bacino d'utenza:

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La responsabile locale ed i suoi collaboratori, oltre alle cure, portano avanti un’importante opera di sensibilizzazione alla prevenzione delle principali malattie fra i Pigmei, l’etnia più povera ed emarginata di quell’area geografi ca.

40.000 persone nel raggio di

10 kM

distanza e della mancanza di ospedali nell’isola di provenienza, non potrebbero essere curate. Alcune stanze sono destinate a studentesse di famiglie povere.

Il Centro può ospitare annualmente:

500/600 persone tra ammalati e familiari

22 ragazze frequentanti

le scuole di Manila

Sono circa8.000 gli abitanti delle isole di Mindoro ed Ilin che, in caso di gravi problemi di salute, possono usufruire della struttura.

BrasileUniao da VitoriaResponsabile: p. Reonaldo Luiz Pizoni

COLLABORAZIONE CON L’ISTITUTO PIAMARTALa missione Piamarta sostiene la formazione di adolescenti e ragazzi attraverso attività che consentono il loro inserimento nel mondo del lavoro.

FormazionebosniaerzegovinamostarResponsabile: don Kresimir Puljic

SOSTEGNO NEGLI STUDI UNIVERSITARIStudenti provenienti da famiglie bisognose hanno la possibilità di accedere ad una formazione adeguata e completa.

indiakumbakonamResponsabile: mons. Francis Antonisamy

SOSTEGNO aSTUDENTI UNIVERSITARI Ad alcuni studenti Dalits (senza casta), molto poveri ma seriamente motivati, è offerta la possibilità di accedere ad una formazione universitaria.

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FILIPPINEmindoro occ.Responsabile: suor Rosanna Favero

ISTRUZIONE E FORMAZIONE DI BAMBINI E RAGAZZI• sostentamento di una scuola materna/ Anciray • programma di alfabetizzazione/ Santa Teresa • sostentamento di una scuola materna/ San José • sostegno negli studi di ragazze Mangyans/ San José

MYANMARloikawResponsabile: suor Rosanna Favero

FORMAZIONE SUPERIORE PER RAGAZZEDa diversi anni è in atto un progetto di formazione superiore per ragazze che hanno la possibilità di studiare nelle Filippine e preparare il loro rientro nel paese di origine. Chi ha completato il percorso di studi è tornato in Myanmar e sta collaborando all’istruzione e formazione giovanile

colombiaarmeniaResponsabile: dott. Julian Ramirez Zuluaga

ACQUISTO CENTRO DI FORMAZIONE VIA PACISPresso il Centro si svolgono varie attività rivolte alla popolazione dei barrios più degradati della città:• corsi di alfabetizzazione sia per bambini sia per adulti non in grado di leggere e scrivere;• sostegno alimentare familiare per situazioni di particolare gravità; • sostegno psicologico a coppie e famiglie con disagio;• sostegno psicologico e di promozione dei diritti per donne capofamiglia, spesso vittime di violenza;

COLOMBIAKENYAUGANDACONGOBORSE DI STUDIO INDIVIDUALI

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• sostegno a studenti universitari particolarmente poveri;• interventi di sostegno alimentare e socio-educativo rivolto a bambini ad alto rischio sociale nella città di Calarcà (pasti, integratori per ridurre la grave denutrizione, materiale e vestiario scolastico);• incontri motivazionali per giovani.

ogni settimanavi accedono300 persone

AIUTACI A SOSTENERE I NOSTRI PROGETTI

resocontoprogetti2014

CASSA RURALE ALTO GARDAIban: IT 67 C080 1635 3200 0000 2142 146Codice Bic Swift: CCRTIT2T04A

UNICREDIT BANCAIban: IT 11 A 02008 35320 00000 5550586Codice Bic Swift: UNCRITM10FR

BANCOPOSTAIban: IT 37 I076 0101 8000 0001 4482 384Codice Bic Swift: BPPIITRRXXX

BOLLETTINO POSTALEcc. n. 14482384

Facciamo

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in modo

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la tua firma che migliora il mondo

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Perù Myanmar

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DONANDO IL 5 X 1000Basta una tua firma ed il codice fiscale: 93006880228

Intestate a:

ASSOCIAZIONE VIA PACIS ONLUS

Associazione Via Pacis - Viale Trento, 100 - 38066 Riva del Garda (TN) - Tel. +39 0464.555767 / www.viapacis.info - [email protected]

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MYANMARI N S I E M E S U L L A V I A D E L L A P A C E

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UNA LUCE DI SPERANZA

di Marilena BrighentiLoikaw è la capitale dello Stato del Kayah, il più piccolo dei 14 stati e suddivisioni che compongono il Myanmar. È ad un’ora di aereo da Yangon, copre un’area di 11.670 Km/q, in maggioranza colline e montagne. La popolazione si aggira sui 312.000 abitanti, tre quarti dei quali appartenenti a minoranze etniche, in maggioranza Kayan, Kayaw e Kayah, mentre la popolazione rimanente è Burmese, Shan e Karen. I cattolici sono circa 72.000, pari al 23% della popolazione, un numero sorprendente considerato che in tutto il Myanmar sono solo l’1%.Loikaw, una piccola porzione della nazione conosciuta come “terra dorata” per le sue ricchezze naturali, culturali e per la presenza di migliaia di splendide Pagode, non è stata esente dalle tragedie e dalle sofferenze causate da sessant’anni di isolamento e dittatura. Ed oggi, mentre le luci del mondo esterno iniziano ad entrare, ha bisogno di aiuto.Via Pacis ha prevenuto questo importante momento di “apertura” iniziando già nel 2007 a sostenere nello studio alcune giovani birmane, che ora sono coinvolte nell’opera educativa che il loro paese sta affrontando con la speranza di una maggior libertà.

Scuole ed istituzioni educative, create dalla passione ed industriosità di missionari stranieri, sono state confiscate durante il regime militare e rimangono tuttora strutture a servizio militare o in stato di abbandono. La Chiesa, cosciente di poter ora essere ascoltata fuori dei confini del Paese, sta chiedendo al governo la restituzione di terre, orfanatrofi e scuole confiscate, mentre continua a svolgere l’opera educativa attraverso il sistema delle Boarding House. Queste sono case dove bambini, ragazzi e giovani vengono accolti, accuditi, educati e, soprattutto, preparati per affrontare l’inserimento scolastico o l’esame finale chiamato “ten standard”, che corrisponde al livello di scuola media e che conferma in un certo modo la dignità di esistere, perché apre alla possibilità di lavoro e di altri diritti. Sacerdoti e religiose hanno portato avanti questo sistema educativo contestato e contrastato dal governo, affrontando rischi e sacrifici, motivati dalla certezza che l’ignoranza non è sinonimo di povertà e che lo studio è un diritto culturale, nonché dalla speranza di un futuro di pace e giustizia. Oggi Via Pacis sta offrendo un luogo dove concretizzare questi aneliti. A Htayngalya, un villaggio di Loikaw, è stata portata a compimento la costruzione della

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Boarding House Via Pacis, che accoglierà bambine e ragazze provenienti dai villaggi vicini e dalle aree montuose dove la pace è ancora lontana e continuano i conflitti tribali e politici. Quando il Vescovo ci ha consigliato questo luogo, ha specificato che la scelta è dovuta al fatto che si trova al confine con un’area prevalentemente animista e che è suo desiderio offrire una possibilità di studio ed educazione anche a queste famiglie.Le ristrettezze che, anche se in forma minore, continuano a vigere nello stato Kayah, limitano agli stranieri il permesso di entrare in questa zona e di rimanervi per periodi prolungati. È, dunque, attraverso le nostre suore birmane che possiamo seguire i lavori di costruzione e programmare l’opera educativa futura. Poco tempo fa, al rientro dal Myanmar, Suor Rosanna Favero e le sue consorelle hanno condiviso la loro gioia e sofferenza, preoccupazione e speranza.“Siamo contente di constatare maggior apertura. Il nostro paese ora è più aperto agli stranieri. Si conta parecchio sul turismo e sul commercio. Nei mercati ci sono prodotti stranieri, sono migliorate le comunicazioni, sono state realizzate nuove strade e i mezzi di comunicazione come telefono ed internet sono più accessibili. C’è più libertà di espressione, si parla di pace e di democrazia. Il Governo ha riaperto alcune scuole chiuse da decenni. Ma l’incontro con i volti della gente e le scene di quotidianità di vita parlano ancora di tanta sofferenza. Nei villaggi la povertà è estrema, la sopravvivenza dipende ancora dalla forza fisica di lavorare, di rischiare la permanenza sulle montagne dove un tempo c’erano i villaggi abbandonati a causa della guerra. Insieme agli uomini, anche le donne e i bambini vanno sui monti, dove troppe sono ancora le morti causate dalla malaria, dalla tubercolosi, dalla scarsità di cibo. Abbiamo visto anche la sofferenza di chi rientra dai campi profughi e deve ricominciare a vivere senza poter contare su ciò che ha lasciato. Si parla di libertà e democrazia, ma le terre confiscate rimangono nelle mani di altri; per questo si è obbligati a scegliere il lavoro sui monti o nelle foreste. Sofferenza nel constatare che

ad intere generazioni sono state negate opportunità di studio adeguato e sviluppo, ed ora vivono con disagio e irresponsabilità i cambiamenti. Le esperienze vissute fuori del Paese, e soprattutto la formazione ricevuta, ci hanno insegnato a vedere il mondo attraverso gli occhi dei più poveri e vulnerabili, e questo ci fa sentire sofferenza e preoccupazione. Come aiutare ad affrontare le esigenze di questo momento in una realtà umana e sociale fragile ed incerta? Come colmare le lacune create dalla storia del nostro Paese, dei nostri genitori? Come educare i giovani a riconoscere e discernere ciò che promuove la vita e ciò che la impoverisce di più? Queste domande rimangono pungenti nel nostro cuore per ciò che abbiamo visto ed ascoltato. Ma nel vedere la costruzione della Boarding House crescere, nel contare quanti letti potranno starci, quante bambine e ragazze potranno studiare ed imparare a guardare il mondo vicino e lontano con i loro occhi e dignità, ci colma di speranza. Molti sono in attesa di questo luogo. Non sarà possibile dire di sì a tutti, ma è importante iniziare. E questo avverrà presto, e sarà grazie a Via Pacis, che ha contribuito a far crescere in noi l’amore per la vita e continua ad aiutarci a trasmetterlo ad altri. È un cammino lungo, ma il sogno di un cambiamento che un tempo era solo un lontano desiderio appare ora una possibilità concreta”.

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LO STUDIOÈ LIBERTÀ

CIBO E VESTIARIO

EDUCAZIONE E FORMAZIONE

SCUOLA

BOARDING HOUSE

U N C E N T R O D I A C C O G L I E N Z A

P E R

Paolo Maino, Presidente e Fondatore di Via Pacis, e Roberta Riccadonna, Presidente di Via Pacis onllus, accompagnati dalla referente in loco suor Rosanna Favero, hanno partecipato all’inaugurazione della “Boarding House”, una casa di accoglienza gestita dalle Ancelle Missionarie del SS. Sacramento dove potranno studiare e formarsi circa 70 bambine dai 7 ai 16 anni. “Senza questo centro – riferisce Paolo Maino – le bambine che abbiamo incontrato non avrebbero la possibilità di studiare e di crescere. Si tratta soprattutto di bambine orfane di guerra o di bambine provenienti dalla foresta, dove non ci sono scuole. Abitando nella Boarding House potranno diplomarsi e contribuire allo sviluppo sociale e culturale del loro Paese. Crediamo molto in questo progetto, perché abbiamo avuto modo di parlare con alcune ragazze più grandi, che hanno dovuto studiare nelle Filippine, e dai loro racconti emerge il desiderio di formarsi, di conoscere e di spendersi per gli altri. Suor Rosanna Favero ci ha condiviso la sua gioia di poter far studiare le bambine

70ragazze 7-16 anni

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Ho tredici anni, e vivo a Nanattaw nella Diocesi di Loikaw. Ho dodici tra fratelli e sorelle, e io sono la nona. Mio padre è morto l'anno scorso, e ora mia madre deve mantenerci tutti da sola: deve pensare a provvedere al nostro cibo e a tutti i bisogni, compreso lo studio. Non ha un lavoro stabile, va dove c’è possibilità di lavorare alla giornata: porta sassi per fare le strade, va nei campi e fa altri lavori. Anche noi l’aiutiamo. La situazione della mia famiglia non mi permette di continuare lo studio che io desidererei portare a termine per un futuro migliore. Per questo chiedo di poter stare nella Boarding House. Sono convinta che ciò mi permetterà di studiare e diventare una persona capace di essere d’aiuto agli altri. Quando guardo alle mie compagne che vivono già nella casa delle suore, provo tanta gioia per loro: ogni giorno partecipano alla Messa, fanno catechismo, studiano e lavorano, ed hanno sempre da mangiare. Spero che questo sia possibile anche per me. Anch’io vorrei essere come loro.

Rose Mary

IMPARAREAD AIUTARE

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nella consapevolezza che dare istruzione è dare libertà, responsabilità, dignità”.Com’è possibile sostenere questo progetto? “Abbiamo deciso di offrire loro la possibilità di avere dei “genitori a distanza”, come già succede per le adozioni dei bambini nelle Filippine” dice Roberta Riccadonna. “Queste adozioni consentiranno loro di pagare la retta scolastica, di acquistare il materiale scolastico e di coprire le spese necessarie per vivere. È un’ulteriore sfida che accogliamo, nella convinzione che dare la possibilità di studiare sia investire nel presente e nel futuro. Chi lo desidera può, quindi, accogliere questo invito sostenendo, con una quota mensile, il percorso scolastico di una bambina in Myanmar”.

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FORMARSIPER VIVERE

Pochi mesi fa, Paolo Maino ed io abbiamo fatto visita a suor Rosanna Favero, nelle Filippine, dove hanno preso corpo molti progetti di Via Pacis. Nel contesto era previsto anche un viaggio in Myanmar, viaggio che rivestiva un’importanza eccezionale, considerando che per la prima volta ci era permesso visitare una delle nostre realizzazioni in quella terra.Durante la permanenza nelle Filippine, però, l’ennesimo tifone ha messo a serio rischio questa parte del nostro programma, provocandoci ansia e preoccupazione, in quanto in Myanmar eravamo attesi per un evento importante: l’inaugurazione della Boarding House, la casa finanziata e costruita da Via Pacis per rispondere

di Roberta Riccadonna

BOARDING HOUSE

D A R E L A P O S S I B I L I T À D I

STUDIARE S I G N I F I C A I N V E S T I R E N E L

PRESENTE E N E L FUTURO. S I G N I F I C A D O N A R E

LIBERTÀ,

RESPONSABILITÀ E DIGNITÀ

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Sono un uomo anziano. Ho vissuto tanti eventi nella mia vita e alcuni di questi mi hanno portato tanto dolore e lasciato molte domande. Non si può non chiedersi perché succedono certe cose.Ma in mezzo a tante lotte e sofferenze, Dio è sempre stato la nostra forza e consolazione. Come possiamo dimenticare lo sforzo dei missionari, che hanno lasciato tutto per venire da noi, abbracciando le nostre incertezze e miserie? Hanno imparato la nostra lingua e hanno vissuto con noi per migliorare la nostra vita. Ricordo ancora molti di loro, tutti italiani. Le nostre chiese sono tuttora la memoria del loro lavoro e della loro fede. Ogni mattone è stato costruito con grande speranza, sforzo e sacrificio. Vicino ad ogni chiesa, la casa del sacerdote era sempre piena di bambini bisognosi di nutrimento nel corpo, nella mente e nell’anima. Io ero uno di loro. Dai missionari ho ricevuto la vita.Poi improvvisamente hanno dovuto lasciare il nostro Paese. Tutto è accaduto così in fretta, che oscurità e paura sono state nostre compagne. Ma la preghiera e la fede sono rimaste la nostra forza. Abbiamo continuato a credere e a vivere ciò che avevamo imparato, e questo ci ha tenuti uniti e fiduciosi.Ora vedo che ciò che noi abbiamo continuato a sperare è una realtà per i nostri ragazzi. Qui nel nostro villaggio, infatti, grazie alla generosità e all’amore di Via Pacis, la costruzione della Boarding House è stata appena completata. Forse non starò qui ancora a lungo e non sarò in grado di vedere il futuro luminoso che attende i nostri giovani, ma nel mio cuore credo che questo progetto porterà molto frutto non soltanto nella loro vita, ma nella nostra comunità e nella nazione intera.

UN FUTUROLUMINOSO

al bisogno di formazione scolastica e di assistenza di giovani studentesse.Purtroppo, in quei giorni erano stati cancellati i voli aerei, le barche restavano ferme in porto in attesa che si calmasse il mare e noi, insieme a suor Rosanna, eravamo bloccati in un albergo a Calapan con tanta delusione, ma sempre fiduciosi di partire. Poi finalmente è arrivato il via libera che ci ha permesso di ricominciare la corsa per raggiungere Manila, e quindi ripartire il giorno seguente verso Loikaw, nello Stato di Kayah, area chiusa agli stranieri fino ad un anno fa, ed ancora proibita ai turisti.Lungo il percorso in macchina verso Loikaw, abbiamo potuto raccogliere immagini indimenticabili. Ampie distese di campi, in cui fra l’erba affiorano grandi cappelli di paglia a significare la presenza di persone, in gran parte donne, curve sotto il sole e impegnate nel

Anziano del villaggio

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raccolto, mentre i tappeti rossi lucenti di peperoncino portano alla mente le povere mani arrossate dalla raccolta di quel prodotto tanto irritante per la pelle. Lo spettacolo più triste è rappresentato dalla vista di numerose ragazze, giovanissime, impegnate nella costruzione di strade: trasportano massi e “cucinano” l’asfalto. I volti sembrano implorare aiuto, ed il nostro cuore è straziato al pensiero di non poterci fermare, di non poter alleviare in alcun modo quella sofferenza.A Loikaw anche i sacerdoti sono costretti a lavorare nei campi, perché devono dimostrare al governo di guadagnarsi il necessario per la loro sopravvivenza e per il mantenimento di tanti ragazzi, orfani o poveri, da loro stessi aiutati a studiare; le mani ed il viso bruciati dal sole sono lì a testimoniare il loro sacrificio. Una visita in diocesi ci ha permesso di incontrare il vescovo attuale e quello emerito. Con orgoglio ci mostrano una sala dove sono appesi i quadri dei missionari, per la maggior parte italiani, che per primi hanno annunciato il Vangelo in quella terra; persone amate da tutti e che tutti rimpiangono e ricordano con affetto, fino all’ultima amara memoria della loro espulsione e del conseguente sequestro dei beni ecclesiastici.Durante la visita non abbiamo potuto raggiungere i villaggi, ma sono state le famiglie a venire a trovarci per esprimerci la loro gratitudine.L’inaugurazione della Boarding House, la casa in cui circa 70 bambine dai 7 ai 16 anni potranno essere ospitate per studiare e formarsi, ha costituito un momento veramente emozionante: da anni aspettavamo questo evento, desiderando essere presenti sul territorio con una struttura promotrice di conoscenza, speranza, fiducia e amore. Abbiamo incontrato le bambine che usufruiscono di questa opportunità: sono orfane di guerra o provenienti dalla foresta, dove non ci sono

BOARDING HOUSE

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scuole. Abitando nella Boarding House potranno diplomarsi per poi contribuire allo sviluppo sociale e culturale del loro paese. Crediamo molto in questo progetto e abbiamo avuto conferma di ciò dalle parole di alcune ragazze più grandi che si sono trasferite nelle Filippine per poter proseguire gli studi. Esse sono ben ferme nel proposito di conoscere e di formarsi sempre di più allo scopo di potersi, poi, spendere per gli altri “perché possiamo anche noi consolare come noi stesse siamo state consolate”. Suor Rosanna Favero ci ha condiviso la sua gioia per la realizzazione di questi progetti di studio, nella consapevolezza che favorire l’istruzione significa donare libertà, responsabilità e dignità. Le bambine dimostrano veramente un grande desiderio di imparare, di conoscere, di studiare. Abbiamo, quindi, deciso di offrire anche a loro dei “genitori a distanza”, come avviene per le adozioni dei bambini nelle Filippine. Tale iniziativa consentirà loro di pagare la retta scolastica, di acquistare il materiale didattico e di coprire le spese del necessario per vivere. Questa è un’ulteriore sfida che abbiamo raccolto nella convinzione che dare la possibilità di studiare significhi investire nel presente e nel futuro.

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I N T A S C A

I l c i e l o

GIOVANIG IOVANIG IOVANI

di Daphne Squarzoni

Alyssa camminava per la strada a testa in su, osservando il cielo. Senza volerlo si scontrò con un signore. Mortifi cata, gli disse: «Mi scusi, non l’ho fatto apposta...». «Non ti preoccupare, va tutto bene» - l’interruppe il signore con un sorriso - «Come potrei sgridare qualcuno solo per essere rimasto incantato a guardare il cielo?». «La ringrazio, la prossima volta starò attenta, lo prometto» - rispose la ragazzina chinando il capo. Quel signore la faceva sentire come davanti a qualcosa di immensamente bello e grande, ma assolutamente accessibile a tutti. «Tieni» - le disse allora il signore porgendole un pezzo di puzzle azzurro striato di bianco. «Cos’è?» chiese Alyssa senza capire. «Lo scoprirai» - sorrise misterioso il signore prima di voltarsi e sparire dietro l’angolo.Alyssa continuò la sua passeggiata fi no ad arrivare al parco. In un angolo c’era un ragazzino con un pallone. Solo. «Ehi» - lo chiamò Alyssa. Il ragazzo si girò a guardarla interrogativo. «Posso giocare?» - chiese lei, sorridendo. «Ok» - rispose incerto lui. «Mi chiamo Alyssa» - si presentò la ragazza. «Federico» - disse l’altro. «A cosa vuoi giocare?» - chiese Federico. «Schiaccia 7?» - propose Alyssa. In poco tempo, altri ragazzi si aggiunsero al gioco. Nessuno era più solo. Federico la raggiunse sull’erba: «Grazie» - le disse. «A te» - rispose Alyssa. «Prima ti è caduto questo» - disse il ragazzo porgendo ad Alyssa il pezzo di puzzle azzurro. «Sai, ne ho uno simile, magari combaciano» - propose Federico. «Proviamo» - sussurrò la ragazza. Avvicinarono i due pezzi e… combaciavano! «Fede, mi fai un favore? Chiedi agli altri se hanno anche loro dei pezzi di puzzle in tasca?» - propose Alyssa. Federico tornò con le mani piene di piccoli pezzettini, seguito da tutti i ragazzi che prima stavano giocando.Tutti insieme si misero a comporre un grande puzzle. Non era completo, ma si vedeva chiaramente un cuore al centro di un cerchio formato da persone che si davano la mano. E un grande cielo. Ed ognuno sorrideva.“Lo scoprirai”, aveva detto il signore. Si! Aveva scoperto che quel puzzle era l’unicità di ognuno e si legava con il contributo che tutti davano alla sua vita, e la cosa le dava tanta gioia.«Chissà come si chiamava quel simpatico signore» - pensò tra sé e sé Alyssa: «Mi sono scordata di chiederglielo…».

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Ti è mai successo di essere in un periodo sovraccarico di pensieri, di ansie, preoccupazioni e chi più ne ha più ne metta? A me sì. E ti sei mai ritrovato a continuare e continuare, giorno e notte, ora dopo ora, a rimuginare su tali pensieri ecc.? Io sì. E facendo così, ti sei mai reso conto di quante cose ti sei perso? Io sto iniziando a farlo ora. Forse Dio da lassù ha voluto darmi un input particolare, visto che altri non ne coglievo e rimanevo da sola a crogiolarmi nel mio brodo...Cena fuori, tra amici. In un altro periodo avrei aspettato con ansia la serata, sicura già della gioia che avrei vissuto. Ma quel giorno no. Proprio non ne volevo sapere, perché per me significava dover mettere una maschera e concentrarmi per una performance da Oscar. Un pensiero presto accantonato. Ora sono lì col sorriso e la mente vuota, pronta a riempirla di cose riguardanti solo la serata.Mentre la serata procedeva, a un certo momento, per un brevissimo istante, mi sono vista come se mi guardassi dall'alto, come se fossi il regista che osserva l'intera scena e non l'attrice che la vive. Un attimo, davvero breve, il cui ricordo era solo un volto triste: il mio. Mi sentivo come in una bolla separata dall'ambiente in cui erano i miei amici, come se tutto potesse andare avanti perfettamente con o senza di me. Stavo vivendo la serata richiusa nei miei pensieri, nelle preoccupazioni e nelle riflessioni che mi tenevano nel grigiore già da un po' di tempo. E non permettevo alle piccole cose belle della vita di colorare un po' il mio panorama interiore, perché stavo aspettando che un grande raggio di sole, o addirittura un arcobaleno, sistemasse tutto in un attimo.Cosa dirti, è stata un'esperienza strana sì, ma davvero indispensabile. Quella sera ho deciso di prendere in mano la situazione e provare a non essere più né un semplice cameraman né un'attrice qualunque che segue un copione già scritto: voglio essere il co-regista della mia vita. Perché non regista? Perché un ruolo così alto ho deciso di lasciarlo ad un Signore che conosce e può tutto... Ho anche deciso di non lavorare da sola alla pulizia delle pareti grigie della mia mente e del mio cuore. Mi hanno detto che ci sono delle persone specializzate in questo lavoro, a cui potrò appoggiarmi, per rimuovere nel modo giusto tutto lo sporco e rendere ancora più brillanti i nuovi colori che catturerò su quelle pareti. Ho deciso che prenderò in mano il telefono e chiamerò quelle persone (è tarda notte, ma il buon regista mi ha assicurato che sono disponibili a tutte le ore, perché hanno davvero a cuore il cliente!). Ora che ho visto quante belle sfumature mi perdevo stando a guardare solo il grigio, non devo assolutamente perdere tempo: quello che ho deciso, lo faccio!

Abby

A B I G A I L

D a l d i a r i o d i

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di Elena Bonometti

"La benedizione che facciamo oggi è quella di un luogo che permette all'Associazione

Via Pacis di svolgere quell'attività di formazione che si riferisce al cuore stesso del Vangelo. (...) La pace che si cerca è sempre un desiderio che nasce da Dio, perché noi siamo naturalmente portati, con una certa tendenza, ad essere uomini e donne - se non di guerra - almeno di gazzarra con Dio. E sembra che non sia possibile vivere, se non facendoci la lotta a vicenda, per tanti motivi, e per le cose più impensate.E questo non soltanto come dimensione umana, ovvero, perché siamo nati e segnati dal peccato, ma perché, anche all'interno della

Moltiplicare la PACE

C A L A B R I A

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di S.E. Mons. Francesco Milito

Intervento di S.E. Mons. Francesco Militovescovo di Oppido Mamertina-Palmiin occasione della benedizione della sede Via Pacis di Melicucco

Chiesa pare che in una famiglia di tutti battezzati non si possa vivere in pace per motivi, magari di eredità o di carattere e temperamento. Pare che anche in parrocchia le persone abbiano motivi per attaccarsi tra loro; e a volte anche tra sacerdoti e società, istituzioni, organizzazioni e così via, c'è qualcuno che dà disturbo all'altro. E questo fa molto più male perché all'interno della vita cristiana non è possibile vivere in questo modo. Se il cristianesimo nasce dall'amore, bisogna fare tutto per vivere nell'amore, dunque, nella pace. Ecco perché la pace è una testimonianza concreta dell'amore: dono di Dio e opera nostra.Quando una comunità, come a Melicucco, ha questa grazia di avere un'associazione che mette tutto il

Dal 21 al 28 ottobre 2014 Paolo ed Eliana Maino, fondatori di Via Pacis, sono stati in visita alla comunità Via Pacis di Melicucco (Rc), dove hanno guidato una settimana di formazione per i membri dell’Associazione.Il 23 ottobre 2014, alla presenza del parroco don Carmelo Surace, del sindaco Francesco Nicolaci e del Vescovo S.E. Francesco Milito, è stata inaugurata e benedetta la sede Via Pacis a Melicucco (Rc).

LUI PER ME C'È SEMPREHo 51 anni, sono sposata e ho due fi glie. Il mio incontro con Via Pacis è avvenuto all’inizio del 2013 tramite l’invito di una mia cara amica, che mi parlava spesso della comunità con entusiasmo e, anche se con un po’ di scetticismo, mi sono ritrovata a partecipare alla preghiera settimanale. Da quell’incontro ne sono uscita un po’ turbata, perché, pur frequentando la parrocchia e pregando Dio da sempre, mi sono accorta che la mia fede era tiepida e fi ne a se stessa. Così ho iniziato il cammino comunitario, fatto di unione fraterna e pura condivisione. Ora, a distanza di due anni, prego Dio con serenità e con la certezza che Lui per me c’è sempre. Mi sta rendendo una persona nuova e aperta alla vita. Grazie, Via Pacis!

ALLA RICERCA DI DIOAndavo alla ricerca di Dio, da una comunità all’altra, non trovando quello che cercavo da nessuna parte. Poi, grazie ad un’amica, accettai l’invito a partecipare a un incontro di preghiera di Via Pacis. Rimasi aff ascinata dalla pace e dalla serenità che trasmettevano. Cominciai il percorso di formazione base, e da quel momento la mia vita è cambiata. Ho iniziato principalmente ad amare me stessa e, di rifl esso, Dio e gli altri. Ho scoperto un Dio Padre Misericordioso, pieno d’amore, che mi ama così come sono con le mie fragilità e le mie debolezze, un Dio amico che mi sa ascoltare e comprendere. Ho scoperto che non sono più sola e quanto sia bello camminare insieme a dei fratelli che non ho scelto io, ma che è stato Dio a mettermi accanto per camminare insieme sulla via della pace.

Franca Impusino

Caterina Pochiero

T E S T I M O N I A N Z E

MOLTIPLICARE LA PACE

suo impegno per questo progetto è bellissimo, perché intende aiutare ciascuno a vivere nella pace autentica, che dà Dio, proprio come dice Gesù: Vi do la pace, non come la dà il mondo, ma come la do io.La pace costruisce in sé, e costruendo in sé costruisce anche con gli altri, perché (...) la pace si moltiplica!Gli operatori di pace sono sempre operatori moltiplicatori, sempre! Perché avviene questa reazione a catena, che è un miracolo vero e proprio. Avere una sede dove potersi trovare, incontrare, rifl ettere, fare questo cammino è una cosa molto bella.Ecco perché oggi la mia gioia è grande: perché so che qui adesso c'è lo spazio, il luogo, il riferimento, per crescere in questa direzione.La nostra zona ha bisogno, non solo di uomini e donne di pace, ma di uomini e donne che, diventando operatori di pace, siano missionari di pace.(...)A chi frequenterà questi locali auguro di trovare qui l'angolo della pace”.

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C H E C K P O I N T

NCosa sta accadendo in questi mesi al check point della storia? Qualcosa di inquietante, che

supera la nostra capacità di comprendere, qualcosa di cui

non intuiamo il senso, che non rientra nelle nostre nozioni. Ne rimaniamo attoniti o scandalizzati o paralizzati. Mi riferisco alle atrocità dell’ISIS, su cui ormai c’è abbondante documentazione e studi internazionali.Abbiamo sentito parlare di questa sigla, ISIS (Stato Islamico dell’Iraq e del Sham, il Levante), o semplicemente IS (Stato Islamico), ma non ci abbiamo dato subito peso. Poi, abbiamo visto uomini sgozzati in un video, prigionieri bruciati vivi, abbiamo letto di bambini e donne decapitati e abusati, di uomini crocifi ssi. E non abbiamo capito. Ma ora abbiamo il dovere di non distogliere gli occhi.Che cos’è l’ISIS? Le conquiste territoriali dell’Islam, da Maometto (VII secolo) ai suoi successori, fi no alla fi ne del grande impero Turco Ottomano (1924), furono impressionanti. Ma alla fi ne, le potenze occidentali imposero in tutto il Medio Oriente i confi ni degli attuali stati nazionali.Si pensava che nessuno avrebbe più osato proclamarsi ‘successore di Maometto’, ovvero suo Califf o, suo vicario. Neanche Bin Laden e Al Qaeda lo avevano ipotizzato. Oggi però c’è un leader, Abu Bakr Al Baghdadi, che sembra spuntare dal

A sud diROMA?

di Tiziano Civettini

Andalus

Maghreb

The land of habasha

Orobpa

43A SUD DI ROMA?

nulla e ha scelto il giorno simbolico dell’inizio di Ramadan del 2014 per autoproclamarsi Califf o. Dice di non volere semplicemente liberare i territori islamici dagli ‘infedeli’, ma di voler fondare (o forse lo ha già fatto) uno Stato Islamico universale. E molti giovani, uomini e donne, lo seguono. I confi ni ideali di questo stato seguono un sogno antico di grandezza e vanno dalla Spagna alla costa nord africana, all’Oriente, fi no all’India, alla costa dalmata, fi no quasi alle porte di Vienna. “Siamo a sud di Roma”, hanno proclamato il suo portavoce e la rivista ‘DABIQ’, pubblicata on-line in inglese per motivi propagandistici.Il Califf ato Islamico contiene una promessa antica: la restaurazione dell’età dell’oro, il riscatto dalle angherie e dalle umiliazioni subite: Maometto ritorna! Tra le novità che connotano l’ISIS, notiamo l’uso dei media a livello professionale:

internet, facebook e whatsapp, e lo studio delle strategie di propaganda del ‘prodotto’ più effi caci. Agisce senza alcuna remora, facendo leva su uno dei sentimenti più forti e arcaici dell’umanità: la paura.Perché l’ISIS ha successo? I suoi seguaci sono giovani; molti di loro sono nati in Occidente, alcuni non hanno legami neanche lontani con l’Islam: sono dei convertiti. Molti hanno conosciuto un certo benessere e hanno un’istruzione medio alta, ma tutti sono profondamente delusi dal modello di vita occidentale. Il sogno di uno Stato confessionale, il ritorno al fondamento religioso, a regole

semplici e antiche, anche se per noi aberranti, spazzano via in un colpo solo le conquiste della modernità. È il miraggio di una immagine forte, che promette gloria e rispetto, in questa e nell’altra vita.

Cosa vogliono? Vogliono far scomparire gli attuali stati nazionali islamici imposti dall’Occidente, annientare gli ‘eretici’ Sciiti e scacciare o uccidere le minoranze, specialmente

gli Ebrei e i Cristiani. E vogliono allargarsi fi no ai limiti della massima espansione conosciuta nell’età dell’oro dell’Islam.Qui da noi, la paura alimenta la tentazione del ‘muro contro muro’, del rispondere alla violenza con la violenza, mostrando i muscoli e le armi più sofi sticate e distruttive. Ovviamente, occorre difendersi di fronte a una minaccia, ma l’Occidente sembra rivelare tutta la sua debolezza e scoprire che la sua identità poggia su valori sbiaditi e su strategie economiche di conquista.Che fare?Occorre ritornare con tutto il cuore alla novità della croce, a quella ‘follia’ che agli inizi dell’era cristiana seppe aff ascinare il mondo con la forza pacifi ca del Vangelo. È del Vangelo che c’è bisogno; il Vangelo non ha confi ni e può vincere anche i cuori più induriti, perché sono cuori di uomini, per i quali è morto il Figlio dell’Uomo.In febbraio, 21 cristiani egiziani copti sono stati sgozzati dall’ISIS. Nel video di propaganda, qualcuno ha letto il labiale di coloro che in ginocchio aspettavano la morte: “Signore Gesù, benedetto”. L’ingiuria della morte è diventata testimonianza di fede, più forte dell’odio e della paura.Crediamo che Gesù è il Signore della storia; è doveroso, nel nostro piccolo, recuperare l’orgoglio di essere battezzati e la certezza che la misericordia e la mansuetudine sono più forti della violenza. Ed è doveroso cercare, implorare e, contemporaneamente, percorrere la via della pace.

The land of alkinana

Yaman

Hijaz

Khurasan

Iraq

ShamAnathol

QoqzazKordistan

«misericordia e mansuetudine

sono più forti della violenza»

n questo brano risalta la volontà dell’evangelista Luca di rileggere alcuni racconti dell’Antico Testamento per sottolineare l’originale bellezza

dell’identità di Gesù. Sono due, infatti, i brani dell’Antico Testamento che fanno da sfondo al nostro racconto evangelico: 1Re 17,17-24 (la resurrezione del figlio della vedova di Sarepta da parte del profeta Elia)

e 2Re 4,32-37 (la resurrezione del figlio della Sunammita da parte del profeta Eliseo). Si tratta di testi nei quali i protagonisti sono due tra i più grandi profeti d’Israele: Elia e il suo discepolo Eliseo. Gesù, al termine del nostro brano, echeggiando il cantico di Zaccaria, verrà esaltato proprio come “un grande profeta”. Se ci lasciamo coinvolgere dal Vangelo, ci accorgeremo come la grandezza profetica di Gesù sia ancora più sorprendente.Gesù è presentato mentre è in viaggio: si sta dirigendo verso un villaggio della Galilea meridionale, Nain (poco distante da Sunem, il luogo dove Eliseo operò il miracolo della resurrezione di un bambino accennato poc’anzi).Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova;

e molta gente della città era con lei. Gesù è quasi arrivato a destinazione quando, in senso inverso, incrocia un corteo nel quale una donna sta accompagnando il cadavere del proprio unico figlio al sepolcro. Il testo non lésina particolari che ci permettano di cogliere in quale abisso di dolore è precipitata questa vedova; è una donna priva di qualunque sostegno: oltre ad essere vedova, adesso le è morto anche l’unico figlio. In una società come quella di allora, il futuro di questa donna sembra irrimediabilmente compromesso. Per questa donna non è morto solo il passato (l’essere stata una sposa e una madre) ma anche il futuro (la difficoltà di sopravvivere a causa della sua vulnerabilità giuridica ed economica).Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione. Per la prima

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Q U A N T O A M O L A T U A P A R O L A

STRETTIdallacompassione«11In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. 12Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. 13Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». 14Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». 15Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. 16Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». (Lc 7,11-16)

di Gregorio Vivaldelli

I

«... fu preso da grande

compassioneper lei»(Lc 7,13)

45STRETTI DALLA COMPASSIONE

volta l’evangelista Luca chiama Gesù “il Signore”. Le persone intorno a Gesù e alla vedova alla fine Lo definiranno come “un grande profeta”. Luca si preoccupa invece di avvisare subito il lettore che di fronte a questa situazione di dolore non c’è soltanto il Gesù terreno, ma “il Signore” morto e risorto con potenza. I primi cristiani, infatti, per proclamare la propria fede nel Risorto, applicavano a Gesù l’appellativo di “Signore”, riconoscendolo così come il Messia Salvatore. È chiaro, quindi, che per comprendere in pienezza il nostro testo è necessario leggerlo alla luce della morte e resurrezione di Gesù di Nazaret. In tal modo, Luca ci comunica un aspetto sconvolgente dell’identità profonda di Gesù risorto: Egli possiede una “signoria” che non è insensibile alla sofferenza umana, ma che anzi la incontra e per la

quale prova “grande compassione” (lett.: «sentì una compassione viscerale», «si commosse nel profondo») dandosi subito da fare. Luca, nel suo Vangelo, usa lo stesso verbo del «commuoversi in profondità» anche per indicare lo stato d’animo del samaritano (cfr Lc 10,33), del padre misericordioso verso il suo secondogenito (cfr Lc 15,30) e dello stesso Dio nei confronti di Israele (cfr Lc 1,78).le disse: «Non piangere!». Gesù si rivolge direttamente alla persona che sta vivendo il dramma del figlio unico morto. Per Gesù la morte di quel figlio non è semplicemente un fatto di cronaca: è innanzitutto un dolore che si incarna in una persona. Ed è con questa persona che Gesù instaura subito un dialogo, un rapporto. Si fa vicino al sofferente. Gli rivolge una parola.

Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Con un ordine inaudito e perentorio Gesù comanda direttamente al morto di alzarsi. In questo modo Luca registra una radicale differenza tra l’agire di Gesù di Nazaret e quello di Elia ed Eliseo: i profeti dell’Antico Testamento si stendevano sul morto, pregavano con insistenza; Gesù ordina. Gesù è “il Signore” e per mezzo di Lui, con Lui e in Lui è Dio stesso che, ora, interviene nella storia degli uomini. Con queste parole Luca fa notare al lettore che veramente «il Regno di Dio è vicino» (cfr Lc 10,11; 21,31).Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Il risultato è addirittura superiore al previsto: non solo il morto si leva e si mette seduto, ma inizia pure ad interloquire con i presenti.Ed egli lo restituì a sua madre. La sensibilità e la delicatezza di Gesù sono ulteriormente sottolineate da Luca: dopo il miracolo, il Signore ridona il figlio alla propria madre, quasi a regalarle una sensazione sperimentata anni prima; quasi che per la donna di Nain questa restituzione fosse una sorta di nuovo parto. A questa donna Gesù ridona la dignità di madre. Non dimentichiamo, infatti, che non è stata tanto la morte del figlio a destare il cuore di Gesù, quanto aver visto una donna che versava in così tanto dolore: “Vedendola” (cfr v.13).Dio ha visitato il suo popolo. Tutti i presenti interpretano l’intervento prodigioso di Gesù come una visita personale di Dio stesso in mezzo al proprio popolo, facendo risuonare le parole del cantico di Zaccaria: «Benedetto il Signore Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo»; «verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge» (Lc 1,68.78).Soltanto se la morte viene incontrata dall’Autore della vita, l’uomo avverte la presenza di Dio nella propria storia. Il nostro desiderio di camminare sulla via della pace è fiducia nella vittoria di Gesù sulla morte. In Gesù, Dio è andato incontro alla morte e, risorgendo, le ha tolto l’ultima parola: anche alle sconfitte e ai fallimenti che hanno visitato e che visiteranno la vita di ciascuno di noi, desiderosi come siamo di vivere ogni giorno il Vangelo della pace e della riconciliazione.

di Claudia Carloni

#ascoltoinsilenzio

I H A V E A D R E A M

Pregare è dialogare con Dio, è poter dire a Dio le nostre preoccupazioni e le nostre gioie, in modo spontaneo o attraverso

formule che riceviamo dalla tradizione del cristianesimo. In questa dimensione di dialogo non dobbiamo però dimenticarci che pregare è anche ascoltare. Funziona proprio come nelle nostre relazioni, fatte di parole pronunciate da noi e di ascolto dell’altro. Forse però è più facile parlare, che ascoltare davvero. Lo vediamo nelle nostra quotidianità, con il nostro coniuge, i figli, i colleghi, i parenti. Il più delle volte non ascoltiamo: udiamo e ci facciamo scivolare addosso le parole dell’altro. E rischiamo di fare così anche nel dialogo con Dio. Eppure Dio ci incoraggia, ci esorta ad ascoltare,

ad ascoltarlo. Se ci invita a questo, significa che per l’uomo è possibile ascoltare l’altro, ascoltare Dio.Abbiamo un Dio che ci ascolta, un Dio attento alla nostra vita, attento ad ogni nostro sospiro. Fin dalle prime pagine di Genesi scopriamo che Dio dialoga con l’uomo, Dio parla e ascolta. Gesù nei Vangeli si presenta come cercatore di dialogo e attento ascoltatore del cuore dell’uomo. Il nostro Dio non è un Dio sordo. E non è un Dio muto. Anche oggi Dio ci vuole suoi interlocutori. L’ascolto va imparato nell’esercizio quotidiano del fermarsi e del fare silenzio, giorno dopo giorno. Questo fermarsi, per noi abituati alla frenesia del mondo, è una scelta coraggiosa e di grande umiltà. È umile chi decide di iniziare la giornata fermandosi in silenzio davanti a Dio e si riconosce creatura e non Creatore. È coraggioso chi sceglie di fare prima spazio alle parole dell’altro, dell’Altro. Chi non si ferma mai, chi non fa mai silenzio, non è capace di ascoltare. Si illude di ascoltare se stesso, gli altri e Dio. Ma è un’illusione che viene presto alla luce, perché l’ascolto implica il mettere in pratica, l’ascolto vuole l’obbedienza alla parola accolta. Ascolto e silenzio si cercano, si amano: dove c’è uno vuole esserci

anche l’altro. Il silenzio non è un optional, qualcosa che può esserci o no. È costituivo della nostra natura: nasciamo nel silenzio, moriamo nel silenzio. È una necessità, è uno spazio nel quale sostare e nel quale dare ospitalità agli altri, a Dio. Decidiamo oggi quando fermarci per dialogare con Dio. E decidiamo dove. È importante decidere il dove, perché il silenzio e l’ascolto presuppongono il non avere la tv, il computer, il cellulare, il forno accesi... Da questa decisione può dipendere la qualità della nostra giornata.Il tempo del mattino è particolarmente prezioso, è un nuovo giorno che si apre davanti a noi. Ogni giorno inizia nel silenzio, quasi non ce ne accorgiamo. Pensiamo alla giornata di domani: non conosciamo tutto ciò che dovremo affrontare, ma possiamo viverla come una delle tante o renderla profezia per noi e per chi ci è vicino. Possiamo subire la giornata e viverla nell’attesa che arrivi la sera, o riconoscere in quella giornata un dono. Fin dal mattino possiamo dialogare con Dio, ringraziare per il dono della vita, ascoltare la sua Parola, prepararci ad accogliere le persone che incontreremo. Il Salmo 62 inizia con queste parole: “O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco…”. Nel silenzio del nascere del giorno, con stupore e meraviglia, anche noi siamo cercatori di dialogo. Quello che intuisco nel silenzio, quello che ascolto nelle mie relazioni e comprendo essere il bene, lo posso realizzare proprio in questa giornata. Se non lo concretizzo, rischio di rendere vana la voce di Dio. Forse il silenzio può fare paura. Questo non ci deve scoraggiare, anzi proprio questa paura è un segno interessante: può voler dire che abbiamo davvero bisogno di fermarci a dialogare con Dio, perché stiamo correndo troppo. Paolo, Eliana e don Domenico, fondatori di Via Pacis, hanno fatto dipendere la loro vita dall’ascolto e dall’obbedienza alla Parola di Dio. Dio desidera essere parte della nostra vita quotidiana. Apriamogli la porta, diciamogli: “Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta”. Dialoghiamo con Dio, raccontiamogli i nostri dubbi e ascoltiamo le Sue risposte: avremo delle sorprese.

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Sono una giovane di 26 anni, vengo da una famiglia tradizionale

e molto unita.La mia infanzia è stata felice, anche se sono sempre stata

lontana da Dio; durante l’adolescenza pensavo

solo a passare il tempo con i miei amici, ad andare alle feste e a

stare sempre dove mi piaceva, cercando “libertà” dai miei genitori.

Nonostante mia madre fosse molto cattolica e impegnata con Dio, non ho mai voluto ascoltare i suoi consigli. Spesso mi sentivo

inquieta e mi chiedevo: “Dio esiste?”.

Con il passare del tempo ho completato gli studi e ho iniziato

a lavorare e guadagnare soldi; con tutto ciò sono arrivate anche

le diffi coltà, ma non mi era mai venuto in mente che Dio mi

potesse aiutare.Dopo l’incontro con Via Pacis

posso dire che quella domanda “Dio esiste?” ha una risposta: certo che esiste, ma bisogna

aprire il cuore, camminare verso di Lui, seguire la Sua parola e

il Suo cammino.Nella mia vita è cambiato tutto:

ho una famiglia migliore, una bambina di quattro anni che per me è una benedizione e, anche

se ci sono ancora tante diffi coltà e domande nella mia vita, con Dio al mio lato trovo soluzioni e risposte.

Dio esiste?¿DIOS EXISTE?

Soy una joven de 26 años, vengo de una familia tradicional y muy unida. Mi infancia fue alegre aunque siempre estuve alejada da Dios; en mi adolescencia solo pensaba en pasar con mis amistades, ir a fi estas y estar siempre en lo que me gustaba buscando “libertad” por parte de mis padres; a pesar que mi madre es muy católica y comprometida con Dios nunca quise escuchar sus concejos. En esos tiempos venia la inquietud ¿Dios existe?Al pasar el tiempo curse mis estudios y empecé a trabajar a ganar dinero y con todo ello llegaron las difi cultades, pero nunca se me ocurrió pensar que Dios me podía ayudar.Ahí en esos momentos apareció la Asociación Via Pacis. Hoy puedo decir que aquella pregunta ¿Dios existe? tiene respuesta: claro que existe, pero hay que abrir el corazón, caminar hacia Él, seguir Su palabra y camino. En mi vida todo ha cambiado: tengo una familia mejor, una hija de 4 años que para mí es una bendición y, aunque existen todavía muchas difi cultades y preguntas en mi vida, con Dios de mi lado encuentro soluciones y respuestas.

Y O U L H I N E L I A N A C A S T I L L O C A M A C H O

T E S T I M O N I A N Z A

Nessuno cammini da solo

®16-05-2015 - ORE 20:30TEATRO VALLE DEI LAGHI - VEZZANO

30-05-2015 - ORE 20:30AUDITORIUM ISTITUTO D’ISTRUZIONE L. GUETTI – TIONE

06-06-2015 - ORE 20:45TEATRO ROSMINI – ROVERETO

INTERO: 5 € - BAMBINI E RAGAZZI FINO A 12 ANNI: 3 €Prevendita Associazione Via Pacis [email protected] - telefono: 0464555767

Un cammino comunitario in tempi di individualismo esasperato non si improvvisa. C'è bisogno di libertà e di qualcuno che ci accompagni. Come dice Papa Francesco nell'Evangelii Gaudium: “L’accompagnamento spirituale deve condurre sempre più verso Dio, in cui possiamo raggiungere la vera libertà”. “Più che mai abbiamo bisogno di uomini e donne che (...) conoscano il modo di procedere (...), dove spiccano la prudenza, la capacità di comprensione, l’arte di aspettare, la docilità allo Spirito (...)". Questo quaderno di formazione traccia alcune linee e alcuni orientamenti per orientarsi in questo viaggio.