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“MAL DI SCHIENA” LE GAMMAPATIE MONOCLONALI “MI È VENUTA UNA FEBBRE SUL LABBRO…” LA POSTA DEL MONITORE IL M ONITORE 5 IN QUESTO NUMERO Novembre 2003 Periodico di divulgazione medica realizzato in collaborazione con il Poliambulatorio LARC C.so Venezia 10, Torino Diffusione 10.000 copie Distribuzione gratuita. numero 1-3 PAGINA (segue a pag. 2) M EDICO IL M ONITORE M EDICO 4-5 PAGINA www.ilmonitoremedico.it 7 PAGINA Centro Scientifico Editore - Via Borgone 57 - 10139 Torino Tel. 011 385.36.56 - Fax 011 385.32.44 - e-mail: [email protected] - www.cse.it Direttore Responsabile: Walter Martiny Coordinamento Redazionale: Emanuela Amadei Segreteria di redazione: LARC - C.so Venezia, 10/A - 10155 TORINO Tel. 011/24.86.216 Fax 011/24.82.406 6 PAGINA Tutti i diritti riservati Reg. presso Trib. Torino n° 5468 del 22/12/2000 Stampa: M.S. Litografia s.r.l. - Torino P R E V E N Z I O N E Il "mal di schiena" è uno dei disturbi più frequentemente lamentati dai pazienti, senza grosse distinzioni di sesso o età. In particolare il dolore a livello lombare sembra avere una netta prevalenza sugli altri segmenti vertebrali, tanto che da in- dagini epidemiologiche risulta che circa 8 persone su 10 soffrono o hanno sofferto di lombalgia” (ossia di mal di schiena in sede lombare), o di “lombosciatalgia” (qualora sia interessato anche il nervo sciatico, con conseguente dolore esteso anche alla gam- ba). Le cause della lombalgia possono essere molteplici, dal mantenimento di posizioni scorrette, a fattori congeniti, dai microtrau- matismi cronici ai fattori psicogeni, dalle lesioni infiammatorie a quelle infettive, tumorali o metaboliche. Indubbiamente, comunque, le cause più comuni di lombalgia sono di origine meccanica: sforzi e, forse ancor di più, mantenimento di posizioni scorrette. Nella maggior parte dei casi la lombalgia è causata infatti da un iperstiramento pro- lungato dei legamenti e dei tessuti molli circostanti. Accade spesso che questo iper-stiramento provochi dolore, il che si verifica in parti- colare quando ci abituiamo ad assumere posture scorrette. Il perpetuarsi di atteggia- menti o movimenti scorretti e, naturalmen- te, di traumi e sforzi intensi o sproporzio- nati alle proprie possibilità, può causare danni anatomici al disco intervertebrale, che può così protrudere al di fuori della propria sede. Se la protrusione è diretta verso il canale midollare e arriva a premere su una radice nervosa causerà dolore o altri sintomi anche in zone lontane, ad esempio nella gamba o nel piede ( la sciatica”). In certi casi il disco protruso può lacerarsi permettendo la fuoriuscita del materiale in esso contenuto: avremo quindi un'ernia discale. Bisogna subito chiarire che la miglior arma per affrontare questa patologia è la pre- venzione, assai più importante ed efficace di qualsiasi terapia. “MAL DI SCHIENA” Anno di fondazione 1984 anno diciannovesimo

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Medicina

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“MAL DI SCHIENA”

LE GAMMAPATIEMONOCLONALI

“MI È VENUTA UNA FEBBRESUL LABBRO…”

LA POSTA DELMONITORE

IL MONITORE 5

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003

Periodico di divulgazione

medica realizzato in

collaborazione con il

Poliambulatorio LARC

C.so Venezia 10, Torino

Diffusione 10.000 copie

Distribuzione gratuita.

numero

1-3PA

GIN

A

(segue a pag. 2)

MEDICOIL MONITORE

MEDICO

4-5PA

GIN

A

www.ilmonitoremedico.it

7PAGINA

Centro Scientifico Editore - Via Borgone 57 - 10139 TorinoTel. 011 385.36.56 - Fax 011 385.32.44 - e-mail: [email protected] - www.cse.itDirettore Responsabile: Walter MartinyCoordinamento Redazionale: Emanuela AmadeiSegreteria di redazione: LARC - C.so Venezia, 10/A - 10155 TORINOTel. 011/24.86.216 Fax 011/24.82.406

6PAGINA

Tutti i diritti riservatiReg. presso Trib. Torinon° 5468 del 22/12/2000Stampa: M.S. Litografia s.r.l. - Torino

P R E V E N Z I O N E

Il "mal di schiena" è uno dei disturbi piùfrequentemente lamentati dai pazienti,senza grosse distinzioni di sesso o età.In particolare il dolore a livello lombaresembra avere una netta prevalenza suglialtri segmenti vertebrali, tanto che da in-dagini epidemiologiche risulta che circa 8persone su 10 soffrono o hanno sofferto di“lombalgia” (ossia di mal di schiena in sedelombare), o di “lombosciatalgia” (qualorasia interessato anche il nervo sciatico, conconseguente dolore esteso anche alla gam-ba).• Le cause della lombalgia possono esseremolteplici, dal mantenimento di posizioniscorrette, a fattori congeniti, dai microtrau-matismi cronici ai fattori psicogeni, dallelesioni infiammatorie a quelle infettive,tumorali o metaboliche.Indubbiamente, comunque, le cause piùcomuni di lombalgia sono di origine meccanica:sforzi e, forse ancor di più, mantenimentodi posizioni scorrette.Nella maggior parte dei casi la lombalgiaè causata infatti da un iperstiramento pro-lungato dei legamenti e dei tessuti mollicircostanti.Accade spesso che questo iper-stiramentoprovochi dolore, il che si verifica in parti-colare quando ci abituiamo ad assumere

posture scorrette. Il perpetuarsi di atteggia-menti o movimenti scorretti e, naturalmen-te, di traumi e sforzi intensi o sproporzio-nati alle proprie possibilità, può causaredanni anatomici al disco intervertebrale,che può così protrudere al di fuori dellapropria sede. Se la protrusione è direttaverso il canale midollare e arriva a premeresu una radice nervosa causerà doloreo altri sintomi anche in zone lontane,ad esempio nella gamba o nel piede ( la“sciatica”).In certi casi il disco protruso può lacerarsipermettendo la fuoriuscita del materialein esso contenuto: avremo quindi un'erniadiscale.

Bisogna subito chiarire che la miglior armaper affrontare questa patologia è la pre-venzione, assai più importante ed efficacedi qualsiasi terapia.

“MAL DI SCHIENA”

Anno di fondazione 1984anno diciannovesimo

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MEDICO

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Come prevenire?La prevenzione della lombalgia ha mol-teplici aspetti:

1. Postura : La posizione che si assumeè molto importante. Una posizione scor-retta mantenuta a lungo, infatti, puòessere causa di mal di schiena. In parti-colare sono a rischio le persone che la-vorano con il busto piegato in avanti(impiegati, disegnatori, dentisti, …) oche mantengono la colonna vertebraleinfossata mentre viaggiano o stannoseduti o guardano la televisione: taliposizioni errate possono essere all’ori-gine di dolori sia in sede lombare, siacervicale. Fondamentale, quindi, il man-tenimento della schiena dritta in ognisituazione.

2. Sovrappeso : i chili in eccesso eserci-tano un’azione negativa in quanto ac-centuano lo sforzo cui è sottoposta laschiena. Per tenere il peso sotto controlloè bene rivolgersi al proprio medicoper farsi consigliare una dieta adatta.

3. Attività fisica : un’attività fisica rego-lare, oltre a favorire la riduzione delpeso con conseguente riduzione delcarico sulla schiena, è utilissima in quan-to rinforza la muscolatura.Fondamentale, in particolare, è il rinfor-zo dei muscoli addominali, in modo cheil peso del tronco sia supportato anchedalla muscolatura addominale e nonsolo da quella dorsale.Sono inoltre utilissimi tutti gli esercizidi allungamento e rilassamento dei mu-scoli della schiena, dal momento che ildolore, come già ricordato, è dovuto,nella maggior parte dei casi, a contrat-ture muscolari.Per quanto riguarda la scelta del tipo disport, ottimo è il nuoto, in quanto con-sente il movimento e l’allungamentodei muscoli in condizioni ideali.Fondamentale comunque, in ogni caso,agire con moderazione e senza esagera-zioni e rivolgersi sempre al medico pri-ma di intraprendere qualsiasi attività.

Ma se la prevenzione non basta,che cosa si può fare per curare lalombalgia?Come già detto in precedenza, la mag-gior parte delle lombagie sono di naturameccanica e quindi, in questi casi, sonoefficaci i farmaci con effetto antidolori-fico e quelli miorilassanti.

Esistono varie categorie di farmaci anti-dolorifici: quelli classici (il gruppo deicosiddetti FANS) e i cortisonici. I FANSsono utilizzati in caso di dolore lieve omoderato, legato a un’infiammazione.I cortisonici sono generalmente più po-tenti, ma possono essere causa di mag-giori effetti collaterali.

P R E V E N Z I O N E

“MAL DI SCHIENA”

Alcuni consigli La colonna vertebrale, vista di lato, pre-senta delle curve fisiologiche. Dall'altoverso il basso esse sono: la lordosi cervicale,la cifosi toracica, la lordosi lombare. Il sacro,variamente angolato con le vertebre lom-bari, unisce la colonna al bacino. L'apiceinferiore è dato dal coccige.La presenza di curve nel rachide aumentala resistenza della colonna vertebrale allesollecitazioni in compressione. La lordosilombare, che subisce il maggior carico, èindispensabile per diminuire lo stress com-pressivo sui dischi intervertebrali.Ideale sarebbe che tutte le sedie fornisseroun supporto alla regione lombare, cosicchéla lordosi, che è presente per natura nellastazione eretta, venga mantenuta anchequando si sta seduti.• Le interruzioni ad intervalli regolari dellaposizione seduta, mantenuta a lungo,sono indispensabili per prevenirel'insorgenza del dolore. Sarà sufficientealzarsi in piedi, fare cinque o sei estensionie camminare per qualche minuto.• Anche quando si lavora in posizioneflessa in avanti, è indispensabile interrom-pere l'attività ad intervalli regolari, rad-drizzandosi ed estendendosi all'indietrocinque o sei volte.• Per sollevare un peso dovete cercare dinon flettere la colonna in avanti ma dimantenerla diritta sfruttando la forza dellegambe. Inoltre, dovete raddrizzarvi edeseguire cinque o sei estensioni all'indietrosubito prima ed immediatamente dopoaver sollevato un carico gravoso o ad in-tervalli regolari quando ne dovete sollevarepiù di uno.• Quando state molto tempo in piedistate dritti, non infossatevi e non permet-tete alla vostra schiena di creare una lordosieccessiva.• Calzate scarpe comode; in particolarele donne devono preferire i tacchi bassi aitacchi alti.• Praticate un’attività fisica regolare• Rivolgetevi subito al medico in caso dicomparsa del dolore, senza aspettare chela situazione peggiori.

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MEDICO

Dal momento che, come già prima ri-cordato, il dolore è generalmente dovutoalla presenza di contrattura muscolare,in genere la terapia con antidolorifici siaccompagna a quella con farmaci mio-rilassanti, la cui azione è appunto quelladi favorire il rilassamento della musco-latura. Naturalmente il tipo e la duratadella terapia andranno decisi dal medi-co curante. Spesso inoltre il riposo aletto per un paio di giorni consente diagevolare il recupero.Esistono poi varie altre possibilità tera-peutiche, la cui scelta deve ovviamenteessere fatta sempre dietro parere delproprio medico:Agopuntura. E’ una tecnica in gradodi ridurre il dolore, che dà in generebuoni risultati, tuttavia è bene sapereche, come avviene con i farmaci,l'agopuntura può ridurre il dolore, manon risolvere il problema meccanicoche lo causa.

Chiropratica e osteopatia. La manipo-lazione o la correzione della colonnavertebrale non devono essere utilizzateper tutti coloro che hanno problemi allaschiena, ma solo per chi ne ha davverobisogno, previa valutazione da parte diun medico, al fine di evitare complican-ze anche importanti.Elettroterapia e massoterapia. Nel trat-tamento della lombalgia vengono uti-lizzate varie forme di calore, diatermiaad onde corte ed ultrasuoni, massaggi;sono tutti metodi in grado di modificareo ridurre temporaneamente il dolore.

P R E V E N Z I O N E

LA LOMBALGIA IN GRAVIDANZA

Durante e dopo una gravidanza, le donne sono soggette adelle sollecitazioni meccaniche che interessano la regionelombare e che spesso generano problemi in questa zona. Manmano che il feto si sviluppa e cresce, si verificano due cambiamentiche influenzano la postura della mamma.In primo luogo, la massa ed il peso del bambino che cresceaumentano gradualmente e, per mantenere l'equilibrio standoin piedi o camminando, la mamma deve inclinarsi all'indietroper controbilanciare la diversa distribuzione del peso, il cheporta ad un aumento della lordosi. Durante le ultime settimanedi gravidanza, la lordosi può diventare eccessiva e ciò puòcomportare un iper-stiramento dei tessuti che circondano learticolazioni della zona lombare.In secondo luogo, per preparare il corpo all'imminente parto,le articolazioni del bacino e della regione lombare diventanopiù flessibili ed elastiche, grazie all'aumento naturale di alcuniormoni. Questo aumento dell'elasticità significa che le articola-zioni interessate si allentano e quindi vanno più facilmentesoggette ad iper-stiramento quando vengono sottoposte asollecitazioni meccaniche.Esercizi di rilassamento e allungamento della muscolaturaparavertebrale, il mantenimento di una posizione corretta (adesempio da sedute mantenere la schiena dritta e le gambeleggermente allargate) e sufficienti periodi di riposo sono ingenere in grado di controllare questo problema.

Dott. Enrico MaggioreSpecialista in Ortopedia e TraumatologiaConsulente Poliambulatorio LARC

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Per meglio capire cosa sono le gamma-patie monoclonali bisogna premetterealcune nozioni sulle proteine del sangue.Il sangue è costituito da una componen-te corpuscolata (globuli rossi, globuli bian-chi e piastrine) e da una componenteliquida (plasma). Nel plasma oltreall’acqua e ad altre sostanze esistonopiù di 100 diverse proteine con funzionidiverse e in concentrazioni varie. Conparticolari s istemi di analis i(l’elettroforesi) tutte queste proteine pos-sono essere raggruppate in 5 categorie:quella più numerosa è denominataalbumina, le altre sono denominateglobuline, le quali, a loro volta, siripartiscono in alfal1-, alfal2-, beta- egamma-globuline.Mentre quasi tutte le altre proteine sonoprodotte dal fegato, le gamma-globuline sono generate da quelle cel-lule del sangue che fanno parte dei glo-buli bianchi e che vengono chiamatelinfociti. Vi sono diversi tipi di linfocitima uno solo di questi è preposto allaformazione delle gamma-globuline, lequali non sono altro che degli anticorpiaventi un ruolo determinantenell’immunità, proteggendo il corpoumano contro virus, batteri ed ogni altroorganismo dannoso.I linfociti specializzati nella costruzionedelle gamma-globuline, o anticorpi chedir si voglia, sono ulteriormente ripartitiin gruppi, o ceppi, o famiglie, comune-mente definiti cloni; ogni clone è spe-cializzato nel riconoscere uno specificoorganismo patogeno. Poiché il numerodegli organismi patogeni è potenzial-mente illimitato, questa specializzazionerichiederebbe un altrettanto illimitatonumero di cloni linfocitari. Il problemaviene risolto dai linfociti medesimi conla formazione, appunto, degli anticorpiche sono delle gammaglobuline ad attivitàimmunitaria, cioè delle immunoglobuline,le quali hanno la capacità di strutturarsiin combinazioni virtualmente infinite.

Infatti le immunoglobuline, ovveroquelle proteine ad attività immunitaria,a loro volta suddivisibili in 5 categorie(A,D,E,G,M), in sigla definite IgA, IgD,IgE, IgG, IgM, sono organizzate in modoche ogni categoria ha una parte fissa, co-stante, ed un’altra parte variabile, mutevole:quest’ultima ha la proprietà di adattarsimeglio all’organismo patogeno che devecontrastare.Con tali premesse rimane più semplicecomprendere il termine di gammapatiamonoclonale. Esso include tutte le con-dizioni in cui una singola immunoglo-bulina è prodotta in quantità abnormeda un clone linfocitario. Ossia indicache le gamma- globuline (gamma) han-no un’alterazione (patia) caratterizzatadall’eccesso di un isolato clone (mono-clone) linfocitario.Le gammapatie monoclonali rappresen-tano un ampio gruppo di condizionieterogenee: possono essere permanentio transitorie, accompagnarsi ad altrecondizioni morbose od essere del tuttoasintomatiche. Altre volte quel clonolinfocitario che le produce può diventarecosì numeroso da indurre, di per sèstesso, importanti disturbi.Il riscontro più comune è quello cheriguarda le gammapatie monoclonalibenigne, dette anche gammapatie mono-clonali di incerto significato (l’acronimodall’inglese è MGUS: Monoclonal Gam-mopathy Undetermined Significance).Esse possono rilevarsi casualmente inoccasione di una comune analisi elettro-foretica, in tal caso l’esame segnala una“banda anomala in zona gamma”. Ap-profondendo l’immagine si scopre chequella banda anomala è la componentedi una gammapatia monoclonale (piùbrevemente detta componente mono-clonale) appartenente il più delle voltead una delle categorie G, A oppure Mdelle immunoglobuline. Dal momentoche in condizioni normali i cloni linfo-citari che producono immunoglobulinedi categoria G sono più numerosi diquelli che producono immunoglobuline di altre categorie, per un semplice cal-colo di probabilità è più frequente chela gammopatia monoclonale riguardiproprio un’immunoglobulina G (o IgG).

In questi casi si tratta di un’anomaliapresente nel 5% degli adulti ma cheoltre i 60 anni è rilevabile nell’11% dellepersone sane.Nella quasi totalità di coloro che ne sonoportatori è una condizione benigna chenon crea nessun inconveniente, tuttaviaessendo possibile che in una piccolapercentuale di soggetti avvenga, con ilpassare degli anni, un’evoluzione menofavorevole, si utilizza prudentementeil termine sopraindicato di gammapatiamonoclonale di incerto significato.La frequenza di questa anomalia dellegamma-globuline aumenta esponen-zialmente con l’età e nella stragrandemaggioranza dei casi è da considerarecome innocuo indicatore del tempo.Significa semplicemente che un clonedi quei linfociti preposti alla formazionedi una determinata immunoglobulinaè cresciuto un po’ in eccesso, sfuggendo,senza motivi apparenti, a quei mecca-nismi che ne regolano la crescita.Le gammapatie monoclonali benignehanno sempre una bassa concentrazio-ne, la loro quantità è piccola, e riflettonosoltanto uno squilibrio fra i diversi tipidi linfociti, fra quelli predisposti allaproduzione delle immunoglobuline equelli che ne sorvegliano le funzioni,

E M A T O L O G I A4

IL MONITORE

MEDICO

LE GAMMAPATIE

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Dr. Emilio GiovanelliSpecialista in EmatologiaConsulente Poliambulatorio L.A.R.C.

IL MONITORE

MEDICOE M A T O L O G I A

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così come avviene in tanti settoridell’organismo umano il quale è orga-nizzato in modo che una certa attivitàpossa essere costantemente inibita o fa-vorita, secondo le circostanze, da com-plessi sistemi di sicurezza.Il parametro più importante per definireuna gammapatia monoclonale di incertosignificato rimane l’aumento o meno neltempo della componente monoclonalemedesima, che può essere quantificatoa mezzo della semplice elettroforesi pra-ticata ogni 6 – 12 mesi. Se dopo 5 annila componente monoclonale stessa rima-ne invariata, è estremamente improbabileche essa cambierà negli anni successivi.Se, al contrario dovesse aumentare signi-ficativamente in questo periodo di tem-po, si dovrebbero allora effettuare altreindagini per meglio seguire l’andamentodell’anomalia.Per completare questa breve trattazionedelle gammapatie monoclonali occorrecitare un’altra questione di cui si è giàfatto cenno prima. Essa concerne le rarecircostanze in cui il clone dei linfocitiche ha formato la gammapatia, anzichéarrestarsi nella sua crescita, prosegue laproliferazione in modo tumultuoso edisordinato, fino a determinare lesioninegli organi in cui si trovano i linfocitimedesimi (specialmente midollo osseo,linfonodi e milza), creando quindi im-portanti disturbi.

Sono queste la gammapatie monoclonalimaligne le quali si differenziano dalleprecedenti, oltre che per una serie disintomi e di indici, per l’elevata concen-trazione della componente monoclonale,a conferma del fatto che più numerosoè il clone linfocitario interessato più evi-dente è la gammapatia monoclonale.

In conclusione la gammapatia monoclo-nale benigna (o di incerto significato)non deve preoccupare, non provoca maidisturbi, non necessita di alcuna cura nédeve essere mai fatto alcun tentativo perprevenire un suo improbabile futuroaumento e l’unica avvertenza è quelladi seguirne l’andamento una voltaall’anno per almeno 5 anni.

INCONTRI CON IL MEDICOSU ARGOMENTI DI MEDICINA PRATICA

STAGIONE 2003

Sabato 13 dicembre 2003LE MALATTIE DELLE CORONARIE: INFARTO E ANGINA PECTORIS

Relatore: Dr. Gaetano Pugliese Specialista in Cardiologia

Sabato 10 gennaio 2004LE PROBLEMATICHE DEL PIEDE NELL’ANZIANO

Relatore: Dr. Enrico Parino Specialista in Ortopedia

Sabato 24 gennaio 2004OSTEOPOROSI: PREVENZIONE, DIAGNOSI E TRATTAMENTO

DI UN IMPORTANTE MALATTIA SOCIALE Relatore: Dr. Enrico Maggiore Specialista in Ortopedia e Traumatologia

Sabato 7 febbraio 2004LE ALTERAZIONI ORMONALI NEI DISTURBI GINECOLOGICI

Relatore: Dr.ssa Marina Caccia Specialista in Endocrinologia

Gli incontri con la popolazione si svolgono presso la sala riunioni LARCCorso Venezia, 10 – Torino - Tel 011-24.84.067

Alle ore 15,30 del Sabato come sopra indicato

INGRESSO LIBERO

MONOCLONALI

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6IL MONITORE

MEDICO

Chi desidera ricevere a casapropria la Carta dei Servizi delPoliambulatorio LARC puòritirarla c/o le sedi LARC oppurefarne richiesta scritta tramiteinvio della cartolina postalepubblicata in ultima pagina

“Mi è venuta una febbre sul labbro …”capita spesso, soprattutto dopo esposi-zione al sole o al freddo. Ma che cosa èin effetti questa “febbre” e perché colpi-sce solo certe persone?Il nome esatto della comunemente nota“febbre al labbro” è ”herpes labiale”;si tratta di una lesione causata dal virusHerpes Simplex di tipo 1 (esiste anche unHerpes simplex di tipo 2, che però causalesioni a livello dei genitali). In generela prima manifestazione dell’herpes la-biale si ha nell’adolescenza; il virus silocalizza in un gruppo di cellule nervoseal momento della prima infezione e hala capacità di restare in queste cellule instato “latente” (cioè senza dare manife-stazioni visibili), per poi riapparire pe-riodicamente, sempre nella stessa sede(in genere sul labbro superiore o inferio-re o sotto le narici), in seguito a situazionidi indebolimento del nostro organismo(esposizione prolungata ai raggi solari,climi particolarmente freddi, situazionidi particolare stanchezza o stress, sva-riate malattie varie tra cui l’influenza,…). In sostanza, dunque, l’herpes labialenon guarisce mai completamente, ma alter-na periodi in cui è manifesto a periodiin cui è latente.Il virus è facilmente trasmissibile adaltre persone con il contatto ravvicinatoquando la lesione è presente: è possibilela trasmissione con un bacio, ma anchetramite contatto indiretto (per esempiolo scambio di bicchieri o di posate).La comparsa dell’herpes è in generepreannunciata da una sensazione di pru-rito e bruciore, in genere sopra o attorno

alle labbra, ma talvolta anche sotto ilnaso. Dopo un giorno circa, compaionouna o più vescichette, che all’inizio causa-no dolore e prurito e in seguito prendo-no forma di lesione purulenta, che alla finesi secca formando una crosticina. In questafase, che può durare da tre a dieci giorni,bisogna evitare di toccare la parte infetta,per non propagare il virus ad altre zone(soprattutto agli occhi, dove le lesionida herpes possono essere pericolose) ead altre persone. Buona norma è quindi,oltre a non scambiare bicchieri e posate,utilizzare un asciugamano per la parteinfetta e un altro per il resto del volto.Come comportarsi quando l’herpes èin atto?• Tenere pulita la zona infetta, lavandolacon acqua e sapone. Se trascurate, infatti,queste lesioni possono venire sovrain-fettate da batteri, nel qual caso può es-sere necessaria l’assunzione di un anti-biotico, sempre, naturalmente, sottoparere del medico. Non esiste una curadefinitiva dell’herpes simplex. E’ peròpossibile ridurre la gravità del processoinfiammatorio con l’applicazione di unacrema antivirale sulla parte lesa• Per il trattamento dell’herpes in generesi applicano creme a base di un antivi-rale, l’Aciclovir. Per avere efficacia, tut-tavia, il trattamento dovrebbe essereiniziato in una fase precedente l’infezio-ne, ossia appena si avvertono i primibruciori: in questo caso l’applicazionedella crema può accorcia-

re il disagio e talora addirittura prevenirela comparsa delle vesciche. La crema vaapplicata 4-5 volte al giorno per almenocinque giorni, proseguendo per altricinque se la guarigione non è completa.Se però i sintomi sono già iniziati da piùdi tre giorni ormai la crema è inutile,per cui è meglio aspettare con pazienzache faccia il suo corso.• Per alleviare il dolore nei casi piùimportanti si può ricorrere all’assunzio-ne di una antidolorifico orale, sempredietro prescrizione medica. Questi casidi herpes particolarmente doloroso nonsono, fortunatamente, molto comuni,per cui in genere tale terapia non è ne-cessaria.E la prevenzione?La prima infezione avviene in generein circostanze non note, per cui è difficilela prevenzione; fondamentale comun-que è evitare lo scambio di posate e bicchieri,tovaglioli, asciugamani, … con personeche abbiano l’herpes labiale in atto.Una volta che si è avuta la prima mani-festazione, è verosimile che l’herpes simanifesterà altre volte, sempre nellastessa sede. Dal momento che la lesionesi verifica in seguito a stress di varianatura, è bene cercare di proteggersi datali condizioni: in particolare, in caso diesposizione alla luce solare è bene appli-care sulle labbra creme o paste protettive; lostesso dicasi in caso di esposizione aaria molto fredda (come per esempio ininverno quando si va a sciare).

D E R M A T O L O G I A

“MI È VENUTAUNA FEBBRESUL LABBRO…”

Dott.ssa Caterina CanelliMedico Chirurgo

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7IL MONITORE

MEDICO

Data …………………………… n° 5/2003

Cognome e nome ………………………………………………………….................…………o Azienda …………………………………………………………………..................…………Via …………………………………………....... CAP …………. Città ...........………………..

Attenzione! Vi preghiamo di porre quesiti di ordine generale e non domande atte ad ottenereuna terapia che comunque non può essere formulata senza una visita del diretto interessato

Desidero che venga trattato il seguente argomento ………………………………………………………………………………………………………………………………..........…………………………………………………………………………………………..........…………………………………………………………………………………………..........

Desidero ricevere la Carta dei Servizi del Poliambulatorio LARC

Autorizzo la Redazione de "Il Monitore Medico" al trattamento dei miei dati personali nel rispetto della legge 675/96. In baseall'articolo 13 legge 675/96 potrò avere accesso ai miei dati, chiederne la modifica o la cancellazione oppure oppormi al loroutilizzo su semplice richiesta a : "Il Monitore Medico" c/o L.A.R.C., C.so Venezia, 10/A - 10155 TORINO

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IL MONITORE

MEDICO

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10155 TORINO

1 SORDITA’Quali sono le cause della sordità?N.M.

Ricordiamo innanzitutto che l’orec-chio si divide in tre parti:• Orecchio esterno (Padiglione auri-colare + condotto uditivo)• Orecchio medio (Sistema timpano– ossiculare contenuto nella cassatimpanica)• Orecchio interno (Coclea per lafunzione uditiva + vestibolo perl’equilibrio)

Le ipoacusie (diminuzioni dell’udito)possono essere di due tipi:•trasmissive•recettiveLe ipoacusie trasmissive sono dovutea patologie dell’orecchio esterno edell’orecchio medio e sono reversi-bili.Le ipoacusie recettive sono dovute apatologie dell’orecchio interno e so-no irreversibili.a) Per quanto riguarda le patologiedell’orecchio esterno ricordiamo tuttii processi infiammatori (otiti esterne)del condotto uditivo; ricordiamo itappi di cerume, ricordiamo i corpiestranei. Queste patologie sono facil-mente diagnosticabili tramite l’otosco-pia (ossia l’osservazione dell’orecchioesterno tramite un apposito strumento,l’otoscopio). Il trattamento è farmaco-logico in caso di infezione, mentre perquanto riguarda i tappi di cerume e icorpi estranei consiste nella rimozionedei medesimi.

b) Per quanto concerne le patologiedell’orecchio medio ricordiamo tuttele infezioni a carattere batterico e/ovirale che possono determinare ancheperforazione della membrana timpa-nica. La diagnosi avviene tramiteotoscopia e eventuale ausilio radio-logico (TAC). Il trattamento consistein terapia farmacologica e, quandosia necessario, in terapia chirurgica.Ricordiamo inoltre le anchilosi (ossiail blocco meccanico) del terzo ossicinodella catena ossiculare (la staffa),dovute a esiti di processi infiamma-tori della cassa del timpano o ad unapatologia famigliare definita otoscle-rosi ed otospongiosi la cui diagnosiè strumentale (esame audiometricopiù impedenziometria). Il trattamen-to terapeutico è chirurgico.Infine ricordiamo tutti i processi tim-panosclerotici dovuti agli esiti cica-triziali di ripetuti processi infiamma-tori della cassa del timpano chedeterminano rigidità della catenaossiculare con conseguente ipoacusiasenza possibilità di successo terapeu-tico, né farmacologico, né chirurgico.La diagnosi di questa patologia èstrumentale (esame audiometrico eimpedenziometrico) e radiologica(TAC).

c) Per ultime trattiamo le ipoacusiedovute a patologie dell’orecchio in-terno nella sua funzione uditiva: lacoclea. Come abbiamo già detto sitratta della porzione dell’orecchiocontenente i recettori nervosi. Tra le

cause più ricorrenti di ipoacusiarecettiva ricordiamo i processi vasco-lari (infarti ed emorragie), le infezionia carattere virale, i processi a “frigore“, i processi tossici esogeni edendogeni, le infezioni batteriche chesi possono trasmettere da infezionidell’orecchio medio.Sono inoltre da ricordare tutti glieventi traumatici che possono deter-minare frattura della rocca petrosa(osso della scatola cranica entro ilquale è contenuto l’orecchio).Ricordiamo infine i danni della cocleadeterminati dall’esposizione a sor-genti di rumore che superano deter-minate intensità e che provocanodanni irreversibili alla cellula nervo-sa. La terapia è sempre a caratterefarmacologico.

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osta

del

Mon

itore

Dott. Roberto AvataneoSpecialista in OtorinolaringoiatriaConsulente Poliambulatorio LARC

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