Mistero sulla morte di Mastrogiovanni -3-

2
Daniele Nalbone E’ un quadro inquietante quello che sta emergendo dalle testimonianze che ci giungono sul caso Mastrogiovanni, il maestro elementare di Castelnuovo Cilento morto lo scorso 4 agosto lega- to ad un letto nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Vallo della Lucania do- ve era ricoverato per essere sottoposto a Trattamento Sanitario Obbligatorio. Il racconto di parenti, personale del- l’ospedale e quanti erano presenti il 31 luglio, giorno dell’arresto di Mastro- giovanni, al campeggio Club Costa di San Mauro Cilento ha portato i depu- tati radicali Rita Bernardini, Farina Co- scioni, Maurizio Turco ed Elisabetta Zamparutti a presentare un’interroga- zione parlamentare urgente ai ministri degli Interni, Roberto Maroni, e del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, per chiedere un’ispezione all’ospedale di Vallo «per il trattamento inumano subito da Fran- cesco» spiegano «e perché sia avviata un’indagine interna alle forze dell’or- dine per quanto riguarda l’ingente, ec- cessivo spiegamento di forze dell’ordi- ne per la sua cattura». Perché di vera e propria cattura si è trat- tata, quella mattina: decine di carabi- nieri e di agenti della polizia municipa- le hanno letteralmente circondato il bungalow dove alloggiava Mastrogio- vanni che, in preda al panico, è scappa- to dalla finestra correndo verso il ma- re. Un testimone oculare, il figlio della proprietaria del campeggio dove era ospite il maestro, racconta che tra Fran- cesco e le forze dell’ordine, dopo la fu- ga di quello che sembrava essere a tut- ti i residenti del camping un boss della camorra visto l’ingente spiegamento di forze dell’ordine messo in campo per catturarlo, non c’è stata alcuna collut- tazione. «Anzi. Gli è stato permesso di fare la doccia, ha bevuto un caffè e fu- mato una sigaretta. Soltanto in un pri- mo momento ha tentato di fuggire get- tandosi in mare, ma la sua fuga non poteva sortire alcun effetto perché era guardato a vista da mare, dalla Guardia Costiera, e da terra da diversi agenti e vigili urbani di Pollica». Segno che Francesco era assolutamente nel pieno delle sue facoltà, come dimostra l’ag- ghiacciante frase pronunciata salendo in ambulanza: «se mi portano all’ospe- dale di Vallo, non ne esco vivo». Anche sulle motivazioni che hanno portato il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, a richiedere il Trattamento Sa- nitario Obbligatorio per Mastrogio- vanni ci sono molti dubbi: in un pri- mo momento Vassallo ha spiegato che il TSO è stato necessario dopo che, la sera del 30 luglio, il maestro avrebbe tamponato quattro automobili guidan- do a zig zag per le strade di Pollica; quindi il sindaco ha motivato la deci- sione affermando che Mastrogiovanni avrebbe attraversato, suonando il clac- son all’impazzata, l’isola pedonale del paese. I familiari non ci stanno: Vincenzo Serra, cognato del maestro, spiega che «riguardo la prima motivazione, nes- sun auto risulta tamponata e la macchi- na di Francesco è tutt’ora parcheggiata sotto la sua abitazione senza nemme- no un graffio. In relazione alla secon- da, ci chiediamo sulla base di quale cer- tificato medico il sindaco di Pollica ab- bia emesso l’ordinanza di TSO e se Francesco sia stato visitato da qualche dottore la sera stessa in cui avrebbe at- traversato l’isola pedonale». Per il mae- stro cilentano, come ci racconta Vin- cenzo, «non era il primo trattamento»: nell’autunno del 1999 Francesco, con- dannato a tre anni di reclusione dal tri- bunale di Vallo della Lucania per resi- stenza a pubblico ufficiale ma assolto in appello a Salerno, «ha subito tre trat- tamenti, l’ultimo tre o quattro anni fa. In quelle occasioni a Francesco è sem- pre stato permesso di comunicare tele- fonicamente con la famiglia». Non sta- volta, però. «In quattro giorni ha fatto solo una telefonata alla mamma ottan- tenne, la mattina del suo ingresso in ospedale, poi il silenzio. Perché?» si do- manda Vincenzo. Non era da lui che era solito chiamare la madre, quando era lontano da casa, tutti i giorni più volte al giorno, «e la stessa cosa era ac- caduta durante i TSO precedenti». La mattina del 3 agosto, ventiquattro ore prima di morire, Francesco riceve in ospedale la visita di sua nipote: la ra- gazza, come emerge dal suo racconto, si è intrattenuta con lo psichiatra di tur- no che ha definito il maestro “un tipo atipico”, sconsigliando la visita dei pa- renti al degente. Anche qui i familiari si chiedono il motivo della decisione. «Forse perché legato»? Alle 7,20 del 4 agosto Francesco verrà trovato senza vita da un’infermiera. «Morte improvvisa» dicono dalla dire- zione sanitaria. Il primario, Michele Di Genio, ha spiegato alla famiglia Ma- strogiovanni che il paziente, dieci mi- nuti prima, stava bene tanto da aver tranquillamente parlato con un infer- miere. «Ma come?» si chiedono i parenti di Francesco «stava bene e avrebbe addi- rittura parlato con un operatore sanita- rio mentre era legato al letto, con le fe- rite ai polsi e alle caviglie, e iperseda- to»? Dall’autopsia risulta che il maestro è morto per asfissia provocata da ede- ma polmonare. «Morire con un edema non può definirsi “morte improvvisa”» si sfoga Vincenzo. «E’ possibile che né i medici del reparto né gli infermieri si siano accorti che Francesco non respi- rava più da tempo? E perché nella car- tella clinica non viene fatto alcun rife- rimento al regime di contenzione al quale è stato sottoposto per quattro giorni»? Come non bastasse, il medico legale della famiglia che ha assistito all’autop- sia afferma la presenza, sul corpo di Francesco, di evidenti segni di collutta- zione, oltre alle ferite ai polsi e alle ca- viglie. «Quelle ho purtroppo avuto modo di vederle personalmente» rac- conta Vincenzo, «e soprattutto la feri- ta al polso sinistro era molto profonda. Decisamente non un graffio come rac- contano dall’ospedale». Per rendere giustizia a Francesco e «perché la psichiatria di Vallo della Lu- cania diventi umana» parenti e amici del maestro di Castelnuovo Cilento hanno deciso di creare un Comitato: «anche stavolta lotteremo insieme» rac- conta Vincenzo «come quella volta a Salerno per i fatti del ’9 9 quando il Pre- sidente della Corte d’Appello, che poi assolse pienamente mio cognato, arri- vò addirittura a mettersi le mani nei ca- pelli ascoltando la relazione introdut- tiva di uno dei giudici del collegio in cui si denunciava il comportamento delle forze dell’ordine nei confronti di Francesco»: un vero e proprio accani- mento, «con botte, calci, manganella- te e prove create ad arte per incastrar- lo» che porterà questo sfortunato mae- stro elementare a convivere con un for- te disagio psichico. Fino alla morte. Un comitato per la verità sulla morte dopo il ricovero coatto di Francesco Mastrogiovanni  Soprusi sul maestro legato e lasciato morire nel letto In squadra bengalesi, pakistani, indiani e un singalese Cricket,l’Italiaèprima grazieaipiccolimigranti allenatidaiclubpadani «Dedichiamo questa vittoria a Umber- to Bossi e alla Lega Nord». Questo il commento di Simone Gambino, pre- sidente della Federazione Cricket Ita- liana, subito dopo la vittoria, da parte della nazionale under 15, del campio- nato europeo. Una dedica speciale, significativa, visto che l’undici azzurro che venerdì a Bo- logna ha battuto in finale i pari età del- l’Isola di Mann è composto quasi per intero da figli di immigrati dello Sri Lanka, Bangladesh, India e Pakistan. Questi ragazzi hanno regalato al cric- ket italiano il primo titolo europeo della sua storia con una vittoria nettis- sima (163 a 59) contro una squadra, quella della piccola isola del mar d’Ir- landa, «che solo un anno fa» commen- ta Gambino «ci ha battuto di cento punti». La dedica all’Umberto seces- sionista viene dal cuore: «questa vitto- ria dimostra che gli stranieri possono dare lustro all’Italia». E a chi chiede un parere sulle polemiche sull’inno di Mameli innescate dalla Lega Nord, il presidente della Federcricket risponde che «questi ragazzi, i cui genitori pro- vengono da diversi paesi del continen- te asiatico, conoscono benissimo l’in- no italiano e lo hanno cantato con il cuore prima di ogni partita». L’Italia under 15 ha avuto la meglio di Belgio, Francia, Germania, Gibilterra, Israele, Svizzera e Isola di Man: in ro- sa, dei tredici giovani azzurri, solo uno è “italiano doc”, come direbbe Bossi: sardo, per la precisione. Gli altri sono tutti figli di immigrati: due anglo italia- ni, cinque bengalesi, due pakistani, due indiani, uno dello Sri Lanka: «di questi» ci tiene a precisare Gambino «solo due sono già cittadini italiani: un pakistano e il giovane originario dello Sri Lanka. Gli altri lo saranno nei pros- simi anni». Ma la cosa più significativa di questa storica impresa che ha porta- to lustro al nostro paese è che la mag- gioranza degli azzurrini gioca in club “padani”: delle nove società rappresen- tate in tutto, tre sono di Bologna, due di Milano, una di Trento e una di Ve- nezia. «Ecco perché» scherza Gambino «tra di loro è più frequente sentirli par- lare in dialetto che non in italiano…». D.N. Salerno, auto e tir sulla ferrovia: un morto T reni bloccati Grave incidente stradale in Campania. Tra Battipaglia e Salerno, al chilometro 74 della statale 18, un’auto e un mezzo pesante sono usciti di strada, precipitando da un viadotto sui binari della linea Napoli-Reggio Calabria. Una persona ha perso la vita e tre sono rimaste ferite. Una, il conducente del tir, è in condizioni molto gravi mentre le altre due non sono in pericolo. Interrotta la linea ferroviaria, così come il traffico lungo la statale. Ancora da accertare le cause dell’incidente. Secondo una prima ricostruzione il camion con rimorchio ha sbandato ed è finito sulla ferrovia trascinando anche l’auto che è rimasta schiacciata sotto il mezzo pesante. Le Ferrovie dello Stato fanno sapere che al momento dello schianto non c’erano treni in percorrenza su quel tratto. Ma è emergenza sulla tratta verso il Sud. Si calcola che 5mila passegggeri siano bloccati. Belluno, cade un elicottero del 118 sul monte Faloria Quattro morti Un elicottero del servizio sanitario del 118 è caduto sul Monte Faloria, sopra a Cortina d’Ampezzo. A bordo c’erano quattro persone, tutte morte. I resti sono stati individuati da un altro velivolo che era in missione nella zona per la caduta di un masso sulla strada provinciale. Le salme delle quattro vittime sono state recuperate. Al momento dell’incidente la zona, piuttosto impervia, era interessata dal maltempo. L’elicottero precipitato era il mezzo in dotazione della base elisoccorso di Pieve di Cadore, della Ussl di Belluno. A bordo c’erano il medico Fabrizio Spaziani, il pilota Dario De Felip, l’assistente pilota e membro del soccorso alpino Marco Zago, il tecnico del soccorso alpino Stefano Da Forno. Cgil: a rischio un milione di posti di lavoro. Il sindacato ritrovil’unità La dinamica negativa del Pil, con un - 6% nel 2009, ed il passaggio del tasso di disoccupazione dal 6,3% al 9,4% quest’anno ed al 10,3% nel 2010 comporta tra gli 800mila ed un milione di posti di lavoro a rischio sino alla metà dell’anno prossimo». E l’impatto indicato dal segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, sulla base delle stime dell’Ires, l’istituto di ricerche economiche, commentando il cauto ottimismo emerso dal simposio dei governatori delle banche centrali a Jackson Hole. L’autunno sarà «pesante», con «una situazione più grave e preoccupante rispetto a quanto avvenuto sin qui», ha aggiunto Megale indicando la necessità di «dare immediata attuazione al tavolo anticrisi che da tempo chiediamo» con la convocazione già «a settembre da parte del governo alle parti sociali. Di fronte alla crisi, il sindacato recuperi la sua unità». 1 7 domenica 23 | ago sto 2009 | Politica

Transcript of Mistero sulla morte di Mastrogiovanni -3-

Page 1: Mistero sulla morte di Mastrogiovanni -3-

8/14/2019 Mistero sulla morte di Mastrogiovanni -3-

http://slidepdf.com/reader/full/mistero-sulla-morte-di-mastrogiovanni-3- 1/1

Daniele Nalbone

E’ un quadro inquietante quello chesta emergendo dalle testimonianze checi giungono sul caso Mastrogiovanni,il maestro elementare di CastelnuovoCilento morto lo scorso 4 agosto lega-to ad un letto nel reparto psichiatricodell’ospedale di Vallo della Lucania do-ve era ricoverato per essere sottopostoa Trattamento Sanitario Obbligatorio.Il racconto di parenti, personale del-l’ospedale e quanti erano presenti il 31luglio, giorno dell’arresto di Mastro-giovanni, al campeggio Club Costa diSan Mauro Cilento ha portato i depu-tati radicali Rita Bernardini, Farina Co-

scioni, Maurizio Turco ed ElisabettaZamparutti a presentare un’interroga-zione parlamentare urgente ai ministridegli Interni, Roberto Maroni, e delLavoro, Salute e Politiche Sociali,Maurizio Sacconi, per chiedereun’ispezione all’ospedale di Vallo «per il trattamento inumano subito da Fran-cesco» spiegano «e perché sia avviataun’indagine interna alle forze dell’or-dine per quanto riguarda l’ingente, ec-cessivo spiegamento di forze dell’ordi-ne per la sua cattura».Perché di vera e propria cattura si è trat-tata, quella mattina: decine di carabi-nieri e di agenti della polizia municipa-le hanno letteralmente circondato ilbungalow dove alloggiava Mastrogio-vanni che, in preda al panico, è scappa-to dalla finestra correndo verso il ma-re. Un testimone oculare, il figlio della

proprietaria del campeggio dove eraospite il maestro, racconta che tra Fran-cesco e le forze dell’ordine, dopo la fu-ga di quello che sembrava essere a tut-ti i residenti del camping un boss dellacamorra visto l’ingente spiegamento diforze dell’ordine messo in campo per catturarlo, non c’è stata alcuna collut-tazione. «Anzi. Gli è stato permesso difare la doccia, ha bevuto un caffè e fu-mato una sigaretta. Soltanto in un pri-mo momento ha tentato di fuggire get-tandosi in mare, ma la sua fuga nonpoteva sortire alcun effetto perché eraguardato a vista da mare, dalla GuardiaCostiera, e da terra da diversi agenti evigili urbani di Pollica». Segno cheFrancesco era assolutamente nel pieno

delle sue facoltà, come dimostra l’ag-ghiacciante frase pronunciata salendoin ambulanza: «se mi portano all’ospe-dale di Vallo, non ne esco vivo».Anche sulle motivazioni che hannoportato il sindaco di Pollica, AngeloVassallo, a richiedere il Trattamento Sa-nitario Obbligatorio per Mastrogio-vanni ci sono molti dubbi: in un pri-mo momento Vassallo ha spiegato cheil TSO è stato necessario dopo che, lasera del 30 luglio, il maestro avrebbetamponato quattro automobili guidan-do a zig zag per le strade di Pollica;quindi il sindaco ha motivato la deci-sione affermando che Mastrogiovanniavrebbe attraversato, suonando il clac-

son all’impazzata, l’isola pedonale delpaese.I familiari non ci stanno: VincenzoSerra, cognato del maestro, spiega che«riguardo la prima motivazione, nes-sun auto risulta tamponata e la macchi-na di Francesco è tutt’ora parcheggiatasotto la sua abitazione senza nemme-no un graffio. In relazione alla secon-da, ci chiediamo sulla base di quale cer-tificato medico il sindaco di Pollica ab-bia emesso l’ordinanza di TSO e seFrancesco sia stato visitato da qualchedottore la sera stessa in cui avrebbe at-traversato l’isola pedonale». Per il mae-stro cilentano, come ci racconta Vin-cenzo, «non era il primo trattamento»:nell’autunno del 1999 Francesco, con-dannato a tre anni di reclusione dal tri-bunale di Vallo della Lucania per resi-stenza a pubblico ufficiale ma assolto

in appello a Salerno, «ha subito tre trat-tamenti, l’ultimo tre o quattro anni fa.In quelle occasioni a Francesco è sem-pre stato permesso di comunicare tele-fonicamente con la famiglia». Non sta-volta, però. «In quattro giorni ha fattosolo una telefonata alla mamma ottan-tenne, la mattina del suo ingresso inospedale, poi il silenzio. Perché?» si do-manda Vincenzo. Non era da lui cheera solito chiamare la madre, quandoera lontano da casa, tutti i giorni piùvolte al giorno, «e la stessa cosa era ac-caduta durante i TSO precedenti».La mattina del 3 agosto, ventiquattroore prima di morire, Francesco ricevein ospedale la visita di sua nipote: la ra-gazza, come emerge dal suo racconto,

si è intrattenuta con lo psichiatra di tur-no che ha definito il maestro “un tipoatipico”, sconsigliando la visita dei pa-renti al degente. Anche qui i familiarisi chiedono il motivo della decisione.«Forse perché legato»?Alle 7,20 del 4 agosto Francesco verràtrovato senza vita da un’infermiera.«Morte improvvisa» dicono dalla dire-zione sanitaria. Il primario, Michele DiGenio, ha spiegato alla famiglia Ma-strogiovanni che il paziente, dieci mi-nuti prima, stava bene tanto da aver tranquillamente parlato con un infer-

miere.«Ma come?» si chiedono i parenti diFrancesco «stava bene e avrebbe addi-rittura parlato con un operatore sanita-rio mentre era legato al letto, con le fe-rite ai polsi e alle caviglie, e iperseda-to»? Dall’autopsia risulta che il maestroè morto per asfissia provocata da ede-ma polmonare. «Morire con un edemanon può definirsi “morte improvvisa”»si sfoga Vincenzo. «E’ possibile che néi medici del reparto né gli infermieri sisiano accorti che Francesco non respi-rava più da tempo? E perché nella car-tella clinica non viene fatto alcun rife-rimento al regime di contenzione alquale è stato sottoposto per quattrogiorni»?

Come non bastasse, il medico legaledella famiglia che ha assistito all’autop-sia afferma la presenza, sul corpo diFrancesco, di evidenti segni di collutta-zione, oltre alle ferite ai polsi e alle ca-viglie. «Quelle ho purtroppo avutomodo di vederle personalmente» rac-conta Vincenzo, «e soprattutto la feri-ta al polso sinistro era molto profonda.Decisamente non un graffio come rac-contano dall’ospedale».Per rendere giustizia a Francesco e«perché la psichiatria di Vallo della Lu-cania diventi umana» parenti e amici

del maestro di Castelnuovo Cilentohanno deciso di creare un Comitato:«anche stavolta lotteremo insieme» rac-conta Vincenzo «come quella volta aSalerno per i fatti del ’99 quando il Pre-sidente della Corte d’Appello, che poiassolse pienamente mio cognato, arri-vò addirittura a mettersi le mani nei ca-pelli ascoltando la relazione introdut-tiva di uno dei giudici del collegio incui si denunciava il comportamentodelle forze dell’ordine nei confronti diFrancesco»: un vero e proprio accani-mento, «con botte, calci, manganella-te e prove create ad arte per incastrar-lo» che porterà questo sfortunato mae-stro elementare a convivere con un for-te disagio psichico. Fino alla morte.

Un comitato per la verità sulla morte dopo il ricovero coatto di Francesco Mastrogiovanni 

Soprusi sul maestro legato

e lasciato morire nel letto

In squadra bengalesi, pakistani, indiani e un singalese

Cricket, l’Italia è primagrazie ai piccoli migrantiallenati dai club padani

«Dedichiamo questa vittoria a Umber-to Bossi e alla Lega Nord». Questo ilcommento di Simone Gambino, pre-sidente della Federazione Cricket Ita-liana, subito dopo la vittoria, da partedella nazionale under 15, del campio-nato europeo.Una dedica speciale, significativa, vistoche l’undici azzurro che venerdì a Bo-

logna ha battuto in finale i pari età del-l’Isola di Mann è composto quasi per intero da figli di immigrati dello SriLanka, Bangladesh, India e Pakistan.Questi ragazzi hanno regalato al cric-ket italiano il primo titolo europeodella sua storia con una vittoria nettis-sima (163 a 59) contro una squadra,quella della piccola isola del mar d’Ir-landa, «che solo un anno fa» commen-ta Gambino «ci ha battuto di centopunti». La dedica all’Umberto seces-

sionista viene dal cuore: «questa vitto-ria dimostra che gli stranieri possonodare lustro all’Italia». E a chi chiede unparere sulle polemiche sull’inno diMameli innescate dalla Lega Nord, ilpresidente della Federcricket rispondeche «questi ragazzi, i cui genitori pro-vengono da diversi paesi del continen-te asiatico, conoscono benissimo l’in-

no italiano e lo hanno cantato con ilcuore prima di ogni partita».L’Italia under 15 ha avuto la meglio diBelgio, Francia, Germania, Gibilterra,Israele, Svizzera e Isola di Man: in ro-sa, dei tredici giovani azzurri, solo unoè “italiano doc”, come direbbe Bossi:sardo, per la precisione. Gli altri sonotutti figli di immigrati: due anglo italia-ni, cinque bengalesi, due pakistani,due indiani, uno dello Sri Lanka: «diquesti» ci tiene a precisare Gambino

«solo due sono già cittadini italiani: unpakistano e il giovane originario delloSri Lanka. Gli altri lo saranno nei pros-simi anni». Ma la cosa più significativadi questa storica impresa che ha porta-to lustro al nostro paese è che la mag-gioranza degli azzurrini gioca in club

“padani”: delle nove società rappresen-tate in tutto, tre sono di Bologna, duedi Milano, una di Trento e una di Ve-nezia. «Ecco perché» scherza Gambino«tra di loro è più frequente sentirli par-lare in dialetto che non in italiano…».

D.N.

Salerno, auto e tirsulla ferrovia:un mortoTreni bloccati

Grave incidente stradale inCampania. Tra Battipaglia e Salerno,al chilometro 74 della statale 18,un’auto e un mezzo pesante sonousciti di strada, precipitando da unviadotto sui binari della lineaNapoli-Reggio Calabria. Unapersona ha perso la vita e tre sonorimaste ferite. Una, il conducentedel tir, è in condizioni molto gravimentre le altre due non sono inpericolo. Interrotta la lineaferroviaria, così come il trafficolungo la statale. Ancora da accertarele cause dell’incidente. Secondo unaprima ricostruzione il camion conrimorchio ha sbandato ed è finitosulla ferrovia trascinando anchel’auto che è rimasta schiacciata sottoil mezzo pesante. Le Ferrovie delloStato fanno sapere che al momento

dello schianto non c’erano treni inpercorrenza su quel tratto. Ma èemergenza sulla tratta verso il Sud.Si calcola che 5mila passegggerisiano bloccati.

Belluno, cade unelicottero del 118sul monte FaloriaQuattro morti

Un elicottero del servizio sanitariodel 118 è caduto sul MonteFaloria, sopra a Cortinad’Ampezzo. A bordo c’eranoquattro persone, tutte morte. I resti

sono stati individuati da un altrovelivolo che era in missione nellazona per la caduta di un massosulla strada provinciale. Le salmedelle quattro vittime sono staterecuperate. Al momentodell’incidente la zona, piuttostoimpervia, era interessata dalmaltempo. L’elicottero precipitatoera il mezzo in dotazione dellabase elisoccorso di Pieve diCadore, della Ussl di Belluno. Abordo c’erano il medico FabrizioSpaziani, il pilota Dario De Felip,l’assistente pilota e membro delsoccorso alpino Marco Zago, iltecnico del soccorso alpinoStefano Da Forno.

Cgil: a rischio unmilione di posti dilavoro. Il sindacatoritrovi l’unità

La dinamica negativa del Pil, con un -6% nel 2009, ed il passaggio del tassodi disoccupazione dal 6,3% al 9,4%quest’anno ed al 10,3% nel 2010comporta tra gli 800mila ed unmilione di posti di lavoro a rischiosino alla metà dell’anno prossimo». El’impatto indicato dal segretarioconfederale della Cgil, AgostinoMegale, sulla base delle stime dell’Ires,l’istituto di ricerche economiche,commentando il cauto ottimismoemerso dal simposio dei governatori

delle banche centrali a Jackson Hole.L’autunno sarà «pesante», con «unasituazione più grave e preoccupanterispetto a quanto avvenuto sin qui»,ha aggiunto Megale indicando lanecessità di «dare immediataattuazione al tavolo anticrisi che datempo chiediamo» con laconvocazione già «a settembre daparte del governo alle parti sociali. Difronte alla crisi, il sindacato recuperi lasua unità».

17domenica 23 | agosto 2009 | Politica