Messaggio per garcia e altri sette scritti
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Transcript of Messaggio per garcia e altri sette scritti
Elbert Green Hubbard
MESSAGGIOPER GARCIAE ALTRI SETTE
SCRITTI
IFABRIZIOPONZETTAEDITORE
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attraverso un esercizio continuo, allo stesso modo lo spirito cresce attra-
III
LA VITA È
ESPRESSIONE
Cverso l’esercizio delle sue funzioni. L’espressio-ne è necessaria. La vita è espressione; mentre la repressione è morte, stagnazione. Ora, ci pos-sono essere espressioni sane ed insane: se un uomo si concede una vita di eccessi e permette solo alla sua parte animale di esprimersi, egli sta reprimendo comunque una parte di se stes-so, la sua parte spirituale. Quindi, com’è risapu-
muoiono.
Gli uomini sono puniti dai loro peccati, non per i loro peccati.La sensualità, l’ingordigia ed una vita sregolata
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reprimono la istanze spirituali; impedendo la
si può incontrare in giro gente senz’anima.
Viceversa, nel corso della storia, troviamo ripe-tuti esempi di individui che abbandonano con ripugnanza la via dei sensi per dedicarsi alla via dello spirito. Realizzarsi attraverso lo spirito o attraverso i sensi? Realizzarsi attraverso l’ani-ma o attraverso il corpo? Questa dicotomia è
ispirato tutte le religioni.
Ogni religione si compone di due elementi che in realtà non si potrebbero assolutamen-te mescolare, almeno non quanto si possano mescolare insieme l’acqua e l’olio: il dogma e l’etica. Dogma è la scienza dell’invisibile, la dottrina del non conosciuto e inconoscibile e per rendere plausibile questa dottrina i suoi promulgatori hanno sempre fatto leva sull’eti-ca. Eppure l’etica può e dovrebbe esistere sen-za il dogma, mentre il dogma è un parassita dell’etica. Confondere le due cose è il lavoro del sacerdote.
Ma per davvero esse non si fondono mai in-sieme. L’etica, per dirla in breve, risponde alla
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domanda: «Come puoi usare la tua forza vitale?
Mettendosi fuori dal gregge, alcuni sedicenti pastori si sono sempre fatti avanti per dare la risposta e senza la loro supposta relazione col
versione su cosa è giusto e cosa è sbagliato ri-spetto alla nostra forza vitale. Ma essendo la loro parola la stessa parola di Dio, con tanto di ricompensa se ci crediamo e di punizione se non ci crediamo, questa auto nominatasi casta spirituale ha spinto gli uomini dove ha ritenuto più opportuno.
processo complesso: esse mescolano semplice-mente due elementi che non sono mescolabili: l’etica e il dogma. Cosa che è alquanto evidente a chiunque abbia un cervello per ragionare.
L’etica rintracciabile nella maggior parte delle religioni si riassume nelle regole dell’amore, della verità, della carità e della tendenza ad un animo mite. Tuttavia le eccezioni alle regole sono numerose, proprio come nella gramma-tica greca. Infatti, su suggerimento della stes-sa casta religiosa, sorgono dei casi ecceziona-
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dell’amore, della verità, della carità, della dol-cezza e della giustizia predicate. Se non fosse per queste eccezioni, ovviamente non ci sareb-bero, ad esempio, guerre tra paesi cristiani.
La domanda relativa a come esprimere la forza vitale resterà sempre aperta poiché gli uomini si differenziano per indole e inclinazione. Vi sono uomini che non hanno un’attitudine per certi peccati della carne e ve ne sono altri che, avendo perso interesse per la sensualità, magari a causa dell’eccessiva indulgenza per essa, di-ventano ascetici.
Tuttavia i vari sermoni religiosi pongono un’uni-ca questione: come deve essere espressa la vita? Gli individui, quanto le razze, oscillano tra asce-tismo e dissolutezza.
Al giorno d’oggi un interessante esempio di ascetismo è l’ordine monastico dei Cistercensi della stretta osservanza. Essi vivono sulla cima di montagne quasi inaccessibili e si privano di ogni comodità: rimangono senza cibo per giorni, indossano abiti non certo confortevoli, sono esposti al freddo e se a uno di loro doves-se capitare per caso di guardare, anche solo in
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viso, una donna egli riterrebbe di essere a se-
l’istanza umana di dare spazio alla vita spiri-
Da qualche parte, tra questo radicale ascetismo e tra la sensualità del libertino dissoluto, riposa la verità.
Non si vuole capire che è proprio l’arroganza di un individuo che crede di aver scoperto una norma valida per tutta l’umanità che ha portato
La legge ruota attorno a questa domanda: «Cosa -
viamo leggi che puniscono i suonatori di vio-lino, i “disturbatori della pubblica coscienza”, le “persone che danzano sensualmente”, i “be-stemmiatori” e in Inghilterra, all’inizio del XIX secolo, c’erano ben trentasette reati punibili con la morte. Quale espressione vitale sia giusta e quale non lo sia è semplicemente una questione di opinione. Una confessione religiosa attuale non permette il canto; per alcuni la musica stru-mentale è stato motivo di scandalo, in quanto tramite il senso dell’udito può stimolare pensieri indecenti nello spirito; altri ancora pensano che
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la danza sia malvagia, certi invece consentono la musica dell’organo ma pongono un limite al violino; altri ancora si servono di un’intera or-chestra per le loro cerimonie religiose. Ci sono poi quelli che considerano le immagini come strumenti dell’idolatria; mentre gli Hook and Eye Baptists5 considerano i bottoni immorali.
È la vita stessa di un individuo che testimonia le sue strane evoluzioni. Ad esempio, Lev Tol-stoy, un grande uomo buono, un tempo dedito ai piaceri dei sensi, ora è diventato ascetico; si tratta di un’evoluzione comune nelle vite dei santi. Ma sebbene quest’uomo sia eccezionale, c’è ancora un grave difetto che ad un certo li-vello vizia la verità che lui desidera insegnare: l’assenza dell’elemento bellezza. Non si inte-ressa dell’armonia nel colore, delle forme e dei suoni; lui è ben disposto a negare queste cose. La maggior parte delle anime ha fame di bel-
di cibo. La bellezza comunica con lo spirito attraverso i sensi ma un Tolstoj renderebbe la vostra casa sterile, quasi sull’orlo della povertà.
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il loro nome derivava degli anabattisti europei e dalla loro usanza di sostituire i bottoni con ganci di metallo.
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La mia devozione per Tolstoj è profonda, tutta-via ne faccio menzione qui per mostrare il serio pericolo che si cela nel permettere a qualunque uomo, anche uno dei più saggi, di dettare ciò che è meglio per altri.Noi stessi siamo i giudici migliori. La maggior
-mini nel passato, sono derivate da una diver-genza di opinioni, derivata a sua volta da una differenza di temperamenti. Da duemila anni a questa parte la domanda è sempre quella che chiede cosa bisogna fare, come bisogna espri-mere la propria vitalità per essere salvati. Ed è una concreta assurdità rispondere che noi tutti dobbiamo fare la stessa cosa. Forse, un domani,
uomini saranno disponibili a lasciare all’indivi-dualità di ciascuno la scelta su come esprime-re la propria vita; ovviamente ciò non accadrà
obbligare tutti gli altri a vivere seguendo un unico modello.
La maggior parte delle persone sono ansiose di fare ciò che è meglio per se stesse e allo stesso tempo meno dannoso per gli altri. Ora l’uomo
non è lontana se i governanti fossero semplice-
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mente disponibili a fare anche agli altri ciò che fanno per loro, potrebbero occuparsi del pro-prio lavoro e smetterla di legiferare su ciò che appartiene alla sfera intima di altre persone. La
individui, sono il risultato dell’avaro spirito di controllare le abitudini e le usanze altrui.
Un poco in più di pazienza, di amore e di carità per tutti; meno inchini al passato e all’ignoranza delle presunte autorità; uno sguardo coraggioso al futuro, con maggior sicurezza in se stessi e
umana sarà matura per una grande esplosione di vita e di luce.
Elbert Green Hubbard
Benjamin Franklin in un disegno di Elbert Green Hubbard
INDICE
Elbert Green Hubbard tra business, utopia e buon senso
di Fabrizio Ponzetta 5
MESSAGGIO PER GARCIA E ALTRI SETTE SCRITTI 29
Apologia 31
Messaggio per Garcia 35
La vita è espressione 45
Dimenticare se stessi 53
La capacità di riconoscere la capacità 59
Attitudine mentale 65
Piccolo viaggio nella mente di Benjamin Franklin 71
Credo nella Maternità di Dio 97