MdC 8 Agosto-Settembre 2011 - santuariocastelmonte.it · caristia. Della salvaguardia del creato si...

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Anno 97 - n. 8 - Agosto-Settembre 2011 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1, comma 2, DCB VERONA 25° Congresso eucaristico nazionale 25° Congresso eucaristico nazionale pag. 12 Una terra da amare! Una terra da amare! pag. 21

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Anno 97 - n. 8 - Agosto-Settembre 2011

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25° Congresso eucaristico nazionale25° Congresso eucaristico nazionale pag. 12

Una terra da amare!Una terra da amare! pag. 21

a cura della Redazione

VITA DEL SANTUARIO

MdC - AGOSTO-SETTEMBRE 20112

Metteremo le famiglie, le comunità cristiane e tutta la Chiesa diocesana sotto lo sguardo misericordioso e tra le braccia materne di Maria, affinché ci guidi a Gesù, via, verità e vita.

C arissimi sacerdoti, diaconi, consacrati e fede-li laici, il richiamo materno della Madonna di

Castelmonte ci interpella e ci invita nuovamen-te al pellegrinaggio di tutta la Chiesa diocesana, nella tradizione avviata subito dopo il terremoto del 1976. Come pastore e fratello, mi faccio inter-prete di quanto Maria ripete a tutti, secondo la narrazione delle nozze di Cana: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5).

Attenti uditori della parola di Dio, anche noi ci mettiamo in ascolto della volontà di lui come la beata Vergine ha saputo fare nel momento dell’annunciazione. È un invito ad avviarci in un cammino fi sico verso il suo santuario, ma con la convinzione di compiere insieme un itinera-rio spirituale che realizza la chiamata di tutta la Chiesa, sposa di Cristo, pronta a seguire la voce dello sposo.

Questo annuale appuntamento che ci apre agli impegni del nuovo anno pastorale, diventa per noi l’occasione propizia di una grande pre-ghiera corale, nella quale riconosciamo l’opera di Dio Padre a nostro favore, adoriamo e lodiamo l’azione salvifi ca del Figlio Gesù Cristo e glorifi -chiamo la luce e la forza del Santo Spirito che ci è dato in dono.

Tutto ciò lo viviamo in compagnia della bea-ta Vergine, che fu la prima dimora umana della

Santa Unità e Trinità di Dio e che ci accompagna con la sua intercessione per fare di ciascuno un tabernacolo della testimonianza evangelica per i nostri contemporanei.

Mettiamoci, così, alla scuola di Maria, per im-parare ancora a essere fedeli discepoli del Signo-re e per essere educati alla vita buona del vangelo da Colei che è tutta santa e Madre di misericor-dia. Chiederemo di essere rafforzati nella cono-scenza di noi stessi e dell’intervento di Dio in noi, per allargare la nostra fraternità verso tutti nella ricerca fattiva della giustizia e della pace.

E sia ancora lei, la Vergine dell’ascolto, a far crescere nella nostra Chiesa la grazia e la volontà di rispondere generosamente alle vocazioni mol-teplici per la vita matrimoniale, per l’esistenza consacrata e per il servizio ministeriale.

+ Andrea Bruno Mazzocatoarcivescovo di Udine

Grande festa a Castelmonte l’8 settembre: l’invito dell’arcivescovo di Udine a partecipare

Pronti, come Maria, a fare la volo

3AGOSTO-SETTEMBRE 2011 - MdC

PROGRAMMA E ORARI

S.s. messe in santuario: ore 8.00 - 9.00 - 10.00 - 11.30 - 15.30.

Ore 14.30: raduno dei pellegrini a Carraria di Cividale del Friuli.

Ore 15.00: inizio del pellegrinaggio e salita a piedi verso il santuario.

Ore 17.00: arrivo al piazzale del santuario e concelebrazione eucaristica, presieduta da mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, alla quale partecipano tutti i sacerdoti convenuti.

Alla fine: Atto di affidamento a Maria, canto del Magnificat e solenne benedizione conclusiva.

INFORMAZIONI

Confessori: per tutta la giornata vi sarà ampia disponibilità di confessori in santuario.

I sacerdoti che desiderano concelebrare sono pregati di portare con sé camice e stola bianca.

I parroci e gli organizzatori dei pellegrinaggi prenotino per tempo i mezzi di trasporto per i loro pellegrini.

Per le persone isolate (senza mezzi propri) saranno a disposizione alcuni mezzi pubblici per il rientro a Cividale e a Udine alla fine della concelebrazione pomeridiana.

al pellegrinaggio votivo

ntà del Signore

* Tutti i sabato sera d’agosto alle 21.00: incontro di preghiera e di riflessione in santuario.

* Lunedì 15 agosto, Assunzione della beata Vergine Maria. Alla messa del-le ore 10.00: affidamento a Maria del-le coppie di fidanzati.

Agenda del santuario

Orario Autoservizi SAF per raggiungere il santuario

Udine (autostazione) 9.00Cividale (autostazione) 9.30Castelmonte 9.50

Castelmonte 12.10Cividale (autostazione) 12.30Udine (autostazione) 13.00

Il servizio non si effettua: a Natale, 1° gennaio, Pasqua, 1° maggio e in caso di neve o ghiaccio.

Apertura santuario

Orario legale: 7.30 - 12.00 • 14.30 - 19.00Orario solare: 7.30 - 12.00 • 14.30 - 18.00

Orario delle sante messe

feriale: 9.00, 10.00, 11.00, 17.00 (orario legale)16.00 (orario solare)

festivo (orario legale):8.00, 9.00, 10.00, 11.30, 16.00, 17.00, 18.00

festivo (orario solare):8.00, 9.00, 10.00, 11.30, 15.30, 17.00

Apertura ufficio Bollettino

mattino: 8.30 - 12.00

pomeriggio: 14.30 - 18.00

VITA DEL SANTUARIO

EDITORIALE

5AGOSTO-SETTEMBRE 2011 - MdC

Riposo e ricupero anche per lo spirito!

C arissimi amici, l’estate proce-de e molti si stanno godendo

qualche giorno di meritato riposo, magari in casa, meglio se al ma-re o ai monti; molte associazioni giovanili (e non solo) fanno i loro campi estivi, routes, soggiorni e campeggi mirati. Tutti ci appre-stiamo a vivere, secondo le nostre possibilità, due (tre) eventi impor-tanti: la Giornata mondiale della gioventù (che durerà una settima-na), il Congresso eucaristico na-zionale ad Ancona (un’altra setti-mana) e, meno reclamizzata, ma pure molto importante, la Giorna-ta per la salvaguardia del creato (un giorno!).

I giovani cattolici (e anche pa-recchi adulti) si ritroveranno a Madrid e dintorni dal 17 al 24 ago-sto e saranno guidati dalla frase di san Paolo: «Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede» (Col 2,7). Ne abbiamo parlato nel numero scorso (luglio) con un bell’artico-lo del dott. Alberto Friso (MdC 7, 17-19). Del Congresso eucaristico nazionale si parla in questo nu-mero (pp. 12-15); tema: «Signore, da chi andremo?», con sottotitolo: «L’Eucaristia per la vita quotidia-na». Si sente il bisogno di tornare su alcuni temi fondamentali già oggetto di approfondimento nel Convegno di Verona (2006): la vi-ta affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione e la

cittadinanza, perché tutta la vita deve essere «eucaristica», cioè il-luminata, sostenuta e guidata da Gesù, realmente presente in mez-zo a noi nel sacramento dell’Eu-caristia.

D ella salvaguardia del creato si parla con sempre maggiore

frequenza (articolo alle pp. 21-23), ma bisogna insistere. Recen-temente, il papa ha detto: «L’e-cologia umana è una necessità imperativa. Adottare in ogni circo-stanza un modo di vivere rispetto-so dell’ambiente e sostenere la ri-cerca e lo sfruttamento di energie adeguate che salvaguardino il pa-trimonio del creato e non compor-tino pericolo per l’uomo devono essere priorità politiche ed eco-nomiche. In questo senso, appare necessario rivedere totalmente il nostro approccio alla natura. […] Il cambiamento di mentalità in questo ambito, anzi gli obblighi che ciò comporta, devono per-mettere di giungere rapidamen-te a un’arte di vivere insieme che rispetti l’alleanza tra l’uomo e la natura, senza la quale la famiglia umana rischia di scomparire» (Di-scorso a un gruppo di ambasciatori, 9.6.2011). Consumare meno, dun-que, e consumare meglio uguale «decrescita felice». «Un’economia che non cresce è considerata co-me un pesce che non nuota. Una

contraddizione in termini. Un in-cubo di cui si può parlare solo per perifrasi. Invece, se cresce e quanto più cresce… Ma che cos’è questa crescita? È la crescita dei beni e dei servizi di cui gli esseri umani hanno bisogno per vivere sempre meglio? Se vai da qui a là in automobile e non trovi traf-fi co lungo la strada consumi una certa quantità di carburante. Se t’imbottigli in una coda chilome-trica, ne consumi di più. Quindi fai crescere di più il prodotto interno lordo. Quindi stai meglio. E allora perché t’arrabbi?…» (M. Pallante, La decrescita felice, Editori Riuniti, Roma 2005, «Introduzione»).

La «decrescita felice» è una pro-posta solo apparentemente con-traddittoria, avanzata da Maurizio Pallante a partire dalle idee dell’e-conomista e fi losofo francese Ser-ge Latouche, da cui è nato il «Mo-vimento per la decrescita felice», partito dalla constatazione che il «perseguimento infi nito della cre-scita è incompatibile con un pia-neta “fi nito”». Non si tratta di una scelta di povertà, ma della drastica riduzione degli sprechi e di uno stile di vita più moderato (non «sa-crifi cato», ma intelligente!). La de-crescita è una soluzione che passa per una presa di coscienza politica ed economica e un cambiamento di rotta collettivo. Una soluzione «felice», perché l’aumento espo-nenziale dei consumi, oltre a im-poverire il pianeta delle risorse fondamentali, non porta certo al benessere individuale.

Buone vacanze, dunque, ma intelligenti per lo spirito, per il corpo e nei confronti della nostra «madre Terra»!

MdC

21AGOSTO-SETTEMBRE 2011 - MdC

«In una terra ospitale, educhiamo all’accoglienza». È questo l’invito che i vescovi italiani rivolgono a se stessi, in primis, e a tutti i cristiani delle loro comunità nel documento pubblicato in vista della 6a Giornata per la salvaguardia del creato, che si celebra in tutta Italia il primo settembre. Prendersi cura del creato con stile accogliente è un punto fermo per ciascun discepolo di Gesù. Si comincia con l’accoglienza della vita, che si declina in ospitalità e solidarietà, e si arriva alla cura della terra e all’uso diverso delle sue potenzialità, cioè cibo ed energia.

Gratuitamente avete ricevuto

I nostri vescovi invitano tutti i cristiani d’Italia a prendersi cu-

ra del creato con stile accoglien-te. Il papa punta l’attenzione su quanto accaduto soprattutto in Giappone, e lancia un appello per un nuovo patto dell’uomo con la natura. A partire da un di-verso uso dell’energia.

Per invitarci a prenderci cura della terra, il messaggio parte da… Adamo ed Eva, ovvero dal racconto della Genesi. L’uomo, si legge nel documento, «ven-ne posto da Dio nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Affi dandogli la ter-ra, Dio gli consegnò, in qual-che modo, tutta la sua gratuità. L’uomo diventa, così, la creatu-ra chiamata a realizzare il dise-gno divino di governare il mon-do nello stile della gratuità, con santità e giustizia».

Una grossa responsabilità questa che, come tutte le re-sponsabilità, ha una duplice faccia: signifi ca che il Creatore stima e considera l’uomo capa-ce di fare grandi e buone cose e che, d’altra parte, governare il mondo è un grosso impegno. Ogni «prendersi cura» (voce del verbo amare) lo è.

I vescovi proseguono il loro discorso facendo leva sull’espe-rienza comune. Quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento quando riceviamo un regalo? Quello di accoglierlo, quanto-meno, di accettarlo per quello che è, cioè un dono gratuito. Bene: in questo caso, il dono gratuito è il mondo intero. No-

di Alberto Friso

MONDO CRISTIANO

6a Giornata nazionale per la salvaguardia del creato: 1 settembre 2011

Una terra da amare!

MdC - AGOSTO-SETTEMBRE 201122

stro compito è accogliere que-sta offerta e imparare lo stile del gratis, secondo il famoso «Gra-tuitamente avete ricevuto, gra-tuitamente date» dello stesso Gesù (Mt 10,8).

La prima forma di accoglien-za, sottolineano i vescovi, è quella della vita stessa. «È il cuo-re dell’uomo, infatti, che deve es-sere formato all’accoglienza, an-zitutto della vita in se stessa, fi no all’incontro e all’accoglienza di ogni esistenza concreta, senza mai respingere qualcuno dei pro-pri fratelli». Ecco che il termine accoglienza si declina in «ospi-talità», definita dal documento «misura concreta dello sviluppo umano, la virtù che getta il seme della solidarietà nel tessuto della società, il parametro interiore ed esteriore del disegno dell’amore che rivela il volto di Dio Padre».

Educarsi all’accoglienza

N el secondo capitolo del do-cumento si entra nello spe-

cifi co di un problema ben preci-so, ovvero quello dei «rifugiati ambientali», quelle persone co-strette a migrare a causa di di-sastri naturali o del degrado del proprio ambiente di vita, dive-nuto inospitale per mancanza di acqua, cibo, foreste, energia, a causa dell’inquinamento, di disastri naturali o dell’azione devastatrice dell’uomo. Non si parla in astratto, anzi. Il docu-mento propone addirittura una stima numerica: «Per quanto sia possibile prevedere, non si è lontani dal vero immaginan-do che, entro la metà di questo secolo, il numero dei profughi ambientali potrà raggiungere i duecento milioni». Vale a dire la migrazione di massa dell’equi-valente di tre-quattro nazioni

europee medio-grandi. In que-sto scenario globale, ma che riguarda da vicino anche noi italiani, l’invito dei vescovi è a educare ed educarsi all’acco-glienza, secondo quanto previ-sto dagli orientamenti pastorali

della Cei per il decennio (Edu-care alla vita buona del vange-lo), che abbiamo già presenta-to qualche numero fa (cf. MdC 2011, nn. 3-4).

Nello specifico, educare al-l’ac coglienza significa, per i nostri vescovi, «coltivare un atteggiamento di gratitudine a Dio per il dono del creato». In secondo luogo, signifi ca «vivere

personalmente la responsabi-lità di rendere sempre più bella la creazione». E, infine, come terzo atteggiamento di fondo, «divenire testimoni autentici di gratuità e di servizio nei con-fronti di ogni persona umana».

Da quale fonte di energia attingere?

I nevitabilmente, poi, la gior-nata per la salvaguardia del

creato risentirà del vasto mo-vimento di opinione, di matrice anche cattolica, che si è attivato in vista dei referendum su ac-qua ed energia nucleare dello scorso giugno.

MONDO CRISTIANO

23AGOSTO-SETTEMBRE 2011 - MdC

Proprio in quei giorni, lo stesso papa Benedetto XVI si è espresso in merito ai rischi del nucleare, parlando ai nuovi am-basciatori accreditati presso la Santa Sede. Del resto, non si po-teva certo attendersi che il papa,

così attento a tanti aspetti della vita dell’umanità, non propones-se una sua pacata rifl essione su quanto avvenuto nella centrale di Fukushima, in Giappone, ma anche sul precedente terremoto e maremoto e sui continui tor-nado che fl agellano zone più o

meno vaste degli Stati Uniti. Ha detto papa Benedetto: «Il primo semestre di quest’anno è stato segnato da innumerevoli trage-die che hanno colpito la natura, la tecnologia e le persone». Cer-to, non tutto dipende dall’azione umana, com’è il caso, ad esem-pio, dei terremoti.

E, tuttavia, è il caso d’inter-rogarsi su quanto ci stiamo oc-cupando del creato. È, anzi, una priorità, non solo un bel proposi-to da mettere in coda all’agenda. Esclama Ratzinger: «L’ecologia umana è un imperativo»! Adot-tando concretamente «uno stile di vita che rispetti l’ambiente»; sostenendo «la ricerca e lo sfrut-tamento di energie pulite, rispet-tose del patrimonio della crea-zione e innocue per gli esseri umani». Altrimenti, senza l’alle-anza tra uomo e natura, l’uma-nità «potrebbe scomparire».

In proposito, il Vaticano ha fatto una scelta molto lungimi-rante, dotandosi di un gran nu-mero di pannelli solari, che già da qualche anno tappezzano l’intera copertura della grande aula Paolo VI, quella utilizzata per le udienze generali e le ca-techesi papali del mercoledì. In questo modo, addirittura, il Va-ticano è lo stato che al mondo ha la più alta concentrazione di pannelli solari rispetto al suo territorio.

Tutto ciò a commento della questione «quale energia» sia meglio sostenere per una cre-scita sostenibile. Ma c’è anche un ulteriore interrogativo da porsi. E riguarda la quantità.

Quanta energia impiegare?

G ià, quanta energia? Qui en-tra in ballo un altro aspet-

to nel quale noi francescani

dovremmo essere un esempio, ovvero quello della sobrietà, per non dire della povertà nel senso della beatitudine evan-gelica. Che, per il nostro argo-mento, potrebbe declinarsi an-che nel nome di decrescita. Nel senso: per quanto riguarda l’e-nergia, ma anche la salvaguar-dia del creato, dovremmo non solo consumare meglio, ma anche meno. Gli esempi sono tanti e riguardano molti aspetti della vita quotidiana: i traspor-ti, le scelte energetiche, gli ac-quisti, l’uso della tecnologia. Pensiamo ai rifi uti. Ottimo im-pegnarsi per una seria raccolta differenziata, ma non sarebbe ancora più interessante riusci-re a diminuire la quantità degli scarti? Magari, qualora non sia strettamente necessario, diret-tamente comprando qualcosa in meno?

Esempio nell’esempio: bene buttare la bottiglia di plastica dell’acqua minerale nel bidone apposito, affinché venga rici-clata, ma non sarebbe meglio scegliere direttamente di bere l’acqua del rubinetto? Non solo perché così si risparmia (moti-vazione economica) e perché si rispetta l’ambiente (motiva-zione ecologica) e perché or-mai la tendenza è quella, altri-menti ne avrei discredito dalle altre persone (motivazione so-ciale).

Per noi cristiani merita di fare questa e altre simili scelte per un motivo specifi camente cristiano. Sono capaci tutti di un generico amore per la natu-ra, ma è diverso amare la na-tura in quanto creazione di Dio Padre, nostra eredità, giardino la cui cura ci è affi data. Que-stione di stile. La differenza è netta, la sfi da aperta.

MONDO CRISTIANO

Città del Vaticano: il tetto della Sala Ner-vi ricoperto di pannelli fotovoltaici.