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Master in
MANAGEMENT per le ORGANIZZAZIONI COMPLESSE
Governo, Innovazione e Umanizzazione delle Strutture Socio-Sanitarie
Maria Elena Cianchi
La qualità nelle relazioni
La comunicazione
unità minime di
performance aziendale
Gruppi
Coordinatore
manager intermedio immagini da www.widebrain.it
Abilità concettuale
Requisiti tecnici
Intelligenza emotiva
Gestione delle relazioni
Competenze strategiche
Master in
MANAGEMENT per le ORGANIZZAZIONI COMPLESSE
Governo, Innovazione e Umanizzazione delle Strutture Socio-Sanitarie
Dr.ssa Maria Elena Cianchi
La comunicazione
nella relazione terapeutica
Ricoveri successivi al primo possono essere ridotti di quasi la metà
nel primo mese successivo alla dimissione se questa è assistita
dallo sviluppo e dal mantenimento di una rete di relazioni
riduzione dei costi
miglioramento della qualità della vita
C. Forchuck, B.Brown, Establishing a nurse-client relationship
C. Forchuck, The orientation phase of the nurse-client relationship
Insieme delle relazioni che intercorrono
e che si sviluppano tra gli individui
e tra questi ultimi e il loro ambiente naturale
Insieme di comportamenti verbali e non verbali
manifestati in un contesto sociale Satir
Insieme dei processi mediante i quali la mente di
un individuo agisce su quella di un altro Ruesh,Bateson
Processo di scambio di informazioni e di
influenzamento reciproco che avviene in un
determinato contesto Watzlawick
…uno scambio interattivo osservabile fra due o più
partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di un
certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere
un determinato significato sulla base di sistemi simbolici e
convenzionali di significazione e di segnalazione secondo
la cultura di riferimento Anolli, 2002
Comunicazione
Comportamento
Informazione
Interazione
È un processo che implica lo
scambio di informazioni per
mezzo di segni tra sistemi
Comunicazione = Cooperazione
Collegamento, passaggio tra luoghi:
il Reno è una importante via di c.
Insieme dei mezzi di trasporto, strutture
e sim. che realizzano un collegamento:
c. terrestri, marittime, aeree
Processo di trasmissione dati con appositi segnali da un sistema all’altro
H. Thorpe, Bird Song, Cambridge, 1961;
T. A. Sebeok (a cura di), Animal Communication, Bloomington, 1968;
H. e M. Frings, La comunicazione animale, Torino, 1971;
G. Bateson, Mente e natura, Milano, 1988. www.sapere.it
In tutti gli animali, compreso
l’uomo, un intero comportamento
ha funzione di comunicazione.
www.sapere.it Immagine tratta da: www.informaticaediritto.it
Le reti devono
essere dotate di
flessibilità,
accessibilità e
trasparenza.
J. Beaujeu Garnier, G. Chabot, Trattato di geografia urbana, Parigi, 1963;
L. Benevolo, Le origini dell'urbanistica moderna, Bari, 1989. www.sapere.it
Immagine tratta da: www.genitronsviluppo.com
interconnessione crescente
www.sapere.it Immagine tratta da: www.andreagrosso.it
R. Jakobson, M. Halle, Fundamentals of Language, Gravenhage, 1956;
G. A. Miller, Language and Communication, New York, 1963;
L. Alici, S. Arcodeo, N. Bacrin, I linguaggi della comunicazione, Padova, 1987.
Funzioni della comunicazione
• espressiva
• conativa
• referenziale
• poetica
• segnalante
• metalinguistica
www.sapere.it
D. de Gregorio, Teoria e storia della comunicazione sociale, Roma, 1975;
K. O. Apel, Comunità e comunicazione, Torino, 1977;
A. Mancarino, Sociologia dell'azione comunicativa, Napoli, 1988.
Immagine tratta da: www.corriereuniv.it
Linguaggio della società
POLIREMATICHE
comunicazione animale
trasmissione di informazioni relative alla ricerca di cibo, alla difesa, al
corteggiamento, realizzata attraverso segnali olfattivi, tattili, di postura
comunicazione di massa
comunicazione realizzata attraverso organi
di stampa e mezzi audiovisivi per
raggiungere un pubblico molto esteso
comunicazione di servizio
breve testo scritto o messaggio verbale
rivolto agli addetti ai lavori di un determinato
settore
comunicazione giudiziaria
denominazione non più in uso dell’atto
giudiziario oggi noto come informazione di
garanzia
COMMUNICARE
FAR SAPERE
livello del contenuto-messaggio
Il COSA della comunicazione
ESSERE IN RELAZIONE
livello relazionale
Il COME della comunicazione
Una comunicazione trasmette informazione ed
impone un comportamento Watzlawick
COMUNE
COMMUNIS
Processo fisico-mentale con la funzione di esprimere a
parole il pensiero che si vuole comunicare ad altri
Bateson
Insieme di comportamenti verbali e non verbali
manifestati in un contesto sociale
Steward
La comunicazione . . .
. . . è un mezzo per trasmettere informazioni,
. . . è la componente essenziale di ogni relazione
IL MESSAGGIO
- parte “attiva” dell’atto comunicativo
Per l’emittente:
mezzo attraverso il quale viene veicolata o resa disponibile
una informazione.
Per il ricevente:
interpretazione dello stimolo proveniente dall’emittente.
Il significato del messaggio emerge
dalla lettura contestuale.
luogo in cui avviene lo scambio comunicativo
situazione in cui l’atto comunicativo si inserisce
parte integrante del messaggio
può far cambiare di significato il messaggio
IL CONTESTO
“Senza contesto le parole e le azioni non
hanno alcun significato” Gregory Bateson (2008) Mente e Natura
Sistema di segni dai significati condivisi
che permette di comunicare
IL CODICE
CODICI COMUNICATIVI
RISTRETTI
Comprensibili solo all’interno del contesto sociale o
interpersonali che li ha generati
ELABORATI
Possono essere compresi da persone che vivono in
situazioni molto differenti e anche di diverse culture
Mittente
Chi produce il messaggio
Destinatario
Chi riceve il messaggio
Messaggio
Oggetto della comunicazione
Contesto
Insieme delle circostanze che
accompagnano il messaggio
Codice
Sistema di simboli e caratteri o
successione di impulsi usati per
trasmettere il messaggio
Linguaggio
Insieme di segnali e simboli per mezzo
dei quali si comunica
Master in
MANAGEMENT per le ORGANIZZAZIONI COMPLESSE
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Dr.ssa Maria Elena Cianchi
La comunicazione
Parte seconda
La Storia
EVOLUZIONE dei MEZZI di COMUNICAZIONE
rivoluzione chirografica
rivoluzione gutemberiana
rivoluzione elettrica
rivoluzione elettronica
Cultura orale
EVOLUZIONE dei MEZZI di COMUNICAZIONE
Cultura orale
Privilegia la paratassi
L'orecchio è il senso più importante
È ridondante
È conservatrice
È enfatica
È omeostatica
È situazionale
EVOLUZIONE dei MEZZI di COMUNICAZIONE
Rappresentazione di scrittura cuneiforme su una tavoletta accadica Immagine tratta da: http://it.wikipedia.org/wiki/Scrittura_cuneiforme
L'avvento della scrittura ha permesso un
"addomesticamento del pensiero" tale da
consentire processi quali l'astrazione, la
formalizzazione, la logica, l'analisi, la
classificazione, la sintesi e l'ipotesi Jack Goody
La rivoluzione chirografica
EVOLUZIONE dei MEZZI di COMUNICAZIONE
rivoluzione
gutemberiana
Una pagina della Bibbia a 42 linee, di Gutenberg Immagine tratta da: http://it.wikipedia.org/wiki/Bibbia_di_Gutemberg
EVOLUZIONE dei MEZZI di COMUNICAZIONE
rivoluzione elettrica
rivoluzione elettronica Telegrafo morse
Immagine tratta da: www.siemens.it
Primo esperimento di collegamento telefonico a Milano, 1878 Immagine tratta da: www.storiadimilano.it
1844 - Telegrafo
1878 - Telefono
1895 - Trasmissione senza fili
1947 - Televisione
2000 - Information and communication technology
Le COMUNICAZIONI di massa
Immagine tratta da: http://www.misteri2012.net
La parola scritta non ha mai avuto un ruolo così fondamentale nel nostro
modo di vivere, lavorare e divertirci. Gerry McGovern
STORIA DELLA COMUNICAZIONE
La Retorica studia le tattiche che il parlante usa per
influenzare i pensieri, le idee e il comportamento degli altri.
Aristotele
(a) chi
(b) dice cosa
(c) a chi
(d) attraverso quale canale
(e) con quale scopo
Una “fonte autorevole” può,
attraverso particolari tecniche
di comunicazione, mettere
proprie idee e opinioni nella
mente di persone acritiche e
passive. Laswell, 1948
Elementi della COMUNICAZIONE
emittente
codice
messaggio
canale destinatario
contesto
contesto culturale
contesto linguistico
contesto situazionale
Roman Jakobson
Funzione emotiva
Roman Jakobson
Funzioni del LINGUAGGIO
Funzione fàtica
Funzione conativa
Funzione poetica
Funzione metalinguistica
Funzione referenziale
mittente
canale
destinatario
Organizzazione del m.
codice
contesto
John J. Gumperz e Dell Hymes, 1967
Funzioni del LINGUAGGIO
partecipanti
espressione
tipi
norme di interazione -
interpretazione
localizzazione
atti di linguaggio risultati
agenti strumentali
Paul Watzlawick
Don D. Jackson
Mental Research Institute, Palo Alto,
California
Janet Helmick Beavin
Gregory Bateson
COMUNICAZIONE
Messaggio Segnale Segnale ricevuto Messaggio
Fonte Trasmittente Canale Ricettore Destinatario
Rumore
The Mathematical Teory of Communication, 1949
PRIMA FASE
definizione generale processo di influenza ristretto ai fenomeni umani
ELABORAZIONI ed APPROFONDIMENTI
consentono di adattare lo schema in maniera transdisciplinare
Schema della comunicazione di Warren Weaver e Claude Shannon
messaggio
FONTE DESTINATARIO
CANALE
messaggio decodifica codifica
rumore
feedback
Schema della comunicazione di Claude Shannon e Warren Weaver, 1958
fonte
codifica
segnale
deco
dific
a
destinatario
fonte
codifica
segnale destinatario
deco
dific
a
Modello di Schramm (1° - 1954)
Modello di Schramm (2°)
49
Messaggio
Messaggio
Codificatore
Interprete
Decodificatore
Decodificatore
Interprete
Codificatore
Modello di Schramm (3°)
Immagine tratta da: Lezioni di “Cultura della comunicazione” - Prof.ssa Silvia Leonzi Facoltà di Scienze della comunicazione La Sapienza - Roma
Realizzate dall’Area di Sociologia della Comunicazione - www.uniroma1.it
S source
C channel
M message
R receiver
Immagine modificata da: Lezioni di “Cultura della comunicazione” - Prof.ssa Silvia Leonzi Facoltà di Scienze della comunicazione La Sapienza - Roma
Realizzate dall’Area di Sociologia della Comunicazione - www.uniroma1.it
Modello di Berlo (1960)
52
E
S E
SE1
M
E1
M2
Selezione
Contesto
Disponibilità
Selezione
Contesto
Disponibilità
Accesso a
i canali
Contr
ollo
dei m
edia
Dim
ensio
ne d
i sig
nific
ato
e c
on
tro
llo
(o c
om
un
ica
zio
ne)
Dimensione percentuale
M: primo soggetto
M2: secondo soggetto
E: evento
E1: evento percepito
SE1: percezione di affermazione
contenuto forma
Modello di Gerbner (1967)
Modello della comunicazione di massa, Dance (1967)
Immagine tratta da: I sentieri della comunicazione. Storie e teorie, Dario Viganò
Immagine tratta da: T. Slama-Cazacu, Introduzione alla psicolinguistica, Patron, Bologna, 1973
Modello di Tatiana Slama-Cazacu (1973)
L’emittente codifica idee e sentimenti in un messaggio che viene inviato
attraverso un canale al ricevente
Introduce il concetto di feedback che trasforma il ricevente in emittente e sancisce
la comunicazione come processo dinamico e circolare
Il focus è posto sulla relazione e sullo scambio tra emittente e ricevente
57
Master in
MANAGEMENT per le ORGANIZZAZIONI COMPLESSE
Governo, Innovazione e Umanizzazione delle Strutture Socio-Sanitarie
Dr.ssa Maria Elena Cianchi
La comunicazione
Parte terza
Gli assiomi della comunicazione
59
1° ASSIOMA della COMUNICAZIONE
IL COMPORTAMENTO È COMUNICAZIONE
NON SI PUÒ NON COMUNICARE
NON SI PUÒ NON COMPORTARSI
60
NON COMPORTAMENTO = COMPORTAMENTO
NON COMUNICAZIONE = COMUNICAZIONE
Il comportamento
non ha un suo
opposto
E. Degas, L’absinthe, 1876
61
2. ASSIOMA della COMUNICAZIONE
Ogni evento comunicativo ha un livello di
contenuto e uno di relazione di modo che il
secondo qualifica il primo ed è quindi
metacomunicazione
62
Ogni comunicazione ha un aspetto di
contenuto e un aspetto di relazione
il secondo classifica il primo
ed è quindi
metacomunicazione
Attraverso la metacomunicazione
si sviluppa la coscienza degli individui
coinvolti nell’interazione
63
3° ASSIOMA della COMUNICAZIONE
La natura della relazione dipende dalla
punteggiatura delle sequenze di comunicazione
Marito
Moglie
65
Fattori che influiscono principalmente in un processo
comunicativo per determinarne la sequenza (punteggiatura)
posizione degli interlocutori
ruolo degli interlocutori
capacità interpretativa degli interlocutori
cultura di riferimento
contesto
66
4° ASSIOMA della COMUNICAZIONE
Gli esseri umani comunicano con un
modulo numerico e uno analogico
5° ASSIOMA della COMUNICAZIONE
Gli scambi comunicativi si fondano sull'uguaglianza o
sulla differenza tra comunicanti e quindi possono
essere simmetrici o complementari
69
identità che formano una relazione
motivi che spingono ad entrare in relazione
fine della relazione
mezzi usati per raggiungere il fine
ordine gerarchico o paritetico proprio della relazione
durata della relazione
PATOLOGIE LEGATE AGLI ASSIOMI
1. NON SI PUÒ NON COMUNICARE
RIFIUTO
ACCETTAZIONE
SQUALIFICAZIONE
Usare un sintomo come comunicazione
71
2. Ogni comunicazione ha un aspetto di
contenuto e un aspetto di relazione in modo che
il secondo classifica il primo ed è quindi
metacomunicazione
CONFERMA
RIFIUTO
DISCONFERMA
PATOLOGIE LEGATE AGLI ASSIOMI
72
PATOLOGIE LEGATE AGLI ASSIOMI
3. La natura della
relazione dipende
dalla
punteggiatura
delle sequenze di
comunicazione
73
PATOLOGIE LEGATE AGLI ASSIOMI
4. Gli esseri
umani
comunicano
con un
modulo
numerico e
uno
analogico
PATOLOGIE LEGATE AGLI ASSIOMI
5. Tutti gli scambi di comunicazione sono
simmetrici o complementari, a seconda che
siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza
Escalation simmetrica
Complementarietà rigida
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La comunicazione
Parte quarta
I versanti della relazione
I VERSANTI DELLA RELAZIONE
VERSANTE VERBALE
Contenuto
Frasi
COSA DICIAMO
VERSANTE ANALOGICO
Linguaggio del corpo
Linguaggio paraverbale
COME LO DICIAMO
Consapevole
Intenzionale
Controllabile
Fornisce informazioni sugli
argomenti espressi
È idonea a veicolare
descrizioni,
argomentazioni, narrazioni
È arbitraria (convenzionale)
È meno rilevante
Inconsapevole
Non intenzionale
Non controllabile
Fornisce informazioni sul
soggetto che la esprime
È poco idonea ad esprimere
concetti
È ambigua
È più efficace
LIVELLI DELLA RELAZIONE
VERBALE
parole, codice linguistico, argomentazioni . . . . . rilevanza 7%
PARAVERBALE
tono, volume, ritmo, velocità . . . . . rilevanza 38%
NON VERBALE
postura, gestualità, mimica, abbigliamento . . . . . rilevanza 55%
Del registro non verbale fanno parte tutti quegli elementi
comunicativi diversi dal linguaggio articolato
gesti, espressioni, posture,
movimenti e azioni,
atteggiamenti, distanze,
intonazione della voce, odori,
abbigliamento, etc.
L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali 1872
Charles Darwin
CINETICA
Desmond Morris
Kinesis - movimento Ray Birdwhistell
Il gesto è qualunque azione capace di inviare un segnale visivo ad un osservatore
(…) e di comunicargli una qualsiasi informazione
Paul Ekman, Wallace Friesen
1970 GESTI
illustratori
simbolici
indicatori
adattivi
regolatori
82
INTONAZIONE
QUALITÁ DELLA VOCE
TONO
TIMBRO
VOCALIZZAZIONI
PROSSEMICA
ORIENTAZIONE
POSTURA
MIMICA
ELEMENTI PARALINGUISTICI
ELEMENTI CINESICI
89
ESPRESSIONI FACCIALI
Immagini tratte da: M. Carosi, Lezioni di Etologia umana, Università degli Studi della Tuscia, VT
RICTUS FACCIALE
Il CONTATTO OCULARE protratto con conspecifici induce
eccitazione, è indice di serenità, confidenza e sicurezza
Distogliere lo sguardo può aiutare a
diminuire lo stress:
• diminuzione frequenza respiratoria
• battito cardiaco
• sudorazione delle mani
Può avere connotazione aggressiva
È fondamentale nell’avvio di qualsiasi
rapporto interpersonale
93
INCLINARE la TESTA
Ritratto di Jeanne Hébuterne, Modigliani, 1919
Gesto di sottomissione
o differenziazione gerarchica,
richiesta di protezione,
rappacificazione
o conquista delle simpatie.
97
PALMI IN ALTO
Nei malati mentali la sequenza
palmi in su/caduta delle mani
ha significato di richiesta di aiuto
Con le ginocchia de la mente inchine,
prego che sia mia scorta,
et la mia torta via drizzi a buon fine.
dal Canzoniere, Petrarca, Vergine bella, che di sol vestita
INCHINO
Postura rigida
Sguardo direttivo
Ricca gestualità
La CNV nell’ossessivo-compulsivo è caratterizzata da
La CNV del depresso è caratterizzata da
Testa chinata verso il basso
Sguardo sfuggente
Scarso uso della gestualità
Largo utilizzo dell’autocontatto
Povera mobilità facciale:
Tendenza a corrugare la fronte
Tendenza ad abbassare gli angoli della bocca
Prossemica
Edward T. HALL , Proxemic Theory, 1966
Persone di differenti culture mantengono distanze differenti
Culture del contatto Culture della distanza
Studio della percezione ed uso
dello spazio
La “Prossemia”
MODELLO DI DISTANZA di HALL
Intimo 0-45 cm
Personale 45 cm – 1.2 m
Sociale 1.2 – 3 m
Distanza pubblica 3 m e oltre
Persone di differenti culture mantengono distanze differenti
La “Prossemia”
Distanza
Orientazione
Modo di occupare l’ambiente
Organizzazione dello spazio
Organizzazione degli oggetti
Riserve territoriali
Contrassegni spaziali
Violazioni territoriali
Trasgressioni spaziali
Erving Goffman (1971)
Cronemica
Concerne il modo con cui gli individui percepiscono e usano il
tempo per organizzare le attività e scandire la propria esistenza
Studio del potenziale comunicativo dell’organizzazione del tempo,
e del modo in cui essa influisce sull’azione, le interazioni, la
comunicazione, all’interno di una cultura e tra le diverse culture
Distonie
Sfasamenti
Disagio
Biologici
Culturali
Psicologici
identità che formano una relazione
motivi che spingono ad entrare in relazione
fine della relazione
mezzi usati per raggiungere il fine
ordine gerarchico o paritetico proprio della relazione
durata della relazione
Imbarazzo
Amore
Indifferenza
Serenità
Amarezza
Dolore
Rabbia
Tristezza
Noia
Gioia Odio
Freddezza
Preoccupazione
Rancore
Curiosità
Passione
Coraggio
Euforia
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MANAGEMENT per le ORGANIZZAZIONI COMPLESSE
Governo, Innovazione e Umanizzazione delle Strutture Socio-Sanitarie
Dr.ssa Maria Elena Cianchi
La comunicazione
Parte quinta
La competenza comunicativa
L’interazione comunicativa è resa possibile da un
insieme di conoscenze e di regole che devono
essere comuni agli interlocutori e che consentono
l’interpretazione dei messaggi
Un’organizzazione è ciò che comunica.
COMPETENZA COMUNICATIVA
Rimanda alla capacità di scegliere “quando parlare, quando tacere,
e riguardo a che cosa parlare, a chi, quando, dove, in che modo” Hymes, 1966
competenza grammaticale
competenza sociolinguistica
competenza discorsiva
competenza strategica Canale & Swain, 1980
Consta di quattro componenti:
La competenza d'organizzazione include
competenza grammaticale e discorsiva
competenza pragmatica Bachman, 1990
COMPETENZA COMUNICATIVA
competenza paralinguistica
competenza cinesica
competenza prossemica
competenza socio-culturale
competenza linguistica
COMPETENZA COMUNICATIVA
IN AMBITO LAVORATIVO
Capacità e conoscenze determinanti
per la realizzazione di progetto professionale
PRINCIPIO DI COOPERAZIONE COMUNICATIVA
… “Dai il tuo contributo alla conversazione nel modo
richiesto, allo stadio in cui è richiesto, dallo scopo
condiviso o dalla direzione dello scambio comunicativo
in cui sei impegnato” Grice, 1975
PRINCIPIO DI COOPERAZIONE COMUNICATIVA
MASSIME CONVERSAZIONALI
Categoria della Quantità
Categoria della Qualità
Categoria della Relazione
Categoria delle Modalità
Da chiunque abbia a cuore i fini centrali della conversazione/comunicazione
ci si deve aspettare un interesse, in circostanze adatte, a partecipare a
scambi linguistici (…) che potranno essere considerati vantaggiosi soltanto
in base all’assunto che siano condotti in generale conformità al principio di
conservazione e alle sue massime Grice, 1975
Categoria della Quantità
MASSIME CONVERSAZIONALI
Dai un contributo tanto informativo quanto è richiesto
Non dare un contributo più informativo di quanto è richiesto
Categoria della Qualità Tenta di dare un contributo che sia vero
- Non dire ciò che credi essere falso
- Non dire ciò per cui non hai prove adeguate
Categoria della Relazione Sii pertinente
- Evita l’oscurità
- Evita l’ambiguità
- Sii breve
- Sii ordinato
Categoria delle modalità Sii perspicuo
acquisire consapevolezza delle proprie modalità di
comunicazione verbale e non verbale
individuare le proprie aree di miglioramento
sviluppare capacità di ascolto attivo
sviluppare modalità assertive nella gestione dei conflitti
interpersonali e nella comunicazione di stati emozionali
spiacevoli
MIGLIORARE LA COMPETENZA COMUNICATIVA
SVILUPPARE MODALITÁ ASSERTIVE
comportamento partecipe
atteggiamento responsabile
completa manifestazione di sé
atteggiamento non censorio
LO STILE ASSERTIVO
Componente verbale
Componente cognitiva
Componente emotiva
Componente non verbale
ASCOLTO ATTIVO
L’ascolto è dato dalla capacità di comprendere una
prospettiva diversa dalla propria, di considerare le
caratteristiche dell’altro ed i suoi attributi di ruolo, di
tenere presente la prospettiva dell’interazione.
Se vuoi comprendere quello che un altro sta
dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli
di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua
prospettiva. Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili, Le Vespe, 2000
ASCOLTO ATTIVO in una ORGANIZZAZIONE COMPLESSA
Autonomia
coinvolge dirigenti politici e organizzativi
favorisce il riconoscimento dell'altro
educa all'accettazione della diversità e della pluralità
Buone relazioni
trasforma il disordine in armonia
Cfr. C. Benzi, L’ASCOLTO ATTIVO, Centro Studi Nazionale CISL
PROMUOVE Crescita
Integrazione
Creatività
FILTRO
si ascolta solo ciò che si vuole sentire
PROVE
si pensa a cosa si dirà, non concentrandosi su ciò che sta dicendo
l’interlocutore
IDENTIFICAZIONE
si riferisce tutto quanto si ascolta alla propria esperienza
DENIGRAZIONE
si snobba o si accantona quanto viene detto perché ritenuto di poca
importanza
ACCONDISCENDENZA
si esprime accordo per ogni cosa viene detta
DEVIAZIONE
si cambia troppo rapidamente argomento dimostrando disinteresse
SILENZIO
DOMANDE APERTE
RIFORMULAZIONE
DOMANDE DI PRECISIONE
INCORAGGIAMENTO
RIASSUNTO
PERCORSO DELL’ASCOLTO ATTIVO
ASCOLTO ATTIVO
ASCOLTARE SENZA INTERROMPERE
EVITARE ATTEGGIAMENTI CRITICI E CENSORI
VERIFICARE LA COMPRENSIONE
DIMOSTRARE COMPRENSIONE AUTENTICA
NON PRETENDERE DI RISOLVERE IL PROBLEMA
ESSERE DISPOSTI AD ACCETTARE IL MESSAGGIO
Comportamenti coerenti
fornire dati
confermare informazioni
impiegare contributi di altri
sintetizzare per concludere
sospendere le divergenze
EMITTENTE
FEED BACK
Comportamenti incoerenti
confondere opinioni per dati certi
seguire stereotipi o pregiudizi
esprimere giudizi personali
fornire consigli non richiesti
proporsi di convincere
Comportamenti coerenti
formulare domande
specifiche
lasciar parlare
approfondire i fatti
apprezzare contributi utili
essere propositivi
DESTINATARIO
FEED BACK
Comportamenti incoerenti
controbattere
cercare autoconferme
giustificare
rinunciare al disaccordo
subire informazioni errate
Empatia
fenomeno psicologico per il quale il
soggetto proietta se stesso in ciò che
osserva identificandosi in esso
EMPATIA
Stato di identificazione molto
profonda tra persone in cui ognuno si
sente ‘l’altro’ tanto da perdere
temporaneamente la propria identità.
EMPATIA
Sentimento cosmico e riflesso dell’interdipendenza
dell’intero cosmo che vive in noi.
Caratteristica ineluttabile insita nel nostro essere
uomini.
Adler
È impossibile comprendere un altro individuo
se il nostro sé non si identifica con lui…
136
Due soggetti entrano in empatia quando l’uno ha la
capacità di intuire cosa si agiti nell’animo dell’altro, come
questo si senta in una determinata situazione e cosa
realmente provi al di là di quello che esprime verbalmente.
Tra gli amanti c’è molto più che simpatia: da συμπάθεια, letteralmente "patire insieme"
il provare emozioni simili ad un’altra persona
Henri Beyle (Stendhal), Dell’amore, 1822
L’empatia è qualcosa di più profondo. dal greco εμπαθεια
Stendhal, Dell’amore, 1822
L’empatia è propria dell’androgino platonico
Esistevano, ai primordi, individui con due teste, due bocche, quattro
braccia e altrettante gambe.
Zeus, come punizione per la loro superbia, li tagliò a metà, per
indebolirli, conferendo loro, in questo modo, le fattezze dell’uomo
attuale. Fu l’inizio della loro sofferenza.
Ogni parte si mise alla ricerca della metà perduta, non potendo più
vivere senza di essa.
I due esseri pensano l’uno come l’altro, condividono le
emozioni, le sofferenze, proprio perché un tempo sono
state un essere unico.
Il loro desiderio è solo quello di ricongiungersi per
l’eternità con la parte perduta, tanto che, una volta
ritrovatesi, si lascerebbero morire di fame pur di restare
abbracciati (…) farebbero di tutto per ritrovarsi,
affronterebbero qualsiasi pericolo.
Master in
MANAGEMENT per le ORGANIZZAZIONI COMPLESSE
Governo, Innovazione e Umanizzazione delle Strutture Socio-Sanitarie
Dr.ssa Maria Elena Cianchi
La comunicazione
Parte sesta
La comunicazione nella relazione terapeutica
La salute è essenzialmente informazione G. Domenighetti, Sezione sanitaria Dipartimento Sanità e Socialità Canton Ticino, Consulente OMS e UE,
Comunicazione sanitaria e potere, “Malati di parole. L’informazione e la comunicazione come terapia”, AUSL 4 Medio Friuli, 2008
1. Evidence based/EBN-EBM
2. Completa ed aggiornata
3. Libera da conflitti di interesse
4. Accessibile, chiara e condivisa
5. Paritetica
6. Leale
7. Non discriminata
8. Multidisciplinare
9. Coerente
10. Univoca
Decalogo della corretta comunicazione sanitaria
Carta di Firenze
La buona comunicazione
2004
Relazione terapeutica relazione d’aiuto
relazione utile
relazione d’assistenza al cliente
qualità
fasi
impedimenti
risultati
abilitazione
empatia
rispetto
ascolto attivo
genuinità
risposte
Relazione terapeutica relazione d’aiuto
relazione utile
relazione d’assistenza al cliente
qualità
fasi
impedimenti
risultati
abilitazione
empatia
rispetto
ascolto attivo
genuinità
risposte
orientamento
svolgimento
risoluzione RISULTATI
RIDUZIONE COSTI QUALITÁ della VITA
CONOSCENZE CAPACITÁ
Di base
Sulle dinamiche di relazione
Delle influenze e dei determinanti
Della persona
Dello stato di salute/malattia
Delle influenze sulle politiche di salute
Dei sistemi
Auto-consapevolezza
Auto-coscienza
Empatia
Confini e limiti del ruolo
Relazione terapeutica
Schema per le relazioni terapeutiche, da RNAO 2004, modificato
Raggiungere l’eccellenza nell’erogazione dell’assistenza
"Dichiarazioni sistematicamente elaborate per
aiutare i professionisti e le decisioni del paziente
sulla assistenza appropriata per le circostanze
cliniche (di pratica) specifiche " Field & Lohr, 1990, p. 8
Linee guida
Obiettivi Fornire un’efficace cura
basata sulle evidenze
Risolvere problemi in ambito clinico
RACCOMANDAZIONI
La Commissione di Sviluppo delle linee-guida per la migliore
pratica infermieristica, al fine di stabilire ed implementare
relazioni terapeutiche efficaci, sollecita fortemente le
organizzazioni e gli ambiti pratici a porre maggiore attenzione
alle Raccomandazioni. RNAO, 2004
RACCOMANDAZIONE n° 1 RNAO, 2004
L'infermiere deve acquisire la
conoscenza necessaria per
partecipare efficacemente nella
relazione terapeutica
RACCOMANDAZIONE n° 2 RNAO, 2004
Stabilire una relazione terapeutica
richiede di riflettere sulla pratica.
RACCOMANDAZIONE n° 3 RNAO, 2004
C’è la necessità di capire il processo
della relazione terapeutica e di poter
riconoscere la fase corrente del suo
rapporto con l’utente.
RACCOMANDAZIONE n° 4 RNAO, 2004
I programmi di formazione devono includere
l’insegnamento approfondito del processo
terapeutico, comprendendo sia il contenuto teorico
che la supervisione nella pratica.
RACCOMANDAZIONE n° 5 RNAO, 2004
Le organizzazioni considereranno la
relazione terapeutica come la base della
pratica del Nursing
RACCOMANDAZIONE n° 7 RNAO, 2004
Le agenzie sanitarie si accerteranno
che almeno il 70% del personale
infermieristico lavori con contratto
stabile a tempo pieno.
RACCOMANDAZIONE n° 8 RNAO, 2004
Le agenzie sanitarie si
accerteranno che il carico di
lavoro degli infermieri sia
mantenuto a livelli tendenti a
sviluppare relazioni terapeutiche
RACCOMANDAZIONE n° 9 RNAO, 2004
Le decisioni dello staff devono
considerare la gravità del cliente, il
livello di complessità assistenziale, la
complessità dell'ambiente del lavoro e la
disponibilità di risorse umane esperte.
RACCOMANDAZIONE n° 10 RNAO, 2004
L’organizzazione considererà il
benessere dell’operatore come vitale per
lo sviluppo di relazioni terapeutiche.
RACCOMANDAZIONE n° 11 RNAO, 2004
Le organizzazioni aiuteranno nel progredire
delle conoscenze circa le relazioni
terapeutiche.
RACCOMANDAZIONE n° 12 RNAO, 2004
Le agenzie avranno una direzione
infermieristica altamente visibile.
RACCOMANDAZIONE n° 13 RNAO, 2004
Devono essere stanziate risorse per
sostenere la supervisione clinica
Processo di riflessione che consente
ai supervisori di esplorare ed
esaminare il loro operato nella
complessità degli eventi all'interno
della relazione terapeutica unitamente
alla qualità della loro pratica
RACCOMANDAZIONE n° 14 RNAO, 2004
Le organizzazioni devono includere lo sviluppo
di linee-guida per la migliore pratica nelle loro
revisioni annuali.
Si consiglia di incorporare le linee-guida per la
migliore pratica negli standard della struttura.
Master in
MANAGEMENT per le ORGANIZZAZIONI COMPLESSE
Governo, Innovazione e Umanizzazione delle Strutture Socio-Sanitarie
Maria Elena Cianchi
La comunicazione
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