Mappatura e Ricerca Terzo Settore Pistoiese

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Yunus Social Business Centre Ufficio di Pistoia Social Business City Program Via Abbi Pazienza, 1 51100 Pistoia Tel. : 0573 27927 http://www.sbflorence.org Risultati della mappatura e dello studio sul terzo settore della provincia di Pistoia 2013 Rapporto finale La presente ricerca sul terzo settore pistoiese, realizzata dallo Yunus Social Business Centre (YSBC) nell’ambito del programma Pistoia Social Business City (PSBC), si è proposta di mappare e analizzare le organizzazioni non profit attive nella provincia di Pistoia. Il principale obiettivo della ricerca è stato studiare le caratteristiche del terzo settore pistoiese, sia a livello aggregato, sia a livello di singola organizzazione, al fine di definire azioni adeguate ed efficaci per il soddisfacimento dei bisogni dei soggetti indagati nell’ambito del Programma PSBC. La ricerca ha riguardato 444 organizzazioni tra cooperative sociali, imprese sociali ex d.lgs 155/2006, associazioni di promozione sociale e associazione di volontariato. Come illustrato nella sezione metodologica del presente rapporto, rispetto a queste due ultime tipologie di organizzazioni, considerata l’elevata numerosità dell’universo di riferimento, si è deciso di intervistare solo un campione di organizzazioni scelto sulla base della missione dell’organizzazione, del settore di attività e della rilevanza rispetto alle finalità del Programma PSBC. Per la ricerca sono stati elaborati tre differenti questionari uno per le cooperative sociali (Q1), uno per le APS e le organizzazioni di volontariato (Q2), uno per le imprese Sociali ex lege (Q3) risultato di un lavoro congiunto tra professori dell’Università di Firenze e di altri Atenei e ricercatori dello YSBC. Tali questionari sono stati suddivisi nelle seguenti quattro sezioni di indagine: attività delle organizzazioni, sostenibilità economica e finanziaria, capacità di fare rete sul territorio e capacità di fare innovazione. I risultati più rilevanti della ricerca consistono nell’aver stabilito un contatto con la maggior parte delle organizzazioni non profit pistoiesi e nell’aver raccolto una quantità di informazioni su questi soggetti tale da poter delineare un quadro generale sulle dimensioni e sulle caratteristiche del settore. Sommario Ringraziamenti ......................................................................................................................2 1. Introduzione ......................................................................................................................3 1.1 Contesto ......................................................................................................................3 1.2 Obiettivi ........................................................................................................................3 2. Metodologia di ricerca ...................................................................................................4 3. Risultati dell’indagine ......................................................................................................7 3.1 Cooperative sociali ....................................................................................................7 3.2 Imprese sociali .......................................................................................................... 24 3.3 Associazioni di promozione sociale ....................................................................... 26 3.4 Organizzazioni di volontariato ................................................................................ 33 4. Conclusioni .................................................................................................................... 41 Riferimenti bibliografici ..................................................................................................... 44 Indice delle figure ............................................................................................................. 45

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Obiettivo della mappatura è indagare le caratteristiche ed i bisogni del terzo settore pistoiese e comprendere le problematiche comuni a queste organizzazioni nella ottica di elaborare delle strategie future di intervento.

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Yunus  Social  Business  Centre    Ufficio  di  Pistoia  Social  Business  City  Program  

Via  Abbi  Pazienza,  1  -­‐  51100  Pistoia  Tel.  :  0573  27927  

http://www.sbflorence.org    

 Risultati  della  mappatura  e  dello  studio    sul  terzo  settore  della  provincia  di  Pistoia    

2013  Rapporto  finale  

   La   presente   ricerca   sul   terzo   settore   pistoiese,   realizzata   dallo   Yunus   Social   Business   Centre   (YSBC)   nell’ambito   del  programma  Pistoia  Social  Business  City  (PSBC),  si  è  proposta  di  mappare  e  analizzare  le  organizzazioni  non  profit  attive  nella  provincia  di  Pistoia.   Il  principale  obiettivo  della   ricerca  è  stato  studiare   le  caratteristiche  del   terzo  settore  pistoiese,   sia  a  livello  aggregato,  sia  a  livello  di  singola  organizzazione,  al  fine  di  definire  azioni  adeguate  ed  efficaci  per  il  soddisfacimento  dei   bisogni   dei   soggetti   indagati   nell’ambito   del   Programma   PSBC.   La   ricerca   ha   riguardato   444   organizzazioni   tra  cooperative   sociali,   imprese   sociali   ex   d.lgs   155/2006,   associazioni   di   promozione   sociale   e   associazione   di   volontariato.  Come  illustrato  nella  sezione  metodologica  del  presente  rapporto,  rispetto  a  queste  due  ultime  tipologie  di  organizzazioni,  considerata  l’elevata  numerosità  dell’universo  di  riferimento,  si  è  deciso  di  intervistare  solo  un  campione  di  organizzazioni  scelto   sulla   base   della   missione   dell’organizzazione,   del   settore   di   attività   e   della   rilevanza   rispetto   alle   finalità   del  Programma  PSBC.  Per  la  ricerca  sono  stati  elaborati  tre  differenti  questionari  -­‐  uno  per  le  cooperative  sociali  (Q1),  uno  per  le  APS  e  le  organizzazioni  di  volontariato  (Q2),  uno  per  le  imprese  Sociali  ex  lege  (Q3)  -­‐  risultato  di  un  lavoro  congiunto  tra  professori   dell’Università   di   Firenze   e   di   altri   Atenei   e   ricercatori   dello   YSBC.   Tali   questionari   sono   stati   suddivisi   nelle  seguenti  quattro  sezioni  di  indagine:  attività  delle  organizzazioni,  sostenibilità  economica  e  finanziaria,  capacità  di  fare  rete  sul  territorio  e  capacità  di  fare  innovazione.  I  risultati  più  rilevanti  della  ricerca  consistono  nell’aver  stabilito  un  contatto  con  la  maggior  parte  delle  organizzazioni  non  profit  pistoiesi  e  nell’aver  raccolto  una  quantità  di  informazioni  su  questi  soggetti  tale  da  poter  delineare  un  quadro  generale  sulle  dimensioni  e  sulle  caratteristiche  del  settore.  

Sommario  Ringraziamenti ...................................................................................................................... 2  1. Introduzione ...................................................................................................................... 3  

1.1 Contesto ...................................................................................................................... 3  1.2 Obiettivi ........................................................................................................................ 3  

2. Metodologia di ricerca ................................................................................................... 4  3. Risultati dell’indagine ...................................................................................................... 7  

3.1 Cooperative sociali .................................................................................................... 7  3.2 Imprese sociali .......................................................................................................... 24  3.3 Associazioni di promozione sociale ....................................................................... 26  3.4 Organizzazioni di volontariato ................................................................................ 33  

4. Conclusioni .................................................................................................................... 41  Riferimenti bibliografici ..................................................................................................... 44  Indice delle figure ............................................................................................................. 45  

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Ringraziamenti    Il   gruppo   di   lavoro   del   Programma   Pistoia   Social   Business   City,   insieme   alle   Fondazioni   Cassa   di  Risparmio   di   Pistoia   e   Pescia   e   Fondazione   Un   Raggio   di   Luce   Onlus,   desidera   ringraziare,   senza  tuttavia  implicarli  in  eventuali  errori  che  sono  da  attribuire  interamente  ai  redattori,  tutti  coloro  che  si  sono  impegnati  in  questa  ricerca,  a  partire  dai  volontari  dell’Associazione  pistoiese  FareMondi  che  hanno  contribuito  in  modo  significativo  nella  fase  di  interviste  e  raccolta  dati.    Particolarmente   importante   e   apprezzato   è   stato   il   contributo   scientifico   dei   Professori  dell’Università   di   Firenze   -­‐   Mario   Biggeri,   Luca   Bagnoli,   Giacomo  Manetti   -­‐   che   hanno   dato   i   loro  consigli  nell’impostazione  della  ricerca  e  nella  stesura  dei  questionari  di  raccolta  dati.    Si  desidera   inoltre  ringraziare   la  Dott.ssa  Caterina  Ferrone  dell’Università  degli  Studi  di  Salerno  e   la  Dott.ssa  Eleonora  Cardillo  dell’Università  di  Catania  per  aver  contribuito  alla  definizione  dei  quesiti  da  includere  nei  questionari.    Si   ringrazia   Giovanni   Paci   per   il   suo   aiuto   nella   fase   di   definizione   dell’elenco   precensuario   delle  organizzazioni   coinvolte   e   tutto   lo   staff   delle   istituzioni   pubbliche   e   private   locali   che   ci   hanno  supportato  nella  fase  di  raccolta  dati.    Un   particolare   ringraziamento   va   anche   ai   tirocinanti   dell’Università   di   Firenze   -­‐   Sara   Giuliano   e  Niccolò   Testi   -­‐   che   hanno   svolto   il   loro   tirocinio   formativo   presso   lo   Yunus   Social   Business   Centre  University   of   Florence   durante   il   periodo   della  mappatura   e   hanno   contribuito   alle   varie   fasi   della  ricerca.    Infine,   la   nostra   gratitudine   va,   per   la   collaborazione   e   disponibilità   dimostrata,   al   personale   delle  organizzazioni  di   terzo   settore  coinvolte,   senza   il   cui  quotidiano   lavoro  e   impegno  per   i  bisogni  del  territorio  e  della  collettività  questa  ricerca  non  avrebbe  senso  di  esistere.        

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1.  Introduzione      

1.1  Contesto    La  ricerca  sul  terzo  settore  pistoiese,  di  cui  di  seguito  si  riportano  i  risultati,  è  stata  svolta  nell’ambito  del  Programma  Pistoia  Social  Business  City.   Il  Programma  (di   seguito  PSBC),   inaugurato  nel  2012,  è  condotto  dallo  Yunus  Social  Business  Centre  University  of  Florence,  da  Fondazione  Cassa  di  Risparmio  di  Pistoia  e  Pescia  e  Fondazione  Un  Raggio  di  Luce  Onlus.  PSBC  è  un  programma  organico  di  attività  volte  alla  promozione  del  concetto  di  Social  Business,  e  più  in  generale  dell’imprenditoria  sociale,  nel  territorio  della  provincia  di  Pistoia.      Oltre  alla  ricerca,  nell’ambito  del  Programma  si   inseriscono  una  serie  di  attività  volte  alla  diffusione  dell’imprenditoria  sociale  e  al  suo  sviluppo,  come,  ad  esempio,  una  serie  di  seminari  sul  tema  rivolti  a  studenti  universitari  e  cittadini  in  genere,  un  percorso  formativo  per  giovani  studenti  delle  superiori  e  il   Pistoia   Social   Business   Day,   un   evento   pensato   per   far   incontrare   il   terzo   settore   locale   e   la  cittadinanza.      L’ultimo  rapporto   ISTAT,  che  contiene   i   risultati  del  9°,  e  ultimo,  censimento  dell’economia   italiana  contiene  una  fotografia  del  settore  non  profit  a  livello  nazionale.  Tali  risultati  confermano  che  il  terzo  settore  è  cresciuto   in   termini  di  numero  di  organizzazioni  e  numero  di  addetti   in  maniera  rilevante  negli  ultimi  10  anni  in  tutto  il  territorio  nazionale.  Inoltre,  alle  cooperative,  in  particolar  modo  sociali,  è   riconosciuto   un   ruolo   anticiclico,   mostrando   tassi   di   variazione   (dal   2001   al   2011)   positivi   nelle  variabili  osservate,  come  ad  esempio  il  valore  degli   investimenti  e   il  valore  della  produzione.  Infine,  tra   il   2008   e   il   2011,   il   loro   numero   è   quasi   raddoppiato   nonostante   le   difficoltà   finanziarie   delle  amministrazioni  locali  (Borzaga,  2013).    Questa   crescita   è   dovuta   sia   perché   le   organizzazioni   non   profit1   rappresentato   un’opportunità   di  contrasto   alla   crisi,   sia   perché   queste   rappresentano   una   possibile   risposta   ai   nuovi   bisogni   della  società  che  cambia  (Perugi,  2013).    

1.2  Obiettivi    La   ricerca   si   è  proposta  di  mappare  e  analizzare   le  organizzazioni   che   compongono   il   terzo   settore  locale,  cioè  quell’insieme  di  soggetti  di  natura  privata  che  si  collocano  tra  Stato  e  Mercato,  che  sono  non   profit   e   che   attraverso   la   produzione   di   beni   e   servizi   perseguono   una   finalità   sociale   (Bruni,  Zamagni,  2009),  con  lo  scopo  di:      -­‐   Effettuare   un   vero   censimento   delle   organizzazioni   che   compongono   il   settore   a   livello   locale,  attraverso   l’aggiornamento   e   l’integrazione   delle   liste   utilizzate   come   fonti,   per   poter   misurare   la  consistenza  del  settore  ed  avere  un  vero  e  proprio  quadro  generale  dell’universo  delle  organizzazioni  non  profit;     1  Intendendo  con  organizzazione  non  profit  un  soggetto  privato  che  produce  beni  o  servizi  e  che  non  ha  facoltà  di  redistribuire,  sia  in  forma  diretta  sia  in  forma  indiretta,  profitti  o  altri  guadagni.    

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-­‐   Confrontare   la   lista   post-­‐censuaria   con   le   fonti   per   ottenere   un’indicazione   sul   rapporto  nati/mortalità  di  queste  organizzazioni  degli  ultimi  2  anni;    -­‐  Ottenere  dati  sufficienti  per  definire  le  caratteristiche  strutturali  delle  organizzazioni  interessate  e  i  loro  bisogni   e  poter   rispondere  alle   esigenze   informative  dei   soggetti   che  hanno   commissionato   la  ricerca  per  mettere  in  pratica  azioni  volte  al  soddisfacimento  delle  esigenze  di  questo  settore;    -­‐   Attraverso   la   ripetizione   di   tale   ricerca   negli   anni   (si   conta   di   ripeterla   almeno   per   altri   due),  realizzare  una  comparazione  nel  tempo  delle  caratteristiche  e  dei  bisogni  delle  organizzazioni  censite,  sia  a  livello  aggregato  che  a  livello  individuale,  per  individuare  tendenze  rilevanti.    Il  campo  di  osservazione  della  ricerca  ha  riguardato  444  organizzazioni  appartenenti  al  terzo  settore  pistoiese,  tra:  

-­‐ Imprese  sociali  qualificate  ai  sensi  del  D.Lgs.  155/2006;  -­‐ Cooperative  sociali,  di  tipo  A,  B  e  C,  ex  Lege  381/1991;  -­‐ Organizzazioni  di  volontariato,  ex  Lege  266/1991;  -­‐ Associazioni  di  promozione  sociale  (APS),  ex  Lege  383/2000.  

 Tutte  le  organizzazioni  osservate  hanno  sede  legale  stabilita  nella  provincia  di  Pistoia.      

2.  Metodologia  di  ricerca    

Come   riportato  nell’introduzione,   la   ricerca   in  oggetto  ha   l’obiettivo  di  approfondire   la   conoscenza  delle  organizzazioni  componenti  il  terzo  settore  della  provincia  di  Pistoia,  con  particolare  riferimento  ai  loro  bisogni,  alla  loro  attitudine  imprenditoriale  e  sociale,  alla  loro  capacità  di  creare  innovazione  e  fare  rete  sul  territorio.    

La   ricerca   si   configura   come  un’indagine   censuaria   volta   a  mappare   tutte   le   cooperative   sociali,   le  associazioni  di  promozione   sociale   (APS),   le  organizzazioni  di   volontariato  e   le   imprese   sociali  della  provincia  pistoiese.  

Si  è  quindi  proceduto  ad  incrociare  le  liste  di  queste  organizzazioni  fornite  dall’Ufficio  Statistico  della  Provincia  di  Pistoia,  dalla  Camera  di  Commercio  di  Pistoia  e,  per  quanto   riguarda   le  associazioni  di  volontariato,  dalla  sezione  pistoiese  del  CESVOT.  Dall’integrazione  dei  dati  di  queste  fonti,  aggiornati  al  dicembre  2011,  è  stato  possibile  realizzare  la  nostra  lista  precensuaria  composta  da  444  unità  (62  cooperative   sociali,   94   APS2,   284   organizzazioni   di   volontariato,   3   imprese   sociali   Ex  D.lgs.155/06).  Comitati  e  fondazioni  non  sono  stati  inclusi  nella  ricerca.  

Tale  universo  di  organizzazioni  è  stato  utilizzato  come  punto  di  partenza  per   la  mappatura.  Ad  ogni  unità  è  stato  associato  un  codice  ID  univoco.  

2  93  APS  non  sono  state  incluse  nella  ricerca  perché  circoli  e  quindi  non  rilevanti  ai  fini  della  mappatura.  

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Per   l’indagine  sono  stati  elaborati   tre  modelli  di  questionari  di   rilevazione   -­‐  uno  per   le  cooperative  sociali   (Questionario   Q1),   uno   per   le   organizzazioni   di   volontariato   e   le   APS   (Q2),   uno   per   le  organizzazioni  qualificate  come  “imprese  sociali”  ai  sensi  della  Legge  155/2006  e  iscritte  nell’apposita  sezione   del   Registro   delle   Imprese   (Q3).   I   quesiti   dei   questionari   sono   stati   suddivisi   in   quattro  sezioni:  

Sezione  1  –  Informazioni  generali  e  descrizione  dell’attività;  Sezione  2  –  Sostenibilità  economico-­‐finanziaria;  Sezione  3  –  Innovazione;  Sezione  4  –  Rete  sul  territorio.    I   quesiti   presenti   hanno   riguardato   sia   aspetti   quantitativi   (es.   numero   di   addetti,   fatturato  complessivo,  numero  di  beneficiari  per  attività,  etc.)  che  aspetti  qualitativi  (es.  principali  bisogni  della  propria  organizzazione,  aspetti  di  eccellenza,  etc.).    

Per   quanto   concerne   le   modalità   di   somministrazione,   si   è   prevista   la   compilazione   via   posta  elettronica3  o,  preferibilmente,  la  compilazione  di  persona  alla  presenza  di  un  componente  dello  staff  del  Programma  Pistoia  Social  Business  City.  Per  motivi  di  verifica  e  consistenza  dei  dati,  ogni  pagina  del   questionario   riporta   il   campo   con   l’ID,   la   tipologia   dell’organizzazione   intervistata   e   le   iniziali  dell’intervistatore.  

Prima   della   somministrazione   di   ogni   questionario   si   è   provveduto   a   richiedere,   all’esponente  dell’organizzazione   intervistata,   di   firmare   in   duplice   copia   una   liberatoria   in   cui   egli   accettava   di  prendere   parte   alla   ricerca   in   oggetto   e   autorizzava   il   trattamento   dei   dati   dell’organizzazione   in  forma  aggregata,  anonima  e  a  fini  statistici  e  di  ricerca.  

Dopo   aver   messo   a   punto   i   questionari   sulla   base   degli   obiettivi   della   ricerca   e   della   tipologia   di  organizzazioni  da  coinvolgere,  è  stato  necessario  organizzare  degli  incontri  di  formazione  con  coloro  che  si  sarebbero  occupati  delle  interviste.  

Oltre   allo   staff   dello   Yunus   Social   Business   Centre   e   del   Programma   Pistoia   Social   Business   City,  hanno   contribuito   alla   somministrazione   dei   questionari   anche   i   volontari   dell’Associazione  FareMondi  di  Pistoia.  

Una  prima  riunione  con  lo  staff  è  stata  dedicata  allo  studio  dei  questionari  da  parte  di  coloro  che  non  avevano   partecipato   alla   loro   stesura.   In   un   secondo   momento   sono   state   realizzate   due  somministrazioni   di   prova   volte   a   testare   i   questionari   e   le   procedure   di   somministrazione.   Il  questionario  Q1  è  stato  somministrato  ad  una  cooperativa  sociale  e   il  Q2  ad  una  APS.  Dopo  questi  due  primi  incontri  di  prova  si  è  provveduto  a  revisionare  i  questionari  sulla  base  dei  riscontri  ottenuti  sul  campo  e  a  correggerne  alcune  parti  al  fine  di  pervenire  ad  una  efficiente  e  definitiva  versione  del  questionario  di  raccolta  dati.  

Si  è  quindi  proceduto  a  contattare  tutte   le  organizzazioni  presenti  nella   lista  precensuaria  al   fine  di  presentare   la   ricerca,   anticipare   il   questionario   per   posta   elettronica   e   procedere   a   fissare   una  intervista   con   un   rappresentante   informato   dell’organizzazione,   qualora   questo   non   avesse  dichiarato  la  preferenza  di  re-­‐inviarci  il  questionario  compilato  via  posta  elettronica.  Generalmente  i  

3  Per  l’invio  telematico  è  stato  creato  un  indirizzo  di  posta  elettronica  ad  hoc  [email protected].

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questionari   sono   stati   somministrati   ai   responsabili   delle   organizzazioni   che   hanno   acconsentito   a  partecipare  alla  ricerca.  

Anticipare   il   questionario   per   posta   elettronica   è   risultato   importante   al   fine   di   permettere  all’esponente  dell’organizzazione  di   rendersi   conto  dei  quesiti  presenti  e   raccogliere  e  preparare   le  informazioni   richieste   (es.   dati   di   bilancio).   Nel   corpo   del   messaggio   di   posta   elettronica   è   stato  descritto   il  contesto  della  ricerca  (vedi  Sezione  1.1)  e   le  sue  finalità  (Sezione  1.2);  si  è  specificato   le  modalità   di   partecipazione   alla   ricerca,   possibile   sia   attraverso   la   compilazione   del   questionario  allegato   e   conseguente   rinvio,   sia   attraverso   a   possibilità   di   fissare   un   appuntamento   con   lo   staff  dello  YSBC.  

Nella  maggior   parte   dei   casi   si   è   provveduto   a   fissare   telefonicamente   un   appuntamento   per   una  intervista   durante   la   quale   lo   staff   dello   YSBC   ha   somministrato   di   persona   il   questionario.  Generalmente,   previa   autorizzazione   dell’intervistato,   si   è   provveduto   a   registrare   l’audio   delle  interviste  per  facilitare  il  processo  di  sbobinamento  e  per  un  principio  di  backup  e  ridondanza  dei  dati  raccolti.  

Oltre  a  fissare  gli  appuntamenti  per  le  interviste  e  smistarli  tra  lo  staff  dedicato,  già  in  questa  fase  si  è  proceduto   a   raccogliere   dati   sulle   organizzazioni   non   più   operative   e   su   quelle   non   pervenute4.  Questi   dati   sono   risultati   assai   rilevanti   per   la   mappatura   in   oggetto   e   ci   hanno   permesso   di  aggiornare  continuamente   la   lista  delle  organizzazioni  attive,  escludendo  via  via  quelle  non  attive  o  non  pervenute  dalla  lista  precensuaria.  

Se  nel  caso  delle  cooperative  sociali  e  delle  imprese  sociali  si  è  provveduto  sia  a  mappare  (verificare  presenza  e  attività  sul  territorio)  che  a  richiedere  un’  intervista  con  tutte  le  organizzazioni  di  tale  tipo  presenti   nella   lista,   nel   caso   delle   organizzazioni   di   volontariato   e   delle   APS,   considerato   l’alto  numero   di   organizzazioni   presenti   e   l’eterogeneità   dell’universo   di   riferimento,   in   un’ottica   di  ottimizzazione  delle  risorse  umane  e  di  tempo  disponibile,  si  è  deciso  di  intervistare  un  campione  di  organizzazioni   generato  manualmente   sulla   base   della   missione   dell’organizzazione,   del   settore   di  attività  e  della  rilevanza  rispetto  alle  finalità  del  Programma  Pistoia  Social  Business  City.  

I  questionari  completi  delle  organizzazioni  che  hanno  accettato  di  partecipare  all’indagine  sono  stati  via   via   sbobinati   e   i   dati   raccolti   attraverso   le   interviste   sono   stati   immessi   all’interno   di   quattro  database:  uno  per   le   cooperative   sociali,   uno  per   le  APS,  uno  per   le  organizzazioni  di   volontariato,  uno   per   le   imprese   sociali.   Tali   database   sono   stati   conservati   sui   computer   del   personale   Yunus  Social  Business  Centre   /  Pistoia  Social  Business  City  nel   rispetto  delle  normative   sulla  privacy  e  del  trattamento  dati.  

Dai  dati  raccolti  in  questi  database  sono  stati  elaborati  i  risultati  presentati  nella  prossima  sezione.  

 

4  Sono  state  definite  “operative”  tutte  le  organizzazioni  da  cui  abbiamo  avuto  risposta  e  che  hanno  un’attività  sul   territorio,   anche   quelle   che   hanno   deciso   di   non   partecipare   alla   ricerca.   Sono   state   definite   “non  pervenute”  tutte  quelle  organizzazioni  con   le  quali  non  è  stato  possibile  entrare   in  contatto  e  dalle  quali  non  abbiamo   ottenuto   alcun   tipo   di   riscontro,   nonostante   i   ripetuti   tentativi.   Nel   corpo   del   presente   rapporto,   i  termini   “operative”   e   “attive”   sono   da   considerarsi   sinonimi,   così   come   i   termini   “irrintracciabili”   e   “non  pervenute”.  

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3.  Risultati  dell’indagine   I  risultati  indicati  di  seguito,  sia  di  natura  quantitativa  sia  di  natura  qualitativa,  rappresentano  l’esito  dell’analisi   dei   dati   raccolti   nel   secondo   e   terzo   trimestre   2013   grazie   alla   mappatura   delle  organizzazioni  del  terzo  settore  pistoiese.    

La  presente  sezione  è  organizzata  in  quattro  paragrafi:  

1.  Cooperative  sociali;  

2.  Imprese  sociali  (ai  sensi  del  D.Lgs  155/2006);  

3.  Associazioni  di  promozione  sociale;  

4.  Associazioni  di  volontariato.  

Ognuno   di   questi   paragrafi   è   a   sua   volta   suddiviso   in   4   sottoparagafi   corrispondenti   alle   aree   di  indagine  in  cui  sono  organizzati  i  questionari:  

-­‐ Informazioni  generali  e  descrizione  dell’attività  -­‐ Sostenibilità  economica  e  finanziaria  -­‐ Innovazione  -­‐ Rete  sul  territorio    

 

3.1  Cooperative  sociali    La  ricerca  è  partita  da  una  base  di  60  società  cooperative  risultanti  nelle  fonti  (per  quanto  concerne  questo   tipo  di  organizzazioni   le   fonti  principali   sono  state   l’Albo  Regionale  delle  cooperative  sociali  mantenuto  dalla  Regione  Toscana  e  il  Registro  delle  Imprese  della  CCIAA).  Dopo  un  primo  controllo  dati   è  emerso   che  2  di  queste  erano   state   considerate  due  volte  e   che  5  non  erano  presenti   nella  lista.  In  totale  le  cooperative  sociali  da  noi  considerate  nella  lista  precensuaria  e  dunque  nell’indagine  sono  63.    Nella   tabella   1   (sotto)   si   indica   il   risultato   della   rilevazione   censuaria   delle   cooperative   sociali  effettuata   sulla   base   della   nostra   lista   precensuaria.   Delle   63   organizzazioni   osservate,   44   (il   70%)  sono   risultate  operative,  mentre   le  altre   risultano  non  operative   (17%)  o  non  pervenute   (13%)5.   La  distinzione  è  stata  poi  specificata  per  tipo  di  cooperative  (A,  B,  C).  Delle  44  organizzazioni  operative,  il  52%  sono  cooperative  sociali  di  tipo  A,  il  43%  di  tipo  B  e  il  5%  di  tipo  C  (consorzi).    

Tabella  1  –  Composizione  delle  cooperative  sociali  presenti  nella  lista  precensuaria  

    Coop  A   Coop  B   Consorzi   Totale   Totale  Operative   23   19   2   44   70%  Non  pervenute   3   5   0   8   13%  Inattive   4   6   1   11   17%  Totale   30   30   3   63   100%  

5  Per  un  approfondimento  sui  criteri  usati  per  qualificare  le  organizzazioni  come  operative,  non  operative  e  non  pervenute  si  veda  la  sezione  2  sulla  Metodologia.  

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8

     

Grafico  1  –  Distribuzione  percentuale  cooperative  sociali  per  tipo  (A,  B,  C)  

   

   Confrontando   i   risultati   della   rilevazione   censuaria   rispetto   ai   dati   contenuti   nelle   fonti   utilizzate,  aggiornate  al  dicembre  2011,  si  evince  che  a  ottobre  2013  sono  11  (di  cui  4  di  tipo  A,  6  di  tipo  B  e  1  di  tipo  C)   le   cooperative   sociali   risultate  non  operative.  Allo   stesso   tempo,  però,   sono   state   censite  3  nuove  coop  di  tipo  A,    1  di  tipo  B  e  1  di  tipo  C.    

Tabella  2  –  Composizione  cooperative  sociali  nella  lista  precensuaria  dopo  censimento  

    Coop  A   Coop  B   Consorzi   Totale   Totale  Questionario  fatto   15   15   1   31   49%  Non  partecipano   8   4   1   13   21%  Non  esistono  più   4   6   1   11   17%  

Non  pervenuta   3   5   0   8   13%  cooperative  sociali   30   30   3   63   100%  

 Nella   tabella   2   si   indicano   le   cooperative   sociali   distribuite   per   tipo   presenti   nella   nostra   lista  precensuaria  dove  si  contavano  63  organizzazioni  totali  (comprese  ancora  quelle  inattive  e  quelle  che  non  hanno  dato  alcun  riscontro).    La  tabella  riporta  il  numero  e  la  distribuzione  percentuale  delle  cooperative  sociali  della  provincia  di  Pistoia,   sia   quelle   che   hanno   partecipato   alla   nostra   ricerca,   sia   quelle   che   non   l’hanno   fatto,  distribuite   per   tipo.   Come   si   può   vedere,   delle   52   cooperative   sociali   risultate   nella   provincia   di  Pistoia,  31  hanno  risposto  al  nostro  questionario,  mentre  13  hanno  deciso  di  non  partecipare,  altre  8  non  è  stato  possibile  rintracciarle.      Delle  52  cooperative  sociali  presenti  nella  provincia  di  Pistoia,   il  60%  ha  partecipato  all’indagine  (di  cui  29%  coop  di  tipo  A,  29%  tipo  B  e  2%  di  tipo  C),  il  25%  non  ha  partecipato  (di  cui  15%  coop  di  tipo  A,  8%  tipo  B  e  2%  consorzi),  mentre  il  15%  è  risultato  irrintracciabile.        

52%  43%  

5%  

Tipo  A   Tipo  B   Tipo  C  (Consorzi)  

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9

Grafico  2  –  Distribuzione  percentuale  cooperative  sociali  che  hanno  partecipato  alla  ricerca  PSBC  

 

Il  grafico  2  mostra   la  distribuzione  percentuale  delle  cooperative  sociali  della   lista  precensuaria  che  hanno  e  non  hanno  partecipato  alla  nostra  ricerca.      Rispetto   alle   sole   organizzazioni   operative   (44),   risulta   che   il   70%   ha   partecipato   all’indagine.  Specificando  il  tasso  di  restituzione  per  tipo  di  coop,  si  ottiene  che  il  65%  di  quelle  del  tipo  A,  il  79%  del  tipo  B  e  il  50%  del  tipo  C  ha  partecipato  alla  ricerca.    

Tabella  3  –  Numero  e  percentuale  per  tipo  (A,  B,  C)  delle  cooperative  sociali  che  hanno  risposto  al  questionario    

    Coop  A   Coop  B   Coop  C   Totale  Questionario  fatto   15   15   1   31  Non  partecipano   8   4   1   13  Totale   23   19   2   44  

 

     

         

La  tabella  3  indica  il  numero  delle  cooperative  sociali  che  hanno  accettato  di  partecipare  alla  nostra  ricerca  e  quelle  che  non  hanno  accettato,  suddivise  per  tipo.    

Grafico  3  –  Percentuale  di  restituzione  per  tipo  di  cooperative  sociali  censite    

 

60%  25%  

15%  

Partecipano     Non  partecipano     Non  pervenute    

65%  79%  

50%  

35%  21%  

50%  

Coop  A   Coop  B   Coop  C    

Non  partecipano    

Partecipano    

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10

 Il   grafico   rappresenta   le   percentuali   di   restituzione   per   tipo   di   cooperative   sociali   sulle   44  organizzazioni  operative.      In   conclusione,   secondo   i   risultati   della   nostra   indagine   censuaria,   le   cooperative   sociali   nella  provincia   di   Pistoia   sono   52;   di   queste,   44   sono   risultate   sicuramente   operative.   Fra   queste  organizzazioni   attualmente   attive,   31   hanno   deciso   di   partecipare   alla   nostra   ricerca,   mentre   13  hanno  deciso  di  non  farlo.      3.1.1  Informazioni  generali  e  descrizione  dell’attività    Nella   prima   sezione   del   questionario   è   stato   chiesto   alle   cooperative   sociali   di   indicarci   i   loro   dati  anagrafici  e  altre  informazioni  relative  le  attività  svolte.    Delle  31  cooperative  intervistate,  28  appartengono  ad  una  centrale  cooperativa,  3  non  rispondono  e  1   cooperativa   non   fa   parte   di   nessuna   centrale.   Di   queste   28   cooperative,   21   fanno   parte   di  Confcooperative,  4  Legacoop,  1  ad  entrambe  le  due  maggiori  centrali.    

Tabella  4  –  Numero  cooperative  sociali  per  Centrale  Cooperativa  di  appartenenza  

Centrale  Cooperativa   Cooperative  iscritte  

Legacoop   5  ConfCooperative   22  Nessuna  Centrale   1  Non  rispondono   3  

   La  tabella  4  riporta  il  numero  delle  cooperative  sociali  intervistate  per  centrale  di  appartenenza.  Dai  dati  emerge  che  la  centrale  cooperativa  preferita  dalle  organizzazioni  è  Confcooperative,  seguita  da  Legacoop.  Soltanto  una  coop  appartiene  ad  entrambe  due  le  maggiori  centrali.    La  partecipazione  delle  cooperative  sociali  a  Consorzi  o  gruppi  paritetici,  invece,  riguarda  il  61%  (cioè  19)  delle  31  cooperative  intervistate.  Di  queste  19  cooperative,  8  appartengono  al  Consorzio  Co&So,  2   al   Consorzio   Comars,     2   al   Consorzio   Metropoli,   1   al   Consorzio   Con   Noi,   1   a   Sooluzioni   (ATI   –  Associazione  Temporanea  d’Impresa),  1  al  Consorzio  Astir,  1  al  gruppo  paritetico  Puccini  Conversini,  1  a  Consorzio  Asti,  1  alla  rete  ETI.      Cercando   di   categorizzare   le   attività   portate   avanti   dalle   cooperative   intervistate,   si   rileva   che   di  queste  10  svolgono  servizi  di  assistenza  rivolti  a  minori,  8  a  disabili,  9  ad  anziani  e  2  a  persone  in  stato  di  bisogno.  10  cooperative  svolgono  servizi  educativi  e  formativi.  2  coop  forniscono  servizi  per  altre  imprese.   3   svolgono  attività  manifatturiere,   2  di   ristorazione   (catering  e   gestione   circoli),   3   attività  agricole   (vivaismo  e  agricoli),  1  attività  di   trasporto  e  magazzinaggio,  1  servizi  di   informazione  per   i  migranti,  9  pulizia  del  verde,  raccolta  dei  rifiuti  urbani  e  manutenzione  del  verde  cimiteriale.  Infine,  3  altre  tipologie  di  servizi,  ad  esempio  piccoli  sgomberi.    

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11

 Si  è  cercato  di  verificare  da  chi  fosse  venuto  lo  stimolo  iniziale  a  fondare  una  società  cooperativa  e,  in  particolare,   da   chi   fosse   arrivata   tale   spinta.   In   base   ai   dati   raccolti,   i   fondatori   delle   cooperative  sociali  intervistate  sono  -­‐  come  si  vede  nel  grafico  4  -­‐  principalmente  “un  gruppo  di  persone  con  ideali  comuni”  (11  rispondenti).      

Grafico  4  –  Numero  cooperative  sociali  per  categoria  fondatori  

     Tra   le   cooperative   sociali   intervistate   si   rileva   che   il   55%   di   queste   è   solito  monitorare   le   proprie  attività  attraverso  specifici   strumenti  di  valutazione  e  controllo,  mentre   il  45%  non  effettua  questo  tipo  di  monitoraggio.  Nel   6%  dei   casi   il   controllo  e   la   valutazione   sono  effettuati  mensilmente,  nel  47%  è  effettuata  annualmente,  infine  il  47%  delle  coop  compiono  un  controllo  sulle  attività  secondo  altre  scadenze  (vedi  grafici).  

Grafico  5  –  Distribuzione  percentuale  cooperative  che  effettuano  valutazione  e/o  monitoraggio  attività  

 

 

3  1  

11  0  

3  1  

3  3  

0  0  

3  3  

0   2   4   6   8   10   12  

Un  laico  

Un  religioso  

Un  gruppo  di  persone  con  ideali  comuni  

Un  gruppo  di  uteno  

Un  gruppo  di  persone  alla  ricerca  di  opportunità  di  lavoro  

Un  gruppo  di  persone  interessate  all'autoimprenditorialità  

Un  gruppo  di  persone  interessate  all'inserimento  lavoraovo    

Un'associazione  

Una  fondazione  

Un'impresa  

Una  cooperaova  

Altro  

cooperaVve  sociali    

55%  

45%  

0%  0%  

10%  

20%  

30%  

40%  

50%  

60%  

Sì   No   Non  so  

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12

 Il  grafico  5  mostra  la  percentuale  delle  cooperative  che  effettuano  la  valutazione  e/o  il  monitoraggio  delle  attività  svolte.        

Grafico  6  –  Numero  cooperative  per  cadenza  monitoraggio  attività  

   

Nel  grafico  6  si  indica  il  numero  di  coop  per  cadenza  di  valutazione  e/o  monitoraggio  attività.  Per  la  valutazione,   3   cooperative   ricorrono   ad   un   soggetto   esterno,   mentre   le   altre   14   effettuano   il  monitoraggio   delle   attività   internamente.   In   totale   10   utilizzano   questionari,   1   ricorre   a   colloqui  diretti  o  posta  elettronica,  1  raccoglie  opinioni  dai  beneficiari  a  voce.    

Dai  dati  raccolti  è  stato  possibile  evincere  che  il  numero  dei  dipendenti  medi  delle  cooperative  sociali  intervistate  (A,  B,  C)  è  di  39  addetti    e  che  il  numero  medio  di  volontari  è  di  7  per  ogni  organizzazione.      Il   numero   totale   degli   addetti   impiegati   nelle   cooperative   sociali   intervistate   è  1202,   di   cui   il   66%  sono   dipendenti.   Il   numero   dei   volontari   impiegati   nelle   cooperative   sociali   partecipanti   è  108.   Le  cooperative  che  si  avvalgono  del   lavoro  dei  volontari   sono   in   tutto  sono  16   (52%  delle  cooperative  intervistate).    

Tabella  5  –  Numero  totale  addetti  e  volontari  impiegati  nella  cooperazione  sociale  pistoiese    

Categorie     Numero  Totale  Addetti  totali     1202  Di  cui  dipendenti   787  Collaboratori   (a   progetto,  occasionali,  etc.)  

112  

Altro   tipo   di  collaborazioni    

303  

Volontari   108  

 

8  

3  

2  

1  

1  

1  

1  

0  

0   2   4   6   8   10  

Annualmente  

Semestrale    

Trimestrale    

Mensilmente  

Due  volte  l'anno  

Ogni  fine  progeso  

In  base  ai  proget  

Non  so    

Numero  cooperaVve  

Cade

nza  mon

itoraggio  

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13

Nella   tabella   5   si  mostra   il   numero   totale   degli   addetti   impiegati   nelle   cooperative   sociali   pistoiesi  intervistate   e   quello   degli   addetti   per   tipologia   di   contratto.   Infine,   si  mostra   il   numero   totale   dei  volontari  di  cui  possono  avvalersi  queste  organizzazioni  per  portare  avanti  le  loro  attività.      Specificando  il  numero  medio  e  totale  degli  addetti  per  tipo  (A,  B,  C)  delle  cooperative  intervistate,  si  rileva  che  quelle  di  tipo  A  impiegano  in  totale  272  addetti,  quelle  di  tipo  B  un  totale  di  930.  In  media  le   coop   di   tipo  A   impiegano   18,3   addetti,  mentre   quelle   di   tipo   B   62.   La   coop   di   tipo   C   impiega   5  addetti.    

Grafico  7  –  Distribuzione  percentuale  delle  coop  con  volontari  

   Il  grafico  7  mostra  la  percentuale  delle  cooperative  sociali  che  si  avvalgono  del  lavoro  dei  volontari.    Di  seguito  il  grafico  che  raggruppa  le  cooperative  sociali  intervistate  secondo  il  numero  degli  addetti6.      

Grafico  8  –  Numero  cooperative  sociali  per  addetti  

   

6   La   raccomandazione  n.361  del  2003  della  Commissione  Europea   in  merito  alla  dimensione  delle   imprese   in  base  al  numero  degli  addetti  impiegati,  definisce  microimprese  quelle  con  meno  di  10  addetti,  piccole  imprese  quelle   con   un   numero   di   addetti   compreso   tra   11   e   49,   medie   imprese   quelle   con   un   numero   di   addetti  compreso  tra  51  a  250  e,  infine,  grandi  imprese  quelle  con  più  di  250  addetti.  

52%  

48%  

Sì   No  

9  

17  

5  

0  

0   2   4   6   8   10   12   14   16   18  

Fino  a  10  

Da  11  a  50  

Da  51  a  250  

Da  250    

Microim

presa  

Piccola  

Impresa  

Med

ia  

Impresa  Grandi  

Imprese  

Numero  cooperaVve  

Num

ero  ad

deY    

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14

Il  grafico  8  mostra  il  numero  delle  cooperative  sociali  per  ogni  categoria  di  addetti.  Tra  le  cooperative  sociali   intervistate   che   hanno  più   di   51   addetti,  ma  meno   di   250   (in   tutto   5),   se   ne   trovano   2   che  hanno  meno  di  100  addetti,  1  che  ne  ha  105  e  2  che  superano  i  200  addetti  (235  e  237).    In  merito  ai  servizi  offerti,  delle  31  cooperative  sociali  intervistate,  il  35%  (11)  possiede  certificazioni  di   qualità   o   altre   forme   di   certificazioni.   Il   restante   65%   (20)   non   le   possiede.   Tra   le   certificazioni  indicate  si  trovano:  

Tabella  6  –  Numero  cooperative  per  tipologia  certificazione  

Certificazioni  dichiarate   Numero  cooperative  ISO   9001:2008   -­‐Sistemi   di   Gestione  della  qualità    

8  

ISO   14000   –   Sistema   di   Gestione  ambientale  

1  

ISO   18001   –   Sistema   di   Gestione  della   Salute   e   della   Sicurezza   del  Lavoro  

1  

Certificazione   POS   (Piano   operativo  per  la  sicurezza)  

1  

Accreditamento   regionale   per   i  servizi  sociali  

2  

Riconoscimento   Regione   Toscana  eco-­‐efficienza  2012  

1  

 La   tabella   6   mostra   il   tipo   di   certificazioni   possedute   dalle   cooperative   sociali   intervistate.   Per   la  maggior   parte   si   tratta   della   certificazione   ISO   9001:2008,   rilasciata   da   TUV   Italia;   1   cooperativa  possiede   tre   certificazioni   ISO   (9001,   14000,   18001),   1   cooperativa   possiede   la   Certificazione   POS,  alcune   coop   di   tipo  A   posseggono   anche   l’accreditamento   regionale   necessario   per   poter   svolgere  attività  di  assistenza,  1  ha  ottenuto  il  riconoscimento  dalla  Regione  Toscana  per  eco-­‐efficienza.        3.1.2  Sezione  2  -­‐  Sostenibilità  Economico-­‐finanziaria    Attraverso   la   sezione   2   del   questionario   si   è   indagato   gli   aspetti   economici   e   finanziari   delle  cooperative  intervistate.      Considerando  le  fonti  di  finanziamento  dell’attività  svolte  dalle  cooperative  sociali,  emerge  che  8  non  hanno  nessun   tipo  di  dipendenza  dal   settore  pubblico   (né  appalti,   né   convenzioni),  mentre  3   sono  dipendenti   al   100%   da   fondi   pubblici   (compresi   appalti   e   convenzioni).   In   media,   per   le   coop  intervistate,   i   fondi   pubblici   rappresentano   il   60%   del   totale   dei   finanziamenti,  mentre,   sempre   in  media,   il   mercato   privato   rappresenta   il   31%   del   totale.   Tra   le   altre   categorie   di   finanziamento  indicate  nel  questionario,  hanno  un  valore  diverso  da  zero  soltanto   la  progettazione  locale  e  quella  europea,  da  cui  le  cooperative  dipendono  in  media  rispettivamente  per  il  4%  e  per  il  2,5%,  e  il  fund  raising,  modalità  di  finanziamento  delle  attività  da  cui  le  coop  dipendono  in  media  per  1,4%  rispetto  al  totale.      

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Grafico  9  –  Cooperative  sociali  per  percentuale  fonti  di  finanziamento  privati  –  pubblico      

   Il  grafico  9  mostra  il  rapporto  tra  introiti  da  fonti  private  e  introiti  da  fonti  pubbliche  per  ognuna  delle  cooperative   sociali   considerate.   Per   16   cooperative,   quelle   rappresentate   dall’indicatore   scuro,   la  somma   di   queste   due   fonti   di   finanziamenti   è   uguale   a   100%;   per   le   altre   (indicatore   chiaro),   le  ulteriori   voci   da   considerare   sono   soprattutto   la   progettazione   locale   (a   titolo   di   esempio,   una  cooperativa  riceve  l’82%  dei  fondi  da  questo  tipo  di  progettazione)  e  la  progettazione  europea  (una  tra  le  organizzazione  intervistate  ottiene  fondi  per  il  40%  del  totale  delle  risorse  a  disposizione).  Nella  maggior   parte   dei   casi   le   percentuali   delle   fonti   non   riconducibili   alle   due   categorie   indicate   nel  grafico  si  aggirano  intorno  al  5-­‐10%.      Prendendo   in   esame   i   dati   di   bilancio   nell’intervallo   di   tempo   che   va   dal   2009   al   2012   delle   31  cooperative  investigate,  risulta  che  10  di  queste  hanno  un  fatturato  complessivo  in  diminuzione  e  11  in  crescita  (10  non  rispondono7).    

Tabella  7  –  Media  Patrimonio  Netto,  Capitale  Sociale,  Risultato  d’esercizio,  Fatturato,  Oneri  Finanziari  delle  Coop  intervistate  per  anni  2009,  2010,  2011,  2012    

Anno  di  esercizio  

 

Patrimonio  Netto  

Complessivo    

Capitale  Sociale  

   

Risultato  d’esercizio  

 

Fatturato    

Oneri  Finanziari  

 2009   142.201  

 20.293  

 15.701  

 1.075.871  

 117.924  

 2010   157.342  

 21.472  

 23.575  

 1.050.196  

 123.871  

 2011   153.681  

 25.307  

 3.429  

 923.287  

 110.184  

 2012   146.664  

 28.217  

 16.721  

 877.993  

 39.265  

 

7   Considerata   la   ristretta   popolazione   di   rispondenti,   i   dati   seguenti   potrebbero   non   essere   indicativi   dello  scenario  generale  e  non  vanno  interpretati  in  termini  esaustivi.  

0  10  20  30  40  50  60  70  80  90  

100  

0   20   40   60   80   100  

Pubb

lico    

Privato  

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16

 La  tabella  7  mostra  la  media  di  alcune  voci  di  bilancio  delle  cooperative  intervistate  per  l’intervallo  di  tempo   2009-­‐2012.   Tutti   i   valori   indicati   sono   espressi   in   migliaia   di   euro.   Dai   dati   rilevati   si   può  osservare  che  la  media  del  patrimonio  netto  complessivo,  dato  che  può  fornirci  un’indicazione  sulla  robustezza  finanziaria  delle  imprese  e  sulla  loro  capacità  di  funzionare,  ha  subito  una  flessione  sia  nel  2011  sia  nel  2012.  Il  capitale  sociale  mostra  invece  un  andamento  positivo.  Il  fatturato  medio  mostra  un   andamento   negativo   in   tutti   gli   anni   oggetto   di   osservazione;   infine,   gli   oneri   finanziari   dopo  un’iniziale  crescita  (dal  2009  al  2010),  diminuiscono  negli  ultimi  anni  di  circa  il  12%  dal  2010  al  2011  e  di  circa  il  70%  dal  2011  al  2012.      Del  patrimonio  netto  e  del  capitale  sociale  delle  cooperative  sociali   intervistate  si  presentano,  nella  tabella  seguente,  i  valori  aggregati  e  i  valori  mediani  per  l’intervallo  considerato.        

Tabella  8  –  Valore  aggregato  e  mediano  del  patrimonio  netto  e  del  capitale  sociale  delle  coop  intervistate  

    Σ    (in  euro)   Valore  Mediano  (in  euro)    

2009   2010   2011   2012   2009   2010   2011   2012  

Patrimonio  Netto    

 2.417.425  

 

 2.832.165  

 

 3.227.301  

 

 3.343.534  

 

 44.369  

 

 53.699  

 

 53.142  

 

 40.834  

 

Capitale  Sociale  

344.976    

386.496    

556.763    

656.918    

6.300    

8.232    

10.682    

10.164    

 Alle   cooperative   è   stato   chiesto   di   indicarci   il   volume  dei   ricavi   derivanti   dalla   vendita   ai   privati,   a  soggetti  pubblici  e  quelli  ottenuti  come  rimborsi  per  convenzioni,  relativamente  gli  anni  2009,  2010,  2011,   2012.   Di   seguito   si   indica   il   numero   di   cooperative   in   base   alla   tendenza   (stabile,   crescita,  contrazione,  non  presente)  dei  ricavi  sopra  indicati  nell’intervallo  di  tempo  osservato.    

Grafico  10  –  Numero  coop  per  tendenza  delle  categorie  di  ricavi  indicate  per  l’intervallo  di  tempo  2009-­‐2012    

 

 

4  

8  

8  

1  

3  

2  

3  

2  

3  

6  

2  

4  

0%   20%   40%   60%   80%   100%  

Contrazione  

Stabilità  

Crescita  

Non  presente  

RICAVI  DA  PRIVATI  

RIMBORSI  PER  CONVENZIONI  

RICAVI  DA  PUBBLICO    

Page 17: Mappatura e Ricerca Terzo Settore Pistoiese

17

 

Il   grafico   mostra   la   tendenza   di   questi   introiti   per   le   cooperative   negli   anni   indicati.   Gli   introiti  derivanti   da   attività   di   collaborazione   con   il   settore   pubblico   mostrano   per   3   cooperative   una  contrazione,  mentre   per   6   di   queste   rimangono   stabili.   Per   2   coop   crescono.   La   situazione   per   gli  introiti  derivanti  dalle  attività  rivolte  ai  privati  mostra  invece  una  tendenza  stabile  e  in  crescita  per  8  organizzazioni,   per   4   una   contrazione.   Questa   tendenza   alla   stabilità   e   alla   crescita   degli   introiti  derivanti  dalle  attività  con  i  privati  pare  coerente  con  l’andamento  decrescente  degli  introiti  derivanti  dalle   collaborazioni   con   il   pubblico,   conseguenza   dei   tagli   alla   spesa   a   cui   sono   costretti   gli   enti  pubblici.        In   merito   alla   destinazione   degli   utili,   le   cooperative   sociali   hanno   l’obbligo,   come   previsto  dall’articolo   2545  –  quater   del   c.c.,   di   accantonare   almeno   il   30%  degli   utili   in   riserva   legale.  Nella  tabella   seguente   si   riporta   per   ogni   categoria   la   quota   media   di   destinazione   degli   utili   per   le  cooperative  intervistate.  

Tabella  9  –  Percentuale  media  per  categoria  di  destinazione  degli  utili  

Impiego     %  Media  Riserva  legale   69,50%  Fondi  Mutualistici   1,77%  Ristorni   2,73%  Rivalutazione  del  capitale  sociale   3,82%  Remunerazione  soci  finanziatori   0,05%  Dividendi  ai  soci  cooperatori   0,00%  Ulteriori  accantonamenti  e  riserve  indivisibili   22,14%  TOTALE   100,00%  

 

Grafico  11  –  Valutazione  dell’organizzazione  rispetto  ad  una  serie  di  aspetti    

 

0%  10%  20%  30%  40%  50%  60%  70%  80%  90%  100%  

Otmo    

Buono  

Sufficiente  

Negaovo    

Pessimo  

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18

Il  grafico  11  mostra,  per  ogni  aspetto  dell’organizzazione  sul  quale  abbiamo  chiesto  ai  rappresentati  di  esprimersi,  il  numero  delle  cooperative  per  categoria  di  valutazione  prevista  dal  questionario.      Infine,   relativamente   l’andamento   congiunturale,   ai   rappresentati   delle   coop   è   stato   chiesto   di  valutare  la  situazione  economica  attuale  dell’organizzazione  che  rappresentano  e  di  indicare  se,  e  in  quale  misura,  l’azienda  è  dovuta  ricorrere  a  riduzione  di  organico  durante  l’anno  2012.      Le  cooperative  che  sono  state  costrette  a   ridurre   l’organico  durante   il  2012  sono  2,  mentre  per  27  non  è  stato  necessario.    

Grafico  12  –  Numero  cooperative  costrette  a  ridurre  l’organico  durante  il  2012  

 Nel   grafico   12   si   mostrano   la   distribuzione   percentuale   delle   cooperative   sociali   a   cui   è   stato  somministrato   il   questionario   e   che   è   stato   costretto   a   effettuare   tagli   al   personale;   il   7%   è   stato  costretto  a  farlo,  il  93%  invece  non  è  dovuto  ricorrere  a  licenziamenti.  

Per  indicare  l’andamento  economico  attuale  delle  cooperative,  il  questionario  prevede  5  categorie  di  risposta.  Dalle  risposte  si  è  arrivati  ai  risultati  illustrati  nella  tabella  10  che  segue.      

Tabella  10  –  Numero  coop  per  categoria  di  risposta  andamento  economico  attuale                

   Date   4   risposte   possibili   (declino,   stabile,   crescita,   non   so),   ai   rappresentanti   delle   cooperative  intervistate   è   stato   chiesto   di   indicare   le   previsioni   di   andamento   economico   futuro   della   loro  

7%  

93%  

Riduzione  organico     Mantenimento  Status  quo  

Percen

tuale  coop

 

Andamento  economico  

N.  cooperative  

Pessimo   2  Negativo   2  Sufficiente   13  Buono   11  Ottimo   1  

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19

azienda.   Il   35%   ritiene   che   il   futuro  dell’azienda   sia   stabile,   il   39%   in   crescita  e   il   16%   in  declino.   Il  restante  10%  non  si  esprime.    

Tabella  11  -­‐  Numero  coop  per  previsione  andamento  futuro  dell’organizzazione                  La   tabella   11  mostra   il   numero   delle   cooperative   per   sentiment   riguardo   l’andamento   economico  futuro   dell’organizzazione.   Tra   le   motivazioni   alla   risposta   “declino”,   i   rappresentanti   delle  cooperative  hanno  considerato  le  difficoltà  economiche  e  la  difficoltà  a  reperire  appalti.  Coloro  che  vedono   l’azienda   stabile,   invece,   ritengono   che   l’organizzazione   sia   solida   e   potenzialmente   in  crescita,   ma   la   ritengono   minacciata   dalla   situazione   di   crisi   generale.   Chi   vede   la   propria  organizzazione   in   crescita,   infine,   motiva   questa   sensazione   sulla   base   di   nuove   collaborazioni   in  statu  nascendi  e  per  la  risposta  positiva  degli  utenti  ai  nuovi  servizi  creati.    

   3.1.3  Sezione  3  –  Innovazione      Nella   terza   sezione   del   questionario   si   è   indagato   sull’attitudine   di   queste   organizzazioni   a   fare  innovazione,  intesa  come  la  capacità  di  generare  nuovo  “valore”  per  il  cliente  attraverso  nuove  forme  di   collaborazione   o   nuove   modalità   di   azione   (Venturi-­‐Zandonai   2013).   Le   cooperative   sociali   che  hanno  dichiarato  di  aver  introdotto  aspetti  innovativi  nella  propria  azienda  negli  ultimi  tre  anni  sono  il  48%  delle  intervistate.    

 

Grafico  13  –  Percentuale  delle  cooperative  sociali  che  hanno  apportato  aspetti  innovativi  negli  ultimi  tre  anni  

   

52%   48%  

0%  

20%  

40%  

60%  

80%  

100%  

NO   SI'  

Sentiment   N.  cooperative  sociali  

Declino   5  Stabile   11  Crescita   12  Non  so   3  

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20

Nel  grafico  13  si  rappresenta  la  percentuale  di  cooperative  sociali   in  cui  sono  stati  introdotti  aspetti  innovativi   negli   ultimi   tre   anni.   Gli   aspetti   innovativi   inseriti   sono   molto   differenti   tra   loro,   ad  esempio,  alcune  cooperative  hanno  previsto  il  potenziamento  del  sistema  di  controllo  e  di  gestione,  alcune   hanno   investito   in   formazione   sulla   qualità   per   i   dipendenti,   altre   hanno   dato   vita   a   nuovi  servizi  per  l’utenza,  come  la  creazione  di  un’agenzia  di  comunicazione  rivolta  al  sociale  o  un  servizio  per  il  distacco  dalla  famiglia  e  l’acquisizione  di  autonomia  destinato  a  disabili.      3.1.4  Rete  sul  territorio    Nella  quarta  e  ultima   sezione  del  questionario  è   stata   indagata   l’attitudine  a   fare   rete.  Un  aspetto  analizzato   in  questa   fase  della   rilevazione  è   con   chi,   e   le  modalità   con   cui   (Continuativa,   Saltuaria,  Assente),  queste  organizzazioni  portano  avanti   forme  di   collaborazione  con  altri   soggetti  o  enti  del  territorio.    

Con  “collaborazione”  si  intende  sia  il  caso  in  cui  siano  le  cooperative  a  fornire  un  bene  e/o  servizio  ad  altri   soggetti   (Amministrazione   Comunale,   Provinciale,   Regionale,   Statale   e   altre   organizzazioni   del  terzo  settore  e  non)    e  viceversa,  quando  è  la  coop  a  ricevere  un  bene  e/o  servizio  da  questi.      

Grafico  14  –  Modalità  di  collaborazione  coop  con  differenti  livelli  di  Pubblica  Amministrazione.  

   

Nel  grafico  14  si  mostra  il  numero  delle  cooperative  corrispondenti  per  la  modalità  di  collaborazione  con  4  livelli  di  Pubblica  Amministrazione  (Comunale,  Provinciale,  Regionale  e  Centrale).    Esemplificativo   a   questo   riguardo   può   essere   il   tipo   di   rapporto   instaurato   con   l’Amministrazione  Comunale:   10   cooperative   sostengono   di   non   avere   rapporti   di   collaborazione   con   il   Comune   di  appartenenza,  6  sostengono  di  avere  con  questo  ente  un  rapporto  saltuario  (forme  di  collaborazione  basate  ad  esempio  su  progetti  specifici)  e,  infine,  13  un  rapporto  continuativo.  Nel  caso  dell’amministrazione  provinciale,  invece,  sono  3  le  coop  che  intrattengono  con  essa  rapporti  di   collaborazione   continuativa,   12   saltuaria   e   14  dichiarano  di   non   avere   con  essa   alcuna   forma  di  collaborazione.    

10  

14  

16  

25  

6  

12  

10  

2  

13  

3  

3  

2  

0%   20%   40%   60%   80%   100%  

Comune  

Provincia  

Regione  

Stato  

cooperaVve  sociali    

Assente  

Saltuaria    

Cononuaova  

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21

3   sono   anche   le   cooperative   che   intrattengono   rapporti   continuativi   con   la   Regione,   10   rapporti  saltuari  e  16  quelle  che  non  hanno  rapporti  con  questa.  Infine,  2  sono  le  cooperative  che  hanno  rapporti  continuativi  con  l’Amministrazione  Centrale,  2  che  hanno  con  questa  un  rapporto  saltuario  e  25  che  non  hanno  alcun  rapporto  di  collaborazione.      In   merito   alle   collaborazioni   con   altre   organizzazioni   del   terzo   settore,   invece,   le   cooperative  investigate  che  hanno  un  rapporto  di  collaborazione  continuativo  con  altre  organizzazioni  del   terzo  settore  della  provincia  di  Pistoia  sono  19;  con  altre  organizzazioni  aventi  sede  fuori  dalla  provincia  9;  5  sono  quelle  che  anno  un  rapporto  continuativo  con  imprese  tradizioni  della  provincia  e  2  quelle  che  lo  hanno  anche  con  imprese  tradizionali  al  di  fuori  della  provincia.  

Grafico  15–  Numero  coop  per  tipo  di  collaborazione  con  organizzazioni  profit  e  no-­‐profit  

   Nel   grafico   si   indica   il   numero   delle   cooperative   per   tipo   di   collaborazione   per   ogni   tipologia   di  organizzazione  considerata,  come  quelle  del  terzo  settore  e  le  imprese  tradizionali  della  provincia  di  Pistoia,  e  quelle  non  profit  e  le  imprese  tradizionali  con  sede  in  altre  province.      Rimanendo   in   ambito   di   collaborazioni   tra   cooperative   e   altri   soggetti   e   prevedendo   tre   possibili  risposte  sull’importanza  di  tali  rapporti  (scarsamente,  mediamente,  molto  importante),  3  cooperative  tra  quelle  intervistate  dichiarano  che  il  rapporto  con  il  settore  pubblico  (esclusi  appalti  e  convenzioni)  è   scarsamente   importante;   per   5   di   loro   è   mediamente   importante,   per   21   di   loro   è   molto  importante,  2  non  rispondono.      1  coop  dichiara  che  il  rapporto  con  altre  organizzazioni  del  terzo  settore  è  scarsamente  importante,  4  mediamente  e  24  molto  importante.      In  merito   invece  ai   rapporti   con   le   imprese   tradizionali,   6   cooperative  dichiarano   che   il   rapporto  è  scarsamente  importante,  7  mediamente  e  15  molto.      Il  grafico  di  seguito  mostra  il  numero  delle  cooperative  intervistate  per  tipologia  di  organizzazione  e  in  base  all’importanza  che  queste  riconoscono  al  rapporto  con  i  soggetti  sopra  citati.    

8  

17  

18  

25  

18  

2  

3  

5  

1  

2  

19  

9  

5  

2  

6  

0%   10%   20%   30%   40%   50%   60%   70%   80%   90%   100%  

Terzo  Sesore  PT  

Terzo  Sesore  ex  PT  

Altre  Imprese  PT  

Altre  Imprese  ex  PT  

Altro  

Assente   Saltuaria   Cononuaova  

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Grafico  16  –  Numero  coop  per  importanza  attribuita  al  rapporto  con  altri  soggetti  

   Date  quattro  categorie  di   risposte  possibili   (settore  pubblico,  altre  organizzazioni  del   terzo   settore,  imprese  tradizionali,  privati),  il  17%  delle  cooperative  sociali  intervistate  ritiene  sia  più  strategico,  per  lo   sviluppo  dell’azienda,   collaborare   con   il   settore  pubblico.   Il  motivo  per   cui   ritengono   il   rapporto  con   la   PA   fondamentale   è   legato   ad  un’ottica   di   programmazione  di   lungo  periodo,   per   assicurare  quindi   la   continuità  dei   servizi   agli   utenti   e  per  dare  nuovi   stimoli   e   incentivi   allo   sviluppo.     Il   17%  ritiene   che   sia   strategico   il   rapporto   con   le   altre   organizzazioni   del   terzo   settore   per   garantire   agli  utenti  maggiori   servizi   e   più   completi.   Il   18%,   invece,   ritiene   strategico   il   rapporto   con   le   imprese  tradizionali  per  poter  fornire  servizi  a  tutto  tondo.    Infine,  il  48%  ritiene  che  sia  strategico  il  rapporto  con  i  privati,  intesi  come  fonti  alternative  di  ricavi  necessarie  a  fronte  della  progressiva  diminuzione  dei  finanziamenti  pubblici.  Il  grafico  sintetizza  i  risultati  sopra  indicati  in  valore  numerico.    

Grafico  17  –  Numero  coop  per  tipologia  di  soggetti  con  cui  ritengono  strategico  collaborare  in  futuro  

 

Sempre  in  riferimento  all’attitudine  di  fare  rete  con  i  soggetti  del  territorio,  alle  cooperative  è  stato  chiesto  se  utilizzano  spazi  o  servizi  condivisi  con  altre  organizzazioni.  16  di   loro  lo  fanno,  mentre  15  no,  ma  di  queste,  6  si  dichiarano  interessate  a  farlo.    

3  

1  

6  

5  

4  

7  

21  

24  

15  

0%   50%   100%  

Sesore  Pubblico  

Terzo  Sesore  

Imprese  for  profit  

Scarsamente  Importante  

Mediamente  Importante  

Molto  Importante    

7   7   7  

19  

0  

5  

10  

15  

20  

Pubblico   Terzo  sesore   Imprese  For  Profit   Privao    

Numero  CooperaVve    

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3.1.5  Bisogni  e  ostacoli      Infine,   lasciando  ai   rappresentanti   totale   libertà  è   stato   chiesto  quali   siano   i  maggiori   bisogni  della  loro   organizzazione.   Tra   le   risposte   indicate,   6   cooperative   denunciano   il   bisogno   di   maggiori  competenze   all’interno   dell’organizzazione,   sia   gestionali   e   imprenditoriali   sia   degli   operatori.   La  mancanza   di   tali   competenze   al   momento   è   attribuita   alla   mancanza   di   risorse   per   poter  corrispondere  stipendi  più  elevati.  8  coop  denunciano  la  mancanza  di  liquidità,  di  finanziamenti  e,  più  in   generale,   di   entrate.   4   dichiarano   di   aver   bisogno   di   strumenti   di   comunicazione   per   poter  pubblicizzare   le   loro   attività,   i   loro   prodotti   e   poter   comunicare   verso   l’esterno.   2   sostengono   di  avere  necessità  di   finanziamenti   per   reperire   certificazioni   ambientali   e  di   qualità,   2   sostengono   la  necessità  che  gli  enti  pubblici  diano  vita  ad  una  programmazione  di  medio  e  lungo  periodo  coerente  per  poter  assicurare  agli  utenti  la  continuità  dei  servizi.    

3.1.6  Georeferenziazione  cooperative  sociali  provincia  di  Pistoia      Per  completare  il  quadro  delle  cooperative  sociali,  si  riporta  in  figura  1  la  dislocazione  della  loro  sede  legale   sulla  mappa  del   territorio  della  provincia  di  Pistoia.   Le  organizzazioni   sono  divise   tra  Tipo  A,  Tipo  B  e  C  (Consorzi).  

Figura  1  –  Georeferenziazione  cooperative  sociali  nella  provincia  di  Pistoia  

 

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3.2  Imprese  sociali    Le  imprese  sociali  ex-­‐d.lgs  155/2006  registrate  nella  sezione  speciale  del  Registro  delle  Imprese  con  sede  legale  nella  provincia  di  Pistoia  risultano  in  tutto  tre,  di  cui  2  Società  a  Responsabilità  Limitata  (S.R.L.)  e  una  cooperativa  sociale.  I  risultati  illustrati  di  seguito  riguardano  l’unica  impresa  sociale  ex  d.lgs  155/2006  che  ha  accettato  di  rispondere  al  nostro  questionario.      3.2.1  Informazioni  generali  e  descrizione  dell’attività    L’impresa   sociale   analizzata   è   stata   fondata   nel   2010   come   Società   a   Responsabilità   Limitata.   Il  motivo  per  cui  ha  assunto  la  qualifica  di  impresa  sociale  ai  sensi  del  d.lgs  155/2006  è  perché  questa  rappresenta  uno  “Strumento  utile  per  gli  scopi  proposti  e  per  essere  no  profit”.    Le  principali  attività  dell’impresa  sono:  

-­‐ Corporate  partnership  (luoghi  di  meeting  e  di  azioni  sociali);  -­‐ Formazione  e  educazione  sociale;  -­‐ Sensibilizzazione  dei  cittadini  e  promozione  del  territorio;  

 All’intervistato   è   stato   chiesto   di   indicare,   tra   le   categorie   previste   nel   questionario   (Molto,  Abbastanza,   Poco   o  Nulla)   l’importanza   delle  motivazioni,   anch’esse   indicate   nel   questionario,   che  hanno  spinto  i  fondatori  a  costituire  l’impresa.  E’  stato  considerato  molto  importante  dare  risposta  a  specifici  bisogni  sociali  o  ambientali  della  collettività,  fornire  un  servizio  di  qualità  più  elevata  rispetto  ai   servizi   già   esistenti.   E’   stato   considerato   abbastanza   importante   creare   nuovi   posti   di   lavoro.   E’  stato   considerato  meno   rilevante,   tra   le  motivazioni   per   dar   vita   all’azienda,   offrire   a   persone   già  occupate  un  posto  di  lavoro  migliore.    

Il  promotore  dell’impresa  è  una  fondazione.  I  beneficiari  delle  attività  dell’organizzazione  sono  altre  associazioni,  altre   imprese  e  giovani  (350).  Gli  addetti  che   lavorano  nell’impresa  sono  3  dipendenti.  L’impresa  si  avvale  del  lavoro  di  un  volontario.    Dal  questionario  emerge  che  l’impresa  in  questione  non   svolge   alcun   tipo   di   monitoraggio   o   valutazione   delle   attività   svolte.   L’impresa   non   presenta  particolari  forme  di  certificazione  di  qualità  o  di  altro  tipo.      3.2.2  Sostenibilità  economica  e  finanziaria      Facendo   riferimento   al   bilancio   d’esercizio   degli   anni   2010,   2011,   e   2012,   il   fatturato   ed   i   ricavi  mostrano  una   tendenza   in   crescita.  Durante   l’anno  2012   l’organizzazione  non  è  dovuta   ricorrere   a  riduzione  del  personale.      Date  4  risposte  possibili  (Declino,  Stabile,  Crescita  e  Non  so)  all’intervistato  è  stato  chiesto  di  indicarci  le  prospettive  economiche  future  dell’azienda  e  la  risposta  ha  configurato  una  prospettiva  positiva.        3.2.3  Innovazione    L’impresa  ha  dichiarato  di  non  aver  introdotto  alcuna  innovazione  negli  ultimi  tre  anni.  

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3.2.4  Rete  sul  territorio      In   merito   alle   forme   di   collaborazione   che   l’impresa   porta   avanti   sul   territorio,   intendendo   con  collaborazione  sia  il  caso  in  cui  sia  questa  organizzazione  a  ricevere  beni  o  servizi  dai  vari  livelli  di  PA  e,  viceversa,  sia  l’impresa  a  produrre  beni  e  servizi  per  la  PA,  dal  questionario  si  evince  che  l’impresa  ha   collaborazioni   saltuarie   con   l’Amministrazione   Comunale,   quella   Provinciale   e   Regionale.   Nello  specifico,  l’impresa  fornisce,  quando  richiesto,  le  sue  sedi  al  Comune  e  alla  Provincia.      Per  quanto  concerne   le   sue  collaborazioni   con  altre  organizzazioni  del   terzo   settore,  di  Pistoia  e  di  altre  province,  l’impresa  porta  avanti  collaborazioni  con  fondazioni,  associazioni  e  altre  imprese.  Rimanendo  in  ambito  di  collaborazioni  tra  questa  impresa  e  altri  soggetti,  e  prevedendo  tre  possibili  risposte   sull’importanza   di   tali   rapporti   (scarsamente,   mediamente,   molto   importante),   l’impresa  dichiara   che   il   rapporto   con   il   settore   pubblico   (esclusi   appalti   e   convenzioni)   è   mediamente  importante;   il   rapporto  con  altre  organizzazioni  del   terzo   settore  è  molto   importante,   come  quello  con  le  imprese  tradizionali.      In   merito   ai   rapporti   con   questi   soggetti,   l’intervistato   ritiene   che   sia   strategico,   in   un’ottica   di  sviluppo  futuro  dell’azienda,  portare  avanti  e  consolidare  i  rapporti  con  il  settore  pubblico.  L’impresa  condivide  spazi  di  lavoro  e/o  servizi  con  altre  imprese.     3.2.5  Bisogni  e  ostacoli  dell’organizzazione    Infine,   dal   questionario   emerge   che   i  maggiori   bisogni   ed   ostacoli   dell’attività   dell’impresa   sono   la  mancanza  di  visibilità  e  la  sede  che,  seppur  bella,  è  poco  raggiungibile.    

   

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3.3  Associazioni  di  promozione  sociale    La   ricerca   è   partita   da   una   base   di   181   associazioni   di   promozione   sociale   (L.   383/2000)   iscritte  nell’elenco  della  provincia  di  Pistoia.  Dopo  una  prima  fase  di  controllo  dati  è  emerso  che  5  voci  erano  doppie   e   sono   state   quindi   stralciate;   inoltre   siamo   venuti   a   conoscenza   di   ulteriori   11   APS   non  presenti  in  tali  elenchi.  Il  totale  delle  organizzazioni  che  abbiamo  considerato  nella  lista  precensuaria  è  stato  quindi  di  187.    

 La  tabella  12  mostra  la  differenza  tra  la  lista  delle  APS  della  provincia  di  Pistoia  utilizzata  come  fonte  e   la   lista   utilizzata   come   lista   precensuaria.   Avendo   scelto   di   non   somministrare   il   questionario   ai  circoli   per  motivi   di   scarsa   attinenza   tra   le   loro   attività   e   le   finalità  del   Programma,   si   è   ristretto   il  campo  di  osservazione  a  94  organizzazioni.  A  queste  è  stata  assegnata  una  priorità  da  0  a  2  in  base  alla   loro   attività   e   rilevanza   per   il   Programma,   arrivando   così   ad   un   totale   di   52   organizzazioni   da  censire   (verificarne   l’esistenza,   l’attività,   i   dati   anagrafici)   e   42   organizzazioni   da   utilizzare   come  campione  per  la  somministrazione  del  questionario.  Di  queste  94  organizzazioni,  l’82%  sono  risultate  operative,  mentre  le  altre  sono  risultate  inattive  o  irrintracciabili.    

Tabella  12  -­‐  Associazioni  di  promozione  sociale  nella  lista  precensuaria        

             

 Base  per  questionario  

APS  solo  mappate  

 Circoli   Totale  

Incluse  nella  ricerca   42   52      

94      

-­‐  Operative  partecipanti   24            

-­‐  Operative  non  partecipanti   15   38        

-­‐  Non  esistono  più     6          

-­‐  Non  pervenute   3   8          

Non  inclusi  nella  ricerca      

93   93      

Totale      

  187      

             

 In   conclusione   risultano   77   APS   operative   sul   territorio   pistoiese   (tra   operative,   operative  partecipanti,  solo  mappate)  oltre  alle  93  APS  escluse  dalla  ricerca  in  quanto  circoli.      I  dati  illustrati  nelle  sezioni  che  seguono  si  riferiscono  alle  24  APS  che  hanno  accettato  di  partecipare  alla  nostra  ricerca.            

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3.3.1  Informazioni  generali  e  descrizione  dell’attività    Tra  le  associazioni  di  promozione  sociale  che  hanno  risposto  al  nostro  questionario,  11  si  configurano  come   “associazioni   non   riconosciute”8,   10   come   “associazioni   riconosciute”,   mentre   3   non  rispondono.      La  media  dei  beneficiari  delle  attività  delle  APS  intervistate  è  di  1118.      Dai  dati  è  risultato  che  le  associazioni  che  sono  solite  monitorare  le  proprie  attività  sono  4;  di  cui  3,  effettuano  questo  tipo  di  controllo  a  cadenze  variabili,  sulla  base  dei  progetti  e  delle  attività  svolte,  1  di   queste   sa   cadenza   trimestrale.   Solo   1   di   queste   4,   effettua   la   valutazione   affidandosi   ad   un  soggetto  esterno.      Il   numero  medio   dei   lavoratori   delle   APS   è   di   3   addetti,   la   media   di   volontari   è   21.   Tutte   le   APS  intervistate   dichiarano   di   impiegare   personale   volontario.   Il   numero   totale   degli   addetti   nelle   APS  intervistate  è  61,  di  cui  14  dipendenti,  46  collaboratori  a  progetto  o  occasionali.    Le  APS   che  possiedono   certificazioni  di   qualità  e   forme  di   certificazione   sono  6;   17  quelle   che  non  hanno  alcun  tipo  di  certificazione;  1  risponde  non  so.        3.3.2  Sostenibilità  economica  e  finanziaria      Nella  sezione  2  del  questionario  Q2  sono  state  chieste  alle  APS  una  serie  di  informazioni  circa  la  loro  sostenibilità   economica.   Con   riferimento   all’ultimo   bilancio   di   esercizio,   si   indica   di   seguito   la  distribuzione   percentuale   media   per   ogni   categoria   di   finanziamento   delle   attività   delle   APS  intervistate.      

Grafico  18-­‐  Percentuale  media  delle  fonti  di  finanziamento  attività  APS  

 

8   Le   associazioni   non   riconosciute   sono   enti   senza   personalità   giuridica   costituiti   senza   particolari   obblighi   di  forma  da  più  persone  associate.  

37%  

9%  

15%  

0%  

2%  

5%  

5%  

3%  

9%  

22%  

0%   5%   10%   15%   20%   25%   30%   35%   40%  

Privao  

Pubblico  

Fund  Raising  

Progesazione  Europea  

Progesazione  Nazionale  

Progesazione  Regionale  

Progesazione  locale  

Erogazioni  a  fondo  perduto  

Donazioni  

Altro  

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Nel   grafico   18   si   indica   quanto   le   APS   intervistate   dipendono   in   media   dalle   varie   categorie   di  finanziamento  indicate.    Riferendosi   ancora   all’ultimo   bilancio   di   esercizio   disponibile,   si   indica   il   numero   delle   APS   che  destinano  l’eventuale  avanzo  di  gestione  ad  altre  associazioni,  cooperative  o  altri  soggetti:    

Grafico  19  -­‐  Distribuzione  percentuale  di  APS  che  utilizza  avanzo  di  gestione  per  finanziare  altre  associazioni,  cooperative  o  altri  soggetti    

 

   Rispetto   ad   una   serie   di   aspetti   dell’organizzazione   come   la   situazione   economica,   la   qualità   dei  servizi,  dei  rapporti  con  gli  utenti  ecc..,  e  a  5  categorie  di  risposte  possibili,  i  rappresentati  delle  APS    intervistati  hanno  risposto  nel  modo  illustrato  nel  grafico  che  segue.      

Grafico  20  -­‐  Valutazione  dell’organizzazione  rispetto  ad  una  serie  di  aspetti  

   

19  

1  0  

5  

10  

15  

20  

Sì   No  

Num

ero  AP

S  

1  

8  

0   0   0   0   0   1  3  

3  

4  

1   0   0   1   1  

4  4  

12  

3  

14  

2   3  4  

2  

5  4  

5  4   3  

3  

6  

7  8  

3  5  

2  

1   3  

16  11  

9   10  8  

5  

0  

5  

10  

15  

20  

25  

NUmero  coop

eraV

ve    

AspeY  dell'organizzazione  

Otmo  

Buono    

Sufficiente  

Negaovo  

Pessimo  

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Il   grafico   20   mostra,   per   ogni   aspetto   dell’organizzazione   in   merito   al   quale   abbiamo   chiesto   ai  rappresentati   di   esprimersi,   il   numero   delle   associazioni   per   categoria   di   valutazione   prevista   dal  questionario.      Date  4  risposte  possibili  (declino,  stabile,  crescita,  non  so),  ai  rappresentanti  delle  APS  intervistate  è  stato  chiesto  di  indicarci  come  vedono  l’andamento  economico  futuro  della  loro  azienda.      

Tabella  13  –  Prospettive  andamento  economico  futuro    

Andamento  Economico  

APS    Declino   4  Stabile   10  Crescita   8  Non  so   2  

 Le   motivazioni   addotte   a   tali   risposte   sono,   relativamente   alla   risposta   “declino”,   la   mancanza   di  fondi   e   le   prospettive   economiche   negative;   relativamente   alla   risposta   “stabile”   nel   tempo,   la  situazione  economica  che  compromette  le  possibilità  di  crescita,  ma  allo  stesso  tempo  la  convinzione  che  nuove   forme  di   collaborazioni   o   l’utilizzo   di   tecnologie   come   internet  possano   giovare   all’APS.  Infine,   relativamente   la   risposta   “crescita”,   le   motivazioni   sono   legate   alle   nuove   collaborazioni   e  nuovi  progetti  che  queste  hanno  introdotto  tra  le  attività.        

3.3.3  Innovazione      La  terza  sezione  del  questionario  Q2  ha  indagato  sull’attitudine  delle  APS  a  fare  innovazione9.    

Grafico  21-­‐  Distribuzione  percentuale  delle  APS  che  hanno  introdotto  aspetti  innovativi  negli  ultimi  tre  anni  

 

   

Il   grafico   illustra   la   distribuzione   percentuale   delle   APS   che   negli   ultimi   tre   anni   hanno   introdotto  aspetti   innovativi   nella   loro   attività.   Per   citarne   alcuni   esempi,   alcune   hanno   introdotto   laboratori  teatrali  per  affrontare  la  questione  dell’immigrazione,  oppure  nuovi  servizi  per  gli  utenti,  come  quelli  

9  Per  la  definizione  di  Innovazione  si  veda  paragrafo  3.1.3.  

Sì  58%  

No  42%  

Sì  

No  

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di   assistenza   fiscale,   nuove   forme   di   collaborazione   con   altre   organizzazioni   e   digitalizzazione   dei  documenti.        3.3.4  Rete  sul  territorio      Nella   sezione  4  del  Q2   si   è   investigato   sull’attitudine  a   fare   rete  delle  APS.   Tra   i   seguenti   soggetti:  Amministrazione   Comunale,   Provinciale,   Regionale,   Statale   (escludendo   il   caso   in   cui   siano  appaltatori  o  clienti),  e  le  tre  differenti  tipologie  di  rapporto  (assente,  saltuaria,  continuativa)  si  rileva  che  le  APS,  negli  ultimi  tre  anni,  hanno  portato  avanti  le  loro  forme  di  collaborazione,  intendendo  sia  il  caso  in  cui  l’APS  fornisca  un  servizio  o  un  bene  a  questi  livelli  di  PA  o  viceversa,  in  questo  modo:      

Grafico  22-­‐  Numero  APS  per  tipologia  di  collaborazione  (assente,  saltuaria,  continuativa)  con  differenti  livelli  di  PA  

 

   Il  grafico  22  mostra  il  numero  delle  APS  per  tipo  di  collaborazione  con  i  vari  livelli  di  PA.  1  APS  non  ha  rapporti  con  il  Comune  di  riferimento,  mentre  le  altre,  che  sia  saltuario  che  sia  continuativo,  portano  avanti  un  rapporto  di  collaborazione  con  questo  livello  di  amministrazione  pubblica.  La  situazione  è  diversa  se  si  tratta  di  amministrazione  provinciale,  le  APS  che  hanno  un  rapporto  con  questa  sono  12,  9  non  hanno  collaborazioni  con  essa.      

1  

9  

13  

17  

12  

5  

6  

4  

8  

7  

3  

1  

0%   20%   40%   60%   80%   100%  

Amm  Comunale  

Amm  Provinciale  

Amm  Regionale  

Amm  Statale  

APS  

Assente  

Salutaria  

Cononuaova  

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Grafico  23  –  Numero  APS  per  tipologia  di  collaborazione  (assente,  saltuaria,  continuativa)  con  vari  soggetti  

 

   Il   grafico   23   illustra   il   numero   delle   APS   che   intrattengono   rapporti   di   collaborazione   con   altre  organizzazioni,   siano   esse   appartenenti   al   terzo   settore   o   imprese   tradizionali,   della   provincia   di  Pistoia  o  di  altre  province.    

Grafico  24  –  Numero  APS  per  importanza  attribuita  al  loro  rapporto  con  vari  soggetti    

   

Il  grafico  24  mostra  il  numero  delle  APS  per  importanza  attribuita  al  loro  rapporto  con  i  vari  soggetti  indicati.  Dal  grafico  si  evince  che  il  rapporto  con  il  settore  pubblico  è  il  rapporto  che  le  APS  ritengono  più  importante  per  le  loro  attività,  seguito  da  quello  con  le  altre  organizzazioni  del  terzo  settore.      

8  

13  

16  

20  

6  

5  

4  

1  

6  

4  

2  

1  

0%   20%   40%   60%   80%   100%  

Terzo  sesore  Pt    

Terzo  sesore  ex  Pt  

Imprese  profit  Pt  

Imprese  profit  ex  Pt  

Assente  

Salutaria  

Cononuaova  

13  

6  

1  

3  

10  

6  

1  

7  

6  

4  

5  

9  

0%   50%   100%  

Molto  Importante  

Mediamente  Importante  

Poco  Importante  

Non  presente  

APS  

Sesore  Pubblico  

Terzo  Sesore  

Imprese  for  profit  

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In  merito  al  loro  rapporto  con  altri  soggetti  (di  varia  natura),  le  APS  ritengono  che  sia  strategico  per  lo  sviluppo  della  loro  organizzazione  coltivare  collaborazioni  con  altri  soggetti  secondo  la  tabella  13  che  segue.  

Tabella  14  -­‐  APS  per  categoria  di  soggetti  con  cui  ritengono  strategico  portare  avanti  collaborazioni  

Altri  soggetti   Numero  APS    

Settore  Pubblico   13  

Altre  organizzazioni   5  

Imprese  tradizionali     1  

Privati   4  

 La   tabella   mostra   il   numero   delle   APS   corrispondenti   per   i   soggetti   che   possono   avere   un   ruolo  strategico  per  il  loro  sviluppo  futuro.      Tra  le  APS  intervistate,  19  non  condividono  spazi  di  lavoro  e/o  servizi  con  altre  organizzazioni,  mentre  4  lo  fanno.  Di  quelle  che  ancora  non  lo  fanno,  7  però  sarebbero  interessate  perché  credono  che  dalla  condivisione   degli   spazi   possano   nascere   delle   sinergie   utili   a   migliorare   i   servizi   e   perché   possa  essere  fonte  di  risparmio.      3.3.5  Bisogni  e  ostacoli     Infine,  lasciando  ai  rappresentanti  totale  libertà,  è  stato  chiesto  quali  siano  i  maggiori  bisogni  e  quali  i  maggiori  ostacoli  per  la  loro  organizzazione.      In   merito   ai   bisogni,   tra   le   risposte   più   frequenti,   si   trovano:   necessità   di   un   maggior   numero   di  volontari,  maggiori   risorse   economiche,  maggior   pubblicità   delle   attività   e   dell’associazione   stessa,  locali  più  adeguati  per  le  attività.    

In  merito  agli  ostacoli,   invece,  quasi   il   totale  degli   intervistati   risponde  che   il  primo  ostacolo  per   le  attività  dell’organizzazione  è  la  burocrazia.    

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3.4  Organizzazioni  di  volontariato    La  ricerca  è  partita  da  una  base  di  265  associazioni  di  volontariato  risultanti  dagli  elenchi  dell’ufficio  statistico  della  provincia  di  Pistoia.  Dopo  una  prima  fase  di  controllo  dati  è  emerso  che  8  voci  erano  doppie  e  sono  state  quindi  stralciate.  Inoltre,  siamo  venuti  a  conoscenza  dell’esistenza  di  27  ulteriori  associazioni  di  volontariato.  Il  totale  delle  organizzazioni  presenti  nella  nostra  lista  precensuaria  era  quindi  di  284.    Nella   tabella  si   indica   il  numero  delle  associazioni  di  volontariato  presenti  nella   lista  precensuaria  utilizzata  come  base  per  la  ricerca.    

Tabella  15  –  Associazioni  di  volontariato  presenti  nella  lista  precensuaria                            Facendo   uso   della   metodologia   esposta   nella   Sezione   2   del   presente   rapporto,   a   queste   284  organizzazioni  abbiamo  assegnato  manualmente,  in  base  all’attività  e  alla  rilevanza  per  il  Programma,  una  priorità  da  0  a  2  per  arrivare  a  distinguere    185  organizzazioni  da  mappare  e  99  organizzazioni  da  utilizzare  come  campione  per  la  somministrazione  del  questionario.  Di  queste  284,  l’81%  (231)  sono  risultate  operative,  il  6  %  non  esiste  più,  mentre  il  12%  è  risultato  irrintracciabile.    Come  si  può  evincere  dalla  tabella,  con  la  ricerca  sono  state  censite  231  Onlus,  cioè  l’81%  del  totale,  di  queste,  37  hanno  risposto  al  questionario  (13%).  Un  altro  dato  da  considerare  è  che  tra   le  Onlus  individuate   come   campione   per   il   questionario,   35   organizzazioni   (12%)   hanno   deciso   di   non  partecipare  alla  ricerca.      In  conclusione  sono  state  prese  in  considerazione  284  ONLUS  sul  territorio  pistoiese.  Tra  queste  284,  72   le   abbiamo   considerate   come   campione   per   la   somministrazione   del   questionario   (37   hanno  risposto   e   35   non   lo   hanno   fatto)   e   159   sono   state   considerate   soltanto   come   organizzazioni   da  “mappare”,   per   verificarne   l’esistenza   e   l’operatività.   35   sono   risultate   non   rintracciabili,   per   un  totale  di  266  associazioni  di  volontariato  presenti  sul  territorio.    I  risultati  illustrati  di  seguito  riguardano  soltanto  le  37  associazioni  di  volontariato  che  hanno  risposto  al  nostro  questionario.        

   Associazioni  

di  volontariato  

%      

Operative  partecipanti   37   13%      Operative  non  partecipano   35   12%      Non  esistono  più   18   6%      Non  pervenuta   35   12%      Solo  mappate   159   56%      Totale   284   100%      

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3.4.1  Informazioni  generali  e  descrizione  attività  

 Nella   prima   sezione   del   Q2   sono   state   chieste   alle   associazioni   di   volontariato   una   serie   di  informazioni   anagrafiche  e   relative   le   loro   attività.   Tra  quelle   intervistate,   5   sono  Associazioni  Non  Riconosciute10,  mentre  28  sono  Associazioni  Riconosciute.    Cercando  di  capire  da  chi  è  venuto  lo  stimolo  a  dar  vita  all’associazione,  è  emerso  che  25  di  queste  sono   nate   grazie   ad   un   gruppo   di   persone   con   ideali   comuni   (ideali   come   solidarietà,   giustizia,  assistenza  per  il  prossimo),  mentre  3  grazie  dalla  volontà  di  un  laico,  3  di  un  religioso,  2  ad  un  gruppo  di  utenti  o  consumatori  bisognosi  di  servizi,  1  da  un  gruppo  di  donatori  del  sangue,  1  dai  genitori  dei  ragazzi  svantaggiati.      In  media  le  associazioni  con  i  loro  servizi  riescono  a  beneficiare  più  di  700  persone,  tra  cui  soprattutto  anziani,  alcolisti,  indigenti,  immigrati.      Tra   le   associazioni   di   volontariato   intervistate,   quelle   che   effettuano   attività   di   monitoraggio   e/o  valutazione   delle   attività   sono   14,   mentre   quelle   che   non   fanno   questo   tipo   di   valutazione   delle  attività  sono  22.      

Tabella  16  –  Numero  associazioni  di  volontariato  per  cadenza  monitoraggio  e/o  valutazione  delle  attività  

 Cadenza  Monitoraggio   N.  Onlus  Mensilmente   0  Semestralmente   2  Annualmente     4  Altro   7  Non  so   0  

   Tra   le   associazioni   che   effettuano   una   forma   di   controllo   sulle   loro   attività,   2   si   affidano   ad   un  soggetto   esterno,   le   altre   13   lo   svolgono   internamente.   8   di   queste   organizzazioni   effettuano   la  valutazione  attraverso  il  ricorso  a  questionari,  1  attraverso  l’utilizzo  di  social  network  come  Facebook  e  Twitter,  2  attraverso  un  sondaggio  diretto,  1  attraverso  giudizi  volontari  scritti  degli  utenti.      Le  associazioni  di  volontariato  intervistate  impiegano  in  media  3  dipendenti  e  hanno  a  disposizione  il  lavoro   di   53   volontari.   In   totale   le   associazioni   intervistate   impiegano   104   addetti,   di   cui   86  dipendenti  e  22  collaboratori  (a  progetto,  occasionale,  soci  ecc..).    Le   associazioni   di   volontariato   che   hanno   acquisito   certificazioni   di   qualità   sono   5,  mentre   29   non  presentano  particolari  tipi  di  certificazione  per  le  attività  che  svolgono.          

10  Per  la  definizione  di  associazione  non  riconosciuta,  si  veda  la  nota  8.  

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 3.4.2  Sostenibilità  Economica  –  Finanziaria      Nella  sezione  2  del  questionario  Q2  sono  state  chieste  alle    organizzazioni  di  volontariato    una  serie  di  informazioni  circa  la  loro  sostenibilità  economica  e  finanziaria.      Con   riferimento   al   2012,   è   stato   chiesto   a   queste   organizzazioni   di   indicare   in   quale   percentuale  dipendono   economicamente   dalle   varie   categorie   di   finanziamento   elencate.   Ci   sono,   tra   quelle  indagate,  2  organizzazioni  che  dipendono  al  100%  dai  finanziamenti  pubblici,    1  al  97%,  1  al  90%  e  1  all’’80%,   18   invece   non   ricevono   alcun   finanziamento   dalla   PA.   Il   grafico   che   segue   indica   la  distribuzione  percentuale  media  delle  varie  fonti  di  finanziamento.      

Grafico  25  –  Distribuzione  percentuale  media  delle  fonti  di  finanziamento      

 

 Nel   grafico   25   si   indicano   le   percentuali  medie   delle   varie   categorie   di   finanziamento   a   cui   fanno  ricorso  le  associazioni  intervistate.  Le  voci  che  presentano  percentuali  maggiori  sono  le  donazioni,  da  cui  dipendono  in  media  al  29,2%  del  totale  dei  proventi,  “altro”,  da  cui  le  OdV  dipendono  in  media  al  29%,   seguite  dal   settore  pubblico   (19,8%).  Nelle   risposte   “altro”   sono  stati   inclusi   finanziamenti  da  parte  di  fondazioni  bancarie,  quote  associative,  vendita  prodotti  e  i  proventi  derivanti  dal  5  per  mille.      In  riferimento  ai  bilanci  d’esercizio  degli  anni  2009,  2010,  2011,  2012,  è  stato  chiesto  alle  associazioni  di   indicarci   il   valore   del   Fondo   di   Dotazione   (se   presente),   Risultato   oppure   Avanzo/Disavanzo   di  gestione,  Volume  di  Entrate  oppure  Proventi.      

6.4  19.8  

8.3  0.0  0.7  

4.8  3.8  3.6  

29.2  29.0  

0   5   10   15   20   25   30   35  

Privao  Pubblico  

Fund  Raising  Progesazione  Europea  

Progesazione  Nazionale  Progesazione  Regionale  

Progesazione  Locale  Fondi  a  fondo  perduto  

Donazioni  Altro  

Media  percentuale  

FonV

 di  Finan

ziam

ento  

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Tabella  17  –  Valori  medi  per  voce  bilancio  d’esercizio  anni  2009,  2010,  2011,  2012    

Anno   Fondo  di  Dotazione   Risultato   (Avanzo   o  Disavanzo)  

Volume   Entrate   o  Proventi  

2009   €  13.292,52    

€  5.632,29    

€  197.497,93    

2010   €  19.756,02    

-­‐€  1.200,44    

€  210.062,30    

2011   €  15.982,08    

-­‐€  844,07    

€  179.832,87    

2012   €  26.236,60    

-­‐€  2.496,12    

€  170.605,52    

 Nella   tabella   17   si   indicano   i   valori  medi   per   ogni   voce   di   bilancio   in   riferimento   agli   anni   presi   in  considerazione.   Tra   le   associazioni   di   volontariato   intervistate   quelle   che   prevedono   il   fondo   di  dotazione  sono  9.  Il  valore  medio  del  Risultato  (Avanzo  o  Disavanzo)  è  diminuito  negli  anni,  infatti,  se  nel  2009  il  valore  medio  era  un  avanzo  di  bilancio,  nel  2012  il  risultato  è  invece  un  disavanzo.  Anche  il  valore  del  volume  delle  entrate,  dopo  una  leggera  crescita  tra  il  2009  e  il  2010,  diminuisce  negli  anni.      Tra   le   associazioni   intervistate   quelle   che   destinano   l’eventuale   avanzo   di   gestione   a   finanziare  un’altra  associazione,  cooperativa  o  fondazione  sono  6.  Di  queste  1  destina   l’avanzo  di  gestione  ad  una  fondazione,  1  ad  una  cooperativa,  1  alle  popolazioni  terremotate,  le  altre  a  vari  progetti.      

Grafico  26  –  Distribuzione  percentuale  delle  associazioni  che  destinano  avanzo  di  gestione  ad  altri  soggetti  

 

   Infine,   rispetto  ad  una   serie  di   aspetti  dell’organizzazioni,   come   la   situazione  economica,   la  qualità  dei  servizi,  dei  rapporti  con  gli  utenti  ecc..,  e  a  5  categorie  di  risposte  possibili,   i  rappresentati  delle  associazioni  intervistate  hanno  risposto  nel  modo  illustrato  nel  grafico  27  che  segue:      

No  81%  

Si  19%  

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Grafico  27  –  Valutazione  delle  organizzazioni  rispetto  ad  una  serie  di  aspetti    

   Infine,   date   4   possibilità   di   risposta   (Declino,   Stabile,   Crescita,   Non   so),   ai   rappresentanti   delle  associazioni  intervistate  è  stato  chiesto  di  esprimersi  riguardo  le  previsioni  di  andamento  economico  dell’organizzazione.      

Tabella  18  –  Numero  Onlus  per  andamento  economico  futuro  dell’organizzazione    

Sentiment   Numero  Onlus  Declino   0  Stabile   16  Crescita   20  Non  So   1  

 Nella  tabella  è  indicato  il  numero  delle  OdV  per  ogni  categoria  di  andamento  economico  futuro  che  i  rappresentati   di   queste   organizzazioni   prevedono.   Tra   coloro   che   ritengono   che   la   loro  organizzazione   crescerà,   i   motivi   addotti   riguardano   le   molte   competenze   presenti,   la   forte  determinazione  di   chi   ci   lavora,   la  possibilità   futura  di   concretizzare  altre   idee.  Chi   invece   sostiene  che   l’organizzazione   resterà   stabile   imputa   questo   andamento   alla   crisi   economica   che   mina   la  sicurezza  economica  e  mette  in  discussione  prospettive  ottimistiche.      Lasciando   gli   intervistati   totalmente   liberi   di   rispondere,   è   stato   chiesto   quali   fossero   i   bisogni  dell’organizzazione.   Le   risposte   più   frequenti   sono   state   la   necessità   di   un   maggior   numero   di  volontari,  la  necessità  di  risorse  economiche,  di  sedi  più  grandi,  più  attrezzate  e  accessibili  per  disabili  e  anziani  e,  infine,  maggior  visibilità  e  maggior  capacità  divulgativa.      

3   0  4  

26  

15   12   10  3   3  

15  

5  

13  

5  

12   16   19  

10   11  

10  

13  

14  

2   5   4   3  

16  12  

4  

7  

2   0   0   0   0   2  5  

0  4  

0   0   0   0   0   0   1  

0%  10%  20%  30%  40%  50%  60%  70%  80%  90%  100%  

Pessimo  

Negaovo  

Sufficiente  

Buono  

Otmo    

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38

Secondo   le   risposte   degli   intervistati,   poi,   i   maggiori   ostacoli   per   le   attività   che   le   associazioni  svolgono,  sono  la  limitatezza  delle  risorse  economiche  rispetto  alla  crescita  dei  bisogni  del  territorio  e  della  comunità  cui  queste  si  rivolgono,  scarsa  condivisione  di  intenti  e  finalità  con  il  settore  pubblico,  burocrazia,  e  ancora  il  numero  limitato  di  volontari  su  cui  possono  far  affidamento.    

 3.4.3  Innovazione      Nella  sezione  3  del  Q2  si  è  indagato  rispetto  all’attitudine  a  fare  innovazione  delle  OdV  intervistate.  Quelle  che  hanno  dichiarato  di  aver  introdotto  aspetti  innovativi  negli  ultimi  tre  anni  sono  27  (73%).  Altre  10  non  hanno   introdotto  nessun  tipo  di   innovazione.  Alcuni  esempi  di   innovazione   introdotta  sono:   l’informatizzazione   dei   servizi,   la   realizzazione   del   sito   web   dell’associazione   per   ottenere  maggior  forza  comunicativa  verso   l’esterno,   la  formazione  non  obbligatoria  per  volontari  e  maggior  specializzazione  tra  i  dipendenti.      3.4.4  Rete  sul  territorio      Nella  sezione  4,  l’ultima,  del  questionario  è  stata  indagata  l’attitudine  a  fare  rete  delle  associazioni  di  volontariato  con  altri  soggetti  del  territorio.    Tra   i   seguenti   soggetti:   Amministrazione   Comunale,   Provinciale,   Regionale,   Statale   (escludendo   il  caso   in   cui   siano   appaltatori   o   clienti),   e   considerando   queste   tre   differenti   tipologie   di   rapporto:  assente,   saltuaria,   continuativa,   si   rileva   che   le   associazioni,   negli   ultimi   tre   anni,   hanno   portato  avanti  le  loro  forme  di  collaborazione,  intendendo  sia  il  caso  in  cui  queste  organizzazioni  forniscano  un  servizio  o  un  bene  a  questi  livelli  di  PA  o  viceversa,  nel  modo  illustrato  nel  grafico  che  segue:      

Grafico  28  -­‐  Tipo  di  rapporto  di  collaborazione  associazioni  di  volontariato  con  vari  livelli  di  PA    

   Nel  grafico  28  si  sintetizza  le  modalità  di  collaborazione  che  le  associazioni  intervistate  portano  avanti  con  vari  livelli  di  Pubblica  Amministrazione.      

8  

16  

20  

31  

11  

9  

8  

3  

18  

11  

9  

2  

0%   20%   40%   60%   80%   100%  

Amm  Comunale  

Amm  Provinciale  

Amm  Regionale  

Amm  Statale  

Associazioni  di  volontariato  

Assente  

Saltuaria  

Cononuaova  

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Grafico  29  –  Tipo  di  rapporto  associazioni  di  volontariato  con  altri  soggetti    

   Nel   grafico  29   si   indica   il  numero  di   associazioni  per   tipologia  di   rapporto   instaurato  con  differenti  soggetti  del  territorio  e  non.  La  voce  “Altro”  fa  riferimento  all’Azienda  Sanitaria  Locale,  ai  Sindacati  e  ad  alcune  Fondazioni  locali.    E’  stato  poi  chiesto  a  queste  organizzazioni  di  indicare  quanto  è  importante  il  rapporto  con  il  settore  pubblico,  le  altre  organizzazioni  del  terzo  settore  e  con  le  imprese  tradizionali,  le  OdV  hanno  risposto  nel  modo  illustrato  nel  grafico  30  che  segue:      

Grafico  30  –  Numero  OdV  per  importanza  collaborazione  con  vari  soggetti  

   

6  

23  

26  

33  

30  

6  

4  

5  

2  

2  

25  

9  

5  

1  

4  

0%   20%   40%   60%   80%   100%  

Terzo  Sesore  Pt  

Terzo  Sesore  ex  Pt  

Imprese  for  profit  

Imprese  for  profit  ex  Pt  

Altro  

Saltuaria  

Cononuaova  

Assente  

3  

2  

15  

2  

0  

3  

7  

9  

7  

23  

24  

10  

0%   20%   40%   60%   80%   100%  

Sesore  Pubblico    

Terzo  Sesore  

Imprese  Tradizionali    

Non  presente  

Poco    

Mediamente  

Molto  

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Infine,   è   stato   chiesto   alle   OdV   quale   collaborazione,   tra   i   soggetti   come   settore   pubblico,   altre  organizzazioni   del   terzo   settore,   imprese   tradizionali   e   privati,   ritengono   sia   più   strategica   per   lo  sviluppo  dell’attività.    

Grafico  31  –  Numero  OdV  per  tipologia  soggetti  con  cui  ritengono  strategico  collaborare  in  futuro      

   Il   grafico  31  mostra   il   numero  delle  OdV  per   soggetto   con   cui  queste   ritengono   che   in   futuro  ogni  eventuale  collaborazione  sia  strategica  per   lo  sviluppo  dell’organizzazione.  Tra  quelle  che  ritengono  strategico   collaborare   con   il   settore   pubblico   alcune   giustificano   la   loro   scelta   sostenendo   che   il  settore  pubblico  è  fondamentale  per  la  pianificazione  strategica  e  di  sviluppo,  tra  le  motivazioni  di  chi  risponde  altre  organizzazioni  del  terzo  settore,  e  imprese  for  profit,  si  trova  l’importanza  di  fare  rete;  l’importanza  del  privato  invece  è  collegata  all’importanza  di  reperire  risorse  a  fronte  del  taglio  della  spesa  pubblica.      Tra  le  associazioni  intervistate  quelle  che  condividono  spazi  di  lavoro  o  servizi  con  altre  organizzazioni  sono   in   tutto  11.  Tra  quelle  che  ancora  non   lo   fanno,  5  sarebbero   interessate  a  questa  modalità  di  lavoro.    

Tabella  19  -­‐  Numero  Onlus  che  condividono  spazi  di  lavoro  o  servizi      

Condivisione   Spazi   o  Servizi    

Numero  OdV  

Spazi     7  

Servizi     4  

No   25  

Non  so     0  

     

19  

9  

1  

7  

0  2  4  6  8  10  12  14  16  18  20  

Sesore  Pubblico   Terzo  Sesore   Imprese  for  profit  

Privao  

Num

ero  Onlus  

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4.  Conclusioni    La  ricerca  qui  presentata  ha  preso  in  esame  le  cooperative  sociali,  le  associazioni  di  volontariato  e  le  associazioni   di   promozione   sociale   della   provincia   di   Pistoia.   La   nostra  mappatura   si   è   configurata  come   un’indagine   censuaria   avente   l’obiettivo   di   indagare   sugli   assetti   istituzionali,   la   sostenibilità  economica  e  finanziaria,  la  capacità  di  fare  rete  e  produrre  innovazione  sul  territorio,  i  bisogni  delle  organizzazioni  del  terzo  settore  pistoiese.  

Dalla   rilevazione   si   evince   che   il   numero   totale   delle   cooperative   sociali   attive   nella   provincia   di  Pistoia  sono  44  –  23  di  Tipo  A,  19  di  Tipo  B,  2  di  Tipo  C.  In  media,  ciascuna  di  queste  organizzazioni  dà  lavoro  a  39  addetti  retribuiti  e  7  volontari,  per  un  totale  di  una  forza  lavoro  retribuita  di  circa  1200  persone.    I  principali  dati  raccolti  per  quanto  concerne  le  cooperative  sociali  sono  esposti  nel  relativo  paragrafo  della   sezione  2   sui   risultati.  Emergono  alcuni  dati   interessanti   circa   la   consistente  dipendenza  della  maggior  parte  di  queste  organizzazioni  dagli  incarichi  affidati  loro  dalla  pubblica  amministrazione  ma,  al   tempo   stesso,   l’incremento   della   rilevanza   media   delle   vendite   di   beni   e   servizi   verso   privati.  Questo   doppio   dato   si   può   leggere   come   l’avvio,   in   un   periodo   di   forte   contrazione   delle   risorse  pubbliche   disponibili,   di   una   transizione   verso   una   maggiore   sostenibilità   economica   e  imprenditorialità  delle  cooperative  sociali  pistoiesi.  E’  poi   interessante  rilevare  come  le  cooperative  intervistate   lamentino   una   mancanza   di   competenze   –   spesso   relativa   alla   scarsità   di   risorse   da  investire  in  formazione  –  e  di  strumenti  di  comunicazione.    Sul   territorio   della   provincia   di   Pistoia   sono   state   prese   in   considerazione   170   associazioni   di  promozione   sociale   (24   rispondenti   al   nostro   questionario)   e   284   associazioni   di   volontariato   (72  rispondenti).  Le  associazioni  di  volontariato  e  le  APS  intervistate  impiegano  in  media  3  dipendenti  e  hanno  a  disposizione  il  lavoro  di  53  e  21  volontari  rispettivamente;  in  totale  gli  addetti  impiegati  sono  61  per  quanto  concerne  le  associazioni  intervistate  e  104  per  quanto  concerne  le  APS  intervistate.

 A  proposito  dei  bisogni  dichiarati  dalle  APS  intervistate,  si  individuano  quelli  concernenti  la  necessità  di  un  numero  maggiore  di  volontari,  maggiori  risorse  economiche,  maggior  pubblicità  delle  attività  e  dell’associazione  stessa,   locali  più  adeguati  per   le  proprie  attività.  La  burocrazia  è  avvertita  come   il  principale  ostacolo  alle  attività  delle  organizzazioni  intervistate.    Per  quanto  riguarda  i  bisogni  delle  associazioni  di  volontariato,  si  possono  sottolineare  la  necessità  di  un  maggior   numero   di   volontari,   di   più   risorse   economiche,   di   sedi   più   attrezzate   e   accessibili   per  disabili  e  anziani  e,  infine,  maggior  visibilità  e  maggior  capacità  di  comunicazione.    I  maggiori  ostacoli  per   le   attività   che   le   associazioni   di   volontariato   svolgono   sono   la   limitatezza   delle   risorse  economiche,   lo   scarso   coordinamento  con   il   settore  pubblico,   la  burocrazia  e   il   numero   limitato  di  volontari.  Particolarmente   incoraggianti   in   un   periodo   di   recessione   economica   come   quello   che   ha  caratterizzato   il  2012  e   il  2013  sono   i  dati  che  riguardano   l’ottimismo  diffuso  degli   intervistati  circa  l’andamento   prossimo   venturo   dell’attività   della   propria   organizzazione,   con   una   maggioranza   di  risposte  a  favore  della  crescita  piuttosto  che  di  un  declino  o  della  stabilità.    

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Inoltre,  per  quanto  riguarda  la  provincia  di  Pistoia,  si  rilevano  3  imprese  sociali  iscritte  nella  sezione  speciale   del   Registro   delle   Imprese,   di   cui   2   Società   a   Responsabilità   Limitata   (S.R.L.)   e   una  cooperativa   sociale.   Di   queste   tre   organizzazioni,   una   ha   accettato   di   prendere   parte   alla   nostra  indagine.    Questa  prima  edizione  della  ricerca  è  stata  fondamentale  per  entrare  in  contatto  col  grande  universo  delle   organizzazioni   del   terzo   settore   pistoiese   e   ci   ha   permesso   di   iniziare   a   raccogliere   una  grandissima   quantità   di   informazioni,   la   cui   maggior   parte   è   presentata   nella   sezione   Risultati   di  questo  rapporto.    Poiché  si  prevede  di  ripetere  la  ricerca  anche  nei  prossimi  anni,   il   lavoro  sul  campo  di  questa  prima  edizione   sarà   prezioso   anche   per   fornire   una   serie   di   indicazioni   utili   a   migliorare   alcuni   aspetti  dell’indagine  per  le  successive  edizioni.  Questa  prima  edizione  della  mappatura  presenta  alcuni  limiti  -­‐  principalmente  inerenti  il  campionamento,  i  dati  a  disposizione  e  il  tasso  di  risposta  medio  -­‐  che  si  potranno  correggere  nelle  prossime  edizioni  e  che  aprono  ulteriori  prospettive  di  ricerca.    Un   primo   limite   riguarda   l’ampiezza   dell’universo   di   riferimento.   Estendere   la   mappatura   alle  associazioni   di   volontariato   e   alle   APS   ha   comportato   di   prendere   in   considerazione   più   di   400  organizzazioni,   spesso   di   piccole   dimensioni   e   fondate   sull’impegno   di   volontari,   quindi   più  difficilmente   raggiungibili.   Per   le   successive   edizioni   della   ricerca   si   raccomanda   di   concentrarsi   su  cooperative   sociali   e   organizzazioni   qualificate   come   imprese   sociali   ex   lege   155/06   (che  rappresentano   il   principale   oggetto   del   Programma   Pistoia   Social   Business   City)   o,   in   alternativa,  passare   da   una   indagine   censuaria   ad   una   indagine   campionaria   ricorrendo   alla   metodologia   del  campionamento  stratificato  per  ottenere  un  campione  rappresentativo  e  correttamente  trattabile.    Un   secondo   correttivo   auspicabile   riguarda   un   maggior   impiego   di   fonti   secondarie   per   non  sovraccaricare  le  organizzazioni  rispondenti  e  aumentare  il  tasso  di  risposta;  ci  riferiamo  soprattutto  ai   dati   di   bilancio,   che   per   quanto   riguarda   le   aziende   potrebbero   essere   ottenuti   attraverso   le  banche   dati   della   Camera   di   Commercio.   L’adesione   alla   ricerca   è   di   tipo   volontario   e   il   tasso   di  partecipazione   è   stato,   considerando   il   totale   delle   organizzazioni,   del   60%  per   quanto   riguarda   le  cooperative  sociali,  del  14%  per   le  APS,  del  13%  per   le  associazioni  di  volontariato.  Se  ci  si   riferisce  soltanto  alle  organizzazioni  considerate  come  campione  per  la  somministrazione  del  questionario,  la  percentuale   di   restituzione   sale   al   31%   per   le   APS   e   al   32%   per   le   associazioni   di   volontariato.   Le  organizzazioni  che  hanno  accettato  di  aderire  alla  ricerca  lo  hanno  fatto  con  spirito  di  partecipazione  e  si   sono  dichiarate  disponibili  a   future  collaborazioni,  aspetto  peraltro  già  dimostrato  da  alcune  di  loro  prendendo  parte  al  Pistoia  Social  Business  Day  2013.  

Una   terza   prospettiva   di   ricerca   riguarda   l’ulteriore   affinamento   dei   questionari   sulla   base   dei  riscontri   raccolti   in   questa   prima   edizione.   In   particolare,   nel   caso   si   convenga   di   continuare   a  includere  le  associazioni  di  volontariato  e  le  APS,  al  fine  di  rendere  l’attività  efficiente  da  un  punto  di  vista  del  tempo  necessario  e  delle  risorse  allocate  e  di  contribuire  ad  aumentare  il  tasso  di  adesione,  si   raccomanda   di   semplificare   il   questionario   loro   rivolto,   considerandone   l’ampio   numero   e   la  naturale  bassa  strutturazione.    

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In   conclusione,   lo   studio   di   cui   si   è   qui   sinteticamente   presentato   i   principali   risultati   ha  rappresentato  un  primo  sforzo  di  ricerca  teso  all’ambizioso  obiettivo  di  rintracciare  le  caratteristiche,  i  bisogni  e   le  attitudini  dell’intero   terzo   settore  pistoiese.  Si  prevede  di   continuare   l’analisi  dei  dati  attraverso   l’impiego   di   tecniche   qualitative   o   quantitative   (es.   Social   Network   Analysis,   analisi  multivariate,   etc.).   La   ricerca   ha   coinvolto,   durante   le   differenti   fasi   che   l’hanno   caratterizzata,   il  mondo   accademico,   gli   uffici   statistici   delle   istituzioni   locali   e,   soprattutto,   i   rappresentanti   delle  cooperative   sociali,   delle   organizzazioni   di   volontariato   e   delle   associazioni   di   promozione   sociale  aderenti.      Tale   mappatura,   la   cui   metodologia   è   sicuramente   perfezionabile   tenendo   conto   dell’importante  esperienza  di  questa  prima  edizione,  ci  ha  permesso  di  raccogliere  una  significante  mole  di  dati,  sia  quantitativi   sia   qualitativi,   che   apportano   un   contributo   alla   conoscenza   delle   organizzazioni   che  compongono  il  terzo  settore  pistoiese  e  delle  loro  caratteristiche.      E’   obiettivo   del   Programma   Pistoia   Social   Business   City   mettere   in   pratica   attività   specifiche   per  promuovere   la   cultura  del   social  business  e   sostenere   le   imprese   sociali   in  nuce  o  già  operative:   la  ricerca  in  oggetto  e  le  edizioni  che  seguiranno  rappresentano  uno  strumento  concreto  di  conoscenza  dei  bisogni  e  delle   caratteristiche  delle  organizzazioni  private  a  movente   ideale  attive   sul   territorio  della   provincia   di   Pistoia   e,   di   conseguenza,   uno   stimolo   a   lavorare   insieme   per   sviluppare   il   loro  impatto  socio-­‐ambientale  e  la  loro  capacità  di  rispondere  ai  bisogni  dei  cittadini.            

 

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Riferimenti  bibliografici      Bagnoli  L.  and  Manetti  G.  (2011),   ‘Voluntary  organizations  as  social  enterprises?  Empirical  evidence  from  Tuscany’,  Economia  Aziendale  Online,    Vol.  1,  pp.  119-­‐137    Bellucci  M.,  Bagnoli  L.,  Biggeri  M.,  Rinaldi  V.  (2012).  Performance  measurement  in  solidarity  economy  organizations:  the  case  of  Fair  Trade  shops  in  Italy.  Annals  of  Public  and  Cooperative  Economics,  vol.  vol.83(1),  pp.  25-­‐50,  ISSN:1370-­‐478    Biggeri,  M.  (2012).  Yunus  Muhammad.  In:  G.  Pizzo,  G.  Tagliavini  .  Le  voci  del  microcredito  –  dizionario  di  microfinanza,  Roma:  Carocci,  Studi  economici  e  sociali  Carocci,  ISBN:9788843065967.    Borzaga  C.  (2013),  Introduzione,  in  La  cooperazione  italiana  negli  anni  della  crisi,  2°  Rapporto  Euricse;    Bruni  L.,  Zamagni  S.  (2009)  (a  cura  di),  Dizionario  di  Economia  Civile,  Roma,  Città  Nuova;    Defourny,   J.,   M.   Nyssens   (2010),   "Conceptions   of   social   enterprise   and   social   entrepreneurship   in  Europe   and   the   United   States:   convergences   and   divergences."   Journal   of   social   entrepreneurship  1(1):  32-­‐53.      EU   (2003),   Raccomandazione   n.361   del   2003   della   Commissione   Europea   relativa   alla   definizione  delle  microimprese,  piccole  e  medie  imprese.    Federico,  V.,  Russo,  D.,  Testi,  E.  (2012).  Impresa  sociale,  concorrenza  e  valore  aggiunto.  Un  approccio  europeo,  CEDAM.      Perugi     R.   (2013),   Economia   Toscana   e   no   profit   fra   crisi,   disagio   sociale   e   futuro   incerto,  Unioncamere  Toscana;    Tognetti   M.,   Testi   E.,   Biggeri   M.   and   Bagnoli   L.   (2011),   ‘Dal   non   profit   caritatevole   al   non   profit  imprenditoriale:   Fattori   per   lo   sviluppo   delle   imprese   sociali   e   social   business   nei   PS   e   nei   PVS’,  Colloquio  scientifico  annuale  sull’impresa  sociale.    Venturi  P.,  Zandonai  F.  (2013),  Innovazione  Sociale  e  Imprese  Sociali,  aiccon.  

   

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Indice  delle  figure    Tabella 1 – Composizione delle cooperative sociali presenti nella lista precensuaria .. 7  Grafico 1 – Distribuzione percentuale cooperative sociali per tipo (A, B, C) ................. 8  Tabella 2 – Composizione cooperative sociali nella lista precensuaria dopo censimento .............................................................................................................................. 8  Grafico 2 – Distribuzione percentuale cooperative sociali che hanno partecipato alla ricerca PSBC ............................................................................................................................ 9  Tabella 3 – Numero e percentuale per tipo (A, B, C) delle cooperative sociali che hanno risposto al questionario .............................................................................................. 9  Grafico 3 – Percentuale di restituzione per tipo di cooperative sociali censite ............. 9  Tabella 4 – Numero cooperative sociali per Centrale Cooperativa di appartenenza ............................................................................................................................................... 10  Grafico 4 – Numero cooperative sociali per categoria fondatori ................................ 11  Grafico 5 – Distribuzione percentuale cooperative che effettuano valutazione e/o monitoraggio attività .......................................................................................................... 11  Grafico 6 – Numero cooperative per cadenza monitoraggio attività ......................... 12  Tabella 5 – Numero totale addetti e volontari impiegati nella cooperazione sociale pistoiese ................................................................................................................................ 12  Grafico 7 – Distribuzione percentuale delle coop con volontari ................................... 13  Grafico 8 – Numero cooperative sociali per addetti ...................................................... 13  Tabella 6 – Numero cooperative per tipologia certificazione ....................................... 14  Grafico 9 – Cooperative sociali per percentuale fonti di finanziamento privati – pubblico ................................................................................................................................ 15  Tabella 7 – Media Patrimonio Netto, Capitale Sociale, Risultato d’esercizio, Fatturato, Oneri Finanziari delle Coop intervistate per anni 2009, 2010, 2011, 2012 ...................... 15  Tabella 8 – Valore aggregato e mediano del patrimonio netto e del capitale sociale delle coop intervistate ........................................................................................................ 16  Grafico 10 – Numero coop per tendenza delle categorie di ricavi indicate per l’intervallo di tempo 2009-2012 .......................................................................................... 16  Tabella 9 – Percentuale media per categoria di destinazione degli utili ..................... 17  Grafico 11 – Valutazione dell’organizzazione rispetto ad una serie di aspetti ............ 17  Grafico 12 – Numero cooperative costrette a ridurre l’organico durante il 2012 ....... 18  Tabella 10 – Numero coop per categoria di risposta andamento economico attuale ............................................................................................................................................... 18  Tabella 11 - Numero coop per previsione andamento futuro dell’organizzazione .... 19  Grafico 13 – Percentuale delle cooperative sociali che hanno apportato aspetti innovativi negli ultimi tre anni ............................................................................................. 19  Grafico 14 – Modalità di collaborazione coop con differenti livelli di Pubblica Amministrazione. .................................................................................................................. 20  Grafico 15– Numero coop per tipo di collaborazione con organizzazioni profit e no-profit ...................................................................................................................................... 21  Grafico 16 – Numero coop per importanza attribuita al rapporto con altri soggetti . 22  Grafico 17 – Numero coop per tipologia di soggetti con cui ritengono strategico collaborare in futuro ............................................................................................................ 22  Figura 1 – Georeferenziazione cooperative sociali nella provincia di Pistoia .............. 23  Tabella 12 - Associazioni di promozione sociale nella lista precensuaria ..................... 26  Grafico 18- Percentuale media delle fonti di finanziamento attività APS .................... 27  Grafico 19 - Distribuzione percentuale di APS che utilizza avanzo di gestione per finanziare altre associazioni, cooperative o altri soggetti .............................................. 28  Grafico 20 - Valutazione dell’organizzazione rispetto ad una serie di aspetti ............. 28  

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Tabella 13 – Prospettive andamento economico futuro ................................................ 29  Grafico 21- Distribuzione percentuale delle APS che hanno introdotto aspetti innovativi negli ultimi tre anni ............................................................................................. 29  Grafico 22- Numero APS per tipologia di collaborazione (assente, saltuaria, continuativa) con differenti livelli di PA ............................................................................. 30  Grafico 23 – Numero APS per tipologia di collaborazione (assente, saltuaria, continuativa) con vari soggetti ......................................................................................... 31  Grafico 24 – Numero APS per importanza attribuita al loro rapporto con vari soggetti ............................................................................................................................................... 31  Tabella 14 - APS per categoria di soggetti con cui ritengono strategico portare avanti collaborazioni ........................................................................................................... 32  Tabella 15 – Associazioni di volontariato presenti nella lista precensuaria .................. 33  Tabella 16 – Numero associazioni di volontariato per cadenza monitoraggio e/o valutazione delle attività .................................................................................................... 34  Grafico 25 – Distribuzione percentuale media delle fonti di finanziamento ................ 35  Tabella 17 – Valori medi per voce bilancio d’esercizio anni 2009, 2010, 2011, 2012 ... 36  Grafico 26 – Distribuzione percentuale delle associazioni che destinano avanzo di gestione ad altri soggetti .................................................................................................... 36  Grafico 27 – Valutazione delle organizzazioni rispetto ad una serie di aspetti ............ 37  Tabella 18 – Numero Onlus per andamento economico futuro dell’organizzazione . 37  Grafico 28 - Tipo di rapporto di collaborazione associazioni di volontariato con vari livelli di PA ............................................................................................................................. 38  Grafico 29 – Tipo di rapporto associazioni di volontariato con altri soggetti ............... 39  Grafico 30 – Numero OdV per importanza collaborazione con vari soggetti ............. 39  Grafico 31 – Numero OdV per tipologia soggetti con cui ritengono strategico collaborare in futuro ............................................................................................................ 40  Tabella 19 - Numero Onlus che condividono spazi di lavoro o servizi ........................... 40