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Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Ufficio Scolastico per la Lombardia I siti UNESCO in Lombardia Progetto di alternanza scuola-lavoro a.s. 2017-2018 Percorso di formazione storico-culturale, antropologico e ambientale Mantova e Sabbioneta Milano-Brescia 22-23 novembre 2017

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Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

REPV BBLICA ITALI ANA

Ufficio Scolastico per la Lombardia

I siti UNESCO in LombardiaProgetto di alternanza scuola-lavoro a.s. 2017-2018Percorso di formazione storico-culturale, antropologico e ambientale

Mantova e Sabbioneta

Milano-Brescia22-23 novembre 2017

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MANTOVA E SABBIONETA

Due città, un solo sito

Ufficio Mantova e Sabbioneta

Patrimonio Mondiale UNESCO

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DICHIARAZIONE DI

VALORE

Mantova e Sabbioneta offrono una testimonianza eccezionale delle realizzazioni

urbane, architettoniche e artistiche del Rinascimento, collegate tra loro attraverso le idee e le ambizioni della famiglia regnante, i

Gonzaga. Esse rappresentano le due principali forme urbanistiche del Rinascimento: la città di nuova fondazione e la trasformazione di una

città esistente.

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Mantovala trasformazione di una città

esistente

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Mantova in una foto da satellite così come appare oggi, ma non è sempre stata così!

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La parte più antica della città è il

nucleo di formazione etrusco-romano

che corrisponde all’incirca all’area

circostante Piazza Sordello.

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Alcune tracce degli antichi

abitanti della città di

Mantova, di chi fossero e

di come vivessero, si

possono trovare al Museo

Archeologico di Mantova in

Piazza Castello.

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E nei resti dei raffinati pavimenti a mosaico di epoca romana ritrovati in Piazza

Sordello.

Possiamo capire che molti anni fa questa non era una piazza, ma uno spazio abitato

con Domus, ricche case urbane delle famiglie patrizie dell’antica Roma.

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1° CERCHIA

1 Porta di Guglielmo (ora porta San Giorgio)

2 Porta di San Pietro3 Porta di San Damiano4 Porta del Vescovado

(o Porta sant’Agnese)

2° CERCHIA

5 Porta dei Mulini6 Porta Nuova7 Porta Leona8 Porta dei Monticelli9 Porta degli Arlotti

3° CERCHIA

10 Porta Belfiore o Porta Pradella

11 Porta Pusterla12 Porta Cerese

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PRIMA CERCHIA

Una prima cerchia di mura fu eretta in epoca

imprecisata, probabilmente intorno all’anno

Mille, a seguito ad un processo di rinascita

delle città legato all’inurbamento. Le mura

erano protette da fossati (fossatum bovum e

fossatum porcorum). L’accesso in città

avveniva attraverso quattro porte: la Porta di

San Pietro, la Porta di San Damiano (o della

Trinità), la Porta di Guglielmo e la Porta del

Vescovado.

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La stratificazione nel tempo della città di

Mantova è già visibile dall’architettura del

Duomo: Il campanile è

romanico

Il fianco destro conserva la facciata in stile

gotico lombardo progettata dai fratelli dalle

Masegne nel 1401.

Nel 1545 l’interno del Duomo fu

ristrutturato su progetto di Giulio

Romano.

La facciata è stata realizzata tra il

1756 e il 1761 dal romano Nicolò

Baschiera, ingegnere dell'esercito

austriaco.

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La stratificazione è ancora più evidente

se osserviamo la cronologia degli edifici

che si affacciano alla piazza:

Palazzo Ducale è la

residenza della

famiglia Gonzaga dal

1328 al 1707, quando

l'ultimo duca

Ferdinando Carlo è

costretto all'esilio. Il

governo austriaco

modifica alcuni

ambienti del palazzo

per renderli luoghi di

rappresentanza.

Ca’ degli Uberti

conserva al suo

interno affreschi

del Quattrocento

e del

Cinquecento.

Palazzo Bianchi,

realizzato tra il 1756 e

il 1786 dai marchesi

Bianchi.

Dal 1823 è il palazzo

vescovile.

Palazzo Bonacolsi fu

edificato alla fine del

XIII secolo da

Pinamonte, che ne

fece la dimora della

sua potente famiglia.

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Le mura della prima cerchia

vennero progressivamente a

perdere di ruolo difensivo e nel

tempo furono distrutte o

inglobate in altri edifici. Nel

corso del XVI secolo, infine, il

fossato fu interrato dando

origine ad assi stradali ancora

oggi esistenti (via Accademia e

via Cavour).

Il voltone di San Pietro

corrisponde alla porta

d’accesso alla prima

cerchia muraria;

l’aspetto attuale si deve

però all’intervento

dell’architetto Bertani

nel 1574.

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SECONDA CERCHIA

Dal 1190, grazie agli interventi per la

regolamentazione delle acque dell’ingegnere

Alberto Pitentino, alla fortuna della città

comunale e ad un notevole incremento

demografico, la città si espande fino al Rio,

lungo il quale si aprirono nuove porte che

collegavano la città con il nuovo suburbio. Le

mura, oltre a svolgere una funzione

difensiva, identificavano lo spazio del potere

comunale.

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L’ affresco della prima metà del Quattrocento casualmente scoperto durante i lavori di restauro del ristorante-pizzeria La Masseria in piazza Broletto, mostra un’immagine ben riconoscibile di

Mantova, con i ponti sui laghi e le porte delle città.

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Il quadro rappresenta il duello del 1328 in cui Luigi Gonzaga fece uccidere Rinaldo, detto Passerino, Bonacolsi insieme ai suoi seguaci e prese il potere in città.

L’artista ha dipinto la piazza con l’aspetto che aveva alla fine del Quattrocento, fornendoci un’immagine molto precisa di com’era l’odierna Piazza Sordello.

1494- Domenico Morone, La cacciata dei Bonacolsi

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Dal 1328 al 1707 Mantova fu governata dalla Signoria dei Gonzaga.

In questi anni di grande splendore, alla corte mantovana operarono

importanti artisti come Pisanello, Leon Battista Alberti, Luca Fancelli, Andrea

Mantegna, Giulio Romano, Giovan Battista Bertani.

Agli occhi del visitatore la città esterna si mostrava completamente circondata

dall’acqua, fortificata e ricca di torri e cupole; all’interno vi erano grandi

palazzi e case con le facciate dipinte.

LA SIGNORIA DEI GONZAGA

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L’ampliamento della città comprende anche l’insula cornu (l’attualequartiere di San Leonardo), che viene inserita all’interno delle mura, el’area che arriva fino al Rio. Lungo la nuova cinta muraria si aprono quattronuove porte: Porta Leona, Porta del Monticello, Porta dell’Ospedale e PortaNuova.

Questa immagine ci mostracome doveva apparire PortaLeona.

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Dal X-XI secolo le attività

commerciali cominciano

ad accentrarsi nella zona

di Piazza Erbe, la piazza

del mercato. Sulla piazza

si affacciano infatti le

tipiche case-bottega.

Nell’ambito

dell’operazione di

rinnovamento della città

voluto da Ludovico II

Gonzaga, la piazza

venne fornita della torre

con l’orologio

astronomico-astrologico,

punto di riferimento

importante per tutti i

mercanti.

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La casa del

mercante Boniforte

da Concorezzo

La famiglia, d’origine

milanese, si stabilì a

Mantova col benestare

del marchese Ludovico

che vedeva di buon

occhio l’insediarsi nella

sua città di mercanti

forestieri.

L’edificio, che era al

tempo stesso bottega al

piano inferiore e

abitazione al piano

superiore, fu costruita dal

1455 rispettando le

precise volontà del

mercante.

Boniforte fece costruire

una prestigiosa bottega

specializzata nel

commercio di tessuti. Al

suo interno si potevano

trovare le stoffe, le lane e

le tele più raffinate

importate da Venezia.

Alcuni esempi di casa-bottega:

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La Casa Dipinta di piazza Marconi

Secondo il parere di chi ha lavorato ai restauri, la

facciata del palazzo potrebbe essere stata

affrescata da Andrea Mantegna. La decorazione

della facciata faceva certamente parte di un

programma voluto da Francesco II Gonzaga: si

trattava di opere pittoriche realizzate dal Mantegna

e dalla sua scuola, che puntavano a paragonare le

qualità personali del Principe con le virtù di grandi

personaggi del passato. Attualmente, questa che è

l'unica casa con la facciata interamente dipinta che

si può ammirare in una città che nella metà del '500

era interamente affrescata.

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TERZA CERCHIA

All’inizio del XV secolo, Francesco I Gonzaga decretò

il definitivo ampliamento della città, includendo

ufficialmente anche tutta l’area del suburbio a sud del

Rio. La città occupa così tutta l’area insulare con la

conseguente definitiva configurazione dei limiti della

terza cerchia di mura, completata nel corso del XVI

secolo. Nel corso del XVI secolo Francesco II e il figlio

Federico II Gonzaga promuovono una ristrutturazione

generale del sistema fortificato cittadino attraverso la

ricostruzione e il potenziamento della cinta esistente.

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Il Concilio di Mantova venne convocato da papa Pio II che entrò a Mantova il 27 maggio con

un lungo corteo fino al luogo dell'assemblea che assomigliò ad una processione. Il Concilio si

aprì il 1 giugno Ludovico II Gonzaga ospitò i rappresentanti dei vari sovrani fino a settembre

dello stesso anno.

Ludovico II Gonzaga chiama Leon Battista Alberti a Mantova, per realizzare progetti di

abbellimento della cittàin occasione del Concilio, attuando la Renovatio Urbis.

Tra i progetti di

risistemazione

urbana troviamo

l’edificazione di

Sant’Andrea,

collocata in

posizione centrale

rispetto allo

sviluppo cittadino,

la ripavimentazione

delle piazze e la

creazione della

Torre dell’Orologio.

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Basilica di Sant’Andrea

Venne eretta su commissione dei Gonzaga insostituzione di una chiesa preesistente di cuiresta solo il campanile.

L'Alberti creò il suo progetto più capace piùeterno più degno più lieto ispirandosi al modellodel tempio etrusco ripreso da Vitruvio.

La chiesa a croce latina, iniziata nel 1472, è anavata unica coperta a botte con lacunari, concappelle laterali a base rettangolare. Il tema èripreso dall'arco trionfale classico.

La grande volta della navata e quelle deltransetto e degli atri d'ingresso si ispiravano amodelli romani.

La facciata è inscrivibile in un quadrato e tutte lemisure della navata, sia in pianta che in alzato,si conformano ad un preciso modulo metrico.

La tribuna e la cupola, comunque previstadall’Alberti, vennero completate nei secolisuccessivi, secondo un disegno diversodall’originale.

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Secondo la tradizione il soldato romano

Longino, che trafìsse con la propria lancia

il costato di Cristo, raccolse e trasportò la

terra imbevuta del sangue del Salvatore

nel luogo ove ora sorge la città di

Mantova.

Longino muore martire della fede nel 37

d.C. Al fine di preservare la sacra reliquia,

la stessa viene sotterrata in un'urna e per

lunghi secoli non se ne ha più notizia.

Nell'804 avviene il primo ritrovamento

dell'urna contenente la reliquia autenticata

da papa Leone III. A seguito dell’invasione

degli Ungari nel 923, la reliquia viene

nuovamente interrata perdendone le

tracce per alcuni anni.

Nel 1048, alla presenza di Beatrice di

Canossa, avviene il secondo ritrovamento

della reliquia e delle ossa di S. Longino.

L’evento spinge all'ampliamento della

chiesa originaria di Sant'Andrea ed alla

costruzione della cripta sul luogo della

seconda "inventio". Della chiesa non

rimane alcuna traccia, così come della

cripta, completamente rifatta alla fine del

sec. XVI.

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La Basilica di Sant’Andrea si

trova su quella che è stata

chiamata La via del Principe, un

itinerario che congiunge l’area di

Palazzo Ducale, la monumentale

reggia gonzaghesca, all’area di

Palazzo Te, quella più

intimamente collegata alla

famiglia Gonzaga.

La facciata di questo edificio si

rispecchia in quella del Tempio

di San Sebastiano, progettato

per diventare sacrario privato dei

Gonzaga. L’asse viario era

funzionale all’esaltazione della

famiglia regnante e a collegare i

luoghi pubblici della città a quelli

privati gonzagheschi.

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Il Tempio di San

Sebastiano

Progettato da Leon

Battista Albertinel 1460

e terminato da Luca

Fancelli. L'edificio ha

pianta centrale a croce

greca e si sviluppa su

due livelli. Il restauro

della prima metà del

Novecento ha aggiunto

le scalinate laterali,

scalinata di accesso era

unica sul lato sinistro, e

le cinque aperture in

facciata. L’edificio

richiama direttamente la

classicità fino a

somigliare più ad un

tempio pagano che ad

una chiesa.

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Palazzo di San

Sebastiano

Porta Pusterla e le

mura della terza

cerchia

La fossa magistrale

1945

OGGI

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Porta Pusterla e le

mura della terza

cerchia

La fossa

magistrale

Palazzo di San

Sebastiano

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Con l’annessione al Regno d’Italia e la

graduale perdita del ruolo strategico-

militare della città, le antiche e

moderne fortificazioni vengono

dismesse e demolite. Restano

presenti solo le porzioni murarie verso

i laghi, esaurita, infatti, la loro

funzione militare divennero importanti

elementi per la difesa della città dalle

inondazioni dei laghi.

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Perimetro e zona buffer: Mantova

All’interno del perimetro riconosciuto come sito dal Centro del Patrimonio

Mondiale è presente l’area della città rinascimentale esclusa al zona bombardata

e distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale.

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Dopo la caduta dei Gonzaga, a Mantova si susseguirono alcune dominazioni straniere:

• 1707/1797 1° DOMINAZIONE AUSTRIACA • Maria Teresa d’Austria dal 1740 al 1780

• Giuseppe II d’Asburgo dal 1780 al 1797

• 1797/1814 DOMINAZIONE FRANCESE (Napoleone I)

creazione di Piazza Virgiliana (1797-1801)

• 1814/1866 2° DOMINAZIONE AUSTRIACA

• 1866 ANNESSIONE AL REGNO D’ITALIA( 5 anni più tardi dell’unità d’Italia avvenuta nel 1861)

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1865- fortificazioni della città di Mantova

Dopo il 1848, sotto il

comando degli Austraci,

le fortificazioni di Verona,

Peschiera, Legnago e

Mantova cominciarono

ad essere viste non più

solo come punti estremi

di due linee difensive,

ma come vertici di

un’area all’interno della

quale le armate

austriache potessero

riorganizzarsi in tutta

sicurezza. Nasce così

l’idea del Quadrilatero,

una regione fortificata

con vantaggi strategici

difensivi uniti ad sistema

di fortezze in

collegamento tra loro.

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Il profilo di Mantova mostra perfettamente la stratificazione delle epoche diverse

in cui la città è stata abitata, sottolineandone la caratteristica di città trasformata

nel tempo.

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Sabbioneta città di nuova fondazione

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La creazione di Sabbioneta si deve a

Vespasiano Gonzaga che la progettò

interamente.

Vespasiano nacque da Luigi

Rodomonte e da Isabella Colonna a

Fondi, nel 1561.

Dopo la prematura morte del padre e

le seconde nozze della madre con

Carlo di Launay, principe di Sulmona,

fu cresciuto dalla zia Giulia Gonzaga,

e dal cardinale Ercole.

Seguendo l'usanza del tempo

d'inviare i rampolli delle famiglie nobili

presso le corti europee allo scopo di

perfezionare la loro educazione e

come atto di sudditanza alla corona,

Giulia colse l'occasione di mandare

Vespasiano a Madrid, alla corte di

Carlo V d’Asburgo, dove Vespasiano

venne scelto come paggio d'onore al

servizio dell'infante, il futuro re di

Spagna, Filippo II.

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Giulia segue l’educazione di

Vespasiano, si impegna a

difendere le sue terre in

Lombardia, vorrebbe indirizzarne

anche la carriera, ma il giovane

di testa sua si schiera con gli

spagnoli e ottiene il titolo di duca

di Traetto e principe di

Sabbioneta. Giulia ne è fiera. Gli

lascerà tutti i suoi beni in eredità.

Tiziano – Ritratto di Giulia

Gonzaga

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Filippo fu accompagnato da Vespasiano, nel ruolo di

paggio, nel viaggio in Europa del 1549. In questa

occasione la corte viene accolta nella reggia

gonzaghesca di Mantova. Questo dipinto ci mostra

l’arrivo di Filippo in piazza Castello con il suo seguito;

tra di loro riconosciamo Vespasiano ragazzino.

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Nel 1550 Vespasiano tornò in Italia e prese possesso dei propri beni ed iniziò ad

abitare a Sabbioneta dove, a partire dal 1554, avviò quella grandiosa opera di

rinnovamento urbanistico che lo avrebbe impegnato per tutta la vita.

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Nel 1568, dopo la morte della moglie Anna d’Aragona, si trasferì

nuovamente in Spagna dove nel frattempo era salito al trono Filippo.

Questo soggiorno si prolungò dieci anni.

Filippo II era a quel

tempo impegnato

nella realizzazione di

fortezze che

potessero

proteggere i suoi

ampi possedimenti.

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Nel 1568 Vespasiano e l’ingegnere Giovanni Battista Antonelli compirono un

viaggio di perlustrazione lungo la costa e verso il confine col Regno di Francia

per comprendere quali e quanti interventi dovevano essere realizzati sulle

opere di fortificazione.

Il primo intervento

che compì

Vespasiano e la sua

carica politica sono

ricordati da una

lapide posta sopra la

Porta Principale della

Cittadella di

Pamplona:

AÑO 1571 SIENDO BISORREY Y CAPITAN GENERAL EN NAVARRA Y LA PROVINCIA

VESPASIANO GONZAGA COLONNA, DUQUE, MARQUES Y CONTE

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Le fortificazioni in epoca moderna

cambiano il loro aspetto per poter meglio

resistere ai colpi inferti dalle armi da

fuoco.

Dopo il XIV sec. i cannoni erano in grado

di sparare colpi con traiettoria tesa e

utilizzavano proiettili di metallo, capaci di

demolire le mura alte e cave.

La soluzione per la difesa comportò un

aumento dello spessore delle mura, che

diventano basse e supportate da

terrapieni, in grado di assorbire la forza

dei colpi. Anche la forma dei bastioni

cambia da circolare a punta, per facilitare

la possibilità di colpire, anche a spari

incrociati, e per eliminare i punti ciechi.

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I bastioni delle mura di Sabbioneta hanno infatti la forma punta di freccia e

l’orecchione, la rientranza che permette di aumentare l’area di tiro e di

colpire gli eventuali nemici che si fossero avvicinati.

Bastioni a punta di frecciaOrecchioni

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Le mura sono dotate di fossati e

hanno basi scarpate.

L’interno delle mura non è cavo ma

presenta un terrapieno per attutire

i colpi dell’artiglieria.

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Vespasiano progetta Sabbioneta con un impianto viario ortogonale, che la divide in

36 isolati quadrangolari regolari. L’assetto urbanistico di Sabbioneta nasce dallo

studio dei trattati di urbanistica e ingegneria militare del XV secolo con la

consulenza di esperti nell’ingegneria militare e civile.

Progettata secondo l’antico

impianto dei castra

(accampamenti) romani, presenta

un asse viario principale che

collega in direzione est-ovest le

due porte d'accesso alla città e

che viene spezzato in prossimità

delle porte.

L’intento di Vespasiano era di

manipolare visivamente lo spazio

per disorientare un eventuale

nemico, in caso di attacco, e per

far apparire la città più grande di

quanto veramente fosse.

Le due piazze della città, Piazza

d’Armi e Piazza Ducale, sorgono

in posizione decentrata.

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Piazza d’Armi raccoglie gli edifici della sfera privata di Vespasiano: il Castello,

antica piazzaforte oggi perduta; la Galleria degli Antichi, che conservava trofei di

caccia e marmi antichi e Palazzo Giardino, il palazzo signorile, la villa che in

questo caso resta ascritta al contesto urbano.

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Ecco Piazza d’Armi come appariva fino alla fin del Settecento. Si vedono la

Galleria degli Antichi a destra e la colonna con la Minerva ancora nella posizione

originale. Da notare è la presenza del Castello, ereditato dal nonno di Vespasiano

di cui sono rimasti solo i due torrioni inseriti nelle mura cittadine.

Il castello venne abbattuto dai francesi nel 1794.

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Palazzo Giardino

Galleria degli Antichi

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Nel 1587 Vespasiano contatta l'architetto vicentino Vincenzo Scamozzi, che

l'anno seguente giunse a Sabbioneta con il progetto del teatro di corte.

L'edificio costituisce il primo esempio di teatro dell'epoca moderna edificato dal

nulla e non vincolato nelle struttura ad edifici preesistenti.

Il teatro era fornito di una scena fissa urbana, come si vede nell’immagine.

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All’interno e

all’esterno del

Teatro sono

moltissimi i

riferimenti alla

romanità: le

statue degli dei

olimpici intorno

alla cavea, le finte

architetture, le

finte statue di

imperatori romani

e la forma stessa

dello spazio

teatrale con la

cavea

semicircolare.

In facciata leggiamo l'iscrizione latina "ROMA QVANTA FVIT IPSA RVINA

DOCET“, quanto fu grande Roma lo dicono le sue rovine, che sottolinea quanto

Roma fosse modello per tutta la città di Vespasiano.

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Dalla parte opposta si trova Piazza Ducale, su cui si affacciano i portici delle case-

botteghe, la Chiesa dell’Assunta e sul fondo Palazzo Ducale. La piazza è il cuore

politico, economico e religioso della città, il luogo pubblico per eccellenza da

contrapporre a Piazza d’Armi.

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Piazza Ducale come appariva più di un secolo fa..

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Nella statua che era posta al

centro di Piazza Ducale,

Vespasiano si racconta:

Poggia i piedi sulla

sabbia… da cui nasce

SABBIONETA.

Ha i pantaloni alla

spagnola, infatti ha

vissuto per molti anni

alla corte di Filippo II

di Spagna.

Indossa armatura e

calzari alla romana;

anche lo scranno

dove siede ricorda i

troni da viaggio

romani e persino la

posizione ricalca

quella dei grandi

imperatori… Roma

è proprio la sua

fonte d’ispirazione!

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Sabbioneta ha

conservato

pressoché invariata

la sua struttura dalla

sua fondazione fino

ai giorni nostri. Le

modifiche più

significative sono:

L’abbattimento di alcuni tratti di mura.

L’abbattimento del castello.

Lo spostamento della colonna con la statua di Minerva.

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Perimetro e zona buffer: SabbionetaAll’interno del perimetro riconosciuto come sito dal Centro del Patrimonio

Mondiale ritroviamo tutta la città murata.

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Il profilo di Sabbioneta risulta omogeneo, infatti la città è stata realizzata

nell’arco di una quarantina d’anni e non ha subito significativi interventi di

ricostruzione.

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