Luoghi Comuni _ Giugno 2014 _ [EXT ED]

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LA CITTÀ CHE CI APPARTIENE QUANDO LA CONDIVISIONE PORTA CON SÉ L'IDENTITÀ DI UN'INTERA COMUNITÀ Anno I- Giugno 2014 - n° 2 - Registrazione Tribunale di Perugia n° 844/2014 Foto di David Montiel LUOGHI COMUNI NUMERO 2 - GIUGNO 2014 - OFFICINA SMeC - DISTRIBUZIONE GRATUITA IL MAGAZINE CHE RACCONTA LA PERUGIA VISTA DAL BASSO EXTENDED EDITION

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Versione estesa del Magazine che racconta la Perugia vista dal basso.

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LA CITTÀ CHE CI APPARTIENEQUANDO LA CONDIVISIONE PORTA CON SÉL'IDENTITÀ DI UN'INTERA COMUNITÀ

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LUOGHI COMUNINUMERO 2 - GIUGNO 2014 - OFFICINA SMeC - DISTRIBUZIONE GRATUITA

IL MAGAZINE CHE RACCONTA L A PERUGIA VISTA DAL BASSO

EXTENDEDEDITION

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With the financial support of thePrevention of and Fight againstCrime Programme EuropeanCommission Directorate-GeneralHome Affairs

LUOGHI COMUNI Anno 1 - Giugno 2014 - n° 2Reg. Tribunale di Perugia n° 844/2014

EditorE:Borgorete Soc. Coop. Soc

dirEttorE rEsponsabilE:Giovanni Dozzini

rEdazionE E Contributi:David Montiel, Agostino Cefalo, Ivana Finoc-chiaro, Costanza Mencaroni, Giulio Lucchesi, Fabrizio Ricci, Francesca Chiappalone, Valen-tina Baldoni Fornari

Foto:David Montiel, Arianna Tei, Attilio Brancaccio, Giancarlo Pastonchi, Francesca Boccabella, Agostino Cefalo, Makeda Doyal, Giulio Lucchesi, Amina Manssouri, Henrik Doole, Ivana Finoc-chiaro, Le Riciclamiche, Steve Halliday

progEtto graFiCo E impaginazionE:SMeC - Social Multimedia e-Communication

ComuniCazionE EvEnti:SMeC - Social Multimedia e-Communication

indirizzo rEdazionE:Urban Center - Scale di Sant'Ercolano 5, Perugia

orari: Lunedì 18.00 - 20.00 Venerdì 14.30 - 18.00 [email protected]

SMeC è una Agenzia di Comunicazione Sociale, che sostiene la valorizzazione delle azioni po-sitive che vengono create in Città. L’obiettivo è quello di dare un supporto di comunicazione gratuito con le proprie professionalità al lavoro dei singoli e dei gruppi organizzati, per sostene-re il valore delle relazioni.

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Succede a Perugia - David Montiel

Ponte in Corso - Giulio Lucchesi

Terra Libera - Fabrizio Ricci

Dal Piombo all'oro con Alchemika - Ivana Finocchiaro

Strani eventiIl calendario degli eventi di GiugnoL'obiettivo sociale - agostino cefalo

La cultura del coraggio - Agostino cefalo

Perchè no? - valentina baldoni fornari

I mondi animati del coniglio - francesca chiappalone

Una babele dietro l'angolo - ivana finocchiaro

Un portiere per rivivere porta pesa - david montiel

La galleria d'Arte dei Piccoli - costanza mencaroni

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4 - LA CITTà CHE CI APPARTIENE

succedea perugia Quando si costruiscono insieme le stradedella socialità, un futuro positivo prende il sopravvento su un passato dalla storia difficile.

Editoriale di David MontielFoto di Attilio Brancaccio

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6 - EDITORIALE

Si sono accese le luci nel cinema mentre si spengevano in strada. Manuela ci ha guida-to all'esterno della sala accompagnandoci in una scenografia inaspettata. Nel buio, ogniangolo appariva nascosto; all'improvviso spuntava uno sguardo, una recita, uno slan-cio. Cinquanta persone ferme cercavano di capire cosa era vero e cosa era rappresenta-zione. Un velo viola percorreva la scena e la performance ci riportava a un tempo in cui le parole rimbombavano nell'attesa di un bom-bardamento. La strada era buia e il tempo di-ventava viola.

Nelle vieattori epassanti, ragazzi,bimbieanziani in attesa del primo momento, del primo pubblico. Dall'ombra dei vicoli na-scosti spuntarono i fascisti, sei corde e un cantastorie,lafiammiferaiaeilviolino;ilpo-stino, un circo, il fotografo con il cliente e il “burdel”, i bambini che giocavano, il rifugio, un funerale e un trio - tromba, contrabbasso e chitarra. Tutti ballavano nelle scale men-tre coinvolgevano i passanti per accompa-gnarli all'ultima scena.

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8 - EDITORIALE

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10 - EDITORIALE

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Limitarsi a riportare ciò che è accaduto nella rap-presentazione del Tempo delle Viole non è altro che mostrare un piccolo elemento di un enorme lavoro. Perché si trattava del punto di inizio di Alchemika, il festival di teatro di strada e cirque nouveau che Fiorivano Le Viole ha proposto a Pe-rugia all'inizio di maggio. Ma questa rappresen-tazione va persino oltre le aspettative di ciò che luoghi Comuni vuole fare raccontando quello che succede a Perugia.

Perché “Le Viole” sono state capaci di dimostrare che le persone che vivono il quartiere (e non solo i residenti) possono restituire alla città una par-te della sua storia, una storia in costruzione che non si ferma mai. Una storia che nasce dal basso, dove i cittadini attivi, prendendosi cura del colle-gamento tra passato e presente, spingono parte-cipanti, passanti e curiosi a proiettarsi insieme nel futuro.

Dietro le quinte abbiamo trovato perugini e immigrati, profughi e disoccupati, artigiani e commercianti, tutti consapevoli del loro senso di appartenenza a questo posto. Tutti insieme al lavoro per restituire un certo tipo di vivibilità condivisa e “dare ossigeno”, come dice la signo-ra Cinzia, non soltanto a una via o a un quartie-re, ma alla città intera, a una Perugia che a vol-te sembra avere perso la propria identità, e che ora la può riscoprire anche e soprattutto grazie all’agire comune dei suoi abitanti.

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12 - LA CITTà CHE CI APPARTIENE

PONTEIN CORSOMusica, laboratori, sport. Una giornatadi festa con le associazioni di PonteSan Giovanni per rimettere in moto il paese

Articolo di Giulion Lucchesi - Associazione YowFoto di Makeda Doyal

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14 - LA CITTà CHE CI APPARTIENE

Il 2 giugno, il Parco Bellini di Ponte San Giovanni sarà invaso da ragazzi,adulti e bambini in occasione di Ponte in Corso, una giornata di attivitàorganizzate dalle associazioni che operano sul territorio

La manifestazione nasce dalla collaborazione di molte associazioni e gruppi informali che lavorano a Ponte San Giovanni e che gravitano intorno al centro giovani Fuori dalle Scatole, che durante l’anno è sede di attività pomeridiane e laboratori creativi gratuiti per i giovani. Queste associazioni pur non conoscen-dosibenetralorohannoincominciatoariunirsiamarzoperpianificarequalco-sa di diverso, ovvero un evento estivo che potesse riunire le energie e le capacità presenti sul territorio creando un ponte tra le associazioni e il quartiere.

La parola chiave è “sinergia”, e l’obiettivo non è stato solo la riuscita della fe-sta. Ciò che contava era il percorso che ha portato questi gruppi a lavorare insieme e a collaborare per uno scopo comune, superando individualismi e difficoltàinnomedellacooperazione.

Lavorareinsiemenonèsemprefacile:esistonodifferenzediopinioneeperso-nalità, diversi modi di operare e di concepire il lavoro. Ma grazie a innumerevoli riunioni e confronti dove tutti sono uguali, senza cattedra o banchi, dove solo l’esperienza e la buona volontà possono insegnare, il percorso di realizzazione di Ponte in Corso si è rivelato assolutamente armonioso ed educativo.

Lediversitàsonodiventateunaricchezza,ledifferentistorieedesperienzeunlibro di testo da cui imparare e da condividere con tutti, le capacità di uno sono diventate la forza dell’altro in un clima di condivisione ed entusiasmo. Ci sono staticertamenteproblemieostacolicheperòsonostatiaffrontaticomedellesfidecomunisucuisudareall’iniziomapoisorridereinsiemeunavoltarisolte.

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il foto-racconto di PONTE iN CORSO

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L’iniziativa è per tutti ma particolarmente mirata ai giovani, bambini inclusi, a cuiabbiamoildoveredioffrirestimolipositivi,echequelgiornoavrannolapossibilitàditoccareconmanolecapacitàeleattivitàoffertedalleassocia-zioni di Ponte San Giovanni con la speranza di intrattenere piacevolmente e stimolare allo stesso tempo una genuina curiosità nelle nuove generazioni. Ci saranno ballerini, musicisti, dj che durante l’anno si “allenano” all’interno del centrogiovanigrazieailaboratorigratuitioffertidalleassociazioniechefinal-mente potranno avere una giusta vetrina per mostrare il frutto del loro lavoro, stimolando magari altri ragazzi che questo anno saranno spettatori a essere protagonisti nella prossima edizione.

Ci saranno laboratori di attività manuali quali ceramica, lavorazione del legno, riciclo, proprio per dimostrare quanto questi mestieri tradizionali siano così im-portanti oggigiorno per acquisire capacità creative e aiutare a ritrovare l’autosti-ma a chi purtroppo l’ha forse smarrita lungo i grigi marciapiedi urbani. Il parco verrà abbellito da opere create da bambini e ragazzi insieme alle associazioni. Ci sarà dibattito e confronto tra varie realtà associative in un angolo dedicato al dialogo su temi quali la città e la vita nei quartieri, ci saranno banchi con pro-dotti biologici per degustare cibi che vengono lavorati nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente, ci sarà anche l’angolo del baratto che ci insegna che non è solo ildenaroafarricchezza.Cisarannoproiezionidifilm,partitedibasket,skatersche salteranno da un gradino all’altro e tanta gente pronta a divertirsi.

Ponte in Corso non è solo un’iniziativa pubblica ma un esercizio, un percor-so che ha portato le energie a non disperdersi e a unirsi nella celebrazione e nella condivisione del bello, rinnovando nelle associazioni stesse e nel pub-blicolafiduciainun’alternativapossibile.

Ponte in Corso è un inizio di collaborazione tra diversi gruppi, che divente-ranno sempre di più, per creare eventi e manifestazioni o progetti comuni lasciandosi indietro barriere e limiti personali o sociali, e impegnandosi per quello che è meglio per il gruppo e non solo per il singolo.

Il Ponte è in Corso.

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24 - EDITORIALE

terraLIBERADai terreni confiscati a Pietralungaalle attività nelle scuole.I progetti dell'associazionedi don Ciotti in Umbria

Testo di Fabrizio RicciFoto di Francesca Boccabella

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C'è un terreno a Pietralunga, piccolo comune del nord-est dell'Umbria, che apparteneva alla famiglia De Stefano, una delle 'ndrine più poten-ti di Reggio Calabria. Quasi cento ettari di terra, per lo più ricoperti da bosco, ma in parte anche coltivabili, tanto che presto ci cresceranno pa-tate. E a piantarle saranno le ragazze e i ragazzi di Libera, che ormai da oltre un anno, in collaborazione con il Comune di Pietralunga, si pren-donocuradelbene(ilprimo inUmbria)confiscatoalla 'ndranghetaerestituito alla collettività.

Bisogna partire da qui, dall'impegno concreto sui terreni sottratti alle mafie,perraccontareLibera,associazionedinomienumeri,cheancheinUmbriarappresentaormaiunarealtàradicataediffusa,tantodaaverrecentemente “battezzato” il suo decimo presidio, quello formato da ragazzeeragazzidell'ateneodiPerugiaeintitolatoallastudentessafio-rentina, vittima di 'ndrangheta, Rossella Casini. Presidio che si aggiun-ge a quelli territoriali di Perugia (“Antonio Montinaro”), Terni (“Antonino AgostinoeIdaCastelluccio”),Foligno(“CaterinaNencioni”),AltoTevere(“Rocco Gatto”), Marsciano (“Peppino Impastato”), Spoleto (“Angela Fiu-me”), Gubbio (“Rita Atria”), Orvieto (“Angelo Vassallo”) e a quello temati-co della scuola (“Giuseppe Rechichi”).

Ogni presidio ha il nome di una vittima, perché coltivare la memoria è ap-punto uno dei compiti che Libera si è posta (e il 21 marzo, giornata della Memoria, l'associazione ricorda tutte le oltre novecento vittime innocenti dellemafieaoggiconosciute).L'altrocompitoèquellodella“correspon-sabilità” - termine tanto caro a don Luigi Ciotti, fondatore e presidente dell'associazione -, che vuol dire sentirsi responsabili della difesa e della promozione di legalità e giustizia sociale. Un concetto che sul territorio si traduce molto concretamente in un'attività intensa di sensibilizzazione, informazione e formazione, in modo particolare nelle scuole, dove Libera costruisce ogni anno progetti didattici che coinvolgono migliaia di stu-denti in tutta l'Umbria.

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Poi ci sono le tante campagne che l'associazione - che vale la pena ricordare è una rete formata da altre associazioni, oltre che da singoli cittadini - promuove. Tra le più recenti c'è “Riparte il futuro”, campagna rivolta alla politica e alle istituzioni per chiedere trasparenza e impegno nella lotta alla corruzione. Campagna che però, in Umbria, in occa-sione della recente tornata elettorale, ha riscosso scarso successo, tanto che solo dodici candidati sindaco in tutta la regione hanno aderito alle richieste dell'associazione.

Poi c'è “Miseria Ladra”, campagna nazionale contro tutte le formedipovertà,chesi legaadoppiofilocon labatta-glia condotta da Libera contro il gioco d'azzardo patologico (che non è ludopatia, perché non è il gioco a far male, ma l'azzardoappunto)egliinteressienormidellemafieaessocollegati. A Perugia, l'associazione ha costruito una mappa dei bar senza slot e ha cominciato a dar vita ai cosiddetti slot-mob, iniziative conviviali in quegli esercizi che hanno rinunciato a ospitare le terribili macchinette mangiasoldi.

Ma gli attivisti di Libera si sentono soprattutto sentinelle sul territorio. Perché la presenza dellemafie o anche piùsemplicementela“mafiosità”dicerticomportamentinonèpiù da tempo un'esclusiva delle regioni meridionali. Quindi sensibilizzare, denunciare, creare anticorpi sociali e costru-ire competenze comuni sono elementi cardine dell'antima-fiasocialediLibera.

Fabrizio Ricci

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32 - LA CITTà CHE CI APPARTIENE

dal piombo all'orocon alchemika

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Foto

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34 - EDITORIALE

Foto: Arianna Tei

Foto: Arianna Tei

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Foto: Arianna Tei

Un incendio di colori ha invaso via della Viola e via Cartolari dal 9 all’11 maggio scorsi in occasione di Alchemika: piazzette e vicoli si sono trasformati nei luo-ghi deputati di uno spettacolo a cielo aperto ospitando artisti di ogni genere.

Settantadue ore di energia condivisa con cittadini-spettatori e turisti inconsa-pevoli, che hanno potuto riempirsi gli occhi di immagini stranianti.

Di fronte allo sguardo incuriosito dei passanti, l’impossibile diventava possibi-le, in un happening la cui dominante era l’immaginazione alogica: era possibi-le imbattersi in un signore in bombetta rossa che suonava una sega metallica come un basso, o assistere al tango che un tizio in bretelle stava ballando con una donna-scheletro sulle note di Quizás. Era possibile osservare un signore in impermeabile con un’enorme pancia di cartapesta, aperta a mostrarci visce-re, ossa e un cappello con su scritto “Cassa”, o ancora un signore con occhiali da aviatore a cavallo di un cigno gigante. Era possibile incantarsi di fronte alle splendide acrobazie di una ballerina che oscillava nel vuoto, srotolandosi dalla stretta di un drappo rosso, o vedere la via tramutarsi in un foglio di pietra per accogliere ideogrammi di fuoco.

Il termine “alchimia” deriva dall’arabo e la sua etimologia allude alla possibilità di fondere, nonché di creare oro dal piombo, la materia più eccelsa da quella più misera. E se non è Alchimia questa.

Ivana Finocchiaro

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36 - EDITORIALEFoto di Makeda Doyal

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Foto di Makeda Doyal

Foto di Arianna Tei

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Foto di Amina Manssouri

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Foto di Arianna TeiFoto di Amina Manssouri

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40 - LA CITTà CHE CI APPARTIENEFoto di Makeda Doyal

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42 - LA CITTà CHE CI APPARTIENEFoto di Makeda Doyal

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43 Foto di Makeda Doyal

Foto di Makeda Doyal

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Foto di Arianna Tei

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Network for friendly

places

LUOGHI COMUNISocial Multimediae-Communication

Dal 30 Maggio al 10 Luglio 2014

STRANI

Il Ratto della Chitarra - Corso Bersaglieri - Oratorio di Sant'Antonio

Filosofi...amo in Piazza - Via dei Filosofi

Il Ratto della Chitarra - Corso Bersaglieri - Oratorio di Sant'Antonio

Il Ratto della Chitarra - Corso Bersaglieri - Oratorio di Sant'Antonio

A Tutto Volume - Via dei Priori - Piazza Santo Stefano

Chiacchiere in cortile - Corso Cavour - Piazza Giordano Bruno

Moda a Km0 - Porta Pesa - Piazza del Cedro

A tutto Volume - Via dei Priori - Piazza Santo Stefano

Borgo d’Oro Art Fest - Corso Garibaldi

Bio Pic Nic - Piazza Piccinino

Una Noche de Tango - Via dei Priori - Piazza Santo Stefano

A Tutto Volume - Via dei Priori - Piazza Santo Stefano

A Tutto Volume - Via dei Priori - Piazza Santo Stefano

Filosofi...amo in Piazza - Via dei Filosofi

Venerdì30 Maggio

Giovedì5 Giugno

Venerdì6 Giugno

Venerdì13 Giugno

Sabato14 Giugno

Venerdì27 Giugno

ore 21.00

ore18.30

ore21.00

ore21.00

ore 21.00

ore 18.30

Sabato28 Giugno

Giovedì3 Luglio

Sabato5 Luglio

Domenica6 Luglio

Domenica6 Luglio

Martedì8 Luglio

Mercoledì9 Luglio

ore21.00

ore 18.30

ore21.00

ore 10.30

ore17.30

ore18.30

ore18.30

Giovedì10 Luglio

ore18.30

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il calendariodegli eventi di giugnoVenerdì 13 21:00 Strani Eventi. Il Ratto della Chitarra - Corso Bersaglieri - Oratorio di Sant’Antonio. Curiosità, aneddoti, piccole gelosie, colpi di genio dei grandi cantautori Italiani, narrate dal maestro Mirco Bonucci e la sua chitarra.

Sabato 14 18.30 Strani Eventi. A Tutto Volume. Tutti al mare con Melville. Una chiac- chierata sui capolavori dello scrittore, da Moby-Dick (1850) a The Confi- dence - Man (1857) (Dario Rivarossa). Via dei Priori, piazza Santo Stefano.

Domenica 15 9.00 Mercato del Bacio. Mostra Mercato dell’usato e del baratto. Piazza del Bacio, stazione di Fontivegge. Info: www.mercatodelbacio.it

9.30 Il borgo in movimento. Una giornata per animare il borgo. Attività ludi- che e sportive: Tchoukball, Golf in città e altre iniziative per il recupero degli spazi urbani. Ass. Borgo Bello.

Venerdì 20 21.00 Incontri culturali. Donna e littorio. Il fascismo e la condizione femmini- le. A cura dell’ass. Porta S. Susanna Via Tornetta, 7. Info: 3288656218.

Sabato 21 18.00 L'estate di San Giovanni. Solstizio d’estate. San Giovanni tra riti e miti. Falò di San Giovanni. Streghe, Musica, Vino e Porchetta. Corso Bersa- glieri. A cura dell’ass. Rivivi borgo Sant’Antonio.

Domenica 22 9.00 Mercato del Bacio. Mostra Mercato dell’usato e del baratto. Piazza del Bacio, stazione di Fontivegge. Info: www.mercatodelbacio.it 10.00 Infiorata del Borgo. In collaborazione con l’ass. Le infiorate di Spello. Ass. Borgo Bello, Piazza Giordano Bruno. 18.00 L'estate di San Giovanni. San Giovanni tra riti e miti. Falò di San Gio- vanni. Streghe, musica, magia, vino e porchetta. Corso Bersaglieri. A cura dell’ass. Rivivi borgo Sant’Antonio.

Venerdì 27 18.00 Mezzanotte Arcobaleno. Evento di strada e convivialità tra S. Ercolano e S. Pietro. Contro tutte le forme di discriminazione. Arte di strada, Musica, Socialità, Shopping. Corso Cavour e Borgo XX Giugno. Alle ore 21. Strani eventi: Chiacchiere in cortile - Corso Cavour - Piazza Giordano Bruno.

Sabato 28 21.00 Moda a Km0. Porta Pesa - Piazza del Cedro

Domenica 29 9.00 Mercato del Bacio. Mostra Mercato dell’usato e del baratto. Piazza del Bacio, stazione di Fontivegge. Info: www.mercatodelbacio.it Lunedì 30 18.00 Flauto solidale. Progetto degli Amici del Malawi di Perugia per sostenere la costruzione di un dormitorio femminile. Incontri didattici, workshop e seminari. Conservatorio F. Morlacchi, piazza Mariotti, 2.

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48 - LA CITTà CHE CI APPARTIENE

l'obiettivosociale

Giancarlo Pastonchi, fotografo professionista e direttore artistico di Open Space for Arts in via dei Priori, racconta le collaborazioni e le attività legate al suo lavoro

«È un anno e mezzo che sono qui in via dei Priori. Da quando ho preso questo locale, era l’ottobre 2012, ho ospitato esposizioni di artisti e ho organizzato diversi eventi. DuenellospecificoincollaborazioneconilcircoloNoiInsiemediMagione,ilcentrodisalute mentale della Ausl: sono stati esposti i quadri e gli oggetti realizzati dai ragazzi.

Hocollaboratoconlorotenendoancheuncorsodifotografiaesièstrettounbelrap-porto, così appena c'è l'occasione i ragazzi ritornano qui per partecipare agli eventi che organizzo. Li ho incontrati ultimamente proprio in occasione del carnevale, coin-volgendoli in un percorso laboratoriale di costruzione delle maschere in parallelo a quellosvoltosinellaviaerincontrandociperlasfilatadel23febbraio.

Per lavoro mi occupo di ritratti e tendenzialmente di momenti belli, che sia una ceri-moniaopersonechedesideranoesserefotografatedasoleoconipropricari.Nelmiopercorsofotograficolapresenzaumanaèsemprestatafondamentaleetrovosemprepiù interessante l'aspetto documentale della socialità delle persone.

Intervista di Agostino CefaloFoto di Giancarlo Pastonchi

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Parallelamente alla mia attività di fotografo, mi dedico da qualche anno all'insegna-mentodellafotografiaedell'educazioneall'immagine.Questaesperienzasoprattut-to in alcuni contesti è stata per me una conferma di quanto possa esser importante la fotografiaperlepersone,diquanteloropotenzialitàsiarivelatrice.

Dopoappenadieciminutidall’iniziodei corsidi fotografiaodi educazioneall’im-magine qualcosa cambia visibilmente: le stimolazioni date dagli argomenti e dalla curiosità funzionano molto bene, e ravvivano gli animi di chi vi partecipa.

Mi interessa molto creare socialità, che la gente parli, discuta sul perché questa cosa piace o non piace, come può essere migliorata… mi interessa l’educazione all’im-magine. Questi laboratori hanno l’obiettivo di far vedere dei lavori “fatti bene”, anche perché la cultura dell’immagine è molto calata.

Sulprocessodieducazioneall’immaginefotografica,stoportandoavantiunpro-getto con i bambini della Montessori, dieci incontri per due classi di bambini nei quali in collaborazione con le maestre stiamo lavorando per capire come si fotogra-fa e soprattutto insegnando loro a guardare in maniera diversa, più profondamente e con più attenzione.

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(R)ESISTENZA LAVORATIVAvuole offrirvi una mappa umano-geografica

di chi ogni giorno vive e lavora nella via. Una carrellatadi volti e storie dall’inizio alla fine della via.

Il mio andare lungo la via si è trasformato pian pianoin un percorso verso l’umano; questi visi prima sinonimo

soltanto di un’attività diventavano man manoespressione di una vita.

I racconti delle persone che da 50 anni lavorano nella via,

le speranze di chi ha appena aperto mi rendevano più chiaroad ogni scatto il quadro generale che ne sarebbe scaturito.

Un ritratto a colori di fronte alla porta aperta del proprionegozio o laboratorio e un primo piano in bianco e nero

dietro la propria vetrina, l’essere umano che lavorain uno spazio fisico conosciuto e l’anima che traspare

dagli occhi che guardano la via.

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Questo aspetto, la capacità di guardare da diverse prospettive, è stato un argomento importante per un’altra iniziativa sociale, anche questa, come i laboratori per il carne-vale, gratuita. Insieme con l'associazione Il coraggio della paura, che si occupa della violenza sulle donne, abbiamo organizzato un casting per tre loro campagne pubblici-tarie. Sono state in molte a partecipare e già questo è un ottimo risultato di cambio di prospettivariguardoadalcunecose,vistocheèsempredifficiledarelapropriadisponi-bilità per un servizio che parli di violenza.

La parte interessante di questa campagna è che si è provato a fare un ragionamento diverso. Le immagini che si usano solitamente per comunicazioni di questo tipo sono molto d’impatto: volti tumefatti e via discorrendo. Abbiamo invece voluto eliminare tutto questo, ragionando in modo positivo; ragionando, anche dal punto di vista foto-grafico,suchidaquestotunneldisilenziedisoprusièriuscitaauscirefuori.Abbiamoindividuato i volti, e le immagini verranno presentate al pubblico a breve».

Tra qualche giorno la campagna pubblicitaria verrà presentata al pubblico. Per sa-pere di più sulla campagna tenetevi aggiornati attraverso la nostra pagina facebook.com/smecperugia.Nelprossimonumeropubblicheremounarticolosullacampagnapubblicitaria.

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la culturadel CORAGGIOL'associazione Il coraggio della paura racconta le proprie esperienze per portare nella società una cultura più consapevole, in gradodi prevenire i casi di violenza e aiutare chi la subisce

Intervista di Agostino CefaloFoto di Giancarlo Pastonchi

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Nonriusciamoaconcepirelaviolenza.

E l'insegnamento che abbiamo dedotto dalla nostra attività è che il modo migliore per uscire dalla gabbia della violenza è parlarne. È ciò che diciamo a tutti: parlarne, conunamico,conunvicino,conunasorella.Nonèfacile.Spessoparlarediquestiproblemi è una vergogna, per paura del giudizio, anche delle persone care. Però la strada è quella.

Per adempiere il nostro impegno principale, quello contro la violenza sulle donne, puntiamo sull'informazione e sui convegni. Sappiamo che non si tratta di un argo-mento semplice, noi insistiamo a volerne discutere il più possibile coi giovani, cer-candodimodificarelalorovisuale.

Partecipiamo a incontri con le scuole, ma organizziamo anche partite di burraco. Siamo circa cinquanta, i sogni sono tanti, su tutti quello di una casa per le donne

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vittima di violenza. Intanto l'associazione vuole sensibilizzare e informare, e - dove possibile - dare un supporto.

La violenza è un problema culturale. La nostra volontà è partire dalla cultura del fu-turo, e quindi dai ragazzi, toccando in primo luogo argomenti che sono vicini a loro. Siamo riusciti a coinvolgerli in un convegno su bullismo e cyber-bullismo, ad esem-pio, per cominciare ad approcciarsi ai problemi che potrebbero vivere anche nella realtà virtuale, tramite i social network, a partire da Facebook e WhatsApp.

Quandolaviolenzadiventaculturaèdifficilecapirecheinveceèsbagliata.Ilcorag-gio della paura è proprio questo, ci vuole coraggio per reagire, ma se trovi chi ti dà una mano il coraggio diventa più grande.

Per tenersi informati sulle attività dell'associazione si può seguire la pagina Facebo-ok, oppure scrivere all'indirizzo email: [email protected]

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PERCHè NO?Le vostre proposte per migliorare la cittàScriveteci a [email protected]

Foto di Henrik Doole

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Da “Campaccio” a Community Garden

Il Campaccio a Perugia lo conosciamo un po’ tutti, è lo spazio verde sotto via della Cupa. Un brutto nome do-vutoall’usoneitempipassati(cisibuttavanoirifiuti)ealle frequentazioni in tempi moderni, ma nonostante tutto rigoglioso di alberi e verde, pieno di lucciole d’e-state e a pochi passi da Corso Vannucci.

Cosa sono invece i community garden? Esistono da tempoall'esteroe si sonodiffusi apartiredaiPaesianglosassoni. Sono spazi verdi di ogni tipo, coltivati all’internodellecittà; la lorofinalitàprincipale,oltrecheprodurreortaggi,fioriefruttaachilometrizero,è rappresentata dall'inclusione sociale perché a colti-varli sono gli stessi cittadini, organizzati in varie forme, dall’associazione culturale alla piccola cooperativa, dalle classi scolastiche alle organizzazioni di studenti. Io vado al parco della Cupa tre volte al giorno (mat-tina, pomeriggio e sera) con il cane, e ho il sogno di vederlo curato, utilizzato e ben frequentato. Così mi sono documentata su come, in altri posti del mondo, siriqualificanoesiutilizzanoglispaziverdi,special-mente quelli in centro città. Le esperienze sono mol-tissime solo in Italia: dagli Orti Dipinti di Firenze (orti condivisi realizzati nei pressi di un’ex pista di atletica delComune)alprogettoOrtiUrbanidi ItaliaNostra(al quale ha aderito anche il Comune di Perugia, col recupero dei 5mila mq dell’orto-frutteto dell’antico Convento di San Matteo degli Armeni).

Allora, mi sono chiesta, ma non sarebbe bello che an-che il Giardino della Cupa, unico grande spazio verde apochipassidaCorsoVannucci,finalmentenonpiùCampaccio, con l’aiuto delle istituzioni e la parteci-pazione dei cittadini, diventasse un bel posto curato dove socializzare, scambiarsi idee e magari mangiarsi unafragolaappenacolta,raccoglieredeifioriocon-templarelabellezzadiunafiladicavolicappuccio?

Valentina Baldoni Fornari

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i mondi animatidel coniglioLagrandedistribuzionecinematograficacihaabituati,ormaidamoltotem-po, a un certo tipo di animazione: Walt Disney, Pixar, principesse che salva-no mondi incantati, eroi con poteri incredibili e con la giusta dose di comico, così vincenti economicamente e tecnicamente da impedirci la visione di tutto quello che c'è oltre.

Aprire una fessura su tutto il resto del mondo animato è di sicuro il primo sco-po che il RabbitFest – Festival Internazionale di Cinema di Animazione si pone da ormai cinque anni. Portare sul grande schermo le novità di giovani autori pieni di talento, scoprire la quantità di tecniche utilizzate, dall'acquarello al 3D, sorprendersi per la ricchezza dei temi, delle idee, delle storie che possono essere raccontate attraverso l'animazione, un universo che tramite la creati-vità ci mostra la vita in tutte le sue sfumature. Da cinque anni, ai Giardini del Frontone di Perugia, il RabbitFest porta il meglio dell'animazione internazio-nale, raramente distribuita in Italia: dai cortometraggi, piccoli capolavori sele-zionati e premiati in tutto il mondo come Feral, in programma agli Oscar 2014, finoailungometraggi,comeilfilmspagnoloArrugasproiettatoalRabbitFestnel2012ediventatounsuccessocinematograficonel2013.

Quest'anno il coniglio arriva al suo quinto compleanno, un'edizione impor-tante per l'associazione culturale Skunk, un gruppo di persone che dalla sua nascita porta avanti la passione per il cinema e la voglia di promuoverlo in tutte le sue sfaccettature, e che proprio dall'unione di caratteri e competenze diversehacreato ilRabbitFest,crescendopoi insiemeadesso.Ledifficoltàdurantel'organizzazionedelfestival,laricercadeifinanziamenti,lacostruzio-ne di un programma che possa portare novità e arricchimento per il pubblico, sonostateaffrontate,findallaprimaedizione,con l'entusiasmoe lavogliadicrearequalcosachenonsiasololasemplicevisionecinematograficamaanche la possibilità di scoprire orizzonti nuovi, di costruire una rete di legami e opportunità con altri festival e associazioni in tutta Europa. E la risposta del pubblico,findall'inizio,èstatalaprimaepiùimportantespinta,perchésièdimostrata da subito forte, non solo per il numero (oltre 600 persone a serata) ma per l'interesse e la voglia di saperne di più.

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Unicorn Blood

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L'obiettivo è quello di lavorare in maniera continuativa creando eventi e occasioni di scambio, in campo cine-matograficoenonsolo,perstimolarelacreativitàelasuapromozione. Proprio per questo l'associazione Skunk ha creato, con la quinta edizione, una piattaforma di crow-dfunding, un modo per far conoscere al resto del mondo il progetto del RabbitFest e per dare a chi segue il festival, agli amici e agli operatori del settore l’opportunità di so-stenere il festival con diverse modalità.

Per festeggiare gli anni del Coniglio l'associazione ha voluto arricchire la manifestazione in diversi modi: più giorni di proiezione e una giornata dedicata ai bambini, il RabbitKids (mercoledì 11 giugno), con attività e cortome-traggi per il mondo dei più piccoli. Inoltre la seconda edi-zione del concorso internazionale per corti d’animazione avrà due premi, uno assegnato dalla direzione artistica del festival e uno da una giuria tecnica internazionale.

Il16giugnoilRabbitOff,sezionededicataalleavanguar-die digitali e ai video sperimentali, concluderà il Rabbi-tFest con la presentazione del gemellaggio con il Golden Kuker, festival di animazione bulgaro, in occasione del-la quale verranno presentate due selezioni sul meglio dell’animazione bulgara e italiana.

www.rabbitfest.org

Francesca Chiappalone

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Simone massi

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una babeledietro l'angolo

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L’International Tandem all’Alphaville Café

Un rendez-vous fisso, quello del martedìsera all’Alphaville Café, situato nello spazio di un’ex libreria di via Pinturicchio. In questo luogo raccolto e intimo, tra poltrone e diva-ni scompagnati e tavoli di ogni dimensione, durante la serata dell’International Tandem si accolgono cittadini di ogni continente. Lo scopo? Socializzare, chiacchierare con amici e sconosciuti, fra lavoratori e studenti, senza vincoli linguistici e culturali. Un con-fronto aperto e privo di timidezze.

Come racconta Marco Rossetti, il gestore del caffè, la strada dell’Alphaville da qualcheanno è diventata una zona spopolata e “de-serta”, ma da quando si è aperto il locale si è rianimata, trasformandosi nel ricettacolo di una realtà perugina pulsante e multietnica.

«Per chi vive a Perugia – spiega Marco – l’In-ternational Tandem è un modo per approc-ciaredellepersonecheèdifficileconoscerein un contesto sociale “vivo”. Tutti quegli studenti stranieri che si vedono passare per strada, senza quest’iniziativa per un residen-te rimarrebbero una presenza anonima».

Chi si occupa dell’organizzazione della sera-ta è Alessandro Picottini, il quale già da sette anni è impegnato nella promozione di atti-vità che hanno come obiettivo lo scambio fra stranieri e italiani. Da ottobre, ha rielabo-rato questa proposta in una versione mon-dana, usando l’Alphaville come location.

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Alessandro racconta: «Durante il primo di questi incontri, a ottobre, decisi di divi-dere i tavoli per lingua e di realizzare un “tandem standard” (francese-italiano, spa-gnolo-italiano e così via). Fu da subito una cosa impossibile: l’evento ebbe molto successo e c’era troppa gente per attuare una disposizione del genere».

Fu allora che ad Alessandro venne in mente l’idea di stampare delle bandierine stick, da donare ai partecipanti: «Volevo regolarizzare questa cosa, di modo che le persone sapessero subito quale lingua parlasse il loro potenziale interlocutore. Inizialmente ho stampato le bandierine degli idiomi principali, ma presto comin-ciarono ad arrivare le richieste dei ragazzi che volevano distribuissimo la bandiera del loro Paese».

E come reagiscono i perugini a quest’evento? Anche il donca si mescola alla erre moscia dei francesi e alle note taglienti degli orientali? «I primi mesi – dice Ales-sandro - i perugini non venivano quasi per nulla. Da febbraio, invece, anche la loro è diventata una presenza importante. Perugia è una realtà anomala, e l’Alphaville vorrebbe aiutare a riportare la vita dentro le mura della città».

All’Alphaville Café ogni martedì si stampano le bandierine di più di sessanta Pae-sidelmondo.Lostickernonèsoltantounsimboloidentificativo,maèancheungioco: chi viene all’International Tandem e attacca bottone con uno sconosciuto molto spesso usa la “scusa della bandierina”, cercando di far indovinare all’altro di quale Paese sia.

La musica è bassa per favorire le conversazioni, fatte di una miscela di suoni e ac-centidifferenti.Attraversoildialogo,lediversitàsiavvicinanoeallostessotemposi accentuano, nel gesto orgoglioso di appuntarsi sul petto, sulla fronte, sulle mani la bandiera del proprio Paese e, allo stesso tempo, nel desiderio di scoprire una porzione di mondo posta a centinaia di migliaia di chilometri dalla propria.

Ivana Finocchiaro

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UN PORTIEREPER RIVIVERE PORTA PESAArticolo e foto di David Montiel

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Recandomi presso una pizzeria di Porta Pesa, all'improvviso, appare davanti a me unpitbulldalpeloscuro.Rallentofinoafer-marmi, mi rendo conto che l'animale ha uno sguardo tranquillo. Mi fermo tre secondi a sa-lutarlo prima di entrare. Mi siedo nell'intento di mangiare, il pizzaiolo mi chiede se posso lasciare il cane fuori, gli rispondo che l'ani-male non è mio. Senza esito nella ricerca del padrone, il pizzaiolo fa un cenno in strada a qualcuno un po' lontano. Trenta secondi ed entra Constantin. Capellino blu scuro, ma-glietta rossa, pantaloni grigi e volto curioso. Constantin asseconda la richiesta del piz-zaiolo, prende il cane e lo porta via. Seduto altavolo,finendodimangiareuntranciodipizza, sento una voce dietro di me: «Eccolo, il portiere di Porta Pesa».

Esco dalla pizzeria, cammino verso la fermata dell'autobus,proseguofinoall'angolodell'e-dificio dove hanno appeso un cartello dellaStamperia del Borgo, lì si apre una piccola e gradevole isola urbana. Una piccola piazzetta recintatadifiori,pulitaeordinata.Appesoalmuro, c'è un grande cartellone con su scritto “Il portiere di Porta Pesa”. Sotto, seduto su una sedia, proteggendosi dal sole con il cappelli-no blu, mi sorride Constantin.

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Constantin è il Portiere di quartiere, colui che custodisce il bagno pubblico aperto due mesi fa nell'ambito del progetto europeo Sme-city che vede la collaborazione tra il Comune di Perugia, l'associazione Rivivi Borgo Sant'Antonio e la coo-perativa Borgorete nella zona di Porta Pesa.

Attraverso Sme-city, un progetto di respiro urbano, i tre sog-getti hanno cercato di dare una risposta concreta a una piaz-za che altrimenti sarebbe rimasta una delle zone degradate della città. Sme-city ha mosso i suoi primi passi cercando di capire le criticità dell’area e raccogliendo la percezione nega-tiva dei residenti rispetto all'uso che ne veniva fatto. Era un luogo asettico, dimenticato, privo di senso, da cui il più delle volte si poteva sentire lo sgradevole odore proveniente dal sottopasso usato come gabinetto all’aria aperta. In risposta a questo problema sono stati riaperti i bagni pubblici della piazzetta, chiusi ormai da anni; i residenti sono stati coinvol-ti, tramite l'associazione, per individuare una persona che diventasse il Portiere di Porta Pesa e per elaborare un man-sionario che garantisse la cura della piazza.

Constantin continua a sorridermi, lo saluto, mi giro e conti-nuo a camminare verso la scuola. Sento la sua voce dietro di me, alzandosi dalla sedia mi chiede di usare il sottopasso per attraversare la strada. Entro nel sottopasso e - che grande sorpresa! – trovo la Galleria d'Arte dei Piccoli.

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la Galleriad'arte dei piccoliArticolo di Costanza Mencaroni

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Ho impiegato una vitaper imparare a dipingerecome un bambino.

Pablo Picasso

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Chissà cosa avrebbe pensato Pablo Picasso se avesse visto i bambini dipingere a Porta Pesa. Creare insieme quadri a piùmani ammorbidendo gli spazi limitrofi,con le idee che si accavallano veloci, lavorare, armati di colori, su un tema comune: gli animali. L'arte è una chiave, un passe-partout, e come tale questa volta ci apre le porte di un sottopassaggio, quello che silen-ziosamente attraversa via Brunamonti da una parte all'altra. Uno spazio dimenticato che oggi è diventato la Galleria d'Arte dei Piccoli.

Un accesso che collega i bagni pubblici e la scuola ele-mentare, una via sotterranea che ci invita ad abbando-nare la fretta, che ci consente di attraversare, contem-plando, un altro tipo di traffico… quello delle opered'arte che i bambini del Piedibus hanno realizzato nella giornata della solidarietà organizzata dall'associazione Rivivi Borgo Sant'Antonio il 18 Maggio scorso.

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Potremo contemplare le opere per poco tempo perché ogni sei mesi circa si rinnoveranno con l'idea di coinvolgere nel progetto altri bambini. Un progetto che non prevede con-corsi perché l'arte non è competizione, perché vogliamo pensare che sia una scusa per sporcarci le mani - e anche i vestiti -, per esprimerci e per stare insieme. Se alziamo lo sguardo è facile ritrovare l'identità di un quartiere, quello di Sant'Antonio, il santo patrono degli animali che nel nostro murale prende le sembianze di un mago che tira fuori dal cappello tutti tipi di animali usciti dall'immaginazione dei nostri grandi piccoli.

Magari se restiamo ancora un po' possiamo rivedere Costantin che scende le scale per fare i lavori di pulizia quotidiani. Lo vedremo sorridere con un po' di timidezza e lo sentiremo raccontare quanti bimbi sono passati per dareunsignificatoaquestospazio.Unbagno,unapiaz-za con un’aiuola collegati con un sottopasso, lontano dal traffico,pienodicolori,immaginazioneegioia,unluogodi aggregazione aperto a tutti.

Quanto è bella Porta Pesa!

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Gli artigianidel centro storico di Perugiavi invitano a visitareil nuovo sito

www.articity.it

Prenota una visita guidataai laboratori scrivendo a

[email protected]

Visitando il sito o entrando nei laboratori dislocati nel centro storico di Perugia che ade-riscono all’associazione Articity, si ha la percezione immediata che Articity è un brand che certifica l'alta qualità di ogni singolo prodotto e un simbolo di identità sviluppato dagli stessi artigiani che promuovono la nuova cultura dell’artigianalità. Articity si pro-pone di diffondere la sapienza e l’arte del fare realizzando progetti innovativi.

When visiting our website and our workshops one immediately gets the impression that Articity is a brand for high quality products. A strong identity symbol developed by a group of artisans kenn on promoting the new culture of artisanship. Through innovative project, Articity aims at promoting and disseminating the literacy on the "Art of Making".