LUOGHI COMUNI - Ottobre

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LUOGHI COMUNI NUMERO 5 - OTTOBRE 2014 - OFFICINA SMeC - DISTRIBUZIONE GRATUITA IL MAGAZINE CHE RACCONTA LA PERUGIA VISTA DAL BASSO GRADINO DOPO GRADINO PERUGIA RIPRENDE IL SUO RITMO. SIAMO PRONTI A RACCONTARE I PROCESSI DI PARTECIPAZIONE DI UNA CITTÀ CHE SI MUOVE Foto di Rogerio Zgiet - nno I - Ottobre 2014 - n° 5 - Reg. Tribunale di Perugia n° 844/2014

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Perugia, dopo l'estate riprende il suo ritmo. Raccontiamo i processi di Partecipazione di una città che si muove.

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LUOGHI COMUNINUMERO 5 - OTTOBRE 2014 - OFFICINA SMeC - DISTRIBUZIONE GRATUITA

IL MAGAZINE CHE RACCONTA L A PERUGIA VISTA DAL BASSO

GRADINO DOPO GRADINOPERUGIA RIPRENDE IL SUO RITMO. SIAMO PRONTI A RACCONTAREI PROCESSI DI PARTECIPAZIONE DI UNA CITTÀ CHE SI MUOVE

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2 - EDITORIALEriuso bello pp. 26 - 27

Perso Film Festival pp. 4 - 5

postmodernissimo pp. 18 - 19

perugia social photofest pp. 24 - 25

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Gradino dopo gradino. Passo dopo passo. Euro dopo euro. In questo numero di Luoghi Comuni raccontiamo, come d’abitudine, piccole grandi storie che prendono forma poco a poco nella nostra città. Frut-to dell’impegno e delle idee di donne e uomini che si mettono in gioco per rendere migliore la comunità. Teatro, musica, cinema, fotografia, arte, solidarietà, lavori socialmente utili. Perugia non si ferma un minu-to, Perugia, nel mese in cui si decideranno le sorti della candidatura a Capitale europea della Cultura 2019, va avanti, sempre e comunque, e con le proprie forze.

Ma, ecco, c’è un aspetto che lega le vicende approfondite nelle prossi-me pagine. Ossia il denaro, che qui è tutt’altro che vile. Piuttosto, come è giusto che sia in attività che comportano il lavoro di persone in carne e ossa, necessario. Le difficoltà economiche degli enti pubblici, in que-sti anni, hanno costretto il mondo dell’associazionismo e gli operatori culturali a rimboccarsi le maniche e a trovare nuove forme di finanzia-mento. Serve creatività, una creatività applicata alla prosaica faccenda del reperimento fondi. Ebbene, le strade ci sono. Luoghi Comuni di ot-tobre si focalizza, tra le altre cose, su alcuni esempi a cui guardare con grande interesse, e che in qualche modo, chissà, in futuro potranno tornare utili anche a noi.

Da una parte il crowdfunding messo in piedi dai ragazzi del Perugia So-cial Photo Fest e da quelli del PostModernissimo. Dall’altra il fundrai-sing della bottega del Riuso dell’associazione Borgo Bello. Due termini inglesi che si somigliano e che nascondono concetti piuttosto sempli-ci. In entrambi i casi si tratta di racimolare denaro tra simpatizzanti e sostenitori. Il crowdfunding, in poche parole, è una sorta di colletta in cui chi contribuisce si ritrova in qualche maniera a partecipare alla co-struzione del progetto, magari ricevendo in cambio qualcosa di molto concreto, come le magliette o i biglietti di ingresso del PostModernissi-mo. Il fundraising è una raccolta fondi più mediata: tu, per dire, compri un vecchio abito regalato alla bottega da un residente del quartiere, e i tuoi soldi andranno a promuovere iniziative di solidarietà. Ecco, solita-mente questi strumenti funzionano, almeno come motore iniziale. Le attività ingranano più facilmente, e i cittadini si sentono parte di qual-cosa di bello. Un buon modo per crescere insieme.

Giovanni Dozzini

IL DENARONON È VILE

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4 - GRADINO DOPO GRADINO

PERSO film FESTIVALA Perugia il primo festival di cinema socialeUna lezione di realtà

Testo di Lavinia RossiFoto di Rosario Terranova

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Nel panorama italiano mancava un appuntamento simile. Dal 23 al 28 settembre il PerSo (Peru-gia Social Film Festival) ha vissuto il suo anno zero tra le sale di Zenith, Sant’Angelo e Méliès, con una risposta di pubblico più che soddisfacente. Ventidue lungometraggi e undici corti per rac-contare il mondo del sociale nelle sue varie sfaccettature, tutto a ingresso gratuito. Dopo ogni film, spazio al dibattito con gli autori o i protagonisti presenti in sala. Tra gli ospiti anche l’attrice Paola Cortellesi, madrina del festival. Una lezione di realtà, l’incontro con un cinema socialmen-te impegnato che funge da stimolo per nuove riflessioni, senza la presunzione di indicare allo spettatore cosa pensare.

Come spiega Stefano Rulli, direttore artistico del PerSo, noto regista e sceneggiatore nonché presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia (tra le sue sceneggiature ricordiamo in particolare La meglio gioventù, Mio fratello è figlio unico, Romanzo di una strage), il festival è dedicato al documentario sociale di narrazione, un genere che è cresciuto molto negli ultimi anni: «Sono stati scelti i migliori lavori oggi in circolazione in Italia, interessanti anche dal punto di vista dello stile. È dunque un modo per conoscere i nuovi talenti e un’occasione per parla-re di temi sociali, dalla prostituzione all’immigrazione». Centrale il tema della salute mentale: «Abbiamo scelto di portare qui anche film degli anni Settanta – prosegue Rulli - come Matti da slegare e Fortezze vuote (riguardante l’apertura del manicomio perugino), a testimonianza di un dibattito ancora aperto nel mondo della psichiatria sull’integrazione sociale dei malati di men-te. La narrazione sul tema parte proprio da qui, dalla discussione sulla chiusura dei manicomi, dal racconto delle condizioni di vita delle persone che erano state rinchiuse in quelle strutture medievali; oggi si concentra più che altro sul problema del rapporto con la comunità e la ca-pacità per queste persone di rientrare in un contesto di vita “normale”, interrogandosi su come questa integrazione possa essere la migliore possibile».

E il PerSo non è stato solo cinema, ma anche approfondimento tematico. Si sono infatti tenuti due importanti incontri, organizzati in collaborazione con i servizi psichiatrici territoriali: un se-minario sul superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari e un convegno per fare il punto sulla situazione della psichiatria umbra. Il PerSo, promosso da fondazione La città del sole–on-lus, consorzio abn, associazione culturale Fiorivano Le Viole e Cinegatti s.a.s., e basato su una buona dose di giovani volontari, è stato dunque anche un momento d’incontro con le realtà del territorio impegnate nel sociale.

Il legame con la regione traspare poi dalla scelta dei film presentati: «Molti lavori hanno a che fare direttamente con l’Umbria, e non a caso –dice Rulli- È infatti un luogo che ha sempre avuto una particolare attenzione per certe tematiche. Perugia è storicamente impegnata nei temi del-la solidarietà, sulla scia della tradizione capitiniana».

Grandi potenzialità, dunque, con la speranza di crescere sempre di più, come spiega Marco Caso-di, direttore organizzativo: per la prossima edizione verrà indetto un concorso con sei categorie in gara e il presidente della giuria, Mario Balsamo, prevede l’arrivo di circa millecinquecento opere da selezionare. Fuori concorso ci sarà una retrospettiva dedicata ogni anno a un autore diverso. Stavolta è toccato a Daniele Segre, docente alla Scuola Nazionale di Cinema di Roma, autore di “cinema della realtà”; di uno dei suoi lavori, Sbarre (in cui vengono raccolte le testimonianze dei detenuti di Sollicciano), è stata organizzata anche una proiezione nel carcere di Capanne.

Per il futuro l’obiettivo è quello di allargare il ventaglio della proposta, con uno sguardo al pano-rama internazionale. Inoltre sono in serbo collaborazioni importanti, come quella con il Festival Internazionale del Giornalismo e la Rai.

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6 - GRADINO DOPO GRADINO

il cartonantee le sculture celestiL'uomo che da nuova vita ai vecchi cartoni di Perugia

Testo di Ivana FinocchiaroFoto di Attilio Brancaccio

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Il laboratorio dove lavorano il Cartonante (Maurizio Pulvirenti) e la Pupazzara (Mariella Car-bone) si trova a uno degli ultimi numeri di via Cartolari. Lo spazio condiviso da questi due artisti pulsa in ogni dove di una creazione: sulla destra le mensole sono abitate dalle scul-ture e dai disegni di Mariella, mentre sulla sinistra si arrampicano gli oggetti del mondo colorato di Maurizio. Naturale chiedersi se dietro l’epiteto di “cartonante” si nasconda l’idea di un intento profetico dell’arte: «No, è solo un gioco. Certo, con l’arte si svela sempre qual-cosa… Sicuramente c’è molto simbolismo, un po’ di poesia. Ma, alla fine, è semplicemente una cosa che ho dentro».

Maurizio si accomoda su una delle sue sedie, alcune recuperate direttamente dalla strada, altre semplicemente sottoposte a una “seduta di bellezza”: nella maggior parte di queste ci sono basi di cartone dipinto, una è attraversata da una folata di nuvole perpetue. Sulla pare-te cornici tinte di ogni cromia, che inquadrano il nulla e che esistono solo per sé, visi pittati con rubinetti al posto del naso, specchi simili a maschere che riflettono, però, solo il tuo viso attorniato da capelli dipinti e con un arcobaleno per cerchietto. È da circa trent’anni che il Cartonante scolpisce, prima lavorando con la ceramica e poi con il cartone: un materiale che costa pochissimo, spesso nulla, perché si trova ovunque. «Stavo in via Cartolari nell’83 e poi stranamente sono tornato in questa zona. Mariella aveva scoperto che l’associazione di Fio-rivano le Viole permetteva agli artisti di adoperare dei locali o di affittarli a prezzi modici. Noi siamo amici da molti anni, quindi abbiamo deciso di condividere lo stesso spazio».

Maurizio ha aderito al Collettivo Colla, un gruppo di artisti che divide le spese da affrontare e gestisce iniziative in comune. Quest’estate hanno allestito una serie di laboratori artistici per i bambini che partecipavano ai centri estivi: «Un paio di volte la settimana disponeva-mo lungo la via dei banchi di scuola che ci ha fornito l’Università della Terza Età, e aspetta-vamo i bambini per fare delle creazioni insieme. Erano tantissimi, anche una cinquantina per “maestro”. Li abbiamo fatti lavorare con diversi materiali fra cui, ovviamente, il cartone».

La condivisione dell’opera è ricercata da Maurizio anche attraverso le esposizioni “imprevi-ste”: «Le mie mostre sono anche nei luoghi frequentati da tutti, non per forza in quelli istituzio-nalizzati. In diversi bar, ad esempio, hanno lampade e quadri che ho realizzato io negli anni». È l’idea dell’arte inattesa, della bellezza inaspettata. Il motivo del cielo ritorna spessissimo nei lavori dello scultore. Osservandoli si riconosce immediatamente la mano di chi ha realizzato quell’omino di cartone che, dipinto d’azzurro e nuvole bianche, dondola su una finta altale-na, sotto un arco di via della Viola: «Ah, Celestino. Sì, anche quello l’ho fatto io. Non so come faccia a resistere lì, sotto la pioggia e il vento… Una volta si è piegato il busto, poi l’abbiamo sistemato con un cordino e un fil di ferro che lo tiene dritto».

L’associazione ha riqualificato una zona di Perugia che stava appassendo, ma secondo Mauri-zio è possibile rendere via della Viola e via Cartolari ancora più fulgide di colori: «Non sarebbe male se le strade venissero riempite interamente di quadri». Ma cosa aggiungerebbe di nuo-vo, il Cartonante, sui muri della città? Maurizio sembra incerto, poi risponde titubante: «Non so, forse uno specchio». Impossibile non immaginare i passanti che, per caso, guardano il proprio riflesso dentro una cornice di cartone costellata di cuori, ossa e arcobaleni.

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Perugia, mercoledì, ore 11, c’è bel tempo, un invito a passeggiare. Ho sentito dire che via della Viola sta vivendo un periodo di rinascita, è piena di negozietti invitanti. Ci voglio anda-re. Sto guardando una piccola vetrina piena di profumi d’altri tempi. Alla mia sinistra sento dei suoni. Continuano, che cos’è? Faccio pochi passi e mi trovo davanti a una stanza. Vedo un pianoforte verticale e due strumentisti ad arco. Ma questa musica la conosco, è senza dubbio Haydn. Che meraviglia, Papà Haydn! Mi fermo in ascolto. Continuando a suonare, i musicisti mi fanno cenno di accomodarmi. Non mi pare vero, mi siedo subito. Che si può dire di fronte a un capolavoro offerto così su un piatto d’argento? Se è vero che la musica ingentilisce l’animo (ed è vero), quale occasione migliore per goderne?

Approfittando di una pausa mi permetto di fare qualche domanda. «Ma cosa fate? State provando? Chi siete?». La pianista, Christa Bützberger, sorridendo, comincia a raccontare: «È da quasi un anno che proponiamo in questa stanza ogni giovedì un incontro con un capolavoro della musica classica. Convinti che dobbiamo trovare formule alternative al ‘concerto’ nel senso tradizionale, abbiamo scelto quest’ambiente. Qui si può godere ogni settimana di una singola composizione, in varie formazioni: pianoforte, violino o violoncello da soli o in duo o in trio. Raccontiamo in ogni incontro com’è nato il brano, leggiamo dalle lettere, dai diari, e soprattutto incoraggiamo gli ascoltatori a interagire con noi, ponendo domande, chiedendo di riascoltare qualcosa, magari un punto specifico che li ha colpiti, vale a dire a uscire da un atteggiamento passivo verso ciò che ascoltano».

ARS ET LABORAssaggi di musica classica per tutti

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«E come scegliete il repertorio?». «Siamo condizionate dalle specifiche caratteristiche di questa stanza. Pochi sanno che ciò che rende la musica un’esperienza unica è il fatto che la forma definitiva di un brano dipende dal-lo spazio in cui viene eseguito. Il tempo, per nominare l’aspetto più rilevante, dipende dall’acustica dell’am-biente. Ecco la ragione per cui ci senti provare stamat-tina: anche se ormai conosciamo bene questa stanza e questo pianoforte, per ogni brano ci vuole un certo nu-mero di prove per arrivare alla forma definitiva. Del resto sei benvenuto, perché le prove qui sono sempre pub-bliche. È l’occasione migliore per conoscere un pezzo, ‘vederlo nascere’, per poterlo poi vivere ‘tutto d’un fiato’. Qui abbiamo un pianoforte verticale: dunque facciamo Haydn, Mozart, il primo Beethoven e Schubert, dove i li-miti dello strumento sono meno evidenti. Ma abbiamo anche osato qualche Schumann e Chopin».

Magnifico, non vedo l’ora di tornare. «Ma voi insegna-te anche?». Risponde la violinista, Sara Gianfriddo: «Certamente. La nostra scuola si chiama La Bottega di Ars et Labor. Offriamo corsi per principianti, bambini e adulti, corsi per chi sa già suonare uno strumento e corsi indirizzati a professionisti». «E come conciliate concerti e insegnamento?» Héloïse Piolat, la violoncel-lista, s’appassiona: «Questo dualismo non esiste per noi. Abbiamo un mestiere che amiamo: ci piace condi-videre questo tesoro, sia suonando sia insegnando. La straordinaria esperienza di avvicinare in prima perso-na i grandi compositori suonando uno strumento è in-sostituibile. Per noi è un dovere mettere il nostro know how in comune con chiunque ne abbia l’interesse, bambino, adulto, anziano che sia. Suonare un brano di Mozart o Schubert non è un evento, come chiamano oggi i concerti, ma quotidianità privilegiata».

«E per me sarà un privilegio venire a un vostro concer-to! Il prossimo quando sarà?». «In questi giorni suonia-mo a Palazzo Penna, e poi a Todi, a Palazzo del Vigno-la. Qui riprendiamo a novembre con un ciclo dedicato alla produzione del primo Beethoven. Troverai tutte le informazioni, anche per quel che riguarda l’attività didattica, sul nostro sito www.arsetlabor.eu». Bene, penso, che bel regalo. Saluto e mi allontano. Saranno sicuramente concerti affollati.

Testo di Sara GianfriddoFoto di Agostino Cefalo

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la COMPAGNIAdella SposaQuattro Donne, la Torre degli Sciri, il teatro d'appartamento.Nel cuore di Perugia

Foto di Giancarlo Pastonchi

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«Sono Emanuela (Filippelli), un'attrice-performer»; «Io sono Caterina (Fiocchetti), e sono anch'io un'at-trice»; «Anch'io mi chiamo Caterina (Martino), ma non sono un'attrice, sono un’insegnante di Lettere ed una storica dell'arte»; «Per finire ci sono anch'io - ma solo perché in ordine alfabetico vengo per ul-tima. Dimenticavo: sono Cecilia (Ventriglia), e sono una danzatrice performer».

Tutte insieme siamo La Compagnia della Sposa, neonata associazione di quattro giovani donne che lavorano nel mondo del teatro e dell'arte. Galeotto, anzi galeotta fu la Sposa, o meglio via della Sposa: infatti tutte e quattro ci siamo trova-te ad abitare in questa antica strada, a distanza di appena qualche numero civico l’una dall’altra. Prima vicine di casa, poi siamo diventate amiche e infine abbiamo scoperto di essere quattro pro-fessioniste con delle forti affinità umane e artisti-che. Da cittadine di Perugia e del nostro quartiere ci siamo poi aperte al fenomeno dell'associazio-nismo nei borghi e agli accadimenti in città grazie all'associazione Priori.

Poi, un bel giorno, davanti a un tè e a un dolcetto calabro (ci sono due calabresi nella formazione), un altro davanti a un po' di olive ascolane (c'è an-che una marchigiana nella formazione) e un altro ancora davanti a un vinello marscianese (c'è an-che una di Marsciano nella formazione), ci siamo chieste quale contributo potevamo e ci sentiva-mo di dare alla città che ci ospita da anni e che abbiamo scelto per vivere. Abbiamo raccolto pa-reri, progetti e suggestioni, ci siamo confrontate su progetti e aspirazioni, scoprendo che, pur nelle diverse professionalità e personalità di ciascuna, avevamo un orizzonte assolutamente comune.

Anche noi, come Calvino, pensiamo infatti che «di una città non godi le sette o settantasette meravi-glie, ma la risposta che dà a una tua domanda». E così vorremmo che fosse la nostra città, con una risposta per ogni domanda (e con molte doman-de!). È nata così l’associazione culturale La Com-pagnia della Sposa, che si pone come principale obiettivo la creazione di uno spazio urbano reale e ideale che sia una sorta di contenitore per la fru-izione e la produzione artistica nelle sue diverse

forme. In esso troveranno spazio laboratori di te-atro, lettura e fotografia, teatro d’appartamento, produzioni artistiche, racconti animati sulla città e i suoi personaggi, teatro di strada nei luoghi del disagio cittadino e tante altre idee alle quali stia-mo lavorando.

Grazie all’indispensabile sostegno dell’associa-zione Priori e in collaborazione con essa, abbiamo presentato un progetto sperimentale per la Torre degli Sciri, bene di recente restaurato e restituito alla città, proponendo una visita che diventa un viaggio fatto di canti, danze, evocazioni sonore e luminose, e curiosi e interessanti racconti tratti dalla storia, anche meno nota, della città di Peru-gia. Lo scorso 20 settembre, all'interno di Luoghi Invisibili, evento promosso dal Comune di Peru-gia, abbiamo avviato un'anteprima del progetto le cui adesioni sono andate ben oltre le nostre aspettative: due repliche previste e una straordi-naria con più di cento visitatori e molti altri rima-sti fuori. All'indomani di questa prima esperienza è ancora più forte il desiderio di perfezionare que-sto progetto per concluderlo e renderlo un'opera qualitativamente alta. Proprio per questo siamo all'opera per cercare il necessario sostegno per realizzare il nostro obiettivo.

La linea che vorremmo perseguire al momento è proprio questa: creare momenti performativi e culturali al di fuori dei luoghi tradizionalmente deputati a ciò; ci affascina provare a dare voce a tutte quelle storie che noi riceviamo dalla natura stessa e dalla storia dei luoghi che ci circondano, come pietre antiche, giardini segreti, posti nasco-sti che hanno tanto da narrare. Per questo un’al-tra sfida artistica che sperimenteremo a breve è il teatro d'appartamento, già noto in molte altre città: portare l'evento spettacolare nelle mura domestiche abbatte l’ultima distanza, quella tra performer e spettatore.

Siamo tuttavia in continuo divenire; sappiamo che il viaggio è lungo e ignoto ma anche che la sua l'importanza non sta tanto nella meta finale ma nel percorso e nella direzione che intendiamo dargli.

La Compagnia della Sposa

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L’orario di visitaal repartodi NeonatologiaDurante l’orario delle visite il lungo budello di vetro del reparto di Neonatologia è affollato da piccole comunità di nonni, zii, parenti, amici. Tutti hanno più o meno la medesima espressio-ne estatica, le mani congiunte sotto il mento. Ovunque le voci si assottigliano – ho sentito le corde vocali di alcuni omoni stiracchiarsi in impensabili acuti - accavallandosi in una serie di commenti che potrebbero riassumersi in «Quant-è-bello-sto-piccirill» o nella generale riven-dicazione avanzata da ognuno dei presenti (amici inclusi): «Somiglia-tutto-ammé».

Mai avrei immaginato, però, che quelle piccole creature nelle incubatrici potessero essere oggetto di attenzioni anche da parte delle micro-comunità estranee, ma vicine nello spazio ristretto del reparto. Mentre osservo mio nipote, anch’io con sguardo devoto e mani strette, mi si accosta lentamente un'intera ciurma di signore, immerse in una glassa di foulard pro-fumati.

«Ohhh! Ma che belliiino!» recitano sincrone, le dita intrecciate sotto la pappagorgia. «Eh sì, somiglia tutto a lei. No, aspetti, forse più a sua madre. È sua madre quella?»«C’è da dire che lo sguardo è quello di un rubacuori!»

L’estasi mi ottunde i sensi, annuisco distratta a ogni nuova esclamazione, mi lascio sfuggire qualche “grazie” qua e là.

A partire da quel momento anch’io mi sento autorizzata a visitare gli altri gruppi di astanti in adorazione. Riverso loro la mia felicità per la loro felicità, è una cosa che ci passiamo a vicen-da. Davanti ai bambini collegati a una folla di tubi e fasciati in medicazioni, perfino la mano sconosciuta si stringe sulle spalle dell’altro, le parole confortano e gli occhi ringraziano.

E poi viene quel giorno che finalmente accompagni tuo nipote fuori dal reparto, nel primo spazio aperto del mondo che conoscerà. Ogni passante si abbandona alla tentazione di sbirciare nel baby-pullman e riprende a cantare il «Quanto-è-bello-sto-piccirill», finché non arriva un uomo basso, calvo e dagli occhi divaricati (uno alla padella, uno al gatto) che ti con-sola così: «Signorina, anch’io nacqui all’ottavo mese, ed eccomi qui - sorride sbilenco – sano come un pesce!»

E allora sai che la dolcezza abita il mondo.

Ivana Finocchiaro

SOTTO gli OCCHIdi IVANA

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PostModernissimo

IL QUARTIERE DelLE VIOLE

Via

Carto

lari

Via della Viola

Via del Roscetto

Via della Viola

Via Ales

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Via

del C

arm

ine

Via de

lla Mad

onna

LargoPaoloVinti

Piazza S. GiovanniDal Fosso

Piazzadel

Duca

OKO

VintageShow

Pezzidi Mo’

Nuovo Cinema Méliès

Civico 25

Osteriadel Gufo

Free Ride

La Pupazzara e il Cartonante

Fronte di Resistenza Analogica

Forno Lupi

B&B7 b.a.ci.

Bafometto

BracciaRubate

SedeFiorivano le Viole

T

!

Spazi di Fiorivano le VioleAltri spazi, locali, negozi o atelierBottega artistica, atelier Studio fotograficoCeramista Gruppo d’Acquisto Solidale Enoteca, Bar o Pub Ristorante, pizzeria TabaccheriaAbbigliamento

B&B, struttura ricettiva Libreria

Lavori in corso

Pizza&Musica

Giuman

Tacconi

! Ex Loop

!Ex Combo

Timbrificio la Bottega di Simone

RestaurArte

La Fame

La Bottega di Josè

Terrae

Jason

MassiBoccardini

G.A.S.

VineriaFrittole

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PostModernissimo

IL QUARTIERE DelLE VIOLE

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Nuovo Cinema Méliès

Civico 25

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La Pupazzara e il Cartonante

Fronte di Resistenza Analogica

Forno Lupi

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Spazi di Fiorivano le VioleAltri spazi, locali, negozi o atelierBottega artistica, atelier Studio fotograficoCeramista Gruppo d’Acquisto Solidale Enoteca, Bar o Pub Ristorante, pizzeria TabaccheriaAbbigliamento

B&B, struttura ricettiva Libreria

Lavori in corso

Pizza&Musica

Giuman

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Timbrificio la Bottega di Simone

RestaurArte

La Fame

La Bottega di Josè

Terrae

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MassiBoccardini

G.A.S.

VineriaFrittole

A circa due anni dalla nascita dell’associazione, il quartiere che si snoda intorno a via della viola ha trovato un nuovo fervore sociale e culturale, grazie anche all’instancabile lavoro di chi vive il quartiere. Ecco una panoramica di come appare il quartiere oggi.

il quartiere delle viole

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14 - GRADINO DOPO GRADINO

XIV edizione per Altrocioccolato,in scena a Città di Castello dal 10 al 12 ottobre“Il cibo è nudo” è il tema della festa internazionalededicata al cacao equo-solidale

Quattordicesima edizione per Altrocioccolato, la festa internazionale dedicata alla filiera del cacao equo-so-lidale, per il secondo anno ospite a Città di Castello. La kermesse, che andrà in scena dal 10 al 12 ottobre, ha come tema "Il cibo è nudo", scelto con l'intento di “spogliare” il cibo, per mostrarne i lati nascosti. Sco-po della manifestazione è quello di sostenere i va-lori del commercio equo e solidale, favorendo la

conoscenza di un modello di sviluppo alternativo e offrendo ai produttori del Sud del mondo la possi-bilità di presentare i frutti del loro lavoro.

Cuore della manifestazione, organizzata da Umbria Equo-solidale, associazione che riunisce le Botte-ghe del Mondo dell’Umbria e che dal 2005 si occu-pa di diffondere la cultura del commercio equo e di fare rete intorno a questo tema, sarà la mostra mercato, che ospiterà stand di importatori, pro-duttori e artigiani. Tutto all'insegna del cioccolato, naturalmente: quello equo e solidale, biologico e artigianale. In più, una fitta rete di eventi culturali:

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Nella manifestazione troveranno spazio anche diver-se realtà del territorio che promuovono un rapporto etico con il cibo, più sensibile alla dignità del lavoro e al rispetto dell’ambiente. Piazze tematiche saranno dedicate alle realtà dell’associazionismo così come ai contadini e agli artigiani locali che hanno scelto di spo-sare forme di consumo e di produzione responsabile.

Altrocioccolato è inoltre supporter ufficiale di Make Chocolate Fair, campagna europea di sensibilizza-zione rivolta alle imprese del cioccolato affinché adottino pratiche rispettose dei produttori di cacao secondo i criteri del commercio equo e solidale.

dibattiti, seminari, mostre, musica, arte di strada e laboratori per tutti i gusti.

Per i più golosi è prevista la realizzazione di cioccola-to artigianale, grazie a un'idea nata in collaborazione con la cooperativa Quetzal di Modica, già partner di Altrocioccolato nel progetto Fysic (Fair Young Susta-naible Inclusive and Cooperative), che ha coinvolto 24 giovani provenienti da Costa D'Avorio, Togo, Re-pubblica Ceca e Italia con l'intento di sviluppare una filiera solidale per il cacao africano. I frutti di questo incontro hanno portato alle prime due realtà ciocco-latiere a filiera 100% locale dell'Africa occidentale.

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16 - GRADINO DOPO GRADINO

Le date del Piedibus della Salute

Domenica 5 20.45 Camminiamo per Arti e Orti

Martedì 7 20.45 Partenza da piazza Monteluce

Sabato 11 20.45 Giornata nazionale del camminare Partenza da via E. dal Pozzo, n.95, presso il Cla (Centro linguistico di ateneo)

Martedì 14 20.45 Partenza da piazza Monteluce

Martedì 21 20.45 Partenza da piazza Monteluce

Martedì 24 19.00 Piedibus per le matricole

Martedì 28 20.45 Partenza da piazza Monteluce

Per info: [email protected] | Tel: 075 5412444

gli eventi di OTTOBREFA' LA COSA GIUSTA Dal 3 al 5 Ottobre / Umbria Fiere / Oltre 200 Eventi GratuitiSeminari, workshop, incontri, convegni, cooking show e laboratori per tutta la famiglia. Un programma specifico per i più piccoli con laboratori sul riciclo e sul recupero, sulla produzione e sul consumo di energia, postazioni interattive sui diversi aspetti della sostenibilità, favole animate, giochi in legno, kart a pedali, aree gioco, animazione e “mani in pasta” con i laboratori sul cibo buono e sano.

Ingresso in fiera € 3 (gratis fino a 14 anni)

SCACCO MATTO A PIAZZA ANSIDEI4 Ottobre / Piazza Ansidei / Dalle ore 16 alle 24L'evento nasce dalla volontà di dare voce a un intero quartiere. Sfumature, angoli, attività commerciali e persone si uniscono con l'obiettivo di rivalutare un’area del centro di Perugia. Con l'apertura straordi-naria di tutte le attività commerciali e stand eno-gastronomici.Torneo itinerante di scacchi (tutti gli appassionati sono invitati a partecipare, per iscriversi inviare una email all’indirizzo: [email protected]). Per ulteriori informazioni: perugia4ottobre.webnode.it

BOTTEGHE APERTEsabato 18 ottobre / Via della Viola / Dalle ore 15.00Dal pomeriggio lungo il quartiere di via Cartolari e via della Viola gli artisti e artigiani di Fiorivano le Viole presenteranno una serie di piccoli eventi all’interno delle botteghe. Laboratori, mostre e con-certi per promuovere le attività dell’associazione.

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Un'agenzia condivisa on-line, per dare voce a ciò che accade nella nostra città

Perugiaagenda è il sito dove puoi trovare tutti gli eventi della tua città. Un sito per scoprire i con-certi, le serate, gli aperitivi, le proiezioni, gli incontri e tutte le iniziative di Perugia e dintorni, o per promuovere gratuitamente le proprie attività. Musica, cinema, teatro, nightlife, cultura, intratte-nimento, sport, manifestazioni, mostre, organizzati giorno per giorno, in un sito nato per essere semplice e facilmente utilizzabile, anche da smartphone.

Chiunque può contribuire alla vita dell'agenda condivisa di Perugia, caricando in pochissimi clic le informazioni essenziali su un'iniziativa organizzata o di cui si è a conoscenza. Basta visitare il sito www.perugiaagenda.it, premere il pulsante “pubblica evento” e condividere il titolo, l'indirizzo, l'e-ventuale prezzo di ingresso, magari una riga di descrizione e sicuramente una foto e... il gioco è fatto!

corsi gratuiti in cittÀL’attività delle associazioni e dei singoli non si ferma agli eventi, in questa rubrica un elenco dei corsi gratuitiche si svolgono a Perugia.

Fiorivano le Viole e La Casa delle Culture presentano:Lezioni GRATUITE di Lingua Italiana per TUTTI!Italiano base, lettura, scrittura, conversazione,Tutti i martedì e i giovedì dalle 17.30 alle 19Inizio lezioni: martedì, 30 settembre 2014

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La Casa delle CultureVia della Sposa, 1A - Perugia

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18 - GRADINO DOPO GRADINO

Quello di via del Carmine era un cinema speciale, un tempio sacro per gli appassionati. «Dentro il Modernissimo ci sono cresciuto e mi sono ammalato di cinema, poi ho letto il progetto del PostMod e ho deciso di sostenerlo», dice uno dei tanti venuti a sottoscrivere una donazione. Lo spazio nasce come teatro patrizio nel settecento, poi adibito a cinema negli anni Trenta, dal 1978 diventa Modernissimo con la gestione Donati che lascia un segno indelebile nella memoria dei suoi frequentatori. Chiuso da quattordici anni, riapre oggi sotto il nome di PostModernissimo coi calcinacci dei lavori in corso pregni di storie e un progetto d’avanguardia.

A prendere in consegna questa preziosa eredità culturale sono quattro giovani perugini, lavoratori nel campo dell’audiovisivo, coraggiosi soci fondatori dell’Anonima Impresa So-ciale: Giacomo Caldarelli, Ivan Frenguelli, Andrea Mincigrucci, Andrea Frenguelli. Il nome suggerisce il senso dell’operazione: «L’idea è quella di metterci un passo indietro, ci pro-poniamo come trait d’union per riconnettere il tessuto sociale tra il cinema e la città». Il PostModernissimo vuole essere infatti il primo “cinema partecipato” di Perugia: gli spetta-tori sono coinvolti sia nella campagna di sostegno alla riapertura sia nella successiva fase di gestione e programmazione dello spazio.

Il progetto, come spiegano i promotori, è dare vita entro la fine dell’anno a un polo cul-turale complesso, polifunzionale: non solo cinema, dunque, ma anche musica, teatro, videoarte, pittura; cercando di proporre attività durante tutto l’arco della giornata e non solo la sera. Il PostModernissimo vuole essere un luogo di socialità e aggregazione, ripro-gettato per interpretare le esigenze del pubblico in maniera eterogenea, puntando alla qualità dell’offerta, con uno sguardo attento a quello che accade nei luoghi della cultura di altre città europee: Liegi, Strasburgo, Londra.

PoSTMODERNISSIMOUn’operazione di fiducia collettiva

Testo di Lavinia RossiFoto di Giacomo Ficola

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Tre sale indipendenti per un totale di duecen-tocinquanta posti, con tre proposte differenti e diverse possibilità di incastro. La terza sala, precedentemente adibita a magazzino, rappre-senta il fulcro dell’innovazione: saranno messe a disposizione dello spettatore delle media li-brary, trasformando anche l’offerta che viaggia su Internet in un rito sociale. Da una fruizione privata e individuale dei contenuti web a una collettiva e relativamente “autogestita”. Così fa-cendo si responsabilizza lo spettatore che sce-glie cosa proiettare in sala.

Un investimento ingente e un progetto ambizio-so, dunque, che dipende in buona parte dalla ri-sposta della cittadinanza, configurandosi come “un’operazione di fiducia collettiva”: su questa idea si basa la campagna di crowdfunding, con diverse possibilità di donazione da dieci a mil-le euro. Versando cento euro, poi, si può diven-tare soci finanziatori del progetto con diritto a partecipare all’Assemblea degli Spettatori, con-dividendo la responsabilità della gestione della struttura. La reazione è più che positiva: il tem-porary store in via del Carmine è sempre visita-to da sostenitori e curiosi che si stanno affezio-

nando al progetto; il 10 settembre è stato anche organizzato il primo CashMob, una giornata di mobilitazione popolare per sottoscrivere le do-nazioni. Un coinvolgimento forte, segno di un legame emotivo con i vecchi frequentatori del cinema d’essai, ma anche risultato dell’adesio-ne di molti giovanissimi che sentono l’esigenza di uno spazio del genere.

La nascita del PostModernissimo è perciò mol-to di più della riapertura di un cinema, è piut-tosto, come la definisce Ivan, “un’operazione psicogeografica”: una riqualificazione su più livelli, del luogo, del quartiere, della città. In particolare, per quanto riguarda via della Vio-la, i fondatori dell’Anonima intendono avviare una collaborazione proficua con l’associazione Fiorivano le Viole, inserendosi in quel lavoro di promozione culturale che ha radicalmente tra-sformato la zona negli ultimi due anni.

È anche una questione di affetto e di orgoglio nei confronti di Perugia e del centro storico. «È qui che siamo cresciuti, ci siamo formati, qui lavoriamo e qui hanno preso corpo i nostri pro-getti», conclude Giacomo.

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14 febbraio 2014 - ore 10.28cielo terso, aria frizzante

GIARDINIdella cuparellaingresso via delle forze

Un uomo sui quaranta cinque anni si trova lun-go il sentiero tra le mura e gli ulivi; indossa una casacca arancione fluorescente e impugna una pinza dal lungo manico, ha lo sguardo assorto, la schiena curva e pensa (voce off): «questa mat-tina non è stato facile uscire dal letto ma sono solo le dieci e già sono al lavoro. Mi sono preso un impegno, ho una responsabilità verso An-drea, il parco e le altre persone».

personaggio A: francesco personaggio B: signora bianca

Nel 2010 nasceva uno strumento nuovo per rispondere alle richieste di decoro e sicurezza dei cittadini. È stata affidata a tossicodipendenti attivi e operatori socia-li la “bonifica dei territori”. In quattro anni: sono state raccolte 36.863 siringhe; sono stati avvicinati al lavoro trenta tossicodipendenti attivi; è stata modificata la consuetudine di abbandonare siringhe per terra; sono state garantite quasi tre mila ore di presidio e controllo dei parchi cittadini. Questa modalità di intervento unica in Italia è costata ai cittadini meno di sessanta euro al giorno.

www.borgorete.it

Una signora sui settanta cinque anni si trova a varcare il cancelletto di ferro, indossa un cappotto marrone e tiene al guinzaglio un cane di piccola taglia, ha lo sguardo assorto, la schiena curva e pensa (voce off): «questa mattina sono in ritardo, sono le dieci e ancora non ho fatto neanche la spesa. D'altronde do-vevo occuparmi dei nipoti, della vicina, prendere il pane e impostare il pranzo».

L’uomo dalla casacca arancione ha un secchio e lo sta riempiendo con le siringhe ab-bandonate lungo le mura. Alza la testa e vede la signora col cappotto marrone. (voce off)«Temo lo sguardo di quella signora. Sembra tanto serena e per bene. Non vorrei metterle paura, odio quando le persone scappano, mi scostano, mi giudicano».

Sceneggiatura: Max CalesiniStoryboard: David Montiel

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La signora dal cappotto marrone ha un sac-chetto e lo sta riempiendo con gli escremen-ti abbandonati lungo il sentiero. Alza la te-sta e vede l’uomo dalla casacca arancione. (voce off) «Temo lo sguardo di quell’uomo. Sembra tanto impegnato nel suo prezioso lavoro. Non vorrei che mi vedesse mentre raccolgo gli escrementi, odio quando le per-sone mi considerano strana».

L’uomo dal secchio pieno di siringhe si avvici-na alla panchina e si trova a pochi metri dalla sconosciuta. (voce off) «È il mio primo giorno di borsa lavoro e sono spaventato. Negli ultimi due anni sono stato per tutti solo un tossico».La signora dal sacchetto pieno di cacca si avvi-cina alla panchina e si trova a pochi metri dallo sconosciuto. (voce off) «Con tutti i malintenzio-nati che ci sono in giro è una fortuna incappare in un netturbino tanto solerte e coscienzioso».

Il tossico intercetta un timido sorriso scoccato dalla cittadina e ancora più timidamente con-traccambia. (voce off) «È una sensazione bellis-sima sentirsi riconosciuti e utili».La signora si lascia scappare inavvertitamente un sorriso alla volta del guardiano-netturbino. (voce off) «È bello sentirsi sicuri e non giudicati».

Francesco si allontana orgoglioso del suo nuovo lavoro. (voce off) «Quanto coraggio in quella anziana signora. Deve amare tantis-simo la sua terra per raccogliere la cacca di cani sconosciuti affrontando da sola il parco deserto. Chissà quante ne ha passate».La signora Bianca si siede sulla panchina or-gogliosa del suo parco. (voce off) «Quel pove-ro ragazzo starà lavorando sicuramente per un pezzo di pane. Deve avere tanta forza per aver fatto la scelta di un lavoro tanto umile e rischioso. Chissà quante ne ha passate».

Il pensiero di quell’incontro accompagnerà Francesco e Bianca per tutta la giornata.(Testo di chiusura)

«Nell’incontro tra estranei, non si riprende il filo lì dove lo si era lasciato al termine del prece-dente, non c’è alcun aggiornamento sulle pene, le tribolazioni o le gioie vissute nel frattem-po, niente da ricordare o raccontare». Il pensiero di quell’incontro accompagnerà per tutta

la giornata…Una città è un insediamento umano in cui è probabile che individui estranei si incontrino. Ciò significa che tali individui estranei si incontreranno probabilmente nella loro

qualità di estranei e che tali resteranno al termine dei loro incontri casuali…». Zygmunt Bauman Modernità liquida 2002.

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22 - GRADINO DOPO GRADINO

Capita sempre più spesso di ascoltare storie di pensionati italiani che, pur di sfuggire a un desti-no miserabile, si trasferiscono in Romania, Bulga-ria, Estonia, Tunisia, Kenia, Thailandia e altri Paesi del mondo dove, con una pensione da mille euro al mese, possono vivere agiatamente. Negli ultimi anni il numero di italiani all’estero che ricevono la pensione è aumentato del 40%. Si potrebbe dire che tutte queste persone, o molte di loro, hanno trovato una risposta a una domanda di housing so-ciale che qui, in Italia, non è stata accolta.

Housing Sociale: è da almeno dieci anni che in Italia si è affacciata questa terminologia ibrida con la quale si intende rappresentare l’offerta di alloggi e servizi abitativi, a prezzi contenuti, desti-nati ai cittadini con reddito medio e medio basso che non riescono a pagare un affitto o un mutuo sul mercato privato ma, nello stesso tempo, non possono accedere a un alloggio popolare. L’hou-sing sociale, dunque, dovrebbe essere la risposta giusta per tutte quelle persone e/o nuclei familiari che hanno l’ambizione o l’esigenza di raggiungere un benessere abitativo e un livello di integrazione sociale adeguato ai propri bisogni, ma un cittadino

italiano o un immigrato dove possono trovare que-sta offerta? Esiste un’agenzia per l’housing sociale, uno sportello, un ufficio, un luogo o una persona dove le giovani coppie, i single ma anche chi per esigenza di lavoro è costretto a spostarsi spesso, possono rivolgersi? No.

Una famiglia sfrattata, un cassintegrato che non riesce più a pagare l’affitto o il mutuo, un immigra-to in fuga dalla povertà, dalla guerra e dall’orrore dove possono trovare una risposta abitativa? Le persone anziane che vivono in condizioni di cre-scente crisi delle relazioni sociali, che non possono godere della solidarietà familiare e che, spesso, vi-vono in case vecchie e prive di standard di sicurez-za adeguati, come possono organizzarsi per uscire dall’incubo di restare soli, con pochi soldi in tasca al mese e senza una casa perché sfrattati o costret-ti a lasciarla o venderla?

È lungo l’elenco delle persone che cercano rispo-ste di housing sociale; risposte concrete e utili a migliorare la loro condizione di vita. Purtroppo mentre, ormai, dal Comune più piccolo fino alle sedi del Parlamento Europeo si discute di housing

COSTRUIRE L'ABITARELa ediliziaq sociale partecipata arriva anche in Umbria

Testo di Marco GargiuloFoto di David Montiel

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sociale in tutte le salse, l’articolazione delle rispo-ste all’abitare, in Italia, resta sperimentale, non co-ordinata, emergenziale e diseguale.

L’Italia è il paese d’Europa dove si investe meno in politiche di questo genere, appena lo 0,02% del Pil e la risposta alla scarsità di risorse pubbliche, utilizzata in questi ultimi dieci anni, prevede la messa sul mercato di abitazioni a canone mode-rato, finanziate da investimenti pubblico-privati, con nuove modalità di gestione di tipo socio-im-mobiliare dato il fallimento, almeno in larga par-te d’Italia, dell’esperienza di gestione degli ex Istituti autonomi case popolari (oggi AteR, aleR, eRap, ecc.). Tuttavia, anche quest’ultima risposta, mutuata dalle esperienze anglosassoni, non sta avendo l’effetto sperato per motivi, soprattutto di sostenibilità finanziaria.

Per fortuna il mondo dell’economia sociale, che da sempre si confronta con il bisogno abitativo dei cittadini e delle cittadine meno privilegiati, con il coraggio e la follia che gli sono propri ha cercato in questi anni di aprire nuove strade, arrivando a por-tare all’attenzione pubblica progetti ed esperienze innovative di assoluto rilievo.

È quello che sta succedendo, per esempio, nei tan-ti progetti di Edilizia sociale partecipata che si stan-no sviluppando nelle Marche, in Umbria, in Tosca-na e in Emilia Romagna, dove gruppi di cittadini, insieme a imprese sociali, partecipano a processi di costruzione di nuove abitazioni o al recupero del patrimonio abitativo degradato, associando gli interventi abitativi con la riqualificazione del territorio. Processi di qualità non solo edilizi ma, soprattutto, di sviluppo di comunità. Progetti ed esperienze dove la parola co-housing significa con-dividere luoghi e servizi, per risparmiare e vivere meglio, senza perdere il diritto alla propria privacy e alla libertà.

Gocce nel mare, se rapportate a tutte le necessità di cui abbiamo parlato sopra, ma che per un numero sempre maggiore di uomini e donne sono diventa-te e stanno diventando risposte concrete. Oggi, la vera frontiera delle politiche di housing sociale in Italia è rappresentata da tutte quelle iniziative che mettono al centro la biografia delle persone, il loro progetto, la loro storia.

Per più informazioni:www.consorzioabn.it /[email protected]

Due momenti di un cantiere di Autocostruzione a Senigallia: posa dell'ultimo mattone, e over 65 al lavoro.

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Il Perugia Social Photo Fest è il primo festival di foto-grafia terapeutica indetto a livello mondiale. La terza edizione si svolgerà fra il 14 e il 23 novembre nelle sale di Palazzo della Penna, dove avrà luogo una fitta serie di incontri che confermano Perugia come pun-to di intersezione di realtà e esperienze molteplici. È l’associazione LuceGrigia ad aver ideato quest’inizia-tiva e a occuparsi dell’organizzazione delle mostre e delle conferenze, che vedranno il confronto tra artisti, addetti ai lavori, amatori e semplici interessati. Perno del dialogo del festival sono sia la fotografia socia-le, in quanto strumento che scuote le coscienze, che denuncia e innesca la riflessione, sia la fotografia te-rapeutica, che permette, invece, di guarire il soggetto emarginato e sofferente.

Secondo Antonello Turchetti, presidente dell’asso-ciazione, «la fotografia nell’era digitale ha spalancato le proprie potenzialità, ma ha condotto anche a un impoverimento. Bisogna ricostruire il senso dell’im-magine, è necessario che il progetto a monte della produzione artistica ponga delle domande». Il festi-val quest’anno è costruito intorno al concetto psi-co-sociale di “resilienza”, quella capacità dell’uomo di superare situazioni ostiche o eventi destabilizzanti e traumatici attraverso la scoperta di un nuovo oriz-zonte esistenziale. La call for entry lanciata quest’an-no ha riscosso un enorme successo: la commissione è stata costretta a selezionare soltanto quattro vin-citori fra centoventisei progetti, giunti da ogni conti-nente (Australia, Malesia, Sud Africa, Israele, Argenti-na, Canada). Fra i vincitori c'è quello intitolato When the Others Go Away (Quando gli altri vanno via) di Simone Cerio, un fotoreporter che testimonia l’impe-gno dei medici di Emergency nelle aree dell’Afghani-stan tormentate dal conflitto.

Il presidente di LuceGrigia descrive il festival come un “lavoro collettivo di arte sociale”: «Non importa da chi proviene il progetto, se dal negoziante sotto casa o dal fotografo blasonato: io accetto quello che mi fa aprire nuove strade, pure se risulta meno interes-sante dal punto di vista estetico». I protagonisti che

la fotografia che cura

interverranno non provengono soltanto dal contesto internazionale, come Judy Weiser (partner del festi-val e teorica della fotografia terapeutica), ma anche da quello italiano: fra i molti incontri, quelli con Ales-sandra Clemente, assessore alle Politiche Giovanili, Innovazione e Creatività del Comune di Napoli, de-scrivono le iniziative promosse nel difficile territorio napoletano, per attuare una politica d’inclusione so-ciale attraverso il dispiegamento della creatività nel teatro, nel cinema e nella musica.

Quest’anno, inoltre, ci sarà una novità rispetto alle edizioni passate. La fortunata azione di crowdfunding (chiamata “Adotta il festival”) ha aperto le possibilità a un'altra proposta espositiva: gli organizzatori hanno chiesto ai quasi centotrenta sostenitori di tutta Italia – per lo più umbri – che l’anno scorso hanno finanziato il festival, di partecipare a un progetto comune. Chi ha scelto di aderire ha quindi inviato i propri scatti affini al concept della “resilienza”, aggiungendo un commento scritto. «La cosa più bella – aggiunge Antonello – è che al termine dell’esposizione i partecipanti potranno ri-tirare la stampa della propria foto. È un modo per dire che il festival continua al di là della mostra in sé».

L’intensità e la pregnanza delle fotografie esposte l’anno scorso nello splendido spazio del Cerp erano altissime: quegli scatti raccontavano delle storie cru-de, illustravano non solo delle tematiche scomode (come la malattia, il disturbo, la miseria), ma anche dei percorsi di rinascita: «Quello che vogliamo è che i partecipanti escano fuori da quest’esperienza con un bagaglio di domande aperte. Molta gente mi ha detto di essere stata commossa dalla mostra, altri mi hanno confessato di essere ritornati a vederla. Credo che sia perché i lavori esposti colpiscono dei nervi scoperti».

La frase conclusiva del manifesto recita: “Per coltivare l’umanità bisogna essere legati agli altri esseri umani e riconoscerli”. Ed effettivamente il Perugia Social Photo Fest è questo: riconoscere la propria umanità e ricono-scere quella dell’altro.

Ivana Finocchiaro

Aspettando il Festival, i sostenitori del crowdfunding vengono “messi in mostra”

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Un piatto e una tazza della Bialetti dentro una scatolina completamente nuova, troppo grande per quello che contiene; un bicchierino con l’im-magine stampata di una strada di Berlino con i bordi dorati per degustare con classe un buon amaro; una moneta da cinquecento lire diventata un posacenere con due iniziali come supporto; una bomboniera molto chic del secolo scorso; un anello dorato molto vintage. Sono alcuni degli og-getti che una residente di Borgo Bello ha messo a disposizione per la nuo-va Bottega del Riuso che l'omonima associazione del quartiere ha aperto il 4 settembre scorso.

«Bisogna lavorare sul messaggio», dice Orfeo Ambrosi, presidente dell'as-sociazione. «Questa non è un’attività commerciale, fare business è lontano dalle nostre intenzioni. Noi facciamo raccolta fondi per delle attività di ca-rattere periodico. Da oggi al 6 gennaio raccogliamo soldi per organizzare degli incontri di arteterapia per i malati di Alzheimer e per gli anziani sogget-ti a demenza senile ricoverati nella residenza di Fontenuovo».

Abiti, scarpe, libri, giochi per bambini e tante altre cose sono a disposizio-ne di tutti in questo piccolo spazio preso in carico dall'associazione Borgo Bello, uno spazio di cui si occupano tante volontarie, e che è stato allestito a carico loro con materiale dismesso da un negozio del borgo chiuso da poco tempo. Perché «bisogna educare le persone al riuso, a non buttare cose a volte così belle come queste che puoi vedere qui. Donando questi oggetti si contribuisce a raccogliere dei fondi per una causa specifica, di solidarietà, in questo caso verso persone anziane malate».

Mentre parliamo appoggiati al bancone della bottega, entrano un paio di si-gnore che guardano curiose. Orfeo le accoglie con un bel sorriso e con la sua caratteristica voce profonda, poi continua a spiegare che «è anche un’attivi-tà che funziona come presidio della via, perché questa è una zona un po' a rischio. Le signore aprono tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì e il sabato mattina. Io e Guido, un residente molto attivo con la associazione veniamo a chiudere la sera, siamo come due guardie del corpo delle signore».

La bottega si trova in via Fiorenzuola, quella stradina nascosta, ma non poco transitata, in cui i residenti hanno sviluppato il progetto CaRo Vi-colo. Ancora oggi le piante vengono curate dai residenti, piano piano si aprono nuove attività e si lavora a nuove idee, tra cui quella di riempire la via con quadri di artisti interessati a riqualificare un vicolo che cerca di avere una nuova fioritura. Dal Borgo Bello invitiamo chi vuole a ve-nire in bottega con tutto ciò di cui non ha più bisogno, a farsi un giro all'interno e vedere se gli piace qualcosa. Dopodiché può farsi spiegare i progetti che sono a disposizione e donare quanto vuole contribuendo all'avvio di questo fundraising.

David Montiel

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Il nostro progetto nasce per raccontare, promuovere e supportare l’impegno positi-vo di cittadini, organizzazioni, associazioni e comitati, nel vivere gli spazi della Città.Ci sarà ampio spazio per chiunque abbia voglia di condividere le proprie esperien-ze sui luoghi che vive e in cui vive. Lo scopo del free press è offrire una sintesi e uno spazio comunicativo alla Perugia Autogestita e Positiva.

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Contattaci o scrivici una email se vuoi essere presente nel nostro Free Press o se vuoi condividere con coi qualche esperienza: [email protected]

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REDAZIONE SMeC: G. Dozzini, D. Montiel, A. Cefalo, M. Calesini, N. Tassini, Emanuela, P. Pettirossi. COMUNICAZIONE EVENTI: Le Luci della Città Vecchia - Tavolo delle Assni. del Centro Storico. EDIZIONE: SMeC - Social Multimedia e-Communication. FOTO: Arianna Tei, David Montiel, Giancarlo Pastonchi. Progetto Share My European City - Soc. Coop. Soc. Borgorete - via F.lli Cairoli, 24 - 06125 - Perugia. [email protected] | 075 5145126 075 514511. LUOGHI COMUNI lo trovate all'interno delle sede dell'Ur-ban Center, delle Associazioni e dei negozi e locali del centro storico.

With the financial support of the Prevention of and Fight Against Crime Programme.Eu Commission

Via Cairoli, 24 06125 Perugia075.5145126 075.514511

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LUOGHI COMUNINUMERO 2 - GIUGNO 2014 - OFFICINA SMeC - DISTRIBUZIONE GRATUITA

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IL MAGAZINE CHE RACCONTA LA PERUGIA VISTA DAL BASSO

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LUOGHI COMUNI - Il Magazine che Racconta la Perugia Vista dal Basso - Anno I - Ottobre 2014 - n° 5 - Reg. Tribunale di Perugia n° 844/2014

editoRe: Borgorete Soc. Coop. Soc; diRettoRe Responsabile: G. Dozzini; Redazione e ContRibuti: D. Montiel, I. Finocchiaro, L. Rosi, M. Calesini, A. Cefalo, S. Gianfrid-do, La compagnia della Sposa, ass. Fiorivano le Viole, M. Gargiulo; Foto: D. Montiel, A. Cefalo, A. Brancaccio, G. Pastonchi, R. Zgiet, R. Terranova, G. Ficola; pRogetto gRaFiCo e impaginazione: Officina SMeC

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REDAZIONE SMeC: G. Dozzini, D. Montiel, A. Cefalo, M. Calesini, N. Tassini, Emanuela, P. Pettirossi. COMUNICAZIONE EVENTI: Le Luci della Città Vecchia - Tavolo delle Assni. del Centro Storico. EDIZIONE: SMeC - Social Multimedia e-Communication. FOTO: Arianna Tei, David Montiel, Giancarlo Pastonchi. Progetto Share My European City - Soc. Coop. Soc. Borgorete - via F.lli Cairoli, 24 - 06125 - Perugia. [email protected] | 075 5145126 075 514511. LUOGHI COMUNI lo trovate all'interno delle sede dell'Ur-ban Center, delle Associazioni e dei negozi e locali del centro storico.

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IL MAGAZINE CHE RACCONTA LA PERUGIA VISTA DAL BASSO

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SMeC - Perugia SMeC - PgSocial Smec o�icinasmec.it [email protected]

Il nostro progetto, IN TUTTE LE SUE DECLINAZIONI.

REDAZIONE SMeC: G. Dozzini, D. Montiel, A. Cefalo, M. Calesini, N. Tassini, Emanuela, P. Pettirossi. COMUNICAZIONE EVENTI: Le Luci della Città Vecchia - Tavolo delle Assni. del Centro Storico. EDIZIONE: SMeC - Social Multimedia e-Communication. FOTO: Arianna Tei, David Montiel, Giancarlo Pastonchi. Progetto Share My European City - Soc. Coop. Soc. Borgorete - via F.lli Cairoli, 24 - 06125 - Perugia. [email protected] | 075 5145126 075 514511. LUOGHI COMUNI lo trovate all'interno delle sede dell'Ur-ban Center, delle Associazioni e dei negozi e locali del centro storico.

With the financial support of the Prevention of and Fight Against Crime Programme.Eu Commission

Via Cairoli, 24 06125 Perugia075.5145126 075.514511

SMeC è la nostra Agenzia di Comunicazione Sociale, che sostiene la valorizzazione delle azioni positive che vengono create in Città.

L’obiettivo è quello di dare un supporto di comunicazione, con le proprie professiona-lità al lavoro dei singoli e dei gruppi organizzati, per sostenere il valore delle relazioni. Contattaci se hai bisogno delle nostre professionalità, al tuo servizio, così come al servizio di tutto cio che è Sociale!

Nei nostri canali e sul nostro Sito web trovi tutto quello che viviamo e che facciamo, ogni giorno. Sulle nostre pagina Facebook e Twitter raccontiamo quotidianamente le nostre attività in giro per la città e a contatto con le varie realtà con cui collaboriamo. Sul nostro canale Youtube trovi tutti i video e i raccon-ti che realizziamo per associazioni o per i progetti che seguiamo.Per iscriverti alla nostra Newsletter o per comunicare con noi, la nostra E-mail è a tua disposizione!

Nel nostro Free Press trovano spazio tutte le realtà che lavorano per una socialità dal basso e che ogni giorno lavorano per costruire luoghi e spazi condivisi, eventi e momenti di socialità.

Se vuoi partecipare alle riunioni di redazione, aperte a tutti quelli che hanno voglia di saperne di più sul nostro progetto, ecco gli orari sono: lunedì dalle 18 alle 20 e venerdì dalle 15 alle 18.30, presso l’Urban Center di Perugia (scalette di S. Ercolano).

Contattaci o scrivici una email se vuoi essere presente nel nostro Free Press o se vuoi condividere con coi qualche esperienza: luoghicomuni@o�icinasmec.it

Il nostro progetto nasce per raccontare, promuovere e supportare l’impegno positivo di cittadini, organizzazioni, associazioni e comitati, nel vivere gli spazi della Città.

Ci sarà ampio spazio per chiunque abbia voglia di condividere le proprie esperienze sui luoghi che vive e in cui vive.

Lo scopo del free press è o�rire una sintesi e uno spazio comunicativo alla Perugia Autogestita e Positiva.

Social Multimediae-Communication

LA CITTÀ CHE CI APPARTIENEQUANDO LA CONDIVISIONE PORTA CON SÉL'IDENTITÀ DI UN'INTERA COMUNITÀ

LUOGHI COMUNINUMERO 2 - GIUGNO 2014 - OFFICINA SMeC - DISTRIBUZIONE GRATUITA

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Riuso bello

Page 28: LUOGHI COMUNI - Ottobre

28 - GRADINO DOPO GRADINO