Lungarotti vite
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WINE DESIGN WORKSHOP31 . 03 . 2016
EDOARDO VENTURINIPAOLA BARRON ABOITESSARA GALLINA VALENTINA RAFFAELLI
TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
LUNGAROTTI ÈVINO, LAVOROE CREATIVITÀ
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
‘L’ARCIPELAGO’ LUNGAROTTI
1. Cantina Torgiano 2. Balsameria 3. Cantina Montefalco 4. Museo del Vino 5. Osteria del Museo 6. Museo dell’Olivo 7. Fondazione Lungarotti 8. Le Tre Vaselle Resort 9. BellaUve SPA10. ALMA School11. La Spola Shop12. Poggio alle Vigne13. Il Pometo 14. Il Poggiolo
LE ATTIVITA’ DEL GRUPPO LUNGAROTTI
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
‘La vigna, più di tutte le altre coltivazioni, stringe i vincoli che legano gli uomini alla terra.
Ieri, oggi e domani.’
Storia regionale della vite e del vino in Italia. Umbria
USEROBSERVATION
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VITE
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
MOMENTI DEL PERCORSOLA VISITA IN CANTINA A TORGIANO
LO SPAZIO
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VITE
UNO SPAZIO INUTILIZZATO DELLA CANTINA DA DESTINARE AD UNA PARTE IMPORTANTE DEL
PERCORSO DI VISITA E ACCOGLIENZA
UN’OCCASIONE DI POTER RACCONTARE I VALORI MATERIALI E IMMATERIALI CHE LUNGAROTTI
VUOLE TRASFERIRE AI VISITATORI
UN LUOGO DI OSPITALITÀ, DI RACCONTO E DI IMMERSIONE NEI VALORI DELLA CANTINA E DEL
TERRITORIO
Spazio di transizionetra botti di legnoe processo diimbottigliamento
Pianta libera
LO SPAZIO - STATO DI FATTO
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VITE
Spazio di passaggioa diversi livelli
Tiranti rossi
LO STATO DI FATTO
La stanza oggetto di studio è una sala che, nell’intero complesso di fabbrica della cantina Lungarotti, trova la sua collocazione nel cuore dell’impianto vinicolo. Ad essa si giunge percor-rendo una sequenza di ambienti e sale dedite alle diverse funzioni enotecniche (cantine di vinificazi-one, di conservazione e invecchiamento); la stanza, tuttavia, resa attualmente una sorta di tratto di percorso obbligato da attraversare per giungere al reparto di imbottigliamento, è priva di una sua connotazione funzionale e ben riconosci-bile. Infatti, quest’ultima è spesso predisposta a seconda delle esigenze improvvisate e delle opportunità che si presentano: a volte è allestita come una sala per le mostre delle scolaresche, a volte per rappresentazioni culturali locali, ma spesso ritorna ad essere uno spazio di lavoro ove stendere e far passare lunghi tubi che assolvono le lavorazione enologiche della cantina.
Dunque, la stanza, come si può ben capire, è stretta tra due reparti importanti della filiera lavorativa della cantina, così diversi e per funzion-alità e per caratteristiche costruttive-illuminotecniche. La stanza è un ambiente illumi-nato artificialmente, alla quale si accede affrontando una scala ad una rampa di pochi scalini con un dislivello inferiore, rispetto la can-
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VITE
tina di conservazione delle grandi botti, di circa 2 metri; essa è priva di aperture finestrate e la porta d’uscita, proseguendo il percorso verso l’uscita, è disassata rispetto l’asse centrale. La stanza geometricamente è più o meno un quad-rato (forse le differenze tra i lati sono di poco superiori al metro), delle dimensioni stimate di circa 11,00x12,00 metri, ed è dotata di una volta ribassata intervallata da travi prefabbricate che distano ad un interasse di circa 1,80-2 metri. La volta è rivestita da un controsoffitto in pannelli di colore bianco. Ogni trave prefabbricata, alla base del piedritto a circa 2-2,20 dal pavimento, è tesa da un tirante in acciaio e di colore rosso opaco.
Questi ultimi elementi, che ordinano anche lo spazio interno della stanza, riempiono la stanza dividendola in due dimensioni: sotto il tirante (dimensione terrena) e sopra il tirante (dimensione celeste-spirituale).
Il pavimento esistente è in battuto di cemento e di colore rosso, come il resto della pavimentazione degli altri locali.
Sul lato a nord-est della stanza è ricavato per sottrazione un vano che anticipa il locale dell’imbottigliamento.
CONCEPTDEVELOPMENT
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VITE
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VITE
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VITE
ARCIPELAGO = SISTEMA = VITE
IL SISTEMA
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VITE
FAMIGLIA
CANTINATORGIANO
FONDAZIONE LUNGAROTTI
LE TRE VASELLE RESORT
RUBESCO
SPUMANTIMETODO CLASSICO
SAGRANTINO
TORRE DI GIANO
SPA BELLAUVE
RISTORANTE LE MELOGRANE
POGGIO ALLE VIGNE
IL POMETO
IL POGGIOLO
AGRITURISMO
VINO
UMBRIA
CANTINAMONTEFALCO
MUSEO DEL VINO
MUSEO DELL’OLIO
lavoro
tradizioni
innovazione
sostenibilità
ENOTURISMO
GIORGIO LUNGAROTTI
MARIAGRAZIACHIARA
TERESA
LE DONNE DEL VINO
PRODOTTI
MOTORE AZIENDALE
TERRITORIO
CULTURA
OSPITALITÀ
VINO
VALORI
LA FILIERA PRODUTTIVA E CULTURALE
L’U WINEBAR
MONTEFALCO ROSSO
VISIONE
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VITE
RIVALORIZZARE IL ‘SISTEMA’RIPROPOSIZIONE DEI VALORI DELLA FAMIGLIA E DELLE TRADIZIONI CHE CI SONO DIETRO ALLA
PRODUZIONE DEL VINO
RAZIONALIZZARE IL TERRITORIO NATURALEEVIDENZIARE IL RAPPORTO TRA LA TERRA E L'UOMO
RACCONTARE IL PAESAGGIOCREARE UNA NUOVA ESPERIENZA DI IMMERSIONE
NEL TERRITORIO
CASI STUDIO
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VITE
FRAMEWORKPOSIZIONAMENTO CASI STUDIO
Allestimento / Esperienza
SPAZIO CULTURALE / EVENTO
stampa bidimensionale
totem interattivo
audiovisuale
mapping
realtà aumentata
experienza multisensoriale
VISUALDISPLAYS
INTERACTIVETOUCHSCREENS
COLLECTIVEEXPERIENCEMULTIMODAL
pannelli informativi
milestones
virtualetangibile
informativo
emozionale
Les Caves du Louvre
Sensi di vini - Triennale Milano
Padiglione Vino Expo 2015
Film installation
Projected animation
Wine exhibition SFMOMA
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VITE
2004 - SENSI DI VINI MIGLIORE+SERVETTO ARCHITECTS
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VITE
- PUNTI DI STAZIONAMENTO - SPAZI NICCHIE ILLUMINATI- UNIVERSI TEMATICI DA ESPLORARE- PERCORSO: COME UNA VIGNA SUL TERRITORIO
1. VINO/CULTURASENSI DI VINI - TRIENNALE DI MILANO
VISUALDISPLAYS
INTERACTIVETOUCHSCREENS
COLLECTIVEEXPERIENCEMULTIMODAL
virtualetangibile
informativo
emozionale
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VITE
- LA CULTURA DEL VINO MODERNO- IL RUOLO DEL DESIGN NELLA TRASFORMAZIONE DELLA CULTURA CONTEMPORANEA DEL VINO
2010 HOW WINE BECAME MODERN: DESIGN + WINE 1979 TO NOWDILLER SCOFIDIO + RENFRO ARCHITECTS - WINE EXHIBITION SFMOMA
2. VINO/CULTURAHOW WINE BECAME MODERN - SAN FRANCISCO
VISUALDISPLAYS
INTERACTIVETOUCHSCREENS
COLLECTIVEEXPERIENCEMULTIMODAL
virtualetangibile
informativo
emozionale
- MULTISENSORIALITÀ- ESPERIENZA INTERATTIVA E TECNOLOGICA- COLLEGATO ALL’APP ‘THE FRENCH WNE EXPERIENCE’- CREARE IL PROPRIO VINO
LES CAVES DU LOUVRE - HÔTEL DE TRUDON
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VITE
3. VINO/CULTURALES CAVES DU LOUVRE - PARIGI
VISUALDISPLAYS
INTERACTIVETOUCHSCREENS
COLLECTIVEEXPERIENCEMULTIMODAL
virtualetangibile
informativo
emozionale
- MULTISENSORIALITÀ- ESPERIENZA INTERATTIVA E TECNOLOGICA- AFFRESCHI E TABLET, MOSAICI E OLOGRAMMI- VINO, PERSONE E TERRITORIO ITALIANO
2015 - VINO A TASTE OF ITALY
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VITE
4. VINO/CULTURAPADIGLIONE VINO EXPO MILANO 2015 - CONCEPT
VISUALDISPLAYS
INTERACTIVETOUCHSCREENS
COLLECTIVEEXPERIENCEMULTIMODAL
virtualetangibile
informativo
emozionale
- ESPERIENZA SPAZIO / TEMPO- SPAZI TRASCENDENTALI- IMMERSIONE SUL TERRITORIO NATURALE- NARRAZIONI ATEMPORALI
ISAAC JULIEN AUDIO-VISUAL INSTALLATIONS
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VITE
5. ESPERIENZAFILM INSTALLATION - ISAAC JULIEN
VISUALDISPLAYS
INTERACTIVETOUCHSCREENS
COLLECTIVEEXPERIENCEMULTIMODAL
virtualetangibile
informativo
emozionale
- ESPERIENZA SPAZIO / TEMPO- NUOVE MEDIA PER ESPLORARE LO SPAZIO- FUSIONE TRA L’UTENTE E LO SPAZIO- FLUIDITÀ DELLO SPAZIO
JENNIFER STEINKAMP FAÇADES PROJECTIONS
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VITE
6. ESPERIENZAPROJECTED ANIMATION - JENNIFER STEINKAMP
VISUALDISPLAYS
INTERACTIVETOUCHSCREENS
COLLECTIVEEXPERIENCEMULTIMODAL
virtualetangibile
informativo
emozionale
CREARE UNA ESPERIENZA COLLETTIVA- SCENARIO COLLECTIVE EXPERIENCE -
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VITE
- UNA TENDENZA CHE VA OLTRE
IL SENSO DEL LUOGO E
OLTREPASSA IL LIMITE DEL TEMPO
- UN INTERVENTO NEI RAPPORTI
TRA AMBIENTI SOCIALI E NATURALI
E LE FIGURE CHE LI ABITANO
- UNA ESPERIENZA EMOZIONALE
CARATTERIZZATA DALL’IMMERSIONE
ATEMPORALE E MULTISENSORIALE
IL PROGETTO:‘VITE’
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VITE
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Riconosciuta nella famiglia Lungarotti, e in tutto ciò che essa ha sin qui contribuito e realizzato, la parafrasi di una galassia di pianeti satelliti che orbitano attorno a dei valori ben precisi e individ-uati nell’elenco precedente, si fece strada l’idea di rappresentare l’allestimento della stanza oggetto di studio come un vero e proprio arcipelago di valori e di esperienze compiute, collegate da un filo conduttore, un filo rosso, capace di connettere le une con le altre in un ‘continuum’; senza interru-zioni a rappresentare la storia della famiglia e dei valori della tradizione. E fin qui, la soluzione filoso-fica adeguata, ma non ancora idealmente concre-tizzata; rimaneva non risolto quel filo conduttore che avrebbe permesso di connettere i valori della famiglia.
L’unico elemento presente, di cui occorreva farne tesoro, anche perché volenti o nolenti non poteva non entrare a far parte del progetto, era il tirante di acciaio che univa spazialmente e spiritual-mente le due dimensioni della stanza e che tutto d’un tratto apparve la soluzione in grado di eser-citare l’elemento ‘Trait d’union’ dell’intera stanza con le esperienze vissute e costruite dalla famiglia. Il filo conduttore rappresentato dai tiranti d’acciaio, strutturalmente gli elementi che si oppongono alle spinte esterne, diventano ora gli
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VITE
LA FILOSOFIA PROGETTUALE PERSEGUITA
elementi che partecipano alla scenografia dell’allestimento in veste non solo di elementi strutturali e scenografici, ma assurgono anche a funzioni spirituali di collegamento tra le dimen-sioni del cielo e della terra, della volta e del pavi-mento, prima così inermi, esili, quasi invisibili e apparentemente inutilizzati, ed ora così forti, indispensabili ed infine attori protagonisti del palcoscenico.
Tutto ciò si andava a compiere, tutto si disponeva come il genius loci aveva già previsto per il suo futuro utilizzo.
Occorreva ora materializzare quei valori della famiglia, espressi come dei satelliti orbitanti disor-dinati nel cosmo o delle isole di un arcipelago disseminate confusamente nel mare, secondo un disegno che ne concretizzasse in un concerto armonico la forma fisica, mantenendone la lettura sia in condizioni di allestimento che in condizioni di pre-dopo-allestimento, secondo le esigenze della Lungarotti e delle operazioni necessarie per la lavorazione del vino.
La soluzione ha cercato di trovare un intreccio tra la dimensione spaziale della stanza, in essa pre-sente ma celata, unendo spazi vivibili e visibili
secondo diverse prospettive (da sopra la scaletta,al pavimento seminterrato), secondo diverse capacità (abilità e disabilità), secondo diverse dimensioni terrene e spirituali, rispettivamente della terra e del cielo. Pertanto, la soluzione è nata cercando di legare insieme tutte queste presenze per farle conversare. Affinché la stanza fosse letta e usufruita sia durante l’allestimento di una qual-sivoglia manifestazione, sia durante le fasi opera-tive della lavorazione del vino, occorreva interve-nire sulle due dimensioni esistenti della stanza e dunque sia su quello verticale che su quello oriz-zontale.
a) La prima dimensione, quella orizzontaledecidemmo di considerare il pavimento come un grande pannello grafico-descrittivo, a simulare una grande zolla di terreno, di sterminato prato, sul quale riprodurre il disegno stilizzato di un ceppo di VITE a 5 rami, dotandolo di grafici, dis-egni e descrizioni in scala adeguata che illus-trassero le esperienze della famiglia e i valori della stessa, leggibile orizzontalmente da chi-unque allorquando la stanza non fosse allestita con i pannelli verticali (della dimensione verti-cale).
Il ceppo di VITE, realizzato e riprodotto sul pavi-
mento, è dotato di 5 rami che si dipartono per-pendicolarmente dal fusto centrale e si disten-dono lungo l’asse zenitale in coincidenza dei tiranti e qui a formulare i punti di stazionamento a seconda delle esperienze rappresentate e ripor-tate dei 5 valori.
Tale parziale soluzione progettuale è dotata sia di propria leggibilità, cioè di autonomia di gestione, sia di gestione assemblata e condivisa con la dimensione verticale.
b) La seconda dimensione, quella verticalela dimensione verticale nel progetto di allesti-mento della stanza ricopre una parte fondamen-tale nella filosofia perseguita, perché si prefigge lo scopo di collegare e connettere lo spazio della dimensione celeste-spirituale della volta (e quindi del cielo) con lo spazio della dimensione orizzon-tale, cioè quella terrena, coinvolgendo in questo modo tutte le suggestività delle emozioni che una utenza è in grado di provare mentre visita la stanza allestita.
Da ciò si può intuire che tale messa in scena vuole andare a smuovere le emozioni più recondite e intime dell’utente. Come?
CANTINATORGIANO
FONDAZIONE LUNGAROTTI
LE TRE VASELLE RESORT
RUBESCO
SPUMANTIMETODO CLASSICO
SAGRANTINO
TORRE DI GIANO
SPA BELLAUVE
RISTORANTE LE MELOGRANE
POGGIO ALLE VIGNE
IL POMETO
IL POGGIOLO
AGRITURISMO
VINO
UMBRIA
CANTINAMONTEFALCO
MUSEO DEL VINO
MUSEO DELL’OLIO
lavoro
tradizioni
innovazione
sostenibilità
ENOTURISMO
GIORGIO LUNGAROTTI
MARIAGRAZIACHIARA
TERESA
L’U WINEBAR
MONTEFALCO ROSSO
La geometria e la volumetria della stanza, partico-lare perché inedita fra le presenze degli ambienti enotecnici della cantina Lungarotti, offrono rispet-tivamente una pianta quadrata (o quasi) e una volta ribassata (quasi a tutto sesto), riproponendo uno spazio particolarmente esoterico-spirituale nella concezione antica e dunque capace di ricreare, con adeguati rivestimenti, decori, luci ed effetti scenici e scenografici, l’ambiente naturale e incontaminato della pianura di Torgiano.
In sostanza, più semplicemente, lo spazio della stanza, rivestito e allestito con determinati effetti di luce e proiezioni adeguate sulle pareti e sulla volta, si è in grado di riproporre l’ambiente natu-rale di Torgiano di modo che l’utente enoturista si sente immerso nell’ambiente naturale e si sente parte di esso rivivendolo come se fosse in mezzo alla natura umbra.
I pannelli istruttivi, disposti nei punti di staziona-mento della stanza, fungono da tramite e collega-mento tra il cielo e la terra, diffondendo cultura locale umbra.
Riconosciuta nella famiglia Lungarotti, e in tutto ciò che essa ha sin qui contribuito e realizzato, la parafrasi di una galassia di pianeti satelliti che orbitano attorno a dei valori ben precisi e individ-uati nell’elenco precedente, si fece strada l’idea di rappresentare l’allestimento della stanza oggetto di studio come un vero e proprio arcipelago di valori e di esperienze compiute, collegate da un filo conduttore, un filo rosso, capace di connettere le une con le altre in un ‘continuum’; senza interru-zioni a rappresentare la storia della famiglia e dei valori della tradizione. E fin qui, la soluzione filoso-fica adeguata, ma non ancora idealmente concre-tizzata; rimaneva non risolto quel filo conduttore che avrebbe permesso di connettere i valori della famiglia.
L’unico elemento presente, di cui occorreva farne tesoro, anche perché volenti o nolenti non poteva non entrare a far parte del progetto, era il tirante di acciaio che univa spazialmente e spiritual-mente le due dimensioni della stanza e che tutto d’un tratto apparve la soluzione in grado di eser-citare l’elemento ‘Trait d’union’ dell’intera stanza con le esperienze vissute e costruite dalla famiglia. Il filo conduttore rappresentato dai tiranti d’acciaio, strutturalmente gli elementi che si oppongono alle spinte esterne, diventano ora gli
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
LA FILOSOFIA PROGETTUALE PERSEGUITA
elementi che partecipano alla scenografia dell’allestimento in veste non solo di elementi strutturali e scenografici, ma assurgono anche a funzioni spirituali di collegamento tra le dimen-sioni del cielo e della terra, della volta e del pavi-mento, prima così inermi, esili, quasi invisibili e apparentemente inutilizzati, ed ora così forti, indispensabili ed infine attori protagonisti del palcoscenico.
Tutto ciò si andava a compiere, tutto si disponeva come il genius loci aveva già previsto per il suo futuro utilizzo.
Occorreva ora materializzare quei valori della famiglia, espressi come dei satelliti orbitanti disor-dinati nel cosmo o delle isole di un arcipelago disseminate confusamente nel mare, secondo un disegno che ne concretizzasse in un concerto armonico la forma fisica, mantenendone la lettura sia in condizioni di allestimento che in condizioni di pre-dopo-allestimento, secondo le esigenze della Lungarotti e delle operazioni necessarie per la lavorazione del vino.
La soluzione ha cercato di trovare un intreccio tra la dimensione spaziale della stanza, in essa pre-sente ma celata, unendo spazi vivibili e visibili
secondo diverse prospettive (da sopra la scaletta,al pavimento seminterrato), secondo diverse capacità (abilità e disabilità), secondo diverse dimensioni terrene e spirituali, rispettivamente della terra e del cielo. Pertanto, la soluzione è nata cercando di legare insieme tutte queste presenze per farle conversare. Affinché la stanza fosse letta e usufruita sia durante l’allestimento di una qual-sivoglia manifestazione, sia durante le fasi opera-tive della lavorazione del vino, occorreva interve-nire sulle due dimensioni esistenti della stanza e dunque sia su quello verticale che su quello oriz-zontale.
a) La prima dimensione, quella orizzontaledecidemmo di considerare il pavimento come un grande pannello grafico-descrittivo, a simulare una grande zolla di terreno, di sterminato prato, sul quale riprodurre il disegno stilizzato di un ceppo di VITE a 5 rami, dotandolo di grafici, dis-egni e descrizioni in scala adeguata che illus-trassero le esperienze della famiglia e i valori della stessa, leggibile orizzontalmente da chi-unque allorquando la stanza non fosse allestita con i pannelli verticali (della dimensione verti-cale).
Il ceppo di VITE, realizzato e riprodotto sul pavi-
mento, è dotato di 5 rami che si dipartono per-pendicolarmente dal fusto centrale e si disten-dono lungo l’asse zenitale in coincidenza dei tiranti e qui a formulare i punti di stazionamento a seconda delle esperienze rappresentate e ripor-tate dei 5 valori.
Tale parziale soluzione progettuale è dotata sia di propria leggibilità, cioè di autonomia di gestione, sia di gestione assemblata e condivisa con la dimensione verticale.
b) La seconda dimensione, quella verticalela dimensione verticale nel progetto di allesti-mento della stanza ricopre una parte fondamen-tale nella filosofia perseguita, perché si prefigge lo scopo di collegare e connettere lo spazio della dimensione celeste-spirituale della volta (e quindi del cielo) con lo spazio della dimensione orizzon-tale, cioè quella terrena, coinvolgendo in questo modo tutte le suggestività delle emozioni che una utenza è in grado di provare mentre visita la stanza allestita.
Da ciò si può intuire che tale messa in scena vuole andare a smuovere le emozioni più recondite e intime dell’utente. Come?
La geometria e la volumetria della stanza, partico-lare perché inedita fra le presenze degli ambienti enotecnici della cantina Lungarotti, offrono rispet-tivamente una pianta quadrata (o quasi) e una volta ribassata (quasi a tutto sesto), riproponendo uno spazio particolarmente esoterico-spirituale nella concezione antica e dunque capace di ricreare, con adeguati rivestimenti, decori, luci ed effetti scenici e scenografici, l’ambiente naturale e incontaminato della pianura di Torgiano.
In sostanza, più semplicemente, lo spazio della stanza, rivestito e allestito con determinati effetti di luce e proiezioni adeguate sulle pareti e sulla volta, si è in grado di riproporre l’ambiente natu-rale di Torgiano di modo che l’utente enoturista si sente immerso nell’ambiente naturale e si sente parte di esso rivivendolo come se fosse in mezzo alla natura umbra.
I pannelli istruttivi, disposti nei punti di staziona-mento della stanza, fungono da tramite e collega-mento tra il cielo e la terra, diffondendo cultura locale umbra.
Riconosciuta nella famiglia Lungarotti, e in tutto ciò che essa ha sin qui contribuito e realizzato, la parafrasi di una galassia di pianeti satelliti che orbitano attorno a dei valori ben precisi e individ-uati nell’elenco precedente, si fece strada l’idea di rappresentare l’allestimento della stanza oggetto di studio come un vero e proprio arcipelago di valori e di esperienze compiute, collegate da un filo conduttore, un filo rosso, capace di connettere le une con le altre in un ‘continuum’; senza interru-zioni a rappresentare la storia della famiglia e dei valori della tradizione. E fin qui, la soluzione filoso-fica adeguata, ma non ancora idealmente concre-tizzata; rimaneva non risolto quel filo conduttore che avrebbe permesso di connettere i valori della famiglia.
L’unico elemento presente, di cui occorreva farne tesoro, anche perché volenti o nolenti non poteva non entrare a far parte del progetto, era il tirante di acciaio che univa spazialmente e spiritual-mente le due dimensioni della stanza e che tutto d’un tratto apparve la soluzione in grado di eser-citare l’elemento ‘Trait d’union’ dell’intera stanza con le esperienze vissute e costruite dalla famiglia. Il filo conduttore rappresentato dai tiranti d’acciaio, strutturalmente gli elementi che si oppongono alle spinte esterne, diventano ora gli
elementi che partecipano alla scenografia dell’allestimento in veste non solo di elementi strutturali e scenografici, ma assurgono anche a funzioni spirituali di collegamento tra le dimen-sioni del cielo e della terra, della volta e del pavi-mento, prima così inermi, esili, quasi invisibili e apparentemente inutilizzati, ed ora così forti, indispensabili ed infine attori protagonisti del palcoscenico.
Tutto ciò si andava a compiere, tutto si disponeva come il genius loci aveva già previsto per il suo futuro utilizzo.
Occorreva ora materializzare quei valori della famiglia, espressi come dei satelliti orbitanti disor-dinati nel cosmo o delle isole di un arcipelago disseminate confusamente nel mare, secondo un disegno che ne concretizzasse in un concerto armonico la forma fisica, mantenendone la lettura sia in condizioni di allestimento che in condizioni di pre-dopo-allestimento, secondo le esigenze della Lungarotti e delle operazioni necessarie per la lavorazione del vino.
La soluzione ha cercato di trovare un intreccio tra la dimensione spaziale della stanza, in essa pre-sente ma celata, unendo spazi vivibili e visibili
secondo diverse prospettive (da sopra la scaletta,al pavimento seminterrato), secondo diverse capacità (abilità e disabilità), secondo diverse dimensioni terrene e spirituali, rispettivamente della terra e del cielo. Pertanto, la soluzione è nata cercando di legare insieme tutte queste presenze per farle conversare. Affinché la stanza fosse letta e usufruita sia durante l’allestimento di una qual-sivoglia manifestazione, sia durante le fasi opera-tive della lavorazione del vino, occorreva interve-nire sulle due dimensioni esistenti della stanza e dunque sia su quello verticale che su quello oriz-zontale.
a) La prima dimensione, quella orizzontaledecidemmo di considerare il pavimento come un grande pannello grafico-descrittivo, a simulare una grande zolla di terreno, di sterminato prato, sul quale riprodurre il disegno stilizzato di un ceppo di VITE a 5 rami, dotandolo di grafici, dis-egni e descrizioni in scala adeguata che illus-trassero le esperienze della famiglia e i valori della stessa, leggibile orizzontalmente da chi-unque allorquando la stanza non fosse allestita con i pannelli verticali (della dimensione verti-cale).
Il ceppo di VITE, realizzato e riprodotto sul pavi-
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
LA FILOSOFIA PROGETTUALE PERSEGUITA
mento, è dotato di 5 rami che si dipartono per-pendicolarmente dal fusto centrale e si disten-dono lungo l’asse zenitale in coincidenza dei tiranti e qui a formulare i punti di stazionamento a seconda delle esperienze rappresentate e ripor-tate dei 5 valori.
Tale parziale soluzione progettuale è dotata sia di propria leggibilità, cioè di autonomia di gestione, sia di gestione assemblata e condivisa con la dimensione verticale.
b) La seconda dimensione, quella verticalela dimensione verticale nel progetto di allesti-mento della stanza ricopre una parte fondamen-tale nella filosofia perseguita, perché si prefigge lo scopo di collegare e connettere lo spazio della dimensione celeste-spirituale della volta (e quindi del cielo) con lo spazio della dimensione orizzon-tale, cioè quella terrena, coinvolgendo in questo modo tutte le suggestività delle emozioni che una utenza è in grado di provare mentre visita la stanza allestita.
Da ciò si può intuire che tale messa in scena vuole andare a smuovere le emozioni più recondite e intime dell’utente. Come?
La geometria e la volumetria della stanza, partico-lare perché inedita fra le presenze degli ambienti enotecnici della cantina Lungarotti, offrono rispet-tivamente una pianta quadrata (o quasi) e una volta ribassata (quasi a tutto sesto), riproponendo uno spazio particolarmente esoterico-spirituale nella concezione antica e dunque capace di ricreare, con adeguati rivestimenti, decori, luci ed effetti scenici e scenografici, l’ambiente naturale e incontaminato della pianura di Torgiano.
In sostanza, più semplicemente, lo spazio della stanza, rivestito e allestito con determinati effetti di luce e proiezioni adeguate sulle pareti e sulla volta, si è in grado di riproporre l’ambiente natu-rale di Torgiano di modo che l’utente enoturista si sente immerso nell’ambiente naturale e si sente parte di esso rivivendolo come se fosse in mezzo alla natura umbra.
I pannelli istruttivi, disposti nei punti di staziona-mento della stanza, fungono da tramite e collega-mento tra il cielo e la terra, diffondendo cultura locale umbra.
ALLESTIMENTO/ EXPERIENCE
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
LA FILIERA PRODUTTIVA E CULTURALE
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
La sala è dotata di un percorso emozionale e anche informativo, formulato secondo il disegno stilizzato di una pianta di vite a differenti spessori, che si snoda secondo gli interassi dei tiranti delle volte, creando percorsi e punti di stazionamento secondo i seguenti capisaldi principali del mondo e dei protagonisti della famiglia Lungarotti:
IL SISTEMA
I PROTAGONISTILE CANTINEI MUSEIL'OSPITALITÀI PRODOTTI
1
1
2
2
3
3
4
4
5
5
PERCORSI, PANNELLI E TIRANTILA VITE
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
La forma stilizzata della pianta di vite, riprodotta sul pavimento, disegna una figura geometrica che organizza l'intera sala, ordina gli spazi, i camminamenti e scandisce il percorso da seguire secondo un ordine stabilito.
I pannelli sostengono il proprio peso perché fermati alla base mediante il collegamento a terra e alla sommità dai tiranti; questi ultimi, così considerati nel pro-getto, fungono come metafora dei fili di ferro che strutturano e sostengono in tutta la loro lung-hezza il vitigno.
VERSATILITÀLA VITE
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
FOTO RENDERVITE SUL PAVIMENTO
Quando invece la stanza deve essere usufruita per le operazioni enotecniche della cantina, gli allestimenti sono smontabili, e ricomponibili, senza alcuna difficoltà.
La stanza sgombera dei pannelli trova una sua singolare connotazione, poiché il disegnorestituito sul pavimento decora e riempie l'ambiente. La stanza in questo senso, anche pensando un differente allestimento, ha una sua indipendenza d'uso e d'utilizzo.
LA ESPERIENZAIMMERSIONE ATEMPORALE E MULTISENSORIALE
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
La percezione della profondità grazie alle proiezioni viene ampliata prospetticamente, creando in questo modo la sensazione di trovarsi immersi sul paesaggio naturale.
I pannelli possono essere illuminati durante degli eventi particolari; sono dotati di box e tendine per la trasmissione di contributi video, sonori e anche olfattivi oltre che descrittivi/istruttivi; inoltre, possono essere dotati di monitor touch-screen.
La percezione della profondità grazie alle proiezioni viene ampliata prospetticamente, creando in questo modo la sensazione di trovarsi immersi sul paesaggio naturale.
I pannelli possono essere illuminati durante degli eventi particolari; sono dotati di box e tendine per la trasmissione di contributi video, sonori e anche olfattivi oltre che descrittivi/istruttivi; inoltre, possono essere dotati di monitor touch-screen.
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
CARATTERISTICHE
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
CARATTERISTICHE COMPOSITIVE E TECNICHE DEL PROGETTO
VERSATILITÀ
il progetto è pensato per differenti utilizzi, man-sioni e occasioni, senza andare ad interrompere funzionalità tecniche proprie della cantina e durante i lavori enotecnici. Inoltre, tale allesti-mento e smontabile e ricomponibile in serie.
La sala è dotata di un percorso formativo e informativo, formulato secondo il disegno stiliz-zato di una pianta di vitigno a differenti spessori, che si snoda secondo gli interassi dei tiranti delle volte, creando percorsi e punti di stazionamento istruttivi secondo i seguenti capisaldi principali della storia e dei protagonisti la famiglia:
- i protagonisti: FAMIGLIA (Giorgio, Maria Grazia, Chiara, Teresa)- le cantine: TERRITORIO (due cantine),- i musei: LA CULTURA (Vino e Olio),- l’ospitalità: OSPITALITÀ; (hotel, B&B, etc),- i prodotti: VINO (diversi tipi di vini e prodotti).
Quindi, cinque sono i reparti, come cinque sono i tiranti interessati, che strutturano la visita di questa stanza interclusa e che permettono la conoscenza dell’intera filiera produttiva e cul-
turale della azienda Lungarotti. La forma stilizzata della pianta del vitigno, riprodotta sul pavimento, disegna una figura geometrica che organizza l’intera sala, ordina gli spazi, i camminamenti e scandisce il percorso da seguire secondo un ordine ben stabilito e predisposto secondo le cinque priorità della famiglia Lungarotti.
I punti di stazionamento, segnalati sul pavimento con un tondo ben visibile e dimensionato ade-guatamente, coincidono con i punti su cui andranno ad appoggiarsi e collegarsi i pannelli verticali informativi e riepilogativi in cui saranno riportati i dati e le informazioni dell’azienda.
I tondi disegnati sul pavimento, oltre ad essere dei punti di stazionamento e di segnalazione, fungono da presa di contatto per le linee tecnologiche (elettricità, luce, wi fi etc,) per l’alimentazione dei pannelli. Pertanto, quando la sala non è usufruita per le visite enoturistiche, la stanza può essere liberata dei pannelli e i tondi di stazionamento chiusi da coperchi dello stesso colore del disegno.
I pannelli, una volta posati sui tondi a terra, dotati di presa maschio-femmina, vengono alimentati e dotati di illuminazione individuale scenografica
(anche differenti colorazioni) adeguata per gli allestimenti serali e notturni.
Quando invece la stanza deve essere usufruita per le operazioni enotecniche della cantina, gli allestimenti sono smontabili, e ricomponibili, senza alcuna difficoltà perché agganciati alla base come detto e alla sommità fermati al tirante.
(N.B: un’altra soluzione può essere adottata per i pannelli istruttivi: invece di essere smontabili - evitando di accatastarli in altro luogo - è possibile pensare ad una soluzione tale per cui il pannello trasla verticalmente verso l’alto del tirante e rima-nere agganciato ad esso, tra quest’ultimo e la volta, senza per questo creare ulteriore spazio occupato). La stanza in questo senso, anche pen-sando un differente allestimento, ha una sua indipendenza d’uso e d’utilizzo. Inoltre, la stanza sgombera dei pannelli trova una sua singolare connotazione, poiché il disegno stilizzato del ceppo di VITE restituito sul pavimento decora e riempie comunque l’ambiente.
a) ARCATA DX:si prevede di abbattere l’arcata dx, guardando dal rialzamento la sala oggetto di intervento proget-
tuale, al fine di aprire l’intera visuale e renderla più ampia, ariosa e restituire così l’esperienza enoturistica ai visitatori la cantina maggiormente confortevole; inoltre, in questo modo si favorisce una leggera luce sul ‘palco’ durante le eventuali illustrazioni della guida agli stessi enoturisti.
b) SCALA/PIATTAFORMA ELEVATRICE:la scala viene abbattuta completamente per resti-tuire maggiore spazio alla sala; l’ingombro tec-nico, per raccordare il dislivello, viene ricavato nella parte del piano più elevato tra le due coonne dell’arco a tutto vantaggio della sala. Una piccola rampa di pochi scalini dotata di corrimano ergo-nomico, scalini ben visibili, illuminati e di materiale antisdrucciolevole si affianca ad una piattaforma elevatrice orizzontale, conforme alle norme europee, dotata di ringhiere e cancelletto di pro-tezione, atta al trasporto di cose e persone, anche e soprattutto per gli utenti diversamente abili (vedi esempio), fungono da collegamento tra i due livelli esistenti;
c) PAVIMENTO:il pavimento è quella parte esistente della stanza che svolge la funzione preponderante all’internodella stanza in quanto, anche senza allestimento,
trova una sua connotazione decorativa, oltre che descrittiva, poiché il disegno stilizzato della pianta del vitigno ha una sua riconoscibilità, senso e funzione. Infine, la riproposizione della forma del ceppo stilizzato di VITE potrebbe anche fungere da canale tecnologico in grado di illuminare la stessa stanza allestita negli eventi notturni o in presenza di particolari effetti scenici.
d) PANNELLI INFORMATIVI/FORMATIVI:i pannelli, come già accennato, sono pannelli di materiale ecologico, sulle cui superfici anteriori e posteriori sono impressi dei grafici che rappre-sentano la forma geometrica della pianta del vitigno e sono riportate le informazioni della azienda e dei reparti il gruppo.
I pannelli, di un certo spessore e altezza, sosten-gono il proprio peso perché fermati alla base mediante il collegamento citato precedentemente e alla sommità dai tiranti; questi ultimi, così con-siderati nel progetto, fungono come metafora dei fili di ferro che strutturano e sostengono in tutta la loro lunghezza il vitigno.
I pannelli possono essere illuminati durante degli eventi particolari ed esclusivi anche serali e not-
turni; sono dotati di box e tendine per la trasmis-sione di contributi video, sonori e anche olfattivi oltre che descrittivi/istruttivi; inoltre, possono essere dotati di monitor touch-screen e cuffie per ascolto sonoro.
e) TIRANTI:i tiranti di colore rosso partecipano al progetto attivamente nel disegno funzionale della soluzione progettuale: recitano la metafora del componente strutturale dei fili di ferro atti alla tensione della struttura dell'intero filare viticolo e delle medesime piante-ceppi dei vitigni; e dunque fungono anche da sostegni;
f) FILARI:i filari dei vitigni sono rappresentati dal disegno orizzontale ricavato sul pavimento e dai pannelli verticali che si innalzano ortogonalmente al pavi-mento.
g) DUE DIMENSIONI CIELO-TERRA E COLORI:la sala è considerata secondo due dimensioni spirituali: sotto il tirante rosso la ‘terra’sopra iltirante rosso il ‘cielo’ e ripropongono l’ambiente di Torgiano; il colore esistente della pavimentazione della stanza oggetto di studio viene riconsiderato
riprendendo la tonalità tipica della natura del terreno della zona di Torgiano; inoltre, così facendo, si mette in evidenza maggiormente il vitigno stilizzato di colore rosso bordeaux (o nero).
h) VOLTA:la volta: è riverniciata di colore adeguato alle rappresentazioni (vedi descrizione La seconda dimensione, quella verticale e dotata, lungo le capriate curvilinee, di luci apposite (mediante software predisposto) ed eventualmente di effetti metereologici secondo le differenti stagionalità; anche i rumori del vento e i cinguettii degli uccelli, della flora e fauna presenti a Torgiano, sono effetti acustici (naturalmente a basso impatto acustico) che partecipano alla scenografia globale dell’allestimento e prodotti mediante un programma adeguatamente predisposto;
i) PARETI LATERALI:le pareti laterali, schermate eventualmente da pannelli disposti a zig-zag ed angolazione differ-enti, sono rivestite di lastre ad effetto specchio, in modo tale che la percezione della profondità dei filari viticoli venga ampliata prospetticamente e si crei la sensazione di trovarsi immersi in un ambi-
ente e in un paesaggio del tutto naturale (quello di Torgiano), celando in questo modo la sensazi-one di trovarsi in una stanza asettica e chiusa.
VERSATILITÀ
il progetto è pensato per differenti utilizzi, man-sioni e occasioni, senza andare ad interrompere funzionalità tecniche proprie della cantina e durante i lavori enotecnici. Inoltre, tale allesti-mento e smontabile e ricomponibile in serie.
La sala è dotata di un percorso formativo e informativo, formulato secondo il disegno stiliz-zato di una pianta di vitigno a differenti spessori, che si snoda secondo gli interassi dei tiranti delle volte, creando percorsi e punti di stazionamento istruttivi secondo i seguenti capisaldi principali della storia e dei protagonisti la famiglia:
- i protagonisti: FAMIGLIA (Giorgio, Maria Grazia, Chiara, Teresa)- le cantine: TERRITORIO (due cantine),- i musei: LA CULTURA (Vino e Olio),- l’ospitalità: OSPITALITÀ; (hotel, B&B, etc),- i prodotti: VINO (diversi tipi di vini e prodotti).
Quindi, cinque sono i reparti, come cinque sono i tiranti interessati, che strutturano la visita di questa stanza interclusa e che permettono la conoscenza dell’intera filiera produttiva e cul-
turale della azienda Lungarotti. La forma stilizzata della pianta del vitigno, riprodotta sul pavimento, disegna una figura geometrica che organizza l’intera sala, ordina gli spazi, i camminamenti e scandisce il percorso da seguire secondo un ordine ben stabilito e predisposto secondo le cinque priorità della famiglia Lungarotti.
I punti di stazionamento, segnalati sul pavimento con un tondo ben visibile e dimensionato ade-guatamente, coincidono con i punti su cui andranno ad appoggiarsi e collegarsi i pannelli verticali informativi e riepilogativi in cui saranno riportati i dati e le informazioni dell’azienda.
I tondi disegnati sul pavimento, oltre ad essere dei punti di stazionamento e di segnalazione, fungono da presa di contatto per le linee tecnologiche (elettricità, luce, wi fi etc,) per l’alimentazione dei pannelli. Pertanto, quando la sala non è usufruita per le visite enoturistiche, la stanza può essere liberata dei pannelli e i tondi di stazionamento chiusi da coperchi dello stesso colore del disegno.
I pannelli, una volta posati sui tondi a terra, dotati di presa maschio-femmina, vengono alimentati e dotati di illuminazione individuale scenografica
(anche differenti colorazioni) adeguata per gli allestimenti serali e notturni.
Quando invece la stanza deve essere usufruita per le operazioni enotecniche della cantina, gli allestimenti sono smontabili, e ricomponibili, senza alcuna difficoltà perché agganciati alla base come detto e alla sommità fermati al tirante.
(N.B: un’altra soluzione può essere adottata per i pannelli istruttivi: invece di essere smontabili - evitando di accatastarli in altro luogo - è possibile pensare ad una soluzione tale per cui il pannello trasla verticalmente verso l’alto del tirante e rima-nere agganciato ad esso, tra quest’ultimo e la volta, senza per questo creare ulteriore spazio occupato). La stanza in questo senso, anche pen-sando un differente allestimento, ha una sua indipendenza d’uso e d’utilizzo. Inoltre, la stanza sgombera dei pannelli trova una sua singolare connotazione, poiché il disegno stilizzato del ceppo di VITE restituito sul pavimento decora e riempie comunque l’ambiente.
a) ARCATA DX:si prevede di abbattere l’arcata dx, guardando dal rialzamento la sala oggetto di intervento proget-
CARATTERISTICHE
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
CARATTERISTICHE COMPOSITIVE E TECNICHE DEL PROGETTO
tuale, al fine di aprire l’intera visuale e renderla più ampia, ariosa e restituire così l’esperienza enoturistica ai visitatori la cantina maggiormente confortevole; inoltre, in questo modo si favorisce una leggera luce sul ‘palco’ durante le eventuali illustrazioni della guida agli stessi enoturisti.
b) SCALA/PIATTAFORMA ELEVATRICE:la scala viene abbattuta completamente per resti-tuire maggiore spazio alla sala; l’ingombro tec-nico, per raccordare il dislivello, viene ricavato nella parte del piano più elevato tra le due coonne dell’arco a tutto vantaggio della sala. Una piccola rampa di pochi scalini dotata di corrimano ergo-nomico, scalini ben visibili, illuminati e di materiale antisdrucciolevole si affianca ad una piattaforma elevatrice orizzontale, conforme alle norme europee, dotata di ringhiere e cancelletto di pro-tezione, atta al trasporto di cose e persone, anche e soprattutto per gli utenti diversamente abili (vedi esempio), fungono da collegamento tra i due livelli esistenti;
c) PAVIMENTO:il pavimento è quella parte esistente della stanza che svolge la funzione preponderante all’internodella stanza in quanto, anche senza allestimento,
trova una sua connotazione decorativa, oltre che descrittiva, poiché il disegno stilizzato della pianta del vitigno ha una sua riconoscibilità, senso e funzione. Infine, la riproposizione della forma del ceppo stilizzato di VITE potrebbe anche fungere da canale tecnologico in grado di illuminare la stessa stanza allestita negli eventi notturni o in presenza di particolari effetti scenici.
d) PANNELLI INFORMATIVI/FORMATIVI:i pannelli, come già accennato, sono pannelli di materiale ecologico, sulle cui superfici anteriori e posteriori sono impressi dei grafici che rappre-sentano la forma geometrica della pianta del vitigno e sono riportate le informazioni della azienda e dei reparti il gruppo.
I pannelli, di un certo spessore e altezza, sosten-gono il proprio peso perché fermati alla base mediante il collegamento citato precedentemente e alla sommità dai tiranti; questi ultimi, così con-siderati nel progetto, fungono come metafora dei fili di ferro che strutturano e sostengono in tutta la loro lunghezza il vitigno.
I pannelli possono essere illuminati durante degli eventi particolari ed esclusivi anche serali e not-
turni; sono dotati di box e tendine per la trasmis-sione di contributi video, sonori e anche olfattivi oltre che descrittivi/istruttivi; inoltre, possono essere dotati di monitor touch-screen e cuffie per ascolto sonoro.
e) TIRANTI:i tiranti di colore rosso partecipano al progetto attivamente nel disegno funzionale della soluzione progettuale: recitano la metafora del componente strutturale dei fili di ferro atti alla tensione della struttura dell'intero filare viticolo e delle medesime piante-ceppi dei vitigni; e dunque fungono anche da sostegni;
f) FILARI:i filari dei vitigni sono rappresentati dal disegno orizzontale ricavato sul pavimento e dai pannelli verticali che si innalzano ortogonalmente al pavi-mento.
g) DUE DIMENSIONI CIELO-TERRA E COLORI:la sala è considerata secondo due dimensioni spirituali: sotto il tirante rosso la ‘terra’sopra iltirante rosso il ‘cielo’ e ripropongono l’ambiente di Torgiano; il colore esistente della pavimentazione della stanza oggetto di studio viene riconsiderato
riprendendo la tonalità tipica della natura del terreno della zona di Torgiano; inoltre, così facendo, si mette in evidenza maggiormente il vitigno stilizzato di colore rosso bordeaux (o nero).
h) VOLTA:la volta: è riverniciata di colore adeguato alle rappresentazioni (vedi descrizione La seconda dimensione, quella verticale e dotata, lungo le capriate curvilinee, di luci apposite (mediante software predisposto) ed eventualmente di effetti metereologici secondo le differenti stagionalità; anche i rumori del vento e i cinguettii degli uccelli, della flora e fauna presenti a Torgiano, sono effetti acustici (naturalmente a basso impatto acustico) che partecipano alla scenografia globale dell’allestimento e prodotti mediante un programma adeguatamente predisposto;
i) PARETI LATERALI:le pareti laterali, schermate eventualmente da pannelli disposti a zig-zag ed angolazione differ-enti, sono rivestite di lastre ad effetto specchio, in modo tale che la percezione della profondità dei filari viticoli venga ampliata prospetticamente e si crei la sensazione di trovarsi immersi in un ambi-
ente e in un paesaggio del tutto naturale (quello di Torgiano), celando in questo modo la sensazi-one di trovarsi in una stanza asettica e chiusa.
VERSATILITÀ
il progetto è pensato per differenti utilizzi, man-sioni e occasioni, senza andare ad interrompere funzionalità tecniche proprie della cantina e durante i lavori enotecnici. Inoltre, tale allesti-mento e smontabile e ricomponibile in serie.
La sala è dotata di un percorso formativo e informativo, formulato secondo il disegno stiliz-zato di una pianta di vitigno a differenti spessori, che si snoda secondo gli interassi dei tiranti delle volte, creando percorsi e punti di stazionamento istruttivi secondo i seguenti capisaldi principali della storia e dei protagonisti la famiglia:
- i protagonisti: FAMIGLIA (Giorgio, Maria Grazia, Chiara, Teresa)- le cantine: TERRITORIO (due cantine),- i musei: LA CULTURA (Vino e Olio),- l’ospitalità: OSPITALITÀ; (hotel, B&B, etc),- i prodotti: VINO (diversi tipi di vini e prodotti).
Quindi, cinque sono i reparti, come cinque sono i tiranti interessati, che strutturano la visita di questa stanza interclusa e che permettono la conoscenza dell’intera filiera produttiva e cul-
turale della azienda Lungarotti. La forma stilizzata della pianta del vitigno, riprodotta sul pavimento, disegna una figura geometrica che organizza l’intera sala, ordina gli spazi, i camminamenti e scandisce il percorso da seguire secondo un ordine ben stabilito e predisposto secondo le cinque priorità della famiglia Lungarotti.
I punti di stazionamento, segnalati sul pavimento con un tondo ben visibile e dimensionato ade-guatamente, coincidono con i punti su cui andranno ad appoggiarsi e collegarsi i pannelli verticali informativi e riepilogativi in cui saranno riportati i dati e le informazioni dell’azienda.
I tondi disegnati sul pavimento, oltre ad essere dei punti di stazionamento e di segnalazione, fungono da presa di contatto per le linee tecnologiche (elettricità, luce, wi fi etc,) per l’alimentazione dei pannelli. Pertanto, quando la sala non è usufruita per le visite enoturistiche, la stanza può essere liberata dei pannelli e i tondi di stazionamento chiusi da coperchi dello stesso colore del disegno.
I pannelli, una volta posati sui tondi a terra, dotati di presa maschio-femmina, vengono alimentati e dotati di illuminazione individuale scenografica
(anche differenti colorazioni) adeguata per gli allestimenti serali e notturni.
Quando invece la stanza deve essere usufruita per le operazioni enotecniche della cantina, gli allestimenti sono smontabili, e ricomponibili, senza alcuna difficoltà perché agganciati alla base come detto e alla sommità fermati al tirante.
(N.B: un’altra soluzione può essere adottata per i pannelli istruttivi: invece di essere smontabili - evitando di accatastarli in altro luogo - è possibile pensare ad una soluzione tale per cui il pannello trasla verticalmente verso l’alto del tirante e rima-nere agganciato ad esso, tra quest’ultimo e la volta, senza per questo creare ulteriore spazio occupato). La stanza in questo senso, anche pen-sando un differente allestimento, ha una sua indipendenza d’uso e d’utilizzo. Inoltre, la stanza sgombera dei pannelli trova una sua singolare connotazione, poiché il disegno stilizzato del ceppo di VITE restituito sul pavimento decora e riempie comunque l’ambiente.
a) ARCATA DX:si prevede di abbattere l’arcata dx, guardando dal rialzamento la sala oggetto di intervento proget-
tuale, al fine di aprire l’intera visuale e renderla più ampia, ariosa e restituire così l’esperienza enoturistica ai visitatori la cantina maggiormente confortevole; inoltre, in questo modo si favorisce una leggera luce sul ‘palco’ durante le eventuali illustrazioni della guida agli stessi enoturisti.
b) SCALA/PIATTAFORMA ELEVATRICE:la scala viene abbattuta completamente per resti-tuire maggiore spazio alla sala; l’ingombro tec-nico, per raccordare il dislivello, viene ricavato nella parte del piano più elevato tra le due coonne dell’arco a tutto vantaggio della sala. Una piccola rampa di pochi scalini dotata di corrimano ergo-nomico, scalini ben visibili, illuminati e di materiale antisdrucciolevole si affianca ad una piattaforma elevatrice orizzontale, conforme alle norme europee, dotata di ringhiere e cancelletto di pro-tezione, atta al trasporto di cose e persone, anche e soprattutto per gli utenti diversamente abili (vedi esempio), fungono da collegamento tra i due livelli esistenti;
c) PAVIMENTO:il pavimento è quella parte esistente della stanza che svolge la funzione preponderante all’internodella stanza in quanto, anche senza allestimento,
CARATTERISTICHE
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
CARATTERISTICHE COMPOSITIVE E TECNICHE DEL PROGETTO
trova una sua connotazione decorativa, oltre che descrittiva, poiché il disegno stilizzato della pianta del vitigno ha una sua riconoscibilità, senso e funzione. Infine, la riproposizione della forma del ceppo stilizzato di VITE potrebbe anche fungere da canale tecnologico in grado di illuminare la stessa stanza allestita negli eventi notturni o in presenza di particolari effetti scenici.
d) PANNELLI INFORMATIVI/FORMATIVI:i pannelli, come già accennato, sono pannelli di materiale ecologico, sulle cui superfici anteriori e posteriori sono impressi dei grafici che rappre-sentano la forma geometrica della pianta del vitigno e sono riportate le informazioni della azienda e dei reparti il gruppo.
I pannelli, di un certo spessore e altezza, sosten-gono il proprio peso perché fermati alla base mediante il collegamento citato precedentemente e alla sommità dai tiranti; questi ultimi, così con-siderati nel progetto, fungono come metafora dei fili di ferro che strutturano e sostengono in tutta la loro lunghezza il vitigno.
I pannelli possono essere illuminati durante degli eventi particolari ed esclusivi anche serali e not-
turni; sono dotati di box e tendine per la trasmis-sione di contributi video, sonori e anche olfattivi oltre che descrittivi/istruttivi; inoltre, possono essere dotati di monitor touch-screen e cuffie per ascolto sonoro.
e) TIRANTI:i tiranti di colore rosso partecipano al progetto attivamente nel disegno funzionale della soluzione progettuale: recitano la metafora del componente strutturale dei fili di ferro atti alla tensione della struttura dell'intero filare viticolo e delle medesime piante-ceppi dei vitigni; e dunque fungono anche da sostegni;
f) FILARI:i filari dei vitigni sono rappresentati dal disegno orizzontale ricavato sul pavimento e dai pannelli verticali che si innalzano ortogonalmente al pavi-mento.
g) DUE DIMENSIONI CIELO-TERRA E COLORI:la sala è considerata secondo due dimensioni spirituali: sotto il tirante rosso la ‘terra’sopra iltirante rosso il ‘cielo’ e ripropongono l’ambiente di Torgiano; il colore esistente della pavimentazione della stanza oggetto di studio viene riconsiderato
riprendendo la tonalità tipica della natura del terreno della zona di Torgiano; inoltre, così facendo, si mette in evidenza maggiormente il vitigno stilizzato di colore rosso bordeaux (o nero).
h) VOLTA:la volta: è riverniciata di colore adeguato alle rappresentazioni (vedi descrizione La seconda dimensione, quella verticale e dotata, lungo le capriate curvilinee, di luci apposite (mediante software predisposto) ed eventualmente di effetti metereologici secondo le differenti stagionalità; anche i rumori del vento e i cinguettii degli uccelli, della flora e fauna presenti a Torgiano, sono effetti acustici (naturalmente a basso impatto acustico) che partecipano alla scenografia globale dell’allestimento e prodotti mediante un programma adeguatamente predisposto;
i) PARETI LATERALI:le pareti laterali, schermate eventualmente da pannelli disposti a zig-zag ed angolazione differ-enti, sono rivestite di lastre ad effetto specchio, in modo tale che la percezione della profondità dei filari viticoli venga ampliata prospetticamente e si crei la sensazione di trovarsi immersi in un ambi-
ente e in un paesaggio del tutto naturale (quello di Torgiano), celando in questo modo la sensazi-one di trovarsi in una stanza asettica e chiusa.
VERSATILITÀ
il progetto è pensato per differenti utilizzi, man-sioni e occasioni, senza andare ad interrompere funzionalità tecniche proprie della cantina e durante i lavori enotecnici. Inoltre, tale allesti-mento e smontabile e ricomponibile in serie.
La sala è dotata di un percorso formativo e informativo, formulato secondo il disegno stiliz-zato di una pianta di vitigno a differenti spessori, che si snoda secondo gli interassi dei tiranti delle volte, creando percorsi e punti di stazionamento istruttivi secondo i seguenti capisaldi principali della storia e dei protagonisti la famiglia:
- i protagonisti: FAMIGLIA (Giorgio, Maria Grazia, Chiara, Teresa)- le cantine: TERRITORIO (due cantine),- i musei: LA CULTURA (Vino e Olio),- l’ospitalità: OSPITALITÀ; (hotel, B&B, etc),- i prodotti: VINO (diversi tipi di vini e prodotti).
Quindi, cinque sono i reparti, come cinque sono i tiranti interessati, che strutturano la visita di questa stanza interclusa e che permettono la conoscenza dell’intera filiera produttiva e cul-
turale della azienda Lungarotti. La forma stilizzata della pianta del vitigno, riprodotta sul pavimento, disegna una figura geometrica che organizza l’intera sala, ordina gli spazi, i camminamenti e scandisce il percorso da seguire secondo un ordine ben stabilito e predisposto secondo le cinque priorità della famiglia Lungarotti.
I punti di stazionamento, segnalati sul pavimento con un tondo ben visibile e dimensionato ade-guatamente, coincidono con i punti su cui andranno ad appoggiarsi e collegarsi i pannelli verticali informativi e riepilogativi in cui saranno riportati i dati e le informazioni dell’azienda.
I tondi disegnati sul pavimento, oltre ad essere dei punti di stazionamento e di segnalazione, fungono da presa di contatto per le linee tecnologiche (elettricità, luce, wi fi etc,) per l’alimentazione dei pannelli. Pertanto, quando la sala non è usufruita per le visite enoturistiche, la stanza può essere liberata dei pannelli e i tondi di stazionamento chiusi da coperchi dello stesso colore del disegno.
I pannelli, una volta posati sui tondi a terra, dotati di presa maschio-femmina, vengono alimentati e dotati di illuminazione individuale scenografica
(anche differenti colorazioni) adeguata per gli allestimenti serali e notturni.
Quando invece la stanza deve essere usufruita per le operazioni enotecniche della cantina, gli allestimenti sono smontabili, e ricomponibili, senza alcuna difficoltà perché agganciati alla base come detto e alla sommità fermati al tirante.
(N.B: un’altra soluzione può essere adottata per i pannelli istruttivi: invece di essere smontabili - evitando di accatastarli in altro luogo - è possibile pensare ad una soluzione tale per cui il pannello trasla verticalmente verso l’alto del tirante e rima-nere agganciato ad esso, tra quest’ultimo e la volta, senza per questo creare ulteriore spazio occupato). La stanza in questo senso, anche pen-sando un differente allestimento, ha una sua indipendenza d’uso e d’utilizzo. Inoltre, la stanza sgombera dei pannelli trova una sua singolare connotazione, poiché il disegno stilizzato del ceppo di VITE restituito sul pavimento decora e riempie comunque l’ambiente.
a) ARCATA DX:si prevede di abbattere l’arcata dx, guardando dal rialzamento la sala oggetto di intervento proget-
tuale, al fine di aprire l’intera visuale e renderla più ampia, ariosa e restituire così l’esperienza enoturistica ai visitatori la cantina maggiormente confortevole; inoltre, in questo modo si favorisce una leggera luce sul ‘palco’ durante le eventuali illustrazioni della guida agli stessi enoturisti.
b) SCALA/PIATTAFORMA ELEVATRICE:la scala viene abbattuta completamente per resti-tuire maggiore spazio alla sala; l’ingombro tec-nico, per raccordare il dislivello, viene ricavato nella parte del piano più elevato tra le due coonne dell’arco a tutto vantaggio della sala. Una piccola rampa di pochi scalini dotata di corrimano ergo-nomico, scalini ben visibili, illuminati e di materiale antisdrucciolevole si affianca ad una piattaforma elevatrice orizzontale, conforme alle norme europee, dotata di ringhiere e cancelletto di pro-tezione, atta al trasporto di cose e persone, anche e soprattutto per gli utenti diversamente abili (vedi esempio), fungono da collegamento tra i due livelli esistenti;
c) PAVIMENTO:il pavimento è quella parte esistente della stanza che svolge la funzione preponderante all’internodella stanza in quanto, anche senza allestimento,
trova una sua connotazione decorativa, oltre che descrittiva, poiché il disegno stilizzato della pianta del vitigno ha una sua riconoscibilità, senso e funzione. Infine, la riproposizione della forma del ceppo stilizzato di VITE potrebbe anche fungere da canale tecnologico in grado di illuminare la stessa stanza allestita negli eventi notturni o in presenza di particolari effetti scenici.
d) PANNELLI INFORMATIVI/FORMATIVI:i pannelli, come già accennato, sono pannelli di materiale ecologico, sulle cui superfici anteriori e posteriori sono impressi dei grafici che rappre-sentano la forma geometrica della pianta del vitigno e sono riportate le informazioni della azienda e dei reparti il gruppo.
I pannelli, di un certo spessore e altezza, sosten-gono il proprio peso perché fermati alla base mediante il collegamento citato precedentemente e alla sommità dai tiranti; questi ultimi, così con-siderati nel progetto, fungono come metafora dei fili di ferro che strutturano e sostengono in tutta la loro lunghezza il vitigno.
I pannelli possono essere illuminati durante degli eventi particolari ed esclusivi anche serali e not-
turni; sono dotati di box e tendine per la trasmis-sione di contributi video, sonori e anche olfattivi oltre che descrittivi/istruttivi; inoltre, possono essere dotati di monitor touch-screen e cuffie per ascolto sonoro.
e) TIRANTI:i tiranti di colore rosso partecipano al progetto attivamente nel disegno funzionale della soluzione progettuale: recitano la metafora del componente strutturale dei fili di ferro atti alla tensione della struttura dell'intero filare viticolo e delle medesime piante-ceppi dei vitigni; e dunque fungono anche da sostegni;
f) FILARI:i filari dei vitigni sono rappresentati dal disegno orizzontale ricavato sul pavimento e dai pannelli verticali che si innalzano ortogonalmente al pavi-mento.
g) DUE DIMENSIONI CIELO-TERRA E COLORI:la sala è considerata secondo due dimensioni spirituali: sotto il tirante rosso la ‘terra’sopra iltirante rosso il ‘cielo’ e ripropongono l’ambiente di Torgiano; il colore esistente della pavimentazione della stanza oggetto di studio viene riconsiderato
CARATTERISTICHE
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
VITE
CARATTERISTICHE COMPOSITIVE E TECNICHE DEL PROGETTO
riprendendo la tonalità tipica della natura del terreno della zona di Torgiano; inoltre, così facendo, si mette in evidenza maggiormente il vitigno stilizzato di colore rosso bordeaux (o nero).
h) VOLTA:la volta: è riverniciata di colore adeguato alle rappresentazioni (vedi descrizione La seconda dimensione, quella verticale e dotata, lungo le capriate curvilinee, di luci apposite (mediante software predisposto) ed eventualmente di effetti metereologici secondo le differenti stagionalità; anche i rumori del vento e i cinguettii degli uccelli, della flora e fauna presenti a Torgiano, sono effetti acustici (naturalmente a basso impatto acustico) che partecipano alla scenografia globale dell’allestimento e prodotti mediante un programma adeguatamente predisposto;
i) PARETI LATERALI:le pareti laterali, schermate eventualmente da pannelli disposti a zig-zag ed angolazione differ-enti, sono rivestite di lastre ad effetto specchio, in modo tale che la percezione della profondità dei filari viticoli venga ampliata prospetticamente e si crei la sensazione di trovarsi immersi in un ambi-
ente e in un paesaggio del tutto naturale (quello di Torgiano), celando in questo modo la sensazi-one di trovarsi in una stanza asettica e chiusa.
WINE DESIGN for CANTINA LUNGAROTTI EDOARDO VENTURINI - PAOLA BARRON ABOITES - SARA GALLINA - VALENTINA RAFFAELLI TRA L’UOMO E LA NATURA
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