LLe Beatitudini:e Beatitudini: pprogramma di vita!rogramma ... · propria industria della felicità...

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INTERNET: www.mariabolognesi.it E-mail: [email protected] Poste Italiane S.p.a. Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Rovigo - Trimestrale In caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente che si impegna a pagare la tassa dovuta. PERIODICO DEL CENTRO MARIA BOLOGNESI ATTORE DELLA CAUSA DI CANONIZZAZIONE DELLA SERVA DI DIO MARIA BOLOGNESI ANNO XVII N. 3 LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2008 Le Beatitudini: Le Beatitudini: programma di vita! programma di vita!

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PERIODICODEL CENTRO MARIA BOLOGNESIATTORE DELLA CAUSADI CANONIZZAZIONEDELLA SERVA DI DIOMARIA BOLOGNESI

ANNO XVII N. 3LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2008

Le Beatitudini:Le Beatitudini:programma di vita!programma di vita!

2 Finestre Aperte

pacità di vivere quella gioia che ci è stata data in dono con la nostra stessa fede.

Scriveva Gandhi: “Un cristiano è tre cose: è assolutamente senza paura, sempre in difficoltà e immensamente felice”; a noi, purtroppo, sembra essere rimasta solo la seconda “condi-zione” e senza le altre due, di fronte alle difficoltà, prevale la disperazione e non la speranza.

La voce di Gandhi in materia di felicità diventa più che mai autorevole se si pensa che egli ha scoperto la non violenza ed è diventato operatore di pace – da Nobel – proprio dopo aver letto le Beatitudini.

Dio solo sazia (S. Tommaso d’Aquino)

Sì, proprio le Beatitudini, quelle che nel Vangelo di Matteo vengono individuate nel discorso della Montagna che apre la predicazione pubblica di Gesù.

Egli salì sul monte, evocando la salita di Mosè sul Sinai e la promulgazione della legge, per pro-nunciare alla folla ciò che è scritto nel cuore di Dio; Mat-teo non scrive Gesù disse, ma aperta la sua bocca insegnava loro dicendo, proprio per trasmettere al let-tore il fremito di gioia che invade il cuore del Figlio nel parlare del suo Abbà. Con le Beatitudini, infatti il Padre non rivendi-ca la sua autorità sui figli, ma bensì indi-ca loro la via giusta per una vita serena

e libera, perché il suo primo desiderio è che anch’essi siano amore, ciascuno secondo i propri talenti. L’Abbà è un Dio che non si preoccupa della zizzania; un Dio che non ha una memoria astiosa e meschina come la nostra, ma è un fuoco che brucia tutti i nostri peccati, un fuoco di amore e di gioia.

Non si possono affrontare le Beatitudini senza cominciare dal principio: Dio è la sorgente della felicità. Il problema è tutto qui: non dalla parte di Dio che ama, ma da parte dell’uo-mo che esita a lasciarsi amare, che non vuole fidarsi subito, d’istinto, del suo papà.

Va ricordato che anche nel Vangelo di Luca si individua

“Felicità, è un bicchiere di vino con un panino…” into-na una famosa canzone degli anni ’80, motivetto che ha perso gran parte della sua popolarità, un po’ perché ora a cantarla è solo Al Bano senza più Romina e perché quel tipo di felicità “spicciola” è lontana anni luce – anche se sono passati meno di trent’anni – dal motto contemporaneo del “tutto e subito”.

Essere felici! Quale più universale aspirazione abita il cuore umano? E quale desiderio risulta al tempo stesso più insoddisfatto? La società moderna ha costruito un vera e propria industria della felicità che fattura somme da capogiro e rende altrettanti esseri umani insoddisfatti e disinnamorati della vita.

Quante volte ci viene spontaneo domandarci come mai, malgrado il benessere raggiunto, rispetto alla vita priva di comfort dei nostri bisnonni, non riusciamo ad essere felici almeno quanto loro?

Probabilmente siamo succubi di un significato di felicità distorto dall’edonismo che caratterizza il sistema consu-mistico: essere feli-ci significa avere, appagare il deside-rio del momento e per raggiungere tale status symbol è con-cesso usare qualsiasi mezzo.

La felicità, quella che deriva dal greco felix (prosperoso) è ciò che Seneca ha espresso in virtute posita est vera feli-citas, la felicità vera è nella virtù, cioè nell’essere.

Se è vero che oggi la felicità è figlia di ciò che i sociologi definiscono sindrome da criceto – ovvero il roditore corre nella sua ruota con l’illusione di arrivare lontano e con l’in-conscia frustrazione di essere in una gabbia – è altrettanto reale la presenza del desiderio di felicità nel cuore di ogni uomo. Dunque siamo fatti per la felicità, ma allora dove cer-carla e come fare per essere felici?

Artisti e filosofi di ogni tempo si sono posti questo tormen-tato interrogativo, ma la risposta più vuota arriva proprio dal nostro millennio di idolatria materialistica.

Alcool, droga, vizi di ogni genere, ricerca ostinata di pro-vocare l’incoscienza mentale per non fare i conti con l’inca-

Editoriale

Otto gradini per raggiungere la felicitàOtto gradini per raggiungere la felicità“Rallegratevi ed esultate...

...perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,12).

Finestre Aperte 3

sommario

EditorialeOtto gradini per raggiungere la felicità ... pag. 2

Avviso ai lettoriC’è posta per te ........................................ » 4

Il diarioDa una biografia inedita ......................... » 5

25 anni di cammino del Centro Maria Bolognesi ........................... » 6

Sulle ali della PoesiaUna poesia per l’Italia ............................ » 7

Mons. Giovanni Maria Sartoria dieci anni dalla scomparsa .................... » 10

Una mistica che ha conosciuto doni preziosi... ......................................... » 11

Passa il testimone .................................... » 13

Laura... .................................................... » 14

La posta di Maria ........................................ » 15

Appuntamenti ........................................... » 16

In ossequio al decreto di Urbano VIII, si dichiara di non voler attribuire a quanto di straordinario è narrato in questo giornale altra fede se non umana e di non voler prevenire il giudizio definitivo della Chiesa, al quale la Redazione intende sotto-mettere in tutto il suo.

Il Consiglio Direttivodel Centro ringrazia per le offerte

pervenute per la Causae le opere di Maria.

Per offerte:Conto Corrente Postale 26145458

FINESTRE [email protected]

Direttore Responsabile:Mons. Daniele Peretto

Direttore: Giuseppe Tesi

Vicedirettore: Ludovica Mazzuccato

Sede e Redazione:Centro Maria Bolognesi

Via G. Tasso, 49 - 45100 RovigoTelefax: 0425.27931

Aut. Trib.: Rovigo n. 8/92 del 30/07/1992

Stampa: Think Adv - Conselve (Pd)

nel discorso della Pianura una versione più “ridotta” delle Beatitudini, ma ci soffermeremo a riflettere sulle Parole di Matteo, proprio perché più articolate.

La pagina delle Beatitudini è stata definita da Papa Gio-vanni Paolo II – all’apertura della XVII GMG di Toronto – la Magna charta del cristianesimo, ma malgrado questo, troppo spesso, viene sottovalutata la sua valenza di segnaletica capa-ce di indicarci la direzione da seguire.

Con le Beatitudini, Gesù non propone una via che possono riuscire a percorrere soltanto superuomini o campioni della virtù. La grazia (in greco “chàris”) è imparentata con la gioia (in greco “chàra”): Dio stesso è grazia, inesauribile sorgente di amore per gli uomini, perciò le Beatitudini non sono leggi dure come i macigni – anche per questo Gesù non usa toni forti nell’enunciarle – ma chiamate, si può infatti parlare di vocazione alle Beatitudini.

Godiamo del libero arbitrio di non seguire questi “con-sigli” del Padre, ma solo inserendoli come programma base della nostra vita possiamo non solo aspirare alla ricompensa dei cieli, ma già assaggiare la vera gioia in questa terra.

Gesù ci dà fiducia e concede a tutti la possibilità di realiz-zare le Beatitudini, che egli presenta come qualcosa di natura-le, di semplicissimo, in linea con la vita di tutti i giorni.

Il Dio con noi, però, non si è limitato ad educarci con la Parola alle Beatitudini, Egli le ha vissute, perciò esse tracciano il Suo volto e l’identikit di ogni cristiano.

Quanto assomigliamo a quell’identikit? Guardando il nostro sorriso troveremo la risposta.

Beati noi!

Certe volte crediamo di essere a posto perché abbiamo rispettato ad esempio il comandamento di non rubare, igno-rando completamente la beatitudine di Gesù che dice di condi-videre quello che possediamo. Non dobbiamo sentirci in pace con la nostra coscienza perché non abbiamo rubato, ma solo quando abbiamo condiviso quello che possediamo, questo ci ha detto Gesù.

Facciamo qualche riflessione sulle Beatitudini.Beati i poveri in Spirito perché di essi è il regno dei

cieli: i poveri non sono felici del loro stato; si cerca con-tinuamente di stare meglio, di avere di più; siamo dunque felici quando, mossi dallo Spirito Santo, condividiamo quello che abbiamo con gli altri, perché per Gesù è la generosità che conta e Dio si preoccupa della felicità e dello stare bene di colui che si occupa della felicità altrui. Beati gli afflitti perché saranno consolati: significa che sono felici coloro che affrontano le sofferenze per toglierle agli altri, infatti essi riceveranno lo Spirito Santo Consolatore. Beati i miti perché erediteranno la terra: un uomo senza terra è un uomo senza dignità, dice il Talmud ebraico, perciò la terra è origine della dignità dell’uomo; anche noi dobbiamo perdere la dignità e rispondere sempre con amore, invece che con la violenza; Dio ci ridarà una dignità incrollabile. Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia: non significa immortalare un momento in cui siamo buoni e facciamo un gesto di mise-ricordia, ma quando abitualmente facciamo del bene; quando

continua a pag. 4

4 Finestre Aperte

aiuti una persona, sovente succede che quella non ti ricom-pensa, fa parte dell’uomo rispondere in maniera negativa al bene fatto, ma l’aiuto ci verrà da Dio. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio: il puro di cuore può essere tradotto nell’immagine di una persona che quello che ha nel cuore ce l’ha nella testa e sulle labbra, non ha doppiezza, non ha maschera; nella sincerità noi dobbiamo esporre i nostri limiti, i nostri difetti, quello che siamo realmente e non quello che gli altri vorrebbero fossimo, così spariranno i finti amici e appa-rirà Gesù al nostro fianco. Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio: è sbagliato essere accomodan-ti, essere pacifici per il nostro bene, così facendo inciampiamo nell’indifferenza; l’operatore di pace è costruttore di pace, cioè una persona che, per la felicità e per la pace degli altri, rischia di perdere la propria tranquillità. Beati i perseguitati a causa della giustizia perché di essi è il regno dei cieli: se noi mettiamo in pratica le Beatitudini, nessuno ci applaudirà, anzi saremo perseguitati e calunniati, forse è per questo che le Beatitudini non vanno di moda; sono felici i perseguitati a causa della fedeltà a questo programma, perché Dio si prende cura di loro.

Le Beatitudini indicano un risultato. A tutti i discepoli che scelgono la via delle Beatitudini, Gesù dice: “Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo” (Mt 5,13-14). Gesù vede davanti a sé tutti i poveri, i miti, i puri di cuore della storia e proclama che sono loro che danno al mondo il sale e la luce, il sapore e il significato. Vogliamo essere sale e luce? Scegliamo, confortati dall’amore e dall’esempio della Vergine, di vivere le Beatitudini come un programma di vita quotidiana, nel sano equilibrio tra essere e avere che Dio dona al nostro cuore.

Il sale del Polesine

La Serva di Dio Maria Bolognesi è stata definita dal Vescovo della Diocesi di Adria-Rovigo, Mons. Lucio Soravito – in occasione della Messa per l’avvenuta tumulazione delle spoglie presso la chiesa parrocchiale di Bosaro (RO) – rosario di Beatitudini, proprio perché ha vissuto pienamente queste chiamate del Signore.

Tante sono state per lei le sofferenze e le difficoltà, ma il suo sorriso era ampolla di una felicità vera nella sua semplici-tà, intensa e contagiosa.

Se dunque la Serva di Dio si propone come sale di questo nostro Polesine, a noi il compito di non perdere quel sapore, a noi la gioia nell’attesa fiduciosa di chiamarla Beata!

Ludovica Mazzuccato

continua da pag. 3

CuriositàLe Beatitudini sono otto, allo stesso modo come l’ottavo giorno è quello della Resurrezione, perciò se vogliamo vedere Gesù risor-to dobbiamo vivere le Beatitudini. Nel testo originale in Greco le parole che compongono le Beatitudini sono appena settantadue, come lo erano i popoli della terra al tempo di Gesù.

C’È POSTA PER TE Sabato ho ricevuto la visita di due amici: Maria Bolo-

gnesi e “Finestre aperte”. L’incontro rinnovato, con due amici che sanno farsi così piccoli da entrare nella mia cassetta delle lettere, ha portato un nuovo respiro alla mia giornata. Pensavo mi avessero depennata perché, purtroppo, non ho più risposto al loro invito, né agli auguri per Pasqua, tra l’altro letti con ritardo. Invece la fiducia guarda sempre lontano, e i miei amici mi hanno raggiunta. Mesi di fatica e sacrifici, anche per me; la semina ha portato i suoi frutti e, poi, anche la sofferenza fisica. Avevo da tempo pronto il bollettino di versamen-to; in settimana conto di evadere la posta che attende. Vi segnalo l’indirizzo di qualche amica che, forse, potrebbe essere interessata alla vostra rivista.

Grazie di tutto e a presto,Daniela

Proponiamo questa bella mail di una lettrice per rivol-gervi un avviso importante: molte sono le copie di Finestre Aperte che ad ogni numero vengono rispedite al mittente per indirizzo errato o incompleto. Oltre a comportare una spesa aggravante, ciò rischia di allontanarci da voi che siete le nostre mani e i nostri piedi.

Perciò vi chiediamo gentilmente di comunicarci le eventuali variazione del vostro domicilio e nel caso in cui nella vostra cassetta delle lettere non arrivasse più il nostro trimestrale e doveste procurarvelo nella chiesa che frequen-tate, non dubitate di noi, ma di un disguido postale che si può ovviare solo se ce lo segnalerete.

Se per voi, come per Daniela, Maria Bolognesi e Fine-stre Aperte sono due amici, allora continuate a starci vici-no, sostenendoci – quando e quanto potete – e divulgando il nostro trimestrale tra i vostri conoscenti.

Un grazie di cuore a tutti voi.

La Redazione

Avviso ai lettori

La Red

Finestre Aperte 5

Proponiamo un brano tratto dalla biografia “Maria Bolognesi, il fascino dell’umile” di Padre Stanislao Avan-zo, che vedrà le stampe nei prossimi mesi. Si tratta di un’opera dallo stile fresco e dal contenuto scrupoloso che permette a qualsiasi lettore di entrare in “contatto” con la Serva di Dio.

Chi desiderasse essere tra i primi a ricevere una copia di questa biografia inedita è sufficiente che faccia un’of-ferta libera con il bollettino allegato e con la causale già predisposta.

Potrete leggere in questo passo “lo snocciolare Beatitudini” della Serva di Dio nel suo quotidiano e vi garan-tiamo che è solo un “assaggio”.

MARIA BOLOGNESI, DONNA AUTENTICA E INTRAPRENDENTE

Mi preme osservare che c’era nella nostra Maria una sincerità sorpren-dente nei confronti di se stessa; non si nasconde, dice quello che sente: “Come stai?... mi domandi. Dobbia-mo farci forza; tu sei giovane ed una nuova vita ti rifiorerà. Io sto declinan-do, gli anni pesano e con degli acciac-chi gli anni pesano molto...”.1 Maria ha solo 51 anni.

Realista sì, ma sempre donna di fede. Quando s’accorge di esser-si lamentata è pronta a riconoscere: “Ecco lamentarci si perde il meri-to, ma vogliamo tanto bene a Gesù. Allora saremo certe di essere anche perdonate”.2 Scrive in nome proprio e di Zoe. Insomma, Maria è un essere umano vicino a noi. Con le nostre reazioni. Nonostante il mistero che riempie la sua esistenza umana. Non era così anche di Gesù Nazareno? Un giorno, sfinita e affranta, pensando a quelli che non ci sono più, scrive: “Beati i nostri morti, loro riposano in pace e noi dove stiamo andando?”.3 E non diceva, anche San Paolo: “Chi mi libererà da queste corpo di morte? Desidero dissolvermi ed essere con Cristo”. (S. Paolo, Fil 1,23)

Da una biografia di prossima uscita

Il Diario

Nella mansarda di via Mazzini Maria si trova bene. La divina Prov-videnza opera di giorno in giorno con evidente larghezza e puntualità. Maria, comunque, culla nel suo cuore un pro-getto nuovo: costruire una casa “da adibire ad abitazione propria e convale-scenziario” per i malati poveri che sono dimessi dall’ospedale.

Ho voluto far precedere l’incontro di Maria col padre vero. Ora siamo nell’aprile 1967. Ecco, finalmente uno spiraglio: “la permuta con un altro pezzo di terreno edificabile, su cui poter finalmente avviare, dopo anni di sofferenze, attese e disagi, la realizza-zione del progetto casa”.4

Maria descrive nel Diario la situa-zione logistica nella mansarda: “...Chissà che possa costruire la casetta perché qui siamo in stretto, ma tanto in stretto, abbiamo tutte le carni ammac-cate correndo vicino a sedie, a letti, a spigoli; si strizza i denti e non si parla”. E c’è da ridere. Infatti Maria possede-va il “sense of humor” delle persone intelligenti. Sentite quest’altra: “Sono andata a fare un’ora di adorazione per riparare tanti peccati; vorrei che tutti

coloro che in questa notte hanno inten-zione di andare a commettere peccati, le (sic) venisse un gran sonno come tanti ghiri”.5

Costruire una casa? Con quali mezzi? Lei, da parte sua, si dà da fare: “In questo mese6 – scrive nel Diario – sto lavorando per una pesca di bene-ficenza per Lastebasse. Sono arrivata a far su 500.16 punti (sic), tutta bella robetta; spero proprio di poterla por-tare via... Penso, con molta robetta di fare una svendita; ho fatto una ventina di cappellini e nei negozi costano 3.500 l’uno; anche se li vendo a £ 600 trovo sempre un buon guadagno”.

Sembra un paradosso: Maria non ama i viaggi, lei viaggia solo per vera necessità. A Don Stefano Gobbi, che la invita a un pellegrinaggio a Fatima, il 18 ottobre 1967 risponde: “Io non desidero nulla, sono nemica dei viaggi e sono contenta così. La Madonna è sempre viva nei nostri cuori e così di Gesù Eucaristico: lì troviamo tutto”.

Ogni tanto risorge l’insopportabi-le vociferare sul suo conto anche da pulpiti elevati. Ma lei non ha paura di riprendere la persona che sparla di lei e semina “zizzania” tra il popolo di Dio. Naturalmente, questo “vociare” malefico è frutto del clima di laicità, per non dire mondanità, che serpeggia dovunque per una falsa e ingannevole interpretazione del Concilio Ecumeni-co. “In cuore io non ho nulla, fratello, anche se hai usato le tue sorprese (sic) nel parlare di me qui in Rovigo. Un passino alla volta ci si può sempre drizzare, anche se le fiancate sono sor-prendenti, dure e amare”.

1 Lettera indirizzata alla famiglia C. L., datata Pasqua 1975.2 Lettera alla famiglia Z. P., datata 10 dicembre 1974.3 Lettera alla famiglia Z. P., datata Natale 1973.4 G. Giacomini, o. c., pag. 242.5 Diario, 31 dicembre 1960.6 Diario, aprile 1967.

Stanislao Avanzo

MARIA BOLOGNESIIl fascino dell’umile

6 Finestre Aperte

I 25 anni di costante impegno nascosto e silenzioso dei fondatori del Centro Maria Bolognesi stanno evidenziando importanti frutti che ruotano intorno alla Causa di Canoniz-zazione della Serva di Dio Maria Bolognesi.

Le tappe di questo cammino che il Signore ha reso lumi-noso con la recente traslazione e tumulazione delle spoglie mortali di Maria Bolognesi dal cimitero cittadino di Rovigo nella Chiesa Parrocchiale di Bosaro (RO), sono sintetica-mente così ricordate:- 21 ottobre 1992, apertura del Processo Informativo Dio-

cesano;- 8 luglio 2000, chiusura del Processo sopraindicato;- 11 luglio 2000, consegna dei documenti presso la Con-

gregazione delle Cause dei Santi a Roma;- 23 settembre 2004, apertura del Processo in Diocesi a

Padova del presunto miracolo;- 13 dicembre 2005, chiusura del Processo sopra indicato;- 15 dicembre 2005, consegna dei documenti presso la

Congregazione delle Cause dei Santi a Roma;- 14 aprile 2008, esumazione e ricognizione delle spoglie

mortali della Serva di Dio nel cimitero di Rovigo;- 15 aprile 2008, traslazione e tumulazione delle spoglie

mortali nella Chiesa Parrocchiale di Bosaro;

Un grazie di cuore a tutti i lettori di “Finestre Aperte” che, con la loro solidarietà, amicizia e vicinanza, ci hanno incoraggiato e sostenuto così da far “crescere” nel mondo la conoscenza di Maria Bolognesi, fiore del nostro Polesine, che odora della santità di Dio.

E non è poco se guardiamo alle tante difficoltà superate nel corso degli anni con il fiducioso ricorso alla preghiera di intercessione alla Serva di Dio.

Resta ancora molto da fare, in modo particolare dopo che saranno state proclamate le virtù eroiche di Maria Bolognesi da parte della Congregazione delle Cause dei Santi; ancora di più quando si profilerà al nostro orizzonte il tempo della beatificazione: sarà un evento di portata storica per la nostra Diocesi.

Fiduciosi nella divina Provvidenza e implorando l’in-tercessione di Maria Madre della Speranza, proseguiamo e proseguiremo in questo “cammino d’amore” con rinnovato slancio perché esso ci introduce e ci renderà partecipi di un progetto divino: la conversione dei cuori e la salvezza delle anime, missione affidata come mandato a Maria Bolognesi da Gesù stesso.

Concludiamo queste brevi note invitando gli amici a unirsi con noi in preghiera il prossimo 8 settembre 2008 presso il Tempio “La Rotonda” di Rovigo, quando si celebrerà, alle ore 10.30, una S. Messa di ringraziamento alla Santissima Trinità per i celesti favori concessi al nostro Centro Maria Bolognesi nel corso di questi 25 anni.

Giuseppina GiacominiPresidente del Centro Maria Bolognesi

IO C’ENTRO E TU?

Il Centro Maria Bologne-si rappresenta il cuore pul-sante della Serva di Dio che continua a raccogliere amore per donarlo ai più bisognosi, infatti non si deve pensare a questa istituzione esclusi-vamente nel ruolo di parte

attrice della Causa di Canonizzazione, ma prima di tutto come l’incarnazione del testamento spirituale della Bolo-gnesi stessa.

Il Centro infatti, in questi 25 anni, non ha mai smesso, nella totale discrezione, di portare aiuto e conforto alle tante persone in difficoltà: sostegno economico ai poveri – vicini e lontani – anche con raccolta di indumenti; ogni anno dal Direttivo del Centro vengono scelti cinque casi specifici che vengono seguiti per un intero anno; un’attenzione particolare va agli ammalati, ai bambini, ai sacerdoti e alle religiose.

Non da meno l’apporto di aiuto attraverso le preghiere e la promozione della S. Messa come “mezzo” di affidamento delle intenzioni personali e, contemporaneamente, di soste-gno ai sacerdoti.

A Rovigo ci sono molto persone che non sanno dove si trova il Centro Maria Bolognesi, ma se lo chiedete ad un “povero” vi indicherà chiaramente come raggiungere via Giovanni Tasso, 49; ogni giorno è un suonare di campanello e di telefono, persone che hanno bisogno di un pezzo di pane o più semplicemente di una parola di conforto.

Tutto questo è possibile grazie alla Provvidenza e in rispetto di questa, si opera con oculatezza e con estrema generosità. Dunque niente strategie di marketing: si dona il proprio aiuto in sintonia del “Ogni volta che avete fatto que-ste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40).

Probabilmente si dovrebbe fare un po’ più di pubblicità all’operato del Centro, ma le iniziative benefiche non hanno bisogno di spot, vanno dritte al cuore e si divulgano come polline primaverile; è nello stile della Serva di Dio esercitare la virtù della Carità silenziosamente, perché una foresta che cresce non fa mai rumore.

Anche tu puoi “entrare” nel Centro, basta che metti a servizio degli altri ciò che puoi, sia un euro o il tuo tempo libero, tutto ha valore, anche un Gloria al Padre, quando viene fatto e detto con amore!

Nessuno può sentirsi esonerato e dire io non c’entro: se vogliamo un mondo migliore ognuno deve dare il suo con-tributo aiutando gli altri!

Chi invece, si trova in un momento di difficoltà, sa dove trovarci, qui non si fanno domande ma ci si impegna a dare risposte!

La Redazione

1983 – 2008

25 ANNI DI CAMMINODEL CENTRO MARIA BOLOGNESI

Finestre Aperte 7

UNA POESIA PER IL QUADROLe poesie premiate

Ancora una volta, grazie! Grazie a voi, che in tantissimi avete aderito alla nostra iniziativa! Le poesie ricevute – tante e pre-gevoli – mi hanno riportato alla mente una frase del poeta francese Pierre Reverdy: “Le poesie sono cristalli che sedimentano dopo l’effervescente contatto dello spirito con la realtà”, infatti leggendo i vostri versi si percepisce il tuffo delle vostre anime nel quadro di Maria Bolognesi e di quel tuffo magico arrivano gli “schizzi” emozionati ed emozionanti. Un dato incoraggiante: tra gli oltre cento partecipanti, molti giovani!

Il difficile è premiarne solo quindici, ma sono convinta che ogni partecipante scoprirà che “conoscere” la Serva di Dio è già un bel “premio” di consolazione!

Rubrica a cura di Ludovica Mazzuccato

PENNELLO E PASTELLI

Giuseppe Gentilidi Terni

Corazze temprate nell’urlo di tuoni,presenze e comparseracchiuse in spilli di luce.Spavalda dolcezza,pennello e pastelli.Artificio narrativo di colori,eco di sospiri rubatiche si svela dagli occhi di un gattoin teorie per aspirare futuro.Fecondità di carezzel’ombra delicata di una donnadi nome Mariache dietro le tendine a fiori della casaprepara diete in bianco per vecchi e malati.Una vertigine di sonnoche segna la vita calma delle radicinei nascondigli segreti di un delirio.Pennello e pastelli. Anticipi di paradisonell’edera che arrancatra le ragnatele di un’ombrae smaniose teoriedi illuminazioni e stupore.Pennello e pastelli. Tracce di Diotirate dritte, a calce biancacon i fili sottili del cuore.Scorte di applausiche accelerano ritmial polso e alle tempie.Senza amoresarebbe come morire di niente.

La fantasia del poeta entra nel quadro e aggiunge i suoi tratti per scrivere la sua parabola d’amore.

LA MAGIA DEL CREATO

Ibba Maria Celinadi Pomezia (Roma)

Infiniti e confusi orizzontiintrecciano volte bluastreche i primi raggi di sole rischiarano,mentre un lembo di cielosi stempera nel fiumeche sgorga dai montie sonnolento fruscia nel suo greto, tra bisbigli, chioccolii e sussurri.Fiorisce nella mente il ricordodei luoghi più amati,dei giovani sogni obliatie ritrovo la magia del Creatoche l’anima disgela.

Il Creato dipinto in questa poesia diviene specchio nitido per scorgere il volto del Creatore.

OSSERVANDO UN QUADRO DI MARIA BOLOGNESI

Enrica Balzanidi Parma

Geometrie di fiori e mattonie spruzzi di neve sul volto arrossatotra l’amaranto e le verdi curve della natura,nel sinuoso serpeggiare d’azzurro,riflesso nel’infinito movimento del cielo.

Una pennellata intensa che traccia un arcobaleno significativo. L’osservazione diviene canto di adorazione.

GRAZIE BUON DIO

Antonella Scagnolari di Lendinara (RO)

Hai creato su una candida telaciò che Dio ha creato per te:nuvole di bianco cotonedipinte in un cielo azzurro mare,verso il quale rivolgevi dall’animasoavi preghiere,profonde e sincere;verdi montibaciati da spruzzi di neveche Dio per l’uomo ha trasformatoin fresche acque e limpidi ruscelli,dove tu, Maria,chinata con grande umiltà,ti dissetavi tra questi rivi incantati,ringraziando il Signoreper tutte queste opere d’immenso amore.In ogni tuo colorec’è un segnale d’affetto,di grande ammirazione e vero stupore,per questo spettacolo donatocida Nostro Signore.Un inno alla vitaimmensa ed infinita.E tu sembri dire,con grazia sublime,dal profondo del cuore:“Grazie Buon Dio,perché in questo bellissimo mondoci sono anch’io”.

L’autrice si rivolge direttamente alla “pit-trice” Maria, con una poesia intimistica e delicata.

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Sulle ali della Poesia

FINESTRA SUL MONDO

Luciano Sommadi Napoli

Fantasmagoria di coloriAcqua che scorre scendendoDalla montagna giù a valle(stupenda natura)laddove con mani operosec’è chi cerca e trova da berela linfa sorgivaÈ un quadro che inneggia la vitasotto l’occhio di Diofinestra aperta sul mondo.

Il quadro diventa finestra aperta sul mondo, dove la vita scorre sotto l’occhio attento e benevolo di Dio.

IO LO SO

Ignazio Saggin di Padova

Io soda qual monte nasce la sorgentedi quest’acqua cristallinache, fatta torrente,scende alla collina apricae poi scorre fiume nel pratello,tra fiori rossi, bianchi e la verzura.

Lava, l’umile Serva,la veste oscura di tanti fratelli.Essa riesce candida, puraoh, non è più la stessa.

Come un canto di angioli belli,vanno intanto le nubi pel ciel cilestrino.Un cipresso e un castagnovigilano, vicino alla casetta anticacui fa cintura il muricciolo sghembo.Il bombo ronza nell’aria,nel favo fila il suo miele l’ape.

Sì, lo sodove la sorgente nasce:dal MONTE SANTO della PIETÀ DIVINA!

A questa riviera vivace, eterna,oh, come vorrei che tu, Maria,lavassi anche i miei poveri pannidi pellegrino, stanco e romitosulla solitaria via.

Agli occhi attenti del poeta tutto diven-ta parafrasi, simbologia profonda che lo avvicina ad una presa di coscienza.

OLTRE LE NUVOLE, IL CIELO

Anna Maria Chiapparodi Belvedere (SR)

Smania di colori, suoni senza suoni, canti senza voci.Fuoco che diventa amore su pendii senza sole,su verdi valli di speranze e miti pretese.Solitaria villa lontana cornice di una vasta luce...Tu lì, Maria, immersa in quell’acqua cristallinache spunta dal cielo e scende verso il mare.Tu lì, china ad aspettare.Aspetti ed accogli l’amore di quel tuo sposoche irrompe tumultuoso come torrente dimontagna che arriva e ti scompiglia,ti riempie e ti calma, ti avvolge e si placa...

Mentre tu prendi a piene mani, la vita nuova che arriva, rose un po’ curiosesi tendono a guardare quel nuovo amore.Sussurrano pian, piano una dolce canzoneportata dal vento:-Oltre le nuvole il cielo,sotto il cielo, la vita.-È un quadro la nostra vita, noi gli artistiche ogni giorno diamo una nuova pennellata.

Dall’osservazione del quadro l’autrice rie-sce a far emergere quasi una biografia toc-cante della Serva di Dio.

COLGO LA FONTE

Maurizio Orsidi San Donato Milanese (MI)

Colgo la Fonteda gocce di cielo!E dell’immenso mi sazio,nella consegna devota a “Tua” certezza,oltre ogni umana, “dolorosa” incertezza.

Leggere brezzee poi nuvole, come carezze;eterno incanto a nutrire ghiacciai.Nevi perenni, lontano, lassù;spegnendo arsure quaggiù, sopra campi al germoglio.E d’improvviso, zampilla al torrenteil “Tuo” possente richiamo!Non basse frequenze strozzate fra i rivoli,ma d’acqua-luce piene credibili.E chinandomi all’alveo, raccolgo alloragocce di cielo:gocce d’Amore incredibili,pronte a sfamare altre bocche.

Colgo la Fonte di questo “Tuo” dono!E nel mistero “Tuo” immenso,pronta al servigio,mi sazio!

La sensibilità dell’autore coglie nell’opera pittorica una “chiamata” che non si può ignorare.

A CASA

di Stefania Conte di Galatina (LE)

Così sfuggenti le nuvoletoccano il cieloe trascinano ricordi.Distante,un uomo si lava il viso,e la mente forse,dal male.Scorre quest’acqua,scorre e non s’arresta,è vita.Ed i tulipaniche il vento sospinge dolcemente,segni di curae dedizione,di presenza di donna,e prima ancora di Dio.Nuvole sulla casa,angeli custodi.

L’autrice coglie con originalità l’essenza del dipinto e capta la costante presenza di Dio nel cuore della Bolognesi.

FA’ CHE IO MI DISSETI

Ines Scarparolodi Vicenza

Nell’ondeggiareleggiadro dell’erbaio mi ristoromentre il rosso dei papaveririluce in festa agli occhi miei.

All’ombra delle frondesi acquieta il mio erraree nella Tua bellezzariposa il mio Spirito.

Fa’ che io mi dissetiDio dell’Immensitàall’acqua pura delle fontiche dalle vette scendecon gorgoglio d’Amore.

Allora, pago, vivròdella Tua Parola,come fresco ruscelloche riflette, nella trasparenza del suo andarele Vie del Cielo.

Un inno di lode poetico e toccante: l’autrice entra nel quadro e per dissetarsi a quella fonte di Amore inesauribile.

Finestre Aperte 9

Sulle ali della Poesia

“UNA POESIA PER LA VITA“UNA POESIA PER LA VITA””

Nuovo numero, nuova tematica. Inviateci entro il 15 novembre 2008, le poe-sie ispirate alle emozioni legate al dono della vita – il Bambino che nasce, l’anno nuovo che arriva, riflessioni sulla vita come bene da amare e rispettare, ecc. – che non superino i 30 versi, in un’unica copia, corredata delle proprie generalità e dell’autorizzazione al trattamento dei dati personali.Per spedire le opere (per posta, per fax o per e-mail in file .doc), per richiedere Finestre Aperte e ricevere informazioni, rivolgersi a:

Centro Maria Bolognesi Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo

Telefax: 0425.27931e-mail [email protected]

www.mariabolognesi.it

ECHI D’AZZURRI SILENZI

Andrea Rossidi Sestri Levante (GE)

Echi d’azzurri silenzi scendono a vallenel timido fiorire del nuovo giorno.Bisbiglia parolel’acqua del fiumeche l’animo disseta.Gocce di sognispiccano il volonel rosseggiare di papaverisulle ali dell’aria.Oltre i freddi palpiti delle bianche vettesussurra la vocedel Padre Celeste,fra spume d’ondedi prati senza confinisbocciano nel cuorepetali di preghiere.

Un viaggio sensoriale nel cuore di ogni pennellata per cogliere il messaggio di fede del dipinto.

I COLORI OLTRE LE CIGLIA

Anna Bimbattidi Castelmassa (RO)

Ancora esiste un luogo,non so se dietro il cieloo appena sotto,in cui i colori sono nitidicome nell’infanzia. Dovel’acqua scorre vivaa dissetare le labbra,non rinchiusa nell’immobilità della plastica di una bottiglia venduta al supermercato.Sembra esserci ancora un giardino,appena al di là delle montagne, di fiori bianchi da soffiareverso il cielo. A ospitarela voglia di corse vivaci, il bisogno di respirarearia nuova. Forse, dalla nostra finestra spalancata sui tetti delle altre case,possiamo ancora intuire un petalo rosso che soffia.Il sangue della natura che palpita, non così lontano. Sotto i grappoli di una luce intuibile appena oltreil bordo stanco delle ciglia.

Il dipinto diviene in questi versi un mondo parallelo in cui riscoprire il senso vero della vita.

UNA VOCE PER IL QUADRO

Rosa Furfaro Giovannini di Corporeno (FE)

Lascio che il fiume mi parli.Lascio che la sua acquadisseti la mia anima,che la sua voce risvegli l’amore per la Natura.Come una piantadissetata dalle radici alle foglie, lo scrigno del mio spirito, immerso in acque incontaminate, sarà rigenerato, se mi lascerò andare al suono della musica di quello che mi circonda:il vento tra le foglie,i ciottoli cullati dall’impeto dell’acqua, il fruscio dei fiori tra l’erba.Posso quasi sentirne i colori,a distinguere con l’animavoce per voce,ognuna nella sua unicairripetibilità.Chiudo gli occhie divento pensiero,leggera come il toccodi un pennello,fresca come una nota di colore.E leggera la mia anima si libera,mentre i colori diventano musica!

Il pensiero dell’autrice si trasforma in una sinestesia che permette di udire la voce del dipinto.

SETE DI TE

Maria Teresa Biason Martinellidi Orbassano (TO)

Sorgente di pura freschezza,acqua di neve,gocce di cielo, che scorrisu pratidi verde vestiti,stellatidi rossi papaveri,ristori il viandante,come la Parola del Padreplaca l’arsuradell’umana setedi Te.

Il ruscello, soggetto del dipinto, solca que-sta poesia per raggiungere i cuori assetati di fede.

IL MIO SOGNO IN UN QUADRO

Alfonso Miraglia di Napoli

Essere lassùdove fredda e gelidal’acqua scendein una sciarpa di sassidall’anima solitaria delle montagne

Respirare la semplice vitaquando i fiori riempionoi colori di un giorno e una casacon i suoi occhi veglia come madresu questa distesadi un infinito mare d’erba

Anziani alberi simili a barcheancorano le loro radicinella fresca terrae come alunni seguono la dolce e silenziosa vocedel maestro vento

Aria riempi la mia animavoglio rimaner quifelice di essere liberodalle rumorose catenee dalla frenesiadi un mondo che fuggein tutta fretta senza darsi mai una tregua

L’autore umanizza la natura dipinta come un provetto favolista: la morale è trovare il tempo per la propria anima.

10 Finestre Aperte

In questo numero di “Finestre Aperte” si ricorda (pag. 6) che il Centro Maria Bolognesi fu costituito a Oderzo, provincia di Treviso e Diocesi di Vittorio Veneto, nel mese di settembre del 1983.

Fin dall’inizio il Centro, attraverso la figura del suo Presidente, ha voluto rapportarsi direttamente con il proprio Pastore S.E. Mons. Eugenio Ravignani ed anche con S.E. Mons. Giovanni Sartori Vescovo della Diocesi di Adria-Rovigo, dove si è svolta la vicenda terrena di Maria Bolognesi.

Entrambi i Vescovi hanno favorito ogni iniziativa portata avanti come da statuto per far conoscere ed amare Maria Bolognesi, esempio luminoso di bontà e di dedizione all’umanità sofferente.

Il dialogo con il Vescovo Sartori si è poi fatto nel corso degli anni sempre più frequente e costruttivo, in modo particolare quando si è capito di poter promuovere in Diocesi di Adria-Rovigo la Causa di Canonizzazione di Maria.

Dal 1985 al 1988, anno in cui egli è stato chiamato alla sede arcivescovile di Trento, S.E. Mons. Sartori ci ha illuminati, guidati e sostenuti, invitandoci a scegliere un Postulatore per l’avvio della Causa stessa. Un anno più tardi, 1989, conscio delle nostre difficoltà, ci faceva dono del Postulatore nella persona del proprio fratello Padre Tito, già Postulatore Generale della Congregazione dei Servi di Maria a Roma.

A lui riconoscenti, da queste pagine lo ricordiamo e lo presentiamo ai lettori con le parole di Mons. Giorgio Seno, per molti anni suo segretario.

MONS. GIOVANNI MARIA SARTORIa dieci anni dalla scomparsa

Il 26 settembre di quest’anno si compiono dieci anni dalla morte di mons. Giovanni Maria Sartori, Vescovo della diocesi di Adria-Rovigo dal 1977 al 1988, trasferito poi alla sede arcivescovile di Trento dove, nel 1998, concluse il suo cammino terreno.

Il tempo trascorre veloce, ma la memoria di questo pasto-re resta sempre viva in quanti lo hanno potuto conoscere più da vicino ed hanno potuto apprezzare le sue doti di umanità e di intelligenza, la sua cultura e preparazione, la sua instanca-bile attività pastorale. Non è difficile per me, suo segretario per quasi vent’anni, andare a ritroso nel tempo e cogliere, sia pure in maniera sommaria e limitatamente al periodo della sua permanenza a Rovigo, gli aspetti caratteristici della sua personalità e quelli che hanno maggiormente segnato il suo ministero episcopale.

Immediato nel rapporto, mons. Sartori entrava subito in dialogo con l’interlocutore manifestando la sua cordialità e il suo calore. Con i sacerdoti, suoi primi collaboratori, desiderava stabilire un contatto di familiarità che veniva prima e andava oltre quello derivante dal ruolo che ognuno rivestiva. Nell’incontro con le comunità, soprattutto durante la lunga e particolareggiata Visita Pastorale, il Vescovo si trovava a proprio agio, esprimendo con la massima spon-taneità quella paternità che costituiva l’essenza del suo donarsi quotidiano.

La preparazione che gli veniva dagli studi compiuti e dagli incarichi svolti a Vicenza, sua diocesi di origine, gli consentivano di individuare e di promuovere iniziative fina-lizzate a tradurre nelle diverse realtà diocesane lo spirito e le indicazioni del Concilio Vaticano II. Lo sforzo per aiu-tare i fedeli laici ad essere consapevoli della loro dignità e vocazione all’interno della Chiesa e nel mondo, come anche la costituzione dei Consigli Pastorali parrocchiali furono la dimostrazione di questa passione vissuta con generosità e convinzione. La famiglia, i giovani e le vocazioni sono stati ambiti privilegiati verso i quali mons. Sartori rivolse le sue attenzioni e indirizzò l’impegno di tutte le comunità

cristiane. Il mondo del lavoro, che all’inizio degli anni ‘80 ha conosciuto in Polesine difficoltà e crisi, ha trovato nel Vescovo particolare sensibilità che lo ha portato a coinvolge-re e sollecitare l’impegno fattivo delle pubbliche istituzioni per cercare una soluzione ai problemi e offrire così motivo di serenità a tante famiglie.

Convinto del ruolo e dell’importanza dei mezzi della comunicazione sociale, mons. Sartori ha dato sempre il suo convinto sostegno al settimanale diocesano, facendo pure nascere Radio Kolbe, incoraggiando il direttore a portare avanti il progetto di questa emittente diocesana nonostante le difficoltà e gli ostacoli che hanno conosciuto i primi passi del suo cammino, e dando vita ad una Associazione che potesse garantirne la sussistenza economica.

Anche il campo missionario fu oggetto delle cure del nostro Vescovo, che sostenne e diede incremento alla pre-senza della diocesi allora da poco iniziata in Brasile, tenendo contatti con i sacerdoti oriundi della diocesi, stimolando l’impegno generoso delle comunità, recandosi personalmen-te più volte in Brasile e in Germania.

Le sue giornate erano sempre piene ed anche quando il ritmo diventava molto intenso a causa di incontri, visite e celebrazioni, egli trovava il tempo necessario per lo studio e la preghiera. Era questo infatti il segreto del suo infaticabile impegno e del suo costante ottimismo. Sapeva farsi puntual-mente presente nel momento del dolore e della sofferenza, soprattutto quando questi colpivano i sacerdoti o i loro familiari. La sua visita in quelle circostanze esprimeva sem-pre profonda partecipazione e condivisione, e la sua parola, ispirata alla fede, andava dritta al cuore portando serenità e consolazione.

Ricordandolo in questo decimo anniversario, sentiamo il dovere di rinnovare il nostro vivo ringraziamento a mons. Giovanni Maria Sartori per la sua esemplare dedizione e testimonianza, e al Signore per avercelo donato come guida illuminata e pastore sollecito.

don Giorgio Seno

Finestre Aperte 11

Alcune precisazioni sulla vita e la personalità di Maria Bolognesi

Mi rivolgo ai lettori del settima-nale la Settimana, organo di stampa ufficiale della Diocesi di Adria-Rovi-go, nella mia veste di legale rappre-sentante del Centro Maria Bolognesi.

So di dire delle cose risapute, però ho l’obbligo di ricordare che il Centro – di cui sono Presidente senza interruzione dall’8 settembre 1983, giorno della sua nascita davanti a notaio – si è assunto l’onere di essere parte attrice della Causa di Beatifica-zione e Canonizzazione della Serva di Dio Maria Bolognesi, Causa che ebbe inizio in Diocesi il 21 ottobre 1992.

A conclusione dell’istruzione pro-cessuale circa l’esercizio eroico delle virtù da parte della Serva di Dio, la Causa approdò alla Congregazione delle Cause dei Santi a Roma l’11 luglio 2000 e qui sta proseguendo nel suo iter secondo la prassi, in attesa che la Positio, allestita dal Postulatore Padre Tito M. Sartori, sia sottoposta all’esame dei Giudici del competente dicastero romano per accertare l’eroi-cità predetta.

Ricordo inoltre che a Roma si sta allestendo la Positio “super miro” ovvero sul fatto, ritenuto prodigioso, della guarigione del bimbo Marco Ferrari, quando questi aveva solo 27 mesi di vita, guarigione avvenuta nel 1994 per intercessione della Serva di Dio.

UNA DOCUMENTAZIONE INVENTARIATA CON CURA

Fatta questa premessa, è mio dove-re ricordare che tutta la documenta-zione raccolta sulla vita, le virtù, le opere e la fama di santità della Serva di Dio, è stata “inventariata – come dice il dott. Pierluigi Bagatin, peri-to storico della Causa – con cura e ordine scientifico”, archiviata presso il Centro Maria Bolognesi – che ha la sua sede a Rovigo in Via Giovan-ni Tasso, 49 – e qui custodita dalla

Una mistica che ha conosciuto doni preziosicon sofferenze ed incomprensioni

scrivente perché nulla vada perduto o manomesso.

Tutti questi documenti conservati sono stati inseriti tra gli atti proces-suali e depositati a Roma, per cui non è possibile accedere alla lettura degli stessi, neppure per ragioni di studio, senza una autorizzazione scritta da parte del Postulatore, e questo per non compromettere il buon esito della Causa.

È facile intuire il perché della sud-detta nota esplicativa, e se qualcuno volesse raggiungere il Postulatore e non fosse in grado di farlo, oppure non volesse disturbarlo al telefono o per iscritto, può sempre far ricorso al Vice Postulatore Mons. Daniele Peretto, oppure alla parte attrice che è il Cen-tro intitolato alla Serva di Dio.

Davanti a dubbi, incertezze o per-plessità inerenti alla vita della Serva di Dio, il così detto “fai da te” può diventare pericoloso in tutti i sensi, non solo, può diventare lesivo della stessa dignità di una creatura che “si staglia dinanzi ai nostri occhi con lo splendore che Dio infonde nelle anime umili piene di fede e di amore soprannaturale”(P. Tito Sartori).

Aggiungendo altre note informati-ve, ricordo che nel mese di settembre 2002 è nata anche la Casa Editrice “Edizioni MB” – di cui sono ammini-stratore unico – nell’intento di diffon-dere la figura luminosa della Serva di Dio attraverso degli studi biografici, preventivamente sottoposti al giudizio del Postulatore, e protetti anche dal Copyright.

Evidenzio pure che il Centro Maria Bolognesi dal 1990 ha iniziato a diffondere un proprio Notiziario, che nell’arco degli anni ha assunto le caratteristiche di un trimestrale di 16 facciate: si tratta di “Finestre Aperte”, il cui direttore responsabile è Mons. Daniele Peretto, consigliere spirituale del Centro e Vice Postulatore della Causa sopra citata.

OMBRE RECENTI

Di recente – aprile 2008 – le spo-glie mortali della Serva di Dio sono state esumate e traslate dal cimite-ro cittadino di Rovigo nella Chiesa Parrocchiale di S. Sebastiano martire a Bosaro, chiesa nella quale Maria Bolognesi ha ricevuto il s. Battesimo il 27 dicembre 1924.

Data la riservatezza, richiesta dalle leggi canoniche per questa e per ogni altra tumulazione privilegiata, non sono molte le persone informate su quest’evento piuttosto raro, anzi, il primo in Diocesi per una laica; non solo, mi risulta in modo inequivoca-bile che alcune informazioni circa il luogo della tumulazione sono distorte o incomplete, tanto che corre voce che la salma della Serva di Dio sia stata traslata nel cimitero di Bosaro.

Il dato raccolto non mi sorprende più di tanto, ma è stato prontamente evidenziato dalla parte attrice all’Au-torità competente, affinché gli esti-matori della Serva di Dio possano e sappiano ancora raggiungerla – per invocarla come in passato – nella sua nuova dimora.

Se e soprattutto quando tra la gente circolano notizie non corrispondenti alla verità, se poi queste stesse non vengono “denunciate” con rapidità, si corre il rischio che gli “errori” passino di bocca in bocca e si tramandino da una generazione all’altra.

È doloroso costatare che anche ai nostri giorni ci si imbatte spesso in tanti “errori” grossolani, che potreb-bero rasentare la calunnia nei con-fronti di Maria Bolognesi e dei suoi famigliari.

EQUIVOCO SULLA POSSESSIONE DEMONIACA

L’errore più clamoroso è quello di confondere il comportamento “stra-no” della Serva di Dio – oggetto di

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una dolorosissima possessione demo-niaca dal mese di giugno 1940 al mese di gennaio 1942 – con una malattia psichica, che avrebbe comportato un ricovero in manicomio.

Con fermezza e con la certezza di non essere mai smentita, affermo categoricamente che Maria ha varcato le soglie dell’Ospedale psichiatrico solo per una visita specialistica per una maggior comprensione delle ves-sazioni diaboliche cui era sottoposta da tempo con grandissime sofferenze. Sento però il bisogno di riportare una fonte manoscritta autografa dell’epo-ca per mano della signora Angelina Barban Piva, una vicina di casa di Maria Bolognesi a San Cassiano di Crespino (RO).

La stessa signora Piva, quando scopre che alcune persone del paese si sono date da fare per portare in macchina Maria presso l’ospedale psi-chiatrico per farla ricoverare, esclama: “No, quello non è il suo posto, quello non è il suo onore, voi non sapete cosa essa abbia, io sì lo so perché abito assieme, vi dico che se vole-te accompagnarla in manicomio per vostro capriccio almeno accompagna-tela prima dal Vescovo, quello è il suo posto, ha bisogno solo di Benedizioni e quello è tutto il suo male”.

E infatti sarà così, anche perché lo pretende la Beppa, ovvero la mamma di Maria!

La giovane, prima di essere visitata dal primario dott. Padovan, riceve-rà anche la benedizione dal Vescovo quando la macchina ebbe a sostare per qualche istante sotto le finestre del palazzo vescovile.

Il dott. Padovan – come riferisce la signora Angelina – accolta benevol-mente la giovane nel suo ambulatorio, l’ascolta con la massima attenzione, la visita con cura e alla fine afferma che Maria è sana di mente e che pertanto non potrà essere ricoverata in ospeda-le; non solo, si premura di confortare la giovane con queste parole: “Vai, vai Maria che non hai niente, mangia e bevi e sta’ contenta”.

Il rientro alla sua abitazione di S. Cassiano avrà luogo nella stessa giornata.

CHIAREZZA SU I DUE ANELLI

Termino questo articolo presen-tando anche altri errori che di tanto

in tanto si rinnovano intorno ai due anelli che Gesù donò a Maria nel corso del 1942 (primo anello) e del 1955 (secondo anello); lo faccio in modo sbrigativo lasciando parlare le loro foto. Poche parole di descrizione: nel primo caso si tratta di un piccolo anello con cinque perline, a significare le piaghe di Gesù; nel secondo caso, di un anello d’oro ove è inciso il volto dell’Ecce Homo.

Finisco riportando il giudizio dello storico dott. Pierluigi Bagatin sulla personalità di Maria: “Una persona dalla forte personalità, troppo spesso non compresa, derisa, segnata a dito. Una mistica senza crisi né notti spiri-tuali che della virtù della sofferenza e del sacrificio fece gli scalini per

salire verso l’alto. Una prediletta da Dio, destinataria di straordinarietà, che protesse con rigore in uno stupore riservato. Una serva di Gesù crocifis-so e del prossimo in difficoltà, in par-ticolare dei bambini, degli ammalati, degli smarriti. Una illetterata, quasi analfabeta, capace di un’efficace ste-nografia dei palpiti della sua anima. Una fonte inesausta di preghiera per la salvezza degli spiriti e la santifica-zione dei sacerdoti, corpo militante della chiesa” [Santi (e quasi) del Pole-sine, Antilia, Cornuda (2008)].

Giuseppina Giacomini

(da “la Settimana” n. 31, del 3 agosto 2008)

Nella foto i due anelli che Gesù donò a Maria nel corso del 1942 (primo anello) e del 1955 (secondo anello); il primo è un piccolo anello con cinque perline, a significare le piaghe di Gesù; il secondo è un anello d’oro ove è inciso il volto dell’Ecce Homo

Finestre Aperte 13

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Sabato 28 giugno e sabato 6 luglio, nella Chiesa Parrocchiale di S. Sebastiano Martire in Bosa-ro (RO), sono venuti da lontano due sacerdoti, Padre Cipriano Garcia (dalle Filippine) e Don Cicero Miranda (dal Brasile), per pregare sulla tomba di Maria Bolognesi. Riportiamo le loro omelie perché sono testimonianze fervide di come la Serva di Dio riesca ad “operare” anche nella vita dei sacerdoti per i quali, durante la sua vita terrena, ha sempre pregato tanto.

OMELIA di Don Cicero Miranda

Carissimi fratelli e sorelle,Ogni cosa che noi facciamo porta con sé delle conseguenze,

quindi anche le nostre scelte, sia che esse siano orientate al bene o al male.

Dico questo perché il mio ministero sacerdotale ha ricevuto una forte influenza dalla Serva di Dio Maria Bolognesi, battezza-ta proprio in questa chiesa, che ora accoglie i suoi resti mortali.

Sono un sacerdote brasiliano: nel 1998 fui inviato a Roma per fare i miei studi in teologia, avendo ricevuto una borsa di studio; alla fine di questo percorso teologico, era necessario continuare per ottenere la licenza però in quel momento non sapevo come pagare.

La Provvidenza venne in mio aiuto attraverso le suore Ancelle della Santissima Trinità di Rovigo, le quali hanno una casa anche in Brasile proprio nella mia città Maceiò. La Superiora mi pre-sentò ad un gruppo di persone che cercano di vivere la spiritualità della Serva di Dio Maria Bolognesi.

Con rapidità mi fu offerta la possibilità materiale di conclude-re i miei studi, durati due anni, e ancora oggi esse mi aiutano nel mio ministero in Brasile.

A Maceiò, dopo la mia ordinazione sacerdotale nell’ottobre 2003, sono stato scelto come Direttore spirituale dei seminaristi e insegno loro come professore; nel pomeriggio, ho l’incarico di cappellano nel locale ospedale.

Tutto ciò che facciamo noi interferisce nella vita delle persone che incontriamo.

Anche la Serva di Dio Maria Bolognesi ha scelto un giorno di seguire la via di Cristo; certamente in quel momento lei nemmeno immaginava quello che sarebbe potuto avvenire, e con semplicità ha aperto il cuore a Cristo e si è lasciata configurare a Lui nei sentimenti del cuore.

Oggi vediamo le conseguenze di quella sua scelta di vita.La carità di Cristo, che è passata attraverso la sua vita, ora si

sta riflettendo su di me e su di noi.Le letture della liturgia odierna, che ci parlano del cuore mite

ed umile di Gesù, ci dicono come deve essere il nostro cuore: per i discepoli di Gesù non c’è spazio per la superbia, né per l’arroganza.

Nell’Antico Testamento si dice che dobbiamo togliere i san-dali dei piedi, perché il luogo dove siamo è santo (...). Ci sono persone che ne danno una interpretazione letterale; in verità, quel-la espressione vuol dire che, quando entriamo in chiesa dobbiamo lasciar fuori ogni forma di arroganza per presentarci davanti a Dio con un cuore purificato.

Ora rendiamo grazie a Cristo che ha permesso esistesse tra di noi una persona come Maria Bolognesi; lasciamoci contagiare dal suo esempio per avere anche noi un cuore come quello di Cristo: mite ed umile.

Anche la nostra vita possa influire positivamente nella vita degli altri, soprattutto dei giovani.

Amen.

OMELIA di Padre Cipriano Garcia

Avevo preparato l’omelia sulle letture della messa di domani domenica 29 giugno solennità dei Santi Pietro e Paolo Apostoli, non ricordando che la messa vespertina della vigilia ha un suo formulario, quindi adesso è un segno che devo “buttarmi”.

Dicono che Maria Bolognesi faceva delle bellissime preghie-re, e sembrava leggerle da un librettino che teneva in mano, dove però non c’era niente di scritto, e lei faceva delle bellissime pre-ghiere. Allora pregherò Maria perché mi aiuti ad improvvisare le mie omelie.

Questo Vangelo è bellissimo: noi siamo fratelli di San Gio-vanni, quindi tutti i Vangeli di San Giovanni li abbiamo nel nostro cuore.

Ci sono tanti commenti a questo Vangelo (...): dicono che Gesù abbia chiesto per tre volte a Pietro se lo amava, come a ricordargli il suo perdono alle tre negazioni che Pietro aveva fatto.

Io però non credo che Gesù, volendo tanto bene a Pietro, volesse mettere il suo dito sulla ferita di Pietro, perché il fatto di avere rinnegato Gesù è già una ferita che lui aveva nel cuore; secondo me, attraverso queste tre domande, Egli ha voluto dimostrare l’importanza dell’amicizia che si deve avere con Lui, per accogliere la missione importante che doveva affidargli, di pascere le sue pecorelle, di pascere i suoi agnelli.

Pietro doveva diventare il Capo della Chiesa e vegliare su tutti: ci voleva perciò questa amicizia con Gesù. Anche noi abbiamo una missione da compiere con Gesù, e per compierla dobbiamo avere questa amicizia con Lui, questa intimità con Lui.

Penso che Maria Bolognesi ci ha lasciato un grande esempio di questa amicizia con Gesù. Non è facile essere amico di Gesù! Ricordiamoci le parole di Santa Teresa d’Avila, che diceva a Gesù: “adesso capisco perché hai così pochi amici, se li tratti così”. Infatti Maria soffriva tanto: è stata una grande amica di Gesù, è stata anche la sua sposa.

Quindi, se siamo amici di Gesù, dobbiamo accettare tutto ciò che ci chiede, e spesso ci chiede la sofferenza: è sofferenza nella gioia, attraverso la croce ci fa partecipare alla sua redenzione e alla sua gloria.

Una settimana fa sono stato ordinato sacerdote, ma anche voi tutti siete sacerdoti per il battesimo, e così dobbiamo accogliere questa missione di Gesù, come ha fatto Maria: l’amore per le anime, lo zelo per le anime.

Il prete inoltre è di fronte a Dio per intercedere per i propri fratelli, per la salvezza del mondo. Anche Maria l’ha fatto, spinta dal suo amore per Gesù, che le ha fatto accettare la sofferenza che Lui stesso ha vissuto: ha sperimentato addirittura la passione di Gesù.

Chiediamo a Gesù, per intercessione di Maria sua Madre, ed anche di Maria Bolognesi, di vivere nella gioia le sofferenze che vorrà mandarci, ma anche di offrirGli le nostre gioie.

Sia lodato Gesù Cristo.

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FOTO-TESTIMONIANZE

In questo caso a testimoniare come l’opera di carità pro-mossa dalla Serva di Dio continui, silenziosa e costante, sono delle fotografie del “dormitorio” che Padre Alhponso Francis – che opera nel villaggio di Guma, diocesi di Cal-cutta, vicino al confine con il Bangladesh, nella parrocchia di San Francesco Saverio – ha potuto realizzare anche con il contributo del Centro Maria Bolognesi. Si tratta di 25 posti letto per giovani poveri, privi di tutto. La gioia negli occhi di questi bambini dice più di mille parole.

Domenica 10 agosto 2008, giorno del Signore, la nostra amata amica Laura ha fatto il suo ingresso nella Santa Gerusalemme.Nella ricorrenza del trigesimo, la Redazione di Finestre Aperte desidera essere vicina alla soffe-renza delle famiglie Tesi e Olimpieri con questa testimonianza, indirizzata a Laura come lettera, con la certezza che i suoi occhi, rivestiti di Luce, scor-reranno il testo insieme a tutti i lettori del nostro Periodico.

LAURA…

… Ora vibrerà per sempre nei nostri cuori la dolcez-

za tutta nuova della tua celestiale bontà.Il tuo volto luminoso, pronto a regalare il con-forto di un sorriso, con-

tinuerà a dare nuove ali alla speranza di chi ti ha

conosciuta e amata.Splendida la tua capacità di dare e ricevere amore, come una finestra aperta dentro il cuore di Gesù e della Madre sua. Insieme a Loro e alla “nostra” Maria Bolognesi, hai scritto in cielo una corona interminabile di preghiere per le nostre anime in cammino, ridestando in noi la voglia di chiedere per-dono e di donarlo, sempre con fiducia e tanta fede.Saluto con profondo affetto la tua anima innamorata d’Infinito, assetata di Dio e di Gesù Eucaristia, sem-pre aperta all’avventura della grazia.Con gli occhi della fede, ora ti rivedo - creatura dolcissima - con una veste bianca, come quella di Trishala nel giorno della sua Prima Comunione: era il 29 giugno 2008!Come primavera che fiorisce, hai seminato intorno a tutti noi la fecondità dei tuoi “passi”, scanditi giorno dopo giorno in sintonia con il volere divino.La tua voce, calma e robusta, priva di lamento, accompagnerà il passo di Francesco che insieme a te ha creduto e risposto all’Amore.I vostri volti sorridenti resteranno non solo disegna-ti, ma anche incisi per sempre nel grande “piccolo cuore” di quella bimba che avete accolto come figlia con tanto amore; e Trishala, che ha ricambiato alla grande la vostra generosità, vi ha resi “genitori” esemplari.Laura carissima, tu che hai potuto gustare il sapore della vita che muore per risorgere nel SOLE, prega sempre con noi e per noi.

Giuseppina Giacomini

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Finestre Aperte 15

Comunicazione per chi riceve Finestre Aperte

TUTELA DATI PERSONALI

Nel rispetto di quanto disposto dal D. Lgs 196/2003 Le comunichiamo che i suoi dati fanno parte dell’archivio elettronico del Centro Maria Bolognesi e saranno usati esclusivamente per comunicarLe le nostre iniziative.In qualsiasi momento e gratuitamente Lei potrà richiedere modifiche, aggiornamenti, integrazione o cancellazione degli stessi attraverso richiesta scritta da inviare a:CENTRO MARIA BOLOGNESI - via G. Tasso, 49 - 45100 ROVIGOIn caso di cancellazione del nominativo non potremmo più spedirLe alcuna informazione.Non ricevendo nessuna comunicazione in merito, ci consideriamo autoriz-zati a conservare nel nostro archivio elettronico i Suoi dati personali nel rispetto del D. Lgs 196/2003.La ringraziamo per l’attenzione e cogliamo l’occasione per augurare pace e serenità a Lei e a tutti i suoi cari, con un ricordo nella preghiera.

Centro Maria Bolognesi

Vicenza, 1 giugno 2008

Cari amici,Oggi ho però il piacere di raccontarvi della mia visita

alla tomba della nostra Maria. Mio marito ed io siamo partiti abbastanza presto, nel pomeriggio e siamo arrivati verso le 15.30: è stata un’emozione davvero grande quella di vedere da vicino dove Maria riposa. La Chiesa è molto bella, c’era silenzio e l’aria era di preghiera. Ho acceso dei ceri, per tutti i miei cari ma anche soprattutto per coloro che soffrono; anche la cara amica che avevo portato con me è stata felice di entrare e parlare con Maria e con Dio nella quiete di que-sta antica Cattedrale, che pur ha, nelle varie cappelle, delle meravigliose statue lignee. Ho avuto anche la gioia di trovare in Chiesa un’altra vostra pubblicazione, che non conoscevo: “Ho creduto all’amore”. Vi abbraccio con affetto e affido tutti noi a Maria che ci vuole un mondo di bene!

Ines

Siena, 26 giugno 2008

Carissimi Amici,ho ricevuto il giornalino e ho trovato tanta pace. In Fine-

stre Aperte ho trovato l’omelia di padre Raffaele: è veramente preziosa! Mi ha fatto riflettere sul modo sbagliato che abbia-mo di affrontare le preoccupazioni giornaliere, veramente è necessario tenere il nostro sguardo fisso sulle vite dei Santi. Ho un gran desiderio di venire alla nuova tomba di Maria, spero di poterlo fare, vi saluto con affetto e grazie ancora.

Fiorella

La POSTA di MARIA

Roncade (TV), 10 luglio 2008

Siamo una coppia che fa parte di un gruppo formato da 15 persone che, periodicamente, si ritrovano assieme, per prega-re. Abbiamo, casualmente, scoperto il vostro sito, e, con esso, la meravigliosa figura di Maria; GRAZIE per avercela fatta conoscere. Stiamo approfondendo, grazie ai vostri dati, come facciamo settimanalmente nei confronti delle “ anime belle”, la sua conoscenza. […]

Grazie.Donatella e Marino

Abbiamo raccolto in un cd, foto, video e docu-

menti riguardanti la traslazione-tumulazione

delle spoglie mortali di Maria Bolognesi.

Si tratta di una produzione “casalinga”, ma

comunque in grado di trasmettere gli emozio-

nanti passaggi di un evento “storico”.

Per riceverlo basterà contattarci e donare una

piccola offerta!

La Redazione condivide la gioia della Presidente Giuseppina Giacomini per la nascita del nipotino AlessandroAlessandro, nel giorno 13 luglio 2008.

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Preghiera

Spedire a: Centro Maria Bolognesi - Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo

Ogni mese, il giorno 30, alle ore 9.00 (se festivo ore 10.30),

viene celebrata una S. Messaper la Serva di Dio

Maria Bolognesi presso il Tempio cittadino “La Rotonda” di Rovigo

(Per il 21 ottobre 2008 servizio gratuito di pullman da Rovigo a Bosaro e ritorno con prenotazione al Centro Maria Bolognesi tel. 0425.27931 / 0425.23489)

Martedì 21 ottobre 2008

ore 10.30 Chiesa parrocchiale di S. Sebastiano

S. MESSA presiede

S.E. Mons. Alfredo MagarottoVescovo Emerito della Diocesi di Vittorio Veneto

CENTRO MARIA BOLOGNESI - Rovigo

84° Anniversario della nascita di Maria Bolognesi

a BOSARO (RO)

dove la Serva di Dio nacque, venne battezzata e riposa