Linguistica-italiana_zublena_Elementi Di Linguistica Italiana

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    Bonomi Masini Morgana PiottiElementi di linguistica italiana

    [ATTENZIONE_ riassunto SOLO del capitolo 2!]

    II Le strutture dell'italiano

    2.1 Fonologia

    Fono: minima entit fonico-acustica della lingua; Fonema: minima entit linguistica con valore distintivo, non dotata di signifcato in s

    ma capace di distinguere due parole dal punto di vista semantico (pane \ cane, btte \btte);

    Coppie minime: coppie di parole che si oppongono per il fonema. ( );

    Sistema fonologico: insieme dei fenomeni che compongono una lingua; Fonologia (fonematica): settore di studio che tratta dei fonemi; Fonetica: settore di studio riguardante i foni.

    Dalla linguistica strutturalista di Andr Martinet:

    Doppia articolazionedella parola:1. Morfemi, elementi dotati di significato2. Fonemi, non dotati di significato

    Es. andavamo > and- (composto dai fonemi a + n + d) morfema di movimento, -av(a + v)morfema di tempo, -amo(a + m + o)morfema personale

    Saussure: segni linguistici= significante + significato (+ referente anche, ma non per iconcetti astratti che non hanno corrispettivi sensibili)

    Vocale: fono pronunciato senza che l'aria incontri alcun ostacolo nel canale orale (le vocalisono tutte sonore)

    a e i o uC anteriori >>>

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    o Fricative (spiranti): l'aria passa attraverso uno stretto canale, producendo unfruscio; [s], [f]

    o Nasali: l'aria viene emessa dalle fosse nasali; [n], [m]

    Affricate (semiocclusive): consonati la cui pronuncia iniziacon un suono occlusivo, perpoi lasciare posto ad un suono continuo, articolato nello stesso punto del precedente,

    [t] di cena, [ts] di zio;

    Luogo di articolazione:

    Bilabiali: pronunciate unendole due labbra e poiaprendole, [ p], [b]; Labiodentali: pronunciate coinvolgendo il labbro inferiore e l'arcata dentale superiore;

    [v]; Dentali: pronunciate con la lingua a contatto con la parte interna dell'arc. dent. sup.;

    [t], [d]; Velari: pronunciate con chiusura del velo palatino; [k], [g]; Palatali: pronunciate con la lingua che tocca il palato; [],[];

    Rispetto alla loro forza articolatoria, le consonanti possono poi essere brevi(anche tenui, oscempie) e lunghe (anche intense, o doppie9. in posizione intervocalica, sono sempre lunghe:[

    ] in lasciare, [

    ] in impegnato, [] in tagliare, [ts] in azione, [dz] in azoto.

    Semiconsonanti [ j] e [w] : foni vicini alle due vocali corrispondenti, [i] e [u], di durata pibreve rispetto ad esse. Le semiconsonanti non possono maiessere accentate e si trovano neidittonghi ascendenticomposti da semiconsonante + vocale: ieri, uomo.

    Semivocali: se [i] e [u] seguono una vocale sono considerate semivocali. Il dittongoformato da vocale + semivocale discendente: laico, feudo.

    Ad alcuni grafemi dell'alfabeto normale corrispondono due foni, anche molto diversi fra loro:

    E > [

    ] di belloe [ e] di verde; O > [ ] di cosa e [ o] di torre; C > [k] di casa e [ t] di cena; G > [g] di agoe [ d] di gente; S > [s] di solee [ z] di uso; Z > [ts] di azionee [ dz] dizona.

    Vi sono poi grafemi a cui non corrispondealcun fonema specifico: /h/ e /q/in italiano nonhanno alcun valore fonetico, ma solo diacritico, servono cio a distinguere suoni diversi./h/ dopo ce ge prima di eed i, distingue la pronuncia della occlusiva velare rispetto aquelladell'affricata palatale: chiaro/ci, ghiro/gelo.

    (Qualche annotazione sulla ein italiano standard):

    Suono aperto [

    ] (molto diffuso in Lombardia, anche pi del corretto):

    Nel dittongo ie; Nei gerundiin - endoe nei participi in - ente( sapendo, sapiente); Nelle forme di 1 e 3 pers. del condizionale e del passato remoto ( dovrei,

    dovrebbe, dovrebbero stetti, stettero);

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    Nelle parole terminanti in -ello/-ella ( cartella, cartello), -enza (partenza), -eria/-erio( drogheria,putiferio), -estra/-estre/-estro( maestra, maestre, maestro).

    Suono chiuso [e]:

    Negli infinitiin -ere ( vedere); Nelle forme del futuro semplice ( vedremo, vedrete), dell' imperfetto indicativo e

    congiuntivo( vedevo, vedessi); Nell terminazione avverbiale -mente( chiaramente); Nei suffissi, -eccio ( cicaleccio), -eggio ( maneggio), -ese ( cinese), -ezza ( carezza), -

    mento( lamento); Nei diminutivi -etta/-etto( bambinetta, giretto).

    Esistono poi coppie di parole che si differenziano solo per la pronuncia [] o [e]:pscafrutto e pscasport, accttaforma del v. accettare e accttasostantivo.

    (Qualche annotazione sulla s in italiano standard):

    Suono sordo [s] (maggior parte delle parole, molto diffuso al Sud):

    Passato remoto e participio passato in -si, -so, -so, -si ( compresi, roso); Aggettivi in -se e -so ( inglese, curioso) con alcune eccezioni che hanno la sonora

    (francese, palese, cortese, paese); Numerose parole (casa, cosa, cos, naso, riposo, riso).

    Suono sonoro [z]:

    Passato remoto e participio passato in -usi, -uso, -isi, -iso( chiusi, illuso); Parole inizianti in -esseguita da vocale ( esatto, esaltato) Numerali in -esimo( ventesimo);

    Nelle voci dotte battesimo, cresia, crisi, genesi, crasi, apoteosie nelle pi comuni caso,base, mese, musica, rosa, uso.

    Esistono anche in questo caso coppie di parole distinte semanticamente dal suono dellas: [ki

    se] voce del verbo chiedere e [ki

    ze] plurale di chiese.

    Fenomeni di fonetica sintattica:

    Rafforzamento o raddoppiamento fonosintattico: consiste nella pronunciarafforzata della consonante iniziale di parola quando questa sia preceduta dadeterminate parole, terminanti in vocale, che hanno la propriet di provocare ilrafforzamento. Le parole che hanno propriet rafforzativa sono:

    Tutti i monosillabi accentatie numerosi monosillabi non accentati ( a, e, che,

    fra, ma, no, va) ; Tutti i polisillabi tronchi(perch, and); Alcune parole piane (come, dove, qualche, sopra, ogni); I nomi delle lettere dellalfabetoe delle note musicali.

    Il fenomeno presente nellitaliano standard e nella pronuncia di tutta lItalia centrale emeridionale, completamente assente nellItalia settentrionale. Il fenomeno si rifletteanche nello scritto, per due parole scritte unite: accanto, daccapo, davvero, ognissanti,soprattutto.

    Elisione: caduta di vocale finale davanti a parola iniziante per vocale, rappresentatagraficamente con lapostrofo (sulluscio, damore);

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    Troncamento o apocope : caduta della parte finale di una parola, pi spesso di unavocale, sia davanti a vocale sia davanti a consonante (purch non s preconsonantica, z,gn, x, ps). Pu essere vocalico, come andar bene, vuol fare, oppure sillabico, come quelcane, fra Cristoforo. Il troncamento vocalico riguarda solo le vocali atone precedute dal, r, n, e, meno frequentemente, m.

    > accorgimento pratico: controllare se la parola pu essere elisa anche davanti a consonante:sulluscio con lapostrofo perche sull non pu ricorrere davanti a consonante (* sull tavolo );un uomosenza apostrofo perch unsi usa davanti a consonante (un cane); qual era perch sipu scrivere qual buon vento.

    La sillaba costituita da un fonema vocalico o da un insieme di fonemi tra i quali devenecessariamente esservene uno vocalico, pronunciati con ununica emissione di voce.Distinguiamo tra sillaba aperta, che finisce con una vocale (ca-sa) e sillaba chiusa, chefinisce con una consonante (cas-sa).

    Principali norme per la divisione e in sillabe:

    Una vocale iniziale seguita da una sola consonantefa sillaba a s: e-de-ra. Una consonante semplicefa sillaba con la vocale che segue: ca-sa. Le consonanti doppiesi dividonotra due sillabe: sot-to. Gruppi di due o tre consonanti diverse fanno sillaba con la vocale seguente se

    possono trovarsi allinizio di parola: ca-pra, ma-gro (infatti prato, grosso).Altrimenti, sono divisitra due sillabe: cal-ma, tor-ta(infatti * lmo * rl);

    Dittonghi e trittonghi sono indivisibili ( ie-ri, suoi, a-iuo-la). Possono essere divisedue vocali in iato (pa-u-ra,pi-o-lo) .

    Digrammi e trigrammi non si dividono (ca-gna, a-glio)

    Laccento in italiano di tipo intensivo, cio conferisce alla sillaba accentata una maggiore

    intensit o forza articolatoria.Sillabe accentate tonicheSillabe non accentate atone

    Sillabe accentate sull ultimasillaba tronche (o ossitone) (virt,per);Sillabe accentate sulla penultimasillaba piane(o parossitone) (casa, volere);Sillabe accentate sulla terzultimasillaba sdrucciole(o proparossitone) (tnebra);

    pi raramente,

    Sillabe accentate sulla quartultimasillaba bisdrucciole( scvolano, cpitano);Sillabe accentate sulla quintultimasillaba* trisdrucciole( vncolameli).*forme verbali composte con pronomi atoni

    Le parole prive di accento sono chiamate clitiche: Enclitiche, se si appoggiano alla parola precedente, unendosi anche graficamente ad

    essa (vistala, dirvi); Proclitiche, se si appoggiano alla parola che segue, restandone graficamente separate

    (mivede, lochiamo).

    Alcune parole possono avere una doppia accentazione, soprattutto parole che hanno unaorigine greco-latina (dile\edle, dema\edma, mmesi\mimsi, sclrosi\sclersietc.) .

    Accento e intonazione = tratti soprasegmentali (perch riguardano sequenze di foni, al disopra dei singoli segmenti fonici).

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    L intonazione riguarda le modalit di pronuncia di insiemi di parole, detti gruppi tonali: sipu definire gruppo tonale un segmento di discorso orale tra due pause e caratterizzato da unparticolare andamento. Gli elementi che caratterizzano un gruppo tonale sono il tono, cio lafrequenza delle vibrazioni delle corde vocali, la distribuzione e l intensit degli accenti.Landamento intonativo di un enunciato, percepibile soprattutto nella sua parte finale, viene

    chiamato tona. Tona conclusiva andamento discendente ( tutto sommato, credo che tu abbia

    ragione); Tona interrogativa andamento ascendente (vuoi sempre avere ragione tu?); Tona sospensiva (per essere sinceri, con un picco seguito da discendenza in

    sinceri).

    2.2 Morfologia e morfosintassi

    Con il termine morfologia, voce dotta di terminazione greca, si indica il settore relativo allaforma delle parole.

    Ambiti disciplinari:

    Morfosintassi: relazioni tra forma e funzioni, tra la forma e il suo uso in unione conaltre parole (ad es., esaminando luso di lui come soggetto al posto di egli si fa dellamorfosintassi.);

    Morfologia flessionale: studia e descrive la flessione delle parole, la loromodificazione formale in relazione alle diverse funzioni grammaticali (marca di genere enumero nel nome, declinazioni dei tempi verbali etc.);

    Morfologia derivativa: analisi dei meccanismi che fondano la derivazione di parole datermini-base (suffissi, prefissi etc., vedi cap. 2.6);

    morfemi flessionali \ morfemi derivativi

    La lingua italiana pu essere definita parzialmente flessionale, o flessiva, in quanto affidaalla flessione lespressione di alcune funzioni, come la persona, il modo e il tempo del verbo,mentre per altre ricorre a elementi diversi.

    La grammaticografia italiana si fondamentalmente basata sullo schema seguito dai latini[nome, verbo, participio, articolo, pronome, avverbio, preposizione, congiunzione], con iseguenti cambiamenti: reintroduzione dellarticolo, che si era formato nel passaggio dal latino

    alle lingue romanze, separazione dellaggettivo dal sostantivo, ed eliminazione del participiocome classe autonoma. Cos, le parti del discorso individuate dalla grammatica italiana sononove.

    Tre criteri di classificazione:

    1. criterio logico-contenutistico: si basa sul contenuto di ci che le stesse categorieindicano (il nome per persone, animali, cose; il verbo per azioni, stati di cose etc. ) designa una classe o una categoria, deriva dal dimostrativo latino illecon aferesi.Indeterminativo > designa il membro di una classe, un oggetto o una persona generica.

    In italiano standard i nomi geografici di citte di isola piccolanon vogliono il determinativo,mentre lo richiedono quelli di continente, di nazione, di regione e di isola grande, dimonti, di laghi, di fiumi.

    (e poi tutto il discorso del determinativo di fronte a nome proprio al Nord, e le varieoscillazioniduso tipo lo\il pneumatico, lo\il xilofono, i\gli gnocchietc.)

    Nome

    Classificazione in base al significato:

    Nomi propri: designano un particolare individuo di una specie o categoria; Nomi comuni: designano ogni possibile individuo di unma specie o categoria (tavolo,

    uomo); Nomi collettivi: designano un gruppo di individui (mandria); Nomi concreti: designano oggetti percepibili sensibilmente (ciliegia, luce); Nomi astratti: designano concetti (bont)

    Nomi numerabili > oggetti o entit delimitabili, che possono esistere in una pluralit ( casa,

    scarpa)Nomi non numerabili > sostanze amorfe o materiali generici ( acqua, latte, sale,legno)

    Aggettivo

    Laggettivo pu essere definito come quella parte del discorso, variabile per genere e numero,che serve a modificare il nome a cui si riferisce, dal punto di vista della qualit (agg.qualificativo) o della determinazione (agg. determinativo).

    Aggettivo qualificativo:

    Funzioneattributiva > si collega direttamente a un nome ( un ragazzo allegro); Funzione predicativa > si collega ad un verbo ( quel ragazzo allegro); Funzione avverbiale > usato al posto di un avverbio ( gli piace guidare veloce).

    Distinzione in gradi (comparativo di uguaglianza, maggioranza e minoranza \ superlativorelativo e assoluto)

    Aggettivo relazionale: derivato da un nome, esprime una relazione stabile con il nomeda cui deriva. Suffissi tra i pi comuni di derivazione dei r. sono ad esempio -ale (finale), -ano (italiano), -are (solare), -ario (finanziario), -ico (filosofico). Gli aggettivi r. nonpossono avere il comparativo e il superlativo (*finanziarissimo, *pi finale).

    Aggettivo determinativo:

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    Possessivi ( il mio cane, - n.b.: proprio va usato solo solo in riferimento al soggetto

    della frase); Dimostrativi (questo cane); Indefiniti (alcuni cani); Interrogativi (quale cane?);

    Esclamativi (che cane!); Numerali ordinali (due cani).

    I dimostrativi si possono distinguere in un microsistema tripartito:questo > indica oggetto o persona vicina allemittente;codesto > indica oggetto o persona lontano dallemittente e vicino al

    ricevente;quello > indica oggetto o persona lontano da entrambi.

    Pronome

    Il termine pronome (pronomen) indica una parola che sta al posto del nome []: esso puanche sostituire unaltra parola diversa dal nome o addirittura unintera frase, e pu avereanche funzioni diverse da quella sostitutiva come evitare ripetizioni (f. stilistica), indicarequalcosa (f. deittica), o congiungere due proposizioni (f. sintattica del relativo).

    Pronomi personali: non indispensabili come soggetto al verbo ( sufficiente laflessione verbale). Al posto di ioe tusi devono usare mee te:

    o Dopo comee quanto( sono stanco quanto te, sei scemo come lui)o Nelle esclamazioni (povero me!)o Dopo la congiunzione e: io e te andremo daccordo.

    Il pronome soggetto di 3 persona pu avere, oltre alla normale funzione deittica, ancheuna funzione anaforica, quando riprende un soggetto precedentemente espresso.In generale, lui-lei-loro sono pi tipici del parlato e dellespressione (anche scritta)informale.Queste forme si usano:

    o Dopo comee quanto;o Nelle esclamazioni;o Quando si vuole mettere in rilievo il soggetto, e in questo caso il pr. posto

    dopo il verbo (lha detto lui);o Nelle contrapposizioni (lei suona il piano, lui la tromba);o Dopo la congiunzione e: io e lui non ci conosciamo;o Preferite anche dopo anche, neanche, nemmeno, pure, neppure.

    Luso scritto mostra ua sempre maggiore tendenza allellissi del pronome personalesoggetto (giornalismo).

    Pronomi tonici > dotati di accento fonico proprio;Pronomi clitici > privi di accento proprio, appoggiati alla parola che li precede

    (proclitici \ enclitici).

    Pronomi allocutivi: pronomi usati per rivolgersi a qualcuno; tu, lei(ormai poco voi eloro)

    Pronomi dimostrativi: questo\i, quello\i.

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    Pronomi interrogativi: che cosa, cosa e che, equivalenti sullasse funzionale madifferenziati secondo un criterio diatopico. A che cosa i settentrionaliprefersicono cosa, i meridionali invece prediligono che.

    Pronomi relativi: consentono di collegare due proposizione tra loro. Il pi comune che, che pu fungere da soggetto, complemento oggetto; come soggetto e come

    complemento indiretto si usa anche il\la quale, opportuno quando che pu essereambiguo perch riferibile a pi di un antecedente (non abbiamo potuto vedere lacappella del Duomo, la quale era in restauro pi preciso di non abbiamo potutovedere la cappella del Duomo, che era in restauro). La forma invariabile dativale cuinormalmente preceduta dalle proposizioni nelle forme a cui, di cui, per cui etc. inalternanza a al quale, dal quale,per il qualee cos via.

    I vari usi del chepolivalente : Causale: copriti che fa freddo; Consecutivo: corri che riesci a prendere il treno; Esclamativo pleonastico e reduplicato : che bella che sei, che caos che

    c;

    Uso pleonastico in coppia con unaltra congiunzione di per s sufficiente:mentre che, come che.

    Verbo

    Il verbo, che a partire dagli antichi Greci stato riconosciuto come il centro della frase, con ilquale gli altri elementi entrano in relazione, pu indicare unazione svolta da soggetto, unostato del soggetto, oppure una relazione tra il soggetto e il nome del predicato.

    Categorie morfologiche:

    Modo

    Indica latteggiamento che il parlante assume verso la propria comunicazione e il tipodi comunicazione che egli instaura con il suo interlocutore (certezza, dubbio, comandoetc.).

    o Modi finiti la persona determina la flessione (ind., cong., cond.,imper.);

    o Modi indefiniti infinito, participio, gerundio (forme nominali del verbo)

    Tempo

    Indica il rapporto cronologico tra lazione espressa dal verbo e il momento in cui vieneproferito lenunciato, o tra unazione e laltra, con rapporto di relativit tra due azioni.

    Tempo fisicovs. tempo linguistico(presente storico)

    Persona

    Determina la flessione morfematica delle forme verbali. Diatesi

    Detta anche voce, esprime il rapporto logico del verbo con il soggetto e loggetto.

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    1. attiva il soggetto grammaticale coincide con lagentedellazione;

    2. passiva il soggetto grammaticale subisce lazione;3.

    riflessiva il soggetto e loggetto coincidono.

    Aspetto

    Poco studiata per litaliano, pu essere definito la categoria grammaticale che esprime idiversi modi di osservare la dimensione temporale interna alla situazione descritta dalverbo stesso.

    Si distinguono: Perfettivo eventi conclusi (passato prossimo eremoto)

    a. Perfetto aoristico: lazione non ha riflessi nel presente (p.rem.)

    b. Perfetto compiuto: gle effetti perdurano nel presente (p.

    pross.)

    Imperfettivo eventi visti nel loro svolgersi (imperfetto)

    Aspetto progressivo( mentre mangiavo, stare + gerundio) Aspetto continuo( da giovane andavo, used to)

    Sulla classificazione dei verbi, una classificazione funzionale:

    Verbi predicativi: indicano unazione svolta dal soggetto o uno stato di esso.

    Verbi copulativi: collegano il soggetto (anche sott.) con un aggettivo o uno nome.(essere, sembrare, apparire, diventareet similia).

    Oltre a queste funzioni, i verbi, nelle forme indefinite possono avere altre funzioni:attributiva, analogamente allaggettivo (le case abbandonate fanno tristezza), avverbiale,modificando un verbo o una frase (vive sognando), referenziale, come un nome (dormire necessario).

    Sempre sulla funzione sintattica:

    Verbi transitivi hanno un complemento oggetto ( mangio la mela)Verbi intransitivi non hanno un complemento oggetto ( dormo poco)

    Verbi ausiliari si uniscono ad altri verbi per dare luogo alle forme composte(avere, essere)Verbi modali (servili) in composizione con linfinito, prendono in genere lausiliareavere, anche se la

    norma indica luso dellausilare proprio dellinfinito retto dal verbomodale.Verbi fraseologici preposizione+infinito, o infinito+gerundio. Con questi v. si formano leperifrasi

    verbali , che indicano un particolare modo di essere dellazione di unverbo:

    Imminenza: stare per, essere sul punto di; Inizio: cominciare a;

    Durata: stare+ gerundio; Continuit: continuare a; Conclusione: finire di, smettere di.

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    Dal punto di vista morfologico:

    Verbi regolari: la flessione segue la regolarit delle forme per le tre coniiugazioni; Verbi irregolari: presentano irregolarit di flessione (varie, tipo andareal p. rem); Verbi difettivi: hanno solo alcune forme (esimere, competere difettivi di passato

    remoto e participio); Verbi sovrabbondanti: appartengono a due coniugazioni (are + ire o ere + ire :

    arrossire\arrossare, compire\compiere). Verbi impersonali: non hanno un soggetto determinato, si usano nella forma della

    terza persona singolare (tempi meteorlogici, sembrare, occorrere, bisognare). Qualsiasiverbo pu essere usato in forma impersonale con la particella si: si dice, si fa. Stessafunzione hanno le costruzioni con qualcuno, uno, un tale.

    Verbi riflessivi: oggetto e soggetto coincidono. I riflessivi reciproci esprimono unrapporto scambievole (il gatto e il cane si odiano).

    Verbi intransitivi pronominali: intransitivi (non riflessivi) preceduti dai pronomioatoni mi, ti, si, ci, vi( mi vergogno).

    Sulluso dei tempi in diamesa:

    Presente

    Oltre al normale impiego per indicare unazione contemporanea al momentodellenunciazione, viene molto usato, soprattutto nella lingua scritta, comepresente storico. Tipico invece del parlato il presente al posto del futuro, peazioni collocate in un futuro prossimo (domani parto).

    Passato prossimo e passato remoto

    Il passato prossimo tende a diffondersi a spese del passato remoto, tendenzapenetrata nellitaliano neo-standard su influenza dellitaliano settentrionale, dovemanca il passato remoto. NellItalia meridionale, invece, eclusivo il passatoremoto.

    Imperfetto

    Limperfetto presenta soprattutto nel parlato molti usi che ne trascendono la valenzatemporale, assumendo piuttosto funzioni modali:

    o Imperfetto ipotetico: al posto del condizionale (facevi meglio a starezitto);

    o Imperfetto irreale: tipico dei sogni e situazioni immaginarie (ho sognatoche facevo);

    o Imperfetto ludico: usato dai bambini nei loro giochi (facciamo che ioero);

    o Imperfetto di cortesia: comune negli acquisti (volevo un etto diprosciutto);

    o Imperfetto di pianificazione: per unazione programmata ma non ancoraverificatasi (cosa fai domani? domani andavo in biblioteca).

    Quanto ai modi:

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    Indicativo: modo della realt e della certezza; Congiuntivo: modo del dubbio, dellincertezza e della speranza; Condizionale: modo delleventualit, subordinata a una condizionale; Imperativo: modo del comando.

    Infinito: valore verbale (proposizioni infinitive) o valore nominale (infinito

    sostantivato); Participio: valore verbale o valore nominale o aggettivale (lamante, la porta

    chiusa); Gerundio: divesi valori logici (causale, temporale, modale).

    Lestensione dellindicativo a spese del congiuntivo un fenomeno che investe la linguaitaliana, molto presente nella lingua parlata (per proposizini oggettive, soggettive, relative,consecutive p.115), propria soprattutto delle regioni centro-meridionali.

    Parti invariabili

    Congiunzioni hanno la funzione di congiungere tra loro elementi o proposizioniallinterno del periodo. Se congiungono proposizioni possono essere coordinative osubordinative. Sia sesia ma sono oggi usate nella lingua scritta anche allinizio di un periodo,assumendo cos una funzione di collegamento non tra proposizioni ma tra parti di un testo(congiunzioni testuali).

    Preposizioni sono preposte ai nomi di cui determiano la funzione (specificazione, luogo,tempo). Possono, come le congiunzioni, introdurre delle proposizioni, ma solo le subordinateimplicite (mi preparo per uscire, vado a fare la spesa).

    Avverbio pu aggiungere significato o modificare il verbo (legge molto), laggettivo (molto bella), o anche la frase intera (sinceramente non ti capisco). Possono anche esserciaggettivi usati come avverbi (parla chiaro, corre veloce).

    Interiezione ha principalmente una funzione espressiva, ed caratteristicasoprattutto della lingua parlata (ah, eh, boh, mah, ehi)

    Di recente la linguistica testuale e pragmatica ha individuato, in riferimento principalmente allalingua parlata, i segnali discorsivi. Sono elementi che, in parte svuotandosi del lorosignificato e della loro funzione originaria, assumono valori aggiuntivi a hanno certe funzioniallinterno del teso: sottolinearne la strtturazione, fungere da riempitivi, evidenziare il rapportocon linterlocutore etc. Si distinguono i connettivi, che segnano collegamenti e rapporti logici

    (e, ma, perch, dunque), e i demarcativi, che hanno la funzione di marcare lapertura (cerauna volta) o la chiusura del testo (in conclusione,per finire), o possono ricorrere in posizionemediana (insomma, guarda, in sostanza, sai, diciamo).

    2.3 Sintassi della frase e del periodo

    Frase unit di massima estensione della grammatica, prima del testo, composta diunit inferiori (parole, sintagmi), dotata di senso compiuto e costruita secondo regolesintattiche. La frase semplice costituita da una singola proposizione indipendente, mentrela frase complessa( periodo) costituita da due o pi proposizioni.

    Proposizione unit di base della sintassi, allinterno di un periodo (non sinonimo difrase, quindi).

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    Enunciato unit di testo, il segmento distinto dal resto del testo da pause-silenzio, nelparlato, e da segni di interpunzione forte (punto fermo) nello scritto. Pu essere costituito dauna singola parola, da una frase semplice, o da una frase complessa.

    Secondo lanalisi logica tradizionale:

    Soggetto

    Il primo elemento che completa il significato del verbo, e concorda con esso dal punto divista grammaticale. Pu essere espresso o inespresso (sottinteso).

    o Soggetto grammaticale: chi compie lazione e chi concorda con il verboo Soggetto logico: chi compie lazione ma pu non coincidere con il soggetto

    grammaticale (es. la pietra stata scagliata da Giovanni; G. compie lazione, mail sogg. gram. la pietra)

    Oltre che da nomi, pronomi, verbi, infiniti sostantivati e proposizioni (non mi sembrache tu sia), il soggetto pu essere anche costituito dalle altre parti del discorso, infrasi con contenuto metalinguistico(per una preposizione) .

    Predicato

    Ci che si dice, si predica, del soggetto, indica lo stato o lazione attribuiti ad esso. Puessere distinto in predicato verbale, costituito dai verbi predicativi, che hannosignificato compiuto, e in predicato nominale, costituito dai verbi essere, sembrare,apparire, riuscire, diventare et similia. Questi verbi sono detti copulativiperch leganoil soggetto a un nome o a un aggettivo (copula=legame).

    Complemento oggetto ocomplemento diretto

    Ci su cui ricade lazione compiuta dal soggetto ed espressa dal predicato.

    Complemento indiretto

    Elementi che completano ulteriormente il significato del verbo, e sono introdotti dallepreposizioni. La grammatica tradizionale ne individua molti: di specificazione, di luogo,di tempo, di modo, di fine, di compagnia, di agente e casua efficiente, partitivi.

    Attributoe apposizione

    Lattributo un aggettivo che qualifica o determina un sostantivo con cui concorda dalpunto di vista morfologico; lapposizione un sostantivo che si aggiunge ad un altrocon la funzione di specificarlo e caratterizzarlo meglio ( la mia vicina, una pediatragiovane e simpatica, molto gentile).

    Distinzione della linguistica strutturalista di Tesnire:

    Nucleo: verbo + elementi necessari al completamento della frase, gli argomenti; Valenza: principio secondo il quale il verbo si accompagna agli argomenti;

    o Zerovalenza (o avalenza): il verbo (impersonale, per esempio) non ha nsoggetto n oggetti diretti;

    o

    Monovalenza: il verbo si combina solo con il soggetto;o Bivalenza (e seguenti): il verbo si combina con il soggetto e loggetto diretto (e

    gli altri complementi, se ci sono).

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    Circostanti del nucleo (circostanziali): elementi extranucleari, aggiuntivi, che

    specificano uno o pi costituenti del nucleo (la collana di Maria si rotta): Espansioni: elementi aggiuntivi che fanno riferimento allintera frase (vado a casa di

    corsa) Sul piano dellinformativit:

    Rema (o nuovo): elemento che dice qualcosa di nuovo sullargomento della discussione(quando compri i giornali?) i giornali li compro la domenica; (ha telefonato qualcuno?) hatelefonato Luigi.Tema(o dato): ci a cui si riferisce il rema (negli es. sopra, i giornali, ha telefonato)

    Sintagma: gruppo di parole che costituiscono una unit nella frase. In metti sul tavolo dellasala la tovaglia ricamata possiamo individuare i due sintagmi sul tavolo della sala e latovaglia ricamata (unione sintattica, unica emissione di voce, tendenza ad essere unite in uneventuale spostamento allinterno della frase (es. sul tavolo della sala metti la tovagliaricamata)). Allinterno del sintagma si distingue la parola principale, la testa, dalla quale ilsintagma prende il nome; abbiamo infatti sintagmi nominali, verbali, preposizionali (il cappotto

    per linverno), aggettivali ( molto intelligente)

    La frase

    Frasi semplici:

    Frase verbale se contiene un verbo in funzione di predicato ( mio padre lavoraallestero);Frase nominale priva di verbo in funzione di predicato (pensa ai titoli di giornale);Frase ellittica verbo sottinteso in quanto precedentemente presente ( iomangio carne, lui pesce).

    Dal punto di vista logico:

    Frasi enunciative\dichiarative: contengono una dichiarazione, affermativa onegativa (negativa totale o parziale);

    Frasi volitive: possono esprimere comandi (imperative), esortazioni (esortative),desideri (desiderative), concessioni (concessive);

    Frasi interrogative: nel parlato, caratterizzate da una intonazione ascendente, nelloscritto dalla presenza di un punto interrogativo; si possono distinguere in totali(linterrogazione riguarda lintera frase: hai finito il libro?), parziali (linterrogazioneriguarda uno degli elementi che compongono la frase: chi arrivato stamattina?, larisposta riguarder lelemento su cui ci si aspetta la precisazione (chi)). Distinguiamoinoltre le interrogative disgiuntive, se la domanda prevede lalternativa tra due

    elementi (vuoi questo o quello?) e le interrogative retoriche, in cui la richiesta fittizia, spesso implica pragmaticamente un secondo fine comunicativo (potrei forsecrederti?);

    Frasi esclamative: nel parlato caratterizzate da una intonazione discendente, nelloscritto dalla presenza del punto esclamativo, esprimono stupore ed entusiasmo.Possono essere verbalio nominali.

    Il periodo, relativamente al numero di proposizioni che lo compongono, pu esseremonoproposizionale (in questo caso coincide con la frase semplice), biproposizionale,forse il pi comune nelluso palrato ma molto presente anche nello scritto, triproposizionaleetc.

    Distinzione delle proposizioni in base al ruolo:Principali(o reggenti o sovraordinate); esco per fare la spesa

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    Secondarie(o dipendenti o subordinate); esco per fare la spesa

    Coordinazione (o paratassi)

    Due o pi proposizioni si susseguono sullo stesso piano, senza che si stabilisca unadipendenza: vi pu essere coordinazione fra subordinate e fra principali.

    o

    Coordinazione sindetica con congiunzioneo Coordinazione asindetica senza congiunzione (con segni di

    interpunzione)o Coordinazione polisindetica con pi congiunzioni a separare diverse

    coordinate(La c. asindetica viene chiamata anche giustapposizione)

    La coordinazione sindeticapu essere classificata in diversi tipi:

    Copulativa: indica un semplice affiancamento, viene realizzataprincipalmente con ee n;

    Avversativa o sostitutiva : stabilisce una contrapposizione tra due

    azioni, che pu essere, propriamente, avversativa se il contrasto parziale (ma, per, tuttavia: Giovanni giovane, ma molto esperto) esostitutivase il contrasto totale ( invece, anzi, ma, bens: Giovanni non giovane, ma anziano);

    Disgiuntiva: pone unalternativa tra due azioni (o, oppure, ovvero(?)); Conclusiva: introduce una proposizione che completa e chiude la

    precedente (pertanto, quindi, dunque, perci); Esplicativa o dichiarativa: introduce una proposizione che chiarisce e

    conferma la precedente (infatti, cio, ovvero); Correlativa: avvicinamento di due proposizioni mediante congiunzioni o

    locuzioni congiuntive correlative, cio ripetute, come ee, nn,siasia, siache(meno corretta).

    Coordinazione testuale: detta anche falsa coordinazione, consiste nella separazionecon il punto fermo della coordinata rispetto alla principale (ee main inizio periodo, etc.,molto frequente nel linguaggio giornalistico).

    Subordinazione(o ipotassi)

    Il periodo ipotattico si compone di un insieme di proposizioni principali e subordinate, daun minmo di una principale + una subordinata, fino ad un massimo di nprincipali + n subordinate.

    Subordinate prive di principale:1. nel caso di risposte a domande (perch non vieni? - perch non posso)2. nel caso di dipendenze dasintagmi ellittici del verbo essere (peccato che non

    sia bel tempo)

    Subordinate esplicite: il predicato verbale di modo finito (ho decisoche far)

    Subordinate implicite: il verbo indefinito (ho deciso di fare)

    Classificazione delle subordinate secondo la funzione logica:

    Soggettive: svolgono la funzione di soggetto della reggente, possonodipendere da impersonali (bisogna, sembra), verbi usati impersonalmente (sidice, si vede, si spera) o da sintagmi composti dal verbo essere alla 3 unitoad un aggettivo o un sostantivo ( vero).

    Oggettive

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    o Dirette corrispodono ad un complemento oggetto ( vedo che seicresciuto= vedo la tua crescita)

    o Oblique corrispondono a un complemento preposizionale ( miaccorgo che sei cresciuto = mi accorgo della tua crescita)

    Interrogative indirette

    Esprimono una domanda o un dubbio Totali: la richiesta riguarda la totalit della frase (risposta

    s\no) Parziali: la richiesta riguarda un elemento della frase (vuoi

    o ?)

    Relative

    Modalit di collegamento proposizionale pi semplice, sono introdotte da unpronome relativo o da un avverbio relativo (che, dove, come), che richiamaun elemento della reggente, detto antecedenteo testa( hai un amico \ che

    un tesoro).

    o Determinative: determinanti per il significato dellareggente, incompleto senza di esse (scrivi con la penna cheti ho regalato);

    o Appositive: aggiunta di cui la reggente potrebbe fare ameno (ho incontrato Giovanni con sua sorella, che eraappena tornata da Parigi)

    La relativa pu assumere diverse funzioni logiche: causale (preferiscoquesta, che pi bella), consecutiva (desidero unappartamento che sialuminoso), finale (avviso lui, che avvisi te (?)), concessiva ( venuto proprio

    lui che era indisposto), temporale ( un mese che aspetto). Causali

    Esprimono la causa di cui la principale leffetto, in forma esplicitapossonoessere introdotte da perch, e in questo caso sono collocate dopo laprincipale, oppure da poich, o dalle locuzioni interrogative dato che, dalmomento che, visto che etc.; il modo della causale esplicita lindicativo,mentre il congiuntivo limitato alle cause irreali (ti avverto non perch siaimportante ma perch). In forma implicita, pi facilmente con identit disoggetto, allinfinito introdotto dapero a, al gerundio (avendo fatto) o laparticipio, con valore per lo pi causale-temporale (preso lo stipendio, potcomprare)

    Finali

    Esprimono lobiettivo verso il quale tende lazione espressa nella reggente.Sono pi comuni in forma implicita (introdotte da per, a, al fine di, alloscopo di). Il forma esplicita sono introdotte da affinch,perch, acciocch,seguite dal congiuntivo, o, specie nel parlato, che+ indicativo.

    Consecutive

    Esprimono una conseguenza rispetto al contenuto della principale, la qualerappresenta quindi la causa dellazione espressa nella dipendente. In formaesplicita vengono inrtrodotte da che, prceduto nella reggente da avverbicome tanto, cos, talmente o aggettivi come tale, simile o locuzioni come atal punto, in modo. Il modo delle c. esplicite generalmente lindicativo. Le

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    c. implicitesono allinfinito introdotto da da o per, o da sintagmi come attoa, degno diet similia.

    Ipoteticheo condizionali

    Esprimono la condizione necessaria per lavverarsi del contenuto della

    principale, insieme alla quale costituiscono il periodo ipotetico. Lasubordinata causale viene anche chiamata protasi (dal gr. prtasis,premessa) e la principale apodosi (dal gr. apodosis conseguenza). Ilperiodo ipotetico (introdotto queasi sempre da se) di tre tipi (realt,possibilit, irrealt). Nel parlato si va diffondendo luso sostituitivodellindicativo al posto del congiuntivo nel 2 e 3 tipo.

    Comparative

    Stabiliscono una comparazione con la principale con la quale sono incorrelazione.Uguaglianza: cos come, tale quale et similia;Minoranza: meno di quanto, meno di come et similia;Maggioranza:pi di come, pi di quantoet similia,

    Nella forma implicita, la correlazione costruita conpi che,piuttosto che,piuttosto di.

    Temporali

    Indicano un evento che in rapporto cronologico con quello della reggente.

    Contemporaneit

    indicativo, congiuntivo (se ipotetiche)Posteriorit indicativo, congiuntivo (se ipotetiche)Anteriorit congiuntivo o indicativo futuro se riferite alpresente o al futuro

    indicativo per quelle riferite al passato

    Altre dipendenti sono le modali ( fai come vuoi), le eccettuative ( a menoche), le esclusive( senza che ), le limitative( per quanto ne so,).

    Non rientrano nelle subordinate le parentetiche (o incidentali, o incisi), leproposizioni non introdotte da congiunzioni o preposizioni (domani andremo -

    previsto bel tempo - a fare una gita).

    2.4 Interpunzione

    Luso della punteggiatura risponde a numerose necessit espressive,sia dello scritto che delparlato.-

    Funzioni:

    Funzione segmentatrice-sintattica: consiste nel segmentare un testo distanziando isuoi componenti (apertura e chiusura di un discorso diretto, ad esempio), e nelsegnalare le divisioni e i rapporti sintattici allinterno della frase complessa. Rientrano in

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    questa funzione il punto fermo (che separa), la virgola (che collega), il punto e virgola,dei due punti

    Funzione enunciativa: legata a fattori espressivi come il riflesso del parlato, e afattori informativi. Rientra in questa funzione, ad esempio, la separaione del tema diuna frase, pi debole perch gi noto, rispetto al rema: tutto meno che eversivo, il

    progetto su cui stiamo ragionando. Si evidenzia la tendenza a riflettere le pause

    intonative del parlato. Funzione emotivo-intonativa: alcuni segni danno alla frase una particolare linea

    intonativa; punbto interrogativo, punto esclamativo, puntini di sospensione. Funzione metalinguistica: consiste nelluso di determinati segni interpuntori per

    inserire elementi di spiegazione relativi a parti dellenunciato; parentesi, lineette ovirgole nel caso racchiudano commenti esplicativi.

    Uso della punteggiatura a seconda dei tesi:

    1. testi argomentativi: la p. deve rispondere esclusivamente alla funzionesegmentatrice-sintattica e metalinguistica, in misura minore a quella emotivo-

    intonativa, per nulla a quella enunciativa.2. testi letterari: oltre alle funzioni citate per il testo a., presente anche la funzioneenunciativa (dipende poi dal tipo e dal tono del romanzo, da quanto voglia distanziarsidal parlato): il fornaio, gli intim di entrare; senza aspettar risposta, Fra Cristoforo,and verso la sagrestia (entrambi del Manzoni).

    3. scrittura giornalistica: sono presenti sia la funzione denotativa, comunicativa, siaquella connotativa, che determina la ricorrenza di usi interpuntori di tipo espressivo.

    Usi e abusi degli interpuntori:

    Virgola

    La virgola ha impiego obbligatorio o facoltativonei seguenti casi: obb. a separare gli elementi di una lista priva di congiunzioni; fac. a separare dagli altri elementi un complemento esteso (durante la scorsa

    caldissima estate, sono stato in montagna); obb. tra due o pi proposizioni coordinate per asindeto; fac. tra una subordinata che precede la principale e la principale stessa; obb. a separare una subordinata posposta che abbia forte autonomia rispetto alla

    reggente (verr a trovarti, nonstante tu dica di non desiderarlo); fac. (quasi obbligatoria) con incisi e in presenza di connettivi dal particolare valore

    oppositivo o testuale;per, infatti, tuttavia.

    Non deve essere messa:

    tra soggetto e predicato (un centro urbano, gode di maggiore prestigio). Si tende afarlo per enfasi espressiva;

    tra predicato e complemenmto oggetto: abbiamo trascritto, il risultato degli esami; prima di proposizioni oggettive: ho detto, che sarei venuto; subito dopo il cheintroduttore di proposizione: va ricordato che, sono tratti importanti.

    Punto e virgola

    Il punto e virgola rappresenta uno stacco maggiore della virgola. Si usa prevalentemente:

    per separare termini di un elenco se lunghi o complessi o se contengono al loro interno

    altra punteggiatura : ho visto molti oggetti: ; ; ; ; ; per separare proposizioni: sono andato; ho fatto; sono tornato .;

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    Due punti

    Uso dei due punti:

    introdure il discorso diretto: disse: .; introdurre elementi informativi o esplicativi in aggiunta o precisazione; nelle enumerazioni; spesso, stanno al posto di una congiunzione coordinante o subordinante: non mi sento

    di fare il viaggio: andra da solo (al posto di quindi).

    Punto fermo

    Rappresenta linterruzione massima allinterno del periodo. Si nota nellitaliano odierno latendenza ad abusarne (Ho fatto . Ho visto ... . Poi sono andato .).

    2.5 Ordine delle parole e la sintassi marcata

    Lordine basico, non marcato, delle parole, in italiano del tipo SVO e SVOOI (OI loggettoindiretto). Lordine marcato (sintassi marcata), invece, una modificazione dellordine basicoper ragioni espressive o comunicative.

    Costruzioni delordine marcato:

    Soggetto posposto: il s. posposto al verbo in determinate situazioni perespressivit, marcatezza, enfatizzazione, contrasto: venuto Giovanni, non Mario; inesortative, esclamative, con verba dicendi: ha detto Paolo di andare subito.

    Dislocazione a sinistra: anticipazione, rispetto alla normale posizione postverbale, delcomplemento oggetto: (Quando leggi il giornale?) Il giornale, io, lo leggo alla sera.

    (ripresa anaforica). Serve a sottolineare enfaticamente un costituente, a tematizzare unelemento che generalmente non lo . Si ha anche con altri complementi:o Complemento indiretto: a tuo padre gli ho gi parlato;o Partitivo:di amici non ne ho;o Predicativo del soggetto: avvocato non lo divent mai.

    Nel caso del complemento oggetto, se manca la ripresa, il costrutto diventa unasemplice inversione o anteposizione: tua madre ho visto ieri, in funzione contrastiva(topicalizzazione contrastiva).

    A volte, ridondanza pronominale (colloquiale): a tuo padre gli ho parlato ieri.

    Tema libero o sospeso: costrutto formato da un costituente, con apparente funzionedi soggetto, collocato a inizio frase, seguito da una costruzione non congruente e senzacollegamento pronominale: io la mia gamba mi fa male; gli asparagi adesso non stagione.

    Dislocazione a destra: speculare rispetto alla dislocazione a sinistra. (qui si parla diripresa cataforica, il resto uguale.)

    Frase scissa o pseudoscissa : costituita da una prima unit frasale contenente ilverbo essere e lelemento focalizzato (rema), e una seconda proposizione,pseudorelativa, in cui si richiama uninformazione in parte presupposta (tema): Giovanni che mi ha detto di te.; e non con un pedaggio che si pu ; cos che ticomporti?.Nelle frasi pseudoscisseviene collocato prima il tema e poi il rema: ci che vediamo che lagricoltura sta scomparendo, che mi fa paura la nebbia. (corrispettivo marcatodi la nebbia mi fa paura).

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    Particolare frase pseudoscissa : cpresentativo , c+ che; c mio fratello che credeche, c Giovanni che t vuole parlare.

    2.6 Lessico

    Alcuni termini fondamentali:

    Lessico: insieme delle parole di una lingua;Vocabolario: insieme delle parole di una lingua o parte di esso;Dizionario: opera che raccoglie il lessico;Lessicologia: disciplina che studia il lessico;Lessicografia: tecnica di composizione dei dizionari;Semantica: settore del lessico relativo al significato;Parola: vocabolo, voce in senso generale;Termine: parola appartenente a un linguaggio settoriale;Lessema: unit di base del lessico;Lemma: unit lessicale registrata dal dizionario;Lemmario: insieme dei lemmi di un dizionario.

    Il lessico un sistema aperto, passibile di accogliere sempre nuovi elementi.

    Rapporto lessico\grammatica:Piano sincronico: il lessico organizzato in classi di parole secondo la grammatica; non puessere studiato indipendentemente dalla sua struttura grammaticale; vi uno stretto legametra lessiuco e grammatica nella formazione delle parole.Piano diacronico grammaticalizzazione: passaggio da lessico a grammatica

    (mente+ forte= fortemente)lessicalizzazione: passaggio da grammatica a lessico (cantante,

    vagliadal latino valeatforma verbale)

    Composizione del lessico italiano:

    Bagaglio latino:Il lessico italiano composto da un numero molto elevato di parole che provengono dal latinovolgare o parlato in epoca imperiale. (se ne occupa la grammatica storicadellitaliano).

    Neologismi:I neologismi sono parole nuove, si distinguono in base a diverse modalit di formazione:

    Neologismi combinatorio Derivazione: formati derivando da parole preesistenti parole nuove con

    elementi aggiunti a inizio parola (prefissi) o a fine parola (suffissi). Prefissi e

    suffissi costituiscono gli affissi. La derivazione con prefissi non comporta cambiamento di categoria dellaparola (variato> invariato). I prefissi possono provenire da preposizioni oavverbi (postoperatorio), ossono essere intensivi (strabello), negativi(inattivo). Tra i pi produttivi in italiano: anti-, de-, co-, mini-, super-,mega-.

    La derivazione con suffissi distingue le parole in suffissati denominali(scafo + ista: scafista), deaggettivali (stabile + izzare: stabilizzare),deverbali (confezionare + mento: confezionamento). Tra i pi diffusi, -mento, -tore, -ino, -ismo\-ista, -aro(reg.), - it, -ese, -ano.

    Prefissoidi e suffissoidi: entrano nella formazione di termini tecno-scientifici, hanno un valore semantico pi denso dei normali prefissi esuffissi: auto-, bio-, eco-, tele-, euro-, -crazia, -logia\-logo, -poli, -metro.

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    Parasintetici: due affissi in contemporanea: de-contestual-izzare.

    o Composizione: unione di due o pi parole per formare una parola nuova.Litaliano preferisce la successione DETERMINATO + DETERMINANTE .: cartamoneta,asciugamani, cassapanca, terraferma.

    Neologismi semantici: voci preesistenti che possono acquisire nuovi significati:calcolatore.

    Unit lessicali superiori o polirematiche : accostamento di due o pi parole aformare una unit semantica: ferro da stiro, permesso di soggiorno. Sono rigide ecompatte, infatti *ferro costoso da stiroo *permesso difficile da ottenere di soggiorno.Molto diffuse nel lessico politico:politicamente corretto, larghe intese.

    ArcaismiParole ormai invecchiate, talvolta usate con intenti ironici (snbbiati il cerebro), son diffuse per

    lo pi in poesia. Si possono distinguere in arcaismi grafici ( gennajo), fonetici ( dimanda),morfologici( io aveva), sintattici( vedevala) e lessicali(poscia, egro,prece, suorasorella).

    Prestitio imprestitiVoci provenienti dalle lingue straniere, si distinguono in:

    Prestiti di necessit: parole importate insieme ad un oggetto (caff, computer); Prestiti di lusso: voci superflue, motivate dal prestigio (leader, weekend, macho);

    Prestiti integratia: adattati al sistema fono-morfologico della lingua ricevente(bisteccada beef-steak, treno da train);

    Prestiti non integrati: lasciati intatti (champagne, hardware; in passato si

    italianizzavano (sciampagna), oggi non pi); Calco: particolare tipo di prestito:

    o Calco semantico: una parola della lingua accogliente acquisice il significato diuna parola straniera (realizzarerendersi conto dallingl. to realize);

    o Calco traduzione o strutturale : si forma con elementi indigeni una parolacomposta copiando una parola straniera (luna di miele da honey-moon,grattacieloda skycraper)

    Nei primi secoli della storia dellitaliano: gallicismi, arabismi, germanismi (schiena, dardo,tregua, guadagnare, guercio), ispanismi( etichetta,posata, lazzarone).

    Molto forte linflusso francese nel Settecente e nellOttocento: taffet, com, champagne,belle arti, cittadino, analisi.

    Dialettalismi: a partie dal XIX secolo, molti prestiti in ambito tecnico-agricolo ( filandae marcitadal lombardo, mezzadroe mezzadriadallemiliano)

    Geosinonimi: voci con lo stesso significato ma con significati diversi a seconda dellearee: anguria al Nord, cocomeroal Centro, melloneal Sud; formaggioal Nord, cacioalCentro.

    Onomatopea: voce formata imitando suoni e rumori (toc-toc, bip), talvolta coninserimento nella struttura fono-morfologica delitaliano: miagolare, abbaiare, tuffarsi,ronzio, tiritera.

    Nome comune da un nome proprio: antonomasie (nome di un personaggio assuntoa simbolo: casanova, adone, narciso, lolita, perpetua), parole derivate dal nome

    dellinventore delloggetto (biro da Laszlo Bir, bignami da Ernesto Adami Bignami,sandwich da lord Montague conte di Sandwich); o, nellambito tecnico-scientifico, leunit di misure ampre, watt, faraday, ohmetc.

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    Sigle e derivati: FMI, FAO, CGIL e ciellino, missino,piduistaetc.

    I diversi rapporti tra parole in relazione al significato:

    Sinonimia rapporto che lega due parole con significante diverso e significato uguale

    (casa, abitazione). sostanzialmente estranea al lessico tecnico-scientifico.

    Polisemia pluralit di significati per un solo significante (credenza).Polisemia sincronica unica etimoligia, pi di un significato ( canna, lat. canna)

    Omonimia stessa parola con due etimologie diverse (diligenza, lat. diligentia e fr.diligence)

    Omonimia grammaticale appartenenti alla stessa cat. grammaticale:psca\psca

    Omografia parole scritte uguali ma con pronuncia diversa: btte\btte, psca\psca,ancra\ancra

    Poisemia diacronica: estensione ( canna), traslato e metafora ( gamba del tavolo),metonimia(parte per il tutto: bere un bicchiere, bere un Bordeaux).

    Antonimia opposizione tra significati (bipolare, maschio\femmina; graduale,caldo\freddo). Non vera antonimia laccostamento di parole come comprare\vendere,servo\padrone, che sono piuttosto simmetriche, senza polarit neg.\pos.

    Iperonimia rapporto tra un termine dal significato pi ampio rispetto a uno con sigificatopi ristretto: albero\ abete, albero iperonimodi abete, e abete iponimo di albero.Iponimia rapporto tra un termine dal significato pi ristretto rispetto a uno con sigificato

    pi ampio:vedi es. sopra

    Antonomasia uso di un epiteto o di una perifrasi al posto di un nome proprio, cheesprimono una qualit caratterizzante del soggetto: lAvvocato, il Cavaliere. Vale anche ilprocesso da nome proprio o nome comune: un otello.

    Eufemismo uso di un significante che non denonimi direttamente il significato (per pudoreo tabuizzazione):passare a miglior vita, di colore, passeggiatrice, una di quelle; alterazionifonetiche come cribbioper cristo.