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Liceo Andrea Maffei Riva del Garda Annuario 2011/2012 - n. 19 LICEO “ANDREA MAFFEI” ANNUARIO 2011/2012 1

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Annuario 2011/2012 - n. 19

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Annuario 2011/12Liceo “Andrea Maffei”Riva del Garda (Trento)viale Francesca Alberti Lutti 7tel. 0464 553511fax 0464 552316www.liceomaffei.ite-mail: [email protected]

Diciannovesimo numeroComitato di redazione:Franco Lohs, Daniela Mannarini, Annalisa Marchesi, Andrea Marcolini,Laura Miori, Gianluca Ricci, Laura Santini, Gaia Santoni,Francesco Valese, Maria Rita Tamburini, Antonia ZamboniLa redazione ringrazia docenti, studenti e personale amministrativo e tecnico per la collaborazione prestata

Impaginazione e stampa:Grafica 5 - Arco

Riva del Garda, dicembre 2012

Andrea Maffei (1798 Molina di Ledro-1885 Riva), ritratto di M. Gordigiani, Museo Civico di Riva del Garda.Tra i massimi traduttori dell’Ottocento italiano (Schiller, Goethe, Shakespeare, Byron, Lamartine, Anacreonte), senatore del Regno d’Italia, a lui è intitolato il liceo di Riva del Garda fin dalla nascita, il 1927.LI

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Che propositi ha per quest’anno? Sono un po’ preoccupata per la compilazione delle certificazioni delle competenze delle classi II.  Sono

documenti che chiudono un percorso, per aprirne un altro; sono importanti non tanto per la valutazione finale ma perché permettono ai docenti di valorizzare aspetti della formazione che non sono solo legati alle singole discipline e alle specifi-che conoscenze acquisite. Comportano un nuovo modo di fare scuola È contenta dei rappresentanti d’Istituto?Tutti gli anni sono contenta, soprattutto per il fatto che questi studenti si mettano a disposizione dei compagni. Quest’anno poi il gruppo è compatto: c’è una buona collaborazione anche con i rappresentanti della Consulta provinciale e il presidente della consulta degli studenti di istituto: quindi in realtà sono sette gli studenti che collaborano.. Come è stato passare da insegnante

a dirigente?Quando l’ho saputo ho avuto un attimo di panico, perché non sapevo in che scuola sarei dovuta andare. Quando poi mi hanno detto che rimanevo nella stessa scuola in cui avevo insegnato da anni, mi sono un po’ tranquillizzata. È stata comunque una sfida personale non semplice, perché mi sono dovuta mettere alla prova in un nuovo ruolo con le stesse persone . Ha nostalgia del lavoro di insegnante?Moltissimo. All’inizio ho fatto fatica ad abituarmi, e mi sono chiesta chi me l’avesse fatto fare. Ora ci ho fatto l’abitudine e sto apprezzando “il bello” anche di

questo lavoro; comunque sia, appena posso, vado a fare qualche sostituzione per ritornare indietro con il tempo anche solo per pochi minuti. Quali sono i PRO e i CONTRO del suo lavoro?Contro: come ho detto prima, dover rinunciare all’inse-gnamento: la relazione diretta con gli studenti, le ore di lavoro con loro a scuola e l’approfondimento continuo della mia disciplina a casa mi mancano.Pro: l’idea di dare un contributo, con il mio lavoro, alla comunità attraverso il coordinare ed organizzare il lavoro di coloro che poi direttamente lavorano con voi ragazzi . Com’è il rapporto con i docenti, visto che alcuni sono anche ex-colleghi?Il rapporto è rimasto lo stesso: era positivo prima e lo è anche adesso (almeno per quanto mi riguarda) nono-stante i due ruoli siano comunque diversi. Mi spiace che talvolta i dirigenti siano considerati la “contro-parte” dei professori. Infine, come sarebbe la sua scuola ideale?La mia scuola ideale avrebbe tanti spazi per dare più opportunità di incontrarsi agli studenti, per realizzare attività di gruppo: con spazi in cui i ragazzi possano trovare la possibilità di realizzare le loro idee. Una scuola dove gli studenti non sono costretti a mangiare in un angolo del corridoio o sulle scale, ma soprattutto uno spazio di incontro dove gli studenti si ritrovano volentieri .

Ringraziamo la Dirigente per la disponibilità e le augu-riamo di poter realizzare propositi e desideri per questo nuovo anno scolastico. Buon lavoro!

Sara Panni, Martina Machado, Carlotta Tavernini, Arianna Benini, Francesca Marino.

Le ragazze della 2B Scienze umane hanno voluto intervistare la Dirigente per scoprire i segreti più nascosti della sua professione

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re UN’ESTATE A BENSHEIMUn gemellaggio anche linguistico permette a molti studenti di perfezionare il loro tedesco

La mattina del 19 agosto siamo saliti in 21 sull’autobus. Dopo un viaggio travagliato, per problemi con il mezzo, siamo arrivati, anche se con qual-che ora di ritardo nella città di Bensheim.Ognuno è poi stato accolto dalla sua nuova famiglia tedesca.Ogni giorno la mattina si andava scuola per seguire le lezioni dei profes-sori Drinnenberg e Konrad sia per ripassare che per migliorare il nostro Tedesco.I pomeriggi si passavano o con le famiglie, in giro per il centro oppure in gita a visitare qualche città vicina.A Worms abbiamo visitato il duomo, la sinagoga e il suggestivo cimitero ebraico, unico in Germania risparmiato dai nazisti. A Karlsruhe il parti-colare museo d‘arte moderna, dove questa si unisce alla tecnologia, per creare opere davvero particolari e stravaganti, quest‘anno incentrate sul tema della musica, con installazioni, videogiochi e tanto altro ancora, come piante sonore (quando toccavi le foglie queste facevano un qualche rumore, grazie a dei sensori dentro il vegetale). Abbiamo quindi trascorso un pomeriggio nella città universitaria di Heidelberg, con un meraviglioso castello che si affaccia sul fiume Neckar.Il sabato è stato interamente dedicato alla capitale della regione, Francoforte. Abbiamo visitato il museo di scienze naturali, con una vasta collezione, dalle ossa di dinosauro agli animali moderni dei 7 continenti, e anche una mostra temporanea con feti umani e animali sezionati. Nella piazza principale, il Römer, siamo stati lasciati liberi per il centro: chi andava a fare shopping nei giganteschi centri commerciali, chi a prendersi un panino coi tipici Frankfurter Würste, chi a saccheggiare negozi di orsetti gommosi artigianali e così via. La domenica è trascorsa in famiglia o in casa o in piscina o in giro per l‘Assia.

Siamo poi andati al palazzo di Freudenberg, a Wiesbaden, da poco ristrutturato per visitare il fantastico Museo dei Sensi, dove abbiamo avuto la possibilità di salire su un‘altalena siamese o bere un tazza di caffè in un bar al buio più totale.Poi Mannheim, con il gigantesco museo della tecnica e del lavoro, con treni, automobili, aerei, centrali elettriche, ma anche molti giochi ed esperimenti di fisica, per vedere il lato più leggero e divertente di questa materia.Infine ci siamo ritrovati con tutte le famiglie per una grandiosa grigliata tra würstel, salsicce, braciole e dolci vari cantando o raccontando poesie o barzellette in tedesco che avevamo preparato prima.

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reTERZO TEMPO, C’È ANCORA SENSO?Una riflessione sulla funzione delle assemblee studentesche dopo quasi quarant’anni dalla loro istituzione

Sono ormai passati quasi quarant’anni, da quando i nostri fratelli maggio-ri, per mezzo di varie lotte, manifestazioni e scioperi, hanno conquistato il diritto di riunirsi in assemblea. Secondo quanto sancito dai Decreti Delega-ti del 1974, infatti, gli studenti della scuola secondaria superiore hanno diritto di riunirsi in assemblea a livello di classe, di corso e di istituto, rispettando determinate modalità. Le assemblee costituiscono occasione di partecipazione democratica per l’approfondimento dei problemi della scuola e della società in funzione della formazione culturale e civile di noi studenti. Spesso però, esse sono considerate solo un momento ludico o un’alternativa più allettante alle lezioni. Molti addirittura percepisco-no queste iniziative come un’occasione per fare un giorno di vacanza, preferendo svegliarsi tardi, uscire con gli amici oppure anticiparsi nei compiti, piuttosto che partecipare; altri si dedicano a questo esercizio di democrazia in maniera saltuaria, solo quando non hanno niente di meglio da fare. Ma le assemblee d’istituto non sono un momento al di fuori della didattica, anzi si integrano perfettamente con essa, perché permettono di sviluppare un senso critico e la capacità di mettersi in discussione. A volte potranno risultare noiose, sicuramente, ma se ad impegnarci siamo tutti assieme, tutti uniti, come una vera squadra, proponendo argomenti e temi interessanti ai quattro rappresentanti eletti, che sono nella loro attuale posizione proprio per aiutarci a portare avanti le nostre cause e non per intrattenerci, allora potremmo fare progressi.Le assemblee costituiscono una parte fondamentale per migliorare la nostra scuola e il nostro status di studenti e non devono essere viste come un “diritto facoltativo”, quindi ricordate: chi dorme non piglia pesci! 

Rachele Maino

UN’ECO DA PREMIOUn anno di pubblicazioni del giornalino del Maffei e subito un riconoscimento a livello nazionale

Un gruppo di giovani ed entusia-sti giornalisti in erba ha dato vita a «L’Eco del Maffei», il giornalino che ha raccontato la realtà dal punto di vista dei maffeiani per tutto l’anno scolastico. A dirigere e coordinare Elena Cutrupi, a lavorare ed inventare Chiara Zic-cardi, Wendi Valentini, Eleonora Tonelli, Daniela Skulina, Laura Santini, Ambra Romagnoli, Vincent Ranieri, Elisabetta Prandi, Emanuele Grossi, Ines Gitzoller e Carola Degasperi. Il risultato finale non è stato affatto da disprezzare, visto che «L’eco del Maffei» ha ottenuto da Albo-scuole, Associazione Nazionale di Giornalismo Scolastico, la nomination al «Premio Nazionale Giornalista per un giorno»: a maggio verrà consegnato all’istituto il Diploma di Gran Merito.

L’Eco del Maffei

Foto scattata da Cristina Migazzi

5° numero, maggio 2012

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All’interno di questo numero: Pag 3: Kony 2012 Pag 5: La questione Tibetana Pag 6: Scie chimiche: problema sottovalutato Pag 7: Europei di calcio 2012 Pag 8: Paris, la Ville Lumière Pag 9: Più leggero del mondo Pag 10: Concerto Primo Maggio Pag 11: The power of the music! Pag 12: Dedicato a chi non conosce Rita Atria Pag 13: Diaz - Non pulire questo sangue Pag 15: La Chimera di Sebastiano Vassalli Pag 17: Due prof, un’intervista Pag 21: Zona relax

In copertina: foto di Cristina Migazzi, vincitrice del secondo concorso fotografico proposto da “L’Eco del Maffei” con tema “i primi piani”, votata dagli studenti su Facebook.

REDAZIONE: Caporedattore: Elena Cutrupi Redattori: Chiara Ziccardi, Wendi Valentini, Eleonora Tonelli, Daniela Skuli-na, Laura Santini, Ambra Romagnoli, Vincent Ranieri, Elisabetta Prandi, Ema-nuele Grossi, Ines Gitzoller, Carola Degasperi.

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re UN SALUTO, UN RICORDOL’incontro con Rinaldo, il bidello andato in pensione, offre il motivo per ricordare un’amicizia perduta

Una sera, mentre stavo andando verso la casa di una mia amica, ho sentito una voce: “Ciao!”. Non credevo stesse parlando con me, ma poi mi sono girata e l’ho visto: era Rinaldo, il bidello del liceo! Ci siamo fermati a chiacchierare, poi è arrivata la mia amica e sono dovuta andare.Mi ha fatto piacere rivederlo e mi è venuta in mente la scuola. Ormai non ci pensavo più, ero nel pieno dell’estate e quello era il mio ultimo pensiero. Non pensavo nemmeno ai compiti, infatti sapevo che mi sarei ritrovata gli ultimi giorni con una montagna di esercizi da fare. Ricordo ancora la paura che avevo all’inizio, la paura tremenda di aver fatto la scelta sbagliata e di non essere capace di affrontare un liceo.Infatti, nove mesi fa stavo varcando per la prima volta la porta del liceo. Ed ecco che mi viene incontro Lorenza, sempre perfetta e puntuale. “Come stai? Agitata?”. Si, in effetti sono abbastanza agitata. Entriamo e comin-ciamo a cercare la classe, la troviamo quasi subito e ci sediamo vicine. Mi guardo intorno cercando di riconoscere qualcuno e circa metà classe era alle elementari con me.Il primo giorno di scuola la classe è in perfetto silenzio, tutti tesi e preoc-cupati, non conosciamo i professori e cerchiamo di capire quali sono quelli più severi.Dopo alcuni giorni in classe, si avvicina a me una ragazza e comincia a par-larmi. Mi chiede se può sedersi vicino a me, le rispondo di sì e cominciamo a chiacchierare. Io essendo abbastanza timida non ho parlato molto, ma lei in un’ora di lezione mi ha raccontato tutta la sua vita. Mi stava già simpatica e anche il giorno dopo ci siamo sedute vicine. Questa ragazza, Imen, ha origini marocchine ma parla molto bene l’italiano perché sin da piccola è venuta ad abitare in Italia. Non è molto alta, ha occhi e capelli scuri e ricci, tipici degli abitanti del Marocco. È una ragazza molto socievole e fa presto amicizia con tutti. Piacerebbe anche a me avere il suo carattere.

Giorno dopo giorno diventiamo sempre più amiche: ogni mattina in classe ci raccontiamo le novità accadute con i nostri amici, ci ascoltiamo e ci scambiamo consigli. Poi cominciamo a conoscere meglio anche Nicole, un’altra nostra compagna di classe, e pure con lei subito ci troviamo benissimo. Anche lei non è molto alta, ha i capelli rossi e gli occhi scuri. È bello stare in sua compagnia, con lei ci sono momenti in cui continua a dire “cavolate” e altri in cui si mette a fare discorsi filosofici.Un giorno io e Imen siamo andate a casa di Nicole, perché la sua gatta aveva partorito tre gattini e voleva farceli vedere finché erano piccoli. Abbiamo mangiato a casa sua. La sua casa è bellissima ed è sviluppata su due piani, tutto è arredato con stile moderno e di buon gusto. Il pomerig-gio l’abbiamo passato ad accarezzare i gattini e a giocare con la wii a un gioco dove si doveva ballare. Mentre ballavamo Imen faceva dei video con il cellulare e dopo, riguardandoli ci mettevamo a ridere vedendo quanto eravamo imbranate. Mi sono divertita tantissimo e ci siamo ripromesse di passare altri pomeriggi così.Direi proprio che quest’anno è volato, non mi sono neanche resa conto di come il tempo passava veloce e la nostra classe era sempre più unita. Ma un giorno arriva la brutta notizia, non c’era il numero minimo che serviva per formare le cinque classi dello scientifico e quindi avrebbero diviso una della quattro sezioni. Tutti, spaventati, abbiamo cominciato a chiedere ai professori se sapevano che classe avrebbero diviso, ma nessuno sapeva bene cosa sarebbe successo e le informazioni che ci forniva un prof veni-vano poi contraddette da un altro. Non capivamo più niente e abbiamo deciso di scrivere una lettera alla preside chiedendo spiegazioni. Lei ci ha detto che avrebbero diviso le classi secondo i criteri che aveva approvato il consiglio d’istituto e la classe che coincideva con questi ultimi era proprio la nostra. Noi non volevamo essere divisi e abbiamo tentato di tutto per poter rimanere uniti. Quello che abbiamo fatto non è servito perché la classe da dividere ormai era già stato deciso che sarebbe stata proprio la nostra.Ero veramente triste. L’anno che avevamo passato assieme era stato bel-lissimo, andavamo tutti molto d’accordo ma per colpa di questa divisione abbiamo cominciato a litigare. Abbiamo passato gli ultimi giorni di scuola a discutere per formare i gruppi che sarebbero stati divisi nelle altre tre classi e non riuscivamo a trovare una soluzione. Alla fine siamo riusciti ad accontentare la maggior parte delle persone, anche se qualcuno ancora non era contento. Io sarei andata nella sezione B con Imen, Nicole, e altri LI

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resei nostri amici. Eravamo felicissime perché, anche se la nostra classe sarebbe stata divisa, almeno noi tre saremo rimaste assieme.Senza accorgercene arriva la tanto attesa estate. Ultimo giorno di scuola, tutti agitati e felici, in fondo un po’ mi mancherà la scuola, ma soprattutto i miei compagni. Alcune sere dopo facciamo la cena di classe, ed ecco che Imen mi dà una notizia che mai mi sarei aspettata. In Francia, sarebbe andata a vivere in Francia! Non ci credevo. Mi aveva già accennato qualcosa, ma lei era convinta che sarebbe rimasta in Italia anche quest’anno. Non sapevo cosa dire, ero tristissima. Lei invece era arrabbiata con i suoi genitori perché non voleva andarsene: avrebbe dovuto lasciare qui la sua casa, i suoi amici, la scuola.. E pensare che avevamo lottato così tanto per rimanere in classe assieme anche l’anno dopo e adesso mi dice che non ci sarà più, non poteva essere vero.Da quel giorno ci siamo viste molto spesso, sfruttavamo ogni occasione per passare più tempo assieme. Non mi rendevo ancora conto che non l’avrei rivista per un bel po’ di tempo, non mi sembrava vero, speravo fosse solo un brutto sogno, ma purtroppo non era così. Lei continuava a dirmi di fare finta di niente e di goderci al meglio queste ultime giornate ma io non ce la facevo, ormai nella mia testa facevo il conto alla rovescia. Avrei passato con lei ancora due mesi e poi se ne sarebbe andata.Ogni giorno ci vedevamo al lago, io, lei e qualche volta anche Nicole. Non volevo che lei partisse senza un ricordo, quindi le ho fatto un album con tutte le nostre foto. Le è piaciuto molto e ci siamo promesse che ci saremmo riviste e ne avremmo fatte molte altre.Poi è arrivato il giorno in cui sarebbe andata via, per sempre. Per fortuna c’è la tecnologia! Ci scriviamo molto tramite facebook e spesso ci chia-miamo. A dicembre dovrebbe tornare in Italia per le vacanze di Natale, lo spero tanto. Mi manca vederla tutte le mattine a scuola, mi manca sfogarmi con lei, mi manca tantissimo. Anche una semplice canzone mi fa pensare a lei e a quello che abbiamo passato. Poi andremo noi in Francia, abbiamo già deciso che io, Nicole, Matteo e Paride verso aprile, appena lei avrebbe avuto le vacanze andremo a trovarla. Non vedo l’ora che arrivi quel giorno!È incredibile come il semplice saluto di un bidello mi abbia fatto ricordare tutte queste cose, tra un po’ ricomincia la scuola. A presto, Rinaldo!

Giorgia Miori, 2 B scientifico

ARCHEOLOGI A OREIstruttiva visita ai reperti conservati all’interno del Museo di Riva del Garda

Il 6 ottobre abbiamo effettuato un’uscita didattica al museo di Riva del Garda, collegata allo studio della civiltà romana durante le ore di storia. Con la professoressa Sabato, in particolare, abbiamo lavorato sull’epigrafia romana. Il museo ci offre importanti testimonianze provenienti dal terri-torio dell’Alto Garda. Con l’epigrafia ci si riferisce all’ambito della pratica della scrittura, generalmente su supporto duro, durevole nel tempo. Le epigrafi venivano create dai lapicidi, che lavoravano il pezzo di pietra, dando loro una forma e incidendoci scritte secondo caratteristiche precise. Seguivano il duchtu cioè l’ordine con il quale eseguivano i singoli tratti. La realizzazione si suddivideva in tre fasi: la quadratura, l’impaginazione e l’incisione.Lettere apicate, interpunzioni, abbreviazioni, legature, binari, sono solo alcuni degli elementi distintivi di queste lapidi, oggi esposte al museo, appunto. Ad ogni alunno ne era stata assegnata una da descrivere alla classe. Praticamente tutte le stele avevano funzione funeraria, ma c’erano anche altari, are sacre, preghiere agli dei, testi giuridici, calendari. Molti dedicati a qualche divinità, come Giove, Saturno, Giunone, Minerva, ma anche a familiari (mogli, figli..), venivano poste vicino alle tombe dei defunti o in posti visibili a tutti. Oggi sono giunte a noi in buone condizioni, con testi leggibili e interpretabili, nonostante risalgano ai primi secoli d.C. La visita è durata un paio d’ore. È stata un’uscita costruttiva, dove ognuno ha potuto “fare l’archeologo” almeno per po’.

Valerio Armani, 2A Sc. App.

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re COMMISSARIO EUROPEO PER UNA SETTIMANAUno studente del liceo ha partecipato ad una sessione interna-zionale del Parlamento Giovani a Menden

Il nostro studente Francesco Valese ha partecipato ad una sessione internazionale del Peg (Parlamento europeo giovani), che si è tenuta quest'estate in Germania.Francesco, assieme ad altri 10 ragazzi provenienti da tutta Italia, ha potuto partecipare all'evento in quanto com-ponente della Commissione "Affari costituzionali" che era stata selezionata a Piacenza, come commissione che, meglio di tutte le altre, aveva saputo ela-borare una efficace risoluzione sul tema relativo al maggior coinvolgimento dei cittadini europei alle istituzioni europee.Ecco la sua diretta testimonianza."L'evento si è tenuto a Menden, una cittadina a 100 km a nord-est di Dues-seldorf, nella Nordrhein-Westfalen, dal 9 al 15 Luglio. Eravamo quasi un'ottantina di ragazzi da tutta l'Europa (dall'Italia eravamo in sette) divisi come a Piacenza in varie commissioni. La mia (ENVI I) si occupava della questione ambientale e più precisamente di come conciliare gli interessi economici ed ambientali nell'UE: eravamo in 10, io l'unico italiano e per il resto tutte ragazze provenienti da Austria, Germania, Ungheria, Francia e Svezia.

Alloggiavamo nelle classi (dove erano state preparate delle brandine da accampamento) di una scuola gestita di suore. Le giornate erano strutturate come quelle di Piacenza: team building per unire i vari membri del gruppo e committee work per discutere sul nostro argomento. Ovvia-mente il tutto era diluito su più giorni e questo ci ha dato la possibilità di compiere varie uscite: ad un lago artificiale (con visita del tunnel sotterraneo), ad una fabbrica di filtri per automobili e a Dortmund. Inoltre abbiamo avuto la possibilità di confrontarci più volte con esperti dei nostri argomenti, provenienti da tutta la Germania.Il tutto ovviamente si è concluso con l'Assemblea generale dove abbiamo presentato i vantaggi economici e ambientali di filtri adattabili ai tubi di scarico non solo delle automobili, ma anche di altri veicoli, e così la nostra

proposta è passata alla votazione generale con solo 5 contrari.Sicuramente è stata un'esperienza incredi-bile e assolutamente da ripetere, come per Piacenza, ma forse più intesa. Non si poteva aggirare l'ostacolo della lingua introdu-cendo una parola o due in italiano, nel mio gruppo ero l'unico e quindi potevo comuni-care solo in inglese: questo ci ha messi sullo stesso piano, pur provenendo da culture così diverse, e ha permesso di instaurare un legame molto forte in poco tempo, che ancora adesso mantengo tenendomi in contatto con gli altri giovani.Anche a Menden ci sono state varie serate, come quella in costume (dedicata agli anni '90), quella dedicata ai cibi di tutta Europa e quella della presentazione delle varie delegazioni con un balletto o una canzone. Per quest'ultima la difficoltà di organizzazione (visto che come delegazio-ne italiana eravamo tutti di città diverse, da Trieste a Bari) ci ha costretto a cantare in playback De Andrè davanti a una folla di tedeschi in delirio. Un'esperienza da non dimenticare!"LI

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obreCALCIO A CINQUE,

ANCORA DELUSIONINessuna delle nostre squadre è riuscita a superare la fase elimi-natoria

Anche quest’anno l’avventura delle nostre rappresentative nel torneo provin-ciali di calcio a 5 nelle varie categorie sia maschile che femminile è stata breve. Gli allievi, accompagnati dal prof. Bruno Calisti, pur disputando una buona partita, sono stati battuti dalla rappresentativa del I.T.C.G. di Riva del Garda, superati solo nel finale di partita. Analoga sorte è toccata alla squadra juniores maschile, superata dalla rappresentativa degli studenti dello stesso istituto. Le squadre allieve e juniores accompagnate dal prof. Paolo Stoppini hanno dovuto abbandonare anzitempo il torneo, superate da squadre sicuramente superiori, ma non sono mancati da parte di tutte l’impegno e lo spirito di squadra che da sempre contraddistingue le nostre studentesse.

CALCIO, UNO STOP CHE BRUCIANessuna squadra è riuscita a superare la fase preliminare

Si ferma subito il cammino dei nostri studenti, sia allievi che juniores, che in un triangolare contro il “Floriani” di Riva e il “Guetti” di Tione hanno ceduto il passo ad avversari che sono riusciti a concretizzare le poche occasioni avute, approfittando anche delle defezioni registrate tra i “liceali”.L’impegno di tutti, a cominciare dal mister prof. Calisti Bruno, è quello di migliorarsi e riportare nella nostra scuola il trofeo dei vincitori. LI

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obre DOSS CAPEL,

UNA MINIERA DI TESORIUscita assai istruttiva quella della 5C scientifico sulle dolomiti di Predazzo alla ricerca della Pietra Verde...

Dai deserti alle isole tropicali, dai vulcani alle profondità marine: le tracce di questi antichi ambienti sono custodite nelle rocce delle Dolomiti e il sentiero del Doss Capèl di tracce ne mostra veramente tante. Una sorta di laboratorio all’aperto, quello che è possibile frequentare nei pressi di Pre-dazzo, fra i 2000 e i 2200 metri di altitudine. I ragazzi della 5C scientifico lo hanno fatto e ne sono rimasti entusiasti. Seguendo le tabelle, con un po’ di spirito di osservazione, hanno imparato a leggere le rocce come un libro, incontrando spiagge e fondali marini, conchiglie e stelle di mare che visse-ro prima dei dinosauri, rocce “cotte”, piegate o spezzate. Hanno scoperto la selce, materiale assai ricercato nella preistoria, hanno camminato su lave, ceneri e lapilli dell’antico vulcano di Predazzo e, dulcis in fundo, hanno conosciuto l’enigma della Pietra Verde...

L’AIA, GEMELLI DIVERSIIl racconto dell’esperienza vissuta dai ragazzi della 5B scienti-fico in Olanda

In oktober 2011 is de klas “V B Scientifico” met een uitwisseling van studenten naar Den Haag geweest. Het Gymnasium “Haganum” was voordien, in mei 2011 naar Riva gekomen, om daar een eerste ontmoeting te hebben met de studenten uit Riva. De groep uit Riva bestaande uit 19 studenten en 3 leerkrachten, zijn vanaf Malpensa gevlogen naar Schipol (Amsterdam). Vanaf de luchthaven werden we opgewacht door een buschauffeur, die ons naar Den Haag bracht. Aangekomen in Den Haag zijn we ontvangen door onze vrienden van het Haganum Gymnasium, en ondergebracht bij de verschillende families. De volgende ochtend werden we warm verwelkomd door het Liceum. Gedurende de week hebben we deelgenomen aan veel interessante aktiviteiten, zoals Parlementbezoek in Den Haag, citytour in Amsterdam, allerlei schoolaktiviteiten (experi-menten met H2O), maar ook heel plezierige recreativiteiten zoals surfen in Scheveningen.De families waar wij ondergebracht werden, waren erg gastvrij! De

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obread aspettarci e dopo esserci salutati siamo saliti in macchina, diretti verso

quella che nei sei giorni successivi sarebbe stata la nostra casa.Già il primo giorno ci siamo resi conto di quanto l’Olanda sia differente dall’Italia. Innanzitutto per il meteo: veramente pochi, infatti, sono stati i giorni in cui il sole è sbucato dalle nuvole per buona parte della giornata mentre una leggera pioggerellina ci ha accompagnato per gran parte della settimana. Ma ciò che probabilmente ci ha sorpreso di più sono state alcune abitudini dei nostri amici olandesi; questo gemellaggio, infatti, ci ha insegnato che in Olanda il mezzo di trasporto per eccellenza è la bicicletta e per i ragazzi non è affatto inusuale (come è successo anche per diversi di noi) fare ogni mattina 45 minuti di bici per andare a scuola indipendentemente dal tempo: se la mattina pioveva (e succedeva spesso) nessun problema: mantellina e pedalare!In ogni modo, oltre alle lunghe e frequenti biciclettate, in questa settima-na abbiamo avuto la possibilità di svolgere diverse attività, prima tra tutte il progetto sull’acqua che ci ha portato ad effettuare diversi campiona-menti ed esperimenti per verificare la qualità dell’acqua dell’Aia. Molto divertenti sono stati anche i pomeriggi trascorsi a provare a surfare nel freddo Mare del Nord, sotto la guida di due esperti del posto, o a confron-tarci in giochi sportivi con i nostri compagni nella palestra della loro città. Ovviamente a queste attività abbiamo affiancato anche molto tempo libero, sia il pomeriggio che la sera, nel quale i nostri amici olandesi sono stati molto bravi a non farci mai annoiare, riuscendo sempre a trovare qualcosa di nuovo da fare.La visita dell’Olanda ci ha portato a scoprire diverse altre città, oltre a L’Aia, tra le quali sicuramente Amsterdam è stata la più interessante. Sebbene molto grande, abbiamo trovato una città tranquilla e per nulla caotica in cui abbiamo avuto l’occasione di visitare il museo di Van Gogh e di effettuare una bellissima gita in barca in quella che è considerata la Venezia d’Olanda.Tra pedalate sotto la pioggia, gite in barca e serate in compagnia, la settimana è passata in un lampo e sabato 8 ottobre era già ora di tornare in Italia. Controvoglia abbiamo salutato le famiglie che ci hanno ospitato e che si sono sempre dimostrate gentili e cordiali e ci siamo apprestati a tornare alla vita di tutti i giorni, con la promessa però di rimanere in contatto per non buttare via il bel rapporto che si era creato con i nostri amici olandesi.

Alessio Fiorio

eetgewoontes waren iets anders als bij ons in Italië (bv. een zoete pizza is even anders!!).Tijdens de vrije tijd zijn we het nachtleven van Den Haag gaan bezoeken. Leuke kroegen met heerlijk bier ontbreekt absoluut niet in deze stad.Natuurlijk in het kikkerlandje Nederland ontbrak de fiets niet, om tegen de wind met heel veel regen een weg te banen!!

Jan Martin Andela

Siamo partiti da Riva del Garda, accompagnati dai professori Betta, Mi-chelotti e Tomasi la mattina di domenica 2 ottobre con destinazione L’Aia, Olanda. La curiosità per un Paese per noi nuovo era grande, ma ancora maggiore erano la gioia e l’impazienza di ritrovare i nostri amici olandesi con cui a maggio, qui in Italia, avevamo passato una fantastica settimana.Poco prima delle 4 del pomeriggio, dal finestrino dell’aereo abbiamo co-minciato a vedere grandi prati verdi e molti mulini a vento, capendo che la meta non era lontana. Pochi minuti più tardi l’aereo iniziava l’atterraggio nell’aeroporto di Amsterdam, dove abbiamo trovato un pullman che ci ha portati a L’Aia. I nostri compagni olandesi con le loro famiglie erano già li

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obre «LA SCUOLA DI OGGI HA

I CAPELLI BIANCHI»Intervista ai rappresentanti di istituto degli studenti, che lamentano arretratezza e scollamento con la realtà

Cosa vi ha spinto a candidarvi come rappresentanti d’Istituto?Elena: “Credo che quando c’è qualcosa che non ti va bene, devi essere il primo a metterti in gioco per cambiare le cose e non stare a lamentarti senza fare nulla di concreto”.Marco aggiunge: “Le assemblee, importante diritto per noi studenti, sono sempre state considerate come una buona occasione per saltare scuola. A dirla tutta, non sono mai state troppo stimolanti. La cosa che mi ha sempre fatto rabbia era vedere migliaia di studenti in piazza a protestare con foga per difendere i pripri diritti, mentre nella nostra scuola era già tanto che qualcuno conoscesse la  Gelmini. Non si percepiva molta voglia di informarsi, di cambiare, di mettersi in gioco; la scuola non offre molto spazio all’attualità e alla nostra espressione.Manuel: “Ciò che mi ha portato a candidarmi è soprattutto la curiosità: provare a scoprire da vicino come funziona l’istituzione scolastica; mettere a disposizione il mio tempo per una causa dignitosa.

In che modo avete divulgato le vostre idee per farvi votare?Elena: “Ho aperto una pagina su Facebook, ho fatto dei volantini da diffondere a scuola, ho mandato una mail a tutti usando il sito del liceo e ho chiesto ai miei amici di aiutarmi con la propaganda spargendo la voce”.Marco il provocatore afferma: “Ho appeso clandestinamente dei volantini provocatori, con un chiaro messaggio: “It’s time to play the game”. Senza nessun riferimento a me, ai miei compagni candidati o alle lezioni. In que-sto modo abbiamo suscitato curiosità e abbiamo diffuso il nome del nostro gruppo. “È ora di giocare” traduce perfettamente quello che era il nostro intento: iniziare a metterci in gioco, informare con l’aiuto di internet, discutere su ciò che ci circonda per attivarci, o almeno, farci un’idea sulle cose. Poi abbiamo provveduto a diffondere il nostro programma, per far

capire cosa volevamo dalla scuola e cosa volevamo fare insieme a tutti”.  Manuel la pensa come Remo: “Insieme al mio gruppo “I want you” abbia-mo realizzato dei volantini che cercassero di responsabilizzare gli studenti  affinchè  dessero anche loro il proprio contributo nelle assemblee”.

Come vi siete sentiti quando avete saputo di essere stati eletti?Elena: “Un «oddio» con due sfumature: oddio che bello avere così tante persone che credono in me e mi danno fiducia, oddio spero di non delude-re queste persone e farcela!”Marco: “Settimane di propaganda che hanno dato i loro frutti. L’opportu-nità di fare qualcosa per questa scuola. Ho avuto modo di festeggiare con tutti i miei compagni”.Manuel: “ Abbastanza sorpreso e orgoglioso. Indubbiamente è una grande responsabilità ripagare la fiducia che ci è stata data, quindi ci siamo subito trovati con gli altri eletti per condividere ognuno le proprie idee”.

Avete raggiunto gli obiettivi che vi eravate prefissati?“Ecco.. diciamo che gran parte degli obiettivi  dei rappresentanti sono realizzabili se anche gli altri studenti  si impegnano. Quindi la risposta è:...  in parte. Ma l’obiettivo principale è impegnarsi al massimo e questo credo di averlo raggiunto”.Anche Marco e Manuel sono d’accordo con Elena: “ Purtroppo la strada è ancora lunga, ma devo dire che, rispetto agli altri anni, si sono notati molti miglioramenti. Siamo riusciti a fare delle assemblee stimolanti e delle buone iniziative, come il giornalino, lo spettacolo, la mostra per la Giornata della Memoria e la raccolta fondi per un pozzo in Africa. È stato un momento molto bello anche il giorno di carnevale, in cui, su nostra iniziativa, gran parte dell’istituto è venuto a scuola con stravaganti travestimenti. Un evento che non succedeva da molti anni e che ci ha fatto divertire tutti”.

Come fate a combinare l’attività scolastica con questo incari-co?Elena: “I miei prof non saranno felici ma... spesso mi capita di studiare tut-to all’ultimo. In più la mia vita sociale si riduce al sabato e alla domenica”.Anche Marco ha evidenziato qualche impedimento: ”A dire il vero io, personalmente, ho riscontrato molte difficoltà nel conciliare le due cose. LI

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obreLa quinta di un liceo è pur sempre ardua, e non sempre è facile seguire

le proprie aspettative. Senza i miei tre colleghi non si sarebbe combinato nulla”.Manuel non ha avuto molti problemi: “ Organizzando al meglio il proprio tempo si riesce sempre a fare tutto, anche se la cosa non è sempre facile in alcuni periodi”.

Come fate a conciliare le vostre idee per arrivare ad una decisione comune?Remo e compagni si trovano d’accordo: ”Nonostante non me l’aspettassi devo dire che fino a questo momento siamo sempre arrivati a decisioni equilibrate e condivise. L’obiettivo comune fondamentale è sempre stato quello di portare argomenti stimolanti nelle assemblee e grazie al dialogo siamo sempre riusciti ad andare d’accordo. Ci siamo sempre ascoltati a vicenda e abbiamo cercato un confronto con i vari rappresentanti di classe nella Consulta degli studenti prima di prendere una decisione”.

Come sarebbe la vostra scuola ideale?Elena e Marco giungono alla stessa conclusione:” Come usa dire mia mamma (la mamma di Marco), la scuola di oggi ha i capelli bianchi: questo sistema scolastico è antiquato, lascia poco spazio alla creatività ed è poco legato alla realtà attuale e giovanile. Credo che al giorno d’oggi gli studenti trovino pochi stimoli e che servirebbe una riforma che rivoluzionasse le cose.Mi piace moltissimo il modello americano dove si fanno quattro anni e tutti gli anni servono per prendere crediti, dove ci sono alcune materio obbligatorie ed altre facoltative e ci sono moltissime attività extrascolastiche. Inoltre, vorrei che non esistessero pregiudizi e prese in giro e che tutti gli studenti si impegnassero nel far crescere la scuola!”Manuel:” La mia scuola ideale sarebbe sicuramente più collaborativa: degli studenti portati ad assumersi le proprie

responsabilità e a facilitare il lavoro degli insegnanti e degli adulti sempre più giovanili, capaci di relazionarsi apertamente con i propri studenti per valorizzare i loro interessi e le loro passioni. Forse il limite della scuola sta nella rigidità di quest’istituzione, dove bisogna lottare per avere un’ora in più di assemblea d’Istituto, dove bisogna imporre un numero massimo di verifiche a settimana, dove bisogna arrivare a mettere gli orari di accensione delle macchinette. Basterebbe un po’  più di buon senso e di collaborazione!”.

Sara Panni, Martina Machado, Carlotta Tavernini, Arianna Benini, Francesca Marino

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obre AFFETTIVITÁ,

MA NON SOLOAnche quest’anno i ragazzi delle seconde hanno seguito i corsi effettuati da psicologhe e ostetrica

Come gli anni precedenti i ragazzi delle classi seconde hanno seguito i tre incontri con esperti esterni sull’educazione alla socio-affettività. Quest’anno gli incontri si sono svolti nel mese di ottobre: due incontri con la psicologa e uno con l’ostetrica. Negli incontri si è parlato delle malattie sessualmente trasmesse (tra i contraccettivi il preservativo e l’unico che ti protegge anche dalle malattie), dell’importanza del rispetto durante un rapporto tra i due partner, perché bisogna sapere ascoltare anche l’altra persona, quello che lei vuole e quello che a lei o a noi piace. In un rapporto ci deve essere dialogo e responsabilità perché con il sesso non si scherza, ci possono essere conseguenze anche gravi, ad esempio ammalarsi di AIDS.A seguire il parere di uno dei ragazzi che hanno seguito il percorso formativo.L’educazione sessuale o meglio “socio-affettiva”, è un argomento più che mai attuale e la scuola dovrebbe incentivarla.Non sono più i tempi in cui le prime esperienze si avevano in età “avanza-ta” e mediamente con poche persone in tutta la vita; infatti l’età del primo rapporto sessuale nei giovani si è abbassata notevolmente negli ultimi anni e il numero delle persone con cui lo si ha è di molto aumentato, quindi una maggiore informazione fin dalle scuole secondarie potrebbe essere utile a ragazzi e genitori per ambientarsi meglio nel labirinto della sessualità.L’educazione socio-affettiva avrebbe quindi l’obiettivo di migliorare negli alunni la conoscenza di sé, di facilitare nella classe la comunicazione con gli altri adolescenti e di accrescere la loro consapevolezza non solo nell’ambito sentimentale, ma anche in quello “pratico”. Essa potrebbe addirittura salvare vite e risparmiare effetti indesiderati che sopraggiun-gerebbero se non si avessero determinate conoscenze su una così bella cosa quale è l’amore.

Però bisogna anche tenere conto dell’altra faccia della medaglia: potrebbe l’educazione socio-affettiva essere “nociva” per l’ambiente scolastico?Effettivamente alcuni studenti e genitori, soprattutto i più sensibili e riservati, ritengono che essa non sia adatta o a volte del tutto fuori luogo, probabilmente per motivi religiosi: ma il modo migliore per proteggere i propri figli non è quello di tenerli all’oscuro (questo otterrebbe solo l’effetto contrario), è invece quello di tenerli informati!Dunque l’educazione sessuale nelle scuole è importante anche per rendere i ragazzi più adulti e responsabili e deve essere curata per bene con le giuste persone e i giusti mezzi!

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reVICE CAMPIONI NEL FANGOSecondo posto ai provinciali di corsa campestre per la staffetta mista allievi

Per il quinto anno consecutivo, nella splendida cornice del lungolago dei Sabbioni, si è svolta la fase di Istituto di corsa campestre. Il Liceo, selezio-nati i migliori atleti, ha partecipato alla fase provinciale dei campionati studenteschi provinciali svoltasi a Villalagarina il 23 novembre. Si è distinta, qualificandosi al secondo posto, la staffetta mista allievi composta da Hilary Bortolotti e Giacomo Andreasi; ottimo il quarto posto nella staffetta juniores maschile composta dal trio Andreasi Gabriele, Zoller Thomas e Travaglia Piergiorgio. Buon esordio nelle gare individuali nella categoria allieve per Michela Tavernini, Benjelloul Imane, Natalia Mazzarini e nella categoria allievi per Simone Betta e Amedeo Amistadi.Ecco l’elenco completo dei partecipanti: Amedeo Amistadi, Gabriele Andreasi, Giacomo Andreasi, Benjelloul Imane, Simone Betta, Hilary Bor-tolotti, Natalia Mazzarini, Michela Tavernini, Piergiorgio Travaglia, Andrea Zambotti e Thomas Zoller.

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re MA CHE BEL CASTELLO...Visita di due prime al Castello del Buonconsiglio di Trento per visitare la mostra “Le grandi vie della civiltà”

Il 10 novembre le classi 1°B scientifico e 1°A scienze applicate, accompa-gnate da due professoresse, si sono recate al Castello del Buon Consiglio di Trento per visitare la mostra “Le grandi vie della civiltà” (dalla preistoria alla romanità).Arrivate a destinazione alle ore 9.00, le guide hanno separato diviso le due classi e dopo una piccola introduzione è iniziata la visita della mostra.La prima sala visitata è stata quella riguardante “Il viaggiare” dove veniva-no illustrati i modi più comuni per compiere viaggi nell’antichità, come ad esempio i cavalli, le navi o semplicemente a piedi.Il percorso è continuato nella sala chiamata “Materie in viaggio”, dove erano esposti gli oggetti che venivano scambiati anticamente, trattando lo sviluppo che hanno avuto le civiltà grazie all’espansione del commercio; con il commercio infatti non si sono scambiate solamente merci, ma si è potuto intrecciare relazioni con diversi popoli, anche molto lontani, e portare la cultura di una civiltà in un’altra area geografica.Successivamente nella sala dei “Saperi” sono state mostrate molte invenzioni e tecnologie di quel tempo, come ad esempio l’uso del metallo, la scoperta dell’agricoltura, la ruota, ecc.La quarta sala riguardava i “Linguaggi comuni del potere”. Qui saltava molto all’occhio il corredo funebre di un principe, seppellito con molti oggetti che rappresentavano la sua forza ed il suo potere. C’erano inoltre molti oggetti usati per il combattimento (asce, spade, scudi, ecc.), utili per indicare anche il potere comunicativo delle armi, e quindi vari monili e ciondoli che rappresentavano il potere e la ricchezza, nonché la ricerca del lusso da parte della donna dei ceti sociali più alti. L’ultima stanza visitata è stata quella della “Comunicazione”. Qui la guida ha consegnato agli alunni un foglio con delle indicazioni (azioni) e loro hanno dovuto scrivere l’oggetto corrispondente (ad es. scrittura = stele), stabilendo relazioni tra passato e presente.L’iniziativa è stata molto utile, interessante ed apprezzata, per il fatto che tutti gli studenti hanno appreso informazioni che non conoscevano;

inoltre, l’uscita è stata resa più interattiva grazie alla presenza di una giovane guida che ha saputo coinvolgere la classe, grazie agli esercizi da lei proposti, come per esempio cercare nella mostra un reperto che rispondesse alle caratteristiche date. È stata un’uscita davvero educativa che consiglio alle classi che non ne hanno avuto l’opportunità.

Luigi Graniero, 2^A sc. app.

La 2 A e B del Liceo delle Scienze Umane sono partite per andare a vedere la mostra “Le Grandi vie delle Civiltà”, esposta nel Castello del Buonconsiglio. Con l’aiuto di due guide e sempre accompagnate dai rispettivi professori, le classi hanno visitato un’esposizione di testimonianze archeologiche, prove-nienti da circa 72 musei (italiani ed esteri), costituita da circa 800 reperti. Questi erano esposti in diciotto sale decorate a tema, che raccontano gli scambi commerciali, i contatti e le relazioni tra le antiche civiltà, i quali hanno comportato il loro sviluppo e la trasmissione e lo scambio di culture diverse.Questa grande mostra archeologica ha spinto le classi a riflettere sugli incontri e scontri di civiltà che, sia nell’antichità ma anche nel mondo mo-derno, hanno determinato l’affermarsi di vari popoli,  linguaggi e culture. Le ragazze e i ragazzi hanno scoperto i percorsi, intricati e sorprendenti, delle materie prime, delle conoscenze, degli stili di vita e delle credenze magico-religiose delle antiche civiltà.Una giornata davvero interessante e piena di viaggi temporali per queste fortunate classi.

Federica Pisoni, Leonardo Zanoni.

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reZ COME ESILIOIncontro di alcune classi prime con lo scrittore Karim Metref. Il resoconto e una succulenta intervista

Il giorno 11 novembre il liceo Maffei ha avuto l’onore di ospitare lo scritto-re cabilo Karim Metref, il quale è stato insegnante d’arte ed educatore.Le classi coinvolte in questo progetto (quattro classi prime) hanno letto uno dei suoi romanzi di maggiore importanza, “Tagliato per l’esilio”.Karim, durante l’incontro in aula magna, ha rivelato che inizialmente le sue intenzioni non erano quelle di scrivere un libro, bensì dei brevi racconti da inserire in una raccolta di storie.L’editore, però, dopo averli letti, lo ha convinto a pubblicare un libro tutto suo, che è andato a ruba ed è già prevista una ristampa.Ma il libro di cosa parla? “Tagliato per l’esilio”, affronta la tematica dell’esi-lio: alcune sono storie reali, che Metref ha vissuto sulla propria pelle, altre sono storie che ha sentito o leggende che, tramandatesi di generazione in generazione, sono arrivate anche a lui.Ha anche raccontato la lotta per l’indipendenza del suo paese dalla Francia e l’importanza di un simbolo, che rappresenta la lettera Z, che significa protezione e che nell’alfabeto berbero è la lettera centrale dei Cabili.Quando lui era piccolo, chi indossava quel simbolo veniva arrestato; lui lo

ha disegnato migliaia di volte nella copertina del suo libro, per dimostrare di aver conquistato il diritto all’indipendenza.È dal 1998 che Metref vive in Italia, l’ha preferita alla Francia e alla Germania, non per motivi economici, bensì per motivi culturali: gli piaceva la lingua, la sto-ria, ma non sa se adesso, dopo 13 anni, rifarebbe quella scelta.I suoi libri sono tutti tra-dotti in italiano, anche se inizialmente alcuni racconti erano scritti in berbero.“Bonsai”, l’ultimo capitolo del libro, tratta di una vicenda autobiografica, raccontando il suo arrivo in Italia e come si sia fatto coraggio grazie ad una pianta bonsai sopravvissuta tra polvere e sporcizia. Il finale è molto simpatico, in quanto il protagonista scopre che in realtà la pianta è di plastica! Nelle ultime parti del libro sono presenti espressioni forti, in particolare “Tragedia di una passione”, Metref utilizza termini molto pesanti riguardo le donne. Le studentesse del Maffei hanno potuto tirare un sospiro di sollievo non appena Karim ha comunicato che non è lui ad avere questi pensieri, bensì il protagonista della vicenda narrata.Non gli manca la “cultura algerina”, pur non rinnegando le sue origini. Ha inoltre affermato che la cultura di un paese viene imposta da piccoli, ma poi, crescendo, è importante coltivare un’accesa capacità critica e una lucidità tale da poterla cambiare, se quella cultura non ci rispecchia.Era piacevole ed interessante ascoltarlo: per ben due ore siamo stati atten-ti e partecipi e Karim Metref ci ha fatto i complimenti per come abbiamo “resistito” a questo incontro.Grazie, Karim Metref, il tuo incontro ci ha arricchito e fatto riflettere.

Aaron Portugheis, Lea Petruccello, Edoardo Fabbri 1B scienze applicate LICE

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re Cosa rappresenta l’immagine sulla copertina del Suo libro?Come potete notare, all’interno ci sono molti disegni, perché questi racconti li ho scritti a mano fino al 1998. I quaderni in cui avevo scritto i vari testi erano pieni di scarabocchi e simboli. Quando stavo lavorando con l’editore, lui ha visto i disegni e mi ha proposto di utilizzarli per il libro. Uno di questi disegni è quello sulla copertina; l’ho fatto mentre venivo in Italia. All’interno del disegno si possono vedere piccoli segni che sono il simbolo della mia terra.

Nei suoi racconti si parla spesso di giuramenti e di onore: Lei ha mai infranto un giuramento?Penso di sì; io sono di una generazione per cui la sacralità del giuramento non è più così importante e questo lo considero più un peccato che una fortuna: infatti, una volta ci si poteva fidare di più delle persone, perché le promesse andavano sempre mantenute, altrimenti non si sarebbe più stati rispettati; quindi, ad esempio, non si sarebbe mai potuto dire a vanvera: “Giuro che ti ammazzo!”

Quali sono, dunque, i doveri di un Cabilo oggi, e quali erano una volta?Adesso i codici tradizionali li rispetta chi vuole, non sono più obbligatori come una volta. Ci sono alcuni aspetti che sono rimasti invariati anche al giorno d’oggi (come il rapporto con gli altri e il modo in cui parli in pubblico), ma cambiano molto velocemente per ragioni economiche e demografiche.Vi racconto un episodio per farvi capire meglio: quando ero piccolo c’era l’usanza che se uno costruiva una nuova casa per la sua famiglia, tutto il paese veniva a dare una mano sia a scavare le fondamenta che a mettere il tetto fatto di tronchi e rami degli alberi. Oggi questa usanza è rimasta solo nel momento in cui si cola il solaio della casa: è un lavoro duro (soprattutto quando non ci sono mezzi) e deve essere fatto tutto in una giornata. Così, quando ancora vivevo lì e qualcuno doveva fare questo lavoro, tutto il villaggio andava ad aiutarlo: si lavorava tutti insieme finché il solaio non era terminato. Adesso al mio paese non ci sono più giovani in forze, ma solo anziani e qualche bambino, così è necessario chiamare degli operai per avere degli aiuti. Tutto cambia di continuo: la globalizzazione, la modernità, il cambio di sistema politico; dunque i doveri di un cabilo, come quelli di un algerino, sono dettati dalle leggi dello Stato e non più dalla comunità.

INTERVISTA A KARIM METREF

La prima frase del suo libro è “Sono nato in esilio sulla terra dei miei avi”. Come mai l’ha scritta? Come si può sentirsi esule nella propria terra?Solitamente quando sentiamo la parola “esilio” pensiamo ad una persona che è stata costretta ad andarsene dalla sua terra natale per fattori diffe-renti. Questa è l’idea che abbiamo tutti di una persona “esule”. Ma riflet-tendo su questo aspetto mi sono accorto che l’esilio non è solo questo: a volte puoi sentirti esule nella terra dove sei nato e dove sono vissuti i tuoi genitori e i tuoi antenati, ma puoi ritrovarti a casa tua in un altro luogo.Ti senti diverso, la gente ti tratta differentemente e non vivi bene. In seguito vai in un altro posto e ti senti più libero. Io mi sento più esule in Algeria che in Italia. Qui in Italia conosco più gente che condivide le mie idee di quanta ne conoscevo in Algeria.

Il suo popolo conosce il suo libro “Tagliato per l’esilio”?Alcune persone sì, altre no. Non sono un autore conosciuto a livello internazionale; scrivo in particolare per il pubblico italiano e ho regalato qualche copia del libro ad alcuni miei parenti e amici, ma come oggetto ricordo, perché ovviamente non sanno leggere la lingua italiana.

Come mai ha scelto di venire proprio in Italia?Non ho proprio scelto. Quando mi sono spostato dall’Algeria in Europa, potevo anche decidere di andare in Germania o in Francia, ma sono arrivato in Italia. La preferivo alle altre nazioni, non per motivi economici, bensì culturali: mi piaceva la lingua, la storia e in più c’erano persone che la pensavano come me e che capivano il mio punto di vista, più di quante ce ne fossero nel mio paese.

A Lei manca il suo Paese?No, perché per me l’Algeria non esiste, è solamente un concetto astratto: con la mia maturazione sono giunto alla conclusione che le nazioni si tro-vano solamente sulle carte geografiche, ma nel futuro potrebbero anche scomparire o cambiare nome. Le entità vere, così come il mio paesino di montagna, sono le cose che rendono una nazione concreta. Dell’Algeria a me mancano i miei parenti, mia madre, i miei amici, i monti della Cabilia e alcuni aspetti della tradizione del mio popolo.LI

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reLei che è anche educatore, vede i ragazzi più sensibili alle varie culture o c’è sempre una sorta di diffidenza verso l’altro?Dipende dai ragazzi, dai luoghi, dalle scuole. Noi tutti abbiamo un pregiu-dizio, soprattutto nei confronti di quelli che non conosciamo. Per esempio, mio padre ha una fissazione, cioè che gli occidentali e i francesi non siano brava gente, però d’altra parte ha degli amici francesi che considera delle brave persone.In questi 15 anni vissuti in Italia, ho visto diffondersi molti pregiudizi, ma quando vado nelle scuole vedo che i ragazzi non hanno pregiudizi, ad esempio sui cinesi, visto che il loro compagno è cinese. Però è aumentato il livello del razzismo tra i giovani. Una volta si iniziava molto spesso a parlare dicendo “Io non sono razzista però..”, adesso invece si dice più spesso “Io sono razzista perché...”. Questo è dovuto anche alla stampa e alla politica.

Ci ha colpito molto il racconto “Tragedia della passione”, perché utilizza parole molto forti contro le donne. A questo proposito, vorremmo sapere qual è la Sua opinione riguardo alla donna. Sicuramente le prime righe di questo racconto attirano l’attenzione. Il protagonista del libro non sono io, per questo non gli ho messo in bocca le mie parole, bensì le sue; il racconto non esprime il mio pensiero nei con-fronti della donna, ma segue il pensiero del personaggio. Quella narrata è la visione della donna secondo quell’uomo.Infatti se avete notato, mentre sta per morire, l’uomo si rende conto dell’assurdità dei suoi pensieri, ma ormai è troppo tardi!

Quali sono state le più grandi difficoltà nello scrivere il libro? Sicuramente ci sono state le difficoltà, anche se non molto grandi. Le maggiori sono quelle linguistiche; i racconti che formano il libro erano scritti in berbero-cabilo e ho dovuto tradurre ogni racconto in italiano, cosa assai difficile perché ci sono molti modi di dire e molti proverbi che non si possono interpretare.

Come ha vissuto le recenti sommosse in nord Africa?Con un misto di paura e di speranza. Da una parte uno ha paura perché un disordine così grande in un paese può portare a un peggioramento o ad un bagno di sangue, dall’altra però è anche positivo perché può portare ad

un miglioramento. Io so com’è la situazione in quei posti e non può andare avanti così. Il fatto che i giovani si alzino e comincino a protestare crea in me una grande speranza, perché questi giovani che noi pensavamo non avessero più ideali, si sono alzati e ci hanno dato una buona lezione.

Quale tipo di lettore vuole sensibilizzare con il libro “Tagliato per l’esilio”’Non ho pensato a un pubblico preciso, l’ unica parte del libro che è stata pensata per un pubblico che non conosce le tradizioni della Cabilia è quella iniziale, dove racconto della cultura berbera. Ho realizzato anche uno spettacolo teatrale, durante il quale ho approfondito principalmente il mio rapporto con i valori e la cultura dell’Algeria.

Com’era il rapporto con Suo nonno?Ero molto legato a lui e ho imparato molte cose dai suoi atteggiamenti. Mi ricordo che quando ero piccolo e mi sedevo con lui ed altri vecchietti, loro ridevano dei miei discorsi perché sostenevano che usavo dei termini profondi e complicati, che avevo appunto imparato da mio nonno e che non tutti i bambini della mia età usavano. Ho avuto una bella infanzia, fatta di cose semplici ma concrete, che hanno reso ogni minuto della mia fanciullezza immensamente felice, un paradiso. Vorrei poter tornare indietro.Gli insegnamenti più grandi però li ho capiti solo dopo essere diventato adulto. La filosofia di vita di mio nonno era semplice: sosteneva che è meglio dire le cose con sincerità e senza peli sulla lingua, anche se a volte è più rischioso, piuttosto che far finta di essere d’accordo con tutti.

Chiara Zucchelli, Eleonora Miorelli, Eleonora Favaro, Giuseppe Di Gregorio 1B scientifico.

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re I FANTASTICI... TRETerzo posto ai campionati provinciali di tennis tavolo per la nostra squadra juniores maschile

Il 30 novembre, festa di S. Andrea, i nostri fantastici Juniores Daniele Crò, Lorenzo Marocchi e Andrea Zambotti, accompagnati dalla prof.ssa Mara Romani, si sono battuti per la conquista di un posto di prestigio sul podio alla fase provinciale di tennis tavolo dei Giochi Sportivi Studente-schi svoltasi al Centro Sportivo “Vela” di Trento. Dieci gli Istituti Superiori partecipanti. Dopo la delusione iniziale per la notizia dell’assenza di uno dei componenti della squadra del Liceo, i nostri ragazzi non si sono persi d’animo e hanno giocato con determinazione e grinta riuscendo a vincere quasi tutte le partite. Sono riusciti così a conquistare il terzo posto dietro all’ I.S. “Buonarroti” di Trento e all’I.S. “Curie” di Pergine Valsugana.Alla stessa manifestazione, due giorni prima, gli allievi Matteo Albertani, Alessandro Bettoglia, Edoardo Fabbri e Michele Facci, accompagnati dal prof. Paolo Stoppini, si sono sfidati a colpi di racchetta rientrando in un ta-bellone che rappresentava 14 squadre degli Istituti Superiori del Trentino. L’esperienza è stata positiva per i nostri ragazzi anche se non sono riusciti a raggiungere la finale.

UNA COLLETTA PER NON IGNORAREAnche quest’anno alcuni ragazzi dell’istituto hanno partecipa-to al progetto che prevede di donare parte della propria spesa a chi ne ha bisogno

Il 26 novembre il liceo Andrea Maffei ha aderito, come già l’anno passato, al progetto “Colletta alimentare”: si tratta di una iniziativa a livello nazio-nale che invita le persone a “fare la spesa per chi è più povero”. Durante questa giornata, presso una fittissima rete di supermercati coinvolti su tutto il territorio nazionale, ciascuno può donare parte della propria spesa per rispondere al bisogno di quanti vivono nella povertà. L’ iniziativa è alla sua XV edizione e, nel corso degli anni, ha visto la partecipazione di molte persone sia come volontari sia come donatori: quest’anno più di 130.000 volontari, di cui più di 40 del nostro istituto, hanno contribuito ad assistere 1,4 milioni di persone in oltre 8000 struttu-re caritative convenzionate con la Rete Banco Alimentare. Nonostante la crescente crisi economica, si è calcolato un aumento del 2% del ricavato rispetto all’anno 2010, grazie ai volontari che hanno parteci-pato numerosi, motivati, con grinta, e anche alla generosità e sensibilità della gente desiderosa di cercare di aiutare i più poveri facendo qualcosa nel proprio piccolo: questo dimostra che la solidarietà rappresenta ancora un valore nel quale moltissimi credono con fermezza.

Elisa Casari, Giulia Mazzola (IIA sc)

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embreL’ANNUARIO

È MAGGIORENNEPresentata la diciottesima edizione del volume: molte le novità, dal formato al colore

Il 17 dicembre 2011 è stata presentata la diciottesima edizione dell’An-nuario, volume destinato alle famiglie degli studenti in cui sono state rac-colte come di consueto le testimonianze più significative dello scorso anno scolastico. Grandi novità in occasione del raggiungimento della maggiore età: oltre al formato, tornato quello delle origini, anche la grafica, con l’adozione del colore in sostituzione dell’obsoleto bianco e nero.Nel corso della cerimonia sono anche stati premiati gli studenti che al recente esame di stato si sono distinti con il massimo dei voti (Schmidt Liliana Michaela, Mieli Samantha, Berti Beatrice con lode, Lutricuso Erika, Bertamini Luca con lode, Perini Thomas, Santorum Andrea, Sbarberi Michela, Messelodi Daria, Macaluso Elia, Tonelli Marta) e sono state assegnate le borse di studio che ogni anno il liceo mette a disposizione dei ragazzi più meritevoli: la borsa intitolata a Tiziana Portella è andata ad Arianna Montagni e Michela Sbarberi, quella intitolata ad Alvise Fox a Martino Ischia e quella ad Enrica Piovana Canestrini a Marzia Daldoss e Ilaria Colò.Il tutto con la ‘benedizione’ degli assessori rivani Flavia Brunelli e Renza Bollettin e del presidente del consiglio comunale di Arco Vilma Remondini, che per l’occasione hanno confermato il massimo impegno delle ammini-strazioni locali a sostegno delle politiche scolastiche del territorio.

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embre DIECI X DIECI = DIARIO

Dieci settimane. Dieci temi. Decine di pagine. Un’esperienza unica e indimenticabile

Tutto è partito all’inizio di ottobre di quest’anno, quando la nostra professoressa di lettere, Daniela Mannarini, ha iscritto la nostra classe ad un’iniziativa coordinata dall’ IPRASE: il “Diario focalizzato”.Da quel momento, ogni giorno abbiamo dedicato qualche minuto del nostro tempo per scrivere una pagina in quello che, da anonimo quader-netto, è diventato il nostro diario.Dovevamo solo aprire il nostro cuore e lasciar volare la fantasia!All’inizio è stata dura: non tutti amano scrivere!Ma dice il proverbio: “Chi disprezza compra!”. Infatti, alla fine, anche chi avrebbe bruciato il quadernetto o ne avrebbe fatto aereoplanini ci ha pre-so gusto. Chi all’inizio scriveva una paginetta scarsa è arrivato alla soglia delle tre, chi pensava che non sarebbe mai arrivato alla fine del primo quadernetto ne ha terminati due!Tutte le esperienze si apprezzano vivendole; l’importante è mettere passione in tutto quello che si fa, a partire dalle piccole cose.Diario dello sport, diario delle risate, diario degli abbracci, diario di chi le spara grosse... temi bizzarri, stimolanti, curiosi!Ogni settimana abbiamo dedicato un’ora di lezione per fare il punto della situazione: leggere qualche pagina in classe, commentarla e correggerla insieme... un tempo per scambiarci le opinioni, condividere degli spunti e darci dei consigli!Un’ora alla settimana che ci ha fatto capire l’importanza e il valore di questa esperienza!Lasciare un segno sulla carta, scrivere di noi, disegnare un’emozione non è banale!L’invito (e la promessa) è quello di non abbandonare del tutto questo diario: può rimanere per noi come un amico, un compagno discreto a cui affidare le nostre avventure!

Eleonora Miorelli1 B scientifico

PORTE APERTE PER I PIù PICCINIAnche quest’anno i ragazzi di terza media hanno potuto assa-porare l’atmosfera che si respira nei nostri corridoi

Anche quest’anno il nostro istituto ha rinnovato l’appuntamento con gli studenti di terza media alle prese con l’orientamento e, come da copione, non è mancata la presenza di alcuni volenterosi liceali. Per l’occasione si sono allestiti tutti i laboratori del secondo piano. I nostri tecnici si sono occupati delle aule di arte e di fisica, mentre gli studenti si sono destreg-giati fra esperimenti di chimica e presentazioni di biologia. Tre ragazzi del recentemente nato liceo delle Scienze Applicate hanno dimostrato nei fatti quanto giovino all’apprendimento delle competenze scientifiche 4 ore di scienze naturali dal primo anno (5 nel triennio!). Con aria disinvolta, come se si trovassero nel salotto di casa propria, hanno adoperato becher, pipet-te e cappa aspirante, lasciando di gesso studenti e genitori. Contempora-neamente nell’aula di biologia i rappresentanti degli indirizzi scientifico e classico si facevano bastare un proiettore di immagini per intrattenere le folle di curiosi. Gli studenti di prima classico si sono occupati di botanica, i ragazzi di quarta scientifico di sistematica e biologia e infine la terza clas-sico ha presentato il programma di geologia e scienze della terra. Con una buona partecipazione dei ragazzi e soprattutto dei genitori, si profilano numerose iscrizioni al nostro istituto per il prossimo anno!

Laura Santini

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embrePER I CIELI DI LIBERTA

Convincente esordio letterario per Giacomo Soraperra, stu-dente del nostro liceo con il pallino del romanzo

Un giovane autore al suo esordio stupisce il lettore con la sua storia e il suo stile. Un libro avventuroso, eppure filosofico. Stupefacente come uno dei miglior film d’azione; violento ma dolce allo stesso tempo. Tre fazioni: i Rivoluzionisti, al servizio del bene, gli Unionisti, attaccati al proprio potere e relativi privilegi, e i Black Shadow, terribili ombre... Grandi battaglie, scontri epici, armi letali e colpi di scena si susseguono con ritmo, creando tensione. L’ansia viene però spezzata da descrizioni poetiche e da riflessioni sull’umanità e il senso della vita. Battute salaci e dichiarazioni d’amore. Suspense, emozioni e sorrisi suscitano i personaggi di questa vicenda. Carl in particolare, il protagonista in assoluto, è avvolto in un alone di mistero, che solo alla fine sarà svelato...Questo recita la quarta di copertina del suo ultimo libro. Lui è Giacomo Soraperra, piacevole sorpresa di questa fortunata stagione letteraria del nostro liceo. A seguire una breve intervista all’autore del romanzo «Per i cieli di Liberta. L’alba e la bambina».

Brevemente, di cosa parla il tuo libro? La storia è ambientata nel 2139. In seguito ad una crisi interna il governo del WMG, che comprendeva tutte le nazioni della Terra, ha visto la scis-sione di molti stati che si sono uniti nel Revolution, un’organizzazione che ha come obiettivo l’eliminazione totale del WMG, che ritengono corrotto e ingiusto. La guerra è iniziata da molti anni, il conflitto è in una fase di stallo. Il protagonista è Carl, un ragazzo di ventisette anni che entra a far parte della squadra speciale Fenice. Coi suoi compagni partecipa alle battaglie più importanti del 2139. Le scene di guerra occupano buona parte del romanzo, ma esso risulta infine incentrato sull’analisi delle personalità dei vari personaggi, cosicché si possono trovare brani filosofici e di riflessione profonda, accanto al mistero del passato di Carl e sulla sua “missione” non ancora compiuta, che lo vede legato a generali e uomini importanti, e all’identità di una bambina salvata dall’incendio di Mosca.

Perché hai scelto il titolo “Per i cieli di Liberta”? Ho pensato che dovesse contenere un nome proprio e un’indicazione simbolica che riuscisse a racchiudere in sé l’intera trama: Liberta è la capitale del Revolution, dunque i suoi cieli, nei quali si staglia l’immensa torre della città, raffiguravano al tempo stesso gli ideali dei suoi abitanti e un’ideale di libertà, perché il cielo è senza limiti. “L’alba e la bambina” indica che è il primo libro di una serie, e focalizza l’attenzione sui due personaggi chiave: Eos, che in greco antico significa Alba, e la bambina salvata durante il bombardamento di Mosca.

Quand’è che hai iniziato a scriverlo e quali sono state le tue fonti di ispirazione? Avevo 12 anni quando provai a scrivere il primo capitolo, ma il file andò perso e abbandonai il progetto. Lo ripresi solo due anni dopo perché trovai il mio migliore amico: attraverso il confronto e mettendoci d’impegno, dopo due anni e mezzo il mio libro era pronto. Dopo un anno e mezzo di revisione e burocrazia la pubblicazione è avvenuta nel novembre di quest’anno. L’ispirazione l’ho tratta da me, nel senso che... Siamo figli della nostra epoca: il Signore ci ha graziato con un periodo di pace per l’Europa, ma l’eco della guerra, sia la Seconda Guerra Mondiale sia la Guerra Fredda, sia le notizie provenienti da tutto il mondo che parlano di attacchi terroristici e conflitti che a noi sembrano lontani, per quanto in realtà siano vicinissimi; volevo però ricordare ad una gioventù che, non so come, sembra sentire una sorta di “nostal-gia” per la guerra, ai soldati che sognano la carriera di soldato, che ciò che sognano è l’Inferno, l’atrocità, il LI

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delitto privo di motivi. La guerra è il punto più basso raggiunto dall’uma-nità, non c’è niente di eroico nell’omicidio, nel genocidio, nei massacri. Le menti dei soldati non sono lucide come nei film e nei libri, sono devastate, se riescono a tirare avanti è perché hanno ucciso i loro sentimenti o perché non si rendono ancora conto di cosa stanno facendo. Questo penso, e per questo ho deciso di parlare di guerra nel mio libro.

Qual è il tuo libro preferito? Il mio libro preferito è in assoluto “Il Signore degli Anelli”, lo rileggo almeno una volta l’anno. Ritengo che sia una delle opere più grandi mai composte per più motivi: la trama è complessa e studiata in ogni detta-glio, con particolare attenzione sul fattore “tempo”, per cui risulta anche verosimile; le descrizioni sono così dettagliate e ben riuscite che il lettore immagina perfettamente cosa l’autore abbia in mente. Nella mente di chi legge si delinea un paesaggio che sembra di vedere coi propri occhi; i per-sonaggi hanno ognuno una propria personalità anch’essa ben delineata e verosimile, perfettamente in correlazione col loro “grado” sociale; il tipo di scrittura è scorrevole e armonioso, la narrazione non risulta pesante sebbene l’opera sia lunga. Seguono i libri di Valerio Massimo Manfredi, che apprezzo particolarmente per lo stile: le scene d’azione sono descritte con particolari; sebbene durino più pagine, risultano rapide come se delineate in poche righe; la narrazione è scorrevole e i personaggi ben delineati. Il mio stile descrittivo che cerca di far visualizzare le azioni come “scene di un film”, l’ho preso da lui. Questi due libri mi hanno ispirato per scrivere il primo libro. I classici che sto leggendo adesso, fra cui “Le città Invisibili” di Calvino e “La coscienza di Zeno” di Svevo, mi serviranno per meglio delineare le personalità e i brani filosofici nei prossimi libri.

Come sei riuscito a pubblicare il tuo libro? Una volta finito il libro, non avevo effettivamente idea di come farlo pubblicare. In mio soccorso è venuta la persona che più mi ha sostenuto e tutt’ora mi sostiene: mia madre. Vedendo in televisione una pubblicità della casa editrice Albatros di Roma, che faceva selezioni di opere prime, mi ha suggerito di spedir loro il romanzo. Ne sono seguiti sei mesi di revisione, poi ho inviato la bozza. Un mese dopo, una lettera mi informava che il romanzo era stato accettato. A quel punto, un anno dopo, concluse le questioni burocratiche, ho trascorso altri sei mesi in revisione e ho passato

l’estate di quest’anno a revisionarlo con l’editor della casa editrice. Trascor-si altri due mesi, all’inizio di ottobre, mi sono arrivate le casse con le prime copie del romanzo. Ora è disponibile (su ordinazione) online e in libreria.

Cosa rappresenta per te la scrittura? Scrivere per me è vivere un’altra vita. Mentre le parole fluiscono veloci sul-la carta si è trasportati in un altro mondo e per un momento non si è più la singola persona reale, ma altre cinque, dieci, un intero popolo, e non si è più nella propria casa, ma in ogni angolo del pianeta, in luoghi sconosciuti e altri lontani centinaia di chilometri, in quel momento si vive della vita di un altro e come in questa, gli eventi si susseguono senza sosta e secondo una loro logica. In questo modo, mentre lo scrittore compone la trama fluisce dal suo stesso essere indipendentemente da ogni schema, segue il percorso tracciato dalla mente dell’autore, ma è lei che decide quando esondare e quando scavare l’argine con più forza, e infine quando sfociare nell’oceano. In questo modo, le esperienze dei personaggi si sommano alle mie e le mie alle loro, così che entrambi cresciamo e capiamo qualcosa in più di come funziona questo mondo.

Stai già lavorando al seguito? Sì, sono al penultimo capitolo del secondo romanzo, il sequel del primo. Per quelli a cui il primo è piaciuto o che hanno intenzione di leggerlo, sap-piano che il due è molto diverso, perché io sono maturato nel frattempo, e quindi troveranno ancora più guerra, violenza cruda e descritta senza censure, storie di vite distrutte e ricostruite, filosofia e pensieri e un dolce amore che lottano contro un mondo in rovina, e soprattutto un protagoni-sta sempre diviso fra ciò che il suo rango impone e un cuore che comincia a cedere, di fronte ad un’oscurità troppo grande.

La tua citazione preferita? È di Delior il Triste, capo dei BS, tratta dal quinto capitolo della terza parte del romanzo: “Come queste acque siamo sporchi dei peccati commessi da altri che ci hanno spinti ad eseguirli, e saremo purificati solo quando la fonte scatenante del caos e della rovina sarà scomparsa, quando noi sare-mo gli unici rimasti in questo mondo. Ognuno allora sarà libero e pulito. Io me ne andrò lontano e sparirò fra le onde, corrente dimenticata da tutti e dimentica di ogni cosa, ombra che vaga nell’infinito.”

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nnaioMANCA SOLO UN VERSO

A QUELLA POESIA...Il racconto fotografico della celebrazione della Giornata della Memoria

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nnaioROMINA ALLA HAYDN

A solo 14 anni una maffeiana è riuscita a mettersi in evidenza al pianoforte nella celebre orchestra

Un articolo sul quotidiano ‘L’Adige’ del 28 gennaio, a firma di Paola Malcot-ti, ha messo in primo piano una nostra studentessa. Eccolo. “Ha solo quattordici anni, l’arcense Romina Fonti, ma vola già molto in alto. O meglio, a volare, sono le sue mani, sui tasti del pianoforte. Ed è proprio grazie all’amore per la musica, coltivato con tanto impegno, che la giovanissima pianista è approdata all’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, laddove mai prima d’ora una musicista di 14 anni era arrivata. Cinque le date nel programma di febbraio cui Romina Fonti è stata convocata per prendere parte ad altrettanti concerti per pianoforte ed orchestra sotto la direzione del Maestro Stephen Lloyd, previsti in tutta la regione.Romina Fonti frequenta il primo anno del Liceo linguistico “Maffei”.Nata a Riva nel 1998, fin dall’età di 5 anni si dedica allo studio del piano-forte presso la Scuola musicale di Arco, sotto la guida del Maestro Enrico Toccoli. Dal 2008, quindi a soli 10 anni, la giovane pianista viene ammessa al Bonporti di Riva ed ai corsi di perfezionamento con il Maestro Antonio Tarallo.Durante gli studi si esibisce in concerti e manifestazioni proposti dal Conservatorio di Riva e di Trento, sia come solista che con formazioni cameristiche, portando a casa più di una vittoria a prestigiosi concorsi nazionali di musica.Ma è il 2010 l’anno della consacrazione: dapprima una selezione per l’orchestra del Conservatorio di Trento, quindi un’audizione indetta dalla Haydn. Nella quale Romina eccelle tra altri pianisti più «vecchi» di lei.Il segreto di un così precoce successo? Quello della grande passione per la musica ed il pianoforte che da sempre l’accompagna. Sì perché per Romi-na, suonare non è un peso o un’imposizione dettata dai genitori, nessuno deve dirle di esercitarsi: suonare è divertimento.Cosi come per la sorella maggiore, Mirella, pure lei pianista, pure lei studentessa al “Maffei”. E poi c’è l’educazione musicale con cui Romina è cresciuta, il dna familiare, tanto dalla parte della mamma, austriaca ed

insegnante di tedesco, dalla quale ha ereditato l’indole musicale (il nonno materno era direttore d’orchestra), quanto dalla parte del papà, medico siciliano ed amante del bel canto.E sono proprio mamma, papà e sorella i primi fans di Romina, quelli che, a costo di salti mortali, sostengono la loro beniamina e cercano di far com-baciare la vita familiare con i suoi nuovi impegni: anche se non è facile, è sicuramente una bella soddisfazione per tutti. E poi, di lei, bisogna dire che è una tipa coi piedi per terra.«Ai concorsi ed alle audizioni ero tranquilla - confessa Romina - perché ero convinta di non avere possibilità di vincere. Ci ho messo però tanto impe-gno, costanza e buona volontà. Un po’ come a scuola. Suono per piacere, per pura passione e quando smetto di fare i compiti, mi metto al piano».”

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nnaio SARCA, UNO SCRIGNO

DI INFORMAZIONIAlla ricerca di tutte le testimonianze che rendono unico il nostro territorio

I fiumi  hanno sempre svolto un ruolo importante in qualsiasi territorio. Lo trasformano, garantiscono energia e materiali per le diverse attività; crea-no condizioni opportune per l’insediamento di civiltà, fornendo  acqua e cibo. Inoltre i fiumi aiutano a smaltire i rifiuti delle attività umane, ma con il prodursi di processi di accentramento della popolazione è aumentata la quantità di scarichi che confluisce nei corsi d’acqua e si è diversificata la composizione di quest’ultimi.Un aspetto distintivo della nostra epoca è rappresentato dal degrado della qualità degli ambienti acquatici. Molteplici sono le sorgenti di inquina-mento delle acque: scarichi provenienti da processi industriali, fognari urbani o acque di di scolo dei terreni agricoli e molte altre ancora.Il nostro liceo da anni monitora il fiume Sarca con analisi chimiche. L’ibe

(indice biotico esterno), grazie al rilevamento di diversi organismi acquati-ci, ci permette di determinare la “salute” delle nostre acque: maggiore è la quantità di specie presenti e migliore sarà la qualità dell’acqua. Nel nostro caso, sono state trovate comunità relativamente ricche di unità sistema-tiche come Efemerotteri, Crostacei, Irudinei, Ditteri. Numerosi i Tricotteri. Dunque possiamo affermare che il fiume Sarca è un ambiente legger-mente inquinato o alterato, poiché sono state ritrovate in grande quantità specie molto resistenti all’inquinamento, ma anche una minoranza di specie sensibili ad esso.Sapevate che grazie alle diverse specie di uccelli si può risalire alla biodi-versità di un luogo?Può sembrare strano, ma solo prendendo in considerazione la presenza dei picchi in un determinato luogo, si può risalire a informazioni fondamentali sull’ambiente dove essi sono presenti, per esempio i nidi che loro creano possono essere poi riutilizzati come tane di ghiri, scoiattoli e altri tipi di animali che altrimenti non saprebbero dove vivere.Anche i rapaci sono un ottimo indicatore della biodiversità dato che, grazie al loro bolo, cioè il loro “vomito”, nel quale sono contenute quelle sostanze che non possono digerire (ossi, pelo, piume..), si può risalire al tipo di rapace, ma anche a cosa ha mangiato. 

Mattia Frioli e Santiago Donati

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braioTERZO TEMPO,

GENOCIDI E TRAGEDIEDurante l’assemblea studentesca discussione sulle vicende più tragiche degli ultimi decenni Sono stati trattati in particolare gli eventi meno conosciuti, ma non per questo meno tragici di quelli più “famosi”; è giusto infatti ricordare che purtroppo certe brutalità non appartengono solo al passato, ma avvengono ancora in varie parti del mondo, spesso  nell’indifferenza dei mass-media. Nelle varie aule dell’Istituto si è parlato degli stermini avvenuti in Bosnia, Serbia, Africa, dei Laogai (= campi di lavoro) cinesi, dei massacri delle Foibe, dei conflitti tra Palestina e Israele, con la possibilità di approfondire l’argomento con la visione di film e discussioni. Ecco due esempi degli argomenti trattati:L’aula”I dittatori e la cultura” non prevedeva la visione di film, ma ciononostante la discussione  si è rivelata interessante: avevamo molti argomenti di cui parlare e la mattinata è volata. Era un’aula eterogenea per età e idee, ma siamo riusciti comunque a discutere intelligentemente e civilmente.Nell’aula magna si è tenuto il dibattito sugli esperimenti psicologici svolti in tempo di guerra per osservare le dinamiche di gruppo, come l’esperimento di Milgram (1961) e l’esperimento di Stanford del dott. Zimbardo (1971). Il primo consisteva nel dare la consegna ad alcuni soggetti di infliggere una scarica elettrica a una persona (un attore) in una stanza dalla quale provenivano le sue (false) urla strazianti. I risultati sono sconvolgenti: benché i soggetti esaminati non fossero sottoposti a minacce fisiche o a pressione psicologica, nel 65% dei casi sono arrivati ad infliggere la scarica più potente. Nel secondo esperimento fu costruita una falsa prigione, dove un certo nu-mero di persone veniva diviso in due gruppi distinti: guardie o prigionieri. Le guardie dovevano sorvegliare i prigionieri. L’esperimento doveva durare quattordici giorni, ma dopo solo sei il professore dovette sospendere il

progetto: le guardie erano diventate violente nei confronti dei prigionieri ed erano ormai fuori controllo. Legato a quest’ultimo esperimento abbia-mo visto il film “The Experiment” di Paul Scheurig del 2010”. Quest’assemblea è stata un’occasione importante per aiutarci a guardare con maggiore consapevolezza ed apertura ai problemi del mondo.

Marta Tomasi, Paola Sartorelli e Matilde Venturini

SBRONZI ED EMBRIAGHELLE SOTTO CANESTROGrande successo per il torneo interno di basket tre contro tre

Il 28 febbraio, nella palestra del Liceo “Maffei”, si è svolto il torneo di basket tre contro tre.Circa sessanta gli studenti presenti in palestra, che si sono affrontati in un torneo a girone unico dove tutti hanno “sfidato” tutti. Abbiamo assistito a gare avvincenti e tiratissime che si sono concluse con scarti minimi. Il torneo ha riscosso notevole successo soprattutto nella categoria allievi, impreziosita anche dalla presenza di due ragazze, Sara Bresciani e Giorgia Frizzi della 1^ A scientifico, che hanno dato filo da torcere ai pari età maschi. Visto l’esito positivo sicuramente il torneo verrà riproposto dai responsabili Prof. Bruno Calisti e Paola Parolari.Per la cronaca il torneo è stato vinto nella categoria allievi dalla squadra “Sbronzi di Riace” composta da Edoardo Toblini, Alessio Valenti, Federico Chicco Spagnolli e dal capitano Andrea Danti. Nella categoria juniores il successo è andato alla squadra “Embriaghella” composta da Lorenzo Albertini, Federico Mascher, Yann Fadanelli e il capitano Jacopo Spezia. LI

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braio UNA MILANO

ILLUMINANTEViaggio della 3A scientifico nel capoluogo lombardo a caccia di emozioni al Museo della Scienza

Il viaggio comincia all’alba di un freddo febbraio, alle prime luci di un giorno che già di prima mattina si prevede ricco d’emozioni e di nuove esperienze. Il clima che si prova è gioviale e frizzante: nessun muso, nessuna brutta cera, tutti sono entusiasti di questo percorso che ci porterà nel gioiello del Nord, Milano. Scendiamo dal pullman del quale oramai conosciamo ogni centimetro e sibilo e veniamo così accolti nella gran metropoli lombarda; ci raduniamo per un veloce conteggio di feriti e dispersi davanti al Castello Sforzesco e poi in marcia verso Piazza

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braioDuomo. L’emozione aumenta quando veniamo a sapere che la nostra

prof. di algebra è in realtà una figlia DOC della metropoli, completamente integrata nel suo tram tram e somma conoscitrice di ogni suo meandro... cicerone con il caratteristico accento: con passo svelto allora, oserei dire a ritmo di bersagliere, galoppiamo di qua e di là confermando una volta per tutte quello stereotipo sulla frenesia degli amati confratelli milanesi . Piazza Duomo ci appare immensa, luminosa e... affollata da qualcosa come migliaia di turisti, tutti desiderosi di vedere i suoi gioielli e la sua magnificenza che ancora stupisce. Il Duomo, enorme, si staglia imponente

sulla piazza facendoci ombra, non richiesta data la brezza che infuriava, con le sue guglie marmoree di cui avevamo solo accenni ed indizi dai libri di testo. Ma un primo giro del centro si conclude in breve; il Museo Leonardo da Vinci della Scienza e della Tecnica ci aspetta con i suoi laboratori didattici. Con sconforto veniamo a sapere che siamo in ritardo e che siamo abbastanza lontani dalla meta, ma nulla ci abbatte: la prof. Spairani con un fare da comandante di battaglione inaugura il ritmo di marcia e così, uniti come un solo uomo raggiungiamo, stremati, la nostra meta, dove ironicamente aspettiamo le guide ritardatarie. L’esperienza c’illumina, intendo alla lettera ... ci sono proposti giochi di laser, specchi e luci colorate che ci emozionano e che, in un certo senso, ci fanno riprovare quell’entusiasmo tipico dei bambini. Il divertimento è assicurato tanto che ci dispiace abbandonare quel luogo ... ma i capi avevano ben altri programmi per noi. Con la promessa di ritrovarci in Piazza Duomo per le 16:00, le classi si dividono come nella diaspora e a gruppi più o meno numerosi cercano un luogo isolato ove consumare l’ambito pranzo al sacco. La visita pomeridiana è libera e così ognuno decide in base ai propri interessi e gusti, cogliendo l’occasione che gli si prospetta davanti per aprire il portafogli e scattare fotografie della Milano che non appare in cartolina. Dalla moda all’arte, la città viene saccheggiata e messa a ferro e fuoco dalle nostre orde barbariche ad un livello tale che nemmeno il Bar-barossa avrebbe potuto fare di meglio e così soddisfatti torniamo al campo base con il nostro bottino. Rimontiamo sull’autobus che fedele ci aspetta

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braio davanti al Castello Sforzesco e ripartiamo per la Busa, mentre solamente

un tiepido sole ci accompagna e ci accarezza dolcemente. Ma le esperienze intense di una giornata così cominciano a farsi sentire e così pure la sveglia forzata di questa mattina presto, tanto che in molti cadono vittime di Morfeo e si lasciano andare nel mondo dei sogni ... sempre con un sorriso stampato sul volto. Come definire questa giornata, mi chiederete voi: una sola parola... ILLUMINANTE.

Michele Mora, 3A scientifico

E, a seguire, l’intervista ad uno studente che ha partecipato all’uscita.Abbiamo incontrato Jacopo Spezia e ne abbiamo approfittato per porger-gli qualche domanda.A quale argomento è collegata la visita svolta?“La gita verteva intorno a due argomenti fondamentali, le telecomunica-zioni e la luce.”Spiegaci meglio...“Per le telecomunicazioni ci è stata presentata la storia degli strumenti

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braioper comunicare a distanza, dai pali ottici di fine ‘700 alle fibre ottiche. Vi

sono percorsi paralleli che narrano la storia del telegrafo e del telefono; la sezione si completa con l’area dedicata all’evoluzione delle tecnologie televisive. Nell’area dedicata alla luce, attraverso specchi, ombre e colori ci sono stati mostrati i più noti e curiosi fenomeni legati alla propagazione della luce e a come essa agisce con la materia.”Avete svolto delle attività pratiche?“La parte sulle telecomunicazioni è stata principalmente teorica, con alcune brevi esperienze, mentre per quanto riguarda la luce abbiamo svolto solo esperienze pratiche.”Descrivici cosa avete fatto.“Divisi in gruppi, abbiamo provato a comunicare attraverso brevi messaggi in alfabeto Morse e successivamente ci è stato mostrato con semplici stru-menti come si propagano le onde elettromagnetiche e come reagiscono con vari tipi di materia, quali creano interferenze. Per ciò che riguarda la luce, abbiamo svolto una serie di attività ed esperienze, tutte collegate appunto alla scomposizione di un fascio di luce, quindi ai colori.”Quindi lavori interessanti, coinvolgenti, o no?“Assolutamente sì, i contenuti erano interessanti e catturavano partico-larmente l’attenzione, anche se bisogna dire che l’esposizione, almeno per quanto mi riguarda, ha lasciato un po’ a desiderare. Mi aspettavo un

museo più moderno, e interattivo... Invece, da sottolineare, ottima la parte su Leonardo Da Vinci!”Leonardo Da Vinci?“Proprio così. Il museo è intestato a lui e a lui è stato dedicato un intero settore al quale abbiamo dato un’occhiata: curato e allestito davvero bene!”Siete stati accompagnati da una guida durante le visite?“Sì, una guida per il lavoro sulle telecomunicazioni e un’altra per la parte su luce e colori.”Le giudichi competenti?“Sì molto, inoltre erano dirette ed essenziali. Mi ha colpito in positivo il fatto che puntavano su un approccio informale...”Cioè?“Spiegavano con un linguaggio semplice, diretto e accessibile a tutti, ma allo stesso tempo tecnico e mai banale.”È stato utile per il tuo orientamento universitario?“Siamo solo in terza, ma giustamente è ora di farsi qualche idea. Gli argomenti non erano molto in sintonia con i miei progetti per il futuro, però penso che l’esperienza abbia illustrato molto bene l’aspetto storico e di utilità delle scienze.”

Davide Negri

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braio I BAMBINI,

QUESTI SCONOSCIUTIUscita degli studenti del socio-psico-pedagogico all’asilo nido Lago Blu

Il primo febbraio abbiamo avuto l’opportunità di far visita all’asilo nido “Lago Blu” di Riva del Garda. Accompagnati dalla professoressa Lucia Aloisi, siamo entrati in diretto contatto con i bambini. Una volta visitata la struttura dell’asilo, ci siamo divisi in gruppi e abbiamo osservato le attività svolte dai bambini nelle diverse stanze. Abbiamo notato che i bambini facevano attività diverse in base all’età. I più piccoli, infatti, (sotto i 18 mesi) non svolgevano attività vere e proprie, ma veniva-no lasciati giocare liberamente occupando l’intera aula, che era “allestita” in modo tale da fornire vari stimoli per sviluppare la loro autonomia. I più grandi invece (da 18 mesi a 3 anni circa) cominciavano a fare le prime attività manuali e creative come il disegno, la lavorazione della pasta sale e i giochi con la farina. Inoltre, mentre lavoravano, potevano godere di una musica di sottofondo e quindi ascoltare e allo stesso tempo cantare; un buon metodo per imparare a memorizzare nuove parole. Abbiamo notato anche che a quest’età i bambini non riescono a stare concentrati per un lungo periodo di tempo; per questo le educatrici devo-no cambiare spesso attività. Se la partecipazione dei bambini è minima, in alcuni casi quasi assente, essi vengono lasciati giocare liberamente occupando tutti gli spazi disponibili.Le educatrici sono sempre disponibili e pronte a rispondere ad ogni esigenza del bambino. Per interagire con loro utilizzano parole semplici e appropriate. Siamo rimasti molto soddisfatti di questa esperienza, che è stata inte-ressante e utile anche per chiarire alcuni dubbi che avevamo;  abbiamo inoltre appreso cose nuove riguardo al lavoro dell’educatrice, al compor-tamento del bambino nelle varie circostanze e infine riguardo a com’è strutturata la giornata di un bambino che frequenta l’asilo nido.

Martina Bagozzi e Chiara Cellana

A SCUOLA DI SMASHApprezzata dagli studenti la proposta di perfezionare le loro abilità tennistiche

Come da consolidata tradizione, anche quest’anno il Liceo ha aderito al “Progetto Tennis”. Sotto l’attenta guida del Maestro Valerio Mosele, coa-diuvato dai docenti di educazione fisica, che con lo stesso maestro hanno partecipato ad un corso di aggiornamento, numerose classi hanno potuto conoscere ed apprezzare questa disciplina che pur essendo fondamental-mente individuale li ha visti coinvolti in vari giochi di squadra, creando così un ulteriore momento di aggregazione e socializzazione. I corsi (sei incontri) si sono tenuti presso il “Circolo tennis” di Riva con cadenza settimanale durante le ore curriculari di educazione fisica. Il progetto già sperimentato negli anni scorsi ha riscontrato un grosso successo ed un forte entusiasmo da parte degli alunni e sicuramente verrà riproposto nel prossimo anno scolastico.

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braioBASTA

MANGIARE SCHIFEZZE!Una nutrizionista in classe per guidare le scelte alimentari dei ragazzi

Il 20 febbraio, la classe 2B scientifico ha partecipato a un incontro di due ore organizzato dal professore di scienze Paolo Minghetti in collaborazione con la biologa e nutrizionista Alessandra Bellucci.Gli alunni erano molto interessati, poiché i casi di una buona e sana alimentazione sono veramente rari. Molti potrebbero osservare che, sebbene mangino “schifezze”, la loro linea non ne risente. Sbagliano: le conseguenze se non si pagano adesso, ma si riscontreranno sicuramente in un età più avanzata. Per tale motivo la nutrizionista ha dato alcuni consigli utili:

SI- 3-4 pasti ben distanziati tra loro- fare sempre una buona prima colazione: as-sumere sempre una parte liquida e una solida - fare sempre merenda a metà mattina: si do-vrebbe mangiare preferibilmente un frutto, un pacchetto di cracker o una barretta di cereali e bere acqua o succo, non bibite gasate- fare merenda a metà pomeriggio: è consi-gliato favorire un frutto a merenda piuttosto che dopo pranzo, in quanto dopo un intero pasto il nostro corpo non assumerebbe in modo completo le sostanze nutritive presenti nel frutto in questione- non saltare i pasti - alimentazione variata- consumo di legumi e vegetali- consumo di pesce- movimento giornaliero sempre più intenso- controllo del peso- bere ogni giorno acqua in abbondanza - limitare il consumo di bibite gasate e di alcolici- mangiare cibi come alimenti integrali (noci, nocciole, anacardi, mandorle ecc.), mirtilli, fragole, more, sementi, the verde, cioccolato, broccoli e pomodori che aiutano le attività del cervello

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braio NO

- spuntini preconfezionati - eccesso di grassi animali - eccesso di zuccheri semplici - iperalimentazione - poco movimento Nel complesso la classe è rimasta molto soddisfatta dell’incontro, perché ha avuto l’occasione di intervenire non solo esprimendo la propria opinio-ne, ma anche misurando la propria situazione fisica con uno strumento apposito che calcolava, tramite una leggera scossa elettrica, quantità muscolare, quantità grassa e idratazione. Le regole per una vita migliore sono poche: ora basta solo qualche sforzo per applicarle!

Rachele Maino e Sofia Benamati

Un’alimentazione corretta è alla base di una vita sana. Questo è il tema trattato con la dottoressa biologa nutrizionista Alessandra Bellucci. Abbiamo parlato, più precisamente, della prevenzione di malattie e quindi della salute. Sin dalla prima infanzia occorre osservare un’equilibrata dose di quelli che sono i componenti alimentari principali: proteine, vitamine, carboidrati, zuccheri, acqua e sali minerali. Ogni età, pertanto, prevede una diversa distribuzione e assunzione di queste sostanze. Ciascuna è fondamentale per un corretto sviluppo e mantenimento dei nostri organi e apparati. Immaginando il nostro corpo come una macchina dove ogni parte interagisce con un’altra in modo perfetto, risulta facile comprendere che a tale perfezione corrisponde una grande fragilità e tutto ciò che altera questi ingranaggi provoca un malfunzionamento. Gli alimenti co-stituiscono il carburante della “macchina corpo”. Così ci sono sostanze che servono per produrre energia velocemente (zuccheri, carboidrati) e altre che aiutano a mantenere una “riserva” di energia a cui attingere in caso di maggiori necessità (proteine e grassi). Ci sono sostanze che ci aiutano nella difesa da agenti che possono minacciare il corretto funzionamento di un organo (vitamine) e altre che sono fondamentali per gli scambi di sostanze fra le nostre cellule (acqua e sali minerali). Se un soggetto segue una corretta alimentazione è più facile che molte malattie possano

essere scongiurate. L’alimentazione scorretta diventa quindi “FATTORE DI RISCHIO” di malattie che riguardano un diverso settore a seconda del disordine alimentare prevalente. Sappiamo che il diabete, per esempio, è una malattia che interessa il metabolismo degli zuccheri. Chi ne è affetto deve necessariamente seguire una dieta molto selettiva, a cui deve asso-ciare una idonea idratazione e, possibilmente, un’adeguata attività fisica. Le malattie cardiovascolari, peraltro causa principale di morte (maggiori delle neoplasie, ovvero i tumori), sono spesso dovute a un’eccessiva intro-duzione di grassi di origine animale. L’obesità è spesso causata da un’in-troduzione eccessiva di cibo che non viene “bruciato” per produrre energia, ma si accumula progressivamente. Oltre alle malattie da “eccesso” esistono quelle da “difetto”. Ne sono un esempio la disvitaminosi, che, nelle società più evolute sono ormai rare, ma che rappresentano ancora una minaccia in quelle parti del mondo dove la “fame” non è ancora stata debellata. Informarsi, conoscere e responsabilizzarsi circa le cause delle malattie costituisce una delle basi fondamentali per prevenirle e quindi per ridurne l’incidenza e, in ultima analisi, per ridurre i costi della sanità, derivandone un risparmio che potrebbe essere investito nella ricerca scientifica.

Alex Colò, Francesca Chiaratti, Riccardo Lo Presti e Lorenza Pellegrini 2A Scientifico

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braioA SUON DI PAROLE

Al torneo interscolastico di dibattito argomentativo la nostra squadra si è fatta valere, ma non è stata premiata dalla giuria

Il 24 febbraio 2012 presso il nostro istituto ha avuto inizio il torneo di dibattito argomentativo “A suon di parole”.Sebbene il nome del progetto possa evocare fantasie di affascinanti cantanti, romantiche canzoni o di splendide orchestre, “A suon di parole” è un dibattito argomentativo e dunque, non ha niente a che vedere con la musica.Ma allora, di che si tratta?Beh, per prima cosa è necessario delineare i partecipanti...A tale progetto hanno aderito alcune classi terze e quarte del Liceo. Proprio così.. i protagonisti siamo noi giovani impegnati ad affrontare insieme una classe avversaria.Una settimana prima dell’incontro i docenti scelgono una tematica su cui le due squadre devono discutere: una classe avrà il compito di argomenta-re a favore della tesi proposta, l’altra argomenterà contro. La squadra con migliore abilità nell’esporre le proprie idee e nel confutare quelle degli avversari, verrà proclamata vincitrice dai tre giudici-insegnan-ti.Nonostante la mia classe non sia stata molto fortunata (l’abilità retorica degli alunni del classico e la capacità espositiva degli studenti della terza scientifico hanno determinato la nostra precoce sconfitta), ritengo che la partecipazione al torneo di argomentazione abbia avuto esiti positivi.Il progetto prende corpo da molteplici considerazioni, tra cui la consape-volezza di appartenere ad una società in cui il dibattito pubblico è assai debole, e i mezzi di comunicazione di massa sono sempre più invadenti, influenzando più o meno inevitabilmente la nostra vita.Ora più che mai è necessario avere la capacità di argomentare, di comprendere le informazioni che ci bombardano quotidianamente e di filtrarle, sviluppando competenze oggigiorno fondamentali sia nella carriera scolastica, che nella vita.Le tematiche per “A suon di parole” sono scelte da ambiti di carattere civile e sociale, e perciò inerenti alla realtà di ognuno di noi.

Per esempio, nel primo incontro si è discusso sul tema “Al progetto scienti-fico vanno imposti limiti”.Si è parlato dunque degli immensi vantaggi portati dal progresso scientifico, ma anche degli errori o degli orrori quali la bomba atomica, gli esperimenti effettuati su uomini ecc.È stata poi sottolineata la differenza tra applicazione del progresso scien-tifico e progresso in sé, affermando che il limite dovrebbe esser posto solo nel primo caso, e non nel secondo.Entrambe le posizioni, pro o contro la tesi, mostravano dei punti deboli.Ad esempio, non è forse contraddittorio sostenere la necessità di imporre limiti al progresso, quando noi tutti godiamo dei vantaggi che esso ha portato? Chi di noi non possiede una lavatrice o una automobile? Chi di noi non ha mai fatto uso di medicine?E al contrario, chi ha un cuore così freddo da non sentirsi turbato dalle infinite vittime uccise dalla bomba atomica, da armi da fuoco e altri frutti del progresso scientifico?Ad ogni modo, il progetto ha certamente sviluppato competenze che prima non avevamo, quali l’abilità oratoria e la capacità di cogliere imme-diatamente il punto debole di un discorso.Questo è solo un inizio, è ben vero... ma bisogna ricordare che anche il più lungo dei viaggi comincia con un piccolo passo. La classifica al termine degli scontri di girone è la seguente:girone A 3DS 217girone A 4BS 272girone A 4CS 272

girone B 4DS 213girone B 3AS 246girone B 2AC 248

Lo scontro tra Liceo Maffei e Istituto Guetti è previsto per il 4 maggio 2012, alle ore 10.La vincitrice del girone “Periferia dell’Impero” si scontrerà con la vincitrice del girone “Città di Trento” (Licei Galilei, Da Vinci, Prati)

Le classi finaliste, i loro famigliari, i loro fan (le loro fan), il Liceo tutto attendeva con trepidazione l’argomento della finale di Istituto del torneo LI

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braio “A suon di parole 2012”.

Eccolo:“Essere giovani è più facile oggi che in passato”La classe 4B Scientifico è protagonista e argomenterà a favore della tesiLa classe 2A Classico è antagonista e argomenterà contro la tesiLa giuria sarà esterna e composta da un rappresentante dell’IPRASE, un rappresentante dell’Università di Trento, un rappresentante del Liceo GalileiVinca la migliore!

Martedì 24, con inaspettato anticipo, le classi IV B Liceo Scientifico (pro-tagonista) e II A Liceo Classico (antagonista) si sono scontrate nella finale d’istituto sul tema:“È più facile essere giovani oggi che in passato”È risultata vincitrice la classe IV B Scientifico. Congratulazioni!!!Complimenti anche alla II A Classico, che è arrivata in finale e solo per poco non si è imposta!La vincitrice incontrerà il 4 maggio 2012, alle ore 10.30 la classe III Liceo Scientifico della Montagna dell’Istituto di Istruzione L. Guetti di Tione. Lo scontro si terrà nella aula magna. In bocca al lupo, fatevi valere!!!

Il tema della sfida che si terrà il 4 maggio, alle ore 10.30, presso il nostro Liceo, tra la classe IV B Scientifico (prof. Maria Chiara Betta) e la classe III Scientifico Montagna (Prof.ssa Paola Ferrari) del Liceo Guetti di Tione, sarà: «La cura di sé serve a stare bene con se stessi / La cura di sé serve ad essere accettati dagli altri». La classe III SM del Liceo Guetti dovrà sostenere la tesi secondo la quale “la cura di sé serve a stare bene con se stessi”. Viceversa, la IV SB dovrà sostenere la tesi opposta: “La cura di sé serve ad essere accettati dagli altri”.La vincitrice avrà accesso alla finalissima, che si terrà a Trento il 4 giugno alle 15.00

La 4BS resta vincitrice del Liceo, ma - lo scriviamo con l’amarezza che può esser data da soli 4 punti di distacco su oltre 160 assegnati dai giudici - non è riuscita a superare la III Liceo Scientifico della Montagna dell’Isti-tuto di Istruzione L. Guetti di Tione, che quindi il 4 giugno affronterà la vincitrice degli scontri dei Licei di Trento.Le nostre congratulazioni alla vincitrice, ma bisogna proprio dire che

la nostra 4B aveva fatto pensare di esser riuscita nell’impresa, sicché il verdetto della giuria è giunto inaspettato ai trepidanti studenti e agli altri che avevano assistito alle gare...L’esperienza del nostro Liceo nel contesto del torneo finisce qui, ma siamo convinti che tutti gli studenti partecipanti delle nostre sei classi possano riconoscere di aver acquisito un tesoro di competenze che rimarrà: collabo-rare, saper organizzare un discorso, ascoltare gli argomenti dell’avversario, costruire argomenti per sé, smontare argomenti altrui, riconoscere premesse esplicite e implicite, saper parlare in pubblico, sostenere anche tesi che non si condividono...

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braioASSI E TAVOLE,

I FALEGNAMI DELLA NEVEOttimi risultati nello snowboard agli studenteschi di Folgaria, buoni i piazzamenti nello sci

Il 23 febbraio a Folgaria in una splendida giornata sulla pista “Salizzona” si sono svolti i campionati provinciali studenteschi di sci alpino e snowboard. Il nostro Istituto ha partecipato con le quattro squadre (due femminili e due maschili). Nessun nostro atleta è salito sul podio, ma ci sono stati ottimi piazzamenti nelle classifiche a squadre e un sicuro divertimento da parte di tutti. Il giorno successivo, sempre sulla stessa pista, nella gara di snowboard Bernardo Stradella, ormai una certezza, si è classificato al secondo posto con un ottimo tempo nella categoria juniores. La squadra maschile ha ottenuto un onorevole quarto posto nella classifica a squadra grazie anche alla buona prestazione dell’atleta Giulio Rizzello, ad un soffio dal podio. Complimenti a Bernardo e a Giulio per la prestazione e un grazie alla prof. Antonella Dallabernardina che, svegliandosi all’alba, ha accompagnato i nostri atleti e li ha guidati nelle fasi salienti della gara. E complimenti an-che a tutti gli atleti: Angelo Chincarini, Monica Ferrari, Valeria Mazzanotte, Alessia Frainer, Laura Ischia, Sara Tonelli, Davide Prati, Marco Toccoli, Jacopo Tonelli, Marco Recchia e Matteo Pellegrini.

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braio SORDITÁ,

QUANTA IGNORANZAIncontro della 2A scientifico con il dott. Pedulla, direttore di ABC

Certo, tutti in 2AS ci aspettavamo uno di quegli interventi nei quali non sai se ti conviene ascoltare per una possibile interrogazione, oppure se puoi semplicemente continuare a giocherellare con le varie penne disposte sul banco. Nella vita di tutti i giorni, non ci si sofferma su alcuni problemi particolari, a meno che non si conosca qualcuno con questi problemi; la sordità ne è un esempio. Quante volte una persona udente ha visto qualcuno compiere curiosi movimenti con le mani nell’aria (magari in qualche telegiornale) e si è fermata a riflettere a riguardo? Quante volte si è sentito parlare di sordità e si sono presi in considerazione i problemi che ne derivano? Le risposte a queste domande ci sono state date il 9 febbraio da una persona sorda, il dottor Armando Pedulla, direttore generale dell’associazione trentina ABC (ovvero Abbattimento delle Barriere della Comunicazione), della quale fanno parte persone sorde e facilitatori alla comunicazione. Qualcosa sulla sordità sapevamo già, anche perché nella nostra classe è presente un ragazzo sordo, ma mai avevamo ascoltato i veri problemi causati da stupidi ed inutili pregiudizi. La sordità non è una ma-lattia. C’è chi nasce sordo e chi nasce udente, chi nasce basso e chi nasce alto, chi nasce atletico e chi nasce pigro. Di esempi ce ne sono a migliaia. Non siamo rimasti stupiti da tutto l’elenco delle varie forme di sordità, bensì da comportamenti diffusi tra gli udenti, che spessio dimostrano scarsa sensibilità. Il dottor Pedulla ha illustrato il comportamento degli udenti nei confronti dei sordi e l’argomento ci ha interessato molto: siamo stati rapiti in uno strano mondo dove non esistono abbastanza risposte per far fronte a tutte quelle situazioni che sono presenti nella società.Queste persone vengono chiamate nei modi più svariati, come “audiolesi”, “non udenti”, “affetti da ipoacusia”, “privi dell’udito”, “sordomuti” e chi più ne ha più ne metta; però questi termini non sono adeguati, perché tendono a far sembrare la sordità una malattia, come era considerata anni

fa. Ora, grazie ai progressi in ambito tecnologico e medico, i sordi sono più facilitati nella comunicazione con altre persone; possono seguire i TG, vedere film o programmi televisivi sottotitolati, anche se l’Italia è una nazione molto arretrata in questo campo e nello sviluppo della LIS (Lingua Italiana dei Segni).L’esperto ha spiegato che esistono sordi di vario genere: quelli che comunicano solo tramite le mani avvalendosi della LIS quelli che invece prediligono una comunicazione prettamente oralista parlando e comprendendo l’interlocutore attraverso la labiolettura e infine i sordi che scelgono entrambe le modalità comunicative, che utilizzano a seconda del contesto in cui si trovano. I sordi, comunque, non possono essere considerati automaticamente muti. Il concetto di “sordomuto” è in molti casi assolutamente errato: vi sono persone sorde e anche mute, però nel contempo vi sono anche sordi che sono in grado di parlare o di imparare la propria lingua tramite una lunga riabilitazione logopedica (in cui ci si avvale della scrittura e della lettura). Invece, per quanto riguarda la lingua dei segni, sebbene sia internazionale, ci sono molte sfumature e differenze consistenti che variano da nazione a nazione, ma rimane una vera e propria lingua, nonostante non sia espressa a voce. Oltre a ciò, il dottor Pedulla ci ha illustrato alcuni esempi di protesi, tra le quali quelle analogiche, costituite da una chiocciola di plastica inserita all’interno dell’orecchio che necessita di essere cambiata dopo circa sei mesi perché il materiale utilizzato si indurisce gradualmente; le più recenti protesi digitali, che sono in grado di discriminare maggiormente i rumori e le voci, permettendo una percezione più realistica e “tridimensionale” del suono; e l’impianto cocleare, che è formato da una componente esterna ed una interna, applicata chirurgicamente vicino all’apparato uditivo.Molti dei problemi messi a nudo dal dottor Pedulla non sono molto noti, o per lo meno risultano invisibili agli occhi di tutti. Se non si conosce una persona sorda, non ci si fa nemmeno caso; è questo il punto. Ci giustifi-chiamo sempre dicendo: “Dovrebbero aiutarli”, ma chi dovrebbe aiutare? Se una persona si trova in una stazione e deve essere avvertito di un cambiamento negli orari delle partenze dei tram, come fa? Semplice, at-traverso l’altoparlante! Ma se qualcuno non avesse la possibilità di udire? “Se la caverà in qualche modo”, ecco il pensiero comune. È bene iniziare a riflettere sul nostro atteggiamento verso qualsiasi persona “diversa” da noi (che in fondo di diverso non ha nulla). Tuttavia le persone sorde sono molto più autoironiche e ormai sono LI

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braiotalmente abituate ad organizzarsi con i propri mezzi che non si lamentano

affatto dell’atteggiamento del resto della comunità. Grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, inoltre, hanno la possibilità di entrare in contatto con gli altri come qualsiasi altra persona. Questo intervento, a nostro parere, andrebbe proposto anche per le altre classi dell’istituto; infatti non è necessario avere in classe un ragazzo sordo per poter aprire la mente e andare oltre il nostro egoismo. È stato piace-vole ascoltare le spiegazioni del dottor Pedulla, il quale ci ha fatto capire che l’aiuto o una svolta deve partire da noi, perché in queste circostanze è inutile sollecitare i politici per risolvere queste situazioni.Successivamente, parlando con il nostro compagno, abbiamo ricavato del-le informazioni preziose, che ci hanno consentito di approfondire la nostra conoscenza in materia. Lui si trova in situazioni particolari ogni giorno nelle quali si sente in qualche modo diverso, anche in piccole circostanze. Per esempio, tornando a casa da scuola in pullman, vede tutti i ragazzi che ascoltano la musica con le cuffie, cosa che purtroppo lui non può fare, oppure durante i discorsi di gruppo, trova difficile seguire più di una persona contemporaneamente. La sordità non si nota, ragion per cui è considerata un problema invisibile, e difatti quando un sordo cammina per la strada ovviamente non sente i ciclisti oppure i passanti non pensano a chiamarlo toccandolo sulla spalla per farlo spostare; si limitano soltanto a gridare in tutti i toni e volumi possibili: “Permesso”. Non può di certo attaccare un cartello sulla schiena con scritto “sono sordo”, ma d’altra parte gli altri non possono accorgersi del problema, come farebbero con un cieco o un invalido.Spesso il nostro compagno nota queste differenze anche a scuola. Alcuni professori non essendo abituati ad interagire con ragazzi sordi, non seguo-no alcuni degli accorgimenti minimi per comunicare con essi, cioè tenere le labbra scoperte, il viso rivolto verso l’alunno, senza muoversi per la clas-se durante la spiegazione, scandire bene le parole, e provare ad articolare un discorso aiutandosi con dei supporti visivi quali movimenti delle mani o l’utilizzo della lavagna (normale o, ancor meglio, multimediale). Fortu-natamente, grazie alla legge 104/92, che prevede tra l’altro la presenza in classe di una nuova figura professionale - quella del facilitatore - che affianca i ragazzi sordi, i professori sono più attenti verso questo disagio rispetto a qualche anno fa. Ora la situazione è cambiata, ma in passato se i ragazzi sordi volevano frequentare le scuole superiori dovevano limitarsi agli istituti per soli sordi, come l’istituto tecnico “Antonio Magarotto” a

Padova, che appunto ha frequentato il dottor Pedulla. Per concludere l’intervento, il dottore ci ha domandato quale problema ritenessimo più grave tra sordità e cecità. La maggior parte di noi ha reputato più problematica la cecità, ma lui ci ha invitati a riflettere sul fatto che, mentre una persona cieca viene isolata dalle cose materiali, una persona sorda viene isolata dalla comunicazione con gli altri.

Pamela Chesani, Nicholas Ferrari, Martina Leonardi, Elena Piva 2AS

LA DIFFERENZA SI FA IN CLASSETre nuovi raccoglitori in ogni aula per responsabilizzare gli studenti sulla raccolta differenziata

Il 22 febbraio si è tenuto presso l’aula magna del  nostro istituto l’incontro “Rifiuti: conoscerli per differenziarli in modo corretto” promosso dall’APPA (Agenzia Provinciale Protezione Ambiente) rivolto a studenti, famiglie, docenti e personale ausiliario incentrato sul tema della corretta gestione dei rifiuti e sull’importanza della raccolta differenziata. Il nostro istituto ha aderito al progetto “La differenza si fa in classe” organizzato dalla Comunità di valle Alto Garda allo scopo di migliorare la raccolta differenziata all’interno degli edifici scolatici e di sensibilizzare gli studenti alle tematiche ambientali ed economiche collegate alla raccolta dei rifiuti. Nei giorni successivi tutte le aule sono state dotate di tre nuovi raccoglitori forniti dalla Comunità di valle: giallo (carta), blu (imballaggi leggeri) e verde (residuo). È compito degli studenti il loro svuotamento nei nuovi bidoni carrellati, anche questi forniti dalla Comunità di valle, che sono stati posti nei corridoi e che vengono a loro volta portati in cortile dal personale ausiliario nei giorni previsti dal Servizio Rifiuti per la raccolta “porta a porta”.  LI

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rzo UN GEMELLAGGIO DA FILMEmozioni, day by day, degli intrepidi che hanno superato l’oce-ano per scoprire come vivono i loro coetanei a Philadelphia

Alla luce della precedente positiva esperienza di gemellaggio attuato dal nostro Istituto con la Springfield Township High School di Springfield Philadelphia e in un’ottica di continuità che permette a tali iniziative di diventare maggiormente significative e caratterizzanti, si è individuato un nuovo tema di approfondimento comune, dal titolo “Semplice e Comples-so”, locuzione rubata all’omonima mostra itinerante, ideata e realizzata dall’Ufficio Promozione e Sviluppo Collaborazioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche, affrontato in tutte le discipline secondo modulazioni distinte.A seguire il diario dell’esperienza.

Primo giornoPartenza ore 2.50 a.m. Tutti presenti, solo alcuni problemi con le marche da bollo... brivido... tutto bene. In tre ore e mezza raggiungiamo l’aero-porto di Malpensa. Le procedure di imbarco procedono senza intoppi e alle

9.15 proviamo il brivido del decollo... primo decollo (e che decollo) per alcuni di noi. Il viaggio è lungo e scorre tra un film, una chiacchiera, una correzione di compiti e gli spuntini e i pasti offerti dalla compagnia aerea. Con la schiena a pezzi e le gambe anchilosate atterriamo alle 12.40 p.m., ora locale al JFK New York! Una tremenda fila, che si avvolge per alcune volte su se stessa e poi di nuovo e poi di nuovo, ci attende per il controllo dei passaporti. E la famosa efficienza americana? Probabilmente in pausa pranzo... Comunque dopo circa un’ora e mezza riusciamo a salire con tutti i nostri bagagli integri sul pulmino supershuttle che ad elevata velocità ci porta all’albergo. Fuori dai finestrini effettivamente un film: Queens, Bronx, Harlem e poi finalmente un più tranquillo Upper Est Side. Traffico,

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rzocampi da basseball, ponti, parcogiochi in cemento con alti canestri, varie etnie diversamente colorate sui marciapiedi e agli angoli. Dopo un breve riposo la cena da Carmine (leggi Carmaine) dove l’aglio non manca. Il locale è molto bello e ai tavoli accoglienti tanta gente. Concludiamo la giornata con una passeggiata in notturna a Central Park. Poi le forze vengono a mancare, tutti a dormire ore 9.30 p.m ora locale ore 2.30 a.m. ora italiana.

Secondo giornoTutti in forma, colazione americana, pancake, toast, eggs, sciroppo d’acero, orange juice etc, una riserva di proteine per affrontare la giornata.

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rzo Metropolitana, linea rossa servizio express, in fila indiana per passare le 5 tessere caricate. Iniziamo la ‘passeggiata’ dal Village e poi attraverso Soho, Little Italy e Chinatown raggiungiamo il ponte di Brooklin. Ancora ‘due passi’ fino al l Word Trade Center ora Memorial 9/11. Assieme a altre centinaia di americani prendiamo il traghetto per Staten Island e possimo ammirare un altro simbolo di questa pazza città, la Statua della Libertà, al ritorno un’altro mitico Ponte, il Verrazzano bridge. Metro e un po’ di shopping. Rientro e cena. Dovevamo poi andare a Time Square, ma le forze non lo permettono, tutti a riposare: un altro giorno ci aspetta.

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rzoTerzo giornoUna mattina passata tra MOMA e ancora un po’ di shopping. Recuperiamo le valige all’hotel e ci portiamo alla stazione dei bus dove dopo un’attesa in fila avanti e indietro tra gente di mille etnie diverse ci sistemiamo al secondo piano di un bus, che ci porta a Philadelphia. Una nuova avventura sta per cominciare. Arriviamo alla stazione dei bus di Philadelphia dove un aitante mister Mal ci riceve caricando noi e le valige sul famoso pulmino giallo delle scuole americane. Alla scuola ci attendono i nostri gemelli. Siamo eccitati e felici.

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rzo Quarto giornoOre 7.30 tutti a scuola. Le prime due ore passano tra un calcolo del volume di una chitarra e qualche esercizio di ripasso di matematica. Non fa mai male. Poi assistiamo ad una interessante conferenza sulla matematica de-gli endecasillabi (ma non solo) e di alcuni ritmi musicali. Ci dividiamo poi assistendo a lezioni di scienze, letteratura inglese e psicologia. Il pranzo è nella mensa della scuola. Ancora attività al pomeriggio e poi a casa.

Quinto giornoLa giornata di oggi si è svolta per le strade della capitale della Pennsy-lavania: Philadelphia. Qui però preferiscono chiamarla semplicemente

Philly. La prima tappa è stata il Costitution Center, un museo interamente dedicato all’America. Abbiamo potuto ammirare la celebre campana, sim-bolo dell’indipendenza delle colonie americane dalla madrepatria inglese. Ma non si è trattato di una mostra tradizionale, infatti una serie di attori hanno messo in scena alcune vicende relative ai problemi maggiormente affrontati dall’opinione pubblica americana: tra questi la pena di morte, il matrimonio tra omosessuali e anche il possesso di armi.Dopo la visita è stata l’ora del pranzo, ci siamo divisi in diversi gruppi e ognuno di noi ha provato una cucina straniera, chi il greco, chi il messicano, chi il coreano. Nel pomeriggio abbiamo fatto una interesasnte visita alla Penn University. Abbiamo visto il campus sotto la guida di una

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rzostudentessa e visitato i laboratori. È stato grandioso ammirare i robot progettati dagli studenti, alcuni potevano calciare un pallone, muoversi e rialzarsi, mentre altri volavano oppure abbracciavano le persone!La nostra visita a Philly per oggi è finita qui. Un bus giallo ci ha riportati a Springfield, la cena si fatta in famiglia e la sera noi ragazzi siamo andati in un pub. Non abbiamo fatto tardi perché anche domani la sveglia suonerà troppo presto.:)

Sesto giornoCome al solito la sveglia ha suonato troppo presto: ore sette e mezza a scuola, pronti per partire alla visita del museo Benjamin Franklin di

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rzo Philadelphia. Un museo interattivo dedicato alla scienza, alla fisica e alla matematica. Bisogna ammettere che è stato molto interessante e istruttivo. Ma prima di entrare al museo ci siamo fermati ai piedi delle famosissime scale del museo d’arte di Philadelphia, dove l’attore Silvester Stallone, nelle vesti di Rocky, ha girato una scena del suo film “Rocky”. Solo dopo aver scattato qualche foto con la sua statua, siamo entrati al museo di Benjamin Franklin. Alle ore11.30 la visita si è conclusa e gli insegnanti hanno lasciato gli studenti liberi di mangiare ovunque avessero voluto. Alle ore 12 è arrivato il bus per riportarci a scuola, ma per nostra sfortuna abbiamo urtato un’auto e ciò ha allungato il tempo del ritorno, facendoci perdere la visione della partita Milan-Barcellona. Una volta arrivati, alcuni italiani hanno giocato a calcio contro gli americani, vincendo il match,e altri sono andati a casa: chi per provare i propri brani e chi per farsi bello. Ci aspettava una serata importante: un vero e proprio coffeehouse america-no. Alcuni dei nostri si sono esibiti assieme ai gemelli americani. La serata si è conclusa così con musica e buffet, in vero american style.

Settimo giornoDopo tre giorni all’insegna di lezioni americane, per noi è giunto il momento di mostrare le nostre presentazioni. Cosi una volta giunti nella classe di Mr Malossini abbiamo iniziato la nostra lezione made in Italy. Dopo un’ora di pura matematica e dopo aver ricevuto i vari complimenti da insegnanti e studenti, ci è stato riferito che dovevamo creare un’ opera d’arte da poter appendere nella galleria dedicata al nostro gemellaggio

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rzo(Semplice e Complesso). Dopo venti minuti di lunga riflessione abbiamo deciso di occupare in questo modo lo spazio a noi disponibile: sulle due pareti laterali dovevamo rappresentare le due culture americana e italia-na, la prima su una e la nostra sull’altra, in modo da poterle far sfumare sino a convergere in caos nella parete centrale. Questo vuole dimostrare come le nostre due culture si siano fuse in questa fantastica settimana. Una volta ultimati i tre cartelloni e appesi nell’ art gallery, agli studenti è stata data carta bianca (nel senso che assieme ai nostri gemelli potevamo decidere qualunque cosa lecita da fare); cosi qualcuno ha passato il pomeriggio all’insegna dello shopping e chi a suonare. Dopo aver cenato ci siamo trovati tutti per passare allegramente l’ultima serata, poi tutti a letto.

Ottavo giornoFinisce così la nostra grande avventura oltreoceano. La mattinata è trascorsa da veri studenti americani: abbiamo seguito individualmente le lezioni del nostro studente ospitante. Dopo pranzo però è stato il momen-to dei saluti. Molti di loro e qualcuno di noi si sono commossi, nessuno era entusiasta di salire sull’autobus giallo diretto all’aeroporto. Alle 6 p.m. ci siamo imbarcati, il viaggio infernale ci ha fatto mettere piede in Italia solo alle 3 p.m. di sabato.Un’esperienza grandiosa, che ha segnato nel profondo tutti noi positiva-mente.

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rzoARCHIMEDE, UNA FACCENDA LOCALEAnche quest’anno i nostri studenti si sono cimentati nelle consuete sfide matematiche

Anche quest’anno, come ormai da tradizione, si sono svolti i Giochi di Ar-chimede. E anche quest’anno, come ormai da tradizione, i nostri studenti non sono riusciti a superare i confini delle sfide locali. Ma verrà un giorno...A consolazione, ecco i risultati che la prof.ssa Pasqualetto si è diligente-mente preoccupata di riassumere.

VEZZANO, UN VIAGGIO NEL TEMPOLa 1C scienze applicate in uscita lungo il sentiero geologico Stoppani

Grande entusiasmo nei ragazzi della 1C scienze applicate per l’uscita al sentiero geologico Stoppani nei pressi di Vezzano. Il parco glaciale di Vezzano, chiamato “Parco Stoppani” in onore dello scienziato naturalista lombardo, abate Antonio Stoppani (1824 - 1891), che per primo si occupò dei fenomeni glaciali della zona di Vezzano, permette di osservare assai chiaramente le tracce delle azioni erosive e di deposito verificatesi durante l’ultima glaciazione: rocce lisciate, montonate, striate e depositi morenici. Sono inoltre molto evidenti e diffusi i fenomeni carsici, impostatisi sulle rocce calcaree del Giurassico inferiore e medio. Le tracce del carsismo superficiale sono riscontrabili su tutti gli affioramenti rocciosi sotto forma di solchi, pozzetti e piccoli campi carreggiati. Particolarmente interessanti i pozzi glaciali, o marmitte dei giganti: testimonianza di eventi remotis-simi che portarono alla formazione delle nostre valli (circa 35000 anni fa) e proprio per questo motivo di fondamentale importanza scientifica e culturale. I pozzi glaciali sono buche di varie dimensioni aventi la forma di marmitte scavate nella roccia. Grazie alle indicazioni degli esperti, gli studenti sono riusciti a comprendere i meccanismi che hanno portato alla formazione di quelle particolari evidenze geologiche.

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rzo PALLACANESTRO, ANCORA CAMPIONI!Gli allievi hanno ottenuto il primo posto ai provinciali, alle semifinali gli juniores

Dopo una fantastica cavalcata gli allievi del nostro Liceo si sono laureati campioni provinciali di basket 2012. Gli studenti, guidati dal coach prof. Bruno Calisti, hanno abbattuto come birilli gli avversari che il sorteggio ha loro riservato. Senza problemi le partite contro il “Floriani” e “Gardascuola” superati con punteggi netti e con un gioco spumeggiante. La finale, contro i quotati avversari del “Tambosi “ di Trento, ha visto prevalere i nostri studenti in una gara che nei primi tre quarti ha visto primeggiare ora l’una ora l’altra squadra. Nell’ultimo e decisivo quarto netta è stata la supremazia dei “liceali” che hanno segnato il break definitivo che ha sancito il trionfo finale.Ecco l’elenco dei campioni provinciali: Amistadi Amedeo, Barbera Nicola,

Bernardi Francesco, Betta Simone, Danti Andrea, Givoli Leonardo, Miorelli Marco, Santoni Lorenzo, Spagnolli Federico, Toblini Edoardo, Zanin Stefano, Zanoni Matteo.Si è fermata invece alle semifinali l’avventura degli juniores. Dopo aver eliminato i rivali del “Floriani”, i nostri studenti hanno ceduto il passo ai forti rappresentanti del “Tambosi” di Trento che dopo 40’ di gioco intenso sono riusciti a prevalere di soli due punti. Complimenti a tutti i ragazzi che hanno partecipato con la certezza di far meglio il prossimo anno.

ENGLISH FOR TEACHERSAlcuni maffeiani tornano sui banchi per approfondire la lingua di Shakespeare

Anche quest'anno alcuni maffeiani si sono ritrovati a fare il corso di inglese: la loro teacher Christine, molto paziente, è riuscita a far capire qualcosina della lingua ed anche i più zucconi hanno portato via qualcosa di interessante. Certo che un viaggio a Londra sarebbe il massimo...Sono partiti in 15, poi per impegni scolastici qualcuno ha mollato, ma i più hanno resistito fino all’ultimo. Eccoli: Paolo, Ciro, Valter, Danilo, Tiziano, Laura, Katia, Annalisa, Ginetta, Daniela, Ida, Maria Luisa, Claudia.LI

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rzoCERN, INNANZITUTTO PER PASSIONEIncontro di alcune classi dell’istituto con il prof. Rossi, uno dei responsabili del prestigioso istituto svizzero

Dopo le recenti scoperte e vista l’importanza degli studi in corso al centro di ricerca sull’atomo di Ginevra, è stato organizzato presso l’Isituto Tecnico Buonarroti di Trento un incontro con uno dei responsabili del CERN: il professor Lucio Rossi. La finalità dell’ incontro, il quale prevedeva la parte-cipazione di studenti di diverse scuole superiori trentine, era approfondire attraverso domande e osservazioni gli aggiornamenti forniti dal relatore sulle ultime novità nel campo dell’infinitamente piccolo. Il congresso ruotava attorno alle tipologie di particelle recentemente individuate e studiate mediante le tecnologie più all’avanguardia. Si è parlato del per-corso dalla scoperta dell’atomo alle minuscole particelle di diversi livelli subatomici di cui, per ora, si ipotizza solo l’esistenza. Inoltre, il professore ci ha descritto a grandi linee lo scopo e l’organizzazione del CERN, e ciò ci ha portati a conoscenza delle tante risorse investite e della complessità di struttura di questo organo di ricerca sostenuto da quasi tutte le nazioni

europee, ma anche dei numerosi risultati ottenuti. Alla fine delle varie spiegazioni Rossi ci ha invitati a porre varie domande, rendendoci atti-vamente partecipi alla conferenza e lasciandoci esprimere i nostri dubbi, non solo sul presente ma anche sul possibile futuro delle ricerche e della scienza in generale. Qualcuno ha anche chiesto informazioni riguardo un’eventuale futura assunzione presso il CERN: abbiamo così scoperto che, a chi si prepara in modo adeguato, il grande centro di ricerca europeo offre numerose possibilità di lavoro, in molti ambiti. Esso, infatti consiste in una grande struttura quasi autonoma, dove i compiti sono molteplici, e spazia-no da comuni servizi di manutenzione all’assemblaggio delle numerose macchine per le sperimentazioni. Un aspetto da considerare, riguardo agli studi del CERN, sottolineato an-che dal Prof. Rossi, è che le origini del mondo vengono studiate sia nell’in-finitamente piccolo, scomponendo l’atomo, sia nell’infinitamente grande, attraverso le ricerche assidue degli astrofisici di oggi. Il concetto forse più importante dell’incontro, che stava alla base della conferenza, è che la spiegazione all’esplosione che probabilmente ha generato l’universo va cercata in tutti gli aspetti del mondo che ci circonda. Con la simulazione in scala di questa esplosione, effettuata nel famoso tunnel dei laboratori svizzeri, riusciremo forse a sapere un giorno da dove è cominciato tutto. “Lo spirito giusto per fare progressi - ha concluso Lucio Rossi - è sempre quello della passione e dalla sete di spiegazioni su ciò che ci circonda”.

Francesco Bertamini, Rocco Galli, Alessandro Tosi - 2A Scientifico

I PENSIONATI APPRODANO SUL WEBCorso di informatica per terza età nel nostro istituto: quindici gli iscritti

Secondo appuntamento del corso di informatica presso il Circolo Pensiona-

ti di Riva del Garda organizzato dal nostro Istituto. Una quindicina di studenti volontari hanno assistito un folto gruppo di pensionati nell’ap-prendimento delle nozioni di base riguardo al computer e a internet. Il programma comprendeva due lezioni da un’ora dal lunedì al venerdì per i mesi di marzo e aprile. L’iniziativa ha riscosso il boom di iscrizioni al circolo e, al termine, valutazioni favorevoli da parte di alunni e insegnanti. I ragazzi hanno instaurato un buon rapporto con gli anziani, di condivisione e apprendimento reciproco, concludendo l’esperienza con un pranzo in compagnia offerto dal circolo. Prof. referente dell’iniziativa: Michelotti Marco.

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rzo COWBOY E COWGIRL DA MEDAGLIASecondo posto alle Olimpiadi della Danza per i nostri ragazzi con una coreografia country

Domenica 25 marzo 2012, presso il Palasport di Trento, l’associazione “Faredanza”, con il supporto tecnico del Comune di Trento, ha organizzato la finale delle Olimpiadi della danza per le scuole. A questa 12ª edizione hanno partecipato circa 800 studenti delle scuole superiori provenienti da Trento e provincia. Anche quest’anno Enkel Zhuti è stato il Direttore artistico di questo evento, il cui obiettivo è avvicinare i ragazzi della scuola pubblica e il grande pubblico alla danza, promuovendola come attività sia dal punto di vista motorio che da quello dell’espressione artistica.

Alla finale delle Olimpiadi della Danza hanno partecipato 20 alunne del nostro Liceo, che hanno potuto contare anche sulla collaborazione di Mat-teo Trenti, esperto esterno responsabile del laboratorio di circo. Le nostre ragazze si sono allenate duramente, ogni venerdì pomeriggio, nei mesi di marzo e aprile, con l’aiuto artistico delle coreografe Francesca Poli e Chiara Ferraglia, e... i risultati si sono visti! Si sono aggiudicate il secondo posto, a meno di mezzo punto dai primi. Con grande gioia e stupore, inoltre, sono state chiamate direttamente da Enkel Zhuti, per la grinta e la particolarità del balletto, a partecipare alle finali nazionali a Verona. Anche qui le nostre ragazze si sono distinte, aggiudicandosi un bel quarto posto. È con commozione e grande orgoglio, che ringrazio la professoressa Dellabernardina e la professoressa Paoletta Parolari, che hanno seguito l’evento, assieme a Francesca, Chiara e Matteo per la bellissima coreografia che hanno realizzato e per le emozioni che ci hanno regalato. Infine va precisato che quest’anno, per la prima volta, il Liceo Andrea Maffei si aggiudica le fasi provinciali. Un dovuto riconoscimento va quindi a tutte le ra-gazze e ai ragazzi che hanno partecipato con impegno e tanta determinazione.

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rzoACQUA, ACQUA, ACQUAVisita a Genova e soprattutto al suo straordinario acquario

Scopo principale dell’uscita scolastica a Genova delle classi 2A e 2B Scien-tifico era quello di visitare il famoso acquario, per ricollegare le conoscenze lì acquisite con il programma di scienze. Vista la grande distanza a cui si trova la città ligure, la partenza, il 29 mar-zo, era stata fissata per le 6 del mattino. Dopo circa 5 ore di autostrada, il paesaggio ha cominciato a cambiare, le valli a restringersi e i contorni delle montagne a farsi più scoscesi; si delineavano le tipiche caratteristi-che fisiche della Liguria. In lontananza, si intuiva il riverbero luminoso pro-dotto dalla luce che andava a riflettersi sulle onde del mare. Percorrendo le curve insidiose, ci avvicinavamo sempre di più all’area urbana genovese. La periferia, che si andava a confondere con i vasti boschi, stendeva i suoi tentacoli sulle colline dell’entroterra. Purtroppo, dura realtà, la grande quantità di verde riusciva solo in parte a celare gli scempi architettonici creati nei decenni passati più prossimi. Tante le brutture che hanno invaso le lunghe e strette vallate che si affacciavano sul mare: viadotti enormi e sproporzionati, condomini di decine di piani colorati con le tinte più squallide, ormai in decadenza; tante le piccole industrie e le raffinerie che, accostate a paesaggi rurali e naturali come un torrente e un gregge di pe-core, deturpavano la bellezza e il fascino di quel paesaggio collinare. Dopo questo (forse sconsolante) avvicinamento, percorsa una lunga serie di gallerie, ci siamo finalmente trovati immersi nel tipico traffico rallentato, caratteristico di ogni grande città che si rispetti. Nonostante l’urbanizza-zione periferica, caratterizzata da alti palazzi e larghi incroci, anche nella vera e propria città di Genova si notavano i caratteri del territorio descritti prima: la città costruita su più piani,le principali arterie stradali spesso in pendenza, la sensazione di oppressione trasmessa dai tanti palazzi concentrati in una piccola area. Anche i rumori, molto forti e vari venivano amplificati dall’eco e andavano a trasformarsi in un variegato e confuso frastuono. Dopo diversi diversi minuti passati negli ingorghi stradali, ha cominciato a delinearsi il profilo del porto, la cui localizzazione era stata in precedenza svelata dalle altissime gru, i cui profili si stagliavano in lontanaza, sopra le case. La zona dell’acquario appariva abbastanza curata

e ben tenuta, anche se, con rammarico abbiamo potuto ammirare persino lì un grande viadotto che sovrastava tutto il complesso turisco. In quell’ala di porto erano concentrate gran parte delle strutture di intrattenimento: un vasto parco con delle grandi palme, il percorso del lungo mare, la biosfera e diversi alberghi. Proprio lì si andavano ad incontrare e a fondere le tre facce di Genova: quella turistica,quella periferica e il centro storico. Quest’ultimo, bellissimo, pittoresco con le sue viuzze che si inerpicavano fra le alte e antiche case. Abbiamo intravisto solo una piccola parte della vecchia Genova, dato che era ora di iniziare la visita guidata nel famoso acquario. Nella moderna struttura una guida ci ha introdotti al lungo percorso. Le grandi vasche, in cui nuotavano e vivevano le più grandi specie acquatiche erano ampie, curate e ben visibili ai visitatori. Evidente era l’attenzione e la cura di cui godevano gli animali; avevano spazi dove nascondersi e l’acqua era molto pulita. Ogni vasca era accompagnata dalle interessanti e affatto tediose spiegazioni della guida che, inoltre, si è dimostrata molto soddisfatta di noi. Nel pianeta tutto colorato di diverse tonalità di azzurro e blu, nel quale ci siamo trovati, i primi esseri viventi che abbiamo incontrato sono state le stelle marine. Incredibile come esse possono essere così pericolose: il loro colore rosso era così acceso come se volesse significare “attenzione”. Successivamente, ci siamo imbattuti in una delle creature più antiche della nostra storia, le murene: con il loro muso allungato e il loro movimento all’interno di un cilindro alto più di sette metri davano l’impressione che si trattasse di enormi serpenti subacquei. L’incontro seguente con lamantini e delfini è stato molto istruttivo: è impensabile che un animale come il delfino possa avere un’intelligenza così raffinata.Lo squalo, invece, il più pericoloso essere vivente nel mare, con il suo movimento affascinava e metteva inquietudine allo stesso tempo. Siamo passati poi a un’altra creatura, la medusa, che suscita particolare interesse per la sua storia e le sue origini che sono tra le più antiche del globo ter-racqueo. Abbiamo potuto ammirare anche dei simpatici e vivaci pinguini.Una seconda ala del museo, collegata con una passerella era situata all’interno di una nave ormeggiata. All’interno di questa prendeva posto la zona tropicale, popolata dagli animali, anche rettili, tipici di quell’area geografica: in questa parte dell’acquario lo spettacolo di colori di pesci di ogni tonalità, dal pesce arcobaleno al pesce palla, era magnifico. Solo uno spettacolo così poteva concludere il nostro viaggio all’interno di questo mondo. LI

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rzo Una volta usciti, molto soddisfatti e contenti della visita e di ciò che avevamo appreso, ci siamo recati all’estremità di un molo di pontili da cui si godeva un’ottima vista sul grande porto. In lontananza le grandi navi da crociera e le immense navi container. Non mancava la zona degli yacht, “piccoli giocattoli” lunghi decine di metri, proprietà di vari miliardari. Il porto ferveva di attività ed era in continuazione attraversato da imbarca-zioni di tutti i tipi. Si percepiva che la vita della città ruotava attorno ad esso, com’è giusto che sia in una città di mare.Tornati al nostro autobus, dal finestrino vedevamo i luoghi da noi appena visitati e i tanti venditori ambulanti, peculiari anch’essi dell’atmosfera genovese. Durante l’uscita dal nucleo urbano di Genova, sulla via del ritorno, abbiamo potuto scorgere il quartiere finanziario costituito da avveniristici palazzi di acciaio e vetro colpiti dal sole del tramonto, in forte contrasto con una colossale struttura scheletrica di cemento armato, che scongiurava frane su una collina della zona popolare. In conclusione, Genova ci ha trasmesso un’idea sia di città moderna e commerciale, con il suo porto attivissimo e il suo bell’acquario sia, al contempo, di una città caotica e un po’ desolata, con le sue brutture di cemento e il suo traffico. A nostro parere, l’atmosfera generale di Genova è attraente per passarci un breve lasso di tempo, ma a lungo andare risulterebbe impossibile viverci.

Francesco Bertamini e Francesca Chiaratti - 2A Scientifico

CALVINO E LA FANTASIALungo e articolato lavoro su “Le città invisibili” da parte della 2B scientifico

In occasione dello spettacolo teatrale programmato nel corso dell’anno scolastico, in 2 B ci è stato proposto un progetto dedicato alla lettura del libro di Italo Calvino “Le città Invisibili”. Il testo (scritto nel 1972) si presenta come una serie di relazioni fra Marco Polo e Kublai Kan, imperatore dei Tartari. L’imperatore, costretto a vivere nel suo palazzo, è melanconico. Marco Polo quindi, viaggia per scoprire il regno del Kan e descriverglielo: quelle sono le città invisibili.Ogni lettore mentre legge il libro scopre una città differente da tutte le altre, perché Calvino descrivendo le varie città dà solo una vaga struttura di quello che esse sono; spetta poi al lettore immaginarsi la forma, i colori, l’atmosfera.Personalmente crediamo che ciò sia molto positivo; Calvino incoraggia la nostra fantasia ad uscire e a manifestarsi sotto forma di città invisibile. Purtroppo al giorno d’oggi la creatività viene sempre più frenata dai canoni che la vita frenetica ci propone. Non ci fermiamo più a pensare, ad osservare, andiamo avanti meccanicamente.La nostra classe, dopo aver letto alcuni brani in maniera espressiva, grazie alle lezioni della professoressa Bonometti, ha riprodotto con immagini le città lette nel libro.Questa è stata un’altra cosa molto interessante: ognuno ha potuto mostra-re la “propria” città, senza farsi troppi problemi se fare una cosa corretta o meno. La fantasia non può mai sbagliare e ognuno ha potuto così mettersi in gioco e dare sfogo alla propria creatività.Contemporaneamente abbiamo cercato fotografie di città realmente esistenti nel mondo e le abbiamo associate ai testi di Calvino; questo per dimostrare che in ogni fantasia c’è qualcosa di reale e che in ogni cosa reale c’è qualcosa di fantasioso. Infatti ogni ingegnere o architetto deve prima immaginare e solo dopo aver fatto questo può fare il progetto.Infine la nostra prof. ci ha chiesto di cimentarci nella scrittura creativa, imitando lo stile di Calvino, nell’inventare città con la fantasia.Ed ecco che dalle nostre menti fuoriescono miriadi di pensieri, varie parole LI

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rzoche messe in ordine danno vita alla nostra città. Ognuna ha qualcosa di noi, ci appartiene ma, appena questa verrà letta e immaginata da un’altra persona, diventerà sua.I nostri lavori sono stati esposti nell’atrio della succursale insieme a quelli della 2A scienze applicate.Questi sono alcuni dei possibili metodi per dar vita alle città: leggere, scrivere, disegnare, osservare. Ma ce ne sono tanti altri.La rappresentazione teatrale è uno di questi. Il 15 marzo abbiamo assistito allo spettacolo teatrale in cui una sola attrice ha cercato di dare “vita” ad alcune città del libro.La sua fantasia, i vestiti, la scena, le immagini, l’espressività della voce, tutto è servito per farci immedesimare nelle città, rendendole vive. Sem-brava che le città stesse, fattesi persone, si presentassero a noi.Il progetto è stato molto interessante, ha risvegliato in noi la fantasia e ci ha fatto sognare anche solo per il tempo di una lettura, un mondo ideale come noi lo vogliamo e lo desideriamo.

Saskia Battistoni e Nicola Peretti

zurro che se fissato attentamente ti entra e ti scuote dal sonno. Qualche ragazzo ha proprio bisogno di essere svegliato: lo confermano gli ampi sbadigli. Entrati nel bus, la professoressa si accerta che tutti gli alunni siano presen-ti e poi si parte, direzione Sud-Est, Mantova stiamo arrivando! L’odore del Mincio sveglia i ragazzi appisolati, l’antichissima città che affonda le sue origini nell’età etrusca si staglia all’orizzonte. Bisogna percorrere un breve tratto per arrivare in piazza Sordello, ovvero l’antico fulcro della vita artistica e politica di Mantova.La bellissima piazza accoglie i principali edifici monumentali della città tra cui anche il Palazzo Ducale, testimonianza della grande potenza Gonzaga, i signori dei cavalli. Accompagnati da una esperta guida visitiamo il Pa-lazzo, una delle più belle regge d’Italia con le sue numerose sale e stanze, piazze, cortili e giardini.Usciti dal palazzo segue la visita all’intera città, ma ben presto le deliziose vie mantovane mettono fame; infatti c’è chi accenna ai famosi tortellini, tipici della zona. Dopo aver pranzato si attraversa la città per giungere al palazzo Te, residenza estiva dei signori di Mantova.Progettato su pianta quadrata con un ampio cortile interno, il palazzo si ispira concettualmente alla villa rustica antica, dove si privilegiano le vedute orizzontali in un continuo dialogo tra architettura e ambiente circostante.Dopo diverse stanze si accede all’ambiente più sontuoso del palazzo, desti-nato ad accogliere solamente gli ospiti più illustri per banchetti e cene.

La camera prende il nome dalla storia di Amore e Psiche, dipinta sulla volta e nelle lunette.I ventidue passi illustrati a Palazzo Te da Giulio Romano (l’artista di riferi-mento per la corte gonzaghesca) sono tratti dalle Metamorfosi di Apuleio, scrittore latino del II secolo d. C.Il tema centrale dell’intera decorazione è Amore: divinità “mostruosa”, il più potente tra tutti gli dei, temuto dallo stesso Giove, al quale nessuno può sottrarsi.Con la visione del banchetto tra Amore e Psiche la nostra mente viaggia a casa e poco ore dopo si banchetta con la nostre famiglie, intente ad ascoltare la nostra preziosa giornata.

Davide Taraschi, IV D scientifico

FULL IMMERSION TRA I GONZAGAViaggio di istruzione a Mantova per ammirare i capolavori conservati della città

Arrivano anche i giorni destinati alle gite. Il 23 marzo è uno di quei giorni per la IV D e IV B scientifico. Si parte come ormai d’abitudine alla fermata delle Damiano Chiesa. I compagni si radunano nei pressi del pullman a discutere sul più e sul meno, ma soprattutto sull’orario crudele stabilito per la partenza. Il sole accenna un primo sorriso. Il cielo è azzurro, quell’az- LI

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rzo NUOTO, INCETTA DI MEDAGLIEStraordinari risultati dei nostri atleti ai campionati provinciali a Gardolo

Il 14 marzo presso lo splendido impianto di Gardolo si sono svolti i campionati provinciali di nuoto. La rappresentativa del nostro liceo, accompagnata dal prof. Bruno Calisti, ha partecipato a tutte le gare in programma ottenendo dei risultati superlativi. In tutte le gare i “liceali” hanno fatto incetta di medaglie di vari metalli. Un plauso particolare va ad Andrea Degli Esposti, che ancora una volta con una bella prestazione ha conquistato una ennesima medaglia d’oro. Complimenti a tutti i partecipanti.

Specialità e categoria Cognome Nome Risultato 50 metri farfalla allieve Morbin Elisabetta 2 classificata50 metri farfalla juniores maschile Scekic Ivan 3 classificato

50 metri dorso allieve Giordani Letizia1 classificata campionessa provinciale

50 metri dorso juniores maschile Betta Davide 3 classificato50 metri stile libero allieve Mazzoldi Giada 2 classificata 50 metri stile libero juniores femminile Morandi Francesca 2 classificata50 metri rana juniores maschile Andela Jan Martin 2 classificato50 metri rana juniores maschile Degli Esposti Andrea 1 classificato

Staffetta 4x50 metri misti allieve Morbin Elisabetta, Giordani Letizia, Mazzoldi Giada, Cazzolli Barbara1 classificatecampionesse provinciale

Staffetta 4x50 metri stile libero juniores femminile

Morandi Francesca, Benini Francesca, Giovanetti Michela, Armani Vanessa1 classificatecampionesse provinciale

Staffetta 4x50 metri stile libero juniores maschile

Scekic Ivan, Andela Jan Martin, Betta Davide, Dionisi Andrea 3 classificati

Staffetta 6x50 metri stile libero allieviMarsili Davide, Prandi Matteo, Gilli Andrea, Duchi Mattia, Zampiccoli Leopoldo, Menotti Amedeo

3 classificati

Staffetta 6x50 metri stile libero allieveMorbin Elisabetta, Giordani Letizia, Mazzoldi Giada, Cazzolli Barbara, Modena Nicole, Lucin Martin

2 classificate

Classifica a squadre juniores maschile Scekic Ivan, Andela Jan Martin, Betta Davide, Dionisi Andrea 3 classificatiClassifica a squadre juniores femminile Morandi Francesca, Benini Francesca, Giovanetti Michela, Armani Vanessa 2 classificate

Classifica a squadre allieve femminileMorbin Elisabetta, Giordani Letizia, Mazzoldi Giada, Cazzolli Barbara, Modena Nicole, Lucin Martina

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rzo BENSHEIM, CRONACHE DI UN GEMELLAGGIOGiorno per giorno (rigorosamente in lingua) il racconto del’u-scita in Germania

25 marzoAm Sonntag 25. März um 7 Uhr waren wir alle zusammen auf dem Platz der Mittelschule ‚Damiano Chiesa’. Hier haben wir Verwandte und Freunde begrüßt. Dann ist der Bus nach Bensheim abgefahren. Die Reise war sehr lang und ein bisschen langweilig, zum Glück hatten wir Musik und Filme dabei. In kurzer Zeit waren wir am Brenner angekommen und hier haben wir ein paar Minuten angehalten. Um die Zeit zu vertreiben, haben wir viele Aktivitäten gemacht. Um 10.40 sind wir in einer Tankstelle angekommen, hier war das Fastfood ‚Burger King’ und so haben wir eine Stunde lang Mittagspause gehabt. Gegen 16 Uhr hielten wir zum letzten Mal in einer anderen Tankstelle, diesmal in Deutschland. Wir sind pünkt-lich um 18 Uhr in Bensheim angekommen. Unsere deutschen Schüler haben auf uns gewartet. Jeder wurde in einer Familie untergebracht und wir verbrachten den Abend mit ihnen.

26 marzoHeute ist der erste Tag in Deutschland! Nachdem ich aufgestanden war und Brot mit Marmelade und Milch zum Frühstuck gegessen hatte, fuhr ich mit Luca, meinem Kameraden, Gero und Tilman, unseren Gastfreunden, zur Schule. Das Gymnasium „AKG“ in Bensheim ist älter und größer als unser Gymna-sium, 1500 SchülerInnen besuchen es nämlich. Während der Unterricht für die Deutschen begann, trafen wir uns mit unseren Klassenkameraden im Musikzimmer, um die Grüsse vom Direktor und Frau Ickler zu bekommen. Später haben einige Deutsche Schüler uns das Gebäude gezeigt. Nachdem wir eine Pause in der Mensa eingelegt hatten, gingen wir in den Biologieraum, wo Herr König uns eine Stunde über die Spinnen ‚gab’. Die Schule hat auch einige Exemplare von Taranteln, die die SchülerInnen sogar berühren durften.Danach wurden wir im Rathaus empfangen. Hier haben Frau Kittel und Herr Kalb über die Städtepartnerschaft zwischen Riva del Garda und Bens-heim und über die Politik der Gemeinde und Deutschlands gesprochen. Nachdem wir im Rathaus gewesen waren, kamen wir, um 13 Uhr, für die große Pause zur Schule zurück. Als die Pause endete, trafen wir uns wie-der mit den Deutschen, um zusammen in der neuen Sporthalle Fußball, Volleyball oder Basketball zu spielen. Um 16 endete die Schule, jeder ging nach Hause zurück. Ich ging auf den Golfplatz um Golf zu spielen. Es ist ein interessanter Sport, aber ich mag Fußball mehr!

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rzoEs war ein amüsanter Tag, eine perfekte Weise, um die Woche zu begin-nen!

27 marzoAm Dienstag 27. März sind wir Schüler des Liceo A. Maffei um 8:15 Uhr mit unserem Deutschlehrer, Herrn Lohs, nach Heidelberg gefahren.Heidelberg ist eine bedeutende Stadt in Hessen; es hat 145.000 Einwoh-ner; in der Stadt gibt es ein großes und interessantes Schloss.Nachdem wir einen Stadtplan genommen haben, um uns in der Stadt zu orientieren, sind wir in das Schloss gegangen. Herr Lohs hat die Geschichte des Schlosses erklärt. In dem Schloss haben wir das größte Fass der Welt gesehen. In dem Fass gossen die Untertanen die Hälfte ihres Weins.Dann sind wir in dem Garten des Schloss geblieben, um etwas zu essen und um viele Fotos aufzunehmen.Später sind wir in das Zentrum gegangen und haben uns in Gruppen geteilt. Die Gruppen haben die Stadt von allein besichtigt.Um 15:00 Uhr sind wir nach Bensheim gefahren, um unsere Familien zu treffen.

28 marzoAm Mittwoch morgen sind wir nach Mannheim gefahren. Dort haben wir das Technomuseum besucht. Das Museum war interaktiv, interessant und auch lustig!Danach sind wir in den Luisenpark gegangen. Der Luisenpark ist ein großer Park wo man spielen, Tiere sehen, sich entspannen u.s.w. kann. Wir haben eine Runde mit dem Boot gemacht und riesige Karpfen mit

großem Mund gesehen. Es gab auch die Möglichkeit, verschiedene Kunst-objekte zu sehen und viele andere Aktivitäten zu machen. Um 15 Uhr circa sind wir nach Bensheim zurückgekommen und sind mit unseren Familien nach Hause gegangen. Um 18 Uhr sind wir ins Kino gefahren und haben einen Film zusammen gesehen, dann haben wir einen Hamburger gegessen.Wir hatten viel Spaß!

29 marzoFrankfurt!!! Endlich war der Tag gekommen, auf den alle harrte. Die perfekte Gelegenheit, um die Stadt zu besichtigen, ein bisschen einkaufen zu gehen, und viel Spaß zu haben!!!Um 8.30 Uhr zirka sind wir mit unseren deutschen Gastgebern nach Frank-furt abgefahren. Während der Fahrt, die eine Stunde gedauert hat, gab es eine heitere Stimmung und wir haben gesungen und getanzt.Als wir in Frankfurt angekommen sind, sind wir zuerst auf den Maintower gestiegen. Er hat 53 Stockwerke und von oben nahm die Aussicht auf die Stadt, trotz Schwindelanfällen, den Atem!!!Dann haben wir die wichtigsten Sehenswürdigkeiten von Frankfurt besucht: das Rathaus (der Römer) mit dem berühmten Balkon, wo die Fußballnationalmannschaft grüsst, wenn sie gewinnt, den Dom und eine romanische Ausgrabungsstätte. Danach haben die Lehrer uns zwei Stun-den frei gelassen: Handelszentren und Geschäfte waren die bevorzugten Ziele. LI

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rzo Am Ende sind wir auf die ‚eiserne’ Brücke über dem Main gegangen. Die Zeit ist so schnell vorbeigegangen und um 16.00 mussten wir wieder nach Bensheim zurück gehen. Aber der Tag war nicht zu Ende: am Abend haben viele von uns, Italiener und Deutsche, sich getroffen, um zu kegeln (Bowling spielen).Dieser Tag in Gesellschaft unserer Deutschen Kameraden war unvergess-lich!

30 marzoAm Freitagvormittag bin ich um 6 Uhr aufgestanden. Nachdem wir gefrühstückt hatten, sind ich und Franziska zur Bushaltestelle. Um 7 Uhr ist der Bus gekommen und wir sind mit den Freundinnen von Franziska nach Bensheim gefahren. Als wir ins Gymnasium AKG gekommen sind, hat Franziska mich in den Kunstsaal begleitet und sie ist in ihre Klasse gegangen. Da habe ich meine Klassenkameraden getroffen. Als wir alle zusammen waren, hat die Kunstlehrerin uns erklärt, was wir machen soll-ten. So haben wir einen Ort, der für uns schön war, zu zeichnen begonnen, und als wir mit dem Bleistift fertig waren, durften wir mit dem Kohlestift malen. Ich habe einen Platz von Frankfurt gezeichnet. Das machte mir Spaß aber einige fanden das sehr langweilig! Tatsachlich war es ziemlich schwer und lang (wir haben den ganzen Vormittag gezeichnet). Nach der fünften Stunde sind ich und Franziska nach Hause gefahren. Dann haben wir die Würstchen gegessen, die sein Bruder Julian zubereitet hat, und später bin ich in mein Zimmer gegangen, um den Koffer zu packen.

Am Nachmittag haben ich und Franziska viele Sachen gemacht: wir haben Musik gehört, im Garten gespielt, im Internet gesurft und einige Zeitschriften gelesen.Um 8 Uhr sind wir und die Mutter von Franziska zur Schule gefahren, weil man ein Treffen organisiert hat. Hier waren alle Eltern und die Jungen der Partnerschaft und während zwei Lehrer gespielt haben, gab es ‚vielen Dank’ und auch viel Gelächter. Dann sind wir Jungen in einen Pub im Zen-trum von Bensheim gegangen. Wir haben etwas zu trinken genommen und natürlich haben wir bis spät geplaudert. Das war wirklich ein schöner Tag!

31 marzoLeider ist die Woche vorbei, wir waren ein wenig traurig Deutschland zu verlassen, aber auch glücklich nach Hause zu unseren Familien zu gehen. Wir fanden uns um 8.00 Uhr auf dem Platz von dem Rathaus von Bensheim. Der Reisebus war schon angekommen und nachdem wir uns begrüßt hatte und den Deutschen Freunden zum letzten Mal gedankt hatten, fuhren wir pünktlich ab.Aber nicht lang nach unserer Abreise mussten wir stoppen: es gab einen langen Stau. Inzwischen versuchten wir die Zeit zu vertreiben: singen, Musik hören, über die Woche in Deutschland und den neuen Erfahrungen reden.Nach zwei Stunden hielten wir an einer Raststätte für eine halbe Stunde, dann fuhren wir weiter. Wir fuhren einen anderen Weg, um das berühmte Schloss Neuschwanstein zu sehen. Neben der österreichischen Grenze gab es wieder Stau, deshalb hatten wir Mittagessen und kuckten einen Film.Wir kamen um 2.00 Uhr zirka an, aber das Schloss wurde gerade restau-riert und war mit Gerüsten bedeckt.Ein wenig enttäuscht machten wir einen Spaziergang am Ufer des Sees neben dem Schloss.Wir fuhren um 3.00 Uhr ab und nach ein paar Stunden hatten wir die letzte Pause in der Nähe von Innsbruck.Dann fanden wir weniger Stau und fuhren schneller.Wir kamen um 21.00 Uhr in Riva an, die Eltern warteten auf uns an der Bushaltestelle, wir stiegen aus und begrüßten und gingen müde aber zufrieden nach Hause.LI

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rileL’AGON TORINESETrasferimento nel capoluogo piemontese per incontrare... Dione di Prusa

Drinn!!! La sveglia sta suonando, ma fatela tacere, perché di andare all’AGON proprio voglia non ne ho! Alzarsi così presto e ripassare non è poi tanto salutare. L’avventura ha inizio!!! Partenza da Rovereto ore 8.25, cambio a Verona e poi finalmente a Torino. Durante il lungo viaggio giocare a briscola ha favorito la creatività e abbiamo fantasticato su diversi piani: avvelenare gli avversari con il cianuro, bruciare i loro vocabolari, sommini-strare sonniferi/lassativi durante la cena... ma alla fine ci siamo limitate a correggere una versione di greco. Dopo aver lasciato le valigie in albergo, ci siamo dirette in centro. Destinazione: la Mole Antonelliana, con all’interno il Museo del Cinema più famoso in Italia. Con l’ascensore siamo arrivate in cima. Da qui, il panorama della città era fantastico. Una volta scese abbiamo gironzolato all’interno del Museo, dove si alternavano spezzoni di film, stanze a tema ed effetti ottici. Le due cose più belle: la mostra temporanea dei Looney Toons e il morbidissimo letto dell’amore, nella stanza dedicata al film rosa. Qui il tempo è volato e una volta uscite, la prof. avrebbe voluto portarci al Museo Egizio (magna cum noia), ma lungo il percorso non siamo riuscite a resistere al richiamo del

gelato e dei trucchi (magno cum gaudio). Capeggiate dalla prof. Floriani abbiamo fatto irruzione nel negozio della Kiko, dal quale nessuna è uscita senza l’essenziale e qualcosina in più. Alle ore 20 e 20 ci siamo presentate alla cena offerta a tutti i partecipanti dal Liceo Alfieri. A causa del ritardo abbiamo seriamente rischiato di cenare con la professoressa Scapino e il professor Rapalino (due veri insegnanti di greco), ma per fortuna siamo state soccorse e trasferite al tavolo degli studenti. Non che qui sia andata molto meglio! Infatti i nostri vicini di tavolo, forse per la stanchezza, forse per l’eccessivo studio o per la lunga attesa della pizza, si stavano letteral-

mente addormentando. Tornate all’Hotel Giotto, stanche, divertite e non ancora agitate, ci siamo rilassate chiacchierando fino a tarda notte (e la prof. ci ha sentito). Martedì 24 aprile per noi la sveglia è suonata alle 8.40. Dopo molti cappuccini e brioche (e un rapido ripasso) abbiamo abbandonato l’albergo e siamo andate al liceo torinese, pronte ad affrontare cinque ore di traduzione. Al sorteggio del testo da tradurre, la fifa ha iniziato a farsi sentire. Alle 11 ci hanno accompagnato nelle aule, dove la distanza fra i banchi e la sorveglianza dei professori non avrebbe permesso di copiare ... ma per nostra fortuna non ce n’è stato bisogno, dato che la versione di Dione di Prusa (chi???) non era impossibile e la tensione si è pian piano allentata. Dopo quasi trecento estenuanti mi-nuti... eravamo miracolosamente ancora vive. Strisciando sulle scale abbiamo raggiunto la prof. Floriani. Alle 16.30 siamo scappate da questo luogo di tortura. Durante il ritorno il cibo ci ha ridato la forza per giocare a Tabù. A Verona, dopo una dovuta sosta al McDonald, abbiamo rischiato sul serio di perdere il treno. Alle 22.20 a Rovereto si è così conclusa questa esperienza indimenticabile.Grazie prof!!!

Viola Ducati e Carolina Remia della V ginnasio LICE

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rile ARRAMPICATORI SCOLASTICIDodici ragazzi e un corso impegnativo: tanta la soddisfazione dopo essere rimasti appesi alle placche

Anche quest’anno, come negli anni scorsi, è stato organizzato, dalla scuola e da “ARCO MOUNTAIN GUIDE”, un corso d’arrampicata che si è tenuto nei giorni 19 e 26 aprile e 3 maggio 2012, con la presenza dell’esperto d’arrampicata sportiva signor Gino. Il gruppo era composto da 7 ragazze e 5 ragazzi, dalle professoresse Romani e Parolari e dall’istruttore. Le tre uscite si sono svolte nelle falesie (pareti verticali facilmente raggiungibili e adatti all’arrampicata sportiva) nella valle del Sarca: più precisamente alle “Placche di Baone” la prima, alla falesia “Belvedere” a Nago la seconda e al “Corno di Bò” a Torbole la terza.Il corso era diviso in una parte teorica e in una parte pratica. Durante la prima uscita, l’istruttore ci ha insegnato tutto quello che riguarda la sicurezza, cioè i nodi e l’uso dell’attrezzatura fornita.Le uscite successive si sono basate più sulla parte pratica del corso. In que-ste uscite i ragazzi più esperti arrampicavano da “primi”, cioè arrampica-vano senza che la corda fosse già stata predisposta, mentre i ragazzi meno esperti arrampicavano con la corda già legata in cima alla parete. Oltre ad arrampicare normalmente, sono stati proposti anche diversi eser-cizi per migliorare la coordinazione, la forza e la sicurezza di ogni ragazzo o ragazza. Uno degli esercizi per migliorare la sicurezza è l’esercizio chia-mato “pendolo”: si rimane con la corda in tensione a 9/10 metri d’altezza e si corre orizzontalmente sulla parete. È un esercizio non solo utile a migliorare forza e sicurezza, ma anche molto divertente da fare. Oltre agli esercizi, sono state fatte anche delle gare di velocità, chiamate “speed”.Questo breve corso, istruttivo e interessante, è stato anche un momento per divertirsi, stare insieme e conoscere nuove persone. Un’esperienza che consigliamo vivamente a tutti.

Manuel Alvarez, Guglielmo Trentini - 2A Scientifico

BIODIVERSITÁ, UNA PALESTRA NATURALEAncora una volta il Monte Baldo ha offerto l’opportunità agli studenti del Maffei di entrare in contatto con un ambiente unico

Continua con crescente entusiasmo l’esperienza di monitoraggio della biodiversità, condotta anche quest’anno sulle pendici del Monte Baldo, ambiente assai adatto a tale scopo. Durante la faticosa due giorni di inda-gini, i ragazzi della 2A scientifico hanno avuto la possibilità di partecipare a numerose esperienze che li hanno messi in contatto con la complessità della biologia direttamente sul campo. Un ringraziamento particolare va agli esperti che hanno accompagnato gli studenti durante le uscite e agli insegnanti che li hanno accompagnati.

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rileALLA SCOPERTA DEI LONGOBARDIAppassionante viaggio di istruzione della 2^A scientifico a Brescia

Brescia: una città piena di storia e cultura ma allo stesso tempo dinamica e industriale. Qui ci siamo diretti, per visitare il famoso e rinomato museo storico di Santa Giulia. Sede di reperti provenienti da epoche lontane e diverse fra loro, è visitato ogni giorno da centinaia di persone, specialmen-te da studenti di diverse scuole ed è uno dei fiori all’occhiello della città lombarda. Il complesso museale è stato ottenuto dall’unione di un antico monastero e di una nuova e moderna struttura. Il tragitto, fino a una fer-mata in centro è stato abbastanza scorrevole, e abbiamo potuto osservare le larghe strade, spesso alberate, e in lontananza gli slanciati profili delle fabbriche e dei moderni palazzi ospitanti uffici. Dopo essere stati accolti da una guida che ci avrebbe illustrato i vari reperti, la visita ha preso inizio. Il periodo storico che noi stavamo studiando a scuola era quello in cui la popolazione dei Longobardi era scesa nell’Italia settentrionale. Le vetrine espositive erano molte. Gli oggetti da noi osservati riguardavano moltepli-ci aspetti della vita di una delle popolazioni che più influenzarono la realtà della nostra penisola nell’alto medioevo. Abbiamo cominciato con gioielli, emblemi, decorazioni belliche e utensili di metallo, la cui conservazione era stata garantita solo grazie alla casuale sepoltura in luoghi asciutti, pro-tetti da agenti atmosferici. La guida ci ha illustrato ogni oggetto, spiegan-docene l’uso, le occasioni in cui veniva utilizzato, e il luogo dove era stato ritrovato. Inoltre ci rendeva partecipi, rivolgendoci varie domande cui noi rispondevamo. Così abbiamo imparato molto sia sui dettagli di cultura culinaria, sia su come i Longobardi si agghindavano e mostravano la loro forza nel combattere sia su come celebravano i riti religiosi. Dopo aver pas-sato in rassegna diverse sale della prima ala del museo, ci siamo spostati all’esterno, nel cortile, dal quale si poteva accedere alla basilica di Santa Giulia. Entrando, le navate spaziose apparivano molto slanciate e trasmet-tevano una sensazione quasi vertiginosa nel volgere lo sguardo verso il

soffitto a capriate lignee. Le colonne che sostenevano il soffitto erano scrupolosamente levigate, realizzate con diversi tipi di pietre, tipiche della zona. Gli archi in pietra si protendevano verso l’alto, andando a creare una serie di linee semplici e pulite, che accentuavano la spiritualità del luogo. Il pavimento, in parte rimosso e coperto da grate metalliche, lasciava intravvedere le catacombe, composte di diverse camere mortuarie. Nella navata centrale era esposta una lastra di pietra con il bassorilievo di un pavone, circondato da arzigogolatissime decorazioni a carattere natura-listico, un esempio di horror vacui (paura del vuoto), fenomeno che si era evoluto proprio in quell’epoca. La luminosità diffusa della basilica era data da serie di finestre sopraelevate. Abbiamo visitato anche una cripta posta sotto le fondamenta della chiesa: si tratta di una stanza cosparsa di fitti, piccoli pilastri che sorreggono l’intera struttura. Dopo essere usciti dalla basilica, siamo saliti, tramite una stretta scala a chiocciola incastonata in una robustissima e secolare parete, fino a un torrione, la cappella di santa Maria. Lì era esposto uno degli oggetti più famosi della civiltà longobarda, la croce di Desiderio. Essa, pesantemente decorata con opali di diversi colori, misure e materiali era un simbolo molto importante. Sulle pareti della cappella era dipinta la storia di Santa Giulia, e il soffitto a cupola rappresentava un cielo stellato, particolarmente realistico e profondo. Qui è finita la visita guidata. Il museo riassume perfettamente la natura della città di Brescia, con la sua struttura monastica originaria risalente a secoli fa, e il nuovo complesso contenente l’ingresso i laboratori. Così è anche la stessa città, con la sua periferia ricca di attività commerciali e strutture, e il suo centro storico, in parte da noi visitato, classico ed elegante, che incute una sensazione di solidità millenaria. Dopo aver fatto una breve gita turistica fino al vecchio, imponente castello e ai giardini circostanti, ci siamo riavviati verso casa.

Francesco Bertamini - 2A Scientifico

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rile EDINBURGH, TOO SHORTIl resoconto del viaggio nella capitale scozzese di 4A e 4B ling.

Tuesday, 17th April 2012Edinburgh, here we come!! Finally the big day of our departure is here! At 7:30 in the morning we say goodbye to our families and we get on our bus, headed to Verona Airport. As we arrive we are all very excited and we can’t wait to catch the plane. After a 2-hour flight we finally arrive in Scotland. A bus takes us to the hotel and our first impressions of the city are really positive. Those tiny little houses with their beautiful gardens we see on the outskirts are very pretty, but when we approach the city center we are impressed by the ancient buildings and the many green spaces. As we arrive at the hotel we are surprised at the sight of our rooms, which are very clean and comfortable. After we have left our luggage in our rooms we gather again to make the first approach with the city center. In about ten minutes on foot we reach Princes Street, which is the perfect place for shopping, then we go to the Old Town, up the hill! Here it’s full of typical souvenir shops and ancient buildings and we also go pass the statue of Hume. The town is dominated by a castle. We are left free to eat or drink something and we meet at the hotel around dinner time. Dinner is a bit of an unpleasant surprise: since the restaurant we have arranged to eat at is actually a pub and pubs don’t accept under-18s, we are thrown out! Wednesday, 18th April 2012After a good breakfast, we meet in the hall and we leave the hotel, to visit Edinburgh castle, where the Scottish monarchs lived. Thanks to an audio guide we get to know about its history. Suddenly it starts to rain so we de-cide to go down and look for something to eat. In the afternoon the National Gallery of Modern Art is waiting for us. As we enter the Gallery we are quite shocked at the sight of an enormous baby, lying in the middle of a room. After our two expert guides have told us the meaning of each work and what the artists wanted to express, we are able to appreciate them. At the end of the tour we go back to the bus stop, but we find out that the next bus will pass half-an-hour later and we decide to walk back to the city centre. When we finally get there, we are given some free time before dinner to do what we want. Most of us decide to go shopping on Princes Street. At about

7 o’clock we meet at the hotel and we go together to our new restaurant. Well, let’s hope for the best! The restaurant turns out to be Italian and we can declare ourselves satisfied, since the people are friendly and the food is good. After dinner we head back to the hotel, as we are quite tired. There we enjoy going from one room to another and chat, before going to sleep.Thursday, 19th April 2012In the morning we visit Holyrood Palace, the Summer residence of Queen Elizabeth II. We see the interiors of the Palace, the Queen’s apartments, with the precious royal furniture, while listening to our English audio guides. This visit is really very interesting, perhaps my favourite until now. Then we continue our tour outside, in the Royal Gardens, which present a variety of plants and flowers and huge green fields. In the afternoon our teachers bring us to the Museum of Scotland, where our guide, a friendly old lady, tells us something about Scotland’s history and shows us some of the most important objects. After the guided tour we have some time to walk around the museum and see what we want. Then we have some beloved free-time to spend in the city centre. After that, we have dinner.Friday, 20th AprilWe start the day, by visiting the Scottish National Gallery, where we can see works by foreign artists (Italian, French, German, Spanish..) as well as Scottish works. The Scottish art is characterized by everyday life scenes, common subjects and beautiful landscapes. After lunch we are free until 3 pm and many of us want to go to the Hollister store and to other shops. When we gather again we go to the Writers’ Museum, which is full of objects celebrating the lives of Sir Walter Scott, Robert Louis Stevenson and Robert Burns. Our last visit is to the People’s Story Museum, which explores the lives of Edinburgh’s ordinary people at work from the late 18th century to today. We spend the next couple of hours shopping and hanging around together. Then, for the last time, we have dinner. When we go back to the hotel we feel a bit sad... tomorrow we are going home.Saturday, 21st AprilWe have come to the end of our trip, but many of us would like to stay a little while longer! It’s time to say goodbye to our hotel, to Edinburgh and to Scotland! The bus takes us to the airport and our journey back begins. At 9 pm we are finally in Riva, tired but with a lot of things to tell our parents and friends. So, I can conclude by saying that we have visited a great city, that, we hope, we will see again.

Carolien Fornasari 4BLLICE

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rileLATINO DA GARABonum certamen certavi, cursum consummavi, fidem servavi

15 aprile 2012 ore 13.00, stazione di Rovereto: due alunne, una prof. e i loro bagagli. Inizia così la nostra odissea per raggiungere Cremona,città in cui si tiene il VII Certamen cremonense.Subito siamo state accolte delle famiglie che ci avrebbero ospitate durante il nostro breve soggiorno nella splendida città lombarda. Accompagnata la professoressa all’albergo,non lontano dalla piazza del Duomo, non potevamo non approfittarne per una veloce visita alla città che secondo la leggenda fu fondata niente meno che da Ercole. Io sono stata accolta calorosamente dalla mia famiglia e dopo aver cenato siamo andati volentieri tutti a nanna dopo il lungo viaggio. Il mattino seguente,ritrovatici con bagagli al seguito davanti all’ingresso del Liceo Daniele Manin, sede della competizione,siamo stati radunati nell’aula magna e accolti con un discorso. Siamo stati poi accompagnati nel luogo in cui si sarebbe svolta la traduzione che consisteva in un corridoio con ai lati file di banchi stile maturità. L’agitazione degli studenti intanto era in forte aumento.Dopo aver ascoltato il passo letto in metrica e in prosa, abbiamo iniziato l’ardua impresa durante la quale la tensione e la fame sono state alleg-gerite dal passaggio di gentilissimi camerieri (e dei loro vassoi) che ci hanno rifocillati con vari stuzzichini. Sfiniti dopo sei ore di traduzione,che consisteva in un passo tratto dal VI libro dell’Eneide in cui si descrive la discesa di Enea negli Inferi, vista la pioggia battente, abbiamo rinunciato ad un giretto turistico e siamo stati gentilmente ospitati in una delle aule del liceo. Corsi in stazione, alle 17.27 siamo partiti e dopo aver cambiato, come all’andata, vari treni, alle 20.30 siamo arrivati a Rovereto stanchi ma soddisfatti.Nonostante le rosee previsioni di Francesco ,in base alle quali saremmo dovuti sicuramente salire sul podio ,in realtà non ci siamo piazzati entro i primi dieci ma è stata comunque un’esperienza molto piacevole, sia perché ben organizzata, sia per l’accoglienza delle famiglie che ci hanno ospitate.

Valentina Pedergnana II A classico

FISICA IN MOTO... E CHE MOTO!Visita alla Ducati di Bologna con sosta al laboratorio, dove i ragazzi hanno appreso divertendosi

È proprio questo il titolo del progetto al quale ha partecipato la classe 2A scienze applicate. Dopo alcune lezioni in aula, per introdurre gli argomenti che sarebbero stati poi affrontati nella sede della Ducati, la casa motociclista italiana più famosa del mondo, i ragazzi si sono messi in moto per Bologna, e più precisamente per Borgo Panigale. Hanno visitato la fabbrica, il museo e successivamente il laboratorio, che ha riscosso da parte dei partecipanti giudizi positivi. In questo modo, infatti, è possibile apprendere le varie leggi della fisica, divertendosi. Le aspettative dei ragazzi sono state quindi soddisfatte pienamente. Insomma, un’esperienza che potrebbe essere pro-posta anche negli anni a venire, come un sistema alternativo per studiare la fisica senza annoiarsi. Al termine del progetto abbiamo intervistato Michele, un ragazzo della classe che ha risposto alle nostro domande:Cosa pensi di questo progetto? Penso che sia stato un progetto interessante e divertente ed è stato un modo diverso per imparare ciò che di solito si impara seduti sui banchi di scuola.Cosa ti ha divertito di più?In laboratorio abbiamo sperimentato le varie leggi della fisica attraverso modi semplici e divertenti che vengono applicati alle moto.Proporresti questo progetto per i futuri anni?Penso proprio di sì perché è stato molto utile oltre che interessante. LI

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rile ALLA SCOPERTA DELL’ACQUA NELLA TERRA DEI TULIPANIIntervista doppia ad un’insegnante e a uno studente che han-no partecipato al gemellaggio con i ragazzi di Den Haag

La classe IIID scientifico, accompagnata dai professori Clara Lotti, Gloria Zeni e Matteo Stanga, ha avuto la fortuna di portare avanti il gemellaggio con il Gymnasium Haganum di Den Haag, Paesi Bassi. Nel mese di aprile i ragazzi hanno trascorso una settimana in Olanda per un progetto di ricerca incentrato sul tema dell’acqua.

Intervista all’insegnante Clara Lotti

Che cosa si aspettava da questa esperienza?Mi aspettavo soprattutto di conoscere una nuova realtà scolasticaQuanto pensa sia importante il gemellaggio per una classe di scientifico?Penso sia molto importante perché oltre ad aver approfondito un argo-mento, in questo caso l’acqua, da un punto di vista scientifico, i ragazzi hanno dovuto utilizzare la lingua inglese praticamente in ogni circostanza. Per studenti di discipline scientifiche l’utilizzo e la conoscenza della lingua è particolarmente importante in quanto il loro percorso formativo li porterà molto probabilmente a lavorare o studiare all’estero.Com’è stata l’accoglienza dei ragazzi, delle famiglie e degli insegnanti?L’accoglienza è stata ottima. I ragazzi si sono integrati perfettamente nella vita sociale dei loro compagni olandesi. Per esempio sono stati invitati a compleanni e sono state organizzate delle feste per loro. I trasporti e le spese extra inoltre sono state coperte completamente dalle famiglie ospiti.

Pensa sia importante che le famiglie dei ragazzi siano coinvolte nell’iniziativa?È molto importante. Per esempio i genitori olandesi sono stati “carinis-simi”. Durante la serata i genitori si sono presentati tutti e gli studenti han-no cucinato piatti della tradizione olandese e italiana, sono stati esposti cartelloni e i genitori hanno partecipato attivamente. È stata proprio una festa giocosa. Questa è una cosa che qui sarà difficile realizzare.Ha stretto nuove amicizie?Sì, ho trovato una grande amica: un’insegnante di latino e greco.Come se l’é cavata con la lingua?Con il mio inglese di internet e delle canzoni dei Beatles sono riuscita a comunicare e addirittura a spiegare la trama del “Fu Mattia Pascal”.Quest’esperienza è stata un incentivo per migliorare il suo inglese?Sicuramente, e non solo il mio inglese ma anche i miei metodi di inse-gnamento.Infatti sono già in contatto con una collega olandese per un progetto che riguarda il latino.In cosa ha trovato diversi i Paesi Bassi e gli Olandesi?Paesaggisticamente non ci sono montagne, solamente pianura, e questa sarà una delle cose che sfrutteremo durante la loro visita qui. Gli Olandesi sono un popolo molto diverso da noi: ciò che ho notato è che lasciano an-dare i figli molto prima. A dodici iniziano il Liceo e li ritengono autonomi nel gestirsi e nello scegliere i propri interessi. Passano molto tempo fuori e perciò pur avendo un rapporto con la famiglia non lo hanno con la casa. Questa, come madre italiana, è una cosa che troverei difficile da accettare. A diciassette poi iniziano già la loro vita adulta e vanno a vivere da soli. È una cosa che ritengo abbia sia lati postivi che negativi. Altra cosa: sono sempre in bicicletta, anche sotto la pioggia.Cosa pensa di Amsterdam? E di Den Haag?Penso siano città storiche molto pulite e ordinate. Gli edifici sono tutti adiacenti per risparmiare calore, hanno grandi finestre e i centri storici sono ordinati e pieni di edifici d’epoca. Certo in pianura è tutto più semplice.Cosa pensa possano offrire rispetto agli altri gemellaggi offerti dal nostro istituto, per esempio gli Stati Uniti, la Germania o la Finlandia?Non saprei, non sono mai stata da nessun’altra parte. Io tenderei a restare in Europa, i fondi ci sono dati dall’Unione Europea e inoltre la cultura è LI

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rileunica: i ragazzi si vestono allo stesso modo, ascoltano la stessa musica e si capiscono meglio. L’Olanda ha una buona scuola, poca criminalità e abbiamo solo da imparare da loro.In cosa consisteva la parte didattica in classe?Come ho già detto, il tema del gemellaggio era l’acqua. Quindi le attività didattiche consistevano in esposizioni, rigorosamente in inglese, misura-zioni e analisi di campioni d’acqua raccolti sul territorio... Io per esempio a settembre curerò la parte antropologica: la simbologia dell’acqua, la sua storia e il suo ruolo nella cultura. Personalmente ho avuto anche l’occasione di assistere alle normali lezioni quotidiane.Quali aspetti della scuola olandese vorrebbe fossero importati qui in Italia?La logistica delle aule che sono della materia, per esempio aula di storia, con cartelloni, mappe, linee del tempo... Le aule inoltre sono più grandi e luminose, tuttavia le classi comprendono anche 29 studenti. Ci sono 10 minuti di intervallo ogni ora, che gli studenti utilizzano per mangiare e cambiare aula e così non passano troppe ore seduti. L’insegnamento inoltre non è frontale, ma sono gli studenti a fare lezioni coordinati dagli insegnati. È una sorta di brainstorming continuo, l’insegnante introduce l’argomento e gli studenti dicono tutto ciò che ricordano, in questo modo è tutto più interattivo e coinvolgente.E viceversa?Abolirei i pomeriggi, questo per principio. I ragazzi devono avere tempo di ascoltare musica, rilassarsi e coltivare i loro interessi. In Olanda invece hanno scuola fino alle quattro del pomeriggio, e aggiungendo lo sport, la danza e attività varie, non tornano a casa prima delle otto e mezzo.C’é stata un’esperienza che la ha particolarmente colpita?Condividere la camera con Gloria Zeni. Mi sono divertita come da giovane: mi sembrava di essere tornata in campeggio. All’inizio ero preoccupata di dividere la camera con qualcuno dopo tanti anni, ma poi ci siamo trovate a parlare e chiacchierare ad ogni ora.C’è qualcosa che rimpiange di non aver fatto?Avrei voluto vedere e fotografare uno dei famosi “Coffee Shop”, ma non ne ho visto nemmeno uno. Infatti il mio immaginario di Amsterdam era di una città piena di drogati sdraiati sui marciapiedi che fumavano i pots (spinelli).Vorrebbe avere altre esperienze del genere?Sì, certamente, anche in altri paesi. L’unica nota dolente è abbandonare la mia bambina di cinque anni.

Pensa che il gemellaggio offra un valore aggiunto rispetto alla tradizionale gita di classe? Perché?Sì, perché si vive nella case delle famiglie e si viene veramente a contatto con la cultura: infatti mi è dispiaciuto molto stare in albergo. La conoscen-za della lingua inglese inoltre diventa essenziale. In una tradizionale gita invece si vivono le città da semplici turisti e si parla italiano tutto il tempo.Pensa che il Liceo dovrebbe investire ancora nel gemellaggio?Sì, soprattutto nelle terze e nelle quarte.Ci sono cose che avrebbe voluto fossero gestite diversamente?No, tutto perfetto. Magari solo il tempo meteorologico, ma purtroppo non ci si può far niente.Come sono stati gli studenti?Apparentemente bravissimi; poi, guardando le foto delle feste serali , non completamente.Se potesse rifarebbe tutto da capo?Sì, assolutamente. Sono contentissima.Come si sente all’idea di ricambiare l’ospitalità?Ho paura che loro non si trovino così bene e che non riusciremo a rendere il loro soggiorno così speciale. Per questo motivo stiamo già iniziando a pianificare. In Olanda si lascia molto spazio al divertimento e molta libertà agli studenti; qui invece tendiamo a controllare ogni singolo minuto. Pertanto vogliamo lasciare loro almeno un pomeriggio libero, oltre ai soliti pomeriggi di cultura e visita.

Intervista alla studentessa Giulia Omezzolli

Che cosa ti aspettavi da questa esperienza?Di conoscere una nuova cultura, nuove persone, di visitare le città princi-pali dell’Olanda e di imparare qualcosa di nuovo.Quanto pensi sia importante il gemellaggio per una classe di scientifico?Tanto quanto per gli altri indirizzi.Com’è stata l’accoglienza dei ragazzi, delle famiglie e degli insegnanti?Sono stati tutti molto accoglienti e ospitali, sempre disponibili e gentili.Pensi sia importante che le famiglie dei ragazzi siano coinvolte nell’iniziativa? LI

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rile Certamente, perché un aspetto fondamentale del gemellaggio è il tempo che si trascorre con la famiglia ospitante. Hai stretto nuove amicizie?Sì, anche con dei ragazzi non di quella classe.Come te la sei cavata con la lingua? Direi piuttosto bene. Non ho trovato difficoltà.Quest’esperienza è stata un incentivo per migliorare il tuo inglese?Sì, sicuramente. Ci siamo resi conto di quanto sia importante riuscire a comunicare con persone che non parlano la nostra lingua, e quindi amplieremo la nostra conoscenza anche per il mondo del lavoro. In cosa hai trovato diversi i Paesi Bassi e gli Olandesi?Soprattutto nel cibo, nel metodo scolastico e nell’architettura del paesag-gio. Gli olandesi inoltre, sono più aperti, disponibili e tranquilli. Cosa pensi di Amsterdam? E di Den Haag?Non siamo riusciti a visitare bene Amsterdam. Comunque è una grande città: ricca di negozi, ponti, canali e bici. Den Haag è più tranquilla e meno popolata, con grandi spazi verdi e tante piste ciclabili. Di sicuro più vivibile di Amsterdam.Cosa pensi possano offrire rispetto agli altri gemellaggi offerti dal nostro istituto, per esempio l’America, la Germania o la Finlandia?Il fatto che i ragazzi di entrambi i paesi si devono impegnare a parlare una lingua che non è la loro. Inoltre l’Olanda può offrire un paesaggio naturale splendido, non cittadino, molto diverso da quello americano. In cosa consisteva la parte didattica in classe?Durante le lezioni abbiamo parlato dell’equazione di Manning e confronta-to alcune frasi in italiano e in olandese. Nello specifico abbiamo svolto un progetto sull’acqua, che abbiamo realizzato sia nei laboratori scolastici sia all’aperto presso alcuni laghi presenti sul territorio. Quali aspetti della scuola olandese vorresti fossero importati qui in Italia?Non abbiamo avuto modo di approfondire il loro sistema scolastico.Posso solo dire che sarebbe bello se iniziassimo come loro verso le nove e il sabato stessimo a casa.E viceversa?Magari una zona dove c’è il prato o un bel cortile dove trascorrere la ricreazione come quelli delle scuole italiane.

C’è stata un’esperienza che ti ha particolarmente colpita?Il surf è stato il massimo. Ci siamo divertiti tutti, anche se era un po’ nuvoloso. È stato molto piacevole anche se non facilissimo. C’è qualcosa che rimpiangi di non aver fatto?Visitare i musei, magari quello di Van Gogh o di Hescher. Oppure visitare meglio Amsterdam.Vorresti avere altre esperienze del genere?Sì decisamente, insegnano molto.Pensi che il gemellaggio offra un valore aggiunto rispetto alla tradizionale gita di classe? Perché?Sì, perché relazionarsi con ragazzi di un altro Paese e passare del tempo in casa con la loro famiglia e quindi vivere con loro è sicuramente fonte di crescita personale. Pensi che il liceo dovrebbe investire ancora nel gemellaggio? Sì sì. Il nostro è andato a buon fine, per il momento almeno. Credo che comunque siano importanti sia per la lingua sia per la crescita personale. Ci sono delle cose che avresti voluto fossero gestite diversamen-te?Forse abbiamo avuto troppo tempo libero, a volte è stato un po’ noioso. Come sono stati gli insegnanti?Disponibili, attenti, pazienti, generosi e simpatici. Ma hanno mantenuto sempre, com’è ovvio, il loro ruolo da insegnanti. Se potessi rifaresti tutto da capo?Sì, assolutamente.Come ti senti all’idea di ricambiare l’ospitalità? Non riscontro grandi problemi, se non per l’inglese. Senza nulla togliere ai nostri genitori, penso che, rispetto a quelli olandesi, alcuni si troveranno in difficoltà, ma ci saranno sempre gli studenti pronti ad intervenire.

Alex Colò, Francesca Chiaratti, Riccardo LoPresti, Lorenza Pellegrini 2A Scientifico

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rileVELIA, FRA PALCO E REALTÁAl Festival della Filosofia in Magna Grecia c’erano anche le classi 3A scientifico, 1A classico, 1B classico. Ecco il resoconto fotografico

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rileEUROPEGOtto studenti (e Prof) del Maffei sono riusciti a passare la durissima preselezione (10 scuole scelte a livello nazionale, su più di 90 scuole partecipanti) per la partecipazione al PEG -par-lamento europeo giovani. Ecco il loro “comunicato stampa”. Chi? Jacopo Spezia, Francesco Valese, Beatrice Tambosi, Martina Gaioni, Danie-la Skulina, Domenico Sorace, Lara Boschelli e Clara Luehwink.Già da un po’ tra di noi, per amicizia e affinità d’interesse, sognavamo una reale partecipazione al progetto.Quando?Si tratta di un progetto aperto solamente agli alunni di 3a e 4a superiore di tutti gli istituti d’Italia, con scadenza della preselezione prima di Natale; quindi c’era la necessità di “agire” presto e inaspettatamente abbiamo ricevuto, dalla dirigenza, e dalla prof.ssa Betta un consenso e una risposta molto positiva. Accanto al gruppo degli studenti si è formato quindi quello degli insegnanti, (prof.ssa Arianna Irgoni per la parte di ricerca, docu-mentazione e stesura della risoluzione; prof Michele Vulcan per la terminologia giuridica e la prof.ssa Gloria Zeni per l’assistenza lingui-stica) tutti insieme presi dalla grande sfida.Perché?Appena venuti a conoscenza del progetto ci è sembrata un’opportunità splendida per sviluppare le conoscenze teoriche, acquisite sia a scuola che per interesse personale, in maniera ufficiale e reale: una sfida, una gara da vincere insiemeCome?La preselezione - basata sulla produzione di

una risoluzione sul modello di quelle dell’UE, ugualmente complessa (una parte introduttiva citante le informazioni acquisite e una operativa, con proposte concrete) e giuridicamente complicata - quest’anno aveva come tema il volontariato e l’impegno civico nell’attuale periodo di crisi.A partire dai primi giorni di novembre, abbiamo iniziato ad incontrarci settimanalmente con i proff. Betta Maria Chiara, Irgoni Arianna e Vulcan Michele, che grazie alle loro conoscenze in materia e con la giusta dose di intraprendenza hanno saputo guidarci e assegnare compiti mirati, per il lavoro di ricerca basilare. Successivamente il lunedì pomeriggio è diventato un comune spremere di meningi: le idee dovevano essere chia-re, realistiche ed espresse nella forma richiesta - la lingua inglese - altra caratteristica fondamentale, che è stata curata dalla prof. Zeni.I ragazzi, in compagnia e col sostegno della prof. Betta, hanno poi affron-tato la selezione nazionale a Piacenza, dal 12 al 15 aprile, una competizio-ne esaltante che li ha visti impegnati con i migliori licei italiani.

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rile A CHE PARTI SI GIOCA?Piacevole la messa in scena della commedia di Pirandello ad uso e consumo della platea dei nostri studenti

Quest’anno molti studenti del Liceo A. Maffei sono stati invitati ad assistere allo spettacolo teatrale “Il giuoco delle parti” di Pirandello che si è tenuto il giorno 18 aprile nell’Auditorium Comprensoriale.Lo spettacolo presentato era in bianco e nero e i tre attori hanno saputo calarsi abilmente nei loro personaggi rendendolo molto interessante. La rappresentazione sottolineava il fatto che ogni uomo, nella propria vita, deve recitare una parte che è per ognuno diversa.Leone Gala è molto particolare; resta indifferente davanti ad ogni tipo di comportamento e, per questo motivo, sua moglie Silia vorrebbe toglierselo di mezzo per vivere con il suo amante Guido. Elabora, perciò, un piano per eliminarlo facendolo scontrare con il marchese Miglioriti, un ottimo spadaccino. Leone, però, capite le intenzioni della moglie, riesce a capovolgere la situazione e a mandare Guido allo scontro, ma Leone non uscirà vincitore perché anche lui, nonostante si sia salvato, non riesce più a rimanere indifferente e vivrà una crisi.Questo testo di Pirandello, secondo i molti spettatori è stato abilmente portato in scena dai tre attori protagonisti. Lo spettacolo teatrale, nono-stante qualche piccola difficoltà di comprensione dovuta al linguaggio, si è rivelato un successo e gli studenti hanno espresso il loro entusiasmo. Facciamo i complimenti agli attori e consigliamo vivamente l’esperienza.

Francesco Crosina (con la collaborazione di Robin Julian Pedrazzoli e di Filippo Chemolli) - 2A Scientifico

I RIGURGITI, UNO SCRIGNO DI INFORMAZIONIL’analisi delle borre dei rapaci ha permesso agli studenti delle seconde scientifico di avvicinarsi allo studio della biodiversità

Due gli incontri per le seconde scientifico, verso la fine dell’anno, con Luigi Marchesi, naturalista esperto di rapaci, che ha permesso agli studenti di studiare le specificità dei rapaci partendo dall’analisi delle loro borre, ovvero i resti dei loro rigurgiti dai quali si possono ricavare informazioni dettagliatissime sulle loro abitudini alimentari. Una volta dimenticato che si sta operando in ambiti non convenzionali, la ricerca permette di scoprire interessanti dettagli sulla vita degli animali che altrimenti sarebbe im-possibile riuscire a conoscere. I resti del gufo reale visionati hanno infatti permesso ai ragazzi di comprendere come osservando con cura anche i particolari meno appariscenti sia possibile arrivare ad impadronirsi di informazioni impensabili.

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ggioSASKIA, UNA SCHEGGIA!

Ottime prestazioni dei nostri ragazzi agli studenteschi provin-ciali di atletica leggera

Mercoledì 9 maggio presso il Campo Sportivo di Pergine Valsugana si è svolta la finale provinciale di atletica leggera categoria allievi/e.Gli atleti del nostro liceo si sono difesi dignitosamente, ottenendo anche

ottimi risultati.Prima fra tutte nei 100 m la nostra velocista Saskia Battistoni con il tempo di 12”88 che le è valsa la partecipazione alla fase interregionale dei Giochi Sportivi Studenteschi a Padova.Secondo posto nei 400 m di Arianna Modena e Alberto Mutalipassi nel lancio del disco.Strepitoso terzo posto per la staffetta 4x100 m allieve con Tagliaferri-Chincarini-Modena-Battistoni!!Quarto posto per Simone Amistadi nel salto in lungo e Angelica Chincarini nei 100 m ad ostacoli.

Classifica allieviAmistadi Simone salto in lungo 4°Andreasi Giacomo 1000 m 12°Andreoli Davide salto in alto 5°Multipassi Alberto lancio del disco 2°Oradini Michael 100 m 24°Travaglia Andrea salto in lungo 7°Trentini Guglielmo getto del peso 26°Zanotti Michele 400 m. 13°

Classifica allieveBattistoni Saskia 100 m 1 °Castellani Desirè salto in alto 10ªChincarini Angelica 100 m ostacoli 4ªGaioni Martina salto in lungo N.C.Modena Arianna 400 m 2ªTagliaferri Anna lancio del peso 6ªTagliaferri - Chincarini - Modena - Battistoni Staffetta 4x100 3° posto

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ggio BASTA FARE BEH...

Interessantissimo il convegno sul conformismo sociale orga-nizzato dalla IV B sociopsicopedagogico

“La fatica di essere diversi... basta fare beh!” è il titolo del convegno sul conformismo sociale, tenutosi presso l’ex sede della biblioteca di Riva del Garda, venerdì 25 maggio 2012 alle ore 21.00. Il convegno è stato realizza-to dalla classe IV^ B Socio-Psico-Pedagogicio del Liceo “Andrea Maffei” di Riva del Garda, con il coordinamento della prof.ssa Catia Civettini, docente delle materie di indirizzo della classe stessa e la collaborazione, in corso d’opera, della dirigente scolastica prof.ssa Antonia Zamboni.Le tematiche approfondite dalla classe, comprendevano vari aspetti della vita quotidiana e il fine del progetto era quello di sensibilizzare il pubblico, in modo da renderlo consapevole delle dinamiche che influiscono sul comportamento di tutti noi, in presenza di estranei. Molti degli argomenti trattati sono stati accompagnati da video e registrazioni di test, effettuati dagli studenti della classe, in modo da riproporre famose indagini sperimentali di sociologi e psicologi, note nella letteratura scientifica

sull’argomento.Nel corso della serata sono stati, quindi, riprodotti alcuni celebri esperimenti di Solomon Asch, Albert Bandura e Philip Zimbardo sul conformismo sociale, sull’obbe-dienza all’autorità e sul pregiudizio sociale. Al convegno, che ha avuto il patrocinio del Comune di Riva del Garda e della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro, hanno partecipato, portando un loro contributo, anche il vice comandante della Compagnia Carabinieri di Riva del Garda, tenen-te Andrea Oxilia, il presidente della Comunità di Valle Salvador Valandro e l’assessore all’istruzione del Comune di Riva del Garda Renza Bollettin. L’assessore all’istruzione della Comunità di Valle Tarcisio Michelotti, che avrebbe desiderato essere presente si è tro-vato, purtroppo, nell’impossibilità di partecipare. La sua presenza, anche se indiretta, è stata comunque tangibile nel rinfresco offerto, appunto,

dallo stesso Assessorato all’Istruzione.Per lo sviluppo degli argomenti la classe ha potuto avvalersi della preziosa collaborazione del personale dei supermercati Despar, Famiglia Cooperativa, Poli e del Millenium Center che hanno permesso i video e le registrazioni nei centri, fornendo anche utili interviste. Anche la competenza organizzativa della dott.ssa Paola Piccioni dell’Ufficio Cultura del comune di Riva del Garda è stata di grande aiuto.Dunque la serata è stata molto interessante per tutti i presenti, che hanno notato il lungo lavoro di preparazione ed approfondimento svolto dalla classe IV ^B del Liceo “Andrea Maffei” e hanno apprezzato i vari interventi e contributi.

Justine MancabelliLICE

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ggioMAG SU MISURA

Grande successo per i progetti personalizzati proposti dal Museo dell’Alto Garda

Per il quarto anno consecutivo il MAG (Museo Alto Garda) in collaborazio-ne con alcune scuole di Riva del Garda ha portato a termine i Progetti su misura, che hanno lo scopo di coinvolgere il mondo della scuola nel campo della ricerca storica, archeologica e ambientale del territorio locale.Il 31 maggio, alle ore 20.30, le classi 2^A Scienze applicate e 2^B Scientifico hanno partecipato alla serata di presentazione del loro lavoro in Rocca. Dopo un’introduzione da parte della direttrice del Museo Monica Ronchini, gli alunni hanno spiegato come si è modificato il nostro territo-rio dalla preistoria fine alla tardaromanità.Attraverso l’archeomalacologia, ovvero lo studio di molluschi e conchiglie fossili, si è scoperto che prima del neolitico il monte Brione era un’isola circondata dalle acque e che 6.500 anni fa l’insediamento neolitico trovato nei pressi dello stesso Brione sorgeva sulla sponda settentrionale del lago, arretrata rispetto ad oggi, in corrispondenza anche di una foce del fiume Sarca.L’archeozoologia ci dice quali specie erano allevate nell’Alto Garda, in particolare ovocaprini e suini nel neolitico, a cui si aggiungono bue domestico, il gallo rosso, il gatto, il topo comune ed il cane domestico in età romana.Il paleoambiente è stato ricostruito, invece, attraverso le analisi archeo-botaniche che attestano la presenza di specie mediterranee quali il leccio sin dall’antichità, grazie al clima favorevole, assieme ad altre piante di palude come l’ontano e il salice, nonché il faggio, l’abete rosso ed il pino silvestre tipici di quote più elevate. Erano coltivati cereali e leguminose, ma erano presenti frutti da raccolta come mele, pere e fragole, mentre in età romana si conferma la presenza della vite e forse dell’olivo.Il lavoro svolto dagli studenti è stato impegnativo: hanno preparato nu-merosi riassunti e slide con il tempo che stringeva per arrivare al prodotto finale, una brochure da consegnare ai visitatori del Museo.La conferenza è stata gratificante e ha dato una sensazione di sollievo dopo le numerose ore  di lavoro.

Un ringraziamento va agli alunni delle due classi, a tutti coloro che sono venuti giovedì a vederli, al museo in particolare che ha permesso ai ragazzi di esporre in Rocca il loro lavoro e anche agli insegnanti che hanno dato sostegno nel momento del bisogno.

Alex Pederzolli

PIÚ GEMELLI DI COSÍ...Intenso il programma per gli studenti di Bensheim scesi anche quest’anno in riva al Garda

La settimana dal 6 al 12 maggio la classe V ginnasio ha ricambiato l’ospi-talità dei compagni del liceo AKG di Bensheim. La domenica, al loro arrivo, i ragazzi sono stati accolti dalle famiglie. Tutti sapevamo che una nuova avventura avrebbe avuto inizio! Il lunedì, dopo il rituale saluto della preside e la presentazione della nostra regione, i ragazzi tedeschi sono stati accompagnati dalla prof.ssa Marcolini in Comune, mentre a noi poveretti sono toccate le pulizie della sala che avevamo utilizzato e le lezioni. Nel pomeriggio abbiamo gironzolato per Riva recitando scioglilingua, i tedeschi in italiano e gli italiani in tedesco, e cercan-do di rispondere a domande su monumenti della città pressoché sconosciuti anche a noi. Il secondo giorno i nostri compagni hanno visitato la città di Bol-zano, guidati dalla mitica professoressa Floriani, mentre il terzo giorno sono stati accompagnati ad Arco, prima al castello e poi agli archivi comunali. Nel pomeriggio siamo andati tutti insieme a Trento dove, tra negozi e gelaterie, abbiamo trascorso proprio un bel momento in compagnia. Il quarto giorno, invece, i tedeschi sono andati con la prof.ssa Feletti a Verona. L’ultimo giorno, come al solito, è stato il più bello. In mattinata siamo andati in funivia sul Monte Baldo, abbiamo camminato un po’ e poi abbiamo raggiunto un rifugio per riempirci finalmente gli stomachi. Il sole e il bel prato hanno conciliato il riposo, ma allo stesso tempo il divertimento, occupando di fatto buona parte del pomeriggio. Una volta scesi dal monte abbiamo fatto un rapido giro per Malcesine e successivamente siamo tornati a Riva in battello. La sera ci siamo ritrovati a Torbole, in pizzeria, per salutarci e concludere in allegria una fantastica e unica esperienza. LI

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ggio UN TRAFFICO

DI CRANI SOSPETTOLiana Trentin, esperta del Museo Tridentino di Scienze Natu-rali, ha illustrato agli studenti le specificità dell’ossatura degli animali

Nell’ambito del progetto di zoologia, che ha interessato le classi 2A, B e C scientifico, la 2A scienze applicate e la 3C scientifico, parte significativa l’ha svolta lo studio di arti e crani dei mammiferi. Un’esperienza resa possibile grazie alla collaborazione del nostro istituto con il Museo Triden-tino di Scienze Naturali: un esperto, la dottoressa Liana Trentin, è infatti scesa a Riva del Garda “armata” di crani animali per illustrare agli studenti le specificità di ogni singola specie vivente e le possibilità di verificarle analizzando alcuni elementi distintivi.Il cranio è una delle parti dello scheletro che ci dà maggiori informazioni in termini di tassonomia dei vertebrati. In particolare è una delle principali strutture analizzata in relazione anche alla dentatura nella diagnosi di parentela con l’uomo rispetto ai crani di primati. Il cranio ci dà informa-zioni sul comportamento sociale, sulla locomozione, sulla dieta, sui sensi dell’animale di appartenenza. Durante il laboratorio i ragazzi hanno analizzato una serie di apparati scheletrici e crani in tre fasi successive alla ricerca dei caratteri adattativi e dei trend evolutivi all’interno dei gruppi tassonomici proposti. Inutile precisare che le lezioni “in situazione” hanno ottenuto grande gradimento da parte dei ragazzi.

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ggioCACCIA ALL’INSETTO

Uscite pomeridiane per raccogliere nel greto del Sarca zooplan-cton, insetti e macroinvertebrati da studiare al microscopio

Particolarmente denso di impegni il calendario di fine anno per le classi im-pegnate nel progetto zoologia elaborato dai docenti di scienze dell’istituto. Per tre pomeriggi infatti i ragazzi sono scesi nel greto del Sarca per raccoglie-re campioni da analizzare con i quali produrre specifiche ricerche nel campo della biodiversità. Con l’aiuto di alcuni esperti, sono stati raccolti zooplan-cton, insetti e macroinvertebrati, che sono finiti la mattina immediatamente successiva sotto lo sguardo indiscreto dei microscopi della scuola.

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ggio CHE FISICO!

Intervista a Martino Ischia, che ha rappresentato il Maffei alle fasi nazionali delle Olimpiadi della Fisica

Martino Ischia ha tenuto alto l’onore del Maffei alle Olimpiadi della Fisica. Lo abbiamo intervistato per saperne qualcosa di più.Hai sempre avuto l’interesse per la fisica?Senza dubbio le materie scientifiche in generale mi hanno sempre attratto più di quelle umanistiche fin dalle scuole elementari e non per niente ho poi scelto questo indirizzo del liceo. Studiare fisica al primo anno mi è sempre parso un gioco da ragazzi e il fascino di questo campo scientifico mi ha successivamente spinto a documentarmi oltre le lezioni dei professori. è stata tua l’idea di partecipare alle Olimpiadi della fisica o ti è stato consigliato da qualche insegnante?In terza la professoressa Zanetti ha lanciato me e qualche mio compagno di classe in questa sfida che ho colto al volo. Comunque avevo già sentito parlare delle olimpiadi da mia sorella, che qualche anno prima di me aveva preso parte alle selezioni.Puoi spiegare brevemente in cosa consiste questa attività? Come viene organizzata?Si tratta di diverse selezioni che ti consentono di capire, confrontandoti con altri studenti, quale siano le tue competenze nel campo della fisica. Si passa da una prova d’istituto, composta da 40 quesiti nei quali bisogna scegliere la risposta corretta fra 5 opzioni, a una prova provinciale con 10 quesiti, che non richiedono grandi calcoli ma sono a risposta libera e necessitano di una spiegazione, e 3/4 problemi più ostici. I livelli successivi (nazionale e internazionale) sono in genere composti da due diverse prove: una sperimentale, nella quale in qualche ora è necessario mettere insieme un’apparecchiatura per poi effettuare delle misure il più precise possibili, e una teorica con un numero variabile di problemi molto difficili.Ti aspettavi di aver superato la selezione per poter accedere ai nazionali o no?Dal momento che l’anno scorso con le conoscenze di quarta e poco più ero riuscito a qualificarmi per i nazionali e lì ottenere un buon risultato per me sarebbe stata una grande delusione non riuscire a passare il turno

quest’anno. Certo sapevo di aver commesso parecchi errori nella prova ma la concorrenza, almeno a livello provinciale, non è molto agguerrita.Che aspettative hai per il futuro? Hai intenzione di intraprendere un’università ad indirizzo scientifico o cambi completamente strada, prediligendo un indirizzo umanistico?Ho intenzione di studiare fisica e a fine agosto tenterò l’ingresso alla scuola d’eccellenza della Normale di Pisa ma i posti disponibili sono molto pochi e i test d’ammissione difficilissimi.Come hai trovato i quesiti della gara a livello nazionale? Li pensa-vi più facili o più difficili?I problemi teorici della gara nazionale erano piuttosto difficili e richiede-vano un’ottima conoscenza dell’analisi matematica. Si trattava soltanto di tre problemi ma le quattro ore di tempo disponibili non mi sono bastate per ragionarci sopra al meglio.A scuola avevi già affrontato tutti gli argomenti richiesti o ti sono state poste domande su concetti mai affrontati prima?I problemi hanno una formulazione molto poco scolastica e spesso gli argomenti coinvolti non vengono affrontati a scuola, ma comunque li avevo studiati per conto mio.Puoi dirci che posizione hai ottenuto nella classifica a livello nazionale? Quanti erano i partecipanti?I partecipanti erano poco più di 100 e mi sono piazzato nella fascia del bronzo, ossia con un punteggio compreso tra il 50 e il 70% della media dei primi 5. La fascia d’oro (>90%) contava 3 persone, quella d’argento (70%<p<90%) 7, la mia circa 20 persone.C’era una prevalenza di partecipanti di sesso maschile o femmi-nile?Solo due ragazze erano presenti tra i più di 100 partecipanti.Che giudizio daresti a questa esperienza? Ti sei divertito o è stato solamente un impegno?Il giudizio non può che essere positivo, le olimpiadi di fisica mi hanno fatto imparare tante cose, conoscere molte persone e non sono mancati momenti in cui ho avuto l’occasione di divertirmi, anche con complessi problemi.Ritieni che questa sia una attività da proporre anche nel corso dei prossimi anni? Perché? Per come ho vissuto io quest’esperienza senza dubbio è da riproporre. Purtroppo gli studenti che la prendono sul serio sono pochissimi.LI

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ggioPHREE MASSEN,

UN CASO LETTERARIOEsordio col botto per Sebastian de Gesù Di Pietro Hidalgo, studente del nostro liceo, al Salone del libro di Torino

Sebastian de Gesù Di Pietro Hidalgo coltiva da tempo un sogno, quello di diventare scrittore. Un sogno che si è avverato, visto che ha potuto esordire per i tipi della Keltia con un romanzo storico.Lo abbiamo avvicinato e ne è nata questa intervista.

Da quanto tempo scrivi? Quella dello scrivere è sempre stata una tua passione o è sorta solamente negli ultimi tempi?Scrivo da due anni, cioè quando iniziai Phree Massen, nel febbraio 2010, quando avevo quindici anni. Quella per la scrittura è una passione che ho scoperto solo nel momento in cui, fortemente colpito da diverse emozioni, trovai nello scrivere il miglior sfogo ed il modo più efficace di esprimermi.Come è nata l’idea di scrivere questo libro?L’idea di scrivere questo libro è nata grazie alla decisione di unire quel che

provavo alla passione per la storia ed i Templari, che studiavo già da ben tre anni. Così passai alcuni giorni, pochi, a decidere i nomi di parte dei personaggi ed un buon modo per iniziare quello che già sapevo sarebbe stato un libro. Fatto questo, un giorno mi misi davanti al pc e mi lasciai trasportare dalle idee.Quale è, in breve, la trama del tuo libro?Phree Massen (che, in egiziano, significa “figli della luce”) inizia nel 1293, a Cipro, con Khristhian, un giovane Cavaliere dell’Ordine dei Templari che ha appena ricevuto l’investitura. Il Gran Maestro Jacques de Molay gli affida un incarico di enorme importanza da portare a termine entro undici anni, ma al suo ritorno il giovane, ormai uomo, scopre che il suo mondo è totalmente sconvolto dai problemi causati dall’avido Filippo IV, e si trova ad affrontare l’urgente bisogno di trovare una via d’uscita, se si vuole preservare l’Ordine ed i suoi segreti.Cosa si prova a scrivere un libro quando si è ancora così giovani?È una grande soddisfazione, perché nello scrivere un libro ci si sente fieri di sé stessi. Se il libro, o altra opera che sia, verrà poi pubblicato o no, non ha importanza, perché a meno che non si scriva mirando al guadagno (cosa che assolutamente non approvo), resta l’orgoglio di essersi impegnati in qualcosa ed averla finita.Quali difficoltà hai incontrato scrivendo il tuo libro?Non ho incontrato grandi difficoltà, detto sinceramente. Non ho avuto il blocco dello scrittore o cali d’ispirazione. L’unico imprevisto è stato quello

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ggio di aver dovuto rivedere costantemente i nomi dei personaggi da metà

libro in poi, perché li inserivo e continuavo a scrivere per non perdere lo slancio d’ispirazione, senza annotarli da qualche parte.La tua famiglia e i tuoi compagni ti sono stati vicini in questo percorso? E gli insegnanti?La mia famiglia mi ha sostenuto dall’inizio alla fine, credendo fermamente in me. Per quanto riguarda i compagni, non tutti sapevano quel che stavo facendo mentre lo facevo, l’avevo infatti detto solo a pochi e più fidati. Ai miei compagni di classe ed agli insegnanti l’ho detto solo a lavoro finito. In particolare la prof. Alessia Tita, presente nei ringraziamenti del libro, è stata la prima in assoluto a leggerlo e ad apportare qualche correzione. A libro pubblicato, invece, ho avuto il sostegno delle insegnanti, della preside e della bibliotecaria.In che momenti hai scritto il tuo libro? È stato difficile trovare dei ritagli di tempo in cui scrivere?Non è stato particolarmente difficile trovare del tempo per scrivere, lo fa-cevo la sera prima e dopo cena, dopo aver studiato il pomeriggio. Scrivevo dalle tre alle sei ore al giorno. In tre mesi il libro era finito.È stato il tuo primo libro o ne hai scritti degli altri che non sono però stati pubblicati?Phree Massen è il mio primo libro, prima scrivevo qualche poesia o al massimo racconti.Da cosa è nata l’idea della trama del tuo libro?La trama del libro è nata dall’unione di elementi autobiografici con elementi storici, di letteratura cavalleresca e, immancabili quando si parla di Templari, fatti leggendari e teorie.Che consiglio daresti ad una persona che vuole iniziare a scrivere?Innanzitutto consiglierei di leggere, a prescindere dal genere in cui ci si vuole cimentare, perché chi non legge non può scrivere. Come seconda cosa, inserire tra le proprie letture qualche libro sulla scrittura, cosa che può essere utile (ma non essenziale, infatti ne ho letto uno, “On Writing” di Stephen King, solo poco tempo fa). Infine, consiglio di lasciarsi andare. Non c’è bisogno di conoscere tutta la trama del libro per scrivere! Bastano le linee generali, pochi appunti sui personaggi, e la voglia di dedicarsi alla scrittura.Hai intenzione di scrivere altri libri e, perché no, diventare uno scrittore?Si, vorrei diventare uno scrittore e perciò scriverò altri libri. A giorni inizierò

il mio secondo romanzo storico, ambientato ai tempi della Seconda Guerra Mondiale e totalmente distaccato dagli argomenti del primo. L’editore mi ha anche chiesto di approfondire chi fossero i Phree Massen nell’antico Egitto, e questo è un progetto a lungo termine, considerato l’argomento. Ho in mente anche una terza opera, sebbene sia poco più che allo stato embrionale.Cosa pensi delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie come internet, che consentono di pubblicare e anche di distribuire un testo?Internet è un mezzo davvero utile, pubblicare sarebbe stato un’odissea senza la veloce ricerca che questo strumento permette. Inoltre c’è da sottolineare la facilità nel reperire parte delle informazioni necessarie a documentarsi ed il modo in cui si agevola la vendita di un’opera solo mettendola in rete. Tuttavia, che si cerchino informazioni o nomi di case editrici, bisogna approfondire bene le conoscenze su ciò che si trova, e non fidarsi a priori.

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ggioHERVÈ, ACCOLTO

A BRACCIA APERTEIncontro di alcuni studenti con un giovane rifugiato prove-niente dal Togo, dove è stato minacciato di morte

Le classi IA e B Scienze Applicate, IVA Ginnasio e IB Scientifico il 21 Maggio hanno incontrato Hervé, arrivato in Italia nel 2007 dal Togo. È stato costretto ad abbandonare il suo paese d’origine che, nonostante si dica uno Stato democratico, non mostra segni di democrazia. Hervé quindi è un rifugiato, il che è differente dall’essere un immigrato. Questi ultimi hanno scelto di andarsene dal loro paese per ragioni personali, mentre i primi sono stati “costretti”, perché perseguitati per motivi politici, economici e sociali. I rifugiati hanno il diritto d’asilo, che permette loro di restare all’estero per 5 anni, dopodiché possono chiedere la cittadinanza del paese ospitante. Il Centro ASTALLI, che compie servizi per i rifugiati, l’ha aiutato. La  storia del giovane togolese ha inizio il 5 maggio 2005 quando il presidente Étienne Eyadéma muore. Per la successione non vi furono le classiche elezioni, ma il figlio del leader, Faure Gnassingbé, assunse il potere. A quel tempo Hervé andava all’università e studiava Economia. Il 12 maggio, insieme ad alcuni amici, decise di manifestare pacificamente in piazza contro il nuovo governo. Nel pieno della loro manifestazione arrivarono dei militari del presidente che catturarono il giovane e i suoi compagni. I soldati portarono gli studenti fuori città per torturarli e ucciderli. Durante la crudele esecuzione passarono casualmente delle donne che cominciarono a urlare, permettendo ad Hervé di scappare da morte certa. Corse fino alla casa di un anziano che lo nascose per qualche giorno. Purtroppo il giovane togolese non poté farsi curare in ospedale, perché l’avrebbero scoperto. Non  poteva nemmeno tornare a casa perché sarebbe il primo posto dove l’avrebbero cercato. Chiese allora aiuto a dei missionari italiani. Provò a tornare all’università dove studiava, ma dopo soli due giorni arrivarono i soldati. Scappò quindi in Ghana, dove riuscì finalmente a laurearsi in Economia. Ma non potendo ritornare in Togo decise, grazie al suggerimento dei preti, di volare in Italia con un visto da

studente. Arrivato a Trento si iscrisse all’Università dove a breve discuterà la sua tesi in Sociologia. Durante questi ultimi anni, la situazione in Togo non è cambiata, quindi nel 2010 Hervé ha chiesto l’asilo politico per avere i documenti in regola e restare in Italia.I giovani studenti del liceo hanno potuto cogliere molto da questo incontro: in particolare si sono percepite le differenze tra due mondi pra-ticamente opposti, quali sono l’Africa e l’Europa. Un altro aspetto che ha colpito è l’apertura mentale e il senso dell’ospitalità che c’è in Togo: Hervé racconta esperienze del suo Paese che sarebbero impensabili per noi. Per esempio là i passeggeri possono far fermare l’autobus per strada al di fuori delle fermate. A pranzo e cena si preparano porzioni in più di cibo, perché arriva sempre qualcuno senza preavviso. Queste sono usanze che non fanno parte della nostra mentalità chiusa.  Nei paesi più sviluppati è comune la frase “Ma vengono sempre da noi?”. Hervé dice, a smentire uno dei tanti luoghi comuni, che in realtà solo il 20% dei rifugiati viene in Europa o va verso gli Stati Uniti, la maggior par-te non si sposta dall’Africa, ma va negli Stati limitrofi, senza considerare i 2 milioni in Pakistan, Iran e Siria.A colpire i ragazzi è stato anche l’amore del rifugiato per la propria patria, nonostante i difetti e tutte le difficoltà che comporta il viverci. Il Togo è uno Stato dove è presente la sperequazione sociale; è un Paese molto ricco di risorse, ma i beni sono concentrati nelle mani di poche persone, mentre la maggioranza della popolazione è povera e fatica a sopravvivere. In conclusione, Hervé sostiene che il mancato sviluppo deriva da due cause: la prima è la colonizzazione francese, la seconda è la mancata solidarietà degli africani stessi. Solidarietà che viene da lui definita “meccanica”, è cioè per i togolesi si tratta di un obbligo che viene esercitato però solo con l’amico o il parente. In Italia e in Europa, invece, è “organica”, ossia istituzionalizzata, se ne occupano vari enti ed organizzazioni e vale per tutti quelli che sono in difficoltà.

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ggio FORSE QUALCUNO

SI RICORDERÁ...Saffo tra musica e poesia: un progetto che ha coinvolto classi-co e scientifico

Il progetto “Saffo”, nato nel 2010 da un’idea del M° Italo Gomez, che fu Direttore artistico del Teatro Alla Scala di Milano e della Fenice di Venezia, venne realizzato dalla Fondazione Autunno musicale di Como in colla-borazione con il Liceo Classico “A. Volta” di Como. Il laboratorio creativo, condotto dal M° Gomez insieme all’arpista, compositrice e scrittrice Cecilia Chailly, si realizzò in vari incontri con gli studenti, fino alla selezione dei migliori componimenti poetici che i ragazzi avevano realizzato, interpre-tando e completando liberamente i frammenti di Saffo. I testi vennero letti in uno spettacolo finale, presentato al pubblico in una sala del Teatro Sociale di Como, ma la sorpresa fu una canzone creata e interpretata dagli studenti. Per questo, quando la Biblioteca di Riva del Garda invitò Cecilia Chailly per riproporre il progetto alle classi del Liceo Maffei di Riva del Garda nel corso dell’anno scolastico 2011 - 2012, si pensò di coinvolgere anche il Conservatorio F.A. Bonporti, sez. di Riva del Garda, e la classe di composizione del maestro Massimo Priori. L’adesione delle classi II A del Liceo Classico e III D del Liceo Scientifico, sotto la guida delle insegnanti Vanna Bagozzi e Clara Lotti, ha visto inserire l’iniziativa come parte integrante del programma curricolare scolastico.Il percorso ha preso una strada propria, non sempre agevole, ma anche di fatica trattandosi di mettere assieme competenze ed esigenze didattiche anche contrapposte; ma alla fine, grazie anche alla regia di Franco Farina, che con le sue competenze filologiche classiche ha affiancato il lavoro in classe dei ragazzi in stretta collaborazione con le insegnanti, è riuscito ad arrivare al traguardo.Il progetto poi ha visto la collaborazione di Sara Maino per la componente video e di Katia Michelotti per la parte storico-artistica.Parallelamente, il M° Priori ha curato la preparazione delle musiche, composte dai suoi allievi, che verranno eseguite dal gruppo strumentale

del Conservatorio, diretto dal M° Giovanni Giannini.Gli studenti, dopo gli iniziali incontri con Cecilia Chailly, hanno espresso il meglio della loro creatività, attraverso i pochi frammenti poetici su cui do-vevano confrontarsi, con Un gran desiderio di comunicare le loro emozioni, sfruttando anche le capacità tecniche acquisite nel loro percorso di studio La partecipazione al progetto e la scelta del frammento da elaborare, per gli studenti dei Licei, è stata libera, come pure la lingua da utilizzare, italiano e/o greco, e la forma, poetica e/o musicale.

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ggioSUONI E COLORI

DEL SENEGALAlioune Samb e Mack M’baye ancora ospiti della nostra scuola per parlare della loro cultura

Sabato 19 maggio 2012 la classe 1A Scienze Applicate, assieme ad altre cinque classi prime,  ha incontrato Alioune Samb e Mack M’baye, due senegalesi ormai residenti in Italia, che ci hanno illustrato alcuni aspetti della loro cultura e del loro Paese d’origine.Nel Senegal, colonizzato dai francesi, sono presenti numerosi gruppi etnici all’interno dei quali si distinguono varie tribù che parlano diverse lingue. La lingua ufficiale è il francese, ma esistono tantissimi dialetti, che vanno a formare una lingua comune, il Wolof.Una particolare usanza è l’incisione sul viso di simboli diversi a seconda della tribù di appartenenza.A ognuna delle varie tribù corrisponde un determinato mestiere. Ad esempio i Laube sono falegnami, i Tegg fabbri, mentre i Lebu pescatori. Aljoune e Mack, sono  dei Griot, ovvero gli artisti.Poi abbiamo osservato i principali strumenti senegalesi, si tratta prevalentemente di percussio-ni. Abbiamo anche imparato alcune canzoni tradizionali. Infine abbiamo potuto osservare il Gri-Gri, un tipico portafortuna molto utilizzato. 

Sabato 26 maggio Alioune e Mack ci hanno parlato, invece, dei tessuti e del modo di vestire dell’Africa sub-sahariana. Nel Senegal c’è molta fantasia nei tessuti e in base all’abbigliamento si può capire la posizione sociale di una persona. I vestiti tipici del Senegal sono molto colorati. Per esempio il Jakas è costituito da tante strisce colorate, che simboleggiano le diversità tra persone e la solidarietà tra esse.È stato affrontato anche il tema della danza che  ha una grande importan-za nella cultura popolare. In Senegal ogni passo o gesto ha un significato: per esempio se alziamo le mani e diciamo “aiua” significa che vogliamo liberarci dei peccati e spiriti maligni scacciandoli via.In conclusione Alioune e Mack ci hanno fatto cantare e ballare diversi ritmi tipici senegalesi,  a noi è piaciuto moltissimo e ci siamo divertiti. Questi incontri sono stati molto interessanti e coinvolgenti, perché siamo potuti entrare in contatto con una cultura diversa dalla nostra. Ci siamo resi conto che per certi aspetti la vita in questo Paese potrebbe essere anche preferibile a quella che affrontiamo noi ogni giorno. 

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ggio A CACCIA

DEL PRINCIPE AZZURROAnche quest’anno l’erpetologo Pietro Lorenzi ha documentato agli studenti del biennio scientifico vita, morte e miracoli dei rettili e dei loro “colleghi”

Quale migliore opportunità per studiare le diverse forme di vita del nostro pianeta che avvicinarsi ad alcune di esse in compagnia di solidissimi esperti? Ecco perché, come da tradizione, anche quest’anno l’erpetologo Pietro Lorenzi ha avuto l’opportunità di entrare in istituto accompagnato da una cospicua raccolta di rettili da mostrare ai ragazzi del biennio, illu-strando loro le principali specificità di serpenti, rospi e bestiole varie. C’è chi si è fatto affascinare più del previsto e chi, probabilmente educato da anni e anni di fiabe, ha sperato nel bacio risolutore, coltivando l’auspicio di vedersi comparire un principe in carne ed ossa in cambio di un innocuo (più o meno) bacetto.

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ggioSFORTUNATI

SOTTO RETESconfitti dalla cattiva sorte, i nostri atleti promettono un immediato riscatto già a partire da quest’anno

È stata breve, ma positiva, la partecipazione della squadra juniores ai giochi studenteschi. Si trattava di una squadra un po’ naif, composta da pallavolisti, ex pallavolisti e “baskettari”, che però ha superato brillante-mente il primo turno battendo l’Istituto Floriani (2-1) in un incontro molto combattuto ed avvincente. Al secondo turno si sono dovuti arrendere al “Buonarroti” di Trento che disponeva di una squadra molto più completa ed organizzata. Un applauso comunque a Cro Daniele, Bronzini Marco, Grossi Emanuele, Spezia Jacopo, Vivori Christian, Albertini Lorenzo, Saccoc-cio Benjamin, Mascher Federico, Zambotti Andrea.Diversa l’avventura delle allieve, presentatesi ai Campionati studenteschi con una squadra molto competitiva e intenzionate a conquistare quel titolo provinciale sfuggito per pochissimo lo scorso anno. Le nostre ragazze si sono imposte per 2-0 nei primi due turni eliminatori, superando nell’or-dine Ist. Floriani e Ist. “Don Guetti” di Tione . In semifinale però la squadra si è presentata all’incontro con il liceo Rosmini di Rovereto decimata da infortuni e malattie. Queste assenze hanno influito soprattutto sui mec-canismi di gioco, impedendo alle nostre ragazze di esprimere il loro po-tenziale. La squadra avversaria , giocando in modo ordinato e tranquillo, ha avuto agevolmente la meglio. Un vero peccato per Chiaratti Francesca, Omezzolli Giulia, Enei Viviana, Vecchi Cristina, Pellegrini Valeria, Pellegrini Lorenza, Vivaldi Chiara, Tagliaferri Anna, Simonelli Giulia, Angelini Alessia, Giordani Ylenia, Dassatti Elisa.

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ggio ACQUA, UNA RISORSA

DA CONCORSOUna maffeiana fra i vincitori del premio del Rotary Club di Riva

Per molto tempo l’acqua è stata considerata come una risorsa di scarsis-simo valore perché è disponibile in quantità praticamente illimitata: oggi non è più così. Negli ultimi cinquant’anni, a causa del continuo aumento di popolazione, la disponibilità di acqua nel mondo è molto diminuita: c’è poca acqua dolce e il suo consumo continua ad aumentare soprattutto nei Paesi più ricchi che la sprecano con comportamenti non corretti. Uno dei problemi più gravi è che il 50% dell’acqua dolce del pianeta oggi è in mano a privati. In alcune regioni del mondo l’accesso all’acqua è già oggi motivo di tensioni e conflitti. Per esempio, in India e Bangladesh è in corso una lotta per il controllo del Gange; lo stesso vale per Messico e Stati Uniti sul Colorado e per Slovacchia e Ungheria riguardo al Danubio. Inoltre lo sfruttamento delle acque del Nilo è motivo di conflitto, così come accade per il Giordano e l’Eufrate in Medio Oriente.Anche se questa problematica me la sono posta più volte (ovvero il fatto che in futuro questi contrasti potrebbero trasformarsi in vere guerre), in realtà il diritto all’acqua non è già adesso garantito a tutti: agli inizi degli anni 2000 un miliardo e cento milioni di persone, più o meno un sesto della popolazione mondiale, non avevano accesso ad acqua sicura e oggi sono otto milioni all’anno i morti a causa della siccità e delle malattie legate alla mancanza di acqua potabile. Secondo le Nazioni Unite ogni anno un milione e seicentomila bambini muoiono di dissenteria, tifo e colera e una persona su due abita in case senza fogne e acqua corrente.Nel quaderno “Acqua. storia vita futuro” della Fondazione Asm Brescia sono raccolti gli atti del convegno “Acqua. storia vita futuro” tenutosi a Brescia il 6 giugno 2003, in cui un grafico mostra le disponibilità idriche nel nostro mondo: è molto strano infatti credere che nel continente africano le risorse idriche (in proporzione alla popolazione) siano ben il

3% in più rispetto a quello europeo, con la stessa popolazione. Nonostante ciò, in molti paesi africani molte persone non hanno la disponibilità di acqua ogni giorno. Il motivo è la mancanza di strutture per il recupero, la distribuzione e la raccolta di questa risorsa. Il problema dell’acqua è anche legato all’inquinamento. L’inquinamento dell’acqua, infatti, è causato dall’utilizzo in agricoltura dei prodotti chimici che entrano nelle falde acquifere. La situazione è peggiore nei Paesi del Sud del Mondo dove l’inquinamento è causato dall’utilizzo di enormi quantità di diserbanti, pesticidi e fertilizzanti nelle piantagioni di cui sono proprietarie le multinazionali. Anche le industrie con i loro prodotti di scarto avvelenano fiumi, laghi e mari.Certo è che, secondo i calcoli degli scienziati, probabilmente tra circa 15 anni, l’acqua non potrà più essere utilizzata nello stesso modo. Anche se nel mondo di oggi, tutti i messaggi che i mass media ci inviano, i Governi, le varie cooperative e associazioni no profit come, per esempio l’Associa-zione trentina “Water for life” che si occupa di realizzare pozzi in Somalia, stiano cercando in molti modi una strada verso una sensibilizzazione adeguata, nonostante ciò nella mente delle persone occidentali c’è una qualche strana idea di pensare che il lavandino sia sempre presente, con l’acqua pronta a scendere e scendere, senza alcuna interruzione. Fra breve,questo resterà solo un sogno. Nel 2025 le persone sulla Terra saranno molte di più, ma l’acqua sarà di meno, quindi è ora di svegliarsi e iniziare a capire che bisogna uscire dallo stato di egoismo che è proprio di ogni persona e iniziare a collaborare per far sì che non ci siano divergenze tra i vari Stati a causa della mancanza di acqua; i Governi dovrebbero incentivare una politica di protezione delle fonti d’acqua sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo; realizzare un servizio idrico ottimizzan-do la gestione delle risorse. Di fondamentale importanza è una maggior sensibilizzazione per far comprendere che anche le cose più semplici sono rilevanti e adottare dei comportamenti corretti che ogni singolo individuo può mettere in pratica: ad esempio preferire l’utilizzo della doccia al posto della vasca da bagno, chiudere bene il rubinetto, riutilizzare l’acqua piovana per l’irrigazione del giardino e dell’orto, oppure anche per lo sciacquone del wc. Quindi ognuno dovrebbe imparare a non sprecare questa risorsa poichè in quanto fonte di vita insostituibile, l’acqua è un bene che appartiene a tutti gli abitanti della Terra in comune: l’acqua è di tutti.

Evelin MarchettiLICE

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L 'armonia di lettere e segni è racchiusa in un libro

I mmergiti nella sua storia fino a farne parte

B ramando intrighi e seducendo fanciulle scoprirai nuovi mondi fantastici

R ivivrai un'emozione ad ogni cambio di pagina o a sentire il titolo che più ti appassiona.

O bbliga la tua mente a trovare tempo per dedicarti a questa piacevole conoscenza di te!

LIBRANDOSI NEL CIELO DI MAGGIOLeggere fa crescere: è questo lo spirito de “Il Maggio dei Libri”, la campagna nazionale nata nel 2011 con l’obiettivo di sotto-lineare il valore sociale della lettura come elemento chiave della crescita personale, culturale e civile

La campagna, promossa dal Centro per il Libro e la Lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è iniziata il 23 aprile, Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore promossa dall’UNESCO, ed è terminata il 23 maggio con la Festa del libro. L’iniziativa è stata chiamata in questo modo perché, secondo tradizione, maggio è il mese in cui la natura si risveglia, i fiori sbocciano e gli animali escono dal letargo: metafore che vogliono trasmettere l’idea di crescita, maturazione e allegria che la lettura insegna.Anche il nostro liceo ha partecipato a questo progetto con iniziative parti-colari a cui hanno aderito ragazzi di classi ed età diverse, ma accomunati da una grande passione per la lettura e coordinati dalla prof. Paola Sabato.Due pomeriggi full-immersion nei libri, una mostra presso la biblioteca del Liceo “A.Maffei”, dei simpatici segnalibri personalizzati e altre piccole idee hanno contrassegnato la nostra partecipazione all’iniziativa.Dal 26 aprile al 15 maggio 2012, presso la biblioteca del Liceo, è stata allestita una mostra intitolata “Libri sui libri”, ovvero con libri che parlano di libri, lettura, scrittura, autori.Venerdì 27 aprile si è svolta la prima giornata intitolata “Letture a spec-chio”: studenti italiani e stranieri hanno proposto letture pubbliche tratte da “classici” della letteratura internazionale, con stralci in lingua originale (inglese, tedesco, spagnolo, francese, greco antico), da Borges e Marquez a Prevert e Barbery, da Omero a Kafka e Mann, fino a Charles Schulz.Il 4 maggio, invece, sempre nel parco del Liceo, si è svolto il secondo ap-puntamento, la “Maratona di lettura”: gli studenti hanno letto brani tratti da romanzi che hanno lasciato un segno nel loro cuore. Da Novecento di A. Baricco a I Promessi Sposi di A. Manzoni, da Cime Tempestose di Bronte,

al Cacciatore di Aquiloni di Hosseini, da Io non ho paura di Ammaniti a Bianca come il latte, rossa come il sangue di D’Avenia.Per coronare le iniziative proposte dal nostro Istituto, la professoressa Mannarini ha proposto alla nostra classe di in-ventare degli acrostici partendo dalla parola LIBRO.Ne abbiamo scelto uno che è diventato il motto del nostro Maggio dei Libri; gli altri sono stati stampati sui segnalibri distribuiti durante le iniziative.Questa occasione ha risvegliato la passione e il piacere per la lettura e ci ha regalato un momento di rara magia, per una volta non virtuale!

Eleonora Miorelli, 1 B scientifico

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STOP, SI CHIUDE!Ultimo giorno all’insegna di sport e musica, come da tradi-zione. Premiati i maffeiani che si sono distinti nell’attività motoria

A causa del cattivo tempo, la festa con cui tradizionalmente si chiude l’anno scolastico si è svolta in palestra e nelle aule dell’istituto, con tutti i disagi che tale situazione ha portato con sé. Ma i ragazzi sono stati bravi e responsabili e la giornata è stata davvero entusiasmante. Da segnalare la premiazione dello sportivo dell’anno, ambito trofeo da quest’anno intito-lato a Luca Carletto, il maffeiano tragicamente scomparso sotto le nevi del Baldo due anni fa: il vincitore è stato Daniele Crò, premiato direttamente dai genitori di Luca in un’atmosfera commossa ma gioiosa al tempo stesso, grazie ad un collage di immagini su Luca realizzato dai docenti di educazione fisica e proiettato durante la cerimonia.

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THE BLUES BROTHERSIl percorso teatrale che ha coinvolto le classi 4a e 4b del liceo linguistico è stata un'avventura. Al di là del lavoro, della messa in pratica di uno spet-tacolo in inglese e quindi di un improvement della lingua, il laboratorio ci ha permesso di conoscerci meglio. Le due classi, che prima non avevano nessun tipo di contatto, si sono avvicinate progressivamente ed è nato un rapporto di solidarietà e reciproca simpatia. Dal punto di vista prettamente tecnico, invece, per alcune settimane il lavoro non è proceduto in maniera esattamente spedita a causa di rispet-tivi impegni e imprevisti e della cara vecchia negligenza giovanile (siamo fatti così)! A distanza di pochissimo tempo dalla “grande sera” - ovvero la prima dello spettacolo - tutte abbiamo “ingranato” e, a partire dalle prove nel teatro e non più all'interno della scuola, lo spettacolo ha iniziato a prendere forma. A questo periodo corrispondono le corse alla ricerca dei costumi, l'affret-tarsi alla creazione delle scenografie, tra cui una macchina di cartone molto poco stabile ma da noi molto apprezzata e denominata “blues hammer”, l'aumento progressivo dell'impegno ma anche tanto diverti-mento. Arrivate alla fatidica sera della prima, fatta qualche eccezione, eravamo tutte agitatissime, ma possiamo dire che il nostro obiettivo è stato centrato.Gli spettacoli aperti agli studenti del liceo, il giorno dopo, sono stati a parere nostro un successo, nonostante l'intera recita fosse in lingua inglese e nonostante la non indifferente scossa di terremoto avvenuta appena prima dello spettacolo che ha sapientemente provveduto a renderci ancora più emozionate (come se il panico da palcoscenico non bastasse). Tutte abbiamo fatto la nostra parte, chi con le luci, chi con le scenografie, chi recitando bene seppur senza alcuna pratica in materia. Possiamo senz'altro catalogare il laboratorio teatrale con la professoressa Seia e con il mitico insegnante di teatro Enrico come un'esperienza assolu-tamente positiva, una di quelle cose che si raccontano volentieri agli amici e che tiene unite le persone che vi hanno partecipato.

Anna Cappiotti

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UNA FISICA... ELEMENTARELezioni dei liceali ai loro “colleghi” più piccoli

"Tornare bambini è possibile? Nelle classi 4A e 4B pedagogico si. Durante il corso di questo anno scolastico all'interno delle lezioni di fisica con la collaborazione e l'aiuto della professoressa Veronica Pernici e del professor Livio Michelini ci siamo cimentati nella realizzazione di cartel-loni, libri ed esperimenti da presentare all'interno del progetto "fisica alle elementari" ai ragazzi delle classi quinte delle scuole elementari "Nino Pernici" di Riva del Garda. La preparazione è avvenuta in maniera divertente, infatti, ognuno di noi ha potuto esprimere la propria creatività e la propria dote artistica. L'atteso giorno in cui sono stati presentati i nostri progetti, è avvenuto il 1 giugno. Siamo rimasti stupiti e sbalorditi dall'attenzione e della parte-cipazione mostrata da parte dei ragazzi durante la nostra esposizione. Si è notato un grande entusiasmo, sia da parte loro ma anche e soprattutto da parte nostra in quanto si è notato la qualità del lavoro svolto. Non è mancato poi il parallelismo del progetto ad una nostra materia di indiriz-zo, psicologia, in quanto durante la nostra permanenza alle elementari, abbiamo completato una "scheda di osservazione" mediante la quale abbiamo rilevato vari dati riguardanti il comportamento, l'attenzione, la partecipazione ecc.. È stata un’esperienza interessante sia dal punto di vista formativo ma anche dal punto di vista umano."

Angela Bolognani

IL MALATO IMMAGINARIOIl gruppo teatrale del liceo Maffei ha presentato a fine anno 'Il malato immaginario', ispirato alla celebre opera di Molière.

Il protagonista di questa commedia è Argan, un uomo sanissimo ma fana-ticamente convinto di essere ammalato. Egli passa la sua vita a consultare medici e ad ingoiare medicine. Argan è sposato con Belina, sua seconda moglie, che per convenienza lo asseconda nelle sue manie, lo vezzeggia con infinite moine sperando che egli muoia veramente lasciandola erede universale delle sue fortune: aiutante nel suo intento è un falso e corrotto notaio, il signor Bonafede, che in combutta con lei induce il malato a firmare un testamento che le intesti tutte le sostanze. Come potrebbe morire però quest'uomo sanissimo? Forse proprio per le troppe medicine prescritte dalla dottoressa Diotaiuti! Questo malato immaginario non si accorge dell'inganno, anzi è sempre più convinto di essere moribondo e di avere vicino una moglie premurosa. Argan ha anche due figlie, Angelica e Luisona, avute da un precedente matrimonio, la prima delle quali è innamorata di un giovane (Cleante) ma ostacolata in questo dai progetti del padre. Argan la vorrebbe a tutti costi sposata con un medico (Tommaso Cagherai, figlio dell'illustre professor Cagherai), perché in questo modo potrebbe assicurarsi per sempre l'assistenza del genero gratuitamente. Il matrimonio si farà ed Argan è in fibrillazione per i preparativi, se non che viene a conoscenza dell'innamoramento "illecito" della figlia: Cleante prova ad entrare in casa del malato per incontrarla, aiutato da una compa-gnia teatrale, fingendosi il maestro di recitazione di Angelica. Argan va su tutte le furie ed impone alla figlia di sposare Tommaso Caghe-rai. Chi aiuterà questo pover'uomo a dimenticarsi del matrimonio com-binato e a sottrarsi alle innumerevoli cure della dottoressa Diotiaiuti? Le sorelle di Argan (Beralda, Glaucona e Martozza) e soprattutto la domestica Antonia. È quest'ultima, serva cinica e furba, che dopo numerosi scontri con il finto malato lo aiuta a capire le vere intenzioni della moglie Belina, LI

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gno suggerendogli di fingersi defunto per poter così osservare la reazione della

moglie. Argan è convinto che quando la moglie saprà che egli è morto si dispererà, invece le parole della donna sono di pura soddisfazione di fronte alla "tragica" notizia, ed egli le ascolterà incredulo. Dopo questo episodio il malato immaginario guarirà dalle proprie ossessioni fino ad acconsentire alle nozze della figlia (dopo aver messo alla prova, come con la moglie, l'amore che Angelica prova per lui) con Cleante, a condizione però che il genero divenga un medico... Non si sa mai! Una commedia che fa riflettere, oltre a divertire, sempre di un'attualità sconvolgente. Oggi come allora, siamo in un momento di dubbio e crisi verso i valori e la società. Dall'etica alla politica, dalla religione alla tecno-logia: tutto è messo in discussione."Il malato immaginario" è uno dei testi più conosciuti ed apprezzati di Molière e le risate che fa scaturire questa pièce sono davvero, oggi come ieri, risate amare e ciniche.ARGAN, malato immaginario: Francesco ValeseANTONIA, serva: Amalia LuehwinkBELINA, seconda moglie di Argan: Ambra RomagnoliANGELICA, figlia di Argan: Beatriz Oliveira PradaLUISONA, figlia di Argan: Francesca GuellaBERALDA, sorella di Argan: Giada MazzoldiGLAUCONA, sorella di Argan: Martina GaioniMARTOZZA, sorella di Argan: Arianna PatuzziCLEANTE, amante di Angelica: Massimiliano MarinaroPROFESSOR CAGHERAI, medico: Giovanni RobustelliTOMMASO CAGHERAI, figlio del precedente: Danilo MolloholliPROFESSORESSA DIOTAIUTI, medico di Argan: Silvia LucchiniINFERMIERA, aiutante della precedente: Elisa BettaSIGNOR BONAFEDE, notaio: Vincent Salvador RanieriIL TEATRANTE: Damiano CrosinaQUINCE: Marzia DaldossSTARVELING: Verisa Lucchini REGIA: Enrico TaverniniCOORDINAMENTO: Prof.ssa Alba Casareale FLI

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F4A GINNASIO

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Barbagli Marco, Benini Elena, Bettoni Chiara, Bombardelli Sara, Bortolotti Marco, Bresciani Martina, Bubola Federica, Campo Asja, Copat Martina, D’onofrio Ashia, Ducati Rocco, Evangelista Gaia, Iannello Laura, Menoni Pietro, Patuzzi Arianna, Pellegrini Alice, Riccadonna Carlotta, Righi Alessandro, Torboli Amanda

Lingua e letteratura Italiana, Storia e Geografia Feletti Daniela - Lingua e cultura Latina, Lingua e cultura Greca Bagozzi Vanna - Matematica Serra Leonardo - Lingua e cultura straniera inglese Maino Antonella - Lingua e cultura straniera tedesca Lohs Franco - Scienze naturali Allegretti Antonio - Religione Cattolica Carloni Claudia - Scienze motorie e sportive Calisti Bruno

Rappresentati genitori: Crosina Barbara, Mangeli Claudia - Rappresentanti studenti: Menoni Pietro, Patuzzi AriannaLICE

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Agnolin Silvia, Balliu Klesi, Bombardelli Laura, Crosina Damiano, Cuccaro Elisa, De Gaetano Alessandro, Ducati Viola, Giordani Ylenia, Giupponi Matilde, Lutteri Francesca, Maino Carola, Mazzola Ilaria, Morbin Elisabetta, Musetti Elena Francesca, Nardelli Ilaria, Remia Carolina, Rigotti Sofia, Tarolli Fabiola, Veronesi Luca, Zampiccoli Leopoldo, Zanada Anna Sofia

Lingua e letteratura Italiana, Storia e Geografia Feletti Daniela - Lingua e cultura Latina, Lingua e cultura Greca Floriani Laura - Matematica Serra Leonardo - Lingua e cultura straniera inglese Maino Antonella - Lingua e cultura straniera tedesca Lohs Franco - Scienze naturali Allegretti Antonio - Religione Cattolica Carloni Claudia - Scienze motorie e sportive Calisti Bruno

Rappresentati genitori: Moresco Francesca, Paleari Vania - Rappresentanti studenti: Cuccaro Elisa, Rigotti Sofia LICE

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F1A CLASSICO

Benamati Gaia, Bilancio Elisa, Casella Federica, Chiarani Andrea, Console Ulderico, Fiorile Alberto, Landolina Greta, Lezzerini Marco, Marinelli Maria, Marocchi Sofia, Miori Silvia, Nodari Sara, Santoni Elisa, Simonelli Giulia, Tamburini Elisa, Turrini Katia, Uscidda Pilar

Italiano Chincarini Flavia - Latino e Greco Lorenzini Paola - Storia e Filosofia Dongilli Tiziano - Matematica Serra Leonardo - Inglese Quintarelli Paola - Scienze Pizzini Patrizia - Storia dell’Arte Calzà Luciana - Religione Carloni Claudia - Educazione Fisica Calisti Bruno

Rappresentati genitori: Lezzerini Roberto, Contrini Michela - Rappresentanti studenti: Turrini Katia, Casella Federica

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ssico1B CLASSICO

Angeli Lucrezia, Cipriani Luca, Cutroni Marcello, Cutrupi Elena, Gagliardi Corrado, Gamba Elena, Goldin Federico, Montagni Lorenzo, Mutalipassi Alberto, Planchestainer Carlotta, Prandi Elisabetta, Regaiolli Chiara, Rigatti Malvina, Solci Anna, Tambosi Beatrice

Italiano Bisi Anna Maria - Latino e Greco Lorenzini Paola - Storia e Filosofia Arrigoni Tatiana - Matematica Stanga Matteo - Inglese Allegretti Carla - Scienze Allegretti Antonio - Storia dell’Arte Fait Serena - Religione Carloni Claudia - Educazione Fisica Calisti Bruno

Rappresentati genitori: Brocoli Cristina, Ballabeni Paola - Rappresentanti studenti: Rigatti Malvina, Planchestainer Carlotta

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ssico 2A CLASSICO

Bazzanella Sofia, Betta Davide, Bianchino Pietro, Lever Giulia, Matteotti Marianna, Miori Laura, Pagani Monica, Pedergnana Valentina, Romano Pasquale, Stefenelli Alessandra, Tardivo Alessio, Tonelli Eleonora, Valese Francesco, Xhemali Elma, Zanolli Erik

Italiano Chincarini Flavia - Latino e Greco Bagozzi Vanna - Storia e Filosofia Dongilli Tiziano - Matematica Serra Leonardo - Fisica Baroni Marco - Inglese Quintarelli Paola - Scienze Pizzini Patrizia - Storia dell’Arte Calzà Luciana - Religione Carloni Claudia - Educazione Fisica Calisti Bruno

Rappresentati genitori: nessuno - Rappresentanti studenti: Romano Pasquale, Bianchino Pietro

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Angelini Elettra, Antonini Ilaria, Bertamini Chiara, Colò Martina, Fiorile Ilaria, Marchi Francesco, Musolino Francesca, Parisi Sara, Pergher Denise, Piva Davide, Scagliarini Isotta, Soraperra Giacomo, Stanga Martina, Tommasini Mirko, Viola Miriam

Italiano Calzà Luciana - Latino e Greco Floriani Laura - Storia e Filosofia Dongilli Tiziano - Matematica Serra Leonardo - Fisica Baroni Marco - Inglese Quintarelli Paola - Scienze Pizzini Patrizia - Storia dell’Arte Calzà Luciana - Religione Carloni Claudia - Educazione Fisica Calisti Bruno

Rappresentati genitori: Musolino Fernando - Rappresentanti studenti: Parisi Sara, Marchi Francesco

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Armani Vanessa, Brighenti Chiara, Calzà Jessica, Filippi Elena, Gavatta Dennis, Ghisi Chiara, Hasanaj Elona, Laddomada Alex Michele, Meneghello Miriana, Morandi Francesca, Morandi Sara, Romano Derna, Tavernini Silvia

Italiano - Latino Bisi Anna Maria - Greco Floriani Laura - Storia Cassisa Marco - Filosofia Dusatti Danilo - Matematica Stanga Matteo - Fisica Bernardi Ida Maria - Inglese Allegretti Carla - Scienze Allegretti Antonio - Storia dell’Arte Fait Serena - Religione Carloni Claudia - Educazione Fisica Calisti Bruno

Rappresentati genitori: nessuno - Rappresentanti studenti: Laddomada Alex Michele, Gavatta Dennis

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Andreoli Elisa, Andreotti Simone, Bassetti Elisa, Benaglio Serena, Bernardi Francesco, Bonizzato Giacomo, Bresciani Sara, Bronzini Riccardo, Caresani Alessandra, Casella Eleonora, Castellani Desirè, Colta Andrea Roxana, Cozzaglio Marta, Demurtas Simone, Di Blas Costanza, Frizzi Giorgia, Leoni Chiara, Lo Presti Irene, Martintoni Davide, Meloni Ylenia, Pedergnana Nicole Ines, Rigatti Andrea, Seneci Sveva, Tonelli Linda, Zucchelli Alberto, Zunic Matea

Lingua e letteratura Italiana, Lingua e cultura Latina Vivaldi Valentina - Storia e Geografia Ricci Gianluca - Matematica Pasqualetto Annalisa - Fisica Michelini Livio - Lingua e cultura straniera inglese Maino Antonella - Lingua e cultura straniera tedesco Marcolini Armida - Disegno e storia dell’arte Tampieri M.Grazia - Scienze Naturali Calza Maria Pia - Religione cattolica Bertamini Fabio - Scienze motorie e sportive Parolari Paola

Rappresentati genitori: Gasperotti Cristina, Sbarzaglia Anna Maria - Rappresentanti studenti: Frizzi Giorgia, Bernardi Francesco

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Alvarez Manuel Ricardo, Andreasi Giacomo, Bassetti Mattia, Bertamini Francesco, Casari Elisa, Chemolli Filippo, Chesani Pamela, Chiaratti Francesca, Colò Alex, Crosina Francesco, Ferrari Nicholas, Galli Rocco, Leonardi Martina, Lo Presti Riccardo, Matteotti Federico, Mazzola Giulia, Pedrazzoli Robin Julian, Pellegrini Lorenza, Piva Elena, Tosi Alessandro, Tosi Luca, Trentini Guglielmo

Lingua e letteratura Italiana, Lingua e cultura Latina Tita Alessia - Storia e Geografia Lotti Clara - Matematica Matarrese Filippo - Fisica Michelini Livio - Lingua e cultura straniera inglese Zeni Gloria - Lingua e cultura straniera tedesco Marcolini Armida - Disegno e storia dell’arte Tampieri M.Grazia - Scienze Naturali Minghetti Paolo - Religione cattolica Bertamini Fabio - Scienze motorie e sportive Parolari Paola - Facilitatrice della comunicazione Daves Margherita

Rappresentati genitori: Chemolli Danilo, Frisinghelli Piera - Rappresentanti studenti: Pellegrini Lorenza, Andreasi Giacono

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Andreoli Davide, Bettoni Rossana, Cazzolli Barbara, Chemolli Enrico, Giuliani Diana, Giuliani Giacomo, Lorenzi Viola, Lucin Martina, Messelodi Lorenzo, Moltini Mauro, Mora Michele, Pierno Francesco, Prandini Alberto, Pulita Federica, Ricci Elena, Santoni Leonardo, Spezia Depretto Jacopo, Tavernini Anna, Travaglia Andrea, Zeni Niko Gioacchino

Italiano - Latino Calzà Luciana - Storia - Filosofia Dusatti Danilo - Matematica e Informatica Spairani M. Luisa - Fisica e Informatica Baroni Marco - Inglese Allegretti Carla - Scienze Calza Maria Pia - Disegno Passerini Giuliano - Religione Carloni Claudia - Educazione Fisica Parolari Paola

Rappresentati genitori: Mora Renato, Santoni Francesco - Rappresentanti studenti: Lucin Martina, Lorenzi Viola LICE

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F Andreasi Davide, Cattoi Lorenzo, Daldoss Alessandro, Fedrigotti Cristina, Gostner Marika, Maffei Daniela, Parisi Pietro, Parolari Matteo, Pederzolli Luca, Pellegrini Oscar, Rigatti Laura, Rinaldi Luca, Rosa Irene, Termine Alberto, Vangelista Francesca, Vincenzi Leonardo

Italiano Calzà Luciana - Latino Lotti Stefano - Storia - Filosofia Arrigoni Tatiana - Matematica e Informatica Spairani M. Luisa - Fisica e Informatica Baroni Marco - Inglese Allegretti Carla - Scienze Tomasi Renzo - Disegno Passerini Giuliano - Religione Carloni Claudia - Educazione Fisica Stoppini Paolo

Rappresentati genitori: Perini Annamaria, De Vilos Manuela - Rappresentanti studenti: Andreasi Davide, Fedrigotti Cristina

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FBenini Samuele, Bouchakour Rahmani Walid, Bubola Alessandro, Danaj Medi, Dusatti Francesca, Fattorelli Federica, Gjoni Ledio, Gomes Dibbo Manuel, Hoxha Fatbardha, Ischia Giulia, Marangoni Luca, Marchi Alessandro, Picci Marco, Planchestainer Tommaso, Ricci Davide, Spallino Virginia, Tavernini Adriano, Urbani Paolo, Zampiccoli Luca

Italiano - Latino Lotti Stefano - Storia - Filosofia Arrigoni Tatiana - Matematica e Informatica Leoni Eleonora - Fisica e Informatica Baroni Marco - Inglese Allegretti Carla - Scienze Tomasi Renzo - Disegno Passerini Giuliano - Religione Carloni Claudia - Educazione Fisica Stoppini Paolo

Rappresentati genitori: Albertazzi Piera, Scalini Emanuela - Rappresentanti studenti: Bubola Alessandro, Danaj Medi

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F Benini Nicola, Cavulli Arianna, Colombo Juan, Di Gregorio Giuseppe, Farina Antonia, Favaro Eleonora, Gilli Andrea, Hitthaler Elena, Kociasi Isla, Lotti Alessandro, Marchoud Kaoutar, Mattuzzi Luca, Miorelli Eleonora, Morandi Cristina, Pellegrini Riccardo, Pifferi Anna, Planchestainer Gianmarco, Polli Jessica, Valenti Roberto Luis, Viscardi Stefania, Zaccone Alexa, Zamboni Giorgia, Zanetti Martina, Zanin Stefano, Zucchelli Chiara

Lingua e letteratura Italiana, Lingua e cultura Latina, Storia e Geografia Mannarini Daniela - Matematica Marchi Vittorio (suppl. Zanetti Guido) - Fisica Michelini Livio - Lingua e cultura straniera inglese Marini Natascia - Lingua e cultura straniera tedesco Vecchi Bianca - Disegno e storia dell’arte Passerini Giuliano - Scienze Naturali Calza Maria Pia - Religione cattolica Vulcan Michele - Scienze motorie e sportive Romani Mara

Rappresentati genitori: Bissoli Elena, Simon Lina - Rappresentanti studenti: Miorelli Eleonora, Zaccone Alexa

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FBattistoni Francesco, Battistoni Saskia, Benamati Sofia, Bertamini Stefano, Boccola Gabriele, Bresciani Matteo, Cappello Nicola, Chincarini Angelica, Duchi Mattia, Floriani Nicolò, Gatti Vittorio, Ghion Davide, Intennimeo Timothy Edward, Maino Rachele, Miori Giorgia, Peretti Nicola, Prati Paride, Rosà Tommaso, Tobaldi Nicolò, Toblini Edoardo, Toccoli Marco, Tonelli Martina, Torboli Federico

Lingua e letteratura Italiana, Lingua e cultura Latina Mannarini Daniela - Storia e Geografia Sabato Paola - Matematica Matarrese Filippo - Fisica Michelini Livio - Lingua e cultura straniera inglese Quintarelli Paola - Lingua e cultura straniera tedesco Lohs Franco - Disegno e storia dell’arte Passerini Giuliano - Scienze Naturali Minghetti Paolo - Religione cattolica Vulcan don Michele - Scienze motorie e sportive Romani Mara

Rappresentati genitori: Bertamini M. Teresa, Reilly Michelle - Rappresentanti studenti: Battistoni Francesco, Bertamini Stefano

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F Barbera Nicola, Betta Elisa, Bonometti Elena, Boschelli Lara, Capelli Noemi, Cozzio Costanza, Ferrari Lara, Givoli Leonardo, Luehwink Clara, Marcolini Andrea, Miori Nicola, Pedergnana Annalisa Haydè, Polichetti Veronica, Prandi Matteo, Santoni Tommaso, Segalla Matteo, Sorace Domenico, Vincenzi Riccardo, Zanotti Michele

Italiano - Latino Cerino Tiziana - Filosofia - Storia Betta M.Chiara - Matematica e informatica Stanga Matteo - Fisica e informatica Baciocco Giulia - Inglese Zeni Gloria - Scienze Minghetti Paolo - Disegno Passerini Giuliano - Religione Carloni Claudia - Educazione Fisica Romani Mara

Rappresentati genitori: Ferrari Donatella, Givoli Michele - Rappresentanti studenti: Sorace Domenico, Givoli Leonardo

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FCrosina Nicolle, Dallapè Nicola, Fruner Alessia, Goldin Luigi, Koepke Samuel Timo Alexander, Lucchini Silvia, Lucchini Verisa, Machado Juan Manuel, Marocchi Lorenzo, Molinari Gabriele, Morten Francesco, Oliveira Prada Beatriz, Recchia Marco, Rossini Federico, Tamburini Cecilia, Tonelli Jacopo, Tonelli Manuel, Vanni Anita, Zucchelli Lorenzo

Italiano - Latino Andreoli Paola - Filosofia - Storia Betta M.Chiara - Matematica e informatica Bernardi Ida Maria - Fisica e informatica Baciocco Giulia - Inglese Michelotti Marco - Scienze Minghetti Paolo - Disegno Passerini Giuliano - Religione Carloni Claudia - Educazione Fisica Romani Mara

Rappresentati genitori: Morten Michele, Marocchi Giampiero - Rappresentanti studenti: Tonelli Manuel, Tonelli Jacopo

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F Andela Jan Martin, Angelini Nicola, Brighenti Davide, Chistè Barbara, Colò Ilaria, Cozzaglio Claudia, Fiorio Alessio, Ioppi Alessandro, Lotti Chiara, Marocchi Manuela, Pedrotti Andrea, Saccoccio Benjamin, Sartori Tommaso, Tamburini Mattia, Tanta Miszti Gerald, Termine Valentina, Travaglia Pier Giorgio, Vivaldelli Lorenzo, Zaninelli Ludovica, Zoller Thomas

Italiano - Latino Andreoli Paola Filosofia - Storia Betta M.Chiara - Matematica e informatica Spairani M. Luisa - Fisica e informatica Baroni Marco - Inglese Michelotti Marco - Scienze Tomasi Renzo - Disegno Passerini Giuliano - Religione Carloni Claudia - Educazione Fisica Romani Mara

Rappresentati genitori: Mozzi Dosolina, Tamburini Mauro - Rappresentanti studenti: Andela Jan Martin, Colò Ilaria

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FAmistadi Simone, Baroni Alessio, Berlanda Simone, Campolongo Maikol, Dalponte Federica, De Matteis Davide Anton, Fadanelli Simone, Ferrero Martina, Lutterotti Francesco, Mandelli Giulia, Marsilli Davide, Mattei Giulia, Morghen Pablo, Munari Edoardo, Negri Davide, Oliari Roberta, Oradini Michael, Pedrini Oscar, Perli Irene, Proch Daniele, Santoni Sofia, Tonelli Lorenzo, Tovini Giangiacomo

Lingua e letteratura Italiana, Lingua e cultura Latina, Storia e Geografia Ricci Gianluca - Matematica Pasqualetto Annalisa - Fisica Michelini Livio - Lingua e cultura straniera inglese Zeni Gloria - Lingua e cultura straniera tedesca Marcolini Armida - Disegno e storia dell’arte Tampieri M.Grazia - Scienze Naturali Battocchi Paola - Religione cattolica Vulcan Michele - Scienze motorie e sportive Romani Mara

Rappresentati genitori: Depretto Luisa, Mandelli Claudio - Rappresentanti studenti: Mattei Giulia, Baroni Alessio

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F Benedetti Giulia, Enei Viviana, Filippi Elia, Huez Edoardo, Mattuzzi Samantha, Morelli Alessandra, Oradini Gabriella, Polastri Giovanna, Rigobello Marco, Rosa Sonia, Santini Stefano, Yassam Hind, Zampedri Alessia

Italiano Chincarini Flavia - Latino Andreoli Paola - Storia - Filosofia Mosca Cristian (suppl. Filippi Barbara) - Matematica e informatica Bernardi Ida Maria - Fisica e informatica Zanetti Cecilia - Scienze Battocchi Paola - Inglese Cerqueti Marco - Disegno Cocciola Luigi - Religione Carloni Claudia - Educazione Fisica Romani Mara

Rappresentati genitori: Gottoli M. Cristina, Morelli Alfonso - Rappresentanti studenti: Morelli Alessandra, Yassam Hind

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FBarberio Giovanna, Briosi Anita, Bronzini Marco, Chirico Mattia, Cis Samantha, Galas Matteo, Grossi Emanuele, Locascio Francesca, Lutteri Marco, Marini Mario, Pedrazzoli Nicolas Peter, Petricci Francesco, Remondini Lorenzo, Rodella Davide, Santini Laura, Stradella Bernardo, Vivaldelli Valeria, Zambotti Elena

Italiano Chincarini Flavia - Latino Cerino Tiziana - Storia - Filosofia Dusatti Danilo - Matematica e informatica Zanetti Cecilia - Fisica e informatica Baciocco Giulia - Scienze Battocchi Paola - Inglese Cerqueti Marco - Disegno Cocciola Luigi - Religione Battisti Maria - Educazione Fisica Parolari Paola

Rappresentati genitori: Massa Serenella, Gasperotti Cristina - Rappresentanti studenti: Marini Mario, Remondini Lorenzo

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F Armellini Marco, Boccagni Veronica, Campolongo Sharon, Centonze Tommaso, Colotti Riccardo, Danaj Irsion, Dionisi Andrea, Graziani Alessandra, Pasetti Federico, Penner Marco, Planchensteiner Daniel, Rizzello Giulio Alberto, Robustelli Giovanni, Trenti Valentina, Verkhovodova Mariya, Zampedri Martina, Zanella Roberto, Zendri Valentina

Italiano - Latino Cerino Tiziana - Storia - Filosofia Dusatti Danilo - Matematica e informatica Bernardi Ida Maria - Fisica e informatica Zanetti Cecilia - Scienze Battocchi Paola - Inglese Cerqueti Marco - Disegno Cocciola Luigi - Religione Vulcan Michele - Educazione Fisica Parolari Paola

Rappresentati genitori: Armellini Paolo, Menapace Paola - Rappresentanti studenti: Graziani Alessandra, Penner Marco

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FAzzoni Matteo, Bassi Manuela, Calzà Nicola, Cavaleri Sabrina, Cerqueti Patrick, Ferrari Monika, Ghion Giulia, Ischia Nicola, Marocchi Michele, Mascher Federico, Omezzolli Giulia, Pellegrini Valeria, Ricci Alessandro, Tronconi Edoardo, Valentini Wendi, Vivaldelli Emanuele, Zomer Sofia

Italiano - Latino Lotti Clara - Storia - Filosofia Mosca Cristian (suppl. Filippi Barbara) - Matematica e informatica Stanga Matteo - Fisica e informatica Baciocco Giulia - Scienze Minghetti Paolo - Inglese Zeni Gloria - Disegno Tampieri M.Grazia - Religione Bertamini Fabio - Educazione Fisica Parolari Paola

Rappresentati genitori: Righi Nerina, Omezzolli Sara - Rappresentanti studenti: Ghion Giulia, Marocchi Michele

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F Albertini Lorenzo, Crò Daniele, De Oliva Martina, Fadanelli Yann, Guella Serena, Lohs Oreste, Maino Stefania, Manara Federico, Marchesi Annalisa, Santoni Francesca, Santoni Gaia, Scekic Ivan, Schettino Daniele, Silvestri Jessica, Spezia Jacopo, Taraschi Davide, Vivori Christian, Zambotti Andrea

Italiano - Latino Lotti Clara - Storia - Filosofia Cassisa Marco - Matematica e informatica Leoni Eleonora - Fisica e informatica Zanetti Cecilia - Scienze Minghetti Paolo - Inglese Michelotti Marco - Disegno Cocciola Luigi - Religione Bertamini Fabio - Educazione Fisica Parolari Paola

Rappresentati genitori: Orlandi Maria Rosa, Tarolli Nadia - Rappresentanti studenti: Crò Daniele, Silvestri Jessica

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FBallardini Alberto, Benolli Michele, Bombardelli Remo, Caldara Virginia, Chemasi Chris, Ferlini Alessandro, Giramonti Eleonora, Guarnieri Federico, Ischia Martino, Lombardi Licia, Mattedi Francesca, Parisi Alessio, Pellegrini Matteo, Planchensteiner Alessio, Trentini Giorgia, Vescovi Viviana

Italiano - Latino Pellegrini Parisi Claudia - Storia - Filosofia Cassisa Marco - Matematica e informatica Leoni Eleonora - Fisica e informatica Zanetti Cecilia - Scienze Battocchi Paola - Inglese Marini Natascia - Disegno Cocciola Luigi - Religione Carloni Claudia - Educazione Fisica Parolari Paola

Rappresentati genitori: Gobbi Roberta, Rosà Manuela - Rappresentanti studenti: Giramonti Eleonora, Parisi Alessio

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F Alvarez Nicolas, Benini Nadia, Benjelloul Ilyass, Boninsegna Piero, Carretta Lorenzo, Formaggioni Alessandro, Gagliardi Nicola, Kaleci Ino, Maffei Massimo, Miori Deborah, Pauletti Maddalena, Pernici Alessandro, Peroni Giacomo, Prandi Riccardo, Ricozzi Marvin James Paul, Rosa Beatrice, Santoni Lorenzo, Sinanaj Arjon, Zanoni Filippo

Lingua e letteratura Italiana , Storia e Geografia Sabato Paola - Lingua e cultura inglese Michelotti Marco - Lingua e cultura tedesca Vecchi Bianca - Matematica, Informatica, Fisica Tarantino Chiara - Scienze naturali Tomasi Renzo - Disegno e Storia dell’arte Passerini Giuliano - Religione cattolica Bertamini Fabio - Scienze motorie e sportive Calisti Bruno

Rappresentati genitori: Straffelini Cinzia, Ricozzi Walter - Rappresentanti studenti: Maffei Massimo, Boninsegna Piero

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FArmani Valerio, Awurumibe Chinwendu Catherine Nkechika, Boninsegna Giulio, Calandra Matteo, Danti Andrea, Donati Santiago, Frioli Mattia, Graniero Luigi, Marucci Giovanni, Oradini Jan, Pederzolli Alex, Soave Michele, Spagnolli Federico, Valenti Alessio, Vincenzi Stefano, Vinci Dimitri

Lingua e letteratura Italiana , Storia e Geografia Sabato Paola - Lingua e cultura inglese Michelotti Marco - Lingua e cultura tedesca Lohs Franco - Matematica, Informatica, Fisica Tarantino Chiara - Scienze naturali Tomasi Renzo - Disegno e Storia dell’arte Passerini Giuliano - Religione cattolica Bertamini Fabio - Scienze motorie e sportive Calisti Bruno

Rappresentati genitori: Donati Alfonso, Michelotti Beatrice - Rappresentanti studenti: Frioli Mattia, Valenti Alessio

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F Albertani Matteo, Benaglio Victor Medeiros, Bettoglia Alessandro, Bombarda Chiara, Calzà Sean, Casolla Alan, Fabbri Edoardo, Facci Michele, Fambri Davide, Fontana Valentina, Guella Francesca, Longo Leonardo, Masia Adriano, Mezzanotte Valeria, Petruccello Lea, Pop Bogdan Sebastian, Portugheis Aaron, Quagliata Michael, Segattini Gaia Francesca

Lingua e letteratura Italiana , Storia e Geografia Mantovan M. Luisa - Lingua e cultura inglese Quintarelli Paola - Lingua e cultura tedesca Vecchi Bianca - Matematica Matarrese Filippo - Informatica Marchi Vittorio (suppl. Zanetti Guido) - Fisica Pernici Veronica - Scienze naturali Tomasi Renzo - Disegno e Storia dell’arte Passerini Giuliano - Religione cattolica Bertamini Fabio - Scienze motorie e sportive Romani Mara

Rappresentati genitori: Gennari Bettina, Morandi Grazia - Rappresentanti studenti: Albertani Matteo, Guella Francesco

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FBombardelli Edoardo, Bombardelli Giada, Boninsegna Sara, Bonisolli Lorenzo, Corraini Daniele, Corraini Zucchelli Ketty, Cozzaglio Andrea, De Masi Laura, Ferrari Alessandro, Frizzi Gregorio Linus, Koenig Alessandro, Marchettini Beatrice, Marchi Federico, Menotti Amedeo, Nicolodi Emanuele, Reigl Davide, Zanoni Matteo

Lingua e letteratura Italiana Vivaldi Valentina - Storia e Geografia Ricci Gianluca - Lingua e cultura inglese Zeni Gloria - Lingua e cultura tedesca Vecchi Bianca - Matematica, Informatica Marchi Vittorio (suppl. Zanetti Guido) - Fisica Michelini Livio - Scienze naturali Battocchi Paola - Disegno e Storia dell’arte Passerini Giuliano - Religione cattolica Vulcan Michele - Scienze motorie e sportive Romani Mara

Rappresentati genitori: Colò Lorenza, Santoni Lorenza - Rappresentanti studenti: Cozzaglio Andrea, Stienen Thomas Vincent

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F Appoloni Sonia, Barbiero Elena, Bommartini Eva, Bortolotti Chiara, Cucca Cristina, Filippi Ilaria, Fonti Romina, Gamperl David Leonhard, Gianasi Kevin, Proch Matilde, Santoni Virginia, Segalla Barbara, Tappainer Noemi, Tonelli Marianna, Trentini Ludovica, Velciu Carolina

Lingua e letteratura Italiana, Lingua e cultura Latina Povoli Alessandra - Storia e Geografia Mantovan M. Luisa - Matematica Bresciani Daniela - Lingua e cultura straniera tedesco Bonometti Marina - Lingua e cultura straniera inglese Cerqueti Marco - Lingua e cultura straniera francese Urso Carla - Conversazione francese Polin Sylviane - Conversazione tedesco Planker Julia Marta - Conversazione inglese Smyth Anna Claudette - Scienze naturali Allegretti Antonio - Religione cattolica Bertamini Fabio - Scienze motorie e sportive Stoppini Paolo

Rappresentati genitori: Barbiero Lino, Pirringer Helma - Rappresentanti studenti: Santoni Virginia, Fonti Romina

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FArgenziano Elisa, Benini Malvina, Boschetti Martina, Demozzi Tommaso, Formaggioni Lisa, Furletti Cinzia, Giordanella Alice, Luehwink Amalia, Magri Marica, Malandrino Francesca, Marcozzi Beatrice, Marinaro Massimiliano, Matteotti Valeria, Miori Maddalena, Nolli Elisa, Passoni Karen, Pizzini Damiano, Reigl Veronica, Risatti Anna, Rodella Daniela, Santoni Desirè, Sartori Annamaria, Sartori Emma, Vanni Elena, Vernesoni Anna

Lingua e letteratura Italiana, Lingua e cultura Latina, Storia e Geografia Povoli Alessandra - Matematica Bresciani Daniela - Lingua e cultura straniera tedesco Bonometti Marina - Lingua e cultura straniera inglese Cerqueti Marco - Lingua e cultura straniera francese Urso Carla - Conversazione francese Polin Sylviane - Conversazione tedesco Planker Julia - Conversazione inglese Smyth Anna Claudette - Scienze naturali Allegretti Antonio - Religione cattolica Bertamini Fabio - Scienze motorie e sportive Stoppini Paolo

Rappresentati genitori: Pizzini Armando, Mari Reginalda - Rappresentanti studenti: Luehwink Amalia, Malandrino Francesca

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F Benuzzi Chiara, Berlanda Vanessa, Brighenti Margherita, Calliari Fabiana, Di Pietro Sebastian De Gesu, Dimarco Ilaria, Dubini Giulia, Ferri Sofia, Fraccascia Greta, Maffei Michael, Manozzo Serena, Marchi Stefania, Meroni Francesca, Miorelli Marco, Modena Arianna, Moncalieri Laura, Montagni Ilaria, Rossi Fiorella, Spurna Darja, Squarzoni Irene, Stefani Daniel, Tagliaferri Anna, Tajih Sara, Tarolli Alessia

Italiano - Latino Pellegrini Parisi Claudia - Storia - Filosofia Lo Gullo Lina - Matematica Bianchini Annamaria - Lingua straniera tedesco Bonometti Marina - Lingua straniera inglese Seia Rita - Lingua straniera francese Casareale M.Alba - Conversazione francese Polin Sylviane - Conversazione inglese Smyth Anna Claudette - Conversazione tedesco Planker Julia - Scienze Sartori Elena - Storia dell’arte Fait Serena - Religione Battisti Maria - Educazione Fisica Stoppini Paolo

Rappresentati genitori: Luchini Cristina, Rodrigues Da Silva Raposo A. - Rappresentanti studenti: Rossi Fiorella, Benuzzi Chiara

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FArdigò Cristina, Bedin Maila, Bertolini Alice, Bombardelli Federica, Bortolotti Hilary, Ferri Virginia, Fonti Mirella, Iljjazi Erzana, Lutterotti Roberta, Manenti Anna, Modena Camilla, Panza Veronica, Santoni Giulia, Toniolo Francesca

Italiano Maino Maura (suppl. Camera Gabriele) - Latino Bagozzi Vanna - Storia - Filosofia Lo Gullo Lina - Matematica Bianchini Annamaria - Lingua straniera tedesco Bonometti Marina - Lingua straniera inglese Seia Rita - Lingua straniera francese Casareale M.Alba - Conversazione tedesco Planker Julia - Conversazione inglese Smith Anna Claudette - Conversazione francese Polin Sylviane - Scienze Calza Maria Pia - Storia dell’arte Fait Serena - Religione Battisti Maria - Educazione Fisica Stoppini Paolo

Rappresentati genitori: Giordani Daria, Pirringer Helma - Rappresentanti studenti: Bedin Maila, Manenti Anna

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F Apostoli Greta, Bortolotti Greta, Calzà Amedeo, Camera Anna, Camozza Yvonne, D’agostini Fabiana, Daldoss Elena, Daldoss Marzia, Dalò Jessica, Floriani Francesca, Gitzoller Ines, Marchetti Evelin, Maroni Lauretta, Massafra Giulia, Migazzi Cristina, Migliorini Anna, Molloholli Danilo, Pilati Paolo, Romagnoli Ambra, Tanta Miszti Eduard, Tappainer Caterina, Vicari Celeste, Zampiccoli Giulia, Zanoni Elisa, Zucca Valentina

Italiano - Latino Pellegrini Parisi Claudia - Storia - Filosofia Lo Gullo Lina - Matematica Bianchini Annamaria - Lingua straniera tedesco Marcolini Armida - Lingua straniera inglese Seia Rita - Lingua straniera francese Casareale M.Alba - Conversazione tedesco Planker Julia - Conversazione inglese Smyth Anna Claudette - Conversazione francese Polin Sylviane - Scienze Calza Maria Pia - Storia dell’arte Fait Serena - Religione Battisti Maria - Educazione Fisica Stoppini Paolo

Rappresentati genitori: Avi Maria Lisa, Santoni Lorenza- Rappresentanti studenti: Romagnoli Ambra, Camera Anna

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FAvancini Martina, Berlanda Marta, Boninsegna Anna, Cirigliano Marcela, Cirigliano Marina, Ferrari Linda, Gozza Perugini Alice, Lohoff Leonardo, Malfer Claudia Maria, Malossini Deborah, Merli Serena, Pellegrini Roberta, Ranieri Vincent Salvador, Segalla Agnese, Tavernini Sabrina

Lingua e letteratura Italiana, Lingua e cultura Latina, Storia e Geografia Tita Alessia - Matematica Bresciani Daniela - Lingua e cultura straniera tedesco Marcolini Armida - Lingua e cultura straniera inglese Michelotti Marco - Lingua e cultura straniera francese Urso Carla - Conversazione francese Polin Sylviane - Conversazione tedesco Planker Julia Marta - Conversazione inglese Smyth Anna Claudette - Scienze naturali Allegretti Antonio - Religione cattolica Bertamini Fabio - Scienze motorie e sportive Stoppini Paolo

Rappresentati genitori: Bertolotti Edy, Malfer Claudio - Rappresentanti studenti: Ranieri Vincent, Salvador Merli Serena

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F Andreoli Anna, Cappiotti Anna, Cellana Francesca, Crosina Sabrina, Dassatti Serena, Fava Angelica, Ferrari Silvia, Fornasari Carolien Gerdien Louisa , Girardi Giada, Lorenzini Matilde, Parolari Linda, Rosa Martina, Sala Maria, Tonelli Maria Teresa, Valentini Cecilia

Italiano - Latino Bisi Anna Maria - Storia - Filosofia Mosca Cristian (suppl. Filippi Barbara) - Matematica Spairani M. Luisa - Lingua straniera tedesco - Conversazione tedesco Lohs Franco - Lingua straniera inglese Seia Rita - Lingua straniera francese Casareale M.Alba - Conversazione inglese Smith Anna Claudette - Conversazione francese Polin Sylviane - Scienze Calza Maria Pia - Storia dell’arte Fait Serena - Religione Battisti Maria - Educazione Fisica Stoppini Paolo

Rappresentati genitori: Mittempergher Nicoletta, Cellana Massimo - Rappresentanti studenti: Andreoli Anna, Valentini Cecilia

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FBaccarin Michele, Berteotti Maria, Bolognani Carlotta, Boninsegna Vanessa, Chiarenza Rossella, Crosina Michela, Denti Elisa, Di Croce Mueller Chiara Sophie, Giacon Paola, Jacobitti Federico, Lever Monica, Micheli Valeria, Moro Rachele, Pellegrinetti Giorgia, Pesole Alessia, Pola Stefania, Prandi Selene, Rigo Righi Alice, Tagliaferri Chiara, Zambotti Arianna, Zandonati Corinna, Zocchi Valentina, Zontini Desiree

Lingua e letteratura Italiana, Lingua e letteratura Latina Viveros Maria - Storia e Geografia Pederzolli Lara - Matematica Floriani Gabriella - Scienze naturali Sartori Elena - Lingua e cultura Inglese De Laet Isabelle - Lingua e cultura Tedesca Lorenzini Angela (suppl. Ferrari Mirta) - Diritto ed Economia Mascolo Maura - Scienze umane Aloisi Lucia - Religione cattolica Bertamini Fabio - Scienze motorie e sportive Dallabernardina Antonella

Rappresentati genitori: Tagliaferri Andrea, Segrer Teresa - Rappresentanti studenti: Pesole Alessia, Micheli Valeria

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F Angelini Alessia, Baroni Ivan, Bertamini Elisa, Castorina Giulia, Dassatti Elisa, Gobbi Claudia, Leder Anna, Mazzoldi Anna, Mazzoldi Giada, Miorelli Althea, Monticelli Marianna, Mora Lara, Musitelli Roberta, Pauletti Carlo Federico, Risatti Micaela, Tedesco Miriana, Zanini Nicole

Lingua e letteratura Italiana, Lingua e letteratura Latina Viveros Maria - Storia e Geografia Santorum Michela - Matematica Floriani Gabriella - Scienze naturali Sartori Elena - Lingua e cultura Inglese De Laet Isabelle - Lingua e cultura Tedesca Lorenzini Angela (suppl. Ferrari Mirta) - Diritto ed Economia Mascolo Maura - Scienze umane Aloisi Lucia - Religione cattolica Bertamini Fabio - Scienze motorie e sportive Dallabernardina Antonella

Rappresentati genitori: Proch Giovanna, Carmellini Grazia - Rappresentanti studenti: Miorelli Althea, Tedesco Miriana

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FCasari Noemi, Cellana Federico, Cozzio Urbano, Filippi Greta, Frau Paola, Gemini Francesca, Gosetti Giulia, Koepke Isabelle Celine Graziella, Maino Pamela, Miori Elisa, Monese Lara, Romano Marco Tullio, Rossi Ellison, Santini Anna, Sartorelli Valentina, Segalla Giulia, Tardivo Laura, Tondin Beatrice, Voltan Sara

Lingua e letteratura Italiana, Lingua e letteratura Latina Mantovan M. Luisa - Storia e Geografia Pederzolli Lara (suppl. De Santis Luigi) - Matematica Bianchini Annamaria - Scienze naturali Sartori Elena - Lingua e cultura Inglese Marini Natascia - Lingua e cultura Tedesca Vecchi Bianca - Diritto ed Economia Mascolo Maura - Scienze umane Aloisi Lucia - Religione cattolica Battisti Maria - Scienze motorie e sportive Dallabernardina Antonella

Rappresentati genitori: Farina Claudia - Rappresentanti studenti: Tardivo Laura

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F Bagozzi Martina, Benini Arianna, Cellana Chiara, Cojocaru Ionela Rafaela, Corradini Tosca, Filippi Annalaura, Machado Martina Lara, Marino Francesca, Panni Sara, Pisoni Federica, Pozzani Camilla, Sartorelli Paola, Sodano Elisa, Tavernini Carlotta, Tavernini Michela, Tomasi Marta, Tonelli Carolina, Venturini Matilde, Zanoni Leonardo

Lingua e letteratura Italiana, Lingua e letteratura Latina Pederzolli Lara (suppl. De Santis Luigi) - Storia e Geografia Santorum Michela - Matematica Bianchini Annamaria - Scienze naturali Calza Maria Pia - Lingua e cultura Inglese Marini Natascia - Lingua e cultura Tedesca Vecchi Bianca - Diritto ed Economia Mascolo Maura - Scienze umane Aloisi Lucia - Religione cattolica Battisti Maria - Scienze motorie e sportive Dallabernardina Antonella

Rappresentati genitori: Pellizzari Nadia, Panni Mauro Agostino - Rappresentanti studenti: Machado Martina Lara, Cojocaru Rafaela

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FAddeo Elisa, Albertani Martina, Albertini Sofia, Amistadi Amedeo, Azzolini Silvia, Betta Simone, Dalponte Stefania, Degasperi Carola, Ferrari Alessandra, Filippi Elisa, Giordani Letizia, Modena Nicole, Morandini Alan, Porretto Laura, Vecchi Cristina, Vivaldi Chiara

Italiano - Latino Resinelli Claudia - Storia - Filosofia Irgoni Arianna - Matematica Floriani Gabriella - Scienze Sartori Elena - Inglese De Laet Isabelle - Storia dell’arte Viveros Maria - Pedagogia - Psicologia - Sociologia Sannicolò Alberta (suppl. Ballardini Davide) - Religione Bertamini Fabio - Educazione Fisica Dallabernardina Antonella

Rappresentati genitori: Santoni Paola, Serena Cristina - Rappresentanti studenti: Degasperi Carola, Modena Nicole

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F Amistadi Celina, Ariasi Jasmine, Bronzini Sonia, Colò Arianna, Facchini Federica, Ischia Alessandra, Lombardi Francesca, Lombardi Veronica, Milani Viviana, Oliva Vittoria, Rigatti Giada, Rigotti Elena, Santuliana Francesca, Sicheri Giulia, Toblini Natascia, Tonelli Sara, Vastola Jessica

Italiano - Latino Resinelli Claudia - Storia - Filosofia Irgoni Arianna - Fisica Michelini Livio - Matematica Floriani Gabriella - Inglese De Laet Isabelle - Storia dell’arte Fait Serena - Psicologia - Pedagogia - Sociologia Civettini Catia - Religione Bertamini Fabio - Educazione Fisica Dallabernardina Antonella

Rappresentati genitori: Bridarolli Mara, Risatti Rosanna - Rappresentanti studenti: Lombardi Veronica, Colò Arianna

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FBerlanda Erika, Bonora Sara, Brunelli Camilla, Ceccobelli Serena, Degli Esposti Andrea, Fedele Francesca, Ferrari Michela, Malacarne Francesca, Miorelli Marta, Nardelli Elisa, Omezzolli Alice, Omezzolli Marco, Parisi Elisa, Parisi Paolo, Righi Letizia, Righi Veronica, Rosà Beatrice, Warnakulasuriya Federica Sumali Sadaruwani

Italiano - Latino Resinelli Claudia - Storia - Filosofia Irgoni Arianna - Matematica Floriani Gabriella - Biologia Sartori Elena - Inglese De Laet Isabelle - Storia dell’arte Fait Serena - Legislazione sociale Mascolo Maura - Pedagogia - Metodol. della ricerca soc. Sannicolò Alberta (suppl. Ballardini Davide) - Religione Bertamini Fabio - Educazione Fisica Dallabernardina Antonella - Sostegno Nanut Michela - Assistente educatore Martinelli Matteo

Rappresentati genitori: Conzatti Martina, Trentini Marta - Rappresentanti studenti: Rosà Beatrice, Righi Veronica

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F Benini Francesca, Brighenti Sara, Casari Sara, Consolini Jennifer, Gaioni Martina, Leoni Emma, Masera Michela, Montana Carol, Perotti Lisa, Poli Francesca, Ribaga Giada, Rigatti Alice, Skulina Daniela, Ziccardi Chiara

Italiano - Latino Maino Maura (suppl. Camera Gabriele) - Filosofia - Betta Maria Chiara - Storia Irgoni Arianna - Matematica Pernici Veronica - Scienze Sartori Elena - Inglese De Laet Isabelle - Storia dell’arte Viveros Maria - Psicologia - Sociologia - Pedagogia Civettini Catia - Religione Battisti Maria - Educazione Fisica Dallabernardina Antonella

Rappresentati genitori: Perotti Louis, Graziadei Paola - Rappresentanti studenti: Skulina Daniela, Gaioni Martina

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FBianchi Muschio Mattia, Bolognani Angela, Boroni Linda, Filippi Francesca, Giovanetti Michela, Guerra Veronica, Ischia Laura, Litterini Elisa, Mancabelli Justine, Marchi Vidi Francesca, Marzorati Giulia, Mazzarini Natalia, Milosavljevic Tamara, Mollura Alessia, Pellegrini Federica, Risatti Eleonora, Toccoli Alice

Italiano - Latino Maino Maura (suppl. Camera Gabriele) - Storia - Filosofia Mosca Cristian (suppl. Filippi Barbara) - Fisica Pernici Veronica - Matematica Leoni Eleonora - Inglese Zeni Gloria - Storia dell’arte Fait Serena - Psicologia - Sociologia Civettini Catia - Pedagogia Sannicolò Alberta (suppl. Ballardini Davide) - Religione Battisti Maria - Educazione Fisica Dallabernardina Antonella

Rappresentati genitori: Trentini Patrizia, Piva Franca - Rappresentanti studenti: Bolognani Angela, Giovanetti Michela

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INDICE

Presentazione 3

Settembre 4

Ottobre 9

Novembre 17

Dicembre 23

Gennaio 27

Febbraio 31

Marzo 44

Aprile 65

Maggio 77

Giugno 93

Le classi 99