L’emoglobina glicosilata: “Capire le analisi”. · l’emoglobina ha meno tempo per...
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L’emoglobina glicosilata: “Capire le analisi”.Ogni volta che visito un nuovo paziente con diabete, la prima domanda che
pongo è: “quanto è la sua emoglobina glicosilata?”. Non lo chiedo per sape-
re con precisione il risultato dell’analisi, quanto per capire il grado di cono-
scenza della malattia del mio nuovo paziente.
Tutte le persone con diabete dovrebbero sapere che cos’è l’emoglobina glico-
silata (o emoglobina glicata, nota anche con la sigla HbA1c), e soprattutto
quanto è la loro. Ma spesso non è così.
Lo scopo del focus di questo numero è chiarire le idee su questo esame molto
importante per chi ha il diabete e introdurre una nuova rubrica che troverete
nel prossimo GLUNews: “capire le analisi”.
Cerchiamo adesso di spiegare cos’è e perché è così importante l’emoglobina
glicosilata.
L’emoglobina è una sostanza fondamentale del nostro sangue, contenuta
dentro i nostri globuli rossi, che serve per trasportare l’ossigeno che respiria-
mo a tutte le parti del corpo. I globuli rossi presenti nel sangue sono cellule
FOCUS
A. Giaccari
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diverse dalle altre; una volta che si sono for-
mati (nel midollo) vengono immessi nel san-
gue e girano continuamente nel nostro circo-
lo per circa 120 giorni. Durante questo perio-
do il glucosio presente nel sangue si lega
all’emoglobina dei globuli rossi tramite un
processo chiamato glicosilazione. Una volta
che il glucosio si è legato all'emoglobina (che
quindi diventa emoglobina glicosilata, o sem-
plicemente “glicata”), vi rimane legato per
sempre, e non c’è nulla che possa spostarlo,
né farmaci, diete, malattie, attività fisica. Più è
alta la glicemia, maggiore è la quantità di glu-
cosio che, nel tempo, si lega ai globuli rossi e
quindi maggiore sarà il valore dell’emoglobina
glicosilata. Se i globuli rossi nel sangue vivono
120 giorni, al momento di fare l’analisi del-
l’emoglobina glicosilata alcuni avranno pochi
giorni, altri 120 giorni; in media circa 2-3
mesi. Da qui, l’emoglobina glicosilata è la gli-
cemia media degli ultimi 2-3 mesi.
L’emoglobina glicosilata è fondamentale
per chi ha il diabete (sia di tipo 1 che di tipo
2). I maggiori studi (alcuni condotti per
anni su migliaia di soggetti) hanno chiara-
mente dimostrato che ridurre il valore del-
l'emoglobina glicosilata può ritardare o
prevenire la comparsa, o fermare l’evolu-
zione, delle tanto temute complicanze cro-
niche legate alla malattia (la nefropatia, la
neuropatia e la retinopatia diabetica, di cui
abbiamo già parlato).
La glicemia (cioè il valore del glucosio nel
sangue misurato in un determinato momen-
to) è indicativa solo del momento stesso in
cui il test viene eseguito, ed è molto variabi-
le. Utile (in molte situazioni indispensabile)
ma non è particolarmente indicativa di come
stanno andando gli sforzi per prevenire le
complicanze. Avere la media della glicemia
degli ultimi 2-3 mesi (appunto con il dosag-
gio dell’emoglobina glicosilata), permette di
valutare come è stato il compenso metaboli-
co (cioè il controllo della glicemia) in quell’ar-
co di tempo. L’unica cosa cui si deve fare
attenzione è di non avere contemporanea-
mente una anemia (o una trasfusione, o un
intervento chirurgico).
Chi ha una anemia perde i globuli rossi; dun-
que gli stessi stazionano meno nel sangue,
l’emoglobina ha meno tempo per “glicosi-
larsi” e, se dosata, la parte glicosilata ver-
rebbe artificiosamente più bassa di quanto
dovrebbe essere rispetto alle glicemie real-
mente presenti.
Il dosaggio dell’emoglobina glicosilata non
Ridurre il valoredell’emoglobina glicosilatapuò ritardare o prevenire la comparsa delle complicanze croniche del diabete.
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FOCUS
sostituisce l’automonitoraggio della glice-
mia (i valori di glicemia che chi ha il diabe-
te ottiene con il proprio glucometro), anzi,
ne è perfetta integrazione, perché è solo
l’automonitoraggio che aiuta a ren-
dersi conto di come cibo, attività
fisica, farmaci ecc, hanno effetto
sulla glicemia. Insieme, i risul-
tati dei due esami sono molto
utili al vostro diabetologo,
che li integrerà potendo
ottenere informazioni
circa il compenso glice-
mico nei tre mesi pre-
cedenti (con l’emo-
globina glicosila-
ta) e la presenza
o meno di una
variabilità gli-
cemica (con
l’automonito-
raggio).
Facciamo un esem-
pio pratico. Può capi-
tare, durante un con-
trollo diabetologico, che
dal confronto dei due dati
si riscontri un valore di emo-
globina glicosilata alta a fronte di gli-
cemie a digiuno, misurate con il glucome-
tro, apparentemente buone. Non è rotto il
glucometro e i dati sono solo apparente-
mente in contrasto. E’ possibile infatti che
il paziente dell’esempio abbia soprattutto
iperglicemie post-prandiali, non rilevate
dall’automonitoraggio (erroneamente
eseguito solo la mattina a digiuno) ma
“catturate” dal rilievo dell’emoglobina gli-
cosilata elevata. L’emoglobina glicosi-
lata è il primo campanello di allar-
me per capire se qualcosa del
controllo glicemico non va
bene. Per questo è indispensa-
bile eseguirla e conoscerla.
In base al meccanismo
di formazione del-
l’emoglobina glico-
silata (di cui
abbiamo parla-
to all’inizio), è
intuitivo come
esista una
relazione tra i
valori di glice-
mia e quelli
dell’emoglobi-
na glicosilata;
potremmo dire
che è possibile “tra-
durre” i valori di glice-
mia media in valori di
emoglobina glicosilata (e vice-
versa). Le linee guida degli Standard di
Cura Italiani (aggiornati al 2010) hanno
stabilito che l’obiettivo di emoglobina gli-
cosilata da raggiungere sia un valore infe-
riore a 7% (salvo alcune condizioni di fra-
gilità) perché con tali valori si riduce in
maniera significativa il rischio di sviluppare le
complicanze croniche. In termini pratici que-
sto significa che se il valore di emoglobina
glicosilata è superiore a 7%, il diabete non è
ben compensato e pertanto è necessario
pensare ad un cambiamento di stile di vita o
ad una modifica di terapia per evitare e ral-
lentare le complicanze della malattia.
Tutti i pazienti affetti da diabete hanno biso-
gno di effettuare regolari dosaggi dell’emo-
globina glicosilata; non si tratta di un esame
particolare o invasivo, ma è un semplice
esame del sangue eseguibile in un comune
laboratorio. La frequenza della valutazione
verrà stabilita dal vostro diabetologo in base
al vostro tipo di diabete, alla fase di malattia
o a modifiche di terapia, ma in linea di mas-
sima deve essere eseguito almeno due volte
l’anno ed al massimo ogni due mesi.
Finora abbiamo parlato di valori di emoglobi-
na glicosilata esprimendoli in percentuale (in
altre parole quale percentuale di tutta l’emo-
globina è glicosilata), ma probabilmente
qualcuno di voi si è già reso conto, leggendo
gli ultimi referti dell’emoglobina glicosilata
rilasciati dai laboratori, che qualcosa sta cam-
biando. Nel corso del 2010, infatti, l’unità di
misura usata nei referti di emoglobina glico-
silata cambierà in tutto il mondo e i risultati,
oggi espressi in percentuale (%), saranno
espressi in millimoli (mmol) di emoglobina
glicosilata per mole di emoglobina totale
(mmol/mol). L’International Federation of
Clinical Chemistry (IFCC), in sintonia con le
società scientifiche di diabetologia, ha messo
a punto questo nuovo metodo di esprimere
l’emoglobina glicosilata allo scopo di rendere
più confrontabili i risultati dei laboratori di
tutto il mondo. Tutti i laboratori dovranno
allinearsi alle direttive IFCC e voi dovete chie-
dere e pretendere dal laboratorio di cui vi
servite di garantirvi e certificarvi che il risulta-
to è allineato a queste direttive. Ci troveremo
di fronte, guardando i nuovi referti ad un
numero molto diverso dai precedenti (a due
cifre e non più ad una), ma l’informazione
che l’analisi ci fornirà sarà sovrapponibile alla
precedente. Fino a gennaio 2011 i risultati
dell'emoglobina glicosilata saranno espressi
sia nelle unità di misura vecchie (%) che in
quelle nuove (mmol/mol). Nella tabellina
sono indicate le conversioni dalla vecchia
unità di misura alla nuova.
Esiste anche una formula piuttosto semplice
per poter far fronte ai primi, fisiologici
momenti di confusione, che è la seguente:
da vecchia a nuova: vecchia per 11 meno 24
da nuova a vecchia: nuova più 24 diviso 11
Nel luglio del 2009 un Comitato di Esperti
delle più importanti società scientifiche inter-
nazionali di diabetologia (ADA/EASD/IDF) ha
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VALORI ATTUALI VALORI NUOVI(allineati al DCCT) (allineati all’IFCC)
% mmol/mol
4.0 205.0 316.0 427.0 538.0 649.0 7510.0 86
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suggerito che l’emoglobina glicosilata sia
un parametro più affidabile del dosaggio
della semplice glicemia, anche per porre
diagnosi di diabete; questo però a condi-
zione che: la misurazione sia eseguita con
un metodo allineato con lo standard IFCC
(è bene verificare che il vostro laboratorio
lo sia), e che non siano presenti nel
paziente condizioni che ostacolino l’inter-
pretazione della emoglobina glicosilata.
Da Gennaio 2010, in base alle nuove linee
guida, è indicato il valore di emoglobina
glicosilata di 6,5% per la diagnosi di dia-
bete, anche se la diagnosi richiede una
conferma con una seconda misurazione.
L’HbA1c è un parametro più affidabile
della glicemia:
a) è espressione della glicemia media di
un lungo periodo e non di un singolo
momento
b) non soffre di alcuna influenza da
parte di perturbazioni acute (es. stress
da prelievo)
c) è lo stesso parametro usato per il
monitoraggio clinico del diabete
d) non ha necessità di un prelievo dopo
8 ore di digiuno
e) ha una minore variabilità biologica
rispetto alla glicemia
f) ha una minore instabilità pre-analitica
g) ha una migliore standardizzazione (se
allineata al sistema IFCC);
ma...
h) attenzione alle anemie che falsano,
riducendolo, il valore del laboratorio
FOCUS
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Ora guardate le vostre ultime analisi.
L’emoglobina glicosilata è inferiore a 7% (o a
53 mmol/mol)? Probabilmente il medico vi
esprimerà il suo compiacimento; stavolta gio-
cate d’anticipo, perché siete perfettamente
coscienti del risultato ottenuto. Sarete voi,
entrando in ambulatorio, ad esprimere la sod-
disfazione per il successo; forse grazie anche
al diabetologo, ma soprattutto grazie al vostro
impegno ed alla vostra consapevolezza.
Da Gennaio 2010, in base alle nuove linee guida, è indicato il valore di emoglobina glicosilata di 6,5% per la diagnosi di diabete, anche se la diagnosi richiede una conferma con una seconda misurazione.