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giugno 2014BANCA fflalasshhPERIODICODINFORMAZIONEDELLA BANCA DI PIACENZA - n. 4, giugno 2014, ANNO XXVIII (n. 152)

ERNESTO PRATI,UN MAESTRO

Ricorrono fra poco i 20 annidalla scomparsa di ErnestoPrati. Un maestro di giornali-smo ma, prima ancora, di vita.Di lui, ricordo cosa mi disse ilprimo giorno di redazione. Midisse (con qualche intercalarein dialetto comera solito fare,da buon piacentino) che il letto-re bisogna amarlo e rispettarlo.Mi disse anche, insistendoci,che bisognava essere precisi,non tirarci dentro. Libert, al-lora, non era pi nel periodopioneristico del dopo-guerra,ma era ancora in un periodo incui conquistava giorno pergiorno la sua credibilit e la suainfluenza. Non cera il proble-ma di riempire le pagine, maquello forse oggi dimentica-to di farci stare tutto. Le parolenon si sprecavano, e i titoli an-cora meno. Con un aggettivo,bisognava saper descrivere unasituazione, cos da non gettarevia piombo e tempo. Bisognava,soprattutto, essere precisi co-me mi aveva detto il direttore per via del rispetto al lettore. Quella fu la prima lezione (di

giornalismo). La seconda, fuquella di vita. Il Direttore (ilmitico direttore, spesso inavvi-cinabile) conosceva la mia fa-miglia, ma non me lo fece maipesare come soprattutto nonlo consider mai un salvacon-dotto. Trovava mio padre allU-nione (che, in quei tempi, face-va un po la funzione di salastampa, come il Barino) e seracon lui accordato (segretamen-te da me) di fare finta di nulla, ebasta. Ero uno dei tanti, dovevofare la strada che desideravo fa-

SEGUE IN SECONDA

CASAROLI, STRETTI RAPPORTI CON LA BANCATutto ci che bello o buono, o contro legge, o contro la morale, o fa ingrassare!

Casaroli ebbe stretti rapporticon la Banca. Tutte le volteche linvitammo, per una manife-stazione o per laltra, non ci fecemai mancare la sua presenza.Papa Giovanni Paolo II era ve-

nuto a Piacenza il 5 giugno 1988.Quellanno, la Banca venendoincontro ad un desiderio espres-so dal Vescovo Mazza rifece lin-tera facciata del Seminario dioce-sano. Allora fu il Vescovo stessoche invit Casaroli. Venne, e il 19marzo 90 scopr la lapide (anco-ra presente sulla facciata) che ri-corda il restauro. Poi dopo loscambio di alcune parole col pub-blico nellaula magna fummoinvitati a colazione. E, in quelloc-casione, il cardinale quandovenne servito un piatto che nonricordo quale fosse, ma comun-que pericoloso mi disse: Ri-cordi che tutto ci che bello obuono, o contro legge, o con-tro la morale, o fa ingrassare!.Un arguto calambour che non di-menticai mai e che ricordammotante volte, quando lo andavo aprendere a Castelsangiovanniper andare a colazione a Gene-preto.Il 31 marzo del 94 inauguram-

mo la filiale di Castelsangiovannidella Banca (ne abbiamo ricorda-to i ventanni pochi mesi fa). A Ro-ma per la Confedilizia, lo andai atrovare, lo invitai a benedire i lo-cali e venne anche quella volta.Alla cerimonia, ebbe parole dielogio per la funzione sociale chegli istituti di credito assolvono:Sono nati per essere al serviziodella comunit, disse, con parti-colare riferimento alle bancheterritoriali, aggiungendo: Delresto, sono menzionate in una lu-ce positiva anche nella parabolaevangelica dei talenti. San Da-niele Comboni aggiunse quando, nella missione in Africacentrale affidatagli da Pio IX, pas-sava davanti a una banca, scopri-va il capo, proprio a riconosci-mento di quanto fanno le banchein favore del progresso.La Banca tenne sempre rap-

porti con Casaroli, anche per va-rie pratiche e ragioni. Ma non cifu pi loccasione per ospitarlo.Lo ricordammo, comunque, do-po la sua scomparsa, con una ma-nifestazione che tenemmo nellasala Convegni della Veggioletta,presenti col Vescovo Monari ilcard. Luigi Poggi e la nipoteOrietta Casaroli Zanoni. Erano itempi in cui si operava da parte

dellUfficio Beni culturali dellaDiocesi per ottenere laffida-mento dellarchivio del cardina-le, che approd invece allArchi-vio di Stato di Parma (ove, che ri-sulti, non ancora stato organi-camente riordinato, a 15 annidalla scomparsa). A dire la per-sonalit mondiale, pi che inter-nazionale, dellillustre presulebasta del resto la raccolta di ono-

rificenze ed attestati amorosa-mente conservati dal dott. Gan-dini a Villa Braghieri della suacitt natale. Del resto, sulla suatomba nella chiesa dei SS. Apo-stoli a Roma (una delle pi pre-stigiose della capitale, della qua-le Casaroli fu anche Cardinale ti-tolare) scritto un solo aggettivo:placentinus.

c.s.f.

Domenica 29 giugno, alle 18,00

verr conferito dal Prefetto di Piacenza dott.ssa Anna Palombi

il

Premio Solidariet per la Vita S. Maria del Monte

La manifestazione si svolger, a causa di impedimenti ad accedere al Monte, a Tassara (Nibbiano), alla chiesa parrocchiale

e, successivamente, al castello

IN MARGINE ALLE CELEBRAZIONI

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BANCA fflalasshh2 giugno 2014

PARETIE LA BANCAStefano Pareti (ex sindaco, scru-poloso e puntuale studioso dicose piacentine) ha recentementetenuto una conferenza sulla pia-centinit di Verdi alla sezionepiacentina della Dante Alighieri,presieduta da Roberto Lauren-zano.Pareti ha evidenziato che nel

corso dellanno del Bicentenarioverdiano sono state, tra citt eprovincia, circa 160 le manife-stazioni musicali, storiche e bio-grafiche che Piacenza e provinciaha dedicato al Maestro: una ri-sposta corale che ha detto faonore al nostro territorio dimo-strando che il ricordo di Verdi ben presente alla cittadinanza ealle istituzioni, orgogliose di quan-to Verdi ci ha tramandato. Pareti(come riferito dal quotidiano online il PIACENZA, che ringrazia-mo) ha aggiunto: Lazione delleistituzioni volta a rivendicare Pia-cenza come luogo verdiano per incostante. Fa eccezione laBanca di Piacenza che da anniin solitudine s fatta carico divalorizzare e divulgare gli aspettidella piacentinit di Verdi conun insieme di iniziative tese a ri-stabilire la verit, contro ogniappropriazione indebita.Ringraziamo lamico (e socio)

Pareti per il riconoscimento (nonduso, a Piacenza).

LA SCOMPARSADI CUMINETTIrecentemente scomparsolavv. Gianni Cuminetti.Con lui, abbiamo avuto rap-

porti di fervida collaborazione,per le tante iniziative di solida-riet che lo hanno visto promo-tore e protagonista. Da consi-gliere di amministrazione di unaltro Istituto, era venuto a chie-derci che la Banca patrocinassein esclusiva la Maratona. E laBanca ader. Questa primazianella piacentinit, Cuminetti cela riconobbe sempre. La Banca si associa al lutto

dei famigliari tutti e dellinteranostra comunit.

Dalla prima pagina

re e soprattutto che avreimostrato di saper fare. Lintesacon mio padre su questo fuimmediata. Per tutti noi figli, lascelta familiare delle scuolepubbliche (in un momento incui i figli di famiglia spesso evolentieri andavano alle scuoleprivate ed addirittura al Paretoin Svizzera, perch le nostrescuole selezionavano ancora)era stata dettata da questo prin-cipio e basta: che dovessimo su-bito misurarci con tutto e contutti, con la vita. E alla Libertfu fortunatamente subito co-s, fui subito uno dei tanti.Ricordo la notte del centena-

rio, in tipografia. Il direttore eraraggiante, gli brillavano gli oc-chi, ci distribu le prime copiedel numero speciale firmate aduna ad una. Annunci in quelmomento la nomina di Leone aredattore capo (in pratica, la de-signazione a suo successore,come fu) . Il libro sul centenario con la parte riservata a Mar-cello, suo fratello, laltro deter-minante artefice (silenzioso)del successo del giornale ven-ne dopo, anni dopo.Ernesto Prati rimase al timo-

ne del giornale fin che gli fupossibile. Se ne and poi in pun-ta di piedi, come fu suo costantecostume di vita (Libert che iosappia non ne pubblic mai lafotografia; e il suo nome glielopubblicarono per la prima vol-ta, a sua insaputa, nello sport:aveva vinto il campionato di scidei giornalisti). Seppi della suascomparsa a Roma, e per un im-pegno che assolutamente mitrattenne non mi fu possibilepartecipare ai suoi funerali.Quando ci penso, provo ancoraun senso di rimorso.

c.s.f.

ERNESTO PRATI, UN MAESTRO

Salone dei depositanti di Palazzo Galli gremito da oltre 180 stu-denti dei licei piacentini convenzionati con il CONI Point Pia-cenza (Liceo Gioia, Liceo Respighi, Liceo San Benedetto, Li-ceo Colombini) in occasione della cerimonia di consegna dellebenemerenze assegnate dal Comitato Olimpico Nazionale Italianoa dirigenti, tecnici e societ sportive del nostro territorio che si so-no distinti per gli eccellenti risultati conseguiti a livello agonistico.Sono state consegnate le Stelle al Merito Sportivo, le Palme al Me-rito Tecnico e le Medaglie al Valore Atletico. La cerimonia statapreceduta da un momento di confronto e di riflessione, dedicatoagli studenti, sulla figura e sul ruolo del dirigente sportivo.

I BENEMERITI DEL CONIA PALAZZO GALLI

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TASSAZIONELOCALE,COME PAGARECon riferimento alla situazioneriguardante la tassazione lo-cale e in concomitanza con lescadenze per i pagamenti, la Ban-ca di Piacenza ha messo a dispo-sizione alcuni importanti stru-menti.Dal sito della Banca www.ban-

cadipiacenza.it , infatti, possibileaccedere direttamente a un quadroriassuntivo degli argomenti prin-cipali e ad uno schema sullentitdei tributi dovuti.Direttamente dalla HOME PAGE

anche possibile accedere al pro-gramma di calcolo di IMU e TASIpredisposto da Confedilizia. comunque opportuno che i

contribuenti si mantengano infor-mati su eventuali proroghe dellescadenze dei versamenti che iComuni possono sempre disporre.

AGGIORNAMENTO CONTINUOSULLA TUA BANCA

www.bancadipiacenza.it

(foto Cavalli)

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BANCA fflalasshh 3giugno 2014

NUOVISSIMO CODICEDEL CONDOMINIO

La prima edizione (celeste) delCodice del nuovo condominiodopo la riforma, opera di CorradoSforza Fogliani, andata in pochimesi esaurita. Ecco allora subitopronta una seconda edizione (ver-de), aggiornata con tutte le mo-difiche nel frattempo intervenute,in ispecie con la cosiddetta rifor-ma della riforma. La nuova edi-zione reca anche la nuova Tabelladegli oneri accessori (ripartizionelocatore-conduttore) concordatadalla Confedilizia con i sindacatiinquilini Sunia-Sicet-Uniat. Ancheil commento alla legge di riforma tutto rinnovato ed aggiornato rispetto alla prima edizione (ce-leste) oltre che ampliato neipunti di interesse. Altrettanto perla giurisprudenza. E quanto ap-pena detto per il condominio valeanche per la comunione, le cuinorme (siccome molte volte sus-sidiarie a quelle condominiali)sono interamente riportate, cia-scuna con il dovuto commento.La parte pratica e il formulariosono stati anchessi rivisti.

GLI AFFRESCHI DELLA TORRICELLASono stati recentemente pre-sentati al pubblico gli affre-schi venuti alla luce in SantaMaria della Torricella, a Castel-sangiovanni, a seguito di unanuova tranche di lavori di re-stauro disposti dalla nostra Ban-ca. Il prezioso lavoro di DanielaGiusti e Alessandra Piccoli, as-sistite da Camillo Lodigiani, haportato alla luce le figure (im-maginate nel Seicento in modonon convenzionale) di San Fran-cesco, San Corrado, San Giro-lamo e San Giovanni Battista.Durante la presentazione, hapreso la parola con il parrocomons. Lino Ferrari anche ilpresidente della Banca ing. Lu-ciano Gobbi.

FU IL NOSTRO GREGORIO CASALILEMISSARIO DI ENRICO VIII A ROMA

Non lho trovato citato n sulMensi, n sullOttolenghi, nin altre parti. Solo Giorgio Fiori,nella Storia di Piacenza (vol. IV,tomo I) lo cita, peraltro esclusiva-mente a riguardo delle vicende delfeudo di Monticelli. Anche FrancescoGiarelli, pur trattando del marche-sato dei Casali, non ne parla nellasua storia (solo in parte romanzata)dappendice, pubblicata da Libertin 110 puntate, nel 1903. Eppure,Gregorio Casali fu come si vedr uno dei protagonisti primi delperiodo storico caratterizzato dallarottura dellalleanza tra Papa e Im-peratore. Nel 1519, quando nonaveva probabilmente pi di 23 anni(la sua nascita la si fa risalire al1495-96), gi era al servizio diEnrico VIII, che gli concedette iltitolo di cavaliere e una rendita vi-talizia di 200 corone doro.A trarlo dalloblio, ora un libro

(non ancora tradotto in italiano)della studiosa inglese CatherineFletcher pubblicato a Londra: OurMan in Rome-Il Nostro Uomo aRoma.Di casa presso la famiglia reale

inglese (probabilmente, per il suofascino che si dice eccezionale oltre che per le sue spiccate capacitdiplomatiche), Gregorio che sposuna Pallavicino, da cui la discen-denza dei Casali di Monticelli, tut-tora fiorente era altrettanto in fa-migliarit con Clemente VII, tantoche, presente allirruzione in Romadegli uomini dei Colonna, vide unpapa disperato, che gli si confidsul futuro dello stato pontificio. Eil cardinale inglese Tomaso Wolsey primo confidente di Enrico VIII gli affid, sapendolo, la missionedi ottenere da Clemente VII unbreve che affidasse al presule per-sonalmente il compito di giudicaredella validit del matrimonio delre inglese.Attraverso sei anni di persua-

sione, minacce e corruzione, Casali si dice in unaletta del libro dellaFletcher riusc a sopravviveregrazie alla propria scaltrezza. Ma-novr suo fratello Francesco inuna remunerativa corrispondenzaepistolare diplomatica, mise un si-gnore contro laltro, schiv spie,banditi e gentiluomini. Ma con ilpassare degli anni e il protrarsidella vicenda di Enrico, la sua fe-delt venne messa sempre pi indubbio. Che ne fu del Casali?Attingendo a centinaia di docu-

menti di archivio, la studiosa inglesericostruisce nel suo libro la tumul-tuosa vita di Gregorio Casali tra igrandi e i potenti in questo puntodi svolta della storia europea.Dallassediato Castel SantAngelo

a Roma agli splendori del Greenwi-ch Palace, segue il suo camminoal servizio di Enrico VIII. Sfarzosecerimonie e feste alla moda fanno

da contrasto alle tensioni quotidianedella vita dellambasciata, mentreCasali d in pegno largenteria difamiglia per pagare i conti, combattecontro avidi parenti e riesce a ca-varsela a dispetto dellira di AnnaBolena.La situazione, intanto, precipit.

E proprio mentre le minacce dellaguerra franco-inglese si facevanosempre pi pressanti (con un PaoloIII nel frattempo succeduto a

papa Clemente sempre pi incertosul miglior partito da prendere)Gregorio Casali cadde ammalato.Mor a quarantanni, ricordato inuna cappella della famiglia di S.Domenico a Bologna, citt di originedella stirpe. Luomo di Enrico VIIIsi trov davanti due papi che sep-pero resistergli, in particolare nonscambiarono il potere temporalecon la dottrina Il resto, noto.Com noto quanto la coerenzacattolica di quei due papi costalla Chiesa.Ricco di unimponente biblio-

grafia (con citazione, anche, di no-stri studiosi, come il Nasalli Rocca)e di un apparato fotografico di ri-guardo (in cui figura anche il ca-stello di Monticelli), completo diun preciso albero genealogico dellafamiglia (quella senatoriale di Bo-logna e quella dei marchesi diMonticelli), il volume traccia uneccezionale, e geniale, affresco diun periodo storico e di una vicendaa tutti ignota, ma finora pressochinesplorata (e del tutto che risulti sconosciuta) perlomeno nella nostraterra.Un libro che dice la centralit di

Piacenza (duna volta) e dei pia-centini (duna volta).

c.s.f.

COMUNE DI PIACENZACORPO DI POLIZIA MUNICIPALE

DURANTE LA STAGIONE ESTIVA SI POSSONO UTILIZZAREGLI PNEUMATICI INVERNALI?

Si. Ma solamente se hanno indicato un indice di velocit ugualeo superiore a quello presente sulla carta di circolazione.Lo ha chiarito il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con

circolare del 17 gennaio u.s.:... luso degli pneumatici invernaliconsentiti e cio quelli con i parametri riportati sulla carta di circo-lazione ivi compreso lindice di velocit non ha restrizioni di ca-rattere temporale e pertanto essi possono essere usati durante tutti imesi dellanno solare Lutilizzo degli pneumatici invernali riportanti un indice di velo-

cit inferiore a quello prescritto ammesso solo per il periodo dal15 novembre al 15 aprile, prorogato questanno fino al 15 maggio.Dopo tale data la circolazione con pneumatici invernali con un

indice di velocit inferiore a quello indicato sulla carta di circolazio-ne comporta lapplicazione della sanzione amministrativa previstadallart. 78 CdS (euro 419,00 e ritiro della carta di circolazione).

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BANCA fflalasshh4 giugno 2014

LE COSE ARTISTICHE RIMARCHEVOLI DI PIACENZAIN UNA LETTERA DI VERDI A GIUSEPPINA MOROSINI

La missiva, datata 1889, fa parte del carteggio pubblicato recentemente dallIstituto Nazionale di Studi Verdiani e dallArchivio Storico di Lugano

Non dovrebbero esserci pi dub-bi sulla piacentinit di Giu-seppe Verdi. Le radici del suoalbero genealogico, infatti, sonosempre state saldamente piantatetra le terre della nostra rigogliosacampagna gli avi paterni vivevanotra Villanova e SantAgata mentrequelli materni provenivano da Ca-deo e da Chiavenna Landi e lasua nascita in provincia di Parmava ascritta, come noto, al trasferi-mento in quel di Roncole di suononno Giuseppe Carlo. Aggiun-giamo che per mezzo secolo ilMaestro visse a SantAgata, che fuconsigliere comunale di Villanovae consigliere provinciale e chenella nostra citt coltiv alcuneamicizie. Il tutto perfettamente do-cumentato dal volume Verdi, ilgrande gentleman del piacentinopubblicato dalla nostra Banca al-cuni anni fa, e figlio del laboriosolavoro di ricerca compiuto dallastudiosa statunitense Mary JanePhillips-Matz, scomparsa nel gen-naio del 2013. La piacentinit di Giuseppe Verdi

e la sua approfondita conoscenzadella nostra citt trovano confermaanche nel Carteggio Verdi-Mo-rosini. 1842-1901, unopera curatada Pietro Montorfani e data re-centemente alle stampe dallIstitutoNazionale di Studi Verdiani e dal-lArchivio Storico di Lugano. Sitratta di un ricco e cronologica-mente ampio apparato epistolarecomposto da duecentosettantacin-que missive tra lettere, bigliettie telegrammi inviate da Verdialla Famiglia Morosini (e viceversa)tra il 1842 e il 1901.Un ampio corpus epistolare che

va doverosamente diviso in dueparti. La prima va dal 1842 al 1848,periodo in cui il Maestro frequenta Milano il salotto mondano-cul-turale della Famiglia Morosini (an-tico casato milanese con possedi-menti tra Como, Varese e la cam-pagna svizzera). Le lettere che locompongono, indirizzate preva-lentemente alla contessa EmiliaZeltner Peri Morosini (ma consvariati richiami alle sue figlieGiuseppina, Annetta e Cristina),ci consegnano una personalitforse poco nota di Verdi: ironico,poetico e quasi sdolcinato, pernulla preoccupato di far trasparirequei sentimenti che pareva nutrirenei confronti della giovane Giu-seppina Morosini. Il carteggio siinterruppe nel 1848 quando il Mae-stro si allontan dalla sua Milano;non solo per i numerosi impegnimusicali allestero, ma anche perla sua avversione nei confrontidegli austriaci. La seconda parte del carteggio,

dopo ventanni di silenzio rottosoltanto da due lettere del 1861,prese vita verso il 1868 per iniziativa

di Giuseppina Morosini che si pro-dig per riallacciare i rapporti conVerdi. Il Maestro, da anni sposatocon Giuseppina Strepponi, si armnuovamente con carta, penna ecalamaio accettando linvito del-lamica di un tempo. Ma non fupi il Verdi sentimentale, dolce epoetico del ventennio precedente.Le sue lettere, infatti, divenneropi formali, quasi telegrafiche:musica, arte, cultura, viaggi e qual-che vicenda personale tra gli ar-gomenti trattati. Spesso tocc aGiuseppina Strepponi sostituirsi al

marito allo scrittoio. Lunica ecce-zione tra le telegrafiche missiveinviate in quel periodo da Verdi aGiuseppina Morosini, rappre-sentata da una lettera dellottobre1889 in cui il Maestro invi alla-mica un elenco di monumenti edi bellezze da visitare nella nostracitt. Le cose rimarchevoli di Pia-cenza - scrisse Verdi - sono il Pa-lazzo del Comune in Piazza con irispettivi Cavalli di Bronzo. In Duo-mo gli affreschi del Guercino: emeglio ancora altri affreschi delPordenone nella Chiesa; La Ma-donna di Campagna. Vi sono anchedue altri quadroni moderni in S.Giovanni in Canale moderni ciosul finire al principiare di questoSecolo. Luno di Landi laltro diCamuccini. Due uomini dingegnoma lepoca loro non troppo feliceper la pittura, e sentono natural-mente della loro epoca.Pi volte, in quelle lettere, il

Maestro descrisse allamica VillaSantAgata, il parco che incorniciala villa, la campagna piacentina, icampi coltivati e il suo progettoper lOspedale di Villanova. Il Verdipiacentino, filantropo e agricoltore,quindi, proprio come nella mostraorganizzata nei mesi scorsi dallanostra Banca a Palazzo Galli.

Robert Gionelli

LA CHIESA DI S. MARIA DEL TEMPIOIn occasione del censimento condotto sul fondo fotografico del prof. Giulio Milani (Pisa, 1873 Piacenza, 1962),confluito nella pubblicazione dal titoloPiacenza nei ricordi fotografici di Giulio Milani (2004), sono state schedatealcune interessanti immagini della chiesa e del chiostro di S. Maria del Tempio.La chiesa, che ha dato il nome al vicolo che dal corso conduce di fronte al palazzo Scotti di Vigoleno (attuale sede

della Prefettura), stata fondata nellanno 1127, secondo lo storico Pier Maria Campi, nel quartiere guelfo degliScotti vicino alla quale verr fondato il complesso conventuale domenicano di S. Giovanni in canale nel 1227.Nel 1279 verr dotata di una torre di gusto gotico, colpita da un fulmine nel 1553, documentata da un disegno di

Antonio Sangallo il Giovane realizzato durante la sua permanenza nella nostra citt (1526) in occasione della suapartecipazione al cantiere delle fortificazioni cittadine.In seguito alla soppressione dei Templari, decisa nel processo contro lordine religioso del 1310, i beni immobi-

liari e fondiari passano nelle mani dei Domenicani. La chiesa, destinata ad ospitare loratorio dellInquisizione,verr concessa in uso a diverse confraternite. Ricostruita nel 1729, nel corso del XIX secolo viene in parte demolitae destinata ad abitazione civile fino alla definitiva scomparsa durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mon-diale che cancellano anche quanto rimaneva del chiostro medioevale. La planimetria della fine del XVIII secolo,eseguita prima delle soppressioni napoleoniche, e le fotografie del prof. Giulio Milani permettono di comprenderelarticolazione del complesso. La chiesa aveva accesso dal chiostro che comunicava con la piazzetta attraverso unportone ancora conservato come passo carraio. Il chiostro era su quattro lati aperti sorretti da colonne in mattonicon capitello a cubo smussato verso uno spazio erboso, poi tamponati come visibile nella fotografia, con accessoanche dal transetto nord della chiesa di S. Giovanni in canale.La chiesa di S. Maria del Tempio conserva il titolo parrocchiale, come testimoniano le dichiarazioni degli estimi

cittadini (1558, 1576, 1647) titolo che, nel XVIII secolo, viene assegnato alla vicina chiesa di S. Giovanni in canale.Dopo la soppressione dellordine dei Domenicani, in esecuzione delle leggi napoleoniche del 1810, la chiesa di S.Giovanni infatti riaperta come parrocchiale, nel 1862, mentre il convento viene progressivamente distrutto.Al complesso dei Templari sono legate le intitolazioni di alcune strade cittadine. Oltre al vicolo gi ricordato e

alla piazzetta del Tempio, dove si affaccia il palazzo Scotti di Vigoleno (sede della Prefettura), si ricorda anche la viadella Croce. A proposito dellintitolazione della via della Croce, che collega via S. Giovanni a corso Garibaldi, lo sto-rico Pier Maria Campi, sotto lanno 1253, riferisce la circostanza dellinnalzamento di tre colonne di pietra per sor-reggere altrettante croci a ricordo di una controversia di confine tra i frati di S. Giovanni e i cavalieri templari.Lultima croce sopravvissuta viene rimos sa nel 1885; mentre quella attuale, presso lingresso nord della chiesa

di S. Giovanni, stata collocata, in ricordo dellAnno Santo del 1950, in una posizione che potrebbe forse corrispon-dere a quella descritta dal Campi.

Valeria Poli

CHIESE SCOMPARSE

LO SCRIGNODEI RICORDI

Con questa pubblicazione (chereca in copertina la popolarefigura di Ciotti) Sandro Ballerinici regala unaltra delle sue prezio-sit letterarie. I soprannomi (unriferimento, magistrale, ad ogniComune), i barboni o i personag-gi comunque pittoreschi , i fan-tasmi e cos via, costituiscono al-trettanti tasselli di un nuovo mo-saico, come lAutore ama chia-mare i suoi (densi di notizie e tra-dizioni) libri. La pubblicazione stata presentata a Palazzo Gallinel corso di una serata resa piace-volissima al numerosissimopubblico presente dalla mae-stria e passione di Ballerini.

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BANCA fflalasshh 5giugno 2014

PROSEGUONO LE LEZIONI DI ECONOMIA PER GLI STUDENTI ORGANIZZATE DALLA BANCA DI PIACENZA

Il progetto, ideato dal nostro Istituto per aiutare i giovani a scoprire il mondo delleconomia e a conoscere i servizied i prodotti bancari anche attraverso le nuove tecnologie, ha avuto nei giorni scorsi come protagonisti gli stu-denti della 3 Operatore Amministrativo Segretariale dellIstituto Santa Chiara di Stradella, in provincia di Pavia.

Gli studenti, accompagnati dai proff. Luigi Nicelli e Antonella Buttazzoni, sono stati ospitati negli uffici dellanostra Filiale di Stradella, in Piazza Trieste, dove si svolta la lezione curata da Daniele Guerrini e da Robert Gio-nelli. Il progetto completamente gratuito destinato alle scuole, sia medie che superiori, continuer anche il pros-

simo anno scolastico (le scuole interessate possono contattare il nostro Ufficio Relazioni esterne al n.0523.542356). Nella foto, gli studenti con il prof. Luigi Nicelli, il Direttore della Filiale di Stradella, Fabrizio Franzini, e

Daniele Guerrini.

MOSTRA LA NOSTRA PIAZZA CAVALLI, NEL TEMPOAppello a chi possiede dipinti e cartoline

La nostra Banca organizza per il periodo 20.12.14-11.1.15 una mostra di dipinti dal titolo La nostra PiazzaCavalli, nel tempo. Chi disponga di una veduta di Piazza Cavalli (la piazza pi cara ai piacentini e, nel tem-po, dai vari nomi, da Piazza Grande a Piazza dei Farnesi), pu indicare allUfficio Relazioni esterne della Banca(tf. 0523/542356) la sua disponibilit al prestito del quadro interessato alla mostra stessa. Presso lo stesso Ufficiopu essere attinta ogni altra notizia inerente la mostra stessa (condizioni di prestito, conservazione, sicurezza,assicurazione ecc.).Saranno accettati per lesposizione alla mostra solo dipinti accertati come eseguiti entro lanno 1980. Gli stes-

si dovranno riguardare la piazza nel suo complesso (o una parte importante della stessa, cos che ne risulti co-munque unimmagine della piazza in s, e quindi al di l di un singolo monumento che su di essa si affacci).Una sezione della mostra sar dedicata a vecchie cartoline dedicate, sempre, alla piazza e formate entro la

stessa data dei dipinti.Gli interessati ad esporre proprie cartoline possono rivolgersi per ogni informazione al numero sopra indi-

cato.Curatore della mostra il prof. Alessandro Malinverni.

IL 27 SETTEMBRE SAR RICORDATALA RISALITA DELLANGIL DL DOM

Ilettori di BANCAflash gi lo sanno. A settembre come abbiamo scritto, dettagliatamente, sul nostro pe-riodico nel gennaio dello scorso anno si compiono 50 anni dal restauro dellAngil dl Dom (discesa, 31maggio 1964 - risalita, 27 settembre 1964).Lavvenimento sar ricordato in Duomo, con un evento che si terr sabato 27 settembre, alle 16 (lo stesso

giorno e la stessa ora, esattamente, della risalita). Parteciper anche il Vescovo mons. Gianni Ambrosio.Levento organizzato oltre che dalla Banca dalla Famiglia Piasinteina, in accordo con gli organismi

parrocchiali.

Avvenne 50 anni fa

CRAVEDI RICORDADON VITTORIONEstato recentemente presen-tato al Gotico alla presenzadel Vescovo Ambrosio e del Sin-daco Dosi un documentariosullistituzione Africa Mission edon Vittorione (il diacono famosoin tutta Italia per il suo spiritodi spiccata solidariet ancor pri-ma che per il suo peso: 240 Kg.).Il quotidiano on line Piacenza

sera ha contemporaneamentepubblicato un appassionato ri-cordo di don Vittorione, nelquale fra laltro detto e unlettore ci ha pregato di farlo no-tare che il motto del diaconoera: A chi ha fame, bisognadare da mangiare subito.

LANNUARIOPONTIFICIO E CORBELLINILannuario pontificio (un pon-deroso volume rosso cardi-nale, un capolavoro defficienza:contiene persino il numero dei se-minaristi di tutto il mondo) unapubblicazione che i vaticanisti at-tendono ogni anno, per studiarloin ogni riga. Basta un asterisco,unomissione o un particolare se-gno grafico per innescare dietro-logie, o dover prendere atto di su-periori decisioni. Nulla, infatti, lasciato al caso. E nulla sfugge,anche.

Questanno, una curiosit im-portante riguarda il Vescovo pia-centino mons. Giorgio Corbellini.LAnnuario 2014 registra infattila sua nomina alla presidenzadellAutorit informativa finan-ziaria del vaticano, ma scom-parsa la dicitura ad interim checera invece nel comunicato di no-mina. Un favorevole segno, evi-dentemente, per il prelato (c.s.f.).

Segnaliamo

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BANCA fflalasshh6 giugno 2014

GIANNI ZUCCA, IL TENORE SCOPERTO DA MIKESULLA BRECCIA DA OLTRE MEZZO SECOLOIl celebre conduttore di quiz televisivi fu il primo talent scout del tenore piacentino.

Tanti anni di carriera nel Coro del Municipale ma anche come apprezzata voce solista

stato amico di Gianni Poggie di Flaviano Lab, ha can-tato per Luciano Pavarotti, Mi-rella Freni e per Raina Kabai-vanska. Pur avendo dedicato albel canto oltre mezzo secolodella sua vita, la sua voce pro-babilmente pi nota ai melomanidi quanto non lo sia il suo voltodato che gran parte della suacarriera lha vissuta come cori-sta. Parliamo di Gianni Zucca,storico ed apprezzato tenore li-rico piacentino che per oltreventicinque anni dal 1985 al2010 ha fatto parte del Corodel Teatro Municipale di Pia-cenza. Classe 1939, piacentino di

SantAntonio, Zucca ha scopertoda giovanissimo la sua vocazioneper il canto lirico. Una dote ri-masta solo una passione finoalla fine degli anni Settanta delsecolo scorso, nonostante la suavocalit sia stata riconosciuta,quando era ragazzo, da un gran-de talent scout.A sedici anni ricorda Zucca

ho avuto lonore di cantaredavanti a Mike Bongiorno venutoa Piacenza per salutare il parrocodi Borgotrebbia, don Aldo Ber-zolla. Ho cantato un paio di ro-manze e alla fine della mia esi-bizione Mike Bongiorno si ri-volto a don Berzolla dicendogliQuesto ragazzo ha del talento,fatelo studiare. Studiare cantoavrebbe significato rinunciareal lavoro, e cos ho dovuto met-tere da parte i miei sogni.Sogni di gloria accantonati in

un cassetto che Gianni Zucca,fortunatamente, non ha maichiuso definitivamente. Per oltreventanni, infatti, ha lavoratocome meccanico e come autistasenza mai rinunciare, per, allasua grande passione.A diciotto anni lavoravo di

giorno e cantavo in unorchestradi notte, ritmi che ovviamentenon ho potuto reggere per molto.Cos ho continuato a cantaresolo nel tempo libero senza perrinunciare ai concorsi. Verso lafine degli anni Cinquanta sonostato finalista alla Maschera dO-ro, ma unimprovvisa malattiami ha impedito di esibirmi. Po-teva essere una grande occa-sione, ma la sfortuna me lhapreclusa. Giunto alla soglia dei quaranta

anni, Gianni Zucca ha decisodi riaprire il cassetto dei suoisogni. Ha iniziato a studiarecanto sotto la guida della pro-fessoressa Laura Groppi, dellIsti -

tuto Pier Luigi da Palestrina, conlobiettivo di riprendere ad ognicosto, e seriamente, quella car-riera artistica purtroppo abban-donata negli anni giovanili. Iltutto, senza nemmeno sapereche la sfortuna vissuta alla Ma-schera dOro gli avrebbe offertouna rivincita. In quel periodo mi sono esi-

bito diverse volte alla Tampa

Lirica e su consiglio di GianniPoggi e di Flaviano Lab, chemi onoravano della loro amici-zia, ho deciso di sostenere le-same dammissione al Coro delTeatro Municipale, a quel tempodiretto dal maestro ValentinoMetti. Ho superato brillante-mente tutte le audizioni e nel1985 sono entrato a far partestabilmente del Coro. stata lapi importante esperienza pro-fessionale della mia vita, chemi ha permesso di cantare neimaggiori teatri italiani ma chemi ha anche portato da solistasu molti palcoscenici.Turandot, Tosca, Nabucco,

Madama Butterfly, Bohme eManon le opere a cui Zucca haprestato pi volte la sua voceda tenore, sia come corista checome solista. Una voce potentee vellutata che gli ha anche por-tato in dote importanti ricono-scimenti.Nel 1989 mi sono classificato

al primo posto nelle selezionida tenore per lammissione alCoro del Teatro di Bologna. Unsuccesso personale a cui ho ri-nunciato per stare vicino allamia famiglia. Ho continuato acantare nel Coro del Municipale,ma ho anche avuto tanti ingaggicome solista a Piacenza e ingiro per lItalia. La mia aria pre-ferita? Nessun dorma dellaTurandot ma anche Reconditaarmonia della Tosca mi dgrandi emozioni. Oggi, visto chenon sono pi giovanissimo, fac-cio meno esibizioni ma in com-penso canto spesso per gli amicidi sempre, soprattutto quandomi spronano dicendomi ...daiGianni, dg un arion. E cosinizio a cantare Dilegua, onotte! Tramontate, stelle! Tra-montate, stelle! Allalba vincer!Vincer! Vincer!.

R.G.

Personaggi piacentini E GLI ANTONINIANIS INVOLARONOA PARMAPrima del 50 del secolo scor-so, un contadino al lavoronei pressi di Groppallo (Farini-dolmo) rinvenne un bel gruzzo-lo di monete antoniniane (mo-neta dargento allorigine emessa nel 215 d.C. da Caracal-la, uno degli imperatori Antoni-ni). Le monete andarono di-sperse in vari modi secondo latradizione locale ma, di recen-te, una piccola parte di esse(108; circa 1/10 dello stock ini-ziale) stata recuperata e con-segnata alla Soprintendenzaarcheologica. Marco Bazzini,Angelo Ghiberti e Stefano Pro-vini (che sul ritrovamento han-no tenuto unapprezzata rela-zione pubblicata sullArchivio alla Deputazione di storia pa-tria) ipotizzano che le stesse cronologicamente interessantiun solo decennio, tra il 260 e il270 d.C. siano state occultatein una casa andata incendiata,probabilmente a causa delle de-vastazioni facenti capo, in quelperiodo, alle trib alamanniche(o alemanniche), penetrate inItalia attraverso lodierno Pas-so del Brennero e che dopo es-sere state combattute da Cara-calla nel 215 nel 271 d.C. ri-portarono una netta vittoria,nei pressi di Piacenza, sulletruppe imperiali.

Per la custodia delle moneteritrovate s da tempo pensatoal Museo archeologico dellascuola elementare di Farinidol-mo, idealmente ipotizzando didedicare alle stesse la secondavetrina del Museo in questione.Il Sindaco, per, reclama ope-rosamente, e meritevolmente la restituzione delle monete oraa Parma, ma invano. Altrettan-to dicasi per una loro conserva-zione a Palazzo Farnese. Lastoria di decenni e decenni dispoliazioni, a Piacenza sem-pre nuova e sempre si rinnova.

sf.

ZoccoliPerch gli zoccoli dei cavalli bronzei della Piazza sono ferrati a rovescio? La testa dei chiodi vi-

stosamente rivolta verso lalto, come certo non dovrebbe essere a regola della mascalca. Due leipotesi. Va per la maggiore che i duchi Farnese facessero ferrare i ferri dei cavalli con chiodi dar-gento dalla grossa capocchia. E li volessero messi in quel modo perch i cavalli li perdessero facil-mente, cos chi li trovava poteva tenerseli come un piccolo tesoro.La seconda ipotesi atttribuisce la bizzarra scelta allo scultore Francesco Mochi da Montevarchi.

Convinto di aver fatto unopera perfetta, commise volontariamente lerrore quale atto di umilt. Laperfezione, infatti, appartiene solo a Dio e la superbia un peccato capitale.

da: Cesare Zilocchi, Vocabolarietto di curiosit piacentine, ed. Banca di Piacenza

CURIOSIT PIACENTINE

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BANCA fflalasshh 7giugno 2014

L nelle date va senza accentoPiacenza, l 20 giugno.Milano, l 30 luglio.

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viamo spesso nella corrispon-denza commerciale o degli en-ti pubblici, a volte (come nel-lultimo esempio) con i puntiniprima (per indicare il luogo) edopo (per la data)? Diciamosubito che un errore, perchaccentato. Correttamente ma soltanto in una sparuta mi-noranza di casi si legge senzalaccento dovrebbe essere li.Li la forma antica del pluralemaschile dellarticolo, insom-ma quello che da un paio di se-coli in uso con le forme ie gli.Nei secoli andati liera comune(Chi fuor li maggior tui?,chiede Farinata a Dante), inpoesia fino allOttocento e ol-tre (nel leopardiano Passerosolitario la primavera per licampi esulta). Dunque, scrivendo li 20

giugno intenderemmo iven-ti giorni del mese di giugno,come li 30 luglio starebbeper i 30 giorni di luglio. For-ma vecchia, come ben si vede,ma cristallizzata nei formularicommerciali e burocratici (sipensi alla tenace sopravviven-za della Signoria Vostra!) e ar-ricchita di un accento che lhatrasformata nellincomprensi-bile avverbio di luogo l. Se vo-gliamo essere corretti, dobbia-mo scrivere non l 5 aprile,bens li 5 aprile. Non solo:poich li plurale, non possia-mo usarlo per il primo giornodel mese, che singolare.Quindi, dovremmo scrivere ilprimo gennaio, il 1 gen-naio, l1 gennaio (questul-tima scelta, per, appare subi-to infelice); perch li 1 gen-naio sarebbe come i giorniuno gennaio.La soluzione migliore consi-

ste nel sopprimere questo ar-caismo e quindi usare sempli-cemente la data, senza alcunarticolo. Se proprio si volesseserbarlo, bisognerebbe usarlosolo in espressioni come ilgiorno 20 settembre o, pisemplicemente, il 20 settem-bre. Rifacciamoci, come so-vente opportuno, al Manzo-ni. Nel capitolo I de I promessisposi lAutore scrisse, nellaprima edizione: ai 22 di set-tembre dellanno 1612. Cossemplific nelledizione defi-nitiva: il22 settembre dellan-no 1612.

M. B.

LANGOLO DEL PEDANTE

SIMONETTA CATTANEO E IL NOSTRO BOTTICELLICi hanno portato via tutto, o quasi (specie allepoca del Ducato: unadisgrazia, per noi). Ma la Madonna del Botticelli, no. Anzi, lo Statounitario subentrato nella propriet ai Borbone ce la restitu. Arteficedel miracolo controcorrente, Faustino Perletti (primo Sindaco diPiacenza).Il famoso Tondo conservato al Museo civico stato, cos, studiato

sotto tutti i profili. Ma non che risulti sotto quello della modella ri-tratta. Non ce ne intendiamo, e potremmo anche dire uneresia, ma anoi le sembianze paiono quelle di Simonetta Cattaneo (una delle duecelebri donne di Piombino, laltra era Semiramide Appiani dAragona,imparentata coi Landi, la famiglia che nel suo castello di Bardi posse-dette com noto il nostro Botticelli: non per niente citate entrambe daEnrico Petrucciani e Stefano Pronti nel loro studio raccolto nella pub-blicazione Il tondo di Botticelli e Piacenza, ed., Motta, a cura di A. Giglie D. Gasparotto).Simonetta Cattaneo, dunque, e il nostro Tondo. Le date, non contra-

stano la tesi che avanziamo: Botticelli realizz il dipinto fra il 1470 e l80, secondo autorevole critica; Simo-netta Cattaneo Della Volta una cui sorella uterina aveva sposato un Appiani, Signore di Piombino, della so-praccitata famiglia nacque nel 1453 e mor a 23 anni, di tisi. Fu sepolta nella chiesa di Ognissanti di Firenzee l nel Borgo ove visse volle essere sepolto anche Botticelli, nel 1510, storicamente di certo un ammi-ratore di Simonetta. Ma, del resto, nessuno contraddice pi la tesi che Simonetta non abbia mai posato peril Botticelli, ma che suoi siano i lineamenti impressi nella memoria delle donne di tanti quadri dal maestrodipinti (financo dopo la morte di lei: ad es. La Primavera). Tutti anche a prima vista, possono in ogni casonotare che le donne del Botticelli hanno gli stessi tratti, quelli tradizionalmente della Cattaneo. Quelli del-la nostra Beata Vergine adorante, con San Giovannino, il Bambino.

c.s.f.

IL PONTE GOBBO DI BOBBIO, AMATO COME UN FIGLIO DISCOLOPonte vecchio, Ponte gobbo, Ponte romano, Ponte del diavolo, Ponte diSan Colombano, per i vecchi bobbiesi semplicemente ar pont. ABobbio lo chiamano in tanti modi, ma per tutti insieme alla Trebbia come un figlio discolo, che pi discolo e pi lo si ama perch pi dialtri proprio di questo ha bisogno. E il ponte, nei secoli, insieme allaTrebbia e alle sue piene improvvise, tante davvero ne ha combinate,mettendo a dura prova, coi suoi ricorrenti crolli, anche le finanze del Co-mune (che, ad esempio, gi nel 1655 mettendo i Reggenti previsti dalloStatuto civico al posto del Sindaco erano, pensate un po , esauste co-me oggi, e come oggi cronicamente esauste anche se allora lAutorit lo-cale non poteva mettere le imposte che pu mettere oggi, e tantomenodella stessa proporzionale gravezza). Le vicende di questo figlio disco-lo, dunque, sono raccontate in una pubblicazione (dalla grafica perfet-ta, e inconfondibile; ricca, anche, la documentazione fotografica) che con il contributo della nostra Banca anche questanno Gian Luigi Olmici regala, ed il cui titolo (Quando sorger fu venduto. Storia del PonteVecchio di Bobbio, ipotesi e documenti) tratto da una poesia dellavv.Erminio Malchiodi (1862-1912) riprodotta in appendice assieme, fralaltro, a uno scritto sul ponte di Pietro Verrua, latinista insigne e ricor-dato insegnante, giunto a Bobbio nel 1932.Quanto i bobbiesi abbiano sempre amato, nel corso dei secoli, il loro

ponte (il primo, si calcola che sia stato costruito fra il XIII e il X secolo),lo si vede chiaramente dallo spazio che gli antichi Statuti dedicavano al-la sua cura ed alla sua protezione. E gi nel 1398 vietavano di erigere edi-fici a distanza minore di dodici braccia dal manufatto. Altri temi davvero, anche perch allora le disposizionile si facevano rispettare

c.s.f.

Messaggio promozionale. Condizioni contrattuali sui fogli informativi disponibili nelle dipendenze

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a co

nli

nnov

azio

ne te

cnol

ogic

a. T

refr

onti

su

cu

i oc

corr

e co

nti-

nuam

ente

mig

liora

re.

Com

est

rate

gia

per

noi

occo

rre

non

solo

ven

der

e pr

odot

ti b

anca

-ri

, fa

re c

red

ito

e ge

stir

e ri

-sp

arm

i, m

a an

che

e so

prat

tut-

to o

ffri

re a

per

sone

ed

azi

en-

de

un s

ervi

zio

di c

onsu

lenz

a.V

ivia

mo

in u

n te

mpo

che

pre

-se

nta

oppo

rtun

it

ma

anch

egr

and

i ris

chi.

Paro

la d

ord

ine:

Ex

po 2

015

P

rim

a di

que

sta

nost

ra i

n-te

rvis

ta L

ei

sta

to i

n vi

sita

aun

azi

enda

. Com

e ve

de il

mon

-do

pro

dutt

ivo

piac

enti

no?

Abb

iam

o az

iend

e m

olto

va-

lide,

so

pra

ttu

tto

nel

cam

po

della

mec

cani

ca, m

ecca

tron

ica

e ne

l se

ttor

e ag

roal

imen

tare

,re

alt

gui

date

da

pers

one

che

hann

o un

a gr

ande

pa

ssio

nepe

r li

ntra

pren

dere

e

che

si

stan

no m

isur

ando

con

la s

fida

del

lint

erna

zion

aliz

zazi

one

ela

pert

ura

ai m

erca

ti gl

obal

i.L

econ

omia

mon

dial

e cr

esce

e se

un

azie

nda

ries

ce c

on i

lpr

opri

o pr

odot

to a

inse

rirs

i nel

mer

cato

inte

rnaz

iona

le, h

a ve

-ra

men

te l

a po

ssib

ilit

di

cre-

scer

e. In

que

sto

sfor

zo d

i int

er-

nazi

onal

izza

zion

e no

i co

me

banc

a si

amo

mol

to v

icin

i ag

liim

pren

dito

ri. C

erto

, le

diff

icol

-t

son

o ta

nte

e il

mom

ento

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stag

nazi

one

si f

a se

ntir

e; h

ono

tato

che

con

pas

sion

e e

co-

ragg

io i

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ri im

pren

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ri s

o-no

in g

rado

di s

uper

are

dive

r-si

ost

acol

i. Ti

mid

i s

egna

li di

rip

resa

ci

sono

, an

che

graz

ie

allE

xpo

2015

, ch

e, a

vend

o co

me

suo

cent

ro M

ilano

, a

poc

hi k

m d

idi

stan

za d

a no

i.

In

vis

ta d

el fu

turo

e d

ellE

x-po

201

5 Le

i ch

e co

sa s

ugge

ri-

sce? A

bbia

mo

una

gran

de s

fida

cultu

rale

da

vant

i. D

obbi

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cerc

are

di a

prir

e Pi

acen

za s

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pre

di p

i a

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do, n

on s

olo

impa

rand

o le

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gue

stra

nier

e(in

pri

mis

, li

ngle

se),

ma

met

-te

ndo

pi

in m

ostr

a le

ecc

el-

lenz

e de

l nos

tro

terr

itori

o. P

oi,

occo

rre

raff

orza

re i

leg

ami

tra

il m

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del

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pres

a, l

uni

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rsit

e l

a sc

uola

. La

nos

tra

banc

a ha

sem

pre

sost

enut

o e

sost

iene

tutt

ora

il po

lo u

nive

r-si

tari

o pi

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tino

con

la C

atto

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a e

il Po

litec

nico

. I

giov

ani

che

vi s

tudi

ano

vann

o se

mpr

edi

pi

avv

icin

ati

alla

cul

tura

del l

avor

o.L

Exp

o,

in

part

icol

are,

uno

ppor

tuni

t

che

va

colta

com

e un

a gr

ande

ese

rcita

zion

epe

r tut

ti, d

alle

fam

iglie

alle

im-

pres

e al

le is

tituz

ioni

. Fin

ora

lest

esse

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zion

i, la

no

stra

Banc

a e

le d

iver

se a

ssoc

iazi

oni

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ateg

oria

, sot

to l

unic

a ba

n-di

era

di

Piac

enza

per

Exp

o

ni

t p

er a

ttir

are

a Pi

acen

za t

u-ri

sti e

uom

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don

ne d

aff

ari

inte

ress

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con

osce

re e

a c

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prar

e i p

rodo

tti r

ealiz

zati

dalle

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re a

zien

de lo

cali.

A q

uest

osc

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rre

prep

arar

e de

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even

ti pe

r at

trar

re p

erso

nalit

co

n ef

fett

o di

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oltip

licat

ore

,da

gli i

mpr

endi

tori

ai m

anag

erdi

azi

ende

int

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zion

ali,

che,

se c

onvi

nti

della

val

idit

del

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ro t

erri

tori

o e

dei

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ripr

odot

ti, p

otra

nno

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amen

teai

utar

e lo

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lupp

o ec

onom

ico

delle

nos

tre

azie

nde.

So

no c

onte

nto

che

a gu

idar

equ

esto

lavo

ro d

i squ

adra

ver

solE

xpo

sia

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io a

mic

o Si

lvio

Ferr

ari,

che

ha

dim

ostr

ato

disa

per

coni

ugar

e il

suo

gran

deam

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per

il no

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ter

rito

rio

con

la p

rofe

ssio

nalit

ac

quis

itain

Cat

tolic

a, c

on i

l m

aste

r al

laB

occo

ni

e ne

l m

ond

o d

elle

mul

tinaz

iona

li am

eric

ane.

Ogg

i p

resi

dent

e di

Car

gill

Ital

ia,

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tina

zion

ale

lead

erde

l set

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agr

oalim

enta

re c

onse

de a

Min

neap

olis

, ed

an

che

mem

bro

auto

revo

le

del

laC

omm

issi

one

di

Con

find

u-

stri

a na

zion

ale

per

lE

xpo.

LEx

po p

erci

va

vis

to c

ome

lini

zio

di u

n pe

rcor

so c

he p

upo

rtar

e la

nos

tra

citt

pi

vi

ci-

na a

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ondo

, apr

endo

la a

co-

glie

re

vant

aggi

cu

ltu

rali

edec

onom

ici

sem

pre

pi

impo

r-ta

nti.

La n

ostr

a Ba

nca

pr

onta

a so

sten

ere

dive

rse

iniz

iativ

eec

onom

iche

, fo

rier

e di

ben

es-

sere

e d

i svi

lupp

o pe

r la

nos

tra

com

unit

.

Aprir

e Piac

enza

al m

ondo

A

prir

e P

iace

nza

al m

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,un

a sf

ida

non

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le...

Noi

sia

mo

cara

tter

ialm

ente

rise

rvat

i. A

bbia

mo

valo

ri d

i la-

bori

osit

, cr

eativ

it,

pars

imo-

nia,

m

a a

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si

amo

stat

itr

oppo

pru

dent

i, di

rei t

imid

i, e

non

siam

o ri

usci

ti a

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cono

-sc

ere

la n

ostr

a ci

tt

al d

i fuo

ride

lle m

ura

citt

adin

e. N

on a

ca-

so

Piac

enza

per

Exp

o 20

15

dar

vita

a u

n si

to i

nter

net

incu

i pr

esen

tare

in

vari

e lin

gue

le e

ccel

lenz

e de

l nos

tro

terr

ito-

rio.

Un

prog

etto

di

prim

aria

impo

rtan

za

que

llo c

he P

ia-

cenz

a pe

r Ex

po 2

015

sta

por-

tand

o av

anti

sul f

ront

e de

i col

-le

gam

enti

con

Mila

no; s

empr

ein

chi

ave

ottim

istic

a, o

ccor

reri

cord

are

che

Lina

te

anc

he l

L

ei p

arla

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mol

tipl

icat

o-ri

. C

ome

li d

efin

ireb

be?

Io s

ono

affe

zion

ato

a du

eco

ncet

ti, l

e i

dee

mot

rici

e

im

olti

plic

ator

i.

Mi

spie

go.

Mol

te id

ee s

ono

buon

e, m

a al

-cu

ne d

i ess

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otri

ci

poss

ono

met

tere

in

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una

cate

na

di

azio

ni

con

effe

tto

mol

tiplic

ator

e cr

eand

o va

lore

in s

enso

eco

nom

ico

e cu

ltura

-le

. Fa

ccio

un

esem

pio.

Esi

ste

lass

ocia

zion

e P

iace

ntin

i ne

lm

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co

n se

di i

n di

vers

ena

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i. U

na i

dea

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rice

po-

treb

be e

sser

e qu

ella

di r

ende

repi

in

tens

i e c

oncr

eti i

rap

por-

ti co

n i

piac

entin

i re

side

nti

inqu

esti

Paes

i, in

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o di

cer

ca-

re d

i fa

r co

nosc

ere

vera

men

tePi

acen

za n

el m

ondo

coi

nvol

-ge

ndo

i nos

tri c

onci

ttad

ini a

n-ch

e di

ter

za g

ener

azio

ne (

inge

rgo

eff

etto

cal

amita

).

Ora

ven

go a

i m

oltip

licat

ori.

La

nost

ra

terr

a d

eve

sser

eos

pita

le p

er tu

tti,

ma

se r

ichi

a-m

a pe

rson

e o

cate

gori

e di

per

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ne c

he o

ltre

a vi

sita

re il

terr

i-to

rio,

com

pran

o an

che

prod

ot-

ti no

n so

lo p

er s

m

a an

che

per

le a

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de p

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ui la

vora

no, s

iin

crem

ente

r

leco

nom

ia

con

un

effe

tto

mol

tiplic

ator

e.

Laco

nseg

uenz

a a

uspi

cabi

le d

o-vr

ebbe

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ere:

le

azie

nde

pos-

sono

pro

durr

e di

pi

, ven

dere

di p

i

e qu

indi

cre

scer

e, d

ico

nseg

uenz

e as

sum

ere

pers

o-na

le. E

cco

il cl

assi

co c

iclo

vir

-tu

oso.

Nuo

ve e

nerg

ie

per l

a no

stra

Ban

ca

C

ome

vede

dal

suo

pun

to d

ivi

sta

lem

erge

nza

lavo

ro?

Viv

iam

o te

mpi

che

non

ave

-va

mo

mai

vis

to.

Lo s

cena

rio

econ

omic

o e

soci

ale

odie

rno

ca

ratt

eriz

zato

dal

la

dist

ruzi

o-ne

cre

atri

ce

di s

chum

pete

ria-

na m

emor

ia. L

impa

tto

dell

in-

nova

zion

e e

della

glo

baliz

za-

zion

e su

alc

uni

sett

ori

econ

o-m

ici

co

s f

orte

da

obbl

igar

egl

i im

pren

dito

ri a

far

e ev

olve

-re

rap

idam

ente

le

loro

azi

en-

de,

pena

le

stin

zion

e. L

impe

-ra

tivo

cate

gori

co p

er tu

tti

of-

frir

e ai

clie

nti u

na p

erfo

rman

cem

iglio

re, m

aggi

ore

conv

enie

n-za

o c

osti

pi

cont

enut

i. In

que

sto

nuov

o pa

radi

gma

econ

omic

o, d

a un

lato

non

bi-

sogn

a ne

gare

le

vide

nza,

ma

gn

a fa

re d

i tu

tto

per

dare

co-

ragg

io e

opp

ortu

nit

ai g

iova

-ni

. Nei

pro

ssim

i mes

i anc

he la

nost

ra b

anca

pre

vede

di

assu

-m

ere

giov

ani,

sia

per d

are

a lo

-ro

opp

ortu

nit

di

lavo

ro s

iap

er

dar

e al

la

banc

a nu

ove

ener

gie,

cap

aci

di u

tiliz

zare

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meg

lio le

nuo

ve te

cnol

ogie

.N

oi

non

sare

mo

mai

un

aba

nca

oper

ante

esc

lusi

vam

en-

te i

n in

tern

et.

La t

ecno

logi

ape

r no

i

ance

lla

del r

appo

r-to

per

sona

le. E

il le

gam

e co

n il

terr

itori

o sa

r p

oten

ziat

o se

m-

pre

di p

i. P

er

le n

uove

tec

-no

logi

e po

sson

o da

re u

n im

-pu

lso

impo

rtan

te.

Tutt

o qu

anto

vol

ete

che

gli

uom

ini

facc

iano

a v

oi,

anch

evo

i fa

telo

a l

oro

: Lei

ha

scel

-to

per

la

banc

a un

a m

assi

ma

evan

geli

ca. P

erch

?N

on l

ho p

ropr

iam

ente

sce

l-ta

io. M

i son

o lim

itato

a e

spri

-m

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con

ques

ta m

assi

ma

uno

dei

valo

ri f

onda

nti

e au

tent

ici

della

nos

tra

cultu

ra a

zien

dale

.C

ome

lei s

a qu

esta

mas

sim

a

defin

ita l

a r

egol

a d

oro

e f

apa

rte

del p

atri

mon

io c

ultu

rale

dell

uman

it. V

iver

la

un

im-

pegn

o se

rio

che

prod

uce

frut

tidi

vita

buo

na.

S

iam

o qu

asi

a m

et

2014

.Q

ual

un

suo

aus

pici

o pe

r i

piac

enti

ni?

Con

ri

feri

men

to

a qu

anto

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to p

oca

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sul

nuov

o pa

-ra

dig

ma

econ

omic

o e

soci

ale,

sugg

erir

ei d

i non

dim

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care

che:

il b

enes

sere

, che

ogg

i noi

abbi

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ra, n

on v

a d

ato

per

scon

tato

. Il b

enes

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non

ac

quis

ito,

ma

va p

rote

tto

ecr

eato

ogn

i gio

rno.

Se

noi n

onre

agia

mo

alla

cri

si c

on i

mpe

-gn

o e

in m

anie

ra c

oord

inat

a,po

ssia

mo

corr

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il ri

schi

o ch

eil

bene

sser

e d

imin

uisc

a.

Qua

lcun

o d

ice

anch

e: la

cri

-si

pri

ma

o po

i pas

ser

, cos

ri-

com

ince

rem

o co

me

prim

a. I

nre

alt

, ne

l ve

ntun

esim

o se

co-

lo, n

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iace

ntin

i dov

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o es

-se

re p

i d

ispo

sti

ad a

ccet

tare

e ge

stir

e il

cam

biam

ento

, ad

affr

onta

re l

e fa

tich

e e

i ri

schi

del

la v

ita

con

mag

gior

cor

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gio

e sp

irit

o d

i inn

ovaz

ione

. O

gni

gior

no d

obbi

amo

im-

pegn

arci

sem

pre

di p

i, e

mol

-ti

impr

endi

tori

e p

rofe

ssio

nist

ilo

han

no c

apito

. Se

stai

sed

uto,

gli a

ltri v

anno

ava

nti.

Dav

ide

Mal

ober

ti

Il bene

sser

e che

noi

ogg

i an

cora

viv

iam

o no

n va

dat

o pe

r sco

ntat

o, m

a va

pro

tetto

e c

reat

o og

ni gi

orno

. Se s

tai

sedu

to, g

li al

tri v

anno

ava

nti

Flash152_Flash152 16/06/14 11:30 Pagina 9

BANCA fflalasshh10 giugno 2014

La crisi demografica piacentina e il punto di non ritorno

LE SABINE NON CI SALVEREBBEROIl dibattito sulla cosiddetta rot-tamazione degli anziani conincarichi che richiedono moltaenergia e altrettanto dinamismo,ha richiamato inevitabilmentelattenzione sullinvecchiamentodella popolazione. Con il risul-tato di constatare che non cisono novit di cui rallegrarsi.Sono sempre meno i neonati,tanto che il Bel Paese diventatoil luogo delle culle vuote. Esat-tamente il contrario di quantoaccadeva molto meno di un se-colo fa.Come dicono un po brutal-

mente taluni, produciamo picadaveri che figli. La malattia senzaltro grave e le prognosipronunciate da pi parti appaio-no nefaste. Una crisi demogra-fica del genere, si rileva, puportare addirittura allestinzionedi un popolo. Un gruppo di seriricercatori, dopo uno studiocompiuto per conto di unim-portante compagnia di assicu-razioni, ha sentenziato che stia-mo ballando sulla tolda di unanave che naufraga. Superato ilpunto di non ritorno - si sot-tolinea - la parte pi giovanedella popolazione, anche se de-dicasse tutto le sue forze nel-limpresa e con il fattivo aiutodei pi prolifici immigrati, nonriuscirebbe mai a rilanciare lenuove nascite fino a compensarei decessi. Il preoccupante pun-to viene raggiunto quando gliindividui con meno di venti annisono meno numerosi di coloroche di anni ne hanno pi di ses-santa.Viene spontaneo chiedersi

come stanno le cose a Piacenza.Purtroppo siamo messi peggiodi quello che generalmente cre-diamo. Viviamo in un territorioche mostra di essersi adagiatosu allori passati. Gorreto, adesempio, risulta essere il paesepi vecchio dEuropa. E veroche Gorreto si trova in provinciadi Genova, ma pur sempre inValtrebbia ed appena a due passial di l del nostro confine. In che misura la popolazione

piacentina classificabile an-ziana? Gli esperti di statistichedemografiche spiegano che lin-dice di vecchiaia si ricava divi-dendo il numero delle personecon et dai 65 anni in su conquello dei giovani con et dazero fino a 15 anni. Ebbene, fa-cendo loperazione sui dati del-lultimo censimento (2011) siottiene per la provincia di Pia-cenza un rapporto di 189,0: unindice di vecchiaia cio supe-riore a quello nazionale (148,6)ed anche a quello regionale(169,5). Non favorevole a noineppure il confronto con le sin-

gole province. Rispetto al nostro189,0, lindice di vecchiaia aParma 175,0, a Reggio Emilia182,3, a Cremona 164,5, a Lodi134,7, a Pavia 181,3. Il quadro ci mostra che i tassi

di natalit (numero dei nati ognimille abitanti) vanno gradual-mente scemando. A Piacenza iltasso era di 9,6 nel 2008 ed passato a 9,0 nel 2011. Il valorepi elevato in Regione statoregistrato a Reggio Emilia cheper ha subito un calo da 11,3(2008) a 10,4 (2011); il pi bassoa Ferrara con 7,5. Mezzo secolofa nascevano in media due bam-bini ogni coppia di italiani; oggiinvece abbiamo un figlio o unfiglio e mezzo, statisticamenteparlando, per ogni donna (a Bo-logna anche meno di uno, a Mi-lano si scende ulteriormente).Gli addetti ai lavori affermanoche quando il tasso di natalitsi attesta su certi livelli, tende arimanere tale per decenni. Tuttodipende dagli stili di vita che sivanno affermando, dalle situa-zioni sociali ed anche econo-miche.

Piacenza stata creata pi diduemila anni fa dai coloni ro-mani. Discendiamo dunque, inmodo pi o meno spurio, da co-loro che rapirono le donne sa-bine per popolare la loro cittappena fondata. Ma sarebbe im-possibile imitarli oggi per farefronte alla crisi demografica in-combente, non fosse altro perchdi sabine ne occorrerebberotroppe; come servirebbero po-trebbe aggiungere qualche si-gnora troppi romani con lavigoria del lontano passato. Sen-za contare che entrambe leschiere di soccorritori e soccor-ritrici dovrebbero comunquevedersela con il triste punto dinon ritorno di cui si detto.Nel Piacentino lo scaglione dicoloro che hanno meno di ventianni numericamente quasi lamet di quello che comprendegli ultrasessantenni. Stando agliesperti, in sostanza, la condannaalla pena capitale sarebbe gistata emessa. Tuttavia la spe-ranza di una grazia non muoremai.

Ernesto Leone

LA CIOCCOLATA ROMPE IL DIGIUNO?Ilettori di questo notiziario conoscono gi la questione di cui altitolo. Se n scritto in un articolo dallo stesso titolo su BANCA-flash dellaprile 12. I nostri affezionati lettori sanno anche la dif-ferenza tra digiuno e astinenza (ns. periodico, gennaio 14). Mariprendiamo largomento per luscita con ampio successo, an-che, di stampa della pubblicazione di cui riproduciamo la co-pertina e nella quale lAutore noto biblista, come si sa sotto-linea che nella Chiesa si distinguono due tipi di digiuno, anche:quello naturale (eucaristico o sacramentale) e quello ecclesia-stico. Il primo, consiste nel non mangiare e non bere nulla primadi ricevere la comunione eucaristica. Il secondo, il digiuno chela Chiesa ha regolamentato e che costituisce uno dei cinque pre-cetti (astenersi dal mangiare carne e osservare il digiuno neigiorni stabiliti dalla Chiesa). Nel primo caso scrive il Balzaretti la disciplina sempre

stata rigida, al punto che nei trattati del Seicento si discuteva seil digiuno eucaristico sia interrotto dal fumare tabacco, da fram-menti di cibo che si sono fermati tra i denti e vengono involon-tariamente deglutiti, oppure nel caso in cui inavvertitamente sisia ingoiata una mosca. Come si discuteva aggiungiamo noi se il precetto festivo possa ritenersi osservato nel caso in cui lamessa venga sentita da dietro una colonna della chiesa, o fuoridella chiesa, o nel confessarsi. Nel secondo caso, invece, il digiuno scrive sempre lillustre

biblista collegato anche allobbligo dellastinenza, perci si discute se uova, o burro o formaggiolo interrompano. Per questo digiuno ecclesiastico vale il principio liquidum non frangit, cio la bevan-da non interrompe il digiuno. Ed in tale contesto conclude in punto la pubblicazione in rassegna che si pone la disputa sulla cioccolata (al femminile; il cioccolato al maschile, quello solido).Di questa disputa e dei suoi risvolti morali, il Balzaretti nel suo intelligente (e interessante) volu-

metto riferisce in termini nello stesso tempo precisi e non grevi. Noi non possiamo qui riferirne perragioni di spazio, rimandando giocoforza gli interessati alla lettura della pubblicazione in rassegna(che spazia su pi secoli, dalla scoperta del cacao in una con quella del Nuovo mondo, in avanti).Diremo solo, per concludere, che a proposito del digiuno eucaristico il vigente Codice di diritto ca-nonico stabilisce, in tutta chiarezza, che il digiuno non interrotto dallacqua e dai medicinali (e quin-di, invece interrotto dalla cioccolata, se ne deve dedurre). Negli stessi esatti termini il (celebre, e pre-zioso) prontuario di morale cattolica di p. Teodoro da Torre del Greco o.f.m. Cap. (Teologia morale,ed. Paoline).

Corrado Sforza Fogliani

MEDICINA VETERINARIA

Giovanni Sali un clinico echirurgo veterinario a tuttiben noto. A Piacenza, ma nonsolo. Lo prova questa sua pub-blicazione, edita dalla autore-vole Fondazione Iniziative Zoo-profilattiche e Zootecniche diBrescia, che spazia su ogni set-tore interessato, dalla storiadella medicina veterinaria sinoal Corpo veterinario militare(uneccellenza italiana). Ilvolume appropriatamente il-lustrato da Renato Vermi.

Flash152_Flash152 16/06/14 11:30 Pagina 10

BANCA fflalasshh 11giugno 2014

IL CARDINALE CORNELIO MUSSOILLUSTRE PIACENTINO SEPOLTO A ROMA

Il cognome Mussi, o Musso, noto ai pi soprattutto perGiovanni, famoso storiografoautore di una cronaca piacentinache giunge fino allanno 1400,e fu pubblicata dal Muratori.Cognome importante e antico,documentato gi in un atto del1132, (AA.VV. Le antiche famigliedi Piacenza e i loro stemmi,TEP 1979). Grande stata lasorpresa di trovare, nel chiostrodella Basilica dei SS. Apostoliin Roma, una lapide con il nomeCornelio Musso. Ho cercato disaperne di pi. Nella stessa fontea pag. 302 si legge: Cornelio, ilpersonaggio pi insigne dellafamiglia. Nato nel 1511 e bat-tezzato col nome di Nicol (cam-bi poi il nome in Cornelio, inmemoria della madre CorneliaVolpe Landi allatto della ve-stizione dellabito dei MinoriConventuali), fu letterato, teo-logo, predicatore facondo e ce-lebrato, e pubblic varie opereteologiche e di sacra oratoria.Vescovo di Forlimpopoli e di Bi-tonto, partecip al Concilio diTrento pronunciando lorazioneinaugurale; successivamente funominato nunzio in Germania;mor a Roma nel 1574 lasciandoerede il nipote Gioseffo.Tutto questo ha riscontro nella

ricca iscrizione della lapide.Essa racchiusa in una eleganteedicola a muro, di puro stiletardo rinascimentale fedele allatrattatistica del tempo: in bassotra due eleganti mensole pre-sente uno stemma, ai lati duesobrie paraste sorreggono il tim-pano centinato che conclude inalto la composizione. Sopra li-scrizione in solenni lettere ca-pitali, un ovale con il busto deldefunto reca ancora tracce dipolicromia.Notizie del Nostro si trovano

anche in Dizionario BiograficoPiacentino di Luigi Mensi (Pia-cenza, tip. Del Maino 1899)ripubblicato in stampa anastaticadalla Banca di Piacenza nel 1978con una premessa dellavvocatoCorrado Sforza Fogliani, moltolodevole iniziativa della Bancasempre attenta a valorizzare ilnostro patrimonio. Nel Mensi silegge: ...si fece ammirare perla sua eloquenza e sapienza,tanto che il papa Paolo III (Far-nese) lo volle sempre presso dis...; fu Nunzio ed Ambasciatoreper il pontefice Pio IV (Caraffa)in Germania ... depose la suaspoglia terrena in Roma...in suoonore furono coniate quattromedaglie... il Poggiali da lelencodella lunga serie delle opere,che ha pubblicate, molte dellequali furono tradotte in pi lin-gue. E ancora: nella Chiesa

di San Francesco in Piacenza,si ammira il suo ritratto coniscrizione onoraria del sec.XVIII. A Roma la lapide mu-rata allinizio del secondo chio-stro della Basilica dei SS. Apo-stoli, allora cortile del gran pa-lazzo della Rovere. in buonacompagnia il Nostro: quasi difronte un monumento a paretericorda Michelangelo Buonar-roti, l sepolto prima che Firenzene richiedesse le spoglie (orariposa con i grandi in SantaCroce). L accanto unaltra lapidericorda il Cardinal Bessarione,insigne umanista, studioso e di-vulgatore dellopera di Platone,

finissimo diplomatico, ammiratoe protetto da papa Sisto IV dellaRovere.La Basilica dei SS. Apostoli

(Giacomo e Filippo) sorge a Romanella piazza omonima, a metstrada fra Piazza Venezia e ilcolle del Quirinale. E chiesa difondazione antichissima; erettaprobabilmente da papa Pelagio Inellanno 560 in memoria dellacacciata dei Goti, fu poi restauratasotto i due papi della Rovere, inparticolare da Sisto IV (1471-1484) che l accanto fece erigereil suo magnifico palazzo ricco didue cortili con belle colonne io-niche, e fece costruire anche le-legante porticato antistante lafacciata della Basilica, che con-serva in solenni monumenti fu-nerari le memorie del casato.Sul soffitto della navata cen-

trale spicca Il trionfo dellOrdinefrancescano, ottimo esempiodi pittura secentesca, opera delpittore genovese Giovan BattistaGaulli detto il Baciccia, famo-sissimo in Roma per lo straor-dinario soffitto della Chiesa delGes (1672-83), una delle piperfette espressioni del trion-fante barocco romano.Dunque fu basilica france-

scana: non ci stupisca allora seproprio l troviamo memoria delminorita Cornelio Musso, pia-centino famosissimo.

Mimma Berzolla

1771/81 - Von Riesch Wolfgang Von Riesch arriv a Piacenza dopo la caduta del mi-

nistero di Guglielmo Du Tillot (1771) e prima del 1781, anno dipubblicazione delle sue Observations faites pendant un voyageen Italie.

Von Riesch osserva la grande fertilit delle campagne, coltiva-te in prevalenza a miglio e a frumento. In citt prospera lin