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A P P E N D I C I Le norme EN ISO sulle piastrelle ceramiche - I metodi di prova Le norme EN ISO sulle piastrelle ceramiche - I requisiti Il Marchio UNI Le classi di scelta Il Centro Ceramico di Bologna La Camera Arbitrale Ceramica Statuto e Regolamento 1 2 3 4 5 6

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A P P E N D I C I

Le norme EN ISO sulle piastrelleceramiche - I metodi di prova

Le norme EN ISO sulle piastrelleceramiche - I requisiti

Il Marchio UNI

Le classi di scelta

Il Centro Ceramico di Bologna

La Camera Arbitrale CeramicaStatuto e Regolamento

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Le norme EN ISO sulle piastrelle ceramiche - I metodi di prova

EN ISO 10545 - Parte 1

Piastrelle ceramiche

Campionamento e criteri di accettazione

❏ Questa norma si applica a piastrelle diceramica non posate. In essa vengono sta-bilite le regole per la composizione del lot-to di campionamento.❏ Il lotto deve essere formato da piastrelleprodotte in condizioni e con proprietà chesi presumono uniformi. Pertanto ogni con-segna, cioè ogni quantità di piastrelle con-segnate nel periodo di due giorni, deveessere divisa in sottoconsegne che si pre-sume siano omogenee e che pertanto pos-sono formare partite di controllo.❏ Il numero dei lotti da destinare al con-trollo e delle proprietà da controllare èoggetto di accordo tra fornitore e commit-tente, così come la scelta del luogo in cuieffettuare il campionamento.❏ La campionatura si effettua prelevandoa caso campioni della partita di controllo.Generalmente si prendono due campioni.Ogni campione deve essere impacchetta-to, sigillato e contrassegnato.❏ Per ogni proprietà è prevista una �di-mensione della campionatura� ovvero ilnumero minimo di piastrelle da controlla-re secondo quanto esposto in apposita ta-bella, la quale fornisce anche i criteri diaccettazione o non accettazione.❏ Le prove sulle piastrelle della campiona-tura devono essere effettuate secondo i me-todi specificati nelle corrispondenti norme.

Rispetto alla precedente Norma Europea(EN 163) è stato modificato il prospetto ri-portante criteri di accettazione e di rifiutoper tenere conto:❏ dei nuovi metodi di prova aggiunti e delmetodo eliminato;❏ delle modifiche apportate ai requisiti diprodotto: per tutti i requisiti non obbliga-tori ma che devono essere dichiarati dalproduttore, nel prospetto si specifica che

il criterio di accettazione o rifiuto dipendedalla conformità o meno alla dichiarazio-ne del produttore.

EN ISO 10545 Parte 2

Determinazione delle caratteristiche dimen-

sionali e di aspetto

❏ Metodo applicabile a tutte le piastrelledi ceramica.❏ Per tutte le misure occorrono 10 piastrel-le intere.❏ La strumentazione consiste in calibri acursore, micrometri comparatori, piastre dicalibrazione o altri strumenti appropriati.Le piastrelle aventi superficie inferiore a 4cm2 sono escluse da tutte le misure trannequella dello spessore.

Misure (Fig. 1)❏ Misura di lunghezza e larghezza - Ognilato delle piastrelle deve essere misurato a5 mm di distanza dagli spigoli. La dimen-sione media di una piastrella quadrata èdata dalla media di 4 misure e la dimen-sione media del campione è data dallamedia di 40 misure.La lunghezza e la larghezza media di unapiastrella rettangolare sono date dalla me-dia delle misure di due lati opposti, quin-di la lunghezza e la larghezza media delcampione risultano dalla media di 20 mi-sure per ciascuna dimensione.❏ Misura dello spessore - Dopo avere trac-ciato le due diagonali, lo spessore è misu-rato nel punto più spesso lungo ognuno deiquattro segmenti ottenuti. Nel caso di pia-strelle estruse vengono tracciate quattrorette perpendicolari alla direzione diestrusione e si misura lo spessore nel pun-to più spesso di ciascuna retta.❏ Misura di rettilineità degli spigoli - Alcentro di ogni spigolo di ogni singola pia-strella viene misurata la deviazione dallarettilineità dello spigolo stesso.

❏ Misura di ortogonalità - Viene misuratala deviazione o dell�angolo esterno dellospigolo delle piastrelle (a 5 mm dall�ango-lo) dal bordo interno della piastra dicalibrazione. La deviazione dall�ortogo-nalità è data percentualmente dalla formu-la: δδδδδ/L.100, dove è L = lunghezza dello spi-golo adiacente della piastrella.❏ Misure di planarità - La planarità vienedefinita dalle 3 misure riportate di seguitoche, nel caso di piastrelle aventi dimensio-ni inferiori a 40x40 mm sono effettuate conregoli metallici dritti e spessimetri a lamina.� Curvatura del centro: è lo spostamento delcentro della piastrella dal piano individua-to da 3 dei 4 angoli. Per ogni piastrella sieffettuano 4 misure. La massima curvatu-ra del centro viene espressa in mm o inpercentuale relativa alla diagonale calcola-ta in base alle dimensioni di fabbricazione.� Curvatura dello spigolo: è lo spostamentodel centro dello spigolo di una piastrelladal piano in cui giacciono 3 dei 4 angoli.La massima curvatura dello spigolo vie-ne espressa in mm o in percentuale rela-tiva alla corrispondente dimensione difabbricazione.� Svergolatura: spostamento del quarto an-golo di una piastrella dal piano in cui giac-ciono gli altri tre.La svergolatura massima viene espressain mm oppure in percentuale relativa alladiagonale calcolata in base alla dimen-sione di fabbricazione.❏ Qualità della superficie - Per la valu-tazione occorre una superficie di alme-no 1 m2 e un minimo di 25 piastrelle. Lepiastrelle devono essere opportunamen-te poste sotto una sorgente luminosa diintensità pari a 300 lux e osservate a oc-chio nudo dalla distanza di 1 metro. Laqualità della superficie si esprime comepercentuale di piastrelle senza difetti.Effetti intenzionali nella superficie nondevono essere considerati difetti (riferir-

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L

Ortogonalità Rettilineità degli spigoli

Deviazione dall’ortogonalità: δ/L Deviazione dalla rettilineità: c/L

Dimensioni di fabbricazione

L

D

Curvatura del centro

+δ -δ +c -c

+∆c -∆c

Curvatura del centro: ∆c/D

Curvatura dello spigolo Svergolamento

Curvatura dello spigolo: ∆b/L Svergolamento: ∆s/D

si al paragrafo corrispondente della nor-ma di prodotto); fratture, scagliature dibordi e di angoli non possono essere con-siderati difetti intenzionali.

EN ISO 10545 Parte 3

Determinazione di assorbimento d’acqua,

porosità apparente, densità relativa apparen-

te e peso dell’unità di volume

❏ Metodo applicabile a tutte le piastrelledi ceramica.❏ La prova deve essere effettuata su 10 pia-strelle intere, se la superficie di ogni pia-strella è inferiore a 0,04 m2; se invece è su-periore ne bastano 5. Comunque ogni cam-pione di prova deve raggiungere un pesoalmeno pari a 50 g.❏ Dopo avere portato le piastrelle a pesocostante mediante essiccamento, questevengono pesate con una precisione legataal peso della singola piastrella. Le piastrellevengono poi collocate nell�apposito reci-piente per la bollitura, contenente acquadistillata o deionizzata, senza che tocchi-no il fondo ed in modo che risultino com-pletamente immerse. Si mantiene l�ebolli-zione per 2 h e quindi si lasciano raffred-dare le piastrelle per 4 h sempre completa-mente immerse. Tolte le piastrelle dal reci-piente si asporta l�acqua in eccesso con unapelle di camoscio; le piastrelle vengonosuccessivamente pesate con la stessa pre-cisione usata per la determinazione delpeso secco.❏ L�assorbimento d�acqua espresso in per-centuale rispetto al peso del materiale sec-co è dato dalla formula:

[(m2- m1) .100]/ m1

dove:m1 = peso della piastrella seccam2 = peso della piastrella bagnata.L�assorbimento d�acqua medio del campio-ne è fornito dalla media aritmetica dei sin-goli risultati; i risultati devono essere ap-

prossimati alla prima cifra decimale.La determinazione dell�assorbimento d�ac-qua, necessaria per l�attribuzione del grup-po di prodotto, è quindi rimasta uguale aquella prevista dalle Norme Europee (EN99); sono state aggiunte anche altre carat-teristiche per le quali non esiste alcun re-quisito (cioè non sono citate nelle parti re-lative ai requisiti di prodotto) ma che pos-sono essere utili ai fini di una più appro-fondita caratterizzazione della strutturadella massa ceramica costituente le pia-strelle: per queste si fa ricorso all�impre-gnazione con acqua ad una pressione resi-dua di 100 ± 1 kPa per 30 min.

EN ISO 10545 Parte 4

Determinazione del modulo di rottura e del

carico di rottura

❏ Metodo applicabile a tutte le piastrelledi ceramica.❏ La prova deve essere effettuata su pia-strelle intere il cui numero dipende dalledimensioni delle piastrelle stesse (Tab. 1).Solo nel caso di piastrelle eccezionalmen-te grandi o, comunque, aventi forme talida non poter essere introdotte nell�appa-recchio, queste possono essere tagliate.❏ La piastrella viene appoggiata su duerulli con la superficie di esercizio verso l�al-to (Fig. 2), in modo che essa sporga di una

Fig. 1 - Schema

delle caratteristiche

dimensionali.

+∆b -∆b +∆s -∆s

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distanza l verso l�esterno di ciascun rullo.Il carico è applicato in modo uniforme econ incremento costante (1 N/mm2 s) me-diante un terzo rullo a contatto con la su-perficie di esercizio lungo la mezzeria. Lepiastrelle estruse devono essere disposte inmodo che la direzione di estrusione siaperpendicolare ai rulli. Nel caso di piastrel-le rettangolari il lato maggiore deve essereperpendicolare ai rulli.❏ La resistenza a flessione (o modulo dirottura a flessione) σ, espressa in N/mm2,è data dalla formula

σ =3FL

2

2bhdove:F = carico richiesto per rompere la piastrel-la (N)L = distanza interassiale dei rulli di sup-porto (mm)b = larghezza delle piastrella in corrispon-denza della sezione di rottura (mm)

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Dimensione della piastrella(mm)

≥ 95

< 95 ≥ 48

< 48 ≥ 18

Diametro del rullo, d(mm)

20

10

5

Spessore della gomma, t(mm)

5

2,5

1

Distanza fra i punti di appoggioe l’estremità della piastrella, l

(mm)

10

5

2

Numero minimo di piastrelledi prova

7

7

10

Tab. 1 - Parametri

strumentali per la

misura della

resistenza a

flessione, in

funzione del

formato delle

piastrelle.

h = spessore minimo della sezione di rot-tura (mm)La resistenza a flessione media del campio-ne è fornita dalla media aritmetica dei sin-goli risultati.

Il metodo di prova rimane invariato rispet-to a quello descritto nelle precedenti Nor-me Europee (EN 100: il cosiddetto �meto-do a tre punti�). È stata introdotta un�im-portante modifica: nel rapporto di provasi deve riportare non solo la forza F neces-saria a rompere il campione e il modulo dirottura a flessione, ma anche il �carico dirottura calcolato S�. Infatti la resistenza aflessione σ è un parametro senza dubbioimportante, però si riferisce ad una carat-teristica intrinseca del materiale ceramico:in termini fisici, essa rappresenta un lavo-ro per unità di volume, valore che, pur es-sendo utile per il progettista, non dà infor-mazioni sul carico massimo a cui può resi-stere una piastrella Quest�ultimo parame-tro dipende dalle dimensioni della piastrel-la: infatti, a parità di assorbimento d�acqua(e quindi di caratteristiche intrinseche delmateriale) il valore del modulo di rotturaa flessione σ è lo stesso, però la forza F ri-chiesta per rompere il campione varia infunzione delle dimensioni del campionestesso. Ne consegue che occorrerebbe sta-bilire, all�interno dello stesso gruppo cosìcome definito nella norma di prodotto, re-quisiti diversi a seconda del formato dellapiastrella (cosa praticamente impossibile).Si è pertanto deciso di introdurre un �cari-co di rottura calcolato S�, ottenuto molti-

plicando il valore F della forza (letto sullostrumento) per il rapporto fra L (distanzafra i rulli di supporto) e b (lunghezza delcampione di prova). In questo modo è pos-sibile ottenere un valore del carico che èindipendente dal formato e per il quale èpossibile definire un valore-limite (requi-sito) nella norma di prodotto.

EN ISO 10545 Parte 5

Determinazione della resistenza all’urto me-

diante misura del coefficiente di restituzione

❏ Metodo applicabile a tutte le piastrelledi ceramica.❏ La prova deve essere eseguita su alme-no cinque campioni aventi dimensioni 75mm x 75 mm, ricavati per taglio dalle pia-strelle. I campioni di prova sono applicati,mediante adesivo rigido in resina epos-sidica, a blocchi di conglomerato 75 mm x75 mm x 50 mm opportunamente preparati.❏ L�apparecchiatura di prova (Fig. 3) sicompone di:� una sfera di acciaio di diametro pari a(19+0,05) mm;� un dispositivo munito di un elettroma-gnete, ed un cilindro guida per far caderela sfera al centro del campione di provaposizionato su un supporto rigido;� un dispositivo elettronico (opzionale) ingrado di misurare l�intervallo di tempo trail primo ed il secondo impatto quando lasfera viene lasciata cadere sulla superficiedel campione di prova.❏ Il campione viene posizionato orizzon-talmente sullo strumento con la superficiesotto l�elettromagnete in modo che la sfe-

Fig. 2 - Schema di

carico per la

misura della

resistenz<a a

flessione

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le abrasivo. Il procedimento deve essereeseguito su ogni campione in almeno duezone diverse disposte ad angolo retto.❏ La resistenza all�abrasione profonda èdata dell�espressione:

V =

πα180

−sen α

2hd8

dove:V = volume di materiale rimosso (mm3)sen α/2 = l/d

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ra cadendo dall�altezza di 1 m lo colpiscain corrispondenza del centro. Viene misu-rata l�altezza del rimbalzo o, in alternati-va, l�intervallo di tempo tra due successivirimbalzi. Eventuali danneggiamenti visi-bili da 1 m di distanza devono essere an-notati anche se non concorrono alla classi-ficazione delle piastrelle.❏ Il coefficiente di restituzione (e) vienecalcolato con formule diverse a seconda deltipo di misura scelto (tempo o altezza).

La prova è raccomandata per piastrelledestinate ad ambienti nei quali la resisten-za all�urto è ritenuta essere di particolareimportanza. Un valore di coefficiente direstituzione pari a 0,55 è considerato suf-ficiente per normali impieghi a basso livel-lo di sollecitazione; valori più alti sono ri-chiesti nel caso di sollecitazioni previstepiù gravose.

EN ISO 10545 Parte 6

Determinazione della resistenza all’abrasione

profonda - Piastrelle non smaltate

❏ Metodo applicabile a tutte le piastrelledi ceramica non smaltate.❏ La prova deve essere effettuata su pia-strelle intere o su campioni di adeguatedimensioni; ne occorrono almeno 5 pertipo.❏ L�apparecchio usato, schematicamenteillustrato in Fig. 4, è costituito da un discorotante di materiale e dimensioni standar-dizzate, da una tramoggia munita di undispositivo per l�alimentazione del mate-riale abrasivo e da un supporto per ilcampione.❏ Il campione viene posto sullo strumentoin modo che risulti tangente al disco rotan-te e assicurandosi che l�alimentazione delmateriale abrasivo sia uniforme (100 g/100giri).Dopo 150 giri del disco rotante si misurala corda dell�impronta lasciata dal materia-

d = diametro del disco rotante (mm)h = spessore del disco rotante (mm)l = lunghezza della corda (mm)α = angolo al centro del disco sotteso allacorda (gradi)

Il metodo di prova e l�espressione dei ri-sultati sono uguali a quelli riportati nelleprecedenti Norme Europee (EN 102). È sta-ta apportata solo una modifica per quantoriguarda il materiale da usare per la cali-

Fig. 3 - Schema del

sistema di misura

del coefficiente di

restituzione.Elettromagnete

Biglia di acciaio

1 mTubo guida

Rilevatore

Apparecchioper misurare

il tempo

Vite di livello

Piastrella

Adesivo a basedi resine epossidiche

Blocco di calcestruzzo

Dispositivo difissaggio

210

A P P E N D I C E 1

brazione dello strumento: al posto del�Granito Austriaco Standard� (materialenaturale di difficile reperibilità e con ca-ratteristiche composizionali non ben defi-nite) si è deciso di indicare come standardprimario un materiale sintetico, silice fusatrasparente, le cui proprietà chimiche e fi-siche sono ben note e definite. La proce-dura di taratura rimane invariata

EN ISO 10545 Parte 7

Determinazione della resistenza all’abrasione

superficiale delle piastrelle smaltate

❏ Metodo applicabile a tutte le piastrelledi ceramica smaltate da pavimento.❏ L�apparecchiatura di prova è illustratoin Fig. 5.

classificazione:❏ è stata introdotta una �classe zero�: lepiastrelle, per poter essere utilizzate nelrivestimento di pavimenti, devono alme-no resistere (cioè non mostrare segni diabrasione) a 100 giri; altrimenti sono daconsiderarsi piastrelle da pareti;❏ è stato ridotto il numero di stadi per ogniclasse di abrasione: ciò va nel senso di sem-plificare la procedura di prova, pur senzaprivarla di significatività;❏ è stata aggiunta la �classe 5� di resisten-za, per differenziare in modo adeguato inuovi tipi di prodotti che vengono usual-mente denominati �ad alta resistenza�.Nella definizione di questa nuova classe diresistenza si è ritenuto che la sola resisten-za all�abrasione non fosse sufficiente, spe-cie in considerazione delle severe condizio-ni di esercizio cui queste piastrelle pote-vano essere sottoposte: nella pratica è ne-cessario che una buona resistenza mecca-nica della superficie sia abbinata ad unabuona resistenza alle macchie.

Fig. 4 - Schema di

abrasimetro per la

misura della

resistenza all�abra-

sione delle

piastrelle non

smaltate.

❏ La carica abrasiva è costituita da sfered�acciaio di diametri diversi, ossido d�al-luminio bianco F80 e acqua.❏ La prova deve essere eseguita su undicicampioni aventi dimensioni 100 mm x 100mm, ricavati per taglio dalle piastrelle inmodo tale da includere i diversi colori e ledecorazioni eventualmente presenti sullasuperficie di esercizio.❏ Il numero di giri per ogni stadio di abra-sione è: 100, 150, 600, 750, 1500, 2100, 6000e 12000.❏ Dopo l�abrasione i campioni vengono ri-sciacquati, essiccati e quindi posti sottouna sorgente luminosa (Fig. 6) in grado il-luminare la superficie dei campioni conuna intensità luminosa pari a 300 lux: sistabilisce che un campione di prova nonha resistito ad un certo stadio di abrasionequando la zona sottoposta ad usura è net-tamente distinguibile. Lo schema di clas-sificazione è riportato in Tab. 2. Le piastrel-le che superano lo stadio di 12000 giri diabrasione e la cui superficie abrasa risultapulibile se sottoposta alla prova di resisten-za alle macchie secondo EN ISO 10545 Par-te 14, sono considerate di classe 5.

È stato scelto il metodo di prova �ad umi-do� (il cosiddetto �metodo PEI�) descrittonella precedente norma UNI EN 154; per-tanto scompare il metodo a secco (il co-siddetto MCC). Sono state apportate alcu-ne modifiche, in senso migliorativo, al si-stema di osservazione: i campioni da os-servare vanno collocati in un box di 61 cmdi lato (Fig. 6), verniciato internamente digrigio neutro (per evitare indesiderati ef-fetti di riflessione); la sorgente luminosa,con temperatura di colore compresa fra6000 e 6500 K (la temperatura è legata allalunghezza d�onda, e quindi al colore dellaluce) deve essere schermata e si devonoavere 300 lux sul campione da osservare.Le modifiche più importanti riguardano la

Fig. 5 - Schema di

abrasimetro per la

misura della

resistenza all�abra-

sione delle

piastrelle smaltate

)metodo PEI).

1. Morsetto

portacampioni

2. Vite di bloccaggio

3. Campione di prova

4. Valvola

5. Tramoggia per

materiale abrasivo

6. Imbuto a flusso

uniforme

7. Disco d�acciaio

8. Contrappeso

211

caso di piastrelle estruse il provino deveessere ricavato nel senso della direzione diestrusione.❏ I provini vengono ricotti in forno a550 °C e quindi riportati a temperaturaambiente.❏ La lunghezza di ciascun provino è de-terminata con un micrometro facendo ri-ferimento a barre di invar di opportunedimensioni. Questa misura è ripetuta duevolte a distanza di 3 h.❏ Si immergono i provini in acqua bollen-te per 24 h assicurandosi che il livello del-l�acqua li superi di 5 cm in altezza e chenon si tocchino tra loro.❏ Estratti i provini dall�acqua si lascianoraffreddare per 1 h e quindi se ne misurala lunghezza due volte a distanza di 3 h.❏ L�espansione in vapore espressa in mm/mè data dalla formula:

lL

• 100

dove:l = differenza tra la media delle misure ese-

Per questo si è tenuto conto sia delle inno-vazioni di prodotto (produzione di mate-riali �tecnici�, ad elevata resistenza super-ficiale) sia delle esigenze del consumato-re, che richiede non solo l�assenza di de-grado estetico, ma anche la caratteristicafunzionale della pulibilità (intesa come fa-cilità di rimozione della macchia), e quin-di di igienizzazione.

EN ISO 10545 - Parte 8

Piastrelle ceramiche

Determinazione della dilatazione termica

lineare

❏ Metodo applicabile a tutte le piastrelledi ceramica.❏ Per l�esecuzione della prova devono es-sere tagliati due campioni perpendicolar-mente nella zona centrale di una piastrel-la. La lunghezza dei campioni deve essereadatta allo strumento di misura; l�area del-la sezione trasversale deve essere maggio-re di 10 mm2 ed ogni lato della sezione stes-sa deve avere lunghezza inferiore a 6 mm.Nel caso di piastrelle smaltate, lo smaltodeve essere asportato.❏ Dopo avere essiccato i campioni se nemisura la lunghezza a temperatura am-biente con calibri a cursore.Ciascun campione di prova viene posto inun apparecchio capace di elevare la tem-peratura di 5 °C/min. All�inizio e duranteil riscaldamento misurare la lunghezza delcampione.❏ Il coefficiente di dilatazione termica linea-re (α) viene espresso alla prima cifra deci-male x 10-6 per grado Celsius dalla formula:

α =

1

0L•

∆L∆t

dove:Lo = lunghezza del campione a temperatu-ra ambiente∆L = aumento di lunghezza del campionedi prova∆t = incremento di temperatura

A P P E N D I C E 1

Stadio di abrasione:danneggiamento visibile (giri)

100

150

600

750, 1500

2100, 6000, 12000

> 12000(1)

Classe

0

1

2

3

4

5

(1) Devono superare la prova prevista dalla ISO 10545-14 per la resi-stenza alle macchie.

Tab. 2 - Classifica-

zione della

resistenza all�abra-

sione delle

piastrelle smaltate

(metodo PEI).

40°

2 m

1,6

5 m

Fig. 6 - Condizioni

di osservazione

degli effetti di

abrasione per

piastrelle smaltate

(metodo PEI).

EN ISO 10545 - Parte 9

Piastrelle ceramiche

Determinazione della resistenza agli sbalzi

termici

❏ Metodo applicabile a tutte le piastrelle ce-ramiche in condizioni normali di impiego.❏ La prova deve essere effettuata su alme-no 5 campioni esenti da difetti all�iniziodella prova.❏ Il procedimento consiste nel fare subirealle piastrelle di prova 10 cicli termici trala temperatura dell�acqua fredda ed unatemperatura leggermente superiore a quel-la dell�acqua bollente, generalmente tra 15°C e 145 °C. Nel caso di piastrelle aventiassorbimento d�acqua non superiore al10% la temperatura più bassa viene rag-giunta mediante immersione completa del-le piastrelle in un bagno non coperto in cuila temperatura dell�acqua è 15 °C. Nel casodi piastrelle con assorbimento d�acqua su-periore al 10% il bagno d�acqua deve esse-re coperto con una piastra di alluminiosulla quale viene posto uno strato di granidi alluminio; la superficie smaltata dellepiastrelle deve esser posta a contatto conlo strato.❏ In entrambi i casi, dopo 5 minuti a bassatemperatura, i campioni devono essere col-locati in stufa a 145 °C per circa 20 minutie quindi riportati immediatamente allecondizioni di bassa temperatura.❏ Al termine dei 10 cicli i campioni sonoesaminati visivamente per individuare laformazione di difetti.

EN ISO 10545 - Parte 10

Piastrelle ceramiche

Determinazione dell’espansione in vapore

❏ Metodo di prova applicabile a tutte lepiastrelle di ceramica.❏ Per effettuare la prova occorrono 7 pia-strelle intere. Dal centro di ognuna vienetagliato un provino avente lunghezza mas-sima 10 cm e larghezza minima 3,5 cm. Nel

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A P P E N D I C E 1

EN ISO 10545 - Parte 12

Piastrelle ceramiche

Determinazione della resistenza al gelo

❐ Metodo applicabile a tutte le piastrelledi ceramica che devono essere utilizzate incondizioni di gelo in presenza d�acqua.❐ La prova deve essere effettuata su unasuperficie minima pari a 0,25 m2 e non menodi 10 piastrelle intere esenti da difetti.❐ Dopo essiccamento fino a peso costantele piastrelle sono collocate in un conteni-tore in cui viene effettuato il vuoto fino aduna pressione di (60 ± 4) kPa al di sotto del-la pressione atmosferica e quindi immessaacqua mantenendo la depressione per 15minuti prima di ripristinare la pressioneatmosferica.In questo modo si determina l�assorbimen-to d�acqua iniziale (prima dei cicli di geloe disgelo) dato da:

E1 = [(m2 - m1)/m1].100

dove:m1 = peso della piastrella essiccata;m2 = peso della piastrella imbevuta d�acqua.❐ Tutte le piastrelle vengono collocate inuna cella climatica in cui il controllo dellatemperatura viene effettuato, quando pos-sibile, inserendo una termocoppia in unforo praticato in una piastrella rappresen-tativa del campione esaminato.Il ciclo di gelo e disgelo si articola nelleseguenti fasi:� raffreddamento delle piastrelle fino a - 5°C con velocità di 20 °C/h;� permanenza a - 5 °C per 15 minuti;� introduzione di acqua a (20 ± 5) °C perportare le piastrelle a + 5 °C;� permanenza a + 5 °C per 15 minuti.Il ciclo descritto deve essere ripetuto perun minimo di 100 volte al termine dellequali i campioni vengono pesati (m3), quin-di essiccati fino a peso costante (m4) ed esa-minati visivamente.❐ Viene calcolato l�assorbimento d�acqua

Fig. 7 - Differenti

tipologie di cavillo.

guite dopo il trattamento con acqua bollen-te e la media delle misure eseguite prima(mm)L = lunghezza iniziale (mm)

EN ISO 10545 - Parte 11

Piastrelle ceramiche

Determinazione della resistenza al cavillo per

piastrelle smaltate

❐ Metodo applicabile a tutte le piastrelledi ceramica smaltate ad eccezione di quel-le in cui il cavillo è una caratteristica in-trinseca del prodotto.❐ La prova viene effettuata su almeno 5piastrelle intere che, solo se eccezionalmen-te grandi, possono essere tagliate; all�ini-zio della prova tutti i campioni devonoessere esenti da cavillo.

❐ Posti i campioni in autoclave, la pressio-ne è aumentata gradualmente fino a 500kPa (t = 159 °C) e mantenuta a tale valoreper 2 h.Dopo avere fatto diminuire la pressione ilpiù velocemente possibile fino a pressioneambiente e avere lasciato raffreddare i cam-pioni, sulla superficie smaltata di questiviene applicata una soluzione acquosa diblu di metilene che viene poi asportata (lafunzione di questo trattamento è di rende-re evidenti eventuali cavilli altrimenti nonpercepibili).❐ La superficie smaltata dei campioni diprova viene esaminata per verificare lapresenza o meno del cavillo, avendo curadi non confondere il cavillo con graffi esenza tenere conto di fratture (Fig. 7).

213

A P P E N D I C E 1

Soluzioni acquose di prova

(4.1) Cloruro d’ammonio

(4.2) Ipoclorito di sodio

(4.3.1) Acido cloridrico

(4.3.2) Acido cloridrico

(4.3.1) Acido citrico

(4.3.2) Acido lattico

(4.3.1) Idrossido di potassio

(4.3.2) idrossido di potassio

Bassa concentrazione (L)

(100 g/l)

(20 mg/l)

3% (V/V)

––

100 g/l

––

30 g/l

––

Alta concentrazione (H)

(100 g/l)

(20 mg/l)

––

18% (V/V)

––

5% (V/V)

––

100 g/l

Durata attacco (GL)

24 h

24 h

4 gg

4 gg(1)

24 h

4 gg(1)

4 gg

4 gg(1)

Durata attacco (UGL)

12 gg

12 gg

12 gg

12 gg

12 gg

12 gg

12 gg

12 gg

(1) Solo se richiesto

Tab. 3 - Resistenza

chimica. Soluzioni e

condizioni di prova

per piastrelle

smaltate (GL) e non

smaltate (UGL).

Soluzioni di prova

Cloruro d”ammonio / Ipoclorito di sodio

Soluzioni L

Soluzioni H

Nessun effetto visibile (A)

UA

ULA

UHA

Effetti visibili sui bordi tagliati (B)

UB

ULB

UHB

Effetti visibili sui bordi tagliati, nontagliati e sulla superficie di esercizio (C)

UC

ULC

UHC

Tab. 4 - Piastrelle

ceramiche non

smaltate (UGL):

classificazione

della resistenza

chimica.

finale dato da:

E2 = [(m3 - m4)/m4].100

e vengono annotati tutti i danneggiamentimanifestatisi sulla superficie di esercizio esui bordi delle piastrelle.

Le modifiche apportate rispetto alla nor-ma EN 202 vanno nel senso di rendere piùrapido il metodo di prova onde poter ef-fettuare un maggior numero di cicli in untempo ragionevole. È noto infatti che ildanno da gelo è funzione soprattutto delnumero di cicli (cioè del passaggio attra-verso la temperatura di 0 °C in corrispon-denza della quale avviene il passaggio distato acqua-ghiaccio) piuttosto che dellabassa temperatura; è anche molto impor-tante la velocità di raffreddamento (in par-ticolare in prossimità di 0 °C), a cui è lega-ta la velocità di formazione del ghiaccio e

l�instaurarsi di tensioni che possono por-tare alla rottura della piastrella. La normariporta �ripetere il ciclo per un minimo di100 volte�, indicando implicitamente che,qualora particolari condizioni climatiche lorichiedano, si può concordare fra cliente efornitore la resistenza ad un numero mag-giore di cicli.

EN ISO 10545 - Parte 13

Piastrelle ceramiche

Determinazione della resistenza chimica

❐ Metodo applicabile a tutte le piastrelledi ceramica per determinare la resistenzachimica a temperatura ambiente.❐ Ognuna delle soluzioni acquose ripor-tate in Tab. 3 deve essere provata su alme-no 5 campioni di prova che sono:� ricavati per taglio (50x50 mm) nel casodi piastrelle non smaltate;� piastrelle intere o parti, nel caso di pia-strelle smaltate.

Classificazione❐ Piastrelle non smaltate: I campioni rica-vati dalle piastrelle non smaltate, dopo es-sere rimasti parzialmente immersi nellesoluzioni di prova per 12 giorni, sono la-sciati sotto l�acqua corrente per 5 giorni,bolliti in acqua per 30 minuti, essiccati equindi esaminati visivamente per rilevarevariazioni sulla superficie di esercizio, suibordi tagliati e non tagliati. Sulla base de-gli effetti riscontrati si ha la classificazio-ne di Tab. 4.❐ Piastrelle smaltate: Le soluzioni di pro-va sono mantenute sulla superficie smal-tata delle piastrelle per i tempi previsti inTab. 3, dopodiché la superficie viene puli-ta, essiccata e quindi vengono valutati glieffetti indotti dalle soluzioni secondo loschema di Fig. 8.Qualora la prova matita non sia appli-cabile, le piastrelle sono indicate come�Classificazione normale non possibile� e

214

A P P E N D I C E 1

ATTACCO CHIMICO

Esame visivo

Nessun effetto visibile

Prova matita - umido

Rimossa

Effetto visibile

Prova riflessione

ConfusaNon rimossa Chiara

CLASSE A CLASSE CCLASSE B

vengono classificate sulla base dell�esamevisivo secondo lo schema di Tab. 5.

EN ISO 10545 - Parte 14

Piastrelle ceramiche

Determinazione della resistenza alle macchie

❐ Metodo applicabile a tutte alle superficidi esercizio delle piastrelle di ceramica perdeterminarne la resistenza alle macchie❐ Ognuno degli agenti macchianti sottoelencati deve essere mantenuto per 24 oresu almeno 5 campioni di prova la cui su-perficie di esercizio è stata preventiva-mente pulita ed essiccata.La rimozione degli agenti macchianti av-viene per fasi successive avvalendosi didiversi agenti pulitori e procedure di puli-zia (Fig. 9).La classificazione dei risultati avvienemediante esame visivo: la classe 1 corri-sponde alla maggiore facilità di rimuove-

Fig. 8 - Schema di

classificazione

della resistenza

chimica delle

piastrelle smaltate

(GL).

re una certa macchia, la classe 5 alla im-possibilità di rimuovere l�agente macchian-te o al danneggiamento irreversibile dellasuperficie di esercizio.Agenti macchianti1) Agente macchiante verde in olio legge-ro (agente macchiante rosso per piastrelleverdi).2) Iodio in soluzione alcolica.3) Olio di olivaAgenti pulitori1) Acqua calda2) Agente pulitore commerciale debole.3) Agente pulitore commerciale forte4) Solventi (acido cloridrico, idrossido dipotassio, acetone, altri da indicare)Procedure di puliziaA) Acqua calda correnteB) Pulizia manuale con agente pulitorecommerciale debole.C) Pulizia meccanica con agente pulitore

commerciale forteD) Immersione in idoneo solvente (acidocloridrico, idrossido di potassio, acetone,altri da indicare).

EN ISO 10545 - Parte 15

Piastrelle ceramiche

Determinazione della cessione di piombo e

cadmio da piastrelle smaltate

❏ Metodo applicabile alle superfici di eser-cizio di tutte le piastrelle di ceramica smal-tate. Questo metodo non era incluso nellenorme UNI EN, ma deriva dal metodoamericano ASTM C-895; esso riguarda ladeterminazione del quantitativo di piom-bo e cadmio che possono essere portati insoluzione ad opera di un solvente acido(acido acetico) dallo smalto nel caso di pia-strelle utilizzate in aree dove si preparanoi cibi (ad esempio, piastrelle posate suipianali delle cucine).❏ La determinazione deve essere eseguitasu almeno tre piastrelle intere la cui super-ficie viene preventivamente pulita edessiccata. Ciascuna piastrella viene poi pre-parata come mostrato in Fig. 10.❏ L�estrazione viene effettuata con soluzio-ne di acido acetico al 4% (V/V) per 24 ore; ladeterminazione viene eseguita mediantemetodo idoneo, ad esempio mediantespettrofotometria ad assorbimento atomico.

EN ISO 10545 - Parte 16

Piastrelle ceramiche

Determinazione di piccole differenze di colore

Questo metodo non era incluso nelle nor-me EN, ma era previsto dalle norme ame-

Soluzioni di prova

Cloruro d”ammonio / Ipoclorito di sodio

Soluzioni L

Soluzioni H

Nessun effetto visibile (A)

GA(V)

GLA(V)

GHA(V)

Nessuna variazione dell’aspetto (B)

GB(V)

GLB(V)

GHB(V)

Perdita parziale o completadella superficie originale (C)

GC(V)

GLC(V)

GHC(V)

Tab. 5- Piastrelle

ceramiche smaltate

(GL): classificazio-

ne della resistenza

chimica.

215

A P P E N D I C E 1

Fig. 9 - Schema di

classificazione

della resistenza

alle macchie.

ricane. Il metodo di prova adottato è quel-lo descritto nella norma ASTM C-609 e ser-ve a misurare piccole differenze di colorefra un campione incognito ed uno di rife-rimento; la norma specifica che questometodo si dovrebbe applicare solo per mi-sure su piastrelle a tinta unita e piane, al-

trimenti i risultati rischiano di non esserevalidi. La prova si basa sull�impiego di uncolorimetro; allo scopo si può usare qua-lunque tipo di colorimetro disponibile sulmercato, purché in grado di fornire valoriche possano essere trasformati matemati-camente nei valori tristimulus (secondo

CIE) X, Y e Z. Si procede in primo luogoalla calibrazione dello strumento utilizzan-do uno standard primario (ossido di ma-gnesio) oppure uno standard secondariosecondo le indicazioni del fornitore dellostrumento; si procede quindi ad effettuarele misure alternativamente sul campione

Macchia non rimossa

Metodo di pulitura “B”

Macchia non rimossa

Metodo di pulitura “C”

Esame visivo

Macchia non rimossa

Metodo di pulitura “D”

Esame visivo

Macchia non rimossa

CLASSE 1CLASSE 2CLASSE 3CLASSE 4CLASSE 5

Esame visivo

Metodo di pulitura “A”

Applicazione dell'agente macchiante

Macchia rimossa

Macchia rimossa

Macchia rimossa

Macchia rimossa

Esame visivo

216

A P P E N D I C E 1

12

34

1. Gomma al silicone 3. Piastrella2. Soluzione 4. Copertura

Fig. 10- Cessione

di Pb e Cd: assetto

del campione

durante la prova.

incognito e sul campione di riferimento,fino ad ottenere tre letture su ogni piastrel-la. La norma riporta infine il metodo daseguire per il calcolo delle differenze dicolore, con particolare riguardo al caso distrumenti che forniscono i valori in L, a eb (che vanno trasformati in X, Y e Z).

EN ISO 10545 - Parte 17

Piastrelle ceramiche

Determinazione del coefficiente di attrito

❏ Metodo applicabile a piastrelle di cera-mica smaltate e non smaltate destinate alrivestimento di pavimenti. Questo meto-do (non incluso nelle EN) riveste partico-lare importanza in relazione alla sicurezzadell�utilizzatore finale: al coefficiente diattrito, infatti, è direttamente collegata lascivolosità di una pavimentazione. Si ricor-da che il coefficiente di attrito è definitodal rapporto fra la forza tangenziale ed il

carico verticale che grava su un corpo inmovimento su una superficie. La normadescrive metodi per misurare sia il coeffi-ciente di attrito dinamico (associato ad unelemento in movimento su una superficie)che quello statico (associato ad un elemen-to che da fermo deve muoversi).❏ Metodo A: questo metodo, di derivazio-ne inglese (BCR-Tortus) misura il coeffi-ciente di attrito dinamico mediante un di-spositivo mobile portatile; tale apparecchiomobile è dotato di motore elettrico e simuove a velocità costante sulla superficiedelle piastrelle da provare. Si misura ilcoefficiente di attrito che si esercita fra lepiastrelle ed un opportuno elemento dicontatto (elemento scivolante), rivestito digomma standardizzata (4S) e caricato conun peso prefissato. Si determina il coef-ficiente di attrito dinamico, sia medio chepuntuale, in qualunque condizioni dellasuperficie (asciutta, bagnata con acqua,etc.). Questo metodo può essere impiega-to sia in laboratorio che sul campo.❏ Metodo B: questo metodo, di derivazio-ne statunitense (ASTM C1028) misura ilcoefficiente di attrito statico mediante undispositivo che determina, attraverso undinamometro, la massima forza orizzonta-le necessaria ad iniziare il movimento tral�elemento scivolante (rivestito in gommastandardizzata 4S e caricato con un peso

noto) e la superficie delle piastrelle sia incondizioni asciutte che bagnate. Anchequesto metodo può essere impiegato sia inlaboratorio che sul campo.❏ Metodo C: il metodo è ripreso dalla nor-ma tedesca DIN 51130. Una persona cam-mina avanti ed indietro su una piattafor-ma rivestita di piastrelle ceramiche. L�in-clinazione dell�area di prova viene aumen-tata con velocità costante fino all�angolo acui la persona mostra insicurezza nelladeambulazione (cioè inizia a scivolare). Aquesto punto si interrompe la prova e siregistra l�angolo di inclinazione della piat-taforma. Si ricorda che in questo caso ilcoefficiente di attrito è uguale alla tangen-te geometrica dell�angolo letto. La provaviene effettuata applicando olio sulla su-perficie di prova, e l�operatore indossascarpe da lavoro con suola standard. Que-sta prova può essere effettuata solo in la-boratorio e non sul campo.❏ Metodo D: questo metodo prevede l�im-piego di un pendolo al cui braccio è con-nesso un elemento scivolante rivestito digomma standardizzata (4S); viene misura-ta l�energia assorbita quando, facendooscillare il pendolo, l�elemento scivolanteviene a contatto con la superficie di provasia asciutta che bagnata con acqua. Anchequesto metodo può essere impiegato sia inlaboratorio che sul campo.

217

A P P E N D I C E 2

Le norme EN ISO sulle piastrelle ceramiche - I requisiti

Doppie

± 1,0 finoad un maxdi ± 2 mm

max ± 1,0

± 0,5

± 0,5

± 0,5

± 0,8

Singole

± 2,0 finoad un maxdi ± 4 mm

max ± 1,5

± 0,6

± 1,5

± 1,5

± 1,5

Doppie

± 1,25 finoad un maxdi ± 2 mm

max ± 1,0

± 0,5

± 0,5

± 0,5

± 0,8

Singole

± 2,0 finoad un maxdi ± 4 mm

max ± 1,5

± 0,6

± 1,5

± 1,5

± 1,5

Doppie

± 1,5 finoad un maxdi ± 2 mm

max ± 1,5

± 1,0

± 1,0

± 1,0

± 1,5

Singole

± 2,0 finoad un maxdi ± 4 mm

max ± 1,5

± 1,0

± 1,5

± 1,5

± 1,5

Doppie

± 2,0 finoad un maxdi ± 2 mm

max ± 1,5

± 1,0

± 1,0

± 1,0

± 1,5

Singole

± 2,0 finoad un maxdi ± 4 mm

max ± 1,5

± 1,0

± 1,5

± 1,5

± 1,5

Doppie

± 2,0 finoad un maxdi ± 2 mm

max ± 1,5

± 1,0

± 1,0

± 1,0

± 1,5

Singole

± 2,0 finoad un maxdi ± 4 mm

max ± 1,5

± 1,0

± 1,5

± 1,5

± 1,5

Doppie

± 2,0 finoad un maxdi ± 2 mm

max ± 1,5

± 1,0

± 1,0

± 1,0

± 1,5

Singole

± 2,0 finoad un maxdi ± 4 mm

max ± 1,5

± 1,0

± 1,5

± 1,5

± 1,5

Gruppo AIISO 13006 Allegato A

Gruppo AIIa p. 1ISO 13006 Allegato B

Gruppo AIIa p. 2ISO 13006 Allegato C

Gruppo AIIb p. 1ISO 13006 Allegato D

Gruppo AIIb p. 2ISO 13006 Allegato E

Gruppo AIIIISO 13006 Allegato FCaratteristiche

Lunghezza e larghezza

Deviazione ammissibile in %della dimensione media diogni piastrella (2 o 4 lati)dalla dimensione difabbricazione W

Deviazione ammissibile in %della dimensione media diogni piastrella (2 o 4 lati)dalla media dei 10campioni (20 o 40 lati)

Spessore

Deviazione ammissibile in %dello spessore medio di ognipiastrella dallo spessore difabbricazione

Rettilineità degli spigoli(superficie di esercizio)

Deviazione massima direttilineità in % in rapportoalle dimensioni difabbricazione corrispondenti

Ortogonalità

Deviazione massima diortogonalità in % in rapportoalle dimensioni difabbricazione corrispondenti

Planarità

Deviazione massima diplanarità in %a) curvatura del centro inrapporto alla diagonalecalcolata secondo ledimensioni di fabbricazione

b) curvatura dello spigoloin rapporto alla dimensionedi fabbricazione

c) svergolamento in rapportoalla diagonale calcolatasecondo la dimensione difabbricazione

Qualità della superficie

% di piastrelle esenti dadifetti presenti nel lotto

Gruppo ACaratteristiche

dimensionali e di

aspetto - Prova

secondo ISO

10545-2.

Lo spessore deve essere indicato dal produttore

± 10

± 1,0

95 min

218

metodo di prova disponibile

riportare la classe di abrasione ed il numero di cicli superati

metodo di prova disponibile

metodo di prova disponibile

metodo di prova disponibile

richiesta

metodo di prova disponibile

metodo di prova disponibile

per piastrelle da pavimento, riportare il valore ed il metodo usato

≤ 33,3 max

min 1100min 600

min 23min 18

max 275

3 < E ≤ 66,5 max

min 950min 600

min 20min 18

max 393

3 < E ≤ 66,5 max

min 800min 600

min 13min 11

max 541

6 < E ≤ 1011,1 max

min 900min 900

min 17,5min 15

max 649

6 < E ≤ 1011,1 max

min 750min 750

min 9min 8

max 1062

E > 1011,1 max

min 600min 600

min 8min 7

max 2365

A P P E N D I C E 2

Doppie Singole Doppie Singole Doppie Singole Doppie Singole Doppie Singole Doppie Singole

Proprietà

Prova sec. ISO 10545-3Massa d’acqua assorbita %Valore medioValore singolo

Prova sec. ISO 10545-4Carico di rottura (N)a) spessore ≥ 7,5 mmb) spessore < 7,5 mmModulo di rottura (N/mm2)Non applicabile se laresistenza a flessione è≥ 3000 NValore medioValore singolo

Prova sec. ISO 10545-5Resistenza all’urto

Prova sec. ISO 10545-6Resistenza all’abrasioneprofonda delle piastrelle nonsmaltate V mm3

Prova sec. ISO 10545-7Resistenza all’abrasionesuperficiale delle piastrellesmaltate per pavimenti

Prova sec. ISO 10545-8Coefficiente di espansionetermica lineare dallatemperatura ambiente a100 °C

Prova sec. ISO 10545-9Resistenza agli sbalzi termici

Prova sec. ISO 10545-10Dilatazione all’umidità dellepiastrelle non smaltate(mm/m)

Prova sec. ISO 10545-11Resistenza al cavillo dellepiastrelle smaltate

Prova sec. ISO 10545-12Resistenza al gelo

Prova sec. ISO 10545-16Differenze di colore

Prova sec. ISO 10545-17Coefficiente di attrito

Gruppo AIISO 13006 Allegato A

Gruppo AIIa p. 1ISO 13006 Allegato B

Gruppo AIIa p. 2ISO 13006 Allegato C

Gruppo AIIb p. 1ISO 13006 Allegato D

Gruppo AIIb p. 2ISO 13006 Allegato E

Gruppo AIIIISO 13006 Allegato F

Gruppo AProprietà fisiche.

219

A P P E N D I C E 2

Proprietà

Prova sec. ISO 10545-13Resistenza agli agenti chimici

Resistenza a basse concentrazioni di acidi e alcalia) piastrelle smaltateb) piastrelle non smaltate

Resistenza ad alte concentrazioni di acidi e alcali

Resistenza ai prodotti chimici d’uso domesticoe agli additivi per piscinaa) piastrelle smaltateb) piastrelle non smaltate

Prova sec. ISO 10545-14

Resistenza alle macchiea) piastrelle smaltateb) piastrelle non smaltate

Prova sec. ISO 10545-15Cessione di piombo e cadmio

Gruppo AI - ISO 13006 Allegato AGruppo AIIa - ISO 13006 Allegato B-CGruppo AIIb - ISO 13006 Allegato D-E

Gruppo AIII - ISO 13006 Allegato F

riportare la classe di resistenza chimicariportare la classe di resistenza chimica

metodo di prova disponibile

GB minUB min

classe 3 minmetodo di prova disponibile

metodo di prova disponibile

Gruppo AProprietà chimiche.

220

Lo spessore deve essere indicato dal produttore

95 min

± 0,5

± 0,5

± 0,6

± 0,5

± 0,5

± 0,5

± 0,5

± 0,5

± 0,6

± 0,5

± 0,5

± 0,5

A P P E N D I C E 2

Caratteristiche

Lunghezza e larghezza

Deviazione ammissibile in %della dimensione media diogni piastrella (2 o 4 lati)dalla dimensione difabbricazione W

Deviazione ammissibile in %della dimensione media di ognipiastrella (2 o 4 lati) dalla mediadei 10 campioni (20 o 40 lati)

Spessore

Deviazione ammissibile in %dello spessore medio di ognipiastrella dallo spessore difabbricazione

Rettilineità degli spigoli(superficie di esercizio)

Deviazione massima direttilineità in % in rapporto alledimensioni di fabbricazionecorrispondenti

Ortogonalità

Deviazione massima diortogonalità in % in rapportoalle dimensioni di fabbricazionecorrispondenti

Planarità

Deviazione massima diplanarità in %a) curvatura del centro inrapporto alla diagonalecalcolata secondo ledimensioni di fabbricazione

b) curvatura dello spigoloin rapporto alla dimensionedi fabbricazione

c) svergolamento in rapportoalla diagonale calcolatasecondo la dimensione difabbricazione

Qualità della superficie

% di piastrelle esenti da difettipresenti nel lotto

Gruppo BIb - ISO 13006 Allegato H

Area S del prodotto (cm2)

Gruppo BIa - ISO 13006 Allegato G

Area S del prodotto (cm2)

± 5

S > 410

± 0,6

190 < S ≤ 410

± 0,75

S > 410

± 0,6

± 5 ± 10± 10

Gruppo BCaratteristiche

dimensionali e di

aspetto - Prova

secondo ISO

10545-2.

S ≤ 90

± 1,2

± 0,75

± 0,75

± 1,0

± 1,0

± 1,0

± 1,0

90 < S ≤ 190

± 1,0

190 < S ≤ 410

± 0,75

S ≤ 90

± 1,2

± 0,75

± 0,75

± 1,0

± 1,0

± 1,0

± 1,0

90 < S ≤ 190

± 1,0

221

Lo spessore deve essere indicato dal produttore

A P P E N D I C E 2

95 min

Caratteristiche

Lunghezza e larghezza

Deviazione ammissibile in %della dimensione media diogni piastrella (2 o 4 lati)dalla dimensione difabbricazione W

Deviazione ammissibile in %della dimensione media di ognipiastrella (2 o 4 lati) dalla mediadei 10 campioni (20 o 40 lati)

Spessore

Deviazione ammissibile in %dello spessore medio di ognipiastrella dallo spessore difabbricazione

Rettilineità degli spigoli(superficie di esercizio)

Deviazione massima direttilineità in % in rapporto alledimensioni di fabbricazionecorrispondenti

Ortogonalità

Deviazione massima diortogonalità in % in rapportoalle dimensioni di fabbricazionecorrispondenti

Planarità

Deviazione massima diplanarità in %a) curvatura del centro inrapporto alla diagonalecalcolata secondo ledimensioni di fabbricazione

b) curvatura dello spigoloin rapporto alla dimensionedi fabbricazione

c) svergolamento in rapportoalla diagonale calcolatasecondo la dimensione difabbricazione

Qualità della superficie

% di piastrelle esenti da difettipresenti nel lotto

± 0,5

± 0,5

± 0,6

± 0,5

± 0,5

± 0,5

± 5

± 0,5

± 0,5

± 0,6

± 0,5

± 0,5

± 0,5

Gruppo BIIb - ISO 13006 Allegato K

Area S del prodotto (cm2)

Gruppo BIIa - ISO 13006 Allegato J

Area S del prodotto (cm2)

S > 410

± 0,6

S > 410

± 0,6

± 10 ± 5 ± 10

Gruppo BCaratteristiche

dimensionali e di

aspetto - Prova

secondo ISO

10545-2 (cont.).

S ≤ 90

± 1,2

± 0,75

± 0,75

± 1,0

± 1,0

± 1,0

± 1,0

90 < S ≤ 190

± 1,0

190 < S ≤ 410

± 0,75

S ≤ 90

± 1,2

± 0,75

± 0,75

± 1,0

± 1,0

± 1,0

± 1,0

90 < S - 190

± 1,0

190 < S ≤ 410

± 0,75

222

± 10

± 0,3

95 min

Gruppo BCaratteristiche

dimensionali e di

aspetto - Prova

secondo ISO

10545-2 (cont.).

A P P E N D I C E 2

Caratteristiche

Lunghezza e larghezza

Deviazione ammissibile in %della dimensione media diogni piastrella (2 o 4 lati)dalla dimensione difabbricazione W

Deviazione ammissibile in %della dimensione media di ognipiastrella (2 o 4 lati) dalla mediadei 10 campioni (20 o 40 lati)

Spessore

Deviazione ammissibile in %dello spessore medio di ognipiastrella dallo spessore difabbricazione

Rettilineità degli spigoli(superficie di esercizio)

Deviazione massima direttilineità in % in rapporto alledimensioni di fabbricazionecorrispondenti

Ortogonalità

Deviazione massima diortogonalità in % in rapportoalle dimensioni di fabbricazionecorrispondenti

Planarità

Deviazione massima diplanarità in %a) curvatura del centro inrapporto alla diagonalecalcolata secondo ledimensioni difabbricazione

b) curvatura dello spigoloin rapporto alla dimensionedi fabbricazione

c) svergolamento in rapportoalla diagonale calcolatasecondo la dimensione difabbricazione

Qualità della superficie

% di piastrelle esenti da difettipresenti nel lotto

Piastrelle senza distanziatori

lato ≤ 12 cm: ± 0,75lato > 12 cm: ± 0,50

lato ≤ 12 cm: ± 0,50lato > 12 cm: ± 0,30

± 0,5

+ 0,5-0,3

+ 0,5- 0,3

± 0,5

Piastrelle con distanziatori

+ 0,6- 0,3

± 0,25

± 0,3

+ 0,8 mm- 0,2 mm

+ 0,8 mm- 0,2 mm

0,5 mm per superfici ≤ 250 cm2

0,75 mm per superfici > 250 cm2

Gruppo BIII - ISO 13006 Allegato L

Lo spessore deve essere indicato dal produttore

223

metodo di prova disponibile

riportare la classe di abrasione ed il numero di cicli superati

metodo di prova disponibile

metodo di prova disponibile

metodo di prova disponibile

richiesta

metodo di prova disponibile

per piastrelle da pavimento, riportare il valore ed il metodo usato

A P P E N D I C E 2

Proprietà

Prova sec. ISO 10545-3Massa d’acqua assorbita %Valore medioValore singolo

Prova sec. ISO 10545-4Carico di rottura (N)a) spessore ≥ 7,5 mmb) spessore < 7,5 mmModulo di rottura (N/mm2)Non applicabile se laresistenza a flessione è≥ 3000 NValore medioValore singolo

Prova sec. ISO 10545-5Resistenza all’urto

Prova sec. ISO 10545-6Resistenza all’abrasioneprofonda delle piastrellenon smaltate V mm3

Prova sec. ISO 10545-7Resistenza all’abrasionesuperficiale delle piastrellesmaltate per pavimenti

Prova sec. ISO 10545-8Coefficiente di espansionetermica lineare dallatemperatura ambiente a100 °C

Prova sec. ISO 10545-9Resistenza agli sbalzi termici

Prova sec. ISO 10545-10Dilatazione all’umidità dellepiastrelle non smaltate(mm/m)

Prova sec. ISO 10545-11Resistenza al cavillo dellepiastrelle smaltate

Prova sec. ISO 10545-12Resistenza al gelo

Prova sec. ISO 10545-16Differenze di colore

Prova sec. ISO 10545-17Coefficiente di attrito

≤ 0,50,6 max

min 1300min 700

min 35min 32

max 175

0,5 < E ≤ 33,3 max

min 1100min 700

min 30min 27

max 175

6 < E ≤ 1011 max

min 800min 500

min 18min 16

max 540

E > 10min 9

Se questo valore supera il20% esso dovrà essereindicato dal fabbricante

min 600min 200

spessore ≥ 7,5: min 15spessore < 7,5: min 12

––

Gruppo BIaISO 13006 Allegato G

Gruppo BIbISO 13006 Allegato H

Gruppo BIIaISO 13006 Allegato J

Gruppo BIIbISO 13006 Allegato K

Gruppo BIIIISO 13006 Allegato L

3 < E ≤ 66,5 max

min 1000min 600

min 22min 20

max 345

Gruppo BProprietà fisiche.

richiesta metodo di prova disponibile

224

A P P E N D I C E 2

Proprietà

Prova sec. ISO 10545-13Resistenza agli agenti chimici

Resistenza a basse concentrazioni di acidi e alcalia) piastrelle smaltateb) piastrelle non smaltate

Resistenza ad alte concentrazioni di acidi e alcali

Resistenza ai prodotti chimici d’uso domesticoe agli additivi per piscinaa) piastrelle smaltateb) piastrelle non smaltate (Gruppi BIa-BIIb)

Prova sec. ISO 10545-14

Resistenza alle macchiea) piastrelle smaltateb) piastrelle non smaltate

Prova sec. ISO 10545-15Cessione di piombo e cadmio

Gruppo BIa - ISO 13006 Allegato GGruppo BIb - ISO 13006 Allegato HGruppo BIIa - ISO 13006 Allegato JGruppo BIIb- ISO 13006 Allegato KGruppo BIII - ISO 13006 Allegato L

riportare la classe di resistenza chimicariportare la classe di resistenza chimica

metodo di prova disponibile

GB minUB min

classe 3 minmetodo di prova disponibile

metodo di prova disponibile

Gruppo BProprietà chimiche.

225

A P P E N D I C E 3

Il Marchio UNI

Il termine �certificazione� è definito dallanorma UNI CEI 70001 al punto 13.5 cherecita:�Certificazione di conformità: atto mediante ilquale una terza parte indipendente attesta che,con ragionevole attendibilità, un determinatoprodotto, processo o servizio è conforme ad unaspecifica norma o ad un altro documentonormativo�.Nel caso specifico di un prodotto, come lepiastrelle di ceramica, con il termine�certificazione� si intende dunque il com-plesso di procedure di prova, ispezione econtrollo in base al quale è possibile desu-mere che il prodotto in esame non solo ri-sponde ai requisiti previsti dalla normati-va tecnica di riferimento, ma anche che vie-ne controllato adeguatamente durante tut-te le fasi del processo produttivo per cui,se anche non è possibile effettuare �online� tutte le prove, tuttavia si può ritene-re ragionevolmente garantita la costanzaqualitativa della produzione. Ciò compor-ta che il fabbricante deve disporre di unopportuno sistema di controllo di qualità,che prevede un manuale, un laboratoriocon personale tecnico specializzato e unadeguato sistema di registrazione dei datiper cui, in caso di prodotti non conformi,sia possibile risalire alle cause che hannooriginato il difetto. Tutte queste indicazio-ni sono specificate in apposite serie di nor-me (ISO 9000).

Veniamo al caso concreto delle piastrelledi ceramica. Le norme in vigore (presenta-te nel § 2.2 di questa Guida, e dettagliatenelle precedenti Appendici n. 1 e 2) pre-scrivono i requisiti qualitativi per il mate-riale di prima scelta e descrivono i relativimetodi di prova. Alcuni di questi metodi(tipica è la valutazione della qualità dellasuperficie) costituiscono parte integrantedelle normali linee di produzione (le lineedi scelta); altri (ad esempio la resistenza

chimica, all�abrasione, etc.) sono distrutti-vi, per cui non si possono applicare �online� ma vanno effettuati �a campione�. Neconsegue che il fabbricante deve effettuar-li o farli effettuare saltuariamente, con unaperiodicità da determinarsi a seconda del-la rilevanza della prova ai fini del control-lo di qualità. Se una prova dà esito negati-vo (prodotto non conforme), occorre che ilfabbricante sia in grado di individuare lao le possibili cause, analizzando i parame-tri caratteristici delle diverse fasi del cicloproduttivo ed adottando gli opportuni ri-medi; infine bisogna identificare i prodot-ti non conformi, avendo cura di separarlidalla normale produzione.Tutto ciò rientra in quello che si definisce�sistema di controllo di qualità�, e che pre-suppone:❏ un manuale di controllo di qualità, in cuisi descrivono le varie procedure operativee si indicano i criteri di valutazione/ela-borazione dei risultati;❏ un laboratorio di controllo di qualità

dotato di strumentazione adeguata e dipersonale tecnico specificamente addestrato;❏ registri in cui si riportano i risultati deicontrolli effettuati nelle diverse fasi del ci-clo di produzione: materie prime, macina-zione, pressatura, essiccamento, smalta-tura, cottura;❏ registri in cui si riportano i controlli ef-fettuati sul prodotto finito.

Per quanto riguarda la redazione del ma-nuale di controllo di qualità, l�organizza-zione e la gestione del laboratorio e le pro-ve sulle materie prime e sui semilavorati ilfabbricante può fare riferimento alla nor-ma UNI EN ISO 9002, in cui si definisconole linee guida generali da adattarsi poi alcaso specifico. I controlli sul prodotto fini-to, invece, devono essere eseguiti in confor-mità alle norme UNI EN ISO sulle piastrel-le di ceramica.Le aziende che già si sono dotate di unadeguato sistema di controllo di qualitàsono le prime ad essere interessate a richie-

Istruzione domanda UNI

Istruzione domanda Organismo ispezione

Visita iniziale Organismo ispezione

Esame rapporto visita Comitato Certificazione

Prove di laboratorio

Esame rapporto prove Comitato Certificazione

Stipulazione del contratto UNI

Apposizione marchio sui prodotti certificati

Istruzione domanda Laboratorio

Fig. 1- Schema di

flusso per l�attribu-

zione del Marchio

UNI.

226

dere il marchio. Esse �possono� - ma non�devono� - richiederlo: per le piastrelle diceramica il marchio è infatti volontario,non obbligatorio. Tuttavia il marchio è im-portante, e la sua importanza è destinataad aumentare nel prossimo futuro: essocostituisce un riconoscimento ufficiale del-la corretta gestione della produzione, ol-tre che una ottima carta di presentazionenei confronti dei consumatori di tutti imercati europei (non va dimenticato che ilsistema del marchio di qualità è già in fun-zione in altri paesi europei).Il marchio di conformità in Italia viene con-cesso dall�UNI, Ente Nazionale Italiano diUnificazione, che ne è proprietario e neconcede il diritto d�uso a chi, fattane richie-sta, dimostri in primo luogo di avere unadeguato sistema di controllo di qualità(come più sopra descritto); inoltre occorreche il tipo di prodotto per cui si richiede ilmarchio risponda ai requisiti previsti dal-le norme vigenti. La procedura da seguireè descritta in un�apposita pubblicazionedell�UNI. A titolo riassuntivo si riporta inFig. 1 lo schema di flusso per l�attribuzio-ne del marchio. Di seguito si riassumono ipunti principali della procedura che vieneseguita.In primo luogo il marchio va richiesto dal

produttore, cioè dall��azienda che produce e/o pone sul mercato, sotto suo nome, le piastrelledi ceramica, assumendo la completa responsa-bilità del prodotto�. Ciò significa che il mar-chio può essere richiesto anche da chi nonproduce direttamente le piastrelle, ma silimita a commercializzare un materiale (dicui si assume tutta la responsabilità) pro-dotto e confezionato a suo nome da terzi.Il marchio si richiede per una serie com-merciale. Con questo termine si intendo-no piastrelle:❏ che appartengono allo stesso Gruppo diprodotto secondo le norme EN ISO (vedi §2.2);❏ che hanno stesso supporto e stesso spes-sore, e sono raggruppate in un certo nu-mero di formati e colori.

Il marchio (Fig. 2) va apposto sulla serieper cui se ne è acquisito il diritto d�uso informa indelebile ed inamovibile: è neces-sario poter distinguere la/le serie dotata/e del marchio dal resto della produzione,evitando possibilità di fraintendimenti ocontraffazioni. Il marchio va riportato an-che su cataloghi, dépliant, fogli pubblici-tari: dato che esso comporta un criterioqualitativo di premio, è nell�interesse delproduttore garantirne la più ampia diffu-sione e pubblicizzazione tramite azioni dipubblicità sia singole che collettive.Il marchio è di proprietà dell�UNI, che neconcede il diritto d�uso al produttore me-diante stipula di un apposito contratto del-la validità di quattro anni, alla fine deiquali il contratto si intende tacitamente rin-novato salvo che non sia pervenuta disdet-ta da una delle due parti contraenti.Una volta inoltrata all�UNI la domandacorredata dalla documentazione necessa-ria, ha inizio la procedura per la conces-sione del diritto d�uso del marchio che pre-vede in primo luogo la visita da parte del-l�Organismo di Ispezione designato dal-

l�UNI (Centro Ceramico di Bologna). Sco-po della visita è principalmente la verificadell�esistenza di un adeguato sistema dicontrollo interno di qualità, secondo quan-to indicato più sopra: il produttore deveindicare come vengono effettuati i control-li, presentando i relativi registri. Per quan-to riguarda la frequenza e la natura deicontrolli sui semilavorati e sulle fasi delprocesso tecnologico, esse sono a discrezio-ne del produttore: ad esempio, per le ma-terie prime è sufficiente allegare al registrola scheda tecnica compilata dal fornitore.I margini di discrezionalità si riducono nelcaso dei controlli sui prodotti finiti. In-nanzitutto va curato il campionamento, chedeve essere significativo, all�interno di unastessa serie commerciale, sia per quantoriguarda i formati che per quanto attieneagli smalti ed ai colori: i dettagli del cam-pionamento vanno specificati nel rappor-to della visita.Le prove di controllo vanno di regola ef-fettuate seguendo i metodi di prova indi-cati dalle norme UNI EN ISO. La pe-riodicità delle prove è riportata in Tab. 1;occorre che siano controllati periodicamen-te tutti i colori della serie e che, dopo unanno di controllo continuativo della pro-duzione, l�insieme delle prove previstodalla normativa UNI EN ISO abbia coper-to almeno una volta la totalità della pro-duzione. Le prove di tipo A devono essereeseguite nel luogo stesso di produzione; leprove di tipo B e C possono essere effet-tuate in parte o totalmente presso un labo-ratorio esterno (ad esempio il laboratoriocentralizzato del produttore o un labora-torio esterno).Tutti i risultati dei controlli, riportati suregistri, vanno esibiti dal produttore all�at-to della visita. In questa occasione si pro-cede anche al prelievo ed all�invio dei cam-pioni al Laboratorio ufficiale di prova(Centro Ceramico di Bologna) per l�esecu-

A P P E N D I C E 3

UNIP0000

Fig. 2 - Il logo del

Marchio UNI.

227

A P P E N D I C E 3

zione delle prove necessarie.L�Organismo di Ispezione invia il rappor-to della visita al Comitato di Certificazione,cui compete la valutazione del rapporto.In caso di parere positivo, il Comitato diCertificazione dà mandato al Laboratoriodi prova di eseguire tutte le prove previ-ste dalle norme UNI EN ISO per la serieper cui si richiede il diritto d�uso del mar-chio. Il Laboratorio invia i rapporti di pro-va al Comitato di Certificazione, cui com-pete dare il benestare definitivo, a frontedel quale l�UNI stipula con il fabbricanteil contratto per la concessione del dirittod�uso del marchio.Durante il periodo di validità del contrat-to l�Organismo di Ispezione deve effettua-re una visita annuale presso la stabilimen-to di produzione, onde verificare la correttagestione del controllo di qualità (ed in par-ticolare i registri in cui si riportano i risul-tati dei controlli). Inoltre vengono prelevati

Tipo di controllo

A

B

C

Frequenza

giornaliera

mensile

annuale

Caratteristica controllata

Dimensioni e aspettoAssorbimento d’acquaResistenza a flessione

Resistenza all’abrasioneResistenza chimicaResistenza al cavillo

Durezza Mohs

Dilatazione termica lineareResistenza agli sbalzi termici

Dilatazione all’umiditàResistenza al gelo

campioni da inviare al Laboratorio desi-gnato per le prove di verifica: ovviamen-te, il numero delle prove è inferiore a quel-lo richiesto in sede di domanda iniziale, inquanto si tratta di effettuare una valuta-zione �a campione�, su materiali scelti op-portunamente in base a criteri di signi-ficatività. L�UNI poi può dare mandato alLaboratorio di prova ed all�Organismo di

ispezione di eseguire prelievi casuali dipiastrelle sia presso il produttore che sulmercato, per effettuare prove atte ad accer-tare la conformità di questi ultimi ai cam-pioni sottoposti alle prove iniziali.Ovviamente, nel caso di inadempienza alleclausole contrattuali sono previste sanzio-ni di varia entità, riportate nell�appositapubblicazione dell�UNI.

Tab. 1 - Schema di

controllo qualità.

228

A P P E N D I C E 4

Le classi di scelta

Le norme UNI EN stabiliscono i requisitiqualitativi solo per la prima scelta, cioè peri materiali �della miglior qualità commer-ciale�. Rimangono privi di requisiti per laclassificazione tutti i materiali delle quali-tà inferiori. Attualmente ogni azienda uti-lizza propri criteri di scelta, adottando di-zioni varie quali �prima�, �seconda�, �ter-za�, �prima commerciale�, �resa forno�,�scarto�, etc., determinando nel mercatouna situazione di confusione e di non chia-rezza.Nel corso di una riunione tenutasi a Bru-xelles il 16 novembre 1990 la CET (Federa-zione Europea dei Produttori di Piastrelledi Ceramica) ha raggiunto un accordo inmerito alla definizione delle scelte dellepiastrelle ceramiche, fissando anche lemodalità di marchiatura della scatole. Que-sto accordo, anche senza avere valorenormativo, costituisce tuttavia un indub-bio progresso nell�ambito della commer-cializzazione delle piastrelle ceramiche.Per quanto attiene al modo di contrasse-gnare scatole ed imballaggi, si è ritenutoopportuno fornire solo indicazioni genera-li. La classe di scelta, in numeri arabi, deveessere riportata in modo ben chiaro e leg-gibile; spetta alle aziende scegliere il modopiù opportuno, a seconda delle diverse esi-genze organizzative e dei mezzi tecnici adisposizione.Essendo già definita la prima scelta (mate-riali rispondenti ai requisiti delle normeEN(1)), è stato sufficiente definire la secon-da per avere automaticamente anche ladefinizione di terza scelta.Discriminanti nella determinazione dellascelta sono in primo luogo i difetti di na-tura estetica (macchie, puntinature, difettidi decorazione ecc.) che pregiudicanol�aspetto della superficie di esercizio. Perla seconda scelta si è aumentata la distan-za di osservazione da cui questi �effetti�devono essere visibili per essere qualifica-

ti come �difetti�, lasciando inalterata (5%)la percentuale massima ammissibile di pia-strelle con difetti. Ne consegue che se talevalore viene superato, le piastrelle sono daconsiderarsi di terza scelta. Venendo allecaratteristiche funzionali, per le dimensio-ni si sono leggermente ampliati i limiti pre-visti per la prima scelta, mentre più com-plessa ed articolata è la proposta riguardoalle caratteristiche fisiche e chimiche.Per alcune di queste (la resistenza all�abra-sione della superficie delle piastrelle smal-tate e la resistenza ad acidi e basi sempredelle piastrelle smaltate) il requisito per laprima scelta dipende da quanto dichiara-to dal produttore: e tale è rimasto ancheper la seconda. Per altre caratteristiche irequisiti sono stati lasciati inalterati, inquanto dette caratteristiche sono conside-rate peculiari delle piastrelle ceramiche, ocomunque fondamentali ai fini delle pre-stazioni in esercizio: è il caso della resisten-za agli sbalzi termici, al cavillo (anche se ilproduttore può dichiarare che smalti im-piegati per determinati effetti estetici pos-sono cavillare), della resistenza alle mac-chie, ai prodotti chimici d�uso domesticoed agli additivi per piscina. Infine per lerimanenti caratteristiche si è accettato ilprincipio generale che per un materiale diseconda scelta si possa accettare come va-lore-limite il requisito del materiale di pri-ma scelta del gruppo immediatamente se-guente: ad esempio, per una seconda scel-ta del gruppo BIIa sono validi i requisitidella prima scelta del gruppo BIIb. Ovvia-mente questo criterio generale ha richiestoadattamenti a motivo di alcune incon-gruenze che si potevano verificare. Nesono risultati i prospetti riportati in Tab 1.Va osservato che questa proposta, pur frut-to di diverse elaborazioni successive, èsenz�altro perfettibile: tuttavia essa costi-tuisce un indubbio punto di riferimento inuna situazione di confusione che si trasci-

nava ormai da anni e che rendeva ormaiimprorogabile una regolamentazione.È stato stabilito che il criterio costituiscauna forte raccomandazione specie per lepiastrelle destinate all�esportazione.Di seguito si riporta il testo integrale delleregole concordate.

Apposizione della classe di scelta su sca-tole e imballaggiPer i prodotti conformi ai requisiti stabili-ti dalle norme EN, la qualifica di 1a sceltadeve essere specificata, come prescritto datali norme. Allo stesso modo, per i prodot-ti che non soddisfano i requisiti stabilitidalle norme EN deve essere specificata laqualifica di 2a e 3a scelta.Tali indicazioni devono essere ben chiaree leggibili sulle scatole e sugli imballaggi,utilizzando la numerazione araba, che po-trà assumere forme e dimensioni varie aseconda dei mezzi tecnici e delle esigenzeorganizzative del produttore.

Criteri di scelta: estetico e funzionale❏ Criteri estetici� 1a sceltaLa superficie di esercizio delle piastrelledeve apparire integra in ogni sua parte; peruna valutazione estetica devono essere sot-toposti a prova almeno un campione da 1m2 ed un numero minimo di 30 piastrelle,secondo quanto stabilito dalla norma EN98. La valutazione viene effettuata osser-vando la superficie di esercizio delle pia-strelle alla distanza di 1 m e sotto un�in-tensità luminosa di 300 lx.Il risultato viene espresso come percentua-le di piastrelle con difetti.� Requisiti per la 1a sceltaPercentuale di piastrelle con difetti < 5.� 2a sceltaDevono essere sottoposti a prova almenoun campione da 1 m2 ed un numero mini-mo di 30 piastrelle. La valutazione viene

(1) L�accordo CET fariferimento alle

norme EN in vigorenel momento in cui

fu concluso (anno1990). Si segnala che

le Norme EN ISOdescritte ed

utilizzate comeriferimento in questa

guida (vedi § 2.2 eAppendici n° 1 e 2)

rappresentanoun�evoluzione

successiva di talinorme. Fermi

restando i criterigenerali adottati

nella specifica deirequisiti delle

diverse scelte, ivalori riportati in

Tab. 1 sono destinatiad essere aggiornati,

avendo comeriferimento i

requisiti elencati inAppendice 2.

229

Richiesta per tutti i gruppi / Richiesta per tutti i gruppi

Richiesta per tutti i gruppi / Richiesta per tutti i gruppi

Min classe 2 per tutti i gruppi / Min classe 2 per tutti i gruppiMin classe B per tutti i gruppi / Min classe B per tutti i gruppi

Richiesta se d’accordo. Secondo la classe di resistenza chimica indicata dal fabbricanteRichiesta se d’accordo. Secondo la classe di resistenza chimica indicata dal fabbricante

Secondo la classe di abrasione indicata dal fabbricante / Secondo la classe di abrasione indicata dal fabbricante

A P P E N D I C E 4

Caratteristiche

Flessione (EN 100)• valore medio

• valore singolo

Durezza Mohs (EN 101)• smaltate• non smaltate

Abrasione profonda (EN 102)

Dilatazione termica lineare (EN 103)

Sbalzi termici (EN 104)

Cavillo (EN 106)

Resistenza chimica non smaltate (EN 106)• prodotti chimici domestici e additivi per piscina• acidi e basi

Resistenza chimica smaltate (EN 122)• macchie• prodotti chimici domestici e additivi per piscina• acidi e basi

Abrasione superficiale (EN 154)

Dilatazione all’umidità (EN 155)

Resistenza al gelo (EN 202)

AI

≥20 ≥≥≥≥≥20

18 18

≥5 ≥≥≥≥≥5≥6 ≥≥≥≥≥6

≤300 ≤≤≤≤≤393

4÷8 ≤≤≤≤≤105÷13 ≤≤≤≤≤12

rich. rich.rich. rich.

–– ––

rich.

rich. sed’acc.

Tab. 1 - Definizioni

delle classi di

scelta.

1a scelta: corsivo;

2a scelta: grassetto.

effettuata osservando la superficie di eser-cizio delle piastrelle alla distanza di 2 m esotto un�intensità luminosa di 300 lx.Il risultato viene espresso come percentua-le di piastrelle con difetti.� Requisiti per la 2a sceltaPercentuale di piastrelle con difetti < 5.� 3a sceltaLe piastrelle appartenenti a questo grup-po comprendono tutte quelle che non sod-disfano i requisiti stabiliti per la 1a e la 2a

scelta.

❏ Criteri funzionali� Requisiti per la 1a sceltaRelativamente a caratteristiche dimensio-nali e di aspetto e proprietà fisiche e chi-miche, le piastrelle devono soddisfare i re-quisiti richiesti dalla 1a scelta, stabiliti dal-la specifica norma EN di prodotto delgruppo di appartenenza.� Requisiti per la 2a scelta- DimensioniLe piastrelle debbono soddisfare i requisi-ti stabiliti dalla specifica norma EN di pro-

dotto per il gruppo di appartenenza, conuna deviazione massima consentita supe-riore del 25% rispetto alle tolleranze indi-cate dalla suddetta norma.- Proprietà fisiche e chimicheLe piastrelle devono soddisfare i requisitiriportati nella Tab 1.� Requisiti per la 3a sceltaLe piastrelle che ricadono all�interno diquesto gruppo comprendono tutte quelleche non soddisfano i requisiti per la 1a e la2a scelta.

AIIa-1

≥20 ≥≥≥≥≥17,5

18 15

≥5 ≥≥≥≥≥5≥6 ≥≥≥≥≥6

≤393 ≤≤≤≤≤649

≤10 ≤≤≤≤≤10≤12 ≤≤≤≤≤10

rich. rich.rich.

rich. sed’acc.

–– ––

rich. sed’acc.

rich. sed’acc.

AIIa-2

≥10 ≥≥≥≥≥8

9 7

≥5 ≥≥≥≥≥4≥5 ≥≥≥≥≥4

≤771≤≤≤≤≤1419

≤10 ≤≤≤≤≤10≤12 ≤≤≤≤≤10

rich. rich.rich. sed’acc.

rich. sed’acc.

–– ––

rich. sed’acc.

rich. sed’acc.

AIIb-1

≥17,5 ≥≥≥≥≥8

15 7

≥5 ≥≥≥≥≥4≥6 ≥≥≥≥≥3

≤649≤≤≤≤≤2365

≤10 ≤≤≤≤≤10≤10 ≤≤≤≤≤10

rich. rich.rich. sed’acc.

rich. sed’acc.

≤0,6 ≤≤≤≤≤0,6

rich. sed’acc.

rich. sed’acc.

AIIb-2

≥8 ≥≥≥≥≥8

7 7

≥4 ≥≥≥≥≥4≥3 ≥≥≥≥≥3

≤1419≤≤≤≤≤2365

≤10 ≤≤≤≤≤10≤10 ≤≤≤≤≤10

rich. rich.rich. sed’acc.

rich. sed’acc.

≤0,6 ≤≤≤≤≤0,6

rich. sed’acc.

rich. sed’acc.

AIII

≥8 ≥≥≥≥≥8

7 7

≥4 ≥≥≥≥≥4≥3 ≥≥≥≥≥3

≤2365≤≤≤≤≤3174

≤10 ≤≤≤≤≤10≤10 ≤≤≤≤≤10

rich. rich.rich. sed’acc.

rich. sed’acc.

≤0,6 ≤≤≤≤≤0,6

rich. sed’acc.

rich. sed’acc.

BI

≥27 ≥≥≥≥≥22

–– 20

≥5 ≥≥≥≥≥5≥6 ≥≥≥≥≥6

≤205 ≤≤≤≤≤345

≤9 ≤≤≤≤≤9

rich. rich.rich. rich.

–– ––

rich.

rich. sed’acc.

BIIa

≥22 ≥≥≥≥≥18

20 16

≥5 ≥≥≥≥≥5≥6 ≥≥≥≥≥6

≤345 ≤≤≤≤≤540

≤9 ≤≤≤≤≤9

rich. rich.rich. rich.

–– ––

rich. sed’acc.

rich. sed’acc.

BIIb

≥18≥≥≥≥≥15/1216 7

≥5 ≥≥≥≥≥5≥6 ≥≥≥≥≥4

≤540≤≤≤≤≤2046

≤9 ≤≤≤≤≤9

rich. rich.rich. rich.

≤0,6 ≤≤≤≤≤0,6

rich. sed’acc.

BIII

≥15/12≥≥≥≥≥ 8

7 7

≥5 p ≥≥≥≥≥3 r≥4 p ≥≥≥≥≥3 r

––––

≤9 ≤≤≤≤≤9

rich. rich.rich. rich.

–– ––

––

––

230

A P P E N D I C E 5

Il Centro Ceramico di Bologna

CENTRO CERAMICO - BOLOGNACentro di Ricerca e Sperimentazione per l’Industria Ceramica

Sede Centrale:Via Martelli, 26 - 40138 BolognaTel. 051-534015 - Fax 051-530085

Laboratorio di Zona:CERTI.CER - Via Valle d�Aosta, 1 - 41049 Sassuolo MO

Tel. e Fax 0536-802154

Internet: www.cencerbo.ite-mail: [email protected]

Il Centro Ceramico è gestito da Consorzio Universitario, costituito nel 1976 e formato da:

Università degli Studi di Bologna

E.R.V.E.T.Politiche per le imprese S.p.A. - Bologna

CAMERE DI COMMERCIOUnione Regionale delle Camere di Commercio dell�Emilia Romagna

ASSOPIASTRELLEAssociazione Nazionale dei Produttori di Piastrelle di Ceramica e di Materiali Refrattari

A.N.C.P.L.Associazione Nazionale Cooperative Produzione e Lavoro

ENCSEnte Nazionale Ceramica e Silicati

ANDILAssociazione Nazionale Degli Industriali dei Laterizi

FEDERCERAMICAAssociazione Nazionale degli Industriali della Ceramica e degli Abrasivi

Riconoscimento della personalità giuridica del Consorzio Universitario:DPR 10/4/1978, n. 806

231

A P P E N D I C E 5

Accreditamenti Nazionali ed Internazionali

Laboratorio iscritto nell�Albo dei �Laboratori Esterni Pubblici e Privati altamente qualificati� -Decreto Ministero Ricerca Scientifica 16/6/1983 (G.U. 6/7/1983, n. 183)

Laboratorio autorizzato ad effettuare il servizio di rilevamento dell�inquinamento atmosferico,sec. L. 13/7/1966, n. 615 - Decreto Ministero Sanità 10/8/1974 (G.U. 14/9/1974, n. 240)

Laboratorio Ceramico di riferimento per l�Italia per il �Mutual Recognition Agreement of TestReports� del CEN Certification Committee N° 5

Laboratorio Ceramico di riferimento per l�Italia per CERLABS - World Network of National CeramicLaboratories

Organismo di ispezione e Laboratorio Ufficiale di Prova designato dall�UNI per le procedure diconcessione del Marchio di Qualità delle piastrelle di ceramica

Organismo di ispezione e Laboratorio Ufficiale di Prova designato dall�UNI per le procedure diconcessione del Marchio di Qualità dei laterizi

Laboratorio di prova accreditato dal SINAL, secondo UNI CEI EN 45001 (Accreditamento N°0058, 21/10/1993)

Laboratorio designato da ENCS (Ente Nazionale Ceramica e Silicati) per le procedure di con-cessione del Marchio ENCS sugli articoli sanitari

Laboratorio Ufficiale riconosciuto per le esportazioni di piastrelle ceramiche e sanitari in Ara-bia Saudita, secondo S.A.S.O.

Laboratorio di prova accreditato da P.C.B.C. (Polonia) secondo ISO/IEC 25

Laboratorio Ufficiale riconosciuto da ZAG-ZRMK (Slovenia) per le esportazioni di piastrelleceramiche

Laboratorio Ufficiale riconosciuto dal Ministero della Difesa per il controllo delle forniture distoviglieria

Laboratorio con Personale Qualificato secondo UNI EN 30011 per l�effettuazione di valutazionisistemi qualità secondo UNI EN ISO 9000

CR

ELabs - World Network of National Ceramic Laboratories

232

Attività

❏ Ricerca applicata❏ Assistenza all�industria, certificazione, consulenze❏ Didattica e formazione professionale❏ Divulgazione

nei seguenti settori:

❏ Chimica e materie prime

❏ Ceramici industriali (piastrelle, laterizi, sanitari, stoviglieria, refrattari, etc.)❏ Ceramiche tecniche avanzate

❏ Ambiente

❏ Processi ed energia

❏ Qualità di prodotto e di sistema

Prove, analisi, servizi

❏ Piastrelle, Apparecchi sanitari, Refrattari, Laterizi, Tubazioni per edilizia, Adesivi per edilizia, Stoviglieria, Cementi e Calce-struzzi:� esecuzione di tutte le prove previste dalle rispettive norme nazionali (UNI) ed internazionali (EN, ISO)� caratterizzazioni della microstruttura (SEM, EDS).

❏ Difetti di pavimenti e pareti piastrellate: sopralluoghi, assistenza tecnica, etc.

❏ Materie prime ceramiche, smalti, fritte, etc.; esecuzione di:� analisi chimica e determinazioni chimiche� analisi mineralogica� esami microscopici� analisi termiche (DTA, TG, dilatometria, prove di cottura)� analisi granulometrica� microscopio riscaldante.

❏ Determinazioni chimiche sulle acque (acque di scarico, acque di processo) e sui rifiuti/residui di produzione e depurazione.

❏ Caratterizzazione delle emissioni gassose.

❏ Misure di esposizione ad inquinanti nell�ambiente di lavoro.

❏ Energy Auditing: misure dei consumi termici ed elettrici, ed assistenza per risparmio energetico.

A P P E N D I C E 5

233

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Manuali per il ceramistaI risultati dei principali progetti di ricerca, o rapporti riguardanti argomenti di particolare inte-resse, vengono pubblicati in forma di monografie o di manuali di taglio pratico ed applicativo.

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La Camera Arbitrale Ceramica - Statuto e Regolamento

Statuto

Art. 11.1. Sotto gli auspici del Centro Ceramicodi Bologna è costituita una Camera arbi-trale con lo scopo di organizzare servizi diarbitrato (rituale ed irrituale), di concilia-zione e di perizia contrattuale per la bona-ria definizione di contrasti e/o controver-sie aventi come oggetto i materialiceramici.1.2. Detti servizi sono disciplinati dal Re-golamento allegato al presente Statutocome parte integrante.1.3. La Camera arbitrale ha sede presso ilCentro Ceramico.

Art. 22.1. La Camera arbitrale è diretta ed am-ministrata da un Consiglio.2.2. Il Consiglio dispone di tutti i poteri edi tutte le facoltà per il raggiungimentodelle finalità della Camera arbitrale.2.3. In particolare il Consiglio:a) cura la formazione e l�aggiornamentodell�elenco degli arbitri e periti;b) designa arbitri e periti;c) fissa l�importo che le parti devono versarea titolo di rimborso spese di Segreteria;d) decide sulla ricusazione di arbitri e periti;e) decide sul reclamo contro la liquidazio-ne del compenso ad arbitri e periti;f) fornisce pareri sulla procedura ad arbi-tri e periti.

Art. 33.1. Il Consiglio è composto da sette com-ponenti tra cui il Presidente.3.2. Il Presidente del Centro Ceramico è didiritto Presidente del Consiglio.3.3. Il Consiglio di Amministrazione delCentro Ceramico nomina i componenti ilConsiglio della Camera arbitrale, sceglien-doli tra persone di comprovata esperienzain campo giuridico o ceramico e di spec-

chiata dirittura morale.3.4. Il Consiglio dura in carica 4 anni ed isuoi componenti possono esserericonfermati.

Art. 44.1. Il Consiglio è convocato dal Presiden-te ogniqualvolta questi lo ritenga oppor-tuno e, in ogni caso, quando ne faccianorichiesta almeno 3 dei suoi componenti.4.2. Il Consiglio è presieduto dal Presiden-te ovvero, in caso di sua assenza o impedi-mento, dal consigliere più anziano di età.4.3. Il Consiglio delibera con la presenzadi almeno la metà dei suoi componenti.4.4. Le decisioni sono prese a maggioran-

degli utenti dei servizi e, laddove risultiinsufficiente, dal Centro Ceramico.

Art. 7Il presente Statuto potrà essere modificatocon delibera del Consiglio ratificata dalConsiglio di Amministrazione del CentroCeramico.

Regolamento

Art. 1 - Servizi arbitrali1.1. Il servizio di arbitrato consiste nel for-nire alle parti uno o più arbitri per la riso-luzione di controversie.1.2. Il servizio di conciliazione consiste nelfornire alle parti uno o più conciliatori, cuiè rimessa la promozione di un�ipotesi diaccordo tra le parti.1.3. Il servizio di perizia contrattuale con-siste nel fornire alle parti uno o più peritiincaricati di formulare una valutazionetecnica.1.4. Il ricorso ad uno dei servizi arbitralicomporta incondizionata accettazione del-lo Statuto della Camera arbitrale, del suoRegolamento, nonché della pronuncia chesarà emessa con esonero della Camera daogni responsabilità.1.5. Le parti sono tenute in solido al paga-mento del compenso all�arbitro e/o alperito.

Art. 2 - Convenzione arbitrale2.1. Si fa luogo ad uno dei procedimentipredetti quando esista fra le parti conven-zione arbitrale ovvero quando, anche indifetto di clausola compromissoria o dicompromesso, le parti ne facciano concor-demente richiesta alla Camera arbitrale.2.2. Qualora fra le parti sia convenuta periscritto una clausola che rinvii, senza ulte-riori precisazioni, all�arbitrato della Came-ra arbitrale, essa si intenderà riferita: ad unarbitro unico piuttosto che ad un collegio

za dei voti dei consiglieri presenti.4.5. A parità di voti prevale il voto di coluiche presiede la riunione.

Art. 55.1. Il Consiglio nomina il Segretario dellaCamera arbitrale.5.2. Il Segretario attua le decisioni del Con-siglio, redige verbali delle riunioni, rispon-de al Consiglio del funzionamento dellasegreteria e dei servizi resi dalla Came-ra arbitrale.

Art. 6Il funzionamento della Camera arbitrale èassicurato dal contributo spese a carico

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arbitrale; all�arbitrato libero piuttosto chea quello rituale; ad una pronuncia secon-do equità piuttosto che secondo diritto.2.3. Nel caso di pluralità di parti decidesempre un arbitro unico, anche in derogaalla convenzione arbitrale.

Art. 3 - Elenco degli arbitri e periti3.1. Il Consiglio forma e tiene aggiornatol�elenco degli arbitri e periti, iscrivendovipersone di comprovata esperienza in cam-po giuridico o ceramico e di specchiata di-rittura morale.3.2. Qualora lo ritenga opportuno il Con-siglio può designare anche persone noniscritte nell�elenco, ma in possesso dei pre-detti requisiti.3.3. Ciascuna parte può ricusare per iscrit-to l�arbitro o il perito designato indican-done i motivi.3.4. Sulla ricusazione decide inappellabil-mente il Consiglio, sentiti gli interessati.

Art. 4 - Domanda di arbitrato4.1. La parte che intende promuovere unarbitrato presenta domanda scritta alla Se-greteria della Camera arbitrale, notificando-la alla controparte con lettera raccomandata.4.2. La domanda deve indicare:a) le generalità delle parti;b) il tipo di arbitrato richiesto: rituale oirrituale; collegio arbitrale o arbitro unico.c) l�esposizione degli elementi di fatto e didiritto sui quali si fonda la domanda;d) l�indicazione dei mezzi di prova deiquali l�attore intende avvalersi;f) in ipotesi di collegio arbitrale: nome cogno-me e domicilio dell�arbitro di competenza.4.3. Unitamente alla domanda l�attore devedepositare presso la Segreteria della Came-ra arbitrale:a) copia del compromesso o della clausolacompromissoria;b) l�originale della procura se intende farsirappresentare e difendere nel procedimento;

c) ricevuta di spedizione della raccoman-data di cui sopra al comma 1;d) somma dovuta a titolo di rimborso spesedi Segreteria, secondo quanto deliberato invia generale e preventiva dal Consiglio.4.4. Il Segretario annota la domanda inapposito registro cronologico, forma il fa-scicolo e gli assegna il numero di ruolo.

Art. 5 - Integrazione del contraddittorio5.1. Entro trenta giorni dalla notifica del-la domanda il convenuto è tenuto a pren-dere posizione sulle domande attrici de-positando in Segreteria una memoria di-fensiva, nella quale indica i mezzi di pro-va di cui intende avvalersi e, in ipotesidi collegio arbitrale, designa l�arbitro dicompetenza.5.2. Se intende farsi rappresentare e difen-dere nel procedimento, il convenuto depo-sita altresì l�originale della procura.5.3. Entro dieci giorni dallo scadere del ter-mine di cui al precedente comma, il Segre-tario sottopone il fascicolo al consiglio.5.4. A seconda della necessità il Consiglioprovvede alla designazione dell�arbitrounico, del presidente del collegio arbitralee, nell�inerzia della parte, dell�arbitro disua competenza.5.5. Con la stessa delibera il Consiglio de-termina l�acconto sul compenso all�arbitro.5.6. Di tale delibera il Segretario dà imme-diata comunicazione all�arbitro ed alle par-ti per raccomandata AR.

Art. 6 - Svolgimento della procedura6.1. Il versamento dell�acconto sul com-penso all�arbitro di cui al precedente art.5.4. è condizione per lo svolgimento del-la procedura.6.2. Entro dieci giorni dalla corresponsionedi tale acconto l�arbitro comunica alle par-ti, per raccomandata AR, il giorno e l�oradella prima riunione da tenersi entro i ven-ti giorni successivi.

6.3. La sede arbitrale è presso la Camera.6.4. L�arbitro redige il verbale della riunio-ne che sottoscrive.6.5. L�arbitro tenta la conciliazione delle parti.6.6. Se le parti si conciliano, redigono esottoscrivono sotto il controllo dell�arbitroil verbale di conciliazione che deve indi-care anche a chi fa carico il compenso al-l�arbitro dallo stesso liquidato.6.7. L�arbitro conduce l�istruttoria secondoil suo prudente apprezzamento nel rispet-to del principio del contraddittorio.

Art. 7 - Decisione7.1. L�arbitro emette la decisione nel termi-ne di tre mesi dalla prima riunione, salvodiverso accordo tra l�arbitro e le parti.7.2. La decisione è emessa in forma scrittaed è sottoscritta dall�arbitro.7.3. In caso di pluralità di arbitri, la deci-sione è presa a maggioranza.7.4. Qualora un arbitro rifiuti di sottoscri-vere la decisione gli altri arbitri ne fannomenzione nella decisione stessa.7.5. La decisione deve contenere le doman-de delle parti, lo svolgimento del procedi-mento, i motivi ed il dispositivo.7.6. Nella decisione l�arbitro liquida il pro-prio compenso e le spese per la difesa del-le parti ponendoli a carico di chi spetta se-condo il principio della soccombenza.7.7. Contro la liquidazione del compensoall�arbitro è ammesso reclamo scritto alConsiglio della Camera arbitrale entrotrenta giorni dalla notifica della decisione.7.8. Il reclamo non sospende il termine perl�esecuzione della decisione riguardo aglialtri punti.7.9. Il Collegio decide inappellabilmentesul reclamo contro la liquidazione del com-penso all�arbitro.7.10 L�arbitro notifica la decisione in origi-nale a ciascuna delle parti per raccoman-data AR e ne deposita un altro originale inSegreteria.

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7.11. In caso di arbitrato rituale l�arbitro èinoltre tenuto alle formalità previste dalcodice di procedura civile.

Art. 8 - EsecuzioneI verbali di conciliazione o le decisioni devo-no essere eseguiti dalle parti, salvo diversotermine fissato dalla decisione, nel terminemassimo di trenta giorni dalla loro notifica.

Art. 9 - Applicabilità di normeLe norme che precedono valgono anche peril procedimento di conciliazione e periziacontrattuale in quanto applicabili.

Clausola compromissoria

Ogni questione relativa all�accertamentodel diritto alla garanzia, alla determina-

zione del danno ed alla sua quan-tificazione che non possa essere bonaria-mente risolta tra le parti, sarà rimessa al-l�arbitrato libero di un arbitro unico da co-stituirsi e svolgersi secondo il Regolamen-to della Camera arbitrale istituita pressoil Centro Ceramico di Bologna che le partidichiarano di conoscere ed accettareincondizionatamente.

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Fonti

Le immagini riportate in questa guida provengono dagli archivi fotografici di Assopiastrelle, Edi.Cer.e Centro Ceramico di Bologna.

Le immagini di seguito elencate sono contenute nell'opera "Cer-Architect" (Edi.Cer., 1999) e si rife-riscono a realizzazioni, in Italia e all'estero, con piastrelle di ceramica italiane.

Pag. 19 - Museo Leonardesco, Vinci (FI).Pag. 22 - "St. Lawrence Square" Shopping Centre, Toronto (Canada)Pag. 50 - Lycée du Granier, La Pavoire (Francia)Pag. 53 - Clinica S. Rocco, BresciaPag. 60 - Centro Congressi "Oasi", Acireale (CT)Pag. 74 - Metro Bisolidos Centre, Dip. Trattamento Acque, Città di San Diego (USA)Pag. 103 - Palazzo Ducale, "Salone d'Onore", Sassuolo (MO)Pag. 112 - Banca Popolare di LodiPag. 123 - a sinistra: portico esterno di abitazione privata (Italia)Pag. 123 - a destra: National Insurance Institute, Budapest (Ungheria)Pag. 124 - Piazzale della Chiesa di Santa Chiara, AssisiPag. 127 - Pavimentazione di caseificio, ModenaPag. 130 - a sinistra: un'antica farmacia italianaPag. 130 - a destra: Piazzale della Chiesa di Santa Chiara, AssisiPag. 135 - a sinistra in alto: camera da letto di abitazione privataPag. 135 - a sinistra in basso: Hotel Fortino Napoleonico, AnconaPag. 135 - a destra: Stazione TGV di Rennes (Francia)Pag. 143 - in alto: Fashion Café, Londra (Regno Unito)Pag. 143 - in basso: atrio della stazione di Montréal (Canada)Pag. 145 - Heart Hospital, Rancho Mirage, California (USA)Pag. 146 - Indian Mound (USA)Pag. 148 - in alto: Metro Bisolidos Centre, Dip. Trattamento Acque, Città di San Diego (USA)Pag. 148 - in basso: Società "Le Torri", ModenaPag. 154 - a sinistra e a destra in alto: Piazzale della Chiesa di Santa Chiara, AssisiPag. 156 - a sinistra: Shopping Town Hotel, Melbourne (Australia)Pag. 156 - a destra: Shopping Centre, Los Angeles (USA)Pag. 158 - Pavimentazioni di abitazione privataPag. 164 - Centro "Golda Meir", Tel Aviv (Israele)Pag. 175 - Pavimentazione di antico palazzo italiano.Pag. 179 - Heart Hospital, Rancho Mirage, California (USA)Pag. 180 - Stabilimento industriale, Dongen (Paesi Bassi)Pag. 181 - Australian Institute of Science and Technology, Canberra (Australia)Pag. 186 - Pavimentazione di libreria privataPag. 197 - Raffles Hotel, SingaporePag. 204 - Una piazza di San Gimignano (SI)