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Libro delle monete complementari NORD AMERICA LETS (Local Exchange Trading System) Introduzione testo di Maurizio Pittau, da "Economie senza Denaro" Consapevole dell'esperienza di Guersney e Jersey 12, nel 1985 Weston provò ad organizzare a Norwich, in Gran Bretagna, un sistema di trasferimenti basato sull'utilizzo di un'unità locale così come aveva sperimentato in America. Nel 1987 si svilupparono, in contatto con Vancouver, i primi LETS {Locai Exchange Trading Systems) significativi in Scozia e Galles. Nel 1990 la New Economics Foundation cominciò a promuovere il LETS, puntando sull'unità locale e dando impulso allo sviluppo dei sistemi che oggi sono 400 e coinvolgono oltre 40.000 persone.13 A partire dall'inizio degli anni '80 il termine LETS (che letteralmente significa "lasciatecelo fare") incominciò ad essere utilizzato per esprimere la possibilità, da parte della popolazione locale, di organizzare i propri sistemi di scambio. Mentre il primo LETS, basato sul baratto, non sopravvisse come modello, l'idea fu adottata dalle comunità e il termine LETS venne usato approssimativamente per identificare modelli differenti apparsi in Gran Bretagna e in Australia negli anni '90. II principio è semplice: si accende un conto per ciascun aderente al sistema; oggetto degli scambi sono beni, servizi e saperi, e tramite un supporto informatico si contabilizzano tutti gli scambi del sistema in prestazioni orarie oppure tramite una moneta locale complementare a quella di corso legale. All'avvio ognuno ha un saldo nullo sul proprio conto. Associandosi ogni membro comunica che cosa intende offrire e che cosa desidera ricevere, e ciò che si scambia viene inserito in apposite liste, che tengono conto delle specificità territoriali, in modo tale da capire quali siano le richieste locali. La contabilizzazione degli scambi avviene attraverso l'emissione di assegni; l'unità di misura è una moneta interna chiamata con un nome di fantasia, oppure, nelle realtà dove si scambiano servizi, è il tempo. Consenso e fiducia sono indispensabili sia per le transazioni che per la sopravvivenza del gruppo; infatti, non essendoci un controllo interno, ognuno è responsabile di quello che fa.

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Libro delle monete complementari NORD AMERICA LETS (Local Exchange Trading System) Introduzione

testo di Maurizio Pittau, da "Economie senza Denaro"

Consapevole dell'esperienza di Guersney e Jersey 12, nel 1985 Weston provò ad organizzare a Norwich, in Gran Bretagna, un sistema di trasferimenti basato sull'utilizzo di un'unità locale così come aveva sperimentato in America. Nel 1987 si svilupparono, in contatto con Vancouver, i primi LETS {Locai Exchange Trading Systems) significativi in Scozia e Galles. Nel 1990 la New Economics Foundation cominciò a promuovere il LETS, puntando sull'unità locale e dando impulso allo sviluppo dei sistemi che oggi sono 400 e coinvolgono oltre 40.000 persone.13 A partire dall'inizio degli anni '80 il termine LETS (che letteralmente significa "lasciatecelo fare") incominciò ad essere utilizzato per esprimere la possibilità, da parte della popolazione locale, di organizzare i propri sistemi di scambio. Mentre il primo LETS, basato sul baratto, non sopravvisse come modello, l'idea fu adottata dalle comunità e il termine LETS venne usato approssimativamente per identificare modelli differenti apparsi in Gran Bretagna e in Australia negli anni '90. II principio è semplice: si accende un conto per ciascun aderente al sistema; oggetto degli scambi sono beni, servizi e saperi, e tramite un supporto informatico si contabilizzano tutti gli scambi del sistema in prestazioni orarie oppure tramite una moneta locale complementare a quella di corso legale. All'avvio ognuno ha un saldo nullo sul proprio conto. Associandosi ogni membro comunica che cosa intende offrire e che cosa desidera ricevere, e ciò che si scambia viene inserito in apposite liste, che tengono conto delle specificità territoriali, in modo tale da capire quali siano le richieste locali. La contabilizzazione degli scambi avviene attraverso l'emissione di assegni; l'unità di misura è una moneta interna chiamata con un nome di fantasia, oppure, nelle realtà dove si scambiano servizi, è il tempo. Consenso e fiducia sono indispensabili sia per le transazioni che per la sopravvivenza del gruppo; infatti, non essendoci un controllo interno, ognuno è responsabile di quello che fa.

Gli obiettivi del LETS sono soprattutto di carattere economico e solidale: lotta contro la solitudine, integrazione all'interno della co-munità locale, costituzione di buon vicinato, possibilità di acquisire servizi a costi più bassi, possibilità di lavoro per i disoccupati, soste-gno a servizi locali scarsamente valorizzati, sviluppo di un'economia locale rispettosa delle risorse naturali. Il desiderio è quello di passare da un commercio impersonale a rapporti più personali e umani, introducendo trasferimenti tra persone che possiedono conoscenze, abilità, tempo e beni disponibili, in modo tale da valorizzare competenze trascurate e rinforzare il senso di autenticità nelle relazioni con gli altri. L'unità locale è frequentemente allineata alla sterlina e ciò permette di avere trasferimenti tra LETS. I beni e i servizi sono valutati in base al tempo di produzione (un'ora di giardinaggio equivale ad un'ora di lezioni di chitarra), o al valore d'uso, oppure al valore del proprio tempo fissato da ogni aderente entro limiti previsti dal LETS. Il sistema è interessante per le regioni ad alto tasso di disoccupazione, perché permette alle persone di ottenere beni e servizi che non possono pagare con la moneta tradizionale. I problemi legati al tasso di inflazione e alla disoccupazione che ne consegue vengono così aggirati creando una moneta locale, da usare solo all'interno della comunità della quale si è parte, assicurando scambi di beni, servizi e abilità tra gli utenti del sistema stesso. Poiché vi è equivalenza rispetto alla valuta nazionale, gli associati non sono isolati dal sistema economico del Paese. Inoltre, non ci sono interessi economici negli scambi.

L'esperienza inglese, capostipite dei sistemi locali di scambio, si è sviluppata tra la fine degli anni '80 e '90 in piena crisi economica (le prime esperienze si ebbero alla fine degli anni '70 per ridare lavoro ai licenziati di una base aerea). I LETS rappresentano un modo per accedere a servizi che il pubblico non eroga più e che le persone non sono in grado di acquistare con gli scarsi mezzi a disposizione. Attraverso i LETS si attivano asili nido., si erogano cure a malati cronici non più assistiti dal sistema nazionale sanitario, si affrontano le manutenzioni casalinghe senza esborso di danaro ecc. I rapporti con il governo britannico non siano stati sempre semplici, ma ora sono coinvolti numerosi enti locali. Alcuni concedono sovvenzioni, ma spesso forniscono aiuto dando permessi, materiali pubblicitari, cancelleria, stamperia, foto-copisteria, computer ecc. Un certo

numero di enti locali, inoltre, sta assumendo promotori per diffondere i LETS in aree a basso reddito. Progetti basati sul sistema dei LETS sono stati inaugurati anche nelle comunità etniche e in quelle dei rifugiati.

Un interessante esperienza si sta tenendo nella Beckford Community LETS. Si tratta di un progetto, rivolto agli utenti del centro di salute mentale, consistente in riunioni pubbliche che si tenevano all'interno dell'ospedale locale. L'affitto di questi spazi viene pagato dalla Beckford Community attraverso i LETS. Ogni settimana si svolge un incontro informale con tutti coloro che vogliono partecipare e vi è anche una riunione pubblica con una presentazione, un relatore o un workshop (di solito tenuto dai membri dei LETS) su una vasta gamma di materie. I medici e gli infermieri psichiatrici indirizzano i pazienti e gli utenti che entrano e escono dall'ospedale al Beckford Community LETS e alla sua squadra di terapisti, sempre appartenenti ai LETS. Come ha detto Shephard: "I miglioramenti di molti membri dei LETS sono stati incredibili, tanto che un recente commento è stato il seguente: ci sono troppe persone che stanno bene qui dentro!" 14. Questo progetto viene attualmente riprodotto in Gran Bretagna con l'assunzione di staff dei servizi sociali e delle autorità sanitarie, al fine di sviluppare altri LETS con scopi sanitari.

Note: 12 Ne! XIX secolo a Guersney e Jersey, isole del Canale della Manica, vennero emesse obbligazioni senza interessi con cui si finanziò la completa ricostruzione delle infra-strutture. La circolazione di queste obbligazioni strettamente locali comportò lo sviluppo di un sistema economico ristretto nelle isole, a fianco di quello nazionale, e ciò assicurò una tassazione molto bassa.

13 Dati riportati da B. Palmese, S. Sereni, Senza denaro, Edizioni Lavoro, Roma 2000.

14 L. Shephard, L'esperienza dei LETS nei paesi anglosassoni, Convegno "Tenere il Tempo", Perugia, 1996. Scaricato da http://digilander.libero.it/paolocoluccia

testo da "Senza Denaro"

Nel 1985 David Weston provò ad organizzare a Norwich, in Gran Bretagna, un sistema di trasferimenti basato sull'utilizzo di una unità locale, così come aveva sperimentato nel continente americano. Nel 1987 si svilupparono LETS significativi in Scozia e Galles, esperienze in contatto con Vancouver, che computerizzarono la loro attività, rendendola funzionale e scorrevole.

Nel 1990, la New Economics Foundation (NEF) cominciò a promuovere il LETS, puntando sull'unità locale, sicché in poco tempo sbocciarono nuovi LETS in tutto il paese.

Dal 1991 in poi la crescita numerica è stata così rapida che oggi i sistemi sono 400 e coinvolgono oltre 40 mila persone. Liz Shephard ha costruito una struttura di appoggio e propaganda (Letslink UK) che si occupa di fornire documentazione, schemi operativi, manuali, programmi informatici ed elaborazioni teoriche.

Il modello LETS si è diffuso rapidamente in Europa dando vita a numerose sperimentazioni, o ispirando indirettamente altre modalità di trasferimento.

I suoi obiettivi sono soprattutto di carattere economico e solidale. Le motivazioni che stanno alla base della loro costituzione sono infatti: la mancanza di denaro, la lotta contro la solitudine, l'integrazione all'interno della comunità locale, la costituzione di buon vicinato, la possibilità di acquisire servizi a costi più bassi, la possibilità di utilizzare lavoratori disoccupati, il sostegno a beni e servizi locali scarsamente valorizzati, lo sviluppo di una economia locale rispettosa delle risorse naturali.

Il desiderio è quello di correggere le logiche distorte del l'economia, passando così da un commercio impersonale a «rapporti più personali e umani», introducendo trasferimenti tra persone che possiedono conoscenze, abilità, tempo e beni non utilizzati. Si ottiene cosi il riconoscimento di quelle competenze che il mercato tradizionale non valorizza, rinforzando il senso di autenticità nelle relazioni con gli altri. L'unità locale, denominata in modo vario e fantasioso nei diversi sistemi (Oliver, Bright, Storie, Acorn, Beacon, Pigs, Onny ecc.), è frequentemente allineata alla sterlina. Proprio grazie a quest'allineamento è stata teorizzata la possibilità di dar vita a trasferimenti tra LETS, tramite l'esperienza di InterLets?.

Knights ed Evans,(6) pur sottolineando che il sistema è deliziosamente locale e fortemente basato sulla comunità, affermano che ciò non deve preconizzare l'isolamento della comunità. L'atmosfera solidale esistente tra le diverse realtà potrebbe permettere lo sviluppo di trasferimenti inter-sistemi, soprattutto per le realtà territorialmente vicine. Nella valutazione dei beni e dei servizi ogni LETS ha un diverso modo di agire, fondamentalmente esistono tre tipi di schema:

i servizi vengono conteggiati in base al tempo di produzione (un'ora di baby-sitting equivale ad un'ora di idraulico);

i beni e i servizi vengono valutati in base al valore d'uso, anche se spesso è vicino al prezzo corrente del mercato locale;

ogni aderente può fissare il valore del proprio tempo, ma entro vincoli predefiniti dal LETS per evitare sperequazioni eccessive.

Sono esperienze autonome, autofinanziate. Talvolta il grande successo del sistema porta ad un riconoscimento pubblico (concessione di sedi per incontri, promozione del modello di scambio nei circuiti sanitari): allo scopo si ricordano le esperienze di LETS terapeutici,(7) promosse dal ministero della Sanità.

I materiali dell'Infopack prodotto da Letslink UK hanno ispirato gran parte delle esperienze europee.

Esistono raggruppamenti nazionali in molti paesi europei, sostenuti dai finanziamenti indirizzati alle ONG.

LETS Funzionamento

testo (parzialmente modificato) di Veruska Carboni, tratto da Alterville.it

Il LETS (Local Exchange Trading System) è un sistema studiato appositamente per trattare problemi associati alla moneta convenzionale.

L'obiettivo di fondo è sia economico che sociale: da un lato permette l'acquisto di beni e servizi, pur non avendo denaro,

sostenendo costi più bassi per i servizi rispetto al mercato, dall'altro è uno strumento per integrarsi nella comunità locale e costruire rapporti di buon vicinato.

Secondo alcuni economisti il sistema è potenzialmente interessante per le regioni ad alto tasso di disoccupazione perché permette alle persone di ottenere beni e servizi che non possono pagare con la moneta tradizionale.

I problemi legati al tasso di inflazione e alla disoccupazione che ne consegue, vengono così aggirati creando una moneta locale, da usare solo all'interno della comunità della quale si è parte, che assicura scambi di beni, servizi e abilità tra gli utenti del sistema stesso.

Le valute locali sono state utilizzate anche nel passato ogni volta che una comunità voleva proteggere l'economia interna da fattori esterni quali la guerra o la depressione.

Attualmente il sistema dei LETS costituisce la più avanzata forma di valuta locale in circolazione.

Il primo LETS fu sviluppato nel 1983 in Canada nella Comox Valley dove un gruppo di persone già dedite al baratto, creò una rete di scambi all'interno della comunità in cui vivevano ottenendo grandi vantaggi.

Il prototipo ebbe successo, nonostante la resistenza di alcuni elementi chiave nelle comunità locali, tanto che 20 sistemi simili si riprodussero nel Nord America in breve tempo diffondendosi anche in Nuova Zelanda, Australia e Gran Bretagna.

La struttura organizzativa e il governo degli scambi

Esiste una componente burocratica che costituisce l'ossatura del sistema; le regole sono poche ma ben chiare e vanno rispettate per il buon funzionamento della rete di scambio. Basandosi su un forte senso di comunità, non ci saranno sanzioni materiali per coloro che disattendono le procedure. Tuttavia, poiché sempre di collettivo si tratta, consenso e fiducia sono richiesti sin dall'inizio come fondamento del sistema stesso.

La rete associativa fa riferimento ad un quartiere, una piccola comunità o ad un villaggio e può essere istituita anche da un ristretto gruppo di persone che iniziano l'attività di scambio.

Importante ai fini dell'allargamento dei confini della comunità è la socializzazione attraverso feste organizzate e momenti ludici di incontro per acquisire nuovi aderenti e imparare le regole delle transazioni.

Come opera il sistema? Associandosi ogni membro comunica che cosa intende offrire e che cosa desidera ricevere; ciò che si scambia viene inserito in apposite liste che tengono conto delle specificità territoriali, in modo tale da leggere anche le richieste locali.

La contabilizzazione degli scambi avviene attraverso l'emissione di assegni; l'unità di misura è una moneta interna chiamata con un nome di fantasia, oppure nelle realtà dove si scambiano servizi è il tempo.

In realtà la particolarità dei LETS sta proprio nell'aver creato una moneta locale interna che ha lo stesso valore della valuta corrente, cioè la sterlina. Il sistema dei LETS va considerato come complementare piuttosto che alternativo a quello esistente, perché cerca di integrarlo e non di sostituirlo.

Cinque sono le caratteristiche del LETS:

il costo dei servizi: esclude qualsiasi idea di commissione o profitto nel sistema amministrativo, ma al tempo stesso è in grado di offrire servizi che farebbero invidia a un qualsiasi profit-making businnes.

Il consenso: tutte le attività interne sono basate sul consenso che è dato da ogni partecipante come condizione di apertura di un conto; tutti i conti partono da zero e i soldi non saranno depositati e/o spostati da un conto all'altro senza previa autorizzazione del tenutario. Il consenso si intende anche in negativo: ogni associato ha il diritto di rifiutarsi di svolgere un dato servizio o prestazione.

Informazione costante: ognuno ha diritto a ricevere informazioni non soltanto riguardo al funzionamento del LETS, ma anche riguardo il proprio conto personale in qualsiasi momento.

Equivalenza alla valuta nazionale: è un modo per non isolare gli associati dal sistema economico nazionale e al tempo stesso permettere loro di acquistare beni e servizi ad un prezzo inferiore rispetto al mercato.

Inesistenza di qualsiasi interesse economico negli scambi, il LETS altro non è che una ONP.

Tornando alla struttura del LETS e al governo degli scambi, la parte burocratica del sistema emerge nella volontà di efficienza degli organizzatori e degli utenti.

Le procedure di iscrizione, la registrazione e lo svolgimento degli scambi, devono essere regolamentati. Si punta all'efficienza per avere una struttura snella che possa venire incontro con facilità alle esigenze degli associati; a tal proposito è stata predisposta una serie di figure cardine (record coordinator, steward, advisory group) ognuna con compiti precisi, che crea una sorta di modello funzionale in cui ognuno si occupa della gestione di una determinata fase organizzativa, senza però che ci sia alcun potere gerarchico-sanzionatorio poiché si tende ad una totale orizzontalità dei rapporti, i quali si basano sulla completa fiducia reciproca. L'adattamento reciproco consente agli utenti di correggere o indirizzare il proprio lavoro verso esigenze e aspettative del momento.

La tendenza è di tenere separato il lavoro amministrativo dalla rete di scambio vera e propria riducendo al minimo gli interventi.

I soggetti sopra menzionati hanno precise responsabilità:

il recording coordinator si occupa della registrazione dei singoli utenti, assegnando loro un numero e un identificativo; si occupa della contabilizzazione degli assegni (controllando che gli scambi si siano svolti secondo le procedure) e degli estratti conto, pubblicati con cadenza mensile; inoltre è responsabile del servizio informazioni.

Il ruolo dello steward consiste nel mantenere l'integrità del LETS: lavora nell'interesse degli utenti e contribuisce anche alla parte ludica del sistema, organizzando feste e manifestazioni.

L'Advisory group è un comitato consultivo composto dagli utenti che non sono però coinvolti in altre attività amministrative. Svolge un ruolo molto delicato ossia quello di dirimere i contrasti che talvolta possono sorgere tra gli associati.

Va sottolineato che chi svolge queste mansioni non percepisce nessun stipendio; è lavoro volontario e tale deve rimanere fintanto che non sussistono buone ragioni per cambiare.

Esiste un regolamento che descrive le regole vigenti all'interno del LETS (che ogni socio accetta e condivide al momento dell'iscrizione), strutturato in maniera semplice ed estremamente chiara. In genere definisce la natura e i compiti dell'associazione, il ruolo del coordinatore, il modo e la regolamentazione degli scambi e dei rapporti fra membri e amministrazione, le responsabilità e le azioni di salvaguardia del sistema.

Da un punto di vista strutturale anche il LETS può essere definito come una forma mista di governo degli scambi.

Esiste anche nel LETS un mercato interno i cui confini coincidono con quelli dell'associazione, (alla quale si accede mediante il pagamento di una quota di iscrizione), nell'ambito del quale avvengono gli scambi tra gli utenti.

Le transazioni hanno un prezzo che non è il tempo, ma una moneta locale (in circolazione esclusivamente all'interno del LETS) del valore equivalente alla valuta nazionale.

Poiché gli scambi avvengono all'interno di una comunità, più o meno ristretta, il mercato sarà regolato da un apparato burocratico il cui compito è quello della definizione delle regole e delle procedure di scambio.

L'aspetto comunitario è evidente; Il contesto nel quale si sviluppano i LETS sono tipici di regioni povere dove il tasso di inflazione, e di conseguenza quello di disoccupazione, sono piuttosto elevati per cui è fortemente percepito il senso utilitaristico del sistema. Le persone sono mosse dal bisogno di essere aiutate e di aiutare al tempo stesso: la solidarietà reciproca è forte, nel tentativo di sopravvivere in un sistema economico che avvantaggia pochi.

Attraverso il LETS possono essere create nuove possibilità per disoccupati di lunga durata che spesso non trovano lavoro perché non hanno esperienza e/o contatti sociali: si riattivano persone che sono state emarginate dal sistema economico dominante.

All'interno c'è sempre abbastanza informazione da rendere i partecipanti in grado di gestire e regolare il sistema da soli.

Esiste un nucleo originario che è una sorta di gruppo di governo che racchiude i cosiddetti "organizzatori del sistema", ma non esiste in realtà una separazione tra i costituenti e il resto del gruppo.

Di certo è che gli organizzatori hanno bisogno che il sistema funzioni: fanno appello al consenso, alla fiducia e alla responsabilità di ognuno.

Come accennato in precedenza, consenso e fiducia sono indispensabili sia per le transazioni che per la sopravvivenza del gruppo; non essendoci un governo interno, ognuno è responsabile di quanto fa e si deve impegnare a soddisfare il livello qualitativo standard.

La fiducia non rappresenta però in nessun caso una garanzia di qualità per i servizi offerti. E' attraverso il meccanismo del feedback che gli utenti hanno la percezione del funzionamento del sistema: la frequenza degli scambi è indice del fatto che gli associati sanno sfruttare le potenzialità del LETS.

La facilità di accesso alle informazioni rende tutto più trasparente: i membri possono accedere non solo ai propri conti, ma anche, se richiesto, a quelli altrui per decidere eventuali rifiuti di transazioni.

E' prevista in alcuni casi la pubblicazione semestrale dei conti di tutti gli appartenenti attraverso un foglio informativo di comunicazione con gli utenti.

La trasparenza consente di evitare fraintendimenti, discussioni o attriti fra gli utenti, riducendo il rischio di comportamenti opportunistici.

Il comportamento sleale viene visto come una sorta di tradimento nei confronti degli altri membri; non sono previste sanzioni ma chi esce deve saldare il proprio debito. L'organo "controllore" è l'Advisory Group che ha il compito di segnalare chi disattende alle regole e favorirne l'espulsione.

L'organizzazione non necessita di una costituzione scritta o di procedure legali per attivarsi; il sistema dipende da come le persone si rapportano all'organizzazione, e da come interagiscono le une con le altre.

Quattro sono i punti che rendono effettivo il sistema per ciò che si propone:

avere chiari obiettivi: l'accordo sugli scopi dà un senso al lavoro che ogni singolo deve svolgere, creando in questo modo unità anche quando gli eventi si muovono velocemente e le comunicazioni sono povere.

"Open partecipation": attraverso una partecipazione ampia, grandi obiettivi possono essere raggiunti più facilmente e velocemente; è raggiunta dal gruppo che agisce "as collective of indipendent individuals", cioè ognuno è libero di agire come crede più opportuno. Ciò che viene fatto nell'interesse del gruppo deve essere accettato dal gruppo stesso.

Le ricompense devono essere legate ai risultati: per assicurare un continuo impegno da parte di chi contribuisce con il volontariato e anche finanziariamente, le ricompense devono essere disponibili e ben distribuite. Il rischio di una ricompensa inadeguata e quindi di risultati piuttosto scadenti, è diviso tra tutti i partecipanti e la distribuzione finale rifletterà la qualità e quantità degli input di ognuno.

Flessibilità del sistema: molti problemi associati a organizzazioni di questo tipo possono essere evitati lavorando come una federazione di piccoli gruppi, adottando protocolli simili. Se questo schema funziona può essere preso come modello da imitare. Il gruppo deve essere il più aperto possibile (facilitando in questo modo l'ingresso di nuovi membri) e non deve diventare l'esclusivo territorio di un gruppo particolare di individui.

I costi del sistema e i rapporti con il governo

Le spese di contabilità e di intermediazione sono ridotte al minimo. La quota di iscrizione costituisce un importante fonte di autofinanziamento e serve per coprire le spese postali, quelle per le fotocopie e le telefonate. Ad esse vanno aggiunte le spese per la tenuta dei conti e il costo del lavoro di coloro che operano presso la sede. Queste variano da realtà a realtà. In alcuni casi sono forfetizzate in un importo annuo in altri sono definite in percentuale sull'ammontare delle transazioni.

Il coordinamento dei LETS ha recentemente inaugurato una rete nazionale per gli Enti Locali coinvolti nei LETS al fine di condividere le varie esperienze. Circa 100 enti locali sono coinvolti per aiutare le organizzazioni già esistenti e per incoraggiarne lo sviluppo.

Questi enti forniscono generalmente sovvenzioni in denaro, oppure in permessi e materiale di cancelleria. Un certo numero di Enti Locali sta assumendo "organizzatori di LETS" per promuovere tali organizzazioni nelle zone a basso reddito.

I rapporti con il governo sono piuttosto problematici e complicati.

Alcuni studiosi, notando come il LETSystem può essere usato per evadere le tasse, hanno tratto conclusioni sbagliate e imprecise influenzando il governo tanto da intraprendere una sorta di "guerra" contro la comunità.

Il regolamento interno dei LETS dispone che chiunque scambi ore di lavoro che rientrano nella sua attività principale, ha la responsabilità di registrare le entrate, pagare l'Income Tax all'Erario e la percentuale dovuta al Department of Social Security.

Nel LETS quindi, accanto a transazioni interne, esistono transazioni esterne: quelle tra la comunità e il governo. Questo perché, nel sistema di scambio angloamericano, non è il tempo la forma di pagamento delle transazioni, bensì la moneta, usata solo all'interno del LETS, per di più delle stesso valore della sterlina.

Il LETS come accennato all'inizio è un sistema disegnato per integrare quello esistente, creando una comunità nella quale le persone possono scambiare beni, servizi e abilità ad un prezzo inferiore rispetto al mercato.

Il difficile contesto economico nel quale attecchiscono accomuna tutti i membri; non a caso sono strutture tipiche delle regioni più povere nel nord-est inglese e di città come Sheffield e Hull che durante il governo Thatcher hanno vissuto una sorta di "falso" miracolo economico.

Purtroppo il governo inglese ha un atteggiamento diffidente nei confronti del sistema, e probabilmente non ne capisce appieno le potenzialità.

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ROCS

ROCS = Robust Complementary Community Currency System Descrizione sintetica testo di Maurizio Pittau, da "Economie senza Denaro"

II ROCS {Robust Complementary Community Currency System, Sistema "Robusto" di Valuta Complementare Comunitaria) è un si-stema sviluppatosi nel Regno Unito che combina molte caratteristiche dei vari sistemi di scambio non monetarii in uso oggi. E progettato per resistere sia a problematiche esterne (come una crisi nella valuta nazionale) sia alle diseconomie interne (come in tutti i sistemi di credito reciproci la quantità di soldi è adattata automaticamente alle necessità). Come nel LETS, i soldi nel ROCS sono rappresentati dai crediti reciproci tra i partecipanti del sistema. Questo vuole dire che la quantità di valuta presente è automaticamente sufficiente e non dipende dal giudizio di un'autorità centrale. Quando sono presenti troppi soldi ROCS, questi vengono aggiunti o tolti dalla circolazione secondo le decisioni dei partecipanti. Non è un compito semplice indovinare la quantità corretta di soldi da immettere in circolazione, perché questa quantità ideale varia secondo la percentuale dell'accettazione della valuta locale, che cambia continuamente. Inoltre, lo stesso stato complessivo dell'economia locale e le condizioni dell'economia nella normale valuta nazionale cambiano col tempo. In un modo auto-organizzato attraverso il credito reciproco, almeno a livello locale, si sostituisce la Banca Centrale.

L'unità di conto del ROCS è l'ora, e le ore di servizio sono misurate indipendentemente dal luogo e dalle circostanze. Viene usata la valuta nazionale come referente, come nel LETS perché è più conveniente per la convertibilità ed è più facile fissare il prezzo. Ma ancorando una valuta locale alle valute nazionali, si lascia il sistema di valuta locale vulnerabile a qualsiasi crisi finanziaria nazionale o internazionale. È importante, dunque, la scelta della valuta nazionale da avere come referente. A differenza di molti altri sistemi, i partecipanti del ROCS possono negoziare il numero di ore da scambiare in alcuna particolare operazione: un'ora di un servizio

che richiede formazione, abilità, esperienza, attrezzature costose o rischi, può valere molte ore di lavori meno impegnativi.

TIME DOLLAR

testo tratto da "Economie senza Denaro" di maurizio Pittau

(...) Il sistema si basa sul mutuo aiuto tra i membri della comunità, attraverso lo sviluppo del trasferimento paritario del tempo. I partecipanti acquisiscono un credito per il tempo utilizzato ad aiutare un altro membro. Tale credito espresso in Time dollar, da la possibilità di ottenere un particolare servizio di cui si abbia eventualmente la necessità (piccoli lavoretti domestici, assistenza anziani, trasporti, aiuti scolastici, attività culturali, attività amministrative di supporto al programma, etc.). Obiettivo principale è quello di sviluppare una struttura di reciprocità, ricostruendo il buon vicinato e lo spirito comunitario, attraverso la valorizzazione delle forze sociali ed economiche locali. Ideatore del sistema Time dollar è stato Edgar Cahn (...)

testo tratto da "Senza Denaro" di AA.VV

Il MORE (Member Organised Resource Exchange system) è una rete formata da diversi gruppi di vicinato. I vicini lavorano insieme all'interno di numerosi «programmi», promuovendo iniziative sia a livello comunitario che individuale.

La filosofia alla base è la ricerca dello sviluppo del mutuo aiuto tra i membri di una comunità, attraverso lo sviluppo del trasferimento paritario di tempo.

Erroneamente si crede che il «Time Dollar» sia un'unità che «trasforma letteralmente il tempo in denaro» (2). A1 contrario, chi aderisce al Programma Time Dollar è un volontario che acquisisce un credito per il tempo utilizzato ad aiutare un altro membro. Tale credito, espresso in «credito per il servizio» o Time Dollar, dà la possibilità di ottenere un particolare servizio di cui si abbia eventualmente la necessità.

Il programma, diffuso localmente a cura di organizzazioni diverse tra loro (ospedali, asili, centri servizi per comunità, servizi sociali, centri anziani ecc.), prende il via con una ricognizione su ciò che ha significato il venir meno della comunità locale e su quanto viene offerto per sostituire ciò che in passato era preso in carico dal vicinato e dalla famiglia insieme. Si trasferisce tempo per lavoro di cura, piccoli lavoretti domestici, assistenza anziani, trasporti, aiuti scolastici, attività culturali, attività amministrative di supporto al programma. Obiettivo principale è quello di sviluppare una struttura di reciprocità, ricostruendo il buon vicinato e lo spirito comunitario, attraverso la valorizzazione delle forze sociali ed economiche locali.

Il sistema Time Dollar non è tassabile, in quanto la sua attività è assimilata a quella delle organizzazioni caritatevoli di volontariato. Le motivazioni di questa collocazione giuridica sono da ricercarsi:

· nell'assenza di costi richiesti dal sistema (non esiste una commissione sui trasferimenti);

· nel fatto che il denaro corrente (il dollaro americano) non può essere utilizzato per acquisire crediti o estinguere debiti;

· nel fatto che «si dà per avere e si chiede per dare»;

· nell'eguale valutazione delle ore trasferite.

Il Time Dollar non è un modo per pagare i volontari, serve per costruire la solidarietà di mutuo aiuto e le comunità, insomma il buon vicinato. Non è pensato per ottenere servizi a costo più basso, ma per valorizzare le risorse di pensionati e disoccupati.

Con gli stessi obiettivi e modalità strutturali, il Time Dollar è stato sperimentato in Giappone, in Sekizen, con un progetto fortemente orientato verso 1'intergenerazionalità

Ithaca Hours

Descrizione sintetica

ITHACA HOURS è una moneta locale nata ad opera di Paul Glover nel 1991 a Ithaca, una città dello stato di New York in Usa, come forma di contrasto a Wal-Mart, la catena di ipermercati americana, fonte di sfruttamento per produttori e lavoratori. Le Hours rimangono nella regione per pagare il lavoro locale e rafforzano gli scambi comunitari, espandendo una produzione ed un commercio maggiormente attento all'ecologia e alla giustizia sociale della comunità. Usando monete complementari locali si crea cioè un vantaggio a favore della sostenibilità locale, sia in termini ecologici che sociali.

Le Hours sono delle banconote complementari al dollaro, che possono essere usate in pagamento di beni e servizi nel raggio di 50 miglia intorno ad Ithaca. Una Ithaca Hour in termini di potere di acquisto vale dieci dollari, l'equivalente teorico di un ora di lavoro (da qui il nome "hours", ore). Molti milioni di dollari di valore equivalente sono stati movimentati dai residenti e più di 500 aziende e 100 organizzazioni non profit la accettano.

I commercianti possono accettare questa moneta nella misura in cui a loro volta riescono a coprire le proprie spese in Hours per pagare i fornitori locali. Le banconote hour sono accettate da idraulici, falegnami, elettricisti, infermieri, medici, bambinaie, meccanici e da migliaia di fornitori di beni e servizi. Gli agricoltori di Ithaca la accettano e la usano per assumere qualcuno che li aiuti con i raccolti, o con lavori di riparazione e migliorie, alcuni proprietari immobiliari (specie se non hanno a loro volta mutui) accettano un affitto pagato in Hours, in tutto o in parte. I negozi locali accettano ovviamente questa moneta, riuscendo in questo modo a sopravvivere alla concorrenza delle grandi catene di

ipermercati come Wal-Mart?, e vendendo soprattutto prodotti locali. Anche molti ristoranti e cinema, pure a New York City la accettano, così come l'accetta l'ospedale locale.

Attraverso la moneta locale, si è rinsaldato lo spirito di comunità e oggi è possibile ottenere prestiti a tasso zero. Un meccanismo questo per dare credito all'economia sociale del luogo. La Alternative Credit Union, una banca di credito cooperativo di Ithaca offre conti correnti in moneta locale e con un prestito a tasso zero in questa moneta è stata finanziata la costruzione della stessa sede della banca. Con le Ithaca Hours, il board di gestione della moneta ha anche finanziato programmi popolari sempre tramite prestiti a tasso zero, ed ha fatto donazioni all'amministrazione locale, finalizzate a fare lavori pubblici senza alzare le tasse.

Alla base del funzionamento sta un giornale, tirato in 6 mila copie distribuite gratuitamente. Al suo interno si trovano le informazioni per le attività di auto-aiuto, la promozione della valuta locale e le offerte. Fa pubblicità ai singoli e alle aziende che accettano Ithaca Hour in pagamento.

Ithaca Hours (2) Descrizione sintetica testo di Murizio Pittau, da "Economie senza Denaro"

Le Ithaca hour hanno iniziato ad operare ad opera di Paul Glover nel 1991, appunto a Ithaca, New York. Le banconote complementari possono essere usate in pagamento di beni e servizi nel raggio di 50 miglia intorno ad Ithaca. Una Ithaca hour in termini di potere di acquisto vale dieci dollari e i commercianti possono accettare questa moneta nella misura in cui a loro volta riescono a coprire le proprie spese in hour per pagare i fornitori locali. Secondo le indagini di Lietaer (11) il sistema ha emesso l'equivalente di oltre 630 mila dollari e la moneta è passata di mano a oltre 1.300 persone. Il denaro locale è stato stampato in funzione anti-multinazionale: le hour di Ithaca rimangono nella regione per pagare il lavoro locale, rafforzano gli scambi comunitari ed

espandono un commercio maggiormente attento all'ecologia e alla giustizia sociale della comunità. Le banconote hour sono accettate da idraulici, falegnami, elettricisti, infermieri, bambinaie, meccanici e da migliaia di fornitori di beni e servizi. La cooperativa di credito le accetta per le ipoteche e per gli interessi sui prestiti. La gente paga l'affitto con le hour e molti ristoranti e cinema a New York le accettano.

testo di AA.VV da "Senza Denaro"

È un esempio (24) di denaro complementare, che agisce tramite l'unità di misura fondata sul tempo. Ithaca Hour è utilizzata fin dal 1991 a Ithaca, una cittadina nello Stato di New York di circa 30 mila abitanti, dei quali la metà lavora o studia nella locale università.

Lo scopo del Progetto Ithaca Hour è quello di favorire una circolazione locale dei redditi e una espansione delle opportunità di consumo per gli aderenti. Vi aderiscono più di 2 mila persone e oltre 400 piccole e medie imprese. Anche l'ospedale accetta questa moneta complementare.

Si ottiene un biglietto di Ithaca Hour pagando 10 dollari all'istituto di emissione e il suo valore rappresenta circa il salario orario medio (25) ma non vi è parità di valore tra le ore di lavoro scambiate

I biglietti sono disponibili in vari tagli. L'attuale istituto di emissione è la libreria Autumn Leaves che, per_, non effettua la conversione inversa, da Ithaca Hours in dollari. L'Ithaca Hour è accettata presso la libreria, il supermercato o altri esercizi preposti.

Ogni impresa definisce in Hour e in dollari i prezzi (100 per cento in Hour per i libri usati, 25 per cento per l'acquisto di una pizza ecc.).

1 referenti del progetto affermano che l'utilizzo delle Ithaca Hour ha permesso una espansione dei consumi, aumentando la capacità di acquisto dei propri aderenti e offrendo loro sconti sulle merci di produzione locale.

Si è rinsaldato lo spirito di comunità e oggi è possibile ottenere prestiti a tasso zero; inoltre attraverso tale meccanismo si dà credito all'economia sociale del luogo.

Alla base del funzionamento sta un giornale, tirato in 6 mila copie distribuite gratuitamente. Al suo interno si trovano: le informazioni

per le attività di auto-aiuto, la promozione della valuta locale e le offerte. Fa pubblicità ai singoli e alle aziende che accettano Ithaca Hour in pagamento.

SUD AMERICA CUTRIBA testo di Murizio Pittau, tratto da "Economie senza Denaro"

In America Latina la moneta ha subito una veloce evoluzione, come nel resto del mondo. Sono restate, però, tracce di concezioni arcaiche del denaro.41 Nel 1971 l'architetto Jaime Lerner è diventato sindaco di Curitiba, capitale dello Stato del Paranà, nel Brasile sudorientale. Curitiba aveva allora oltre un milione di abitanti, diventati 2,3 milioni nel 1997, la maggior parte dei quali viveva - e vive tuttora - nelle favelas, le periferie degradate che costituiscono uno dei principali problemi in tante città del Sud. Nelle favelas non ci sono strade disponibili per il traffico pesante e per i camion adibiti al trasporto dei rifiuti. Così, molta gente di Curitiba viveva tra cumuli crescenti di immondizia in una sorta di discarica a cielo aperto e i topi si moltiplicavano diffondendo le malattie. La città non aveva risors^ a sufficienza per tracciare i confini degli isolati e costruire strade adeguate.

Lerner fece installare ovunque contenitori per la raccolta differen-ziata e stabilì che chiunque avesse portato ai centri di raccolta un sacchetto di rifiuti avrebbe ricevuto in cambio un buono scambiabile con un biglietto dell'autobus o con un sacchetto di frutta e verdura fresca. Il sistema di raccolta differenziata ha trasformato il problema irrisolto dei rifiuti nel più grande sistema di trasporti pubblici d'uso popolare e ha permesso il recupero di 11 mila tonnellate di immondizia, contro cui è stato scambiato circa un milione di buoni per l'autobus e 1.200 tonnellate di frutta e verdura 42. Nel 1992 Curitiba ha vinto il premio delle Nazioni Unite per la città più ecologica del mondo.

Interser (Intercambio de Servicios) testo di Maurizio Pittau, tratto da "Economie senza Denaro"

II progetto Interser {Intercambio de Servicios, scambi di servizi) comincia ad essere concepito nel 1989 in Venezuela, ma è frutto di esperienze precedenti iniziate nel 1955. Il progetto Interser si è evoluto e oggi su internet è più conosciuto con il nome Notmoney. Fra gli anni 1989 e 1997 fu denominato Interbancs {Intercambio Bancario Compensado de Servicios, scambio bancario compensato di servizi), ma poi il nome venne cambiato in Interser per evitare di confonderlo con quello della banca commerciale Interbank fondata in Venezuela in quel periodo. L'Interser nacque in seguito alla pubblicazione di numerosi studi che evidenziarono come, a causa dell'inflazione e del ridotto potere d'acquisto della moneta nazionale, le famiglie venezuelane spendessero la maggior parte del loro reddito per soddisfare le necessità di base. Le situazioni più gravi erano presenti nelle famiglie di disoccupati o sotto-occupati. Si cercarono allora soluzioni alternative per dare alle famiglie venezuelane strumenti di sviluppo sociale attraverso una banca che scambiasse servizi. Con l'In-terser è possibile scambiare servizi senza mediatori e senza bisogno di banconote. L'Interser si occupa principalmente della disoccupazione trasformandola in modo rapido, diretto, economico e non ortodosso in occupazione complementare e immediata attraverso scambi multilaterali e senza usare denaro.

L'Interser classifica i suoi utenti in tre grandi gruppi a seconda del loro tempo di occupazione:

Persone completamente occupate. Appartengono a questo gruppo persone con professioni o attività che occupano tutto il loro orario normale di lavoro. Molti di questi lavoratori, anche se lavorano otto ore al giorno, non hanno abbastanza denaro per soddisfare tutte le loro necessità. Per ragioni di orario non possono aspirare ad un secondo lavoro convenzionale, ma potrebbero integrare i loro redditi con una "prestazione complementare" legata all'Interser. In pratica i lavoratori prestano le loro professionalità all'interno del circuito Interser. Il lavoratore deve eseguire un deposito di ore presso la Banca

In-terser, che valuta quelle ore dando al lavoratore un libretto di risparmio e richiedendo un 7% (valutato sul "prezzo" delle ore depositate) di interesse passivo. Il 7% è una commissione monetaria che serve per coprire le spese operative e di garanzia per ogni scambio.

Persone semi-occupate. In questo gruppo ci sono persone che lavorano solo per una parte della giornata o del mese. Avendo più tempo libero il lavoratore appartenente a questo gruppo può depositare più ore del lavoratore a tempo pieno. Anche in questo caso bisogna depositare il 7% di commissioni.

Persone non occupate. In questa categoria sono presenti strati di popolazione con gravi difficoltà economiche e con qualità della vita discendente. Vengono incluse in questa categoria anche le casalinghe.

La cosa forse più interessante dell'Interser è che in questo sistema di scambio non monetario sono coinvolte anche imprese e società che hanno un grosso potenziale di beni e servizi non utilizzati: cine-ma, teatri, alberghi, ristoranti, compagnie aeree ecc. "Esistono in Venezuela 100 cinema che hanno mediamente una capienza di 300 spettatori. Se si riempissero ogni giorno, in un mese si avrebbero 2.700.000 spettatori, ma in realtà si raggiunge solo il 70% di quella quantità. Per i proprietari dei cinema i costi operativi sono gli stessi se viene occupato il 70% o il 100% dei posti. Il 30% dei posti non occupati delle 100 sale fa perdere 2,08 milioni di dollari mensili e 25 milioni di dollari annuali" 37. Cosa può fare il proprietario di uno di questi cinema? Può andare all'Interser e depositare 1.000 ingressi da utilizzare da lunedì a venerdì. La Banca valuta quegli ingressi, gli addebita il 7% e gli da il suo libretto di risparmio. In cambio il cinema potrà usufruire di servizi da parte degli altri aderenti all'Interser (pulizia locali, taglio siepi dei parcheggi ecc). Simultaneamente le persone e le società depositano le loro horas de trabajo a futuro (ore di lavoro future) e i loro servizi. Sono coin-volti architetti, sarti, professori, meccanici, avvocati, falegnami, artigiani, dottori, pittori, topografi, idraulici, disegnatori, ragionieri, ingegneri, studenti, pensionati. Migliaia di persone e società con professioni, settori di appartenenza e caratteristiche della natura più diversa. Secondo Moron, negli ultimi vent'anni l'Interser ha

permesso di realizzare in Venezuela, solo attraverso gli scambi, "188 km di strada pubblica, 107 km di tubature idriche, 62 km di linee elettriche, 3 ponti, 5.790 piccoli appezzamenti agricoli e una diga di 60 ettari" 38.

Il sistema Interser/Notmoney è presente, oltre che in Venezuela, in Uruguay e in Argentina.

Red Global del Trueque Descrizione sintetica

testo di Maurizio Pittau, tratto da "Economie senza Denaro"

La Red Global del Trueque (Rete Globale di Scambio) è un espe-rimento nato nel 1995 in Argentina. È composto da club presenti in aree geografiche raccordate in nodi, che sono a loro volta intercon-nessi attraverso una rete diffusa a livello nazionale. I membri della rete soddisfano le loro necessità materiali, di formazione, ricreative e di salute attraverso lo scambio non monetario. I crediti circolano nella forma di buoni di carta, che prima della crisi finanziaria erano pari ad un peso. Dato che ogni club gestisce i propri crediti, per facilitare le operazioni fra club diversi, sono stati recentemente realizzati buoni che hanno valore nell'intero Paese. Per incentivare il senso di comunità, inoltre, il numero dei partecipanti di ogni club è limitato e non supera di solito le 200 persone. Ogni club ha il suo giorno di mercato e pubblica il proprio bollettino di scambi di servizi. La maggior parte dei partecipanti appartiene ad un livello medio-basso di reddito e spesso non ha un lavoro nell'economia formale.

Tutto nacque quando l'organizzazione non governativa PAR {Pro-grama de Autosuficiencia Regional) nel 1989 promosse varie inizia-tive per uscire dalla crisi e per migliorare la qualità della vita. In particolare il PAR sviluppò una serie di progetti in cui applicava modelli ecologici, cercando di fare in modo che le persone potessero soddisfare pienamente le proprie necessità in maniera autosufficiente. Dalle politiche di riciclaggio alla crescita dello sfruttamento di risorse energetiche rinnovabili, nel 1995 si arrivò

alla sperimentazione della Red Global del Trueque, per creare un mercato che utilizzasse una valuta locale e indipendente, senza inflazione e usura. Molte piccole comunità cominciarono a riscoprire le tradizioni e le peculiarità storico-culturali del loro territorio e a staccarsi dal cordone ombelicale degli aiuti statali e internazionali. Non è casuale che nella recente crisi finanziaria ed economica argentina le province meno colpite siano state quelle in cui si era sperimentato il Red Global del Trueque.

La rete di interscambio fornisce alle persone emarginate opportu-nità che non potrebbero trovare nell'economia di mercato formale. Non si cercava però un sostituto dell'economia formale, ma un'eco-nomia parallela e complementare in cui oltre alla soddisfazione di necessità immediate, si avesse anche l'opportunità di sviluppare fiducia, abilità, prodotti e servizi. Tutte cose utili anche nell'economia formale. Uno dei fondatori, De Sanzo, ricorda così le discussioni nate durante la costituzione della rete globale di scambio: "Noi rappresentavamo il mercato formale come una scalinata alta, con scalini troppo alti, irraggiungibili per la maggior parte delle persone. Il nostro mercato, invece, fu visualizzato come un aereo in fase di decollo, in cui ognuno poteva elevarsi secondo il proprio ritmo e le proprie aspettative" 39. I partecipanti hanno adottato un insieme di 12 principi che definiscono i valori e gli obiettivi dei club associati. Questi furono proposti dai fondatori e includono: "Noi non stiamo tentando di prò-muovere articoli o servizi, ma un mutuo aiuto per raggiungere un senso più alto della vita, attraverso l'intermediazione del lavoro, la comprensione reciproca e il cambio equo. Noi crediamo che sia possibile sostituire la competizione sterile, il guadagno egoista e la speculazione con lo scambio reciproco tra persone. Noi crediamo che le nostre azioni, i nostri prodotti e i nostri servizi possano rispondere a norme etiche ed ecologiche, piuttosto che ai dettami del mercato, del consu-mismo e della ricerca di benefici a breve termine" 40. Con lo scopo di superare le limitazioni dello scambio reciproco ~si studiò un sistema multilaterale secondo i modelli già sperimentati in Canada, nei SEL francesi, nella stessa Argentina ed in particolare nella provincia di Salta. Alcune province argentine hanno sperimentato anche la realizzazione di una propria valuta. Quando il governo nazionale era impossibilitato al trasferimento fondi alle province, loro non avevano soldi per pagare i propri impiegati. Quindi,

piuttosto che aspettare, hanno stampato le loro obbligazioni statali nella forma di unità di valuta equivalente al peso argentino. Ricerche economiche hanno mostrato che quando queste valute circolavano, l'inflazione in queste province era minore rispetto alle altre aree argentine. Nel 1984, nella provincia di Salta nell'estremo nord dell'Argentina, il governatore per fronteggiare la scarsità di risorse finanziarie decise di stampare obbligazioni locali. Essendo l'economia generale fortemente condizionata dall'inflazione, la nuova forma di pagamento venne rapidamente accettata da tutti, anche perché, avendola ammessa, il governo l'accettava anche per il pagamento delle tasse. Nella provincia l'economia fu rivitalizzata e da allora la moneta locale rappresenta oltre il 60% del denaro circolante.

Dalle prime esperienze si è arrivati ad una fitta rete di nodi diffusi sul territorio. Il sistema si è sviluppato in particolare nelle regioni più povere e con un basso livello tecnologico, e ha dimostrato fin da subito una grande efficienza nell'offrire opportunità ai disoccupati e ai piccoli imprenditori che non disponevano di capitali. In particolare i produttori utilizzano questo mercato locale per "farsi le ossa", prima di entrare nella giungla del libero mercato.

Il governo argentino ha riconosciuto ufficialmente il valore e l'utilità della rete globale di cambio contro la disoccupazione e ha prestato il suo appoggio alla promozione dello "scambio multi-reciproco di beni e servizi" in tutto il Paese. Un accordo tra il governo argentino e la Red Global del Trueque è stato firmato nel 2000. Fra gli spe-cifici articoli, c'è un impegno del governo ad assistere la rete nello sviluppo della sua infrastruttura organizzativa e per aiutarla a diffondersi all'interno del Paese. Il governo ha affermato la propria chiara intenzione di aiutare i partecipanti alla rete ad entrare nell'economia formale, offrendo formazione ed assistenza, ma garantendo la possibilità a chi lo desiderasse di rimanere nella rete di scambi. Statistiche ufficiali non sono disponibili, ma si valuta che all'interno dell'Argentina esistano tra 500 e 1.000 club di commercio con oltre 500.000 aderenti. Ma si tratta spesso di adesioni di famiglie numerose, e nel sistema sono coinvolti anche non membri, per cui le persone impegnate nella Red Global del Trueque potrebbero essere circa un milione. Analoghe reti di scambio locale si stanno diffondendo e consolidando in tutta

l'America Latina, in particolare in Uruguay, Brasile, Cile, Perù, Colombia e El Salvador.

SALTA CREDITOS

Da "Economie senza Denaro": ... il governatore per fronteggiare la scarsità di risorse finanziarie decise di stampare obbligazioni locali. Essendo l’economia fortemente condizionata dall’inflazione, la nuova forma di pagamento venne rapidamente accettata da tutti, anche perché, avendola emmessa, ovviamente il governo l’accettava come pagamento delle tasse. Nella provincia l’economia fu rivitalizzata e da allora la moneta locale rappresenta oltre il 60% TIANGUIS TLALOC

L'economia neoclanica ha generato numerose esperienze di inter-scambio non monetario cresciute negli ultimi anni, che hanno aiutato lo sviluppo locale del Sud. Tra di esse troviamo i Tianguis Tlaloc sviluppatisi a partire dal 1994 nella valle di Mezquital, nello Stato di Oaxaca, in Messico, su impulso dell'organizzazione non governativa PDP (Promoción Desarrollo Popular, Promozione dello Sviluppo Popolare). Il sistema ha avuto un immediato successo, nel 1995 ha goduto dell'incoraggiamento del governo centrale di Città del Messico e oggi si sta diffondendo in tutto il Paese. Il governo statale sostiene questa sperimentazione soprattutto perché la considera uno strumento per la diminuzione della povertà. In azteco, Tianguis significa mercato, mentre Tlaloc è il nome di uno dei principali dei aztechi, creatore dell'acqua, della pioggia, del tuono e della vita. In questo sistema i servizi sono scambiati usando un'unità di misura chiamata tlaloc, che rappresenta un'ora di lavoro sociale e corrisponde a 30 pesos (circa 3 euro). Gli aderenti al sistema ricevono 15 tlaloc e mezzo per cominciare a negoziare prodotti e servizi con gli altri membri del Tianguis. I membri del sistema sono persone che vivono a Città del Messico e dintorni, distribuite in oltre 150 sezioni; l'intenzione è di coinvolgere

anche le zone rurali e le piccole imprese 30. Forse più importanti dei benefici economici sono le opportunità di fortificare la struttura sociale e locale. Fiere mensili sono organizzate periodica-mente per permettere a produttori e consumatori di incontrarsi e di creare solidarietà attraverso un nuovo spirito di scambio, non solo di beni e servizi, ma anche di valori culturali ed ecologici, come tradizioni spirituali, arte, musica, rimedi per la salute. Si tratta di incontri che si trasformano in feste intergenerazionali a cui partecipano nu-merosi i vecchi e i bambini.

TOCTIUCO Sempre nel mondo latinoamericano, in Ecuador esistono due esperienze di LETS (importate senza molte correzioni rispetto al modello britannico), a Rumihuaico e a Toctiuco; è interessante notare che, in queste due esperienze promosse da organizzazioni non governative locali, nel primo caso si ha una partecipazione di aderenti appartenenti a classi agiate, mentre a Toctiuco il LETS ha attirato fasce di popolazione con difficoltà economiche. Monete "Regio"

il nome Regio definisce un mezzo di scambio complementare, che ha il nome tipico della Regione in cui è creato e che supporta lo sviluppo di cicli economici regionali.

Abbiamo bisogno di Regio in aggiunta a EURO..

per unire e rafforzare risorse non usate, abilità e domanda non coperta nella Regione.

per ricevere ed aumentare la liquidità regionale (la creazione di valore & di surplus rimane nella Regione)

di modo che lo sviluppo regionale è protetto meglio dalla imponderabile speculazione finanziaria globale (uscita dagli aspetti negativi della globalizzazione per mezzo di un parziale scorporamento).

per rinforzare l'identità culturale regionale.

per sostenere i progetti sociali, culturali ed ecologici, che hanno problemi ad essere finanziati nel sistema ufficiale.

per sviluppare una cultura economica, basata sulla cooperazione anziché sulla concorrenza,

di modo che molti altri obiettivi e progetti possano essere portati avanti (per esempio l'"Europa delle regioni", il commercio regionale di alimenti, la promozione regionale dello sviluppo economico, lo sviluppo culturale),

di modo che i vantaggi economici e sociali di un'altro sistema monetario possano essere praticamente sperimentati e compresi.

_____________________________________________________________ Il Regio è complementare all'Euro

Vie nuove per una prosperità sostenibile di Margrit Kennedy Testo dell'intervento alla Conferenza della E.F. Schumacher Society “Monete Locali nel 21° Secolo” - 25 - 27 Giugno 2004, Bard College, Annandale-on-Hudson, New York, Usa http://socialforge.net/docs/ita/econ/monete/Kennedy_REGIO.pdf

Prefazione

Questo testo spiega le ragioni che fondano l’introduzione di valute regionali come possibilità di reazione alle conseguenze negative della globalizzazione economica. La regione come unità economica con i suoi specifici interessi ed il suo potenziale, viene rafforzata per mezzo di una sua specifica valuta chiamata Regio. Una valuta regionale è complementare a molti altri patrimoni presenti all’interno di un’area geografica facilmente definibile, che le persone collegano a significati personali ed emotivi: dalla protezione dell’identità culturale all'acquisto di merci prodotte localmente, dall’uso ecologicamente sensibile delle vie più corte di trasporto, all’esercizio di opzioni etiche nell’uso di risorse non-rinnovabili.

Mentre l’Euro serve per promuovere lo scambio internazionale, la competizione, l’accumulazione e la redistribuzione di ricchezza attraverso risparmi o investimenti, che portano ad una crescita esponenziale di interessi e dividendi, il Regio porta invece benefici a chiunque lo usi. Come componente integrale dei cicli economici regionali, il Regio, 1. può affrontare in modo sostenibile i pericoli dell’inflazione e della deflazione, 2. connettere risorse non utilizzate con bisogni non soddisfatti, 3. fornire una valuta a circolazione garantita, utile al bene della comunità, 4. essere messo in essere con processi trasparenti e 5. essere controllato democraticamente dagli abitanti della regione. Il vantaggio più importante derivante dall’utilizzo del Regio, comunque, è che può interrompere il drenaggio di risorse finanziarie che vanno in paradisi fiscali ed in paesi dove la manodopera è a basso costo, fermando la migrazione delle imprese verso questi paesi e la risultante perdita locale di posti di lavoro.

Siamo oggi tecnicamente in grado di realizzare il sogno dell’umanità, di provvedere ai bisogni di tutti gli abitanti del pianeta, lasciando alle macchine il compito di eseguire i lavori meno piacevoli. Quello che manca è la moneta per farlo. La moneta non è altro che una convenzione tra la gente di accettare ed usare un qualcosa come mezzo di scambio - che sia cartamoneta, monete, conchiglie, come avviene in alcune parti del mondo, o sigarette, come avviene durante una guerra. E’ possibile che il nostro modo di pensare sia diventato così stolto a causa della nostra incapacità di comprendere appieno il funzionamento della moneta?

Se guardiamo con più attenzione, diventa evidente che non c'è una vera scarsità di moneta. Ce ne è in abbondanza. Quello che manca è la sua equa distribuzione, unita ad un equo accesso alle risorse del nostro pianeta. Ormai soltanto il 3% delle transazioni finanziarie globali riguarda lo scambio di servizi e beni reali, mentre il 97% dei trasferimenti monetari avviene per scopi speculativi. Il trader valutario George Soros dimostrò che questa speculazione può portare alla destabilizzazione delle valute. Nel 1992 le sue transazioni speculative portarono alla svalutazione della sterlina inglese, cosa questa che costò ai contribuenti britannici l’equivalente di circa un miliardo di dollari. Il Soros, che oggi critica questo sistema, disse in una intervista alla rivista tedesca Der Spiegel (N. 51, 1999, pag. 100): "Quello che è successo durante i

recenti mesi dovrebbe preoccuparci…Abbiamo realmente constatato un tremendo collasso della periferia del sistema del capitalismo globale… Fummo veramente vicini ad un crollo globale del sistema bancario internazionale... I russi diventarono insolventi ed il fondo ad alto rischio LTCM (Long-Term Capital Management hedge fund) andò quasi sotto. Se a New York non fosse intervenuta la Banca Centrale, i rischi di credito avrebbero assunto proporzioni per le quali nessuno era preparato."

Poichè fino ad ora il centro del sistema - i paesi occidentali altamente industrializzati - è stato colpito poco o nulla, molte persone ancora pensano di essere immuni dai pericoli che hanno distrutto così tante vite in Asia ed in America Latina. George Soros (1998) nel suo libro "La crisi del capitalismo globale", rifiuta completamente questo approccio, tuttavia le soluzioni che propone - come ad esempio un maggior controllo sui mercati finanziari - omettono di affrontare il problema alla radice e - anche se potessero essere implementate, cosa che non pare - curerebbero solo i sintomi. La mia tesi di fondo è che la mancanza di una distribuzione equa della moneta è il risultato di come lo stesso sistema monetario è costruito. Quindi mi pongo due domande: Come possiamo creare un sistema monetario che sia di per sè neutrale rispetto alla distribuzione della moneta? Quali sono i mezzi concreti per realizzarlo? Per iniziare, ci sono alcuni concetti base essenziali per capire non solo la soluzione ma anche la proposta per la sua realizzazione.

Un'analisi del problema

La moneta con cui ci rapportiamo giornalmente serve a due scopi contraddittori. Da un lato, come una delle invenzioni più geniali dell’umanità, funziona come mezzo di scambio ed è il prerequisito di una funzionale divisione del lavoro, ovvero, è il fondamento di qualsiasi civilizzazione. Dall'altro, può essere anche oggetto di accumulazione e, in questa sua qualità di riserva di valore, spesso inibisce lo scambio. Per esempio, prendiamo due persone, una che ha un sacco di mele ed un’altra che ha la moneta per acquistare le mele. Le mele tenderanno ad andare a male dopo qualche mese, mentre la moneta manterrà il suo valore. L’attributo di permanenza della moneta e la sua abilità di fungere come jolly (può essere scambiata per qualsiasi cosa) forniscono entrambi i meccanismi

necessari affinchè chi possiede la moneta, guadagni interessi senza muovere un dito. Ma il fatto che sia necessario pagare degli interessi è una idea sbagliata che può essere attribuita a tre fondamentali fraintendimenti.

Una crescita quantitativa perpetua?

Il primo fraintendimento ha a che vedere con i differenti processi di crescita. Nella realtà fisica, gli esseri umani, come le piante e gli animali, hanno una “crescita graduale”, cresciamo in modo relativamente veloce durante le prime fasi della nostra vita, poi la crescita rallenta ed infine si arresta intorno ai ventun'anni, quando raggiungiamo le nostre dimensioni ottimali. Da questo momento - ovvero per la maggior parte della nostra vita - cambiamo, con tutti i nostri sottosistemi, quasi esclusivamente in modo qualitativo piuttosto che quantitativo. Chiamerò questo tipo di curva, la curva della crescita “naturale” o “qualitativa”.

Ci sono altri due fondamentali percorsi di crescita. Uno di essi, la crescita "lineare" o meccanica - ad esempio, più macchine producono più beni, più carbone produce più energia, e così via - è di minima importanza per la nostra analisi. Tuttavia voglio sottolineare che questo tipo di costante incremento della produzione (simbolizzato, per esempio, nel logo della Deutsche Bank), non può essere sostenibile in virtù delle limitate risorse del pianeta.

D’altro canto, è veramente importante capire il processo della crescita esponenziale, che si può definire come l’antitesi della crescita naturale. Quest’ultimo inizia con una crescita minima che aumenta continuamente fino a quando entra in uno stadio di crescita quantitativa quasi verticale. Nel corpo umano questo tipo di crescita normalmente indica una malattia. Il cancro, ad esempio, segue una curva di crescita esponenziale. All’inizio cresce lentamente, una cellula si divide in due, poi il suo tasso di crescita aumenta continuamente e la cellula si suddivide in 4, 8, 16, 32 64, 128, 256, 512 e così via. Quando la malattia viene diagnosticata, spesso ha ormai raggiunto una fase di crescita che non può più essere arrestata. Questa crescita esponenziale normalmente si conclude con la morte dell’organismo nel cui corpo è avvenuta - e questo significa anche che con la distruzione del suo "ospitante", muore anche l' "ospite", che ha privato sè stesso delle condizioni

necessarie per la sua sussistenza. Non comprendere i problemi legati a questo tipo di crescita, porta ad un grave fraintendimento riguardo alla funzione monetaria, poiché, in modo simile a quanto spiegato, l'interesse e l'interesse composto causano il raddoppiamento ad intervalli regolari, del valore della moneta. In altre parole, cresce esponenzialmente. Ciò spiega perché, in alcuni momenti del passato ma ancor oggi, abbiamo sperimentato significativi problemi nel nostro sistema monetario.

Il famoso esempio del “centesimo di Giuseppe” mostra che l’interesse - come mezzo per assicurare la circolazione monetaria - può funzionare solo nel breve e medio termine. Se al tempo della nascita di Cristo, Giuseppe avesse investito un centesimo e la banca gli avesse garantito un interesse annuale del 5%, al tempo della riunificazione della Germania nel 1990 ed al prezzo dell’oro dell’epoca, il centesimo avrebbe guadagnato interessi pari a 134 miliardi di sfere d’oro, ciascuna del peso del nostro pianeta Terra! Questo mostra che nonostante il continuo accumulo di interessi possa essere calcolato matematicamente, esso non può essere applicato nella realtà. Quindi l’interesse, come lo conosciamo, non può funzionare nel lungo termine come mezzo per garantire in modo continuativo la circolazione della moneta.

L’interesse attualmente si comporta come un cancro all’interno del sistema economico e allo stesso modo all’interno della società, del nostro “organismo sociale”. Se fossimo capaci di introdurre, invece, un sistema monetario che corrisponda alla curva di crescita “naturale”, allora la curva di crescita zero - o la crescita qualitativa - da molto tempo evocata da ecologisti ed economisti, sarebbe finalmente possibile.

E pensare che ci si è presi gioco di quegli albanesi che credevano a quelle banche d’investimento che dicevano che un cosiddetto “schema piramidale” avrebbe generato utili mensili del 25%... A causa della crescita esponenziale dell’ammontare di moneta investita, questo avveniva, ma solo nel breve termine.Tuttavia non appena il tasso di crescita della moneta investita diminuìva, il sistema inevitabilmente collassava. In fondo, noi non siamo molto più furbi, poiché chiunque accetti il nostro attuale sistema monetario corre precisamente lo stesso rischio, anche se in un periodo più lungo. Nei paesi "ad alto tasso d’interesse", ad esempio

in America Latina, questo collasso avviene ogni circa dieci-quindici anni. Nei paesi "a basso tasso d’interesse", come in Svizzera o in Germania, succede ogni quaranta o sessant’anni. A quel punto vi verifica un cataclisma che si manifesta sotto la forma di un collasso finanziario, di una rivoluzione sociale o di una guerra.

Gli interessi vengono pagati solo sui prestiti?

Il secondo fraintendimento è di pensare che paghiamo interessi solo quando prendiamo a prestito della moneta. Naturalmente non è così, poiché ogni prezzo che paghiamo include una porzione di interessi che il produttore dei beni o dei servizi comprati deve pagare alla propria banca, per comprare i macchinari e le forniture. Per esempio, in Germania la fetta di interessi che paghiamo per la raccolta dei rifiuti è di circa il 12%, per l’acqua potabile del 38% e per l’affitto di case popolari arriva addirittura al 77%. Mediamente paghiamo sui prezzi per ogni servizio di cui abbiamo bisogno nella vita di tutti i giorni, il 40% di interesse, o costo del capitale (Creutz, 1993, pp 338-339). Se l’interesse potesse essere rimpiazzato da altri sistemi che assicurino la circolazione monetaria, la maggior parte di noi sarebbe in grado di raddoppiare il proprio stipendio o lavorare proporzionalmente di meno, mantenendo lo stesso stile di vita.

L’interesse è un costo giusto?

Il terzo fraintendimento è di credere che l’interesse rappresenti un costo giusto poiché deve essere pagato da tutti noi per i prestiti e come componente dei prezzi dei prodotti e dei servizi. E poi infondo tutti noi riceviamo interessi sui risparmi... Solamente pochissimi capiscono fino a che punto l'interesse e l'interesse composto siano la causa - in modo completamente legale - di una continua redistribuzione di ricchezza da quelli che devono lavorare per avere un reddito a quelli che ricevono una rendita poiché si possono permettere di affittare denaro. Se dividete le famiglie tedesche in dieci gruppi della stessa dimensione ed analizzate quanto ognuno di questi gruppi paga di interessi e quanti ne prende, diventa ovvio che l’80% delle famiglie paga circa il doppio degli interessi di quelli che riceve, e solamente il 10% della popolazione riceve quello che tutti gli altri ci rimettono come interessi. Questo significa che l’ "equità" inerente nel fatto che ognuno riceve interessi sui risparmi

ed investimenti si dimostra ingannevole ad una indagine ravvicinata. In realtà il sistema è vantaggioso solo per le persone che hanno un capitale che genera interessi, di più di 500.000 Euro. In Germania, nel 2001 la somma che venne ridistribuita attraverso il sistema degli interessi, ammontava approssimativamente ad un miliardo di Euro al giorno.

Le banche, le assicurazioni e le multinazionali fanno la parte del leone e sono quelli che ci guadagnano dal sistema degli interessi. A questo proposito, gli interessi dei piccoli e medi imprenditori e quelli dei loro impiegati sono molto più vicini di quanto i partiti di sinistra tendano a voler far credere. C’è una grandissima differenza tra quelli che devono lavorare per vivere e quelli che piuttosto vivono di rendita, senza quasi lavorare. Il meccanismo degli interessi è dunque un meccanismo di prezzo sbagliato per una "economia del libero mercato”: gli imprenditori - gli "attori" della vita economica che si assumono rischi e contribuiscono alla creazione della ricchezza - vengono puniti dai costi degli interessi. Gli "spettatori", che possono permettersi di sedersi sulla loro moneta, vengono premiati dalla rendita da interessi, una rendita che non è basata su di una produttività concreta. Oltre a rafforzare una crescita economica patologica, questo sistema monetario porta inevitabilmente ad una ancor più iniqua distribuzione del reddito e della ricchezza, ovvero, crea una polarizzazione della società.

I tentativi della sinistra tradizionale di risolvere questo problema, attraverso la socializzazione dei mezzi di produzione, non hanno avuto successo perché il problema della redistribuzione della ricchezza attraverso il sistema monetario era per lo più sconosciuto , e lo rimane tutt’ora, come se fosse un rispettabile tabù. Diciamocelo, la produzione dei beni nella sfera della produzione crea il "valore aggiunto", ma la distribuzione viene determinata in gran parte all’interno della sfera di circolazione della moneta e della finanza. Oggi sappiamo che il socialismo di stato come risposta al capitalismo privato, non rappresenta la soluzione del problema.

Né il socialismo né il capitalismo sono stati in grado di riformare la cosiddetta “economia sociale di mercato” verso la direzione di una maggiore giustizia sociale ed ecologica. Questo perché nessuno dei due tipi di organizzazione sociale è una vera alternativa. Sono piuttosto le due facce della stessa medaglia. I problemi correnti dei

i sistemi bancari e finanziari nonché l’aumento di polarizzazione della società attraverso la redistribuzione della ricchezza non sono, come spesso si dice, causati da una mancanza di leggi sociali o dalla corruzione di chi comanda nella politica e nell’economia. Si tratta di fattori che indubbiamente aggravano il problema, ma i veri motivi - poco conosciuti ed ancor meno discussi apertamente - sono da ricercarsi nel modo in cui funziona il nostro sistema monetario.

Spese per l’utente invece di interessi

Fin dal 1916 si ha conoscenza di una soluzione che è allo stesso tempo semplice ed elegante ma che è anche praticabile e facile da capire. Venne scoperta e pubblicata per la prima volta nel 1916 da Silvio Gesell, un uomo d’affari tedesco-argentino. Il suo “Ordine Economico Naturale” genera un cambiamento di visione del mondo rispetto al capitalismo ed al comunismo, pari a quello della scoperta che la Terra non è piatta ma sferica, oppure che il sole non gira intorno alla Terra ma viceversa (cosa difficile da credere quando assistiamo ad un “tramonto”).

Invece di caricare un interesse per assicurare la circolazione della moneta, Gesell propose di far pagare un costo (NdT.: il costo di possesso della moneta viene pagato dal detentore della stessa, per esempio, nella forma di un “bollo di rinnovo” da applicare sulla banconota, per permetterne il mantenimento in circolazione)che avrebbe rappresentato un "incentivo alla circolazione" o "demurrage". limitando così la funzione della moneta ad essere mezzo di scambio e mezzo stabile di riserva di valore. Se possediamo più moneta di quella di cui abbiamo bisogno, la mettiamo in banca, che a sua volta la darà in prestito, rimettendola in circolazione; ed allora in questo caso non c’è da pagare un costo.

Non si deve cambiare molto rispetto a come funziona ora. L’incentivo al risparmio continuerebbe. Mentre la moneta nel conto corrente verrebbe trattata come contante e sarebbe soggetta ad un incentivo di circolazione, la moneta nel conto di risparmio sarebbe libera dal costo, mantenendo il proprio valore. Un contraente un prestito dovrebbe pagare sia per i servizi della banca che un premio di rischio, spese che ambedue sono correntemente addebitate come piccola parte di ciascun prestito. Queste spese normalmente non ammontano a più del 2-2,5% di interessi a carico e non portano ad

una crescita esponenziale poiché pagano solo il lavoro svolto e non si accrescono come interesse composto.

L’accumulo di contante può essere prevenuto in vari modi. Per esempio, potrebbero esistere banconote di vario colore che vengono svalutate (del 6-12%) annualmente o (dello 0,5-1%) mensilmente. Oppure potrebbero avere una data di scadenza (come la data di scadenza dei prodotti alimentari). Questo sarebbe ancora più facile da attuare ora con l’aumento delle transazioni monetarie attraverso carte di pagamento speciali (come le chip-card o le smart-card), che possono accettare fino a venti diversi sistemi di pagamento.

Tutto quello che va perso con questo nuovo sistema monetario è la crescita compulsiva esponenziale nei risparmi e la distorsione del “libero” mercato che risulta nell’accumulazione di moneta nelle mani di pochi. Fino ad ora, l’economia è stata dipendente dal capitale (Hans-Martin Schleyer, l’ex presidente dell’Associazione degli Industriali Tedeschi, una volta disse: “il capitale deve essere servito"), con il nuovo sistema, la moneta deve rendersi disponibile alle richieste dell’economia per evitare una perdita di valore. Questo significa che il capitale deve finalmente essere asservito a noi.

In questo senso, per la prima volta, diventano possibili una economia ed una prosperità sostenibile per tutti, poiché possiamo creare un sistema monetario che segue una curva di crescita naturale. In altre parole, si interrompe una crescita quantitativa al punto giusto e si permette una maggiore crescita qualitativa. Questo significa che gradualmente otteniamo: invece di un consumo eccessivo, una maggior qualità della vita; invece di un esaurimento delle risorse, una maggior protezione ambientale; invece di viaggi singoli, una maggiore utilizzazione in termini di passeggeri delle automobili come il car-sharing; invece di vestiti sempre più economici, più vestiti di qualità; invece di tagli alle istituzioni sociali e di educazione, la loro espansione. Tutto questo sarebbe possibile in parte perché non ci sarebbero più pressioni da parte del sistema monetario e delle persone stesse verso una crescita esponenziale dell’economia. Forse potremo allora trovare di nuovo più tempo per i nostri genitori e per i nostri figli, per l’arte e la cultura come componenti integrali di ogni vita umana.

La gente aveva un’attitudine differente nei confronti della cultura, dell’arte e del tempo durante I periodi storici in cui la moneta era basata sull’incentivo alla circolazione. Per esempio, nell’alto Medioevo la moneta “Brakteaten” che veniva ritirata ogni tre o quattro anni e svalutata del 20 e 30 percento - che era anche il sistema con cui le “zecche sovrane” (vescovi, re e duchi) riscuotevano le loro tasse - era la base finanziaria della costruzione delle grandi cattedrali che ammiriamo ancor oggi. Queste venivano finanziate attraverso i contributi delle comunità adiacenti e rappresentavano anche un programma di lavori pubblici. Era chiaro a chiunque che la loro costruzione avrebbe creato occupazione per un periodo di tempo di duecento anni ed alcune di queste (Chartres, Bamberg, Regensburg, etc.) hanno ancor oggi questa funzione Oggi gli investimenti vengono effettuati solo se si ammortizzano in cinque anni al massimo e che cosa lasciamo ai nostri figli? Oceani sfruttati, fiumi e laghi inquinati, discariche di rifiuti radioattivi.

Se dovessimo introdurre un sistema monetario nuovo, la maggioranza avrebbe veramente tanto da guadagnare e niente da perdere. Se questo fosse combinato con un nuovo sistema di gestione della terra basato sulla proprietà comune del terreno - che trasmette di padre in figlio il valore aggiunto dalla cura della terra (Gesell, 1949) da parte di ogni generazione - queste due cause maggiori della povertà così come l’aumento del differenziale tra i poveri ed i ricchi potrebbero essere notevolmente diminuite se non abolite.

E’ facile vedere come i difetti storici e sistemici del nostro sistema monetario - ovvero il meccanismo degli interessi e dell’interesse composto - sono responsabili non solo dell’attuale redistribuzione delle risorse comuni di questo mondo a beneficio di una piccola élite, ma anche dell’imposizione del bisogno artificiale di una crescita permanente e compulsiva, cui nessuno può sfuggire.

Né il sollievo dal debito dei paesi del terzo e del quarto mondo - che stanno pagando più di 350 milioni di dollari al giorno in interessi ai paesi ricchi e industriali - né l’aiuto allo sviluppo dei paesi industriali possono risolvere il problema alla radice. L’ammontare totale dell’aiuto raccolto dalle agenzie internazionali di sostegno in tutto il

mondo a favore dei paesi poveri, arriva appena a pagare gli interessi del debito dovuti per quattordici giorni dell’anno.

L'illimitata mobilità dei capitali è ancora più pericolosa e distruttiva dell’interesse stesso ed è uno dei risultati inevitabili della crescita esponenziale del nostro sistema monetario. Essa permette, ed in vari modi costringe, il settore produttivo a trasferirsi e ritrasferirsi ogni volta che trova situazioni più vantaggiose di bassi stipendi e norme ambientali meno severe. Questo obbliga tutte le nazioni a prendere parte ad una corsa distruttiva, sia socialmente che ambientalmente, fino a toccare il fondo.

Portare un cambiamento a livello regionale

Questo ci porta a fare la domanda più importante tra quelle che devono essere poste: Come è possibile realisticamente introdurre e testare un sistema monetario che si ponga quale soluzione praticabile per i problemi descritti in precedenza? Un sistema che possa bilanciare gli effetti negativi della globalizzazione, che sia durevole, sostenibile e giusto?

Il livello locale sembra troppo piccolo per fare la differenza. Per esempio, nei LETS (Local Exchange and Trading Systems), la parte di beni e servizi I cui partecipanti possono sperare di ottenere, non eccede il 3-5% delle loro necessità. I costi delle transazioni - o il tempo che è necessario per ricevere il prodotto o il servizio desiderato - sono normalmente troppo alti per applicare questa soluzione su vasta scala. (Un possibile percorso per eliminare questi svantaggi potrebbe essere quello di creare delle camere di compensazione per connettere I sistemi di scambio locali, così da formare dei sistemi più ampi, e rendere professionale la gestione contabile. Questo è stato tentato, ma poi abbandonato, nella regione austriaca di Vorarlberg.)

A livello nazionale, il Marco tedesco è stato recentemente abbandonato a favore della valuta europea. L’introduzione dell’Euro ha avuto sia ripercussioni positive che negative: positive perché ha eliminato le speculazioni nei cambi delle valute europee, negative perché ha reso più difficile ai governi nazionali in Europa di reagire efficacemente alle situazioni specifiche di gestione di emergenze, avvenimenti e di promozione dello sviluppo.

Questo ci lascia con un livello intermedio, ovvero il livello regionale.(1) Sappiamo che in teoria quelle transazioni economiche che accadono all’interno di una regione potrebbero essere gestite con un mezzo di scambio regionale. Se questa valuta speciale potesse essere progettata includendo un incentivo alla circolazione, questo potrebbe rinvigorire in modo sostanziale lo scambio all’interno di una data regione. Ovviamente, non tutte le regioni sono ugualmente attrezzate per adottare questa soluzione. L’autonomia economica è più facilmente raggiunta nelle regioni con maggiore diversificazione della produzione. Queste regioni saranno le migliori candidate per iniziare, rispetto a quelle in cui la maggior parte della gente lavora nella stessa fabbrica per un datore di lavoro dominante.

Ci sono poche ricerche e dati che possono essere usati in questo contesto perché la nostra definizione di “regione” emerge solo una volta che la stessa nuova valuta regionale è stata adottata. Dove una specifica regione comincia e finisce dipende dalla volontà della maggioranza della cittadinanza di usare la valuta. Ovviamente, nessuno può essere obbligato a farlo. La volontà di partecipare potrebbe esser determinata non solo da confini geografici, come una vallata circondata da montagne o uno spartiacque, ma anche da fattori economici, culturali e storici. Lo sviluppo di valute regionali complementari ci mette in grado, per la prima volta dall’introduzione delle valute nazionali nel diciannovesimo secolo (l’allontanamento dalle valute regionali non data da più tempo) di dare supporto alla produzione di beni ed alla fornitura di servizi su base regionale e - se così si può dire - di porre l'attenzione sull'' acquisto preferenziale di beni e servizi regionali.

Le valute regionali portano nuove potenzialità di crescita economica alle piccole e medie imprese che sono le responsabili della creazione della maggior parte dei posti di lavoro locali e che fanno profitti principalmente dai mezzi di produzione e non dagli investimenti finanziari. Il costo di creazione di posti di lavoro per la produzione regionale è solo una frazione del costo dei posti di lavoro che servono i mercati internazionali.(2) Allora perché le banche non collaborano con i governi locali e regionali in modo da offrire una valuta regionale all’interno del loro portafoglio?

Lo scopo è di creare un altro mezzo di pagamento che sia fattibile ed operativo in modo da testare se il modello di una valuta stabile basata sull’incentivo alla circolazione sia o no funzionale in questo contesto.

I componenti di una valuta regionale adulta

Al fine di raggiungere questo obiettivo, una valuta regionale non deve solamente essere legale, ma deve realisticamente essere introdotta a stadi e deve essere capace di guadagnare velocemente legittimità attraverso la fiducia della popolazione. Sulla base del sistema legale in Germania e delle esperienze con le valute complementari negli anni recenti - questo è possibile solo se vengono combinati tre modelli parziali. Messi assieme, questi modelli abbracciano tutte le funzioni che soddisfa l’attuale sistema monetario internazionale, ma a livello regionale:

1. un sistema di vouchers (NdT vouchers si può tradurre con buoni, ma il termine è troppo generico in questo contesto. L'Autore si riferisce ad un sistema di buoni simile in termini organizzativi, per esempio, a quello dei buoni-pasto o ticket-restaurant) - usato oggi da tante imprese commerciali per aumentare la fedeltà del cliente - che può essere usato come mezzo di pagamento per promuovere lo sviluppo economico di una regione. Questo accade oggi a Prien am Chiemsee, in Baviera, dove il Regio (moneta regionale) circola sotto il nome di "Chiemgauer".

2. un sistema cooperativo di baratto, che aumenta la liquidità delle piccole e medie imprese e funziona attraverso un sistema di conti e l’abilitazione di linee di credito per ciascun partecipante. Questo combina le caratteristiche professionali di un circolo di baratto commerciale con le caratteristiche no-profit di una rete di scambio e commercio locale, offrendo agli abitanti della regione l’opportunità di scambiare tra loro le rispettive abilità. Un esempio che ha 55 anni di storia di successo è la rete dei “WIR” in Svizzera che - dal 1934 - serve esclusivamente le PMI (Piccole Medie Imprese). Ai 60.000 membri - che costituiscono il 20% di tutte le PMI svizzere - offre opportunità di commercio che, nel 2002, rappresentavano un controvalore equivalente a 1,7 miliardi di dollari all’anno.

3. una Banca cooperativa, che soddisfi le esigenze di credito a lungo termine e su vasta scala. I soci della Banca ricevono prestiti senza interessi legati ad un programma di risparmio senza interessi. Questo modello può funzionare sulla falsariga della JAK Members Bank, in Svezia, che dal 1965 ha continuamente aumentato i suoi soci e ora serve 26.000 soci offrendo un volume di credito di 70 milioni di dollari l’anno.

Questo amalgama di vari meccanismi valutari regionali soddisfa virtualmente tutte le funzioni dell’attuale sistema monetario. Il sistema dei vouchers viene usato, come il contante, per i pagamenti di tutti i giorni e di piccolo importo. Il sistema cooperativo di baratto permette lo scambio di beni e servizi così come garantisce linee di credito tra privati e PMI. La Banca cooperativa fornisce crediti in base ai depositi di risparmio - sia in Euro che nella specifica valuta regionale - per privati ed imprenditori.

Questa combinazione ha vari vantaggi: tutti I componenti possono essere introdotti separatamente, ma assieme costituiscono un’orchestra che produce effetti sinergici. Tutti e tre possono essere degni di fiducia o perché hanno una storia di successo in altri contesti (ad esempio commercialmente, geograficamente o culturalmente), o perché sono già in uso da molti anni. Dato il fatto che il sistema di baratto cooperativo e la Banca cooperativa sono stati descritti in altre pubblicazioni (3), di seguito mi concentrerò - dopo aver fatto una descrizione maggiormente dettagliata delle differenze tra l’Euro e il Regio - sul Regio inteso come sistema di vouchers.

Differenze tra l’Euro ed il Regio

Al fine di accentuare il fatto che una valuta regionale è differente dall’Euro, ho suggerito di usare per la valuta complementare regionale, il termine “Regio” Questo è stato accettato dalla RegioNetzwerk (NdT il termine è un nome proprio traducibile come “Rete dei Regio”), fondata nel settembre 2003 a Prien. (4) In contrasto con l’Euro, il Regio ha le seguenti caratteristiche:

Non è un mezzo di pagamento “ufficiale”, il che significa che nessuno è obbligato ad accettarlo (5), la sua accettazione è interamente volontaria;

Il suo uso è limitato solo dalla geografia ed in ogni regione la valuta ha un nome diverso;

Il cambio del Regio con altre valute regionali o con la valuta nazionale comporta il pagamento di una tassa di cambio (6);

Non comporta interessi.

Secondo la “Legge di Gresham”, queste caratteristiche rendono il Regio una "cattiva" moneta - in altre parole, ognuno sarà sempre desideroso di disfarsi di questo mezzo di scambio prima di spendere gli Euro. Questo, tuttavia, è proprio l'obiettivo. Stiamo essenzialmente strumentalizzando la “Legge di Gresham” perché, in termini di ottimizzazione della funzione di scambio, il Regio è intrinsecamente una moneta "superiore". Sarebbe più corretto dire che le due valute - quella nazionale/internazionale e quella regionale - sono individualmente progettate per soddisfare differenti funzioni.

L’Euro? è più adatto per lo scambio internazionale, per la competizione, l’accumulo e la redistribuzione della ricchezza attraverso risparmi ed investimenti che richiedono un dividendo o interesse che cresce esponenzialmente. Diversamente, il Regio è più adatto come mezzo di scambio che promuove intenzionalmente obiettivi sociali, culturali ed ecologici.

Il Regio può anche essere usato per promuovere l’uso efficiente di risorse non-rinnovabili all’interno di un'area geografica definita, con la quale le persone si rapportano personalmente ed emotivamente.

Il Regio è, come dire, un marchio che deve avere - e forse anche garantisce - una certa qualità. (7) Con lo sviluppo degli standard di qualità, il Regio si distingue deliberatamente dalle altre valute complementari. I circuiti di scambio, baratto ed i circoli degli anziani, nonché molte altre comunità di valute complementari, usano la valuta che serve per specifiche funzioni all’interno dell’area generale della cooperazione tra buon vicinato, facendo un uso ottimale delle risorse disponibili. Il Regio ha le sue caratteristiche distintive all’interno di questi diversi panorami:

I Regio connettono differenti partner all’interno della regione e danno benefici a tutti i partecipanti;

I Regio funzionano all’interno del contesto delle economie regionali;

I Regio sono complementari alla pre-esistente valuta nazionale;

I Regio riducono I rischi a lungo termine di inflazione e deflazione;

I Regio promuovono sistematicamente la circolazione con degli incentivi;

I Regio sono organizzati professionalmente e sono non-profit; I Regio sono democraticamente controllati e funzionano in

modo trasparente; I Regio sono utili ai membri della comunità individuale, alle

PMI e alle istituzioni; I Regio incoraggiano un pensiero orientato ecologicamente, ad

esempio, delle relazioni intercomunitarie e regionali e creano delle vie di trasporto più corte ed efficienti;

I Regio incoraggiano le comunità regionali rinforzando le identità tradizionali e/o creandone delle nuove.

Una questione importante è se il valore del Regio debba essere o no equivalente o calibrato su quello dell’Euro. L'equivalenza può - a prima vista - sembrare utile, perché non richiede il calcolo del tasso di cambio quando si fanno delle spese o si pagano dei conti. Inoltre, con l'equivalenza è più semplice calcolare le tasse sul reddito in Regio. Ma è molto importante includere una clausola nello statuto dell’associazione emittente che permetta il trasferimento dell'equivalenza su altre unità valutarie - nel caso che l’Euro entri in un meccanismo di iper-inflazione. In questo caso - per esempio - la media dello stipendio orario potrebbe essere usata come unità di misura. Il prezzo di un kilowattora di elettricità oppure quello di un metro cubo di acqua potabile potrebbero anch’essi essere usati come unità, specialmente se i vouchers sono emessi come mezzi di pagamento di questi servizi.

A lungo termine, l’inflazione - che ha effetti dannosi sulla ricchezza - e la deflazione - che va a detrimento del potenziale di crescita a lungo termine - possono essere evitate se esiste una cooperazione tra la banca centrale ed i sistemi complementari di pagamento.

La ricerca sui circuiti cooperativi e di baratto commerciale, in Svizzera e negli Stati Uniti, ha mostrato che questi sistemi hanno un ampio effetto stabilizzante anticiclico. Una caratteristica spesso sottovalutata dei sistemi di valuta complementare è che il loro

utilizzo aumenta durante i periodi di recessione economica e diminuisce quando l’economia è nella fase di boom. Così facendo, essi non solo rinforzano le misure anticicliche sia della banca centrale che di quelle regionali ma anche gli effetti delle politiche fiscali e monetarie dei governi.

Il Regio è complementare all'Euro. Non è un sistema per rimpiazzarlo. Per cui si parla di valuta complementare e non alternativa. Poiché normalmente non si parla di “moneta Euro” o di “valuta Euro”, non vi è necessità di chiamare il Regio “moneta Regio” o “valuta Regio”, anche se all’inizio è necessario chiarificare la funzione del nuovo mezzo di pagamento. Suggeriamo in futuro di parlare semplicemente di “Regio”. Questo termine è già in uso nella rete tedesca RegioNetzwerk.

Cooperazione con le banche regionali

Considerando tutti gli adempimenti che una valuta complementare regionale deve soddisfare, sorge la questione se l’introduzione di tale valuta possa o debba avvenire in cooperazione con le banche regionali o locali. Ad esempio, la banca cooperativa regionale - che permette alle banche partecipanti di rendere disponibili per il prestito i patrimoni gradualmente accumulati, di finanziare investimenti maggiori e di amministrare I risparmi dei suoi membri - è una replica della preesistente banca locale, che tenderebbe naturalmente ad opporsi a questa nuova competizione?

La risposta a questa domanda dipende da vari fattori. Quanto si sentono obbligate le banche locali a lavorare per il bene comune ed a servire le necessità della comunità locale? Fino al punto in cui i cittadini della regione chiederanno che i criteri socialmente rilevanti, inclusi negli statuti delle banche, siano rispettati.

Secondo Gernot Schmidt (9), in Germania - a differenza dell’Inghilterra, dove il sistema bancario è completamente privatizzato - vi sono banche orientate al profitto, banche cooperative e casse di risparmio finalizzate ad obiettivi. Le ultime due possono fare affari solo all’interno della sfera economica regionale. Secondo Schmidt, le banche cooperative e le casse di risparmio sono obbligate a concentrarsi sul benessere economico della loro regione perché perché sono ristrette all’area regionale. Debbono quindi “fertilizzare, seminare e raccogliere” a livello

regionale. Schmidt sostiene che una valuta regionale sarebbe utile per aiutare a far incontrare al meglio domanda ed offerta regionale. A questo proposito la rivitalizzazione dell’economia regionale assieme all’incoraggiamento della vita comunitaria all’interno della regione hanno un significato esistenziale anche per le preesistenti banche cooperative e di risparmio di piccole e medie dimensioni.

La cassa di risparmio dove lavora Gernot Schmidt nel Delitzsch-Eilenburg?, è la prima banca in Germania ad aver commissionato una opinione legale che chiarifica la giurisdizione delle banche centrali rispetto ai sistemi di valuta secondaria complementare (10). Poiché I sistemi di vouchers come valuta sono attualmente in una zona grigia, finora sono stati tollerati in Germania. Fino a quando la parola “voucher” viene stampata chiaramente sul mezzo di scambio, il volume dei buoni emessi può essere facilmente accertato ed il valore del buono non può essere cambiato 1 a 1 con l’Euro, allora - secondo le prime informazioni arrivate dalle banche centrali - non sembra ci siano problemi. E non ci saranno nemmeno problemi legali riguardo all’uso di una valuta regionale secondaria come moneta nei conti correnti, perché, come ha indicato Hugo Godschalk, una opinione legale affermativa in tal senso è stata già espressa (11). I vouchers non sono mai stati usati come “sostituto del contante” in Germania, per cui non esistono precedenti legali (NdT in Italia, riguardo a tale aspetto, invece dovrebbe esistere un precedente nella motivazione del decreto di dissequestro della moneta locale “Simec”, emesso dal Tribunale di Chieti il 30/08/2000). Per quelli che lavorano ad iniziative basate sul Regio, l’opinione legale della banca del Delitzsch-Eilenburg? fornisce una benvenuta chiarificazione che deve aiutare a diminuire i timori di problemi legali per l’iniziativa della valuta locale “Chiemgauer” ed altre simili.

Il trattamento delle valute ai fini fiscali

Ci sono due questioni in merito alle implicazioni fiscali delle transazioni in Regio: Devono essere comunque tassate? Se sì, con quale valuta si pagano dette tasse?

Una delle ragioni principali contro la tassazione delle transazioni in Regio deriva dal loro potenziale per risolvere problemi sociali che altrimenti dovrebbero essere risolti con i soldi del contribuente. Questi costi andrebbero quindi inclusi in uno schema contabile

comparative che servirebbe per determinare quali tasse, se mai, andrebbero pagate sulle transazioni in Regio. Se il risparmio sorpassa il reddito da tassare, allora sarebbe meglio che per tutti quelli che sono coinvolti - incluso l’ufficio delle tasse - le transazioni in Regio fossero esentasse.

Tuttavia, se il Regio viene impiegato per transazioni commerciali, allora la tassazione potrebbe essere propriamente giustificata. E’ importante, tuttavia, permettere l’opzione del pagamento delle tasse in Regio, cosicchè questo determinerebbe se o meno, il Regio ha raggiunto una accettazione diffusa e viene usato in tutto il suo potenziale. Forse il modo più efficace per prevenire il successo di una valuta regionale è il richiedere che tutte le tasse sul reddito - senza considerare se deriva da transazioni in Euro o in Regio - siano pagate comunque in Euro. Anche il contrario è vero: il miglior modo per promuovere il successo del Regio è di richiederne l’uso come meccanismo di pagamento delle tasse e delle sanzioni, dando al mondo degli affari un maggior incentivo all’accettazione del Regio.

Vi sono motivi importanti per cui il Regio dovrebbe essere accettato come mezzo di pagamento delle tasse e delle sanzioni. Primo, queste tasse vanno a beneficio dei servizi pubblici regionali. Secondo, esse giocano un ruolo nel mantenimento e nell’espansione dei posti di lavoro locali. Terzo, le ripercussioni positive sociali ed economiche di una maggior produttività regionale riducono il bisogno di spendere i soldi delle tasse e aiutano a migliorare le condizioni economiche della regione.

Infine, c’è anche una via di mezzo tra la tassazione del reddito in Regio e l’esenzione fiscale. Si potrebbe esentare una certa parte del reddito (ad esempio, il reddito al di sotto di mille Regio o il suo equivalente in Euro) perché costa di più tassare queste modiche cifre di quanto rende. (Questo è il sistema adottato in Francia con la valuta complementare “SEL”) Un’altra possibilità sarebbe di permettere alle attività commerciali di pagare una certa percentuale delle loro tasse nella valuta regionale.

Un esempio pratico a Chiemgau

Uno dei primi tentativi di introduzione di una valuta regionale, in Germania, si è avuto con il “Chiemgauer.” Promossa come valuta

complementare dalla Scuola Waldorf a Prien, vicino al Lago Chiemsee, usa come modello un sistema di vouchers australiano.

In questo modello, tutti I partecipanti ricevono un beneficio. In Australia, quando qualcuno cambia 100 dollari in uno dei “clubs” che sono stati creati allo scopo, riceve vouchers del valore di 110 dollari. Chi cambia 500 dollari, riceve buoni per 600. A differenza del modello australiano, con i suoi sconti del 10 e del 20%, nel modello Chiemgauer non viene accordato nessuno sconto per l’acquisto dei vouchers, tuttavia il compratore può scegliere una organizzazione non-profit a cui accreditare un bonus del 3% che viene garantito se gli Euro vengono cambiati i vouchers.

I primi acquirenti della nuova valuta furono i genitori degli alunni della Scuola Waldorf, i quali comprarono vouchers per finanziare i lavori per un ampliamento della scuola. Da allora, cinque progetti non-profit sono stati coinvolti ed i partecipanti sono arrivati da varie parti della regione. I compratori accettano un costo annuale dell’8% per garantire la circolazione: quattro volte l’anno deve essere applicato un bollo del valore del 2% del voucher in modo da rinnovarne la validità.

I commercianti che accettano i buoni in pagamento, possono cambiarli in valuta nazionale ad un costo del 5%, oppure possono usarli per pagare altri commercianti, gli impiegati o gli editori dei giornali locali per la pubblicità, etc. Se il voucher passa di mano, non devono pagare il bollo. Per la maggior parte delle attività commerciali, accettare i vouchersi è un modo per assicurarsi la fedeltà della clientela. Questo normalmente crea dei costi per circa il dieci per cento del fatturato. Così, accettando una spesa modesta, peraltro deducibile dalle tasse, per pagare per una valuta regionale, non devono sottoporsi ad ulteriori altre spese (NdT per esempio costi per pubblicizzare la propria attività commerciale). I clienti sono motivati ad andare nei negozi dove possono pagare con valuta regionale. Sempre più gli imprenditori stanno realizzando che possono anch’essi effettuare pagamenti tramite la valuta regionale, così evitano di cambiarli in Euro e quindi di pagare il costo di cambio del 5%. Quando gli studenti della Scuola Waldorf vanno nei negozi alla fine del mese, per cambiare in Euro i vouchers accumulati, i negozianti fanno sempre più fatica a facilitare questo cambio perché li hanno già spesi.

In Australia, nel primo anno il 70% dei buoni venivano cambiati con la valuta nazionale, mentre al terzo anno la percentuale si era ridotta al 7%. Questo significa che i vouchers vengono usati come valuta complementare e che le spese di cambio servono come incentivo addizionale alla circolazione.

Vantaggi delle valute regionali

L’effetto sui clienti è evidente: questi pagano finchè è possibile con i vouchers invece che con gli Euro, e questo è esattamente l'obiettivo. Gli imprenditori che partecipano al sistema a Chiemgau sono contenti del fatturato. Le spese degli organismi di emissione dei vouchers sono coperte dalla differenza tra il bonus del 3% dato alle associazioni che distribuiscono i buoni tra i loro membri, ed il 5% di costo di cambio che viene pagato dai commercianti quando i Regio vengono cambiati in Euro. Il profitto dall’incentivo di circolazione - il bollo del 2% del valore del voucher - è trascurabile, poiché molti imprenditori reintroducono il Regio in circolazione prima di dover pagare il bollo. Ogni surplus dell’organismo di emissione viene donato a progetti nella regione che meritino di avere un supporto.

Il vantaggio di questo concetto è che l’Euro viene cambiato in vouchers regionali solo se, e fino a quando, essi possono essere spesi. Questo a sua volta serve come meccanismo intrinseco di sicurezza contro l’emissione illimitata di buoni, che potrebbe portare ad una loro inflazione.

Questo è uno dei principali vantaggi delle valute a “vouchers” rispetto alle cosiddette valute di tipo “fiat”, che possono essere create dal nulla - come quando il Marco tedesco venne introdotto e vennero pagati 40 marchi ad ogni persona per accettarli. E’ certamente concepibile che una l'implementazione di una “riforma valutaria regionale” possa avvenire per mezzo dell'erogazione di un certo ammontare di valuta regionale per persona. Ma oggi ne deriverebbero problemi legali ed inoltre vi è il pericolo di un illimitato incremento dell’ammontare in circolazione. Questo fu il motivo che causò la dismissione del sistema basato sui “credito” in molte parti dell’Argentina. Funzionò meravigliosamente bene a livello nazionale per parecchi mesi ed aiutò milioni di persone a sopravvivere dopo il collasso della valuta nazionale, ma quando una regione stampò un quantitativo esagerato di “credito”, l’inflazione

risultante portò questo altrimenti ingegnoso schema, ad un opprimente arresto.

Con il “Chiemgauer”, non stiamo in senso stretto creando una nuova valuta ma stiamo piuttosto avvantaggiandoci del sistema dei vouchers per compiere una funzione sociale addizionale, per promuovere lo sviluppo regionale attraverso mezzi complementari di pagamento basati sull’incentivo alla circolazione.

Questa idea è stata adottata e viene applicata ad una velocità sorprendente in varie parti della Germania (12). Vi sono essenzialmente tre spiegazioni:

Vi sono solo poche strade legali per creare mezzi regionali di scambio che siano

simultaneamente vantaggiosi per tutti I partecipanti e che abbiano il potenziale di essere adottati su vasta scala;

Molti privati e diversi gruppi stanno cercando nuove vie per contribuire alla soluzione della crisi corrente;

Vi sono molte altre ragioni per la rivitalizzazione dell’economia regionale e della sua identità al di là del beneficio del bilanciamento del trend unilaterale verso la globalizzazione. Queste includono le iniziative di commercializzazione regionale dei cibi freschi, le cooperative che promuovono l'energia rinnovabile, la gestione dell’acqua bioregionale, dell’acqua fognaria, un maggior rapporto tra produttori e consumatori, servizi migliori offerti da artigiani e piccole imprese ed un nuovo senso di appartenenza alla comunità.

La visione

La visione di una “Europa delle Regioni” esercita un grande fascino su molte persone. Invece di accettare la globalizzazione con tutte le sue conseguenze positive e negative - tutte in una unica confezione, se così si può dire - vedono la possibilità di apportare dei cambiamenti a livello regionale, cambiamenti che andrebbero a diretto beneficio di quelli che sono stati spesso privati dei diritti. Questi ultimi vedono la globalizzazione non solo in termini di perdita della loro libertà di scelta, ma anche in termini di perdita di potere da parte dei loro politici di fronte a gigantesche

multinazionali e l’instabilità del sistema finanziario internazionale governato dall’istinto gregario degli investitori internazionali.

La costruzione di una economia regionale cerca di creare un nuovo principio di base per le politiche economiche e sociali. L’introduzione di valute regionali può dimostrarsi come uno dei più potenti strumenti per la realizzazione di questo nuovo ordine. Varie iniziative e programmi regionali esistenti sono i “soci naturali” di questa transizione.

Vi sono oggi circa 300 iniziative all’interno del movimento regionale in Germania, più di 2.000 gruppi “Agenda 21” e più di una dozzina di progetti “Leader” (un programma dell’Unione Europea che promuove lo sviluppo regionale nelle aree rurali). Oltre a questi gruppi locali, un altro partner potrebbe essere il “Comitato per le Regioni” (13) formato per difendere il principio che le decisioni debbono essere prese al livello più basso possibile e debbono servire come collegamento diretto tra le regioni e l’Unione Europea nel suo insieme.

L’attuale sistema monetario funziona come una pompa che succhia il capitale fuori dalle regioni dove viene guadagnato e lo pompa in quelle regioni dove ottiene il massimo ritorno - attualmente in Cina, dove circa il 70% del capitale globale disponibile viene investito. D’altronde è della massima importanza limitare geograficamente la circolazione della moneta, che esiste primariamente e soprattutto per soddisfare le esigenze della regione. Creare una “piccola diga” o meglio, una “membrana semi-permeabile” per mantenere la moneta all’interno, può dimostrarsi l’unico modo a disposizione di una regione per mantenere la sua propria liquidità. In altre parole, se la nuova valuta deve essere al servizio della regione, a differenza dell’attuale valuta che segue unicamente il maggior profitto, la sua circolazione deve essere limitata alla regione. Hans Diefenbacher illustra l’importanza della circolazione regionale nel suo esame delle varie responsabilità cui si trovano di fronte i gruppi locali e regionali che lavorano nell’ambito dell’”Agenda 21”, quando dice: “Per prevenire lo sfruttamento o il turbamento del bilanciamento economico da parte di forze esterne alla regione, ogni regione deve avere una valuta addizionale - e sotto alcune precise circostanze, più di una - ed anche un sistema bancario indipendente di cassa depositi e prestiti”.(14)

Attualmente la nostra moneta è simultaneamente un mezzo di scambio, uno standard di valore, una unità di conto ed un mezzo di accumulo di valore. Il problema di fondo è che la moneta, come sistema di accumulo del valore, è associata alla crescita esponenziale della domanda ed alla mobilità illimitata. Poiché oggi gli investimenti nei mercati dei capitali rendono maggiormente che gli investimenti nelle imprese produttive, sempre meno moneta fluisce dove i posti di lavoro vengono creati. D’altra parte I compiti primari di una valuta regionale debbono essere di ottimizzare il suo ruolo come mezzo di scambio, come unità di conto (valida solo all’interno di un’area geografica limitata) e come metodo di accumulo di valore progettato esclusivamente per garantire valori di investimento stabili (e non a crescita esponenziale).

Gli obiettivi principali di una valuta regionale sono:

l’uso delle risorse disponibili per la produzione di beni e servizi in modo da far incontrare le risorse sottoutilizzate con i bisogni insoddisfatti;

la riduzione della disoccupazione, come risultato; l’interruzione dell’emorragia al di fuori della regione, del

reddito prodotto localmente; la creazione di nuove possibilità finanziarie che permettano ai

governi locali di meglio adempiere alle proprie responsabilità nei confronti delle loro comunità.

Robert Musil (2004) usa molti esempi presi dall’Unione Europea per mostrare che i programmi per promuovere gli obiettivi di sviluppo regionale sono regolarmente falliti. Egli distingue tra le strategie adottate internamente ed esternamente per neutralizzare lo sbilancio economico tra I centri urbani e la periferia rurale, concludendo che le politiche regionali dell’Unione Europea, dominate in gran parte dalla teoria neoclassica (Keynesiana), non sono state in grado di fermare la fuga di capitali, di valore e di risorse umane.(15) Anche se le strategie interne intendono promuovere lo sviluppo regionale - collegando le risorse disponibili ed incoraggiando la cooperazione o l’impegno da parte del pubblico (l’approccio “bottom-up”) - hanno ignorato un fattore cruciale: l’approvvigionamento di moneta. Eppure è ovvio che i progetti a relativamente bassa profittabilità non possono essere finanziati con

capitale monetario che è sotto pressione sempre maggiore per la creazione di alti utili.

Cosa succederà, ora?

In tempi in cui la sfera politica ha mancato di presentare qualsiasi soluzione legittima per le nostre crisi odierne - dalla “Lotta al Terrore” ai vari “buchi” nei bilanci dei governi a livello nazionale e locale, dalla privatizzazione di infrastrutture vitali come la fornitura di energia, di acqua potabile, del trattamento dei rifiuti, dei trasporti pubblici fino alla riduzione della disoccupazione - dobbiamo fornire delle analisi e delle idee non-convenzionali perché un cambiamento prenda piede. Di fronte alla globalizzazione incontrollata, credo sia tempo di rivitalizzare le regioni come nuovo punto di riferimento per l’individuo ed è all’interno di questo schema di rivitalizzazione credo che il tema delle “valute regionali complementari” debba essere discusso.

Negli ultimi due anni, un gruppo di circa dodici professori di micro e macroeconomia, provenienti da Austria, Germania e Svizzera, hanno scritto un nuovo rapporto per il “Club di Roma”, in cui si espone come dovremo gestire la nostra economia, presentando scenari e progettando possibilità per i mercati finanziari del futuro (Brunnhuber, et. al. 2003). Questo rapporto riempie il vuoto lasciato dal primo “Rapporto del Club di Roma” che dette inizio al dibattito sulla sostenibilità trent’anni orsono. Uno degli autori principali del rapporto, Dennis Meadows, trascurò completamente il soggetto della moneta. Egli lo considerava come se fosse stato un sistema neutrale di contabilità senza alcun impatto, sia positivo che negativo, sul tema della sostenibilità. Il nuovo rapporto identifica l’introduzione di valute complementari regionali e locali come un passo importante verso la realizzazione di una economia sostenibile.

E’ cruciale che si guadagni una esperienza iniziale dall’introduzione delle valute regionali, all’inizio solo in alcune regioni, prima che l’entusiasmo che suscita questa idea non produca tentativi immaturi ed errori evitabili che potrebbero fornire ai detrattori argomenti contro le valute regionali.

Lo scopo di questo scritto è di stimolare una discussione che possa fornire alla sfera politica ed economica, nuove e fruttuose intuizioni

che dimostrino il potenziale positivo dell’implementazione delle valute regionali complementari.

In Germania una nuova moneta parallela all'Euro autore: magius data: Sab, 26 Apr 2003 [09:48] (141 letture)

In Germania una nuova moneta parallela all'Euro

di Claudio Bonvecchio - Acli Milano

Il vecchio continente non si è ancora abituato all'euro, quand'ecco che, per conforto e convenienza, la Germania si affida anche a una "moneta parallela", chiamata "Regiogeld". Vale a dire ad una sorta di moneta regionale di necessità, che si mette in parallelo nel rapporto di uno a uno con quel mezzo di pagamento ufficiale che resta pur sempre l'euro. Una "moneta parallela" che diventa in pratica un bene economico intermediario - accettato pro tempore in un determinato territorio - per l'acquisto di beni e servizi. Senza che possa sostituirsi all'euro ma solo integrarlo - là dove occorra - nelle sue funzioni istituzionali.

Il "Regiogeld" persegue infatti il fine di riattivare, intensificare e proteggere le relazioni economiche nell'ambito regionale. Sempreché esso riesca a stimolare il consumo locale con una piena trasparenza dei prezzi, privilegiando i piccoli e medi produttori e i commercianti della regione. Il che ci rimanda alla lontana origine della moneta, che fu incontestabile creazione dell'economia mercantile e non già degli stati o dei comuni. Dal febbraio scorso circola anche nella capitale federale della Germania e come suo primo passo solo nel quartiere centrale Prenzlauer Berg - il più politicizzato della metropoli sulla Sprea - la "moneta parallela" regionale chiamata per unità Berliner. Una misura di valore e un mezzo di pagamento, con tagli cartacei per ora solo da 10 Berliner colore verde, da 5 colore azzurro e da uno colore arancione. Su queste singolari "banconote" campeggia il contrassegno di "August 2005". Per avvertire che esse manterranno il loro valore di 1 a 1

rispetto all'euro sino a quella data. Dopo di che le stesse potranno venire ricambiate in euro o in una loro serie successiva, subendo una svalutazione del 5 per cento.

Una scrematura percentuale che va però a finire nelle casse degli enti locali di pubblica utilità o di interesse collettivo. Si tratta insomma di un accorgimento monetario che si prefigge di trattenere la ricchezza prodotta nella stessa regione, promuovendo fermamente il consumo interno per sostenere gli operatori locali.

"Sta di fatto - spiega al riguardo il settimanale Das Parlament, orga-no ufficiale del Bundestag - che i circuiti economici regionali tedeschi devono subire forti cedimenti a causa della globalizzazione e del multilateralismo imprenditoriale. Ragion per cui è bene che sia il comportamento dei consumatori a stabilire quale genere di economia vada sostenuto, secondo il principio che la domanda determina l'offerta".

E' stato il Presidente del Bundestag, Wolfgang Thierse (Spd), a compiere il primo passo per sottolineare il significato intimo dell'istituzione del Berliner, come fattore di promozione dell'economia berlinese. Egli si è recato, accompagnato dai fotoreporter, a fare acquisti alimentari nel quartiere Prenzlauer Berg - dove abita da decenni - e ha pagato il conto con la "moneta parallela" da poco circolante nella capitale.

A rompere il ghiaccio in Germania fu però la città anseatica di Brema - uno dei 16 Länder federali - che istituì due anni e mezzo fa la prima "moneta paral-lela" tedesca, che assunse il nome di Roland, per rievocare l'illustre figura del nipote di Carlo magno, divenuto il simbolo della stessa città. Cinquanta città tedesche, grandi e piccole, sono ora in procinto di far proprio il modello del "Regiogeld". Dieci città lo hanno già adottato. Cinque di esse meritano una particolare menzione per il successo già conseguito con il loro modello monetario regionale di necessità. Sono Prien in Baviera con il Chiemgauer, Dresda con l'Elbtaler, Berchtesgaden, con lo Sterntaler, Güsen (Sachsen-Anhalt), con Urstromtaler e Gies-sen (Assia) con lo Justus. Düsseldorf, la capitale del più popoloso Land tedesco NRW, metterà in circolazione il suo "Rheingold" con tagli da 1, 5, 10, 20 e 50 unità-moneta, a partire dal luglio prossimo. A Friburgo, la moneta si chiamerà "Breisgauer Regio".

Sembra di poter dire a questo punto che a fianco dell'Europa delle regioni si stia profilando anche un'Europa d elle "valute parallele". Infatti si può ritenere che il sistema monetario europeo possa stabilizzarsi nel prossimo futuro su due livelli: quello superiore e forte dell'euro e quello inferiore e più flessibile delle citate "valute parallele".

Fonte: http://www.aclimilano.com/visart.php?id=1110

AUSTRIA

Lava Descrizione sintetica

Più di 60 municipi austriaci hanno mostrato interesse a prender parte al progetto L.A.V.A., il cui acronimo tradotto in italiano significa "Sistemi di scambio locale della vulcanica Austria". Il progetto è pensato come una Moneta Regionale per rafforzare l'economia locale ed interrompere l'emorragia di capitali a livello locale.

FRANCIA RERS, Réseaux d’Echange Réciproque de Savoirs testo di Maurizio Pittau, tratto da "Economie senza Denaro"

I RERS (Réseaux d'Echange Réciproque des Savoirs, reti di scambio reciproco dei saperi) nascono a Parigi, in seguito a un'intuizione della maestra elementare Claire Hebert Suffrin che concepisce quattro postulati: ognuno deve conoscere qualcosa; ognuno può imparare a trasmettere le proprie conoscenze; trasmettere il proprio sapere valorizza; trasmettere il proprio sapere permette di riscoprire la capacità di imparare. La trasmissione dei saperi avviene sulla base della reciprocità: ogni offerta presuppone una domanda e ogni domanda è accompagnata da una offerta, a breve o a più lungo termine. Si trasmettono solo saperi, è esclusa

qualsiasi relazione in denaro o in servizi. Partendo dalla consapevolezza che ogni persona è indispensabile, che nessun sapere può essere perduto, le reti permettono di incontrarsi per scambiare saperi di uomini e donne di ogni età, di origini sociali ed etniche diverse, siano essi sani o malati, occupati o disoccupati ecc.

I RERS operano in diversi ambiti: l'accoglienza dei nuovi abitanti, la formazione, l'inserimento di categorie a rischio, la riuscita scolastica ecc. Non esistono né moneta interna, né conti personali; esiste solo la reciprocità, ovvero l'impegno a trasmettere e ricevere formazione con altri aderenti al gruppo. Lo scambio dei saperi avviene sulla base della reciprocità aperta: ogni offerta presuppone una domanda ed ogni domanda è accompagnata da un'offerta, a breve o a più lungo termine. La reciprocità è il tema conduttore, una sorta di chiave d'accesso, la ragione dello stare nella rete, perché può esistere solo tra soggetti coscienti del loro posto e del loro ruolo e favorisce l'accesso a tutti i saperi. Nella definizione d'equivalenza dei saperi, che sono oggetto di scambio, sta l'idea dell'eguaglianza tra coloro che partecipano alla rete.

Come elenca Borsani, "i saperi scambiati possono essere cono-scenze e funzioni (saper viaggiare, riempire moduli, organizzare il tempo quando si è malati, occuparsi di un bambino ecc), saperi classici (una lingua straniera, la matematica, il diritto, la filosofia, la lettura ecc), abilità (lavori d'idraulica o elettrici, lavoro a maglia, cucina araba, trucco del viso ecc) ed esperienze di vita (parlare della vita in un centro d'accoglienza, dell'adozione, di un viaggio ecc.)" 19. Con lo scambio dei saperi si possono eliminare sentimenti profondamente radicati d'incapacità e di inadeguatezza di fronte alle conoscenze e porsi nella condizione di trasmettere agli altri ciò che si sa. In questo modo non si è più conosciuti solamente sulla base dei bisogni che ciascuno esprime, delle carenze e delle difficoltà, ma per le risorse di cui ognuno è portatore: saperi, esperienze, capacità di entrare in relazione con altri, capacità di trasformarsi e di trasformare la realtà circostante. Le reti di scambio dei saperi facilitano relazioni sociali fondate sulla dignità di ciascuno, sulla consapevolezza della propria utilità sociale, sul fatto che ciascuno rappresenta una risorsa per la società. Se ogni persona, chiunque essa sia, rappresenta un valore e se questo "esser valore" non è riconosciuto in primo luogo dalla persona stessa, occorre operare in modo da superare le incertezze e le

paure dei singoli. Ognuno vale per ciò che è e per ciò che conosce (ma non solo). Il lavoro nella rete consiste nel restituire alle persone, collettivamente o individualmente, il valore perduto. Vedere valorizzati i propri saperi, farli apprendere, significa anche trovare o ritrovare il gusto della responsabilità, riacquistare stima di sé, riappropriarsi della parola. Ed è la moltiplicazione e la diversificazione delle esperienze valorizzanti che riaccenderanno in coloro che le vivono il desiderio di modificare la propria condizione.

Scriveva Gesell: "Più le cose si conoscono, più si ha potere nei loro confronti. Ogni volta che imparo qualcosa del mio corpo, o sul fun-zionamento del mio io, acquisto potere su di me; ogni volta che riesco a costruire relazioni, nella vita di gruppi o nelle istituzioni, migliora la mia capacità di governare la mia vita, e quando trasmetto agli altri ciò che so, io porto il mio mattoncino per la costruzione di un sapere collettivo e sono socialmente utile" 20. Il funzionamento delle reti non è oneroso: niente è rigido, né obbligatorio, né escludente; si rimane per il tempo che si vuole, si esce, si rientra. Si viene a sapere dell'esistenza delle reti dagli amici, dai vicini che ne parlano.

Ognuno sceglie ciò che intende richiedere e ciò che è in grado di trasmettere agli altri, la durata e la frequenza degli scambi, i luoghi dove effettuare tali scambi, le modalità degli incontri nei quali sentirsi a proprio agio (tra due o più persone). Queste scelte vengono compiute attraverso una mediazione, una messa in relazione proposta da un animatore volontario o retribuito. Recentemente si è costituita una rete europea delle reti di scambio reciproco dei saperi21. Al momento esistono oltre 500 gruppi di scambio di conoscenze in Francia, Belgio, Spagna, Olanda, Svizzera, Brasile, Burundi, Austria e Germania. Il fatto che questo movimento si sia diffuso in Brasile e Burundi indica che il concetto è vitale anche nel contesto di Paesi del Sud del mondo.

Note: 19 D. Borsani, Le reti di reciproco scambio dei saperi, Convegno "Tenere il Tempo", Perugia 1996. Scaricato da http://digilander.libero.it/paolocoluccia

20 S. Gesell, The Naturai Economie Order, cit.

testo tratto da "Senza Denaro"

Le Reti di scambio reciproco dei saperi (RERS, dal francese Réseaux d'échange réciproque des savoirs) nascono dall'intuizione di Claire Hebert Suffrin, maestra con il pallino della valorizzazione dei talenti degli allievi appartenenti ai ceti più bassi, cronicamente affetti da disistima.(13)

L'occasione è fornita dall'intervento spontaneo di un operaio della manutenzione caldaie durante una lezione sul funzionamento dell'impianto di riscaldamento, che tiene una vera e propria lezione con schizzi alla lavagna. A lezione ultimata, i ragazzi rifiutano di lasciarlo andare, in cambio gli offrono una relazione sul funzionamento dei vulcani. L'esperienza incoraggia l'insegnante ad aprire le porte della sua classe alla gente del quartiere. In breve l'esperienza travalica i confini della scuola alla periferia di Parigi, e si diffonde in tutta la Francia, in Svizzera, in Belgio, in Spagna e in Olanda. A tutt'oggi le RERS si basano sui quattro postulati individuati da Claire Hebert Suffrin:(14)

ognuno conosce qualcosa;

ognuno può imparare a trasmettere le proprie conoscenze:

trasmettere il proprio sapere valorizza;

trasmettere il proprio sapere permette di riscoprire in sé la capacità di imparare.

La trasmissione dei saperi avviene sulla base della reciprocità aperta: ogni offerta presuppone una domanda e ogni domanda è accompagnata da un'offerta, a breve o a più lungo termine.

Si trasmettono solo saperi, è esclusa qualsiasi relazione in denaro o in servizi.

Veder valorizzati i propri saperi, farli apprendere, significa anche trovare o ritrovare il gusto della responsabilità, scoprire che si conoscono cose su ciò che riguarda se stessi, si riacquista stima in sé, si riprende la parola. La moltiplicazione e la diversificazione delle esperienze valorizzanti riaccendono, in coloro che le vivono, il desiderio di modificare la propria condizione.

La Rete viene vista come agente di prevenzione, perché contrappone positività agli elementi negativi della vita. I RERS operano in diversi ambiti:

l'accoglienza dei nuovi abitanti;

la formazione;

l'inserimento di categorie a rischio (donne sole, sfrattate, disoccupate ecc.);

la salute, operando con persone con handicap e difficoltà di varia natura;

la riuscita scolastica;

il riconoscimento delle differenze.

Non esiste moneta interna né conti personali; esiste solo la reciprocità, ovvero l'impegno a trasmettere e ricevere formazione con altri aderenti al gruppo.

Le RERS godono e hanno goduto di aiuti governativi, in quanto viene riconosciuto il loro ruolo solidale. Tale aiuto consiste nella copertura dei costi vivi e nella retribuzione degli animatori. Esiste una rete europea delle Reti di scambio reciproco dei saperi.

SEL, Systèrne d'Echange Local

Descrizione testo di Maurizio Pittau, tratto da "Economie senza denaro"

I SEL (Systèrne d'Echange Locai, sistema di scambio locale) sono sistemi di economie non monetarie presenti nel mondo francofono, derivanti dalle esperienze dei LETS inglesi. Il primo SEL (lette-ralmente "grano di sale") è stato costituito nel 1994 nell'Ariège, in Francia, cercando di ricreare solidarietà attraverso unità locali che permettessero alle persone della stessa provincia di incontrarsi, dare o ricevere. I SEL mettono in gioco una forma di scambio simile al dono, con caratteristiche amicali più pronunciate rispetto ai

LETS; infatti i SEL sono stati pensati soprattutto come un sistema d'educazione alla solidarietà tra amici. Con l'entrata nella comunità si acquisiscono una serie di diritti e doveri per cui ognuno diventa responsabile per sé e per gli altri. Di qui la fondamentale importanza dell'onestà e della fiducia. Ogni membro possiede un conto corrente nel quale, se il soggetto è nuovo, viene accreditata una somma, nella moneta locale di cambio 15, in modo tale che l'associato possa acquistare un prodotto o sollecitare un servizio senza disporre del denaro necessario. Questa forma di credito è senza interessi, e obbliga moralmente l'utente a rimborsare il proprio debito, non necessariamente alla persona con la quale ci si è indebitati, ma mettendo a disposizione di tutti le proprie capacità. Nel SEL lo scambio è senza reciprocità diretta (mediante il sistema di addebiti e accrediti) ed è limitato al territorio di riferimento (il territorio comunale, il quartiere ecc). In questo sistema, inoltre, è molto importante il ruolo del coordinatore, che è non solo un contabile ma anche un animatore e una persona a cui rivolgersi per ottenere informazioni o risolvere contrasti. Per questo esiste un coordinamento nazionale per l'aggiornamento professionale dei coordinatori che organizza forum periodici.

La moneta utilizzata negli scambi può essere commisurata alla valuta locale oppure ad una certa quantità di tempo di lavoro. La va-lutazione dei beni e dei servizi scambiati viene fatta in base al tempo di produzione e al prezzo di mercato, su indicazione libera del valore del bene e del servizio da parte dell'associato, ma entro vincoli definiti dall'associazione. Da un'indagine condotta tra gli aderenti al sistema emerge che "i SEL raccolgono una forte proporzione di persone in situazioni materiali precarie (tra il 40 e il 60 per cento secondo i SEL incontrati)" 16. Si possono distinguere gli aderenti che vivono i SEL come un progetto politico e quelli che li vivono come uno spazio conviviale. In tutti i casi i fenomeni economici sono inseriti in un controllo politico democratico (di tipo multilaterale), poiché il controllo dei saldi contabili e di tutta l'informazione elaborata si fa per mezzo di ciascun aderente, privilegiando l'autocontrollo e la responsabilità individuale. Recentemente si è creata anche una Route des SEL, organizzazione di ospitalità per i viaggiatori che aderiscono al SEL e possono alloggiare gratuitamente presso altri aderenti n.

La più importante caratteristica dei SEL (che li distingue dai LETS) è la grande importanza data alla convivialità: gli aderenti si in-contrano a cadenze fisse nei caffè, nelle librerie e in altri luoghi in cui intrecciano relazioni sociali, scambiano, donano e ricevono beni, servizi, emozioni. L'idea è quella di creare un sistema fondato su un diverso sistema sociale, in cui le forme dello scambio, del consumo e della convivenza stessa abbiano una dimensione più umana e solidale. Decisivo è l'elemento formativo: non a caso sono definiti "sistemi di educazione locale" e sono fondati sull'autoresponsabilità e sul controllo reciproco. Prima di essere un sistema economico complementare, il SEL è un luogo d'incontro di libertà e di parola. Il SEL parigino si concentra quasi esclusivamente sulla città e sulla sua mondanità. Le comunità SEL dei piccoli centri sono invece all'insegna della ruralità, con grandi mangiate collettive e scambio di oggetti, merci e servizi tutti prettamente legati alla campagna.

Note: 15 Per la contabilizzazione esistono assegni, estratti conti e schede di conto c14 L. Shephard, L'esperienza dei LETS nei paesi anglosassoni, Convegno "Tenere il Tempo", Perugia, 1996. Scaricato da http://digilander.libero.it/paolocoluccia

16 Centro Walras, Monete locali e legame sociale: i sistemi di scambio locale, Atti del colloquio internaziona15 Per la contabilizzazione esistono assegni, estratti conti e schede di conto corrente.le, Bordeaux 1999.

17 È da segnalare l'esistenza di diverse organizzazioni internazionali che promuovono l'ospitalità gratuita in molti Paesi del mondo. Dal 1949 l'associazione internazionale pacifista Servas promuove un sistema spontaneo e gratuito di ospitalità in quasi tutto il mondo, secondo i dettami di Gandhi. È possibile associarsi al Servas anche se non si è in grado di offrire ospitalità. L'associazione WWOOF (World-Wide Opportunìties on Organic Farms) nata nel Regno Unito circa 29 anni fa con lo scopo di creare conoscenza e interesse verso uno stile di vita biologico e biodinamico, organizza soggiorni presso fattorie biologiche dando la possibilità di viaggiare in tutto il mondo in modo economico e allo stesso tempo di dare un aiuto dove è richiesto e dove se ne presenta la necessità. In pratica le fattorie accettano volontari (a cui forniscono cibo e alloggio) per brevi o lunghi periodi di tempo. L'idea è partita da Sue Coppard che voleva

organizzare durante un week-end un soggiorno in fattorie biologiche in cambio del suo lavoro.

testo da "Senza Denaro"

Tali sistemi fanno riferimento al mondo francofono. Il primo SEL viene costituito nell'Ariège (Francia) nel 1994, sul modello dei LETS inglesi.

Inventando nuove forme di trasferimento, i SEL ricreano solidarietà attraverso unità locali che permettono alle persone dello stesso quartiere, di una città o di una provincia, di incontrarsi, dare o ricevere, e formare InterSel? conviviali.

I SEL mettono in gioco una forma di "scambio" (8) che si riannoda con il dono e che si inserisce in una volontà degli aderenti di creare un modo più umano di consumare, trasferire e produrre. Il carattere amicale dei SEL e di InterSel? è estremamente importante, a differenza forse dei modelli LETS sviluppati in Australia, ad esempio.

Il modello francofono si colloca, al momento attuale, tra dono e merce, poiché dopotutto si contabilizzano i «valori d'uso», ma i SEL sono soprattutto pensati come un sistema d'educazione alla solidarietà tra amici.

«Le relazioni fra i membri fanno a volte sorgere sintomi di potere, ... ma la "buona volontà", cioè l'intenzione che è stata emessa al momento dell'adesione al sistema, assorbe questi effetti giocando da tampone. ... II sistema è un ambiente di evoluzione personale».(9)

Da un'indagine condotta tra gli aderenti ai sistemi emerge che « i SEL raccolgono una forte proporzione di persone in situazione materiale precaria (tra 40 e 60 per cento secondo i SEL intervistati)» (10)

Aderire al SEL è un mezzo di riappropriazione del proprio quotidiano. Anche se si distinguono, tra gli intervistati, gli aderenti «politici» (per i quali il SEL è essenzialmente un progetto politico di ripresa della vita cittadina), e gli aderenti «pragmatici» (per i quali il SEL è essenzialmente uno spazio conviviale), lo studio della vita

dei gruppi SEL permette di considerarli come un luogo di espressione e di presa di coscienza individuale e collettiva.

I SEL re-inventano così uno spazio comune dove i fenomeni detti «economici» sono reinseriti in un controllo politico democratico (di tipo multilaterale), poiché il controllo dei saldi contabili e di tutta l'informazione elaborata si fa per mezzo di ciascun aderente. L'autocontrollo e la responsabilità individuale sono privilegiati, perciò si parla di sistema di educazione locale. Il trasferimento è pensato come una relazione inquadrata e indissociabile dallo «spirito SEL»: convivialità e scoperta dell'altro.

testo di Veruska Carboni, tratto da Alterville.it

''Il SEL (Système d'Echange Local) è un sistema di scambi locali che si attivano contro una certa distruzione largamente facilitata delle economie di mercato, offrendo mezzi a chi è interessato a ritrovare l'equilibrio in un mondo dove l'organizzazione e il mercato prendono spesso il sopravvento". 16

Contrariamente alle strutture esistenti all'interno dell'economia alternativa, nelle quali l'ambizione fondamentale è la creazione di lavoro con uno spirito di cooperazione all'interno del sistema di concorrenza di mercato, il SEL non mira a costituirsi come una struttura di reinserimento sociale o professionale degli esclusi e dei disoccupati attraverso un ritorno al mondo del lavoro.

La forza, l'interesse e l'ambizione dell'economia attuale è di creare condizioni politiche affinché le imprese possano funzionare subordinando la produzione ai bisogni delle persone.

I SEL non si definiscono e non si designano come un attore economico in senso tradizionale; attivano una rete di comunicazione attraverso la quale i membri di una comunità geografica confrontano le loro offerte e le loro domande; gli scambi vengono valutati in moneta locale (grains).

C'è una rottura con le tradizioni economiche tradizionali perché esiste la possibilità per chiunque di accedere a beni materiali e simbolici senza condizionamenti finanziari.

La struttura di questi sistemi "alternativi" è sempre la stessa: con l'entrata nella comunità si acquisiscono una serie di diritti e doveri

per cui ognuno diventa responsabile per sé e per gli altri. Ogni membro possiede un conto corrente nel quale, se il soggetto è nuovo, viene accreditata una somma in modo tale che l'associato possa acquistare un prodotto o sollecitare un servizio senza disporre del denaro necessario. Questa forma di credito è ovviamente senza interessi, e obbliga moralmente l'utente a rimborsare il proprio debito ma non necessariamente con la persona con la quale ci si è indebitati, ma mettendo a disposizione di tutti le proprie capacità.

In questo modo si realizza:

l'accesso immediato agli scambi: non ci sono barriere di nessun genere, né finanziarie né sociali, né merceologiche;

si stimolano le persone a scambiare, soprattutto i "nuovi arrivati";

permette di consumare senza paura di indebitarsi; il principio di base è: "tutto funziona senza il denaro".

Sono state però istituite soglie che non possono essere superate, non ci si può indebitare troppo, è necessario che gli scambi siano, nel limite del possibile, regolari.

Aprire un credito significa realizzare un'operazione finanziaria, simbolica, fondamentale per la riuscita delle transazioni.

Il credito crea un sentimento di fiducia tra gli associati che si sviluppa a due livelli:

gli utenti aderiscono, ritenendolo valido, ad un sistema piuttosto astratto da un punto di vista finanziario giacché il denaro non esiste come forma di scambio, (la fiducia nel sistema in quanto tale);

anche se esiste una moneta locale per facilitare e rendere possibili gli scambi in un luogo differente dal mercato, è necessario, affinché gli scambi siano reali ed effettivi, che gli individui percepiscano gli uni negli altri "indicatori" di onestà e di autenticità delle intenzioni.

Ci si fida degli altri soltanto se li si conosce, per questo è consigliato il contatto faccia a faccia perché lo scambio deve essere un modo

per incontrarsi, nessuno probabilmente farebbe accompagnare il proprio bambino a scuola da uno "sconosciuto" né tantomeno lo farebbe entrare in casa propria.

Da valori come la fiducia e l'onestà, dipende il funzionamento del sistema.

Il cuore del SEL è il BLE (Borsa Locale Scambi), il "regno degli scambi" dove libertà, responsabilità, creatività, inventiva, gioia e solidarietà si rivelano molto gradevoli da coltivare.

I SEL sono considerati dei vivai di idee, l'elemento importante è il riconoscimento di autonomia della persona che di sovente non viene considerata nella società.

Il legame che si crea tra i membri molto spesso va al di là degli schemi proposti dal SEL stesso: quando si sviluppano relazioni di amicizia tra i membri spesso le prestazioni non vengono contabilizzate.

Ciò che viene scambiato varia a seconda delle zone geografiche, della situazione economica della regione, dal numero degli aderenti e dalla natura dei redditi; il sistema è sempre lo stesso, ma si adattano alle condizioni sociali, economiche e culturali delle zone in cui si sviluppano.

Questa "politica territoriale" (la natura locale della moneta e degli scambi stessi che avvengono in un territorio ben preciso) impedisce la costruzione di un coordinamento nazionale che leghi organicamente nei diritti e nei fatti l'insieme dei SEL francesi; l'impossibilità di passare da una politica territoriale dei problemi ad una gestione territoriale dei problemi è strettamente legata al modo di funzionare del SEL.

SOL Descrizione in sintesi

SOL è un progetto di moneta solidale francese. La parola SOL sta per"moneta elettronica e solidale". Ha lo scopo di dare più visibilità alle strutture dell'economia sociale e sviluppare la loro attrattiva. SOL è un'iniziativa lanciata nella zona di Lille, Ile de France e

Bretagna dal Gruppo Chèque Déjeuner (azienda francese cooperativa del settore buoni pasto, la terza nel mondo per volume di affari), MACIF (azienda del settore assicurazioni), con il supporto della Fondazione Macif, il Centro dei giovani dirigenti dell'economia sociale (CJDES) ed altre aziende dell'economia sociale Questa valuta, che avrà una forma elettronica, potrebbe in particolare convertire l'attività benevola in attività d'utilità sociale. In cambio, darebbe diritto a servizi ed a beni. SOL è inoltre supportato da settori governativi francesi (Ufficio del Segretariato di Stato per l'Economia).

Il Progetto Sol (in fase di verifica di fattibilità e ricerca di un contesto locale adatto) consiste nel creare un sistema con due monete: Euro e Sol. Gli utenti acquistano (o con fidelizzazione) il sol dai distributori e lo usano come moneta di scambio con i commercianti. E' previsto un organo regolatore e forse una sorta di costituzione. Sarà usata una carta magnetica per semplificare i passaggi e le verifiche. E' essenziale che molti attori per ciascun settore aderiscano perché possa funzionare. Il sistema spinge alla produzione, e quindi al consumo, perché se il denaro sta fermo perde valore (Nota: viene quindi applicato il demurrage). Si preferisce 'subire' l'effetto consumismo ma combattere la speculazione. L'organo regolatore (diversamente da quelli dell'Europa) dovrebbe garantire caratteristiche etiche.

(questo testo è tratto dal sito del Social Forum Europeo)

DANIMARCA LON

Il ”Lon”, la moneta complementare di Cristiania

Nel Dicembre del ’97 Cristiania, la “città libera” in Copenhagen, iniziò un nuovo ed eccitante esperimento.

Abbiamo creato la nostra propria moneta locale, chiamata “lon”, che significa “paga”. La moneta vale 50 corone danesi, che corrispondono a 4,5 euro. Quasi ogni anno, da quando abbiamo iniziato abbiamo creato un nuovo disegno della moneta. Nel ‘97 il

simbolo della moneta era una lumaca, nel ’99 un rimorchio di bicicletta, nel 2000 il simbolo del sole, e nel 2001 uno scricciolo.

Da quella data ne abbiamo fatte 9000 di queste. Le monete sono stampate in rame e ottone, con uno speciale in argento per collezionisti. L’idea di base è che il prezzo delle monete argentato venduti ai collezionisti dovrebbe coprire i costi del progetto.

Circolazione

La moneta locale è stata accettata attraverso Cristiania – in bar, ristoranti, negozi, compagnie e nella cassa comune. Il progetto è organizato dal “gruppo moneta”, il quale inizialmente emetteva questa moneta come pagamenti ai servici prestati dell’ budget annuale approvato.

Monete ritornavano all’ Gruppo Moneta dalle ditte qui le hanno accettato ed ora la volgono cambiarle per moneta nazionale. Per ciascuna moneta messa in circolazione 50 danske krone sono messi in un fondo speciale di riserva per la garanzia dell’ valore della moneta stessa.

La circolazione della moneta non è ancora ottimale. Noi lottiamo perque le ditte della comunità funzioniono come piccole cuore qui pompano fuori la moneta alle fornitore, per pagare l’affitto e tutti le altre spese in “città libera” Cristiania. Una ragione è per prendere confidenza con la moneta, un’ altra è per creare un sentimento di comune vigilanza di suo proprio ruolo e responsabilità per la locale economia.

La moneta di Cristiania è un regalo

La moneta di Cristiania è un regalo, che da alle comunità fantastiche possibilità. Da un lato, un profitto della comunità viene dei collezionisti e turisti che comprano le monete. Quando il gruppo moneta pensa che sia appropriata, questa profitta viene trasferita all’ cassa comune, qui supporta cinque differente progetti con un totale di 112 000 danske krone. Prestiti sono dati ai progetti qui seguono questi criteri:

Iniziative culturale, ecologiche, sociali e sperimentali, che fanno di Cristiania più bella, più divertente e più sostenibile per residenti ed ospiti. (90%) Prestiti di educazione per persone e gruppi che servono per imparare qualcosa che sarà di beneficio per l’intera comunità. (10%)

Benefizi economiche sostanziale derivano dei fondi di riserve, che garantiscono il valore della moneta. Questa riserva ripresenta i soldi prestati alla comunità di Cristiania, qui usa le monete giornalmente. Se ognuno che vive e lavora nelle comunità usasse questa moneta regolarmente, è stimato che noi potremmo senza nessun rischio inadeguato investire 50 % delle riserve in progetti a beneficio della comunità.

Fondo investimento

La comunità ha deciso di investire 50 000 danske krone in un fondo di investimento collettive qui sarà istituito in gennaio 2002. Il fondo rappresenterà l’amalgama dei soldi depositati dalla partecipazione di negozi e compagnie. In questo modo l’investimento darà, dopo qualche anni, un beneficio alle locali partecipanti negozi e compagnie stessi. Un secondo scopo della iniziativa è raccogliere risparmi nel budget della comunità e far crescere i pagamenti delle compagnie alla cassa comune.

A un incontro del Maggio 2001 le due banche alternative delle Danimarca offrirono di donare i loro espertise, la sua esperienza speciale e il loro consiglio al progetto per assicurare qualità e professionalità alle decisioni di investimenti che devono essere fatti.

(E poi, non c’è dubbio che ci sono enormi opportunità per le istituzioni e compagnie locali di una comunità quando cittadini e entità commerciale cambiarono dalle banche tradizionale a banche alternative, stabilizzando le basi per nuovi lavori locali e iniziative.)

Monete per progetti speciale

Un potenziale, ma non come ancora sperimenta possibilità è quello di emettere una speciale moneta che supporterà particolare progetti, i quali allora usano la moneta per pagare locali fornitori nella comunità, con questo modo nascono altre cuore, que pulsano soldi dentro il sistema locale. Quando i turisti da fuori fanno acquisti, essi possono ricevere le speciale monete come ricordo, se essi vogliano, allora queste monete restano gradualmente fuori della circolazione.

Un locale moneta è dipendente di un sforzo comune

Un locale moneta e un progetto comune dove tutti i membri della comunità hanno una responsabilità personale per questo successo. Quante più persone usano questa moneta, più grande sarà il

beneficio obtenuto. Nel caso di Cristiania, pensiamo che noi potremmo emettere dieci volte la somma corrente di moneta prima di arrivare a creare inflazione. Ad un certo punto un limite sarà raggiunto, dove la moneta inizierà perdere su valore. C’è un numero di ostacoli di rimuovere prima che la circolazione della moneta funzionerà in modo ottimale. La prima barriere di Cristiania è che non tutti hanno ancora realizzato che la locale moneta è un vero albero dei soldi. Se questa vigilanza su la moneta fosse più grande e libera da intrighi e giochi di potere, le possibilità del albero dei soldi sarebbe raggiunto più facilmente per ciascuno.

Spesso le intenzioni buone per il benessere comune falliscono la loro materializione a causa delle celate problemi e relazioni sociali que vengono dominati dei giochi di potere e da una mancata di una fiducia reciproca.

ITALIA Banche del Tempo Definizione

Da "Economie senza Denaro": ... il tempo è l’unità di misura: il valore del servizio è determinata dal tempo impiegato nel trasferimento. Non circola denaro se non quello a copertura delle spese vive (materiali per effettuare una piccola riparazione, materie prime per una torta, etc.). ... Il territorio di riferimento della Banca del Tempo è limitato: un quartiere in una grande città, un piccolo comune, una scuola, un'associazione, etc. La piccola dimensione facilità la socialità ed elimina le difficoltà di spostamento dei territori vasti. ... indagini effettuate tra gli aderenti alle Banche del Tempo hanno evidenziato un universo molto variegato d’individui, anche per area politica di riferimento. Lo scambio di tempo è dunque un’idea trasversale alle diverse ideologie, fa incontrare persone che probabilmente mai avrebbero avuto tale occasione ...

Credito di Damanhur

Descrizione in sintesi

di Helen Ampt

il Credito è definito come "un sistema di valuta complementare" agganciato all' Euro e con esso convertibile. E' una moneta metallica (formalmente "medaglia da collezione") usata come mezzo di scambio in Val Chiusella fra una federazione di comunita'/associazioni che fanno capo alla controversa comunità religioso-magica di Damanhur. A differenza dell'Euro, non ha le funzioni ne di serbatoio di valore (accumulo) ne di unita' di valore (in quanto pari all'Euro). Il Credito e' usato all'interno di un circolo, le regole del quale (basate su valori ecologici, di ricerca spirituale, dell'arte e della nuova socialita') sono state stabilite all'inizio e vengono sottoscritte da chi entra a far parte come produttore o come commerciante; i consumatori possono essere chiunque e non necessariamente fanno parte del circolo. Il Credito e' coperto da una riserva di Euro. Si puo' comprare Crediti con Euri da macchine venditrici e si puo' ricambiare in Euro in un'unica agenzia. Usano anche la carta elettronica. Attualmente sono stati emessi 350.000 crediti che in 30 anni hanno circolato millioni di volte all'interno della comunita' (a differenza dell'Euro che esce quasi subito dal contesto locale, prosciugandolo). Nel circuito ci sono circa 2000 persone e un centinaio di aziende. Il benzinaio accetta pagamento totalmente in Crediti e c'e' il supermercato biologico di produttori locali e una grossa falegnameria da cui si puo' acquistare materiali edili con Crediti e costruirsi una casa, pagando gli operai in Crediti.

Credito di Damanhur Descrizione in sintesi

di Helen Ampt

il Credito è definito come "un sistema di valuta complementare" agganciato all' Euro e con esso convertibile. E' una moneta metallica (formalmente "medaglia da collezione") usata come mezzo di scambio in Val Chiusella fra una federazione di comunita'/associazioni che fanno capo alla controversa comunità religioso-magica di Damanhur. A differenza dell'Euro, non ha le funzioni ne di serbatoio di valore (accumulo) ne di unita' di valore (in quanto pari all'Euro). Il Credito e' usato all'interno di un circolo,

le regole del quale (basate su valori ecologici, di ricerca spirituale, dell'arte e della nuova socialita') sono state stabilite all'inizio e vengono sottoscritte da chi entra a far parte come produttore o come commerciante; i consumatori possono essere chiunque e non necessariamente fanno parte del circolo. Il Credito e' coperto da una riserva di Euro. Si puo' comprare Crediti con Euri da macchine venditrici e si puo' ricambiare in Euro in un'unica agenzia. Usano anche la carta elettronica. Attualmente sono stati emessi 350.000 crediti che in 30 anni hanno circolato millioni di volte all'interno della comunita' (a differenza dell'Euro che esce quasi subito dal contesto locale, prosciugandolo). Nel circuito ci sono circa 2000 persone e un centinaio di aziende. Il benzinaio accetta pagamento totalmente in Crediti e c'e' il supermercato biologico di produttori locali e una grossa falegnameria da cui si puo' acquistare materiali edili con Crediti e costruirsi una casa, pagando gli operai in Crediti.

ECOASPROMONTE Da "Economie senza Denaro": ... l'esperienza è interessante anche perché oltre che ridurre la funzione di riserva di valore della moneta, questa valuta locale ha anche altri valori avendo un significato estetico (è stata infatti realizzata una banconota da artisti che hanno vinto un concorso nazionale), ecologico (saranno incentivati acquisti di beni e servizi nelle filiere grandi e micro, del turismo responsabile ed ecocompatibile, dei prodotti tipici, del risparmio energetico e dell’energia rinnovabile) e culturale (si tende a rafforzare, in positivo, l’identità locale e quella del Parco Nazionale Aspromonte). L'iniziativa ha come garante del processo la Banca Etica, ...

Nel Parco dell'Aspromonte, da oggi, gli acquisti non si fanno più con gli euro, ma con una moneta nata apposta per sostenere l'economia della zona. E contestare il pensiero unico del denaro che produce denaro L'hanno fatto davvero. Hanno battuto moneta. E l'hanno presentata, in conferenza stampa, alla Borsa di Milano. Protagonisti l'Ente parco nazionale dell'Aspromonte e il suo presidente, Tonino Perna.

Ora, la notizia merita attenzione almeno per un paio di motivi: per il valore dell'operazione (sono stati coniati due milioni di "ecoaspromonte", la nuova moneta, pari a due milioni di euro) e per il fatto che le monete locali sono uno degli strumenti di sviluppo delle reti di economie solidali (oltre che di contestazione dell'economia tradizionale).

La moneta locale, che avrà corso legale in tutto il territorio del Parco, sarà usata dall'1 gennaio soprattuto dai turisti per fare acquisti: il Parco attrezzerà dei veri e propri cambiavalute e l'uso degli ecoaspromonte sarà incentivato con dei benefit per i commercianti e degli sconti per gli acquirenti.

La moneta, stampata su filigrana dalla Zecca di Stato, è a scadenza, varrà cioè per un anno: poi dovrà essere riconvertita oppure potrà essere conservata come ricordo del Parco. E questo sottolinea il valore strumentale di ogni moneta: chi userà gli ecoaspromonte ricorderà ad ogni transizione che il denaro come merce non esiste, ha solo un valore convenzionale di unità di conto e di scambio.

Usare monete locali significa insomma contestare la finanziarizzazione dell'economia, il denaro che produce denaro e la speculazione che questo comporta.

"Bisogna lavorare sulle narrazioni, sull'ideologia, sui valori dominanti, dunque reinventare la narrazione del mondo" ripete Riccardo Petrella, economista di riferimento per coloro che lavorano sui beni pubblici e le economie alternative. E che cos'è l'introduzione di una moneta locale se non appunto una

"reinvenzione della narrazione dello spazio economico nel quale siamo immersi"?

È la prima volta che un ente pubblico si mette a battere moneta. L'operazione per il momento ha produtto un'enorme ricaduta di pubblicità per il Parco.

"Inaspettata -dice Tonino Perna-. Quello che invece mi sta a cuore è la sperimentazione, l'effetto che può produrre una moneta locale in un circuito fiduciario di aree marginali".

I parchi sono già una scommessa sul futuro, un modo diverso di vivere e un tentativo di costruire un'economia non incentrata sullo sfruttamento e sulla crescita. Una moneta propria, da questo punto di vista, è un altro passo di questa scommessa. Qualcuno arriva a suggerire l'adozione di una moneta comune per tutti i parchi nazionali italiani ma è, evidentemente, troppo presto anche se Tonino Perna è convinto che l'esperimento non resterà isolato.

"L'allargamento dell'Unione Europea, da una parte, e la presenza di una moneta unica (l'euro) dall'altra -spiega- spingeranno molte aree marginali, con seri problemi sociali ed occupazionali, a dotarsi di una propria moneta (che convive con l'euro), con compiti limitati e circoscritti alla sfera locale, che giocherà quel ruolo che la teoria keynesiana gli affida, in un mercato circoscritto, nei momenti di bassa congiuntura".

Tradotto significa che, se attorno a una moneta locale si crea un circuito di fiducia, questa moneta potrebbe essere usata per far fronte a problemi di mancanza di liquidità. Ci sono circostanze in cui non manca il lavoro e non mancano le merci ma scarseggia appunto il denaro per scambiare prodotti e servizi. È in parte quello che è avvenuto in Argentina quando i conti bancari sono stati bloccati e la gente si è inventato circa 200 monete locali che, nel tempo, sono state usate da tre milioni di persone.

Ma monete locali sono nate e si sono sviluppate non solo in aree di crisi ma, per esempio, anche per sottolineare l'identità di circuiti alternativi di merci (è il caso dei Sel francesi). Anche l'Università Bocconi di Milano sta lanciando una ricerca proprio sulle monete locali (dette anche "complementari" o "etiche") "una realtà che sta crescendo, e che ha un grandissimo potenziale anche in Italia".

La nascita di ecoaspromonte è avvenuta sotto le ali protettive di Banca Etica, che anzi si è proposta come una sorta di Cassa centrale, di crocevia delle monete locali che potrebbero nascere in Italia. "Il nostro obiettivo, in un contesto di avanzante globalizzazione -spiega Fabio Salviato, presidente di Banca Etica- è quello di rafforzare le reti e i circuiti economici locali, in particolare nei contesti più deboli e marginali, attivando strumenti che inducano ad utilizzare ed acquistare beni e servizi prodotti in loco".

Fare a meno del denaro e salvare i valori "Al centro della politica c'è l'economia. E al centro dell'economia c'è il denaro. Lo strapotere del denaro sta minando il primato della politica e per certi versi anche la democrazia". Ecco perché il tema e la sperimentazione delle monete locali riveste così tanto interesse.

È uno dei punti di partenza del volume di Maurizio Pittau "Economie senza denaro" (ed. Emi, 176 pagine, 9 euro) che documenta però anche l'esistenza, nel Sud e anche nel Nord del mondo, di forme di scambio non monetario. Il denaro e l'uso che ne facciamo danno forma al nostro immaginario: così il ricorso ad altri strumenti di intermediazione e di scambio può contribuire a rafforzare l'identità locale e a ridare forza a valori come la reciprocità, il dono, l'altruismo. Così come è avvenuto per esempio nella zona di New York, in Gran Bretagna, in Canada o in Francia. Sorprendenti esempi di "economie senza denaro"

Il rischio dei falsi e nuove opportunità per le tasse Anche le monete locali possono essere a rischio falsificazione. Ne sanno qualcosa gli argentini di La Plata dove nel 2002 è stata presentata una delle prime denunce per la messa in circolazione di "Ticket trueque" falsi, appunto "titoli di credito a circolazione limitata" nati dopo il terribile crack economico del Paese. Un fatto che è anche segno di successo (d'altra parte proprio in Argentina alcune monete locali si chiamano "patacon"). Inalcuni casi le monete locali (quelle vere) sono state anche utilizzate per il pagamento delle tasse comunali.

Due milioni di euro, e il souvenir ripopola due paesi Valore di cambio uno a uno, un ecoaspromonte contro un euro, e viceversa. Solo che l'ecoaspromonte è tutto su carta, niente monete metalliche. Per il resto niente da invidiare alle valute storiche:

quattro banconote del valore rispettivamente di 1, 2, 5 e 10, carta filigranata, numerazione progressiva, oleogramma antifalsificazione.

Le banconote, "battute" dall'Ente parco Aspromonte e stampate a Roma con tutti i crismi dalla Zecca di Stato, hanno corso legale nell'ambito dei territori dei Comuni del Parco e, rispetto a una moneta "normale", hanno una particolarità in più: sono a scadenza. Varranno cioè per un anno, durante il quale potranno essere usate per pagare gli alberghi, comprare prodotti locali, prenotare visite guidate, noleggiare biciclette.

L'Ente parco ne ha fatto stampare per un controvalore di 2 milioni di euro. C'è da prevedere che, soprattutto per i turisti, la moneta sarà anche un simpatico ricordo e che non tutti la riconvertiranno in euro. Così ci sarà una sorta di surplus che il Parco ha già pensato di destinare a due piccoli Comuni del territorio che si stanno spopolando: Canolo e Staiti. L'obiettivo è di favorire alcune attività che possano dar lavoro soprattutto ai giovani.

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Valore e significato dell’EcoAspromonte

Premessa

L’EcoAspromonte è una moneta locale che nasce per qualcosa e non contro qualcosa. Ci teniamo a precisare che l’EcoAspromonte non vuole essere – neppure simbolicamente - una contestazione dell’Euro, che riteniamo vada difeso come una pietra miliare nella costruzione dell’Europa, né vuol rappresentare una qualche forma di secessionismo locale, che riteniamo ridicolo e fuori dal nostro periodo storico.

Riteniamo che l’Ecoaspromonte costituisca una prima forma di sperimentazione di “moneta locale a circolazione limitata” che possa tranquillamente convivere con l’Euro, così come i prodotti tipici locali convivono con le produzioni di massa ed i negozi specializzati coesistono con i supermercati e gli hard discount .

Funzioni, significati e valori dell’ecoAspromonte

Sappiamo che storicamente si sono affermate almeno quattro funzioni della moneta:

a) mezzo di pagamento;

b) unità di conto;

c) intermediario negli scambi.

d) riserva di valore.

Rispetto a queste funzioni, l’EcoAspromonte mantiene le prime tre, mentre risulta fortemente ridotta la funzione di “riserva di valore” in quanto si tratta di una banconota con una scadenza che scoraggia l’accumulazione di moneta inoperosa. Per altro, con l’Ecoaspromonte si tende anche a conseguire altri significati e valori:

a) estetico – è stata infatti realizzata una banconota da artisti che hanno vinto un concorso nazionale. Possiamo dire che l’EcoAspromonte ha anche una valenza estetica e la banconota un valore in sé come oggetto. Per questo riteniamo che verrà trattenuta , dai turisti, anche come gadget;

b) ecologico - con questa banconota, infatti, saranno incentivati acquisti di beni e servizi nelle filiere grandi e micro, del turismo responsabile ed ecocompatibile, dei prodotti tipici del Parco Nazionale dell’Aspromonte, del risparmio energetico e dell’energia rinnovabile.

c) culturale – con questa moneta si tende a rafforzare, in positivo, l’identità locale e quella del Parco Nazionale Aspromonte.

Obiettivi di lungo periodo dell’ECOASPROMONTE

Negli ultimi decenni sono scomparse diverse monete nazionali e la tendenza a creare dei macromercati regionali farà scomparire altre monete nazionali come è avvenuto in Europa.

Contemporaneamente si sono affacciate sulla scena delle “monete locali” (il caso più famoso è quello dell’Argentina) che hanno risposto all’esigenza di avere della liquidità, a livello locale, per contrastare situazioni di disagio sociale diffuso. Ciò è avvenuto anche nei paesi ricchi dell’occidente come è testimoniato, tra gli altri, dal saggio di Susan Meeker-Lowry “Commuty Money: The Potential of Local Currency”.

Riteniamo che l’EcoAspromonte vada collocato all’interno di queste esperienze e punti ad assumere, nel medio-lungo periodo, una funzione sociale per rivitalizzare l’economia locale, rafforzare le attività ecocompatibili , svolgere quella funzione che Keynes assegnava alla moneta in un circuito chiuso (quale è quello del territorio di un Parco). Se si arriverà a conseguire un circuito virtuoso per questo strumento monetario, fondato sulla fiducia, allora per l’ente Parco che l’ha promosso potrà essere estremamente utile assumendo in questo caso anche la funzione di moneta-credito. Questa prospettiva, per essere realistica, sarà supportata, come garante del processo, dalla Banca popolare Etica di Padova, la prima banca etica nata in Europa e regolarmente riconosciuta.

Il Presidente

Prof. Antonio Perna

LE MONETE

UN ECOASPROMONTE

DUE ECOASPROMONTE

CINQUE ECOASPROMONTE

DIECI ECOASPROMONTE

ENTE PARCO NAZIONALE DELL’ASPROMONTE Via Aurora – 89050 Gambarie di S. Stefano in Aspromonte (RC) Tel 0965/743060 – Fax 0965/743026 - E-mail [email protected]

NORME PER L’USO DELL’ECO-ASPROMONTE

Art.1 Creazione dell’Eco-Aspromonte L’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, nell’ambito delle sue

attività istituzionali e statutarie, crea e pone in circolazione la moneta denominata Eco-Aspromonte.

Art.2 Finalità Le norme del presente regolamento disciplinano le tipologie, i

criteri, le modalità di circolazione e lo scambio della banconota denominata Eco-Aspromonte, stampata, ai sensi dell’art 1, legge 20.4.1978, n.° 154 dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Con tale iniziativa l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte si

propone di dare identità culturale alle popolazioni del parco; di offrire al turista un elemento di curiosità e attrazione; di sostenere alcune attività in particolare quelle a favore delle attività giovanili. Inoltre, l’Ente si propone di legare l’uso di tale banconota ad

alcuni “benefits” che fungano da incentivo per i fruitori del parco e i turisti a scambiare l’euro con l’Ecoaspromonte, consentendo di

promuovere opportunità di lavoro e di incrementare le attività produttive locali.

Art.3 Tipologie dell’Eco-Aspromonte La serie di Eco-Aspromonte comprende quattro monete con le

seguenti caratteristiche: misura cm. 19 x cm. 8, stampate su carta filigranata “catenelle” o similari, da gr 90/mq, recante numerazione progressiva, con quattro valori facciali, del valore di 1, 2, 5,10 pagabili a vista al portatore, utilizzabili solo presso gli esercizi commerciali dell’aria del Parco e convenzionati con l’Ente.

Art. 4 Valore di scambio Il valore di scambio dell’Eco-Aspromonte è determinato nella

misura di 1 Euro = 1 Eco-Aspromonte. Le banconote hanno corso legale nell’ambito dei territori dei

Comuni del Parco fino alla scadenza su di esse indicate. Entro tale scadenza il possessore di banconote Eco-Aspromonte ha diritto a convertirle in Euro presso i centri abilitati convenzionati con l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte.

Art.5 Convezioni per la circolazione dell’Eco-Aspromonte Con gli operatori commerciali e turistici e gli Enti Locali verranno

stipulate delle convenzioni i cui aspetti normativi e gestionali verranno specificati in appositi e successivi provvedimenti. L’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte provvederà all’

individuazione e promozione dei centri per il cambio valute nonché al monitoraggio della circolazione della moneta.

Art. 6 Norme finali Per quanto non previsto nel presente Regolamento si rinvia ai

successivi provvedimenti gestionali delle attività connesse all’uso della banconota.

ACQUISTARE L’ECO-ASPROMONTE Presso la sede dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte sita in Gambarie di S. Stefano in Aspromonte (RC) – Via Aurora può essere acquistato il book completo contenente i 4 tagli di Eco-Aspromonte (da 1, 2, 5 e 10) al costo di € 25,00.

Le banconote sono disponibili nella versione senza scadenza o con scadenza al 30/11/2004. Solo le banconote dotate di scadenza possono essere utilizzate per acquisti di beni/servizi da effettuarsi presso gli esercizi/strutture convenzionati.

Le richieste di acquisto possono essere inoltrate telefonicamente (0965.743060), via fax (0965.743060) o per e-mail ([email protected]) alla c/a sig.ra Casciano o sig. Lucisano.

Presso i seguenti esercizi/strutture/enti abilitati al cambio-valuta, identificabili da apposita vetrofania recante il logo dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, le immagini delle banconote e la dicitura “CAMBIO/CHANGE”, possono essere acquistate ad un costo pari al loro valore le singole banconote dotate di scadenza al 30/11/2004:

1. A.D.A. ARDOR Associazione per i diritti degli anziani Via A. De

Gasperi n. 15 – ARDORE (RC). Tel. 0964.620374 2. AGENZIA “ACI-TOUR” Via G. De Nava n. 43 – REGGIO

CALABRIA. Tel. 0965.899899 3. ALBERGO “IL RITROVO” Via Garibaldi n. 15 – GAMBARIE DI

S. STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Tel. 0965.743021 4. ALIMENTARI ELETTRODOMESTICI PALUMBO Via G.

Pannuti – BAGALADI (RC). Tel. 0965.724035 5. ASS. CULTURALE “C. ALVARO. IL NOSTRO TEMPO E LA

SPERANZA” Piazza Umberto I – SAN LUCA (RC). Tel. 0964.986017

6. ASS. “SAN GIORGIO SOCCORSO” Via Morgeto n. 48 – SAN GIORGIO MORGETO (RC). Tel. 0966.946428

7. “ATTISANOGRAFIA” di Marcello Attisano Zona Industriale – SIDERNO (RC). Tel. 0964.344993

8. AZIENDA AGROZOOTECNICA – AGRITURISMO Contrada Monaca – ROCCAFORTE DEL GRECO (RC). Tel. 0965.28352

9. BAR PANINOTECA “LA TAVERNETTA” Piazza Mangeruca n. 2 - GAMBARIE DI S. STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Tel. 0965.743050

10. BAR TRATTORIA PIZZERIA PENSIONE “ANTICA VILLA ‘900” Via Risorgimento n. 36 - GAMBARIE DI S. STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Cell. 333.5919105

11. COMUNE DI ARDORE Piazza Umberto I – ARDORE (RC). Tel. 0964.64366

12. COMUNE DI GERACE Piazza Tribuna – GERACE (RC). Tel. 0964.356003

13. GRAND HOTEL “PRESIDENT” Via SS. 106 – SIDERNO (RC). Tel. 0964.343191

14. HOME SWEET HOME B&B RISTORANTE “WANTED” Via Nazionale n. 8 – GAMBARIE DI S. STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Tel. 0965.744000

15. MARKET “SEI MIO” Via Prassitele – CONDOFURI (RC). Tel. 0965.784033

16. RISTORANTE PIZZERIA “PICCADILLY” Via Vittorio Emanuele - CANOLO (RC). Tel. 0964.385964

17. SAPORI DI CALABRIA Via Garibaldi n. 9 - GAMBARIE DI S. STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Tel. 0965.743168

18. TABACCHERIA PLUTINO Via Matteotti – BAGALADI (RC). Tel. 0965.724403

19. UIL PROVINCIALE Via Georgia n. 16 - REGGIO CALABRIA. Tel. 0965.895541

UTILIZZARE L’ECO-ASPROMONTE

Le banconote Eco-Aspromonte dotate di scadenza al

30/11/2004 possono essere utilizzate per l’acquisto di beni e/o

servizi da effettuarsi presso gli esercizi/strutture/enti

convenzionati di seguito elencati.

Tali esercizi/strutture, identificabili da apposita vetrofania recante

il logo dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, le immagini delle

banconote e la dicitura “Qui si accetta la banconota Eco-

Aspromonte”, praticheranno uno sconto non inferiore al 5% sui

beni e/o servizi offerti, il cui prezzo sarà corrisposto in Eco-

Aspromonte.

1. ALBERGO “IL RITROVO” Via Garibaldi n. 15 – GAMBARIE DI S. STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Tel. 0965.743021

2. ALIMENTARI ELETTRODOMESTICI PALUMBO Via G. Pannuti – BAGALADI (RC). Tel. 0965.724035

3. ASS. “SAN GIORGIO SOCCORSO” Via Morgeto n. 48 – SAN GIORGIO MORGETO (RC). Tel. 0966.946428

4. AZIENDA AGRITURISTICA “IL BERGAMOTTO” Via Amendolea – 89030 CONDOFURI (RC). Tel. 0965.727213

5. AZIENDA AGROZOOTECNICA – AGRITURISMO Contrada Monaca – ROCCAFORTE DEL GRECO (RC). Tel. 0965.28352

6. BAR PANINOTECA “COCO LIGHTS” Piazzale Cavalieri di Vittorio Veneto - GERACE (RC). Tel. 0964.356058

7. BAR PANINOTECA “LA TAVERNETTA” Piazza Mangeruca n. 2 - GAMBARIE DI S. STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Tel. 0965.743050

8. BAR PASTICCERIA “DEL TOCCO” Via del Tocco n. 7 – GERACE (RC). Tel. 0964.356028

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REL, Rete di Economia Locale

Da "Economie senza Denaro": ... dà la possibilità, sia ai privati sia a operatori economici, di scambiare beni e servizi senza far uso del tradizionale denaro contante, combinando alcune delle caratteristiche di una carta di credito e di un sistema di baratto e fornendo in più una rete di comunicazione attraverso la quale i membri della comunità possono andare incontro alle reciproche necessità. Nella rete le domande s’incontrano con le offerte e viene mantenuta una contabilità delle unità di tempo usate per regolare le transazioni

SIMEC

Il "Simec" ("Simbolo ecometrico di valore indotto") è il primo esperimento di moneta locale italiana, è stato messo in circolazione nella cittadina di Guardiagrele (Abruzzo) e nei centri vicini nel mese

di luglio 2000 ed ha presto raggiunto una notevole diffusione, con settanta negozi convenzionati e centinaia o addirittura migliaia di utenti.

Dal libro di Bruno Tarquini intitolato "La banca la moneta e l'usura. (La Costituzione tradita)

L'esperimento di Guardiagrele Della moneta del popolo si è fatto (ed è ancora in corso) uno scientifico esperimento in una cittadina abruzzese, Guardiagrele12, ad opera dell'infaticabile professor Auriti, il quale, verso la fine del luglio 2000, nella sua qualità di fondatore e segretario del SAUS (Sindacato anti-usura) ha messo in circolazione i SIMEC (simboli econometrici di valore indotto), di esclusiva proprietà del portatore (come è esplicitamente stampato sui biglietti)13. Scopo di questo esperimento della teoria del valore indotto (che Auriti propugna da trentacinque anni) è quello di verificare "in corpore vili" che i cittadini possono per convenzione creare il valore della moneta locale senza alcun intervento ne dello Stato ne del sistema bancario; l'obiettivo ultimo è quello di sostituire alla sovranità illegittima della Banca d'Italia la proprietà della moneta, quale prerogativa dello Stato, a favore dei singoli cittadini14; ma, ad avviso di chi scrive, rappresenterebbe già un successo enorme, che apporrebbe un punto fermo in materia monetaria, l'accertamento sul piano pratico e fattuale del principio che il valore è dato alla moneta solo da chi l'accetta sulla base di una convenzione, non importa

se solo implicita. E almeno sotto questo profilo, sembra che la dimostrazione tentata da Auriti stia conseguendo un ampio successo, se è vero che, come riporta la stampa locale15, "l'operazione economica ha rivitalizzato il commercio, prima sopito, del paese". "È come se avessimo messo del sangue in un corpo dissanguato", ha affermato Auriti, cui di certo non è ignoto il messaggio cristiano, contenuto nella enciclica Quadragesima anno16. In realtà non può dubitarsi che l'iniziativa del giurista abruzzese costituisce un importante riscontro scientifico di sociologia giuridica ed economica senza precedenti in Italia, soprattutto perché proviene da un'associazione privata (SAUS) e non da un ente dotato di potere pubblico, come potrebbe essere, se non lo Stato, il Comune. Deve anche aggiungersi che l'esperimento di Auriti ha sollecitato l'attenzione non solo delle forze politiche italiane, oltre che della stampa nazionale, ma anche di numerosi organi di informazione stranieri^, a dimostrazione dell'interesse destato dalla nuova rivoluzionaria formula monetaria18, che soddisfa il bisogno di usare la moneta come strumento di diritto sociale. In ogni caso non può non destare sorpresa, oltre che, naturalmente, soddisfazione, il fatto che l'esperimento monetario di Guardiagrele sia riuscito ad imporsi all'attenzione nazionale ed internazionale nonostante che sia ancora limitato ad una collettività tutto sommato molto ristretta. Questa, peraltro, ha fornito la prova come il popolo abbia la forza di creare per proprio conto valori convenzionali di moneta locale, pur senza invadere le competenze della Banca Centrale e nel rispetto della circolazione della banconota legale. Per quanto riguarda le modalità con le quali si articolerà l'esperimento di Guardiagrele, lo stesso Auriti ha posto in evidenza come il progetto debba essere realizzato in due fasi: la prima, che si può denominare dell'avviamento", serve perché il SIMEC possa conseguire "quel valore indotto che lo oggettivizza come un bene reale, oggetto di proprietà delportatore", e che lo distinguerà dalla moneta corrente non più soltanto formalmente, ma anche sostanzialmente. La seconda fase dovrebbe consentire ai Comuni di "beneficiare del servizio econometrico predisposto dal SAUS (Sindacato anti-usura), mediante un Assessorato per il Reddito di Cittadinanza, che avrebbe il compito di promuovere, anche culturalmente, l'iniziativa, controllarla e attuare la distribuzione dei SIMEC tra i cittadini"19.L'unica critica, apparentemente seria, che in teoria può muoversi contro l'esperimento di Guardiagrele riguarda il problema della "riserva": potrebbe infatti sostenersi che in tanto il SIMEC viene accettato dai cittadini per essere speso nei negozi convenzionati (cioè aderenti alla iniziativa), in quanto esso è garantito dalla Lira, vale a dire dalle somme di moneta correnteche il cittadino deposita per avere in cambio la moneta locale; con la conseguenza che verrebbe a crearsi una ben singolare situazione, che vede, da una parte, la banconota della Banca d'Italia, la quale, pur avendo

l'apparenza di una cambiale, e cioè di un titolo di credito, non è tuttavia pagabile per difetto di riserva; e dall'altra parte, il SIMEC, il quale, pur avendol'apparenza di un biglietto di proprietà del portatore, è tuttavia convertibile nelle lire che ne costituiscono la riserva. La critica è suggestiva ma infondata. Se si ponesse infatti la dovuta attenzione alla storia della moneta, così come si è dipanata nel corso dei secoli, si avvertirebbe subito che, in definitiva, il SIMEC, così come è stato concepito dal suo ideatore, ha iniziato a percorrere quella storia dalla sua fase iniziale, quando tutte le banconote erano convertibili in oro, dapprima in misura integrale e poi in misura percentuale; eche, ad un certo momento, quelle banconote continuarono ad essere accettate e quindi a circolare nonostante la soppressione della convertibilità. Tutto ciò, proprio per effetto di quel "valore indotto" intuito e scoperto da Auriti, che ha consentito alla moneta legale, sebbene a corso forzoso, di mantenere il proprio potere d'acquisto. Riguardo poi alla rilevata contrapposizione tra la banconota della Banca d'Italia ed il SIMEC, non può minimamente dubitarsi che nel raffronto è la prima che fa una ben misera figura, perché proprio a causa della sua apparenza di falsa cambiale la Banca Centrale (come è stato già dimostrato) esercita la tirannia dell'usura, che da ingresso anche a quella politico-sociale20. D'altra parte, della propria attuale riserva (in Lire) il SIMEC potrebbe fare a meno se, invece che da una associazione privata, fosse posta in circolazione, come reddito di cittadinanza, da un ente pubblico, come potrebbe essere il Comune o, ancora meglio, lo Stato, in modo che alla sicurezza offerta da una riserva si sostituisse quella offerta dal potere dell'autorità21. NOTE 12 Guardiagrele è una antichissima cittadina in provincia di Chieti, situata su un colle (m. 577) della sezione nord-orientale della Maiella, della quale si hanno notizie sicure solo dall'anno 101 d. C. Patria del famoso Nicola (da Guardiagrele), orafo e scultore, di cui alcune opere possono ammirarsi anche a San Giovanni in Laterano a Roma, è altresì molto nota per essere stata scelta da Gabriele d'Annunzio come uno degli scenari del suo II Trionfo della morte. 13 Questo esperimento ricorda quanto attuato in molte località degli Stati Uniti d'America e del Canada, tra le quali Ithaca, nello Stato di New York: in queste località la "locai money" circola parallelamente alla moneta legale. 14 "Abbiamo acceso la scintilla della rivoluzione guardiese", ha esclamato alla folla plaudente Giacinto Auriti (cfr. /; Centro dell'11 agosto 2000, cronaca di Chieti). 15 Cfr. Il Messaggero del 12 agosto 2000. 16 Cfr. il capitolo VI. 17 Si ha notizia che se ne sono interessati, con interviste concesse da Auriti il Dazly&pres. VHolland thè Volkstra, il

TagerAn Zeiger, lo Stuttgarter Zeitung, il New York Times ,1 The Wall Street Joumal, le televisioni russa, sudafricana, giapponese e -quella franco-belga Arte; e che, del SIMEC, si è informata anche l'Università della Calitornia.18 Degna di nota è la dichiarazione resa da Auriti alla stampa (cfr. Il Messassero edizione regionale, 17 agosto 2000) sulla funzione che la "moneta del popolo e destinata a svolgere: "Come nel 1793 nella Vandea il popolo si sollevò contro il sistema fiscale divenuto un pagamento illimitato e non dovuto dopo 1 emissione nel 1790 dei primi assegnati o moneta nominale, così voglio proporre ora a controrivoluzione monetaria. Far dichiarare la moneta proprietà del popololo Stato tramite la Banca Centrale tratterrà all'origine quanto è necessario per i costi e funzioni dei suoi servizi, eliminando la persecuzione e l'evasione fiscale" 19 Dalla conferenza tenuta da Giacinto Auriti il 10 settembre 2000 alla Sala Caprina del Comune di Erba (Como) nel corso del Convegno organizzato dalla Lega Nord Padania dedicato alle "Linee culturali di particolare rilievo sociale". 20 II SIMEC ha resistito vittoriosamente anche ad inchieste di carattere penale, promosse da magistrati frettolosi e certamente poco competenti nella materia monetaria. Il Tribunale di Chieti, infatti, con ordinanza del 30 agosto 2000, su ricorso di Auriti, ha ordinato la revoca del sequestro dei SIMEC, che era stato disposto dal Gip con decreto del precedente 9 agosto, ritenendo tra l'altro che: "nella vicenda in esame emerge evidente l'assenza del presupposto primario ed indefettibile rappresentato dalla necessaria commissione di un fatto di reato"; che "è, invero, proprio il portatore del documento che gli conferisce valore"; che Aunti "non acquisisce fondi provenienti dal risparmio, ma - per così dire- favorisce il consumo"; e che "tutti e tré i dedotti momenti - libertà negoziale, d'iniziativa privata e di associarsi - rivestono rilievo costituzionale e non possono subire compressioni ingiustificate". Inoltre, quasi a dimostrazione di come l'esperimento di Auriti sia l'opposto di quanto viene invece operato dal sistema bancario, il Tribunale ha rilevato che "manca qualsiasi attività di utilizzazione delle somme ottenute dalla compravendita dei Simec da parte dell'emittentevenditore, posto che le stesse restano 'in toto' destinate alla conversione in favore dei commercianti aderenti all'iniziativa" e, infine, che "è assente qualsiasi forma di lucro". 21 In tal modo potrebbe realizzarsi, con la stessa certezza di successo, la formula monetaria ideata dal Parlamento dell'isola di Guernesey (cfr. capitolo X, par.5,nota 14).

Decreto di dissequestro del Simec Tribunale di Chieti

Il Tribunale del riesame, riunito in Camera di Consiglio con l’intervento dei Signori Magistrati: dr. Antonio Gagliardi - Presidente dr. Giro Marsella - Giudice relatore dr. Angelo Zaccagnini- Giudice Letti gli atti ed i documenti presenti nel fascicolo del PM nonchè quelli prodotti a corredo dell’istanza di riesame dalla difesa uditi in Camera di Consiglio il Relatore, nonché, per la Procura della Repubblica, la dr.ssa Rosangela Di Stefano e, per la difesa, l’avv Antonio Pimpini, a scioglimento della riserva assunta nell' udienza del 30/8/2000.

OSSERVA

Il GIP presso il Tribunale di Chieti con decreto depositato in Cancelleria il 9/8/2000 ed eseguito il 10-11/8/2000, ha accolto la richiesta di sequestro dei Simec - Simboli Econometrici di Valore Indotto - avanzata ex art. 321 cpp dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Chieti con istanza dell' 8/8/2000, ponendo a fondamento del “fumus” dell’istanza la verosimile violazione del disposto di cui agli artt 11. 106. 130 e 132 D L vo 385/93 (cd Testo Unico in materia bancaria).

Avverso la predetta determinazione cautelare è insorto il prof Giacinto Auriti, ideatore dell'iniziativa Simec, sollevando motivi sia di rito che di merito e sostanzialmente ribadendo l’esclusivo rilievo civilistico della vicenda nonché l‘assoluta insussistenza di ipotesi di reato nella vicenda inerente alla circolazione dei Simec medesimi. L’Auriti? sottolineava, altresì, l’importanza scientifica dell’iniziativa, sviluppatasi inizialmente, sul piano teorico, presso la Cattedra di Teoria Generale del Diritto e proseguita, in via attuatìva, in quella di Sociologia del Diritto.

In buona sostanza, la fattispecie sottoposta al vaglio del Tribunale del riesame - prescindendo dai principi teorici posti a fondamento delI’iniziativa - è sintetizzabile nel seguente modo:

1. Il prof. Auriti, nelle vesti di Segretario Nazionale del Sindacato Antiusura, diretta espressione dell’Associazione

Culturale Aspp, ha concordato con un gruppo di commercianti principalmente localizzati nel territorio di Guardiagrele, l’emissione di un documento cartaceo denominato Simec, posto in vendita ad un valore nominale pari alla lira ma accettato dalla base associativa dei commercianti ad un valore doppio rispetto alla stessa, con la possibilità degli stessi di riconvertire i Simec sempre al valore doppio di quello iniziale di acquisto.

2. Il gruppo di commercianti ha aderito liberamente e pienamente all’iniziativa, accettando il sistema ed accollandosi anche il rischio del suo eventuale fallimento, conoscendo preventivamente che l’importo convertibile era comunque unicamente quello derivante dalla vendita dei Simec.

3. I fondamenti dell’iniziativa varino individuati

a) da un lato, sul principio dell’accettazione nella dinamica commerciale e, quindi nell’esercizio della libertà d’impresa e contrattuale, di un documento - il Simec suddetto - la cui composizione merceologica risulta del tutto indifferente ai fini del decidere, accettato da una base associativa più o meno estesa - configurandosi in tal guisa, un contratto aperto per adesione -‘ all’interno della quale il Simec medesimo viene accettato ad un valore nominale doppio rispetto alla lira,

b) dall’altro, sulla cd. velocità di circolazione del documento e sulla progressiva riduzione delle richieste di conversione, collegate alla sempre maggiore fiducia degli aderenti nel buon fine dell’esperimento. di per sé sufficiente ad escludere una conversione di massa. -

Su tale situazione, in essere in Guardiagrele sino al 9/8/2000, si è inserita la Procura della Repubblica ravvisando nei fatti come innanzi compendiati la violazione degli artt 11, 106, 130, e 132 D L vo 385/93. rilevando una raccolta illecita del risparmio e l’esercizio abusivo dell’attività di finanziamento, così da essere indotta a richiedere l’emissione del decreto di sequestro preventivo dei Simec ex art. 321 cpp, accolto dal GIP.

In sostanza, il GIP ha condiviso la tesi accusatoria, per cui la condotta tenuta dal prof. Auriti viene ritenuta in contrasto con i precetti normativi innanzi indicati, ha evidenziato il rischio di mancata riconversione del Simec, ha fatto proprie “le preoccupazioni nutrite dall’accusa su incongruenze contabili", infine ha adombrato pericoli di “riciclaggio di denaro proveniente da delitti".

A parere del Collegio non sussistono nè il "fumus" né il “periculum” necessari per l’emanazione della misura cautelare “de qua".

Infatti, sia che si voglia condividere l’indirizzo giurisprudenziale che afferma l‘autorizzabilità del sequestro solo per l’ipotesi di gravi indizi di colpevolezza ovvero l’altro indirizzo che richiede l’astratta configurabilità dell ipotesi di reato. nella vicenda in esame emerge evidente l'assenza del presupposto primario ed indefettibile rappresentato dalla necessaria commissione di un fatto dì reato, giacché il principio di legalità non può non condizionare l'applicabilità delle misure cautelari e delle altre misure strumentali al giudizio penale (cfr Cass Pen 25/3/1993, Crispo CP 1994. 1610).

Osserva, invero, il Collegio che i disposti normativi di cui agli artt 11. 106, 130 e 132 D L vo 385/13 non appaiono violati dal prof. Auriti, atteso l’assoluto, esclusivo ed evidente rilievo civilistico dell’iniziativa, espressione legittima dell’autonomia negoziale ed attuazione del principio della libertà di contrarre riservata a chiunque, non comprimibile se non in presenza di una illiceità penale, allo stato non ravvisabile.

Infatti - a parte il sospetto d’incostituzionalità dell’ipotesi incriminatrice prevista dal combinato disposto di cui all’art 11 comma 1° e 130 D. L vo 385/93. nella parte in cui individua, genericamente e in violazione del principio di tassatività in qualsiasi veste giuridica (id est "sotto altra forma") la condotta illecita - nessuna acquisizione di fondi con obbligo di rimborso viene attuata dal prof. Auriti.

L’indagato, invero - come niconosciuto dallo stesso GIP - pone in essere un atto di compravendita al momento dell’emissione dei cd Simec. in esecuzione del quale iI compratore acquista, versando lire, un quantitativo di identico valore di Simec. Dal chè, trattandosi di un atto inquadrabile nell'ambito degli artt. 1470 e ss

cc. non può ipotizzarsi alcuni obbligo di rimborso sia in senso stretto che in senso lato.

Successivamente, il simbolo denominato Sìmec diviene - come reca la stessa dicitura inserita nel predetto documento - " di proprietà del portatore " così che nella dinamica negoziale lo stesso non è pagabile ma convertibile. E', invero, proprio il portatore del documento che gli conferisce il valore, accettandolo ad un valore doppio; documento che, allo stesso modo e nei medesimi termini, viene accettato dagli esercizi convenzionati associati, alla stregua di un' iniziativa promozionale. Il commerciante aderente al sistema, infatti dopo averlo accettato può riporlo in circolazione nel sistema, ovvero convertirlo ad un corrispettivo determinabile secondo i livelli di liquidità presenti nello stesso sistema. Trattasi, in questo caso, di un atto di retrovendita, ammissibile e meritevole di tutela cx art. 1322, comma 2° c.c. E’ evidente, pertanto, che le somme utilizzate dai consumatori per l’acquisto dei Simec e, di poi, riversate nel sistema associativo mediante acquisto dei beni presso gli esercizi convenzionati, attesa la destinazione diretta ed immediata all’ acquisto di beni di consumo spesso voluttuari, non possono affatto essere ricondotte nel cd. risparmio personale o familiare.

Infatti - ed al contrario di quanto avviene nel caso che ci occupa –nell’ ipotesi suddetta la liquidità viene provvisoriamente, per un periodo più o meno lungo, sottratta alle esigenze immediate di consumo per accedere a quelle tipiche del risparmio presupponenti la stasi di quelle o comunque l’indisponibilità da parte del soggetto depositante, nella certezza di ottenere il rimborso ed i frutti civili, che incentivano la propensione alla parsimonia.

Orbene, tutto ciò nella vicenda sottoposta all’ esame del Collegio non si verifica, l’indagato non acquisisce fondi provenienti dal risparmio, ma - per così dire- favorisce il consumo. L’ insussistenza di alcun obbligo di restituzione a carico dell’Auriti anche nei confronti degli stessi commercianti – poiché la convertibilità, come tale, esclude una struttura negoziale di tal fatta -consente di ritenere che nella fattispecie vi sia un mero esercizio della libertà negoziale e della iniziativa economica sotto forma associativa. Ciò posto, tutti e tre i dedotti momenti - libertà negoziale, d’iniziativa

privata e di associarsi - rivestono rilievo costituzionale e non possono subire compressioni ingiustificate.

Aggiunge il Collegio che, d’altro canto, la difesa ha dato compiuta spiegazione dei principi posti a fondamento dell’iniziativa - ampiamente dibattuti all’interno del mondo accademico - dai quali può evidenziarsi l’ampia accettazione degli aderenti al sistema dei principi del Simec e, soprattutto la preventiva conoscenza che l’importo eventualmente convertibile è unicamente quello derivante dalla vendita dei Sìmec - secondo quanto risulta dalle dichiarazioni dei commercianti e dalle lettere acquisite agli atti -, per cui la differenza tra valore nominale e di cambio costituisce il rischio d’impresa di cui ognuno di loro si è fatto carico.

Va, altresì, osservato che alla luce dalla stessa definizione contenuta nell’art. 11 TU 385/93 - secondo cui la raccolta dei risparmio è costituita dall’acquisizione di fondi con l’obbligo di rimborso, sia sotto forma di deposito che sotto altra forma “- l’ipotesi accusatoria della Procura risulta inverosimile ove si consideri che,

a) l’obbligo di rimborso previsto nel cennato precetto normativo dovrebbe intercorrere tra il depositante e il depositario, mentre nel caso ‘de quo’ si tratta di atto di compravendita di Simec da parte del consumatore, cui segue l’eventuale conversione da parte di un altro soggetto, il commerciante convenzionato,

b) le somme destiniate al risparmio - conie già evidenziato sopra - sono per definizione sottratte all’ utilizzo immediato del titolare, posto che il risparmiatore se ne priva e non le destina al soddisfacimento dei bisogni immediati, di prima necessità o più in generale di consumo, mentre, al contrario, quelle utilizzate dai consumatori per l’acquisto dei Simec sono pacificamente destinate all’acquisto di beni e quindi pacificamente estranee ad essere ricondotte a qualsiasi forma di risparmio,

c) manca qualsiasi attività di utilizzazione delle somme ottenute dalla compravendita dei Simec da parte dell’emittente

- venditore, posto che le stesse restano ‘in toto’ destinate alla conversione in favore dei commercianti aderenti all’iniziativa

d) è del tutto assente l’intervallo temporale necessario perché l’attività di risparmio consenta di pervenire a forme di remunerazione e) è assente qualsiasi forma di lucro.

La correttezza dell’interpretazione qui prospettato appare evidente -in ogni caso- dalla considerazione delle assurde conseguenze cui condurrebbe l’adesione alla tesi dell’accusa. Dovrebbe, infatti, ammettersi che chiunque acquisisca fondi o valori ed abbia poi obbligo del loro rimborso – obbligo comunque insussistente, per quanto detto. ‘nel caso de quo - commetta il reato in questione, come - con esemplificazione paradossale - il gestore di un casinò obbligato a restituire il controvalore delle ‘fiches”

Ritiene ancora il Collegio - sotto l’altro profilo rilevante - che neanche la normativa incriminatrice dell’esercizio abusivo di attività finanziaria, disciplinata dal combinato disposto di cui agli artt ‘106 I comma e ‘132 D.Lvo 385/93. sia violata nella fattispecie. in quanto l’Auriti non ha posto in essere alcuna attività di assunzione di partecipazioni. di concessione di finanziamenti, di prestazioni di pagamento e di intermediazioni in cambi, avendo semplicemente compravenduto supporti cartacei denominati Simec, accettati da un numero determinato di esercizi, il cui valore, doppio rispetto alla lira, e stato conferito dagli stessi aderenti al sistema.

Orbene, anche a voler utilizzare la definizione più ampia ed onnicomprensiva data dalla dottrina all’attività di finanziamento come quella concernente tutte le operazioni a seguito delle quali la banca risulti creditrice di una somma di denaro nei confronti del prenditore dì credito, tenuto conto della restituzione delle somme ricevute”, nella fattispecie non pare in alcun modo configurabile l’ipotesi criminosa prevista dal predetto disposto normativo. Infatti, il prof Auriti non pone in essere alcuna delle condotte indicate nell’arI 106 TU legge bancaria.

in quanto non attua alcuna forma di finanziamento sotto qualsiasi veste, non assume partecipazioni ne prestazioni di servizi a pagamento. Inoltre allo stato non risulta che la predetta attività sia professionalmente organizzata con modalità e strumenti tali da prevedere e consentire una concessione sistematica di un numero

indeterminato di mutui o finanziamenti in via diretta (cfr Cass Penale 6/10/1 995 sez V) Sotto il profilo fattuale Infatti, l’ acquisto dei Simec da parte dell’utente, l’assenza di qualsiasi erogazione di somme da parte dell’Aurìti e l’evidente insussistenza di finalità di lucro sempre da parte dell’emittente, escludono ogni riferibilità della vicenda ‘de qua” all’abusiva attività di finanziamento di cui all’arI 132 D Lvo cit

A ciò aggiungasi l’insussistenza di alcuna condotta di erogazione del credito attraverso una delle azioni indicate dall’arI. 106 D L vo cit. e che, inoltre non vi è, ne è stata prospettata, un’attività professionalmente organizzata tesa a prevedere e consentire la concessione sistematica di un numero indeterminato di mutui finanziamenti” (cfr Cass Reni 8/10/1997 n 5285). Peraltro, è appena il caso di evidenziare che l’attività di finanziamento – in ipotesi - avrebbe dovuto attuarsi con moneta avente corso legale e non già con un documento sprovvisto di spendibilità generalizzata, in quanto limitato nello circolazione agli accettanti il Simec. Infatti, l’attività finanziaria, per essere tale, anche in aderenza al disposto di cui all’art. 106 D.Lvc 1993/385 presuppone che la banca - nella specie non si sa chi, cioè se tale qualifica vada ricondotta al prof Auriti, ai commercianti o ai consumatori - risulti creditrice di una somma di denaro nei confronti del prenditore del finanziamento, il quale ultimo è naturalmente obbligato alla restituzione delle somme ricevute. L’accusa crea, allora, una sorta di inammissibile fungibilità ed interscambio delle condotte dei soggetti interessati, senza considerare che il prof. Auriti non svolge alcuna attività di finanziamento né risulta creditore di somme di denaro, nonché che alcuno risulta obbligato alla restituzione nei suoi confronti. E’ evidente, inoltre che non sussiste alcuna attività di assunzione di partecipazioni, dì concessione di finanziamenti e di intermediazione, nulla ricevendo il prof. Auriti per la mera emissione del Simec. Né dalla condotta dell’indagato si evince che lo stesso tenda ad equipararsi ad un istituto di credito, ingenerando confusione nella collettività utilizzando termini come ‘banca’ o assimilabili, dai quali possa ritenersi che si stia esercitando il credito ovvero si proceda a raccolta di risparmio.

Rileva, peraltro, il Collegio che il GIP ha ravvisato ulteriori circostanze di rilievo penale non dedotte dall’accusa né dalla stessa ritenute commesse - cosi da doversi dubitare della loro utilizzabilità

ai fini del “fumus” dell’istanza cautelare - che appaiono comunque prive di fondamento. Quanto all’ipotesi del rifiuto di conversione dei Simec in denaro, incidendosi su un rapporto interno ad un gruppo ristretto di persone che hanno accettato il meccanismo ed i principi del relativo Sistema, il rilievo che ne deriva è esclusivamente di natura civilistica contrattuale o al più, cartolare, privo comunque di riflessi penalmente i rilevanti.

Quanto, poi alle preoccupazioni sulla verosimile sussistenza di irregolarità contabili - evidentemente ritenute prodromo di violazioni fiscali o tributarie - come emerge dai accertamenti sommari degli organi di P.G. e dalle dichiarazioni rese dai commercianti aderenti al sistema, non paiono aver ragione d’essere posto che i titolari dei singoli esercizi procedono alla registrazione degli importi incamerati in lire e nell’ammontare pari al valore reale della vendita, cosi che nessun rischio di evasione sussiste, ciò oltre all’assorbente e decisiva considerazione dell’estraneità dell’addebito nei confronti dell’Auriti.

Anche il pericolo di riciclaggio appare insussistente nonché - come sottolineato dalla difesa - alquanto contraddittorio nei modi e termini indicati dal GIP, poiché da un lato si ritiene che il sistema sia fatalmente votato all’insuccesso, mentre dall’altro si ravvisa addirittura il rischio di riciclaggio di denaro proveniente da attività illecita, che mal si concilia con l’espressa scarsa fiducia sulla remunerabilità del sistema. Orbene senza voler utilizzare l’esempio eccessivo addotto della difesa, è sicuramente vero che, volendosi condividere l’assunto del GIP ben poche attività d’intrapresa sarebbero esenti dai rischio ed addirittura dal remoto pericolo di riciclaggio.

Osserva da ultimo, il Collegio che all’ assenza del “fumus commissi delicti” si coniuga l’insussistenza del “periculum in mora”, quale ulteriore presupposto per l’adozione del provvedimento di sequestro. Al riguardo, invero, lo stesso GIP utilizza argomentazioni non condivisibili –nel punto 4) del decreto di sequestro preventivo, nella parte denominata “Della progressione degli illeciti e del protrarsi della conseguenze” – in quanto rilevanti solo sotto il profilo civilistico siccome riferite ad eventuali inadempimenti di obbligazioni assunte all’interno del sistema associativo di accettazione dei Simec, ma, ininfluenti ai fini penali “de quibus”.

Peraltro, eventuali incongruenze del sistema porrebbero questioni rilevanti solo fra gli aderenti al medesimo senza alcuna connotazione pubblicistica o di ordine Pubblico.

Aggiungasi che i Simec - siccome non moneta e non avendone le caratteristiche di generalità, universalità e obbligatorietà di accettazione - non hanno spendibilità generalizzata in quanto la circolazione avviene all’interno di un sistema predeterminato e predefinito, sebbene aperto a successive adesioni. Trattandosi, pertanto di fattispecie negoziale riconducibile al contratto per adesione come tale aperto allo futura accettazione di successivi aderenti non può disporsi un’inibitoria cosi gravosa in quanto lesiva di interessi di primario rilievo costituzionale. Sicché appare assente il pericolo che la libera disponibilità della cosa possa aggravare o protrarre le conseguenze di un reato, ovvero agevolare la commissione di altri. Tanto premesso.

P.Q.M.

revoca il sequestro di tagliandi di carta filigranata denominati “SIMEC” disposto dal GIP con decreto in data 8-9/8/2000, nei confronti di Auriti Giacinto ed altri eseguito dalla Guardia di Finanza il giorno 11/8/2000. Manda allo stesso organo di P.G. che ha proceduto al sequestro per l’esecuzione del presente provvedimento e la restituzione dei “SIMEC” sequestrati alle persone nei confronti delle quali il sequestro è stato eseguito.

Chieti, li 30/8/2000

ASIA Fureai Kippu Descrizione sintetica

testo di Maurizio Pittau, da "Economie senza Denaro"

Nel 1993 il ministro della giustizia giapponese Hotta lasciò il proprio incarico e fondò l'Istituto per il welfare umano, un'organizzazione non profit che con l'aiuto dello Stato istituì una nuova moneta: l'Hureai kippu, che significa "biglietto di assistenza comunitaria". La nuova moneta è stata introdotta fondamentalmente per affrontare il problema dell'invecchiamento della popolazione bisognosa di assi-

stenza quotidiana. Il sistema è molto semplice: un anziano che ha bisogno di assistenza a domicilio affitta qualcuno perché gli faccia la spesa, gli prepari da mangiare, gli faccia il bagno ecc. L'unità di conto è l'ora di servizio: una persona che presta questo servizio riceve un credito di Hureai kippu, che può mettere in un conto di risparmio di tempo sanitario, da cui può attingere quando ritiene di averne bisogno (quando andrà in pensione o quando sarà malato). Queste ore di assistenza sanitaria sono crediti che vanno ad integrare il normale programma di assistenza finanziato in yen. E anche possibile cedere a terzi il proprio credito sanitario, ad esempio molti giapponesi trasferiscono questi crediti ai loro genitori o ai propri congiunti, che risiedono in un'altra zona del Giappone. A tale fine sono operative delle clearing houses che registrano i crediti ed effettuano trasferimenti e compensazioni.

testo di Murizio Pittau, tratto da "Economie senza Denaro"

In Asia, nel 1998, una comunità della Thailandia nordorientale ha cominciato a cercare modalità di sostegno in seguito alla crisi economica asiatica. Ha così realizzato un sistema di valuta locale che dal 2000 ha riscosso un grande successo. Ma il governo centrale cerca di ostacolare il progetto, che sopravvive grazie all'appoggio del capo del villaggio e dei monaci buddhisti. Esperienze simili si stanno sviluppando anche in Indonesia, uno dei Paesi più colpiti dalla crisi asiatica, oltre che dalle insurrezioni politiche successive alla cacciata del generale Suharto. Le comunità locali hanno cominciato a cercare soluzioni alternative che hanno portato a numerose forme di interscambio, come il sistema di credito comunitario sviluppatosi nella regione di Yogyakarta, dove si è superata la fase sperimentale e si stanno attualmente sperimentando forme di salvaguardia dell'ambiente. Questi sistemi sono soprattutto una via di salvezza per tanti poveri colpiti dalla crisi finanziaria che ha portato i prezzi alle stelle, abbassando i redditi31.

Da "Economie senza Denaro": ... le comunità locali hanno cominciato a cercare soluzioni alternative, che hanno portato a numerose forme di interscambio come il sistema di credito comunitario sviluppatosi nella regione di Yogyakarta, dove si è superata la fase sperimentale e si stanno attualmente sperimentando forme di salvaguardia dell’ambiente. Questi sistemi sono soprattutto però una via di salvezza per tanti poveri colpiti dalla crisi finanziaria, che portò alle stelle i prezzi, ma all’abbassamento dei redditi ...

AFRICA Tontine Descrizione sintetica

Le tontine sono delle associazioni molto antiche in cui i partecipanti pagano una quota e alimentano una cassa comune di cui ciclicamente dispongono per portare a termine i loro progetti. Nel Camerun, ancora oggi la tontina è il pretesto per un modo di associarsi ed aiutarsi a vicenda che viene chiamato «la società degli amici». Il denaro motiva le persone a riunirsi, ma l'obiettivo non è quello. Peraltro la quota può essere molto esigua ed essere versata in natura. La priorità è data alla qualità dei legami sociali e damicizia che si creano. Si forma così una società reale, fuori dalleconomia e fuori dallo Stato, che funziona con le sue proprie regole, e che ha quindi anche inventato dei sistemi di regolazione dei conflitti e dei litigi. (1) Poiché la qualità dei legami è la preoccupazione centrale per tutti, ogni processo sarà imperniato più sullinvestigazione delle intenzioni che sulla stima materiale dei crimini. È la fedeltà agli altri che viene soppesata, potendo passare per accidentali le conseguenze di un atto se le intenzioni sono buone. Questo è abbastanza lontano dalla maniera occidentale di giudicare che, senza ignorare il principio di premeditazione, tende a privilegiare il valore oggettivo del danno: la legge del taglione resta in questo sistema una delle basi di ogni tariffazione penale. Nelle tontine la tariffazione preliminare dei crimini è percepita come inadeguata a ristabilire lequilibrio sociale infranto. Un episodio minore può effettivamente essere la manifestazione di una volontà di nuocere che sarebbe pericoloso non perseguire, mentre un incidente anche grave non mette necessariamente in discussione

lintesa sociale. La malevolenza è vigorosamente disapprovata. Dire ad esempio che qualcuno è un cattivo, secondo lespressione tradizionale, significa qualificare i suoi atti nella maniera più negativa possibile, e questo qualunque sia la natura dei danni che egli può aver commesso. In linea generale, daltra parte, i conflitti sono rari, semplicemente perché gli amici, di per sé, si rispettano a vicenda. Tradire i propri amici significa condannarsi ad essere loggetto del loro obbrobrio e dunque cessare di esistere. Questo timore spinge ciascuno a rispettare spontaneamente ciò che contribuisce al bene comune, in un modo molto più efficace di quel che si sarebbe ottenuto tramite una semplice regolamentazione. La tradizione locale ricorda luomo è la sua parola e, dal momento in cui gli appartenenti alla tontina impegnano la loro, questa promessa diviene parte costitutiva di ciò che sono. Volersi sciogliere abusivamente da una parola data ai propri amici, tanto più da una parola che è sacra, sarebbe dunque pericoloso. Un membro è «insolvente per malafede» quando non è pronto a spiegare la sua inadempienza o a dimostrare che è stato vittima di un imprevedibile incidente di percorso. Qualunque sia la sua capacità persuasiva, linadempiente subisce già una pesante sanzione tramite le voci di cui è oggetto. Si trova così condannato ad una situazione di doloroso isolamento ma dispone ancora della possibilità di riabilitare la propria immagine. Si tratta soprattutto di isolamento ma dispone ancora della possibilità di riabilitare la propria immagine. Si tratta soprattutto di un isolamento temporaneo ma, nei casi più gravi, il colpevole sarà definitivamente escluso dal gruppo una volta estinto il debito oppure alla fine del ciclo. «Se avete ingannato la tontina e non continuate a rimborsare i membri, questo farà indignare la gente dei dintorni, e in seguito se ne parlerà nella società. In modo che non possiate più rientrare nella società. In modo che non possiate più entrare in altri gruppi e truffare di nuovo la gente. Dunque se non si paga la tontina ci si esclude automaticamente dalla società e, come accade in una società dove le persone si riuniscono, è evidente che, se non fate parte di nessuna associazione, siete isolati dalla società».

SEC, Systèmes d’Echanges Communitares Introduzione testo di Maurizio Pittau, tratto da "Economie senza Denaro"

In Africa, dal 1999 nei quartieri popolari di Dakar, capitale del Senegal, hanno luogo gli Ndajem-Wecco o incontri di scambio, avvenimenti mensili, che mobilitano centinaia di donne da tutti i quartieri della capitale del Senegal. Questi incontri sono l'occasione per far conoscere i propri prodotti e barattare direttamente, e allo stesso tempo per incontrarsi e far festa. Da queste esperienze sono nati i SEC (Systèmes d'Echanges Communitaires, sistemi di scambio comunitari), che hanno per obiettivo quello di "generare legami sociali dei quali l'Africa è esempio; infatti, le dinamiche di solidarietà e d'aiuto reciproco costituiscono la trama sulla quale si sviluppano le reti di scambio" 34. Le prime sperimentazioni si sono avute sin dal gennaio 1998 e nell'aprile del 1999 si sono superati i 500 membri di questa rete, chiamati Doole (la forza dell'unione, in lingua wolof). I membri, senza usare la valuta nazionale, possono accedere a una larga varietà di beni e servizi (frutta, vegetali, pesce, carne, vestiti ecc.) nei mercati mensili e nei negozi per Doole, pagando gli altri membri della rete con servizi (riparazioni di biciclette, lezioni di ricamo, lavori di falegnameria ecc). L'unità di cambio è il Bon, un rettangolo di cartone corrispondente ad un'ora di lavoro che, seguendo la logica del demurrage, tende a svalutarsi. Perciò sul verso di ogni Bon ci sono dodici caselle per i dodici mesi dell'anno: ogni mese è necessario acquistare e applicare un bollo nella casella corrispondente. Solo così il Bon diviene valido e utilizzabile. Il deprezzamento della valuta comporta che sia svantaggioso conservare i Bon e incentiva lo scambio. I bolli, ven-duti dai SEC, portano soldi nella rete. Ogni nuovo membro, al momento dell'iscrizione, riceve tre ore che può scambiare con gli altri membri della rete. Per informarsi sui beni e sui servizi scambiabili viene periodicamente stampato un bollettino di offerte distribuito a tutti gli aderenti. Il sistema coinvolge anche numerose microimprese, che trattano prodotti locali (frutta, vegetali, cereali ecc). Viene sostenuto anche lo sviluppo della medicina tradizionale attraverso l'aiuto a produttori per la trasformazione di piante medicinali e locali. Il principio di solidarietà su cui si basano i SEC permette di capitalizzare la fiducia sotto forma di credito sociale. Inoltre, si tiene conto dei più poveri, che grazie al principio di

compensazione possono sempre effettuare scambi e dunque avere obiettivi e fare progetti. I SEC non rifiutano la moneta ufficiale, ma aggiungono un importante mezzo supplementare, diversificando le possibilità di transizione sulla base di una "unità di compensazione sociale" autoregolata dalla comunità.

Il sistema dei SEC si è sviluppato grazie all'iniziativa di un gruppo di donne di Dakar sostenuto dall'organizzazione non governativa Enda Graf, interessata a sistemi alternativi di mobilitazione e di circolazione delle risorse. Enda Graf si appoggia in Senegal ad una vasta rete popolare di Casse di risparmio e di credito e alle numerose iniziative urbane e rurali in una prospettiva di cambiamento sociale. Il coordinatore, Emmanuel N'dione, è venuto a conoscenza dell'esistenza dei SEL e dei sistemi di scambio non monetali partecipando, in Francia, a seminari sulle economie alternative. I SEL sono così divenuti oggetto, nel gennaio del 1998, di una presentazione generale ad un gruppo di partner dell'Enda Graf. Questo primo gruppo era costituito da una trentina di partecipanti: garanti delle Casse di risparmio e di credito, artigiani, animatori rurali, responsabili dei gruppi. Si è adattato il sistema SEL alla realtà africana 35 e nell'ottobre del 1998 sono stati realizzati dei percorsi di formazione e approfondimento in tre aree tematiche: informatica, commercio e lingua. Con il tempo sono stati creati gruppi analoghi in altri quartieri di Dakar ed è stata istituita una Università Popolare, dove i membri possono frequentare corsi di alfabetizzazione, inglese, francese, elaborazione dati, gestione di affari ecc. I SEC non hanno per obiettivo quello di generare legami sociali; infatti, le dinamiche di solidarietà e di aiuto reciproco esistono già e costituiscono la trama sulla quale si sviluppano le reti di scambio. Il principio di solidarietà che fonda i SEC permette loro di capitalizzare la fiducia sotto forme di credito sociale e impone "ancoraggi" nei quartieri, nelle comunità di vicinato ecc. Benché vi siano momenti di convivialità 36 i SEC sono utilizzati in modo pragmatico, tale da rispondere a situazioni urgenti e concrete. Il programma SEC ora sta cominciando ad espandersi al di fuori di Dakar, nelle aree rurali e anche in Paesi vicini come la Mauritania, la Guinea, il Mali e la Costa d'Avorio.

Note: 34 «Volontari per lo Sviluppo», n. 2, 2000.

35 Nel 1998 è iniziata una ricerca di punti teorici e pratici delle altre esperienze, inoltre sono stati attivati dei contatti attraverso Internet con i siti dei LETS e delle esperienze europee, australiane e americane. In effetti il SEC ha abbandonato l'impostazione dei SEL trovando più affinità con i sistemi anglosassoni; questi ultimi a differenza dei SEL francesi sottolineano maggiormente i rapporti pragmatici più che l'economia e utilizzano come moneta locale coupon e buoni, che hanno il vantaggio di concretizzare meglio l'u-nità di valore utilizzata negli scambi.

Descrizione sintetica

I SEC sono un sistema diffuso in Senegal, che si prefigge non tanto di generare legame sociale (l'Africa ne ha da "vendere") ma di dinamizzare gli scambi, la reciprocità e l'auto-aiuto, mediante reti locali e principi di vicinato e di prossimità, con una particolare attenzione alle persone svantaggiate.

I membri senza usare la valuta nazionale possono accedere a una larga varietà di beni e servizi (frutta, vegetali, pesce, carne, vestiti, etc.) nei mercati mensili e nei negozi per Doole, pagando gli altri membri della rete con servizi (riparazioni biciclette, lezioni di ricamo, falegnameria, etc.).

L’unità di cambio è il Bon, un rettangolo di cartone corrispondente ad un’ora di lavoro che seguendo la logica del demurrage tende a svalutarsi, infatti sul verso di ogni Bon ci sono dodici spazi sono per i dodici mesi dell'anno. Ogni mese è necessario acquistare ed affiggere un bollo nel mese corrispondente. Il deprezzamento della valuta comporta che sia svantaggioso conservare i Bons e incentiva lo scambio. Inoltre i bolli, che sono venduti dai SEC portano soldi nella rete. Ogni nuovo membro, al momento della sua iscrizione, riceve 3 ore in Bon.

(tratto da [http://www.utopie.it])