Le classi quinte della Scuola Primaria di Terrassa ... · Origine del termine ... •un cappello,...
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Classi quinte dei plessi di Terrassa Padovana ed Arre
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I.C. Tommaseo di Conselve a.s.2016/2017
Le classi quinte della Scuola Primaria di Terrassa Padovana
ed Arre hanno preparato
questo approfondimento sul Giubileo
e sul Santuario di Terrassa.
Nella loro attività sono stati supportati
dall’insegnante di Religione
Alessandra Pastò
Origine del termine
Le origini del Giubileo risalgono all'Antico Testamento, la
parola "giubileo" deriva da Jubilaeum che a sua volta deriva
dalle tre parole ebraiche
Jobel (ariete),
Jobil (richiamo)
e Jobal (remissione).
Nel capitolo XXV del Levitico, infatti, il popolo ebraico viene
incoraggiato a far suonare il corno (Jobel) ogni
quarantanove anni per richiamare (Jobil) la gente di tutto il
paese, dichiarando santo il cinquantesimo anno e
proclamando la remissione (Jobal) per tutti gli abitanti.
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Secondo l'Antico Testamento il Giubileo portava con sé la
liberazione generale da una condizione di miseria, di
sofferenza e di emarginazione.
Nella tradizione ebraica, si stabiliva che nell'anno giubilare
non si lavorasse nei campi, tutte le case acquistate dopo
l'ultimo Giubileo tornassero senza indennizzo al primo
proprietario e gli schiavi fossero liberati.
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Storia del Giubileo
Il primo Giubileo della Chiesa Cattolica risale al 1300 e venne
ricordato anche come il primo “Anno Santo”, perché fu un anno
dedicato al consolidamento della fede, alla solidarietà, alla
comunione fraterna, un anno di stimolo per i cristiani, di
remissione dei peccati, insomma un vero anno speciale di
conversione.
Venne indetto da papa Bonifacio VIII:
era il 24 dicembre del 1299.
L’anno Santo durò tutto il 1300,
destando grande stupore tra i
Cristiani del tempo, che non erano abituati a questi eventi, ma
che accorsero numerosi a Roma per l’indulgenza.
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L’indulgenza consiste in una remissione parziale o totale dei
peccati, ma negli anni è cambiata la sua applicazione.
Fino all’VIII sec. la concessione dell’indulgenza si poteva
ottenere attraverso le suppliche al Vescovo.
Dopo l’VII sec. la severità delle penitenze si attenuò, ed il
percorso di espiazione dei peccati divenne privato
permettendo di ottenere l’indulgenza anche a chi aveva
partecipato alle crociate o ad un pellegrinaggio.
Dal XIV al XVI sec. la chiesa abusò nella concessione delle
indulgenze: molti fedeli infatti arrivarono a comperare la
remissione dei peccati con il denaro.
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Nel 1517 Martin Lutero con il Concilio di Trento pose fine al
“mercato delle indulgenze” ed ebbe inizio l’ultimo periodo
contemporaneo che regolò la concessione delle indulgenze.
Il giubileo può essere ordinario o straordinario.
Il primo è legato a scadenze prestabilite, il secondo viene
indetto in occasione di qualche avvenimento particolare,
deciso dal Papa.
Il giubileo ordinario viene celebrato ogni 25 anni, un
intervallo stabilito per la prima volta da Papa Paolo II.
In precedenza il Giubileo si celebrava ogni 100 anni, nel 1350
papa Clemente VI, decise di accorciare la scadenza a 50 anni.
In seguito Papa Urbano VI ridusse l’intervallo a 33 anni, il
periodo coincideva con la durata della vita terrena di Gesù e
ulteriormente fu ridotto a 25 anni durante i papati di Nicolò
V e di Paolo II. Classi quinte dei plessi di
Terrassa Padovana ed Arre 6
Il logo
Nel motto “Misericordiosi come
il Padre” si propone di vivere la
misericordia sull’ esempio di Gesù,
che chiede di non giudicare e di
non condannare, ma di donare
amore e perdono senza misura.
Il logo è rappresentato da Gesù
che porta sulle spalle un uomo,
rappresentato con i capelli e la barba lunga.
Lo sguardo di Gesù è talmente provocante da fondersi
fisicamente con quello dell’ uomo e i due occhi diventano
uno.
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Il corpo dell’uomo sembra sfinito, spossato,
ma il volto si accende di una gioia
inattesa e di uno sguardo che lo
ama, egli sembra abbandonarsi
tra le braccia di Gesù. Il suo abito
diviene dorato come quello di
Cristo a dimostrare che ciascuno di noi può
essere quell’uomo e può rinascere dall’incontro con il
Signore.
Ultimo particolare non trascurabile è lo sfondo della scena,
la cosiddetta “aureola a mandola” che avvolge non solo il
capo, ma tutta la faccia di Gesù, segno di totale santità.
I tre ovali concentrici, di colore progressivamente più chiaro
verso l’esterno, suggeriscono il movimento di Cristo che
porta l’uomo fuori dalla notte del peccato e della morte.
D’altra parte, la profondità del colore più scuro suggerisce
anche l’imperscrutabilità dell’amore del Padre che tutto
perdona. Classi quinte dei plessi di Terrassa Padovana ed Arre
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Il pellegrino nel Medioevo
Il pellegrino medievale era un Cristiano che spinto dalla fede
abbandonava la sua casa, la sua quotidianità e gli affetti per
mettersi in cammino verso luoghi sacri.
Si trattava spesso di viaggi lunghi il cui ritorno non era così
scontato.
Le prime notizie di pellegrinaggi penitenziali diretti a una
specifica meta risalgono all’ VIII secolo.
Durante il cammino i disagi, le
avversità della natura, la fatica
fisica e le aggressioni da parte
dei briganti, erano all’ordine
del giorno.
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Pellegrini che arrivano a Roma in una medaglia del papa Clemente X,
1675
Ci si metteva in viaggio per vari motivi:
• per pura devozione,
• per ottenere il perdono,
• per espiare delle colpe,
• come ringraziamento per una grazia ricevuta
• e per ottenere qualcosa da Dio, per se stessi o per altri.
Le persone che intraprendevano pellegrinaggi appartenevano
agli strati sociali più diversi e avevano diversi livelli di
istruzione; si trattava non solo di uomini, ma anche di donne,
bambini e malati.
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Raramente i pellegrini si spostavano da soli,
più frequentemente si univano
in piccoli gruppi, in modo da
aiutarsi reciprocamente durante
il viaggio.
Tre erano le mete più importanti
per i pellegrinaggi:
• Gerusalemme, per pregare
nei luoghi della vita e passione di
Cristo, dove i cristiani iniziarono
a recarsi soprattutto a partire dal
313 d.C. grazie all’Editto di
Costantino che stabilì la libertà
di culto all’interno dell’Impero
Romano.
Pellegrino Medioevale
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• Roma, in quanto centro della cristianità e luogo
in cui venerare i primi martiri
Cristiani (gli Apostoli Pietro e
Paolo).
• Santiago de Compostela,
dove venne scoperto il sepolcro
dell’apostolo Giacomo
evangelizzatore della Spagna,
che era morto in Palestina,
ma secondo la leggenda il suo
corpo era stato trasportato dai
suoi discepoli, con una barca,
in Galizia, dove venne poi
Seppellito.
La leggenda narra che fu una stella
ad indicare il luogo dove si trovava il suo corpo.
Pellegrino Medioevale
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L’abbigliamento di un pellegrino medievale era composto da:
•una veste corta, per non intralciare il passo, oppure pantaloni di stoffa; •un cappello, per difendersi sia dal caldo, sia dalla pioggia;
•un bastone ricurvo, a cui appoggiarsi nei tratti difficili, dove venivano fissati i distintivi del pellegrinaggio; •una borraccia, appesa alla cinta; •un ’arma di difesa, contro i lupi e i ladri che si potevano incontrare lungo il cammino; •un borsello di cuoio o di pelle di cervo, che doveva essere portato sempre aperto in segno di fiducia.
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zucca usata come borraccia
Sacca del pellegrino
Le prime forme di assistenza e ospitalità nei confronti dei
pellegrini furono offerte dai monasteri, che talvolta furono
costruiti di proposito lungo le principali vie di comunicazione.
I monasteri avevano appositi locali per accogliere i pellegrini e i
viandanti, dove veniva offerto loro cibo e alloggio.
I monaci, come Cristo dovevano, accogliere chi cercava riparo ed
ospitalità, il riposo era gratuito e solo chi era ricco lasciava di
solito cospicue elemosine al monastero prima di partire.
Oltre all’ospitalità fornita dai monasteri
già dal IV secolo, in Oriente esistevano
gli xenodochio, una struttura di
appoggio ai viaggi nel Medioevo,
adibita ad ospizio gratuito per
pellegrini e forestieri.
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Foto dello xenodochio di Calendasco posto sulla Via Francigena a Calendasco di Piacenza.
Più piccolo di un hospitalia, era posto sul percorso di una via di
pellegrinaggio, come il cammino di Santiago di Compostela o la
via Francigena, e veniva gestito da monaci che offrivano alloggio
e cibo.
Gli hospitalia, invece, sorgevano in aperta campagna, offrivano
solo ospitalità ai pellegrini, non cure sanitarie a trovatelli, orfani,
vedove, poveri ed ammalati.
Per gli indigenti, l'ospitalità era gratuita. Per i benestanti, si
chiedeva un'elemosina o la promessa di un lascito
testamentario.
Nel Basso Medioevo grazie all’aumento dei traffici commerciali
si diffondono altre forme di ospitalità a pagamento: le locande.
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DEFINIZIONE DI SANTUARIO
Un Santuario è qualcosa di più di una comune chiesa: è un luogo considerato sacro per la presenza di reliquie di santi o perché connesso a eventi considerati soprannaturali, come per esempio i miracoli.
A differenza della chiesa, il Santuario viene costruito spontaneamente, per effetto di una forma di devozione popolare di cui più avanti la Chiesa prende atto.
Si può dire allora che il Santuario trae origine dal basso, cioè dal popolo e non dal volere degli ecclesiastici.
IL SANTUARIO DELLA MISERICORDIA DI TERRASSA PADOVANA CHIESA GIUBILARE 2016
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Il Santuario della Beata Vergine della Misericordia di Terrassa
Padovana fondato nel 1499.
E’ un piccolo Santuario di campagna, dedicato alla Beata
Vergine della Misericordia.
Il luogo in cui sorge, fu indicato proprio della Madonna,
apparsa ad un bambino muto, il quale ottenne il dono della
parola affinché riferisse al Padre ed al parroco quanto
accaduto.
Nel 1499 la ricca e nobile famiglia veneziana dei Bragadin,
diede inizio a una nuova costruzione, forse senza abbattere
l’edificio già esistente, affidando il santuario ai Canonici
Regolari Agostiniani di San Marco di Mantova, che ne
garantirono la custodia dal 1499 al 1584.
Successivamente il santuario venne affidato ai Padri
Camaldolesi dal 1584 al 1776.
Il santuario della Misericordia si presenta con la facciata
coronata dal frontone curvilineo e spartita da cornici
orizzontali, innalzata verso la metà del Seicento sul modello
della chiesa veneziana di San Michele.
Sul lato nord della chiesa si erge il campanile in stile romanico,
coronato da un torricino ottagonale.
All’interno la chiesa ha tre navate: quella centrale con volta a
botte e le laterali con volta a crociera.
Lo stile architettonico risente dei vari restauri compiuti nel
corso dei secoli.
La nicchia della cappella absidale di sinistra, che qualche
storico individua come l’abside dell’oratorio che sarebbe stato
eretto subito dopo l’apparizione di Maria, conserva un
crocifisso ligneo quattrocentesco, opera di Francesco
Squarcione e collocato in origine nella parrocchia di Terrassa.
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Successivamente il santuario venne affidato ai Padri
Camaldolesi dal 1584 al 1776.
Il santuario della Misericordia si presenta con la facciata
coronata dal frontone curvilineo e spartita da cornici
orizzontali, innalzata verso la metà del Seicento sul modello
della chiesa veneziana di San Michele.
Sul lato nord della chiesa
si erge il campanile in
stile romanico, coronato
da un torricino
ottagonale.
All’interno la chiesa ha
tre navate: quella
centrale, con volta
a botte, e le laterali
con volta a crociera.
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Lo stile architettonico risente dei vari restauri compiuti nel
corso dei secoli. La nicchia della cappella absidale di sinistra,
che qualche storico individua come l’abside dell’oratorio che
sarebbe stato eretto subito dopo l’apparizione di Maria,
conserva un crocifisso ligneo quattrocentesco, opera di
Francesco Squarcione e collocato in origine nella parrocchia di
Terrassa.
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Al termine della navata centrale un bell’ arco conduce al
presbitero, dove si possono osservare stucchi e semi-
colonne con capitelli corinzi.
I dipinti a destra e a sinistra del presbiterio sono di autore
ignoto e risalgono al 1862. Raffigurano rispettivamente, a
sinistra, la Natività di Maria, mentre a destra la
Presentazione di Maria Bambina al Tempio.
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Nel catino absidale sono rappresentate le vicende che
diedero origine al santuario.
Al centro dell’abside c’è il quadro della Vergine della
Misericordia: è visibile solo il volto, il corpo invece è
ricoperto da un manto di seta, perché rovinato all’umidità.
dal Santuario nel 700.
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Nella cappella invernale c’è un’altra immagine della
Madonna della Misericordia con l’indice alzato.
Sembra molto simile all’immagine della Vergine che
apparve al pastorello muto: si tratta di una tavoletta
risalente al 1888 dipinta da Antonio Brillo e molto simile a
quella trafugata dal Santuario nel 700.
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Il soffitto del presbiterio mostra un affresco raffigurante
l’Assunzione di Maria Vergine.
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Preghiera alla Beata Vergine della Misericordia O madre di grazia e di misericordia
gloriosa Vergine Maria, che dal vostro trono di gloria, ove da tanti secoli vi ha posto
Regina la pietà degli avi nostri, dispensate ai nostri fedeli grazie
di ogni genere, degnatevi di esaudire la mia umile preghiera.
Benedite e consolate la povera anima mia, proteggete
e salvate da ogni sventura la mia famiglia, benedite
e proteggete dal vostro santuario chi, fidente, vi invoca
e ottenetemi dal vostro divin figliolo Gesù che, dopo
una vita tutta santa qui in terra, possa godere di eterna letizia,
sotto il vostro manto, in cielo. Amen Maria Madre della Misericordia, prega per noi.
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Classi quinte dei plessi di Terrassa Padovana ed Arre
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possono essere fotografie
private dell’insegnante,
disegni degli alunni o immagini prese
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dal riutilizzo non commerciale.
Fine