Lavoro di Educazione alla Legalità realizzato nelle classi terze Scuola Sec. I°grado I.C....

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Lavoro di Educazione alla Legalità realizzato nelle classi terze Scuola Sec. I°grado I.C. “G.Boccati” di Camerino Dirigente Scolastico: Prof.Franco Sagratini

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Lavoro di

Educazione alla Legalità

realizzato nelle classi terze Scuola Sec. I°gradoI.C. “G.Boccati” di

CamerinoDirigente Scolastico: Prof.Franco Sagratini

Anno Scolastico 2005/2006

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Attività condotte in applicazione della metodologia del Cooperative learning informale all’interno del

gruppo di progetto A( IO E GLI ALTRI )

della rete regionale di scuole

LISALAB Responsabile del progetto: Prof.ssa Lauretta Corridoni

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Argomento generativo

Le migrazioni: un problema globale

•Gli extracomunitari in Italia•Gli italiani popolo di

emigranti•Le migrazioni in Europa•Emigrazione e criminalità

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RIFERIMENTO AL PROFILO EDUCATIVO CULTURALE E PROFESSIONALE DELLO STUDENTE ALLA FINE DEL

PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE

RELAZIONE CON GLI ALTRI: Nel primo ciclo di istruzione, il ragazzo impara ad interagire con i coetanei ( è il miglior

modo per conoscere e conoscersi) e con gli adulti. Egli afferma la capacità di dare e richiedere il riconoscimento

per i risultati concreti e socialmente apprezzabili del proprio lavoro; scopre la difficoltà, ma anche la necessità

dell’ascolto delle ragioni altrui, del rispetto, della tolleranza, della cooperazione e della solidarietà, anche quando

richiedono sforzo e disciplina interiore; si pone problemi esistenziali, morali, politici e sociali ai quali avverte la

necessità di dare risposte personali…

Per questi motivi è chiamato a mantenere sempre aperta la disponibilità alla critica, al dialogo e alla collaborazione per

riorientare via via al meglio i propri convincimenti, comportamenti e scelte.

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OBIETTIVI GENERALI DEL PROCESSO FORMATIVO

 

        Educazione integrale della persona

        Orientamento scolastico e professionale

        Sviluppo dell’identità

        Prevenzione dei disagi e recupero degli svantaggi

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OBIETTIVO FORMATIVO:

 

Conoscere le ragioni storiche, economiche, politiche e sociali del

fenomeno migratorio per acquisire consapevolezza delle

sue molteplici dinamiche al fine di sviluppare un atteggiamento

responsabile e corretto verso gli “altri”, stranieri in Italia.

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OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO

 ITALIANO 

CONOSCENZE ABILITA’

 

 

 

 

•Elementi che servono ad identificare gli appunti e a utilizzarli

•Il punto di vista altrui in contesti e testi diversi

•Alcuni film come comunicazione che utilizza vari linguaggi e codici

•Tecniche e strategie per argomentare

•Interventi critici mirati

•Elementi caratterizzanti il testo argomentativo

•Elementi caratterizzanti il testo letterario narrativo

•Principali caratteristiche testuali di quotidiani e periodici

•Testi presenti su supporti digitali

•Navigazione in Internet

•Il testo argomentativo

•Manipolazione di testi narrativi

•Ipertesto

•Approfondimenti sul lessico

•Adottare opportune strategie di attenzione e comprensione

•Identificare e confrontare opinioni e punti di vista diversi valutandone l’attendibilità

•Avviarsi alla selezione di fonti ritenute occasioni di arricchimento personale e culturale

•Intervenire nelle discussioni usando argomentazioni per formulare ipotesi, sostenere tesi, persuadere, convincere, fare proposte

•Comprendere e interpretare testi di tipologie diverse per i diversi scopi

•Ricercare materiali e fonti da utilizzare nello sviluppo di un testo argomentativo

•Scrivere testi (tema, commento, recensione, intervista, …) usando un linguaggio e un registro adeguati

•Riscrivere testi applicando procedure creative

•Organizzare testi pluritematici articolati in forma multimediale

•Operare confronti fra parole e testi dal punto di vista linguistico

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EDUCAZIONE ALLA CONVIVENZA CIVILE 

CONOSCENZE ABILITA’

•La funzione delle norme e delle regole

•I principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione nei servizi

•Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo

•Amnesty International, Croce Rossa

•Statuto dei lavoratori

•L’organizzazione del mercato del lavoro

•Fattori che determinano lo squilibrio nord-sud del nostro pianeta

•Il dialogo tra culture e sensibilità diverse

•Riconoscere le azioni, il ruolo e la storia delle organizzazioni mondiali e internazionali di carattere umanitario

•Individuare, analizzare, visualizzare ed esporre i collegamenti esistenti tra globalizzazione, flussi migratori e problemi identitari

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APPLICAZIONE DEI PRINCIPI DEL COOPERATIVE LEARNING

 

·       Sollecitazione dell’interdipendenza positiva (di scopo, di ruolo, di materiale e di valutazione) fra i ragazzi

·       Sviluppo o rafforzamento di abilità sociali di base come: parlare a bassa voce, dare e chiedere aiuto, muoversi senza disturbare…

·       Stimolo alla responsabilità individuale all’interno della coppia di lavoro

·       Potenziamento di competenze di tipo linguistico come: leggere in maniera corretta e significativa, comprendere testi via via più complessi, riassumerli, manipolarli con interventi diversi, schematizzare.

·       Nuovo rapporto dell’insegnante con la classe e diversa modalità di relazione e intervento nei confronti dell’alunno

·       Passaggio dall’intervento diretto (sotto forma di lezione frontale a tutta la classe) all’intervento indiretto (domande e materiali forniti alle coppie di alunni)

·       Sollecitazione per l’insegnante ad una documentazione puntuale del lavoro svolto attraverso osservazioni globali costanti e revisioni.

 

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VALUTAZIONE

Punti di forza·        Occasione per praticare la flessibilità didattica e organizzativa (classi aperte, laboratorialità, uso delle TIC..)

·        Creazione di un clima positivo in classe

·        Aumento della motivazione negli alunni

·        Mutuo aiuto

·        Apprendimento significativo

·        Sviluppo dell’ interdipendenza positiva

·        Occasione di autovalutazione

·        Potenziamento della capacità di ascolto dell’altro

·        Potenziamento di diverse abilità sociali

·        Occasione per far emergere e risolvere alcune conflittualità fra compagni

·        Sviluppo di una maggiore autonomia personale

·        Occasione di sviluppo della creatività personale

·        La condivisione del medesimo compito sembra aver ridotto l’ansia in alcuni alunni più emotivi

 

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Problemi emersi

·        All’interno di alcune coppie uno dei due tendeva ad imporre le sue idee più che ascoltare l’altro e collaborare con lui

·        Un paio di ragazzi si sono mostrati un po’ passivi e il loro contributo è stato limitato

·        L’attività avrebbe avuto bisogno di tempi ancora più distesi e di una maggiore interdisciplinarità per essere sviluppata meglio.

 

 

 

 

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CLASSE III A

SCUOLA SEC. I GRADO

CAMERINO

GRUPPI DI COMPITO IN COOPERATIVE LEARNING INFORMALE: 

1.    Preparazione di un questionario rivolto ad adulti stranieri, sua distribuzione, elaborazione dati e formulazione conclusioni:

IACOBELLI ANDREA – TURCO PIERGIOVANNI

LUCARELLI GIULIA – VITALI GIULIA

BARTOCCI LORENZO – FATTINNANZI ALESSANDRO

 

2.    Elaborazione dati statistici, preparazione tabelle e grafici:

CRIBEIRO GORDILLO ODIEL – FALSI MATTEO

 

3.    Preparazione di un glossario e selezione immagini:

BEN SALEM NAORESE – MISICI SONIA

 

4.    Rielaborazione testi di vario tipo (articoli di giornale, testi argomentativi, narrativi..):

AMICI ANDREA – PALLOTTI CRISTIANO

ANTONINI MARTINA – BORZI FABRIZIO

CUCCULELLI JESSICA – OLIVARI DEBORA

 

5.    Produzione creativa di testi espressivi e narrativi:

BENTIVOGLIO MANUEL – RAMADORI MARTA

PAGANELLI BEATRICE – ZERANI KATIA  

Ins. Prof.ssa Corridoni Lauretta

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CLASSE III C

SCUOLA SEC. I GRADO CAMERINO

GRUPPI DI COMPITO IN COOPERATIVE LEARNING INFORMALE: 

1.    Ricerca da vari libri di testo usati a scuola: LORENZO CERRETI – FABIO DE LUSSU

2.   Ricerca da monografie: FEDERICO MARINOZZI – ILARIA OLIVARI

 

3.  Ricerca da Gazzette Ufficiali: NICOLA MANCIA – LEONARDO CHIODI

4.    Letture da libri di narrativa: MICHELA MORENI – MARGHERITA SANTARELLI

 

5.    Letture di brani argomentativi: ANDREA MARCHETTI – ROBERTO BUADU

6. Realizzazione grafici e cartine: ANDREA ZAMPONI - DANIELA MORONI

7. Ricerca da internet e da giornali: FEDERICA ORTOLANI – VALENTINA PANDOLFI

MAZZETTI ALESSIA – MATILDE FLORESE

8. Selezione fotografica: MICHELE BRAGHETTI – NIKITA SYPKO

9. Interviste: GIUSEPPINA BILLA – JHEB MOHAMED GHERISSI – ROSSANO CAVALIERI

Ins. Prof.ssa Ivana Massetti

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L’ immigrazione è principalmente un fenomeno storico e sociale. Gli immigrati partono dal proprio paese d’ origine per trovare fortuna in un paese ospitante economicamente più ricco. Le loro ragioni possono essere classificate in due diversi tipi di fattori: fattori di spinta e fattori di attrazione.

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IMMIGRAZIONE

FATTORI DI SPINTA

FATTORI DI ATTRAZIONE

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A causa dei vari problemi che si possono creare in uno stato, i cittadini di quel paese ne risentono profondamente e sono spinti ad andarsene verso un paese che presenta meno problemi e che offre enormi vantaggi per la vita degli individui extracomunitari.

I fattori di spinta sono molti e vari; possono essere

•la povertà,

•la disoccupazione diffusa,

•condizioni politiche o religiose speciali.

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Sono gli Stati più sviluppati ad attirare gli immigrati, i quali sono convinti di migliorare le proprie condizioni di vita offrendo la loro “forza di lavoro ”. I fattori di attrazione sono:

•l’ opportunità di condurre una vita più agiata,

•trovare lavoro,

• guadagnare soldi da mandare ai parenti rimasti nel paese d’ origine.

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Il nostro viaggio nel pianeta immigrazione:

•Questionario tabulazione datiConsiderazioni

•Incontro Dott.ssa Giontella•Recensione film “Lamerica”di Gianni Amelio

•Poesie e racconti

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Italia marche1991 0,90% 1,20%1995 1% 1,30%1998 2,00% 1,90%2000 2,90% 2,30%2003 4% 2,60%2004 5,70% 4,80%

0,00%

1,00%

2,00%

3,00%

4,00%

5,00%

6,00%

1991 1995 1998 2000 2003 2004

0,00%

1,00%

2,00%

3,00%

4,00%

5,00%

6,00%

Italia

marche

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59%

27%

14%

nord

centro

sud

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luss

svi

zze

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ia

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ncia

Italia

S1

0%

10%

20%

30%

40%

Serie1

cittadini stranieriluss 34%svizzera 18%austria 9%germania 9%francia 7%Italia 4,50%

luss

svizze

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austria

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Ita

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S1

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10%15%20%25%30%35%

Serie1

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laureati 338.800diplomati 778.400lic.media 921.200lic.elementare 761.600

immigrati in italia con titolo di studio in italia

diplomati28%

lic.elementare27%

laureati12%

lic.media33%

titoli di studio

lic.media33%

laureati12%lic.elementa

re27%

diplomati28%

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La realtà multietnica in provincia diMACERATA

IMMIGRATI 23.277

MINORI 5.620

ALUNNI STRANIERI NELLE SCUOLE

3.200

IMPRENDITORI EXTRACOMUNITARI

1.960

OCCUPATI EXTRACOMUNITARI

5.533

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Sempre più classi “multicolori”

Classi sempre più multicolori. Nella nostra provincia gli alunni stranieri

corrispondono al 7,7% del totale. Negli ultimi quattro anni la loro presenza nei

nostri istituti è raddoppiata (alle superiori addirittura triplicata). Quanto

a numero di alunni stranieri inseriti alle elementari Macerata è la quarta

provincia d’Italia. Le scuole con il maggior numero di studenti stranieri sono : l’Istituto Comprensivo di Porto

Recanati e l’Istituto Alberghiero di Cingoli.

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QUASI DUEMILA GLI IMPRENDITORI

Alla fine del 2004 il numero di imprenditori immigrati presenti in provincia ha toccato quota 1.960. L’imprenditoria extracomunitaria è distribuita su tutto il territorio provinciale, fatta eccezione per alcuni piccolissimi Comuni dell’entroterra. Gli stranieri sono attivi soprattutto nel settore delle costruzioni, del commercio e in ambito manifatturiero.

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Nuove coppie

2003 MATRIMONI MISTI

Tolentino 7 su 17

Macerata 16 su 51

San Severino 7 su 15

Civitanova 13 su 36

Recanati 9 su 16

Porto Recanati 9 su 22

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2004 MATRIMONI MISTI

Tolentino 16 su 22

Macerata 18 su 46

San Severino 5 su 12

Civitanova 14 su 26

Recanati 9 su 16

Porto Recanati 8 Su 19

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2005 MATRIMONI MISTI

Tolentino 11 su 22

Macerata 12 su 38

San Severino 13 su 23

Civitanova 14 su 34

Recanati 10 su 20

Porto Recanati 7 su 17

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L’ immigrazione agisce in maniere diverse, purtroppo anche in modo illegale. Un dato rilevante è la maggiore tendenza degli immigrati a commettere azioni fuori dalle regole e questo si pensa sia riconducibile a una sostanziale situazione di partenza svantaggiosa a causa di un’ emarginazione sociale.

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Le bande mafiose, presenti in tutt’ Italia, sfruttano gli immigrati per compiere azioni illegali per i propri interessi. Le mafie, approfittando dei problemi interni del Paese d’ origine degli immigrati, preparano gli extracomunitari a compiere atti illegali; in seguito, li fanno salire sulle navi da trasporto e li portano in Italia per utilizzarli per i loro scopi. Nei loro viaggi, gli immigrati hanno l’ ordine di nascondere e portare ai boss mafiosi vari tipi di stupefacenti, armi ,generi di contrabbando, auto rubate, ecc.

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Oltre agli uomini, gli sfruttatori utilizzano le donne come “mezzi” per fare soldi in maniera illegale. Incoraggiano le immigrate a prostituirsi, ingannandole, e dicendo loro che avranno un futuro migliore. In verità , le sole persone che si arricchiscono sono gli sfruttatori che ricevono l’ intero ricavo delle prostitute, pagandole per questo “servizio”solo pochi spiccioli. Ogni sfruttatore possiede spesso più di una donna prostituita dividendo l’ area in questione in diverse zone, “presidiate” da una o più donne. Se una di loro entra nel “territorio” di un’ altra, rischia di essere malmenata o addirittura uccisa.Se la polizia intercetta un giro d’ affari illegale relativo a questo fenomeno, condanna non solo lo sfruttatore, bensì anche la prostituta. È in discussione il dovere di far pagare anche il cliente.

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Campi di attività delle principali organizzazioni criminali nel mondo

 

Bande russe: business delle armi e della droga, saccheggio di materie prime dai magazzini di Stato.Triadi cinesi: traffico di stupefacenti, di armi, di automobili e di emigranti clandestini.Yakuza giapponese: traffico di droga e armi, prostituzione, usura e gioco d’azzardo.Cartelli colombiani: controllo del 70 % del mercato mondiale della cocaina.Cosa Nostra americana: estorsioni, frodi finanziarie, gioco d’azzardo, acquisizione illecita di gare d’appalto, traffico di droga, prostituzione e usura.

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Criminalità organizzata italiana

•Cosa Nostra siciliana: traffico di droga, di armi, attività finanziarie, estorsioni, interventi in appalti pubblici.

•Camorra: traffico di droga, estorsioni, illeciti finanziari, contrabbando di sigarette, toto e lotto clandestino, appalti pubblici.

•‘Ndrangheta: sequestri di persona, estorsione, traffico di droga.

•Sacra Corona Unita: contrabbando di sigarette, traffico di droga, estorsione, usura, gioco d’azzardo, frodi ai danni della CE.

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Ora si indaga sul traffico di clandestini E’ il traffico illegale di immigrazione clandestina il nuovo business della mafia internazionale.

Secondo le stime più recenti almeno un milione di persone si trasferiscono dai paesi poveri ai paesi ricchi grazie alle grandi organizzazioni criminali.

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LE LEGGI ITALIANE IN MATERIA

 A partire dal 1990 il legislatore italiano ha posto l’attenzione al problema dell’immigrazione.

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La prima legge, detta LEGGE MARTELLI (dal nome del ministro proponente), si poneva essenzialmente in un’ottica di ordine pubblico.Anche molte delle successive leggi, in realtà, affrontavano la questione con una logico di “emergenza” e non di valutazione complessiva di un fenomeno che può considerarsi di lunga durata, non solo nel nostro Paese ma in tutti gli Stati economicamente più progrediti.

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Il primo provvedimento diretto a realizzare un equilibrio tra l’esigenza di controllare i flussi di immigrati e la necessità di garantire loro i diritti sociali, economici e culturali di cui sono titolari, è la legge 6 marzo 1998 n. 40 (meglio conosciuta come “legge Turco-Napolitano”, dal nome dei ministri proponenti), modificata successivamente dalla legge 30 luglio 2002. n. 189, la cosiddetta legge Bossi-Fini, che ha reso più restrittive le norme sull’immigrazione.

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I punti salienti della legge BOSSI-FINI sono:

1)     il collegamento di un lavoro certo al permesso di soggiorno;2)     l’effettività del sistema delle espulsioni;3)     un maggiore rigore nei confronti dei trafficanti di uomini;4)     nuove disposizioni per evitare la strumentalizzazione dell’asilo politico.

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Innanzitutto, è bene sapere che gli ingressi per motivi di lavoro sono consentiti agli extracomunitari, cioè ai cittadini che non appartengono all’Unione Europea e agli apolidi (cittadini di nessuno Stato), solo nell’ambito di una programmazione annuale: è il Governo a fissare, ogni anno, il numero degli stranieri non comunitari che possono entrare in Italia.

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L’intento è quello di prevenire l’immigrazione clandestina e, nel contempo, aprire le porte a quei lavoratori che possono colmare la mancanza di personale con mansioni specifiche. Tale obiettivo è, purtroppo, ancora lontano: la presenza di clandestini in Italia, come negli altri Paesi europei, è notevole.I criteri con cui si determinano i flussi di ingresso sono dettati, essenzialmente, dalla situazione interna del mercato del lavoro e dagli accordi che l’Italia conclude con alcuni Paesi di provenienza dei lavoratori stranieri.

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IL VISTO DI INGRESSO Per poter entrare in territorio italiano il cittadino extracomunitario deve essere in possesso di un passaporto valido e del visto di ingresso. Il visto, che ha una durata di tre mesi, viene rilasciato dalle rappresentanze diplomatiche o consolari italiane presenti nello Stato di origine o di stabile residenza dello straniero. Non possono entrare in Italia gli stranieri condannati per reati inerenti lo spaccio di stupefacenti, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e della prostituzione. 

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CONTRATTO DI SOGGIORNO E PERMESSO DI SOGGIORNO

 Il permesso di soggiorno è un documento che consente al cittadino extracomunitario di fermarsi per un determinato periodo in Italia. Non va confuso con il visto, che è un’autorizzazione valida per l’ingresso nel Paese e non per sostarvi.

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Il permesso di soggiorno va richiesto al questore della provincia in cui lo straniero si trova entro otto giorni lavorativi dal suo ingresso in Italia. La legge Bossi-Fini ha introdotto una distinzione tra contratti di soggiorno e permessi di soggiorno.I contratti di soggiorno riguardano i cittadini stranieri che vengono nel nostro Paese per svolgere un lavoro alle dipendenze di un datore di lavoro.

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Le nuove norme escludono la possibilità che essi entrino in Italia per cercare un’occupazione, poiché il loro ingresso è subordinato all’effettiva esistenza di una possibilità di lavoro sul territorio italiano.

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Il datore di lavoro si reca presso lo Sportello unico per l’immigrazione, un ufficio presente in ogni Provincia, al quale comunica il nome o i nomi dei lavoratori extracomunitari che intende assumere, se li conosce già, oppure fa una richiesta generica di una o più persone. Propone le condizioni alle quali intende assumere, che comprendono anche il pagamento, da parte dello stesso datore di lavoro, delle spese di viaggio per il rientro nel Paese di provenienza del lavoratore.

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Attraversa un complicato percorso, tali richieste arrivano agli uffici consolari dello Stato in cui risiede il lavoratore straniero, che gli rilasciano il visto d’ingresso.Entro otto giorni dall’entrata in Italia il lavoratore si recherà presso lo Sportello unico per firmare il contratto di lavoro, che può avere durata variabile: stagionale (9 mesi), a tempo determinato (12 mesi) o indeterminato. Il permesso di soggiorno per motivi di lavoro sarà rilasciato unicamente a seguito della stipula del contratto di soggiorno per lavoro e la durata di quest’ultimo determinerà anche la durata del relativo permesso di soggiorno.

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Anche i cittadini stranieri che hanno un impiego fisso, ogni due anni devono chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno dimostrando la permanenza del rapporto di lavoro. Chi perde il lavoro ha sei mesi di tempo per cercarne uno nuovo prima di far ritorno in patria.

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Il permesso di soggiorno può essere, invece, richiesto per i seguenti motivi:·        ricongiungimento familiare: il cittadino straniero, in quanto titolare di diritti fondamentali, ha diritto a mantenere o a riacquistare l’unità familiare. Per cui, se lavora regolarmente in Italia può chiedere un permesso di soggiorno per il coniuge, i figli minori e i genitori;·        motivi di studio: le singole università italiane stabiliscono la quota di cittadini stranieri che vi si possono iscrivere;·        attività sportive: ogni anno viene determinato un limite massimo per l’ingresso degli stranieri che vogliono svolgere attività sportive a livello professionistico, o comunque retribuite;·        domanda di asilo politico.

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Il lavoratore straniero dopo sei anni di regolare soggiorno ottiene la carta di soggiorno, un importante documento che gli assegna quasi gli stessi diritti del cittadino italiano.

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Ambasciata:corpo diplomatico di rappresentanza di uno stato nella capitale di un altro stato; sede fisica di tale rappresentanza in cui lavorano l’ambasciatore e i suoi funzionari.

Antimafia:indirizzato a indagare sulla mafia e a combatterla.

Antisemitismo:l’avversione e l’ostilità verso gli ebrei.

Apartheid:il sistema di segregazione razziale e di limitazione dei diritti civili e politici attuato dalla minoranza bianca a danno delle popolazioni nere e di origine asiatica.

Asilo politico: è la concessione di dimorare in uno stato estero per incompatibilità politica con quello di appartenenza.

Associazione a delinquere:unione di tre o più persone, allo scopo di commettere un’ azione illegale.

Autoctono:riferito a un popolo e alla sua cultura, originario del luogo stesso in cui vive, in cui si sviluppa;non immigrato, non importato, aborigeno, indigeno.

Blitz:rapida e inaspettata operazione militare o di polizia.

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Carta di soggiorno:importante documento che assegna al lavoratore straniero quasi gli stessi diritti del cittadino italiano. Questa si ottiene dopo sei anni di regolare soggiorno.

Clandestini:colui che ha carattere di segretezza in quanto difforme dalla legge o dalle norme sociali e quindi perseguibile dalla giustizia o condannabile moralmente.

Compaesano:nativo, abitante dello stesso paese.

Criminalità :fenomeno sociale di diffusione dell’illegalità e del reato

Criminalità organizzata:grande criminalità dedita al traffico di droga, di armi.

Decreti di espulsione:disposizione dell’autorità amministrativa o giudiziaria a lasciare un paese.

Delinquere:compiere un crimine, stimolo a commettere un’ azione criminale.

Devianza:comportamento proprio di chi rifiuta le norme e le consuetudini comunemente accettate.

Differenza:diversità, difformità, disuguaglianza.

Disapprovazione:è il giudizio morale negativo.

Discriminazione:diversificazione iniqua del giudizio; disparità di trattamento, in spregio a fondamentali principi di uguaglianza sociale e politica.

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Disoccupazione: la disoccupazione è uno dei più grossi problemi sociali ed è la condizione in cui si trova chi non ha un posto di lavoro.

Emigrare:abbandonare la patria o il luogo dove si vive per trasferirsi altrove provvisoriamente o definitivamente.

Estorsione:azione volta a carpire qualcosa a qualcuno reato patrimoniale consistente nell’obbligare qualcuno, con la forza o con le minacce, a fare o non fare qualcosa per ricavarne un profitto.

Estradizione: la consegna da parte di uno Stato di un individuo che si sia rifugiato nel suo territorio, a un altro Stato, perché venga sottoposto a un processo penale o alle sanzioni penali, nel caso sia già stato condannato.

Etnia:raggruppamento umano fondato sulla comunanza di caratteri morfologici ,culturali e linguistici.

Extracomunitario: l’extracomunitario è colui che non fa parte dell’ Unione Europea.

Gang:banda di mal viventi, organizzazione per delinquere.

Immigrare:stabilirsi in una regione o città diversa da quella d’origine o in un paese straniero.

Lavoro nero:lavoro prestato senza la tutela di norme legali e sindacali, senza contratto.

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Monopolio:forma di mercato in cui vi è l’accentramento, da parte di un unico venditore, dell’offerta di una merce o di un servizio.Particolare vantaggio, situazione privilegiata.

Multiculturalismo:l’essere parte di svariate culture.

Multietnica:costituita da varie etnie, multirazziali.

Pregiudizio:giudizio basato su opinioni precostituite o su stati d’animo irrazionali, anziché sull’esperienza e sulla conoscenza diretta.

Profugo: colui che è costretto a lasciare la propria patria e a cercare un rifugio altrui, inseguito a calamità naturali, a guerre.

Prostituzione:commercio di prestazioni sessuali.

Razzismo:ideologia fondata su un’ arbitraria distinzione dell’ uomo in razze, ad alcune delle quali attribuisce una superiorità biologica e culturale sulle altre, promuovendo e legittimando forme di tutela della loro purezza, che si traducono in politiche discriminatorie e persecutorie nei confronti delle etnie ritenute inferiori.

Richiedente asilo: colui che giunto in un Paese,richiede l’asilo politico.

Rifugiato:una persona che, temendo a ragione di essere perseguitata per motivi di razza, religioni, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale, o per le proprie convinzioni politiche, trova accoglienza e protezione in un altro Paese.

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Sfollato:chi lascia la propria casa per gli stessi motivi del rifugiato, ma non abbandona il paese in cui vive. Generalmente il termine si usa per indicare chi fugge da catastrofi naturali

Sfruttamento:l’approfittare senza scrupoli di altre persone per il proprio utile.

Sgominata:costretta alla ritirata, sbaragliata.

Sponsor:azienda, ente che, a scopo pubblicitario, contribuisce al finanziamento di manifestazioni culturali, di squadre sportive, di atleti e di programmi radiotelevisivi.

Sradicamento:eliminazione radica, estirpazione, smarrimento della propria identità, perdita delle radici sociali, culturali e affettive (senso di sradicamento di un emigrante).

Tratta:commercio di persone, private della loro libertà e ridotte in schiavitù.

Usanze:consuetudini di vita, comportamento tipico di un’ epoca, di una zona, di un popolo, di una classe sociale.

Visto d’ingresso:autorizzazione con la quale uno stato straniero rende effettiva la validità di un passaporto, consentendo al titolare l’ingresso nel proprio territorio.

Xenofobia: odio per gli stati stranieri avversione contro tutto ciò che non appartiene alla propria nazione o etnia, ostilità pregiudiziale per gli stranieri

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Per concludere abbiamo scritto una

Lettera al Presidente della Repubblica

Carlo Azeglio Ciampi

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Ho deciso di scappare la sera del 25 agosto del ’97. La bomba che avevamo piazzato fuori casa non ha ucciso nessuno, ma restando avrei esposto tutti ad un gran pericolo. Scappavo, ma anche in quel momento pensavo che sarei ritornato, che non sarebbe stato per sempre. Non ero solo. In dodici quella notte decidemmo di cercare altrove una possibilità di vita. Eravamo un gruppo di soli uomini. In fuga. Dall’Iran passammo in Turchia. Ogni passaggio significava soldi da versare a qualcuno che fa finta di non vederti, che ti offre un mezzo di trasporto illegale per condurti generalmente dove tu non vuoi o quantomeno non sai. Dovevamo arrivare ad Istambul, ci lasciarono al confine con l’Iran. Dopo tre ore di cammino arrivammo in una cittadina. Li trascorremmo la prima notte. Nei due giorni successivi arrivammo in Turchia e potemmo giungere ad Istanbul. Avevamo pagato diecimila dinari, vale a dire cinquecento dollari ciascuno. Ma eravamo pronti a pagare di nuovo pur di raggiungere al più presto la Germania o l’Olanda. Per chi vuole scappare le strade sono segnate. Non c’è il rischio di perdersi. Questa volta il mezzo di trasporto fu un camion carico di scatole di giocattoli. Sotto questi contenitori eravamo in otto. Siamo stati sette giorni in silenzio, nascosti sotto un tetto di cartone. Non si poteva parlare, né fumare. Per me questa era la sofferenza più grande. All’alba dell’ottavo giorno senza saperlo né volerlo ci siamo ritrovati ad una cittadina ad un’ora da Roma. Ci hanno scaricato senza tanti complimenti. Era l’inizio d’ottobre ed eravamo in Italia. Non mi sono rassegnato. Volevo andare in Germania e feci di tutto per arrivarci. Ci sono stato dieci mesi, ma preferisco non parlarne; è come una parentesi più nera delle altre. Quando troverò le parole per raccontare della Germania forse potrò affermare che mi sto riconciliando con la mia storia e potrò cominciare a pensare al futuro. Ora sento che non è ancora il momento. Sono arrivato a Fiumicino il 31 luglio del ’98. Per la seconda volta in Italia. Era un giorno di sole. Un giorno ideale per partire e pensare alle vacanze. Tanti italiani erano diretti ad Istambul, in Medio Oriente, sognavano il mare di quelle coste e i profumi della terra che io avevo lasciato ormai da un anno. Avrebbero visto le città, le spiagge, le zone dei ricchi e dei turisti.

Continua…

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Avrebbero ignorato i drammi che si consumavano a pochi passi da loro……e in fondo perché andarglieli a ricordare? Anche io avrei preferito dimenticare, anche solo per un minuto, sentirmi per

un attimo una persona normale, imbottigliata in uno di quei banalissimi pacchetti turistici tutto compreso….

Mi guardai intorno alla ricerca di un posto di Polizia. Chiesi subito l’asilo politico. Ero disperato perché avevo terminato tutti i soldi. Furono gli stessi poliziotti ad indicarmi il centro per un’assistenza temporanea, nell’attesa che la pratica fosse esaminata. Chiesi consiglio ad alcuni Curdi che incontrai in

giro per le città e anche loro mi indirizzarono dai Gesuiti.

Mi sono ritrovato a fare le file per mangiare a pochi metri dal centro di Roma. Bastava allungare lo sguardo e davanti a me c’ era un enorme monumento di marmo bianco, l’Altare della Patria. I turisti

guardavano sorpresi le file di uomini e donne che aspettavano di ricevere un pasto. Avevo al mio fianco degli Etiopi, qualche Sudanese, molti Albanesi e qualche Curdo iracheno che come me era arrivato

seguendo le collaudate rotte del traffico di uomini e donne. Non c’ era il tempo di parlare, di conoscersi. Eravamo tutti pronti a scambiarci le notizie necessarie alla prima sopravvivenza: dove mangiare, dove dormire, hai trovato un lavoro, il tuo riconoscimento a che punto è. Fui fortunato perché riuscii anche

a trovare un posto in un dormitorio nella periferia a nord della città. Quando tramite il centro si presentò la possibilità di seguire un corso per pizzaiolo, fui uno dei primi a partecipare. Oggi io che porto il nome di una delle montagne del mio paese lavoro in una pizzeria che si chiama “Costera”.

Il mio cuoco maestro, un napoletano “doc”, mi ha promosso da aiuto – pizzaiolo a pizzaiolo di prima categoria. Afferma che faccio notevoli progressi.

Ogni sera, quando chiudo il ristorante, torno a casa che è nei dintorni di Roma. La mia è una casa un po’ particolare, come tante altre in giro per il mondo, una casa dove abitano uomini in fuga. In fuga

dalla guerra, dalla tortura, dalla morte promessa da un regime criminale. Vivo con due compagni e a nessuno di noi piace parlare del passato. Preferiamo dimenticare.

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QUESTIONARIO 

“La condizione degli immigrati oggi”  

Il presente questionario serve a comprendere la condizione sociale degli immigrati in Italia.

1) Da quale paese vieni? ……………

2) Da quanto tempo sei in Italia?

Più di un anno Meno di un anno

3) Quali motivi ti hanno spinto a venire in Italia?

Famiglia Lavoro Studio Salute Politici Altro

4) Come sei stato accolto in generale?

Bene Male 

5) Hai mai subito atti di discriminazione?

Si No

6) Sei soddisfatto della tua situazione attuale qui in Italia?

Si No

7) Quale è il tuo problema principale stando qui in Italia?

Lavoro, soldi Lingua Mancanza di amicizia e affetti Casa Altro

8) Hai avuto problemi di interazione sociale?

Si No

9) Qual è stato il primo lavoro in Italia? ……………….

10) Hai svolto degli studi prima di arrivare in Italia?

Si No

11) A quale livello?

Basso Medio Alto

12) Hai mantenuto rapporti con la tua terra di origine?

Si No

13) In famiglia parli la tua lingua di origine?

Si No

14) Pensi di tornare nel tuo Paese di origine?

Si No

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GRIGLIA DI TABULAZIONE DEI QUESTIONARI 

1) Da quale paese vieni? n 4 Albania n1 Giordania n1 Grecia n2 Marocco n2 Polonia n3 Romania n1 Senegal n5 Tunisia n1 Ucraina  

2) Da quanto tempo sei in Italia?

Più di un anno n 14 Meno di un anno n 5

3) Quali motivi ti hanno spinto a venire in Italia?

Famiglia n 2 Lavoro n 15 Studio n 2 Salute n 0 Politici n 1 Altro n 0

4) Come sei stato accolto in generale?

Bene n 13 Male n 7

5) Hai mai subito atti di discriminazione?

Si n 13 No n 7

6) Sei soddisfatto della tua situazione attuale qui in Italia?

Si n 13 No n 7

7) Quale è il tuo problema principale stando qui in Italia?

Lavoro, soldi n 7 Lingua n 5 Mancanza di amicizia e affetti n 4 Casa n 1 Altro n 3

8) Hai avuto problemi di interazione sociale?

Si n 11 No n 9

9) Qual è stato il primo lavoro in Italia? n3 Studenti n5 Muratori n5 Operai n4 Badanti n1 Allenatore n1 Agricoltore n1 Commerciante

10) Hai svolto degli studi prima di arrivare in Italia?

Si n 15 No n 5

11) A quale livello?

Basso n 9 Medio n 8 Alto n 3

12) Hai mantenuto rapporti con la tua terra di origine?

Si n 16 No n 4

13) In famiglia parli la tua lingua di origine?

Si n 13 No n 7

14) Pensi di tornare nel tuo Paese di origine?

Si n 12 No n 8

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CONSIDERAZIONI

  1)  La quasi totalità delle persone intervistate proviene da paesi mediterranei: la maggior parte di esse viene dalla Tunisia, mentre una minoranza da paesi continentali come la Romania e la Polonia.

2) Più della metà delle persone intervistate si sono stabilite in Italia da più di un anno.

3) I motivi principali che hanno indotto gli immigrati a venire in Italia (fattori di spinta) sono il lavoro , seguito dallo studio e da motivi di famiglia. In un solo caso si è trattato di un motivo politico.

4) Più della metà degli intervistati sono stati accolti bene.

5) Circa la metà degli immigrati hanno subito atti di discriminazione.

6) Molti sono soddisfatti della loro situazione attuale in Italia.

7) Gli immigrati riscontrano comunque molti problemi stando in Italia: il principale è la mancanza di lavoro e soldi e in secondo luogo è percepito il problema della lingua.

8) La maggior parte delle persone intervistate ha avuto problemi di integrazione sociale.

9) La metà degli immigrati ha svolto lavori di tipo manuale; la minoranza sono studenti universitari.

10) Più della metà delle persone intervistate ha svolto degli studi prima di arrivare in Italia. 

11) La maggior parte di esse ha svolto studi di basso o medio livello, il rimanente ha studiato più approfonditamente. 

12) Quasi tutti gli immigrati hanno mantenuto rapporti con la loro terra di origine.

13) Circa la metà delle persone intervistate parlano in famiglia la loro lingua di origine.

14) Molti intervistati pensano di tornare nel loro Paese.

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SINTESI DELL’INCONTRO CON LA DOTTORESSA GIONTELLA

Mercoledì primo marzo, durante l’ora di educazione alla legalità, abbiamo svolto, noi alunni della terza media sezione A, una lezione ben diversa da quella tradizionale, perché la Dottoressa Giontella è venuta a parlarci di un argomento molto interessante: l’immigrazione collegata alla criminalità.

La signorina ha iniziato a parlare dei fattori che inducono le persone a trasferirsi da un Paese all’altro; fattori di attrazione cioè la possibilità di avere una vita più agiata e vivibile. Lo spostamento è maggiore, pertanto, verso i Paesi ricchi poiché in questi c’è la possibilità e la prospettiva di avere un futuro migliore di quello presente. Si registrano fattori di spinta e fattori di necessità come, ad esempio, se nel Paese in cui si vive ci sono guerre, governi dittatoriali che impediscono la libertà e quindi c’è una situazione di estrema povertà e disagio. Ci sono due tipologie di immigrazione: quella regolare che consiste nell’entrare in uno Stato con il regolare permesso di soggiorno (esso viene rilasciato dal Questore cioè colui che comanda la polizia di Stato e che si occupa di rilasciare questo permesso in ambito provinciale), e poi c’è l’immigrazione irregolare o clandestina: le vie di quest’ultimo tipo di immigrazione sono molto rapide rispetto a quelle dell’immigrazione regolare.

Il clandestino è colui che entra in modo irregolare in un Paese e spesso diventa vittima di uno sfruttamento.

Le organizzazioni criminali italiane hanno sfruttato le popolazioni della ex Jugoslavia, trasferendosi in Albania dove hanno iniziato ad istruire le persone al crimine.

I clandestini talvolta diventano corrieri della droga e delle armi e il loro viaggio illegale viene pagato moltissimo. Quando l’immigrato arriva in Italia inizia a cercare una collocazione e quando ha svolto bene il suo “lavoro” viene pagato abbastanza da farlo continuare e questo porta ad un circolo vizioso composto anche da ricatti, violenze e pressioni psicologiche.

Spesso la maggior parte dei ragazzi e delle persone che svolgono questi traffici non sono mai andati a scuola, sono vittime di una dispersione scolastica e, quindi non avendo valori di raffronto, sono soggetti che si possono facilmente corrompere.

La situazione nelle Marche non è allarmante, l’unico punto critico di notevole rilevanza è il porto di Ancona, soprattutto per le armi, ma c’è un forte fenomeno della prostituzione che riguarda alcune donne, molto spesso minorenni, le quali vengono tratte in inganno dagli sfruttatori: si fa credere loro di aver trovato un posto di lavoro invece questo non è vero e vengono costrette a prostituirsi. il guadagno è inesistente poiché i soldi vengono presi dagli sfruttatori.

Gli Stati influenzano molto spesso il tipo di reati; la cultura, i modi di vivere e le tradizioni influenzano le persone.

ALCUNE CIFRE

1994-2001/2002 = anni di immigrazione di massa

1996 = l’anno in cui ci sono stati maggiori immigrati

2002-2004 = discesa del tasso di immigrazione a causa del disinteresse della mafia

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“SOLA”

Partii da casa per cercar fortuna.

Dopo esser andata in Italia

la mia vita,

cambiò radicalmente.

 

Esclusa, ferita moralmente,

umiliata;

mi creai una barriera,

una barriera intorno a me,

attorno al mio cuore.

 

Sola in questo Paese sconosciuto,

sola senza genitori,

sola senza amici,

sola senza anima,

sola senza capire

chi sono e perché esisto,

sola sapendo di vivere

solo per

MORIRE.

“UN DESIDERIO IRREALIZZABILE”

Il mio nome

è Aguayo,

è molto strano

e tutti mi prendono in giro

per le mie origini.

 

Perché sono nato in Senegal?

Perché i miei genitori non sono

americani, inglesi o francesi?

 

Vorrei rinascere per provare

cosa significa vivere

in una famiglia di origini occidentali,

vorrei poter avere amici,

genitori che siano presenti

in ogni momento.

 

Il mio corpo vive ma

la mia anima è morta,

per gli altri non sono nessuno,

sono solo carne sconosciuta.

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Sono un clandestino. Racconto come sono arrivato in Italia e come vivo.

Mi chiamo Seifo, ho tredici anni e sono un albanese. Sono passati circa sei mesi da quando mi sono trasferito qui in Italia, insieme a mio padre. Sono giunto in questo paese sbarcando da una nave clandestina , quindi non sono in regola con la Costituzione italiana. Dopo essere sbarcato in

Italia, insieme a mio padre abbiamo cercato di trovare una sistemazione adeguata: ci siamo sistemati in un appartamento di dimensioni ridotte e posto in un quartiere malandato. D’altronde, data la nostra situazione economicamente precaria e la nostra posizione legale non era possibile trovare di meglio. All’inizio non è stato sicuramente facile abituarci a questo stile di vita. Inoltre, nel nostro quartiere, aggressioni e atti di delinquenza facevano parte della routine quotidiana.

Rispetto all’Albania, però la differenza principale è che qui in Italia posso nutrirmi tutti i giorni e mi posso mantenere lavorando come muratore, o meglio aiutando mio padre in questo mestiere. Ci

pagano da fame e ogni giorno è sempre più duro trovare da mangiare. Ovviamente vi chiederete chi è mia madre e se ho fratelli o sorelle, ebbene sì, ogni volta prima di addormentarmi ripenso a mia madre e a mia sorella Aisha che abbiamo lasciato in Albania e non sappiamo se sono ancora vive. Come tutti i ragazzi di tredici anni, anch’io ho dei sogni e dei desideri che purtroppo sono irraggiungibili. La differenza fra i miei sogni e quelli di un bambino italiano è molto grande. I desideri di un ragazzo italiano riguardano probabilmente la speranza di incontrare il loro eroe

preferito oppure avere più giocattoli. Il mio desiderio più grande, invece è quello di poter riabbracciare mia sorella e mia madre Tahara. Cosa che un normale bambino italiano neanche

immagina perché egli ha la possibilità di abbracciare e baciare sua madre tutti i giorni. I ricordi che ho di mia madre sono ancora intensi ma ho la sensazione che si affievoliscano di giorno in

giorno. Questo è quanto mi è accaduto da quando sono giunto qui in Italia. Per quanto riguarda il nostro rapporto con la gente del luogo, è stato fin da subito molto difficile integrarci essendo clandestini e soprattutto immigrati. Gli italiani ci considerano degli intrusi e ormai ci siamo

abituati al loro pensiero verso di noi. Stamattina ho ricevuto una lettera da parte di mia sorella Aisha che mi ha riferito la scomparsa di mia madre in seguito ad un malore. Appena ho letto quella

lettera sono scoppiato a piangere, mentre notavo un’aria di indifferenza da mio padre. Sono esterrefatto, infatti, credo personalmente, che non riuscirò a superare questo shok. Inoltre ho

saputo che mia sorella Aisha si è trasferita da nostra zia Busha. La nostra situazione esistenziale si può paragonare a qualcosa di invisibile che gli altri non riescono a vedere, infatti, dopo tutto

questo tempo non siamo riusciti ad integrarci in questa società così chiusa nei nostri confronti; io e mio padre ci siamo ormai rassegnati a questa realtà irreversibile.

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I detenuti stranieri costituiscono il 30,1 % del totale nazionale (16.788 su 55.670)e risultano in leggera diminuzione (un punto e mezzo)rispetto allo scorso anno. I marocchini, pur rappresentando il 21,5 % dei detenuti stranieri, riportano un calo del 3,8%. Così come per i denunciati,anche tra i detenuti a prevalere sono i nordafricani (43,6% del totale), seguiti dagli immigrati dell’Est europeo (33,6%). Tra le prime dieci nazionalità, l’unica del continente americano è la Colombia (8°, con il 2,5%).

I reati sui quali negli anni scorsi si è registrato il maggiore coinvolgimento di cittadini immigrati (quelli in materia di prostituzione e droga) sono quelli in cui si è verificata la flessione più consistente durante il 2002 (rispettivamente –30% e –13%).

I reati in materia di droga sono scesi di oltre 10 punti percentuali dallo scorso anno e costituiscono ora il 28% dei reati commessi da stranieri, contro il 38,5% del 2001.

A loro volta, i reati contro il patrimonio rappresentano la seconda categoria di più frequente addebito (per gli italiani sono la prima), pari al 27,4% del totale, ma sono in fase di netta crescita (erano il 19,8% del totale nel 2001).

Anche i reati in materia di prostituzione sono notevolmente diminuiti (-30%, pari a 1143 titoli); ma la matrice straniera in questa fattispecie è ancora preponderante.

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“Immagina di scrivere una lettera al Presidente della Repubblica, affinché intervenga nel far rispettare i diritti degli immigrati nel nostro Paese”.

Camerino, li 15/02/2006

Egregio signor Carlo Azeglio Ciampi,

siamo due cittadine italiane, Beatrice e Katia, che a nome di tutta la nostra classe III A della Scuola Media di Camerino, le vorrebbero parlare della drammatica situazione in cui gli immigrati si trovano nel nostro Paese e di conseguenza proporle degli interventi a favore di queste persone che si trovano in difficoltà nel convivere con gli altri individui.

L’Italia si è trasformata, progressivamente, in una società multietnica e ciò è avvenuto non senza problemi, sia per le diffidenze che per i pregiudizi che caratterizzano i contatti con persone diverse per razza, per culture e per usanze, sia per le paure che accompagnano il processo di integrazione.

Recentemente è stata approvata una legge sull’immigrazione che si propone di affrontare e risolvere i diversi problemi riguardanti gli stranieri presenti nel nostro Paese; ma nella vita di tutti i giorni c’è davvero questo grande interesse verso gli immigrati in difficoltà?

I cittadini italiani sono davvero così aperti caratterialmente ad aiutare gli immigrati in difficoltà ad integrarsi nella società?

Secondo la nostra opinione l’intervento di una personalità di rilievo, come il Presidente della Repubblica, potrebbe aiutare gli immigrati a sentirsi partecipi della vita sociale dell’Italia; quindi lei potrebbe fare degli appelli affinché gli immigrati non vengano esclusi ed emarginati dalla società.

A nostro parere bisogna dar voce e valorizzare gli immigrati in Italia e non considerare la loro presenza come motivo di disturbo; è fondamentale cercare di vederli come persone che hanno sofferto e che cercano di integrarsi nella società.

Vorremmo proporle di organizzare degli incontri con degli immigrati al fine di capire la loro situazione e prendere dei provvedimenti che tendano a migliorare i loro rapporti con il tessuto sociale italiano.

Dopo la drammatica esperienza degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, si pensava che il razzismo fosse ormai “morto e sepolto”, invece in questi ultimi anni il comportamento razzista è tornato a manifestarsi negli atteggiamenti di alcune persone.

Vogliamo concludere chiedendoLe di fare tutto quello che Le è possibile per aiutare il processo di integrazione e di inclusione sociale in Italia e in tutta l’Europa.

Cordiali saluti,

KATIA e BEATRICE

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Il film “Lamerica” di Gianni Amelio è stato girato nel 1994 ed è ambientato nell’Albania del 1991,devastata dal regime comunista. E’ una storia di genere drammatico, il cui titolo riprende il modo con cui gli italiani, che emigravano verso gli Stati Uniti storpiavano il nome del continente americano. L’America era considerata in passato da noi italiani, come una terra ricca di denaro e posti di lavoro disponibili, al punto che si era creato un mito americano. Allo stesso modo oggi per gli albanesi si è creato un mito italiano.

Il regista con questa pellicola ha voluto riportare la situazione albanese dopo il crollo del comunismo con tutte le enormi difficoltà che questo popolo ha incontrato finendo anche vittima di malviventi italiani. Il racconto è ambientato nella capitale albanese, Tirana, che dopo la caduta del totalitarismo comunista vive una situazione di estrema miseria. In questo ambito si muovono due truffatori italiani: Fiore e il suo giovane aiutante Gino. Essi arrivano in Albania con l’intenzione di costruire una fantomatica industria di calzature ed usufruire così delle sovvenzioni statali del Paese.

Per aprire lo stabilimento ed apparire in regola occorre però che un cittadino albanese, senza alcun legame familiare, accetti di divenire presidente della società, senza altro compito che firmare dei documenti.

Dopo intense ricerche in tutta la città, i due italiani si recano in un ospizio di ex prigionieri politici dove trovano un vecchio albanese smemorato di nome Spiro Tozai che crede di avere vent’anni. Egli, dopo aver firmato delle carte, fugge per le città albanesi, che vengono illustrate come paesi poveri, distrutti da problemi economici e sociali. Mentre Fiore furbescamente ritorna in Italia, lasciando i problemi della fabbrica a Gino, quest’ultimo è costretto ad inseguire e a controllare Spiro, il quale, in realtà non è un albanese ma un siciliano giunto in Albania nel 1939. Spiro Tozai, il cui vero nome è Michele, era stato condannato a cinquant’anni di carcere. In una conversazione fra Michele e Gino, il primo, convinto di essere indietro nel tempo di cinquant’anni, riferisce a Gino che egli partendo da casa ha lasciato suo figlio e sua moglie in Sicilia e che ora vuole ritornarvi per riabbracciarli. Mentre i due si trovano a bordo di un camion, nel quale si ammassano decine di albanesi che sognano di emigrare in Italia, Gino vive una dura esperienza che, finalmente gli farà aprire gli occhi sulla situazione critica che lo circonda. Passando per i paesaggi albanesi, l’italiano assiste a scene di incredibile miseria e di gente attratta dalla visione “utopica” dell’Italia immaginata come un Paese fantastico. Gino, dopo essere ritornato nella capitale albanese, viene arrestato perché il suo losco piano nel frattempo è stato scoperto. In questo modo egli viene privato anche del suo passaporto ed è costretto a confessare tutto. Nel frattempo, il protagonista aveva lasciato Michele in un ospizio per liberarsi di lui. Nell’attesa del processo Gino viene intanto lasciato libero e sale così a bordo di una nave chiamata “Partizani”, un’imbarcazione carica di duemila emigranti disperati e ritrova il vecchio amico che, esausto anch’esso, invita Gino a sedergli accanto. Michele è convinto che alla fine del viaggio vedrà l’America. In questo modo si conclude il film che racchiude un tema molto importante per la nostra società. Questo film vuole essere un atto d’accusa contro coloro che espongono nelle pubblicità e nei vari programmi l’aspetto irreale della nostra nazione e caratterizzano un fattore di attrazione per gli extracomunitari. Inoltre, la pellicola vuole accusare gli sfruttatori e farci rendere conto che i nostri simili, in passato si sono trovati nella stessa identica situazione degli immigrati oggi. Infatti, lo stesso protagonista, Gino, dopo essersi trovato senza passaporto, in galera e senza lavoro ha compreso la difficoltà e la voglia di migliorare la propria situazione degli albanesi. Nel film, poi, ci sono due scene che rimangono impresse: la prima è quando Michele viene costretto ad entrare in un grande forno da dei bambini. Questi ultimi avevano la seria intenzione di bruciare il vecchio per poi rubargli le scarpe. Atti di delinquenza come questo stanno a sottolineare lo smarrimento dei ragazzi del luogo, i quali imboccano spesso la strada sbagliata. La seconda scena toccante è quella in cui una bambina albanese imita Raffaella Carrà, mentre gli altri la guardano compiaciuti e sognanti: indice del mito utopico del benessere e dei consumi che caratterizzano l’immagine dell’Italia.