Lavorarexsantilario 001 set2010

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In evidenza: Lavorare per ...col dovuto il rispetto per l'ozio I n un periodo difficile per la nostra Democrazia, dove sono messi in discussione diritti fondamentali quali il diritto alla salute, alla istruzione, al lavoro, un periodo cartterizzato dalla disaffezione al voto, dove tutto sembra ridotto a calcolo di utilità personale, 1.400.000 cittadini (mai così tanti nella storia referendaria), hanno aderito alla campagna “L'acqua non si vende” promossa dal “Forum italiano dei movimenti per l'acqua”. Un milione e più di firme per contrastare la privatizzazione dell'acqua e ribadire con forza, attra verso 3 referendum, che l'acqua è e deve rimanere un bene comune, un diritto umano universale (ve di risoluzione ONU del 28 luglio 2010), non assoggettabile a meccani smi di mercato, che il servizio idrico integrato è un servizio essenziale, pri vo di rilevanza economica. Nella nostra provincia hanno firmato più di 13.000 cittadini (800 di S.Ilario), fra loro sindaci, parla mentari, consiglieri comunali, pro vinciali e regionali, hanno inoltre condiviso il merito dei quesiti refe rendari già due consigli comunali (Ca vriago e Luzzara). Il Popolo dell'acqua ha già vinto la prima battaglia, senza soldi, senza la grande stampa senza l'appoggio dei partiti, l'impegno più grosso rimane ora quello di portare al voto refe rendario quei 25 milioni di persone necessarie per raggiungere il quorum e vincere i referendum nella primave ra 2011. Non sarà facile, “l'oro blu” sta di ventando un affare sicuro con rendi menti certi fino al 7% del capitale investito, tutti cercano di appro piarsene. Bisogna fermare questa speculazione sull'acqua e riportare la gestione nella disponibilità dei citta dini, affinchè rimanga un bene co mune un diritto umano. Iren l'azienda nata nei primi giorni di luglio dall'incorporazione di Enia in Iride, come primo atto ha de ciso di espandersi proprio nel settore dell'acqua per diventa re il secondo gestore naziona le. Il presidente Bazzano ha dichiarato, senza pudore, che ad Iren non interessa che il capitale di questa nuova socie tà dell'acqua sia pubblico, pri vato, misto, importa che faccia utili. I maggior azionisti privati (banche e fondi di investimento) lo hanno capito benissimo, hanno investito, e punteranno unicamente a far cresce re il valore delle azioni e dei divi dendi a discapito dei cittadini che si vedranno aumentare le tariffe senza certezza di un miglioramento del servizio. Il declino della scuola italiana non è di oggi, anche se il caso della elementare di Adro, cosparsa di simboli leghisti, ri‐ dicolizza ancora di più la sua immagi‐ ne. Però la Riforma Gelmini infierisce su questa istituzione già in crisi. Riduce le ore, disincentiva il tempo pieno, au‐ menta il numero di alunni per classe, ri‐ torna al maestra unico, riduce il sostegno ai ragazzi con handicap. Tutto con uno scopo: ridurre i costi anche se per le scuole private i soldi sono stati trovati. Ma l’istruzione di una generazione non è luogo di risparmio, bensì quello dove si insegna ai giovani a diventare cittadi‐ ni consapevoli e in grado di gestire la propria vita, come credeva Don Milani, che insegnava leggendo i giornali in classe e facendo scuola tutto il giorno, perché è meglio saper usare mille parole che conoscerne solo 100. So‐ prattutto per le fasce più deboli, la scuola può essere l’occasione del ri‐ scatto sociale. Ma quale scelta può fa‐ re chi, in difficoltà economica oggi viene indotto a 15 anni a optare per una scuola professionalizzante invece di proseguire il proprio percorso edu‐ cativo e culturale. E' troppo preziosa: l'acqua non si vende Enorme l'adesione alla campagna referendaria contro la privatizzazione: si scive Acqua si legge Democrazia A PAGINA 2 Scuola: tutti devono sapere A PAGINA 3 A PAGINA 4 di Glauco Notari di A.Montanari

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Giornalino di informazione politica, ambiente e società del paese di sant'Ilario d'Enza (RE) e del suo territorio

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Page 1: Lavorarexsantilario 001 set2010

SSAANNTT''IILLAARRIIOO

Nr. 1 - Settembre 201 0

In evidenza:

Lavorare per...col dovuto il rispetto per l'ozio

I n un periodo difficile per la nostraDemocrazia, dove sono messi indiscussione diritti fondamentali qualiil diritto alla salute, alla istruzione, allavoro, un periodo cartterizzato dalladisaffezione al voto, dove tuttosembra ridotto a calcolo di utilitàpersonale, 1.400.000 cittadini (maicosì tanti nella storia referendaria),hanno aderito alla campagna“L'acqua non si vende” promossa dal“Forum italiano dei movimenti perl'acqua”.Un milione e più di firme percontrastare la privatizzazionedell'acqua e ribadire con forza, attra­verso 3 referendum, che l'acqua è edeve rimanere un bene comune,un diritto umano universale (ve­di risoluzione ONU del 28 luglio2010), non assoggettabile a meccani­smi di mercato, che il servizio idricointegrato è un servizio essenziale, pri­vo di rilevanza economica.Nella nostra provincia hannofirmato più di 13.000 cittadini (800di S.Ilario), fra loro sindaci, parla­mentari, consiglieri comunali, pro­vinciali e regionali, hanno inoltrecondiviso il merito dei quesiti refe­rendari già due consigli comunali (Ca­vriago e Luzzara).Il Popolo dell'acqua ha già vinto laprima battaglia, senza soldi, senza lagrande stampa senza l'appoggio dei

partiti, l'impegno più grosso rimaneora quello di portare al voto refe­rendario quei 25 milioni di personenecessarie per raggiungere il quorume vincere i referendum nella primave­ra 2011.Non sarà facile, “l'oro blu” sta di­ventando un affare sicuro con rendi­menti certi fino al 7% del capitaleinvestito, tutti cercano di appro­piarsene. Bisogna fermare questaspeculazione sull'acqua e riportare lagestione nella disponibilità dei citta­dini, affinchè rimanga un bene co­mune un diritto umano.Iren l'azienda nata nei primi giornidi luglio dall'incorporazione di Eniain Iride, come primo atto ha de­ciso di espandersi proprio nelsettore dell'acqua per diventa­re il secondo gestore naziona­le. Il presidente Bazzano hadichiarato, senza pudore, chead Iren non interessa che ilcapitale di questa nuova socie­tà dell'acqua sia pubblico, pri­vato, misto, importa che facciautili.I maggior azionisti privati (banchee fondi di investimento) lo hannocapito benissimo, hanno investito, epunteranno unicamente a far cresce­re il valore delle azioni e dei divi­dendi a discapito dei cittadini che sivedranno aumentare le tariffe senzacertezza di un miglioramento delservizio.

Il declino della scuola italiana non è dioggi, anche se il caso della elementaredi Adro, cosparsa di simboli leghisti, ri‐dicolizza ancora di più la sua immagi‐ne. Però la Riforma Gelmini infieriscesu questa istituzione già in crisi. Riducele ore, disincentiva il tempo pieno, au‐menta il numero di alunni per classe, ri‐torna al maestra unico, riduce il

sostegno ai ragazzi con handicap. Tuttocon uno scopo: ridurre i costi anche seper le scuole private i soldi sono statitrovati.Ma l’istruzione di una generazione nonè luogo di risparmio, bensì quello dovesi insegna ai giovani a diventare cittadi‐ni consapevoli e in grado di gestire lapropria vita, come credeva Don Milani,che insegnava leggendo i giornali inclasse e facendo scuola tutto il giorno,

perché è meglio saper usare milleparole che conoscerne solo 100. So‐prattutto per le fasce più deboli, lascuola può essere l’occasione del ri‐scatto sociale. Ma quale scelta può fa‐re chi, in difficoltà economica oggiviene indotto a 15 anni a optare peruna scuola professionalizzante invecedi proseguire il proprio percorso edu‐cativo e culturale.

E' troppo preziosa: l'acqua non si vendeEnorme l'adesione alla campagna referendaria contro laprivatizzazione: si scive Acqua si legge Democrazia

Lavoro: noi stamo con la

FIOM

A PAGINA 2

Scuola: tutti devono sapere

Territorio: porcino . . .oporcata?

A PAGINA 3Fotovoltaico: poco sole emolte ombre

A PAGINA 4

di Glauco Notari

di A.Montanari

E A SANT'ILARIO? (Segue pag. 3)

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Lavorare per Sant'IlarioPag. 2

D opo le vicende di Pomigliano,Melfi e Termoli è arrivata ladisdetta del Contratto nazionale daparte di Federmeccanica. Una voltacancellato uniteralmente il contrattofirmato dai sindacati (tutti e tre,Cgil, Cisl, Uil), e ratificato dalreferendum dei lavoratori,Federmeccanica ha deciso di tenerconto solo di quello separato del2009. Cisl, Uil e, ovviamente, ilministro Sacconi, esultano. E il PD,che della più alta espressionesindacale dovrebbe essere la spondapolitica? Dice “ni”, il PD, e, non di

rado, un bel “sì” responsabile:quello di Enrico Letta, dio ce nescampi, o dell’inarrivabile Fassino.Noi stiamo con la Fiom perchéconsidera i lavoratori partecontrattuale, cioè espressione didiritti. E ispira il proprio ruolo allapossibilità di guardare oltre i confini– per esempio alla Polonia o allaSerbia – offrendo, sempre inmateria di diritti, collaborazione,solidarietà ed esempio. Se la Fiomfosse definitivamente liquidata siimporrebbero, al contrario, imodelli serbo e polacco: limitazionese non addirittura annullamento deldiritto di sciopero, niente mensa,inappellabile comando aziendalesugli orari, gli straordinari e ifestivi, mentre i servizi sul territorio,già rimedio di uno “stato sociale”costruito dagli Enti locali più chedallo Stato, deperiscono oscompaiono.Mentre si sta preparando lamanifestazione nazionale del16 ottobre – un appuntamento chela Fiom ha concepito in termini ditotale apertura: ai lavoratori di ognicategoria e appartenenzaconfederale, alle forze politiche, ai

movimenti e ai cittadini desiderosidi far sentire la propria opposizionea un governo sempre piùimpresentabile – nelle fabbrichemetalmeccaniche di S.Ilario latensione di lotta cresce.Quel che sempre più spesso sisente, però, è la domanda: « e glialtri, i politici, gli amministratori,da che parte stanno?». Il 16 losapremo meglio, ma intanto lasmania di confondersi inun’immaginaria “unità” non sembracalare. Immaginaria? Sì, perché gliaccordi separati firmati da Cisl e Uilsono lì a dimostrarlo, e perché afuria di guardare agli equilibri divertice e non ai lavoratori, aidisoccupati e ai precari in carne eossa, è la stessa Cgil che rischial’isolamento.Per la cronaca alcuni mesi fa ilnostro gruppo aveva proposto inConsiglio comunale una mozione afavore della democrazia sindacale edella consultazione referendaria deilavoratori sul contratto. Prima nondiscussa per un presunto “vizioformale”, la mozione è poi statarespinta dalla maggioranza.

Noi stiamo con la FIOMD I FESA DEL LAVORO

di B.Tre.

Tavolo. Formare un tavolo, trovarsiattorno a, convocarlo, costituirlo,addirittura lanciarlo… Il penoso lessicopolitico dei nostri giorni invoca un tavoloogni volta che il meccanismo del confrontosi inceppa, cioè sempre. A parte la brutturadi lingua, quel che va in parodia è la velleitàdi rassicurare: « non siamo d’accordo, mase ci affidiamo al mobile…». Parodia. Lastessa che il rito televisivo quotidianamentepropone solleticando, in mancanza dimeglio, un patriottismo affidato allepersone e ai personaggi invece che alle ideee ai progetti. Attorno a un tavolo o sedutisul divano. Non cambia. A ciascuno la suaparte, con tanti saluti per la democrazia.(W.F.)

PARLAR MALE...Tempo fa equivaleva a turpiloquio. Qui, e oggi,

vorrei riferirmi a certe espressioni di uso comune,

e di malcelata ideologia

Il tempo è denaro e non va sprecato.Sorge perciò una domanda,

piccola ma angosciosa:"quanto costa leggere LA NOTA?"

AGENDA EVENTI

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Pag. 3

La scuola primaria del nostro Comuneormai non ha più i fondi neanche perl’acquisto di materiale didattico; i geni‐tori e gli insegnanti devono organizzarelotterie e bancarelle per auto‐fi‐nanziarsi. L’utilizzo della fotocopiatriceè possibile solo grazie ad contributoannuale delle famiglie. Gli insegnanti sitrovano ogni anno che passa a dover tira‐re una coperta sempre più corta intermini di disponibilità di risorse per ge‐stire la didattica e garantire il livello diqualità che vorrebbero offrire.

Le compresenze, che erano unarisorsa preziosa per aiutare i bimbistranieri che non padroneggianol'italiano, per il rinforzo e la crescitaculturale, per il recupero di chi restaindietro, per gite e laboratori, sono quasiazzerate. Le ore rimaste sono minime neisingoli plessi e con queste occorre ga‐rantire l’attività alternativa alla religio‐ne cattolica e la presenza per alunnidisabili con poche ore di sostegno.Quanto a questo, da molti anni a questaparte è il Comune che deve fare frontecon un bilancio sempre più all’osso allacarenza di copertura di insegnanti di so‐stegno, attraverso l’appalto ad una coo‐perativa.

Stessa situazione alla “Da Vinci”, nellequali si conferma una dotazione di inse‐gnanti di sostegno esigua (max 9 ore perbambino), senza più valutazione dellagravità e della specifica necessità di so‐stegno. Inoltre, di tali insegnanti sidispone anche per la copertura delle as‐senze di breve durata dei titolari dellecattedre, a sorveglianza dell’intera clas‐se, distogliendoli quindi dai ragazzi se‐guiti.

I soldi per pagare i supplenti vengonoanticipati dagli istituti. Fino ad ora lemedie potevano disporre dei fondidestinati alle attività aggiuntive per poivenire risarciti dal Ministero, ma adessoanche queste modalità sono in discussio‐ne.

Sta diventando economicamente inso‐stenibile predisporre progetti di alfabe‐tizzazione in aiuto ai molti stranieri,talvolta arrivati da pochissimo, che siavvicinano ad essere ormai un terzo degliiscritti. Questi bambini incontrano dellegrandi difficoltà nello studio e nellapartecipazione alle attività dei lorocompagni.

Si stanno erodendo le basi di un siste‐ma che va a formare i cittadini del futu‐ro, e sempre più evidente è il fatto chesolo chi ha i mezzi potrà garantire ai pro‐pri figli una buona formazione e l’acces‐so alle professioni migliori, alla facciadel dettato costituzionale.

P rimavera piovosa: l’estatemontanara vede spuntare ifunghi, le campagne diSant’Ilario…i capannoni.A ridosso di strada Val d’Enza,in piena campagna, in pochigiorni, è emerso dal suolo uncapannone industriale quasi fosseun prataiolo di dimensionicolossali.Ma ci sono funghi e funghi.Questo ha tutta l’aria di esseretossico per ciò che va a deturpare:la campagna, la cornice agliabitati; ovvero una delle pochecose belle che abbiamo nel nostrocomune e che meriterebbe, questosì, di essere valorizzata anzichéviolata nuovamente.Ma non facciamoci illusioni, percarità divina!Sappiamo bene quanto gliamministratori locali, pur dirastrellare qui e là qualche baioccograzie agli oneri di urbanizzazione,siano disposti ad oltraggiare ilterritorio. Nel pieno rispetto delleauto­redatte norme urbanistiche,ci mancherebbe.Una bruttura che chiunque sidiriga a Montecchio potrà“ammirare” coi propri occhi: tale èe tale rimane. Come sarebbedefinibile, altrimenti, lacostruzione di un capannoneindustriale isolato nel bel mezzo diprati, vigneti e residenze, quindi inun contesto di pregio che,

piuttosto, richiederebbe tutela invece di ulteriore contaminazione?Ci si chiede se, almeno nelprofondo e nella riservatezza delproprio intimo, la nomenklaturanon si vergogni nemmeno un po’passando davanti a tale oscenitàpaesaggistico­architettonica.Dovrebbero farlo ma è unasperanza vana visto il riguardo e latutela ambientale che questiragionieri del potereamministrativo dimostrano diavere. A titolo d’esempio bastiosservare l’espansione urbanisticacon dinamiche simili alla crescitatumorale che il nostro comune havisto negli ultimi anni, econtinuerà – ahinoi – a vedere neiprossimi.Concludendo il quadro dilettura, tale episodio evince che ilgruppo dirigente è privo di idee evisioni d’insieme per Calerno eSant’Ilario, privo di prospettive eprogetti politici (urbanistici fintroppi) eccezion fatta per quelli difare cassa continuamente o dimantenere le redini del potere concontentini ed espedienti elettorali.Questo dimostrano di avere:nient’altro che la “lungimiranza”della rendita di posizioneaccontentandosi di navigare avista, tronfi e sordi.Ai cittadini, non rimane cheaugurarsi che questo fungo­capannone rilasci poche spore: piùporcata che porcino.

e a Sant'Ilario...Porcino ...o porcata?SEGUE DALLA PRIMA

TERRI TORIO

di Carlino Doglio

di A.Longobardi

Paesaggio rurale di Via Val d'Enza: Trova l'intruso (non è il cartello).. .

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lavorarexsantilario@libero. it

I n campagna elettorale e in consi­glio proponemmo la realizzazio­ne di un piano energetico comunaleche prevedesse la copertura degli edi­fici pubblici con pannelli fotovoltaiciper la produzione di energia elettri­ca. L’obiettivo era di ridurre le emis­sioni di gas serra, diminuire i costifissi delle strutture, incamerare ri­sorse da investire nello sviluppo ecreazione di nuovi servizi.La maggioranza del PD in consi­glio bocciò questa proposta. Oggi,tuttavia, si legge sul giornale localeun’auto­intervista dell’assessoreall’ambiente che con una notevoleinversione di marcia fa sua la propo­sta e addirittura propone un leasingper l’installazione di pannelli foto­voltaici sugli edifici comunali.Ci fa piacere che in poco tempoabbia cambiato opinione, e cheabbia fatto propria una nostra propo­sta. Ricordiamo all’assessore chenon più tardi dell’anno scorso,quando emendammo il programmadella giunta richiedendo che fosse

inserita la proposta, ci venne rispo­sto che era loro intenzione affidareai privati la realizzazione di campi fo­tovoltaici in aree marginali e per que­sta ragione bocciaval’emendamento. Oggi, un piccolo ba­gno di umiltà, per onestà intellettua­le, non guasterebbe.Ad una superficiale letturadell’intervista sembrerebbe che il co­mune si sia convertito tout court allaproduzione di energia elettrica con ipannelli fotovoltaici, ma l'astuzia les­sicale può trarre in inganno.Riassumendo l’intera intervista inrealtà il succo è: abbiamo affidatotre aree marginali ad un privato cheinstallerà un campo fotovoltaico perprodurre energia elettrica (chevenderà al gestore), da questo pri­vato il Comune incasserà un affittodi circa € 30.000 (di cui circa€ 10.000 dovranno essere date al co­mune di Gattatico in quanto partedelle aree ricadano nel suo territo­rio) e abbiamo l'intenzione di copri­re gli edifici comunali di pannellifotovoltaici per produrre diretta­

mente l’energia. In poche righe sisarebbe potuto chiarire tutto, eavremmo capito che la parte privataè in fase di realizzazione mentre laseconda resta un’ipotesi.E tale potrebbe rimanere, datoche leggendo il Piano EconomicoGestionale 2010 troviamo chel’appalto per questi lavori dovevaessere realizzato entro giugno diquest'anno. Ora siamo a settembre ea meno di qualche errore o svista, dicui chiediamo scusa in anticipo, diqueste realizzazioni nemmenol'ombra.

A Sant'Ilario poco sole e molte ombreFOTOVOLTAICO

di Ildo Viadana

"...non è lieve il difetto di un indice dibenessere collettivo che, come il PIL,trascura la qualità dell'aria che respiriamo equella del tempo che viviamo, che è incapacedi riconoscere il senso di una giornata di soleo il valore dell'ozio, insensibile tanto alfascino di un panorama quanto al piacere diun pasto ben cucinato..."(P. Dacrema, da “La dittatura del PIL”, 2007)

Pubbicazione a cura del gruppo consiliare elista civica LAVORARE PER SANT'ILARIOdi Sant'Ilario d'Enza (RE)[email protected]

Grafica e Editing (in proprio)con software libero: SCRIBUS Open SourceStampato in proprio

Chiuso in Redazione il 24/09/2010

«Forse molti di voi non hanno mai vistoin vita loro un carrello di bollito ma,credetemi... quando usciva dalla cucinadel mio ristorante, con il lesso fumanteappoggiato sui grandi vassoi, oppurequando la carne veniva alzatadirettamente dagli scomparti del carrellopieni di brodo bollente... beh... per ungourmet era un momento di grandeappagamento!» Rinaldo Rinaldini (da "Ilmondo dei sapori e dei profumi diDeanna e Rinaldo", Alberto PerdisaEditore, 2007)Rinaldo (Rico del Moro), nato aSant'Ilario il 26 Ottobre 1935, ristoratoreaccogliente ed innovativo nello suostorico "Ristorante Moro", esuccessivamente produttore vitivinicolodi successo, se ne è andato lo scorso 20Agosto. Ha lasciato alla nostra comunitàil ricordo di un uomo che ha saputosempre mettere passione e creativitàalla base delle cose che ha fatto. (A.L.)

Rico del Moro