L’INCHIOSTRO DI GAETANO · 2019. 10. 26. · L’INCHIOSTRO DI GAETANO I.I.S. “GAETANO DE...
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L’INCHIOSTRO DI GAETANO I.I.S. “GAETANO DE SANCTIS” - ROMA
L’operazione Mare Nostrum nasce il 18
ottobre 2013 come prima risposta
all’emergenza rappresentata dal
crescente flusso migratorio verificatosi
nello Stretto di Sicilia. Quest’operazione
militare e umanitaria aveva come finalità
quella di prestare soccorso ai natanti nel
momento in cui si trovavano in pericolo. Il
Governo Italiano, guidato dal presidente
del consiglio Enrico Letta, decide di
avviare Mare Nostrum dopo il naufragio
del 3 ottobre a poche centinaia di metri
dall’isola di Lampedusa, nel quale persero
la vita più di trecento persone. Le
immagini delle bare allineate in attesa
della degna sepoltura arrivano nelle case
della popolazione suscitando orrore e
profondo dolore. L’operazione ha
l’incarico di evitare l’avvenimento di altre
tragedie e di perseguire le organizzazioni
criminali che gestiscono questi flussi.
Vengono dispiegate 5 navi minori ed
un’Unità Maggiore nella quale i migranti
ricevevano un primo soccorso e venivano
sottoposti ad un identikit politico e
sanitario per la tutela del Paese. Il
Governo però non riesce a supportare da
solo l’elevato costo dell’operazione e,
dopo aver chiesto un aiuto ad altri Paesi
membri dell’UE e non aver ottenuto la
solidarietà sperata, viene ceduto il posto
a Triton.
Triton è un’operazione gestita da Frontex
(agenzia europea) iniziata il 1° novembre
2014 che ha come scopo il controllo delle
Da Cortina ‘56 al sogno olimpico di Roma
frontiere Europee; nell’ambito di tale
controllo concorre alla salvaguardia della
vita in mare. La scena d’azione è la stessa
di Mare Nostrum ma Triton, che si
appoggia comunque su basi italiane,
dipende dalla partecipazione volontaria
dei 28 Stati membri dell’Unione Europea.
Lo scopo principale di entrambe le
operazioni è quello di rendere più sicuro
l’utilizzo del mare e garantire allo stesso
tempo i cittadini italiani ed europei
dall’arrivo in Europa dei “non aventi
diritto”.
A fasi alterne le due operazioni sono state
sostenute e criticate dall’opinione
pubblica; sono state definite anche ‘‘pull
factor’’: ovvero operazioni che facilitano
l’immigrazione clandestina e che ne
determinano l’aumento. L’azione di
entrambe le operazioni ha drasticamente
ridotto i morti in mare benché i flussi siano
rimasti abbondanti. Le ragioni di tale
migrazione sono da ricercare
nell’evoluzione dello scenario geopolitico
internazionale e nel fiorire delle diverse
guerre nei Paesi mediorientali e africani.
Nel corso del 2015 l’Italia a fatto enormi
progressi salvando migliaia di vite: i morti
sono infatti diminuiti del 12,9% circa
rispetto al 2014. Contrariamente però a
ciò che ha dichiarato il ministro
dell’Interno Angelino Alfano, il Paese non
si fermerà in attesa della prossima mossa
dell’Europa ma continuerà a lavorare
come è stato fino ad ora.
Il 22 gennaio scorso, presso la sede del
Comitato Olimpico Internazionale a Losanna,
il premier Matteo Renzi ha ufficializzato la
candidatura di Roma per ospitare i Giochi
della 33esima Olimpiade, nel 2024. Potrebbe
sembrare una data scelta a caso, ma in
realtà cade a pochi giorni da un importante
anniversario per lo sport Italiano ed olimpico.
Il 26 gennaio di sessant’anni fa, infatti, si sono
tenuti a Cortina d’Ampezzo i primi Giochi
Olimpici Invernali mai ospitati dall’Italia. Dopo
vennero Roma nel 1960 e, proprio dieci anni
fa, Torino. Le Olimpiadi di Cortina sono state
piene di “prime volte”: la prima
partecipazione dell’URSS ai Giochi Invernali,
le prime dirette TV, i primi sponsor e la parità
di genere tra gli atleti, con la prima donna
della storia delle Olimpiadi a pronunciare il
giuramento olimpico. Inoltre l’Italia ebbe
l’occasione per mostrare al mondo la sua
rinascita dopo il secondo conflitto mondiale,
e da allora la Regina delle Dolomiti ha
guadagnato il suo prestigio internazionale.
Ancora oggi le stupende piste come la
Olimpia delle Tofane sono un appuntamento
fisso per le competizioni mondiali di sci alpino.
Così come le Olimpiadi del ’56 rilanciarono
l’immagine dell’Italia di allora, le Olimpiadi di
Roma potrebbero essere un ulteriore modo
per dare al mondo un’immagine nuova della
Capitale e del nostro Paese. Con le nuove
regole introdotte dal CIO nel 2015 le gare si
potranno tenere in più città, dando quindi
all’evento una portata più Nazionale e non
solo cittadina. Così si potranno utilizzare
strutture già esistenti, riducendo quindi i costi
dell’operazione. Entro il settembre 2017, data
della votazione, Roma e l’Italia si dovranno
impegnare per dare al CIO le migliori
garanzie. E qualora riuscissimo a vincere il
nostro impegno sarà uno solo: trasformare
queste garanzie nelle Olimpiadi più belle di
sempre. Le Olimpiadi all’ombra del Colosseo.
MARE NOSTRUM E TRITONdi Carlo d’Argenzio
L’EDITORIALE
di Ginevra Mattei
NUM. I - FEBBRAIO 2016
La crisi della rappresentanza politicadi Ilaria Romagnoli
L’Italia, per quasi cinquant’anni, ha avuto
tassi di partecipazione elettorale altissimi,
sconosciuti in quasi tutte le altre
democrazie liberali: i votanti alle elezioni
superavano il 90%. Tuttavia, a partire dagli
anni settanta, si sono presentati cali
abbastanza repentini delle percentuali di
elettori, fino ad arrivare ad un 72,5% di
votanti nel 2013. C’è una larga parte di
società che ormai non va più a votare
perché si sente esclusa dal sistema, non
trova rappresentanza e chiede una
politica più attenta e onesta; questo
gruppo si rifugia in due grandi
schieramenti: l’astensionismo, e in nuovi
movimenti politici (dai frequenti
scivolamenti populisti) che individuano gli
interessi da rappresentare, li articolano, li
aggregano in programmi. Una
componente significativa di questo calo
della partecipazione, tipico delle
democrazie mature, è connessa
inevitabilmente al crollo della tensione
alla luce della crisi delle ideologie del
sistema politico bipolarista italiano dopo
quasi mezzo secolo e del nuovo assetto
geopolitico mondiale; si aggiunge la
perdita di fiducia nella classe politica e il
mal funzionamento non solo dei
meccanismi di responsabilità, ma anche
di quelli di responsività. C’è una grave
perdita di identità collettiva dell’elettore
italiano, che però viene ignorata dalle
derive autoritarie attuali e dal governo
stesso. Laddove i partiti potenzialmente di
governo non hanno acquisito potere
significativo, i processi decisionali sono più
complessi poiché poggiano su società
frammentate, in competizione e poco
inclini alla collaborazione, trovandosi
costantemente in situazioni di squilibri di
rappresentanza e dunque di benessere
comune. Il disinteresse dei rappresentanti
per le esigenze dei loro elettori e il
distacco dalle condizioni reali della vita
dei votanti emergono dalle manovre
demagogiche e di “stabilità” prese dai
essi, come la creazione di alleanze
progressiste, ammortizzatori sociali, la
penetrazione dei gruppi di pressione, il
declino delle organizzazioni sindacali: se i
partiti tendono all’autosufficienza e
all’autoreferenzialità senza render conto,
è certamente difficile trovare una
rappresentanza democratica
soddisfacente. Oggigiorno la politica
italiana stanzia in uno stato di crisi,
incapace di coinvolgere l’Italia stessa. Per
questo occorre aprire e curare le esigenze
del paese di questo tempo, restaurare
una rappresentanza politica motivante e
convincente ma che soprattutto sia
efficace ed efficiente: serve un modello
di sviluppo che modernizzi la società in
modo sostenibile, una coesione sociale
rinnovata da un confronto civile
produttivo basato sul dialogo del partito
attivo, che manca con il governo attuale.
Bisogna innestare attività di protagonismo,
partecipazione e attivismo, così che la
democrazia si realizzi davvero nella sua
organizzazione inclusiva.
Il 21 gennaio di quarant’anni fa un aereo
destinato a cambiare la storia
dell’aviazione partì per il suo primo volo
commerciale. Quell’aereo era il
Concorde, capace di collegare Londra e
New York in 3 ore e mezza, alla sbalorditiva
velocità di Mach 2, il doppio della velocità
del suono. Il primo e finora l’unico jet
supersonico destinato al trasporto
passeggeri nacque da una
collaborazione tra le aziende British
Aerospace e Aèrospatiale,
rispettivamente britannica e francese. Da
qui il nome Concorde, concordia. Il
progetto vide la luce in piena Guerra
Fredda e si trovò a competere con il
sovietico Tupolev TU-144, chiamato
ironicamente Konkordoski per via della
somiglianza. Alla presentazione in
occasione del Paris Air Show nel 1973 il
volo del Concorde si completò con
successo mentre l’analogo sovietico,
dopo alcune manovre azzardate, si
schiantò al suolo, uccidendo 10 persone.
Un’inchiesta decretò l’errore umano
come causa del disastro. A seguito
dell’incidente il TU-144 non entrò in servizio.
L’esperienza di volo offerta ai 100
passeggeri del Concorde, utilizzato
unicamente da British Airways ed Air
France, era unica rispetto agli altri velivoli.
Volarci era un lusso per pochi: ogni
biglietto di andata e ritorno costava
intorno ai 12.000 dollari, per coprire gli alti
costi di rifornimento e manutenzione. La
breve durata del volo si compensava con
la poca comodità, a causa delle ridotte
dimensioni dei sedili e della cabina. Si
stima che nei suoi 27 anni di servizio più di
2,5 milioni di persone abbiano utilizzato il
Concorde. L’epoca dei viaggi aerei
supersonici si è conclusa
drammaticamente all’alba del nuovo
millennio. Il 25 luglio 2000 un esemplare
dell’Air France appena decollato
dall’Aeroporto Charles de Gaulle di Parigi
prese fuoco e precipitò a causa di un
detrito sulla pista, portando alla morte 113
persone. Fu l’unico incidente mortale in
cui venne coinvolto un Concorde.
Nonostante il rientro in servizio un anno
dopo, gli altissimi costi di gestione e le
conseguenze sul mercato del 11
settembre spinsero la British Airways e l’Air
France a ritirare congiuntamente il
Concorde dal servizio il 26 Novembre
2003. Si chiuse così un capitolo di storia
dell’aviazione.
Concorde: 40 anni alla velocità del suonodi Carlo d’Argenzio
Stop al femminicidio!di Flaminia Castelli
La violenza contro le donne o violenza di
genere è un fatto che purtroppo esiste da
millenni, ma solo oggi emerge dopo fatti
di cronaca recenti, a volte tragicamente
sfociati in femminicidi. La storia ne sa
qualcosa: basta tornare indietro di
qualche secolo, al Medioevo, quando
una donna non poteva litigare con il
marito che subito veniva condannata a
morte o il meno delle volte veniva
lapidata. Oppure pensiamo alle donne
che venivano accusate di stregoneria
solo perché osavano dire ciò che
pensavano. Non dimentichiamo poi la
sottomissione e la violenza subita da
migliaia di mogli e figlie, condannate al
silenzio per mantenere il buon nome della
famiglia. Si tratta di un bagaglio pesante,
che solo ora viene aperto e reso pubblico,
in una civiltà che si trova purtroppo
ancora oggi protagonista.
Infatti sembra assurdo che nel 2016 in tutto
il mondo ci siano donne sottomesse dai
propri compagni, le quali ogni giorno
subiscono violenze non solo fisiche, ma
soprattutto verbali, spesso peggiori di uno
schiaffo. Eppure queste non denunciano
l’atto o per pavidità o nella speranza che
ad un certo punto tutto possa finire,
riavendo la propria vita normale; ma non
succede sempre così e si ricerca l’unico
modo per salvarsi a quel punto, la morte.
Potremmo dare diverse spiegazioni al
fenomeno, anche se tutte sono
confutabili: la prima è il fatto che per
millenni l'uomo è stato sempre
considerato superiore alla donna, e di
fatto è stato in qualche modo giustificato
riguardo a certi comportamenti, talvolta
anche dal mondo cattolico. In secondo
luogo è palese che una donna sia più
debole rispetto al compagno, non solo
fisicamente, dunque è molto facile
incutere timore, alzare le mani e
sottometterla.
La soluzione dunque sta proprio nelle
donne che ogni giorno subiscono
violenza: denunciare è il primo passo verso
la libertà, la riconquista della propria
dignità e la sicurezza di svegliarsi una
mattina libere.
AFTER - un amore difficiledi Silvia d’Argenzio
Ha da poco fatto la sua ascesa il best
seller di Anna Todd, AFTER. L'autrice ha
scritto i suoi libri, in totale cinque, su
Wattpad, il social network che dà una
speranza ai giovani scrittori di pubblicare
le loro opere. Anna Todd è una di queste,
nonché una fan degli One Direction. Qui
nasce il disguido: AFTER è una fan fiction,
ovvero una storia creata intorno ad un
personaggio famoso, su Harry Styles dei
1D, e molte directioners si sono lamentate
con la scrittrice perché ritenevano
offensivo il personaggio ispirato al loro
idolo. Ma è veramente giusto prendersela
con la scrittrice solo perché ha montato
una storia sulla base di una celebrità?
D'altronde il protagonista non ha nulla a
che vedere con Harry Styles, se non per il
suo aspetto fisico. Infatti, la serie di libri di
AFTER parla di un amore insolito e
all'apparenza impossibile tra un ragazzo
sfrontato e arrogante e una ragazza
precisa e studiosa. Infatti Hardin Scott, il
protagonista, è un ragazzo introverso,
pieno di rabbia e molto aggressivo; ha
molti tatuaggi che lo fanno passare per
un cattivo ragazzo, ma solo la dolce Tessa
riuscirà a scavare nella sua anima,
scoprendo tutti i suoi segreti più reconditi.
Hardin si trasforma piano piano in un
ragazzo migliore, e fa altrettanto
diventare Tessa una ragazza più sicura di
sé e più libera. Ma sarà veramente così?
Il ragazzo cambierà veramente o illuderà
solo la povera Tessa? E questo è solo il
primo libro, perché la storia di Tessa e
Hardin viene raccontata in ben cinque
libri, ultimo dei quali uscito recentemente,
ma che solo ora sono diventati tra i libri
più letti dalle ragazze di tutta Italia. La
Paramount Pictures ha già comprato i
diritti cinematografici, e a breve potrebbe
uscire un film su AFTER. E sembra proprio
che a recitare nel ruolo di protagonista
sarà Harry Styles. A quanto pare Anna
Todd potrà riconquistare la fiducia delle
directioners, che non vedono l'ora di
guardare il giovane cantante sul grande
schermo. Consiglio di leggere AFTER, in
quanto è un libro molto interessante che
tratta argomenti attuali nel mondo
giovanile, in cui è facile identificarsi.
Addio al “Rebel Rebel” del Rockdi Camilla Verdolini
Il 10 gennaio 2016, a soli due giorni di
distanza dall'uscita del suo ultimo lavoro,
"Blackstar"", ci lascia David Bowie, pioniere
nonché trasformista del rock per più di
cinquant'anni. Bowie nasce a Brixton,
Londra, e sotto l'influenza del fratellastro
inizia a sviluppare il suo interesse per la
musica, che lo porterà in seguito a
delineare lo stile surreale e innovativo che
ne determinerà il successo. Nell'arco della
sua lunga carriera si dedica alla creazione
di famosi alter ego come Ziggy Stardust,
Halloween Jack, Nathan Adler e il Duca
Bianco, facendo collaborazioni con
grandi nomi della musica a lui
contemporanea come Lou Reed, Iggy
Pop, Mike Jagger, John Lennon e Freddie
Mercury. David si dedica in seguito anche
al cinema e all'arte e significativa è
l'ispirazione ricevuta dall'artista Andy
Warhol per cui comporrà l'omonimo
brano; in ricordo della sua scomparsa è
stata recentemente inaugurata una
mostra a cura del Victoria & Albert
Museum di Londra: 'David Bowie Is'
raccoglie circa 300 oggetti tra costumi di
scena, fotografie e testi originali che
raccontano i vari aspetti di questo
camaleontico personaggio. A fianco dei
numerosi fan, anche molte star della
musica hanno commemorato tramite
Twitter il Duca Bianco, manifestando la
loro ammirazione e condividendo i loro
ricordi di questa grande personalità;
“Quando un artista ha completato la sua
opera, - diceva Bowie - essa non gli
appartiene più. Guardo semplicemente
ciò che ne fa la gente”: ed è così che
Ziggy Stardust, uno spirito eclettico e
sprezzante di ogni limite, ispiratore di
nuove e vecchie generazioni, un “alieno”
del suo tempo, incita il suo pubblico ad
indossare la propria maschera per
interrompere la monotonia della realtà e
diventare, come lui, un eroe almeno per
un giorno.
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