La Voce del Popolo 2012 29

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° Ǥ ǯ ǡ ǡ Ǥ ǯ Ǥ In origine furono i giovani guerrieri della nobiltà ateniese a organizzare, in tempo di pace, i giochi in onore delle divinità dell’Olimpo. Lancio del giavellotto, tiro con l’arco, combattimento con la spada, lotta corpo a corpo, erano alcune delle prime discipline olimpiche. L’arte di prepararsi alla guerra diventò un gioco con vincitori e vinti. Non stupisce che proprio ad Atene, culla della civiltà classica, la corporeità e lo sport fossero ritenuti un valore e che il campione venisse celebrato come un eroe. L’atleta, con le doti mostrate nei giochi olimpici, avrebbe difeso la città dagli assalti dei nemici, garantendo la prosperità economica e la libertà di filosofeggiare. Sospese nel 393 con ǯ /$ 92&( '(/ 3232/2 l’editto di Teodosio, le Olimpiadi moderne ripresero nel 1896 con De Coubertin. In piena modernità e industrializzazione le Olimpiadi moderne ebbero il pregio di porre ancora una volta l’uomo al centro del vissuto sociale. Non sono le macchine, né il profitto, né la società a prevalere nei giochi, ma è l’uomo che attraverso il sacrificio personale e il perfezionamento del gesto atletico, diviene vincitore sui propri e altrui limiti. Cosa c’è di tutto questo nelle Olimpiadi 2012? Non la tregua olimpica presente nell’antichità: nel mondo continueranno le guerre tra quegli Stati che a Londra si confrontano in pace. Ci sarà piuttosto un piccolo esercito formato da 27mila uomini, che veglierà sulla pace degli atleti. Nessuna tregua tra i mass media: solo chi ha pagato i diritti potrà trasmettere! Proibito mettere in rete immagini rubate coi cellulari. Anche gli sponsor hanno già vinto, decidendo a priori i materiali per le gare, le divise, l’alimentazione, le cerimonie ufficiali. Solo la pioggia, ne è prevista molta, avrà libertà d’azione. Il ricordo dei nostri atleti italiani, speriamo con molte medaglie, si dissolverà in breve tempo. Anche se difendono i colori nazionali non saranno celebrati con la stessa enfasi dei calciatori. Le vittorie degli atleti non serviranno a difendere le finanze pubbliche dagli attacchi dello spread e neppure garantiranno loro un futuro benessere: i più torneranno a lavorare con stipendi sindacali nelle forze dell’ordine, nelle attività di famiglia o nella comunicazione. Non saranno neppure eroi mediatici: dura poco la fama degli olimpionici. Eppure, guardando in profondità la loro vita abbiamo molto da imparare: la passione li ha motivati nell’esercitarsi con sudore; nessuna certezza sulle possibilità di riuscita; nessuna resa alla fatica o allo sconforto. Semplicemente nell’impegno personale abita il loro primo e più importante appagamento. Eppure l’Olimpiade affascina e coinvolge l’intera umanità perché, attraverso lo sport, è maestra di vita. Il filosofo Emanuele Isidori, afferma che “può essere considerata una vera e propria filosofia dell’educazione”. Ci rimarrà dunque un grande insegnamento: l’uomo resta artefice della propria vita e della realizzazione della propria felicità. Questo ci insegna lo sport olimpico: esercizio, esercizio e poi ancora esercizio. Su questo si fonda la felicità e la realizzazione di una vita. Come lo sport, così la fede si fonda sull’esercizio della preghiera; così la cultura (repetitio est mater studiorum!); così l’amicizia ed anche l’amore domandano esercizio paziente e insaziabile. Se dalle opere si riconoscono i frutti buoni, dall’Olimpiade di Londra ci aspettiamo un sussulto di umanità e una speranza di vita. ǡ Olimpiadi: cosa è rimasto del sogno Referendum. Ridurre gli stipendi dei parlamentari ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌǡ ǤǤ Ufficio famiglia. In Terra Santa con il Vescovo Brescia calcio. E ora la carica dei 101 Intervista. Caironi economista di Ricerca&finanza Esclusiva. Le “verità” di Andrea Arcai Ǥ ǤǤ Anche in seguito a un discutibile romanzo, Maria Madda- lena è tornata a godere di una certa celebrità. Non che i secoli trascorsi l’avessero dimenticata: possiamo incon- trare infatti nelle chiese tante sue raffigurazioni. Se pe- rò in passato si insisteva sulla sua conversione (cosa che secondo alcuni andrebbe meglio approfondita), oggi si mette maggiormente in rilievo il suo compito di testimone e messaggera della risurrezione. È lei, infatti, che porta il “lieto annuncio” della Pasqua ai discepoli, tanto da essere denominata “Apostola degli Apostoli”. Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo (che si richia- ma a lei più volte) in una sua poesia così si esprime: “Al santo Sepolcro, Maria Maddalena si chinava piangendo, cercando il suo Gesù. Venne anche il suo Dio, velando la sua luce. Mostrandole pri- ma il suo Volto benedetto, sgorgò subito dal suo Cuore una sola parola. Mormorando il nome così dolce di “Maria”, Gesù le rese la pace, la gioia”. Il Signore ci chiama ogni giorno: che ascoltandolo possiamo anche noi - almeno un poco - gustare la sua pace e divenirne apostoli gioiosi.

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In Siria è in corso una vera e propria guerra civile. Da una parte la dura repressione del presidente Assad e dall’altra le forze rivoluzionarie che chiedono, con altrettanta violenza, la fine del regime. In mezzo il dramma di una popolazione che registra l’immobilismo della comunità internazionale

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In origine furono i giovani guerrieri della nobiltà ateniese a organizzare, in tempo di pace, i giochi in onore delle divinità dell’Olimpo. Lancio del giavellotto, tiro con l’arco, combattimento con la spada, lotta corpo a corpo, erano alcune delle prime discipline olimpiche. L’arte di prepararsi alla guerra diventò un gioco con vincitori e vinti. Non stupisce che proprio ad Atene, culla della civiltà classica, la corporeità e lo sport fossero ritenuti un valore e che il campione venisse celebrato come un eroe. L’atleta, con le doti mostrate nei giochi olimpici, avrebbe difeso la città dagli assalti dei nemici, garantendo la prosperità economica e la libertà di filosofeggiare. Sospese nel 393 con

l’editto di Teodosio, le Olimpiadi moderne ripresero nel 1896 con De Coubertin. In piena modernità e industrializzazione le Olimpiadi moderne ebbero il pregio di porre ancora una volta l’uomo al centro del vissuto sociale. Non sono le macchine, né il profitto, né la società a prevalere nei giochi, ma è l’uomo che attraverso il sacrificio personale e il perfezionamento del gesto atletico, diviene vincitore sui propri e altrui limiti. Cosa c’è di tutto questo nelle Olimpiadi 2012? Non la tregua olimpica presente nell’antichità: nel mondo continueranno le guerre tra quegli Stati che a Londra si confrontano in pace. Ci sarà piuttosto un piccolo esercito formato da 27mila uomini, che veglierà sulla pace degli atleti. Nessuna tregua tra i mass media: solo chi ha pagato i diritti potrà trasmettere! Proibito mettere in rete immagini rubate coi cellulari. Anche gli sponsor hanno già vinto, decidendo a priori i materiali per

le gare, le divise, l’alimentazione, le cerimonie ufficiali. Solo la pioggia, ne è prevista molta, avrà libertà d’azione. Il ricordo dei nostri atleti italiani, speriamo con molte medaglie, si dissolverà in breve tempo. Anche se difendono i colori nazionali non saranno celebrati con la stessa enfasi dei calciatori. Le vittorie degli atleti non serviranno a difendere le finanze pubbliche dagli attacchi dello spread e neppure garantiranno loro un futuro benessere: i più torneranno a lavorare con stipendi sindacali nelle forze dell’ordine, nelle attività di famiglia o nella comunicazione. Non saranno neppure eroi mediatici: dura poco la fama degli olimpionici. Eppure, guardando in profondità la loro vita abbiamo molto da imparare: la passione li ha motivati nell’esercitarsi con sudore; nessuna certezza sulle possibilità di riuscita; nessuna resa alla fatica o allo sconforto. Semplicemente nell’impegno

personale abita il loro primo e più importante appagamento. Eppure l’Olimpiade affascina e coinvolge l’intera umanità perché, attraverso lo sport, è maestra di vita. Il filosofo Emanuele Isidori, afferma che “può essere considerata una vera e propria filosofia dell’educazione”. Ci rimarrà dunque un grande insegnamento: l’uomo resta artefice della propria vita e della realizzazione della propria felicità. Questo ci insegna lo sport olimpico: esercizio, esercizio e poi ancora esercizio. Su questo si fonda la felicità e la realizzazione di una vita. Come lo sport, così la fede si fonda sull’esercizio della preghiera; così la cultura (repetitio est mater studiorum!); così l’amicizia ed anche l’amore domandano esercizio paziente e insaziabile. Se dalle opere si riconoscono i frutti buoni, dall’Olimpiade di Londra ci aspettiamo un sussulto di umanità e una speranza di vita.

Olimpiadi: cosa è rimasto del sogno

Referendum.Ridurre gli stipendi dei parlamentari

Ufficio famiglia.In Terra Santa con il Vescovo

Brescia calcio.E ora la carica dei 101

Intervista.Caironi economista di Ricerca&finanza

Esclusiva.Le “verità” di Andrea Arcai

Anche in seguito a un discutibile romanzo, Maria Madda-lena è tornata a godere di una certa celebrità. Non che i secoli trascorsi l’avessero dimenticata: possiamo incon-trare infatti nelle chiese tante sue raffigurazioni. Se pe-rò in passato si insisteva sulla sua conversione (cosa che secondo alcuni andrebbe meglio approfondita), oggi si mette maggiormente in rilievo il suo compito di testimone e messaggera della risurrezione. È lei, infatti, che porta il

“lieto annuncio” della Pasqua ai discepoli, tanto da essere denominata “Apostola degli Apostoli”.

Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo (che si richia-ma a lei più volte) in una sua poesia così si esprime: “Al santo

Sepolcro, Maria Maddalena si chinava piangendo, cercando il suo Gesù. Venne anche il suo Dio, velando la sua luce. Mostrandole pri-

ma il suo Volto benedetto, sgorgò subito dal suo Cuore una sola parola. Mormorando il nome così dolce di “Maria”, Gesù le rese la pace, la gioia”.Il Signore ci chiama ogni giorno: che ascoltandolo possiamo anche noi - almeno un poco - gustare la sua pace e divenirne apostoli gioiosi.

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hi si intestardisce a usare una terminologia che sa di passato li definisce anco-ra “giochi olimpici”. Già il termine Olimpiadi suona

stretto e per certi verso anacronisti-co. “Olimpiade” infatti rimanda, come bene scrive Claudio Paganini nell’edi-toriale che apre questo numero di “Voce”, all’antica Grecia, un mondo in cui il cimento sportivo aveva anche un profondo significato religioso. Tut-to si fermava per le Olimpiadi, guerre comprese. Un mondo ideale, quello delle antiche olimpiadi, irrimediabil-mente perduto, nonostante il sogno del barone Pierre De Coubertin che sul finire del XIX secolo ebbe l’idea di organizzare dei giochi simili a quelli dell’antica Grecia. Ben presto il mon-do si accorse che non era più tempo di sogni e di mondi ideali. Le Olimpia-di che mettevano uno stop alla guer-ra, sono state costrette nel corso del XX secolo a cedere il passo al tuono delle armi. È stato così per l’edizione del 1916 che avrebbe dovuto tener-si a Berlino ma che venne soppressa perché l’Europa era teatro di ben altri scontri: le battaglie della Prima guer-ra mondiale. Sorte analoga toccò alle edizioni del 1940 assegnate a Tokyo e del 1944 in programma a Londra. La Seconda guerra mondiale fu più for-te dello spirito olimpico che per altro aveva già conosciuto una profonda fe-rita con le Olimpiadi celebrate a Berli-no nel 1936 e pensate da Hitler come l’esaltazione del nazismo e della supe-riotità della razza ariana (anche se ci pensò Jessie Owens, con le sue vitto-rie, a mettere un bastone tra le ruote della Germania). Nel 1972, a Monaco,

il sogno olimpico si trasformò addirit-tura in incubo con la strage degli atleti israeliani a opera del gruppo terroristi-co Settembre nero che scelse il palco-scenico olimpico per portare la que-stione palestinese sotto i riflettori. Poi ci sono state le Olimpiadi di Mosca del 1980 boicottate da tanti Paesi, Usa in testa, per protestare contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan. A completa-re l’opera della politica e della guerra è giunta infine la stagione del doping. È ancora negli occhi di tanti la calvaca-ta vicente del canadese Ben Johnson a Seul 1988 contro il rivale di sempre Carl Lewis, viziata però dal ricorso a

sostanze proibite da parte del vincito-re, poi cacciato dai giochi. Insomma, la sensazione è che si parli sempre di meno delle Olimpiadi come festa dello sport e sempre di più in termini proble-matici. Atene 2004, per esempio, è pas-sata alla storia non tanto per i risultati sportivi ma per essere considerata la “causa delle cause” della crisi econo-mica che ha portato il Paese sull’orlo della bancarotta. Pechino 2008, è stata occasione per mettere sotto la lente di ingrandimento un Paese che ha tanti limiti da nascondere: dallo scarso inte-resse per la tutela dell’ambiente alla si-stematica violazione dei più elementa-ri diritti umani. Ma quella cinese è stata anche l’edizione dei proclami rimasti tali. In tanti minacciavano il boicottag-gio, nessuno l’ha fatto nonostante la Ci-na abbia continuato imperterrita sulla sua strada. È stata soltanto molto abi-le nel mettere tutto sotto terra per 15 giorni. Londra 2012 è ormai alle porte: la cerimonia inaugurale è prevista per venerdì 27 luglio. Anche quest’anno, però, non sembra lo sport l’elemento centrale dell’evento. Si dice che sarà l’edizione più blindata di sempre, con controlli rigidissimi che arriveranno ad impedire l’uso di ombrelli in caso di pioggia e di apparecchi fotografici per immortalare le gesta degli atleti. Saranno anche, come in molti hanno scritto, le Olimpiadi più ecologiche ed economiche della storia moderna, no-nostante i costi siano lievitati di oltre il 170% rispetto ai preventivi iniziali.Riusciranno, dal 28 luglio, gli atleti a conquistare il centro dell’interesse e a rinverdire lo spirito delle Olimpia-di dell’antica Grecia? È la speranza di tutti, anche del presidente del Coni di

Brescia Ugo Ranzetti che nell’augurare il massimo del successo ai bresciani in gara a Londra (a cui sono dedicate que-ste pagine, ndr) non manca di sottoli-nare come lo sport paghi un pesante dazio al dio denaro. “Se il movimento olimpico italiano – afferma Ranzetti – fatica è perché mancano le risorse per costruire dalla base”. Il calcio che fagocita ( o fagocitava) la stragrande maggioranza delle risorse incide anche sulla mentalità corrente. “Oggi – conti-

Walter Braghini (nella foto) è il responsabile bresciano di Special Olympics, l’associazione che promuove lo sport come strumento per valorizzare le potenzialità delle persone affette da disabilità intellettiva e favorire percorsi di integrazione nella società. Un mondo, quello dello sport nella disabilità intellettiva, che Braghini segue da vicino e che, per sua ammissione, è profondamente diverso da quello paraolimpico che tra poche settimane avrà la sua

vetrina mondiale a Londra. “Quando si parla di Paralimpiadi – afferma al riguardo – si fa riferimento a un tipo di disabilità che è fisico ma che permette, comunque, di misurarsi su basi agonistiche e fisiche”. Diverso è il mondo dello sport praticato da chi soffre di forme di disabilità intellettive che anche nel momento del confronto e della gara chiama in causa tutta una serie di aspetti per lo più sconosciuti agli atleti che praticano le discipline riconosciute dai diversi comitati paralimpici

nazionali. “Di per sé – sono ancora considerazioni di Braghini – anche i portatori di sindrome Down potrebbero partecipare alle Paralimpiadi, perché in grado di competere con chi è affetto da un handicap fisico”. Per queste persone, però, la gara è qualcosa di più di un semplice confronto sportivo e mette in gioco anche una serie di situazioni emotive importanti. Nonostante questa diversità Braghini è convinto che parlare di sport e di disabilità sia un modo per ridurre le distanze.

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Tre sono gli atleti bresciani che prenderanno parte ai giochi paralimpici in programma sempre nella capitale del Regno unito a partire dal 29 agosto prossimo. Si tratta del cestita su carrozzina Matteo Cavagnini (primo da sinistra), 34 anni, una gamba amputata a 14 anni dopo una scellerata caduta dal motorino. Cavagnini, atleta di punta del basket su sedia a rotelle, gioca nel ruolo di pivot ed è in forza al Cmb Santa Lucia. Altro bresciano in gara a Londra è il velista

Massimo Dighe (in centro), nato a Iseo nel 1976, che solo da pochi anni frequenta con successo il mondo delle regate. Chiude l’elenco Efrem Morelli (ultimo a destra), nuotatore della polisportiva “No frontiere”. Cremonese di nascita, Morelli, alla sua seconda paralimpiade, punta a migliorare il 10° posto otttenuto nei 100 rana a Pechino 2008. Un passato di successo nel motocross a cui ha dovuto rinunciare dopo un incidente, ma ha saputo ritrovare spirito e motivazione nel nuoto.

nua – non c’è bambino che non sogni il calcio, non come momento sportivo, ma come occasione si affermazione sociale. E, probabilemte, è anche il so-gno di tanti genitori”. In una tale situa-zione è un miracolo che l’Italia riesca a conquistare con i suoi atleti medaglie olimpiche. “Mancano i soldi – conclu-de Ranzetti – e manca la cultura”. Con questa situazione è possibile sperare? La pattugila bresciana in gara a Londra (Olimpiadi e Paralimpiadi) crede di sì.

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Èiniziata la battaglia di Damasco? Voci e video dalla capitale siriana mo-strano come l’esercito nei giorni scorsi abbia

bombardato il quartiere al Tadamon. I colpi hanno fatto seguito agli scon-tri durissimi nei quartieri meridionali e occidentali della capitale con decine e decine di morti. Il Libero esercito si-riano (la milizia dei ribelli anti-Assad) ha risposto all’azione dell’esercito re-golare con un attentato contro il pa-lazzo della sicurezza dove era in cor-so un vertice tra il governo di Assad e i capi dell’intelligence. L’azione ha causato la morte del ministro della Difesa Dawoud Rajiha, del cognato del presidente, Assef Shawkat (vice ministro della Difesa) e il ferimento del ministro dell’Interno Mohamed Al Shaar. Le ripetute azioni violente nel-la capitale sono ormai i sintomi della definitiva deflagrazione del conflitto, che non rimane più confinato in alcu-ne aree del Paese, ma giunge sino al-la capitale a insediare un presidente sempre più piccolo e isolato. Ciò che è sotto gli occhi di tutti è che la situa-zione è ormai insostenibile, mentre non si trova il percorso per un inter-vento realmente risolutivo. La vicen-da siriana infatti ha una dimensione interna e una internazionale. In quel-la internazionale pesa il confronto tra Russia, Cina e Paesi occidentali. Al Consiglio di sicurezza delle Nazioni

tuttora e i due grandi big orientali non hanno alcuna intenzione di lasciare di nuovo carta bianca a europei e ame-ricani. Si tratta di una zona strategica del pianeta, ma soprattutto ritengono che sia in gioco la loro autorevolezza internazionale, necessaria per nego-ziare con peso su altri tavoli e prezio-sa per legittimare le scelte interne. La comunità internazionale, comunque, nutre qualche preoccupazione anche per un eventuale “dopo Assad”. C’è il timore che la caduta del presidente possa aprire la strada a derive fonda-mentaliste anche peggiori dell’attuale inaccettabile regime. Voce in capitolo

Unite Russia e Cina minacciano il ve-to di fronte a risoluzioni che intimino a Bashar al Assad di lasciare il potere o autorizzino azioni militari contro di lui. Non possono opporlo però in se-de di Assemblea generale. La memo-ria dell’azione armata in Libia pesa

Migliaia di persone hanno dovuto la-sciare i loro villaggi nella regione di Jos, nello Stato centrale di Plateau, per l’imminente avvio di un’opera-zione “anti-terrorismo” dell’eserci-to nigeriano decisa dopo una stra-ge legata alla rivalità tra comunità di contadini e allevatori, ricordate anche da “Voce” nelle scorse set-timane, che sarebbe costata la vita di 58 persone, tra cui due parlamen-tari del Paese. Secondo il quotidia-

no “Daily Trust”, il trasferimento di migliaia di persone di etnia fulani e religione musulmana da cinque vil-laggi alle porte di Jos è stato con-cordato dopo un difficile negoziato tra i rappresentanti della comunità e dell’esercito. Secondo un porta-voce delle unità militari incaricate dell’operazione, i soldati potrebbero cominciare la “caccia ai terroristi” a breve. La tesi del governo è che le stragi del 7 e dell’8 luglio in alcu-

ni villaggi berom, un gruppo dedito all’agricoltura e in maggioranza cri-stiano, non siano da attribuire alla comunità fulani in quanto tale ma a elementi criminali che userebbe-ro la popolazione civile “come scu-do umano”. L’avvio dell’operazione suscita timori sia per i problemi di carattere umanitario legati alla si-stemazione di migliaia di persone in campi improvvisati sia per l’in-certezza sulla sua durata.

per uscire dalla crisi siriana potrebbe essere quella della Turchia, con cui Damasco è riuscita a ricucire i rap-porti dopo la crisi seguita all’abbatti-mento di un caccia turco. Se Ankara riuscisse nell’intento riporterebbe in primo piano anche il tema dell’ingres-so della Turchia nell’Unione europea. La via di una mediazione guidata da un attore regionale, di fronte all’impasse in cui si trova l’azione internazionale, potrebbe smuovere gli equilibri cristal-lizzati. Il bombardamento di Damasco, però, rendere tutto più difficile. Ogni proiettile in più oggi rende più diffici-le la ricostruzione di una pace vera.

La notizia non ha impressionato più di tanto: le 54 persone morte nei giorni scorsi nel tentativo di giungere via mare in Italia dalla Libia sono andate nella contabilità di questo triste fenomeno. Non sembra avere smosso più di tanto le coscienze nemmeno il racconto dell’unico superstite, un cittadino eritreo: 55 le persone che si sarebbero infatti imbarcate in Libia, 54 delle quali sarebbero morte di disidratazione dopo un calvario

durato 15 giorni.Uno dei pochi a parlare di tragedia è stato T. Alexander Aleinikoff, vice alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. L’Unhcr ricorda che dall’inizio dell’anno ad oggi circa 1.300 persone sono giunte via mare in Italia dalla Libia. Un’imbarcazione con 50 fra eritrei e somali, tra i quali 11 donne e una bambina di due anni, è stata soccorsa 60 miglia a sud di Capo Passero (Messina) da un guardacoste della

Guardia di Finanza. Gli immigrati sono stati trasportati al porto di Pozzallo. Si tratta, insomma, del terzo sbarco nel giro di tre giorni nel Siracusano. Secondo Fortress Europe, dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell’Europa almeno 18.345 persone. Di cui 2.352 soltanto nel corso del 2011. Il dato è aggiornato al 10 luglio 2012 e si basa sulle notizie censite negli archivi della stampa internazionale degli ultimi 24 anni.

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L’11,1% delle famiglie italiane – 8 milioni 173mila persone – sono “relativamente” povere. La soglia di povertà per una famiglia di due componenti è fissata convenzionalmente a 1.011 euro di spesa mensile per consumi. All’interno di questa quota sono 3 milioni 415mila le persone povere in termini assoluti, quelle cioè che non riescono a sostenere una spesa mensile minima necessaria per acquisire i beni e i servizi essenziali. Sono i dati principali che

emergono dall’indagine Istat “La povertà in Italia nel 2011” presentata nei giorni scorsi. La mancanza di lavoro o la bassa qualificazione professionale contribuiscono a determinare situazioni di povertà assoluta: aumenta infatti dal 4,7% del 2010 al 5,4% del 2011 la povertà nelle famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro. Per il capofamiglia con basso profilo professionale, ad esempio operaio, si passa dal 6,4 al 7,5%. Le famiglie più numerose, con tre o più figli,

basso livello d’istruzione e basso profilo professionale ed esclusione dal mercato del lavoro, sono le più povere. Vivono prevalentemente nel Mezzogiorno d’Italia, soprattutto in Calabria e Sicilia. “Sta emergendo un enorme blocco sociale fatto di poveri e disoccupati che va considerato come la prima grande emergenza di questo Paese, con la quale bisogna assolutamente fare i conti. Non possiamo continuare a tollerare ancora, in Italia, la mancanza di una misura strutturale

di contrasto alla povertà assoluta”. Questo il commento di Roberto Rossini (nella foto), presidente provinciale delle Acli, ai dati Istat, che ha evidenziato come l’Italia sia l’unico tra i Paesi dell’Europa, con la Grecia, a essere privo di una misura stabile per il contrasto della povertà. Le preoccupazioni di Rossini, affidate a un comunicato stampa, sono indirizzate verso quelle forme di povertà che rischiano di colpire un numero sempre più ampio di famiglie anche in città come Brescia.

elice Scalvini, brescia-no vice presidente ita-liano dell’Ica, per con-to dell’organizzazione mondiale delle coopera-

tive ha sottoscritto nei giorni scorsi un importante accordo con la Fao, nell’anno dedicato dall’Onu alle coo-perative. La Fao ha reso noto di aver aperto un nuovo ufficio di collega-mento con le realtà cooperative e le organizzazioni dei produttori agri-coli, “per rivitalizzare la collabora-zione con queste organizzazioni”. Il direttore generale dell’agenzia Onu, Josè Graziano da Silva, spiega che “il nostro intento è di dare a coope-rative e organizzazioni dei produt-tori una voce più forte nel ruolo di partner chiave della Fao contro la fame”. “I piccoli produttori da soli hanno meno opportunità – sottoli-nea Da Silva – se si mettono insie-me possono invece negoziare me-glio i prezzi e avere miglior accesso ai mercati”.La Fao sottolinea anche che, in part-nership con le organizzazioni dei produttori e le cooperative, “con-tinuerà a incoraggiare i governi a stabilire politiche favorevoli, qua-dri legislativi, incentivi economici e processi di coinvolgimento nei quali le cooperative agricole e alimenta-ri, come pure le organizzazioni agri-cole, possano crescere e diventare

ni traggono reddito dalla loro par-tecipazione a realtà cooperative e in Kenya le cooperative sono una forza economica con asset finan-ziari da 2,7 miliardi di dollari. Felice Scalvini, ha dichiarato che “questa iniziativa è ispirata da una visione di reale e lungimirante sussidiarietà e aiuterà moltissimo il nostro lavoro di legittimazione e sostegno delle imprese cooperative presso i gover-ni di tutti i Paesi. Prende sempre più forza l’ipotesi dell’Ica di fare in mo-do che il 2012, Anno mondiale delle cooperative, rappresenti il punto di decollo di un decennio di sviluppo cooperativo: l’economia e la società mondiale ne hanno bisogno”.

imprese forti, eque ed efficienti”. A questo proposito, la Fao ricorda di aver già attivato 180 programmi in oltre cento Paesi. Per ricordare la forza della cooperazione agricola, la Fao nota che in Brasile le cooperati-ve generano il 37,2% del pil agricolo, in Egitto quattro milioni di contadi-

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Avevo pensato di dedicare qualche parola a quelli che volano dalle stalle alle stelle, andata e ritorno. Come Umberto Bossi cancellato dal logo della Lega da coloro che fino a ieri erano i suoi sudditi stupidi se non sapevano, ipocriti se sapevano. Oppure come Nicole Minetti, inserita d’autorità nel listino di Formigoni per le elezioni regionali e da allora seduta sugli scranni del Pirellone. Dopo lo scoppio dello scandalo del bunga bunga, il signor B. la difese definendola “la lady, splendida, competente, studiosa, laureata con lode e con un inglese di madre lingua, che permette alla Regione Lombardia di fare una bellissima figura con gli ospiti internazionali”. Adesso i soliti ipocriti la vogliono costringere a dimettersi, nel tentativo, come i leghisti, di rifarsi una verginità. Tutti vogliono ricominciare da capo. Senza pagare dazio, scaricando su qualche capro espiatorio la vergogna che non sono in grado di riconoscere e di sopportare. Ma meglio lasciar perdere queste tristezze e invece dare spazio e attenzione a una notizia a mio avviso molto buona. Il titolare e i lavoratori di una piccola impresa artigiana della

Anche in tempo di crisi la coerenza è una virtù

Piena soddisfazione a Palazzolo per la serata del 15 luglio organizzata in favore della popolazione di Moglia, colpita dal recente terremoto. I palazzolesi, come si legge in un comunicato stampa diffuso dal Comune, sono stati estremamente generosi e nel corso della manifestazione musicale resa possibile grazie alla cooperazione tra l’associazione Culturale “Terzarmonica”, il Corpo musicale “Città di Palazzolo s/O” e il Centro di formazione musicale “Riccardo

Mosca”, il Coro polifonico “La Rocchetta”, l’Associazione “Amici della musica”, il Gruppo Alpini di Palazzolo, il Gruppo comunale di Protezione civile, i Commercianti della Piazza, il Gruppo della Croce Rossa e I Vigili del Fuoco, sono stati raccolti 4900 euro (a cui andranno ad aggiungersi quelli raccolti con il conto corrente della tesoreria comunale). I rappresentanti della comunità di Moglia presenti alla serata hanno speso parole di elogio per l’iniziativa.

testa, però a 18 anni ho fatto obiezione di coscienza al servizio militare e figuriamoci se 20 anni dopo mi metto a contribuire alla costruzione di strumenti bellici”, ha detto uno dei cassintegrati in riduzione di orario. Perché è una buona notizia? Perché il commercio, anche clandestino, delle armi rappresenta una voce importante per i bilanci italiani e ogni volta che si solleva il problema viene invocata la necessità di salvare i posti di lavoro. Alla faccia della coerenza di un Paese

che si dice cattolico e quindi dovrebbe considerare la pace un principio non negoziabile. Anzi, siamo di fronte a un preoccupante incremento di autorizzazioni all’esportazione di armamenti (più 5,28%) verso le zone di maggior tensione del pianeta. Le operazioni più consistenti riguardano principalmente le aree al di fuori delle tradizionali alleanze del nostro Paese: solo il 36% delle autorizzazioni all’esportazione è verso i Paesi della Nato/Ue ed europei Osce (per un valore di

Toscana a maggioranza hanno deliberato di non accettare una commessa della Waas (Whitehead Alenia Sistemi Subacquei), gruppo Finmeccanica, per realizzare un impianto per refrigerare la grande vasca dove si testano i siluri militari. Un lavoro da 30mila euro, prezioso perché l’azienda è in difficoltà, sempre a causa della famigerata crisi, ma i lavoratori hanno deciso di esprimere un “no pacifista” disposti a pagare di persona tale scelta. “Ho 39 anni, moglie, un mutuo sulla

1,1 miliardi di euro), mentre oltre il 64% (per un valore di 1,959 miliardi di euro) è diretto verso Paesi non inseriti in queste alleanze. Il Rapporto, fra l’altro, non documenta le esportazioni di armi comuni da sparo, di cui l’Italia è uno dei maggiori produttori e esportatori mondiali, che sono vendute per uso “civile, sportivo, per la difesa personale e per corpi di polizia e di sicurezza” cioè non specificamente dirette all’uso delle forze armate di altri Paesi. “Lo scorso anno, anche nel periodo delle rivolte della cosiddetta ‘Primavera araba’, dalla Provincia di Brescia sono state esportate ‘armi e munizioni’ per un valore complessivo di 6,8 milioni di euro ai Paesi del Nord Africa, e oltre 11 milioni di euro ai Paesi del Medio Oriente. Il governo dovrebbe inoltre spiegare chi sia il destinatario di oltre 1 milione di euro di armi esportate da qualche azienda bresciana in Bielorussia tra aprile e giugno 2011, cioè pochi giorni prima che l’Unione europea decretasse un embargo di armi verso il Paese ex-sovietico a causa delle violazioni dei diritti umani e della repressione messa in atto dal regime del presidente Lukashenko”.

“La Città per il Verde”, il Premio per i Comuni e le Province verdi d’Italia organizzato dalla casa editrice Il Verde Editoriale che viene assegnato ai Comuni e alle Province italiani che si sono particolarmente distinti per realizzazioni o metodi di gestione innovativi, finalizzati all’incremento del patrimonio verde pubblico. Sono premiati inoltre gli enti che, attraverso programmi mirati e in maniera esemplare, hanno migliorato le

condizioni ambientali del proprio territorio. Nei giorni scorsi sono stati comunicati i Comuni i vincitori della 13ª edizione del premio che quest’anno, ha registrato un’ampia partecipazione su tutto il territorio nazionale. Il Comune di Berlingo è risultato vincitore nella categoria “Comuni fino a 5000 abitanti”. Tra gli interventi particolarmente apprezzati dalla giuria, il parco di Artemide e la pista ciclabile della Santella Mora.

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ici Collebeato e subi-to pensi alle pesche. Il tradizionale legame tra il frutto e il Comune al-le porte di Brescia è in

questi giorni reso ancor più evi-dente dalla tradizionale ricorrenza della “Festa dei pèrsech”. La manifestazione è incominciata domenica 15 luglio e per una setti-mana, fino al 22, coinvolgerà tutta la comunità, spostandosi tra i luo-ghi più significativi del paese: dopo essere iniziata, infatti, nella splen-dida cornice di palazzo Martinengo, con “Playlist”, il concerto della “Su-ite Orchestra” diretta dal maestro Massimiliano Pezzotti che ha suo-nato brani selezionati dai musicisti componenti il gruppo, formato da giovani dai 13 ai 20 anni, è passata nelle contrade nelle quali è diviso il Comune. “Finora, per i primi appuntamenti, è stato un successo − commenta Gianni Rodella, presidente della Pro loco organizzatrice dell’evento − c’è stata una grandissima partecipazio-ne di pubblico. Ora, per il fine settimana ci prepa-riamo a spostarci presso il parco I maggio, che diventerà il cuore degli ultimi eventi della festa”. Per il weekend, infatti, sono previ-ste per sabato la sfilata della pian-ta di pesco accompagnata da tam-burini e percussionisti della Banda

stare insieme e dell’aggregazione: “La Festa dei pèrsech − afferma in-fatti − rappresenta la nostra storia. All’inizio del Novecento furono im-portate dall’America le prime pian-te e soprattutto un’idea di coltiva-zione industriale. Con l’arrivo degli anni Sessanta il paese ha preso altre strade di sviluppo e la coltivazione sopravvive oggi in pochi contesti. Tuttavia essa fa parte del vissuto e della memoria di molti e, in genera-le, dell’identità di Collebeato. Per questo essa contribuisce a cre-are un forte momento di aggrega-zione che coinvolge tutte le realtà

musicale di Collebeato, mentre do-menica sarà la volta della gara della miglior pesca.Il senso dell’evento è descritto in da Gianni Rodella nei termini del ri-cordo, dell’identità, ma anche dello

Maspiano, frazione di Sale Marasino, la prossima settimana darà inizio ai fe-steggiamenti in onore a San Giacomo apostolo, titolare dell’omonima chie-setta che si affaccia sulla piazzetta (nella foto). La chiesa, da quattro anni inagibile a causa del cedimento di par-ti del tetto e di infiltrazioni d’acqua, è stata riaperta in occasione del mese di maggio. Gli interventi di restauro hanno riguardato l’intera copertura della chiesa e gli intonaci esterni del-

le facciate e del campanile. La parroc-chia, in collaborazione con il comitato di Maspiano, ha steso un programma che prevede celebrazioni religiose e intrattenimenti di vario genere. Si inizia lunedì 23 luglio, nella chiesetta di San Giacomo, alle ore 20.30 con i vespri e le Orationes deprecatoriae. Martedì 24 alle 20,30 Orationes pere-grinatoriae e mercoledì 25, solennità di San Giacomo apostolo, alle 10.30 si terrà la funzione del “botafumei-

ro”, con l’incensazione della chiesa, dell’altare e delle reliquie come a San-tiago de Compostela. Alle ore 20 sarà presieduta dal parroco emerito don Firmo Gandossi la solenne S. Messa con la benedizione dei restauri e la tradizionale processione con la statua e la reliquia del santo. La festa ester-na aprirà i battenti venerdì 27 luglio e tutto il ricavato servirà per coprire le spese sostenute dalla parrocchia per questa importante opera.

locali: è bello vedere come in questi giorni ci siamo moltissime persone che si danno da fare e collaborano per la buona riuscita dell’evento”.Non poteva infine mancare all’inizia-tiva un risvolto solidale: “Quest’an-no − conclude in proposito Gianni Rodella − abbiamo voluto mettere al centro della festa la tematica della solidarietà. All’interno della festa in-fatti campeggerà uno stand che rac-coglierà, in cambio di gadget, fondi per le popolazioni colpite dal terre-moto. Questo per ricordarci, anche in un momento gioioso, di chi è me-no fortunato di noi”.

Cambia la cornice, ma non i soggetti, il quadro e il senso che, anzi, s’arricchisce ancor di più.Stiamo parlando dell’acclamato musical itinerante “Forza venite gente” di Paulicelli portato sotto i riflettori in diverse località del bresciano dalla compagnia “Il sogno nel cassetto” dell’oratorio di Zocco d’Erbusco, sotto la direzione artistica del diacono Costantino Raineri e la regia di Pasquino Sottini. Reduce della recente vittoria, come miglior musical e

coreografia, al concorso “Punto Art” promosso dal Centro oratori bresciani, l’esuberante compagnia dell’oratorio San Domenico Savio s’appresta a far tappa, domenica sera 22 luglio, al Cappuccini Resort di Cologne sul Monte Orfano.“Lo scopo della serata benefica – spiegano gli ideatori – è quello di raccogliere fondi da destinare alle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dal terremoto, nell’auspicio di seguire le orme e attualizzare quello spirito di carità tanto

predicato da San Francesco”.L’iniziativa è aperta a tutti (privati, gruppi, associazioni, comuni...); alle 20 agli spettatori sarà offerto un buffet dal rinomato ristorante Cappuccini, mentre il musical andrà in scena alle 21.15. Nel corso della serata, si terrà inoltre l’estrazione della lotteria, mentre la quota di partecipazione è di 20 euro (ingresso gratuito per i bambini). Per info e prenotazioni: 030/7157254 – 030/7267327 – 030/7267031 – [email protected]. (a.s.)

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on lasciamoli soli” è l’ap-pello che ogni anno i sin-dacati dei pensionati di Brescia (Spi Cgil, Uil Pen-sionati, Fnp Cisl) rivol-

gono ai cittadini e alle istituzioni per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alle situazioni di abbandono che le persone anziane e quelle non autosufficienti si trovano ad affron-tare soprattutto nel periodo estivo. “La campagna 2012 − spiega Ernesto Cadenelli, segretario Spi Cgil − non è circoscritta ai mesi più caldi dell’an-no, perché stiamo vivendo una situa-zione di difficoltà che si è estesa, or-mai, anche alle altre stagioni”. Le sigle sindacali rilevano infatti tre nodi pro-blematici nella gestione degli anziani, che si identificano nella diminuzione del reddito, nella carenza di un’assi-stenza sostenibile e nell’aumento dei costi della sanità. I dati Istat dimostra-no che nella nostra provincia i pen-sionati ammontano a 351mila. Circa l’80% di essi riceve una retribuzione mensile inferiore ai 1400 euro lordi; di questi, il 42%, gode al massimo di 418 euro, il 30% di 868 euro, mentre solo l’8% raggiunge la somma massima di 1400 euro. “La rivalutazione delle pen-

sioni all’1,6% lordo − spiega Alfonso Rossini, segretario Fnp Cisl − non è servita ad aumentare il potere d’ac-quisto, che è invece diminuito a causa dell’aumento del costo della vita, dei farmaci e dei ticket sanitari”. Anche l’assistenza, per anni fiore all’occhiel-lo del sistema di welfare bresciano, ha dovuto arrendersi dinanzi ai numero-si tagli subiti negli anni; da ultimo, la cancellazione del Fondo per la non autosufficienza, che nel 2010 aveva garantito 5 milioni di euro alle strut-ture della provincia, e che dal 2011 non eroga più alcun contributo. “Gli interventi dei singoli comuni − con-tinua Rossini − non riescono a fare fronte all’intera casistica, e conse-guentemente il carico della cura fini-sce sulle spalle delle famiglie e delle donne, in particolare”. Per questo mo-tivo i sindacati chiedono il ripristino del Fondo ed un maggior intervento

delle amministrazioni pubbliche, che in questo momento offrono come uni-co servizio per la non autosufficienza quello delle Rsa, che sul nostro terri-torio sono 86 per un totale di 6000 po-sti disponibili, ma le cui rette minime variano tra i 1500 e i 3000 euro, regi-strando un aumento dal 2010 ad oggi del 12%. “Non lasciamoli soli significa assistere le persone in casa, nel disa-gio, nella vita pubblica, offrendo l’as-sistenza di vicini, amici, conoscenti, ma anche delle istituzioni”, precisa Giovanni Belletti, segretario di UIL-Pensionati. Per questo, nei prossimi giorni saranno distribuiti un migliaio di manifesti in tutta la Provincia, “ma il lavoro dei sindacati proseguirà per chiedere un aumento del reddito de-rivante dalle pensioni, il ripristino del Fondo per la non autosufficienza ed un maggior intervento economico da parte delle istituzioni”.

I giovani musicisti in cerca di con-ferme dei propri talenti, da tempo hanno l’opportunità di confrontar-si con i coetanei nei numerosi con-corsi d’esecuzione, ma anche di composizione o di direzione d’or-chestra, che vengono organizzati in Italia ed all’estero. L’obiettivo è un premio, un riconoscimento: talvolta una pergamena, talora una borsa di studio, e spesso un consiglio da par-te di qualche qualificato membro di giuria, per proseguire gli studi con qualche stimolo in più e, in casi ra-ri, cioè quelli che si verificano nei concorsi internazionali di maggior prestigio, per avviare la carriera. Gli studenti del Conservatorio di Brescia (nella foto) non sono diver-si dalle migliaia di allievi musicisti italiani e dunque tentano, in qual-che caso con successo, la via del-le competizioni e in alternativa la prosecuzione della formazione in orchestre o accademie di prestigio internazionale. Nel corso dell’ultimo anno sono stati raggiunti dagli allie-vi del “Marenzio” (delle due sedi di Brescia e Darfo Boario) esiti molto confortanti. Tra gli alunni premiati

figurano Tatiana Alquati e France-sca Virgilio della classe di arpa del-la prof.ssa Anna Loro; Paolo Berti-nelli della classe di pianoforte del prof. Giampaolo Stuani; Federica Bortoluzzi classe di pianoforte del prof. Livio Cadè; Domenico Branca-ti della classe di trombone del prof. Lauro Bassi, Nadia Fracchiolla del-la classe di violoncello del prof. Pa-olo Perucchetti, Paolo Gorini della classe di pianoforte del prof. Mario Boselli, Davide Maffolini della clas-se di violoncello del prof. Fabio Gui-dolin, Cecilia Mazzoli della classe di pianoforte della prof.ssa Daniela Piovani; Daniela Negrini e Martino Tosi della classe di pianoforte della prof.ssa Pinuccia Giarmanà; Giaco-mo Papetti della classe di jazz del prof. Corrado Guarino e Gabriele Levi della classe di organo del prof. Giorgio Benati.

L’iniziativa è ormai in pieno svolgimento da qualche tempo e sia negli uffici comunali sia soprattutto sulle bacheche dei diversi social network acquista sempre più spazio e visibilità: stiamo parlando della raccolta di firme portata avanti da due comitati (“Il comitato del sole” e “Unione popolare”) che intendono riformare, pur con molti distinguo tra le due proposte legati all’entità delle riduzioni, la legge che regola gli

stipendi dei parlamentari. La raccolta delle firme (ricordiamo che ne sono necessarie almeno 500mila perché la proposta abbia seguito e venga valutata dalla Corte costituzionale) sta avvenendo prevalentemente presso gli uffici di anagrafe comunali, che custodiscono i certificati elettorali, a quanto pare a ritmo piuttosto sostenuto. Una rapida indagine su questa situazione ha infatti rivelato un afflusso puttosto notevole. Dalla

Segreteria generale del Comune di Brescia, interpellata in merito, fanno sapere che molti sono gli accessi, tanto che ci sarebbero delle difficoltà a mettere a disposizione sufficienti moduli per la raccolta delle firme (la cosa avrebbe riscontro anche sul sito di “Unione popolare” che proprio per questo motivo mette a disposizione i pdf dei moduli da scaricare e stampare). In città, oltre che presso la Segreteria, è possibile firmare anche

presso l’Ufficio di relazioni con il pubblico e in tutte le sedi circoscrizionali, negli orari compresi tra le 9 e le 12 e tra le 14 e le 16. La raccolta, in ogni caso, si avvia ormai verso la conclusione, ma sulla sua validità pesa la legge 352 del 1970, che all’articolo 31 afferma la non ammissibilità della richiesta di referendum un anno prima dello scioglimento delle Camere. In questo caso le elezioni in vista nel 2013, rimetterebbero tutto in discussione. (f.g.)

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a Consulta per l’ambien-te del Comune di Brescia, organo cui fanno riferi-mento i vari soggetti che si occupano di ambiente,

nelle ultime sei riunioni ha incontrato il Consiglio comunale per esprimere le proprie posizioni sui temi del Mel-la, dell’acqua che beviamo, dell’aria che respiriamo, delle cave, delle di-scariche e della Caffaro, con tutte le problematiche ad essi connesse. Il coordinatore dell’Ufficio di presiden-za della Consulta Maurizio Frassi si è espresso positivamente “su questi incontri, perché è la prima volta che il Consiglio affronta in modo sistema-tico questi problemi. Questi incontri sono un’opportunità di lavoro per i prossimi anni – ha aggiunto – indipen-dentemente da chi sarà chiamato a governare la città”. Ogni tema è stato riassunto da un esponente la Consul-ta e Marino Ruzzenenti ha evidenzia-to come “il rischio idrogeologico del Mella sia da sempre sottovalutato da

di Acerra, anch’essi gestiti da A2A. È così difficile adottare gli stessi filtri? Brescia brucia 800mila tonnellate di rifiuti all’anno. Quanti camion servo-no per trasportarli e quanta anidride carbonica emettono?”. “Sembra che tutto funzioni bene – ha detto Pietro Garbarino – ma cosa succede se si incrociano i dati relativi alle varie te-matiche? Gli inquinanti hanno quasi raggiunto le acque profonde, ed è so-lo questione di tempo perché anche queste costituiscano un problema”. “Brescia conta 80 discariche e quattro cave in uso estrattivo – ha affermato Angela Paparazzo – e l’intero terri-torio va riqualificato, considerando che la nostra è la terza città europea per inquinamento e che vi è una nor-ma, troppo spesso inosservata, che impone ai cavatori di riqualificare l’area una volta utilizzata”. “La Cava Piccinelli ha rivelato rifiuti radioatti-vi contaminati da Cesio 137 – ha evi-denziato Lidia Bontempi – e la falda acquifera è a solo tre metri dai teloni

tutti e sarebbe opportuno creare una memoria storica su ogni tema per-ché spesso i funzionari dell’Arpa o dell’Asl non ne sono completamente ‘padroni’ come dovrebbero”. Giulia Loglio, lamentata la scarsa parteci-pazione dei consiglieri agli incontri, ha rimarcato, sulle emissioni nocive, il problema dell’accumulo “perché se è vero che al rilievo possono rientrare nei limiti di legge, è altrettanto vero che il loro accumulo ben supera, nel tempo, tali limiti. Rimane un miste-ro – ha continuato Loglio – perché l’inceneritore di Brescia emetta più ossido d’azoto di quelli di Milano e

La questione relativa alle cave e alle attività estrattive sul territorio, argomento di grande rilevanza dal punto di vista ambientale in tutta la Regione e specialmente in provincia di Brescia, sarà presto oggetto di una nuova legge attualmente in discussione in ambito regionale. Cogliendo questa occasione i rappresentanti bresciani del settore dell’estrazione di marmo, hanno richiesto che nel nuovo testo legislativo venga inserita una distinzione che

riconosca la specificità della loro attività, rispetto alle normali cave di inerti. “Speriamo che si giunga ad un testo di legge equilibrato che dia effettivo riscontro e riconoscimento ad un mondo che è stato confuso, nella legislazione pregressa, con le cave degli inerti”. Questo l’auspicio manifestato durante un incontro organizzato nei giorni scorsi dall’Associazione artigiani, che ha visto riuniti nella sede dell’organizzazione di via Cefalonia il presidente Enrico

Mattinzoli e il presidente della 6 Commissione ambiente della Regione Lombardia, Giosuè Frosio, accompagnato dal consigliere regionale Pierluigi Toscani e da quello provinciale Roberto Faustinelli (tutti e tre in quota Lega Nord). In un comunicato stampa diffuso in seguito all’incontro da parte dell’Associazione artigiani si è sottolineato come il presidente Frosio abbia manifestato “la volontà di creare un testo di legge coerente, avendo già recepito nell’audizione

della categoria le storture della norma in vigore” e ancora di come vi siano “tutti i presupposti per stendere un testo di legge adeguato e che possa trovare il consenso della categoria”. L’incontro dovrebbe avere anche sviluppi successivi: è stata infatti condivisa la consapevolezza della necessità di apportare sempre più elementi utili alla stesura del nuovo testo di legge perciò, se sarà necessario, si sono ipotizzati più incontri di approfondimento.

In relazione alle dichiarazioni rila-sciate dal ministro per l’Ambiente Corrado Clini (nella foto), riguar-do l’inquinamento da Pcb dell’area Caffaro (a margine dell’inaugura-zione del nuovo depuratore a Gar-done Riviera aveva parlato dei fon-di pubblici destinati alla bonifica e della semplificazione delle pro-cedure necessarie a metterla in at-to), il sindaco di Brescia, Adriano Paroli, ha commentato: “Accolgo con favore l’indicazione del mini-stro Clini, che ha manifestato la volontà di semplificare e accele-rare le procedure per la bonifica dell’area Caffaro. L’assessore Vilardi in questi ulti-mi quattro anni ha partecipato a numerose riunioni promosse al Ministero proprio per ottenere la

possibilità di spendere per le boni-fiche i soldi che lo Stato ha in più occasioni garantito che verranno a supporto degli interventi che il Co-mune sta già facendo. Purtroppo le procedure sono lunghe e tortuo-se e nonostante l’area Caffaro sia inquinata da molti anni, le uniche bonifiche fatte sono state quelle realizzate dal Comune di Brescia a proprie spese. Confido che si possa finalmen-te mettere mano a un intervento che si riveli definitivo per l’area. Un’operazione che è necessaria e che la città si attende. Prosegui-remo naturalmente sino ad allo-ra a monitorare e intervenire con tutti gli strumenti che sono a di-sposizione dell’amministrazione comunale”.

protettivi, ormai vicini all’autocon-sumo. Originariamente si parlò di 2,5 milioni di euro per porvi rimedio. Ora la cifra è ridimensionata a 350mila eu-ro. A cosa possono servire?”. Guido Menapace, ricordando la situazione Caffaro, chiede “cosa e quando l’Am-ministrazione intenda fare per ridare ai cittadini i ‘loro’ 110 mila mq, per 30 di profondità media, inquinati”. Sono domande che la Consulta ha posto al Consiglio, da cui, assieme ad Arpa, A2A, Asl, attende risposte concrete.

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e farmacie vanno sem-pre più incontro alle esi-genze dei cittadini con il nuovo servizio Cup 2, il Centro unico di prenota-

zione servizi sanitari privati. Il nuovo servizio attivato da Feder-farma Brescia permette ai cittadi-ni di prenotare direttamente, nelle 333 farmacie bresciane aderenti, servizi sanitari erogati in forma pri-vata a domicilio. Grazie ad accordi stipulati con centri infermieristici iscritti all’Ipasvi e laboratori di ana-lisi, le farmacie saranno in grado di offrire ai cittadini di Brescia e pro-vincia una serie di servizi a cui ac-cedere a prezzi agevolati e in tempi brevissimi.“Con questo servizio − afferma Clara Mottinelli, presidente di Atf Federfarma − potrà essere richie-sta un’assistenza infermieristica completa, che va per esempio dai cicli iniettivi all’assistenza nottur-na, in ogni caso tutte le esigenze e le richieste di cui una famiglia o un cittadino può aver bisogno. Questa convenzione inoltre ha permesso di calmierare i prezzi, con il risulatto di una copertura a 360 gradi”.Non più solo farmaci da banco, quindi, la farmacia diventa sempre più un’erogazione di servizi che evita alle persone code e disagi legati alle prenotazioni.

L’attivazione del servizio avverrà in maniera graduale in città e in provincia e per la fine di luglio do-vrebbe essere attivo su tutto il ter-ritorio, vista la massiccia adesione delle farmacie private. La gestione del servizio è coordi-nata da una piattaforma informati-

ca online e nel concreto il cittadi-no che voglia avvalersi di tale ser-vizio può chiedere un preventivo al proprio farmacista, che provve-derà a mettersi in contatto con il centro infermieristico più vicino. “Il farmacista − prosegue la dotto-ressa Mottinelli − ha un ruolo im-portante nel mettere in contatto domanda e offerta e un punto di ri-ferimento sul territorio per quello che riguarda la prevenzione e l’as-sistenza. Questo però è solo l’ini-zio del progetto: in futuro preve-diamo di mettere in funzione altri servizi in collaborazione con altri professionisti perché oggi la crisi economica e la razionalizzazione delle risorse impongono di lavo-rare sulla prevenzione”. Un vantaggio per i cittadini già a partire da questa stagione “che quindi avranno un punto di riferi-mento vicino, sempre aperto e fa-cile da raggiungere a cui rivolgersi per dare risposta alle più diverse esigenze di salute. Sono certa che il servizio sarà ap-prezzato specialmente in questo periodo estivo dalle famiglie che hanno in carico anziani e perso-ne fragili: finalmente potranno recarsi in farmacia non soltanto per un farmaco o per un consiglio professionale, ma anche per pre-notare un servizio di assistenza domiciliare”.

Il Comune di San Zeno ha stretto con Ghedi e Borgosatollo un accordo di collaborazione destinato ad assicurare un maggiore controllo (e per una fascia oraria più estesa) del territorio. L’obiettivo è duplice, visto che da una parte si punta a realizzare una approfondita operazione di controllo che prenderà immediatamente il via e consisterà nel pattugliamento del territorio dei tre Comuni la sera ed in concomitanza con

circostanze particolari. Dall’altra, però, si vuole anche fare in modo che le polizie locali dei tre Comuni possano crescere e qualificarsi sempre di più proprio attraverso il confronto e la collaborazione che questo progetto metterà in atto. A livello pratico vi sarà un automezzo incaricato del controllo che visiterà di volta in volta il territorio di un paese. Il Comune di Ghedi metterà di volta in volta a disposizione dell’operazione l’automezzo e due agenti, mentre le amministrazioni

di San Zeno e di Borgosatollo, oltre ad affiancare i loro agenti, verranno incontro con il pagamento delle somme necessarie per retribuire le ore straordinarie che verranno sostenute. L’intento di tutelare al massimo la sicurezza, un proposito che, ovviamente, acquista un particolare significato proprio d’estate, quando la gente vuole passeggiare per il paese, la vita si prolunga fino a tardi e le case possono rimanere abbandonate perché i proprietari sono partiti

per le vacanze. “In estrema sintesi – spiega il vicesindaco di San Zeno, Omar Bertelli (nella foto) – verrà introdotto un servizio straordinario nelle notti estive. Un’attività che potrà fungere anche da supporto a manifestazioni particolari e che amplierà in maniera concreta la copertura del nostro territorio. È una risposta efficace alle istanze della gente che ci chiede sicurezza e di fare tutto il possibile per prevenire tutti quegli episodi che la possono mettere in pericolo”.

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e vibrazioni che si riper-cutono su tutto il pre-sbiterio, i calcinacci e gli stucchi (in qualche caso anche teste di put-

ti decorativi) trovati spesso sul pavimento dopo essersi staccati dal soffitto: sono questi solo alcu-ni dei disagi che la parrocchiale di Orzivecchi deve subire a cau-sa dell’intenso traffico che passa sulla statale 235, su cui la chiesa stessa si affaccia. “Già lo scorso anno − racconta il parroco don Franco Cavalli − ho dovuto far intervenire i restaurato-ri, ma la situazione non cambierà finché non si risolve il problema del traffico. Senza contare che la faccia-ta della chiesa è retta da una gabbia metallica realizzata negli anni Ses-santa che le impedisce di inclinarsi verso la strada. Già allora l’intervento fu fatto a cau-sa del traffico, ma se si continua così non so se basterà o bisognerà nuovamente metterci mano. Inol-tre qui la gente quando deve uscire dalla chiesa, rischia continuamente di essere investita, è pochissimo lo spazio tra la strada e i gradini e trop-pe le auto e i camion che passano”. Molteplici problemi, quindi, che si estendono anche all’ambito della sa-lute: “Mi piacerebbe − prosegue don Cavalli − che misurassero i livelli di smog lungo la via principale, che certamente non sono nella media”. La causa di tutto, com’è stato det-to, è il traffico che passa dal centro cittadino: due anni fa la circonval-lazione che avrebbe dovuto deviar-

è giusto che rimanga incompiuta un’opera così importante per il pa-ese”. L’opinione del parroco è con-divisa da molti in paese e nei giorni scorsi sono comparsi diversi cartel-li che chiedevano la riapertura della strada o lamentavano le lungaggini in cui questa vicenda si è arenata (“50 anni per pensarla, 100 per co-struirla”). Pochi giorni fa il Comune ha chie-sto via lettera delucidazioni sui tem-pi che avrà la vicenda, non avendo però ricevuto nel frattempo una ri-sposta. Bisogna quindi fare i conti con l’im-pazienza che aumenta sempre più, come del resto ha dichiarato anche don Franco: “Se la situazione non vien sbloccata entro poco tempo,

lo fuori paese è stata sequestrata nell’ambito dell’inchiesta sui ma-teriali tossici collocati nel fondo stradale, inchiesta che in seguito si era allargata fino a toccare i cantie-ri della Brebemi, da poco sbloccati. “Vorremmo che anche qui qualcosa si muovesse − commenta in propo-sito il Parroco − chi ha sbagliato de-ve pagare, ma la strada dev’essere bonificata e messa in funzione, non

Nel 2007, la prima edizione, entrò nel Guinness dei primati, per poi prose-guire con novità collaterali come la presenza della Coppa del mondo (nel 2008), di una gigantesca mongolfiera (nel 2009) e della ruota panoramica (nel 2011) che anche quest’anno ser-virà per rendere ecologica la manife-stazione. È lo spiedo di Borgosotto, in programma domenica 22 luglio a partire dalle 19,30. La parrocchia e il Centro sportivo oratorio di Bor-

gosotto hanno messo in moto oltre 300 volontari impegnati a cucinare 15 quintali di carne, da servire poi ai 3000 commensali disposti su oltre 800 metri di tavoli disposti lungo le vie della frazione: l’intero ricavato sarà destinato alle necessità parrocchia-li. Tanti sono anche gli appuntamen-ti collaterali allo spiedo: già dalle 11, infatti, appassionati di cavalli e pony potranno divertirsi con “Il battesimo della sella” presso il campo sportivo.

Un’altra novità interessante riguarda la Rassegna provinciale dello spie-do, evento che, dalle 14, vedrà in ga-ra cuochi provenienti da diversi pae-si del Bresciano. Anche l’arte avrà il suo spazio con l’esposizione di opere della pittrice Roberta Marchini aperta dalle 14.30 alle 18.30 in vicolo More-ni. Al termine della cena, alla Pieve di San Pancrazio alle ore 22, si terrà un concerto del coro La Faita di Gavardo: per l’occasione i vicoli che portano da

Borgosotto al colle saranno illuminati da 300 fiaccole per ricordare il numero di anni dalla costruzione della chiesa parrocchiale; è previsto anche un bus navetta gratuito in partenza da via Arzaga per la Pieve. Presso il campo sportivo, invece, in serata ballo liscio con esibizione di Boogie Woogie della scuola di danza “Vivi il ballo”. Per ul-teriori informazioni o per prenotare si possono chiamare i seguenti numeri: 333/3904153 oppure 030/961433.

siamo pronti a mettere in atto anche azioni dimostrative come il blocco in qualche occasione del traffico. Porteremo in strada trattori e altri mezzi per farci ascoltare, se neces-sario, perché così non si può anda-re avanti”.

Milletrecento persone, nella serata inaugurale oltre 2.500 ingressi nel week end ogni sera tavolate ricche, cucina tipica, cocktail bar, bancarelle e musica: non delude la festa dello sportivo di Isorella, alla 19 edizione. “Viene gente da tutto il Nord, dal Veneto, dall’Emilia e naturalmente dalla provincia di Brescia” dice Guidi, presidente dell’Associazione sportiva Isorella, organizzatrice dell’evento. e ringrazia il Comune

per aver concesso lo spazio. La festa è nata per accompagnare la fine del campionato ed aiutare la locale squadra di calcio ma quest’anno c’è un motivo in più per festeggiare: la prima squadra è passata in Promozione. “In un paese piccolo come questo − dice Beretta, presidente dell’Asd Bassa bresciana − lo sport è uno strumento fondamentale per insegnare la disciplina ai ragazzi”. E Isorella conta ben 350 giovani calciatori.

Il punto, cioè il progetto adolescenti del Comune di Berlingo gestito dalla Cooperativa “La Nuvola nel Sacco” di Brescia, presenta la 14 edizione di “Festival”, l’appuntamento musicale con i cantanti e i musicisti di Berlingo e dintorni. La manifestazione si terrà nel piazzale antistante il municipio di Berlingo nella serata di sabato 21 Luglio a partire dalle ore 20.45, l’ingresso sarà libero e gratuito. La manifestazione vedrà la partecipazione di numerosi

cantanti della zona accompagnati da una band dal vivo, per un totale di 12 canzoni in gara con un repertorio che va da Arisa ai Nickelback, da Mina a Pink, dai grandi classici della musica a canzoni completamente inedite, per una serata all’aperto di bella musica con i ragazzi di “Punto”. Al termine della serata verranno assegnati il premio al vincitore del Festival e il premio della critica, con il voto di un’apposita giuria. Per informazioni: www.puntoberlingo.it.

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l mercatino del libro usato a Manerbio è nato nel 2005, come semplice scambio di libri scolastici tra genitori, ma l’iniziativa ha subito avu-

to successo e, dopo aver coinvol-to ulteriori famiglie, è stato rico-nosciuto anche dal Comune, che ha messo a disposizione la ex sala consigliare per il deposito dei ma-nuali e tre computer per la raccol-ta dei dati. Il “Comitato genitori per il mercatino del libro usato” si è costituito quest’anno per la settima volta, a maggio, e durerà per il tempo strettamente neces-sario allo scambio dei libri: sono 15 i genitori che figurano nell’atto costitutivo 2012, ma naturalmente numero e nomi cambiano di anno in anno visto che i figli crescono, vanno all’Università e col tempo non hanno più esigenza di testi scolastici. Per partecipare ed usu-fruire del servizio basta rivolgersi all’Ufficio cultura ovvero visitare la sala mostre del Comune durante una delle serate dedicate al ritiro dei libri o alla vendita (23-24-26 lu-glio, 20-21 agosto) dalle 20.30 alle 22. I manuali sono quelli indicati sul sito comunale, per gli istituti scolastici del luogo, scuole medie e istituti superiori. I testi, ritirati e messi in deposito, vengono alie-nati al 50% del prezzo di copertina, oppure riconsegnati al proprieta-

rio, se invenduti: si tratta di un aiu-to molto importante per le famiglie che possono così contenere i costi per l’istruzione. Nessun compenso per il Comitato genitori che funge da mero inter-mediario per l’incontro tra domanda ed offerta: il ricavato dalla vendita

va integralmente al proprietario del libro venduto. A Manerbio, il ser-vizio di compravendita dell’usato è effettuato però anche da alcune librerie, per conto proprio: ‘Toma-soni’, ‘Quarto Stato’ e ‘All’ombra del Baobab’ che effettueranno pu-re uno sconto del 15% per chi ac-quista l’usato. Insomma, se come si dice, la neces-sità aguzza l’ingegno, la comunità manerbiese fa scuola nel trovare soluzioni anti-crisi. “All’inizio erano poche le famiglie che usufruivano del servizio – dice la titolare della libreria ‘Quarto stato’ – poi c’è sta-to un netto incremento nella vendi-ta di usato.” È soddisfatto il sindaco di Manerbio Cesare Meletti, per l’operosità dei proprio concittadini, e commenta “In periodi di crisi ci sono forti ener-gie che se ben convogliate possono sopperire alle difficoltà ed anzi mi-gliorare la qualità della vita. Pochi giorni fa – aggiunge – alcuni genito-ri di bambini frequentanti la scuola materna si sono anche resi volon-tari per la sistemazione dell’istitu-to, ognuno metterà a disposizione le proprie abilità“. Sfrutteranno il periodo di chiusura estiva per effet-tuare, senza disagi, i piccoli lavori di imbiancatura o le riparazioni ed il Comune penserà solo al coordina-mento, alla sicurezza ed alla forni-tura del materiale.

Gottolengo si prepara a festeggiare la solennità della Beata Vergine Maria del monte Carmelo. La statua che rappresenta la Vergine del Carmine seduta col Bambino (nella foto) sulle ginocchia da secoli è soggetto di venerazione in paese. Ogni anno, infatti, il prezioso simulacro viene trasportato dalla chiesa di S. Girolamo alla parrocchiale con processione solenne e riportato, sempre in processione, il lunedì.

È una ricorrenza che continua ad essere sentita a Gottolengo come appuntamento per chi non è partito per le vacanze. La celebrazione religiosa del sabato sera, che inaugura la solennità, riunisce sempre un buon numero di fedeli e quest’anno sarà presieduta da don Gino Porta, curato a Gottolengo dal 1952 al 1960, nel 60° di ordinazione sacerdotale. La devozione alla Madonna del monte Carmelo è stata tramandata dai padri

Carmelitani, che dalla fine del Quattrocento fino alla fine del Settecento, hanno arricchito spiritualmente, con la loro presenza nel convento di San Girolamo, la comunità. Il messaggio di questa solennità non è il folklore che la circonda, ma l’annuncio del perdono: questa festa, infatti, era chiamata festa dell’indulgenza e festa del perdono, la quale era seguita il lunedì da una appendice di festa civile chiamata “l’indulgenzina”.

Un importante momento di questa ricorrenza, inoltre, è costituito dalla Fiera, una visita alla quale diventa quasi un appuntamento imprescindibile, anche perché lì si possono incontrare persone che da tempo non si vedeva. La manifestazione si chiuderà quindi lunedì 22 luglio quando, dopo la Messa e la processione che riporterà la statua della Madonna in convento, verranno consegnati gli scapolari, segno di devozione alla Vergine del Carmelo.

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’ Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Lombardia ha deci-so di potenziare la sede di Darfo Boario Terme ac-

creditandola del titolo, delle funzioni e dell’organico di “Distretto dell’Arpa di Vallecamonica”. Per fare questo sono stati chiusi alcuni uffici perife-rici giudicati poco funzionali, tra cui Salò, Chiari e Leno, mentre alla Valle-camonica è stato assegnato un orga-nico maggiore, dagli attuali otto tec-nici fino al numero totale di 14 a bre-ve (due sono già operativi dall’1 lu-glio). La sede di Darfo Boario Terme, posta nell’ex-convento di via Quarte-roni da oggi diventa dunque indipen-dente sul piano tecnico e funzionale dalla sede provinciale. Il successo di questo risultato, hanno dichiarato il direttore generale dell’Arpa Lombar-dia Umberto Benezzoli ed il direttore generale del Dipartimento dell’Arpa Brescia Giulio Sesana, deve essere ascritto all’impegno dell’ing. Umber-to Cassio, direttore della struttura di Darfo, che ha lavorato d’intesa con Francesco Abondio, sindaco uscen-te di Darfo e attuale presidente del-la Conferenza dei sindaci dell’Asl

camuno-sebina, per far riconoscere il ruolo centrale della struttura per il servizio pubblico e privato. Si pen-si anche solo a due procedure che quotidianamente richiedono l’inter-vento dell’Arpa. La “Via” (Valutazio-ne di impatto ambientale) e la “Vas” (Valutazione ambientale strategica), legate ai piani di governo del terri-torio (Pgt) di ogni singolo Comune. La presentazione della struttura del Distretto è avvenuta i questi giorni nella sala riunioni dell’Arpa a Darfo, alla presenza del direttore regionale e provinciale, dei dirigenti e tecnici dell’Arpa camuna, dei sindaci della Vallecamonica, della Polizia strada-le e della Polizia locale, dei dirigen-ti di Vallecamonica servizi, dei diri-genti dell’Asl camuno-sebina e dei rappresentanti delle Organizzazioni sindacali territoriali. Da questo mese di luglio il Distretto di Vallecamonica

dell’Arpa, che si configura come un mini-dipartimento, sarà totalmente autosufficiente per procedure, pra-tiche, verifiche, esami e quant’altro di competenza, senza dover ricorre-re a strutture provinciali o regionali. La legge regionale del 14 agosto 1999, istitutiva dell’Agenzia regionale per l’ambiente della Regione Lombardia, ha in sé tutte le caratteristiche che possono dare risposte immediate ai cittadini, partendo dalle esigenze del-la pubbliche amministrazioni. L’aver accorpato le funzioni in un territorio omogeneo, ma lontano dai grandi centri urbani, quale è la Vallecamo-nica, è un segnale importante di ri-spetto delle norme e soprattutto di reale democrazia nella distribuzione dei servizi alla popolazione. Grande dunque anche la soddisfazione in Vallecamonica per questo servizio di fondamentale importanza.

Si terrà il prossimo fine settimana il 49° pellegrinaggio solenne de-gli alpini di Valle Camonica e del Trentino in Adamello, dedicato al capitano Arnaldo Berni, l’alpino sepolto nei ghiacci: sarà senz’al-tro un pellegrinaggio carico di significati, che si svolgerà tra il 27 ed il 29 di luglio sul massiccio dell’Adamello, prima di tutto, co-me detto, per il ricordo del giovane capitano degli Alpini Arnaldo Ber-ni, rimasto sepolto sotto i ghiacci dell’Adamello, dove tutt’ora riposa assieme ai suoi soldati. La manife-stazione è stata ufficialmente in-serita nel programma degli eventi che Provincia di Trento e la Fon-dazione museo storico del Trenti-no, unitamente a molte altre asso-ciazioni ed enti, tra le quali figura anche l’Ana, sta calendarizzando in vista del prossimo centenario dallo scoppio della Grande guer-ra. Il luogo prescelto per la ceri-monia di sabato 28 luglio è la loca-lità Pian della Vegaia (nella foto), un ampio terrazzo panoramico a quota 1950 metri in Val del Monte (laterale della Val di Peio), carat-

terizzato dalle ancora evidenti trin-cee militari e posto nel mezzo di un noto itinerario storico di circa nove chilometri. Questo percorso, realizzato dal Parco nazionale del-lo Stelvio, è illustrato con tabelle informative in lingua italiana, in-glese e tedesca e richiede circa quattro ore di cammino con un di-slivello di 440 metri. In occasione del pellegrinaggio, il Parco dovreb-be completare ulteriormente tale percorso, pulendo e ripristinando camminamenti, grotte e trincee. Il momento culmine dell’evento sarà la S. Messa celebrata sabato 28 lu-glio alle 11 dall’arcivescovo Luigi Bressan proprio presso Pian della Vegaia. Il luogo della cerimonia è raggiungibile in un’ora e mezzo di cammino, in ogni caso è stato or-ganizzato un servizio di trasporto con mezzi fuoristrada.

Nonostante la crisi verrà migliorata la dotazione dei Vigili del fuoco in Alta Valcamonica, così da garantire interventi più veloci ed efficaci. Da anni in caso di incendio grave con scarso approvvigionamento idrico sul posto si fa sentire la mancanza di un’autobotte di adeguata capa-cità. In effetti l’unico mezzo di que-sto genere disponibile è di stanza a Boario, presso il distaccamento permanente dei Vigili del fuoco. Ma Boario, quando i minuti sono estre-mamente preziosi, è lontana 45-60

minuti e i Vigili volontari di Edolo, Ponte di Legno, Vezza d’Oglio, Temù e Vione più volte hanno denunciato il disservizio. Un veicolo dotato di un serbatoio idrico di almeno 4000 litri costa attualmente circa 230mi-la euro e coi tempi che corrono non si tratta di bruscolini. L’idea degli amministratori locali dei Comuni di Cedegolo, Paisco-Loveno, Malon-no, Sonico, Edolo, Corteno Golgi e Monno è quella di consorziarsi per affrontare la spesa. “La richiesta dei Vigili del fuoco non cadrà nel vuoto.

-- ha spiegato il sindaco di Edolo Vit-torio Marniga -- Stiamo studiando un piano pluriennale di finanziamento e unendo le forze metteremo a dispo-sizione la somma necessaria pur rag-guardevole”. Nell’arco di pochi mesi il distaccamento dei Vigili del fuoco volontari di Edolo dovrebbe disporre della nuova autobotte, a servizio di tutto il territorio da Capo di Ponte in su. L’impegno da parte degli ammini-stratori è stato messo nero su bianco in un recente incontro in municipio a Edolo, alla presenza dei sindaci,

alcuni consorziati nell’Unione delle Alpi orobie bresciane, dei responsa-bili provinciali dei Vigili del fuoco nonché dei volontari. Questi ultimi hanno avuto modo di illustrare la si-tuazione e i disservizi, avanzando la richiesta di collaborazione a motivo dell’endemica penuria di finanzia-menti che riguarda il Corpo, aggra-vata dalla crisi attuale. Si attende a breve, quindi, l’entrata in servizio del nuovo mezzo a supporto, quando ne-cessario, dell’autopompa di primo in-tervento. (g.c.)

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nche per quest’anno torna “Archeoweek-Fe-stival della Preistoria”, giunto ormai alla sua 4 edizione. L’iniziativa

è nata nel 2009 con l’intento di valo-rizzare il patrimonio di arte rupestre sul territorio camuno, divulgarne il valore e promuoverne la capacità di attrazione culturale e turistica. L’edizione di quest’anno dedicata alla riscoperta del paesaggio che ci circonda, quasi che l’arte e la bel-lezza di cui la Valle Camonica è ric-ca diventassero la chiave di lettura attraverso cui fare ritorno alle pro-prie radici più autentiche, alla più pura essenza di un’intera comuni-tà. Esigenza quanto mai contingen-te in tempi di crisi e incertezze che molto spesso minano e compromet-tono le relazioni sociali e persona-li. Gli sguardi privilegiati di questa prima parte di Archeoweek 2012 saranno quelli di due grandi artisti: Lucilla Giagnoni che si esibirà con

Sia pure a rilento procede l’opera di trasformazione di linee elettriche aeree in linee interrate da parte di Enel-Terna in Alta Valcamonica. Si riducono in questo modo le conseguenze per l’ambiente dovute al fatto che la zona è costellata da numerosissimi tralicci per la distribuzione alla rete nazionale dell’energia prodotta dalle centrali idroelettriche locali o importata dalla vicina Svizzera. Dopo episodi di black-out nazionali nel 2005 era entrato in funzione l’elettrodotto

S.Fiorano (Cedegolo)-Robbia (Svizzera) capace di importare 1050 MW d’oltreconfine. L’impatto ambientale era stato pesante: 46 km di linea dell’alta tensione a 380 kV. In cambio i Comuni avevano ottenuto che venissero demoliti ed eventualmente interrati 91 km di elettrodotti costruiti nei decenni precedenti. Ad oggi è stato completato lo smantellamento di quattro linee locali (San Fiorano-Sellero; San Fiorano-Cedegolo; Edolo-Sonico; Edolo-Temù) per

18 km totali con relativi 71 tralicci, mentre entro settembre sarà la volta di altri 16 km e 67 tralicci sul tratto Cedegolo-Sonico. Restano da trasformare i segmenti Temù-Tonale, Sonico-Cedegolo, Edolo-Forno Allione e Forno Allione Cedegolo. Il riassetto della rete elettrica aerea è stato avviato nel 2007 e procede in accordo con Comuni e Comunità Montana. Alla fine saranno circa 350 i tralicci che libereranno il territorio di 12 Comuni (alcuni anche in Valtellina

e Trentino), eliminando la servitù da elettrodotto su 330 ettari di terreno. E’ ovvio che le linee smantellate non scompaiono. Vengono semplicemente interrate e anche in questo caso le conseguenze ambientali non sono sempre lievi. Tuttavia, gli amministratori guardano in modo positivo la riconversione delle linee sia per la possibilità di sfruttare per l’edificazione aree altrimenti bloccate, sia per il miglioramento a livello paesaggistico. (g.c.)

il suo “Paesaggi, segni e visioni” il 27 luglio alla Rocca di Mu, nel sito recentemente oggetto di recupero da parte del Comune di Edolo. Il 29 luglio nel prato della Piana di Pe-scarzo, Marco Paolini farà ritorno in Valle Camonica con “Par Vardar”, antologia errabonda del peregrinare dei poeti attraverso i luoghi, i diffe-renti paesaggi, ma anche attraverso i meandri della lingua e dei dialetti, per tornare, a volte anche con fati-ca e disillusione, alle proprie radici.Nella sezione autunnale di Archeo-week, poi, saranno i giovani i prota-gonisti nella lettura e nella scrittura del paesaggio. E giovani camuni in particolare, a testimonianza della maturata coscienza di essere pos-sessori di un patrimonio apprezzato dal mondo, patrimonio la cui tutela e la cui valorizzazione consapevole verranno canalizzate dagli strumenti della contemporaneità. L’azione ter-ritoriale che coinvolgerà molti dei Comuni del Gruppo istituzionale di coordinamento del sito unesco “Ar-te rupestre della Valle Camonica”, è in via di definizione.

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uando si parla di pover-tà non dobbiamo pensa-re solo ai paesi del Ter-zo Mondo. Con la crisi economica che avanza

imperterrita, i dati Istat sottolineano che nel nostro Paese le famiglie che superano la soglia della povertà re-lativa sono salite all’ 11,1%. Molti nu-clei famigliari sono spesso costretti a chiedere mutui per sopravvivere. Ed ecco che oltre ai prestiti bancari c’è un altro sistema basato sulla fiducia e solidarietà: il microcredito socia-le. “Sfruttare la crisi per aumentare i rapporti e il legame con le persone in difficoltà”. È cosi che Giorgio Cotel-li, direttore della Caritas diocesana di Brescia, ha aperto la conferenza stampa con la quale è stato presenta-to ufficialmente il Progetto Microcre-dito, che vedrà la collaborazione tra Caritas e Comune. Ma che cos’è il mi-crocredito? È quel sistema che vuole coinvolgere i soggetti non bancabili, cioè quelle famiglie che a causa di un imprevisto (ad esempio una spesa medica) hanno bisogno di un aiuto finanziario e non possono avvalersi di un finanziamento bancario, fornen-do un percorso di accompagnamento

al credito responsabile e al recupero dell’autosufficienza economica. Al-la conferenza tenutasi presso la sala riunioni del Comune di Lumezzane erano presenti oltre a Giorgio Cotel-li, l’assessore ai Servizi sociali Fausto Pasotti, la presidente della Consulta permanente del Sociale Flauzia Pana-da, don Giulio Gatteri, responsabile della Caritas Zonale e il consigliere comunale Rocco Ferraro. “Nel 2008 – continua Cotelli – abbiamo voluto iniziare a investire nelle persone fra-gili ed in difficoltà. Attraverso questo sistema vogliamo dar credito alle rela-zioni ed è per questo che abbiamo vo-luto sviluppare un criterio di capillari-tà.” Il progetto nato nel 2008 ha visto la forte collaborazione tra la Caritas e la Bcc che ha provveduto a molti-plicare il fondo Caritas, accollandosi pure il 50% delle sofferenze. Un pro-getto unico in Italia al quale la Cari-

tas lumezzanese e l’amministrazione comunale valgobbina hanno voluto aderire con entusiasmo. L’ammini-strazione rappresentata dall’assesso-re Pasotti ha voluto stanziare 10mila euro ai quali verranno sommati i 3500 messi a disposizione dalle sette par-rocchie della Valgobbia; 13.500 euro che saranno poi triplicati in seguito agli accordi presi con il Credito Co-operativo di Brescia. Le famiglie che accederanno al microcredito potran-no beneficiare di un prestito che va dai 500 ai 3000 euro rimborsabili in 36 mesi al tasso dell’1%. Chi fruirà del servizio sarà accompagnato in un per-corso ad hoc nel quale specialisti aiu-teranno le famiglie a creare un bud-get e a educarsi alla sobrietà. A livello diocesano sempre più persone si sono appellate al Microcredito, per un tota-le di 808.000 euro erogati su 1.728.892 euro a disposizione.

La Valtrompia si è arricchita di un’al-tra eccellenza che va ad affiancarsi ai personaggi, luoghi e siti museali già degni di nota. Da poco tempo infatti è stato inaugurato un singolare ed ori-ginale “balcone didattico” a Bovegno Piano, in via Indipendenza 34, nella casa dove risiedeva l’erboraio Carlo Cibaldi (nella prima edizione del suo “Testamento di un erboraio” si legge la presentazione di Natalia Ginzburg; sul solaio faceva seccare le erbe medi-cinali prima di portarle a Brescia alle varie farmacie) nonno del poeta Aldo Cibaldi, che da piccolo, fra quelle mu-ra, elevò i primi acerbi versi. Il nastro è stato tagliato da Giuseppe Paitoni – un’autorità nel campo erboristico e micologico e che presto pubblicherà un suo originale libro sulle erbe – pro-prietario della storica dimora, affian-cato da amici e dal console onorario dell’Arcipelago Inglese di Guernsey, Judith Finetti. In 40 metri quadrati Pa-iotni ha raccolto 108 erbe spontanee, pronte per essere riconosciute e de-gustate. Ci sono quelle di uso comu-ne come la borragine e la calendula, la cicoria e la malva, oltre a melissa, menta, origano e molte altre. ma an-che quelle medicinali, da usare con

cautela, come la belladonna, l’aconi-to e la digitale. La visita guidata, utile soprattutto a scolaresche, anziani e disabili, potrà essere concordata anche con l’asso-ciazione Scoprivaltrompia, nata per valorizzare la valle e che già promuo-ve e coordina eventi e visite ai vari si-ti museali. Ma è anche possibile partecipare ad una delle “Passeggiate per erbe” lun-go i sentieri di Bovegno che Paitoni da diversi anni organizza. Nell’occa-sione dell’inaugurazione si è saliti fi-no al Maniva: in località Sari dove il pittore Eugenio Busi ha offerto un’ab-bondante merenda a base di prodot-ti locali, poiché la Valtrompia oltre che vero scrigno botanico, offre an-che ottimi prodotti tipici che ben si sposano, nel piatto, con le spontanee verzure. (g.b.)

Cambiano i tempi e cambia la viabilità. Lumezzane, infatti, si sta rendendo protagonista di un importante intervento urbanistico che renderà più affidabile e scorrevole uno dei punti nevralgici della rete stradale valgobbina. Da qualche giorno gli automobilisti provenienti da via Mazzini non dovranno più tentare la fortuna per svoltare in via Roma. L’amministrazione comunale ha stanziato una cifra intorno ai 30 mila euro per la costruzione di

una rotatoria che regolerà il flusso automobilistico tra via Mazzini, via Marconi e via Rosaghe. Il nuovo rondò sorgerà davanti all’ex sede della Croce Bianca, un incrocio pericoloso per tutti gli utenti della strada. Infatti per chi proveniva dalla frazione di Piatucco e voleva svoltare per proseguire fino in via Roma la visuale era limitata. Altro disagio risolto dalla nuova rotatoria riguarda anche quegli utenti che desiderano andare in via Rosaghe e che adesso non dovranno invadere

l’altra corsia per svoltare. D’ora in poi gli automobilisti valgobbini dovranno abituarsi alla rotatoria, che dopo le sperimentazioni in questi mesi estivi verrà resa definitiva tra settembre e ottobre. Ma come dovranno comportarsi adesso i valgobbini? Chi arriva da via Mazzini può proseguire verso via Marconi e con il diritto di precedenza verso via Roma, mentre per svoltare in via Rosaghe sarà necessario girare lungo la rotatoria e poi scendere. Ma le novità non

finiscono qui, perché l’assessore Mario Salvinelli ha voluto intervenire modificando lo svincolo tra via San Filippo e via Gnutti. Per evitare ingorghi è previsto, con il nuovo intervento, che chi arriva da San Sebastiano non potrà più svoltare per recarsi in via Gnutti e per farlo dovrà prima percorre il rondò posto tra via San Filippo e via Verginella. Due interventi che semplificheranno la vita degli automobilisti e motociclisti della Valle del Gobbia. (al.andr.)

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i avvicinano le ferie: l’Al-ta Valtrompia insieme alla bellezza e al fresco dei suoi monti offre fino a settembre tante occa-

sioni di ritrovare il gusto di stare assieme delle feste paesane, nella riscoperta anche di tradizioni reli-giose e cultura secolare. Quest’an-no, oltre ai programmi dei singo-li paesi, c’è l’iniziativa promossa dalla Comunità montana di Valle Trompia e Gal Gölem denominata “Alla scoperta della Via del ferro con il menù del minatore”: un itine-rario culturale e gastronomico at-traverso i siti del sistema museale (miniera S. Aloisio Collio, miniera Marzoli Pezzaze, forno Fusorio Ta-vernole, musei i Magli di Sarezzo e Borgo del Maglio di Ome, museo delle Armi e tradizione armiera di Gardone ValTrompia) straordinari nella loro varietà e offerta. Vi aderiscono una quarantina di ri-storatori della zona: fino al 31 ago-sto, presentandosi, anche in data diversa dall’emissione, col biglietto di ingresso ricevuto in uno dei lo-cali con apposita vetrofania espo-sta (l’elenco è sul sito http://cultu-ra.valletrompia.it) si avrà avranno pranzo o cena con piatti tipici a 15 euro. Venendo ai singoli paesi a Pez-zaze dal 25 al 29 luglio viene ripro-posta al piazzale Stese la classica

Festa della montagna con la quale la Polisportiva sostiene le sue atti-vità: ogni sera e da mezzogiorno il sabato e domenica è aperto il ricco stand gastronomico, si fa musica e si disputano tornei. Nell’ultimo giorno

Tornare dalla gita al lago e trovare la propria casa sottosopra per la visita di ospiti indesiderati è la paura di molti lumezzanesi. Lo scorso anno, nei mesi estivi, la Valgobbia fu colpita da tantissimi furti, ma nel 2012 il discorso è decisamente diverso. Segno che il lavoro messo in atto delle forze pubbliche locali sta dando i propri frutti. A dirlo è l’assessore alla Pubblica sicurezza Cosimo Alemanno (nella foto) che per prevenire le visite dei topi d’appartamento invita la

cittadinanza “a mettere in pratica tutte le difese passive: chiudere le finestre e abbassare le tapparelle, contattare subito le centrali operative delle forze dell’ordine e della polizia locale e segnalare la presenza di soggetti strani.” Per rendere più sicura la Valtrompia è stato sottoscritto dai cinque Comuni più grandi della Valle (Lumezzane, Gardone V.T., Sarezzo, Villa Carcina e Concesio), dalla Prefettura e dalla Provincia un “Patto per la sicurezza della Valtrompia”. Un accordo che

prevede l’intensificazione degli interventi e la partecipazione delle varie Forze dell’Ordine. Il Patto prevede inoltre che i vari organi di polizia locale dei Comuni che hanno sottoscritto l’accordo svolgano servizi con scambio reciproco di mezzi e personale. Al tavolo è stato raggiunto l’accordo attraverso il quale verranno dati in comodato d’uso varie strumentazioni tecnologiche per garantire un miglior flusso d’informazioni e operatività. La Prefettura inoltre ha

messo ha disposizione 23 uomini da spostare sul territorio, mentre la Regione destinerà fondi ai Comuni aderenti al Patto. L’assessore Alemanno ha poi dichiarato che “i servizi sono stati intensificati ed ai normali controlli si andranno ad aggiungere ben otto servizi speciali in collaborazione con gli altri organi delle Forze dell’Ordine”. Il patto prevede anche la prevenzione degli incidenti stradali e per questo aumenteranno i controlli con autovelox ed etilometri. (al.andr.)

(11 agosto) e al santuario il 17. In mezzo, il 15 agosto, la grande festa civile dell’Anpi in ricordo del 68° della strage nazifascista del 15 ago-sto 1944 che vide monsignor Fran-cesco Bertoli prodigarsi perché il paese non fosse bruciato. Il 19 agosto in piazza piatti nostra-ni con “Bovegno con gusto”. Inoltre si susseguono fino al 24 agosto le mostre di pittura alla Torre romana curate dalla Fondazione Canossi-Cibaldi. A Collio numerose sono le occasioni di intrattenimento offerte: da citare dal 4 al 5 agosto la Festa della Protezione civile; dall’8 al 14 agosto le gare (Coppie sorteggiate e Lui e Lei) al Bocciodromo Naanì; l’8 agosto, nel capoluogo, la festa ga-stronomica “Sapori in Piazza”; il 15 agosto l’originale gara dei tagliabo-schi delle diverse contrade. A Lodri-no due gli avvenimenti importanti: dal 3 al 5 agosto la festa degli alpini delle valli bresciane in Pineta e dal 14 al 16 agosto la sagra di S. Rocco a Invico. A Marmentino la Festa dell’estate al centro sportivo organizzata dalla Polisportiva dal 10 al 16 agosto. A Irma l’11 agosto il Gir delle malghe. Infine l’“Agosto pezzorese”: dal 4 al 18 agosto serate gastronomiche, musica, tombolata, il culmine si avrà il 15 con la antica processione di S. Michele.

ci saranno le premiazioni del Palio della montagna. L’11 e 12 agosto è in programma la classica Festa del formaggio e dal 31 al 2 settembre la Sagra del fungo.A Bovegno, dopo la festa dell’ora-torio dal 19 al 23 luglio, spicca il Torneo Nazionale dell’Asd Tennis Bovegno ritornato “open maschile” organizzato sui campi in Pineta dal 4 al 12 agosto. Da non dimenticare le feste mariane quest’anno dal 6 al 17 agosto con le tre processioni con la statua della Madonna della Misericordia da S.Rocco alla par-rocchiale (6 agosto), da qui a Piano

Il Chiosco solidale, frutto della collaborazione fra il Comune di Villa Carcina e le Cooperative sociali Karibu e Il Ponte, oltre a numerose altre realtà locali di volontariato, ospita per l’estate numerosi eventi e proposte: per i giovani ospiterà l’associazione Oltreverso tutti i lunedì sera dalle 19 alle 23 per passare serate in allegria con animazione e giochi per tutti i gusti.Per i bambini, invece, il martedì, dalle 16 alle 18, si anima per accoglierli insieme alle loro famiglie: la Biblioteca comunale propone, infatti, letture animate e laboratori creativi per i bambini dai 3 ai 10 anni, in programma il 24 luglio con “Vola vola…pesciolino”. Il nido “Il Pulcino” propone per i piccolissimi un pomeriggio di animazione in programma per sabato 28 luglio dalle 15.30 alle 17, mentre per gli adulti l’appuntamento è giovedì 26 luglio, dalle 16 alle 18, quando si ballerà con i “Come som bù”.

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l Garda offre un diffuso patri-monio museale che consente diverse chiavi di lettura. Sce-gliamo quella che all’aspet-to museale intrinseco abbina

quel concetto di museo a cielo aper-to o ‘ecomuseo’ tanto caro al turista moderno e dove natura, cultura, sto-ria e tradizioni diventano attori pri-mari, risorse d’eccellenza meritevoli di tutela e valorizzazione in quanto riconosciute ed apprezzate dalla co-munità locale alla quale appartengo-no. Nel basso lago, l’inconfondibile sagoma della Rocca di Manerba in-vita a inerpicarsi sui suoi sentieri e raggiungere la cima per godere di una visione panoramica davvero unica, con l’isola del Garda in primo piano e le montagne del Baldo co-me sfondo. Prima di raggiungere la sommità incontriamo l’edificio che ospita il “Parco archeologico-natu-ralistico”. La struttura è caratteriz-zata da un’ampia vetrata che enfatiz-za lo stretto collegamento del com-plesso con il paesaggio circostante. All’interno il percorso espositivo si sviluppa su due livelli e valorizza contestualmente le realtà archeo-logiche e gli aspetti paesaggistici e naturalistici del territorio, sottoli-neando come il Parco della Rocca sia di fatto il vero “Museo”, mentre il Centro visitatori ne costituisca l’ingresso e il luogo di approfondi-mento di potenzialità e tematiche.

Cartiere”, lo straordinario patrimo-nio d’archeologia industriale con-servato in quella che è stata la culla dell’industria cartaria italiana e che, fino al Novecento, ha rappresenta-to il centro della vita economica e sociale dell’intera comunità locale. L’ingresso si trova nei pressi dell’an-tica contrada Ponte a Toscolano. Giunti al bivio per Gaino si imboc-ca la strada sulla sinistra. Il sito ha conservato imponenti testimonian-ze del suo passato industriale inse-rite entro un ambiente che appare in suggestivo contrasto con quello della Riviera. Chi lavorava nelle car-tiere viveva al loro interno o in edifi-ci limitrofi: abitazioni, orti, sentieri, campi terrazzati, sapienti sistemi di canalizzazione delle acque la carat-terizzarono fino al 1962 quando an-che l’ultima cartiera cessò definiti-vamente la propria attività. A parti-re dal 2001 un gruppo di volontari dell’Associazione lavoratori anzia-ni della Cartiera di Toscolano die-de vita al recupero dell’intero com-plesso che portò alla realizzazione del Centro di eccellenza all’interno del quale si possono ripercorrere le tappe della storia della produzione cartaria. Nel 2008 la Valle, insieme a tutto il territorio comunale, ha ot-tenuto dalla Regione il riconosci-mento di Ecomuseo, grazie alle sue peculiarità naturalistiche, storiche, archeologiche e culturali.

Al piano terra il percorso archeolo-gico illustra i contesti insediativi: il sito pluristratificato della Rocca e del Sasso, occupato dall’uomo dal periodo mesolitico al XVI secolo; quello della Pieve di Santa Maria, dove, sui resti di una villa romana, sorsero dapprima strutture abitative altomedievali e poi l’edificio religio-so; infine, quello di località S. Sivi-no, sulle rive del lago, con resti di un abitato palafitticolo dell’Età del bronzo che fa parte del patrimonio mondiale Unesco. Al primo piano la sezione naturalistica sottolinea la notevole valenza ambientale di questo meraviglioso contesto che ha costituito il motivo per cui l’uo-mo l’ha scelto per frequentarlo e insediarvisi per così lungo tempo. Il settore espositivo ripropone le sensazioni che il visitatore prove-rà percorrendo i sentieri del Parco, rivisitati e ridisegnati dagli esperti del Cai. Risalendo il lago giungia-mo a Toscolano-Maderno per sco-prire l’“Ecomuseo della Valle delle

La Regione Lombardia sta promuovendo, nell’ambito delle nuove reti sanitarie, l’ospedalizzazione domiciliare per le cure palliative oncologiche, un nuovo modello territoriale di assistenza.In quest’ambito l’Azienda ospedaliera di Desenzano del Garda ha presentato un progetto per l’avvio di tale servizio in convenzione con Fondazione Ant Italia Onlus. Il nuovo servizio, si basa su protocolli operativi

condivisi con Ant e si rivolge ai pazienti terminali che necessitano di assistenza e cure per il controllo dei sintomi fisici e psicoemozionali e per il mantenimento della miglior qualità di vita possibile. Ai pazienti viene garantita una presa in carico globale dal punto di vista assistenziale e psicologico con un’attenzione particolare anche ai familiari. Con l’ospedalizzazione domiciliare il paziente può rimanere nella propria abitazione, con i propri cari, ed essere assistito con terapia

del dolore e supporto nutrizionale adeguati. L’attenzione è quindi focalizzata sulla qualità di vita del paziente. Il passaggio a questo tipo di assistenza viene deciso dal personale medico dell’Unità operativa cure palliative di Gavardo, diretta dal dottor Maurizio De Giuli. Per attuare il servizio Ant mette a disposizione un’équipe multidisciplinare composta da medici e infermieri che può essere integrata, a seconda delle necessità,

con altri operatori quali psicologo, assistente sociale, fisioterapista, volontari e personale religioso. La collaborazione ha permesso di allargare le zone di assistenza – che copriva inizialmente i Comuni di Gavardo, Paitone, Prevalle, Salò, Roè Volciano e Villanuova sul Clisi – per estenderli a Puegnago, Vobarno, Calvagese, Muscoline e Serle. Dopo la prima fase di consolidamento del progetto si intende ampliare il servizio anche agli altri Comuni del Distretto Alto Garda e Valle Sabbia.

Informazioni utili per programmare una visita. Il Parco archeologico-naturalistico della Rocca di Manerba è aperto nei seguenti giorni e orari: da aprile a settembre, tutti i giorni dalle 10 alle 20; da ottobre a marzo, da lunedì a mercoledì su prenotazione e da giovedì a domenica dalle 10 alle 18. Per informazioni: www.parcoroccamanerba.net, 3396137247. L’Ecomuseo della Valle delle Cartiere di Toscolano è aperto nei seguenti giorni e orari: dal 1 aprile al 27 maggio, il sabato e la domenica dalle 10 alle 18, dal 28 maggio al 30 settembre, da lunedì a domenica dalle 10 alle 18 e dal 6 al 14 ottobre, il sabato e la domenica dalle 10 alle 18. Scolaresche e gruppi possono prenotare una visita tutto l’anno. Per informazioni: www.valledellecartiere.it, 3389336451.

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lla fine del XIX secolo, papa Leone XIII pro-pose la costruzione di 20 monumenti per un grandioso omaggio a

Dio da edificarsi su altrettanti mon-ti nelle diverse regioni italiane. Per la Lombardia la scelta cadde sul Monte Guglielmo, la cui cima del dosso Pedalta a quota metri 1957 è la più alta della montagna: nacque dunque un comitato promotore nel febbraio 1900, presieduto da Giorgio Montini, figura di spicco del movi-mento cattolico bresciano e padre del futuro papa Paolo VI, che affi-dò all’architetto Carlo Melchiotti il progetto di un tempio, realizzato in stile vagamente neogotico, alto 20 metri, con quattro facciate rivolte alla Valtrompia, alla Valle Camoni-ca, al Sebino ed alla grande pianura. La prima pietra venne posta e bene-detta il 15 luglio 1901 dal parroco di Artogne alla presenza del parroco di Zone. Il 24 agosto del 1902 il vesco-

ogni anno, un migliaio di pellegrini da Zone, dal Sebino e da Caregno, in Valtrompia, hanno animato la fe-sta del Redentore sulla sommità del monte Guglielmo, volendo solenniz-zarla in modo speciale per i 110 anni dalla dedicazione del Monumento al Redentore, più volte restaurato nel tempo ed oggi mantenuto in ottime condizioni grazie all’Associazione culturale Redentore. Il tempo par-ticolarmente instabile non ha sco-raggiato nessuno: con loro c’era il vescovo di Brescia Luciano Mona-ri, accolto al rifugio Almici dalla Fi-larmonica Santa Cecilia di Sarezzo e dal parroco di Zone don Lorenzo Pedersoli col sindaco Marco Anto-nio Zatti. Con l’arrivo del Vescovo, trasportato al Rifugio Almici da un mezzo fuoristrada della Protezione civile di Zone, è cessata anche la pioggia torrenziale, accompagnata da raffiche di vento e dalla grandi-ne a tratti: si è potuto quindi dar vita alla processione che è salita dall’Al-

vo di Brescia Giacomo Corna Pel-legrini benediceva il Monumento: con lui c’era l’avv. Giorgio Montini che aveva portato con sé i figli pic-colissimi Giovanni Battista, futuro papa, e Ludovico, futuro senatore. Papa Paolo VI ricorderà per sem-pre quel monumento: la sua statua in bronzo che impugna il pastorale con la croce di Cristo oggi svetta accanto al monumento e guarda in modo profetico al bassorilievo del portale, che ritrae Giovanni Pao-lo II. Gli sguardi dei due Papi si in-crociano nell’ansia pastorale verso il mondo. Questa domenica, come

Dopo un lungo periodo di chiusura per lavori, sotto il controllo delle Belle arti, prolungatisi anche per il rinvenimento di reperti archeologi medioevali, riaprirà, dopo l’estate, il teatro Sociale chiuso nel 2009. La riapertura del Sociale, con i suoi 200 posti, renderà possibili manifestazioni culturali e il rilancio e la valorizzazione di un vero e proprio monumento storico cittadino (il Sociale è stato dichiarato monumento nazionale, ndr). Il teatro aveva già conosciuto

un intervento di restauro negli anni dell’amministrazione comunale presieduta da Gamba, un intervento che portò al recupero di affreschi antichi, palchi, stucchi e del sipario del Campilli del 1870, anno in cui l’antichissimo edificio diventò il teatro della città. I restauri vennero inaugurati nel 1997 dopo anni di chiusura che avevano compromesso molto del teatri realizzato su un precedente edificio del Quattrocento che ospitava la chiesa della confraternita dei Disciplini,

costruita sulla cappella del primo cimitero di Palazzolo. Ampliata e modificata nel Cinquecento, nel Seicento, rifatto il tetto e decorata la facciata, all’interno fu affrescata “La fuga in Egitto”. Soppressa la confraternita nel 1797, un decreto napoleonico lo assegnò nel 1806 al municipio di Palazzolo, che lo mise in vendita per pagare le spese per la scuola. Ritornato edificio sacro per alcuni anni, nel 1813 diventò caserma, finché nel 1869 il consiglio comunale decise di cederlo alla

Società teatrale palazzolese per costruirvi il teatro. Demolito il campanile, costruiti boccascena e due ordini di palchi in legno, il teatro fu inaugurato il 15 ottobre 1870 e fu per anni il cuore artistico di Palazzolo. Più volte richiuso e riaperto, dal 1998 al 2009 funzionò con una nuova certificazione di agibilità che permise di allestire stagioni di teatro e di musica di grande successo. Ora, finalmente, il teatro riaprirà e Palazzolo ritroverà il centro dell’attività culturale. (l.d.)

Clusane celebra il suo piatto forte con una “sette giorni” tutta dedi-cata alla tinca al forno: da lunedì 16 e fino a domenica 22, infatti, nel pittoresco borgo lacustre va in sce-na la 31 edizione della Festa dei sapori, un appuntamento che ba-sa il suo successo principalmente sul saporito pesce, abbinato a un contorno fatto di musica, arte e intrattenimento.L’appuntamento è per tutte le sere alle 21 sul Lungolago Capponi: a partire da giovedì 19 luglio in sca-letta ci saranno “Le canzoni dei ri-cordi”, una selezione di musica de-gli anni ‘60-’80 con Nello; venerdì 20, invece, spazio a “Notturno pop – Stasera Tincanto” in compagnia della Dream’s Street Band.Sabato si terrà un intrattenimen-

to musicale, mentre domenica 22 gran finale con il seguente pro-gramma: alle 16 lo show delle ma-jorettes di Palazzolo, seguito alle 17 il palio del Naet d’Or a cura dei Giovani vogatori clusanesi. Alle 21 concerto del Corpo musi-cale “Attilio Roucano” di Solaro e alle 23 conclusione con i fuochi d’artificio. In caso di maltempo gli appuntamenti potrebbero subi-re variazioni. Sabato e domenica, inoltre, dalle 19 alle 22 nella Fossa del Castello Carmagnola sarà inol-tre visitabile l’esposizione “Clusa-ne in mostra”. Si tratta di una serie di disegni e plastici degli alunni della scuola primaria di Clusane e la mostra pittorica degli allievi di J. Picking in memoria di Giovanni Gonzini. (a.s.)

mici alla vetta, sotto un bellissimo cielo. Quindi davanti al monumen-to il Vescovo ha presieduto la cele-brazione della Santa Messa, conce-lebrata dai tanti sacerdoti presenti e accompagnata dal coro Inzino. L’As-sociazione culturale Redentore, che ha curato la cerimonia, ha donato al vescovo Monari una croce pettorale che riproduce quella longobarda di re Desiderio. Il pomeriggio è con-tinuato con una festa allietata dai prodotti tipici offerti da Gal Gölem.

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In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”. Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Benedetto XVI sta trascorrendo un periodo di riposo nella residenza di Castel Gandolfo, dove ogni dome-nica guida la recita dell’Angelus. Lo scorso 15 luglio, dopo essersi scusato con i fedeli presenti per il ritardo dovuto alla visita a Frasca-ti il Papa ha ricordato la memoria di San Bonaventura da Bagnoregio, francescano, dottore della Chiesa, successore di San Francesco d’As-sisi alla guida dell’Ordine dei frati minori. San Bonaventura è stato il primo a scrivere una biografia uffi-ciale del Poverello, e alla fine della vita fu anche vescovo di questa dio-cesi di Albano. Riprendendo il Vangelo della dome-nica, che presentava il primo invio in missione dei 12 apostoli da parte

vogliano solo questo. Ma Lui capisce il bisogno. E i discepoli dovranno im-parare a capire questo bisogno. Non dovranno continuare a correre sen-za avere il tempo nemmeno per man-giare; dovranno fermarsi e ascoltare, anche loro. E poi dovranno imparare a parlare a quel bisogno come ha fat-to Lui. Quelle pecore che hanno biso-gno di parole e non di cose, che sono smarrite perché cercano e non sanno cosa cercare, che sono lasciate sole da quelli che con Gesù ingaggiano la sfida delle parole: quelle pecore vengono da ogni parte e non giocano con le paro-le; sentono che quelle parole colma-no un bisogno. Per il quale non esiste il tempo del privato ma solo il tempo di Dio. Che è il tempo dell’attenzione, dell’amorevole attenzione, sia che in-viti al riposo, sia che riconosca la ne-cessità, l’urgenza dell’altro. Il tempo di Dio è incontro con il bisogno dell’altro e solo Gesù, in quel momento lo capi-sce, e solo Lui interviene: lo insegna con l’esempio ai suoi e con le parole a quelli che lo hanno inseguito senza la-sciargli un momento di respiro. Ma è

il tempo dell’incontro vero, dell’incon-tro che chiede il bisogno: non è l’inter-vento, la pianificazione, la definizione del bisogno secondo quanto sembra necessario. Chiede l’attenzione, la te-nera attenzione di Gesù che intuisce il bisogno e dà il tempo necessario a questo bisogno e vede nell’altro quel figlio, quel fratello, quell’opera di Dio che sta cercando una strada, un luogo, un pastore. La stanchezza: mancherà il tempo perfino per mangiare ma la necessità sarà un’altra: sarà guardare nel profondo l’altro per scoprire il suo bisogno di Dio perso dentro tanti altri bisogni, sepolto nel vagare senza sape-re. E se quel tempo necessario a farlo ritrovare sarà tempo nostro buttato, diventerà tempo di Dio, intuito come necessario perché le pecore ritrovino il pastore. Ma è necessaria quell’atten-zione amorosa di Gesù per non cadere nel tranello di dare quello che appare come prima necessità: il tempo di Dio chiede l’incontro vero e profondo con l’altro perché emerga il bisogno che co-stringe a cercare. Altrimenti sarà tap-pare un buco. E perdere tempo.

Il tempo di Dioempo. Voglio soffermar-mi sul tratto di tenerezza di Gesù che, vedendo i di-scepoli stanchi, li prende in disparte e li invita a ri-

posare. È un tratto che mette in risalto l’attenzione di Gesù verso i suoi ma è anche l’altra faccia della medaglia della sua personalità più profonda: l’accor-gersi del bisogno. I discepoli hanno bisogno di riposo ma la folla ha biso-gno di loro, e di Lui. Questo i discepo-li non lo vedono: vedono il loro biso-gno, la loro stanchezza, il loro tempo. Gesù li capisce e li prende in disparte, va con loro, prende la barca. Ma Lui sa che c’è un altro bisogno e, quando sente compassione per quelle pecore senza pastore, sa che l’attenzione per le pecore si impara, si affina ed è una necessità che non si improvvisa. Sa che sono come pecore che non hanno pastore perché lo rincorrono, ne sen-tono il bisogno. E non hanno bisogno di cose ma di parole. È questo che fa Lui: si mette a insegnare molte cose. E questi vengono da tutte le parti solo per questo. È difficile da credere: che

di Gesù, Benedetto XVI ha sottoli-neato che “Francesco d’Assisi, do-po la sua conversione, praticò alla lettera questo Vangelo, diventando un testimone fedelissimo di Gesù; e associato in modo singolare al mistero della Croce, fu trasforma-to in un ‘altro Cristo’, come pro-prio San Bonaventura lo presen-ta”. D’altra parte - ha continuato Benedetto XVI - tutta la vita di san Bonaventura, come pure la sua te-ologia hanno quale centro ispirato-re Gesù Cristo”. Questa centralità di Cristo si trova nel “celebre in-no della Lettera di San Paolo agli Efesini”. Questo inno paolino, ha posto in evidenza il Papa, “contie-ne la visione della storia che San Bonaventura ha contribuito a dif-

fondere nella Chiesa: tutta la sto-ria ha come centro Cristo, il quale garantisce anche novità e rinno-vamento ad ogni epoca. In Gesù Dio ha detto e dato tutto, ma poi-ché Egli è un tesoro inesauribile, lo Spirito Santo non finisce mai di rivelare e di attualizzare il suo mistero. Perciò l’opera di Cristo e della Chiesa non regredisce mai, ma sempre progredisce”. Di qui l’invocazione a “Maria Santissima (celebrata lunedì 16 luglioquale Vergine del Monte Carmelo, ndr) affinché aiuti, come San France-sco e San Bonaventura, a rispon-dere generosamente alla chiamata del Signore, per annunciare il suo Vangelo di salvezza con le parole e prima di tutto con la vita.

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ra circa due mesi Bene-detto XVI volerà in Libano (14-16 settembre) per un viaggio apostolico che lo vedrà promulgare l’Esor-

tazione apostolica post-sinodale per il Medio Oriente, frutto dell’Assem-blea speciale del Sinodo, svoltosi in Vaticano dal 10 al 24 ottobre 2010, sul tema “La Chiesa cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza - La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor so-lo e un’anima sola” (At 4,32). Al ter-mine dei lavori furono presentati i documenti conclusivi, il “Messaggio al popolo di Dio” e 44 Propositiones, concentrati, in particolare sulla pre-senza cristiana in Medio Oriente, la comunione ecclesiale e la testimo-nianza di fede, la questione palestine-se, le realtà dell’Iraq e del Libano, con un appello “ai responsabili pubblici” e “alla comunità internazionale”. Sui possibili contenuti dell’Esortazione post-sinodale sono state poste alcune domande al vicario patriarcale caldeo di Baghdad, mons. Shlemon Warduni, tra i partecipanti al Sinodo.Alla luce delle Propositiones, quali sono, a suo avviso, i temi principali che verranno toccati nell’Esortazione?Penso che l’Esortazione sarà un testo abbastanza ampio che prenderà in esame tutte le questioni cruciali del Medio Oriente, in particolare la pa-

Un’Esortazione, quindi, che po-trebbe rivolgersi non solo al-le Chiese del Medio Oriente ma anche ai cittadini di questa area martoriata?Tutti i cittadini mediorientali deside-rano vivere nella stabilità, nella sicu-rezza, nel diritto e nella libertà, in una parola vogliono la pace. Le religioni possono fare molto per costruire la pace nella regione, ma non devono essere strumentalizzate a fini politi-ci, non devono essere motivo di vio-lenza e di divisione. Le religioni sono per il bene dell’uomo, per permettere la convivenza naturale.

ce, l’emigrazione, la libertà religiosa, la convivenza tra le varie confessioni e le diverse religioni, la cittadinanza, viste nell’ottica del bene di tutti i cit-tadini del Medio Oriente, una regione segnata da crisi e conflitti continui.

Lavoro attoriale e mistica, liturgia e rito, rappresentazione e incarnazio-ne. Sono questi alcuni dei temi af-frontati nel corso del convegno “Il teatro e l’esperienza del sacro”, svol-tosi a San Miniato (Pisa), dal 13 al 14 luglio. Un incontro voluto dal Servi-zio nazionale per il progetto cultura-le Cei e dalla Federgat, di concerto con la Fondazione istituto dramma popolare di San Miniato, con la con-sapevolezza che il teatro sia espres-

sione di “una spiritualità incarnata, capace di rispondere a un sempre più diffuso bisogno di silenzio e di autenticità”. Un appuntamento, quel-lo dei giorni scorsi, nato sulla scia de “I teatri del sacro” e pensato per “ri-marcare quel rapporto particolare e storico che la città di San Miniato ha con il teatro”, ha sottolineato Vitto-rio Sozzi, responsabile del servizio nazionale per il progetto culturale. Il convegno è infatti realizzato in con-

certo con la diocesi di San Miniato e con la Festa del teatro dello spirito, la cui 66ª edizione è in corso in questi giorni. Una città, dunque, che “riman-da al rapporto fecondo tra comuni-tà cristiana e teatro”. “Mons. Dome-nico Pompili, sottosegretario Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, nel suo in-tervento ha illustrato “le ragioni per cui il rapporto tra Chiesa e teatro è sempre vivo”.

C’è un messaggio che più di altri si attende da questa Esortazione?Per le nostre Chiese mi aspetto un ri-chiamo all’unità. Se vogliamo il bene dei cristiani dobbiamo unirci, almeno nei pensieri, per servire i nostri fedeli, per aiutarli a restare nelle loro terre.

Una “Summer school” sull‘immigrazione per operatori delle Caritas di tutta Italia: è quella in corso fino al 21 luglio, a Siculiana Marina (Ag). L’iniziativa permette ai 25 partecipanti provenienti dalle Caritas diocesane di approfondire le tematiche legate ai flussi migratori. La “Summer school Migramed” nasce come “risposta alla crescente domanda di analisi e di alta formazione generata dai fenomeni migratori – spiega il

direttore della Caritas di Agrigento Valerio Landri – e dai processi a questi correlati, che richiedono uno sforzo di comprensione globale e un metodo d‘indagine interdisciplinare”. L’obiettivo del corso è “formare professionisti con competenze adeguate, con particolare riguardo alla protezione dei migranti e di specifici target (donne vittime di tratta, minori stranieri non accompagnati, rifugiati politici, richiedenti asilo, ecc).

“Beati gli operatori di pace”: è questo il tema scelto da Benedetto XVI per la 46ª Giornata mondiale della pace del1° gennaio 2013. Il Messaggio del Papa – come riferisce un comunicato diramato dal Pontificio consiglio della giustizia e della pace – nel complesso contesto attuale intende incoraggiare tutti a sentirsi responsabili riguardo alla costruzione della pace” e abbraccerà “la pienezza e molteplicità del concetto di pace,

a partire dall’essere umano: pace interiore e pace esteriore, per poi porre in evidenza l’emergenza antropologica, la natura e incidenza del nichilismo e, a un tempo, i diritti fondamentali, in primo luogo la libertà di coscienza, la libertà di espressione, la libertà religiosa”.Il messaggio guarderà anche al 50° anniversario del Concilio Vaticano II e dell’enciclica di papa Giovanni XXIII, Pacem in terris.

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aranno una settantina le persone che, il 26 luglio prossimo, decolleranno con il vescovo Luciano Monari alla volta della Terra Santa

per vivere un’esperienza nuova, pro-babilmente irripetibile. Si tratta in-fatti del Pellegrinaggio delle famiglie che l’Ufficio famiglia della diocesi ha pensato come ideale momento di chiusura di un anno pastorale come il 2012 particolarmente intenso, segna-to dall’Incontro mondiale di Milano delle scorse settimane.Per questo don Giorgio Comini e i suoi collaboratori hanno pensato a una proposta, per altro carica di si-gnificato, che non si esaurisse nel tradizionale cammino tra tutti quei luoghi che hanno fatto da sfondo alla vicenda terrena di Gesù. Han-no invece progettato un’esperienza di cammino carica di rimandi all’im-pengo quotidiano nel campo della pastorale familiare. Per questo moti-vo il pellegrinaggio non è stato aper-to a un pubblico indifferenziato: si è preferito rivolgersi a un pubblico mirato, quello degli operatori della pastorale familiare (sacerdoti, reli-giosi, religiosi, coppie e laici) che operano nelle diverse parrocchie della diocesi. Guidati da mons. Lu-ciano Monari i partecipanti al pel-legrinaggio delle famiglie vivranno l’esperienza in Terra Santa come un’occasione di formazione per il

le tappe classiche del cammino in Terra Santa, è stata pensata come un percorso nelle diverse fasi dell’espe-rienza famigliare: da Nazareth dove la stessa Sacra Famiglia si è formata a Betlemme in cui si è verificato il miracolo della nascita, della vita per arrivare a Gerusalemme, città della prova, della sofferenza.Nel corso delle giornate che trascor-reranno in Terra Santa i partecipan-ti al pellegrinaggio avranno anche modo di vivere momenti di incontro con realtà locali che si occupano di questo importante settore della pa-storali e con famiglie del posto, per uno scambio di esperienze.Per l’Ufficio famiglia si tratta della prima esperienza del genere. “Anco-ra – afferma la vicedirettrice dell’Uf-ficio Chiara Pedraccini – non abbia-mo preso in considerazione l’ipo-tesi di fare del pellegrinaggio delle famiglie un appuntamento fisso del nostro calendario”. Per il momento c’è solo il desiderio e l’attesa di vive-re questa esperienza molto partico-lare che mette al centro la famiglia e l’attenzione che a questa dedica la pastorale. “La maggioranza dei par-tecipanti – prosegue ancora Chiara Pedraccini – è costituita da coppie impegnate, nelle parrocchie di ap-partenzenza, nel campo della pasto-rale familiare che chiedono a questa esperienza quella forza e quella carica per portare avanti il loro impegno”.

Prosegue anche nel mese di agosto la programmazione di corsi di esercizi spirituali all’Eremo di Montecastello, il centro di spiritualità della diocesi di Brescia.Dal 23 luglio all’1 agosto, don Dino Capra, direttore dello stesso Eremo, predica gli esercizi per religiose e consacrate laiche sul tema “Cantate al Signore, perché ha mirabilmente trionfato. Lectio divina con il libro dell’Esodo”.Lo stesso rettore predicherà

anche un corso di esercizi sempre pensato per le religiose e le consacrate laiche in programma dal 2 al 10 agosto.È in programma, invece, dall’11 al 18 agosto prossimi, il corso di esercizi per laici sul tema: “I vostri figli vi chiederanno: che significa per voi questo rito? Voi risponderete... Lectio divina con il libro dell’Esodo, predicato ancora da don Dino Capra.La programmazione del mese di agosto si conclude con il corso di

esercizi spirituali per presbiteri, religiosi e diaconi “Dio non è quello che credi! In ascolto dell’evangelo dell’Esodo. Lectio divina con il libro dell’Esodo”. Il corso, in programma dal 19 al 24 agosto sarà predicato da mons. Antonio Zani, patrologo nel Seminario di Brescia.Per informazioni e iscrizioni è possibile contattare l’Eremo: [email protected]; www.montecastello.org, tel 0365/760255.

loro impegno a favore della famiglia.La stessa scansione temporale della tappe del pellegrinaggio, pur svol-gendosi attraverso quelle che sono

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ono già trascorsi sette me-si dalla morte improvvisa di don Giuseppe Pezzola stroncato, il 6 dicembre 2011, da un infarto a soli

59 anni, mentre si preparava a vi-vere un’altra normale giornata di Avvento con la sua gente, in pros-simità della festa dell’Immacolata. Alla notizia del suo decesso tutta la comunità parrocchiale di Lodetto, che guidava da 10 anni, ha avver-tito la sofferta sensazione di essere rimasta orfana. Infatti nella picco-la frazione di Rovato don Giuseppe Pezzola era molto amato e apprez-zato, non solo dal punto di vista spirituale, ma anche per l’attività culturale e il volontariato. Infatti solo poche settimane prima, il 4 no-vembre, festa di S. Carlo Borromeo aveva ricevuto il “Leone d’oro”, massimo premio cittadino rovatese consegnato ai cittadini benemeri-ti, “in segno di riconoscimento per l’impegno profuso come Caritas Lodetto nei confronti delle persone bisognose e indigenti verso le quali ha indirizzato la propria azione por-tando loro soccorso e aiuto e per avere contribuito a diffondere la cultura e la pratica del volontariato sociale, costituendo un insostituibi-le punto di aggregazione e organiz-zazione di quanti con umanità ope-rano verso il prossimo”. Ma questa

sensibilità era in lui il volto di una carità più grande, oltre quella socia-le: la carità pastorale per la quale verso i fedeli si sentiva un padre, responsabile della loro fede e della loro crescita in Cristo, un padre che

ama i suoi figli, condivide con loro la vita, li accoglie e, se necessario, li richiama e corregge, con toni ma-gari burberi e a volte anche pepati, come era nel suo carattere timido e impulsivo insieme, ma sempre tesi al bene comune. Questa passione pastorale l’ha sem-pre sostenuto nell’arco dei 25 anni di sacerdozio, festeggiati con i suoi compagni di messa il mese di otto-bre con un pellegrinaggio a Roma. La sua vocazione era maturata a Ba-gnolo, in giovinezza, sotto la guida del parroco mons. Ugo Baccaglio-ni. Infatti, secondo di sei fratelli,

Sino al 21 luglioIl Vescovo guida gli Esercizi spirituali presso la Casa di spiritualità della Madonna di Pietravolta, a Frassinoro (Mo).

Si terrà dal 6 al 12 agosto prossimo il pellegrinaggio diocesano dell’Oftal a Lourdes. L’intensa esperienza di fede e di preghiera sarà quest’anno presieduta dal vescovo Luciano Monari. “La presenza del Vescovo – afferma don Piero Bonetta, delegato vescovile dell’Oftal (Opera educativa trasporto ammalati a Lourdes) di Brescia – è per noi motivo di grande gioia e espressione della sua vicinanza e della Chiesa bresciana non solo a chi vive l’esperienza della sofferenza, ma

anche a chi cerca nel pellegrinaggio alla grotta di Massabielle un momento di riflessione sulla propria esistenza”.Da anni l’Oftal ha scelto il periodo tra il 6 e il 12 agosto per vivere questa significativa esperienza che vede centinaia di bresciani, ammalati, accompagnatori o semplici pellegrini, salire sul treno a Brescia per prendere parte a pellegrinaggio diocesano quest’anno dedicato al tema “Pregare il Rosario con Bernadette”.

dopo le medie cominciò a lavora-re e la decisione di diventare pre-te lo portò a bussare al Seminario di Belluno. Dopo una breve interruzione degli studi per motivi di salute, fu accol-to nel Seminario di Brescia. Celebrata la prima Messa, la sua prima destinazione fu Virle dove ri-mase quattro anni e dove è ancora ricordato per il suo impegno nella catechesi in oratorio e nel seguire la squadra di Calcio Audax. Per l’anziano parroco fu di grande aiuto e collaborazione. Poi venne-ro gli anni, oltre 10, nelle frazioni di Zurlengo e Gerolanuova. Nelle piccole comunità della Bas-sa si trovò bene ed iniziò un lavoro pastorale preciso e generoso. Nei confronti dei suoi parrocchiani si rapportava senza tante diplomazie ma con immediatezza, guardando all’essenziale e alle finalità di ogni scelta, col desiderio di fare bene ogni attività e di fare il vero bene della comunità cristiana. Quando il Vescovo lo destinò a Lo-detto giunse ricco dell’esperien-za parrocchiale maturata nei due centri rurali e poté proseguire con frutto la sua missione, subito ben corrisposta da una comunità che ai suoi funerali, presieduti da mons. Vigilio Mario Olmi, era tutta presen-te al punto che furono allestiti alto-parlanti all’esterno per una grande folla che non trovava posto nella chiesa gremita.

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Brescia la Congrega del-la Carità Apostolica e la Fondazione Alessandro Cottinelli – da essa am-ministrata – da alcuni

anni mettono a disposizione degli stu-denti universitari due strutture (in via Silvio Pellico e in via Pusterla), con alloggi nuovi, arredati e indipendenti, per un totale di 41 posti letto di diver-se tipologie. I posti sono assegna-ti, secondo pubblica graduatoria, a studenti che abbiano i seguenti requisiti: devono essere iscritti a corsi universitari, post-universita-ri, di dottorato e di specializzazio-ne presso l’Università degli studi di Brescia, l’Università cattolica del Sacro Cuore, l’Accademia Laba o l’Accademia Santa Giulia; devono essere residenti ad almeno 30 km di distanza dalla sede di frequenza del corso; devono avere un reddito Isee del nucleo familiare inferiore a 44mila euro. Conclusa la sessio-ne di laurea estiva, che ha portato molti degli inquilini a concludere il proprio percorso di studi, il 5 luglio 2012 è stata riaperta la procedura di assegnazione: il termine di pre-sentazione delle domande è fissato all’1 agosto 2012. Alla graduatoria che si formerà mediante il bando si attingerà anche per l’assegnazione di ulteriori posti che si rendessero vacanti entro l’inizio dell’anno ac-cademico. Le due residenze della Congrega sono state completamen-te ristrutturate nel 2008 e possono contare su una posizione strategica rispetto alle facoltà che hanno se-de in centro: sono tutte nel raggio

entrambe le residenze è disponibile gratuitamente il collegamento ad in-ternet. Curiosa è l’intitolazione del-le strutture: “Casa Alessandro Cot-tinelli” ricorda la generosità di una famiglia che con molte opere bene-fiche tra Ottocento e Novecento è venuta incontro alle necessità dei più poveri; con la “Casa Beato Bar-tolomeo Guala” si è voluta onorare la memoria del vescovo di Brescia che nella prima metà del XIII seco-lo istituì in tutte le parrocchie quei consorzi caritativi da cui la Congre-ga ha tratto origine. Per qualsiasi in-formazione è possibile contattare lo 030/291561, inviare una e-mail all’in-dirizzo [email protected], oppu-te consultare il sito www.congrega.it

di poche centinaia di metri. Inoltre, grazie alla rete di trasporti pubblici, sono facilmente raggiungibili anche le sedi del polo scientifico e delle accademie di belle arti della città.I canoni di locazione, fissati se-condo gli standard regionali, sono comprensivi delle spese per i con-sumi domestici e condominiali e in

Per chi ha terminato la scuola superiore e intende proseguire gli studi nelle facoltà universitarie lontane da casa, i mesi d’estate trascorrono anche alla ricerca di una sistemazione adeguata. Allo stesso tempo, molti degli studenti già iscritti a corsi universitari o post-universitari si guardano intorno, per trovare una migliore e più comoda collocazione nelle vicinanze della propria sede di studio. A Brescia una valida risposta a queste preoccupazioni

è fornito dalla Congrega della Carità Apostolica che a Brescia dispone di due strutture: la “Casa per studenti Alessandro Cottinelli”, sita in via Silvio Pellico 8, e la “Casa per studenti Beato Bartolomeo Guala” posta all’angolo tra via Pusterla e piazzale Cesare Battisti. I posti complessivamente messi a disposizione per gli studenti sono 41. Nei giorni scorsi è stato aperto il bando per l’assegnazione dei posti a disposizione.

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a questione parte da lonta-no, dai fondi che il Mibac dà alla cultura”. Ci tiene a precisarlo l’assessore An-drea Arcai prima di chiari-

re qualunque questione legata alla cul-tura a Brescia. I dati dimostrano che dal 2000 al 2012 (anche se per 2011 e 2012 è previsionale) è sempre calata; la cifra da 2 miliardi 399 milioni fino al previsionale di quest’anno a 1 mi-liardo 509 milioni. Questo in percen-tuale rispetto al bilancio dello Stato che nel 2000 era lo 0,39%, si è attesta-to fino al 2005 allo 0,34% per scendere velocemente fino al 2011 a 0,19%. “In base ai dati 2008 e 2009 dei Comuni (per cultura 2 miliardi 462 milioni nel 2008 contro i 2 miliardi e 100 milioni, 2 miliardi 369 milioni contro il miliar-do 900 milioni) – spiega l’assessore – possiamo dire che questi spendono di più in beni culturali dello Stato. L’inci-denza della spesa dei Comuni in cul-tura è di 3,3% in entrambi gli anni in questione”. Per quanto riguarda Bre-

scia dal 2008, anno in cui Arcai è di-venuto assessore, gli investimenti in cultura, musei e turismo sono calati significativamente dal 2011 quando si è passati da quasi 20 milioni (tra par-te corrente cioè per gestione e orga-nizzazione e conto capitale cioè spe-se per le strutture) a quasi 13 milioni; meno drastico il calo per la pubblica istruzione e per le biblioteche. “I cali sono dovuti alla necessità di rispar-miare – spiega Arcai – ma con qual-che mostra di meno, siamo riusciti a trovare degli sponsor privati come per la mostra sull’Unità d’Italia. È chiaro che c’è una grossa parte di spesa ca-

ratterizzata dai dipendenti. Una spesa sempre in aumento, anche solo rispet-tando l’indice Istat”. La questione del personale è quella che ha scatenato le discussioni dei giorni scorsi, con la messa in cassa integrazione di al-cuni dipendenti, con la levata di scudi di Cgil. Per quanto riguarda i numeri: 61 dipendenti della cooperativa sor-veglianti, nove addetti alle pulizie, 15 dipendenti della Fondazione Brescia Musei. Nei Musei civici di Brescia ci sono 26 postazioni attive (19 in S. giulia, tre al Museo del Risorgimen-to e quattro al museo delle armi). “Il Maxxi, 26mila metri quadri, ha 59 ad-detti – illustra Arcai – il Regina Sofia a Madrid, 55 mila metri quadri, ha 71 postazioni mentre il Mart con 17mila metri quadri ne ha 61. Sono il primo ad ammettere che non si possa fare una classifica così, perché dipende dagli edifici nuovi o vecchi, sistemi di sorveglianza avanzati o meno. La nostra situazione non è brutta perché è tarata su cinque musei. Quando ab-

biamo chiuso per lavori la Pinacoteca – ricorda l’Assessore – non abbiamo chiesto alla cooperativa di diminuire i lavoratori, ma abbiamo cercato di far sì che tutti fossero utilizzati. È un dato assodato. Non abbiamo preteso nemmeno questa volta di lasciare a casa qualcuno, ma abbiamo preferi-to fare una rimodulazione degli orari delle aperture dei musei cercando di soddisfare i visitatori e tenere occu-pati il più possibile i dipendenti”. Alla fine del 2011 i visitatori ai musei era-no 49.500, mentre alla fine di giugno 2012 sono 44.500 “e alla fine dell’anno ci sarà un aumento e oserei dire che la rimodulazione, creando certo pro-blematiche, non ha fatto scappare i visitatori. Nel 2010 con la mostra Inca il quarto museo a livello nazionale è Santa Giulia. Dobbiamo stare attenti a dare notizie. L’offerta che diamo è più variegata per esempio con ‘Mu-seo per tutti’ legato alla didattica o le molte mostre nel sito dei musei dal 2008 al 2011. Pensiamo alle mostre

in mediateca o in sala San Filippo e Giacomo, all’utilizzo di San Barnaba, o l’utilizzo del teatro Santa Giulia (al Prealpino) in cui abbiamo già finito le gratuità (30). La cultura a Brescia non è solo la mostra a Santa Giulia o la visita di Santa Giulia. La cultura a Brescia è fatta da molto più, in unione tra Comune e realtà private”. Tra que-ste eccellenze culturali ecco il Teatro Grande “operazione di rilancio incre-dibile costato al Comune dal 2010 un milione 500mila euro, così per il Ctb, in Italia realtà di teatro stabile con più abbonati, e Brescia Musei. E poi penso al Nuovo Eden, che ha fatto ri-nascere il Carmine. Brescia ha avuto una risonanza internazionale in questi anni; è innegabile”. E i cassa integra-ti saranno reintegrati all’apertura del Capitolim? “Certo non lo lasciamo da solo, anche se l’assessorato può sce-gliere quante postazioni, poi tocca a Brescia Musei. La presenza umana rende vero il museo. Confido che Bre-scia vinca la battaglia della cultura”.

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ove anni sono passati dall’ultima apparizione di Patti Smith al Vitto-riale domenica 22 luglio alle 21.15 per il festi-

val “Tener-a-mente”. Ed è già tutto esaurito, con lunghe code d’attesa e prenotazione; chi si trova tra questi elenchi spera che qualcuno si ritiri e trovare così un posto tra i fortunati.Nove anni in cui l’artista ha prosegui-to nel suo lavoro e nel suo percorso musicale che l’ha vista pubblicare il 5 luglio il nuovo album “Banga” che include una canzone dedicata al popolo giapponese e una ballata in memoria di Amy Winehouse. La sacerdotessa “maudite” è apparsa al festival di Sanremo nell’ultima edizione, stregando l’Italia. “Banga”, 11° album da studio di Patti, è il pri-mo fatto interamente di brani inediti dal 2004. Il primo singolo estratto da Banga, dal titolo “April Fool”, vede la partecipazione di Tom Verlaine. Ap-prezzata per la sua capacità unica di raccontare storie, Patti Smith ha creato un album che riesce a cattu-rare varie esperienze umane. I testi poetici di Banga, che si ispirano alle straordinarie visioni e osservazioni di Patti Smith, riflettono il nostro mondo complesso, pieno di caos e bellezza. I riferimenti all’Italia, a ri-prova dell’amore che lega l’artista al Bel Paese, sono numerosi: un’ou-verture melodica per immaginare il viaggio di Amerigo Vespucci nel Nuo-vo Mondo nel 1497 (“Amerigo”), un brano dedicato a San Francesco, un altro ancora al Sogno di Costantino di Piero della Francesca (conservato

ensamble di veterani musicisti Cuba-ni, fece seguito il celebre e fortuna-tissimo film di Wim Wenders, oltre ad una serie di tour internazionali e da ulteriori album solisti dei com-ponenti del gruppo, dando vita ad un vero e proprio “fenomeno Buena Vi-sta”. Saranno sul palco del Vittoria-le all’interno di un tour che sta attra-versando l’Europa. Anche per questo cocerto sono già esauriti i posti nu-merati. Restano solo i biglietti per i posti non numerati (25 euro + 3 per la prevendita).Ennesimo successo per Re:think-art che sta gestendo il festival del Vitto-riale “Tener-a-mente” per la seconda stagione consecutuva. Lo scorso an-no la rassegna ha fatto registrare un incremento di pubblico del 44% ri-

nella basilica di Assisi). Altro appuntamento con la musica è mercoledì 25 luglio alle 21.15 con “Orquesta Buena Vista Social Club” sul palco insiema a Omara Portuan-do. Realizzò il suo unico album in studio nel 1997, prodotto da Ry Coo-der; il disco riscosse immediatamen-te un enorme e meritato successo di pubblico e critica. All’album, che vi-de la partecipazione di un suggestivo

Andrea Bocelli al Teatro Grande. Si farà il 10 ottobre. La macchina orga-nizzativa è partita. Lo scopo della pre-senza del cantante pisano a Brescia è per beneficenza. Dietro le quinte l’as-sociazione cattolica onlus Olimpiadi del cuore fondata da Paolo Brosio, in collaborazione e col patrocinio del Comune di Brescia. Sarà la prima vol-ta che il tenore si esibirà a Brescia e lo farà “con un repertorio classico – ricorda Bocelli – ma la scaletta è an-

cora da studiare. Non mancherà nem-meno qualcosa del repertorio sacro” e un’orchestra da 62 elementi. I soldi raccolti andranno a finanziare due progetti in Bosnia-Erzegovina delle “Olimpiadi del cuore” “Nonni e nipo-ti”, struttura in cui sono accolti orfani e anziani abbandonati, entrambi vit-time del conflitto degli anni Novanta; “Studenti talentuosi ma poveri” che si offre di pagare gli studi universitari a chi, dotato, non potrebbe per le situa-

zioni difficli. Ma la beneficenza arrive-rà anche in Burundi con il progetto “Piccola Lourdes” di Claudia Koll un ospedale pediatrico di chirurgia orto-pedica con vasche di riabilitazione. La quarta sono i terremotati della Lom-bardia e dell’Emilia. I biglietti saran-no in vendita dalla prima settimana di settembre. “Abbiamo già raccolto 100mila euro – aggiunge Paolo Bro-sio – ma ne servono ancora. Un po’ arriveranno dai biglietti (in vendita da

settembre a partire da 80 euro, ndr.), ma ne servono altri dai privati”. Sul-la stessa linea i presenti: l’assessore Andrea Arcai, che ha messo a disposi-zione la propria mail [email protected], e l’assessore regionale Mar-gherita Peroni. Per il sostegno anche 3384945097, 3470664100, 3348590043. Chiude Brosio: “Potrebbe diventare un po’ come “Pavarotti&friends”, ma ci deve credere Brescia. La nostra è la solidarietà spinta dai valori cattolici”.

spetto alla stagione 2010 e addirittura del 120% rispetto a quella del 2009. i numeri di quest’anno stanno sicura-mente mantenedo il trend di incre-mento. A dimostrazione che la gente ama ancora la cultura, se di qualità. Info: anfiteatrodelvittoriale.it

Continuano gli appuntamenti di classica di “Museo in musica”, iniziativa che proseguirà fino a fine settembre. L’accademia Tadini di Lovere ospiterà sabato 21 luglio alle 17 Yuri Blinov. Sulle note di Schubert, Brahms, Scriabin, il musicista vincitore del Concorso internazionale Val Tidone 2011, emozionerà con il suono del suo pianoforte il pubblico presente. Con i giardini del Tadini come sfondo alle 17 si svolgerà, sabato 28 luglio il concerto con

protagonista Giorgio Dellarole, il quale proporrà attraverso le note della sua fisarmonica le musiche di Frescobaldi, Bach, Scarlatti, Daquin, Rameau. La rassegna proseguirà tutti i sabati alle 17 anche nei mesi di agosto e settembre. Il 18 agosto si esibiranno al flauto e alla chitarra Gianni Biocotino e Giacomo Baldelli, mentre il 25 suonerà il gruppo “Peri classic-swing quintet”. A settembre si proseguirà l’1 con Anthony Guerrini alla chitarra, l’8 con il violino e il fortepiano di

Gemma Longoni e Dusan Toroman, il 15 con Katarzyna Medlarska soprano accompagnata da Luca Poppi al pianoforte. A cura di Andrea Talmelli il 22 si esibiranno Aurora Ensemble Michela Malinverno flauto, Sara Rozzi chitarra, Ilaria Cavalca pianoforte. La rassegna finirà sabato 29. Ad agosto si svolgerà il “SuonArte Masterclasses”. Inizierà il 4 alle 17 con il concerto degli allievi vincitori delle borse di studio. Proseguirà il 7 agosto, il 9 e si chiuderà il 10. (n.p.)

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rancesco Renga e Gior-gia si esibiranno in piaz-za Duomo alle 21.30 ri-spettivamente il 23 e il 25 luglio. Francesco, dopo

le dosi di pop melodico e la parente-si orchestrale con accenni alla lirica, riscopre la forza e l’energia del rock, senza tralasciare quella che possiamo definire la sua forza: la melodia di una voce unica. Il suo ennesimo concerto bresciano, sempre molto atteso e cal-do, diventa così un nuovo “T est” (ab-breviazione di “Tour Estivo”), inteso proprio come test, prova, in vista della pubblicazione del prossimo disco di inediti. Francesco, che vanta la recen-te pubblicazione del suo primo best of, più che una selezione dei suoi mi-gliori successi un “Fermoimmagine” di una carriera da solista che ha ormai toccato i 12 anni. Il disco è uscito in parallelo con la sua ultima esibizione al Festival di Sanremo di quest’anno, dove ha presentato il brano “La tua bellezza” che, pur non conquistando alcun piazzamento ha confermato la sua classe e la sua capacità nel trat-tare con eleganza e profondità il dif-ficile – perché spesso banalizzato – tema dell’amore. Proprio questa can-zone, prodotta da Fabrizio Barbacci (già al suo fianco nel primo omonimo disco), è uno dei tre inediti presenti su questa compilation: gli altri sono “Ho ma non ho” e “Senza sorridere”. In piazza Duomo sarà così di nuovo festa grande, con il pubblico ancora una volta in visibilio all’ascolto della splendida voce di un ragazzo di casa perennemente in bilico, possiamo dir-lo, tra pop e rock. Chiude la stagione

I giovani musicisti in cerca di conferme dei propri talenti da tempo hanno l’opportunità di confrontarsi con i coetanei nei numerosi concorsi d’esecuzione che vengono organizzati in Italia ed all’estero. Gli studenti del Conservatorio di Brescia non sono diversi dalle migliaia di allievi musicisti italiani e dunque tentano la via delle competizioni e in alternativa la prosecuzione della formazione in orchestre o accademie di

prestigio internazionale. Questi sono i nomi dei giovani bresciani segnalati: Tatiana Alquati (arpa); Paolo Bertinelli (pianoforte); Domenica Brancati (trombone); Nadia Fracchiolla (violoncello); Paolo Gorini (pianoforte); Davide Maffolini (violoncello); Cecilia Mazzoli (pianoforte); Daniela Negrini (pianoforte); Giacomo Papetti (classe di Jazz); Martino Tosi (pianoforte); Francesca Virgilio (arpa); Gabriele Levi (organo).

Continuano le iniziative culturali organizzate dall’associazione Pro Camunia alla galleria d’arte Alessandro Manzoni di Darfo. Fino al 25 luglio è possibile visitare la mostra personale di Maryna Sakaluskaya. Artista di origine bielorussa, nata a Minsk nel 1980, camuna di adozione, presenta opere della recente produzione e alcuni lavori antologici. Sin da piccola ha mostrato interesse per la musica e l’arte ma solo quando è arrivata in Italia nel 2000, ha approfondito

la sua esperienza con corsi di pittura e cominciato dipingere da autodidatta, ispirandosi nelle sue prime opere alla filosofia. I suoi lavori nascono nel laboratorio di Cividate Camuno. Ha partecipato a mostre e a concorsi guadagnandosi elogi e riconoscimenti. È visitabile da martedì a domenica (10.30-12.30 e 17-19.30). Uno degli obiettivi di Pro Camunia è valorizzare i giovani artisti camuni. In agosto è in programma la mostra “Giovani artisti camuni in galleria”.

L’iscrizione di Santa Giulia, San Sal-vatore e l’area archeologica monu-mentale nel Patrimonio mondiale dell’Unesco ha offerto una vetrina alla bellezza di Brescia. Il patrimo-nio storico-artistico di una città, uni-to al lavoro dei suoi abitanti e della sua amministrazione, può aiutare la stessa a risollevarsi da periodi bui come quelli in piena crisi economica. L’intuizione comune di alcuni sog-getti ha dunque fatto sì che venisse

a costituirsi la “Film Commission Brescia”: forti di un riconoscimento tanto pregiato come quello assegna-to a Brescia, l’assessore comunale al-la Cultura, Andrea Arcai, l’assessore alle politiche di sviluppo del centro cittadino, Mario Labolani e l’asses-sore alle attività produttive, Mauri-zio Margaroli si sono quindi riuniti in una piccola task force per portare il progetto in Consiglio comunale, così che esso potesse essere approvato.

La Film Commission Brescia nasce come forma di comunicazione ed ha essenzialmente un ruolo di servizio: essa lavorerà infatti per permettere ad attori, registi, fotografi ed artisti in genere che desiderano utilizzare Brescia come set per le loro opere, di potersi rivolgere a una commissio-ne di persone competenti in materia, dalle quali ricevere tutto il supporto necessario al loro lavoro. La Commissione bresciana, tutta-

via, non lavorerà sola: alla sue spal-le ci sarà infatti la Film Commission lombarda, che sosterrà l’importante filiera imprenditoriale e contribuirà a valorizzare il territorio cittadino, promuovendo ed incentivando il ci-ne-turismo. La nostra città potrà così inserirsi all’interno di un mercato dal potenziale enorme che le potrebbe donare nuovi posti di lavoro, indotto immediato e un aumento incremen-tale del turismo.

estiva dei grandi concerti Giorgia, la regina (con Laura Pausini) italiana del pop, inteso come genere immediato e semplice (ma non facile!). Giorgia ha anch’essa il dono della voce, che la rende superiore alla qualità, talvolta giudicata non eccelsa, delle sue can-zoni. Ma con quella voce può fare ciò che vuole, dal soul al rock alla can-zone intima fino alla dance. Se poi lo vogliamo definire pop, ok, forse è solo

un problema di noi critici. Il concerto di Giorgia è comunque sempre uno spettacolo, perché le sue corde vocali ma anche la sua interpretazione sono di un livello decisamente superiore alla media. A Brescia presenterà la consueta carrellata di grandi succes-si, con una attenzione particolare alle canzoni del suo ultimo disco, “Dietro le apparenze”, nel quale semina un po’ tutti i generi, dal pop, alla dance, all’hip-hop, con qualche spruzzatina rock e sfumature elettroniche. Così è se vi pare, potremmo chiamarlo mel-ting pot, ma di fronte alla classe cri-stallina della cantante romana ogni re-mora e titubanza perde di consisten-za e non resta che abbandonarsi alla sua strepitosa voce, che da sola basta a rendere ogni suo concerto magico.

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’occasione è di quelle da non farsi scappare. Una di quelle che probabilmente non cambiano la vita, ma che perderle o tralasciar-

le può lasciare qualche rimorso. Po-tremmo poi aprire una discussione se sia meglio il rimorso o il rimpianto, ma nel caso, senza voler fare di que-sto spazio un concentrato di saggez-za e buoni consigli sulla vita, la scelta potrebbe essere quella di Ornella Va-noni “Meglio avere dei rimorsi o dei rimpianti è un dubbio mio, ma ti di-co che alla fine tutto quanto rifarei” (“Solo un volo” con Eros Ramazzotti). Sì, perché l’occasione in questione è la prima grande crociera de “La Voce del Popolo” con partenza l’11 novem-bre al costo di 290 euro a testa (cabi-na interna). Il prezzo è giusto. Non è un refuso: 290 euro, sei giorni, cinque notti. La crociera sulla nave Costa Fa-volosa partirà da Venezia, toccherà Bari, Corfù, Malta, Napoli e approde-rà a Savona.“Certo”, qualcuno dirà, “poi biso-gna aggiungere quello, quest’altro e quell’altro ancora”. Sbagliato! Il prez-zo della crociera di “Voce”, in collabo-razione con Bravo net e Costa Cro-

stioni più burocratiche e amministra-tive (cosa che in questa situazione di crisi non va sottovalutata), che han-no guidato la stesura e una proposta accessibile economicamente e logisti-camente, visto che per prenotare ba-sta recarsi in una delle agenzie Bravo net, distribuite sul territorio capillar-mente, come i nostri lettori e i nostri prodotti (La Voce del Popolo, La Voce della Valtrompia, La Voce della Fran-ciacorta, La Voce di Brescia, La Voce dello sport, Radio Voce).E fatta tutta la burocrazia ecco il viag-gio. La partenza è fissata l’11 novem-bre da Venezia. La città è icona di bellezza e arte, è un continuo incanto per gli occhi, tra monumenti e palaz-zi, armoniosi ponti, gondole, tipiche calli e suggestivi campi. Uno spetta-colare inizio per una crociera che si promette spettacolare. Dal porto della città dei dogi e di San Marco salpa la nave favolosa e attra-verso il Mediterraneo, suggestivo e meraviglioso mare d’inverno, il gior-no dopo il panorama agli occhi del viaggiatore sarà completamente di-verso: Bari. La città al sud Italia che tra i vicoli della parte antica offre ca-polavori architettonici creati nei se-

ciera, comprende: trasferimenti in pullman privato all’andata e al ritor-no, trattamento pensione completa a bordo della nave, animazione, spet-tacoli serali, intrattenimenti diurni, possibilità di escursioni facoltative, assicurazione Medicononstop e baga-glio, omaggio e tasse portuali. Queste ultime ruotano attorno a 120 euro cir-ca, dunque una crociera da 170 euro. Ma per far contento chi ama mettere i puntini sulle i, ricordiamo che non sono incluse le bevande durante la crociera, le escursioni facoltative, quote di servizio (da pagare a bordo di 35 euro) assicurazione facoltativa contro le penalità di annullamento ed extra personali.Per i ragazzi (fino a 18 anni) in cabina con due adulti il costo è di 180 euro. Sciolti tutti i dubbi in merito alle que-

Con “La Voce del popolo” e “Voce sas” via agli spettacoli gratis. Ormai dal 2009 la fedeltà dei nostri lettori viene premiata settimanalmente con biglietti gratuiti per i più importanti eventi di spettacolo di Brescia e provincia. È stato possibile, e lo è ancora, grazie alla sensibilità dei nostri “partner”: Ctb, Cipiesse, Crystal, PalaBrescia, Faustini promotion, re:think-art (per “Tener-a-mente” al Vittoriale), Odeon e Politeama; compagni di viaggio sempre disponibili. Nel

corso del tempo ci auguriamo che la collaborazione possa ampliersi ad altre realtà. Sempre più persone in questi anni hanno assistito a concerti e a spettacoli gratuitamente e diversi hanno ringraziato per averne data loro la possibilità. Ma la notizia è l’enorme numero di regali omaggio in programma su questi ultimi numeri prima della pausa estiva. In questo numero (vedi pag. 39) in palio ben sei spettacoli. Due di questi sono targati Cipiesse: i Litfiba, dopo la

reunion, si esibiranno in piazza Duomo martedì 24 luglio alle 21.30 (estrazione 24 luglio), e Giorgia chiuderà i grandi concerti estivi in città mercoledì 25 luglio alle 21.30 (estrazioni mercoledì 25 luglio); gli altri quattro eventi consolidano la collaborazione con re:think-art per il festival “Tener-a-mente”: il concerto dell’Orquestra buena vista social club” mercoledì 25 luglio alle 21.15 (estrazione il 25 luglio); il concerto di Walter Beltrami con “Postural vertigo quintet” venerdì

27 luglio (estrazioni giovedì 26); il concerto di Paolo Conte, premiato con il premio “Il Vittoriale” dalla fondazione presieduta da Giordano Bruno Guerri, previsto sabato 28 luglio (estrazione giovedì 26 luglio); chiude la carrellata domenica 29 luglio l’esibizione dei Kataklò (estrazione 27 luglio). Spedisci a “All’evento con Voce” a “La Voce del popolo” in via Callegari 6, 25121. G.Battista Budria ha vinto i biglietti per Pat Metheny e Maria Rosa Valli per i Subsonica.

70 agenzie riunite. Bravo net è il gruppo di agenzie turistiche associate che offrono con “La Voce del Popolo” la 1ª grande crociera per i lettori e amici di “Voce”. “La Voce del Popolo è storicamente il settimanale più conosciuto e diffuso – racconta Gianbattista Merigo di Bravo net – a Brescia e l’unico in grado di penetrare in determinate situazioni. Mi ricordo che quando ero bambino mia mamma leggeva solo ‘La Voce del Popolo’ e nient’altro”. Nasce da qui la collaborazione per la proposta di una crociera “non necessariamente un pellegrinaggio – sottolinea – che in accordo con il direttore del giornale abbiamo voluto rendere il più accessibile possibile e in quest’ottica abbiamo fatto alcune scelte. Costa 290 euro, tasse portuali comprese, il che vuol dire che realmente la crociera costa 20 euro al giorno”. In linea con le scelte di facilitare l’adesione la collaborazione con bravo net permette di avere sotto casa l’agenzia per iscriversi. “Ci piacerebbe che diventasse una tradizione tutti gli anni proporre la crociera di Voce” ha chiuso Merigo. Info: lavocedelpopolo.it

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Si arricchisce di altri cinque titoli il catalogo e-book delle Paoline. Sono disponibili, nel duplice formato ePub e pdf, “Il codice di Tarso”, appassionante e originale romanzo di Marco Garzonio; “Il brutto anatroccolo” coraggioso saggio di Fulvio De Giorgi sul laicato cattolico italiano alla luce del Concilio Vaticano II; “Io madre di mia suocera”, toccante testimonianza di vita accanto ad una persona malata di Alzheimer; “Cosa crede chi crede?”,

provocatorio viaggio alle radici della fede; “Enrico Bartoletti”, biografia di un grande testimone della Chiesa italiana negli anni della Contestazione e del post-Concilio. I nuovi e-book si sommano ai sei già presenti nelle principali librerie online. L’iniziativa di conversione della produzione libraria cartacea in e-book, partita nel dicembre del 2010 insieme ad altri editori cattolici nasce dall’opportunità di presidiare le nuove modalità di diffusione editoriale.

coli da artisti romani, bizantini, nor-manni e svevi.E poi, nonostante la crociera non sia un pellegrinaggio, ecco tre tappe che portano sulle tappe di San Paolo. A Corfù, in Grecia, si attribuisce l’arri-vo del cristianesimo attorno all’anno 48 per opera di due discepoli di Paolo, San Giasone e San Sosipater. In que-sta, isola più a nord tra quelle ioniche, verdissima e dalle coste suggestive, sono tangibili influenze culturali e ar-tistiche diverse. Dalla Grecia si ripar-te e si viaggia verso Malta, dove San Paolo portò il cristianesimo attorno al 60. Appena fu acceso il fuoco San Paolo venne morso da un serpente velenoso senza conseguenze. Gli iso-lani considerarono questo episodio come un segno che San Paolo era una persona speciale. Questa scena è rap-

presentata in molte opere d’arte di ca-rattere religioso a Malta. Secondo la leggenda, San Paolo si rifugiò in una grotta, oggi conosciuta come le Cata-combe di San Paolo a Rabat. Lasciata Malta la Costa Favolosa porterà i viag-giatori a Napoli, città sfiorata da San Paolo, sbarcato a Pozzuoli. Napoli è un mondo di ricchezza artistica, cultu-rale e umana che palpita tra la collina di Posillipo e le pendici del Vesuvio. Da lì il viaggio continua fino a Savona dove si arriverà l’ultimo giorno, accol-ti nella riviera di Ponte dalla cittadina dominata dalla fortezza del Priamar. Sei giorni e cinque notti da trascorre-re sulla Costa Favolosa che è proprio come nelle fiabe: una nave da crocie-ra che ha la magia del castello incan-tato e il divertimento di un luna park virtuale, l’eleganza del palazzo reale e il benessere di un angolo di paradiso. I materiali preziosi degli arredi della nave, gli spazi slanciati in stile gotico dell’atrio, il salone illuminato da mi-gliaia di cristalli Swarovski, il cinema in 4d e i simulatori di gioco, la ludote-ca e l’Acqua park per i bambini: tutto è fatto per sorprendere e divertire. Benvenuti alla prima grande crocie-ra di “Voce”!

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Dal 2 luglio fino all’1 settembre la mattinata di Radio Voce profuma di salsedine. Dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12, in collegamento con Rimini, potrete seguire l’estate in Riviera, con musica, notizie, le voci dei turisti in spiaggia, oltre alla consueta informazione su Brescia e provincia coi vari gr del mattino. Un programma in collegamento col circuito InBlu e Radio Icaro. Voce mattina con Marco Vignoletti vi dà appuntamento a settembre con sorprese sempre nuove.

Anche nel periodo estivo, dal lunedì al venerdì a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti.Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

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Comicità, improvvisazione, cultura e – naturalmente – spettacolo, all’inse-gna di un montaggio che spazia dalle esibizioni danzanti o canore di perso-naggi dello spettacolo a frasi celebri, con accostamenti spesso all’insegna dell’ironia, fanno di “Techetecheté” (Rai1, dal lunedì al venerdì ore 20.30) uno spazio di amarcord che intrattie-ne divertendo. Attingendo a piene ma-ni agli archivi delle Teche Rai, il pro-gramma si colloca nel filone preserale felicemente inaugurato nelle passate stagioni estive e si pone in ideale con-tinuità con il fortunato “Da Da Da”, anche se rispetto a quest’ultimo pre-senta qualche variazione strutturale.

La scommessa degli autori è quella di mostrare le molte facce della televi-sione dal 1954 – anno dell’avvio uffi-ciale delle trasmissioni Rai – a oggi.Non sono soltanto i personaggi più strettamente legati al piccolo scher-mo i protagonisti di ogni puntata ma attorno a essi ruotano moltissime al-tre figure, pronte a lasciare traccia del loro passaggio sul piccolo scher-mo con battute, gag, frasi fulminanti e parole a effetto.Il risultato è una sorta di rivista per immagini, in cui anche l’alternanza fra i frammenti in bianco e nero e quelli a colori contribuisce all’effetto di spiaz-zamento attraverso cui l’insieme di

citazioni produce un testo comunica-tivo decisamente “sui generis”. Il sot-totitolo “Il nuovo che fu” sottolinea la costante oscillazione fra un “allora” e un “adesso”, lasciando intuire che lo sguardo degli autori si proietta anche verso un “dopo” tutto da costruire (te-levisivamente parlando).Dal punto di vista narrativo, “Teche-techeté” si potrebbe definire un post-spettacolo, in forma di varietà in pillo-le. Il fascino del ricordo attira e piace, se è vero che finora il programma ha ottenuto una media di ascolti supe-riore a “Veline” (Canale 5, ore 20.30), kermesse di selezione delle aspiranti ragazze-immagine di “Striscia la noti-

zia” condotta da Ezio Greggio. È co-me sfogliare l’album dei ricordi: ogni immagine evoca un periodo, un’emo-zione, un’epoca sociale da rivivere a distanza, riscoprendone i protagonisti e ritrovando nei tormentoni del mo-mento una parte di se stessi.Punto di forza del programma è la possibilità di rivedere personaggi che hanno fatto la storia della televisio-ne italiana, e della Rai in particolare; molti di loro, pur risalenti all’epoca pionieristica della tv, negli attuali pa-linsesti non stonerebbero affatto e –anzi – avrebbero molto da insegnare a qualche improvvisato protagonista capitato lì per caso.

Nel confronto fra allora e adesso si apprezzano la professionalità e la compostezza formale di un periodo in cui il piccolo schermo non era sol-tanto fonte d’intrattenimento, ma in-sisteva su una proposta a sfondo cul-turale anche nelle trasmissioni appa-rentemente meno impegnate. Per fare televisione era necessario possedere specifiche competenze artistiche o teatrali e l’improvvisazione poteva trovare uno spazio soltanto se veniva proposta da professionisti. Oggi non è così, ma dubitiamo che molte meteo-re che quotidianamente incontriamo in tv possano essere ricordate anche soltanto da qui a un paio d’anni.

Stanno per chiudersi le iscrizioni al primo Happening degli oratori in programma dal 6 al 9 settembre nelle diocesi di Brescia e Bergamo. In Primo Piano (alle 11.20 circa) ne illustra temi, obiettivi e programma don Marco Mori. Il commento al Vangelo è sempre a cura di don Diego Facchetti, docente in Seminario e responsabile diocesano dell’Apostolato della preghiera. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty

Cattaneo, in estate va in onda nella versione ridotta della durata di un’ora dalle 11 alle 12. In differita, va in onda, sempre la domenica, anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte Manerbio, Radio Raphaël. Primo Piano è disponibile in podcast sul sito www.radiovoce.it dove si trovano anche tutte le puntate di Ecclesia e le Rubriche per lo spirito, che riprenderanno in autunno.

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notizia”, e la web tv, manderanno in onda le ordinazioni sacerdotali, tenute nella Cattedrale di Brescia.“La Buona Notizia” va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv.

La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dal duomo di Santa Maria Assunta in Montichiari su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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adendo quest’anno il centenario della nascita di Nereo Rocco, il leg-gendario allenatore del Milan, è stata più volte

rievocata una sua celebre battuta. A chi, prima di una partita, gli au-gurava “Vinca il migliore”, el Paròn rispose: “Sperémo de no!”. La stes-sa speranza sarà passata, in qualche momento, nella testa di Kristen Ste-wart, Biancaneve guerreggiante nel-la nuova versione fantasy della fia-ba dei fratelli Grimm? Perché biso-gna ammetterlo: tra lei e la crudele strega Ravenna affidata a Charlize Theron, splendida e seducente an-che in un ruolo non memorabile, la bilancia dell’interesse appare subi-to pendere dalla parte dei cattivi. In “Biancaneve e il cacciatore”, poi, la sceneggiatura regala alla regina malvagia perfino qualche scusante, sentendo il bisogno di ricostruire l’infanzia infelice che sarebbe al-le origini del suo comportamento. Mentre Biancaneve, predestinata fin dall’inizio a riportare la luce nel mondo, viaggia senza esitazione – e senza grandi emozioni – verso la battaglia finale.L’eroina è “quasi la versione femmi-nile di Luke Skywalker” secondo il regista Rupert Sanders. Ma più che

a “Guerre stellari” il film guarda al Medioevo fantastico del “Signore degli Anelli”, e anche al “Twilight” che ha reso famosa la Stewart, pure in quel caso contesa tra due uomini. Il principe azzurro infatti si duplica: c’è William (Sam Claflin), vero figlio di re, amico d’infanzia della princi-pessa; e c’è la sua versione musco-losa e rozza, il “cacciatore” Chris Hemsworth, ubriacone, triste ma capace di mettere il proprio corag-gio al servizio della giovane quando Biancaneve riesce a fuggire dalla torre dove Ravenna l’ha confinata dopo averne sposato e ucciso il pa-dre. È un concentrato dei baci dei due uomini ad avere effetto salvifico quando Biancaneve addenta la mela avvelenata. Ma, salvo un breve mo-mento di abbandono pagato caro, a nessuno di loro la protagonista sem-bra essere troppo interessata, assor-bita dal proprio destino di Giovanna d’Arco fiabesca.Il film di Sanders è meno originale del recente adattamento della fiaba diretto da Tarsem Singh, coloratis-simo, allegramente visionario ma forse meno attraente per un pub-blico giovane. Qui tutto è serioso e i personaggi seguono schemi col-laudati, anche se le invenzioni non mancano: un’armata che si scioglie

in schegge di metallo, una foresta animata e mostruosa, la truppaglia dei nani interpretata da un gruppo di eccellenti attori inglesi (tra loro il saggio Muir di Bob Hoskins). Lo specchio magico, nel quale Raven-na riversa la sua ossessione per la bellezza che scompare, è una su-perficie gelatinosa che assume for-ma umana quando viene interpella-ta. La produzione ha largheggiato in scenografie e costumi, cercando di costruire per i personaggi un lo-ok da tempi bui, ma modaioli. Così la costumista Colleen Atwood rac-conta di come ha rivestito Bianca-neve con un abito “di una bellissi-ma pelle scamosciata verde che sta benissimo con il colore degli occhi di Kristen”. Il guardaroba più ricco è riservato alla regina Charlize: alla quale, peraltro, basta uno sguardo di ghiaccio per incantare.

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pread, default, cambio dell’euro, bolla speculati-va, agenzie di rating: sono queste le parole che ogni giorno, da giornali e tele-

visioni, tengono in apprensione gli italiani alle prese con il quotidiano bollettino di guerra della crisi eco-nomica. Parole familiari che hanno gene-rato un clima di generale sfiducia nella gente anche se nel loro reale significato sono ai più sconosciu-te, così come molte scelte econo-miche indicate come causa della crisi in atto. La conferma arr iva da Cor-rado Caironi, palazzolese, di Ricerca&finanza, esperto di que-stioni economico-finanziarie, inter-vistato in questa pagina. Si sentono in giro tanti rimpian-ti per la vecchia lira. La scelta di entrare nella zona euro è sta-ta giusta?Sì, è stata una scelta giusta per-ché l’Italia, che si presentava con il suo enorme debito, ha ragionato sul futuro ed entrando a far parte sin dall’inizio della zona euro ha be-neficiato di tassi di finanziamento molto bassi e di una stabilità valu-taria utile se abbinata alla nostra capacità di esportare e una rinno-vata credibilità finanziaria. Quali sono le cause prossime e quelle remote che hanno por-

tri previsti dal “Patto di stabilità”; un lavoro che aveva dato buoni ri-sultati nei primi anni Duemila, ma poi si è perso completamente. La crisi finanziaria del 2008, che ha coinvolto tutte le maggiori econo-mie, ha messo in luce un aumento degli squilibri tra i Paesi dell’euro-zona, e il nostro Paese si è trovato “quasi bocciato”, con il bisogno di recuperare.Dal suo punto di vista i mezzi di comunicazione producono al-larmismo o forniscono un’infor-mazione corretta sulla stagione attuale?

tato i Paesi europei e l’Italia in particolare, in questa situazio-ne di crisi? Si poteva prevedere?L’Italia aveva come compito quello di arginare i deficit di bilancio per rientrare gradualmente nei parame-

ÈTrascorsi i sei mesi canonici nessuno Stato membro ha presentato doman-da di opposizione e così si è perfezio-nato positivamente il percorso che iscrive il “Nostrano Valtrompia” nel registro dop riconosciute ufficialmen-te dall’Unione europea. Si tratta di un “Formaggio semigrasso a pasta extra dura, prodotto tutto l’anno, a partire dal latte crudo e con l’aggiunta di zaf-ferano. La produzione del latte, le fa-si della sua trasformazione, la stagio-

natura, la raspatura e l’oliatura delle forme di formaggio devono avvenire nell’area geografica delimitata nel ri-spetto dei tempi e delle metodiche di produzioni tradizionali. La zona di pro-duzione e di stagionatura del formag-gio appartiene ai Comuni della Pro-vincia di Brescia nella Valle Trompia. “Con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale del regolamento di riconosci-mento – afferma il presidente di Col-diretti Brescia Ettore Prandini (nella

foto) – per il Nostrano Valtrompia si conclude positivamente il percorso burocratico e inizia il percorso di pro-mozione e valorizzazione del prodot-to, con l’auspicio che ne possa trarre vantaggio l’intera filiera. Anche questo riconoscimento conferma la bontà del progetto Coldiretti, che mette la quali-tà e la tipicità delle nostre produzioni al primo posto: viene premiato il sistema produttivo italiano, esempio per tutti di affidabilità, trasparenza e qualità”.

È evidente che la maggior parte dei media tende a enfatizzare la realtà, amplificando alcuni aspetti di im-patto. La situazione presenta co-munque delle reali criticità a par-tire dai costi del debito pubblico.Costo della politica, debito pub-blico, evasione fiscale sono que-sti i campi su cui intervenire per chiudere la crisi che l’Italia sta attraversando?Direi che sono tutti temi su cui è necessario accelerare, un compito che spetta però alla nostra classe politica, che deve operare alcune scelte precise.

Nonostante la situazione di grande difficoltà economica e finanziaria che sta investendo tutta l’Italia, dopoil calo registrato a inizio anno, le imprese bresciane superano quota 122mila attestandosi alla fine digiugno a 122.481 unità. La crescita, tuttavia, non è stata brillante, l’aumento registrato è stato, infatti,pari allo 0,4% nel trimestre e allo 0,2% in confronto allo stesso periodo dello scorso anno; bisogna tornare ad aprile-giugno 2009 per ritrovare un risultato così basso. Sono questi

alcuni dei dati contenuti in una analisi elaborata dall’Ufficio studi e statistica della Camera di commercio di Brescia. La timida crescita del numero delle imprese è dovuta ai morsi della crisi che dispiega i suoi effetti sul sistema produttivo facendo registrare a fine giugno l’apertura di 1892 imprese, il numero più basso dei corrispondenti trimestri degli ultimi 10 anni. Sono state, invece, 1412 le imprese che tra aprile e giugno hanno cessato l’attuività, 140 in più rispetto allo stesso trimestre

del 2011, un numero ancora molto lontano dal picco raggiunto nel secondo trimestre del 2008. Il bilancio demografico si è chiuso, dunque, in positivo con 480 unità in più nel trimestre; il confrontocon lo stesso periodo dell’anno scorso, tuttavia, produce un risultato più attenuato pari a 282 unità in più. Tutti i settori presentano tra aprile e giugno saldi positivi. Il confronto con lo stesso periodo del 2011 mette in evidenza il perdurare delle difficoltà delle costruzioni (-181 unità).

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ffrontare l’argomen-to del restauro dei be-ni culturali, è tema al-quanto complesso e discusso. Anche se ci

sono idee abbastanza chiare, nume-rosi sono i caratteri soggetti a conti-nui sviluppi e precisazioni. Abbiamo voluto affrontare il tema con il prof. Leonardo Gatti, noto restauratore bresciano. “La figura del restaurato-re – ci spiega Gatti – è da conside-rarsi un’eccellenza nel nostro Paese, riconosciuta anche a livello interna-zionale. I tecnici restauratori che operano sui beni tutelati con imprese specialistiche, si occupano prevalen-temente di restauro di beni culturali

razione teorica, dall’applicazione di una sofisticata metodologia scienti-fica, e dall’alta qualità operativa. Un sistema di qualificazione alquanto rigoroso, è diventato la solida base sulla quale la cultura del restauro italiana, è riuscita ad imporsi. Tute-la e conservazione dei beni culturali: questo dovrebbe essere lo scopo del restauro, che non deve limitarsi ad eliminare il degrado dovuto ad eventi traumatici, ma preservare e conser-vare le opere d’arte anche attraver-so la manutenzione ordinaria, con il fine di prevenire i danni e limitare i costi di futuri interventi. Il restauro dovrebbe però essere anche l’occa-sione per approfondire lo studio e la

conoscenza dell’opera d’arte sotto-posta ad intervento di manutenzione, attraverso l’interpretazione dei dati conoscitivi sia tecnici che storico-ar-tistici, atti ad eseguire le scelte meto-dologiche più opportune al recupe-ro dell’opera stessa. Troppo spesso purtroppo, pratiche improvvisate e incontrollate hanno causato e stan-no causando tuttora gravi danni al nostro patrimonio storico-artistico. Nascono così due grossi problemi. Il primo riguarda l’eccessiva burocra-zia e l’innalzamento dei costi dovu-ti alla stessa, che porta molte volte l’affidamento di restauri a personale non qualificato, scavalcando, di fat-to, gli enti preposti al controllo, quali

le Soprintendenze. Il secondo, e non meno grave, è che il restauratore nel-la complessa macchina operativa, rischia di diventare un’interferenza con la condotta assunta da altre fi-gure professionali e imprenditoriali, proiettate al pieno e totale controllo del ciclo del restauro. Il patrimonio tecnico e culturale del restauratore, eccellenza dell’artigianato italiano, rischia di passare così in secondo piano. Credo pertanto – prosegue Gatti – che la figura del restaura-tore dovrebbe essere riqualificata e maggiormente responsabilizzata, on-de evitare di perdere un patrimonio sia tecnico sia culturale, invidiato da tutto il mondo”.

Dopo oltre sei mesi, si è concluso il restauro conservativo della pala dell’altare maggiore della vecchia parrocchiale di Lumezzane S. Sebastiano, che il parroco don Giulio Gatteri, ha affidato al laboratorio bresciano del maestro Romeo Seccamani. La prima fase dell’intervento ha riguardato la pulitura e la rimozione delle ridipinture, con il recupero delle preziose e raffinate cromie originarie, valorizzando il contrasto di luci ed ombre.

Il critico d’arte Vittorio Sgarbi, ammirando nel febbraio del 1999 il dipinto non ancora restaurato a Villa Glisenti di Carcina in occasione della mostra della pittura del ’700 in Valtrompia, giudicò la pala “Il miglior quadro del secolo XVIII della Valle del Mella”. In basso, al centro, l’opera è firmata e datata Angelus Palea F. 1728. L’artista è Angelo Paglia, figlio del celebre pittore Francesco, nato a Brescia nel 1681 e morto in città nel 1763. Il quadro

rappresenta la Madonna col Bambino in gloria, S. Sebastiano martire e S. Fabiano papa martire. Come specificò Sandro Guerrini grazie all’esposizione valtrumplina, è emerso il valore di Angelo Paglia, come “figura di primo piano nella storia dell’arte bresciana, ben collocata sulla via della pittura della realtà, a ponte tra l’intima e malinconica severità di Francesco Paglia ed il potente senso del quotidiano del Ceruti. Soprattutto per la composizione

dei dipinti a soggetto sacro e per lo studio delle espressioni, il Ceruti deve aver guardato ad Angelo Paglia, mentre per la resa dei panneggi gli devono essere giunte preziosissime – insieme agli insegnamenti del Cifrondi – le soluzioni di Antonio Paglia. La pala di Lumezzane S. Sebastiano dimostra la sapienza compositiva del pittore che, in pieno rococò, torna a disporre le immagini secondo figure geometriche chiuse e simmetriche”. (c.s.)

mobili, di interesse storico, artisti-co, archeologico ed etnoantropolo-gico, e di superfici decorate di beni immobili del patrimonio culturale. Il grande riconoscimento in ambito internazionale della figura del restau-ratore italiano, nasce da una prepa-

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n principio si chiamava Foot-ball Club Brescia ma sempre delle Rondinelle stiamo par-lando. Era il 17 luglio del 1911 e i colori sociali erano l’aran-

cio e il blù. Ne è passata di acqua sotto i ponti per la vecchia e mai do-ma Leonessa d’Italia che nei giorni scorsi ha spento le 101 candeline. Di campioni ne sono passati tanti: dai vari Pirlo a Hubner, Bonera e Hagi, senza dimenticare i vari Bag-gio, Guardiola, Hamsik, Zebina, Ca-racciolo e Diamanti per arrivare ai giorni nostri. Anche in panchina si sono alterna-ti tecnici di livello: da Sonetti a Ze-man, senza tralasciare l’epoca più splendente (quella di Mazzone) fino al discepolo Serse Cosmi. Non è facile sintetizzare oltre un se-colo di vita; questi i nomi che bal-zano alla mente ma ce ne sarebbe-ro un’infinità. Dall’esaltazione per le apparizioni in Europa (Trofeo Anglo-italiano vinto nel ’94 a Wem-bley fino all’Intertoto nell’estate del 2001), ai continui sali e scendi dal-la massima serie a quella cadetta. Brucia ancora quella in occasione del Centenario: schiaffi che fanno ancora male e uno strappo tra diri-genza e tifoseria sempre più aperto. A proposito di dirigenza, diventano ventennale la guida del presidente del Brescia più longevo: quel Gino Corioni nominato patron nella sta-

gione 1992/1993 ma già da qualche anno inserito nell’organigramma dei soci. E, a proposito di matrimoni, rinno-vato l’accordo con il Banco di Bre-scia, sponsor ufficiale anche per la prossima stagione. Intanto prosegue il ritiro precam-pionato a Temù. Definite le ami-chevoli: si parte venerdì 20 luglio

con la partita in famiglia Brescia A-Brescia B alle ore 16. A seguire, domenica 22 luglio, alle ore 17 i biancoazzurri sfideranno la rappre-sentativa locale dell’Alta Val Camo-nica. Giovedì 26 luglio sarà la vol-ta di Brescia-Bienno (squadra che milita nel campionato regionale di Promozione), partita in program-ma alle 17. Domenica 29 luglio sa-

Il Coordinamento Brescia Club promuove un’iniziativa rivolta a tutti gli sportivi e ai tifosi denominata “Famiglie a Temù”. Domenica 29 luglio è, infatti, prevista una piacevole trasferta in Valcamonica per trascorrere una tranquilla giornata in montagna con la famiglia e assistere all’amichevole del Brescia. Il programma prevede il ritrovo e la partenza dei partecipanti nel piazzale Giacinto Tredici in città di fronte alla Chiesa di Lamarmora

alle ore 9. Il costo del pullman è di 10 euro. Per chi lo vorrà ci sarà la possibilità di pranzare al costo di 11 euro oppure, per chi lo desidera, pranzare al sacco o usufruire delle strutture esistenti (stand gastronomici). L’iscrizione al pranzo non e’ obbligatoria. Durante la giornata si potrà incontrare la squadra e l’allenatore per fotografie e autografi. Informazioni e adesioni (entro il 23 luglio): [email protected]

Anche il Brescia Calcio femmini-le, così come i colleghi uomini, ha scelto Temù come sede del ritiro precampionato. La comitiva bian-coazzurra soggiornerà in Valle Ca-monica per la preparazione estiva dal 16 al 22 agosto. Temù è cono-sciuto dagli appassionati di sci perché fa parte, insieme a Ponte di Legno, al Passo Tonale e al ghiac-ciaio Presena, del comprensorio Adamello Ski che con i suoi 100 km

di piste rappresenta la destinazio-ne sciistica preferita dai bresciani. L’appeal della montagna in versio-ne invernale va scemando notevol-mente durante i mesi estivi, nono-stante le molteplici sfaccettature che la vacanza estiva può assume-re: l’Alta Valle Camonica in parti-colare presenta delle interessanti possibilità legate al trekking e al-la mtb. Sul territorio dell’Alta Val-le Camonica esistono già una fitta

rete sentieristica, 500 km di trac-ciati per i biker e un bike park per i bambini, una piscina, vari campi da tennis, bocce, un parco avven-tura con ponti sospesi tra gli albe-ri, un palazzetto che ospita rego-larmente camp di basket, scherma e judo, sono praticati l’huskytrek-king, la pesca sportiva e la pesca a mosca e sono in fase di realizzazio-ne una pista ciclabile ed una pista da freeride per una vacanza attiva

e accattivante per tutta la famiglia. Tornando alle Leonesse, che nella stagione appena conclusa hanno chiuso al quarto posto in serie A, questo il programma: 16 agosto vi-site mediche e partenza per Temù, sabato 18 ore 21 presentazione del-la squadra in piazza, mercoledì 22 ritorno in città. Sabato 25 agosto, infine, il Brescia disputerà la pri-ma amichevole stagionale contro il Fiammamonza.

rà la volta contro il Tonezza Team (squadra disoccupati Aic): il fischio d’inizio previsto per le 17. Infine la gara che chiuderà il ritiro di Temù, prevista per venerdì 3 agosto alle 16: Brescia-Liberty Oradea (squa-dra che milita nel campionato di Serie B della Romania). Al termine dell’amichevole si concluderà an-che il ritiro, con la squadra che ri-entrerà a Brescia e godrà di alcuni giorni di riposo. Sul fronte mercato, infine, la tele-novela El Kaddouri prosegue a ol-tranza mentre l’obiettivo principale – Pablo Granoche – rimane a Pado-va, la “zavorra” Andrea Caracciolo resta ancora a Temù, Martini Rini ha firmato il prolungamento di con-tratto fino a giugno 2015 e si è unito alla squadra. Il nome nuovo è Marko Mitrovic: 20 anni, svedese d’origine balcani-ca, è cresciuto nel Chelsea. È stato soprannominato “il piccolo Ibrahi-movic”: mercoledì scorso si è sot-toposto alle visite mediche di rito prima di raggiungere i nuovi com-pagni in Valle Camonica.

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ratorio, sport emergen-ti e formazione. Sono queste le parole d’ordi-ne del Csi Brescia per il 2012/2013. È quanto

si evince dal piano di attività in spe-dizione alle società e disponibile in segreteria dalla prossima settimana. Gli sport di squadra continueranno a fare la parte del leone, trainati dal calcio (a 11, a 7, a 5 e femminile) con l’aggiunta della categoria over 35. Pallavolo confermata in tutte le sue varianti: maschile, femminile e misto, mentre il basket ripartirà dal campionato open con la speranza di poter dare slancio anche al settore giovanile, sempre più florido nel cal-cio e nella pallavolo e impreziosito dal progetto polisportivo, che con-sente ai ragazzi dai sei ai 12 anni di partecipare a giornate di sfide di altre discipline (podismo, atletica, pallamano e tennis tavolo su tutte). Non si può più parlare di sport mi-nori per arti marziali, ginnastica ar-tistica e tennis tavolo, che vantano numeri e affermazioni regionali e nazionali di primissimo piano, per non parlare del ciclismo, considera-to un modello dai comitati di tutta Italia. Si ripartirà da queste certez-ze, dando ulteriore slancio ai cam-pionati interprovinciali di sci e spe-ed down − in collaborazione con il Csi Valcamonica − e rispolverando il tennis, ma non basta. Si prevede una presenza sempre più viva negli ora-

Tra le novità del Csi Brescia per la prossima stagione c’è il tesseramento online, una vera e propria rivoluzione per il comitato nel segno dell’efficienza e della qualità del servizio rivolto a società e tesserati. Tutte le procedure di affiliazione e tesseramento verranno effettuate sul sito ufficiale arancioblù www.csi.brescia.it. La procedura è già attiva, e all’interno del portale sono scaricabili le indicazioni e le modalità operative, illustrate all’interno dell’apposito

vademecum. Durante le riunioni preparatorie delle singole discipline che si terranno in sede dal 23 al 31 agosto verrà illustrata la procedura e sarà consegnato a ciascuna società il relativo codice di accesso. Qualora emergesse la necessità di effettuare affiliazione e tesseramento in anticipo, i codici potranno essere ritirati in segreteria provinciale. Per informazioni consultare il sito internet, oppure contattare lo 030.312328 ([email protected]).

tori. con l’Oratorio cup per bambi-ni e adolescenti. Le scommesse del nuovo anno riguarderanno nuoto, biliardino, fitness e bocce, dove si punterà a coinvolgere gli atleti della terza età. In ambito formativo, infi-ne, il Csi Brescia ha fatto suo l’im-perativo del presidente nazionale Achini: “formarsi e formare in tutti i settori per contribuire con qualità

alla crescita dello sport italiano”. In programma corsi per allenatori, dirigenti, arbitri e primo soccorso. “È nei momenti di crisi che bisogna far emergere ancor di più impegno, entusiasmo e responsabilità – ha af-fermato la presidente del Csi Ame-lia Morgano – e lo faremo puntando su continuità e rinnovamento. Da-remo più slancio agli sport minori spingendo nuove attività e dando risalto all’attività giovanile. Cerche-remo sinergie e nuove alleanze sul territorio, ma gli oratori resteranno il luogo principe in cui fortificare le nostre radici. Grazie ai corsi forma-tivi, poi, eleveremo la qualità dello sport targato Csi Brescia”.

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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La giusta via

Egr. direttore,ho letto la lettera di don Raffaele Don-neschi e poi di Gualtiero Comini. En-trambe mi hanno suscitato la rifles-sione che in una parte della Chiesa emerga la convinzione che il denaro e le cose di amministrazione econo-mica non siano roba da prete (e non solo per una mancanza di tempo di fronte a pressanti impegni pastorali), bensì da delegare al laico. Mi doman-do se non vi sia sotto l’idea che il de-naro sia tutto sommato roba sporca e troppo legata al mondo materiale, in cui il prete perciò non dovrebbe immi-schiarsi, dedicandosi invece alle co-se spirituali e pastorali. Mi risulta che questa idea si avvicini ad un’eresia del passato, che certamente serpeggia ancora fra noi nei suoi strascichi; tal-volta si traduce nel pauperismo, che non è esattamente il giusto distacco dai beni, altre volte nello spirituali-smo. Mi sembra che Gesù Cristo sia stato un uomo divino molto concreto! Condivido alcune affermazioni con-tenute nelle due lettere. Penso però che in una parrocchia debba sempre essere il parroco responsabile econo-mico, pur facendosi aiutare da laici. Sappiamo, non essendo noi né bud-dhisti né induisti, che nulla di ciò che è materiale è male in sé; in sé e per sé il denaro, la materia, è solo strumento: dipende dal fine per cui lo uso e dal come lo uso che io con la mia respon-sabilità lo faccio diventare un male o un bene. Anche una pistola: se la uso per sparare alle gambe di uno che sta violentando mia figlia per fermarlo, la pistola diventa un bene, se la uso per ammazzare una persona senza una legittima difesa da un gravissima ag-gressione alla mia vita e in rapporto

a valori e soggetti deboli che io debba proteggere, lo stesso oggetto di metal-lo, diventa un male. Poi sì il violenta-tore andrò certamente a trovarlo in carcere e gli parlerò di Cristo, perché quell’uomo è il mio povero anche se lui fosse milionario di denaro. Non ca-pisco perché si sminuisca il laicato in questo modo: i laici facciano il lavoro considerato un po’ sporco. L’esperien-za del Cenacolo fallì solo per l’attac-camento dei presbiteri alla cassaforte, come fa capire il sig. Comini, oppure ne salviamo alcuni e pensiamo che questi fossero consapevoli che il loro ministero è anche santificare il dena-ro senza aborrirlo? Del resto questo ci indica Gesù e senza complessi. Vi è, sempre in nome della povertà, chi guarda infastidito i beni ecclesiastici di valore artistico, ritenendo che la Chiesa debba disfarsene; ma perché mai?! Essi celebrano la bellezza che è dono di Dio, fanno elevare lo Spiri-to, ci aiutano nella meditazione spiri-tuale, danno pace all’anima. Dipende anche qui dall’uso che se ne fa. L’idea che la povertà in sé e per sé sia segno di maggiore coerenza al cristianesi-mo, non mi risulta evangelica. Dio si è incarnato, si è fatto materia, è entrato nella storia concreta per amarla con concretezza. Il denaro e la materia sono utili strumenti per realizzare la parola ‘amare’ che non è certo solo il povero di mezzi (anche un ricco poli-tico corrotto è un povero, il coniuge è il mio povero, la persona egoista in tutte le sue forme è un povero, l’uo-mo che induce alla prostituzione è un povero, la donna che abortisce e vedo la Chiesa operare accompagna-mento nella conversione, sostegno e accoglienza splendidi...); poi ben vengano i S. Francesco a richiamarci con forza al giusto distacco dai beni.

Ciò che mi procura tristezza e dolo-re verso la Chiesa non è la ricchezza, ma il prete e il laico che accumulano ricchezze per il proprio benessere anziché per cominciare a costruire il Regno dei Cieli. Penso che sia ne-cessario offrire ai seminaristi nozioni di economia e diritto italiano perché continuo cocciutamente a ritenere che essere cristiani sia avere la testa rivolta al Cielo e i piedi ben piantati per terra. Un prete deve sapere come ‘gira il mondo’, oltre ad avere la pre-parazione teologica. In questo modo ci capiamo di più e ci aiutiamo me-glio nel santificare le cose del mondo per portarle a Dio. Lo so, a voi preti è chiesto molto, ma anche a me, donna cristiana, moglie, madre, lavoratrice; se le nostre giornate intense sono fon-date costantemente sulla preghiera e la comunione con Dio, allora ci si rie-sce: Lui è la nostra garanzia!

Francesca Paganuzzi Caldonazzo

Una domanda

Egr. direttore,nei giorni scorsi ho letto sui principali quotidiani nazionali delle polemiche interne al Pd e, più in generale, all’area di centro sinistra per la mancata mes-sa ai voti, nel corso dell’assemblea del partito di Bersani, di una proposta per il matrimonio tra gay. Personalmente la polemica mi ha disturbato, non tan-to per l’argomento in sé, quanto per i contesti in cui questa è stata monta-ta. Possibile che con un Paese ancora sull’orlo del precipizio, con una crisi che sembra senza fine, con tassi di di-soccupazione in continua ascesa, un partito che vuole vincere le elezioni in programma il prossimo anno, non ab-bia altre priorità a cui mettere mano?

Maria Barsini

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