La Stadera N° 55 - Dicembre 2010

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Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 2 - CNS BA Mensile della parrocchia SS. Crocifisso - Barletta anno VII 55 “PREMIO FALLANI Miglior Testata 2007” dicembre 2010

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Mensile della parrocchia del SS. Crocifisso

Transcript of La Stadera N° 55 - Dicembre 2010

Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 2 - CNS BA

Mensile della parrocchia SS. Crocifi sso - Barletta

anno VII

n°55

“PREMIO FALLANI Miglior Testata 2007”

dicembre

2010

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breve

beniaminocol naso all’insu’ pensando a quaggiu’

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Direttore editoriale:don Ruggiero Caporusso

Direttore responsabile:Ruggiero Dimonte

Vicedirettore: Angela Rizzi

Redazione:Rossella Acconciaioco, Mario Borraccino, Liana Caputo, Daniela D’Alba, Nicola Dileo, Antonio Diodovich, Floriana Filannino, Francesca Leone, Salvatore Mellone, Ruggiero Rutigliano, Massimo Serio

Hanno collaborato: Pasquale Delvecchio, Alfredo Negro

Premio “Fallani”

Miglior Testata 2007

LA STADERAMensile di informazione e formazio-ne della Parrocchia SS. Crocifi sso - BarlettaAnno VII - n. 55 dicembre 2010Registrazione n. 4 del 5/2/2007presso il Tribunale di Trani

Direzione, redazione e ammin.:Parrocchia SS. Crocifi ssoVia Zanardelli, 33 - 76121 BarlettaTel. e fax 0883.333382

Impaginazione e stampa:Editrice Rotas - Barletta

CRONACA

È il martoriato Myanmar, più comunemente noto col nome di Birmania, il paese di Patrick, ex monaco buddista che, dopo aver studiato presso il seminario maggiore di Molfetta, sta terminando il suo percorso vocazionale in patria. La comunità parrocchiale del SS.mo Crocifisso gli ha dimostrato sempre affetto e vicinanza. Patrick sembra stare bene, il Myanmar purtroppo no, stretto nella morsa della dittatura militare del Consiglio di Stato per la pace e lo sviluppo (si noti il paradosso del nome) che ha annullato qualsiasi forza di opposizione dal 1988, anno della sua ascesa al potere. In precedenza il golpe del 1962 del generale Ne Win ai danni del governo democraticamente eletto di U Nu aveva portato il paese del sud-est asiatico a perdere la libertà: da allora repressioni e violazioni di diritti umani sono una costante. Il 7 novembre scorso in Myanmar si sono tenute le elezioni, le prime dopo vent’anni. Il regime con questa mossa di apparente apertura ha voluto dimostrare alla comunità internazionale una svolta democratica. In realtà di democratico quelle consultazioni, da più parti definite una “farsa”, hanno avuto poco poiché sono state imposte regole ferree per l’accesso alle liste ed esclusi molti oppositori politici. Forti le pressioni sulla popolazione. La dissidente Aung San Suu Kyi (premio Nobel per la pace nel 1991) che con il suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, nel 1990 aveva riportato una schiacciante vittoria sul regime in quelle che furono elezioni libere successivamente annullate dai militari, è stata tenuta agli arresti domiciliari fino a qualche

giorno dopo il voto. La “Signora”, come viene chiamata Suu Kyi in patria, successivamente è tornata in libertà e subito si è detta favorevole ad intraprendere un percorso politico non violento che porti il Myanmar ad una libertà effettiva nel rispetto dei diritti umani. La liberazione di Aung San Suu Kyi, dopo anni di arresti domiciliari, è uno spiraglio di normalizzazione che però non cambia la sostanza dei fatti: il nuovo parlamento uscito dalle urne sarà formato per il 25% da militari e per la restante parte da esponenti di partiti vicini al regime. La giunta al potere si è attribuita la vittoria con il 76% dei consensi. I risultati definitivi, per quanto poco credibili, hanno dato all'opposizione un totale di 12 seggi. Una miseria. Preventivamente ai giornalisti stranieri e agli osservatori internazionali era stato vietato di seguire lo svolgimento del voto. Nei giorni successivi alla chiusura dei seggi si sono verificati degli scontri e circa ventimila persone, appartenenti alla minoranza karen, hanno trovato rifugio in Thailandia, per poi tornare indietro. Il regime ha annunciato che chi denuncerà brogli sarà punito.

In Myanmar nel 2007 un tentativo di rivolta pacifica (denominato “rivoluzione zafferano”, dal colore delle tuniche indossate dai monaci buddisti scesi in piazza per manifestare la loro opposizione alla violenza e all’oppressione perpetrate dal regime) fu represso nel sangue.

L’anno successivo il ciclone Nargis rase al suolo interi villaggi, accentuando le condizioni di indigenza di larga parte dei birmani. Oggi della comunità internazionale offrono una sponda alla giunta militare solo Cina e India, interessate ad avere un ruolo strategico nell’area del Sud-est asiatico. I cristiani (l'8,3% della popolazione secondo il Rapporto 2008 sulla libertà religiosa nel mondo di Aiuto alla Chiesa che Soffre) sentono la mancanza di una vera libertà religiosa: questo si verifica soprattutto nell’attività di apostolato. Spesso in passato sono sorti problemi sia per l’edificazione di chiese che per l'evangelizzazione. La censura opera controlli e, anche se le vocazioni sono in crescita, è difficile garantire l'assistenza pastorale a tutti i cattolici poiché i sacerdoti sono pochi.

In attesa di democrazia, sperando che almeno qualcosa muti in meglio, Patrick continua a testimoniare Cristo tra la sua gente.

Salvatore Mellone,[email protected]

Saluti a voi tutti, don

Rino, Padre Giuseppe e

parrocchiani.

Tanti auguri di santità

e di salute a tutti.

Vi ricordo sempre nella

preghiera.

Anche se non siamo vicini

fisicamente, lo siamo

in Cristo Gesù e nella

preghiera.

Anch’io vi do una bella

notizia: il 3 dicembre sarò

ordinato Diacono nella

cattedrale di Hpa-an nella

nuova Diocesi.

Ho ancora tanto bisogno di

voi e del vostro sostegno

orante. Vi ricordo con

immenso affetto e

gratitudine.

Patrick Saw Aung Lwin

DAL PAESE DOVE NON C’È

libertà

FACCIAMO IL PRESEPEFacciamo i Presepe, ma facciamolo in fretta prima che qual-che Erode per legge ci vieti di sognare di celebrare la memo-ria viva di un evento nell’evento.Ci diranno di non operare in luogo pubblico, ma in privato la storia della nascita del Salvatore.Erode non c’è nel Presepe perché non è un personaggio buo-no, con la sua violenza praticata e il sangue versato è meglio lasciarlo fuori dal Regno della pace. Poi lui odia i bambini!I protagonisti veri del Presepe sono i poveri (pastori, botte-gai, artigiani), sono gli uomini giusti come Giuseppe, il fale-gname di Nazareth, l’uomo giusto del silenzio e Maria, madre di Gesù e di tutti noi.La risposta immediata dei pastori “Andiamo”; coloro che in un passo del Vangelo di Luca adorarono senza indugio e trovaro-no Maria, Giuseppe e il Bambino che giaceva in una mangia-toia (Lc 2,16) in Betlemme, città del pane, dove è deposto il frutto del pane eucaristico.Facciamo il presepe e facciamolo con dignità, noi il Natale lo celebriamo nella dolce tradizione del Presepe.Complice Francesco, il poverello di Assisi.Coloro che davanti al Natale del Signore si distraggono, non comprendono il mistero.Purtroppo è anche la storia di molte persone del nostro tem-po, che celebrano la nascita del Signore come ricorrenza pa-gana nei lauti riti culinari e non liturgici.Noi con l’animo dei pastori adoranti volgiamo lo sguardo so-pra la capanna di Betlemme, per unirci al canto degli angeli che la sovrastano.Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama (Lc 2,14).

Natale 2010Domenico Iodice

“Strana questa notte eh? Sola, in attesa, ma forse aspetti invano.”

Tania è solo una delle 50mila donne che ogni giorno sono costrette alla pro-stituzione per soddisfare le vigliaccherie sessuali di circa 9 milioni di clienti.

Sono donne che, giunte in Italia con il sogno di lavorare, si ritrovano ricat-tate, indotte a prostituirsi e forzate ad acconsentire alle cose più assurde e abominevoli…facendo finta di godere.

Ma questa battaglia o si vince sul campo culturale o si perde perché bi-sogna trovare l’antidoto al veleno del soggettivismo che esalta indiscrimi-natamente la libertà individuale disin-

teressandosi totalmente della dignità dell’altro tipica della cultura (la nostra) “dell’autarchia dell’io che provoca una egolatria” a cui non c’è legge positiva che si possa opporre.

Inoltre tutti gli uomini che si rivolgono a queste donne in fondo sono incapaci di innamorarsi e di far innamorare e ancor peggio nei meandri più oscuri dei loro pensieri si annida la cattiveria della mer-cificazione e dell’ “animalizzazione” della donna che così diventa lo sfogo (per di più legittimo!) degli istinti più indescrivibili.

Per voi donne dall’anima dilaniata questa è la notte più triste della vostra vita. E forse la più solitaria.

Questa notte i vostri insospettabili frequentatori sono a casa a giocare a tombola con le proprie famiglie (a far finta di essere felici) mentre voi, tran-quillamente accomodate il pensiero ai vostri figli, a come vivranno questa notte e se qualcuno si sarà vestito da Babbo Natale per regalargli un sorriso…aspettando il ritorno di mamma.

“Tania dimmi la verità: questa not-te, sarà Natale anche per te?”.

A voi sfruttate l’amore di Dio, a noi sfruttatori la vergogna e il disonore sul volto, come sentenzia il profeta Baruc.

[email protected]

La notte del 25 Dicembre

MONSIGNOR FRANCESCO MONTERISICREATO CARDINALE IN VATICANO

Sabato 20 novembre scorso S.E. mons. Francesco Monterisi è stato creato cardinale da Sua Santità Benedetto XVI con altri 23 vescovi nella Basilica Vati-cana. Presenti alla celebrazio-ne S.E. mons. Giovan Battista Pichierri, arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, Nicola Maffei, sindaco di Barletta e Fran-cesco Ventola, presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani. Con don Rino Caporusso sono giunti a Roma anche dei fedeli barlettani, tra i quali tanti parrocchiani del SS.mo Crocifisso che così hanno voluto testimoniare la propria gioia e la vicinanza al neo cardinale, sentito come “fratello e pa-dre”. “Nella Chiesa nessuno è padrone ma tutti sono chiamati, - ha detto nell'omelia il Papa - tutti sono inviati, tutti sono raggiunti e guidati dalla grazia divina”, aggiungendo che “il criterio della grandezza e del primato secondo Dio non è il dominio, ma il servizio; la diaconia è la legge fondamentale del discepolo e della comunità cristiana” nella quale c'è spazio solo per “la logica del chinarsi per lavare i piedi, la logica del servizio, la logica della croce che è alla base di ogni esercizio dell'autorità”. Domenica 21 novembre il Papa ha concelebrato l'Eucarestia con i nuovi cardinali ai quali ha consegnato l'anel-lo cardinalizio. Benedetto XVI ha sottolineato, nell'omelia, l'unità tra il Papa e i Cardinali , i quali “sotto la guida del suc-cessore di Pietro devono rimanere nella Signoria di Cristo”, avendo come modello la sua croce. Il Collegio cardinalizio ora conta 203 porporati, dei quali 121 “elettori”.

Salvatore Mellone, [email protected]

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ATTUALITÀ e SOCIETÀ

Il primo precetto generale della Chie-sa proclama: “Partecipa alla Messa la domenica e nelle altre feste co-

mandate”. Al numero 1167 del Catechi-smo della Chiesa Cattolica si legge:“La domenica è per eccellenza il giorno dell’assemblea liturgica, giorno in cui i fedeli si riuniscono «perché, ascoltando la parola di Dio e partecipando all’Eu-caristia, facciano memoria della pas-sione, della risurrezione e della gloria del Signore Gesù, e rendendo grazie a Dio che li ha rigenerati per una speran-za viva per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti»”. La domenica è il centro della vita della Chiesa. È il “fondamento e il nucleo di tutto l’anno liturgico” (CCC, n. 1193). “È diventato, per i cristiani, il primo di tutti i giorni, la prima di tutte le feste, il giorno del Si-gnore, «la domenica»” (CCC, n. 2174). Ma è ancora così per tutti i cristiani? Do-vremmo fare un excursus storico.

Molti anni fa il medievista Jacques Le Goff, con un saggio “Dal tempo della Chiesa al tempo del mercante”, sintetiz-zò il passaggio dalla mentalità religiosa medievale a quella mercantile moderna: la giornata della vita civile, anziché esse-re scandita dal suono delle campane che segnavano le Ore (Prima, Terza, Sesta, Nona, etc.), seguiva i tempi dell’aper-tura e della chiusura delle attività eco-nomiche. Un ulteriore passaggio è stato descritto da Aldo Cazzullo (invitato del “Corriere della Sera”) in un suo testo dal titolo “Outlet Italia”. Cazzullo descrive il passaggio dal mondo contemporaneo a quello postmoderno, come lo sposta-mento del luogo tradizionale di ritrovo dalle piazze cittadine (che già avevano sostituito i sagrati) ai centri commer-ciali. Aldo Cazzullo dice: “Viviamo in un paese in svendita in cui la domenica, le piazze italiane sono vuote. Quasi deserti gli stadi, le chiese, i cinema. Sono tutti all'outlet”.

Il sociologo Marc Augè li definiva “non-luoghi” in contrapposizione ai luo-ghi antropologici. Questi ultimi riguar-dano “uno spazio relazionale identitario storico, cioè uno spazio in cui le relazioni sono sollecitate e sono parte integrante di questo luogo; i soggetti si riconosco-no al suo interno e per questo è defini-to identitario e storico perché i soggetti hanno una storia comune o si richiama-no ad essa […] Il non luogo ha carat-teristiche opposte, riguarda gli spazi di transito, di attraversamento, che sono pensati a prescindere dalla relazione, infatti, non sono identitari cioè non sono

spazi in cui ci si riconosce come appartenenti […].

Nei non luoghi il rap-porto principale si svol-

ge tra il luogo e l'individuo, non tra gli individui all'interno di questo luogo. Na-turalmente poi ogni non luogo può di-ventare un luogo per qualcuno. Mai pri-ma d'oggi nella storia del mondo i non luoghi hanno occupato tanti spazi” (Z. Bauman).

“Gli outlet sono un non luogo in cui le differenze culturali sono massificate (troviamo cibo cinese, italiano, ecc.), sono forniti di tutti i servizi possibili, per attirare il maggior numero di clienti e sono lontani dai centri abitati […] L’out-let non è solo un centro commerciale. È un paese. Finto. Borghi medievali con le mura, le porte, le fontane, le case; finte anche quelle ovviamente, visto che non ospitano persone, ma negozi. C'è spes-so la musica ad alto volume, come in discoteca, che rende il parlare fastidioso e superfluo. Sono luoghi di incontro in cui nella realtà non ci si incontra, non ci si confronta, non si scambiano idee. Si compra, o si guardano le vetrine” (A. Cazzullo).

Cazzullo nel suo testo fa “un viaggio nei «mondi paralleli» in cui gli italiani si rifugiano per isolarsi da quello vero: simboli della svendita di beni e valori in cui tutto, anche le relazioni tra le perso-ne, diventa merce. I centri commercia-li rappresentano «l’eclisse dei rapporti umani». Il degrado dei rapporti umani è il vero segno del nostro tempo (più di Internet o del telefonino), in cui la cor-tesia è considerata una debolezza e si rivendicano in pubblico le cose che pri-ma si facevano in privato. Il fascino del centro commerciale sta nell'avere, o nel pensare di poter avere.

L'antica endiadi che da sempre tor-menta l'essere umano è stata ora feli-cemente risolta: tra essere e avere non c'è partita. Si è quel che si ha. E ricchi e poveri pensano allo stesso modo: l'out-let è un posto interclassista”. Se non

puoi comprare nulla non importa, tanto ci puoi rimanere dentro come se fossi a casa tua. Là dentro è tutto perfetto e poi esci dal centro commerciale e, cosa trovi? Una città sporca. E dei negozietti di città cosa rimane? Chiudono, le stra-de diventano deserte e nasce in noi la paura di uscire. Invece, nei centri com-merciali? Ci sentiamo al sicuro, perché incontriamo una moltitudine di gente, ma con cui non relazioniamo; e, allora, dove costruiremo relazioni sociali? Così si genera l’individualismo.

Il centro commerciale ha fatto sì che in noi cambiasse anche il senso del ri-poso. “I Cristiani santificheranno la do-menica anche dando alla loro famiglia e ai loro parenti il tempo e le attenzioni che difficilmente si possono loro accor-dare negli altri giorni della settimana. La domenica è un tempo propizio per la riflessione, il silenzio, lo studio e la meditazione, che favoriscono la cresci-ta della vita interiore e cristiana”(CCC, n. 2186). La domenica è il giorno della gioia, del riposo dal lavoro ed è il giorno del tempo libero che ci permette di cu-rare la vita familiare, culturale, sociale e religiosa.

Oggi molto spesso, non è più così. Si va al centro commerciale, non più in chiesa; non si coltivano più le amicizie, non si fa più una buona lettura, non è più un giorno di riposo autentico. Le chiese sono il luogo dove il non consu-mare è un valore eppure non riescono a raggiungere l’affluenza di un centro commerciale. Il giorno della spiritualità si è trasformato in giorno del consumo; allora, riflettiamo!

Cerchiamo di rivalutare la cultura tradizionale, ritornando nelle chiese, sui sagrati e nelle piazze.

Angela [email protected]

I NON-LUOGHIDa due anni “La Bottega Magica” è lo

spazio per ragazzi e più piccini, parte in-tegrante del giornale “La Stadera”.

Un progetto nato dall’inventiva dei giovani della parrocchia SS.mo Crocifis-so, che collaborando con impegno e de-dizione offrono un servizio nella totale gratuità.

Racconti, filastrocche, barzellette, di-segni, enigmi e tanti giochi per una let-tura svago-educativa, un piccolo conteni-tore ricco di valori spirituali, chiaramente connessi ad una pedagogia cristiana.

Recenti novità sono il restyling grafi-co e gli approfondimenti su argomenti di catechismo.

La cura per la veste grafica e l’inte-stazione diversa per tutti i mesi dell’an-no, caratterizza ogni numero a seconda dei tempi liturgici e stagionali che stiamo vivendo.

L’impegno principale nell’ultimo anno è stata la rubrica “Sacramenti”, di cui in questo mese è pubblicata una raccolta speciale da colorare e conservare.

Non possiamo dimenticare la mascot-te “Pallonzo”, da un’idea di Rosangela S. Dimonte, e frutto concreto delle capacità artistiche di una nostra piccola-grande lettrice, Federica Fatima Carbone.

Pallonzo, il pagliaccio equilibrista che ci ha accompagnati per quasi due anni, ci ha salutati nel mese di Ottobre per dare spazio ad un nuovo personaggio.

La scelta della nuova mascotte avver-rà a Gennaio, dopo un’attenta valutazio-ne dei disegni pervenuti e premiazione dei primi tre classificati.

Il concorso è aperto a tutti i ragazzi (limite di età 14 anni): potete dare sfogo alla vostra fantasia, inventare un nome e un disegno da imbucare nella scatola colorata in fondo alla chiesa.

Come abbiamo già detto “La Bottega Magica” è uno spazio sia per piccoli che per ragazzi.

Per questo vi riportiamo delle intervi-ste fatte ad alcuni nostri lettori.

La domanda posta è stata: “Cosa ti piace di più della Botte-ga?”

Ecco solo alcune delle varie ri-sposte:

• Giuseppe 7 anni: “Appena mamma e papà portano a casa La Stadera, prendo su-bito “La Bottega Magica” per fare il gioco “Unisci i puntini” e il “Labirinto”. Sono giochi tan-to divertenti ma anche sempli-ci per noi bambini”.

• Martina 10 anni: “Della Bot-tega mi appassionano tantis-simo le storielle, le poesie, le filastrocche e le barzellette che racconto poi alle mie compagne di classe”.

• Valeria 13 anni: “Oltre alle storie che hanno sempre un significato molto profondo, trovo interessan-te il gioco dell’intelligenza, l’ultima novità della bottega”.

Insomma tanta fantasia coniuga-ta all’allegria e ai contenuti pedagogici utili alla crescita spirituale. La Bottega, nel suo piccolo, si propone di valorizza-re la personalità del bambino, offrendo strumenti capaci di contribuire alla sua formazione.

Chiunque di voi vuole dar sfogo alla propria fantasia e sfruttare i propri ta-lenti è invitato a scriverci.

Lasciate i vostri elaborati (storielle, poesie, disegni ecc..) nella scatola in fondo alla chiesa.

Vi aspettiamo con nuove proposte. Buona lettura e buon divertimento!

Antonio Diodovich [email protected]

Rossella [email protected]

UNA “PICCOLA BOTTEGA” PER EDUCARE E SOGNARE

Da sinistra Antonio Diodovich, Rossella Acconciaioco, Floriana Filannino, Mario Borraccino (Foto Archivio La Stadera)

“PICCOLA BOTTEGA” PER EDUCARE E SOGNARE

All'indirizzo web

bottega.crocifissobarletta.it

è possibile scaricare tutti i numeri

precedenti de "La Bottega Magica"

te il gioco dell’intelligenza, l’ultima

Insomma tanta fantasia coniuga-ta all’allegria e ai contenuti pedagogici utili alla crescita spirituale. La Bottega, nel suo piccolo, si propone di valorizza-re la personalità del bambino, offrendo strumenti capaci di contribuire alla sua

precedenti de "La Bottega Magica"

Chiunque di voi vuole dar sfogo alla propria fantasia e sfruttare i propri ta-

Lasciate i vostri elaborati (storielle, poesie, disegni ecc..) nella scatola in

Vi aspettiamo con nuove proposte.

Da sinistra Antonio Diodovich,

Chiunque di voi vuole dar sfogo alla propria fantasia e sfruttare i propri ta-

Lasciate i vostri elaborati (storielle, poesie, disegni ecc..) nella scatola in

Vi aspettiamo con nuove proposte.

“Viviamo in un paese in svendita in cui la domenica, le piazze italiane sono vuote”

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Nato per volontà dell’industriale svedese Alfred

Nobel con lo scopo di sostenere con un con-tributo economico chi si fosse contraddistin-to per studi e ricerche in ambito scientifico e culturale, nel corso del tempo il Premio Nobel ha acquisito un tale valore internaziona-le da essere reputato oggi il massimo tributo che uno studioso, uno scienziato, un lettera-to o un semplice uomo di buona volontà pos-sa ricevere. Negli anni però la sua finalità ori-ginaria è andata smar-rendosi e capita che nella maggior parte dei casi ad essere pre-miate siano persone a “fine carriera” e non giovani promettenti. È vero che le decisioni di ogni giuria, anche quando non condivise, sono insindacabili e questo vale anche per le scelte della giuria del Nobel. Tuttavia è legittimo dire che l’as-segnazione del Nobel 2010 per la medicina a Robert Edwards, il biologo inglese pa-dre della fecondazione in vitro che portò nel 1978 alla nascita della prima persona col me-todo da lui sperimenta-to, confonde le idee e fa sorgere interrogativi di natura etica e mo-rale. Edwards, che ha applicato all'uomo tec-

niche di fecondazione assistita note in ambito veterinario, ha aperto scenari che potrebbe-ro rivelarsi dannosi in futuro più di quanto appaiano nel presen-te (compravendita di ovociti, deriva eugene-tica, congelamento di embrioni umani). Dare a lui il Nobel ha forni-to all’opinione pubblica due messaggi chiari ma quanto mai equi-voci: mettere le mani sull'incipit della vita umana non è un pro-blema etico; un figlio è “proprietà” del geni-tore e non un dono. La dignità individuale del nascituro così è mes-sa da parte mentre il potere egoistico di chi armeggia in laboratorio passa davanti a tutto. Freddo calcolo, anche economico. E le vite umane “perse” nelle selezioni per attuare tale metodo? Danni collaterali? Di questo in pochi, anche nel-la laico-cattolicissima Italia, hanno parlato. Davvero un peccato però tacere realtà così serie che dovrebbero essere fatte conoscere per far luce sulle om-bre moderne. Ombre che i racconti possono rischiarare. Quelli di Mario Vargas Llosa, Nobel 2010 per la let-teratura, ci riescono. Esponente della florida letteratura sudameri-cana, Vargas Llosa nar-

ra la libertà degli uo-mini e le storture che ogni regime dittatoria-le, col suo cieco pote-re, è in grado di creare. Egli nel tempo si è sco-stato intelligentemente dai cliché che vogliono il modello di scrittore latinoamericano orien-tato a sinistra. Ne La città e i cani, suo testo capolavoro bruciato in piazza perché reputato denigratorio del siste-ma militare del Perù, lo scrittore affronta la continua sfida tra bene e male. È un crudo af-fresco di vicende all'in-terno di una scuola mi-litare con le sue regole rigide da scardinare. Quella scuola diviene metafora di vita vis-suta lottando contro i cannibali di anime che soffocano le esisten-ze dei giusti. Vargas Llosa prende posizio-ne contro questi bar-bari che attraversano indisturbati la storia. Temi eterni trattati in letteratura meglio che nelle cronache, tessi-ture narrative scomode che tracciano sentieri di verità. Testi densi di vita come quelli del-lo scrittore peruviano aiutano a comprendere quanto si perda dimen-ticando valori umani, rispetto per i deboli e idee di libertà. E di li-bertà è pieno anche un sogno. Quello di Liu Xiaobo, Nobel 2010 per la pace, rasenta

l’utopia ma ha i contor-ni di un incubo: portare alla sua Cina democra-zia e diritti umani. Gio-vane attivista in Piazza Tienanmen nel 1989, Xiaobo è stato condan-nato ad 11 anni di car-cere perché firmatario e propagatore di Carta 08, un documento sot-toscritto da intellettuali e cittadini comuni in cui si chiedevano ai verti-ci della politica cinese delle svolte di tipo de-mocratico (separazio-ne dei poteri, libertà di espressione e religio-sa, riforme sociali, una nuova costituzione). Dopo l’assegnazione del premio, dedicato dall'intellettuale alle vittime di Piazza Tie-nanmen, l’irritazione del governo comunista cinese è divenuta più forte: sono stati bloc-cati i siti internet, la moglie di Xiaobo, Liu Xia, è stata messa agli arresti domiciliari, i rapporti diplomatici tra Cina e Norvegia sono scesi a livelli bassissi-mi. Per fortuna le sbar-re di una prigione non possono sopprimere pensieri di libertà vera. Né le parole. E così ci si ritrova a riflettere e stupirsi della loro for-za incisiva che, con intelligenza e senza violenza, le fa penetra-re nelle menti e nelle coscienze, sfiancando anche quei regimi che sembrano non voler

crollare. Xiaobo inse-gna che ogni forma di potere assoluto, visibi-le e nascosto, ha paura delle parole. I ladri di dignità temono che la gente pensi autono-mamente, che circolino pareri, che si scriva o si legga, che si sogni soffrendo per ciò che si vede non cambiare, e che, anche se stanchi, non si perda la speran-za, conquista e vero premio quotidiano che rinfranca l'anima.

SETTIMANA SOCIALE CULTURA

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REGGIO CALABRIA, 14 – 17 ot-tobre 2010. Il teatro comunale

“Francesco Cilea” ospita la 46ª setti-mana sociale dei cattolici italiani. Ci sono voluti due anni di preparazione da parte del comitato scientifico e organizzatore, presieduto dal vesco-vo di Ivrea mons. Arrigo Miglio, per dare vita a questo evento che ha visto la partecipazione di 1200 delegati provenienti da tutta Italia.

“Venite, entrate nel nostro mondo, fermatevi, ascoltate, guardate, parlate”, è stato l’invito dell’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, mons. Vittorio Mondello.

Un evento, sottolinea il quoti-diano Avvenire, contrassegnato da impegno, disoccupazione, disagio e anche indifferenza. Indifferenza della gente, di parte della politica e anche della stampa. Ecco perché vi presentiamo alcuni temi avanzati a Reggio Calabria perché, come catto-lici che vivono la società civile, ab-biamo il dovere (oltre che il diritto) di conoscere ciò che la Chiesa pensa e propone per tutti noi.

Innanzitutto è doveroso citare alcuni dei pensieri espressi da Be-nedetto XVI nel messaggio inviato a Reggio Calabria; difatti il ponte-fice parla di “insostituibile funzione sociale della famiglia, di vita, sfida educativa e libertà religiosa quali temi fondamentali dell’agenda che si andrà a redigere. C’è bisogno di una nuova generazione di cattolici, impegnati in politica senza comples-si di inferiorità”. Sulla stessa lun-ghezza d’onda anche il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, il quale ha sottolineato il fatto che “nessuno dovrebbe considerare con sospetto la religione perché, sia in Italia che in Europa, non è la religio-ne che ostacola il progresso, la de-mocrazia, la pace … In questa sede, come cattolici che amano il loro Paese, auspichiamo che la laicità si guardi sempre dal degrado del lai-cismo: questo deve uscire dalla sua adolescenza e diventare una laicità vera e matura”.

L’agenda della settimana sociale di Reggio Calabria è stata definita “un’agenda di speranza” dove po-litica, società civile ed economia, sottolinea mons. Miglio, hanno tutte la stessa importanza in quanto con-corrono a portare il bene comune della società civile. Tutto questo, sottolinea il vescovo di Ivrea, non prescinde da altri temi fondamentali quali globalizzazione, famiglia, spe-ranza cristiana, eucarestia.

Molto apprezzato è stato l’inter-vento del sociologo Luciano Dio-tallevi, vicepresidente del comitato scientifico e organizzatore, quando ha condannato la malavita organiz-zata, ricordandone i martiri e pun-tato il dito contro coloro che deru-bano i giovani del loro futuro; “per fortuna, conclude, esistono ancora forze sufficienti, specie nel mondo cattolico, per vincere queste sfide”. Nella giornata di conclusione dei lavori Diotallevi ha anche lanciato una sfida: “chi ha passione per il bene comune ora ha un percorso da seguire”.

Anche il Presidente della Re-pubblica Giorgio Napolitano espri-me apprezzamenti per questa set-timana sociale la quale “testimonia il perdurante impegno dei cattolici a fare la loro parte per il progresso del Paese, la cui identità cultura-le è permeata dai valori cristiani”. Il rettore dell’Università Cattoli-ca, Lorenzo Ornaghi, traccia un percorso “obbligato” che è quello dell’unità dei cattolici “… da ricer-care sul campo; perché senza una tale visione, ogni pur rinnovata for-ma della nostra presenza pubblica correrebbe il rischio della margi-nalizzazione, quando non anche della irrilevanza pubblica. È questa la ricetta, prosegue Ornaghi, per uscire da quella democrazia sen-za qualità che si sta trasformando in una contro-democrazia”. Anche l’economista Ettore Gotti Tedeschi ha rilasciato il suo contributo con-segnando una ricetta tanto sem-plice quanto difficile: invertire il processo di denatalità per rida-re slancio all’economia.

Richiama la dottrina sociale del-la Chiesa il giuslavorista Tiraboschi quando parla della sfida culturale che riporti al valore etico del lavo-ro, perché ogni lavoro, anche il più umile, è un contributo a rispondere al disegno del Signore.

Sono questi solo alcuni degli in-terventi proposti a Reggio Calabria. Una città, una regione che ha rispo-sto con forza e convinzione a que-sto importante appuntamento. An-che i giovani hanno avuto un ruolo rilevante. Proprio la loro presenza rende questa tre giorni ancora più significativa perché è giusto che i giovani siano i protagonisti della crescita e non solo mere controfigu-re di un mondo che, invece, è il loro.

Ruggiero [email protected]

CHI HA PASSIONE PER IL BENE COMUNEORA HA UN PERCORSO DA SEGUIRE

IN MISSIONE… PARROCCHIALE

Sono già iniziate e proseguiranno nel periodo di Avvento le lectio bibliche tenute dal nostro parroco il giovedì alle ore 20 du-rante l’Adorazione Eucaristica. La preghiera sarà uno dei temi su cui rifletteremo con l’aiuto del Salmo 63, il quale ne è emble-ma. Ci soffermeremo a riflettere sulla risco-perta della fede attraverso l’incontro con Gesù ascoltando l’episodio dell’emorroissa (Mc 5,24-34). Questa attribuiva la propria guarigione al contatto fisico con Gesù, inve-ce egli risponde che non il contatto, ma la fede le ha ottenuto la guarigione. Uno de-gli insegnamenti che Gesù ci lascia, che noi approfondiremo è raccontato nel capitolo 8, 31-38 del Vangelo di Marco; l’insegna-mento può essere sintetizzato con questa frase: “Chi, infatti, vorrà salvare la sua vita, la perderà, chi, invece, perderà la sua vita per causa mia e del vangelo, la salverà” (Mc 8,35). Infine ascolteremo la vita della prima comunità cristiana (At 2, 42-47) che si può sintetizzare in: predicazione degli aposto-li, vita comune o Koinonia, partecipazione all’Eucaristia e preghiera in comune guidata dagli apostoli. Questo brano ci invita a fare

“esperienza della Chiesa” e a doman-darci : “È solo un bel sogno?”

Angela [email protected]

ORA HA UN PERCORSO DA SEGUIRE

… nessuno dovrebbe considerare con sospetto la religione perché, sia in Italia che in Europa, non è la religione che ostacola il progresso, la democrazia, la pace…

cinema

UN NOBEL per confondere,uno per raccontare, un altro per sognare

Robert Edwards, nobel per la medicina

Mario Vargas Llosa, no-bel per la letteratura

Liu Xiaobo, nobel per la pace

Nessuna famiglia è per-fetta, anzi più una famiglia sembra perfetta e più sono le probabilità che abbia degli scheletri nell'armadio. Quello che succede nella famiglia del protagonista di questo film è quello che molto spesso suc-cede nelle famiglie di oggi.

Frank ha lavorato una vita rivestendo cavi telefo-nici per assicurare un futuro ai suoi quattro figli, ed ora

che è in pensione vorrebbe godersi la famiglia. Sua mo-glie, il vero legame tra lui e i suoi "bambini", è però morta da otto mesi, e tocca a Frank adesso ritrovare i figli Con una valigia e una macchi-netta fotografica analogica,si sposta in lungo e in largo per gli Stati Uniti per raggiunge-re i figli,ognuno in una città diversa, e verificare che sia-no felici come gli raccontava

sempre sua moglie. Un uomo molto legato al passato, (sottolineato anche dall'uso di una macchina fotografica con il rullino), che nei suoi figli vede ancora i bambini di un tempo. Attraverso i cavi telefonici sui quali Frank ci ha rimesso la salute, scor-rono le telefonate dei figli, che cercano di nascondere al padre una dura verità, con-vincendolo al contrario che

stanno tutti bene. Alla fine il film ci insegna che è la ve-rità il segreto della felicità e che essere una famiglia vuol dire volersi bene anche quando le cose vanno male, quando si soffre e non solo quando succedono cose belle che rendono tutti felici.

Un film sicuramente da vedere.

Liana [email protected]

STANNO TUTTI BENE: remake americano del film italiano di Giuseppe Tornatore

di Salvatore Mellone, [email protected]

stanno tutti bene. Alla fine il film ci insegna che è la ve-

breviagendadicembre 2010IL PRESEPE: UNA TRADIZIONE CHE SI RINNOVA

Nella notte di Natale del 1223, tre anni prima della sua morte, San Francesco ha voluto rievocare a Greccio (comune della provincia di Rieti) la nascita del Bambin Gesù. In uno scenario naturale, ha fatto rivivere con personaggi e luoghi reali: pastori, contadini, Re Magi, bue e asinello, gli agnelli, la grotta, le stelle. Una rap-presentazione sia vivente che iconografica. Il primo esempio di Presepe inanimato, a noi pervenuto, è in-vece quello di Arnolfo di Cambio del 1291 e del quale oggi si conservano le statue superstiti nella basilica di S. Maria Maggiore a Roma. Una tradizione che si è rin-novata nel corso dei secoli. Da allora numerosi artisti hanno riprodotto modelli di statue di legno o in terra-cotta; è nata una vera e propria storia del Presepe che si è protratta sino ai nostri giorni. Oggi, quante volte ci è capitato, in famiglia, di discutere sull’eventuale am-pliamento della base del Presepe? Non importa quanto grande o ricco sia il nostro presepe; quel che conta è lo spirito di cristianità e il calore che si manifesta in noi. Quella natività ci riporta al nucleo della nostra famiglia che si riunisce intorno al Presepe per pregare e vivere in sintonia. Con questo spirito ci auguriamo di trascorrere un sereno Natale.

Daniela D’[email protected]

UN LIBRO PER REGALO

“Mi manca l’aria, questo negozio è affollato!” Tutti in affanno; ma per cosa? È arrivato il Natale del consumi-smo! Noi vi proponiamo un regalo adatto al Natale di Gesù: un libro. Non un libro qualunque, ma: “Loriba-moi. Padre Raffaele Di Bari, una vita per L’Africa”, curato da don Ruggiero Caporusso ed edito dalla Rotas. È la storia di un missionario comboniano barlettano ca-duto in terra d’Africa, che è stato capace di offrire la sua vita per amore a Cristo, alla Chiesa e al mondo. È stato un profeta capace di risvegliare l’umanità e il mondo cristiano dall’appiattimento culturale e spiritua-le in cui sembra adagiato (Cfr Loribamoi, pp. 32-33). Allora, risvegliamo le nostre coscienze leggendo questo testo. È possibile richiederlo presso la segreteria della parrocchia SS. Crocifisso di Barletta, sul sito della stes-sa www.crocifissobarletta.it, presso l’ufficio diocesano missionario e nelle librerie cittadine. Buona lettura!

Angela [email protected]

100 CANDELINE PER NONNA CONCETTA

Tanti, tanti … auguri a Nonna Concetta, che il prossimo 10 dicembre compirà 100 anni, circondata dall’affetto di amici e parenti. Nata nel lontano1910, è mamma di 4 figlie. Ha attraversato le vicende tristi e felici di un secolo della nostra storia: ha vissuto anni difficili (i due conflitti mondiali) duranti i quali erano richieste fatiche e sacrifici per vivere e crescere dignitosamente la fa-miglia. Nonna Concetta, devota ai Ss. Medici, sempre presente e attenta alla cura e all’educazione dei figli,

non si è ma persa d’animo, anzi si è sempre rimboccata le maniche con determinazione e grinta, trasmet-tendo a quanti hanno avuto modo di conoscerla un prezioso patrimo-nio di tradizioni e di valori religiosi. Una grande fede, forza di volontà e semplicità costituiscono la ricetta per raggiungere questo traguardo me-raviglioso:100 anni - così riferisce Nonna Concetta. Noi tutti ringrazia-mo il Signore per averci fatto dono di una nonna così straordinaria: una grande quercia che accoglie tutti nel suo cuore. Grazie ancora nonna per tutto quello che fatto per noi e che farai per noi.

Francesca [email protected]

[email protected] Concetta

5 dom ore 9.00 Ritiro spirituale d’Avvento ore 10.00 Catechesi gruppi di 5ª Elementare ore 11.00 Catechesi gruppi di 1ª e 2ª Elementare ore 17.15 Corso pre-matrimoniale (ogni domenica) ore 17.30 Catechesi genitori battezzandi (ogni dom.) ore 19.00 CHIESA DI S. ANTONIO: Festa del Laureato. Pre-

sentazione del libro “Loribamoi. Padre Raf-faele Di Bari, una vita per l’Africa”

relatori: Salvatore Mellone e Ruggiero Rutigliano ore 20.00 Catechesi Biblica

6 lun ore 19.30 Formazione Catechisti ore 20.30 Gruppo Culturale “La Stadera” e “Internet”

7 mar ore 18/20 Villaggio Paradiso ore 19.30/21.00 Catechesi Biblica (3° Anno)

8 mer Solennità dell’Immacolata Ss. Messe: ore 8.30 – 11.30 – 19.00

9 gio ore 8.00 Gruppo volontariato (decoro chiesa ogni gio.) ore 9.00 Gruppo Caritas (ogni giovedì) ore 17.00 Gruppo Corale (ogni giovedì) ore 17.30/19.00 Gruppo EPASS (scuola scrittura ogni

giovedì) dalle ore 18.00 alle ore 22.00 Confessioni (ogni giovedì) ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Ss. Medici ore 20.00 Lectio Divina sui brani biblici della missione

tenuta dal Parroco Adorazione Eucaristica guidata dai catechisti e

RnS (ogni giovedì)

12-13 Gazebo di benefi cenza in via Cavour

12 dom ore 16.00 SEMINARIO DI MOLFETTA: Conferimento del Letto-rato ai seminaristi Roberto e Diego

ore 19.00 Incontro genitori Cresimandi

16 gio ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Ss. Medici Inizio Novena del Santo Natale. Santa Allegrezza

17 ven ore 17.00 Tombolata con i diversamente abili, Villaggio Paradiso ed EPASSS

19 dom Benedizione Bambinelli del presepe ore 10.00 Incontro genitori di Prima Confessione ore 19.00 Incontro genitori Prima Comunione ore 20.00 Catechesi biblica

23 gio ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Ss. Medici ore 22.00 Rito dell’Incubatio e Adorazione Notturna

24 ven ore 18.00 S. Messa vespertina nella Vigilia al Crocifi ssino ore 21.00 Veglia di preghiera ore 22.00 Solennità Natale del Signore

25 sab Solennità Natale del Signore Ss. Messe: ore 8.30 – 11.30 – 19.00

29 mer ore 20.00 MONASTERO S. RUGGERO: Vespri solenni in onore di San Ruggero

30 gio Onomastico del Parroco ore 9.30 Omaggio di S.Em. il sig. Card. Francesco Mon-

terisi all’Icona della Madonna dello Sterpeto ore 10.30 BASILICA S. MARIA MAGGIORE: S. Messa solenne

presieduta da S.Em. il Sig. Cardinale ore 17.30 TEATRO CURCI: Incontro di S.Em. il Sig. Cardina-

le con le autorità civili e militari ore 20.00 Processione in onore di San Ruggero, presie-

duta da S.Em. il Sig. Cardinale

31 ven ore 19.00 S. Messa di ringraziamento con il canto del Te Deum

1 sab Solennità Santa Maria Madre di Dio Ss. Messe: ore 8.30 – 11.30 – 19.00

2 dom ore 19.00 Saluto di S.Em. il Sig. Cardinale Francesco Monterisi alla nostra comunità parrocchiale

GENNAIO 2011