La Piazza di Padova nord - 2012ag n111

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Padova Nord Nuova sezione alla materna “Aquilone” Cadoneghe pag. 6 Ipotesi fusione Zanovello per il referendum Vigodarzere pag.9 pag. 8 Pendolari di Vigonza appiedati & arrabbiati Soppresso il bus navetta con Capolinea 8 i viaggiatori danno vita ad un comitato S ettembre, tempo di rientri, ma anche di disagi soprattutto nei trasporti. Se per il collegamento tra Vigonza e l’o- spedale di Camposampiero, finalmente si tira un sospiro di sollievo, non altrettanto potrà avvenire per quello tra Perarolo e il ca- polinea del 18 a Ponte di Brenta. Quest’ul- tima linea è tra quelle storiche del servizio di trasporto urbano della città di Padova, tra le prime a essere istituite. E così la notizia ha avuto sui tanti pen- dolari l’effetto della classica doccia fredda. E’ stato, infatti, da poche settimane soppres- so il servizio di collegamento tra frazione e capolinea del bus cittadino. La decisione è stata assunta dal Comune. Le motivazioni? “I tagli alla spesa pubblica previsti dalle vigenti normative – è la riposta degli am- ministratori - non ci consentono di attivare per l’anno scolastico 2012/2013 il con- sueto servizio di bus navetta fra le frazioni di Busa-Perarolo e il capolinea del 18”. I cittadini delle due frazioni bistrattate non ci hanno pensato un attimo decidendo di mobilitarsi in vari modi. Come prima azione è stato subito costituito un Comitato di pen- dolari che si è dato il nome di “Appiedati al Via”. Il neonato Comitato ha manifestato a più riprese le proprie proteste e il proprio di- sappunto contro la soppressione chiedendo il ripristino del servizio. Gli aderenti hanno dato vita a numerose iniziative, da lettere raccomandate ai vari interessati fino a una marcia pacifica di protesta con tanti tudenti e lavoratori pendolari . Corsa diretta con l’ospedale di Camposampiero Vigonza pag. 8 Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 111 www.lapiazzaweb.it Padova Nord CADONEGHE ADOTTA IL PIANO INTERVENTI Da qualche settimana il consiglio comunale di Cadoneghe ha adottato il primo adeguamento del Piano degli Interventi completa la fase della pianificazione degli atti di gestione del territorio secondo quanto previsto dalla Legge Urbanistica Regionale Ora le osservazioni entro il 2 ottobre. pag. 6 VIGODARZERE AIUTA I NIDO IN FAMIGLIA Un sostegno agli asili nido e strutture per l’infanzia: anche il Comune di Vigodar- zere è tra le 40 amministrazioni comunali e un’associazione di Comuni che usufruiranno di sepcificio contributi regionali per sviluppare i servizi, già presenti, di “nido familiare”, altrimenti noti come “mamme giornaliere” pag. 9 LO NAZ/19/2010/CT 01 04 2010 Terme e sordità rinogena in età pediatrica pag. 14 pubbliredazionale EDITORIALE Stop al cemento, il Veneto cambia rotta di Nicola Stievano D opo decenni di crescita “irresistibile”, dopo il boom delle aree industriali - commerciali - residenziali, spuntate accanto ad ogni campanile, dopo l’ubria- catura del mattone e del cemento armato, dell’asfalto e dei prefabbricati, in Veneto ci si chiede se sia il caso di invertire la rotta, di mettere un freno ad uno “sviluppo” che, oltre a modificare per sempre il territorio ed il paesaggio, lascia una pesante eredità ai nostri figli. Ad aprire la discussione è stato, a sor- presa, il Governatore Luca Zaia, senza tanti giri di parole. “Nel Veneto si è costruito troppo, non possiamo continuare così. È necessario fermarsi. Questo vale per i capannoni industriali, ma a maggior ragione per le abitazioni. Il tema è quello dell’archeologia residenziale, ancora più strisciante dei fabbricati industriali. È as- surdo continuare ad approvare nuove lottiz- zazioni urbanistiche, quando esistono già abbastanza case per tutti. Piuttosto, diamo valore al recupero dei volumi esistenti”. La dichiarazione di Zaia non poteva (e non voleva) certo passare inosservata e ha sollevato immediate reazioni, quasi tutte favorevoli, con gli inevitabili distinguo, alle parole del governatore. continua a pag. 3 continua a pag. 13 L’Intervento ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio E entrata in vigore la Legge n. 92/2012, contenente le di- sposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita. La legge arriva dopo lunghe discussioni spesso solo ideologi- che, ponendo un’ attenzione eccessiva sull’art. 18, concentrandosi più sull’effetto che sulla causa da risolvere. Riforma mancata *Consulente del Lavoro e segretario provinciale Udc di Venezia di Luca Scalabrin* Riparazioni calzature, borse Risuolatura suole, tacchi Cambio cerniere Allargo scarope strette Attacco bottoni automatici Cambio colore alle vostre scarpe CADONEGHE (PD) Piazzale Castagna, 38 - Cell. 349 7315279 Dal 1 Gennaio 2013 ci spostiamo in Via G. Marconi, 23 Cadoneghe (PD) CAVARZERE (VE) Via Maestri del Lavoro, 13 Tel. 0426 311783 - Fax 0426 311741 www.tirakkina.it - [email protected]

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Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 111 www.lapiazzaweb.it

Padova Nord

Nuova sezionealla materna“Aquilone”

Cadoneghe

pag. 6

Ipotesi fusioneZanovello peril referendum

Vigodarzere

pag.9

pag. 8

Pendolari di Vigonzaappiedati & arrabbiatiSoppresso il bus navetta con Capolinea 8i viaggiatori danno vita ad un comitato

Settembre, tempo di rientri, ma anche di disagi soprattutto nei trasporti. Se per il collegamento tra Vigonza e l’o-

spedale di Camposampiero, fi nalmente si tira un sospiro di sollievo, non altrettanto potrà avvenire per quello tra Perarolo e il ca-polinea del 18 a Ponte di Brenta. Quest’ul-tima linea è tra quelle storiche del servizio di trasporto urbano della città di Padova, tra le prime a essere istituite.

E così la notizia ha avuto sui tanti pen-dolari l’effetto della classica doccia fredda.

E’ stato, infatti, da poche settimane soppres-so il servizio di collegamento tra frazione e capolinea del bus cittadino. La decisione è stata assunta dal Comune. Le motivazioni? “I tagli alla spesa pubblica previsti dalle vigenti normative – è la riposta degli am-ministratori - non ci consentono di attivare per l’anno scolastico 2012/2013 il con-sueto servizio di bus navetta fra le frazioni di Busa-Perarolo e il capolinea del 18”. I cittadini delle due frazioni bistrattate non ci hanno pensato un attimo decidendo di

mobilitarsi in vari modi. Come prima azione è stato subito costituito un Comitato di pen-dolari che si è dato il nome di “Appiedati al Via”. Il neonato Comitato ha manifestato a più riprese le proprie proteste e il proprio di-sappunto contro la soppressione chiedendo il ripristino del servizio. Gli aderenti hanno dato vita a numerose iniziative, da lettere raccomandate ai vari interessati fi no a una marcia pacifi ca di protesta con tanti tudenti e lavoratori pendolari .

Corsa direttacon l’ospedale di Camposampiero

Vigonza

pag. 8

Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 111 www.lapiazzaweb.it

Padova Nord

CADONEGHE ADOTTAIL PIANO INTERVENTI

Da qualche settimana il consiglio

comunale di Cadoneghe ha adottato il primo

adeguamento del Piano degli Interventi completa la fase della pianifi cazione degli

atti di gestione del territorio secondo quanto previsto dalla Legge Urbanistica Regionale Ora

le osservazioni entro il 2 ottobre.pag. 6

VIGODARZERE AIUTAI NIDO IN FAMIGLIA

Un sostegno agli asili nido e strutture per l’infanzia: anche il Comune di Vigodar-

zere è tra le 40 amministrazioni comunali e un’associazione di Comuni che usufruiranno

di sepcifi cio contributi regionali per sviluppare i servizi, già presenti, di “nido familiare”,

altrimenti noti come “mamme giornaliere”pag. 9

LO NAZ/19/2010/CT01 04 2010

Terme e sordità rinogena in età

pediatrica

pag. 14

pubbliredazionale

EDITORIALE

Stop al cemento, il Veneto cambia rotta di Nicola Stievano

Dopo decenni di crescita “irresistibile”, dopo il boom delle aree industriali - commerciali - residenziali, spuntate

accanto ad ogni campanile, dopo l’ubria-catura del mattone e del cemento armato, dell’asfalto e dei prefabbricati, in Veneto ci si chiede se sia il caso di invertire la rotta, di mettere un freno ad uno “sviluppo” che, oltre a modifi care per sempre il territorio ed il paesaggio, lascia una pesante eredità ai nostri fi gli.

Ad aprire la discussione è stato, a sor-presa, il Governatore Luca Zaia, senza tanti giri di parole. “Nel Veneto si è costruito troppo, non possiamo continuare così.

È necessario fermarsi. Questo vale per i capannoni industriali, ma a maggior ragione per le abitazioni. Il tema è quello dell’archeologia residenziale, ancora più strisciante dei fabbricati industriali. È as-surdo continuare ad approvare nuove lottiz-zazioni urbanistiche, quando esistono già abbastanza case per tutti. Piuttosto, diamo valore al recupero dei volumi esistenti”. La dichiarazione di Zaia non poteva (e non voleva) certo passare inosservata e ha sollevato immediate reazioni, quasi tutte favorevoli, con gli inevitabili distinguo, alle parole del governatore.

continua a pag. 3

continua a pag. 13

L’Intervento

ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio

E’ entrata in vigore la Legge n. 92/2012, contenente le di-sposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita. La legge arriva dopo lunghe discussioni spesso solo ideologi-

che, ponendo un’ attenzione eccessiva sull’art. 18, concentrandosi più sull’effetto che sulla causa da risolvere.

Riforma mancata

*Consulente del Lavoro e segretario provinciale Udc di Venezia

di Luca Scalabrin*

Riparazioni calzature, borse

Risuolatura suole, tacchi

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Allargo scarope strette

Attacco bottoni automatici

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CADONEGHE (PD) Piazzale Castagna, 38 - Cell. 349 7315279

Dal 1 Gennaio 2013 ci spostiamo in Via G. Marconi, 23 Cadoneghe (PD)

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Padova nord Provincia RegioneRegioneCADONEGHE

pag. 6

Al via il nuovo anno scolastico ma si guarda al futuro

VIGONZA

pag. 8

Ginnastica artisticale ragazze dellapolisportiva sulpodio a Pesaro

VIGODARZERE

pag. 9

Cena sodiale peri terremotati di Medolla

Vigodarzere, eventoCONCORSO IPPICO

NEL PARCO DEL BRENTA

Il tradizionale Concorso Ippico Nazionale è tornato a Vigodarzere nel

parco del Brenta a Saletto tra la fi ne di agosto e l’inizio di settembre. Giunto

alla sua 27°, l’evento era organizzato dalla Pro Loco di Vigodarzere, con il

patrocinio e il contributo del Comune di Vigodarzere, della Provincia di Padova

e della Regione Veneto. Numeroso il pubblico che ha assistito alle esibizioni

e alle gare ippiche. I visitatori hanno potuto anche volare a bordo di una

mongolfi era e assistere all’esibizione di falconeria. Non sono mancati gli spazi

per i più piccoli (con passeggiate a cavallo) e servizio ristoro attivo durante

tutta la manifestazione.

Vigodarzere, terza etàVENTICINQUE ANNI

DI SOGGIONI CLIMATICI

25 anni di soggiorni montani per i citta-dini di Vigodarzere nell’”età d’argento”

a San Lorenzo in Banale, in provincia di Trento. Un bel traguardo festeggiato insieme, una sorta di gemellaggio fra

Vigodarzere e il comune trentino.Fra i 130 partecipanti, i ragazzi della

Grest Band e la corale della parrocchia di Vigodarzere “La Fraglia”.

Cadoneghe, il torneoCONSULTA GREEN

VOLLEY IN CAMPO

Si chiama “Consulta Green Volley” il primo torneo di pallavolo misto 4 contro 4 che i è svolto a cavallo fra

agosto e settembre al campo sportivo di via Rigotti. Il torneo era organizzato dalla Consulta Giovani di Cadoneghe. A conclusione delle competizioni musica, premiazioni e interventi delle associa-

zioni: Fidas per la promozione della donazione del sangue, associazione

Mondo libero dalla droga e associazio-ne Lions Club Graticolato Romano con il “progetto Martina” per la promozione

della salute nei giovani.

Unione Medio BrentaBORSE DI STUDIOPER CADONEGHE

L’Unione dei Comuni del Medio Brenta, grazie a risorse economiche fi nanziate da Coop Adriatica, ha emanato il bando di concorso “Borse di Studio Comune di Cadoneghe - anno 2012”. Vengono erogate 5 borse di studio di euro 250,00 ciascuna a favore di studenti residenti a Cadoneghe che nell’anno scolastico 2011/12 abbiano frequen-tato le Scuole secondarie di II grado, comprese le paritarie, o un centro di formazione professionale riconosciuto dalla Regione Veneto. Per la parteci-pazione al bando le domande vanno presentate entro il 28 settembre.

Cadoneghe, verde pubblicoCENTO NUOVIALBERI IN PAESE

Nuovi alberi per Cadoneghe: nei mesi autunnali l’Amministrazione ha in programma l’impianto di circa 100 nuove essenze nel territorio comunale. Impianti che, sommati a quelli già realizzati nella scorsa primavera, da-ranno quindi un’impronta ulteriormente “verde” al paese. Si tratta di specie arboree come carpini, tigli, aceri.Ad agosto intanto sono rimossi alcuni alberi morti o pericolosi perché fortemente lesionati o marcescenti, in particolare alcuni pioppi molto vecchi e a rischio caduta. Abbattuti anche alcuni platani lungo la Regionale 307.

Cadoneghe, nuovo bandoAUTOCOSTRUZIONEEDILIZIA PEEP

Nuova fase del progetto sperimentale di autocostruzione edilizia attivato dal Consiglio comunale nell’area PEEP tra le vie Rigotti e Palladio nell’ambito del Piano Particolareggiato denominato Green Park. A seguito della rinuncia di alcuni soci della cooperativa sociale Sirio, assegnataria dell’area pubblica che accoglie il progetto sperimentale di autocostruzione, ci sono altri posti.

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Cadoneghe, Vigodarzere, Vigonza per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

è un marchio registrato di proprietà della PROMOMEDIACOMMUNICATIONS SrlEdito da: Give Emotions Srl

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEE CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ LOCALE

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:

Direttore responsabileMAURO GAMBIN [email protected] JOVANE [email protected]

Chiuso in redazione il 30 agosto 2012 CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONALLORETO, VIA BRECCIA (AN)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

SCUOLA

pagg. 24-25

Libri di testo, quest’anno i genitori ripiegano sull’usato

INTORNO A NOI

pag. 28

Un team di psicologi a sostegno delle “vittime” della crisi

ARCHEOLOGIA

pag. 29

Rinvenuti tre insetti di oltre 230 milioni di anni fa

RISPARMIO

pag. 17

Luci a basso consumo per il caro estinto

NOI E GLI ALTRI

pag. 18

Sos servizio civile,spedite 2500 cartoline

CULTURA

pag. 21

Sul grande chermo l’emigrazione veneta

EDITORIALE

Stop al cemento, il Veneto cambia rotta Una rifl essione che dai toni e dai contenuti potrebbe andare ben al di là della battuta estiva e trasformarsi in atti e decisioni

concrete già dai prossimi mesi. Questo almeno si augurano un po’ tutti, a partire dagli stessi costruttori edili, ormai consapevoli che la corsa sfrenata al mattone si è trasformata in un salto nel vuoto. D’accordo anche i commercianti, che chiedono di iniziare dallo stop alla costruzione di nuove, grandi aree commerciali che insieme con i capannoni hanno cambiato il volto del Veneto nell’ultimo ventennio.

Le associazioni di tutela del paesaggio, le organizzazioni agricole, gli ambientalisti e tutti coloro che sono sensibili a questo tema ora chiedono che dalle parole Zaia passi ai fatti e che la sua denuncia non rimanga una bella promessa estiva. Più di qualcuno mette in luce le contraddizioni l’enunciato e la realtà che vede proprio in Veneto i cantieri di nuove aree commerciali (Veneto City), aree produttive più o meno vaste e infrastrutture.

Il no al cemento, dunque, da cosa dovrebbe partire? Anzitutto da una diversa concezione del territorio, che non deve essere più visto come uno spazio vuoto da riempire con villette e prefabbricati ma come una risorsa che non possiamo perdere. Lo sottolineato da tempo gli agricoltori che proprio in Veneto fanno i conti con una disponibilità di terreno sempre più risicata. Amministratori e ur-banisti dovranno concentrarsi, anziché sulla progettazione di nuove aree, sul recupero di quelle già esistenti. Perché tornare indietro è quasi impossibile una volta che il cemento c’è. Lo stop al cemento non è che il primo passo di un approccio più consapevole e responsabile con il territorio. Almeno è quello che tanti si augurano.

segue da pag. 1

Nicola Stievano

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4 Argomento del mese44 Argomento del mese

L’ACCESSO AL CREDITO AVEPA HA RIAPERTO LA PROCEDURA INFORMATICA

Alle aziende anticipi per 13 milioni

Denaro contante per dare fi ato alle aziende agricole alle prese con l’emer-genza siccità e le diffi coltà del mercato. Meno burocrazia e risposte più veloci da parte degli organismi regionali da sempre al centro delle proteste

degli agricoltori. E’ il caso dell’Avepa, l’agenzia per i pagamenti in agricoltura, che il mese scorso ha riaperto la procedura informatizzata per l’anticipo dei premi comunitari del 2012. Nei mesi scorsi il progetto “Insieme per l’agricoltura” che ha coinvolto tremila sportelli bancari in tutto il Veneto, ha permesso di erogare 13 milioni di euro. “L’anticipazione ha visto anche una effettiva concorrenza le banche interessate che, a fronte di un tasso massimo applicabile del 4,5 per cento, hanno applicato un tasso medio ponderato del 3,9 per cento. – spiega l’assessore regionale Manzato - Anche la platea dei benefi ciari è stata molto ampia quanto a dimensione aziendale: gli importi erogati sono andati da un minimo di 3 mila ad un massimo di 500 mila euro per azienda”. Avepa è dunque pronta al pagamento anticipato della metà della Domanda unica 2012, autorizzato dall’Unione Euro-pea, che in ogni caso prenderà avvio dal 16 ottobre. L’Agenzia ha inoltre erogato 14 milioni di euro come anticipo del 75 per cento, dei premi richiesti in maggio tramite le domande di conferma presentate nell’ambito di misure agroambientali del Programma di Sviluppo Rurale. Entro il 15 ottobre, infi ne, annunciati 15 milioni di euro ai viticoltori veneti che hanno richiesto il sostegno specifi co sui premi per le polizze di assicurazione per la difesa dell’uva.

Granai vuoti, fi lari deserti, frutteti riarsi, orti assetati: è dram-matico il bilancio dell’agricoltura veneta alle prese con l’annata più calda del decennio, addirittura peggiore del

terribile 2003. Settembre è il mese del raccolto per eccellenza ma questa volta le delusioni saranno cocenti, soprattutto per i prodotti che più degli altri hanno risentito della siccità e del caldo torrido che ha caratterizzato l’estate. La trebbiatura del mais ha confermato i timori delle previsioni: chi non ha potuto irrigare ha fatto i conti con perdite di prodotto tra il 40 e l’80 per cento, con punte del 100 per cento nelle zone più aride tra la parte meridionale delle province di Venezia e Padova e l’intero Polesine. La resa media per ettaro, fa sapere Paolo Martin, direttore del Consorzio Agrario di Padova e Venezia, che si occupa anche del territorio di Rovigo, per il granoturco stando alle prime stime si è ridotta anche dell’80 per cento. Con le successive raccolte di inizio settembre la situazione è migliorata ma il bilancio resta pur sempre negativo. Una perdita solo in parte compensata dal sensi-bile aumento del prezzo del mais, pagato anche il doppio rispetto all’anno scorso. “Sarà diffi cile soddisfare il fabbisogno di materia prima per la nostra Regione – commenta Martin – a causa del crollo della produzione di granoturco particolarmente pesante pro-

prio nelle zone di maggior produzione”. Preoccupazioni anche per la vendemmia, iniziata la seconda metà di agosto sia nelle colline trevigiane che in pianura. Chi non ha risentito della siccità non avrà particolari problemi, anzi potrà contare su un prodotto di qualità, sia per i vini bianchi che per i rossi. Chi invece ha dovuto fare i conti con la penuria d’acqua rischia di perdere anche il 30-40 per cento del prodotto, soprattutto nei vigneti più giovani e non serviti dall’irrigazione. Stando alle prime stime i danni per il Veneto ammontano ad un miliardo di euro e la superfi cie interes-sata dalla “grande sete” è di quasi 400 mila ettari, concentrati fra Venezia, Padova e Rovigo.”Al più presto – spiega Franco Manzato, assessore regionale all’agricoltura - dobbiamo dare il massimo delle risposte agli agricoltori, soprattutto quelli più colpiti: una strada non facile, che richiede un intervento a livello naziona-le, che potrà essere accompagnato da azioni regionali. I sistema ordinario di difesa dalle avversità atmosferiche in agricoltura si basa sull’assicurazione contro i danni, il cui premio è coperto per circa tre quarti da contributo pubblico. Ma conosciamo anche i vin-coli che le assicurazioni pongono, vincoli che in questa situazione sono diventati in molti casi un cappio. Sappiamo anche bene che molte aziende si sono “normalmente” indebitate acquistando a

credito sementi e mezzi tecnici, che a fi ne stagione faranno fatica a pagare per il pesante taglio del reddito a causa della perdita parziale o totale del raccolto. Il nostro obiettivo è salvare il nostro sistema agricolo e impedire che aziende valide collassino a causa di questa situazione del tutto straordinaria, che richiede risposte straordinarie”. Una delle misure da adottare potrebbe essere l’an-ticipo dei contributi della Pac, stabiliti dalle misure della politica agricola comunitaria, insieme alla richiesta di una deroga al piano assicurativo nazionale 2012. A queste si aggiungeranno altre ini-ziative accessorie di carattere fi scale e contributivo, l’integrazione salariale in favore dei lavoratori agricoli nelle aree colpite da avver-sità eccezionali e l’esenzione delle imposte sui redditi dominicali e agrari per le imprese agricole con un danno superiore al 30% della produzione ordinaria. Il presidente del Veneto Luca Zaia lancia un appello al Governo: “Ci vuole più attenzione, vanno trovate le risorse nazionali per sostenere le imprese agricole. Sappiamo che la coperta è corta, che ci sono al momento solo 18 milioni a disposizione del Fondo di solidarietà. Noi però non aumentiamo le accise, non vogliamo farlo: già lo fa Roma in maniera ignobile. I soldi dei veneti sono già lì Roma ce li restituisca. Noi versiamo di tasse più di quello che ci viene restituito”.

di Nicola Stievano

Nella mappa della siccità i danni maggiori

e le perdite più gravi registrate tra Venezia,

Padova e Rovigo

L’assessore Manzato: “Dobbiamo trovare tutti gli strumenti

per salvare le nostreimprese agricole”

AGRICOLTURASettembre è per tradizione il mese

della raccolta e della vendemmia, quest’anno invece sarà protagonista

la conta dei danni, dal vigneto al granoturco, dalle barbabietole

all’ortofrutta. Allarme per il reddito delle imprese agricole e preoccupazione per l’approvvigionamento delle materie

prime. Intanto le quotazioni aumentano. Appello di Zaia al Governo:

“Trovate le risorse ma senza aumentare le accise sulla benzina” Veneto a secco, crollo della produzione agricola

5Argomento del mese

di Nicola Stievano

Meno aziende ma più giovani e specializzate, il rebus del redditoCensimento dell’agricoltura Chiudono le piccole aziende ma le altre crescono

Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? Anche i dati veneti dell’ultimo censimento dell’agricoltura si prestano ad essere letti secondo le due opposte chiavi di lettura. Da una parte è confermato il calo costante delle imprese agricole dall’altra, però, le realtà che restano sul mercato sono sempre più specializzate e competitive, grazie anche alla presenza dei giovani, preparati e aperti

alle nuove forme di business. Se la superfi cie coltivata diminuisce, di contro cresce l’estensione media delle singole aziende agricole, soprattutto nei settori più produttivi. Il rebus che il censimento non scioglie è quello della redditività, da sempre il tasto dolente dell’agricoltura alle perse con calamità naturali, speculazioni, emergenze alimentari. Ma sono le stesse organizzazioni agricole a considerare il bicchiere mezzo pieno. “Il calo di superfi cie è collegato soprattutto all’abbandono nelle zone di montagna del prato/pascolo (dei 45 mila ettari andati perduti ben 33 mila sono riferiti a questa tipologia) – afferma Giorgio Piazza, presidente di Coldiretti Veneto - mentre nelle altre aree rurali la superfi cie agricola è stata mantenuta dalle stesse aziende, nonostante le notevoli pressioni determinate dallo sviluppo infrastrutturale, commerciale e residenziale.

I comparti trainanti dell’agricoltura veneta non hanno subito variazioni sostanziali: la vite è costante (73.000 ettari), i seminati-vi risentono di una lieve fl essione (2%). Le fattorie in questo decennio, pur riducendosi da 178 mila a 120 mila si sono specializzate nelle coltivazioni tipiche, incrementando la dimensione aziendale. Le 37 mila aziende vitivinicole hanno raddoppiato la loro superfi cie media (da meno di un ettaro a quasi due ettari), le 13 mila aziende con bovini hanno aumentato del 40% la loro mandria. L’alle-vamento di suini ha registrato un aumento del numero di capi allevati (+ 230.000 capi), così come quello avicolo (+ 10 milioni di capi), anche grazie all’elevato livello di specializzazione raggiunto nelle 1.765 aziende suinicole e 2.976 aziende avicole”.

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Page 5: La Piazza di Padova nord - 2012ag n111

4 Argomento del mese

L’ACCESSO AL CREDITO AVEPA HA RIAPERTO LA PROCEDURA INFORMATICA

Alle aziende anticipi per 13 milioni

Denaro contante per dare fi ato alle aziende agricole alle prese con l’emer-genza siccità e le diffi coltà del mercato. Meno burocrazia e risposte più veloci da parte degli organismi regionali da sempre al centro delle proteste

degli agricoltori. E’ il caso dell’Avepa, l’agenzia per i pagamenti in agricoltura, che il mese scorso ha riaperto la procedura informatizzata per l’anticipo dei premi comunitari del 2012. Nei mesi scorsi il progetto “Insieme per l’agricoltura” che ha coinvolto tremila sportelli bancari in tutto il Veneto, ha permesso di erogare 13 milioni di euro. “L’anticipazione ha visto anche una effettiva concorrenza le banche interessate che, a fronte di un tasso massimo applicabile del 4,5 per cento, hanno applicato un tasso medio ponderato del 3,9 per cento. – spiega l’assessore regionale Manzato - Anche la platea dei benefi ciari è stata molto ampia quanto a dimensione aziendale: gli importi erogati sono andati da un minimo di 3 mila ad un massimo di 500 mila euro per azienda”. Avepa è dunque pronta al pagamento anticipato della metà della Domanda unica 2012, autorizzato dall’Unione Euro-pea, che in ogni caso prenderà avvio dal 16 ottobre. L’Agenzia ha inoltre erogato 14 milioni di euro come anticipo del 75 per cento, dei premi richiesti in maggio tramite le domande di conferma presentate nell’ambito di misure agroambientali del Programma di Sviluppo Rurale. Entro il 15 ottobre, infi ne, annunciati 15 milioni di euro ai viticoltori veneti che hanno richiesto il sostegno specifi co sui premi per le polizze di assicurazione per la difesa dell’uva.

Granai vuoti, fi lari deserti, frutteti riarsi, orti assetati: è dram-matico il bilancio dell’agricoltura veneta alle prese con l’annata più calda del decennio, addirittura peggiore del

terribile 2003. Settembre è il mese del raccolto per eccellenza ma questa volta le delusioni saranno cocenti, soprattutto per i prodotti che più degli altri hanno risentito della siccità e del caldo torrido che ha caratterizzato l’estate. La trebbiatura del mais ha confermato i timori delle previsioni: chi non ha potuto irrigare ha fatto i conti con perdite di prodotto tra il 40 e l’80 per cento, con punte del 100 per cento nelle zone più aride tra la parte meridionale delle province di Venezia e Padova e l’intero Polesine. La resa media per ettaro, fa sapere Paolo Martin, direttore del Consorzio Agrario di Padova e Venezia, che si occupa anche del territorio di Rovigo, per il granoturco stando alle prime stime si è ridotta anche dell’80 per cento. Con le successive raccolte di inizio settembre la situazione è migliorata ma il bilancio resta pur sempre negativo. Una perdita solo in parte compensata dal sensi-bile aumento del prezzo del mais, pagato anche il doppio rispetto all’anno scorso. “Sarà diffi cile soddisfare il fabbisogno di materia prima per la nostra Regione – commenta Martin – a causa del crollo della produzione di granoturco particolarmente pesante pro-

prio nelle zone di maggior produzione”. Preoccupazioni anche per la vendemmia, iniziata la seconda metà di agosto sia nelle colline trevigiane che in pianura. Chi non ha risentito della siccità non avrà particolari problemi, anzi potrà contare su un prodotto di qualità, sia per i vini bianchi che per i rossi. Chi invece ha dovuto fare i conti con la penuria d’acqua rischia di perdere anche il 30-40 per cento del prodotto, soprattutto nei vigneti più giovani e non serviti dall’irrigazione. Stando alle prime stime i danni per il Veneto ammontano ad un miliardo di euro e la superfi cie interes-sata dalla “grande sete” è di quasi 400 mila ettari, concentrati fra Venezia, Padova e Rovigo.”Al più presto – spiega Franco Manzato, assessore regionale all’agricoltura - dobbiamo dare il massimo delle risposte agli agricoltori, soprattutto quelli più colpiti: una strada non facile, che richiede un intervento a livello naziona-le, che potrà essere accompagnato da azioni regionali. I sistema ordinario di difesa dalle avversità atmosferiche in agricoltura si basa sull’assicurazione contro i danni, il cui premio è coperto per circa tre quarti da contributo pubblico. Ma conosciamo anche i vin-coli che le assicurazioni pongono, vincoli che in questa situazione sono diventati in molti casi un cappio. Sappiamo anche bene che molte aziende si sono “normalmente” indebitate acquistando a

credito sementi e mezzi tecnici, che a fi ne stagione faranno fatica a pagare per il pesante taglio del reddito a causa della perdita parziale o totale del raccolto. Il nostro obiettivo è salvare il nostro sistema agricolo e impedire che aziende valide collassino a causa di questa situazione del tutto straordinaria, che richiede risposte straordinarie”. Una delle misure da adottare potrebbe essere l’an-ticipo dei contributi della Pac, stabiliti dalle misure della politica agricola comunitaria, insieme alla richiesta di una deroga al piano assicurativo nazionale 2012. A queste si aggiungeranno altre ini-ziative accessorie di carattere fi scale e contributivo, l’integrazione salariale in favore dei lavoratori agricoli nelle aree colpite da avver-sità eccezionali e l’esenzione delle imposte sui redditi dominicali e agrari per le imprese agricole con un danno superiore al 30% della produzione ordinaria. Il presidente del Veneto Luca Zaia lancia un appello al Governo: “Ci vuole più attenzione, vanno trovate le risorse nazionali per sostenere le imprese agricole. Sappiamo che la coperta è corta, che ci sono al momento solo 18 milioni a disposizione del Fondo di solidarietà. Noi però non aumentiamo le accise, non vogliamo farlo: già lo fa Roma in maniera ignobile. I soldi dei veneti sono già lì Roma ce li restituisca. Noi versiamo di tasse più di quello che ci viene restituito”.

di Nicola Stievano

Nella mappa della siccità i danni maggiori

e le perdite più gravi registrate tra Venezia,

Padova e Rovigo

L’assessore Manzato: “Dobbiamo trovare tutti gli strumenti

per salvare le nostreimprese agricole”

AGRICOLTURASettembre è per tradizione il mese

della raccolta e della vendemmia, quest’anno invece sarà protagonista

la conta dei danni, dal vigneto al granoturco, dalle barbabietole

all’ortofrutta. Allarme per il reddito delle imprese agricole e preoccupazione per l’approvvigionamento delle materie

prime. Intanto le quotazioni aumentano. Appello di Zaia al Governo:

“Trovate le risorse ma senza aumentare le accise sulla benzina” Veneto a secco, crollo della produzione agricola

555Argomento del mese

di Nicola Stievano

Meno aziende ma più giovani e specializzate, il rebus del redditoCensimento dell’agricoltura Chiudono le piccole aziende ma le altre crescono

Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? Anche i dati veneti dell’ultimo censimento dell’agricoltura si prestano ad essere letti secondo le due opposte chiavi di lettura. Da una parte è confermato il calo costante delle imprese agricole dall’altra, però, le realtà che restano sul mercato sono sempre più specializzate e competitive, grazie anche alla presenza dei giovani, preparati e aperti

alle nuove forme di business. Se la superfi cie coltivata diminuisce, di contro cresce l’estensione media delle singole aziende agricole, soprattutto nei settori più produttivi. Il rebus che il censimento non scioglie è quello della redditività, da sempre il tasto dolente dell’agricoltura alle perse con calamità naturali, speculazioni, emergenze alimentari. Ma sono le stesse organizzazioni agricole a considerare il bicchiere mezzo pieno. “Il calo di superfi cie è collegato soprattutto all’abbandono nelle zone di montagna del prato/pascolo (dei 45 mila ettari andati perduti ben 33 mila sono riferiti a questa tipologia) – afferma Giorgio Piazza, presidente di Coldiretti Veneto - mentre nelle altre aree rurali la superfi cie agricola è stata mantenuta dalle stesse aziende, nonostante le notevoli pressioni determinate dallo sviluppo infrastrutturale, commerciale e residenziale.

I comparti trainanti dell’agricoltura veneta non hanno subito variazioni sostanziali: la vite è costante (73.000 ettari), i seminati-vi risentono di una lieve fl essione (2%). Le fattorie in questo decennio, pur riducendosi da 178 mila a 120 mila si sono specializzate nelle coltivazioni tipiche, incrementando la dimensione aziendale. Le 37 mila aziende vitivinicole hanno raddoppiato la loro superfi cie media (da meno di un ettaro a quasi due ettari), le 13 mila aziende con bovini hanno aumentato del 40% la loro mandria. L’alle-vamento di suini ha registrato un aumento del numero di capi allevati (+ 230.000 capi), così come quello avicolo (+ 10 milioni di capi), anche grazie all’elevato livello di specializzazione raggiunto nelle 1.765 aziende suinicole e 2.976 aziende avicole”.

Veneto a secco, crollo della produzione agricola

Nel Padovano si contano i danni

Vendemmia Amara Dove non c’è acqua la campagna è un desertoDai campi della Bassa Padovana si leva la polvere e le crepe che si aprono sul

terreno fanno capire come l’acqua sia ormai un miraggio da diversi mesi. Il caldo di luglio e agosto ha fatto il resto, cuocendo letteralmente le colture, dai

cereali agli ortaggi, dalla frutta al vino. Anche sui Colli Euganei la siccità sta condi-zionando la vendemmia, anticipata nei fi lari dove si è potuto irrigare con regolarità, posticipata dove l’acqua non arriva per vie artifi ciali. Per diversi produttori sarà una vendemmia amara, ma non tutto è perduto, specie sul fronte della qualità e del prezzo. diffi cile Ovviamente la produzione è data in deciso calo, soprattutto per chi non ha potuto irrigare, o lo ha fatto senza la necessaria regolarità, con una perdita media prevista che oscilla fra il 20-30%, secondo le prime stime. “I vigneti che hanno avuto disponibilità irrigua - spiega Antonio Dal Santo, presidente Consorzio Vini Doc Colli Euganei - hanno meno problemi e daranno dei vini di qualità. Ben diversa, purtroppo, la situazione per i viticoltori che si trovano nelle zone dove l’acqua non arriva, in particolare tutta la parte alta di Teolo, Faedo di Cinto, Boccon di Vo’. Qui e’ a rischio il Moscato bianco, che risente della carenza idrica. Va un po’ meglio invece per i rossi, sperando che la stagione possa ancora cambiare. Ad essere in diffi coltà sono soprattutto le vigne giovani, che non possiedono un apparato radicale in grado di penetrare in profondità nel terreno e trovare così un nutrimento suffi ciente per lo sviluppo dei grappoli. Almeno un quarto dei vigneti dei Colli Euganei avranno un calo di produzione di circa il 60 per cento”. Al momento non è a rischio il moscato Fior d’arancio Docg, fi ore all’occhiello dei viticoltori euganei. Ormai portare acqua anche nei vigneti più alti dei Colli è una necessità, troppo a lungo trascurata, osserva dal Santo. “Da una decina d’anni si parla di mettere a punto una rete di tubature in pressione che per-metta di portare l’acqua dove non c’è. Con il Consorzio di Bonifi ca “AdigEuganeo” ci siamo confrontati in più occasioni, ribadendo che i viticoltori sono pronti a sostenere anche degli investimenti per risolvere il problema dell’irrigazione. Ma fi nché non c’è qualcosa di concreto non facciamo altro che mettere a repentaglio il lavoro di tante aziende. È il momento di darsi da fare e di partire subito con dei progetti da realiz-zare al più presto”. “Non tutti avranno la possibilità di trasformare la migliore uva in vino. – aggiunge Marco Calaon, viticoltore di Vo nonché presidente provinciale della Coldiretti - Il caldo, il vento e le alte temperature hanno contraddistinto questo perio-do, ma sicuramente i viticoltori impiegheranno la loro massima conoscenza tecnica e naturale per aver il miglior risultato. Le condizioni climatiche, anche avverse, non sono per fortuna l’unico fattore che incide sull’annata viticola. Molto del risultato lo si deve al lavoro e all’intervento dell’uomo”.

Anche in pianura la siccità incide negativamente sulla vendemmia: la Cantina Sansovino di Conselve prevede un calo di almeno il 20 per cento. Per frutteti e ortaggi la parola d’ordine è irrigare, costi quel che costi, anche giorno e notte se necessario, per non perdere il raccolto nel periodo più importante dell’anno.

Dal Santo: “Sui Colli Euganei chi irriga non ha problemi, ma gli altri si trovano in seria diffi coltà”

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Page 6: La Piazza di Padova nord - 2012ag n111

di Nicoletta Masetto

6 Cadoneghe66 Cadoneghe

Ogni anno nascono almeno 140 bam-bini. E così, a Cadoneghe, una delle maggiori richieste da parte delle fami-

glie è quella riguardante gli asili nido. Richie-ste che risultano, per fortuna, soddisfatte al 100 per cento. In parole povere signifi ca che nessuno dei residenti deve portare il proprio bambino in una scuola dell’infanzia lontana da casa. Ovviamente questa piena rispondenza tra domanda e offerta riguardo un servizio primario come la scuola sin dai primi anni di vita costituisce, a ragione, uno dei motivi d’orgoglio dell’amministrazione comunale.

A differenza dei Comuni contermini, che non ne hanno o al massimo possono disporre di due sezioni di scuola materna, a Cadoneghe invece le sezioni a disposizio-ne delle famiglie – fra offerta pubblica (3 scuole) e offerta privata (2 scuole) – sono addirittura 13. Il che attira una massiccia domanda da parte di famiglie non residenti, che magari nel loro Comune non trovano risposta: sui circa 340 bambini iscritti alle

materne del territorio, negli ultimi anni un 15-16% proviene da altri Comuni.

Ma la richiesta continua a salire, se-gno che l’offerta di Cadoneghe per gli asili nido è sempre più apprezzata anche sotto il profi lo qualitativo. Tanto che le 3 scuole dell’infanzia statali e le 2 private di Cadone-ghe attualmente non riescono a soddisfare tutte le domande provenienti da famiglie di altri Comuni: nell’anno scolastico in corso non hanno trovato accoglienza circa 70 bambini.

Ma ora dal Comune giunge una nuo-va risposta a queste richieste. A partire da

settembre, la scuola statale dell’infanzia L’Aquilone di via Conche avrà una sezione in più.

Il sindaco Mirco Gastaldon non nascon-de la propria soddisfazione: “Da tempo lo chiedevamo, di concerto con il dirigente sco-lastico Giorgio Di Marco, e ora fi nalmente è arrivata la comunicazione uffi ciale: la di-rezione regionale Miur dell’uffi cio scolastico regionale ha ritenuto congrua e appropriata la nostra richiesta e così dall’anno scolasti-co 2012-13 la scuola statale dell’infanzia L’Aquilone di via Conche avrà una sezione in più”.

Concessa la sezione in più alla materna di via Conche, arrivano bambini anche da fuori

Scuola Cresce la domanda delle famiglie, ogni anno 140 nuovi nati

Nuova classe all’Aquilone

Uno scorcio della scuola dell’infanzia

Da qualche settimana il consiglio comu-nale di Cadoneghe ha adottato il primo adeguamento del Piano degli Interventi

completa la fase della pianifi cazione degli atti di gestione del territorio secondo quanto previ-sto dalla Legge Urbanistica Regionale “Norme per il governo del territorio”. Con l’adozione del piano degli interventi, il Comune di Cado-neghe raggiunge dunque l’obiettivo di dotarsi di una pianifi cazione urbanistica in linea con le innovazioni introdotte appunto dalla legge regionale vigente. L’adozione del primo ade-guamento è intervenuta con deliberazione del Consiglio Comunale n.34 del 30 luglio scorso, consultabile insieme con gli elaborati del Pia-no nel sito istituzionale del Comune - Servizi e Uffi ci - SST -Urbanistica. Le osservazioni e gli eventuali elaborati grafi ci a corredo vanno presentati all’Uffi cio Protocollo del Comune di entro il 2 ottobre 2012, tramite il modello appositamente predisposto e reperibile nella sezione del sito internet.

Il nuovo piano è stato presentato in consi-glio comunale dal vice sindaco Giovanni Petrina che ha proposto l’adozione del primo aggiorna-

mento del Piano degli interventi che completa così la fase di pianifi cazione degli atti di gestio-ne del territorio secondo quanto previsto dalla legge regionale n. 11 del 2004 sulle norme per il governo del territorio. Con l’adozione del Piano degli interventi, ha sottolineato Petrina, il Comune di Cadoneghe raggiunge l’obiettivo di dotarsi di una pianifi cazione urbanistica in linea con le innovazioni introdotte dalla Regione.

Di fatto, il concetto di Piano regolatore ge-nerale va defi nitivamente in pensione: le nuo-ve regole per il governo del territorio seguono una nuova tabella di marcia, anche concettua-le, che parte dal Piano regolatore comunale, articolato in disposizioni strutturali (queste ultime contenute nel Pati, Piano di assetto del territorio intercomunale) e in disposizione operative (queste altre, invece, contenute nel Piano degli interventi).

C’è tempo fi noal 2 ottobreper presentarein Municipiotutti i documenti

PIANO INTERVENTI, VIA ALLE OSSERVAZIONI

N.M.

La scuola è un investimento prioritario per una comunità locale. Ne è fortemen-te convinto il Comune di Cadoneghe

che, proprio nella scuola, continua a investi-re, sostenendo l’impegno pubblico ma an-che dando appoggio, nei limiti delle proprie possibilità fi nanziarie, all’attività delle scuole paritarie, che concorrono a completare l’of-ferta del territorio.

“Per citare l’esempio recente della scuola Aquilone – spiegano sindaco e as-sessori - l’istituzione di una nuova sezione nella scuola pubblica si è resa necessaria per poter almeno parzialmente soddisfare le numerose richieste di iscrizione che giungono da parte di famiglie di altri Comuni e che sono in lista d’attesa. Non va dimenticato che, per la sua posizione e la presenza storica di servizi, il Comune di Cadoneghe riceve tantissime richieste di iscrizione da parte di utenti dei Comuni limitrofi , privi di scuole per l’infanzia statali, nonché dai residenti di Isola di Torre. Per tutte queste ragioni, l’istituzione della nuova sezione giunge in un momento quanto mai opportuno e fornirà un miglioramento di un servizio fondamentale per la collettività”.

Nell’anno scolastico 2012/2013 la scuola dell’infanzia L’Aquilone – inaugurata nell’anno scolastico 2007-2008 conterà dunque su sei sezioni, che potranno ospitare un numero massimo di 150 bambini (contro i 133 precedenti). “Ci stiano inoltre atti-vando – conclude il sindaco Gastaldon – per organizzare, a partire dall’anno scolastico 2013-14, un servizio scolastico per l’infanzia a orario prolungato, che venga incontro alle esigenze dei genitori che lavorano. Faremo un’indagine conoscitiva fra le famiglie interessate, e in base alle risultanze vedremo come agire. E il Comune, in conformità al suo ruolo di responsabilità sociale, si accollerebbe le maggiori spese derivanti dal prolungamento di orario”.

ISTRUZIONE

Il sindaco Gastaldon guarda all’anno scolastico 2013-2014“ORA PENSIAMO ALL’ORARIO PROLUNGATO”

N.M.

Mirco Gastaldon

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Settembre, tempo di rientri, ma anche di disagi soprattutto nei trasporti. Se per il collegamen-to tra Vigonza e l’ospedale di Camposam-

piero, fi nalmente si tira un sospiro di sollievo, non altrettanto potrà avvenire per quello tra Perarolo e il capolinea del 18 a Ponte di Brenta. Quest’ultima linea è tra quelle storiche del servizio di trasporto urbano della città di Padova, tra le prime a essere istituite.

E così la notizia ha avuto sui tanti pendolari l’effetto della classica doccia fredda. Da poche set-timane, infatti, è stato soppresso il servizio di colle-gamento tra frazione e capolinea del bus cittadino. La decisione è stata assunta dal Comune. Le moti-vazioni? “I tagli alla spesa pubblica previsti dalle vigenti normative – è la riposta degli amministratori - non ci consentono di attivare per l’anno scolastico 2012/2013 il consueto servizio di bus navetta fra le frazioni di Busa-Perarolo e il capolinea del 18”.

I cittadini delle due frazioni bistrattate non ci hanno pensato un attimo decidendo di mobilitarsi in vari modi. �Come prima azione è stato subito costituito un Comitato di pendolari che si è dato il nome di “Appiedati al Via”. Il neonato Comitato ha manifestato a più riprese le proprie proteste e il pro-prio disappunto contro la soppressione chiedendo il ripristino del servizio.

Gli aderenti hanno dato vita a numerose inizia-tive, da lettere raccomandate ai vari interessati fi no a una marcia pacifi ca di protesta. Durante il corteo studenti e lavoratori pendolari hanno percorso le vie delle due frazioni, sostando a ogni fermata del bus, per protestare contro la decisione della giunta comunale.

Quest’ultima continua a ripetere di avere le mani legate e di essere stata costretta, suo malgra-do, ad azzerare il servizio perché non più in grado,

La protesta Chiesto un tavolo congiunto con le aziende Aps e Actv

Appiedati e arrabbiati

La marciadi protestadel neocomitato“Appiedatial Via”

I pendolari di Busa e Perarolo, senzail bus navetta con il capolinea dell’8a Ponte di Brenta, hanno costituitoun comitato e sono scesi in piazza

Trasporti

Grandi successi estivi per le atlete della Polisportiva Union Vigonza, allenate da Laura Cogato e Angela Rossato. Le promesse in erba sono state protagoniste

di importanti risultati e ottime prestazioni alla manifestazio-ne «Ginnastica in Festa 2012», la rassegna nazionale di ginnastica artistica svoltasi di recente a Pesaro.

Successi osannati da striscioni e fotografi e nella sede della polisportiva.. Delle quattro ragazze qualifi cate ai cam-pionati italiani, in rappresentanza di una società che anno-

vera una settantina di allieve, tre sono salite sul podio a Pesaro. Il risultato più importante è stato ottenuto da Elisa Tagliapietra, 9 anni, vero talento della ginnastica artistica. Si è qualifi cata nona per la fi nale corpo libero (categoria Gpt primo livello, prima fascia), in fi nale ha ottenuto 11,850 su 12,000 salendo sul gradino più alto del podio e guadagnan-dosi il titolo di campionessa italiana.

Medaglia d’oro in fascia argento (fi nale B) per Elena Cazzaro (GPT primo livello, terza fascia) nel corpo libero,

con 11,300 su 12,000, oltre al sesto posto nella fi nale A (fascia oro) alla trave.

Primo posto anche per l’undicenne Anna Ingegneri (Gpt secondo livello, prima fascia) vincitrice nella fascia argento (fi nale B) della prova al volteggio, con punteggio di 12,550 su 12,700 che le sarebbe valso il primo posto anche nella fi nale per il titolo italiano. Emily Conte, dieci anni, si è clas-sifi cata diciannovesima nella fascia argento (fi nale B) della gara assoluta (quattro attrezzi).

SPORT A “Ginnastica in festa”, rassegna nazionale a Pesaro, tre delle quattro giovani atlete sono salite sul podioGRANDI SUCCESSI ESTIVI PER LE RAGAZZE DELLA LA POLISPORTIVA UNION VIGONZA

N.M.

Un’immagine di repertorio della gara nazionale

di ginnastica artistica a Pesaro

a causa dei tagli alla spesa pubblica, di far fronte al costo del servizio che ammonterebbe a circa 90 mila euro per nove mesi di gestione Actv.

I pendolari hanno chiesto al primo cittadino di Vigonza, Nunzio Tacchetto di aprire un tavolo con-giunto attorno al quale siano chiamati a confrontarsi maggioranza e opposizione insieme ai sindacati e alle associazioni maggiormente rappresentative del-la popolazione direttamente interessata dai disagi conseguenti alla soppressione. A essere maggior-mente penalizzati di sicuro ci sono le persone anzia-ne, quelle diversamente abili e, proprio in avvio di nuovo anno scolastico, purtroppo numerosi studenti.

“Certo, capiamo il Comune, comprendiamo che deve far quadrare i conti alle prese con tagli ingenti che impongono di stringere la cinghia – concludono

i pendolari -, ma le “sforbiciate” dovrebbero sempre presupporre un confronto tra le parti, un dialogo fra tutti i soggetti interessati, tra istituzioni che pagano il servizio, enti che lo gestiscono e cittadini che ne usufruiscono”. La richiesta del Comitato è quella della convocazione di un tavolo congiunto attorno al quale partecipino in prima linea anche Aps e Actv. L’impatto nuovo che ci sarebbe sul traffi co, con la cir-colazione di mezzi privati al posto di quelli pubblici, un aumento del traffi co veicolare e dell’inquinamen-to. “Danni e costi, poi, non sarebbero solo sociali, ma anche di carattere economico – concludono i pendolari – visto la vocazione produttiva dell’intera zona che verrebbe privata di un servizio usufruito anche da tanti lavoratori”.

Vigonza troppo lontana da Camposampiero, sede ospeda-liera di competenza. E questo a causa della penuria di collegamenti. Per ovviare a un disagio da anni segnalato

dalla popolazione il Comune, in collaborazione con l’Usl 15 Alta Padovana, ha istituito una linea «dedicata», ossia diretta e riservata, di trasporto per il collegamento tra tutte le frazioni di Vigonza e l’ospedale di Camposampiero. Il servizio sarà attivo dal 10 settembre 2012, in via sperimentale per un anno, salvo rinnovo. Il servizio di trasporto, atteso da anni, sarà rivolto ai cittadini residenti nel Comune di Vigonza. A quanti usufruiran-no del servizio sarà chiesto un contributo di euro 1 per una corsa semplice e di 2 euro per la corsa di andata e ritorno che dovranno essere pagati a bordo del veicolo. � richiesta la pre-notazione ai numeri 049/8090211 oppure 049/8090208, fi no a esaurimento posti, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13. Il servizio è garantito dal lunedì al venerdì - con sospensione nei giorni festivi - a partire dalle 7 sino alle 14 secondo itinerari e orari precisi. Saranno collegate tutte le frazioni.

Si tratta di una vera e propria novità, attesa da anni, dopo le polemiche, le prese di posizione, le minacce e le conseguenti fughe di tanti cittadini verso le più vicine Usl di Padova e di Dolo, quest’ultima nel veneziano.

Il problema sempre e solo quello dei disagi, delle troppe diffi coltà di collegamento alla sede ospedaliera, distante meno di quindici chilometri, ma poco servita dal trasporto pubblico. Ancora di più se poi il collegamento deve avvenire con l’altra sede dell’Usl 15 dell’alta padovana, ossia Cittadella. Il servizio è una prima riposta al cittadino. Sarà adottato in via sperimentale, ma se il primo anno passerà il vaglio dei cittadini grazie al loro utilizzo e gradimento, sarà rinnovato.

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Page 9: La Piazza di Padova nord - 2012ag n111

Un comitato referendario per chiedere direttamente ai cittadini di esprimere il loro parere pro o contro la fusione

tra Vigodarzere e Cadoneghe. A lanciare al proposta è Roberto Zanovello, consigliere di opposizione a Vigodarzere, che risponde così alla proposta che circola con insistenza negli ultimi mesi. “La decisione è di estrema importanza. Gli impegni in agenda sono molti, così come gli interventi da realizzare; dall’approvazione del Piano degli interventi alla sistemazione della viabilità all’attesa elaborazione gli accordi pubblico-privato. La priorità, però, è anche un’altra: se vogliamo andare avanti come Comune, il passaggio

è unico e obbligato dobbiamo fonderci. Abbiamo già iniziato un percorso mettendo insieme diversi servizi nell’Unione del Medio Brenta.

Si parla sempre più di Europa unita, e non solo in fatto di moneta. Erigere ulteriori campanili è davvero anacronistico in tempi in cui solo l’unione fa la forza, aiuta a otti-mizzare le risorse e a crescere. Soldi, poi, ce ne daranno sempre meno. Prima di venire obbligati, quasi d’uffi cio, alla fusione, sareb-be forse il caso di avviare un percorso condi-viso anche con la popolazione. Ecco perché è ora di partire col piede giusto, istituendo per prima cosa un Comitato che avvii inizia-

tive e proposte per arrivare al referendum che sancisca o meno la volontà popolare di trasformare Cadoneghe e Vigodarzere in un Comune unico. La parola spetta d’obbligo ai cittadini”.

Lo stesso sindaco di Vigodarzere Fran-cesco Vezzaro ha sottolineato più volte che, in merito a questo tema,e il dibattito sul-le unioni e fusioni dei Comuni non è cosa nuova. Risale ad almeno vent’anni, a par-tire dalla legge 142/90, quando si parla già di unioni destinate a diventare, di lì a breve, effettive fusioni. Il sindaco ricorda anche quello che è già una realtà: l’Unione Medio Brenta con i suoi 29 mila abitanti

complessivi (16 mila Cadoneghe, 13 mila Vigodarzere), 32,76 km quadri di estensio-ne territoriale, 2.782 imprese. Il preventivo 2011 prevede 3,6 mln di euro di spesa. Le funzioni associate sono otto (record regio-nale) a fronte di una media di 4,5 servizi condivisi (trend in crescita). L’Unione dei Comuni del Medio Brenta si è costituita il 10 aprile 2006 con la sottoscrizione dell’Atto Costitutivo da parte dei Sindaci dei due Comuni aderenti all’Unione. Essa è un ente locale con autonomia statutaria nell’ambito dei principi fi ssati dalla Costi-tuzione, dalle norme comunitarie, statali e regionali. Il suo ambito territoriale coincide

con quello dei Comuni che la costituiscono.Lo Statuto determina le norme fonda-

mentali dell’organizzazione e dell’attività dell’Unione che svolge una pluralità di fun-zioni e servizi dei Comuni aderenti. Il suo compito è quello di promuovere l’integrazio-ne dell’azione amministrativa tra i Comuni e garantire un coordinamento delle politiche di programma e sviluppo del territorio, mi-gliorando la qualità dei servizi erogati ai cittadini, e sviluppando nello stesso tempo economie di scala.

Della possibile fusione se ne era già parlato la primavera scorsa. Probabilmente il dibattito continuerà nei prossimi mesi.

Roberto Zanovello lancia l’idea della consultazione

La proposta Da oltre sei anni prosegue l’esperienza dell’Unione Medio Brenta

Referendum per la fusioneRoberto Zanovello e, a destra, il municipio

Tremila euro: questo il risultato tangibile della cena di bene-fi cenza a favore dei terremotati organizzata o alla Sagra del Capitello di Sant’Antonio di Saletto dal comune di Vigo-

darzere (Assessorato alla Protezione Civile) e dalla Provincia di Padova (Assessorato alla Polizia Provinciale e al Volontariato),

in collaborazione con le associazioni di volontariato del territorio e il gruppo Sant’Antonio.

Il ricavato (per l’esattezza 3050 euro) è stato interamen-te devoluto alle popolazioni colpite dal terremoto in Emilia Romagna, andando a fi nanziare quanto richiesto dai gruppi di protezione civile che gestiscono i campi degli sfollati dei 2 Comuni delle zone terremotate dell’Emilia Romagna (Medolla e san Felice in Panaro) tutt’ora in contatto con la Provincia e col

distretto di Protezione Civile di Padova.“Il Municipio di Medolla è inagibile, come tutto il centro

abitato – dice Moreno Boschello, assessore alla Protezione civile di Vigodarzere –. Abbiamo accolto volentieri la richiesta di acquisto di una televisione per il centro operativo Coc. Cercare di tornare alla normalità vuol dire essere aggiornati su quanto accade e, perché no, anche seguire gli eventi sportivi dell’estate appena terminata”. N.M.

CENA PRO TERREMOTATITREMILA EURO PER MEDOLLA

Solidarietà

di Nicoletta Masetto

Un sostegno agli asili nido e strutture per l’infanzia: anche il Comune di Vigodarzere è tra le 40 amministra-

zioni comunali e un’associazione di Comuni che usufruiranno di sepcifi cio contributi re-gionali per sviluppare i servizi - già presenti sul territorio - di “nido familiare”, altrimenti noti come “tagesmutter” (“mamme giorna-liere”). Si tratta dei servizi d’accudimento domiciliare a conduzione familiare per i bambini tra gli 0 e i 3 anni. La giunta regionale, su proposta dell’assessore ai servizi sociali Remo Sernagiotto, ha ap-provato un provvedimento che autorizza la sottoscrizione di appositi protocolli d’intesa per la gestione ed erogazione da parte dei Comuni del “buono famiglia” di 250 mila euro complessivi per fi nanziare il servizio, nell’ambito del sistema regionale d’inter-venti per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

“L’attività di nido in famiglia, domicilia-re - spiega Sernagiotto - sta diffondendosi in modo soddisfacente da qualche anno sul territorio regionale. Oggi possiamo contare su almeno 300 nidi, e su oltre 750 opera-trici formate dalla Regione. L’attività di nido domiciliare si svolge in una casa che deve avere precisi requisiti di qualità, secondo quanto stabilito dalle linee guida regionali del settembre 2011, con operatori qualifi -cati e formati dalla Regione e con non più di 6 bambini; ciò consente ai piccoli di stare in una dimensione familiare e ai loro geni-tori di usufruire di un servizio più fl essibile e adeguato alle loro necessità di conciliare

i tempi di vita con i tempi di lavoro”. Tra gli altri Comuni padovani interessati dal pro-tocollo: Campodarsego, Conselve, Loreggia, Montagnana, San Giorgio delle Pertiche, Saletto, San Pietro in Gu, Santa Giustina in Colle, Stanghella, Tombolo e Vigonza.

Intanto il vicino Comune di Villafranca padovana dà una mano alle famiglie con bambini che frequentano gli asili nido o al-tre strutture per la prima infanzia. La giunta comunale, presieduta da Luciano Salvò, ha infatti determinato i criteri e le modalità per presentare domanda. Potranno accedere al benefi cio tutti i genitori con fi gli iscritti all’a-silo nido, ludoteca, centro infanzia e baby-sitting purchè presentino un Isee inferiore a 16.500 euro. “L’entità del contributo - spie-gano il sindaco Luciano Salvò e l’assessore al Sociale Loris Volebole potrà variare da un minimo di 50 euro mensili fi no al 30% della spesa sostenuta”.

Anche Vigodarzerefra i Comuniammessi alfi nanziamentodella Regione

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10 Sguardo a Padova Ovest1010 Sguardo a Padova Ovest

Il suo destino sembrava ormai segnato e avviato a fi ne certa: ma il Consorzio di vigili Padova Ovest è rimasto in piedi,

vivo e vegeto, anche se con delle condizioni diverse.

La sede resterà a Selvazzano, ma ver-rà chiuso il distaccamento di Rubano, che ospita gli uffi ci dei vigili di quartiere, mentre sarà aperto uno sportello a Mestrino. Ed è fi nito così il lungo braccio di ferro tra le due diverse “fazioni”: da un lato i sindaci di Ru-bano, Mestrino e Veggiano che chiedevano un distaccamento anche lungo la regionale 11, per la comprovata pericolosità e il traf-fi co intenso che la attraversa. E dall’altro

Selvazzano e Cervarese, che preferivano mantenere una sede unica a Selvazzano. Le sedi, comunque, non costeranno più oltre 80 mila euro alle casse del Consorzio, ma saranno pressoché gratuite.

Finora al Comune di Selvazzano, per l’uso della sede, veniva corrisposto un af-fi tto annuo di 50 mila euro, che adesso di-venterà di mille euro simbolici. Altri 35 mila

euro venivano spesi per mantenere gli uffi ci di Rubano, che saranno chiusi, con il tra-sferimento degli agenti alla sede centrale, nell’ala dell’edifi cio che attualmente ospita il centro anziani.

Il sindaco di Mestrino, Marco Pedron, avrebbe voluto una sede nel suo Comune: troppo pericolosa la regionale 11, con tre ragazzi morti nel giro di pochi giorni in que-

sta estate funestata dagli incidenti stradali. Ha ottenuto invece l’apertura al pubblico di uno sportello per 10 ore settimanali, arre-dato con mobili e computer presi dalla sede di Rubano, che sarà, appunto, smantellata.

Altri cambiamenti sono auspicati dagli altri sindaci: Anna Lazzarin di Veggiano chiede la ridefi nizione delle quote dei diver-si Comuni interno al Consorzio, basate sul

numero di abitanti: non sono aggiornate e non consentono una maggioranza netta in caso di pareri contrapposti.

Il primo cittadino di Rubano, Ottorino Gottardo, invece, ha chiesto di tornare alla presidenza del Consorzio con rotazione an-nuale tra i cinque sindaci, in modo da avere tutti un’equa rappresentatività.

di Cristina Salvato

Consorzio di vigili Padova Ovest Nuovo assetto logistico sul territorio, chiuso il distaccamento di Rubano

La sede a Selvazzano e uno sportello a Mestrino

I cinque sindaci: Ottorino Gottardo, Marco Valerio Pedron, Anna Lazzarin, Claudio Chiarello ed Enoch Soranzo

Finito il lungo braccio di ferro tra le due diverse “fazioni”. Risparmiati i soldi per gli affi tti delle sedi

Selvazzano e Cervarese preferivano mantenere una sede unica a Selvazzano

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Contro l’odioso crimine dell’evasione fi sca-le, il Comune di Rubano va a caccia di chi non paga le tasse, cercando di stanare i

“furbetti” anche quando si trovano alla guida di auto di lusso. I vigili del Consorzio Padova Ovest, infatti, hanno il compito di fermare le auto lussuose e di grossa cilindrata, per verifi ca-re se siano intestate ad aziende e a fi nanziarie o persone reali. Il nome di chi si trova alla guida e i dati dell’auto saranno poi trasmessi all’A-genzia delle entrate, che potrà correlare pertan-to le vetture ai reali utilizzatori. Spesso, infatti, macchine importati risultano intestate non a persone, ma alle fi nanziarie, perché i clienti le hanno acquistate in leasing. Pertanto, cor-relare un veicolo “fantasma” ad una persona che lo guida e che ne è a tutti gli effetti il vero proprietario, sarà utile all’Agenzia delle entrate per scoprire i possibili evasori fi scali e avviare una serie di accertamenti. Con l’intenso traffi co di auto che ogni giorno transitano attraversano Rubano, specialmente lungo la Regionale 11 che collega Padova ovest con Vicenza, disse-minata di zone industriali, non sarà diffi cile fermare bolidi costosi.

“Nei mesi scorsi abbiamo siglato un pro-tocollo di intesa con l’Agenzia delle entrate – spiega Ottorino Gottardo, sindaco di Ru-bano – per incrociare i dati dei residenti con quelli in possesso al fi sco. Serve a verifi care, ad esempio, che “falsi poveri” chiedano sussidi comunali anche se poi magari vivono in una villa o girano su auto fuoriserie. Recentemente l’Agenzia delle entrate ha convocato tutti i Co-muni che hanno sottoscritto con lei il protocollo, per dettare alcune nuove linee guida di inter-vento, al fi ne di individuare eventuali evasori fi -scali. Avute le direttive, i caposettore del nostro municipio hanno formato un groppo di lavoro e una procedura interna, che stabilisce quali compiti ogni uffi cio debba svolgere”. Mentre i vigili del Consorzio Padova ovest cercheranno di risalire a chi possiede le auto lussuose, in

occasione degli accertamenti di nuovi residen-ti l’uffi cio anagrafi co esaminerà i contratti di affi tto. “Potendo accedere al portale del fi sco – prosegue Gottardo – siamo in grado di veri-fi care se i nomi del proprietario dell’alloggio e quello dell’affi ttuario corrispondano a chi effet-tivamente compare sulla porta di casa. I dati incongruenti saranno pertanto segnalati. Non si tratta di fare la “spia”, quanto di giustizia ed equità, perchè le tasse le devono pagare tutti”.

Ma c’è anche una curiosità nelle richieste di verifi ca: tra le segnalazioni che il Comune di Rubano deve inoltrare all’Agenzia delle entrate, c‘è anche l’elenco delle agenzie di pompe fu-nebri che operano sul territorio. A quanto pare il fi sco ritiene che nell’organizzazione dei funerali ci possa essere, ad esempio, la mancata emis-sione delle fatture relative alle spese.

Accertamenti e controlli incrociati di Polizia locale e uffi ci comunali su auto e beni di lusso

Evasione fi scale Il comune ha siglato un protocollo d’intesa con l’Agenzia delle entrate

Pugno duro con i “furbetti”segue da pag. 1

Nel nostro territorio, è in atto una profonda trasformazione nella gestione delle attività produttive, nell’ambito delle diverse realtà imprenditoriali.

In Veneto c’è un’ impresa ogni 12 abitanti, di cui quasi il 97% sotto la so-glia dei 15 dipendenti. Un grande sfor-zo, dunque, su un problema che in realtà poteva essere risolto con il semplice abbassamento della durata dei processi del lavoro e dei termini di impugnazione del licenziamento. L’imprenditore veneto non è interessato ad avere una legislazio-ne che gli consenta di licenziare i propri dipendenti, ma al costo del lavoro, as-sente completamente in questa riforma.

In Italia, il lavoro costa il 115% in più rispetto al salario netto spettante al lavoratore. Il problema non è quello di licenziare, ma di assumere.

Fidelizzare il lavoratore con l’inten-to di realizzare un mercato del lavoro dinamico, fl essibile e inclusivo, capace cioè di contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità, di stimolare lo sviluppo e la competitività delle imprese, oltre che tutelare l’occu-pabilità dei cittadini.

Non serviva demonizzare i titolari di partita iva, che appartengono al mondo delle professioni.

Non serviva stravolgere, i diversi contratti di lavoro, la giusta qualifi ca-zione del rapporto di lavoro, può avve-nire con i principi giuridici già esistenti. Manca attenzione alle donne, ai giovani, spariscono le agevolazioni per i contratti di inserimento utilizzati per far imparare un mestiere, nelle società partecipate dall’ente pubblico.

Si sono introdotti nuovi adempimen-ti, inutili, a carico delle aziende. Una riforma mancata dunque. Le barriere ideologiche e culturali, hanno contribuito a questo scarso risultato.

Quello che però rimane è un’occa-sione perduta con un modello senza cre-scita, in un Italia dove la disoccupazione per i giovani sale al 35% e la cassa integrazione segna punte di più 16%, una presentazione poco proponibile per una seria credibilità internazionale.

Riforma mancata

*Consulente del Lavoro e segretario provinciale Udc di Venezia

Nel nostro territorio, è in atto una

L’Intervento

di Luca Scalabrin*di Cristina Salvato

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Gottardo: “Non si tratta di fare la spia, quanto di giustizia ed equità. Le tasse le devono pagare tutti”

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14 Sguardo a Padova Ovest1414 Sguardo a Padova Ovest

Tra pochi giorni inizia la scuola e gli alun-ni di Limena troveranno delle novità nei loro edifi ci scolastici. Ma dei cambiamenti

sono stati apportati anche alla viabilità strada-le cittadina. Innanzitutto gli alunni della scuola elementare Manzoni avranno una nuova mensa, tutta di vetro, ma che purtroppo non sarà pronta per l’inizio delle lezioni. Rispetto a quanto pensato inizialmente, infatti, l’am-ministrazione ha allargato la pianta della nuova mensa, in maniera da farci mangiare contemporaneamente non più 36 bensì 46

alunni, evitando così i tripli turni del pranzo come accade oggi. La modifi ca del progetto e la necessità di aggiungere un sistema di fi ltraggio e depurazione dell’aria, hanno allun-gato i tempi della sua realizzazione. Hanno già un nuovo giardino, invece, i piccoli alunni

della scuola dell’infanzia “Il melograno”: il Comune ha ricavato una nuova area gioco in uno spazio verde di circa 350 metri, attiguo alla scuola e fi nora non utilizzato, sisteman-doci un nuovo gioco e una casetta di legno. Novità anche per la scuola elementare Petrar-ca, dove da quest’anno le quarte elementari frequenteranno le lezioni nella sede centrale, abbandonando la succursale di via Beato Arnaldo. Adattando e sistemando due locali, sono state ricavate infatti due aule, pronte ad ospitare le quarte.Gli alunni, poi, avranno l’au-

la di informatica, provvista di dieci computer, che il Comune ha trasferito dalla succursale alla sede centrale e che saranno usati anche dai corsi serali dedicati agli adulti. Per quanto riguarda i cantieri stradali, sono partiti i lavori di stabilizzazione della rotatoria tra la provin-ciale Valsugana e viale della Rimembranza, con l’eliminazione dei new jersey provvisori e la realizzazione di un anello in cemento. E’ previsto che i lavori terminino in concomitanza con la riapertura delle scuole. L’altra rotatoria resterà provvisoria fi nché il Comune non trove-

rà i soldi necessari alla sua sistemazione. Nuova viabilità anche in via Fratelli Cervi,

dove da alcuni giorni si viaggia a senso unico alternato grazie ai due passaggi pedonali con un’isola in calcestruzzo che si allunga fi no in mezzo alla carreggiata. Impediscono alle au-tomobili di correre troppo, in quanto vengono costrette a fermarsi e a dare la precedenza a chi proviene in senso contrario, e pertanto pro-teggono i pedoni mentre attraversano la stra-da. In autunno vi saranno piantati nel centro un paio di alberi.

di Cristina Salvato

Una mensa più grande alla Manzoni, un nuovo giardino per i piccoli della scuola dell’infanzia “Il melograno”

Lavori pubblici L’amministrazione ha concluso una serie di interventi

Riaprono le scuole con novità per gli alunni

Cantieri stradali: partiti i lavori alla rotatoria tra Valsugana e viale della Rimembranza

I membri dell’associazione di softair Lone Wolf hanno ripulito il grande parco di Punta Speron, alla confl uenza tra il fi ume Brenta e il canale Brentella. Armati non di pistole ad aria com-

pressa, bensì di decespugliatori e tosaerba, hanno tagliato tutta la vegetazione incolta, che ora è diventata un bel prato verde. Prossimamente inizieranno anche a sistemare il gazebo, i tavoli e le panche di legno, che negli anni si sono deteriorati e rotti con

l’uso. La sistemazione del parco e la manutenzione dell’area e del suo arredo fanno parte della convenzione che l’associazione ha sottoscritto con il Comune, in base alla quale viene concesso all’associazione Lone Wolf di poter usare il parco di Punta Speron per poter giocare al softair, la guerra simulata con armi fi nte, la do-menica mattina e i giorni festivi. In cambio dell’utilizzo del parco, l’associazione deve mantenerlo pulito e sfalciato.

E il Comune ci guadagna una manutenzione a costo zero e un presidio dell’area verde, per allontanare i “gitanti molesti” ovvero i gruppi di stranieri che avevano preso a ritrovarsi a fare i picnic nel parco, creando tanto disagio agli abitanti della zona. Sarà la presenza dei giocatori di softair o forse che sono tutti in vacanza, sta di fatto che da un paio di mesi i residenti non soffrono più per gli schiamazzi e il fumo in casa. Cr.Sa.

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La sordità in età pediatricanell’ otite catarraleL’ otite catarrale o Otite Media Secretiva (OMS) in età pediatrica sta assumendo in questi ultimi anni la più frequente predi-sposizione dei processi catarrali essudativi delle prime vie aeree.

E’ una patologia molto insidiosa in quanto non da dolore ma solo un calo dell’udito

infatti in termini clinici viene anche chia-mata Sordità Rinogena, che non sempre viene riportato dal bambino, il genitore o la maestra se ne accorgono in quanto vedo-no il bambino distratto, poco attento e che non ripete bene le parole.Presso questo centro termale ogni anno vengono trattati per OMS circa 800 bambi-ni, di età compresa tra i 3 e i 12 anni, inviati sia dagli Specialisti ORL sia dai Pediatri di base.Il trattamento termale consiste nell’eradica-re le cause che maggiormente predispon-gono all’otite catarrale infantile attraverso tre obiettivi: Riduzione del numero delle flogosi rinofaringee; Azione diretta sulla funzione tuba-

rica (Tromba di Eustachio) e sui processi infiammatori e infettivi cronici dell’orec-chio medio; Prevenzione delle riacutizzazioni del-le flogosi delle vie aeree superiori.

Tali risultati possono essere ottenuti attra-verso la terapia termale; ciò lo posso affer-mare sia sulla base della mia esperienza clinica, sia sulla base di dati numerosi della letteratura. Il trattamento termale consiste nell’ insuf-flazione tubo-timpanica sempre eseguita dal Medico Specialista ORL .In alcuni casi viene utilizzato il Politzer se-condo la metodica di Salimbani.Nel 90/95% dei casi si assiste ad una riso-luzione del problema uditivo, molto spesso

con recupero totale e a riduzione consi-stente degli episodi catarrali rinofaringei durante la stagione autunno-invernale.Una revisione della nostra casistica ci per-mette di affermare che nei bambini sotto-posti a cure termali (Inalatorie, insufflato-rie) vi è stato un minor tasso di assenteismo scolastico e un minor ricorso sia a terapie mediche farmacologiche sia a terapie me-diche chirurgiche.

Il Direttore SanitarioSpecialista ORL

Dott. ChIappetta Antonio

Terme e Sordità Rinogena in Età Pediatrica pubbliredazionale

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VIAGGIO IN PROVINCIAPADOVA

La parola a chi lavoro l’ha salvato, sfi dando la crisi con la tenacia e la voglia di non arrendersi di fronte alle diffi -coltà economiche, la capacità di fare squadra e di saper

mettere a frutto anni di esperienza e di relazioni. Anche correndo il rischio di sbagliare, ma con la consapevolezza c che una soluzione va trovata. A salire sul palco è stato chi il lavoro l’ha perso ma ha saputo ritrovarlo e crearlo. Fine estate dedicata al mondo dell’occupazione con “Prima il Lavoro”, l’evento organizzato in piazza del Donatore ad Albignasego dalle associazioni “Speranzaallavoro” e “Oltre Veneto” con il patrocinio della Provincia di Padova e del Co-mune di Albignasego. Per la prima volta è stata organizzata una manifestazione in cui musica e intrattenimento sono stati abbinati a storie di ordinaria autogestione della crisi. Si sono alternate infatti le testimonianze dei lavoratori che ci hanno creduto e hanno portato avanti l’attività dell’azienda fallita fondando una cooperativa e gli imprenditori stranieri che hanno rilevato imprese capaci di tenere alto il nome del made in Italy nel mondo. Start up a compartecipazione pubblica nate sulle ceneri di aziende che hanno scelto di delocalizzare e società costituite da operai e manager per “riprendersi la fabbrica dall’interno”.

“L’iniziativa – ha spiegato l’assessore al Lavoro della Provincia di Padova Massimiliano Barison – ha voluto evidenziare il fatto che la crisi, in tutta la sua gravità, può

essere anche e comunque un’occasione per rimettersi in gioco e per creare nuove opportunità. In questo momento di grande diffi coltà per il lavoro, l’unica strada che si può percorrere per uscire dalla crisi è quella della solidarietà e della collaborazione: i casi aziendali che andremo a pre-sentare lunedì in questo senso sono emblematici, dei veri e propri sogni che si sono trasformati in realtà. Quando il lavoro sembrava perduto, la forza e la determinazione delle persone e delle istituzioni sono riuscite a vincere le diffi coltà, dimostrando che la col-laborazione tra lavoratori e istituzioni è l’unica ricetta per uscire da questa crisi”.

Speranzaallavoro è l’associazione promossa da Filca Cisl, Adiconsum e familiari delle vittime dell’indifferenza al lavoro presieduta da Laura Tamiozzo. Oltre Veneto è presieduta da Paolo Messori e ha come presidente ono-rario lo stesso Barison: è un’associazione nata lo scorso anno dalla spinta di tanti giovani che si incontrano e si confrontano nella rete e vogliono essere protagonisti di un futuro migliore incardinato sulla meritocrazia, la partecipa-zione e il ricambio generazionale.

“Si tratta – hanno aggiunto Tamiozzo e Messori - di un’iniziativa concreta per il territorio che riserva una

particolare attenzione ai giovani. Nonostante la crisi, ci sono imprese che ce l’hanno fatta e che riescono ad an-dare avanti. Abbiamo scelto di mettere sotto i rifl ettori le esperienze positive, ricordando che si potrebbe fare molto di più impegnandosi a non lasciare soli gli imprenditori e i lavoratori proprio nel momento in cui avrebbero più bisogno di un sostegno”.

Dopo il concerto degli Hell Boys seguito dall’esibizione del giovane tenore Daniele, le testimonianze sul tema “Ripartire dal lavoro si può e si deve”. Ecco allora la storia di Alberto Grolla, consigliere d’amministrazione della D&C Modelleria, cooperativa di

Vigodarzere nata per volontà dei lavoratori in seguito al fallimento della azienda in cui lavoravano. Antonio Barbie-ro ha raccontato invece lo start up della Galileo Refrigera-zioni, nata sulle ceneri della delocalizzata Carrer grazie alla caparbietà di tre manager, fra i quali Barbiero, e il sostegno della Provincia di Padova e di Veneto Sviluppo. Michele Pra e Marco Distefano, direttore dello stabilimento e presidente della cooperativa dei lavoratori delle Fonderie Zen di Albignasego, hanno spiegato come sono riusciti a salvare l’azienda con un innovativo esperimento societario grazie alla collaborazione fra dirigenti e operai.

di Laura Organte

Le storie delle aziende che ce l’hanno fattaall’insegna della solidarietà e dell’aiuto reciproco

Occupazione Evento delle associazioni Speranzallavoro e Oltre Veneto

“Prima il lavoro”come uscire dalla crisi

Corsa contro il tempo per il “riordino” delle Province. Anche la presidente padovana Barbare Degani ha parte-

cipato, a Venezia, alla riunione della Con-ferenza permanente Regione-Autonomie Locali del Veneto per esaminare la nor-mativa che riguarda le amministrazioni provinciali, in seguito al riordino del go-verno del territorio, introdotto dall’appro-vazione defi nitiva della legge sulla Spen-ding review. “Non possiamo nasconderci le grandi diffi coltà che ci attendono nel costruire una ipotesi di riordino territoria-le che coinvolge di fatto tutto il sistema delle autonomie del Veneto e per di più in tempi ristrettissimi” ha sottolineato l’as-sessore regionale Ciambetti, ricordando che il termine entro il quale il Consiglio Regionale è chiamato a trasmettere al Governo la propria proposta di riordino delle Province è il prossimo 24 ottobre.

Corsa contro il tempo

RIORDINO PROVINCEENTRO OTTOBRE

Estate non proprio esaltante negli alberghi delle Terme Euganee, soprattutto a Ferrago-sto e dintorno. “Peggio delle aspettative!” il giudizio di Alessandro Borile, titolare del più lussuoso hotel della zona termale, stupito dalla diminuzione di pernottamenti e di

richieste nonostante l’ottimo calendario di intrattenimenti culinari e di animazione previsti per l’intera settimana. Insoddisfatti anche alcuni titolari di hotel 3 stelle della zona pedonale di Abano che lamentano un 30% in meno di fatturato rispetto agli anni passati. Luca Tognin, invece, esprime un giudizio diverso tra la clientela aponense, costante e di buona disponibili-tà di spesa, che ha riempito le stanze dell’hotel di famiglia, il 4 stelle Europa, e i turisti sam-pietrini che hanno lasciato vuote alcune camere dell’hotel di pari categoria Terme Neroniane.

Il Presidente dell’Assoalbergatori Gianluca Bregolin chiosa: “Abanomontegrottosì, il nostro centro di prenotazioni alberghiere ha segnalato disponibilità di stanze nella stragrande mag-gioranza delle strutture anche per un paio di giorni. Non serve tornare ai tanto sbandierati e felici anni ’70 per trovare una situazione ben diversa. Basta ricordare quanto anche solo nel 2008, anno di nascita del sito, in questo periodo fossimo subissati di richieste e si dovessero rifi utare le domande inferiori alle 3 notti. Non sono certo Pasqua, Capodanno, Ferragosto o i ponti che risollevano le nostre aziende. Ma il fatto di non riuscire a riempire le strutture neppure in queste occasioni è sintomatico di una situazione che ci impensierisce non poco. E, come hanno segnalato i miei colleghi, l’autunno inizia sotto i peggiori auspici.”

FERRAGOSTO AMARO ALLE TERME EUGANEE MENO TURISTI DEGLI ALTRI ANNI

“Abbiamo sceltodi mettere sottoi rifl ettori le esperienzepositive”

Le autorità sul palco durante la manifestazione dedicata al mondo del lavoro ad Albignasego

9Spazi aperti

Un progetto innovativo e totalmente gratuito per i Comuni per ottenere il risparmio energetico anche nelle strutture cimiteriali. Si chiama “VotivA+” ed

è una campagna nazionale per il risparmio energetico che la Provincia di Padova, attraverso l’Agenzia per l’Energia, sta promuovendo nei confronti dei Comuni del territorio. Il progetto è gratuito grazie al patrocinio del Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo economico e consiste nella distribuzione di lampade a led per l’illuminazione votiva e di interruttori orari elettronici che dimezzano il numero di ore annue di accensione. I nuovi dispositivi a basso consumo potranno così essere installati nelle strutture cimiteriali di ciascun Comune.

“Abbiamo aderito a questo progetto – ha spiegato la presidente della Provincia di Padova Barbara Degani – perché il risparmio energetico oggi è fondamentale sia per la salvaguardia ambientale, sia per il contenimento delle spese sostenute dai Comuni e dagli enti locali per il funzionamento delle proprie strutture o dei servizi. Per questo siamo da tempo impegnati a dare massima dif-fusione territoriale a tutte le iniziative che hanno come obiettivo quello di rendere più effi cienti gli edifi ci pubblici

e di ridurre quanto più possibile i costi delle utenze”.Secondo i calcoli dell’Autorità per l’energia naziona-

le, l’installazione delle lampade votive a led al posto di quelle tradizionali, comporterà un risparmio sulla bolletta cimiteriale fi no a 3,07 euro per punto luce all’anno. Se si applicano anche gli interruttori orari, il risparmio arriva fi no a 6,14 euro per punto luce.

Si aggiungono poi le riduzioni di costo legate alla minore manutenzione visto che le lampadine a incande-scenza hanno una durata non superiore a 2 mila ore, mentre i led distribuiti con il progetto “VotivA+” durano almeno 50 mila ore. Gli interventi di sostituzione neces-sari diminuiscono di ben 25 volte.

“La nostra Agenzia per l’Energia ha elaborato i calco-li di risparmio per il territorio provinciale – ha evidenziato il vice presidente e assessore provinciale alle Politiche energetiche Roberto Marcato – È emerso che questo in-tervento farà risparmiare ai nostri Comuni oltre 500 mila euro l’anno. Sono soldi che rimarrebbero nelle casse degli enti locali senza contare i benefi ci ambientali. Questo si-stema, infatti, contribuisce ad abbattere circa 1,2 milioni di chili di Co2 all’anno, l’equivalente di quello che assor-

birebbero in un anno circa 62 mila alberi. Sono numeri davvero consistenti che non possono essere ignorati”.

La Provincia ha quindi inviato una lettera ai 104 sindaci del padovano con le istruzioni per aderire a “Voti-vA+”. Per partecipare all’iniziativa e ricevere in omaggio le lampade votive a led, gli interruttori orari e un kit di informazioni da diffondere ai cittadini, basta compilare un modulo allegato alla missiva della Provincia. Una volta inviato il materiale l’Agenzia provinciale inoltrerà la richie-sta all’Autorità nazionale e il materiale sarà consegnato all’indirizzo specifi cato dal Comune. I dispositivi andran-

no montati entro e non oltre 90 giorni dalla consegna che avverrà gratuitamente e con corriere espresso. Nello stesso arco di tempo, il Comune dovrà anche inviare il modulo di avvenuta installazione. L’iniziativa è fi nanziata dal programma d’incentivazione nazionale per l’incre-mento dell’effi cienza energetica. Sil sito www.votiva.it è possibile reperire maggiori informazioni tecniche ed è anche disponibile un contatore dei risparmi per quanto riguarda costi e inquinamento. Inoltre, è disponibile un utile strumento per verifi care l’entità di risparmio tra lam-pade a incandescenza e lampade a led.

Con le lampade a Led la bolletta dei cimiteri cala drasticamente insiemealla manutezione, Padova in prima linea

Energie alternative Approda anche a Padova la campagna nazionale “VotivA+” per la riduzione dei consumi elettrici

Luci a basso consumo per il caro estinto

Le lampade a led consentonodi tagliare i costi per punto luce e di ridurre al minimola manutenzione. Vengonofornite gratuitamentedal progetto nazionaleai Comuni che ne fanno richiesta

L’assessoreMarcato: “Nellanostra provinciarisparmi fi noa 550 mila euro”

Il tema inceneritore resta di scottante attualità. L’impianto di Padova è infatti l’oggetto di una discussione che prose-

gue da mesi sull’opportunità di chiudere la prima linea. Anche secondo l’Assessore all’Ambiente di Padova, Alessandro Zan è giunto il momento di prendere in seria con-siderazione la sua chiusura. Decisione che arriva in un momento tutt’altro che sempli-ce visto che si sta consumando una fusione mastodontica tra Aps e il gruppo Hera.

“E’ importante che la presa di posizio-ne sia arrivata adesso, mentre è nel vivo il percorso per l’accorpamento di AcegasAps con Hera – ha commentato Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova - infatti questa fusione rischia di azzerare il potere contrattuale del nostro territorio nelle scel-te della nuova azienda. Se poi aggiungia-mo che il nuovo piano provinciale dei rifi uti e il Dgrv regionale del 15 maggio, di fat-to sdoganano lo smaltimento in provincia di Padova dei rifi uti provenienti da fuori, c’è il rischio che per motivi puramente econo-micisti Padova diventi il “distretto dell’in-cenerimento” a partire dalla realizzazione della quarta linea. Quando invece, i numeri della raccolta differenziata ci dicono che nel giro di poco tempo si potranno chiudere tut-te le discariche e basterà solo la terza linea a bruciare tutto il secco non differenziato della provincia. Pertanto ha ragione l’Asses-sore Silvia Clai quando chiede di inserire nel piano industriale, in vista dell’aggregazione con Hera, una clausola che prevede la chiu-sura della prima linea e, aggiungiamo noi

di Legambiente, serve anche l’impegno a non costruirne altri nel padovano”. Ma per Legambiente bisogna frenare sulla fusione per fare un ragionamento complessivo e maggiormente allargato.

“Ce n’è abbastanza per frenare sull’o-perazione ed avviare un vero dibattito che coinvolga la città – conclude Passi - Non basta il Consiglio Comunale previsto tra settembre ed ottobre. Su un tema di tale importanza per il futuro della città andreb-be istituito un forum pubblico ad hoc, che guidi il processo decisionale, nel quale si confrontino i decisori politici con esperti del settore, categorie, associazioni e comitati ei cittadini, organizzazioni sindacali”.

INCENERITORE PRIMA LINEA DA CHIUDERE

E.M.

L’inceneritore a San Lazzaro

Legambiente teme che la fusione possa rallentare il percorso

di Emanuele Masiero

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VIAGGIO IN PROVINCIAPADOVA

La parola a chi lavoro l’ha salvato, sfi dando la crisi con la tenacia e la voglia di non arrendersi di fronte alle diffi -coltà economiche, la capacità di fare squadra e di saper

mettere a frutto anni di esperienza e di relazioni. Anche correndo il rischio di sbagliare, ma con la consapevolezza c che una soluzione va trovata. A salire sul palco è stato chi il lavoro l’ha perso ma ha saputo ritrovarlo e crearlo. Fine estate dedicata al mondo dell’occupazione con “Prima il Lavoro”, l’evento organizzato in piazza del Donatore ad Albignasego dalle associazioni “Speranzaallavoro” e “Oltre Veneto” con il patrocinio della Provincia di Padova e del Co-mune di Albignasego. Per la prima volta è stata organizzata una manifestazione in cui musica e intrattenimento sono stati abbinati a storie di ordinaria autogestione della crisi. Si sono alternate infatti le testimonianze dei lavoratori che ci hanno creduto e hanno portato avanti l’attività dell’azienda fallita fondando una cooperativa e gli imprenditori stranieri che hanno rilevato imprese capaci di tenere alto il nome del made in Italy nel mondo. Start up a compartecipazione pubblica nate sulle ceneri di aziende che hanno scelto di delocalizzare e società costituite da operai e manager per “riprendersi la fabbrica dall’interno”.

“L’iniziativa – ha spiegato l’assessore al Lavoro della Provincia di Padova Massimiliano Barison – ha voluto evidenziare il fatto che la crisi, in tutta la sua gravità, può

essere anche e comunque un’occasione per rimettersi in gioco e per creare nuove opportunità. In questo momento di grande diffi coltà per il lavoro, l’unica strada che si può percorrere per uscire dalla crisi è quella della solidarietà e della collaborazione: i casi aziendali che andremo a pre-sentare lunedì in questo senso sono emblematici, dei veri e propri sogni che si sono trasformati in realtà. Quando il lavoro sembrava perduto, la forza e la determinazione delle persone e delle istituzioni sono riuscite a vincere le diffi coltà, dimostrando che la col-laborazione tra lavoratori e istituzioni è l’unica ricetta per uscire da questa crisi”.

Speranzaallavoro è l’associazione promossa da Filca Cisl, Adiconsum e familiari delle vittime dell’indifferenza al lavoro presieduta da Laura Tamiozzo. Oltre Veneto è presieduta da Paolo Messori e ha come presidente ono-rario lo stesso Barison: è un’associazione nata lo scorso anno dalla spinta di tanti giovani che si incontrano e si confrontano nella rete e vogliono essere protagonisti di un futuro migliore incardinato sulla meritocrazia, la partecipa-zione e il ricambio generazionale.

“Si tratta – hanno aggiunto Tamiozzo e Messori - di un’iniziativa concreta per il territorio che riserva una

particolare attenzione ai giovani. Nonostante la crisi, ci sono imprese che ce l’hanno fatta e che riescono ad an-dare avanti. Abbiamo scelto di mettere sotto i rifl ettori le esperienze positive, ricordando che si potrebbe fare molto di più impegnandosi a non lasciare soli gli imprenditori e i lavoratori proprio nel momento in cui avrebbero più bisogno di un sostegno”.

Dopo il concerto degli Hell Boys seguito dall’esibizione del giovane tenore Daniele, le testimonianze sul tema “Ripartire dal lavoro si può e si deve”. Ecco allora la storia di Alberto Grolla, consigliere d’amministrazione della D&C Modelleria, cooperativa di

Vigodarzere nata per volontà dei lavoratori in seguito al fallimento della azienda in cui lavoravano. Antonio Barbie-ro ha raccontato invece lo start up della Galileo Refrigera-zioni, nata sulle ceneri della delocalizzata Carrer grazie alla caparbietà di tre manager, fra i quali Barbiero, e il sostegno della Provincia di Padova e di Veneto Sviluppo. Michele Pra e Marco Distefano, direttore dello stabilimento e presidente della cooperativa dei lavoratori delle Fonderie Zen di Albignasego, hanno spiegato come sono riusciti a salvare l’azienda con un innovativo esperimento societario grazie alla collaborazione fra dirigenti e operai.

di Laura Organte

Le storie delle aziende che ce l’hanno fattaall’insegna della solidarietà e dell’aiuto reciproco

Occupazione Evento delle associazioni Speranzallavoro e Oltre Veneto

“Prima il lavoro”come uscire dalla crisi

Corsa contro il tempo per il “riordino” delle Province. Anche la presidente padovana Barbare Degani ha parte-

cipato, a Venezia, alla riunione della Con-ferenza permanente Regione-Autonomie Locali del Veneto per esaminare la nor-mativa che riguarda le amministrazioni provinciali, in seguito al riordino del go-verno del territorio, introdotto dall’appro-vazione defi nitiva della legge sulla Spen-ding review. “Non possiamo nasconderci le grandi diffi coltà che ci attendono nel costruire una ipotesi di riordino territoria-le che coinvolge di fatto tutto il sistema delle autonomie del Veneto e per di più in tempi ristrettissimi” ha sottolineato l’as-sessore regionale Ciambetti, ricordando che il termine entro il quale il Consiglio Regionale è chiamato a trasmettere al Governo la propria proposta di riordino delle Province è il prossimo 24 ottobre.

Corsa contro il tempo

RIORDINO PROVINCEENTRO OTTOBRE

Estate non proprio esaltante negli alberghi delle Terme Euganee, soprattutto a Ferrago-sto e dintorno. “Peggio delle aspettative!” il giudizio di Alessandro Borile, titolare del più lussuoso hotel della zona termale, stupito dalla diminuzione di pernottamenti e di

richieste nonostante l’ottimo calendario di intrattenimenti culinari e di animazione previsti per l’intera settimana. Insoddisfatti anche alcuni titolari di hotel 3 stelle della zona pedonale di Abano che lamentano un 30% in meno di fatturato rispetto agli anni passati. Luca Tognin, invece, esprime un giudizio diverso tra la clientela aponense, costante e di buona disponibili-tà di spesa, che ha riempito le stanze dell’hotel di famiglia, il 4 stelle Europa, e i turisti sam-pietrini che hanno lasciato vuote alcune camere dell’hotel di pari categoria Terme Neroniane.

Il Presidente dell’Assoalbergatori Gianluca Bregolin chiosa: “Abanomontegrottosì, il nostro centro di prenotazioni alberghiere ha segnalato disponibilità di stanze nella stragrande mag-gioranza delle strutture anche per un paio di giorni. Non serve tornare ai tanto sbandierati e felici anni ’70 per trovare una situazione ben diversa. Basta ricordare quanto anche solo nel 2008, anno di nascita del sito, in questo periodo fossimo subissati di richieste e si dovessero rifi utare le domande inferiori alle 3 notti. Non sono certo Pasqua, Capodanno, Ferragosto o i ponti che risollevano le nostre aziende. Ma il fatto di non riuscire a riempire le strutture neppure in queste occasioni è sintomatico di una situazione che ci impensierisce non poco. E, come hanno segnalato i miei colleghi, l’autunno inizia sotto i peggiori auspici.”

FERRAGOSTO AMARO ALLE TERME EUGANEE MENO TURISTI DEGLI ALTRI ANNI

“Abbiamo sceltodi mettere sottoi rifl ettori le esperienzepositive”

Le autorità sul palco durante la manifestazione dedicata al mondo del lavoro ad Albignasego

9Spazi aperti

Un progetto innovativo e totalmente gratuito per i Comuni per ottenere il risparmio energetico anche nelle strutture cimiteriali. Si chiama “VotivA+” ed

è una campagna nazionale per il risparmio energetico che la Provincia di Padova, attraverso l’Agenzia per l’Energia, sta promuovendo nei confronti dei Comuni del territorio. Il progetto è gratuito grazie al patrocinio del Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo economico e consiste nella distribuzione di lampade a led per l’illuminazione votiva e di interruttori orari elettronici che dimezzano il numero di ore annue di accensione. I nuovi dispositivi a basso consumo potranno così essere installati nelle strutture cimiteriali di ciascun Comune.

“Abbiamo aderito a questo progetto – ha spiegato la presidente della Provincia di Padova Barbara Degani – perché il risparmio energetico oggi è fondamentale sia per la salvaguardia ambientale, sia per il contenimento delle spese sostenute dai Comuni e dagli enti locali per il funzionamento delle proprie strutture o dei servizi. Per questo siamo da tempo impegnati a dare massima dif-fusione territoriale a tutte le iniziative che hanno come obiettivo quello di rendere più effi cienti gli edifi ci pubblici

e di ridurre quanto più possibile i costi delle utenze”.Secondo i calcoli dell’Autorità per l’energia naziona-

le, l’installazione delle lampade votive a led al posto di quelle tradizionali, comporterà un risparmio sulla bolletta cimiteriale fi no a 3,07 euro per punto luce all’anno. Se si applicano anche gli interruttori orari, il risparmio arriva fi no a 6,14 euro per punto luce.

Si aggiungono poi le riduzioni di costo legate alla minore manutenzione visto che le lampadine a incande-scenza hanno una durata non superiore a 2 mila ore, mentre i led distribuiti con il progetto “VotivA+” durano almeno 50 mila ore. Gli interventi di sostituzione neces-sari diminuiscono di ben 25 volte.

“La nostra Agenzia per l’Energia ha elaborato i calco-li di risparmio per il territorio provinciale – ha evidenziato il vice presidente e assessore provinciale alle Politiche energetiche Roberto Marcato – È emerso che questo in-tervento farà risparmiare ai nostri Comuni oltre 500 mila euro l’anno. Sono soldi che rimarrebbero nelle casse degli enti locali senza contare i benefi ci ambientali. Questo si-stema, infatti, contribuisce ad abbattere circa 1,2 milioni di chili di Co2 all’anno, l’equivalente di quello che assor-

birebbero in un anno circa 62 mila alberi. Sono numeri davvero consistenti che non possono essere ignorati”.

La Provincia ha quindi inviato una lettera ai 104 sindaci del padovano con le istruzioni per aderire a “Voti-vA+”. Per partecipare all’iniziativa e ricevere in omaggio le lampade votive a led, gli interruttori orari e un kit di informazioni da diffondere ai cittadini, basta compilare un modulo allegato alla missiva della Provincia. Una volta inviato il materiale l’Agenzia provinciale inoltrerà la richie-sta all’Autorità nazionale e il materiale sarà consegnato all’indirizzo specifi cato dal Comune. I dispositivi andran-

no montati entro e non oltre 90 giorni dalla consegna che avverrà gratuitamente e con corriere espresso. Nello stesso arco di tempo, il Comune dovrà anche inviare il modulo di avvenuta installazione. L’iniziativa è fi nanziata dal programma d’incentivazione nazionale per l’incre-mento dell’effi cienza energetica. Sil sito www.votiva.it è possibile reperire maggiori informazioni tecniche ed è anche disponibile un contatore dei risparmi per quanto riguarda costi e inquinamento. Inoltre, è disponibile un utile strumento per verifi care l’entità di risparmio tra lam-pade a incandescenza e lampade a led.

Con le lampade a Led la bolletta dei cimiteri cala drasticamente insiemealla manutezione, Padova in prima linea

Energie alternative Approda anche a Padova la campagna nazionale “VotivA+” per la riduzione dei consumi elettrici

Luci a basso consumo per il caro estinto

Le lampade a led consentonodi tagliare i costi per punto luce e di ridurre al minimola manutenzione. Vengonofornite gratuitamentedal progetto nazionaleai Comuni che ne fanno richiesta

L’assessoreMarcato: “Nellanostra provinciarisparmi fi noa 550 mila euro”

Il tema inceneritore resta di scottante attualità. L’impianto di Padova è infatti l’oggetto di una discussione che prose-

gue da mesi sull’opportunità di chiudere la prima linea. Anche secondo l’Assessore all’Ambiente di Padova, Alessandro Zan è giunto il momento di prendere in seria con-siderazione la sua chiusura. Decisione che arriva in un momento tutt’altro che sempli-ce visto che si sta consumando una fusione mastodontica tra Aps e il gruppo Hera.

“E’ importante che la presa di posizio-ne sia arrivata adesso, mentre è nel vivo il percorso per l’accorpamento di AcegasAps con Hera – ha commentato Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova - infatti questa fusione rischia di azzerare il potere contrattuale del nostro territorio nelle scel-te della nuova azienda. Se poi aggiungia-mo che il nuovo piano provinciale dei rifi uti e il Dgrv regionale del 15 maggio, di fat-to sdoganano lo smaltimento in provincia di Padova dei rifi uti provenienti da fuori, c’è il rischio che per motivi puramente econo-micisti Padova diventi il “distretto dell’in-cenerimento” a partire dalla realizzazione della quarta linea. Quando invece, i numeri della raccolta differenziata ci dicono che nel giro di poco tempo si potranno chiudere tut-te le discariche e basterà solo la terza linea a bruciare tutto il secco non differenziato della provincia. Pertanto ha ragione l’Asses-sore Silvia Clai quando chiede di inserire nel piano industriale, in vista dell’aggregazione con Hera, una clausola che prevede la chiu-sura della prima linea e, aggiungiamo noi

di Legambiente, serve anche l’impegno a non costruirne altri nel padovano”. Ma per Legambiente bisogna frenare sulla fusione per fare un ragionamento complessivo e maggiormente allargato.

“Ce n’è abbastanza per frenare sull’o-perazione ed avviare un vero dibattito che coinvolga la città – conclude Passi - Non basta il Consiglio Comunale previsto tra settembre ed ottobre. Su un tema di tale importanza per il futuro della città andreb-be istituito un forum pubblico ad hoc, che guidi il processo decisionale, nel quale si confrontino i decisori politici con esperti del settore, categorie, associazioni e comitati ei cittadini, organizzazioni sindacali”.

INCENERITORE PRIMA LINEA DA CHIUDERE

E.M.

L’inceneritore a San Lazzaro

Legambiente teme che la fusione possa rallentare il percorso

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Page 18: La Piazza di Padova nord - 2012ag n111

11Noi e gli altri

Da Padova parte il movimento veneto per la difesa del Servizio Civile, con un’iniziativa originale e inci-siva: un’azione di “mail bombing” attuata non per

via telematica ma con vere e proprie cartoline. Con questo singolare atto 2.500 giovani ed operatori di vari settori del pubblico e del privato in Veneto hanno scelto di far giungere la propria richiesta d’aiuto al Presidente del Consi-glio Monti. L’idea nasce a seguito di un convegno dedicato al Servizio civile nazionale come esperienza di valore, dal titolo eloquente “Torno subito”, tenutosi l’ateneo patavi-no. Primo atto di una “lotta” (rigorosamente nonviolenta), portata avanti in Veneto grazie all’istituzione del coordi-namento spontaneo Enti e Volontari del Veneto (il CSEV), questo convegno, che ha ospitato gli interventi di alcuni tra i massimi esperti ed esponenti del Servizio Civile in Italia, ha visto la presenza di oltre 400 giovani volontari. Una par-tecipazione che la dice lunga sulla preoccupazione che la critica situazione del Servizio Civile ha destato in molti, ma soprattutto nei giovani, che vedono in pericolo una grande opportunità educativa, lavorativa e di crescita personale.

Figlio della leva obbligatoria e dell’obiezione di coscienza il Servizio Civile Nazionale è un servizio volontario di 12 mesi svolto dai giovani tra i 18 ed i 28 anni che così scelgo-no di dedicare un periodo della propria vita impegnandosi nella difesa non armata e non violenta dello Stato.

Dalla sua nascita nel 2001 sono stati circa 200 mila i giovani che hanno svolto servizio civile su tutto il territorio nazionale; si tratta di una storia ormai decennale che ha visto questi cittadini dedicarsi in settori strategici dello svi-luppo delle comunità e nella promozione e preservazione del patrimonio culturale, ambientale e sociale italiano.

Ma i tagli che negli ultimi anni hanno pesato sul set-tore sociale non hanno risparmiato neppure questa realtà: sono ormai lontani i tempi nei quali per il bando annuale venivano avviati quasi 50.000 giovani. Ad oggi, con il con-tinuo taglio dei fondi, si assiste al contraddittorio fenomeno di un costante aumento delle domande di partecipazione a cui risponde un inversamente proporzionale taglio dei posti disponibili. Stante così le cose c’è chi parla di un futuro non troppo lontano in cui il Servizio Civile Nazionale sarà solo

un ricordo.Ecco il perché in tutta Italia si stanno moltiplicando

appelli, eventi, petizioni, proposte per salvare il servizio civile, ed ecco il perché dell’originale e creativa iniziativa nata in seguito al convegno patavino, che ha visto recapi-tate all’indirizzo del nostro Presidente del Consiglio 2.500 cartoline, ciascuna fi rmata da un giovane o da un operato-re, contenenti un testo in cui si richiede di non abbandonare il servizio civile al suo destino. “La dissoluzione e l’inde-bolimento del servizio civile implicano il mancato supporto a realtà fondamentali di assistenza e salvaguardia della popolazione e delle bellezze del nostro Paese – afferma Niccolò Gennaro - La speranza è quella che quest’atto pos-sa attirare l’attenzione su questa realtà e spinga ad una più oculata gestione della spesa al fi ne di salvare un’istituzione unica nel suo genere”.

Ampia mobilitazione dei giovani ed operatori dei diversi settori per salvare il volontariato

Appello a Napolitano Parte da Padova il movimento veneto

Sos servizio civilespedite 2500 cartoline

L’immagine di una delle campagne di sensibilizzazione per il “reclutamento” di volontari per il servizio civile nazionale

di Laura Organte

E’ giunto all’ottava edizione il “Premio Gattamelata”, nato per promuovere la cultura e la prati-

ca del volontariato e della solidarietà. Come da consuetudine il premio consi-ste in un’opera ad edizione limitata o unica realizzata grazie alla collabora-zione con artisti locali, per offrire nuo-ve raffi gurazioni del “Gattamelata”. Hanno collaborato fi nora Paolo Saetti, Francesco Lucianetti, Vico Calabrò e Vittorio Riondato.

Quattro le categorie in gara, tra cui verranno scelti altrettanti soggetti che si sono distinti negli ultimi 12 mesi per l’attività di impegno sociale e di solida-rietà: un volontario, un’associazione, un’impresa che abbia promosso o atti-vato iniziative di sostegno del volonta-riato e della solidarietà, un’istituzione, che si sia fatta promotrice di progetti o azioni rivolti a migliorare o salva-guardare la qualità della vita ambien-tale o sociale del proprio territorio. Le candidature dovranno pervenire entro e non oltre lunedì 5 novembre 2012 al Centro di Servizio per il Volontariato provinciale di Padova

NEWS

Premio “Gattamelata”SOLIDARIETA’E VOLONTARIATO

L.O.

18 Economia1818 Economia

Un ringraziamento a tutte le amministrazioni locali e alle realtà che, a vario titolo, hanno collaborato alla programmazione e alla realizzazione degli eventi.

Provincia di Padova

Comune

di EsteComune

di Monselice

Comune

di ConselveComune

di Piove di Sacco

Comune

di LoreggiaComune di Ponte S.Nicolò

Comune

di Montagnana

É settembre...solidale!

2 settFesta del volontariato “Teniamoci per mano”

MONSELICEparco Buzzaccarini - dalle ore 10.00

16 settFesta del volontariato “Solidareste”

ESTEpiazza Maggiore - dalle ore 14.30

16 settFesta del volontariato “Teniamoci per mano”

CONSELVEvia Vittorio Emanuele II - dalle ore 9.00

16 settFesta del volontariato - 2^ edizione

PONTE SAN NICOLO’via A. Moro - dalle ore 11.00

23 settFesta del volontariato “GeCo - Generazioni in Gioco”

PADOVAcentro storico - dalle ore 10.00

23 settFiera delle Associazioni

PIOVE DI SACCOpiazza Vittorio Emanuele II - dalle ore 9.00

29 settFesta del volontariato

CONSIGLIO DI QUARTIERE 3Padova - vie Lago, Chilesotti, Maniciati- dalle ore 14

30 settFesta del volontariato - 2^ edizione

MONTAGNANApiazza Vittorio Emanuele II - dalle ore 10.00

14 ottFesta del volontariato

LOREGGIApiazza Papa Luciani - dalle ore 10.00

tel. 049 8686817

CSV provincialedi Padova

Comune di Padova

Page 19: La Piazza di Padova nord - 2012ag n111

11Noi e gli altri

Da Padova parte il movimento veneto per la difesa del Servizio Civile, con un’iniziativa originale e inci-siva: un’azione di “mail bombing” attuata non per

via telematica ma con vere e proprie cartoline. Con questo singolare atto 2.500 giovani ed operatori di vari settori del pubblico e del privato in Veneto hanno scelto di far giungere la propria richiesta d’aiuto al Presidente del Consi-glio Monti. L’idea nasce a seguito di un convegno dedicato al Servizio civile nazionale come esperienza di valore, dal titolo eloquente “Torno subito”, tenutosi l’ateneo patavi-no. Primo atto di una “lotta” (rigorosamente nonviolenta), portata avanti in Veneto grazie all’istituzione del coordi-namento spontaneo Enti e Volontari del Veneto (il CSEV), questo convegno, che ha ospitato gli interventi di alcuni tra i massimi esperti ed esponenti del Servizio Civile in Italia, ha visto la presenza di oltre 400 giovani volontari. Una par-tecipazione che la dice lunga sulla preoccupazione che la critica situazione del Servizio Civile ha destato in molti, ma soprattutto nei giovani, che vedono in pericolo una grande opportunità educativa, lavorativa e di crescita personale.

Figlio della leva obbligatoria e dell’obiezione di coscienza il Servizio Civile Nazionale è un servizio volontario di 12 mesi svolto dai giovani tra i 18 ed i 28 anni che così scelgo-no di dedicare un periodo della propria vita impegnandosi nella difesa non armata e non violenta dello Stato.

Dalla sua nascita nel 2001 sono stati circa 200 mila i giovani che hanno svolto servizio civile su tutto il territorio nazionale; si tratta di una storia ormai decennale che ha visto questi cittadini dedicarsi in settori strategici dello svi-luppo delle comunità e nella promozione e preservazione del patrimonio culturale, ambientale e sociale italiano.

Ma i tagli che negli ultimi anni hanno pesato sul set-tore sociale non hanno risparmiato neppure questa realtà: sono ormai lontani i tempi nei quali per il bando annuale venivano avviati quasi 50.000 giovani. Ad oggi, con il con-tinuo taglio dei fondi, si assiste al contraddittorio fenomeno di un costante aumento delle domande di partecipazione a cui risponde un inversamente proporzionale taglio dei posti disponibili. Stante così le cose c’è chi parla di un futuro non troppo lontano in cui il Servizio Civile Nazionale sarà solo

un ricordo.Ecco il perché in tutta Italia si stanno moltiplicando

appelli, eventi, petizioni, proposte per salvare il servizio civile, ed ecco il perché dell’originale e creativa iniziativa nata in seguito al convegno patavino, che ha visto recapi-tate all’indirizzo del nostro Presidente del Consiglio 2.500 cartoline, ciascuna fi rmata da un giovane o da un operato-re, contenenti un testo in cui si richiede di non abbandonare il servizio civile al suo destino. “La dissoluzione e l’inde-bolimento del servizio civile implicano il mancato supporto a realtà fondamentali di assistenza e salvaguardia della popolazione e delle bellezze del nostro Paese – afferma Niccolò Gennaro - La speranza è quella che quest’atto pos-sa attirare l’attenzione su questa realtà e spinga ad una più oculata gestione della spesa al fi ne di salvare un’istituzione unica nel suo genere”.

Ampia mobilitazione dei giovani ed operatori dei diversi settori per salvare il volontariato

Appello a Napolitano Parte da Padova il movimento veneto

Sos servizio civilespedite 2500 cartoline

L’immagine di una delle campagne di sensibilizzazione per il “reclutamento” di volontari per il servizio civile nazionale

di Laura Organte

E’ giunto all’ottava edizione il “Premio Gattamelata”, nato per promuovere la cultura e la prati-

ca del volontariato e della solidarietà. Come da consuetudine il premio consi-ste in un’opera ad edizione limitata o unica realizzata grazie alla collabora-zione con artisti locali, per offrire nuo-ve raffi gurazioni del “Gattamelata”. Hanno collaborato fi nora Paolo Saetti, Francesco Lucianetti, Vico Calabrò e Vittorio Riondato.

Quattro le categorie in gara, tra cui verranno scelti altrettanti soggetti che si sono distinti negli ultimi 12 mesi per l’attività di impegno sociale e di solida-rietà: un volontario, un’associazione, un’impresa che abbia promosso o atti-vato iniziative di sostegno del volonta-riato e della solidarietà, un’istituzione, che si sia fatta promotrice di progetti o azioni rivolti a migliorare o salva-guardare la qualità della vita ambien-tale o sociale del proprio territorio. Le candidature dovranno pervenire entro e non oltre lunedì 5 novembre 2012 al Centro di Servizio per il Volontariato provinciale di Padova

NEWS

Premio “Gattamelata”SOLIDARIETA’E VOLONTARIATO

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Page 20: La Piazza di Padova nord - 2012ag n111

13Cultura provinciale

Storie di emigrazione veneta sul grande schermo grazie a tre cortometraggi proiettati nelle sale del territorio pa-

dovano. Testimonianze della gente veneta che, grazie alla realizzazione dei fi lm, pro-dotti dalla casa di produzione Belle Epoque, racconteranno con le immagini la storia dei nostri emigrati in Australia, Brasile, Europa. Si tratta di testimonianze della gente vene-ta che con il duro lavoro si è fatta onore all’estero, raggiungendo spesso posizioni di prestigio. In Australia, i tagliatori di canne da zucchero e minatori sono diventati oggi costruttori e imprenditori. In Brasile molte persone che si erano trovate costrette a so-stituire gli schiavi nelle piantagioni di caffè, hanno saputo nel tempo costruire aziende leader in diversi settori come quello del vino e delle piccole forniture per la cucina. In Europa, percorrendo le classiche rotte dell’e-migrazione italiana, fra le quali la Francia, il Belgio, la Germania, la Danimarca e la Svizzera, sono numerosi gli esempi di gente veneta che ha saputo distinguersi per la vo-

lontà, creatività, impegno. I fi lm che, oltre a favorire la tutela e la divulgazione della me-moria storica dell’emigrazione dei veneti nel mondo, sapranno stimolare progetti e col-laborazioni di cooperazione internazionale.

La prima proiezione lo scorso 8 agosto, a Piove di Sacco, in ricordo della tragedia av-venuta nella miniera di carbone di Marcinelle in Belgio l’8 agosto 1956. La seconda sera-ta sarà venerdì 21 settembre alle 21 in sala polivalente, piazza Marconi a Villafranca Padovana, mentre l’ultima si terrà venerdì 5 ottobre alle 21 nella biblioteca comunale C. Marchesi, in piazza della Libertà a Batta-glia Terme. Alla presentazione dell’iniziativa hanno partecipato l’assessore provinciale alla Sicurezza e Immigrazione Enrico Pava-netto, il presidente dell’Associazione Veneti nel Mondo Aldo Rozzi Marin, l’assessore di Piove di Sacco Lorena Stevanato, l’assesso-re di Villafranca Padovana Guido Rebustello, l’assessore di Battaglia Terme Lucia Boaret-to e il regista Tiziano Biasioli della casa di produzione “Belle Epoque” fi lm.

“L’impegno – ha detto Pavanetto – è di continuare a sostenere i veneti che risie-dono all’estero, affi nché il rapporto con il paese d’origine non diventi solo folklore culturale. Compito delle istituzioni è proprio quello di creare delle opportunità, favorire e potenziare, attraverso mezzi idonei, lo sviluppo dei rapporti culturali, sociali, turi-stici, nonché commerciali, industriali e dei servizi”.

“Sono due principalmente – ha detto Rozzi Marin – i periodi storici delle emigra-

zioni dei veneti nel mondo. La prima tra il 1890 e il 1920 e la seconda dal 1945 al 1975. Ora si parla di una nuova emigrazio-ne dei giovani soprattutto verso l’est, ma l’esperienza ci ha dimostrato che la cultura veneta rimane viva nelle città estere e la lingua italiana continua ad essere parlata. I veneti si contraddistinguono per il loro spiri-to di sacrifi cio, la loro onestà e semplicità, valori fondamentali che vanno tramandati anche alle nuove generazioni”.

Dopo Piove di Sacco proiezioni a Villafranca il 21settembee a Battaglia Terme il 5 ottobre

La rassegna Tre cortometraggi raccontano l’epopea dei veneti oltre confi ne tra lavoro e riscatto

Storie di emigrazione al cinema

La presentazione dei tre corti dedicati all’emigrazione padovana

Dopo il successo di pubblico con oltre 24.000 visitatori in pochi mesi e l’interesse dimostrato dalla critica, la

mostra “Le memorie ritrovate”, approda ora a Padova, sua terra d’origine, con un nuovo allestimento, contenuti aggiornati, approfondimenti storiografi ci e iconografi ci. Dall’inizio di settembre al 18 novembre a Palazzo Zuckermann, corso Garibaldi 33, ingresso libero. Le “memorie” esposte sono state ritrovate nell’antico e perduto Convento di Santa Chiara de Cella Nova a Padova che fi orì tra il XIV e il XVIII secolo, ma che negli anni Sessanta del secolo scorso venne demolito per erigere la Questura. Nel 2000 l’indagine archeologica diretta da Mariangela Ruta e condotta da Petra scrl nel cortile della Questura di Padova ha portato alla luce una struttura esagonale, residuo dell’impianto originario del convento e punto di partenza di una scoperta senza eguali.

A PADOVA

L.O.

Memorie ritrovatedall’antico convento

di Laura Organte

Page 21: La Piazza di Padova nord - 2012ag n111

212121Cultura provinciale 13Cultura provinciale

Storie di emigrazione veneta sul grande schermo grazie a tre cortometraggi proiettati nelle sale del territorio pa-

dovano. Testimonianze della gente veneta che, grazie alla realizzazione dei fi lm, pro-dotti dalla casa di produzione Belle Epoque, racconteranno con le immagini la storia dei nostri emigrati in Australia, Brasile, Europa. Si tratta di testimonianze della gente vene-ta che con il duro lavoro si è fatta onore all’estero, raggiungendo spesso posizioni di prestigio. In Australia, i tagliatori di canne da zucchero e minatori sono diventati oggi costruttori e imprenditori. In Brasile molte persone che si erano trovate costrette a so-stituire gli schiavi nelle piantagioni di caffè, hanno saputo nel tempo costruire aziende leader in diversi settori come quello del vino e delle piccole forniture per la cucina. In Europa, percorrendo le classiche rotte dell’e-migrazione italiana, fra le quali la Francia, il Belgio, la Germania, la Danimarca e la Svizzera, sono numerosi gli esempi di gente veneta che ha saputo distinguersi per la vo-

lontà, creatività, impegno. I fi lm che, oltre a favorire la tutela e la divulgazione della me-moria storica dell’emigrazione dei veneti nel mondo, sapranno stimolare progetti e col-laborazioni di cooperazione internazionale.

La prima proiezione lo scorso 8 agosto, a Piove di Sacco, in ricordo della tragedia av-venuta nella miniera di carbone di Marcinelle in Belgio l’8 agosto 1956. La seconda sera-ta sarà venerdì 21 settembre alle 21 in sala polivalente, piazza Marconi a Villafranca Padovana, mentre l’ultima si terrà venerdì 5 ottobre alle 21 nella biblioteca comunale C. Marchesi, in piazza della Libertà a Batta-glia Terme. Alla presentazione dell’iniziativa hanno partecipato l’assessore provinciale alla Sicurezza e Immigrazione Enrico Pava-netto, il presidente dell’Associazione Veneti nel Mondo Aldo Rozzi Marin, l’assessore di Piove di Sacco Lorena Stevanato, l’assesso-re di Villafranca Padovana Guido Rebustello, l’assessore di Battaglia Terme Lucia Boaret-to e il regista Tiziano Biasioli della casa di produzione “Belle Epoque” fi lm.

“L’impegno – ha detto Pavanetto – è di continuare a sostenere i veneti che risie-dono all’estero, affi nché il rapporto con il paese d’origine non diventi solo folklore culturale. Compito delle istituzioni è proprio quello di creare delle opportunità, favorire e potenziare, attraverso mezzi idonei, lo sviluppo dei rapporti culturali, sociali, turi-stici, nonché commerciali, industriali e dei servizi”.

“Sono due principalmente – ha detto Rozzi Marin – i periodi storici delle emigra-

zioni dei veneti nel mondo. La prima tra il 1890 e il 1920 e la seconda dal 1945 al 1975. Ora si parla di una nuova emigrazio-ne dei giovani soprattutto verso l’est, ma l’esperienza ci ha dimostrato che la cultura veneta rimane viva nelle città estere e la lingua italiana continua ad essere parlata. I veneti si contraddistinguono per il loro spiri-to di sacrifi cio, la loro onestà e semplicità, valori fondamentali che vanno tramandati anche alle nuove generazioni”.

Dopo Piove di Sacco proiezioni a Villafranca il 21settembee a Battaglia Terme il 5 ottobre

La rassegna Tre cortometraggi raccontano l’epopea dei veneti oltre confi ne tra lavoro e riscatto

Storie di emigrazione al cinema

La presentazione dei tre corti dedicati all’emigrazione padovana

Dopo il successo di pubblico con oltre 24.000 visitatori in pochi mesi e l’interesse dimostrato dalla critica, la

mostra “Le memorie ritrovate”, approda ora a Padova, sua terra d’origine, con un nuovo allestimento, contenuti aggiornati, approfondimenti storiografi ci e iconografi ci. Dall’inizio di settembre al 18 novembre a Palazzo Zuckermann, corso Garibaldi 33, ingresso libero. Le “memorie” esposte sono state ritrovate nell’antico e perduto Convento di Santa Chiara de Cella Nova a Padova che fi orì tra il XIV e il XVIII secolo, ma che negli anni Sessanta del secolo scorso venne demolito per erigere la Questura. Nel 2000 l’indagine archeologica diretta da Mariangela Ruta e condotta da Petra scrl nel cortile della Questura di Padova ha portato alla luce una struttura esagonale, residuo dell’impianto originario del convento e punto di partenza di una scoperta senza eguali.

A PADOVA

L.O.

Memorie ritrovatedall’antico convento

di Laura Organte

Page 22: La Piazza di Padova nord - 2012ag n111

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LO SPORT in PRIMO PIANOin PRIMO PIANO

Arzercavalli, frazione di Terrassa Pado-vana, ha vissuto il suo sogno olimpico. L’intero paese ha fatto il tifo per il

giovane compaesano Alessandro Fabian, uno dei tre atleti chiamati a rappresentare l’Italia alle Olimpiadi nella specialità del triathlon. E le soddisfazioni non sono man-cate visto che il giovane ha conquistato un ottimo decimo posto, il miglior risultato mai raggiunto dall’Italia in questa disciplina. I genitori Elia e Rita, insieme ai fratelli Vivia-no ed Eleonora, sono volati a Londra con un seguito di almeno trenta fra parenti ed amici per assistere dal vivo al coronamento del sogno di Alessandro: gareggiare con i più grandi sotto gli occhi del mondo.

Alessandro, classe 1988, è già abituato alle competizioni europee ed internazionali e quest’anno ha centrato il quinto posto in una tappa del campionato del mondo. Ma le Olimpiadi sono senza dubbio l’appuntamen-to più importante della sua vita. Una compe-tizione durissima che Alessandro ha affron-tato con grinta, sostenuto da tutti i suoi cari. Del resto sono i fratelli Viviano ed Eleonora i

suoi “manager”, da anni al suo fi anco nella dura e competitiva ascesa in una disciplina che in Italia si sta facendo conoscere. Al suo ritorno ad Arzercavalli il carabiniere è stato accolto da oltre 300 persone.

“E’ stato bellissimo salutare tutti questi amici e ancor più bello trasmettere le emo-zioni della gara, commentando insieme il video, passo dopo passo. Quando sono arri-vato non credevo ai miei occhi, tutta questa

gente ad accogliermi mi ha fatto ripensare alle fatiche fatte negli ultimi quattro anni, e qui mi è venuta ancor più voglia di festeg-giare assieme a loro”.

Ora, dopo questa piccola parentesi, l’at-tività è già ripresa a Stoccolma, dove Ales-sandro ha gareggiato nel circuito di World Triathlon Series, valido per il campionato del mondo, conquistando l’ottavo posto. Il sogno continua.

Fabian, sogno olimpicoOLIMPIADI

La prima medaglia d’oro all’Italia l’ha conquistata l’arciere padovano Marco

Galiazzo, sotto gli occhi del mondo. Il campione di Pon-te San Nicolò, già medaglia olimpica nel tiro con l’arco individuale ad Atene 2004, è salito sul gradino più alto del podio assieme a Michele Fran-gilli e Mauro Nespoli dopo aver Messico e Stati Uniti, per una sola freccia. Ottima la prova del Robin Hood padovano che no-nostante l’ultimo brivido, un 8 su 10 che ha costretto Frangilli

all’ultimo punteggio straordinario, ha messo a segno tre bei 10 regalando alla squadra una medaglia d’oro che in questa specialità mancava. Bassa Padovana in tripudio per Jessica Rossi, bolognese di Crevalcore, che si allena a Ponso, e ora ha trovato casa a Santa Margherita d’Adige. Proprio nel poligono padovano la giovane campionessa ha perfezionato la sua abilità puntando il fucile della fossa olimpica. Nella fi nale ha sba-gliato un solo colpo su 100, agguantando medaglia e record del mondo e dedicando la vittoria ai terremotati della sua Emilia. Da non dimenticare, poi, l’impresa del padovano Ruggero Pertile, secondo al traguardo della maratona fra gli atleti europei. L’uomo di punta di Assindustria Sport ha chiuso al decimo posto la sua Maratona alle Olimpiadi di Londra, un buon risultato per Padova e per Pertile.

GALIAZZO UOMO D’OROJESSICA, MIRA DA RECORD

Straordinario successo per il memorial Renzo Biondi e Carmine Lambertucci, gara riservata alla categoria allievi or-

ganizzata dal Gs Monselicense-Rodigino Delta del Po Colli Euganei in collaborazione con la Bici verde di Monselice. La vittoria è andata al bolognese Lorenzo Fortunato che nell’arrivo in salita posto all’interno del ristorante “il Canzo-niere” di Arquà Petrarca ha preceduto Stefano Salmistraro, atleta estense del Gs EsteBosaro e altri dieci compagni di fuga con il quale si era involato sull’ultimo passaggio sullo strappo del Sassonero. Corsa d’altri tempi, condizionata dal gran caldo e da un percorso caratterizzato da continui saliscendi: prima un circuito che prevedeva il passaggio sulla salita di Arquà Petrarca per 4 volte, poi un successivo anello, da ripetere 3 volte con lo scollinamento del temibile Sasso Nero, prima dell’impennata fi nale con pendenze vicine al 10%. Gara su-bito vivace con un attacco del Bolognese Cinti,

che faceva da lepre per una decina di Km, sul fuggitivo si portavano successivamente Alessio Soster ( Scuola ciclismo di Vò) e il padovano Alessandro Barbato (Fiumicello). Il terzetto raggiungeva un vantaggio massimo di 26” con il gruppo che non si faceva sorprendere e al km 38 annullava il tentativo. Nasce a questo punto l’azione di Marco Dalle Fratte (Fiumicello) che transitava tutto solo per due volte sull’impennata del Sasso Nero, aggiudi-candosi il Gran Premio della Montagna, il suo sogno di vittoria veniva infranto dalla reazione dei migliori che prima dell’ultima asperità rin-venivano annullando il generoso tentativo, e si giocavano allo sprint l’ambito trofeo. Come detto era il bolognese Fortunato ad esultare, davanti a Salmistraro, da segnalare il quinto posto di Manuel Masiero (Fiumicello) con l’atleta di casa Giacomo Lazzaro, settimo, e Alessio Magarotto (Cartura Nalin) che coglie-va un buon nono posto.

CICLISMO ALLIEVI. La gara sulle celebri rampe dei Colli EuganeiMEMORIAL RENZO BIONDI CONQUISTATODAL BOLOGNESE LORENZO FORTUNATO

W.L.

Triatlhon Ottimo decimo posto del carabiniere di Arzercavalli di Terrassa

Galiazzo e compagni esultano dopola medaglia d’oro a Londra

Alessandro Fabian ( in nero) a Londra con i familiari di Terrassa

La salita degli atleti al Sassonero durante la competizione

Calcio a 7 Accanto all’antica abbazia di S. Stefano di Due Carrare

Si è concluso con notevole successo di consensi l’ottava edizione del torneo di calcio a sette di San Stefano di Due

Carrare. La kermesse calcistica, un signifi ca-tivo ritorno al passato di quando i tornei not-turni di calcio erano, per gli appassionati il sale dell’estate, si è disputato nel campetto adiacente all’antica abbazia, dove tra l’altro sono conservati i resti di Marsilio da Carrara che fu signore di Padova nel 1329. In un mix di sport e cultura 16 team ( suddivi-si in 4 gironi) sponsorizzati da bar e ditte varie, composti da rose di atleti in attività con squadre dilettantistiche ed ex calciatori di spessore, su tutti l’ex bomber biancoscu-dato Pippo Maniero, arruolato nella MB di Due Carrare, hanno regalato divertimento e spettacolo al numerosissimo pubblico che per quattro settimane ha affollato l’impianto sportivo. Dopo la scrematura delle eliminato-rie, le fi nali hanno visto prevalere la squadra sponsorizzata dalla cooperativa “Volontà di sapere” che vince il trofeo “vivai piante Pa-olo Bottin” battendo nella fi nalissima (3-1) i campioni in carica della ZR impianti elettri-ci di Terrassa Padovana, a cui va la coppa “Antonio Volpin”. I vincitori hanno dedicato il successo al compagno Daniel Barzadighea-nu (eletto miglior calciatore del torneo) che non ha potuto prendere parte alla partita

perché colpito dal grave lutto causato dalla scomparsa della mamma poche ore prima della fi nale. Prima della fi nalissima si è di-sputata la gara valevole per il terzo gradino del podio, vinta dalla squadra sponsorizzata dal bar El Bàcaro di Due Carrare, a loro il trofeo “AC Termoidraulica” che ha prevalso, sull’ MB verde per 6-4 dopo l’esecuzione dei calci di rigore. Sul trono dei cannonieri è salito Marco Zamborlin (6 gol) centrocampi-sta dell’Azzurra Due Carrare per l’occasione inglobato nel team terzo classifi cato, mentre la palma per il miglior portiere è stata asse-gnata a Emanuele Menoncin (ZR impianti). Coppa disciplina, offerta dall’impresa edile

Davide Baù, al Barracuda. Alla fi ne della serata premiazioni per tutti, a cura del co-mitato organizzatore rappresentato da Fabio Gambarato ed Andrea Moscardo, coadiuvati dall’assessore allo sport Mario Romanato. La manifestazione ha vissuto di una gusto-sa appendice con la disputa del tradizionale confronto tra le tifoserie di Inter, Milan e Juventus che rigorosamente addobbati con le maglie di club si sono sfi dati in un triango-lare. Hanno prevalso i tifosi bianconeri, vitto-riosi sul Milan (2-1) e (3-0) sui nerazzurri, ai quali è andato il secondo posto grazie alla netta vittoria (5-2) nel derby.

Trionfa “Volontà di sapere”in campo anche vecchie glorie

I vincitori del torneo con lo staff degli organizzatori

Walter Lotto

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LO SPORT in PRIMO PIANO

Arzercavalli, frazione di Terrassa Pado-vana, ha vissuto il suo sogno olimpico. L’intero paese ha fatto il tifo per il

giovane compaesano Alessandro Fabian, uno dei tre atleti chiamati a rappresentare l’Italia alle Olimpiadi nella specialità del triathlon. E le soddisfazioni non sono man-cate visto che il giovane ha conquistato un ottimo decimo posto, il miglior risultato mai raggiunto dall’Italia in questa disciplina. I genitori Elia e Rita, insieme ai fratelli Vivia-no ed Eleonora, sono volati a Londra con un seguito di almeno trenta fra parenti ed amici per assistere dal vivo al coronamento del sogno di Alessandro: gareggiare con i più grandi sotto gli occhi del mondo.

Alessandro, classe 1988, è già abituato alle competizioni europee ed internazionali e quest’anno ha centrato il quinto posto in una tappa del campionato del mondo. Ma le Olimpiadi sono senza dubbio l’appuntamen-to più importante della sua vita. Una compe-tizione durissima che Alessandro ha affron-tato con grinta, sostenuto da tutti i suoi cari. Del resto sono i fratelli Viviano ed Eleonora i

suoi “manager”, da anni al suo fi anco nella dura e competitiva ascesa in una disciplina che in Italia si sta facendo conoscere. Al suo ritorno ad Arzercavalli il carabiniere è stato accolto da oltre 300 persone.

“E’ stato bellissimo salutare tutti questi amici e ancor più bello trasmettere le emo-zioni della gara, commentando insieme il video, passo dopo passo. Quando sono arri-vato non credevo ai miei occhi, tutta questa

gente ad accogliermi mi ha fatto ripensare alle fatiche fatte negli ultimi quattro anni, e qui mi è venuta ancor più voglia di festeg-giare assieme a loro”.

Ora, dopo questa piccola parentesi, l’at-tività è già ripresa a Stoccolma, dove Ales-sandro ha gareggiato nel circuito di World Triathlon Series, valido per il campionato del mondo, conquistando l’ottavo posto. Il sogno continua.

Fabian, sogno olimpicoOLIMPIADI

La prima medaglia d’oro all’Italia l’ha conquistata l’arciere padovano Marco

Galiazzo, sotto gli occhi del mondo. Il campione di Pon-te San Nicolò, già medaglia olimpica nel tiro con l’arco individuale ad Atene 2004, è salito sul gradino più alto del podio assieme a Michele Fran-gilli e Mauro Nespoli dopo aver Messico e Stati Uniti, per una sola freccia. Ottima la prova del Robin Hood padovano che no-nostante l’ultimo brivido, un 8 su 10 che ha costretto Frangilli

all’ultimo punteggio straordinario, ha messo a segno tre bei 10 regalando alla squadra una medaglia d’oro che in questa specialità mancava. Bassa Padovana in tripudio per Jessica Rossi, bolognese di Crevalcore, che si allena a Ponso, e ora ha trovato casa a Santa Margherita d’Adige. Proprio nel poligono padovano la giovane campionessa ha perfezionato la sua abilità puntando il fucile della fossa olimpica. Nella fi nale ha sba-gliato un solo colpo su 100, agguantando medaglia e record del mondo e dedicando la vittoria ai terremotati della sua Emilia. Da non dimenticare, poi, l’impresa del padovano Ruggero Pertile, secondo al traguardo della maratona fra gli atleti europei. L’uomo di punta di Assindustria Sport ha chiuso al decimo posto la sua Maratona alle Olimpiadi di Londra, un buon risultato per Padova e per Pertile.

GALIAZZO UOMO D’OROJESSICA, MIRA DA RECORD

Straordinario successo per il memorial Renzo Biondi e Carmine Lambertucci, gara riservata alla categoria allievi or-

ganizzata dal Gs Monselicense-Rodigino Delta del Po Colli Euganei in collaborazione con la Bici verde di Monselice. La vittoria è andata al bolognese Lorenzo Fortunato che nell’arrivo in salita posto all’interno del ristorante “il Canzo-niere” di Arquà Petrarca ha preceduto Stefano Salmistraro, atleta estense del Gs EsteBosaro e altri dieci compagni di fuga con il quale si era involato sull’ultimo passaggio sullo strappo del Sassonero. Corsa d’altri tempi, condizionata dal gran caldo e da un percorso caratterizzato da continui saliscendi: prima un circuito che prevedeva il passaggio sulla salita di Arquà Petrarca per 4 volte, poi un successivo anello, da ripetere 3 volte con lo scollinamento del temibile Sasso Nero, prima dell’impennata fi nale con pendenze vicine al 10%. Gara su-bito vivace con un attacco del Bolognese Cinti,

che faceva da lepre per una decina di Km, sul fuggitivo si portavano successivamente Alessio Soster ( Scuola ciclismo di Vò) e il padovano Alessandro Barbato (Fiumicello). Il terzetto raggiungeva un vantaggio massimo di 26” con il gruppo che non si faceva sorprendere e al km 38 annullava il tentativo. Nasce a questo punto l’azione di Marco Dalle Fratte (Fiumicello) che transitava tutto solo per due volte sull’impennata del Sasso Nero, aggiudi-candosi il Gran Premio della Montagna, il suo sogno di vittoria veniva infranto dalla reazione dei migliori che prima dell’ultima asperità rin-venivano annullando il generoso tentativo, e si giocavano allo sprint l’ambito trofeo. Come detto era il bolognese Fortunato ad esultare, davanti a Salmistraro, da segnalare il quinto posto di Manuel Masiero (Fiumicello) con l’atleta di casa Giacomo Lazzaro, settimo, e Alessio Magarotto (Cartura Nalin) che coglie-va un buon nono posto.

CICLISMO ALLIEVI. La gara sulle celebri rampe dei Colli EuganeiMEMORIAL RENZO BIONDI CONQUISTATODAL BOLOGNESE LORENZO FORTUNATO

W.L.

Triatlhon Ottimo decimo posto del carabiniere di Arzercavalli di Terrassa

Galiazzo e compagni esultano dopola medaglia d’oro a Londra

Alessandro Fabian ( in nero) a Londra con i familiari di Terrassa

La salita degli atleti al Sassonero durante la competizione

Calcio a 7 Accanto all’antica abbazia di S. Stefano di Due Carrare

Si è concluso con notevole successo di consensi l’ottava edizione del torneo di calcio a sette di San Stefano di Due

Carrare. La kermesse calcistica, un signifi ca-tivo ritorno al passato di quando i tornei not-turni di calcio erano, per gli appassionati il sale dell’estate, si è disputato nel campetto adiacente all’antica abbazia, dove tra l’altro sono conservati i resti di Marsilio da Carrara che fu signore di Padova nel 1329. In un mix di sport e cultura 16 team ( suddivi-si in 4 gironi) sponsorizzati da bar e ditte varie, composti da rose di atleti in attività con squadre dilettantistiche ed ex calciatori di spessore, su tutti l’ex bomber biancoscu-dato Pippo Maniero, arruolato nella MB di Due Carrare, hanno regalato divertimento e spettacolo al numerosissimo pubblico che per quattro settimane ha affollato l’impianto sportivo. Dopo la scrematura delle eliminato-rie, le fi nali hanno visto prevalere la squadra sponsorizzata dalla cooperativa “Volontà di sapere” che vince il trofeo “vivai piante Pa-olo Bottin” battendo nella fi nalissima (3-1) i campioni in carica della ZR impianti elettri-ci di Terrassa Padovana, a cui va la coppa “Antonio Volpin”. I vincitori hanno dedicato il successo al compagno Daniel Barzadighea-nu (eletto miglior calciatore del torneo) che non ha potuto prendere parte alla partita

perché colpito dal grave lutto causato dalla scomparsa della mamma poche ore prima della fi nale. Prima della fi nalissima si è di-sputata la gara valevole per il terzo gradino del podio, vinta dalla squadra sponsorizzata dal bar El Bàcaro di Due Carrare, a loro il trofeo “AC Termoidraulica” che ha prevalso, sull’ MB verde per 6-4 dopo l’esecuzione dei calci di rigore. Sul trono dei cannonieri è salito Marco Zamborlin (6 gol) centrocampi-sta dell’Azzurra Due Carrare per l’occasione inglobato nel team terzo classifi cato, mentre la palma per il miglior portiere è stata asse-gnata a Emanuele Menoncin (ZR impianti). Coppa disciplina, offerta dall’impresa edile

Davide Baù, al Barracuda. Alla fi ne della serata premiazioni per tutti, a cura del co-mitato organizzatore rappresentato da Fabio Gambarato ed Andrea Moscardo, coadiuvati dall’assessore allo sport Mario Romanato. La manifestazione ha vissuto di una gusto-sa appendice con la disputa del tradizionale confronto tra le tifoserie di Inter, Milan e Juventus che rigorosamente addobbati con le maglie di club si sono sfi dati in un triango-lare. Hanno prevalso i tifosi bianconeri, vitto-riosi sul Milan (2-1) e (3-0) sui nerazzurri, ai quali è andato il secondo posto grazie alla netta vittoria (5-2) nel derby.

Trionfa “Volontà di sapere”in campo anche vecchie glorie

I vincitori del torneo con lo staff degli organizzatori

Walter Lotto

DE BONAM O T O R S

PADOVA

Via Uruguay, 32Tel. 049 8538750Cell. 331 611 3882

CASTELFRANCO VENETO

Via Circonvallazione Est, 6/ATel. 0423 422600

www.gruppodebona.it [email protected] Seguici su: gruppodebona gruppodebonaSeguici su: gruppodebona gruppodebona

PEUGEOT 207 CC 1,6 Vti TECHNO colore argento, marzo 2009, 28.600 Km, climatizzatore automa-tico, esp, abs, asr, aribags, capote rigida elettrica, fendinebbia, cerchi in lega da ‘17, sedili sportivi, radio cd mp3 con comandi al volante

FIAT BRAVO 1,9 Multijet Dynamic colore argento, giugno 2008, 78.000 Km, clima, radio cd mp3, fendinebbia, 4 airbags, Abs

VOLKSWAGEN GOLF 1,6 tdi 5 porte vari colori, giugno 2010, 58.000 Km, cerchi in lega, fendinebbia, radio cd mp3 con presa aux media-in, bracciolo, climatizzatore, abs, esp, airbags.

SEAT IBIZA 1,6 tdi 5 porte Style colore nero/argento, maggio 2012, 44.000 Km, cerchi in lega, fendinebbia, clima automatico, comandi al volante, radio cd mp3 con presa aux, abs,esp, airbags.

MINI COOPER D colore beige, sett. 2007, 110.000 Km, clima, radio cd mp3, bracciolo, cerchi in lega da ‘16, capote nera, pacchetto luci interne, abs, esp, airbags, fendinebbia.

VOLKSWAGEN Golf Cabrio 1,6tdi 105cv colore blu metal., genn. 2011, 4.600 Km, navigatore, interni pelle/alcantara, fari allo xenon con luci a led, fendinebbia, cerchi in lega da ‘17, sensori park ant. e post., clima automatico bi-zona, volante multifunzione, cruise control.

AUDI A1 1,6 tdi 105 cv Ambition km0colore marrone, marzo 2011, Km 0, cerchi in lega da ‘16, clima, fendinebbia, radio cd mp3, media style, abs, esp, bracciolo, lettore sd card, emissioni CO2 103 g/km, consumo medio 3,9 l/100 km

AUDI A3 SPORTBACK 2,0 tdi 140 cv colore nero, apr 2008, 108.000 Km, cerchi in lega da ‘17, fendinebbia, bracciolo, clima automatico bi-zona, esp, abs, 6 airbags, radio cd mp3, mancorrenti cromati.

MERCEDES CLASSE C 220 CDI SW colore grigio scuro, febbraio 2008, 89.000 Km, cambio auto-matico, cerchi in lega, fendinebbia, radio cd mp3, bluetooth, volante multifunzione, clima automatico bi-zona, cruise control, computer di bordo, bracciolo, abs, esp, asr.

NISSAN QASHQAI 1,6 2wd GPL acenta colore argento, 42.000 Km, maggio 2008, IMPIANTO A GPL, cerchi in lega, fendinebbia, radio cd mp3, comandi al volante, clima automatico bi zona, esp, abs, asr, bracciolo, bluetooth

HONDA CR-V 2,2 i-CDTi Elegance DPF colore grigio, febbraio 2007, 115.000 Km, cerchi in lega, fendi-nebbia, radio cd mp3, comandi al volante, clima automatico bi zona, esp, abs, asr, bracciolo, sensori park posteriori. TRAZIO-NE INTEGRALE

VOLKSWAGEN TIGUAN 2,0TDI 4 MOTION DSG colore nero, maggio 2010, 40.000 Km, TRAZ. INTEGRALE, cam-bio automatico e sequenziale DSG, cerchi in lega, fendinebbia, clima bizona, vetri scuri, pack cromature, radio cd mp3, esp, abs, airbags

NISSAN QASHQAI 1,6 2wd GPL acenta

€ 10.400 € 5.900 € 14.500

€ 8.900 € 10.400 € 24.500

€ 18.500 € 14.900 € 18.900

€ 14.200 € 12.900 € 22.900

Page 24: La Piazza di Padova nord - 2012ag n111

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IL VENETOin PRIMO PIANO

Riparte la scuola in Veneto fra luci ed ombre. Tagli questa volta non ne sono previsti per fortuna, ma i problemi all’inizio dell’anno scolastico non

mancano e i numeri sono tutti lì a dimostrarlo. I sindacati pongono sul tavolo diversi problemi: aiu-

ti alle scuole parrocchiali, presidi a scavalco, situazione diffi cile degli edifi ci scolastici, le questioni sollevate dal concorsone che permette l’accesso alla scuola per l’ulti-ma volta di persone in possesso dei vecchi titoli di studio di venti anni fa.

Ma partiamo vedendo i numeri. Ai nastri di parten-za il 12 settembre in tutte le provincie si sono presentati 608232 fra studenti e alunni, 13.400 più dello scorso anno.

La media di allievi per classe è di 21,7 unità. Gli affollamenti macroscopici sono previsti alle superiori. “La crescita tumultuosa delle iscrizioni arriva in termini temporali, dalla parte fi nale delle classi di nascita degli anni 90 - spiega Nereo Marcon segretario regionale di Cisl Scuola - Non si tratta solo di stranieri, ma nella stragrande maggioranza dei casi di alunni e studenti

autoctoni (gli stranieri sono il 10%)”. Il personale è all’osso, nonostante il ministro Francesco Profumo ab-bia promesso alla regione Veneto 173 insegnanti in più. Mancano ancora al fabbisogno un centinaio di docenti.

Ha protestato contro questo atteggiamento del Ministero l’assessore alla Pubblica Istruzione della regione Veneto Elena Donazzan. I docenti sono complessivamente circa 45.000. Bidelli, impiegati e tecnici sono 15.716. La Cisl si fa portabandiera dei problemi degli istituti paritari.

“I due terzi delle scuole materne in Veneto sono parrocchiali (il 67%) - dice Nereo Marcon - a differen-za del resto d’Italia, dove le scuole parrocchiali sono molto meno numerose di quelle statali. Non si possono lasciare i parroci da soli. Giustamente loro spiegano che il loro scopo principale non è tenere aperte le scuole. Queste scuole hanno rette molto alte rispetto alle ma-terne pubbliche. Rette che in periodo di crisi i genitori non ce la fanno a pagare. Bisogna perciò aiutare queste

strutture ad abbassare le rette con dei contributi ad hoc. Le scuole parrocchiali in Veneto sono un patrimonio in termini di servizi e qualità che non deve essere perso. Va comunque aumentato in modo considerevole, il nu-mero delle materne statali”.

Sul tappeto restano però anche i problemi sollevati con il nuovo concorsone per l’immissione a ruolo degli insegnanti. In tutta Italia, saranno circa 21.000 inse-gnanti da immettere a ruolo con un bando che dovrebbe essere pronto

il 24 settembre. Nel Veneto il concorso, voluto dal Ministro Profumo,

potrebbe essere riservato solo agli abilitati e non anche ai laureati dell’ultima ora, immetterebbe in cattedra 1500 nuovi insegnanti.

I sindacati puntano i piedi. “Il ministro Francesco Profumo – spiega Salvatore Mazza segretario regio-nale della Cgil Scuola - deve fare attenzione. Ci sono migliaia di persone in Veneto che da decenni vivono

nel precariato. Questi non possono essere lasciati in disparte a fa-

vore dei neolaureati. Ci sono persone di 40 anni, che da anni aspettano di diventare di ruolo e ci sono anche i soprannumerari cioè quegli insegnanti che hanno perso il posto a causa dei tagli degli anni precedenti voluti dal centrodestra. Ora devono ritornare a lavorare priorita-riamente”.

Il ministro Profumo proprio a Venezia a margine di una giornata sulla cultura ebraica nei giorni scorsi, ha ribadito come sia dal “1999 che non si tengono concorsi nella scuola.

La legge prevede il doppio canale: lo svuotamento delle graduatorie e il concorso. È il modo più regolare per diventare un Paese normale”. Nel frattempo la lotta per ottenere il lavoro da parte degli insegnanti supplenti è già partita. Nelle scorse settimane in Veneto sono stati immessi a ruolo 226 insegnanti. Ci sono ancora per le prossime settimane 300 posti a disposizione per 3000 precari.

di Alessandro Abbadir

Riparte la scuola, e la lotta dei precari

Organizzazione dei presidi, sotto dimensionamento, tempo pieno e sicurezza degli edifi ci scolastici, proble-mi davvero importanti nella nostra regione sul versante

scuola. Partiamo dalla questione della sicurezza. Gli edifi ci sco-lastici fuori norma si stima siano un terzo. “Non basta mettere le scale antincendio o controllare la staticità della costruzione. Certo questo è l’abc e va fatto prioritariamente - dice per la Cisl Nereo Marcon - ma vanno controllati anche tutti quegli edifi ci che ad esempio negli anni 70 erano fatti con eternit non solo nei tetti ma anche nei pavimenti“. Ci sono sul tappeto poi una serie di controlli che vanno fatti nello specifi co per le provincie

di Rovigo, di Verona e Padova, dove il terremoto dell’Emilia ha lesionato diverse strutture. “Servono inoltre palestre a nor-ma e mense all’avanguardia - continua Marcon - il sindacato poi mette in risalto un piccolo miracolo ottenuto nella nostra regione. “Si è riusciti nonostante i tagli della devastante rifor-ma del ministro del governo Berlusconi, Maria Stella Gelmini - continua Marcon - a far aprire negli ultimi 4 anni 700 classi a tempo pieno. Erano appena 250 nel 2008. In questo modo ci si alinea ad altre regioni limitrofe come la Lombardia, in cui la percentuale di classi a tempo pieno è sempre stata al-tissima”. C’è poi la questione del sottodimensionamento. Gli

istituti sotto dimensionati in Veneto sono 64 su 654. Ossia il 10% va avanti con meno di 600 studenti, che è la soglia mi-nima stabilita per legge. “Capisco – spiega Marcon – che in certe comunità montane soglie o non soglie le scuole devono restare. Non si capisce invece questa realtà, magari all’interno di aree metropolitane”. Infi ne i presidi a scavalco. “E’ un pro-blema causato soprattutto da atteggiamenti campanilistici dei comuni – conclude la Cisl - che avendo scuole con dimensioni piccole, non accettano accorpamenti con altre realtà limitrofe. La scuola resta, ma il preside a quel punto arriva da fuori paese ed è di tipo comprensoriale” .

CRITICITA’ SICUREZZA E SOTTODIMENSIONAMENTO, NODI DA SCIOGLIERE

Aule aperte per 608.232 studenti, 13.400 più dello scorso anno. Arrivano 173 insegnanti in più. Ne mancano ancora un centinaio

In diffi coltà le materne parrocchiali: sono il 67% del totale

A.A.

7Il Veneto in primo piano

La corsa al libro usato diventa uno sport assai praticato questo settembre da geni-tori che, ancora più degli altri anni, fanno

fatica a sostenere le esose spese necessarie a mandare i propri fi gli a scuola.

Da una indagine svolta dall’Assaciazio-ne Difesa dei Consumatori Adico in collabo-razione con la libreria Pacinotti di Mestre e divulgata a fi ne agosto, risulta che, rispetto all’anno scolastico 2011-2012, il 70 per cento in più degli studenti mestrini ricorrerrà all’acquisto dei libri di seconda mano.

Una scelta dovuta considerato il classico fenomeno del “caro-libri” che ha fatto lie-vitare i costi - com’è tradizione ormai - di volumi e tomi anche in occasione di questo esordio imminente di anno scolastico.

Dall’indagine condotta da Adico, sem-pre nel territorio mestrino, risulta che i ge-nitori che hanno un fi glio iscritto al primo anno delle scuole superiori di Mestre dovran-no sborsare dai 275 euro ai 357 euro (a seconda dell’istituto) per l’acquisto dei libri di testo. La media sull’aumento del tota-le è di 20 euro, con un rincaro dei prezzi sul singolo tomo che oscilla tra lo 0,5% e l’1,2%.

“Su un testo che l’anno scorso costava 30 euro - esemplifi ca il presidente dell’Asso-ciazione Carlo Garofolini - il prezzo di co-pertina oggi indica un aumento tra 30 e 50

centesimi circa. Gli aumenti - prosegue valu-tando la tendenza degli ultimi anni - sono contenuti ma inesorabili sul libro singolo, ma incidono su una lista totale, raramente inferiore ai 10 libri”.

“Un fenomeno - è dunque la conclusione - nel quale è diffi cile capir dove fi nisca la legittima esigenza di rinnovamento e aggior-namento e dove inizi

la speculazione delle case editrici. L’unica certezza è che agosto e settembre restano mesi neri per le famiglie, con le spese per mandare i fi gli a scuola a fare la parte del leone”.

Oltre ai libri di testo incide sonoramente sulle tasche dei genitori anche l’acquisto dei dizionari: 86,70 euro per il Rocci, di greco, 66 per i Castiglioni-Mariotti, di latino, che lievitano a 96 con cd-rom ed espansione on line, 72,68 euro per lo Zingarelli d’italiano, e via via tutti gli altri. C’è poi il corredo scolastico e l’attrezzatura richiesta per le materie tecniche e artistiche: non si spende mai meno di 80 euro, 100 euro in media se non predomina l’ambizione degli adolscenti di “griffare” i propri studi.

Insomma far studiare i propri fi gli ri-mane un investimento impegnativo, per qualcuno anche proibitivo: tra libri di testo, dizionari e corredo è diffi cile rimanere sotto la soglia dei 500 euro.

di Ornella Jovane

Caro-libri Da un’indagine Adico risulta che il 70 per cento di studenti in più acquista volumi di seconda mano

Libri di testo, quest’anno va l’usatoL’acquisto dei libri, un passaggio “doloroso” per il portafogli dei genitori

NEWS

La prima campanella dell’anno scolastico 2012-2013 in Veneto è suonata il 12 set-tembre e si andrà a scuola fi no al prossimo sabato 8 giugno, ad eccezione delle scuole dell’infanzia che termineranno l’attività didattica sabato 28 giugno.Il cammino sarà intervallato dalle vacanze, di cui si potrà pregustare un assaggio già

con il ponte di Ognissanti, dal 1° novembre, un giovedì, a domenica 4. Ci sarà poi la pausa natalizia, in programma da domenica 23 dicembre 2012 a

domenica 6 gennaio 2013. Si concluderanno a casa i festeggiamenti di carnevale da do-

menica 10 al 13 febbraio, mercoledì delle Ceneri compreso. Per Pasqua la scuola rimarrà chiusa dal 28 marzo al 2 aprile.

E poi sarà un tour de force fi no alla fi ne dell’anno, con le sole “interruzioni” gior-naliere del 25 aprile e del 1° maggio. ll 2 giugno, la festa nazinale della Repubblica, quest’anno è di domenica. Rimane tuttavia la “carta” del santo patrono per “rosicchiare” ancora un giorno di festa al calendario delle “fatiche” scolastiche.

IL CALENDARIO: SI COMINCIA IL 12 SETTEMBRE, SI FINISCE L’8 GIUGNO

I libri di testo aumentano, i dizionari sono onerosi, il corredo scolastico non costa quasi mai meno di 100 euro

DIAMO VOCE A CHI NON CE L’HA.ACTIONAID È INSIEME A CHI OGNI GIORNO RIVENDICA I PROPRI DIRITTI. È INSIEME A CHI NON RIMANE IN SILENZIO DI FRONTE A INGIUSTIZIE SOCIALI, FAME E POVERTÀ. È INSIEME A CHI VUOLE FARSI SENTIRE PER CAMBIARE LE COSE. UNISCI ANCHE TU LA TUA VOCE SU ACTIONAID.IT

IL DIRITTO DI CAMBIARE

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252525Il Veneto in primo piano6

IL VENETOin PRIMO PIANO

Riparte la scuola in Veneto fra luci ed ombre. Tagli questa volta non ne sono previsti per fortuna, ma i problemi all’inizio dell’anno scolastico non

mancano e i numeri sono tutti lì a dimostrarlo. I sindacati pongono sul tavolo diversi problemi: aiu-

ti alle scuole parrocchiali, presidi a scavalco, situazione diffi cile degli edifi ci scolastici, le questioni sollevate dal concorsone che permette l’accesso alla scuola per l’ulti-ma volta di persone in possesso dei vecchi titoli di studio di venti anni fa.

Ma partiamo vedendo i numeri. Ai nastri di parten-za il 12 settembre in tutte le provincie si sono presentati 608232 fra studenti e alunni, 13.400 più dello scorso anno.

La media di allievi per classe è di 21,7 unità. Gli affollamenti macroscopici sono previsti alle superiori. “La crescita tumultuosa delle iscrizioni arriva in termini temporali, dalla parte fi nale delle classi di nascita degli anni 90 - spiega Nereo Marcon segretario regionale di Cisl Scuola - Non si tratta solo di stranieri, ma nella stragrande maggioranza dei casi di alunni e studenti

autoctoni (gli stranieri sono il 10%)”. Il personale è all’osso, nonostante il ministro Francesco Profumo ab-bia promesso alla regione Veneto 173 insegnanti in più. Mancano ancora al fabbisogno un centinaio di docenti.

Ha protestato contro questo atteggiamento del Ministero l’assessore alla Pubblica Istruzione della regione Veneto Elena Donazzan. I docenti sono complessivamente circa 45.000. Bidelli, impiegati e tecnici sono 15.716. La Cisl si fa portabandiera dei problemi degli istituti paritari.

“I due terzi delle scuole materne in Veneto sono parrocchiali (il 67%) - dice Nereo Marcon - a differen-za del resto d’Italia, dove le scuole parrocchiali sono molto meno numerose di quelle statali. Non si possono lasciare i parroci da soli. Giustamente loro spiegano che il loro scopo principale non è tenere aperte le scuole. Queste scuole hanno rette molto alte rispetto alle ma-terne pubbliche. Rette che in periodo di crisi i genitori non ce la fanno a pagare. Bisogna perciò aiutare queste

strutture ad abbassare le rette con dei contributi ad hoc. Le scuole parrocchiali in Veneto sono un patrimonio in termini di servizi e qualità che non deve essere perso. Va comunque aumentato in modo considerevole, il nu-mero delle materne statali”.

Sul tappeto restano però anche i problemi sollevati con il nuovo concorsone per l’immissione a ruolo degli insegnanti. In tutta Italia, saranno circa 21.000 inse-gnanti da immettere a ruolo con un bando che dovrebbe essere pronto

il 24 settembre. Nel Veneto il concorso, voluto dal Ministro Profumo,

potrebbe essere riservato solo agli abilitati e non anche ai laureati dell’ultima ora, immetterebbe in cattedra 1500 nuovi insegnanti.

I sindacati puntano i piedi. “Il ministro Francesco Profumo – spiega Salvatore Mazza segretario regio-nale della Cgil Scuola - deve fare attenzione. Ci sono migliaia di persone in Veneto che da decenni vivono

nel precariato. Questi non possono essere lasciati in disparte a fa-

vore dei neolaureati. Ci sono persone di 40 anni, che da anni aspettano di diventare di ruolo e ci sono anche i soprannumerari cioè quegli insegnanti che hanno perso il posto a causa dei tagli degli anni precedenti voluti dal centrodestra. Ora devono ritornare a lavorare priorita-riamente”.

Il ministro Profumo proprio a Venezia a margine di una giornata sulla cultura ebraica nei giorni scorsi, ha ribadito come sia dal “1999 che non si tengono concorsi nella scuola.

La legge prevede il doppio canale: lo svuotamento delle graduatorie e il concorso. È il modo più regolare per diventare un Paese normale”. Nel frattempo la lotta per ottenere il lavoro da parte degli insegnanti supplenti è già partita. Nelle scorse settimane in Veneto sono stati immessi a ruolo 226 insegnanti. Ci sono ancora per le prossime settimane 300 posti a disposizione per 3000 precari.

di Alessandro Abbadir

Riparte la scuola, e la lotta dei precari

Organizzazione dei presidi, sotto dimensionamento, tempo pieno e sicurezza degli edifi ci scolastici, proble-mi davvero importanti nella nostra regione sul versante

scuola. Partiamo dalla questione della sicurezza. Gli edifi ci sco-lastici fuori norma si stima siano un terzo. “Non basta mettere le scale antincendio o controllare la staticità della costruzione. Certo questo è l’abc e va fatto prioritariamente - dice per la Cisl Nereo Marcon - ma vanno controllati anche tutti quegli edifi ci che ad esempio negli anni 70 erano fatti con eternit non solo nei tetti ma anche nei pavimenti“. Ci sono sul tappeto poi una serie di controlli che vanno fatti nello specifi co per le provincie

di Rovigo, di Verona e Padova, dove il terremoto dell’Emilia ha lesionato diverse strutture. “Servono inoltre palestre a nor-ma e mense all’avanguardia - continua Marcon - il sindacato poi mette in risalto un piccolo miracolo ottenuto nella nostra regione. “Si è riusciti nonostante i tagli della devastante rifor-ma del ministro del governo Berlusconi, Maria Stella Gelmini - continua Marcon - a far aprire negli ultimi 4 anni 700 classi a tempo pieno. Erano appena 250 nel 2008. In questo modo ci si alinea ad altre regioni limitrofe come la Lombardia, in cui la percentuale di classi a tempo pieno è sempre stata al-tissima”. C’è poi la questione del sottodimensionamento. Gli

istituti sotto dimensionati in Veneto sono 64 su 654. Ossia il 10% va avanti con meno di 600 studenti, che è la soglia mi-nima stabilita per legge. “Capisco – spiega Marcon – che in certe comunità montane soglie o non soglie le scuole devono restare. Non si capisce invece questa realtà, magari all’interno di aree metropolitane”. Infi ne i presidi a scavalco. “E’ un pro-blema causato soprattutto da atteggiamenti campanilistici dei comuni – conclude la Cisl - che avendo scuole con dimensioni piccole, non accettano accorpamenti con altre realtà limitrofe. La scuola resta, ma il preside a quel punto arriva da fuori paese ed è di tipo comprensoriale” .

CRITICITA’ SICUREZZA E SOTTODIMENSIONAMENTO, NODI DA SCIOGLIERE

Aule aperte per 608.232 studenti, 13.400 più dello scorso anno. Arrivano 173 insegnanti in più. Ne mancano ancora un centinaio

In diffi coltà le materne parrocchiali: sono il 67% del totale

A.A.

7Il Veneto in primo piano

La corsa al libro usato diventa uno sport assai praticato questo settembre da geni-tori che, ancora più degli altri anni, fanno

fatica a sostenere le esose spese necessarie a mandare i propri fi gli a scuola.

Da una indagine svolta dall’Assaciazio-ne Difesa dei Consumatori Adico in collabo-razione con la libreria Pacinotti di Mestre e divulgata a fi ne agosto, risulta che, rispetto all’anno scolastico 2011-2012, il 70 per cento in più degli studenti mestrini ricorrerrà all’acquisto dei libri di seconda mano.

Una scelta dovuta considerato il classico fenomeno del “caro-libri” che ha fatto lie-vitare i costi - com’è tradizione ormai - di volumi e tomi anche in occasione di questo esordio imminente di anno scolastico.

Dall’indagine condotta da Adico, sem-pre nel territorio mestrino, risulta che i ge-nitori che hanno un fi glio iscritto al primo anno delle scuole superiori di Mestre dovran-no sborsare dai 275 euro ai 357 euro (a seconda dell’istituto) per l’acquisto dei libri di testo. La media sull’aumento del tota-le è di 20 euro, con un rincaro dei prezzi sul singolo tomo che oscilla tra lo 0,5% e l’1,2%.

“Su un testo che l’anno scorso costava 30 euro - esemplifi ca il presidente dell’Asso-ciazione Carlo Garofolini - il prezzo di co-pertina oggi indica un aumento tra 30 e 50

centesimi circa. Gli aumenti - prosegue valu-tando la tendenza degli ultimi anni - sono contenuti ma inesorabili sul libro singolo, ma incidono su una lista totale, raramente inferiore ai 10 libri”.

“Un fenomeno - è dunque la conclusione - nel quale è diffi cile capir dove fi nisca la legittima esigenza di rinnovamento e aggior-namento e dove inizi

la speculazione delle case editrici. L’unica certezza è che agosto e settembre restano mesi neri per le famiglie, con le spese per mandare i fi gli a scuola a fare la parte del leone”.

Oltre ai libri di testo incide sonoramente sulle tasche dei genitori anche l’acquisto dei dizionari: 86,70 euro per il Rocci, di greco, 66 per i Castiglioni-Mariotti, di latino, che lievitano a 96 con cd-rom ed espansione on line, 72,68 euro per lo Zingarelli d’italiano, e via via tutti gli altri. C’è poi il corredo scolastico e l’attrezzatura richiesta per le materie tecniche e artistiche: non si spende mai meno di 80 euro, 100 euro in media se non predomina l’ambizione degli adolscenti di “griffare” i propri studi.

Insomma far studiare i propri fi gli ri-mane un investimento impegnativo, per qualcuno anche proibitivo: tra libri di testo, dizionari e corredo è diffi cile rimanere sotto la soglia dei 500 euro.

di Ornella Jovane

Caro-libri Da un’indagine Adico risulta che il 70 per cento di studenti in più acquista volumi di seconda mano

Libri di testo, quest’anno va l’usatoL’acquisto dei libri, un passaggio “doloroso” per il portafogli dei genitori

NEWS

La prima campanella dell’anno scolastico 2012-2013 in Veneto è suonata il 12 set-tembre e si andrà a scuola fi no al prossimo sabato 8 giugno, ad eccezione delle scuole dell’infanzia che termineranno l’attività didattica sabato 28 giugno.Il cammino sarà intervallato dalle vacanze, di cui si potrà pregustare un assaggio già

con il ponte di Ognissanti, dal 1° novembre, un giovedì, a domenica 4. Ci sarà poi la pausa natalizia, in programma da domenica 23 dicembre 2012 a

domenica 6 gennaio 2013. Si concluderanno a casa i festeggiamenti di carnevale da do-

menica 10 al 13 febbraio, mercoledì delle Ceneri compreso. Per Pasqua la scuola rimarrà chiusa dal 28 marzo al 2 aprile.

E poi sarà un tour de force fi no alla fi ne dell’anno, con le sole “interruzioni” gior-naliere del 25 aprile e del 1° maggio. ll 2 giugno, la festa nazinale della Repubblica, quest’anno è di domenica. Rimane tuttavia la “carta” del santo patrono per “rosicchiare” ancora un giorno di festa al calendario delle “fatiche” scolastiche.

IL CALENDARIO: SI COMINCIA IL 12 SETTEMBRE, SI FINISCE L’8 GIUGNO

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Page 26: La Piazza di Padova nord - 2012ag n111

26 Voci da palazzo2626 Voci da palazzo

Anche dal capogruppo del Pdl, Dario Bond, si augura che il pro-cesso di riorganizzazione e riassetto istituzionale parta dal basso, magari anche attraverso il ricorso al referendum. “La politica

deve fare la politica e quindi ascoltare il territorio - ha sottolineato Bond - In questo momento a Roma non c’è praticamente nessuno attento alle esigenze del Veneto, tocca quindi a noi prendere una posizione su un tema tanto fondamentale per il governo del territorio. In ballo ci sono l’operatività dello Statuto regionale e il pieno riconoscimento delle diverse specifi cità territoriali, dal Bellunese all’area deltizia”.

Dario Bond, PdL“SÌ AL REFERENDUM PER IL RIASSETTO ISTITUZIONALE”

L’opinioneL’opinione

Dal canto suo, il vicecapogruppo del Pdl Piergiorgio Cortelazzo ha ribadito che “non è ammissibile che qualcuno decida sulla nostra testa: con questa proposta di legge vogliamo porre la

questione delle province a 360 gradi”.

Piergiorgio Cortelazzo, PdL “NON È AMMISSIBILE CHE QUALCUNO DECIDA SULLA NOSTRA TESTA”

Taglio delle Provincie, atto secondo. Dopo la generale levata di scudi dietro alla quale un po’ tutti i partiti politici si sono trincerati il giorno dopo il varo del decreto legge sul contenimento della spesa

pubblica (la cosiddetta ‘spending review’, con il quale è stato deciso anche il riordino degli enti locali intermedi sulla base della densità abitativa, 350 mila abitanti, e l’estensione territoriale, non inferiore ai 2500 chilometri quadrati), sostenendone l’incostituzionalità piuttosto che l’assoluta mancanza di effetti economici positivi dalla manovra, in Regione in questi giorni si stanno prendendo le prime misure sul come intervenire, anzi su chi lo debba fare. Ma il tempo stringe. La legge, che di fatto terrebbe in vita solo la provincia di Venezia, quella di Verona e Vicenza, dà tempi strettissimi alle Regioni per procedere all’accorpamento/razionalizzazione del resto del territorio. Infatti, prevede che entro il 2 ottobre prossimo la Conferenza permanente Regione-Autonomie locali deliberi un’ipotesi di riordino delle Province da trasmettere alla Regione, che a sua volta avrà solo 20 giorni di tempo per inviare una proposta al Governo. In caso di inadempienza della Regione è prevista l’acquisizione del parere della Conferenza. Ed è su questo iter che a palazzo Ferro Fini hanno voluto piantare il primo chiodo. A prendere in mano il martello sono stati i consiglieri del PdL, Costantino Toniolo, presidente della commissione Affari Istituzionali, e Carlo Alberto Tesserin, presidente della commissione Statuto, che in una proposta di legge, denominata “Norme in materia di funzionali provinciali”, hanno ribadito che dovrà essere il Consiglio il protagonista nel processo di riassetto del sistema istituzionale del Veneto.

I dieci articoli predisposti dai presidenti delle commissioni Statuto e Affari istitizionali vogliono essere “un cavallo di Troia” (la defi nizione è di Bond) o, più prosaicamente, uno “strumento” (secondo Tesserin) per far sì che a decidere il futuro assetto istituzionale del Veneto sia l’assemblea legislativa della Regione, e non un organo tecnico com-posto da 11 amministratori qual è la Conferenza Regione-Autonomie locali o, peggio, il governo di Roma. Con la proposta di legge Tesserin-Toniolo, invece, il Consiglio regionale viene chiamato a disciplinare “il conferimento ai Comuni delle funzioni amministrative attribuite alle Province ed individua quelle che richiedono l’unitario esercizio a livello regionale”. “Abbiamo presentato questo progetto di legge - ha spie-gato Toniolo - perché rispetto alla tempistica e alle scadenze previste dal decreto del Governo, il Consiglio regionale deve potersi esprimere e dare indirizzi signifi cativi alla Conferenza, che dovrà formulare una prima ipotesi di riordino”. “Non condividiamo la scelta nazionale - ha ribadito Tesserin - di affi dare la riorganizzazione dei diversi livelli istitu-zionali all’interno delle Regioni ad un organismo come la Conferenza permanente, che non ha una rappresentanza democratica diretta. Noi crediamo che il Consiglio regionale abbia il diritto-dovere di farsi cari-co di come sarà il Veneto. Crediamo inaccettabile, come stabilisce il decreto, che a determinare la soppressione di alcune province sia solo una questione di dati numerici; crediamo invece che, pur in una logica fi nalizzata al contenimento della spesa pubblica e al riordino delle province, questo comporti un lavoro approfondito con i territori, a cui sono chiamati tutti i consiglieri regionali”.

di Mauro Gambin

Taglio delle Provincie Toniolo e Tesserin hanno presentato un Proposta di legge

“Il riordino degli enti locali spetta al Consiglio”In Regione si stanno prendendo le prime misure sul come intervenire, anzi su chi lo debba fare

E’ un giudizio positivo, seppur con riserva, quello che il consigliere regionale del Pd, Bruno Pigozzo, dà alla Proposta di Legge pre-sentata ieri dal PDL per il riordino delle province. “In merito alla

discussione sul riordino delle province, - dichiara in una nota l’espo-nente democratico - trovo sterile, banale e fuori luogo la querelle circa la primogenitura della proposta che dal Veneto dovrà essere inviata al governo entro il 22 ottobre. E’ chiaro che una proposta di riordino di tale portata - precisa Pigozzo - dovrà obbliga-toriamente essere costruita con il contributo di tutti i soggetti interessati il Consiglio regionale, la Giunta regionale, l’Anci Veneto, le Province, le Comunità Montane, senza competizioni e isolati protagonismi. In effetti, - precisa - non avendo il Veneto provveduto, anche ai sensi del nuovo statuto, ad istituire la Conferenza delle Autonomie Locali, il punto di riferimento oggi operativo è la Conferenza Permanente Regione Autonomie Locali, nella quale, ad inizio legi-slatura, il Consiglio ha nominato in sua rappresentanza il sottoscritto e per la maggioranza il consigliere Cristiano Corazzari della Lega Nord. Ciò, ovviamente, non può e non deve esaurire il potere di iniziativa di tutti i consiglieri, con lo stesso atteggiamento collaborativo già dimo-strato nella stesura dello Statuto. In questo senso - ribadisce - valuto positivamente la proposta di legge del PdL presentata ieri, seppure in modo affrettato, quale spunto di confronto su un tema così importante ed impellente. Da parte mia ho già ricevuto da capigruppo di minoranza utili proposte da mettere sul tavolo e altre arriveranno a breve. Sarà mia cura rappresentare questa volontà del consiglio di lavorare a stretto contatto per una proposta condivisa.”

“STERILE E BANALE LA QUERELLE CIRCA LA PRIMOGENITURA DELLA PROPOSTA”

Bruno Pigozzo, PD

Nelle foto Costantino Toniolo, presidente della commissione

Affari Istituzionali, e Carlo Alberto Tesserin, presidente

della commissione Statuto

Dario Bond

Bruno Pigozzo

Piergiorgio Cortellazzo

Entro il 22 ottobre dovrà pervenire a Governo qualche proposta

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28 Intorno a noi2828 Intorno a noi10 Intorno a noi

Un intero ordine professionale si met-te a disposizione per dare il proprio contributo nel tentativo di ”ammortiz-

zare” l’impatto devastante della crisi sulla società veneta, che già conta le sue vittime e che, ancora preoccupata, guarda al futuro imminente.

Lo scorso 2 agosto l’Ordine degli psi-cologi del Veneto ha formalizzato un pro-tocollo d’intesa con l’associazione Speran-zaallavoro per garantire insieme una rete di supporto a chi – artigiani e piccoli im-prenditori, lavoratori, pensionati e famiglie – si trova in diffi coltà proprio a causa degli effetti sul mondo occupazionale e lavorativo della crisi economica e fi nanziaria.

Per il momento sono 200 gli psicologi che hanno dato la propria adesione all’ini-ziativa, professionisti che consentono a chi ne ha la necessità di intraprendere un per-corso psicoterapeutico a costi accessibili: sa-ranno disponibili ad uno, se necessario due, incontri gratuiti e quindi ad una riduzione del 30 per cento sulla parcella per le sedute successive, con l’impegno a non superare mai i 50 euro per ciascuna di esse.

Non si tratta solo di agevolazioni econo-miche, pur sempre utili in questo frangente, ma soprattutto di un’organizzazione capilla-re e diffusa su tutto il territorio per arginare il disagio e offrire un punto di riferimento a chi si sente solo di fronte a diffi coltà che – se affrontate appunto da soli - sembrano insormontabili e che logorano alla lunga, fi no a quando ad avere la meglio è il senso d’impotenza.

“Attraverso questa convenzione – spie-ga Laura Tamiozzo, presidente dell’Asso-ciazione promossa da Filca Cisl, Adiconsum e familiari delle vittime dell’indifferenza al lavoro - nessuno si dovrà più sentire solo: tutelare le imprese e i lavoratori signifi ca in-nanzitutto tutelare le persone e la struttura sociale che essi esprimono, e per questo va creata una rete di riferimenti e di opportuni-tà di sostegno e affi ancamento alle situazio-ni di diffi coltà”.

I casi e le storie di “ordinaria” disoc-cupazione o di diffusa disperazione non mancano e il malessere è palpabile. Lo con-ferma il segretario generale della Filca Cisl, Salvatore Federico, facendo riferimento all’esperienza dell’associazione nata in Ve-neto soltanto tre mesi fa. “La crisi – raccon-ta – sta facendo aumentare notevolmente il disagio psicosociale, così come le dipenden-ze da droga, alcol, gioco e la depressione. In poco più di tre mesi, Speranzaallavoro ha raccolto più di 500 contatti, con una media di 5 contatti al giorno di lavoratori licenziati, imprenditori sull’orlo del fallimen-to perché non riescono a riscuotere i crediti e, più in generale, di persone che in questo momento di grande fragilità hanno bisogno di sostegno”.

Da qui la convenzione con l’Ordine de-gli psicologi che con il suo presidente Marco Nicolussi conferma il proprio impegno socia-

di Ornella Jovane

Piccoli imprenditori esasperati lavoratori che perdono il posto: una risposta a chi è in diffi coltà e si sente solo

Lavoro Firmata una convenzione tra l’Ordine professionale veneto e l’associazione Speranzaallavoro

Un team di psicologi a sostegno delle “vittime” della crisile. “Una rete di psicologi professionisti rivol-ta espressamente al supporto delle persone in diffi coltà a causa della crisi economica – sottolinea – permetterà di aiutare quanti stanno attraversando un periodo nero, for-nendo loro interlocutori altamente preparati e in grado di valutare caso per caso gli inter-venti più opportuni per uscire dall’impasse che si viene a creare quando mutano le prospettive della propria vita lavorativa e non solo”. L’Ordine professionale sta inoltre lavorando con la Regione Veneto – che con il suo presidente Luca Zaia ha avuto modo di elogiare l’iniziativa - affi nché si creino dei canali di contatto e di coordinamento anche con il servizio “inOltre”, istituito dalla stessa Regione e gestito da psicologi del servizio sanitario regionale. La via d’accesso sarà l’Associazione – il sito è www.speranzaal-lavoro.it - che, caso per caso, segnalerà agli specialisti quelli che potrebbero avere biso-gno anche di un approccio di carattere psi-cologico. Questa convenzione rappresenta un tassello che va ad aggiungersi all’attività di Speranzaallavoro “che si propone ora – spiega Federico - di far entrare questo tipo di convenzione all’interno della contrattazione aziendale di secondo livello”. “Sarebbe un passo fondamentale – conclude – sul fron-te della prevenzione del disagio, per costru-ire assieme benessere sociale e familiare”.

Ascolto e aiuto, sono i due obiettivi per cui l’associazione Speranzaal-lavoro s’impegna in Veneto dallo

scorso maggio, quando ha preso il via la sua attività grazie all’iniziativa di Filca Cisl, Adiconsum Veneto e al coraggio di Laura Tamiozzo, la fi glia dell’impreditore edile vicentino che lo scorso dicembre si tolse la vita oberato dalle preoccupazioni e dalle diffi coltà economiche che avevano investito la sua azienda.

L’associazione nasce con lo scopo di costruire una rete “protettiva” attorno al mondo del lavoro per supportare chi lo attraversa con diffi coltà, chi improvvisa-mente se ne trova fuori, con le relative conseguenze, e le famiglie che vivono al loro interno il disagio di una situazione dolorosa da affrontare e diffi cile da ge-stire sul piano economico ma sopprattut-to emotivo. La solitudine e l’indifferenza sono i primi “nemici” da affrontare e da combattere, contro di essi l’associazione punta a tessere la propria rete, favoren-do agganci col mondo politico, istituzio-nale e dei professionisti che possano contribuire ad intervenire rapidamente ed effi cacemente sul territorio.

NEWS

L’associazioneSPERANZAALLAVORO CONTRO LA SOLITUDINE

O.J.

12 Cultura veneta

Due acari e un moscerino delle dimensioni di pochi millimetri, risalenti al periodo Triassico, databile a oltre 230 milioni di anni fa, sono stati trovati per-

fettamente conservati all’interno di goccioline di ambra rinvenute nelle Dolomiti, vicino a Cortina d’Ampezzo. A rivelarlo uno studio internazionale realizzato dall’Istituto di geoscienze e georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Igg-Cnr) e dall’Università di Padova, in colla-borazione con l’Università di Göttingen e con il Museo di Storia Naturale di New York, e pubblicato su Pnas – Proceedings of the National Academy of Sciences. I ricercatori hanno osservato oltre settantamila picco-le gocce di ambra fi nora ritrovate nel sito dolomitico, facendo luce sull’evoluzione di un gruppo di artropodi (invertebrati che comprendono gli insetti, i ragni e i cro-stacei) tra i più diffusi al mondo. “Già nel 2006 il team di ricerca aveva pubblicato i risultati sullo studio di batteri e protozoi inglobati nell’ambra dolomitica, dimostratisi incredibilmente simili ai microrganismi ancora oggi esi-stenti - ha spiegato Eugenio Ragazzi dell’Università di Padova - prima del presente studio, però, le più vecchie inclusioni di or-ganismi animali in ambra risalivano a circa 130 milioni di anni fa: la nuova scoperta sposta quindi le lancette indietro nel tempo di ben 100 milioni di anni rispetto a ogni precedente ritrovamento di organismi inglobati in am-bra”. Grazie all’eccezionale stato di conservazione, per due dei tre artropodi sono state coniate anche nuove spe-

cie, chiamate Ampezzoa triassica e Triasacarus fedelei, in onore del cortinese Paolo Fedele che nel 1997 ha se-gnalato il giacimento che ha permesso tutte le successive

ricerche. “È sorprendente come la morfologia di tali acari triassici sia simile a quella delle specie odierne appartenenti alla famiglia Erio-phyoidea - prosegue Guido Roghi dell’Igg-Cnr - le caratteristiche co-muni - corpo lungo e segmentato,

due paia di zampe invece delle quattro solitamente pre-senti negli acari, un peculiare apparato boccale e artigli piumati – dimostrano che questi artropodi avevano tratti

distintivi e specializzati già nel Triassico, decine di milioni di anni prima della comparsa delle angiosperme di cui si nutrono oggi, quando necessariamente si nutrivano di conifere (gimnosperme)”. Quando apparvero le prime piante con fi ore, quindi, questi artropodi modifi carono le loro abitudini alimentari: “Grazie al loro adattamento ambientale hanno superato le grandi estinzioni al termi-ne del Cretacico (65 milioni di anni fa)”, concludono i ricercatori. “Se nel Permiano (252 milioni di anni fa) si erano estinte il 96% di tutte le specie marine e il 70% di quelle dei vertebrati terrestri, questo studio chiarisce che nel Triassico (230 milioni di anni fa) esistevano organi-smi animali persistenti anche a cambiamenti enormi”.

Archeologia e fossili Rinvenuti acari e moscerini di oltre 230 milioni di anni fa

Tre insetti portano indietro le lancette del tempo

Museo Correr

In occasione del terzo centenario della nasci-ta di Francesco Guardi (1712 – 2012), la Fondazione Musei Civici di Venezia dedica

un’ampia retrospettiva che testimonia - con una ricchezza di prestiti mai vista in prece-denza e con opere in alcuni casi per la prima volta esposte insieme - la lunga e complessa parabola artistica di uno degli ultimi grandi maestri della pittura veneta. A cura di Alberto Craievich e Filippo Pedrocco, con la direzione scientifi ca di Gabriella Belli, la mostra, allesti-ta nelle sale espositive del Museo Correr dal 28 settembre 2012 al 6 gennaio 2013, si suddivide in cinque sezioni che ripercorrono l’evoluzione del percorso artistico di Guardi e allo stesso tempo documentano i diversi generi in cui il grande artista si è cimentato. Un iti-nerario insieme cronologico e tematico che si sviluppa attraverso settanta dipinti e altrettanti disegni, scelti per il loro particolare valore qua-litativo e storico, all’interno di un corpus assai vasto ed eterogeneo che va dalle meno note opere giovanili di fi gura, ispirate alla pittura di costume ai dipinti sacri alle prime vedute, dai paesaggi e capricci, in cui risalta la sua origi-nalità rispetto agli altri maestri veneti alle tele che immortalano le feste e le cerimonie della Serenissima, fi no alle splendide vedute di Ve-nezia degli anni della maturità, dove il suo stile

personalissimo si fa sempre più libero e allusi-vo. La formazione di Francesco Guardi avviene all’interno di una modesta bottega a conduzio-ne familiare, dove tutti sono pittori, dal padre Domenico ai fratelli Antonio e Nicolò. Nessuno sarà in grado di raggiungere in vita, se non il successo, almeno una certa agiatezza. Dopo la morte nel 1793, su Francesco Guardi cade l’oblio. La sua riscoperta avviene in Francia alla metà dell’Ottocento, assieme alla generale rivalutazione del rococò. Il successo è improvvi-so quanto straordinario, tanto da sovvertire agli occhi dei critici e dei collezionisti il consolidato rapporto gerarchico nei confronti di Canaletto. Non a caso Francesco sarà il primo artista ve-

neziano del Settecento ad avere una propria monografi a di valore scientifi co. Negli anni suc-cessivi si susseguono i contributi e scoppiano le polemiche: è la famosa querelle guardesca che culmina con la celebre mostra curata da Pietro Zampetti a Palazzo Grassi nel 1965, dove il dibattito sulla distinzione delle opere eseguite da Francesco e dal fratello maggiore Antonio tocca il suo vertice. Da allora Francesco Guardi è diventato una presenza stabile nel pantheon dell’arte veneziana, che al successo presso la critica coniuga quello del pubblico e dei collezio-nisti, come testimoniano le recenti quotazioni raggiunte da alcuni dei suoi dipinti, quasi dei record per la pittura antica.

Retrospettiva su Guardi nel tricentenario della morte

Lynn Davis è considerata una delle più raffi nate fotografe della scena america-na. Allieva di Berenice Abbott, un mito

della fotografi a, e amica di Robert Mapple-thorpe, il fotografo “maudit” della ribalta newyorkese anni Ottanta, Lynn Davis vuole presentarsi a Venezia con una tra le sue più raffi nate raccolte di grandi fotografi e, tutte centrate sull’epifania di luoghi sacri all’uomo: tombe monumentali in mezzo al deserto, templi che si ergono come stalagmiti nella pianura, fi gure ieratiche che emergono dalle montagne, sono le immagini che la fotogra-fa oggi predilige, nella sua costante ricerca di un luogo “senza tempo”, che trasmetta all’essere umano – oggi come ieri – il sen-so dell’assoluto. Per questo, l’esposizione al Museo Archeologico riveste la mostra di un doppio signifi cato: le fotografi e non solo entrano in rapporto, ovviamente, con lo sguardo dello spettatore, ma anche con i reperti custoditi nel museo, che idealmente fanno parte della ricerca di Lynn Davis, sia come oggetti in sé – spesso si tratta di statuaria celebrativa, votiva, funeraria sia come oggetto della memoria dei lungimiranti collezionisti che, a partire dai raffi nati prelati rinascimentali, Domenico e Giovanni Grimani nel XVI secolo, hanno contribuito a creare la

raccolte di antichità del Museo Archeologico veneziano. Così, il viaggio ideale e fi sico di Lynn Davis trova fi nalmente il suo luogo d’elezione, che è il luogo della memoria – e delle memoria antica, ancestrale, quasi atavica -, dove le grandi foto magistralmente stampate su rarissima carta fotografi ca, di-ventano non semplicemente Un’eposizione che durerà ’esposizione temporanea di una stagione, ma il luogo dove “sono sempre sta-te”, e dove potrebbero idealmente rimanere per sempre. Promosso dall’Associazione di Promozione Culturale ASLC. La Città - Progetti per l’arte Organizzazione a cura di Studio la Città, Verona Su progetto di Elena Povellato - Venezia In collaborazione con Galerie Karsten Greve – Colonia, St. Moritz, Parigi Mostra curata dal Prof. Marco Meneguzzo rimarrà aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00, dal 1 novembre dalle 10.00 alle 17.00 dal 21 settembre al 13 gennaio 2013.

Museo archeologico di Venezia

LYNN DAVIS, FOTOGRAFIE DAI LUOGHI SACRI

All’inizio spirava un vento di rivoluzione…e in un certo senso lo fu. Il progressive rock italiano fu un vento che cambiò tutto per sempre. Sabato 20 ottobre il Gran Te-

atro Geox ospita Banco del Mutuo Soccorso e Le Orme assie-me sullo stesso palco. Le due band hanno fatto la storia del rock italiano: insieme alla PFM sono stati gli unici gruppi che hanno fatto breccia in America con il loro stile inconfondibile. Francesco Di Giacomo, voce del Banco di Mutuo Soccorso, ricorda con orgoglio che nel 1972 il loro album Darwin fu pro-clamato da 300 critici americani il miglior disco progressive dell’anno. Da allora non si sono mai fermati. Sempre in tour, spesso all’estero, Banco del Mutuo Soccorso, per festeggiare i 40 anni di attività, hanno pensato un tour che è uno degli eventi musicali più interessanti del 2012. Un concerto con in scaletta i classici del gruppo, ma soprattutto con un fi nale imprevedibile: sullo stesso palco, Le Orme (altra band stori-ca della scena rock italiana) e Banco del Mutuo Soccorso, suoneranno insieme i classici delle due band. Un appunta-mento che sa di storia della musica, che proporrà il meglio di quell’avventura musicale che fu il progressive italiano.

Musica Gran Teatro Geox

Banco e Orme insieme al progressive rock

Nella foto grande gli insetti di pochi millimetri ancora imprigionati nell’ambra e gli autori della scoperta: seduti Eugenio Ragazzi e Schmidt in piedi Guido Roghi

Il Banco e le Ome, insieme a alla Pfm e agli Area, sono l’esempio più rappresentativo e noto, anche all’estero, di progressive rock italiano

Un gruppo di ricerca internazionale ha scoperto i più antichi artropodi mai inglobati in ambra

Nel Triassico esistevano organismi animali persistenti anche a cambiamenti enormi

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Page 29: La Piazza di Padova nord - 2012ag n111

292929Cultura veneta10 Intorno a noi

Un intero ordine professionale si met-te a disposizione per dare il proprio contributo nel tentativo di ”ammortiz-

zare” l’impatto devastante della crisi sulla società veneta, che già conta le sue vittime e che, ancora preoccupata, guarda al futuro imminente.

Lo scorso 2 agosto l’Ordine degli psi-cologi del Veneto ha formalizzato un pro-tocollo d’intesa con l’associazione Speran-zaallavoro per garantire insieme una rete di supporto a chi – artigiani e piccoli im-prenditori, lavoratori, pensionati e famiglie – si trova in diffi coltà proprio a causa degli effetti sul mondo occupazionale e lavorativo della crisi economica e fi nanziaria.

Per il momento sono 200 gli psicologi che hanno dato la propria adesione all’ini-ziativa, professionisti che consentono a chi ne ha la necessità di intraprendere un per-corso psicoterapeutico a costi accessibili: sa-ranno disponibili ad uno, se necessario due, incontri gratuiti e quindi ad una riduzione del 30 per cento sulla parcella per le sedute successive, con l’impegno a non superare mai i 50 euro per ciascuna di esse.

Non si tratta solo di agevolazioni econo-miche, pur sempre utili in questo frangente, ma soprattutto di un’organizzazione capilla-re e diffusa su tutto il territorio per arginare il disagio e offrire un punto di riferimento a chi si sente solo di fronte a diffi coltà che – se affrontate appunto da soli - sembrano insormontabili e che logorano alla lunga, fi no a quando ad avere la meglio è il senso d’impotenza.

“Attraverso questa convenzione – spie-ga Laura Tamiozzo, presidente dell’Asso-ciazione promossa da Filca Cisl, Adiconsum e familiari delle vittime dell’indifferenza al lavoro - nessuno si dovrà più sentire solo: tutelare le imprese e i lavoratori signifi ca in-nanzitutto tutelare le persone e la struttura sociale che essi esprimono, e per questo va creata una rete di riferimenti e di opportuni-tà di sostegno e affi ancamento alle situazio-ni di diffi coltà”.

I casi e le storie di “ordinaria” disoc-cupazione o di diffusa disperazione non mancano e il malessere è palpabile. Lo con-ferma il segretario generale della Filca Cisl, Salvatore Federico, facendo riferimento all’esperienza dell’associazione nata in Ve-neto soltanto tre mesi fa. “La crisi – raccon-ta – sta facendo aumentare notevolmente il disagio psicosociale, così come le dipenden-ze da droga, alcol, gioco e la depressione. In poco più di tre mesi, Speranzaallavoro ha raccolto più di 500 contatti, con una media di 5 contatti al giorno di lavoratori licenziati, imprenditori sull’orlo del fallimen-to perché non riescono a riscuotere i crediti e, più in generale, di persone che in questo momento di grande fragilità hanno bisogno di sostegno”.

Da qui la convenzione con l’Ordine de-gli psicologi che con il suo presidente Marco Nicolussi conferma il proprio impegno socia-

di Ornella Jovane

Piccoli imprenditori esasperati lavoratori che perdono il posto: una risposta a chi è in diffi coltà e si sente solo

Lavoro Firmata una convenzione tra l’Ordine professionale veneto e l’associazione Speranzaallavoro

Un team di psicologi a sostegno delle “vittime” della crisile. “Una rete di psicologi professionisti rivol-ta espressamente al supporto delle persone in diffi coltà a causa della crisi economica – sottolinea – permetterà di aiutare quanti stanno attraversando un periodo nero, for-nendo loro interlocutori altamente preparati e in grado di valutare caso per caso gli inter-venti più opportuni per uscire dall’impasse che si viene a creare quando mutano le prospettive della propria vita lavorativa e non solo”. L’Ordine professionale sta inoltre lavorando con la Regione Veneto – che con il suo presidente Luca Zaia ha avuto modo di elogiare l’iniziativa - affi nché si creino dei canali di contatto e di coordinamento anche con il servizio “inOltre”, istituito dalla stessa Regione e gestito da psicologi del servizio sanitario regionale. La via d’accesso sarà l’Associazione – il sito è www.speranzaal-lavoro.it - che, caso per caso, segnalerà agli specialisti quelli che potrebbero avere biso-gno anche di un approccio di carattere psi-cologico. Questa convenzione rappresenta un tassello che va ad aggiungersi all’attività di Speranzaallavoro “che si propone ora – spiega Federico - di far entrare questo tipo di convenzione all’interno della contrattazione aziendale di secondo livello”. “Sarebbe un passo fondamentale – conclude – sul fron-te della prevenzione del disagio, per costru-ire assieme benessere sociale e familiare”.

Ascolto e aiuto, sono i due obiettivi per cui l’associazione Speranzaal-lavoro s’impegna in Veneto dallo

scorso maggio, quando ha preso il via la sua attività grazie all’iniziativa di Filca Cisl, Adiconsum Veneto e al coraggio di Laura Tamiozzo, la fi glia dell’impreditore edile vicentino che lo scorso dicembre si tolse la vita oberato dalle preoccupazioni e dalle diffi coltà economiche che avevano investito la sua azienda.

L’associazione nasce con lo scopo di costruire una rete “protettiva” attorno al mondo del lavoro per supportare chi lo attraversa con diffi coltà, chi improvvisa-mente se ne trova fuori, con le relative conseguenze, e le famiglie che vivono al loro interno il disagio di una situazione dolorosa da affrontare e diffi cile da ge-stire sul piano economico ma sopprattut-to emotivo. La solitudine e l’indifferenza sono i primi “nemici” da affrontare e da combattere, contro di essi l’associazione punta a tessere la propria rete, favoren-do agganci col mondo politico, istituzio-nale e dei professionisti che possano contribuire ad intervenire rapidamente ed effi cacemente sul territorio.

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L’associazioneSPERANZAALLAVORO CONTRO LA SOLITUDINE

O.J.

12 Cultura veneta

Due acari e un moscerino delle dimensioni di pochi millimetri, risalenti al periodo Triassico, databile a oltre 230 milioni di anni fa, sono stati trovati per-

fettamente conservati all’interno di goccioline di ambra rinvenute nelle Dolomiti, vicino a Cortina d’Ampezzo. A rivelarlo uno studio internazionale realizzato dall’Istituto di geoscienze e georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Igg-Cnr) e dall’Università di Padova, in colla-borazione con l’Università di Göttingen e con il Museo di Storia Naturale di New York, e pubblicato su Pnas – Proceedings of the National Academy of Sciences. I ricercatori hanno osservato oltre settantamila picco-le gocce di ambra fi nora ritrovate nel sito dolomitico, facendo luce sull’evoluzione di un gruppo di artropodi (invertebrati che comprendono gli insetti, i ragni e i cro-stacei) tra i più diffusi al mondo. “Già nel 2006 il team di ricerca aveva pubblicato i risultati sullo studio di batteri e protozoi inglobati nell’ambra dolomitica, dimostratisi incredibilmente simili ai microrganismi ancora oggi esi-stenti - ha spiegato Eugenio Ragazzi dell’Università di Padova - prima del presente studio, però, le più vecchie inclusioni di or-ganismi animali in ambra risalivano a circa 130 milioni di anni fa: la nuova scoperta sposta quindi le lancette indietro nel tempo di ben 100 milioni di anni rispetto a ogni precedente ritrovamento di organismi inglobati in am-bra”. Grazie all’eccezionale stato di conservazione, per due dei tre artropodi sono state coniate anche nuove spe-

cie, chiamate Ampezzoa triassica e Triasacarus fedelei, in onore del cortinese Paolo Fedele che nel 1997 ha se-gnalato il giacimento che ha permesso tutte le successive

ricerche. “È sorprendente come la morfologia di tali acari triassici sia simile a quella delle specie odierne appartenenti alla famiglia Erio-phyoidea - prosegue Guido Roghi dell’Igg-Cnr - le caratteristiche co-muni - corpo lungo e segmentato,

due paia di zampe invece delle quattro solitamente pre-senti negli acari, un peculiare apparato boccale e artigli piumati – dimostrano che questi artropodi avevano tratti

distintivi e specializzati già nel Triassico, decine di milioni di anni prima della comparsa delle angiosperme di cui si nutrono oggi, quando necessariamente si nutrivano di conifere (gimnosperme)”. Quando apparvero le prime piante con fi ore, quindi, questi artropodi modifi carono le loro abitudini alimentari: “Grazie al loro adattamento ambientale hanno superato le grandi estinzioni al termi-ne del Cretacico (65 milioni di anni fa)”, concludono i ricercatori. “Se nel Permiano (252 milioni di anni fa) si erano estinte il 96% di tutte le specie marine e il 70% di quelle dei vertebrati terrestri, questo studio chiarisce che nel Triassico (230 milioni di anni fa) esistevano organi-smi animali persistenti anche a cambiamenti enormi”.

Archeologia e fossili Rinvenuti acari e moscerini di oltre 230 milioni di anni fa

Tre insetti portano indietro le lancette del tempo

Museo Correr

In occasione del terzo centenario della nasci-ta di Francesco Guardi (1712 – 2012), la Fondazione Musei Civici di Venezia dedica

un’ampia retrospettiva che testimonia - con una ricchezza di prestiti mai vista in prece-denza e con opere in alcuni casi per la prima volta esposte insieme - la lunga e complessa parabola artistica di uno degli ultimi grandi maestri della pittura veneta. A cura di Alberto Craievich e Filippo Pedrocco, con la direzione scientifi ca di Gabriella Belli, la mostra, allesti-ta nelle sale espositive del Museo Correr dal 28 settembre 2012 al 6 gennaio 2013, si suddivide in cinque sezioni che ripercorrono l’evoluzione del percorso artistico di Guardi e allo stesso tempo documentano i diversi generi in cui il grande artista si è cimentato. Un iti-nerario insieme cronologico e tematico che si sviluppa attraverso settanta dipinti e altrettanti disegni, scelti per il loro particolare valore qua-litativo e storico, all’interno di un corpus assai vasto ed eterogeneo che va dalle meno note opere giovanili di fi gura, ispirate alla pittura di costume ai dipinti sacri alle prime vedute, dai paesaggi e capricci, in cui risalta la sua origi-nalità rispetto agli altri maestri veneti alle tele che immortalano le feste e le cerimonie della Serenissima, fi no alle splendide vedute di Ve-nezia degli anni della maturità, dove il suo stile

personalissimo si fa sempre più libero e allusi-vo. La formazione di Francesco Guardi avviene all’interno di una modesta bottega a conduzio-ne familiare, dove tutti sono pittori, dal padre Domenico ai fratelli Antonio e Nicolò. Nessuno sarà in grado di raggiungere in vita, se non il successo, almeno una certa agiatezza. Dopo la morte nel 1793, su Francesco Guardi cade l’oblio. La sua riscoperta avviene in Francia alla metà dell’Ottocento, assieme alla generale rivalutazione del rococò. Il successo è improvvi-so quanto straordinario, tanto da sovvertire agli occhi dei critici e dei collezionisti il consolidato rapporto gerarchico nei confronti di Canaletto. Non a caso Francesco sarà il primo artista ve-

neziano del Settecento ad avere una propria monografi a di valore scientifi co. Negli anni suc-cessivi si susseguono i contributi e scoppiano le polemiche: è la famosa querelle guardesca che culmina con la celebre mostra curata da Pietro Zampetti a Palazzo Grassi nel 1965, dove il dibattito sulla distinzione delle opere eseguite da Francesco e dal fratello maggiore Antonio tocca il suo vertice. Da allora Francesco Guardi è diventato una presenza stabile nel pantheon dell’arte veneziana, che al successo presso la critica coniuga quello del pubblico e dei collezio-nisti, come testimoniano le recenti quotazioni raggiunte da alcuni dei suoi dipinti, quasi dei record per la pittura antica.

Retrospettiva su Guardi nel tricentenario della morte

Lynn Davis è considerata una delle più raffi nate fotografe della scena america-na. Allieva di Berenice Abbott, un mito

della fotografi a, e amica di Robert Mapple-thorpe, il fotografo “maudit” della ribalta newyorkese anni Ottanta, Lynn Davis vuole presentarsi a Venezia con una tra le sue più raffi nate raccolte di grandi fotografi e, tutte centrate sull’epifania di luoghi sacri all’uomo: tombe monumentali in mezzo al deserto, templi che si ergono come stalagmiti nella pianura, fi gure ieratiche che emergono dalle montagne, sono le immagini che la fotogra-fa oggi predilige, nella sua costante ricerca di un luogo “senza tempo”, che trasmetta all’essere umano – oggi come ieri – il sen-so dell’assoluto. Per questo, l’esposizione al Museo Archeologico riveste la mostra di un doppio signifi cato: le fotografi e non solo entrano in rapporto, ovviamente, con lo sguardo dello spettatore, ma anche con i reperti custoditi nel museo, che idealmente fanno parte della ricerca di Lynn Davis, sia come oggetti in sé – spesso si tratta di statuaria celebrativa, votiva, funeraria sia come oggetto della memoria dei lungimiranti collezionisti che, a partire dai raffi nati prelati rinascimentali, Domenico e Giovanni Grimani nel XVI secolo, hanno contribuito a creare la

raccolte di antichità del Museo Archeologico veneziano. Così, il viaggio ideale e fi sico di Lynn Davis trova fi nalmente il suo luogo d’elezione, che è il luogo della memoria – e delle memoria antica, ancestrale, quasi atavica -, dove le grandi foto magistralmente stampate su rarissima carta fotografi ca, di-ventano non semplicemente Un’eposizione che durerà ’esposizione temporanea di una stagione, ma il luogo dove “sono sempre sta-te”, e dove potrebbero idealmente rimanere per sempre. Promosso dall’Associazione di Promozione Culturale ASLC. La Città - Progetti per l’arte Organizzazione a cura di Studio la Città, Verona Su progetto di Elena Povellato - Venezia In collaborazione con Galerie Karsten Greve – Colonia, St. Moritz, Parigi Mostra curata dal Prof. Marco Meneguzzo rimarrà aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00, dal 1 novembre dalle 10.00 alle 17.00 dal 21 settembre al 13 gennaio 2013.

Museo archeologico di Venezia

LYNN DAVIS, FOTOGRAFIE DAI LUOGHI SACRI

All’inizio spirava un vento di rivoluzione…e in un certo senso lo fu. Il progressive rock italiano fu un vento che cambiò tutto per sempre. Sabato 20 ottobre il Gran Te-

atro Geox ospita Banco del Mutuo Soccorso e Le Orme assie-me sullo stesso palco. Le due band hanno fatto la storia del rock italiano: insieme alla PFM sono stati gli unici gruppi che hanno fatto breccia in America con il loro stile inconfondibile. Francesco Di Giacomo, voce del Banco di Mutuo Soccorso, ricorda con orgoglio che nel 1972 il loro album Darwin fu pro-clamato da 300 critici americani il miglior disco progressive dell’anno. Da allora non si sono mai fermati. Sempre in tour, spesso all’estero, Banco del Mutuo Soccorso, per festeggiare i 40 anni di attività, hanno pensato un tour che è uno degli eventi musicali più interessanti del 2012. Un concerto con in scaletta i classici del gruppo, ma soprattutto con un fi nale imprevedibile: sullo stesso palco, Le Orme (altra band stori-ca della scena rock italiana) e Banco del Mutuo Soccorso, suoneranno insieme i classici delle due band. Un appunta-mento che sa di storia della musica, che proporrà il meglio di quell’avventura musicale che fu il progressive italiano.

Musica Gran Teatro Geox

Banco e Orme insieme al progressive rock

Nella foto grande gli insetti di pochi millimetri ancora imprigionati nell’ambra e gli autori della scoperta: seduti Eugenio Ragazzi e Schmidt in piedi Guido Roghi

Il Banco e le Ome, insieme a alla Pfm e agli Area, sono l’esempio più rappresentativo e noto, anche all’estero, di progressive rock italiano

Un gruppo di ricerca internazionale ha scoperto i più antichi artropodi mai inglobati in ambra

Nel Triassico esistevano organismi animali persistenti anche a cambiamenti enormi

Francesco Guardi, Santa Maria della Salute, 1780-1785

Page 30: La Piazza di Padova nord - 2012ag n111

30 Cultura veneta3030 Cultura veneta 24 Sì, viaggiare

Nello “spacio” di Matika, durante l’estate, ogni martedì e ogni giovedì sera, si riac-cende la vecchia Rovigno, quella dall’a-

nima istro-veneta che custodisce le tradizioni autentiche della bella cittadina istriana abbar-bicata sul promontorio dominato dal campanile di Santa Eufemia. Quelle tradizioni che dopo il massiccio esodo della popolazione italiana, verifi catosi all’indomani della seconda guerra mondiale, rischiavano di andare perdute. Nella vecchia cantina affacciata sul mare, che guarda la riva di Val di Bora, quelli dell’associazione “Viecia Batana” preparano del buon pesce di giornata e lo offrono ai tanti ospiti che affollano i tavoli sistemati fra le botti dello “spacio”, che un tempo era la cantina dove i contadini vende-vano il proprio vino. Momenti resi ancora più go-dibili e culturalmente validi dalla riproposizione di canti popolari rovignesi, fra cui la caratteristica “bitinada” interpretata dal gruppo “Marco Gar-bin” dove i suoni degli strumenti sono sostituiti dalle voci. L’esperienza va completata con la visita all’Ecomuseo della Batana, dall’altra parte della città (in riva Pino Budicin), ricco di stimoli multimediali, comprese le voci di alcuni vecchi pescatori rovignesi (www.batana.org <http://www.batana.org/> ).

Se questo è uno degli aspetti del passato di Rovigno, un frammento di futuro lo si può cogliere nel nuovissimo Hotel Lone, un cinque stelle del gruppo Maistra, sorto nell’incantevole baia di Val di Lone, raggiungibile con una bella

passeggiata lungo le rive, all’ombra della pineta piantata un secolo fa da Carlo Hutteroth, allora proprietario anche della cosiddetta Isola Rossa (ex Sant’Andrea), uno dei luoghi di balneazione più frequentati di Rovigno. Design accattivante (l’ha ideato un pool di giovani architetti croati di successo: sembra una nave da crociera con la prua rivolta verso la pineta), contenuti tecno-logici d’avanguardia e anche una cucina di stile fusion istriano-mediterraneo di assoluto rilievo, basata sui prodotti tipici istriani (olio, vini, tar-tufi ). Il Lone è diventato un polo congressistico di importanza europea.

Rovigno, ieri e oggi. Regina dell’Alto Adriati-

co, borgo di chiara impronta veneziana, sulle cui calli si affacciano vecchie case di pietra e matto-ni dove hanno trovato posto botteghe di artisti e artigiani. E’ l’unica città istriana che vanta due porticcioli: a Val di Bora attraccano i grossi na-tanti (yacht e navi da crociera), in quello che si affaccia sul centro galleggiano tante “batane” colorate, le pittoresche barche a fondo piatto che si trovano anche nella costa marchigiana. Ogni anno l’associazione “Viecia Batana” ne costruisce una, improvvisando lo squero sul molo. La città vecchia è la principale attrazione di Rovigno, salvata dai bombardamenti tedeschi dalla provvidenziale intercessione degli Hutte-

Rovignola civiltà della Batana

CROAZIA

NELLA FOTO GRANDE UNA PITTORESCA BATANA IN NAVIGAZIONE DAVANTI AL PROMONTORIO

DI ROVIGNO. A DESTRA: MONICA FERRARA, ANIMATRICE DELLA “VIECIA BATANA”

ALLO SPACIO MATIKA. SOTTO: LA COSTRUZIONE DI UN ESEMPLARE DELLA TIPICA IMBARCAZIONE

ROVIGNESE E LA CITTÀ VISTA DAL MOLO DI VAL DI BORA. PIÙ SOTTO ANCORA: DA SINISTRA

DUE IMMAGINI DEL NUOVISSIMO HOTEL LONE, IL 5 STELLE DEL GRUPPO MAISTRA, UN’ALTRA

BATANA E ALTRE IMMAGINI DI ROVIGNO

“PREMIO MASI” A GIOVANNI RADOSSI, CUSTODE DELL’ISTRIA CHE PARLA VENETO

roth. Il borgo si sviluppa su un promontorio che fi no al 1763 era un’isola. Furono i veneziani ad interrare per motivi igienici il canale che la divideva dalla terra ferma. La città vecchia sorge intorno alla Grisia, la strada lastricata che sale a Sant’Eufemia, su cui convergono le calli dei vari quartieri: il Santa Croce, il Montalban e altri. La salita alla chiesa offre scorci incantevoli e ogni tanto anche qualche “fi nestra” di luce aperta sul mare. In centro storico c’è ancora il vecchio tea-tro veneziano, il Gandusio. Tantissimi i ristoran-tini, alcuni dei quali di lunga tradizione. Come il “Puntulina” della storica famiglia Pellizzer, che d’estate ha piazzato i tavoli sugli scogli. Rovigno

deve la sua fortuna turistica anche al suo mare cristallino, di un blu intenso, che da secoli stre-ga turisti provenienti da tutto il mondo. Un mare che accarezza una costa di straordinaria bellez-za, con scogli alternati a spiaggette di ghiaia e a pinete che mimetizzano villaggi turistici e cam-peggi, complessi alberghieri e altre strutture di accoglienza. Un mare sempre solcato da grandi vele, perchè il campanile di Sant’Eufemia, che i rovignesi chiamano Sant’Ufi èma, è una sorta di faro naturale. Da secoli un punto di riferimento sicuro per tutti i naviganti. E un approdo felice per quei viaggiatori perennemente in cerca di luoghi autentici.

LA BELLA CITTADINA ISTRIANAPERLA DEL TURISMO INTERNAZIONALECONSERVA UN’ANIMA STORICA DI IMPRONTA VENEZIANAE UN PATRIMONIO DI TRADIZIONICHE RIVIVONO GRAZIE ALL’IMPEGNODELL’ASSOCIAZIONE VIECIA BATANAPASSATO E FUTURO SI INTRECCIANOFRA SERATE DI PESCE E CULTURAALLO “SPACIO” E IL DESIGNDELLE NUOVE ARDITE ARCHITETTURECOME QUELLA DELL’HOTEL LONE

Giovanni Radossi (nella foto) riceverà il 29 settembre a Verona l’ambito “Premio Masi per la civiltà veneta”. Un riconoscimento che corona una carriera di studioso e una vita dedicata alla salvaguardia della cultura ita-liana in Istria. Giovanni Radossi, classe 1936, per tutti “il professore”, è stato il fondatore del Centro di Ricerche storiche della Comunità Italiana di Rovigno. Centro che tuttora dirige con grande impegno e passione nonostante l’età non più giovanissima. Radossi con le sue ricerche e le sue numerose pubblicazioni (280, più 80 saggi) ha contribuito in maniera determinante a salvare la memoria della cultura e della lingua italiana e veneta in Istria. L’ultima è dedicata alla topo-nomastica di Rovigno, quella originaria, prima delle parziali modifi cazioni imposte ai nomi delle vie e delle località dalle autorità prima jugoslave e poi croate. Il volume “L’Istria nel tempo”, che dà una versione condivisa (la prima) delle drammatiche vicende storiche che hanno riguardato l’Istria, è stato adottato come manuale nelle scuole della regione. Italiane e croate. Il Centro di Ricerche storiche di Rovigno per la sua straordinaria dotazione libraria e multimediale è diventato un crocevia ineludibile per chi deve accostarsi alla storia di questa regione. Il “Premio Masi è un riconoscimento importante al Centro, ma che conferisce maggiore visibilità a tematiche di un territorio per secoli legato a una grande civiltà, quella della Serenissima, con cui abbiamo condiviso momenti umani, culturali ed economici. “Dopo decenni di imposto affi evolimento di questo lega-me – dice Radossi – si colgono ora nuove opportunità di contatto e confronto, di arricchimento, per un’italianità che oggi contribuisce ad avvicinare uomini e Stati, realtà che in passato potevano sembrare contrapposte”. Senza mai dimenticare il diffi cile cammino degli italiani rimasti, testi-moni e depositari di un patrimonio culturale e civile di antica data, che va preservato e rilanciato.

13Cultura veneta

Il prossimo 4 ottobre a Palazzo Barbara-no, nel cuore di Vicenza, verrà inaugu-rato il PalladioMuseum. Non si tratta di

un museo, così come lo abbiamo conosciuto fi nora cioè un contenitore di reperti, si tratta invece di una nuova strada che gli architetti Alessandro Scandurra, Guido Beltramini Ho-ward Burns e tutta l’equipe del Cisa Andrea Palladio hanno deciso di intraprendere, ossia dare vita ad un luogo un’opportunità esperienziale, dove il visitatore entra per condividere una storia che così diventa parte della propria storia. Il PalladioMu-seum - dichiara Amalia Sartori, presidente del Cisa Andrea Palladio - è il compimento delle mostre del Cinquecentenario palladia-no, che hanno portato Palladio in Europa e Stati Uniti. Da ottobre in avanti, il mondo che ama Palladio avrà la sua casa a Vicen-za”. I visitatori, infatti, potranno compiere un viaggio emotivo nella vita di Palladio e il suo tempo, conoscerne la storia mentre vie-ne scritta dai grandi specialisti, condividere

le nuove scoperte, assistere alle controver-sie dibatterle attraverso la “rete”.

Il PalladioMuseum sarà anche il centro propulsivo per il viaggio alla scoperta dei capolavori palladiani nel territorio veneto, fi -nora nella nostra regione è mancato un cen-tro propulsore da cui cominciare un viaggio alla scoperta delle sue opere: ville; palazzi; edifi ci pubblici; chiese; teatri; ponti. Tutta-via la storia raccontata nel PalladioMuseum non sarà una storia di cose, per quanto bel-lissime, ma di uomini che le hanno sognate e realizzate, convinti che l’architettura ab-bia il potere di migliorare il mondo intorno a noi. La stessa storia di Palladio non è quella di un genio solitario, ma di una comunità che ha scommesso sul cambiamento e l’innovazione. Nella sala dedicata alla Vi-cenza del Cinquecento, accanto ai modelli dei palazzi palladiani verrà allestita una teca con dei bachi da seta vivi, pronipoti di quelli stessi che nel 500 avevano pro-dotto la miglior seta d’Europa generando la

ricchezza che rese possibile la costruzione della Vicenza palladiana. E nella sala delle ville ci sarà il grano, prodotto grazie ad esse nelle campagne rese fertili dalle bonifi che e che permise al Veneto di non dover più importare il grano turco dal proprio peggior nemico. Al piano nobile del palazzo, inve-ce, sarà allestita una mostra permanente sull’opera di Palladio, con disegni originali autografi , dipinti rinascimentali, i grandi modelli architettonici in legno (saranno gli stessi studiosi, da Jim Ackerman a Howard Burns a illustrare le sale, comparendo in effi ge come custodi o fantasmi) ma non verrà raccontata sempre la stessa storia, l’allestimento delle altre sale cambierà con il procedere delle ricerche. Un’area sarà dedicata a mostre temporanee, che si susseguiranno con continuità mentre al pianoterreno del palazzo sarà liberamente aperto ai visitatori - una nuova piazza della città - e ospiterà una biblioteca specializzata in architettura, servizi di accoglienza e punti

Non sarà un contenitore di reperti ma un centro in cui venire a contatto con un’epoca, una terra, i suoi artisti e mecenati

Inaugurazioni Il 4 ottobre a Palazzo Barbarano, nel cuore di Vicenza

PalladioMuseum, una nuova strada verso la conoscenza

El Greco, ritratto di Andrea Palladio XVI

secolo, Statens Museum for Kunst di Copenaghen

Finora è mancato un centro da cui cominciare un viaggio alla scoperta delle sue opere

informativi dove si potrà anche entrare in contatto con tutte le eccellenze dei prodotti del territorio palladiano, comprese quelle della produzione agroalimentare. Insomma il PalladioMuseum è una sfi da: l’idea che

l’alta cultura non debba essere patrimonio di pochi ma essere condivisa e raccontata a tutti e al tempo stesso che non bisogni per forza vendere le solite cose per fare cassetta.

Page 31: La Piazza di Padova nord - 2012ag n111

24 Sì, viaggiare

Nello “spacio” di Matika, durante l’estate, ogni martedì e ogni giovedì sera, si riac-cende la vecchia Rovigno, quella dall’a-

nima istro-veneta che custodisce le tradizioni autentiche della bella cittadina istriana abbar-bicata sul promontorio dominato dal campanile di Santa Eufemia. Quelle tradizioni che dopo il massiccio esodo della popolazione italiana, verifi catosi all’indomani della seconda guerra mondiale, rischiavano di andare perdute. Nella vecchia cantina affacciata sul mare, che guarda la riva di Val di Bora, quelli dell’associazione “Viecia Batana” preparano del buon pesce di giornata e lo offrono ai tanti ospiti che affollano i tavoli sistemati fra le botti dello “spacio”, che un tempo era la cantina dove i contadini vende-vano il proprio vino. Momenti resi ancora più go-dibili e culturalmente validi dalla riproposizione di canti popolari rovignesi, fra cui la caratteristica “bitinada” interpretata dal gruppo “Marco Gar-bin” dove i suoni degli strumenti sono sostituiti dalle voci. L’esperienza va completata con la visita all’Ecomuseo della Batana, dall’altra parte della città (in riva Pino Budicin), ricco di stimoli multimediali, comprese le voci di alcuni vecchi pescatori rovignesi (www.batana.org <http://www.batana.org/> ).

Se questo è uno degli aspetti del passato di Rovigno, un frammento di futuro lo si può cogliere nel nuovissimo Hotel Lone, un cinque stelle del gruppo Maistra, sorto nell’incantevole baia di Val di Lone, raggiungibile con una bella

passeggiata lungo le rive, all’ombra della pineta piantata un secolo fa da Carlo Hutteroth, allora proprietario anche della cosiddetta Isola Rossa (ex Sant’Andrea), uno dei luoghi di balneazione più frequentati di Rovigno. Design accattivante (l’ha ideato un pool di giovani architetti croati di successo: sembra una nave da crociera con la prua rivolta verso la pineta), contenuti tecno-logici d’avanguardia e anche una cucina di stile fusion istriano-mediterraneo di assoluto rilievo, basata sui prodotti tipici istriani (olio, vini, tar-tufi ). Il Lone è diventato un polo congressistico di importanza europea.

Rovigno, ieri e oggi. Regina dell’Alto Adriati-

co, borgo di chiara impronta veneziana, sulle cui calli si affacciano vecchie case di pietra e matto-ni dove hanno trovato posto botteghe di artisti e artigiani. E’ l’unica città istriana che vanta due porticcioli: a Val di Bora attraccano i grossi na-tanti (yacht e navi da crociera), in quello che si affaccia sul centro galleggiano tante “batane” colorate, le pittoresche barche a fondo piatto che si trovano anche nella costa marchigiana. Ogni anno l’associazione “Viecia Batana” ne costruisce una, improvvisando lo squero sul molo. La città vecchia è la principale attrazione di Rovigno, salvata dai bombardamenti tedeschi dalla provvidenziale intercessione degli Hutte-

Rovignola civiltà della Batana

CROAZIA

NELLA FOTO GRANDE UNA PITTORESCA BATANA IN NAVIGAZIONE DAVANTI AL PROMONTORIO

DI ROVIGNO. A DESTRA: MONICA FERRARA, ANIMATRICE DELLA “VIECIA BATANA”

ALLO SPACIO MATIKA. SOTTO: LA COSTRUZIONE DI UN ESEMPLARE DELLA TIPICA IMBARCAZIONE

ROVIGNESE E LA CITTÀ VISTA DAL MOLO DI VAL DI BORA. PIÙ SOTTO ANCORA: DA SINISTRA

DUE IMMAGINI DEL NUOVISSIMO HOTEL LONE, IL 5 STELLE DEL GRUPPO MAISTRA, UN’ALTRA

BATANA E ALTRE IMMAGINI DI ROVIGNO

“PREMIO MASI” A GIOVANNI RADOSSI, CUSTODE DELL’ISTRIA CHE PARLA VENETO

roth. Il borgo si sviluppa su un promontorio che fi no al 1763 era un’isola. Furono i veneziani ad interrare per motivi igienici il canale che la divideva dalla terra ferma. La città vecchia sorge intorno alla Grisia, la strada lastricata che sale a Sant’Eufemia, su cui convergono le calli dei vari quartieri: il Santa Croce, il Montalban e altri. La salita alla chiesa offre scorci incantevoli e ogni tanto anche qualche “fi nestra” di luce aperta sul mare. In centro storico c’è ancora il vecchio tea-tro veneziano, il Gandusio. Tantissimi i ristoran-tini, alcuni dei quali di lunga tradizione. Come il “Puntulina” della storica famiglia Pellizzer, che d’estate ha piazzato i tavoli sugli scogli. Rovigno

deve la sua fortuna turistica anche al suo mare cristallino, di un blu intenso, che da secoli stre-ga turisti provenienti da tutto il mondo. Un mare che accarezza una costa di straordinaria bellez-za, con scogli alternati a spiaggette di ghiaia e a pinete che mimetizzano villaggi turistici e cam-peggi, complessi alberghieri e altre strutture di accoglienza. Un mare sempre solcato da grandi vele, perchè il campanile di Sant’Eufemia, che i rovignesi chiamano Sant’Ufi èma, è una sorta di faro naturale. Da secoli un punto di riferimento sicuro per tutti i naviganti. E un approdo felice per quei viaggiatori perennemente in cerca di luoghi autentici.

LA BELLA CITTADINA ISTRIANAPERLA DEL TURISMO INTERNAZIONALECONSERVA UN’ANIMA STORICA DI IMPRONTA VENEZIANAE UN PATRIMONIO DI TRADIZIONICHE RIVIVONO GRAZIE ALL’IMPEGNODELL’ASSOCIAZIONE VIECIA BATANAPASSATO E FUTURO SI INTRECCIANOFRA SERATE DI PESCE E CULTURAALLO “SPACIO” E IL DESIGNDELLE NUOVE ARDITE ARCHITETTURECOME QUELLA DELL’HOTEL LONE

Giovanni Radossi (nella foto) riceverà il 29 settembre a Verona l’ambito “Premio Masi per la civiltà veneta”. Un riconoscimento che corona una carriera di studioso e una vita dedicata alla salvaguardia della cultura ita-liana in Istria. Giovanni Radossi, classe 1936, per tutti “il professore”, è stato il fondatore del Centro di Ricerche storiche della Comunità Italiana di Rovigno. Centro che tuttora dirige con grande impegno e passione nonostante l’età non più giovanissima. Radossi con le sue ricerche e le sue numerose pubblicazioni (280, più 80 saggi) ha contribuito in maniera determinante a salvare la memoria della cultura e della lingua italiana e veneta in Istria. L’ultima è dedicata alla topo-nomastica di Rovigno, quella originaria, prima delle parziali modifi cazioni imposte ai nomi delle vie e delle località dalle autorità prima jugoslave e poi croate. Il volume “L’Istria nel tempo”, che dà una versione condivisa (la prima) delle drammatiche vicende storiche che hanno riguardato l’Istria, è stato adottato come manuale nelle scuole della regione. Italiane e croate. Il Centro di Ricerche storiche di Rovigno per la sua straordinaria dotazione libraria e multimediale è diventato un crocevia ineludibile per chi deve accostarsi alla storia di questa regione. Il “Premio Masi è un riconoscimento importante al Centro, ma che conferisce maggiore visibilità a tematiche di un territorio per secoli legato a una grande civiltà, quella della Serenissima, con cui abbiamo condiviso momenti umani, culturali ed economici. “Dopo decenni di imposto affi evolimento di questo lega-me – dice Radossi – si colgono ora nuove opportunità di contatto e confronto, di arricchimento, per un’italianità che oggi contribuisce ad avvicinare uomini e Stati, realtà che in passato potevano sembrare contrapposte”. Senza mai dimenticare il diffi cile cammino degli italiani rimasti, testi-moni e depositari di un patrimonio culturale e civile di antica data, che va preservato e rilanciato.

313131Sì, viaggiare13Cultura veneta

Il prossimo 4 ottobre a Palazzo Barbara-no, nel cuore di Vicenza, verrà inaugu-rato il PalladioMuseum. Non si tratta di

un museo, così come lo abbiamo conosciuto fi nora cioè un contenitore di reperti, si tratta invece di una nuova strada che gli architetti Alessandro Scandurra, Guido Beltramini Ho-ward Burns e tutta l’equipe del Cisa Andrea Palladio hanno deciso di intraprendere, ossia dare vita ad un luogo un’opportunità esperienziale, dove il visitatore entra per condividere una storia che così diventa parte della propria storia. Il PalladioMu-seum - dichiara Amalia Sartori, presidente del Cisa Andrea Palladio - è il compimento delle mostre del Cinquecentenario palladia-no, che hanno portato Palladio in Europa e Stati Uniti. Da ottobre in avanti, il mondo che ama Palladio avrà la sua casa a Vicen-za”. I visitatori, infatti, potranno compiere un viaggio emotivo nella vita di Palladio e il suo tempo, conoscerne la storia mentre vie-ne scritta dai grandi specialisti, condividere

le nuove scoperte, assistere alle controver-sie dibatterle attraverso la “rete”.

Il PalladioMuseum sarà anche il centro propulsivo per il viaggio alla scoperta dei capolavori palladiani nel territorio veneto, fi -nora nella nostra regione è mancato un cen-tro propulsore da cui cominciare un viaggio alla scoperta delle sue opere: ville; palazzi; edifi ci pubblici; chiese; teatri; ponti. Tutta-via la storia raccontata nel PalladioMuseum non sarà una storia di cose, per quanto bel-lissime, ma di uomini che le hanno sognate e realizzate, convinti che l’architettura ab-bia il potere di migliorare il mondo intorno a noi. La stessa storia di Palladio non è quella di un genio solitario, ma di una comunità che ha scommesso sul cambiamento e l’innovazione. Nella sala dedicata alla Vi-cenza del Cinquecento, accanto ai modelli dei palazzi palladiani verrà allestita una teca con dei bachi da seta vivi, pronipoti di quelli stessi che nel 500 avevano pro-dotto la miglior seta d’Europa generando la

ricchezza che rese possibile la costruzione della Vicenza palladiana. E nella sala delle ville ci sarà il grano, prodotto grazie ad esse nelle campagne rese fertili dalle bonifi che e che permise al Veneto di non dover più importare il grano turco dal proprio peggior nemico. Al piano nobile del palazzo, inve-ce, sarà allestita una mostra permanente sull’opera di Palladio, con disegni originali autografi , dipinti rinascimentali, i grandi modelli architettonici in legno (saranno gli stessi studiosi, da Jim Ackerman a Howard Burns a illustrare le sale, comparendo in effi ge come custodi o fantasmi) ma non verrà raccontata sempre la stessa storia, l’allestimento delle altre sale cambierà con il procedere delle ricerche. Un’area sarà dedicata a mostre temporanee, che si susseguiranno con continuità mentre al pianoterreno del palazzo sarà liberamente aperto ai visitatori - una nuova piazza della città - e ospiterà una biblioteca specializzata in architettura, servizi di accoglienza e punti

Non sarà un contenitore di reperti ma un centro in cui venire a contatto con un’epoca, una terra, i suoi artisti e mecenati

Inaugurazioni Il 4 ottobre a Palazzo Barbarano, nel cuore di Vicenza

PalladioMuseum, una nuova strada verso la conoscenza

El Greco, ritratto di Andrea Palladio XVI

secolo, Statens Museum for Kunst di Copenaghen

Finora è mancato un centro da cui cominciare un viaggio alla scoperta delle sue opere

informativi dove si potrà anche entrare in contatto con tutte le eccellenze dei prodotti del territorio palladiano, comprese quelle della produzione agroalimentare. Insomma il PalladioMuseum è una sfi da: l’idea che

l’alta cultura non debba essere patrimonio di pochi ma essere condivisa e raccontata a tutti e al tempo stesso che non bisogni per forza vendere le solite cose per fare cassetta.

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i nostri EspertiA cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS del Foro di Rovigo

Gent.li Lettrici e Lettori, di sempre

AFFARI DI FAMIGLIA

Matrimoni fra omosessuali e famiglie gay. Diritto al riconoscimenti del matrimonio contratto all'estero

Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: [email protected] autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

Dott. Massimo Cavazzana Architetto Tel. 049-9585333

Il sisma nella Pianura Padana, tra ricostruzione e prevenzioneL’ARCHITETTO

Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inerenti gli articoli pubblicati od altri argomenti inerenti l’architettura e l’ urbanistica all’indirizzo mail: [email protected]

Nel nostro Paese negli ultimi 40 anni sono stati spesi 147 miliardi di euro sul patrimonio immobiliare esistente per la riqualifi cazione antisismica (circa 3,6 miliardi l’anno). Fondi per interventi “post terremoto”, mentre, se si fossero investiti per la progettazione di edifi ci antisismici avrebbero ampliamente evitato i crolli. Così dopo le scosse del 20 e 29 maggio scorso e le successive repliche in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, si corre ai ripari! Case in muratura e capannoni prefabbricati le costruzioni più colpite! Dell’attività delle faglie in Emilia si sapeva dal 2000, tuttavia solo dal 2003-2005 la Pianura Padana è stata riclassifi cata da zona non sismica a grado 3. Nel 2009 sarebbe quindi entrato in vigore l’obbligo di costruire in quell’area con criteri antisismici. Le parole d’ordine ora sono: stima dei danni, valutazioni per la messa in sicurezza, ma anche distribuzione fondi e ripresa urgente delle attività aziendali. Il problema è che molti dei capannoni industriali sono costruiti senza tener conto delle norme antisismiche, urge quindi un censimento per adeguare gli insediamenti industriali! Ecco che il “D.L. post-terremoto”, n. 74 del 6 giugno e la “bozza di linee guida per la messa in sicurezza dei capannoni industriali”, redatte da Protezione civile, Cni, Assobeton e Reluis chiarisce le procedure post-terremoto più urgenti, per conciliare sicurezza e rapidità della ripresa delle attività produttive. Subito i controlli per

certifi care l’agibilità sismica, necessaria per la riapertura delle attività produttive, ma massima semplifi cazione nelle procedure autorizzative di inizio lavori ed (eventuale) delocalizzazione delle attività per far ripartire l’economia. LE FASI SONO DUE: una prima rapida procedura di messa in sicurezza affi data dai titolari dei capannoni ai tecnici, per verifi care che l’edifi cio non abbia le carenze strutturali e in caso abbia tali carenze si deve prevedere interventi di ripristino autocertifi cati al Comune, ma «è possibile solo quando il danno sui principali elementi strutturali sia assente o di modestissima entità». La seconda fase per poter certifi care l’agibilità è quella dell’ OTTENIMENTO DI UN LIVELLO DI SICUREZZA SISMICA PARI AD ALMENO IL 60% di quello previsto per un capannone, costruito secondo la vigente normativa antisismica. Entro sei mesi, dall’entrata in vigore del DL, si dovrà comunque procedere a verifi ca di sicurezza ai sensi delle norme vigenti, e gli interventi per il raggiungimento della soglia del 60% dovranno essere eseguiti entro i 18 mesi successivi (inizio giugno 2014). Se per raggiungere questo 60% serviranno interventi edilizi, basterà comunicare ai Comuni l’avvio dei lavori e, solo entro 60 giorni dopo l’inizio dei lavori, si dovrà «presentare la documentazione per la richiesta dell’autorizzazione paesaggistica e del titolo abilitativo edilizio nonché per la presentazione dell’istanza di autorizzazione

sismica ovvero per il deposito del progetto esecutivo riguardante le strutture». Qualora si scelga la DELOCALIZZAZIONE, questa «è autorizzata previa autocertifi cazione del mantenimento dei requisiti e delle prescrizioni previsti nelle autorizzazioni ambientali», e le aziende possono partire subito e presentare la documentazione entro 180 giorni. Spetta ai Presidenti delle Regioni defi nire «priorità, modalità e percentuali entro le quali possono essere concessi contributi nel limite delle risorse allo scopo fi nalizzate». Le risorse sono del Fondo per la ricostruzione, quantifi cate in 2,5 MILIARDI DI EURO CERTI (500 milioni di euro dall’accisa sulla benzina e 1 miliardo gli anni 2013 e 2014 da riduzione delle voci di spesa statale). Da defi nire, invece, le somme derivanti dalla riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti politici e dal Fondo di solidarietà Ue. In Veneto vi sono per similarità le stesse strutture colpite in Emilia Romagna. Data l’esperienza appare indispensabile che la Regione Veneto quanto prima proceda attraverso i gruppi politici per una proposta legislativa in grado di incentivare il miglioramento strutturale delle attività produttive. Su questa linea si stanno già muovendo gli Ordini dei professionisti e associazioni di costruttori, che però riusciranno ad avere effi cacia solo con l’accorta attenzione da parte della politica e della Regione del Veneto.

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DA CHE PARTE GIRA L’ECONOMIA

I giovani, la generazione invisibile

Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inviate all’indirizzo [email protected]

Molti anni or sono ho letto un saggio universitario che parlava dei giovani, descrivendoli come una generazione invisibile. Molti vizi, non molte prospettive ed obiettivi, troppo spesso poca voglia di fare mascherata da vittimismo. Purtroppo l’argomento è tristemente d’attualità visti i dati sulla disoccupazione giovanile. Ma che rapporto c’è tra disoccupazione giovanile con l’economia ed il mercato attuali? Come sono legati tra loro questi due elementi? Alcuni economisti dicono che il mercato del lavoro è saturo ed in contrazione. Vero. Altri aggiungono che ci sono degli indirizzi formativi poco richiesti o comunque poco adeguati e che i giovani non sono stimolati. Sacrosanto. Ma sono veramente pochi quelli che hanno il coraggio di dire le cose come stanno fi no in fondo. La maggior parte non si vuole piegare all’idea ed adattarsi a fare lavori cosiddetti umili. Gli istituti alberghieri stentano a formare le classi perché nessuno vuole fare il cameriere, il cuoco o l’addetto alla reception. In un paese turistico come il nostro. Fare il fornaio? L’idraulico? Il calzolaio? Il vetraio? Il muratore? Sembra che parlando con i giovani si dica una bestemmia. Meglio web manager, addetto al marketing , ecc. Quasi sempre non sanno neppure ciò che signifi ca ma non importa. Forse a questo punto mi viene da dire che il problema potrebbe essere in un ricambio generazionale di idee e cultura che non c’è stato. I nostri nonni e poi i genitori hanno sacrifi cato tanto per fare e costruire, ma hanno

creato un modo di pensare stagno e retrivo, per nulla propenso all’innovazione ed al cambiamento. Non hanno insomma saputo guardare oltre l’uscio di casa, impedendo spesso ai fi gli di vedere oltre, di fare quei sacrifi ci che li avrebbe traghettati nel mondo del lavoro, di lavorare sodo, con un occhio in azienda e l’altro aperto sul mondo, pensando che lo stato del mondo fosse immutabile. Mondo che è cambiato e che ha fatto cambiare il mercato. Non aver saputo cogliere questi cambiamenti ha portato tante aziende e imprese a chiudere. L’imprenditoria italiana ha sempre sofferto di due fattori altamente negativi. Il nanismo imprenditoriale e la sottocapitalizzazione. Una miriade di imprese piccole perennemente in lotta tra loro all’ultimo sangue che hanno utilizzato le banche per fare la maggior parte dell’attività d’impresa. La crisi fi nanziaria ha portato molte aziende ad avere grossi problemi di liquidità e non avendo capitale, si sono viste costrette a chiudere. Durante il periodo fl orido l’azienda va capitalizzata, durante i periodi di crisi l’azienda deve investire per proporsi con prodotti innovativi e concorrenziali. Purtroppo il nostro tessuto imprenditoriale non ha fatto così ed i risultati sono visibili a tutti. Ed i fi gli di questi e molti altri imprenditori? Immensi patrimoni di know how perduti per sempre, perché i fi gli devono studiare per fare altro. Non è stato tramandato quasi nulla a questa generazione. Solo disoccupazione. I più accorti scappano all’estero (dove in questo sono

molto più avanti di noi), molti invece vivono sotto la commiserazione protettiva dei genitori. Quante volte abbiamo sentito frasi del tipo: “Se devi andare a fare il muratore, l’operaio o l’inserviente piuttosto stai a casa”. Bell’educazione, neanche dovesse andare a lavorare in una miniera di uranio scavando con le mani (e lo facevano nell’ex U.R.S.S. nei Gulag). In compenso magari ha studiato psicologia e le prospettive di trovare lavoro in quel campo sono pari a zero, dato che l’Italia ha il più alto numero di psicologi procapite a mondo. Poverino è disoccupato. In compenso mancano scuole per calzolaio, addetto alla sicurezza sul lavoro, sulla tutela dell’ambiente, sulle energie alternative, sartoria e design solo per citarne alcune. Si sono riformate distruggendole scuole che servivano, per renderle meno utili al mondo del lavoro e se ne sotto fatte altre che non servono praticamente a niente se non creare percorsi di studio lunghi con disoccupazione matematica. Mai una volta che chiedessero a qualcuno che lavora cosa serve. Ora quello che doveva essere fatto e costruito è stato fatto, che prospettive quindi potrà avere un giovane di questa generazione invisibile, che non riesce a farsi sentire? Incastrata tra passato remoto dei nonni e genitori che hanno creato un modello ormai obsoleto, ma immutabile e un futuro tutto da inventare e vivere? Tra la certezza di essere prigionieri di un sistema politico ed educativo che non li valorizza e la disperazione di non riuscire a cambiare le cose? Sicuramente

bisogna costruire queste prospettive un passo alla volta, ma camminando svelti. La maturazione di un individuo avviene attraverso l’esperienza. Il lavoro ne è una componente fondamentale. Accettare la realtà che se si vuole lavorare bisogna accontentarsi almeno all’inizio, e crearsi le opportunità da soli con sacrifi cio ed impegno. Lo dice uno come me che ha fatto i lavori più umili e per molto tempo. Lavorando di giorno e studiando di notte. Per raggiungere l’indipendenza economica o per sfamare la famiglia non ha importanza. Sono l’ambizione personale, la dignità e l’orgoglio che stimolano la percorrenza di quella lunga corsa ad ostacoli dalla quale non ci può ritirare mai e dove si può soltanto correre che è la vita. Autostima, autodisciplina, rigore morale, senso del lavoro e di responsabilità fosse anche per fare il cameriere o il calzolaio. Sono le doti personali che non passano inosservate nel mondo del lavoro e permettono di tessere quelle relazioni dove poi andare a fare ciò che si vuole, non un titolo di studio. A costo di fare la valigie e andare all’estero. Ma con in testa progetti più grandi, e se magari piace fare un lavoro che inizialmente era solo un ripiego, allora si è anche contenti. Del resto un antico proverbio recita: ”Fai un mestiere che ami e non lavorerai neppure un giorno in vita tua”. Il lavoro fi sso ormai non esiste più, quindi bisogna cercarlo o crearlo, ma con occhi nuovi, non con quelli di chi ci ha preceduto ai quali possiamo dire solo grazie, e proseguire nel mondo moderno.

A cura di Lorenzo Sartiè

Lorenzo Sartiè

Dott. Massimo Cavazzana Architetto Tel. 049-9585333

Il sisma nella Pianura Padana, tra ricostruzione e prevenzioneL’ARCHITETTO

Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inerenti gli articoli pubblicati od altri argomenti inerenti l’architettura e l’ urbanistica all’indirizzo mail: [email protected]

Nel nostro Paese negli ultimi 40 anni sono stati spesi 147 miliardi di euro sul patrimonio immobiliare esistente per la riqualifi cazione antisismica (circa 3,6 miliardi l’anno). Fondi per interventi “post terremoto”, mentre, se si fossero investiti per la progettazione di edifi ci antisismici avrebbero ampliamente evitato i crolli. Così dopo le scosse del 20 e 29 maggio scorso e le successive repliche in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, si corre ai ripari! Case in muratura e capannoni prefabbricati le costruzioni più colpite! Dell’attività delle faglie in Emilia si sapeva dal 2000, tuttavia solo dal 2003-2005 la Pianura Padana è stata riclassifi cata da zona non sismica a grado 3. Nel 2009 sarebbe quindi entrato in vigore l’obbligo di costruire in quell’area con criteri antisismici. Le parole d’ordine ora sono: stima dei danni, valutazioni per la messa in sicurezza, ma anche distribuzione fondi e ripresa urgente delle attività aziendali. Il problema è che molti dei capannoni industriali sono costruiti senza tener conto delle norme antisismiche, urge quindi un censimento per adeguare gli insediamenti industriali! Ecco che il “D.L. post-terremoto”, n. 74 del 6 giugno e la “bozza di linee guida per la messa in sicurezza dei capannoni industriali”, redatte da Protezione civile, Cni, Assobeton e Reluis chiarisce le procedure post-terremoto più urgenti, per conciliare sicurezza e rapidità della ripresa delle attività produttive. Subito i controlli per

certifi care l’agibilità sismica, necessaria per la riapertura delle attività produttive, ma massima semplifi cazione nelle procedure autorizzative di inizio lavori ed (eventuale) delocalizzazione delle attività per far ripartire l’economia. LE FASI SONO DUE: una prima rapida procedura di messa in sicurezza affi data dai titolari dei capannoni ai tecnici, per verifi care che l’edifi cio non abbia le carenze strutturali e in caso abbia tali carenze si deve prevedere interventi di ripristino autocertifi cati al Comune, ma «è possibile solo quando il danno sui principali elementi strutturali sia assente o di modestissima entità». La seconda fase per poter certifi care l’agibilità è quella dell’ OTTENIMENTO DI UN LIVELLO DI SICUREZZA SISMICA PARI AD ALMENO IL 60% di quello previsto per un capannone, costruito secondo la vigente normativa antisismica. Entro sei mesi, dall’entrata in vigore del DL, si dovrà comunque procedere a verifi ca di sicurezza ai sensi delle norme vigenti, e gli interventi per il raggiungimento della soglia del 60% dovranno essere eseguiti entro i 18 mesi successivi (inizio giugno 2014). Se per raggiungere questo 60% serviranno interventi edilizi, basterà comunicare ai Comuni l’avvio dei lavori e, solo entro 60 giorni dopo l’inizio dei lavori, si dovrà «presentare la documentazione per la richiesta dell’autorizzazione paesaggistica e del titolo abilitativo edilizio nonché per la presentazione dell’istanza di autorizzazione

sismica ovvero per il deposito del progetto esecutivo riguardante le strutture». Qualora si scelga la DELOCALIZZAZIONE, questa «è autorizzata previa autocertifi cazione del mantenimento dei requisiti e delle prescrizioni previsti nelle autorizzazioni ambientali», e le aziende possono partire subito e presentare la documentazione entro 180 giorni. Spetta ai Presidenti delle Regioni defi nire «priorità, modalità e percentuali entro le quali possono essere concessi contributi nel limite delle risorse allo scopo fi nalizzate». Le risorse sono del Fondo per la ricostruzione, quantifi cate in 2,5 MILIARDI DI EURO CERTI (500 milioni di euro dall’accisa sulla benzina e 1 miliardo gli anni 2013 e 2014 da riduzione delle voci di spesa statale). Da defi nire, invece, le somme derivanti dalla riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti politici e dal Fondo di solidarietà Ue. In Veneto vi sono per similarità le stesse strutture colpite in Emilia Romagna. Data l’esperienza appare indispensabile che la Regione Veneto quanto prima proceda attraverso i gruppi politici per una proposta legislativa in grado di incentivare il miglioramento strutturale delle attività produttive. Su questa linea si stanno già muovendo gli Ordini dei professionisti e associazioni di costruttori, che però riusciranno ad avere effi cacia solo con l’accorta attenzione da parte della politica e della Regione del Veneto.

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i nostri EspertiA cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS del Foro di Rovigo

Gent.li Lettrici e Lettori, di sempre

AFFARI DI FAMIGLIA

Matrimoni fra omosessuali e famiglie gay. Diritto al riconoscimenti del matrimonio contratto all'estero

Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: [email protected] autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

Dott. Massimo Cavazzana Architetto Tel. 049-9585333

Il sisma nella Pianura Padana, tra ricostruzione e prevenzioneL’ARCHITETTO

Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inerenti gli articoli pubblicati od altri argomenti inerenti l’architettura e l’ urbanistica all’indirizzo mail: [email protected]

Nel nostro Paese negli ultimi 40 anni sono stati spesi 147 miliardi di euro sul patrimonio immobiliare esistente per la riqualifi cazione antisismica (circa 3,6 miliardi l’anno). Fondi per interventi “post terremoto”, mentre, se si fossero investiti per la progettazione di edifi ci antisismici avrebbero ampliamente evitato i crolli. Così dopo le scosse del 20 e 29 maggio scorso e le successive repliche in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, si corre ai ripari! Case in muratura e capannoni prefabbricati le costruzioni più colpite! Dell’attività delle faglie in Emilia si sapeva dal 2000, tuttavia solo dal 2003-2005 la Pianura Padana è stata riclassifi cata da zona non sismica a grado 3. Nel 2009 sarebbe quindi entrato in vigore l’obbligo di costruire in quell’area con criteri antisismici. Le parole d’ordine ora sono: stima dei danni, valutazioni per la messa in sicurezza, ma anche distribuzione fondi e ripresa urgente delle attività aziendali. Il problema è che molti dei capannoni industriali sono costruiti senza tener conto delle norme antisismiche, urge quindi un censimento per adeguare gli insediamenti industriali! Ecco che il “D.L. post-terremoto”, n. 74 del 6 giugno e la “bozza di linee guida per la messa in sicurezza dei capannoni industriali”, redatte da Protezione civile, Cni, Assobeton e Reluis chiarisce le procedure post-terremoto più urgenti, per conciliare sicurezza e rapidità della ripresa delle attività produttive. Subito i controlli per

certifi care l’agibilità sismica, necessaria per la riapertura delle attività produttive, ma massima semplifi cazione nelle procedure autorizzative di inizio lavori ed (eventuale) delocalizzazione delle attività per far ripartire l’economia. LE FASI SONO DUE: una prima rapida procedura di messa in sicurezza affi data dai titolari dei capannoni ai tecnici, per verifi care che l’edifi cio non abbia le carenze strutturali e in caso abbia tali carenze si deve prevedere interventi di ripristino autocertifi cati al Comune, ma «è possibile solo quando il danno sui principali elementi strutturali sia assente o di modestissima entità». La seconda fase per poter certifi care l’agibilità è quella dell’ OTTENIMENTO DI UN LIVELLO DI SICUREZZA SISMICA PARI AD ALMENO IL 60% di quello previsto per un capannone, costruito secondo la vigente normativa antisismica. Entro sei mesi, dall’entrata in vigore del DL, si dovrà comunque procedere a verifi ca di sicurezza ai sensi delle norme vigenti, e gli interventi per il raggiungimento della soglia del 60% dovranno essere eseguiti entro i 18 mesi successivi (inizio giugno 2014). Se per raggiungere questo 60% serviranno interventi edilizi, basterà comunicare ai Comuni l’avvio dei lavori e, solo entro 60 giorni dopo l’inizio dei lavori, si dovrà «presentare la documentazione per la richiesta dell’autorizzazione paesaggistica e del titolo abilitativo edilizio nonché per la presentazione dell’istanza di autorizzazione

sismica ovvero per il deposito del progetto esecutivo riguardante le strutture». Qualora si scelga la DELOCALIZZAZIONE, questa «è autorizzata previa autocertifi cazione del mantenimento dei requisiti e delle prescrizioni previsti nelle autorizzazioni ambientali», e le aziende possono partire subito e presentare la documentazione entro 180 giorni. Spetta ai Presidenti delle Regioni defi nire «priorità, modalità e percentuali entro le quali possono essere concessi contributi nel limite delle risorse allo scopo fi nalizzate». Le risorse sono del Fondo per la ricostruzione, quantifi cate in 2,5 MILIARDI DI EURO CERTI (500 milioni di euro dall’accisa sulla benzina e 1 miliardo gli anni 2013 e 2014 da riduzione delle voci di spesa statale). Da defi nire, invece, le somme derivanti dalla riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti politici e dal Fondo di solidarietà Ue. In Veneto vi sono per similarità le stesse strutture colpite in Emilia Romagna. Data l’esperienza appare indispensabile che la Regione Veneto quanto prima proceda attraverso i gruppi politici per una proposta legislativa in grado di incentivare il miglioramento strutturale delle attività produttive. Su questa linea si stanno già muovendo gli Ordini dei professionisti e associazioni di costruttori, che però riusciranno ad avere effi cacia solo con l’accorta attenzione da parte della politica e della Regione del Veneto.

DA CHE PARTE GIRA L’ECONOMIA

I giovani, la generazione invisibile

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Molti anni or sono ho letto un saggio universitario che parlava dei giovani, descrivendoli come una generazione invisibile. Molti vizi, non molte prospettive ed obiettivi, troppo spesso poca voglia di fare mascherata da vittimismo. Purtroppo l’argomento è tristemente d’attualità visti i dati sulla disoccupazione giovanile. Ma che rapporto c’è tra disoccupazione giovanile con l’economia ed il mercato attuali? Come sono legati tra loro questi due elementi? Alcuni economisti dicono che il mercato del lavoro è saturo ed in contrazione. Vero. Altri aggiungono che ci sono degli indirizzi formativi poco richiesti o comunque poco adeguati e che i giovani non sono stimolati. Sacrosanto. Ma sono veramente pochi quelli che hanno il coraggio di dire le cose come stanno fi no in fondo. La maggior parte non si vuole piegare all’idea ed adattarsi a fare lavori cosiddetti umili. Gli istituti alberghieri stentano a formare le classi perché nessuno vuole fare il cameriere, il cuoco o l’addetto alla reception. In un paese turistico come il nostro. Fare il fornaio? L’idraulico? Il calzolaio? Il vetraio? Il muratore? Sembra che parlando con i giovani si dica una bestemmia. Meglio web manager, addetto al marketing , ecc. Quasi sempre non sanno neppure ciò che signifi ca ma non importa. Forse a questo punto mi viene da dire che il problema potrebbe essere in un ricambio generazionale di idee e cultura che non c’è stato. I nostri nonni e poi i genitori hanno sacrifi cato tanto per fare e costruire, ma hanno

creato un modo di pensare stagno e retrivo, per nulla propenso all’innovazione ed al cambiamento. Non hanno insomma saputo guardare oltre l’uscio di casa, impedendo spesso ai fi gli di vedere oltre, di fare quei sacrifi ci che li avrebbe traghettati nel mondo del lavoro, di lavorare sodo, con un occhio in azienda e l’altro aperto sul mondo, pensando che lo stato del mondo fosse immutabile. Mondo che è cambiato e che ha fatto cambiare il mercato. Non aver saputo cogliere questi cambiamenti ha portato tante aziende e imprese a chiudere. L’imprenditoria italiana ha sempre sofferto di due fattori altamente negativi. Il nanismo imprenditoriale e la sottocapitalizzazione. Una miriade di imprese piccole perennemente in lotta tra loro all’ultimo sangue che hanno utilizzato le banche per fare la maggior parte dell’attività d’impresa. La crisi fi nanziaria ha portato molte aziende ad avere grossi problemi di liquidità e non avendo capitale, si sono viste costrette a chiudere. Durante il periodo fl orido l’azienda va capitalizzata, durante i periodi di crisi l’azienda deve investire per proporsi con prodotti innovativi e concorrenziali. Purtroppo il nostro tessuto imprenditoriale non ha fatto così ed i risultati sono visibili a tutti. Ed i fi gli di questi e molti altri imprenditori? Immensi patrimoni di know how perduti per sempre, perché i fi gli devono studiare per fare altro. Non è stato tramandato quasi nulla a questa generazione. Solo disoccupazione. I più accorti scappano all’estero (dove in questo sono

molto più avanti di noi), molti invece vivono sotto la commiserazione protettiva dei genitori. Quante volte abbiamo sentito frasi del tipo: “Se devi andare a fare il muratore, l’operaio o l’inserviente piuttosto stai a casa”. Bell’educazione, neanche dovesse andare a lavorare in una miniera di uranio scavando con le mani (e lo facevano nell’ex U.R.S.S. nei Gulag). In compenso magari ha studiato psicologia e le prospettive di trovare lavoro in quel campo sono pari a zero, dato che l’Italia ha il più alto numero di psicologi procapite a mondo. Poverino è disoccupato. In compenso mancano scuole per calzolaio, addetto alla sicurezza sul lavoro, sulla tutela dell’ambiente, sulle energie alternative, sartoria e design solo per citarne alcune. Si sono riformate distruggendole scuole che servivano, per renderle meno utili al mondo del lavoro e se ne sotto fatte altre che non servono praticamente a niente se non creare percorsi di studio lunghi con disoccupazione matematica. Mai una volta che chiedessero a qualcuno che lavora cosa serve. Ora quello che doveva essere fatto e costruito è stato fatto, che prospettive quindi potrà avere un giovane di questa generazione invisibile, che non riesce a farsi sentire? Incastrata tra passato remoto dei nonni e genitori che hanno creato un modello ormai obsoleto, ma immutabile e un futuro tutto da inventare e vivere? Tra la certezza di essere prigionieri di un sistema politico ed educativo che non li valorizza e la disperazione di non riuscire a cambiare le cose? Sicuramente

bisogna costruire queste prospettive un passo alla volta, ma camminando svelti. La maturazione di un individuo avviene attraverso l’esperienza. Il lavoro ne è una componente fondamentale. Accettare la realtà che se si vuole lavorare bisogna accontentarsi almeno all’inizio, e crearsi le opportunità da soli con sacrifi cio ed impegno. Lo dice uno come me che ha fatto i lavori più umili e per molto tempo. Lavorando di giorno e studiando di notte. Per raggiungere l’indipendenza economica o per sfamare la famiglia non ha importanza. Sono l’ambizione personale, la dignità e l’orgoglio che stimolano la percorrenza di quella lunga corsa ad ostacoli dalla quale non ci può ritirare mai e dove si può soltanto correre che è la vita. Autostima, autodisciplina, rigore morale, senso del lavoro e di responsabilità fosse anche per fare il cameriere o il calzolaio. Sono le doti personali che non passano inosservate nel mondo del lavoro e permettono di tessere quelle relazioni dove poi andare a fare ciò che si vuole, non un titolo di studio. A costo di fare la valigie e andare all’estero. Ma con in testa progetti più grandi, e se magari piace fare un lavoro che inizialmente era solo un ripiego, allora si è anche contenti. Del resto un antico proverbio recita: ”Fai un mestiere che ami e non lavorerai neppure un giorno in vita tua”. Il lavoro fi sso ormai non esiste più, quindi bisogna cercarlo o crearlo, ma con occhi nuovi, non con quelli di chi ci ha preceduto ai quali possiamo dire solo grazie, e proseguire nel mondo moderno.

A cura di Lorenzo Sartiè

Lorenzo Sartiè

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Il mobbingDott. Lara Tasso

Sarò lieta di rispondere alle vostre domande all’indirizzo e-mail: [email protected]

Con il termine mobbing si fa riferimento a una serie di molestie e violenze di carattere psicologico, che sono attuate da uno o più individui con intenti lesivi e in maniera sistematica in un contesto di lavoro ai danni generalmente di una singola persona.Negli ultimi anni il termine mobbing è entrato nel vocabolario comune grazie al diffondersi di libri e fi lm sull’argomento; uno su tutti il bel fi lm di Francesca Comencini del 2003 “Mi piace lavorare” con Nicoletta Braschi. Ho l’impressione, tuttavia, che nell’immaginario collettivo il mobbing sia spesso generalizzato, e accade sovente di sentirne parlare in riferimento a qualsiasi comportamento vessatorio che avviene in ambito lavorativo, anche in merito ad un richiamo sporadico di un superiore o a comportamenti poco cortesi da parte di colleghi.Per parlare di mobbing, i comportamenti vessatori non sono sporadici, ma devono avere un’elevata frequenza e si devono protrarre per un lungo periodo (almeno sei mesi).Il mobbing si può manifestare nell’area della comunicazione, per esempio interrompendo continuamente una persona quando parla, impedendole di esprimersi o anche attraverso continui rimproveri verbali. Il fenomeno

può riguardare anche l’immagine sociale, diffondendo voci infondate, ridicolizzando la vittima o screditando le sue decisioni. La persona mobizzata può anche essere colpita nell’area delle relazioni sociali, poiché può essere isolata, spostata in altro uffi cio lontano da tutti. Nell’area professionale assistiamo a un eccesso di lavoro assegnato o, al contrario, a una riduzione delle mansioni, oppure compiti senza senso e umilianti, o anche continui cambi di attività. In alcuni casi la sicurezza del lavoratore è messa a repentaglio in quanto deve svolgere attività che possono nuocere alla salute o può essere addirittura oggetto di violenza fi sica.Anche l’intenzionalità è importante: non si può parlare di mobbing se non ci sentiamo a nostro agio a causa di un collega poco sensibile nei nostri confronti, ma non mosso da cattive intenzioni. Chi attua del mobbing, infatti, lo mette in atto con l’intento di emarginare, discriminare e recare danno al lavoratore oggetto delle violenze, il quale è spinto in una condizione d’inferiorità psicologica senza possibilità di difesa.La persona che subisce mobbing arriva spesso a interrompere volontariamente il rapporto di lavoro per cessare le quotidiane violenze psicologiche che le sono infl itte. Questo accade soprattutto

nelle piccole aziende, poiché non è possibile non condividere il proprio ambiente di lavoro con chi è causa delle vessazioni. Così facendo, tuttavia, si realizza spesso uno dei fi ni ultimi del mobber, che è appunto l’allontanamento della persona presa di mira. Se il fatto accade in aziende di grandi dimensioni, la vittima può essere spostata in altri reparti o in altri sedi.Come difendersi dal mobbing? È importante per le aziende creare un clima di lavoro positivo, individuando e gestendo le persone o i gruppi problematici. La persona, o le persone, oggetto di mobbing non devono isolarsi, ma devono cercare il sostegno sociale all’interno dei vari gruppi cui appartengono. Spesso, infatti, si tende a non raccontare le vessazioni subite, ci si sente colpevoli dell’accaduto, ci si isola dalla famiglia (spesso ignara di tutto), si adottano comportamenti aggressivi, si limita la propria vita sociale, generando un pericoloso circolo vizioso. Non di rado, infatti, chi subisce mobbing mette in serio pericolo anche la propria vita coniugale e familiare, a causa dei comportamenti sopra citati. E’, invece, importante parlare di ciò che si prova, chiedere aiuto e, se il caso lo richiede, raccogliere prove dei comportamenti subiti. Documentare i casi di mobbing è, infatti, molto

complesso e diffi cile, perché spesso la vittima è lasciata sola da amici e colleghi e non ci sono tracce dei soprusi subiti.Un luogo comune da sfatare è che il mobbing sia attuato solo da superiori nei confronti di sottoposti. Questa è solo una delle tante forme del mobbing, ma ce ne sono anche tra colleghi o di sottoposti verso i superiori. In alcuni casi, addirittura, quello che a uno sguardo veloce può apparire il mobber, si scopre poi essere la vittima.Il mobbing, inoltre, può essere attuato e rivolto non solo da e verso singole persone, ma può riguardare due o più individui.Per terminare, voglio porre l’accento sull’importanza di chiedere aiuto a persone fi date che, secondo i casi, può essere un membro del sindacato, un responsabile dell’azienda o anche un consulente esterno, adeguatamente formato per gestire casi di questo tipo. Sono, invece, da evitare l’isolamento e l’indifferenza.

L’OCULISTA

Domande frequenti sul distacco di retinaDott. Valerio Crepaldi

DOTT. VALERIO CREPALDI Ospedale S.Antonio Padova [email protected]

PERCHE’ IL DISTACCO DI RETINA E’ PIU’ FREQUENTE NEI MIOPI?La miopia è legata ad un allungamento dell’occhio e questo allungamento determina una trazione sulla retina che lo deve seguire in maniera solidale. Ma la retina non avendo proprietà elastiche si assottiglia aumentando la sua tendenza a rompersi. Grosso modo possiamo dire che ogni 3 diottrie di miopia il bulbo è più lungo di circa 1mm.E’ VERO CHE IL DISTACCO DI RETNA E’ PIU’ FREQUENTE NEI MESI CALDI?E’ vero, perché la perdita di liquidi con la sudorazione provoca una disidratazione del vitreo come una spugna strizzata, facilitandone la contrazione e il distacco. Il paziente vede spesso lampi luminosi e nota corpi mobili vitreali. Il distacco del vitreo è quasi sempre fi siologico, ma può determinare una rottura della retina per debolezza di quest’ultima. E’ importante recarsi dall’oculista il quale può prevenire il distacco di retina (evento patologico) trattando la rottura con il laser.COME SI RICONOSCE UN DISTACCO DI RETINA?

Nella maggior parte dei casi il paziente riferisce la comparsa di una tendina che si pone davanti all’occhio o la perdita di una parte del campo visivo laterale. Nei casi più gravi si ha improvvisa e importante perdita visiva con percezione di lampi di luce.QUALI POSSONO ESSERE LE CAUSE DI UN DISTACCO DI RETINA?A parte il già descritto distacco del vitreo che può accompagnarsi a rotture retiniche ricordiamo le degenerazioni retiniche periferiche (foro retinico, retinoschisi, degenerazione retinica a “palizzata”), interventi di estrazione della cataratta, traumi oculari.IN CHE COSA CONSISTE IL LASER? FA MALE? RICHIEDE IL RICOVERO?Nel corso della visita possono essere identifi cate aree deboli, prima accennate, che necessitano di bruciature retiniche ottenute attraverso il laser, realizzate su retina sana circostante la lesione. La cicatrizzazione che consegue rinforza e previene il distacco di retina. Non fa male, non richiede ricovero, dura solo pochi minuti e non comporta rischi per la salute del paziente.

CON LESIONI RETINICHE CHE STILE DI VITA VA TENUTO?Gli accorgimenti da seguire consistono nell’evitare i traumi come pugni, pallonate, forzi eccessivi, motocross, sport pericolosi come arti marziali, tuffi in piscina, calcio, body building, ecc.LE “MOSCHE VOLANTI” SONO UN SINTOMO PERICOLOSO?Non sempre, la presenza di qualche puntino mobile nel campo visivo è un fatto innocuo e molto comune. Quando la loro presenza è improvvisa e massiccia ci si deve allarmare.

QUANTO TEMPO CI VORRA’ PER RECUPERARE LA VISTA DOPO UN INTERVENTO PER DISTACCO DI RETINA? Molti pazienti rimangono delusi quando il giorno successivo all’intervento togliendo la benda scoprono di vedere peggio. Ciò è normale, in quanto il recupero avverrà in modo lento e graduale, richiedendo a volte diversi mesi.IL DISTACCO DI RETINA PUO’ RIPRESENTARSI?Si nel 20%-30% dei casi; se ciò accade è necessario un nuovo intervento.

34 I nostri esperti3434 I nostri esperti

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36 Crucipiazza3636 Crucipiazza

VINO

IL CHIANTI

GLI INGLESI LO CHIAMANO “CHIANTISHIRE”, IN ONORE DI QUELLA PARTE DI TOSCANA CHE È COME SE FOSSE UN PROLUNGAMENTO DELLA LORO ISOLA, UNA ZONA DI COLLINA COPERTA DI VIGNETI, DI ULIVETI, BOSCHI DI QUERCE, PINETE, CASTELLI E BORGHI ANTICHI. E’ UNA SPECIE DI REGIONE DENTRO LA REGIONE, LA CUI FAMA VINICOLA, COME QUELLA DI BORDEAUX, DELLA BORGOGNA E DELLA CHAMPAGNE, SI È NEL CORSO DEI SECOLI DIFFUSA IN TUTTO IL MONDO. LA ZONA DI PRODUZIONE DEL CHIANTI SI ESTENDE A CAVALLO DELLE PROVINCE DI FIRENZE E SIENA, AREZZO, PISA E PISTOIA. IL VINO CHE QUI VIENE PRODOTTO HA UN CORPO ED UNA LONGEVITÀ CHE LO AVVICINANO PIÙ AI “SUPERTUSCANS” CHE A QUEL VINELLO DA TRATTORIA CHE ERA UNA VOLTA, BUON COMPAGNO DELLA FINOCCHIONA E DELLA RIBOLLITA. IL CHIANTI E UNA TERRA DI ANTICHE TRADIZIONI, IN CUI ESISTONO TESTIMONIANZE ROMANE ED ETRUSCHE. I PRIMI DOCUMENTI RISALGONO AL XIII SECOLO E RIGUARDANO LA LEGA DEL CHIANTI, COSTITUITA A FIRENZE PER REGOLARE I RAPPORTI TRA I PRODUTTORI DI SANGIOVESE DEI COMUNI DI RADDA, GAIOLE E CASTELLINA. COME INSEGNA FU ADOTTATO UN GALLO NERO IN CAMPO DORATO, E QUE-STO SIMBOLO È TUTT’ORA L’EMBLEMA DEL CONSORZIO DEL VINO DEL CHIANTI CLASSICO.FINO AL 1700 IL VINO CHIANTI VENIVA PRODOTTO SOLAMENTE COL SANGIOVESE E FU SOLO NEL 1800 CHE SI INCOMINCIO AD UTILIZZARE ANCHE ALTRI VITIGNI. FU IL BARONE RICASOLI IL PRIMO AD INIZIARE A MISCELARE VARIE UVE PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DEL VINO.OGGI LA MAGGIOR PARTE DEI PRODUTTORI UTILIZZA O SOLO SANGIOVESE O SANGIOVESE E MERLOT O CABERNET SAUVIGNON. IL CHIANTI È UN VINO CHE MOLTO BENE SI ACCOMPAGNA AI PIATTI TRADIZIONALI TOSCANI, AI SALUMI, AI FORMAGGI, ALLE CARNI IMPORTANTI ED UNA BUONA “RISERVA” LA SI PUÒ BERE ANCHE DA SOLA. IO NEL CHIANTI CI SONO STATO E POSSO DIRE SENZA PECCARE DI PRESUNZIONE CHE IN UN BICCHIERE DI QUESTO OTTIMO VINO SI ASSAPORA NON SOLO LA STORIA MA ANCHE LA SIMPATIA DEI TOSCANI, GENTE ALLEGRA E MOLTO CORDIALE.

DenisMeneghini

CUCINA

CONCHIGLIE INTEGRALI CREMOSAMENTE SPADELLATE CON ZUCCHINE E MORTADELLAZUCCHINE E MORTADELLA È UN DUO BEN NOTO PER LA SUA DOLCEZZA E LEGGEREZZA, NELLA

NOSTRA PROPOSTA BEN PEPATO ED ARRICCHITO DA SFIZIOSI PISTACCHI SALATI. IN QUESTO GIOCO DI SAPORI E COLORI (ROSA E VERDE A FARLA DA PADRONE), NON POTEVA ESSERE DI MENO LA PASTA: UN FORMATO ELEGANTE, INTEGRALE PRODOTTA DA AGRICOLTURA BIOLOGICA E PER QUESTO CON COLORE E SAPORE RICERCATI. INSOMMA UNA PASTA CONDITA CHE COLPISCE PER LA SUA CROMATICITÀ, È DELICATA E FRESCA.

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18G PISTACCHI SALATI SGUSCIATI 200ML PANNA DA CUCINA

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OLIO EVO

ZENZERO

SALE, PEPE NERO

PROCEDIMENTOMONDARE ED AFFETTARE LE ZUCCHINE, GRIGLIARLE SULLA PIASTRA E TAGLIARLE OGNI RONDELLA IN TRE PEZZI. MONDARE L’AGLIO, TAGLIARLO FINEMENTE E FARLO SOFFRIGGERE IN PADELLA CON L’OLIO, LA SALVIA SMINUZZATA E LA MORTADELLA SFILETTATA. TRITURARE GROSSOLANAMENTE I PISTACCHI. UNIRE NELLA PADELLA CON LA MORTADELLA, LE ZUCCHINE ED I PISTACCHI; INSAPORIRE CON ZENZERO, SALE E PEPE. CUOCERE LA PASTA IN ABBONDANTE ACQUA SALATA, SCOLARLA E VERSARLA NELLA PADELLA CON LA MORTADELLA. FAR SALTARE LE CONCHIGLIE, AMMORBIDENDO CON LA PANNA (ED EVENTUALMENTE UN PO’ DI ACQUA DI COTTURA). SERVIRE SPOLVERANDO A PIACERE CON PEPE NERO

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Azzurra Edizioni S.n.c. - C.P. 93/B - 35028 Piove di Sacco (PD) [email protected]

SOPRA E SOTTO Risolvendo entrambi i giochi otterrete, rispettivamente, il nome e il cognome dell’attore in foto

Chiave (7) - Il nome..................................

................................................................

Pierino• Pierino rivolto alla maestra: “Si-gnora maestra, non credo di es-sermi meritato zero nel compito di matematica.” “Nemmeno io lo credo, ma purtroppo voti più bas-si non ne esistono.”• Pierino torna a casa e suo padre gli chiede: “Come è andato l’e-same?” “Papà non dicevi che era più importante la salute?”• Un amico fa all’altro: “Tua mamma per caso fa l’elettrici-sta?” “No, perché?” “Perché la vedo sempre sotto un palo.”• La maestra a Pierino: “Fammi un esempio di ingiustizia.” “Ehm, quando io prendo un brutto voto perché papà ha sbagliato i com-piti.”• Il professore interroga Pierino: “Dimmi il nome di un rettile.” Chiede. “Una vipera.” “Bene, ora dimmi il nome di un’altro rettile.” “Un’altra vipera.”• La maestra indicando Pierino: “Tu, dimmi due pronomi.” “Chi? Io?” “Bene, benissimo! Ora sen-tiamo un altro.”• La maestra interroga Pierino in Storia: “Pierino, cosa divenne Carlo Alberto quando morì suo padre?” “Orfano.”• “Pierino, perché hai scritto ca-mino con la ‘k’?” “Perché camini senza cappa non esistono!”• Pierino: “Signora maestra si può punire uno per una cosa che non ha fatto?” “No di certo!” “Bene,

allora non ho fatto i compiti.”• “Pierino, cos’è l’arcobaleno?” “E’ il sole che dopo essersi fatto la doccia, si rifà il trucco.”• “Pierino, cos’è un temporale?” “Sono delle nubi che, spaventate dai tuoni, scoppiano a piangere.”• “Lo sai perché Pierino dorme con il martello?” “Per schiacciare un pisolino.”• La mamma dice a Pierino: “Pie-rino, vammi a comprare lo spirito in farmacia, per favore.” Pierino va in farmacia e paga. Poi va in chiesa a confessarsi: “Fatti il se-gno della croce.” Dice il prete. “Nel nome del padre e del figlio, amen.” “Pierino!” Esclama il pre-te scandalizzato. “E lo spirito?” “Oh no! L’ho dimenticato in far-macia!”• La maestra dice a Pierino: “Se metto nello zaino 5 libri di italia-no, 7 di matematica e 2 di sto-ria, quanti libri avrò?” E Pierino risponde: “Abbastanza per rovi-narmi le vacanze.”• Pierino chiede alla maestra: “Signora maestra posso andare in bagno?” La maestra risponde: “No.” Pierino torna al posto e la maestra gli chiede: “Pierino qual è il lago più grande d’Italia?” E Pierino: “Quello sotto al mio ban-co.”• Interrogazione di geografia. L’insegnante: “Pierino, sai dirmi dov’è il canale di Suez?” Pierino: “Si, sul digitale terrestre.”

LE OMBRE:

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LE OMBRE Trova l’ombra corretta

Aforismi sull’amore• La massima forma d’egoismo è l’amore. Non amiamo i nostri partner, ma soltanto la loro capacità di amare noi.• La ricchezza del mio cuore è infinita come il mare, così profondo il mio amore: più te ne do e più ne ho, perché entrambi sono infiniti.• Nell’amore, un silenzio val più di un discorso.

AARON (Aronne)ADAM (Adamo)

ALANALBERT (Alberto)

ARNOLD (Arnoldo)BARNEY

BENBRAD

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JOSHKATE

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CHIAVE (8) - Un nome inglese......................................................................................

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A B

C D

Inserite all’interno dello schema inferiore le parole elencate in modo da completare il cruciverba. A schema ultimato, nelle caselle grigie, apparirà il cognome.

AN - AU - CA - ED - EL - ES - FU - MONO - SO - UD - ADA - AHI - AIA - AIOGOL - ODA - OHE - OLA - TRE - UAUALOE - AMOS - ECRU - FLAG - FOCAFALSO - MALCO - ORNAREOTARDA - SPELTA - ISRAELEPRELATO

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373737A tavola

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38 Oroscopo3838 Oroscopo

BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10FASCINO SARETE RIC-

CHI DI FIDUCIA, COMBAT-TIVITÀ E CAPACITÀ STRATEGICHE.

POTRESTE IMBATTERVI IN CONOSCENZE IMPORTANTI · SALUTE POTRESTE RISEN-TIRE DI QUALCHE DISTURBO A CARICO DI SCHIENA O STOMACO. OPPORTUNO GE-STIRE CON SAGGEZZA DIETA ED ENERGIE

SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11FASCINO RECU-

PERERETE CHARME E POESIA. IL QUADRO

COMPLESSIVO DEI SENTIMENTI SI FARÀ MENO OSTINATO E BELLICOSO · SALUTE IL TONO MUSCOLARE NON SEMPRE OTTI-MALE REGALERÀ RISULTATI A CHI POTRÀ CONTARE SU UN PERIODO DI PREPARAZ-IONE PREGRESSA

SAGITTARIODAL 23/11AL 21/12

FASCINO MOLTI DI VOI SPERIMENTERANNO UN DE-CISO PASSO AVANTI NELLE

QUESTIONI DI CUORE, SI-ATE RAGIONEVOLI E PAZIENTI · SALUTE SCHIENA E GAMBE, DOPO QUALCHE MESE DI RISTAGNO ENERGETICO, RIPREN-DERANNO AD ESSERE SCATTANTI. AT-TENTI ALLA MOTIVAZIONE

CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01FASCINO NON DATE

NULLA PER SCON-TATO E SIATE PIÙ APERTI NEL MANIFE-STARE LE EMOZIONI. CONTRASTI DIETRO L’ANGOLO · SALUTE RIPOSATE MOLTO E DOSATE CON SAPIENZA LE ENERGIE. ADOTTATE UN REGIME SPORTIVO LEG-GERO E UNA DIETA NUTRIENTE

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO FATE ATTENZIONE ALLA QUALITÀ DELLA COMU-

NICAZIONE E TENETE A BADA AL VOSTRA AUTOSTIMA DAI PICCHI TROPPO ALTI · SALUTE AFFRONTATE LA

STAGIONE ENTRANTE TONICI E SCOPPIET-TANTI DI FIDUCIOSE ENERGIE, POTRESTE SORPRENDERE QUALCUNO!

PESCI DAL 20/02 AL 20/03FASCINO SAPRETE RIMETTERE IN MOTO

FANTASIA E VITALITÀ, CIÒ VI CONSEN-TIRÀ DI APPARIRE PIÙ DESIDERABILI E IN-TRIGANTI · SALUTE IN ARRIVO QUALCHE PICCOLO RALLENTAMENTO DEL METABO-LISMO DA TENERE SOTTO CONTROLLO GRAZIE A DIETA E MOVIMENTO

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO MUNITEVI DI UNA BUONA DOSE DI

TATTO E DI PAZIENZA. PER CHI FATICA A CONTENERE LE ENERGIE, POSSIBILI ALTI E BASSI · SALUTE POTRESTE ESSERE VIT-TIME DI UN AUMENTO DI STRESS A CARICO DELL’APPARATO DIGESTIVO. MANTENETE UN ATTEGGIAMENTO COSTRUTTIVO

TORODAL 21/04

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CANCRODAL 22/06AL 22/07

FASCINO VENERE CREA PER VOI ECLATANTI OCCASIONI DI

INCONTRO E VEGLIA CON SOL-LECITUDINE SUI VOSTRI AFFARI DI CUORE · SALUTE TERAPIE DOLCI, BASATE SU MASSAGGI E PROPRIETÀ DELLE ACQUE TERMALI, VI RESTITUIRANNO UN EQUI-LIBRIO OTTIMALE

LEONEDAL 23/07

AL 23/08FASCINO VI SENTIRETE DI AVERE UN APPROC-CIO AI SENTIMENTI PIÙ DELICATO E INTIMISTA. GESTITE BENE LE ENER-

GIE, VI SERVIRANNO· SALUTE POTRESTE ESSERE PREDA DI UN PIACEVOLE IN-DULGERE NELLA PIGRIZIA, TUTTAVIA, IL TONO MUSCOLARE SARÀ OTTIMALE

VERGINEDAL 24/08

AL 22/09FASCINO DECOLLERANNO EVENTUALI PROGETTI DI COPPIA ACCANTONATI DA

TEMPO E AUMENTERANNO GLI INCONTRI PIACEVOLI · SALUTE CURATE L’ALIMENTAZIONE E NON INDUGIATE IN PENSIERI OSSESSIVI, POTREBBERO TO-GLIERVI L’ENERGIA DI CUI NECESSITATE

Oroscopo

VERGINEVERGINEDAL 24/08DAL 24/08

AL 22/09AL 22/09FASCINOFASCINO

TEMPO E AUMENTERANNO GLI

LEONELEONEDAL 23/07DAL 23/07

AL 23/08AL 23/08FASCINOFASCINO

GESTITE BENE LE ENER-GIE, VI SERVIRANNO·

AL 22/07AL 22/07FASCINOFASCINO

VOI ECLATANTI OCCASIONI DI INCONTRO E VEGLIA CON SOL-

LECITUDINE SUI VOSTRI AFFARI DI CUORE

GEMELLIGEMELLIDAL 21/05DAL 21/05

OLE DINAMISMO VI

TOROTORODAL 21/04DAL 21/04

SARETE PIÙ AF-F E T - TUOSI E DISPONIBILI,

ARIETEARIETEDAL 21/03DAL 21/03

AL 20/04AL 20/04

TATTO E DI PAZIENZA. PER CHI FATICA A

AL 20/03

ACQUARIOACQUARIODAL 21/01DAL 21/01AL 19/02AL 19/02FASCINOFASCINOALLA QUALITÀ DELLA COMU-

NICAZIONE E TENETE A BADA

SALUTESALUTE

CAPRICORNOCAPRICORNO

NULLA PER SCON-TATO E SIATE PIÙ APERTI NEL MANIFE-

SAGITTARIOSAGITTARIODAL 23/11DAL 23/11AL 21/12AL 21/12

QUESTIONI DI CUORE, SI-

SCORPIONESCORPIONE

FASCINOFASCINOPERERETE CHARME

E POESIA. IL QUADRO COMPLESSIVO DEI SENTIMENTI SI FARÀ

BILANCIABILANCIADAL 2 3/09DAL 2 3/09

CHI DI FIDUCIA, COMBAT-TIVITÀ E CAPACITÀ STRATEGICHE.

POTRESTE IMBATTERVI IN CONOSCENZE

A VOLTE VESTIRE I PANNI DELLA

BELLA ADDORMENTATA PUÒ ESSERE

CONTROPRODUCENTE…

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Page 39: La Piazza di Padova nord - 2012ag n111

BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10FASCINO SARETE RIC-

CHI DI FIDUCIA, COMBAT-TIVITÀ E CAPACITÀ STRATEGICHE.

POTRESTE IMBATTERVI IN CONOSCENZE IMPORTANTI · SALUTE POTRESTE RISEN-TIRE DI QUALCHE DISTURBO A CARICO DI SCHIENA O STOMACO. OPPORTUNO GE-STIRE CON SAGGEZZA DIETA ED ENERGIE

SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11FASCINO RECU-

PERERETE CHARME E POESIA. IL QUADRO

COMPLESSIVO DEI SENTIMENTI SI FARÀ MENO OSTINATO E BELLICOSO · SALUTE IL TONO MUSCOLARE NON SEMPRE OTTI-MALE REGALERÀ RISULTATI A CHI POTRÀ CONTARE SU UN PERIODO DI PREPARAZ-IONE PREGRESSA

SAGITTARIODAL 23/11AL 21/12

FASCINO MOLTI DI VOI SPERIMENTERANNO UN DE-CISO PASSO AVANTI NELLE

QUESTIONI DI CUORE, SI-ATE RAGIONEVOLI E PAZIENTI · SALUTE SCHIENA E GAMBE, DOPO QUALCHE MESE DI RISTAGNO ENERGETICO, RIPREN-DERANNO AD ESSERE SCATTANTI. AT-TENTI ALLA MOTIVAZIONE

CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01FASCINO NON DATE

NULLA PER SCON-TATO E SIATE PIÙ APERTI NEL MANIFE-STARE LE EMOZIONI. CONTRASTI DIETRO L’ANGOLO · SALUTE RIPOSATE MOLTO E DOSATE CON SAPIENZA LE ENERGIE. ADOTTATE UN REGIME SPORTIVO LEG-GERO E UNA DIETA NUTRIENTE

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO FATE ATTENZIONE ALLA QUALITÀ DELLA COMU-

NICAZIONE E TENETE A BADA AL VOSTRA AUTOSTIMA DAI PICCHI TROPPO ALTI · SALUTE AFFRONTATE LA

STAGIONE ENTRANTE TONICI E SCOPPIET-TANTI DI FIDUCIOSE ENERGIE, POTRESTE SORPRENDERE QUALCUNO!

PESCI DAL 20/02 AL 20/03FASCINO SAPRETE RIMETTERE IN MOTO

FANTASIA E VITALITÀ, CIÒ VI CONSEN-TIRÀ DI APPARIRE PIÙ DESIDERABILI E IN-TRIGANTI · SALUTE IN ARRIVO QUALCHE PICCOLO RALLENTAMENTO DEL METABO-LISMO DA TENERE SOTTO CONTROLLO GRAZIE A DIETA E MOVIMENTO

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO MUNITEVI DI UNA BUONA DOSE DI

TATTO E DI PAZIENZA. PER CHI FATICA A CONTENERE LE ENERGIE, POSSIBILI ALTI E BASSI · SALUTE POTRESTE ESSERE VIT-TIME DI UN AUMENTO DI STRESS A CARICO DELL’APPARATO DIGESTIVO. MANTENETE UN ATTEGGIAMENTO COSTRUTTIVO

TORODAL 21/04

AL 20/05F A S C I N O

SARETE PIÙ AF-F E T - TUOSI E DISPONIBILI, OLTRE CHE PROTETTIVI E ROMANTICI. MESE PROPIZIO ANCHE PER LE NUOVE CONOSCENZE · SALUTE VI SENTITE PIGRI E SPOSSATI. L’ATTIVITÀ SPORTIVA PRATI-CATA IN MANIERA GIOCOSA E “SOFT”, VI AIUTERÀ A DISTENDERVI

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO UN PIACEV-OLE DINAMISMO VI

GARANTIRÀ INTRAPRENDENZA E GRANDE APPEAL SEDUTTIVO. SARETE IRRESIST-IBILI! · SALUTE GRAZIE AGLI STU-PENDI PASSAGGI DEGLI ULTIMI MESI ORA VIVRETE DI RENDITA, LA CURVA DEL BEN-ESSERE NON CONOSCERÀ FLESSIONI

CANCRODAL 22/06AL 22/07

FASCINO VENERE CREA PER VOI ECLATANTI OCCASIONI DI

INCONTRO E VEGLIA CON SOL-LECITUDINE SUI VOSTRI AFFARI DI CUORE · SALUTE TERAPIE DOLCI, BASATE SU MASSAGGI E PROPRIETÀ DELLE ACQUE TERMALI, VI RESTITUIRANNO UN EQUI-LIBRIO OTTIMALE

LEONEDAL 23/07

AL 23/08FASCINO VI SENTIRETE DI AVERE UN APPROC-CIO AI SENTIMENTI PIÙ DELICATO E INTIMISTA. GESTITE BENE LE ENER-

GIE, VI SERVIRANNO· SALUTE POTRESTE ESSERE PREDA DI UN PIACEVOLE IN-DULGERE NELLA PIGRIZIA, TUTTAVIA, IL TONO MUSCOLARE SARÀ OTTIMALE

VERGINEDAL 24/08

AL 22/09FASCINO DECOLLERANNO EVENTUALI PROGETTI DI COPPIA ACCANTONATI DA

TEMPO E AUMENTERANNO GLI INCONTRI PIACEVOLI · SALUTE CURATE L’ALIMENTAZIONE E NON INDUGIATE IN PENSIERI OSSESSIVI, POTREBBERO TO-GLIERVI L’ENERGIA DI CUI NECESSITATE

OroscopoA VOLTE VESTIRE I PANNI DELLA

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Parco Regionale Venetodel Delta del PoVia Marconi, 645012 Ariano nel Polesine (RO)Tel. 0426 372202 - 346 6868151Fax 0426 [email protected]

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