La “nuova strada” non passa per la discarica · • il sistema di consumo della nostra società...

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La pulizia dell'ambiente Ti sei mai chiesto dove finiscono i rifiuti? I rifiuti rappresentano uno dei problemi più importanti per la nostra società. Le nostre Città potrebbero esserne sommerse in poco tempo se non ci fosse un servizio di raccolta e smaltimento efficiente. Eppure ce ne accorgiamo solo quando i cassonetti traboccano di immondizia, perché i netturbini sono in sciopero, oppure quando viaggiamo in un Paese dove il servizio funziona male. Ma ti sei mai chiesto che fine fanno i rifiuti, dopo che li abbiamo depositati nel cassonetto? La “nuova strada” non passa per la discarica Pensiamo che un condominio, composto da dieci appartamenti, in un anno produce qualcosa come 11.000 chilogrammi di rifiuti, equivalenti a 100 metri cubi così suddivisi: rifiuti organici (30%), carta e cartone (25%), plastiche (10%), vetro (8%), metalli (4%), medicinali, pile e rifiuti pericolosi (15%). Fino a pochi anni fa, c'era un solo luogo in cui portare tutti i rifiuti urbani: la discarica, un immenso terreno ubicato nei dintorni delle città e destinato a ricevere ogni giorno tonnellate di rifiuti. Dove possibile, l’alternativa a questo sistema era di ricorrere a un inceneritore capace di bruciare i rifiuti, utilizzando il calore prodotto come fonte per la produzione di energia elettrica (termovalorizzazione). Ogni anno che passa l'uomo produce sempre più rifiuti: la Terra non ne può più...rischiamo di soffocarla! Finalmente si è compreso che accumulare i rifiuti nelle grandi discariche è un comportamento pericoloso per la natura e per la società, perché si corre il rischio di inquinare il terreno e le falde dell’acqua provocando gravi danni, oltre che all’ecosistema, anche alla salute delle persone.

Transcript of La “nuova strada” non passa per la discarica · • il sistema di consumo della nostra società...

La pulizia dell'ambiente Ti sei mai chiesto dove finiscono i rifiuti?

I rifiuti rappresentano uno dei problemi più

importanti per la nostra società. Le

nostre Città potrebbero esserne sommerse in poco

tempo se non ci fosse un servizio di raccolta e

smaltimento efficiente.

Eppure ce ne accorgiamo solo quando i

cassonetti traboccano di immondizia, perché i

netturbini sono in sciopero, oppure quando

viaggiamo in un Paese dove il servizio

funziona male.

Ma ti sei mai chiesto che fine fanno i rifiuti, dopo

che li abbiamo depositati nel cassonetto?

La “nuova strada” non passa per la discarica

Pensiamo che un condominio, composto da dieci appartamenti, in un anno produce qualcosa come

11.000 chilogrammi di rifiuti, equivalenti a 100 metri cubi così suddivisi: rifiuti organici (30%), carta e

cartone (25%), plastiche (10%), vetro (8%), metalli (4%), medicinali, pile e rifiuti pericolosi (15%).

Fino a pochi anni fa, c'era un solo luogo in

cui portare tutti i rifiuti urbani: la discarica,

un immenso terreno ubicato nei dintorni

delle città e destinato a ricevere ogni giorno

tonnellate di rifiuti.

Dove possibile, l’alternativa a questo

sistema era di ricorrere a un inceneritore

capace di bruciare i rifiuti, utilizzando il

calore prodotto come fonte per la

produzione di energia elettrica

(termovalorizzazione).

Ogni anno che passa l'uomo produce sempre

più rifiuti: la Terra non ne può

più...rischiamo di soffocarla!

Finalmente si è compreso che accumulare i rifiuti nelle grandi discariche è un comportamento pericoloso

per la natura e per la società, perché si corre il rischio di inquinare il terreno e le falde dell’acqua

provocando gravi danni, oltre che all’ecosistema, anche alla salute delle persone.

La raccolta differenziata

In Italia dal 1997 esiste una

legge, il Decreto Ronchi, che

sottolinea come ognuno di noi è

responsabile della salvaguardia

dell’ambiente e della tutela delle risorse naturali.

Il Decreto stabilisce che i rifiuti

devono essere considerati sempre

meno come scarti da accumulare

e sempre più come risorse.

In linea con gli obblighi della

legge, i Comuni italiani hanno

adottato un nuovo modello

organizzativo per la gestione dei

rifiuti, che richiede la

partecipazione attiva di tutti i

cittadini: la raccolta differenziata.

Mettendo in pratica la raccolta

differenziata è possibile ridurre l’accumulo dei rifiuti e attuare il riciclaggio di oggetti e materiali.

La conseguenza più importante è che si evita di prelevare dalla natura una gran quantità di materie prime,

che altrimenti sarebbero necessarie per attuare il processo produttivo.

AcegasAps ha capito che questa è la strada da seguire per dar vita a una forma di sviluppo realmente

sostenibile.

Nel 2004, infatti, l’azienda ha raccolto mediante questo sistema oltre 100.000 tonnellate di rifiuti nelle

province di Trieste e Padova. Si tratta di un buon risultato, che però, soprattutto in certe zone, può essere

ancora migliorato grazie all’impegno di tutti i cittadini.

I rifiuti, divisi per tipologia, possono essere trattati e utilizzati al posto delle materie

prime, permettendo un importante risparmio energetico e un concreto rispetto del

territorio.

Per concludere, in una corretta politica ambientale è necessario considerare che:

• dagli scarti devono nascere nuove opportunità;

• il sistema di consumo della nostra società richiede un forte consumo di energia per la fabbricazione di

merci e causa una elevata produzione di rifiuti;

• il termine “rifiuto” non esiste in natura, ma è esclusivo dell'organizzazione sociale e dei processi

produttivi realizzati dagli uomini;

• se la nostra società produce quantità di rifiuti sempre crescenti, allora è necessario che crescano le

strutture di raccolta e di smaltimento.

Non dimentichiamo che la “nuova strada” da seguire è quella dello sviluppo sostenibile e che uno

degli obiettivi è appunto quello di ridurre drasticamente la quantità di rifiuti non riciclabili.

La raccolta differenziata comincia in cucina

In cucina si dividono i rifiuti “umidi” da quelli “secchi”: quelli “umidi” sono di origine animale o

vegetale, cioè sono prodotti dalla natura e non dall’uomo; quelli “secchi” sono tutti gli altri, che vedremo

poi come suddividere.

Nel nostro contenitore per l’umido/organico andranno riposti scarti e avanzi di cibo, prima e dopo la

cottura: verdura, carne, ossi, pesce, gusci d’uovo, pasta, sfarinati, pane, filtri del tè, fondi di caffè,

tovagliolini di carta, fiori e piccole piante, lettiere di animali. Sono di origine organica anche gli scarti del

giardino: erba, foglie, ramaglie, radici.

Ma dove finiscono questi rifiuti organici? Essi possono essere utilizzati per produrre il compost. Sfruttando l’azione degli organismi decompositori

(che si nutrono delle solo sostanze naturali disgregandole), si ottiene una specie di concime, ottimo da

utilizzare nell’agricoltura, nel giardinaggio o nel florovivaismo.

Nella provincia di Padova, AcegasAps gestisce il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti umidi. Una

volta ritirati, questi vengono lavorati in speciali impianti per produrre il compost.

Da cartacce e vecchi scatoloni nasce nuova carta

Giornali, riviste, libri, fogli usati, sacchi e sacchetti di carta, scatole e scatoloni di

cartone sono un’altra ricchezza da non sprecare.

Questo tipo di rifiuti di origine cellulosica (la cellulosa è la componente principale della

carta e del cartone) servirà infatti a produrre carta e cartone nuovi senza bisogno di

abbattere altri alberi, i fornitori naturali di cellulosa.

Produrre una tonnellata di carta significa abbattere 15 alberi e impiegare 440.000 litri d'acqua, senza

contare la pesante produzione di anidride carbonica.

Produrre carta riciclata significa risparmiare materie prime, energia, denaro e ridurre l’inquinamento.

Usa qualche semplice accortezza: gli scarti devono essere privi di cellophane e di qualsiasi parte in

plastica o in polistirolo, e, nel caso degli scatoloni, devono essere piegati in modo da ridurne il volume.

La plastica è nostra amica. Non sprechiamola!

Bottiglie, barattoli, flaconi, taniche, confezioni per uova, buste e sacchetti, vaschette, scatole,

cassette, reti, nylon, reggette, cellophane, pellicole per imballaggi, polistirolo...Avete mai pensato a

tutte le forme in cui si presenta la plastica?

La plastica è un derivato dal petrolio, perciò costa molto, in termini di energia utilizzata e di spese

ambientali.

Il riciclaggio è il sistema migliore per smaltire gli imballaggi in plastica divenuti rifiuti, perché

consente di risparmiare una materia prima ancora fondamentale per la nostra vita (il petrolio) e soprattutto

perché la plastica è un materiale scarsamente biodegradabile, e perciò tra i più inquinanti al mondo.

D'ora in poi nessuno parlerà più di "ferrovecchio"!

Barattoli, scatolette, lattine... anche questi sono rifiuti preziosi.

Se li raccogliamo a parte, ci faranno risparmiare materie prime, energia, denaro... e anche inquinamento.

Facciamo un esempio: fabbricare una nuova lattina con l’alluminio usato,

anziché con le materie prime, permette di risparmiare il 95% dell’energia

elettrica!

Ma non c’è solo l’alluminio delle lattine. I metalli sono un’immensa riserva di

materie prime: scatole, barattoli, bombolette, vecchie posate, elettrodomestici,

caffettiere, pentole, biciclette, autoveicoli, ecc. C’è l’imbarazzo della scelta.

L'abito non fa il monaco, ma forse un altro abito si...

Gli indumenti usati non vanno gettati via, perché, selezionati opportunamente per

tipologia di tessuto, possono essere avviati a riciclaggio.

Lo sapevi che ogni anno in Italia vengono rigenerate 50.000 tonnellate di lana? L'obiettivo

è quello di aumentare tale quantità così da risparmiare materie prime ed energia per la

produzione.

In molte città ci sono appositi contenitori in cui riporre gli indumenti usati che, se in buono stato, possono

essere donati ai più bisognosi, invece di essere subito riciclati. A Padova e Trieste questi contenitori sono

quelli gialli della Caritas.

Sono riciclabili: abiti, maglieria, biancheria, cappelli, coperte, tende, lana, tessuti in genere, scarpe

appaiate, giacche e giacconi, borse, cinture, indumenti in pelle in genere...

Il riciclaggio del vetro

Fragile, trasparente, rigido: è il vetro, un materiale davvero straordinario.

Si ottiene mettendo insieme, al naturale, silice, soda, calcio, che altro non sono che

sabbia.

Il vetro è un materiale che può essere riciclato con facilità: basta fonderlo ad alte

temperature (1.500 gradi) al posto delle tre materie prime. In questo modo si ottiene

nuovo vetro, di qualsiasi forma, dimensione e destinazione d’uso, e si evita di disperdere in natura un

materiale resistente ai processi di decomposizione.

Perché non approfittarne? Impegniamoci nella raccolta differenziata del vetro!

Se sono ingombranti, vanno separati dagli altri rifiuti!

I rifiuti ingombranti come armadi, materassi, reti del letto, ecc, o i

RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) come lavatrici, televisori o

frigoriferi sono riciclabili e non vanno abbandonati lungo le strade, gli argini o fuori dai

cassonetti, ma vanno conferiti al servizio di raccolta differenziata a loro dedicato.

Pensiamo ad una lavatrice: è composta da un cesto in acciaio inox, da una carrozzeria in

lamiera, da cavi elettrici di rame, tutti metalli che possono essere prima separati e poi fusi per

produrre nuovi manufatti.

Rifiuti pericolosi... per l'uomo e per l'ambiente

I rifiuti contenenti sostanze chimiche sono chiamati pericolosi, perché hanno elevato

potere d’inquinamento. Ricorda sempre da separarli dagli altri.

Tra i rifiuti pericolosi più diffusi ci sono i prodotti per la manutenzione e la pulizia

dell'auto, i prodotti per il giardinaggio (fitofarmaci, antiparassitari, fertilizzanti chimici),

i prodotti per l’hobby e il bricolage, i detersivi, i farmaci, i cosmetici, i prodotti per la

pulizia della casa, le pile, le sostanze tossiche, corrosive, velenose, infiammabili in

genere.

Tali prodotti sono doppiamente pericolosi: infatti, quando vengono gettati via, dal rischio casalingo si

passa a quello ambientale, perché i componenti chimici contenuti possono inquinare gravemente le falde

acquifere se finiscono nelle discariche.

Fai attenzione! Non gettarli nel cassonetto; questi prodotti vanno consegnati ad apposito personale o

conferiti secondo le regole fissate dal proprio Comune di residenza.

Seguendo poche semplici regole, sarà possibile evitare pericolosi incidenti domestici. Spiegalo anche alle

persone che vivono nella tua casa!

I prodotti contenenti sostanze chimiche:

• Vanno tenuti fuori dalla portata dei bambini più piccoli che, magari solo per curiosità, potrebbero

entrare in contatto o ingerire queste sostanze nocive.

• Devono essere conservati sempre nel contenitore originale con l’etichetta, che va letta con

attenzione e mai rimossa.

• Non vanno mai travasati o miscelati fra loro, perché si potrebbero produrre vapori fortemente

irritanti.

• Una volta terminati, vanno raccolti separatamente dai rifiuti di tipo ordinario, depositandoli negli

appositi contenitori o consegnandoli a personale specializzato, conformemente a quanto disposto

dal nostro Comune.

I rifiuti urbani pericolosi si riconoscono da questi simboli, osserviamoli e impariamoli insieme:

In ordine, da destra, incontriamo: Infiammabile, Irritante\Tossico, Tossico, Infiammabile, Nocivo,

Corrosivo

Rifiuti non riciclabili: solo questi nei cassonetti

Siamo arrivati al termine del nostro viaggio fra i rifiuti.

Abbiamo imparato che molti tipi di rifiuti sono riciclabili e perciò possono essere selezionati alla fonte,

cioè in casa, in ufficio, a scuola, nei negozi, nelle fabbriche, ecc.

Esistono, però, anche dei rifiuti non riciclabili: sono tutti quelli che non appartengono a nessuna delle

categorie che abbiamo visto, il cosiddetto secco non reciclabile.

Ad esempio: pannolini, assorbenti igienici, lampadine, videocassette, pellicole fotografiche, sacchetti

pieni dell’aspirapolvere, terracotta e porcellana. A Trieste, a differenza di Padova,

anche il rifiuto “umido” non è soggetto alla raccolta differenziata e, quindi, può

essere accomunato a quelli appena citati.

I tipi di rifiuti che abbiamo elencato, anziché giacere per decine di anni nelle

discariche, possono essere destinati agli inceneritori, come a Trieste e a Padova,

dove diventano un prezioso combustibile per produrre energia elettrica.

La Regola delle 4R

E’ curioso notare che, secondo le regole italiane, ogni cosa di cui noi “ci liberiamo” è considerata un

rifiuto; il decreto Ronchi, infatti, è una legge emanata dallo Stato Italiano che regola la gestione dei rifiuti,

basata sul principio delle 4R, scopriamole insieme:

RIDURRE Possiamo scegliere prodotti con imballaggio poco ingombrante o assente come, ad esempio, i detersivi

sfusi o con ecoricariche.

Usare meno materiali per un prodotto significa eliminare contemporaneamente la necessità di smaltirlo e,

anche se limitato, l’inquinamento provocato dai processi di riciclaggio. Evitiamo anche di scegliere

confezioni monouso o monoporzione.

RIUTILLIZARE Impegnamoci a far durare il più possibile un bene una volta acquistato, impiegandolo anche per altri scopi

così da ridurre la quantità di rifiuti prodotti, allungando la vita ai prodotti che acquistiamo ed evitando

così il continuo utilizzo di materie prime.

Pensiamo ai vestiti che non indossiamo più: se gettati negli appositi cassonetti potranno essere riutilizzati

da altre persone che, purtroppo, hanno guardaroba molto più vuoti dei nostri.

Un altro esempio è il sacchetto di plastica che ci viene dato in un negozio: potrò riutilizzare il sacchetto

più e più volte per trasportare molti prodotti e, alla fine, utilizzarlo per gettare rifiuti.

E’ importante ricordare anche che:

è bene utilizzare sacchetti biodegradabili così da scegliere il bene dell’ambiente! Sono riutilizzabili e

infine possono essere usate per smaltire i rifiuti umidi.

RICICLARE Questa azione ci consentirà di non ricorrere alle materie prime per produrre nuovi oggetti. E’

fondamentale, perciò, fare sempre la raccolta differenziata dividendo la carta, da vetro, plastica e

alluminio. Per ognuno di questi materiali è prevista una tecnica e degli strumenti diversi per il riciclaggio:

gettarli via insieme non aiuterà l’ambiente!

RECUPERARE Alla fine del ciclo di uso e riuso del prodotto, quando questo non sarà più utilizzabile come tale,

cerchiamo di ottenere dal medesimo altri materiali da utilizzare nuovamente, anche in maniera fantasiosa!

Al termine del ciclo di uso e riuso di un prodotto potrò anche recuperare energia! Come?

I rifiuti sono usati come combustibile nei termovalorizzatori: bruciandoli potrò diminuirne l’ingombro e

produrre energia. Gli impianti di termovalorizzazione sono progettati e realizzati per essere in grado di

utilizzare il calore prodotto dalla combustione dei rifiuti come fonte per la produzione di energia elettrica.

E’, inoltre, importante interessarsi a quanto siano trasparenti i processi di produzione di ogni prodotto che

portiamo nelle nostre case, facendo attenzione che ogni cosa nasca senza sprecare inutilmente energia.