La Mia Autostima (Manuale) Erickson

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La mia autostima – © 2003, Erickson

Erickson

Guida

La miaautostima

Attività di sviluppopersonale per una buona

immagine di sé

La miaautostima

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EditingNicoletta Rivelli

Sviluppo softwareAndrea Ghensi

ProgettazioneMatteo Adami

IllustrazioniUmberto Rigotti

Elaborazione grafica e animazioniMatteo AdamiNadia Schönsberg

CollaborazioneFrancesca Cretti

Illustrazione di copertinaUmberto Rigotti

CopertinaGiordano Pacenza

AudioJinglebell Communications

MusicheSimone Bordin

Tratto da Deborah Plummer,Helping children to build self-esteem© 2001 Jessica Kingsley Publishers,London and Bristol, Pennsylvania.

© 2003 Edizioni Centro Studi EricksonLoc. Spini, 15438014 Gardolo (TN)tel. 0461 950690 – fax 0461 950698www.erickson.it – [email protected]

Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzionecon qualsiasi mezzo effettuata, se non previaautorizzazione dell’Editore.

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INDICE

L’immaginario e il processo di cambiamento p. 4

L’autostima alla base dell’apprendimento p. 5

Componenti dell’autostima p. 7

L’autostima nel contesto scolastico p. 10

Transfer e mantenimento delle abilità p. 11

Bibliografia p. 13

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L’immaginario e il processo di cambiamentoTutti noi possediamo delle immagini interiori. Alcune personeriescono a «vedere» chiaramente le cose grazie alla loro imma-ginazione, altre invece ne hanno immagini più sfocate. Altrepersone ancora sviluppano soprattutto immagini di tipo uditivo osensoriale. Queste immagini fanno parte della nostra vita e sonouno degli strumenti più precoci che possediamo per dare signifi-cato al mondo circostante; esse formano le basi della conoscenzadi noi stessi, degli altri e dell’ambiente intorno a noi, prima an-cora di imparare a comunicare attraverso le parole:

Molte delle nostre immagini guida si sviluppano durante laprima infanzia, periodo in cui l’immaginazione rappresentalo stile di pensiero dominante, ed esse guidano non solo inostri pensieri ma anche il nostro funzionamento corporeo eil nostro intero modo di essere (Glouberman, 1992).

Durante tutto il corso della nostra vita noi creiamo una bancadati di queste immagini interiori. Solo una piccola parte di esseè conscia, mentre la maggior parte è inconscia, ma comunquecapace di orientare le nostre azioni.La ricchezza e la creatività della nostra immaginazione ci con-sentono di trovare nuove immagini più funzionali. Queste pos-sono sostituirsi o assumere maggior valore di vecchie immagi-ni formatesi in seguito a esperienze passate, che non sono piùnecessarie al nostro sviluppo. La creatività ci permette di met-tere alla prova vecchi sistemi di credenze e di puntare a unfuturo positivo.Cambiare o mettere alla prova un’immagine racchiusa dentrodi noi può avere delle ripercussioni a vari livelli:

…l’immaginazione sembra avere un insieme di qualità uni-che che comprendono la grande abilità di metterci in con-tatto con parti di noi che con le parole non riusciremo araggiungere: in particolare, pensieri, sensazioni, intuizionie funzioni corporee che normalmente avvengono a livelloinconscio (Glouberman, 1992).

Le immagini ci «parlano» a un livello che può essere descrittocome il punto di incontro tra la mente conscia e quella incon-scia. Ci danno la possibilità di arricchire il pensiero logico eanalitico con una visione più olistica di noi stessi e del mondo.Tutto questo va tenuto presente quando si desidera aiutare ibambini a usare la loro immaginazione. Si può incoraggiarli aparlare delle loro immagini e con le loro immagini, ma si deveresistere alla tentazione di dare la nostra interpretazione per-

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sonale di quello che esse possono voler significare. Le immagi-ni sono in genere molto personali, e devono essere consideratenel contesto in cui sono state originate, seguendo il punto divista di ogni bambino sul mondo. Come ogni tipo di insight cheun bambino produce, le immagini chiedono di essere rispetta-te, non analizzate, da parte degli adulti!A nostro avviso, i bambini con una bassa autostima possiedonoquello che potremmo chiamare un «pattern di immagini negati-ve». Un’immagine di loro stessi in cui non riescono a fare qual-cosa in una particolare situazione può essere collegata dai bam-bini con moltissime altre immagini, portandoli alla fine a veder-si nel complesso come degli «incapaci». Nonostante questo, cre-do sia possibile aiutare questi bambini a crearsi delle nuoveimmagini e a sviluppare pattern più efficaci e funzionali.Fornire ai bambini i mezzi per stimolare un uso creativo del-l’immaginazione può aiutarli a formarsi una visione più ampiadel loro mondo interiore ed esteriore, permettendo loro di con-siderare gli eventi, i problemi e le difficoltà da un altro puntodi vista e aiutandoli a trovare il modo più appropriato per sod-disfare i loro bisogni individuali. L’abilità acquisita di compie-re scelte più consapevoli potrà senz’altro dare loro un maggiorsenso di padronanza di sé e contribuirà allo sviluppo di mag-giore autostima, apprendimento più efficace e relazioni piùsoddisfacenti. L’immaginazione è una risorsa naturale che nes-suno di noi può permettersi di ignorare!

L’autostima alla base dell’apprendimentoCos’è l’autostima? Come si sviluppa? Cosa succede quando unapersona ha una bassa autostima? Queste domande sono statepiù volte prese in esame in moltissimi articoli e manuali diautoaiuto negli ultimi vent’anni, a conferma del fatto che l’au-tostima rappresenta un fattore di primaria importanza nellacostruzione e nel mantenimento del benessere sociale ed emo-tivo. Un bambino con un livello di autostima sano riuscirà piùfacilmente a sfruttare le sue potenzialità e a formare delle rela-zioni positive rispetto a un bambino che soffre di profondi sen-timenti di scarso valore personale.L’autostima è legata al sentirsi degni d’amore e al sentirsi ca-paci. I bambini con una bassa autostima sembrano invece darpoco valore alle loro abilità e non dare alcun peso ai loro suc-cessi. Trovano difficile porsi degli obiettivi e risolvere i proble-mi. Molti di loro si arrendono facilmente e di conseguenza ot-tengono dei risultati ben al di sotto delle loro capacità scolasti-

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che e sociali. Le loro credenze autolimitanti diventano una pro-fezia che si autoavvera. Se un bambino soffre di bassi livelli diautostima, di fronte a cento persone che gli dicono che è statobravo crederà soltanto a quell’unica persona che gli ha dettoche avrebbe potuto fare di più.Ci sono poi molti bambini che ottengono buoni risultati, coe-renti con le loro potenzialità, ma che hanno una continua pau-ra di fallire e una spinta verso la perfezione che può annullarein loro la creatività e la capacità di sperimentare. Possono por-si degli obiettivi troppo elevati, confermando in questo modo ase stessi di non «essere bravi» ogni volta che falliscono. L’au-tostima non dipende quindi dalla riuscita in sé, ma dalla pre-senza di un forte senso di valore personale che permetta diaffrontare sia i fallimenti che i successi.Come si sviluppa l’autostima? Un bambino piccolo innanzi tuttosi basa prevalentemente su criteri esterni per confermare ilproprio valore personale e la propria competenza. Si aspettache siano le persone significative della sua vita (genitori, non-ni, insegnanti) a dimostrargli amore e approvazione. VirginiaSatir, terapeuta della famiglia, scrive:

Un bambino, quando viene al mondo, non ha né un passatoné esperienze da cui trarre indicazioni per gestire se stesso,nessuna scala grazie a cui giudicare le sue capacità. Devebasarsi sulle esperienze che ha con le persone che gli stan-no intorno e sui messaggi che esse gli inviano riguardo alsuo valore come persona (Satir, 1972).

Il modo in cui il bambino interpreta i messaggi verbali e nonverbali degli altri gioca un ruolo molto importante in tutto que-sto. Per messaggi non verbali si intendono quegli aspetti comel’espressione facciale, il linguaggio del corpo e il modo in cuil’ambiente del bambino viene strutturato. È stato calcolato che,nelle interazioni faccia a faccia, il 55% del significato emozio-nale di un messaggio viene espresso attraverso gesti del viso,della postura e delle mani, e il 38% attraverso il tono di voce(Nowicki e Duke, 1992). Quando parliamo, parliamo con tuttoil nostro corpo. Se i nostri messaggi sono ambigui o incoerenti,il bambino tenderà a credere di più al linguaggio del corpo chealle parole.Se le esperienze precoci di un bambino sono state prevalente-mente positive riguardo allo sviluppo dell’autostima, alla fineegli sarà in grado di interiorizzare i sentimenti di valore perso-nale e di basarsi sempre di meno sulle opinioni degli altri perricercare approvazione e conferma di sé. Un bambino che cre-de in se stesso e che ha sviluppato un certo grado di autonomiasarà più preparato ad affrontare e a superare le inevitabili dif-

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ficoltà della vita. Un bambino che invece resta dipendente dafonti esterne per il mantenimento della propria autostima tro-verà le difficoltà molto più ardue da superare e continuerà sem-pre a basarsi sui comportamenti e sulle reazioni degli altri perdefinire se stesso.

Questo tipo di bambino diventerà un adulto che ha bisognocontinuamente di avere successo o di essere bravo o appro-vato da tutti per dare un senso al suo stesso valore […] comese il suo livello di autostima dipendesse completamente dalsuccesso di una qualsiasi impresa che sta compiendo inquello specifico momento, senza tener conto di risultati pas-sati o di future nuove possibilità (Storr, 1989).

Componenti dell’autostimaSulla base di osservazioni e della sua esperienza clinica l’au-trice del libro da cui è stato tratto questo software ha indivi-duato sette componenti principali della salute sociale ed emo-tiva che possono portare ad alti livelli di autostima. A loro vol-ta, degli alti livelli di autostima permettono il consolidarsi e lacrescita di queste sette componenti. Con il sostegno e l’am-biente adatto, i semi di tali elementi piantati durante l’infanziacontinueranno a crescere e, possibilmente, a fiorire durantel’età adulta.

Conoscenza di sé• Sviluppo di un senso di sicurezza che porti a un forte senso

di sé: la comprensione di chi sono «io» e qual è il mio postonel contesto sociale che mi circonda.

• Comprensione delle differenze e delle somiglianze: in chemodo sono diverso dagli altri per quanto riguarda l’aspettofisico e il carattere e in cosa invece sono simile a loro. Com-prensione del fatto che le persone possono agire in modi di-versi a seconda del contesto in cui si trovano.

Il Sé e gli altri• Conoscenza di come funzionano le relazioni; in particolare,

essere capace di sviluppare e di mantenere la mia identitàcome persona separata riconoscendo allo stesso tempo lanaturale interdipendenza delle relazioni.

• Comprensione delle difficoltà proprie delle relazioni e del-l’imparare a collaborare l’uno con l’altro.

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• Capacità di vedere le cose dal punto di vista dell’altra per-sona e sviluppo della comprensione di come gli altri posso-no vedere noi stessi. Imparare il rispetto e la tolleranza deipunti di vista degli altri.

• Comprensione delle proprie emozioni e consapevolezza delproprio modo di esprimerle.

• Consapevolezza di poter scegliere come esprimere le emo-zioni, piuttosto che negarle o reprimerle, o agire in modoinadeguato.

• Riconoscimento delle emozioni altrui e capacità di distin-guere i propri sentimenti da quelli degli altri.

Accettazione di sé• Essere consapevoli dei propri punti di forza e riconoscere le

aree in cui si incontrano delle difficoltà e nelle quali è pos-sibile migliorare.

• Accettare il fatto che fare degli errori è una cosa naturale eche in genere è proprio grazie ad essi che si riesce a impara-re meglio.

• Consapevolezza del fatto che si sta facendo del proprio me-glio con le conoscenze e le capacità attualmente disponibili.

• Sentirsi adeguati rispetto alla propria immagine corporea.

Autonomia• Sapere come prendersi cura di sé.• Essere consapevoli del fatto che la vita è spesso difficile ma

che ci sono molte cose che si possono fare per se stessi inmodo da facilitarsi la strada.

• Saper valutare il proprio grado di indipendenza e di automo-tivazione.

• Essere capaci di automonitorare e di adattare le proprie azio-ni, sentimenti e pensieri attraverso valutazioni realistichedei propri progressi.

• Credere fermamente di avere pieno controllo della propriavita e di poter affrontare le sfide quando e se si presentano.

Espressione di sé• Comprensione del modo in cui comunichiamo l’uno con l’al-

tro, non solo attraverso le parole ma anche grazie alle espres-sioni del viso, alla postura, al tono della voce, ai vestiti cheportiamo, ecc.

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• Imparare a decifrare i segnali che vanno oltre alle parole, inmodo da poter capire meglio gli altri ed esprimere noi stessiin maniera più piena e coerente.

• Sviluppare la creatività nell’espressione di sé. Riconosceree apprezzare il modo unico in cui ognuno di noi si esprime.

Fiducia in se stessi• Consapevolezza del fatto che i propri pensieri, opinioni e

azioni hanno valore e che ognuno ha il diritto di esprimerli.• Consapevolezza del fatto che ognuno ha il diritto di essere

se stesso e ognuno ha il suo valore.• Sviluppare un approccio creativo alla soluzione dei proble-

mi e avere fiducia a sufficienza nelle proprie abilità, al pun-to di essere capace di mettere in atto diversi metodi per lasoluzione dei problemi e di essere abbastanza flessibile perpoter modificare le strategie prescelte se necessario.

• Essere in grado di affrontare le sfide e le difficoltà e di faredelle scelte.

Consapevolezza di sé• Sviluppare la capacità di restare centrati sul presente, piut-

tosto che farsi prendere da pensieri negativi sul passato osul futuro. Ciò implica una consapevolezza dei propri senti-menti a mano a mano che emergono.

• Sapere ciò di cui si è capaci e imparare a porsi degli obietti-vi stimolanti ma realistici.

• Capire che il cambiamento (emotivo, mentale e fisico) è unaparte naturale della propria vita.

• Comprendere che abbiamo un certo controllo sul modo incui cambiamo e cresciamo.

• Essere sufficientemente sicuri di sé per riuscire a sviluppa-re delle strategie che permettano di affrontare efficacemen-te gli eventi inattesi.

Questo elenco può sembrare molto lungo e scoraggiante in qual-che modo, ma non è impossibile riuscire a creare un ambientein cui i bambini possano avere l’opportunità di sviluppare que-sti elementi in qualche misura.Riassumendo, si può fare molto per aiutare i bambini a costru-ire e a mantenere la propria autostima di fronte alle numerosedifficoltà della vita, e per sostenere quelli il cui fragile senso diautostima è già stato ferito. Lo sviluppo dell’autostima è inti-

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mamente legato alle esperienze di vita del bambino. Gli adulti,come è logico, giocano un ruolo molto importante in tutto que-sto. È per tale motivo che la comunicazione degli adulti con ibambini deve essere chiara, non ambigua, non giudicante eincondizionata. Dobbiamo mostrare loro che rispettiamo le loroopinioni e diamo valore alle loro azioni, che siamo convinti cheessi abbiano un ruolo importante e che siamo interessati a loroin quanto individui. Dobbiamo incoraggiarli a riconoscere i lorosuccessi, consentire loro di lavorare al giusto livello, fare inmodo che puntino a obiettivi realistici e che valutino se stessiin maniera positiva. Non è un compito semplice, ma è moltogratificante per coloro che riescono a realizzarlo nelle loro in-terazioni quotidiane con i bambini.

L’autostima nel contesto scolasticoNegli ultimi anni si è parlato molto dell’importanza di creareun’atmosfera di classe che favorisca l’autostima. Questo ris-pecchia una visione dell’educazione che comprende lo svilup-po cognitivo, emotivo, spirituale e fisico e non solo il successoscolastico fine a se stesso. Gurney (1988) scrive: «Possiamoaffermare che l’autostima è il concetto centrale sul quale do-vrebbe basarsi l’innovazione del curricolo». Egli continua di-cendo: «Lo stato della California nel 1975 definì l’autostimacome uno degli obiettivi principali dell’educazione, assiemealla lettura, alla scrittura e alla matematica. Quello che si vuo-le dimostrare è che l’autostima rappresenta il primo obiettivodell’istruzione.»Gli insegnanti si trovano in un’ottima posizione per far cresce-re l’autostima dei bambini che vengono loro affidati, ma nelcaso di bambini che fanno fatica addirittura a ritenersi degnidi amore e di rispetto essi avranno un compito piuttosto arduo,che richiederà un approccio specifico e costante. Un ambientedi classe che incoraggi il confronto attivo e mostri ai bambiniche il loro contributo ha valore e viene rispettato potrà faremolto per accelerare questo processo.Gli insegnanti hanno sviluppato competenze sempre più con-siderevoli nell’escogitare degli approcci all’apprendimento chepossano essere adattati per rispondere all’enorme diversità deibisogni individuali all’interno delle loro classi. Tuttavia la ri-cerca in quest’area non ha trovato una risposta definitiva allaquestione di cosa viene prima: se una buona autostima o ilsuccesso scolastico. Questi due fattori sono senza dubbio for-temente correlati. E la loro interazione può essere reciproca.

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Alcuni autori considerano l’autostima come una variabile disoglia… per dire che il suo effetto potrebbe non essere cosìforte o significativo sul successo scolastico quando si trovaa livelli medi o superiori alla media ma inibisce gravementela perseveranza, la fiducia e la performance scolastica quan-do si trova a livelli bassi. È per questo che sostengo che,indipendentemente dagli assunti sulla direzione della cau-salità tra la bassa autostima e il successo scolastico, nel casodi una autostima particolarmente bassa si deve cercare difarla aumentare ancora prima di intraprendere qualsiasi in-segnamento di recupero (Gurney, 1988).

Nonostante la mancanza di dati certi provenienti dalla ricerca,la cosa importante da ricordare è il grande peso che il bambinoattribuisce al feedback positivo da parte delle persone significa-tive della sua vita; ogni sguardo, commento, azione ha il poteredi contribuire al suo concetto di sé e al suo senso di valore perso-nale. Non è possibile quindi dare per scontato che un bambinocon bassa autostima possa essere improvvisamente capace didare valore a se stesso tramite l’interiorizzazione del suo succes-so a scuola. Il suo ambiente e il modo in cui egli interpreta tuttoquesto hanno sempre un ruolo molto significativo.

Transfer e mantenimento delle abilitàSe un bambino non sviluppa un forte senso del proprio valore,alla fine anche la lode e l’incoraggiamento non saranno in gra-do di fargli superare gli effetti negativi delle precedenti espe-rienze. Il bambino può cominciare a interpretare in manierascorretta quello che gli altri dicono o fanno in modo che lenuove esperienze da lui vissute siano «in linea» con il suo con-cetto negativo di sé. Il perseverare di questo pattern non è perniente inevitabile. Il senso di mancanza di valore personale,essendo un sentimento appreso, può sicuramente essere disim-parato: «Le possibilità di apprendere una visione migliore disé ci sono sempre, dalla nascita in poi, non è mai troppo tardi.Una persona può cominciare a sentirsi meglio in qualsiasi mo-mento della sua vita» (Satir, 1972).Il processo è continuativo e autoperpetuantesi. Pensate ai li-velli di autostima come se fossero delle grandi cisterne — cre-ate dall’uomo ma bisognose di un ambiente adatto e di moltapioggia per essere in grado di svolgere il loro compito e garan-tire una costante fornitura d’acqua. Non appena il bambinosperimenta una maggiore comprensione, sa più cose su quelloche lui è e su come il mondo funziona, nella realtà piuttosto

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che nella teoria, e allora gradualmente potrà riempire la suariserva di autostima. Potranno esserci periodi di siccità ed èpossibile che certe zone della cisterna siano più soggette a unabbassamento del livello o all’invasione di alghe dannose! Cisarà bisogno di lavori di conservazione e occasionalmente disvuotamenti o pulizia. Ad esempio, un bambino può esserecontento della sua abilità di correre veloce, ma non avere ilcoraggio di iscriversi alle squadre locali di atletica. È paura dientrare in contatto con gli altri? Paura della competizione? Pauradi non riuscire? Paura di vincere? Qualunque cosa sia, puòessere affrontata attraverso un’indagine e un problem-solvingcreativo o attingendo ad altre aree più ricche della cisterna.È più facile che un bambino mantenga i suoi progressi se:• riceve sostegno e incoraggiamento dagli altri;• sa fin dall’inizio cosa può rendere le cose difficili;• si pone obiettivi realistici ma abbastanza complessi, facen-

do un passo alla volta;• dedica del tempo a godere dei benefici degli obiettivi che ha

già raggiunto;• è capace lui stesso di concedersi delle lodi e riconoscimenti

(non si basa sempre sugli altri per notare e lodare i suoibuoni risultati);

• capisce che il fallimento è una parte del successo!

Le attività di approfondimento suggerite sono importanti nel-l’aiutare i bambini a continuare a rafforzare la loro autostima,ma questo processo è un processo «naturale». Speriamo che leidee presentate possano offrire loro i mezzi per facilitare l’ap-prendimento e il loro viaggio verso l’età adulta.L’immaginazione è uno strumento potente, e i bambini possonoessere incoraggiati a utilizzare questa risorsa naturale in modopositivo e altamente efficace. Gli adulti possono giocare ungrande ruolo nel facilitare questo processo. Seguendo questopercorso con uno o più bambini è possibile incoraggiarli a «im-maginare» problemi, decisioni, dilemmi e sensazioni. Ricor-date che le immagini non necessitano di essere analizzate! Èmolto meglio osservarle ed esplorarle piuttosto che cercare dianalizzarle o decodificarle. Semplicemente parlandone, a vol-te è possibile consentire al bambino di vedere delle soluzioni opermettere un cambiamento di prospettiva che poco prima sem-brava impossibile.

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EditingNicoletta Rivelli

Supervisione tecnicaMatteo Adami

CopertinaGiordano Pacenza

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