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LA GESTIONE DEL RISCHIO La fragilità del territorio: dalla pericolosità al rischio Azioni di prevenzione e gestione Ginosa, 9 ottobre 2018 LEONARDO CASCINI U NIVERSITÀ DEGLI STUDI DI S ALERNO UNISA

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LA GESTIONE DEL RISCHIO

La fragilità del territorio: dalla pericolosità al rischioAzioni di prevenzione e gestione

Ginosa, 9 ottobre 2018

LEONARDO CASCINI

U N I V E R S I T À D E G L I

S T U D I D I S A L E R N O

U N I S A

La fragilità del territorio: dalla pericolosità al rischio Azioni di prevenzione e gestione, Ginosa, 9 ottobre 2018La fragilità del territorio: dalla pericolosità al rischio Azioni di prevenzione e gestione, Ginosa, 9 ottobre 2018 Leonardo Cascini

Processo di gestione del rischio da frana (Fell et al., 2008)

Analisi

Valutazione

La Gestione del Rischio da Frana

Mitigazione

La fragilità del territorio: dalla pericolosità al rischio Azioni di prevenzione e gestione, Ginosa, 9 ottobre 2018La fragilità del territorio: dalla pericolosità al rischio Azioni di prevenzione e gestione, Ginosa, 9 ottobre 2018 Leonardo Cascini

Pericolosità (P): Probabilità di accadimento all'interno di una certa area in uncerto intervallo di tempo di un fenomeno naturale di assegnata intensità

Elementi a rischio (E): Persone e/o beni (abitazioni, strutture, infrastrutture, ecc.)e/o attività (economiche, sociali, ecc.) esposte al rischio in una certa area

Vulnerabilità (V): Grado di perdita di un certo elemento o insieme di elementiesposti al rischio derivante dal verificarsi di un fenomeno naturale di assegnataintensità, espresso in una scala che va da 0 (nessuna perdita) a 1 (perdita totale)

Rischio (R): Numero atteso di vittime, persone ferite, danni a proprietà,distruzione o interruzione di attività economiche in conseguenza di un fenomenonaturale di assegnata intensità

R = P · V · E(Varnes, 1984)

Analisi del rischio

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Criteri di accettabilitàe di tollerabilitàdel rischioper la societàproposti dal GCO (1997).

Contesto Limiti di tollerabilità

Pendii esistenti 10-4/anno

Pendii stabilizzati 10-5/anno

Criteri di tollerabilità del rischio di perdita di vita umana proposti dall’AGS (2007) con riferimento

alla persona maggiormente esposta.

RISCHIO PER L’INDIVIDUO RISCHIO PER LA SOCIETA’

RISCHIO PER LE PROPRIETA’

Accettabilità del rischio per le proprietà secondo AGS (2007).

Valutazione del rischio

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Mitigazione del rischio

Interventi di mitigazione del rischio

Strutturali Non-strutturali

Riduzione dell’esposizione(persone)

Riduzione della vulnerabilità(proprietà)

Riduzione dellapericolosità

Vincoli/Norme d’uso

Tollerabilità

Monitoraggio/Allarme

Attivi

Passivi

(Lo, 2000)

a) b)

c)

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Nocera Inferiore

Salerno

Nocera Inferiore

Cava de’ Tirreni

Pagani

Monte Albino

COLATE

FLUSSI IPERCONCENTRATI

FRANE SU VERSANTI APERTI

Amalfi

FlussoConcentrazione

sedimento

Peso dell’unità

di volume[g/cm3]

Resistenza tangenziale unitaria

[dyne/cm2]

Tipo di fluido

Flashflood

1 – 40 % in peso

0.4 – 20 % in vol.

1.01 –1.33

0 - 100Newtonian

o

FlussoIperconcentrat

o

40 – 70 % in peso

20 – 47 % in vol.

1.33 –1.80

100 - 400Non-

Newtoniano (?)

Colata70 – 90 % in

peso47 – 77 % in vol.

1.80 –2.30

>400Visco-

plastico (?)

Vista frontale della frana suversante aperto occorsa nelMarzo 2005.

Classifica dei fenomeni tipo flusso

(Costa, 1988)

ALLUVIONAMENTI

Il caso di studio di Nocera Inferiore (SA)

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Perché il caso di studio di Nocera Inferiore è rilevante

NoceraNocera Inferiore (SA) Inferiore (SA) –– 4 marzo 4 marzo 20052005

Plan Plan imetriaimetria deglidegli interventiinterventi propostiproposti

Il 7 novembre 2008 ilCommissario per l’Emergenzasottomise alla Conferenza deiServizi un progetto finalizzato allamitigazione del rischio da franamediante interventi strutturali.

Il 20 novembre 2008 laConferenza dei Servizi rigettò ilprogetto.

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0

20

40

60

80

100

120

140

0.0001 0.001 0.01 0.1 1 10 100

Perc

en

tag

e b

y w

eig

ht

(%)

Grain size (mm)

Ashy soils A'

Ashy soils B'

Pumice soil

Transition line

Clay Sand GravelSiltArgilla Limo Sabbia Ghiaia

Diametro [mm]

Perc

en

tuale

passan

te i

n p

eso

[%

]

Litotipo A’

Litotipo B’

Pomice

Linea di transizione

Proprietà fisiche dei litotipi A’ e B’

Valori medi dei parametri di resistenza al taglio dei litotipi A’ e B’

Classe dei

litotipi

γs (kN/m3) γ (kN/m3) γd (kN/m3) e

min max min max min max min max

A’ 25.1 26.3 10.1 15.7 6.8 10.8 1.42 2.84

B’ 25.5 27.3 11.8 13.4 7.5 9.7 1.67 2.44

Classe

litotipoc' (kPa) φ' (°)

A’ 6.1 30.7

B’ 4.1 37.3

Curve caratteristiche

(Bilotta et al., 2005 modified )

Le indagini eseguite a seguito del rifiuto delle vasche

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Grain size (mm)

Ashy soils A'

Ashy soils B'

Pumice soil

Transition line

Clay Sand GravelSiltArgilla Limo Sabbia Ghiaia

Diametro [mm]

Perc

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tuale

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[%

]

Litotipo A’

Litotipo B’

Pomice

Linea di transizione

Proprietà fisiche dei litotipi A’ e B’

Valori medi dei parametri di resistenza al taglio dei litotipi A’ e B’

Classe dei

litotipi

γs (kN/m3) γ (kN/m3) γd (kN/m3) e

min max min max min max min max

A’ 25.1 26.3 10.1 15.7 6.8 10.8 1.42 2.84

B’ 25.5 27.3 11.8 13.4 7.5 9.7 1.67 2.44

Classe

litotipoc' (kPa) φ' (°)

A’ 6.1 30.7

B’ 4.1 37.3

Curve caratteristiche

(Bilotta et al., 2005 modified )

Le indagini eseguite a seguito del rifiuto delle vasche

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UN ESEMPIO PER FLUSSI IPERCONCENTRATI

Historical occurrence

Duration[h]

Return Period[years]

02/10/1949 12 5012/09/1955 24 20026/09/1963 12 100

Caratterizzazione della frana

Analisi della frequenza: stima P(L)

Analisi della Pericolosità

6) Analisi della probabilità e gravità delleconseguenze (V(D:T))

Analisi delle Conseguenze

Stima del Rischio

Vu

lner

abili

ty

1)

2)

QUALE FENOMENO?DOVE? COSA? QUANDO?

Modellazione della fase di innesco

3)

4) Caratterizzazione degli elementi a rischio 5) Valutazione della probabilità spaziale temporale delle persone esposte P(S:T)

Quante persone? Età? Genere? Occupazione?...

(De Chiara, 2014)

4) Caratterizzazione dello scenario di pericolosità (P(T:L)).

La stima quantitativa del rischio

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Fenomeni alluvionali Flussi iperconcentrati

Colate rapide di fango Frane su versanti aperti

Carte di zonazione del rischio quantitativo

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La soluzione di compromesso

Opzione 1 Optzione 2Optzione 3

Durante il meeting finale i partecipanti concordarono su alcuni punti basilari per lamitigazione del rischio e, in particolare, su:

La messa a punto di un sistema di allarme efficace;

Il ripristino del presidio territoriale;

Il ricorso ad interventi poco impattanti sul territorio.

Il processo partecipato

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Conclusioni

La gestione del rischio è un processo estremamente complesso ma,allo stesso tempo, estremamente semplice;

gli ingredienti necessari per conseguire una salvaguardia sostenibiledei beni esposti sono chiari e riguardano aspetti tecnici, politici e sociali;

in tale ottica il dialogo tra tecnici, politici e popolazione è un presuppostofondamentale che va costruito nel rispetto di ruoli e competenze;

la qualità delle azioni di ciascuna componente è, in ogni caso, unprerequisito dal quale è impossibile prescindere.