La DecrescitaFelice - Zenzerorisorse naturali con la capacitàdella Terra di rigenerarle Se ogni...

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1 www.zenzero.info www.bagdadcafe.it 1 La Decrescita Felice Solo una provocazione o un’idea forte? www.zenzero.info www.bagdadcafe.it 2 Il mito della crescita Il mito della crescita La nostra economia si basa su un modello di sviluppo che si misura con il PIL cioè produrre, buttare e produrre all’infinito. Ce la fa il pianeta e tutti noi a sopportare questo modello o è possibile progettarne un altro senza diventare più poveri?

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La Decrescita Felice

Solo una provocazione o un’idea forte?

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Il mito della crescitaIl mito della crescita

• La nostra economia si basa su un modello di sviluppo che si misura con il PIL cioè produrre, buttare e produrre all’infinito.

• Ce la fa il pianeta e tutti noi a sopportare questo modello o è possibile progettarne un altro senza diventare piùpoveri?

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“Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni.

Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL)�

"Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle....la produzione di napalm, missili e testate nucleari" ….

Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia, la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, néla nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.

Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani”.

Un discorso ormai entrato nella storia Un discorso ormai entrato nella storia Un discorso ormai entrato nella storia Un discorso ormai entrato nella storia …………........

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Robert KennedyRobert Kennedy UNIVERSITA’ DEL KANSAS 18 Marzo '6818 Marzo '68

tre mesi prima di essere assassinatotre mesi prima di essere assassinato

MILENA GABANELLI L'ALTRO MODELLOREPORT domenica 16 Marzo 2008 ore 21.30

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Qualità della vita e consumo energetico

tonnellata equivalente di petrolio (TEP, in lingua inglese tonne of oil equivalent, TOE)

1 TEP = 42 GJ = 42·109J

Vediamo come variano alcuni parametri significativi per la qualità della vita

Si vive meglio se si può consumare di più?

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Qualità della vita e consumo energetico

tonnellata equivalente di petrolio (TEP, in lingua inglese tonne of oil equivalent, TOE)

1 TEP = 42 GJ = 42·109J

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Le nostre motivazioni

• Etiche

• Tecnico-pratiche

• Psicologiche

Quando abbiamo cominciato a vederci nel Gruppo sulla decrescita, ognuno di noi era partito da considerazioni diverse, abbiamo cominciato a parlare, a confrontarci. Possiamo sintetizzare:

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Etiche 1/2

L’80% delle ricchezze e delle risorseenergetiche sono consumate dal 20% della popolazione mondiale, che sfrutta il restante 80% della popolazione per mantenere il proprio livello di vita (e di spreco)

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Etiche 2/2

• Vive felicemente chi cerca di avere sempre maggiori quantità di merci e spende tutta la vita per questo obbiettivo?

• Non vive più felicemente chi vive in una società che antepone il bene della qualitàambientale alla crescita della produzione di merci?

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Tecnico-pratiche 1/3

• Esaurimento delle risorse non rinnovabili e delle materie prime

• Aumento di richiesta di materie prime da paesiemergenti

Durante la notte rubati i pluviali di rame di

una grondaia nel cimitero di .....

Maggio 2008

Rubati 12 tombini di ghisa sulla SP …..

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Tecnico-pratiche 2/3

Impronta ecologica: è un indice statistico utilizzato per misurare la richiesta umana nei confronti della natura. Essa mette in relazione il consumo umano di risorse naturali con la capacità della Terra di rigenerarle

Se ogni persona del mondo avesse un’impronta pari a quella dei paesi più sviluppati sarebbe necessaria una superficie complessiva pari ad altri due pianeti come la Terra.

Viviamo al di sopra delle nostre possibilità

stiamo intaccando il capitale naturale della terra, in particolare le foreste (che sono tagliate ad un ritmo maggiore della loro crescita) e l'atmosfera (che deve ingurgitare molto più CO2 di quanto non possa essere smaltito dai vegetali).

L' attuale era industrialeera industrialeera industrialeera industriale èiniziata da circa 250 anni250 anni250 anni250 anni, grosso modo il 5%5%5%5% della durata della nostra storia "scritta" e un un un un decimillesimodecimillesimodecimillesimodecimillesimo della durata del genere homo.

L' attuale era industrialeera industrialeera industrialeera industriale èiniziata da circa 250 anni250 anni250 anni250 anni, grosso modo il 5%5%5%5% della durata della nostra storia "scritta" e un un un un decimillesimodecimillesimodecimillesimodecimillesimo della durata del genere homo.

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Tecnico-pratiche 3/3

• Cambiamenti climatici

• Problema dello smaltimento dei rifiuti

• L’attuale crisi economica che poneseri dubbi sul modello economicoliberista

lunedì 01 settembre 2008Il dramma di nove orsi Il dramma di nove orsi Il dramma di nove orsi

Il dramma di nove orsi polari naufraghi che polari naufraghi che polari naufraghi che polari naufraghi che nuotano verso il nulla

nuotano verso il nullanuotano verso il nullanuotano verso il nulla

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Psicologiche

Siamo davvero contenti di questo tipo di vita?• correre a comprare l’ultimo modello di telefonino (o vestito o PC.. )

• nel week end sobbarcarci ore di code per raggiungere mete spesso altrettanto rumorose ed inquinate della città

• avere la casa ingombra di decine di oggetti spesso inutilizzati, ci rende veramente soddisfatti?

Tutti ci siamo posti questa domanda e la risposta quasi unanime è stata un “NO”

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Considerazioni

Allora

• Se questo tipo di società non ci piace

• Se la riteniamo moralmenteinaccettabile

• Se pensiamo che l’esaurimento delle risorse ci porterà verso un baratro

Perché non proviamo insieme a trovarequalche soluzione alternativa?

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Non siamo soli!

• Ci sono illustri predecessori …..

• E se ne sente parlare sempre di più, anche da parte di qualche imprenditore …..

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Un illustre precursore!

Per noi l'austerità è il mezzo per contrastare alle radicie porre le basi del superamento di un sistema che èentrato in una crisi strutturale e di fondo, non congiunturale, di quel sistema i cui caratteri distintivisono lo spreco e lo sperpero, l’esaltazione di particolarismi e dell'individualismo più sfrenati, delconsumismo più dissennato. L'austerità significa rigore, efficienza, serietà, e significa giustizia; cioè il contrario di tutto ciò che abbiamo conosciuto e pagato finora, e che ci ha portato alla crisi gravissima i cui guasti si accumulano da anni e che oggi sì manifesta in Italia in tutta la sua drammatica portata.

straordinariamente attuale!

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Forse sarebbe da rileggere!L'austerità, leva per trasformare l'Italia L'austerità come leva di sviluppo

dai discorsi di Enrico Berlinguer al Teatro Eliseo di Roma (1977) e al Teatro Lirico di Milano (1979)

Enrico Berlinguer (1922-1984)�

segretario generale del PCI

" Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicitfelicitàà.. La lotta per questo obiettivo é una prova che può riempire degnamente una vita."

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Altro precursore!• AURELIO PECCEI – 1972 - CLUB DI ROMA

“Io ritengo che l’arroganza imperiale dell’uomo che ritiene che tutto sia a sua disposizione e può fare qualsiasi cosa di questo

piccolo pianeta sia il suo errore fondamentale”

• Aurelio Peccei, nel 72 insieme ad un gruppo di imprenditori economisti e scienziati finanziò una ricerca al MIT di Boston per sapere dove ci avrebbe portato il nostro tipo di crescita economica.

• I Limiti dello sviluppo: primo rapporto del MIT nel 1972. Nel 2004 aggiornato e integrato …..

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Da REPORT - L'ALTRO MODELLO - 16 Marzo 2008 Intervista a

• ROBERTO LORUSSO - IMPRENDITORE - BARILa cultura dell’incremento del pil significa aumento smisurato di produzione di merci, merci inutili al benessere dell’uomo e che ovviamente devono essere prodotti in grandissima quantità e devono consumare una grandissima quantità di risorse.

Anche qualche imprenditore

comincia a porsi il problema

nuove economie civili e solidali

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Anche recentemente moltihanno scritto su questi temi(e alcuni ce li siamo letti e studiati)

(Centro Nuovo Modello di Sviluppo, ecovillaggi, glielfi..... ) �

altri hanno anche provatoa sperimentare stili di vita alternativi

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…….. .. PosizioniPosizioni e e proposteproposte ne sono ne sono emerseemerse tantetante• Raccolta differenziata (dal no agli inceneritori al compostaggio, alla raccolta

dei tappi di sughero “ nell’ottica del movimento “rifiuti zero”)�

• Rifiuto di certe tecnologie (il nucleare, gli OGM, la clonazione, gli armamenti…)�

• Sviluppo delle energie rinnovabili e risparmio energetico

• Riutilizzo ecc. vedi le 8 R di Latouche

• Baratto e “condivisione di saperi”

• Orti urbani e permacultura (nell’ottica dell’ ”autosostenibilità”)�

• Uso “sostenibile” del computer” (“rigenerare” i vecchi modelli e “software libero”, anche per le pubbliche amministrazioni)�

• Gruppi di Acquisto Solidali

• Consumo locale (Km zero)�

• “Fare rete” e ricreare un senso di comunità

• .................

• ……………….

Le 8 R di Le 8 R di LatoucheLatouche

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F r a n ç o i s S c h n e i d e rLa decrescita può essere sostenibile solo nella misura di ciò che

riusciamo a far decrescere tramite la condivisione e, insieme, di quello che nella convivialità cresce, le emozioni, la gioia, il buon umore, la salute, la bellezza.

tratto dalla rivista: “Silence” n. 340 Novembre 2006*Ricercatore in ecologia e attivista nel movimento per la decrescita sostenibile”

www.decroissance.org/francoisR&D

La decrescita può diventare il fulcro di un nuovo La decrescita può diventare il fulcro di un nuovo paradigma culturale e un obbiettivo politicoparadigma culturale e un obbiettivo politico

Per dirla con Rossanda: Per dirla con Rossanda: ““Non sarNon saràà la rivoluzione, mala rivoluzione, maoggi come oggi sarebbe certamente una rivoluzione culturaleoggi come oggi sarebbe certamente una rivoluzione culturale““

"il manifesto" 10.08.2008