LA CHIESA E Chiesa comunione - Prospettive - settimanale ... · Una lezione di ecclesiologia...

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N ell’ultima Udienza Generale prima della pausa estiva, Papa Francesco si è soffermato sull’identità del cristiano nella società di oggi affermando che la comunione con Dio si realizza soltanto restando fedele alla Chiesa. Una lezione di ecclesiologia immediata e diretta. “O con me, o contro di me”; ”O con la Chiesa o fuori dalla Chiesa senza mezze misure e falsi compromessi” Il frequente richiamo alle radici, l’immagine evangelica del tralcio legato alla vite, da cui trae linfa e sostegno, con- sentono di rinsaldare il con- cetto che i cristiani non vivo- no “isolati”, né sono tali “a titolo individuale”. Essi non possono considerarsi o agire come “battitori liberi”, ha osservato il Papa, perché la vera identità del cristiano è proprio nell’appartenenza alla Chiesa e a Dio. Quell’alleanza celebrata nell’Antico Testamento con segni, simboli e parole, oggi si avvera nella Chiesa che, nella sua universalità, è madre, casa, luogo di preghiera e comunità. Non si può essere cristiani “da soli”, né esistono “cristiani da laborato- rio”, ha spiegato il Pontefice. “Se noi crediamo se sappiamo pregare, se conosciamo il Signore e possiamo ascoltare la sua Parola, se lo sentia- mo vicino e lo riconosciamo nei fra- telli, è perché altri, prima di noi, hanno vissuto la fede e poi l’hanno trasmessa”. La “tradizione”, ciò che i Padri ci hanno tramandato, è diventata patri- monio di tutti ed anche legame comunitario che unisce la famiglia, la parrocchia, l’associazione e quan- ti si rendono modelli, testimoni e messaggeri dei valori evangelici, mettendo in circuito positivi elemen- ti di continuità e di comunione. La fede, ricevuta in dono, va custodi- ta e protetta dagli attacchi del relativi- smo e del permissi- vismo accomodante, che giustifica certe azioni sol perché “tutti fanno così ed oggi è di moda”. L’espressione “guar- da come si amano”, adoperata per indica- re i primi cristiani, è indicativa del senso di appartenenza ad una comunità e manifesta all’esterno e con i fatti la condi- visione di valori comuni. La Chiesa è dunque una “grande fami- glia” in cui “si viene accolti e s’impara a vivere da credenti e da discepoli del Signore Gesù” e l’io soggettivo viene sostituito dal “noi” ecclesiale, ricordando l’espressione di Benedetto XVI; all’aggettivo pos- sessivo “mio” che rinforza l’egoi- smo, si sostituisce il possessivo “nostro”, utilizzato, appunto, nella preghiera insegnata da Gesù: il Padre nostro. Certe affermazioni di uso frequente: Credo in Dio, prego il Signore, ma non vado in Chiesa, non frequento i sacramenti”; “Mi piace Papa Fran- cesco, ma non mi piacciono i preti e la Chiesa”, rivelano una dicotomia assurda e inaccettabile, più volte denunciata da Papa Paolo VI. Sempre col Papa, fino alla morte” era un’espressione dell’inno dell’A- zione Cattolica che risaldava il vin- colo di unità con la Chiesa, e con i rappresentanti ufficiali della Chiesa: Vescovo, Parroco, presenza e conti- nuità del Buon Pastore che guida il suo gregge, conosce le sue pecorelle, le chiama per nome. Certi cattivi esempi che la cronaca amplifica non fanno certamente bene alla comunità dei cristiani e la sag- gezza dovrebbe produrre nuove stra- tegie di azione. Accanto ai doni e ai talenti di ciascuno ci sono, purtrop- po, anche i limiti, le debolezze, i fraintendimenti. Nessun cristiano cada mai nella ten- tazione di “Pensare di poter fare a meno degli altri, di poter fare a meno della Chiesa, di potersi salvare da solo”, ha detto Papa Francesco: Non si può essere in comunione con Dio senza esserlo con la Chiesa. Non possiamo essere buoni cristiani se non insieme a tutti coloro che cer- cano di seguire il Signore Gesù, come un unico popolo, un unico cor- po, rappresentato dalla Chiesa”. La Chiesa è una e deve restare unita. Il dialogo con le altre chiese e le altre religioni non deve far perdere l’iden- tità specifica del cristiano che segue Gesù, Via, Verità e Vita. Se il nome è, “sono cristiano”, il “P urtroppo nella nostra epoca, così ricca di tante conquiste e speran- ze, non mancano poteri e forze che finiscono per produrre una cultura dello scarto; e questa tende a divenire mentalità comune”. Parole di Papa Fran- cesco pronunciate nel dicembre 2013 a sostegno delle tante vittime che questa pseudo cultura pro- duce. “Gli esseri umani più deboli e fragili. cioè i nascituri, i più poveri, i vecchi mala- ti, i disabili gravi, che rischiano di essere scartati, espulsi da un ingranaggio che dev’essere efficiente a tutti i costi”, ripor- tando le parole del Sommo Pontefice. Tra loro anche gli anziani che con l’arrivo del- l’estate come ogni stagione, specie se non autosufficienti, vengono lasciati in balia di se stessi. Ma l’Italia purtroppo non è un paese per anziani. Lo si evince dal recente convegno nazionale svoltosi a Torino promosso dalla società italiana di Gerontologia e Geriatria che ha esposto le proble- matiche sul numero di anziani non autosufficienti, più di duecentomi- la, lasciati in lista d’attesa per una degenza presso le Asl. Si tratta di uomini e donne che in mancanza di alternative rischiano di essere lasciati da soli tra le mura domestiche. Solitudine e malinconia che fanno male al cuore e aumentano spesso la distanza con il mon- do circostante. Distanza che per molti anziani si traduce in una auto-esclusione sociale. Ma non sempre essere anziano è sinonimo di malato. Eccezione per particolari malattie croniche, come la demenza senile o le patologie che portano ad una progressiva non autosufficienza, che dovrebbero essere riconosciu- te in maniera adeguata per essere, poi, prese in carico dal sistema sanitario nazionale. Ciò, tutta- via, non accade, si aspetta solo un peggioramento delle condizioni di salute cosi da giustificare un pronto ricovero. Altrimenti in assenza di un’ade- Vacanze estive, ma non per tutti Anziani dimenticati. Tante le associazioni che se ne prenderanno cura Filippo Cannizzo Catania - anno XXX - n. 26 - 6 luglio 2014 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it CONTIENE I.P. settimanale regionale di attualità (conv. in L. 27/02/ 2004 n o 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” (segue a pagina 2) ASSEGNATI I PREMI CHIMERA D’ARGENTO 2014 a pagina 12 LA CHIESA E LE FAMIGLIE FERITE a pagina 7 BENI CONFISCATI AFFIDATI ALLA CARITAS a pagina 9 Chiesa e comunione A PAG. 5 L’ARCIVESCOVO INCONTRA L’UNEBA Papa Francesco: L’identità del cristiano nella società di oggi Giuseppe Adernò Foto Siciliani-Gennari/SIR (segue a pag. 2)

Transcript of LA CHIESA E Chiesa comunione - Prospettive - settimanale ... · Una lezione di ecclesiologia...

Nell’ultima Udienza

Generale prima

della pausa estiva,

Papa Francesco si

è soffermato sull’identità del

cristiano nella società di oggi

affermando che la comunione

con Dio si realizza soltanto

restando fedele alla Chiesa.

Una lezione di ecclesiologia

immediata e diretta. “O con

me, o contro di me”; ”O con la

Chiesa o fuori dalla Chiesa

senza mezze misure e falsi

compromessi”

Il frequente richiamo alle

radici, l’immagine evangelica

del tralcio legato alla vite, da

cui trae linfa e sostegno, con-

sentono di rinsaldare il con-

cetto che i cristiani non vivo-

no “isolati”, né sono tali “a

titolo individuale”. Essi non

possono considerarsi o agire

come “battitori liberi”, ha

osservato il Papa, perché la

vera identità del cristiano è proprio

nell’appartenenza alla Chiesa e a

Dio.

Quell’alleanza celebrata nell’Antico

Testamento con segni, simboli e

parole, oggi si avvera nella Chiesa

che, nella sua universalità, è madre,

casa, luogo di preghiera e comunità.

Non si può essere cristiani “da soli”,

né esistono “cristiani da laborato-

rio”, ha spiegato il Pontefice. “Se noi

crediamo se sappiamo pregare, se

conosciamo il Signore e possiamo

ascoltare la sua Parola, se lo sentia-

mo vicino e lo riconosciamo nei fra-

telli, è perché altri, prima di noi,

hanno vissuto la fede e poi l’hanno

trasmessa”.

La “tradizione”, ciò che i Padri ci

hanno tramandato, è diventata patri-

monio di tutti ed anche legame

comunitario che unisce la famiglia,

la parrocchia, l’associazione e quan-

ti si rendono modelli, testimoni e

messaggeri dei valori evangelici,

mettendo in circuito positivi elemen-

ti di continuità e di comunione.

La fede, ricevuta in dono, va custodi-

ta e protetta dagli

attacchi del relativi-

smo e del permissi-

vismo accomodante,

che giustifica certe

azioni sol perché

“tutti fanno così ed

oggi è di moda”.

L’espressione “guar-

da come si amano”,

adoperata per indica-

re i primi cristiani, è

indicativa del senso

di appartenenza ad

una comunità e

manifesta all’esterno

e con i fatti la condi-

visione di valori

comuni.

La Chiesa è dunque

una “grande fami-

glia” in cui “si viene

accolti e s’impara a

vivere da credenti e

da discepoli del

Signore Gesù” e l’io

soggettivo viene sostituito dal “noi”

ecclesiale, ricordando l’espressione

di Benedetto XVI; all’aggettivo pos-

sessivo “mio” che rinforza l’egoi-

smo, si sostituisce il possessivo

“nostro”, utilizzato, appunto, nella

preghiera insegnata da Gesù: il Padre

nostro.

Certe affermazioni di uso frequente:

“Credo in Dio, prego il Signore, ma

non vado in Chiesa, non frequento i

sacramenti”; “Mi piace Papa Fran-

cesco, ma non mi piacciono i preti e

la Chiesa”, rivelano una dicotomia

assurda e inaccettabile, più volte

denunciata da Papa Paolo VI.

“Sempre col Papa, fino alla morte”

era un’espressione dell’inno dell’A-

zione Cattolica che risaldava il vin-

colo di unità con la Chiesa, e con i

rappresentanti ufficiali della Chiesa:

Vescovo, Parroco, presenza e conti-

nuità del Buon Pastore che guida il

suo gregge, conosce le sue pecorelle,

le chiama per nome.

Certi cattivi esempi che la cronaca

amplifica non fanno certamente bene

alla comunità dei cristiani e la sag-

gezza dovrebbe produrre nuove stra-

tegie di azione. Accanto ai doni e ai

talenti di ciascuno ci sono, purtrop-

po, anche i limiti, le debolezze, i

fraintendimenti.

Nessun cristiano cada mai nella ten-

tazione di “Pensare di poter fare a

meno degli altri, di poter fare a meno

della Chiesa, di potersi salvare da

solo”, ha detto Papa Francesco:

“Non si può essere in comunione con

Dio senza esserlo con la Chiesa.

Non possiamo essere buoni cristiani

se non insieme a tutti coloro che cer-

cano di seguire il Signore Gesù,

come un unico popolo, un unico cor-

po, rappresentato dalla Chiesa”.

La Chiesa è una e deve restare unita.

Il dialogo con le altre chiese e le altre

religioni non deve far perdere l’iden-

tità specifica del cristiano che segue

Gesù, Via, Verità e Vita.

Se il nome è, “sono cristiano”, il

“Purtroppo nella nostra epoca, così

ricca di tante conquiste e speran-

ze, non mancano poteri e forze che finiscono per

produrre una cultura dello scarto; e questa tende a

divenire mentalità comune”. Parole di Papa Fran-

cesco pronunciate nel dicembre 2013 a sostegno

delle tante vittime che questa pseudo cultura pro-

duce. “Gli esseri umani più deboli e fragili.

cioè i nascituri, i più poveri, i vecchi mala-

ti, i disabili gravi, che rischiano di essere

scartati, espulsi da un ingranaggio che

dev’essere efficiente a tutti i costi”, ripor-

tando le parole del Sommo Pontefice. Tra

loro anche gli anziani che con l’arrivo del-

l’estate come ogni stagione, specie se non

autosufficienti, vengono lasciati in balia di

se stessi. Ma l’Italia purtroppo non

è un paese per anziani. Lo si evince

dal recente convegno nazionale

svoltosi a Torino promosso dalla

società italiana di Gerontologia e

Geriatria che ha esposto le proble-

matiche sul numero di anziani non

autosufficienti, più di duecentomi-

la, lasciati in lista d’attesa per una

degenza presso le Asl. Si tratta di

uomini e donne che in mancanza di

alternative rischiano di essere lasciati da

soli tra le mura domestiche. Solitudine e

malinconia che fanno male al cuore e

aumentano spesso la distanza con il mon-

do circostante. Distanza che per molti

anziani si traduce in una auto-esclusione

sociale. Ma non sempre essere anziano è

sinonimo di malato. Eccezione per particolari

malattie croniche, come la demenza senile o le

patologie che portano ad una progressiva non

autosufficienza, che dovrebbero essere riconosciu-

te in maniera adeguata per essere, poi, prese in

carico dal sistema sanitario nazionale. Ciò, tutta-

via, non accade, si aspetta solo un peggioramento

delle condizioni di salute cosi da giustificare un

pronto ricovero. Altrimenti in assenza di un’ade-

Vacanze estive, ma non per tuttiAnziani dimenticati. Tante le associazioni che se ne prenderanno cura

Filippo Cannizzo

Catania - anno XXX - n. 26 - 6 luglio 2014 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it CONTIENE I.P.

settimanale regionale di attualità

(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003

“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”

(segue a pagina 2)

ASSEGNATI

I PREMI

CHIMERA

D’ARGENTO 2014

a pagina 12

LA CHIESA E

LE FAMIGLIE

FERITE

a pagina 7

BENI

CONFISCATI

AFFIDATI

ALLA CARITAS

a pagina 9

Chiesa e comunione

A PAG. 5

L’ARCIVESCOVO

INCONTRA

L’UNEBA

Papa Francesco: L’identità del cristiano nella società di oggi

Giuseppe Adernò

Foto Siciliani-Gennari/SIR

(segue a pag. 2)

Esami di Maturità(2014).Ce n’è per tutti

in questa crestomazia o florilegio,scelta con cura, per tipologie e ambi-ti tematici da essere utili non solo acoloro i quali dovevano immediata-mente servire, cioè ai candidati agliesami di maturità, ma anche ai pro-fessori che non volessero limitarsi adettare semplicemente i testi ministe-riali, abbandonandosi alle solite criti-che superficiali (come avrebberopotuto svolgere gli alunni un temasul confronto fra il 1914 e il 2014?Ecc.).Piuttosto, quali di questi temi essi, daprofessori, avrebbero saputo svolge-re, e se no, quali di essi avrebberomesso in programma per il prossimoanno scolastico?Infine anche tutti gli altri cittadini diquesta Repubblica, adusi ancora ariflettere e a pensare, ne potrebberotrarre stimolo per un esame dicoscienza e di aggiornamento.Veramente solo così la scuola, attra-verso questo esercizio, diventa cen-trale e suscitatrice di nuove idee chesi possono tramutare in azioni diricerca, per affrontare i nodi essen-ziali dell’attuale crisi, se è vero cheessa è essenzialmente crisi culturale.Qui sarebbe la vera unità nella molte-plicità di una nazione, se non si trala-sci l’occasione così importante e nonsi riducano questi strumenti a merofatto di cronaca passeggera, che durilo spazio di un momento: quellodegli esami e basta!Entriamo ora un po’ nel merito diquella che è diventata da alcuni anniuna struttura nella formulazione deiquesiti per l’esame e che si mostranolodevolmente di misura alta!Si propone ai candidati di scegliereuna fra le 4 Tipologie: A- Analisi deltesto poetico: Quasimodo: Ride la

gazza nera sugli aranci. B- Argo-mento: Il dono- Quattro Ambiti:1-

Artistico-Letterario- (Documenti: trequadri, cinque brani antologici diAutori). 2-Socio-Economico-Argo-mento: Le nuove responsabilità

(Documenti:quattro brani antologicidi Autori). 3- Storico-Politico. Argo-mento: Violenza e non-violenza: due

volti del Novecento (Documenti: cin-que brani di Autori). 4- Tecnico-

Scientifico. Argomento: Tecnologia

pervasiva.(Documenti: cinque braniantologici di Autori).In tutto, diciotto brani scelti di Auto-ri: Grazia Deledda-Theodor Ador-

no-M. Aime e A. Cossetta- Mark

Anspach-Enzo Bianchi- Wolfgang

Behringer- Amartya Sen-Luce Iri-

garay- Jacques Attali- George L.

Mosse-Walter Benjamin- Hannah

Arendt- Mohandas Gandhi- Mar-

tin Luther King-Fabio Chiusi-

Massimo Gaggi-Dianora Bardi-

Umberto Galimberti.

C-Tema di argomento storico: L’Eu-

ropa del 1914 e l’Europa del 2014:

quali differenze?

D-Tema di ordine generale: Il ram-

mendo delle periferie (Renzo Piano).«Spesso alla parola “periferia” siassocia il termine degrado. Le perife-rie invece sono la grande scommessaurbana dei prossimi decenni. Le peri-ferie sono la città del futuro».I diciotto brani scelti di Autori signi-ficativi sono tutti a carattere interdi-sciplinare e riguardano tutti i tipi diinsegnamento: dall’italiano, all’arte,alle lingue straniere, alle scienze, allareligione.E allora «perché non li proponiamo anoi insegnanti a settembre invece diaffidarli ai soli candidati a giugno?Sarebbe un bell’esercizio di umiltàche aiuterebbe a metterci nei pannidei ragazzi, perché certamente cia-scuno di noi (di fronte a questi pro-blemi da far tremare i polsi!) avrebbebisogno di sostegno, dovrebbe sfor-zarsi, mettersi in gioco, chiedere aiu-to ai colleghi» (Così un insegnante,Franco Lorenzoni su Il Sole 24 ore didomenica 22 giugno 2014).È vero, tali temi richiamano unmodello di scuola “possibile” “criti-ca”, “profonda” capace di affrontaredi petto i nodi cruciali del nostrotempo.

Ma noi allargheremmo l’invito a tut-ti i centri culturali: alle varie scuoledi formazione all’impegno sociale e

politico, ai vari club così numerosi,alle associazioni di famiglie, allescuole di formazione economica eamministrativa, ai vari livelli, a quel-le sindacali e di partito e a quelle cal-cistiche oltre a quelle catechistichedelle parrocchie (c’è il tema del“Dono”! Letture di Enzo Bianchi,priore della Comunità Monastica diBose; e di Adorno, da Minima mora-

lia…). Certo avremo da fare con il

livello culturale delle scuole di peri-feria, ma soprattutto con gli adole-scenti di oggi, con i cosiddetti “nati-vi digitali”, sempre connessi e dipen-denti dalle nuove tecnologie (smart-phone, internet, social network), stru-menti utili nella misura del loro uso eche richiedono un nuovo metodo nel-l’insegnamento delle discipline sco-lastiche tradizionali. In sintesi sareb-be una vera rivoluzione di livellonazionale, se si sappia cogliere l’oc-casione di un vero rinnovamento cul-turale sociale e scolastico.Esempi da mettere nella programma-zione del nuovo anno scolastico sultema: L’Europa del 1914 e l’Euro-

pa del 2014: quali differenze? Dovec’è una guida didattica, per esamina-re la questione sotto almeno tre pro-fili: forme istituzionali degli Stati

principali; rapporti fra cittadini e

istituzioni; rapporti fra gli stati euro-

pei; rapporti fra l’Europa e il resto

del mondo.

Si leggono gli stessi suggerimenti pergli altri temi: Tecnologia pervasiva -

Le nuove responsabilità-. Violenza

e non vilolenza:due volti del Nove-

cento.

Salvatore latora

Prospettive - 6 luglio 20142

cognome è: “Appartengo alla Chie-sa”. Ora, avere nome e cognomesignifica definire la propria identità,che sollecita una coerenza nella

testimonianza dei valori condivisi.L’essere cristiani di nascita, perchénati in una nazione cattolica, nonbasta per sentirsi ed essere veri cri-stiani, occorre una scelta definita echiara che comporta anche doveri eimpegni personali.

Negli anni trascorsi, tanti cambia-menti sono avvenuti nella gestione enell’organizzazione della Chiesa, mala saldezza del magistero e la dottri-na cattolica rimangono saldi al Van-gelo e all’insegnamento del Maestro,adottando anche il suo stile di BuonPastore: “Si avvicinava al popolo, ne

guariva il cuore, ne capiva le diffi-

coltà e le preoccupazioni, non aveva

vergogna di parlare con i peccatori,

sentendo la gioia di stare con il suo

gregge”.

L’espressione dei Padri “Nulla salus

sine ecclesia” rimane sempre diattualità, pur nelle moderne interpre-tazioni di certi eventi e nelle innova-zioni di gesti e riti.Coloro che indossando l’abito di teo-logi d’avanguardia si sentono “batti-tori liberi” e contraddicono i principidottrinali della Chiesa sono fuoridalla comunione e usurpano arbitra-riamente l’attributo di “cristiano”.La vita sacramentale alimenta enutre la vita del cristiano, che si apreagli altri nella carità e nel dono: lapreghiera e l’Eucarestia costituisco-no la forza ed il collante della comu-nione intra ed extra ecclesia.

®

(continua da pag. 1)

CHIESA...

PRIMO PIANOIndietro nel tempointervistandoEttore Ximenes ___________3

San Benedettoe madre Mectilde de Bar____4

INFORMADIOCESINotizie in breve___________6

Dall’IDSC _______________6

Dall’Uff. Beni Culturali ____6

DIOCESIFesteggiamentialla Civitaper i Santi Patroni _________7

In ricordodi Padre AntoninoMoschetto _______________8

Grest Cibali450 bambini incontranol’Arcivescovo ____________9

Stoccarda convegnointernazionale sul tema“Pirandello e il Cinema” ___11

Al Seminario diocesanol’assemblea degli Insegnantidi Religione _____________12

sommario al n. 26

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alle ore 13.00 di mercoledì 2 luglio 2014

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e in parrocchia il 20 luglio 2014,

vi preghiamo di inviare i vostri contributi

entro venerdì 11 luglio 2014. Grazie!

guata assistenza domiciliare si restasoli in casa. E il diritto alle cure dachi è assicurato? Purtroppo sembraessere solo sulle carte. Nonostante lecarenze croniche che riguardano dasempre il mondo degli anziani, nelnostro Paese, non mancano le asso-ciazioni che si prendono cura di loro.Tra queste figura, l’Auser, associa-zione di volontariato e di promozio-ne sociale, impegnata nel favorirel’invecchiamento attivo degli anzianie a far crescere il ruolo dei seniornella società. Anche quest’estate halanciato una campagna per sensibi-lizzare il tema degli anziani chevivono in stato di solitudine. Sul sitodell’associazione da fine giugno èattiva la sezione speciale “Emergen-

za Estate” nella quale è possibile

trovare tutte le notizie utili per aiuta-re gli anziani e le loro famiglie adaffrontare con serenità il periodoestivo. Lo spazio sul sito rimarrà atti-vo e aggiornato per tutta l’estate finoa settembre inoltrato. Il presidentenazionale, Enzo Costa, dalle paginedi Vita.it (Magazine dedicato al rac-conto sociale, al volontariato, allasostenibilità economica e ambientalee al mondo non profit) ha rinnovatoanche quest’anno l’appello ai giova-ni e ai pensionati per dedicare qual-che ora della settimana a chi è soloperché aiutare gli altri fa bene. “Sia-mo in campo anche quest’anno – sot-tolinea il presidente Costa - con inostri volontari e la nostra capillarerete sul territorio, ma la richieste checi giungono sono tantissime edabbiamo bisogno di volontari perpoter dare una risposta a tutti. Basta

poco per dare serenità ad un anzianosolo, una telefonata, una visita acasa, una passeggiata da fare insie-me. Ecco perché ci appelliamo a tut-ti i cittadini, ai pensionati e soprat-tutto ai giovani, di aiutarci, di essereal nostro fianco per portare un po’ diserenità agli anziani che, soprattuttod’estate sentono di più il peso dellasolitudine”. Chi vuole può contattareanche un numero verde, quello delFilo d’Argento: 800-995988. Dasegnalare, poi, direttamente dal sitodell’Auser si potrà consultare e sca-ricare l’elenco aggiornato in temporeale delle iniziative promosse daicomuni e dal volontariato in ordinealfabetico. Il servizio già sperimenta-to con successo negli ultimi anni, si èrivelato di grandissima utilità, daNord a Sud.

®

(continua da pag. 1)

VACANZE...

Risorsa o stress?

Esame di maturità

Da giorni ormai, attra-verso i diversi mass

media, trapelano sempre più indi-screzioni di quella che dovrebbeessere la tanto agognata riforma del-la scuola targata Renzi, con il patro-cinio di Stefania Giannini, attualeministro dell’istruzione, dell’univer-sità e della ricerca, e dal sottosegreta-rio Roberto Reggi: una manovra chedovrebbe, in linea con le scelte poli-tiche dell’attuale governo ed il suopiano di azione, bruciare i tempi lun-ghi per mettere subito in praticaquanto prescritto dalla legge.Aumento del monte ore settimanaleper gli insegnanti della scuola secon-daria, il cui contratto comprenderànon più 18 ore bensì 36, premi perchi disporrà di competenze specifi-che e bonus (non definiti) che verran-

no assegnati a chi si impegnerà mag-giormente all’interno della vita e del-le attività dell’istituto di cui fa parte,attraverso la promozione di iniziati-ve: questo cosiddetto bonus potreb-be remunerare il docente fino al30% in più della sua retribu-zione, ma solo per determinatecategorie come presidi, vice-presidi, docenti senior, di lin-gue straniere ed informatica.“Ci siamo incontrati e dopo il15 luglio torneremo a farlo: san-no che vogliamo togliere rigiditàal contratto. Ma la consultazionesarà aperta agli insegnanti, agli stu-denti, al personale amministrativo, aicittadini comuni. La scuola va cam-biata, svecchiata. Abbiamo davantiun’occasione storica: tra il 2017 e il2022 il 40% del corpo docente andrà

in pensione” - questo è statoaffermato da Reg-gi in un’inter-

vista rilasciataa La Repubblica. La consultazioneaperta ai cittadini che a più gradi ver-ranno coinvolti dalla manovra,dovrebbe fondarsi sul testo che mol-to probabilmente sarà reso noto in

tempi brevi, dopo il prossimo 15luglio e se da un lato si è avviatogià il conto alla rovescia per

conoscere in dettaglio il pianomesso a punto dal nuovogoverno, dall’altro non ci si

può esimere dal non trar-re qualche riflessione daquanto già reso noto.

Quella che già è statadefinita da moltisostenitori come unavera e propria rifor-

ma del sistema scola-stico, non prevede, da quanto finora èemerso, nessun cambio agli scatti dianzianità ed un sistema che ricorra adocenti esterni all’istituto per l’asse-gnazione delle supplenze che saran-no coperte da docenti interni senzaretribuzione. E i docenti precari? E

l’inserimento dei giovani? E il rad-doppio del carico di lavoro senzaun’adeguata retribuzione? L’idea del-la riforma è quella di rendere flessi-bile il contratto degli insegnanti pun-tando sulla meritocrazia ‘retribuita’,con un’apertura degli istituti dalle7.00 alle 22.00 fino a fine luglio peruna scuola che sia uno dei fulcri del-la società (con l’organizzazione diattività extra come laboratori, scuolaper adulti, etc) e con la riduzione delpercorso formativo da cinque a quat-tro anni per la scuola superiore.Se tutti questi elementi si unisconocompongono il puzzle del cosiddetto‘risparmio’: l’opinione comune èquella che la riforma messa in attonon voglia migliorare la didatticadella scuola, bensì permettere allostato di ottenere un cospicuo rispar-mio, mancando totalmente di risorseda investire. I sindacati della scuolahanno già dichiarato guerra da set-tembre, ottenendo da parte del mini-stro una semplice rassicurazione incampo retributivo: gli stipendi deidocenti italiani sono i più bassi d’Eu-ropa e colmare questo divario saràuno dei compiti principali del gover-no.Un altro impegno preso dal governoè quello che riguarda il risanamentodegli edifici scolastici, per lo più fati-scenti ed inadeguati ad ospitare leloro attività abituali.In attesa della prossima pubblicazio-ne del testo della riforma non restaaltro che riflettere seriamente sullenecessità e le priorità del sistema sco-lastico italiano...che sicuramente nonè un risparmio a beneficio dello statocamuffato da cambiamento rivolu-zionario.

Berenice

Prospettive - 6 luglio 2014 3

Una cartolina costituiscesempre un pensiero

gentile, quasi una carezza che delica-tamente ti sfiora il viso come se tisussurrasse: “Sono qui, anche se lon-tano, mi sono ricordato di te. È unacartolina illustrata insolita perchéreca la data “maggio 1910”: raffigu-ra un complesso monolitico riprodu-cente lo sbarco dei Mille a Marsala,con firma dello scultore palermitanoEttore Ximenes. In questi giorni persoddisfare la mia curiosità mi sonorecata nella cittadina del trapanese,l’antica Lilibeo, mi sono diretta alporto e lì un’oasi di luce, di mare erifulgente del candore delle saline miha inondato l’animo. Bianchi giganticome iceberg stanno a testimoniarel’operosità di quella comunità chenel mare trova le sue risorse e la suaricchezza.Nessuna traccia del monumento aiMille che sarebbe dovuto essere rea-lizzato dallo scultore siciliano chetanta fama acquistò all’estero.Improvvisamente sento sfiorarmi laspalla. Un gentiluomo sui cinquan-t’anni vestito secondo la moda di pri-mo novecento e recante un piccoloblocco di marmo e uno scalpello inmano mi guarda con atteggiamentoun po’ denotante delusione, poi sisiede su una banchina in riva al maree questo mi confida: <<Gentile Ste-fania, desidero rivelarle una vicendatormentata che accadde in questopaese cinquant’anni dopo l’Unitàd’Italia>>.Mi perdoni, ma come fa a conoscereil mio nome, io non mi sono ancorapresentata?<<Ha ragione, Stefania, noi animeconosciamo i pensieri di voi viventi esovente siamo richiamati dal vostropensiero e dal vostro amore. Il mionome è Ettore Ximenes!>>.Cooosa? Non mi dica che lei è loscultore palermitano che tante mera-vigliose opere d’arte ha realizzato

oltre lo Stretto e oltre Oceano?<<In persona, e adesso ascolti quelloche sto per dirle. Correva l’anno1910, come legge in quella parados-sale cartolina. Il monumento ivi raffi-gurato, in realtà non è mai esistito,perché all’epoca, sa cose che accado-no all’ordine del giorno, il Comuneistituì un bando di concorso per lamessa in opera della scultura e tratanti concorrenti artisti venne sceltoil mio bozzetto. Venni chiamato inSicilia, e feci un viaggio in nave chedurò quasi un mese perché in quelperiodo risiedevo in Brasile dove

lavoravo come scultore. Pagai il viag-gio, mi imbarcai ma non venne datomai il la per l’inizio dei lavori. Tichiederai, per qual motivo? Il concor-so prevedeva un pagamento di50.000 lire le vostre 187.000 euro,per l’artista che avrebbe eseguito l’o-pera, ma i deputati e gli illustri sena-tori del Bel Paese nato a Unità, siintascarono il danaro e così i blocchidi marmo rimasero quasi piangenti inquesto porto. Io avevo realizzato giàa Roma “Il Gruppo marmoreo delDiritto” al Vittoriano e la Quadriga alPalazzo di Giustizia, a Parma ilmonumento a Giuseppe Verdi, aPesaro e a Milano la scultura di Gari-baldi e a Philadelphia il monumentoa Dante, quindi capirai che mi spo-

stavo sempre per nuove e interessan-ti committenze, ma giunto a Marsalavenni invitato in una parata nella qua-le vennero invitati i novanta supersitifacenti parte della spedizione garibal-dina, mezzo secolo prima, con giub-be rosse, ma con la barba bianca aindicare il tempo che passa, giornali-sti e bande musicali affollavano ilporto, ma del monumento neancheun accenno. Vennero però stampatequasi un migliaio di cartoline col fan-tomatico monumento dello sbarcodei Mille che fecero il giro d’Italia,cosicchè si videro anni dopo numero-

si turisti e curiosi approdarein questa cittadina perchédesiderosi di contemplare etoccare l’opera d’arte che inrealtà non ha visto mai laluce. Anni dopo, l’8 maggiodel 1924, in pieno regimefascista approda Mussoliniin questo lembo d’Italia cheè il capo Lilibeo. I blocchidi marmo, materia inerte,sono ancora nel porto,come erano stati deposti nel

1910, in attesa di ricevere l’auspicataforma, ma prudentemente coperticon dei teli, quasi a occultare unavergogna. Resta memorabile il dis-corso del Duce sulla volontà di rea-lizzare nella cittadina dello sbarco unmonumento a Garibaldi e uno sul-l’impresa dei Mille, dato che già lacittà di Quarto fruiva di un’operad’arte a tema. L’opera sarebbe statainiziata nel 1927, ma il destino volleche io passassi a miglior vita, in quelviaggio senza ritorno l’anno prece-dente. Il miglior monumento restanel cuore. Mia cara Stefania, non tiangustiare per le manchevolezze e lefallaci promesse, umane troppo uma-ne sono…>>Detto questo quell’anima eletta mi

diede un bacio e poi svanì e nell’an-dar via con troppa fretta, forse per-ché richiamato da angelici cori ascolpire un monumento eterno, avevadimenticato lo scalpello e il suo pic-colo blocco di marmo.

Stefania Bonifacio

Lo scultore gentiluomo

Riforma della Scuola: l’ennesimospecchietto per le allodole?

Conto alla rovescia per la pubblicazione del testo, intanto trapelano alcuni dettagli

Indietro nel tempo intervistando Ettore Ximenes

l’intervista

Prospettive - 6 luglio 20144

IN PREIMOPIANO

Il mese di luglio ci riporta una solen-nità tanto cara a tutto l’Ordine bene-dettino. Quest’anno siamo sollecitatead ulteriori riflessioni in quanto, il24 ottobre prossimo, ricorderemo il50° della proclamazione di sanBenedetto a Patrono d’Europa fattada Paolo VI nel 1964. In quella stes-sa data fu fissata la celebrazioneliturgica annuale, appunto, per l’11luglio. Questo anniversario, inoltre,per noi Benedettine dell’adorazioneperpetua del SS. Sacramento si inca-stona nel IV centenario della nascitadi madre Mectilde de Bar, la monacafrancese che, nel 1653, ha arricchitola famiglia benedettina con il cari-sma dell’adorazione e della ripara-zione.E nel comparare alcune sfumaturedella spiritualitá dei nostri fondatori,abbiamo privilegiato il tema dellasperanza perché, come ha detto papaFrancesco ai seminaristi, ai novizi ealle novizie durante l’incontro roma-no del 7 luglio 2013, «la gente oggiha bisogno certamente di parole, masoprattutto ha bisogno che noi testi-moniamo la misericordia, la tenerez-za del Signore che scalda il cuore,che risveglia la speranza, che attiraverso il bene».La speranza é una caratteristica pro-pria del cristianesimo in quanto reli-gione del Risorto, della vita eterna,della gioia. Non si tratta soltanto diuna dimensione escatologica, quasiuna realtà futura, ma è uno stile divita che fa del presente una risorsainfinita di ottimismo e di apertura.Essa non è soltanto attesa, ma è cer-tezza, è fede, è un riconoscere Coluiin cui è posta la nostra fiducia; èsapere cogliere, nei tempi, ritmi emodalità divini, il momento di graziache diventa occasione di crescita, dimaturazione, anche quando la nostraimpazienza, il nostro soffrire, lanostra oscurità potrebbero gettarcinell’ansia o nello scoraggiamento.San Benedetto è un uomo di grande

speranza, sapientemente accorto eprofondo conoscitore dei dinamismipsicologici dell’uomo, dei vari stadidi maturazione, delle tappe, più omeno comuni, del cammino umano espirituale del singolo e della comuni-tà. La sua riflessione inerente allasperanza può essere inclusa tra leprime affermazioni e la conclusionedella Regola: «Dobbiamo dunquecostituire una scuola del servizio delSignore. E nel costituirla noi speria-mo di non stabilire nulla di penoso,nulla di pesante. Ma se qualche cosaun pochino dura, suggerita da unragionevole equilibrio, dovrà pureintrodursi per la correzione dei vizi oper la conservazione della carità, nonti lasciar subito così cogliere dallosgomento da abbandonare la via del-la salute, che non può intraprendersiche per uno stretto imbocco. Ma con

l’avanzare nellevirtù monasti-che e nella fedeil cuore si dila-ta, e la via deidivini precetti sicorre nell’indi-cibile soavitàde l l ’ amore» .Nel mezzo, trail Prologo e lac o n c l u s i o n edella Regola,iscriviamo tuttele volte in cui ilnostro SantoPadre disponela vita comuni-taria in modoche nessuno sirattristi, sia tur-bato, o si sco-raggi perché «aquelle più altevette di dottrinae di virtù, cheabbiamo sopram e n z i o n a t e ,potrai certo

facilmente giungere con la protezio-ne di Dio. Amen».Così si chiude la Regola, con la stes-sa certezza che, con l’aiuto di Dio etanta buona volontà, la meta - anchela più difficile o lontana - non diven-terà mai occasione di rinuncia, diripiego, di abbandono. È questo ilmessaggio evangelico, la novità diun Dio talmente vicino alla sua crea-tura da non permettere che la tenta-zione sia al di sopra delle forze uma-ne; è la richiesta del Padre Nostro, èla risposta di Cristo: «Non temere,piccolo gregge, il Padre vostro sa diche avete bisogno». (Lc 12, 32).Tra i vari e numerosi testi di madreMectilde de Bar, è possibile rintrac-ciare una varietà considerevole dirimandi alla speranza, di forti dosi diincoraggiamento, di quella dimen-sione benedettina della pace, della

stabilità interiore, della serenità difondo che fa da substrato a tuttal’impalcatura umana e spirituale del-la Fondatrice e del suo specificocarisma. La parola coraggio, poi,risuona forte e incisiva in numerosis-sime lettere e conferenze. Ci limitia-mo a proporre soltanto uno spezzo-ne, estrapolato dal testo Attesa di

Dio, non per nulla affiancato alla let-tura della Regola, quasi un commen-to e un corollario al femminile del-l’antropologia acuta di san Benedet-to: «La bontà di Dio avrà cura di tut-

to ciò che vi riguarda, se voi avetecome unica cura di piacergli e didesiderare Lui solo, lavorando per lasua gloria. Posso assicurarvi che levostre fatiche saranno ben ricompen-sate. Risollevate ogni giorno ilvostro coraggio; non vi spaventatedelle difficoltà. Le opere di Dio sistabiliscono nella croce. Occorreperseverare per non spaventarsi delledifficoltà che si incontrano».Era sempre tanta la fiducia chemadre Mectilde riponeva nella Divi-na Provvidenza, nel modo tenero eattento con cui Dio si prede cura del-l’uomo e che fa della speranza uncontenuto della fede. La speranzadiviene una silenziosa ma essenziale

compagna di viaggio; nella saccoc-cia che ci portiamo dietro la giustadose di coraggio non è mai troppa ebisogna farsene una buona scortaogni volta che il cammino si presen-ta più duro e tortuoso. Non ci devo-no fermare le inevitabili cadute, né ilpeso del peccato, perché nulla puòessere più grande di Gesù, neanche ilnostro peccato, le nostre inclinazio-ni, le nostre pene. Non per nulla l’ul-timo strumento delle buone opereelencate da san Benedetto, quasi ilcompendio di tutti gli altri, «dellamisericordia di Dio giammai dispe-rare», non è altro che l’atteggiamen-to più consono ad accrescere in noila sfera della speranza, a renderciuomini e donne equilibrati, cristianiprofondamente protesi verso l’ab-braccio del Padre che è misericordiainfinita. Il motto “adorare aderire”estrapolato dalle opere dalla nostramadre Fondatrice, è di fatto l’accla-mazione di una obbedienza che si fasperanza, di una luce che diventa piùforte delle nostre tenebre quando cilasciamo guidare da Dio.Il monastero è la scuola del serviziodivino, è un’officina dove il monaco- ma il discorso vale anche per tutti icristiani - è chiamato ad esercitarciper crescere sempre più nell’amorecome risposta alla volontà preve-niente e susseguente del Signore che,anche nel deserto, apre una strada aisuoi figli viandanti e dà loro il Panedella sua Parola e del suo Corpo. “Èdi fede” - espressione usata sempreda madre Mectilde per avvalorare lesue esortazioni - che le promesse diDio non vengono mai meno. Bastaprendere come modello la VergineMaria, donna della speranza e, conlei, tutti coloro che, lungo il dispie-garsi storico del cammino della sal-vezza, hanno sperato contro ognisperanza, per dirla con l’autore dellaLettera agli Ebrei.Ed è rifacendosi a Maria che, inoccasione della giornata pro oranti-

bus, il Papa, durante la preghiera delvespro presso le monache benedetti-ne camaldolesi di Roma (21 novem-bre 2013), ha rivolto a tutte le con-templative una bruciante e, allo stes-so tempo, incoraggiante domanda:«L’unica lampada accesa al sepolcrodi Gesù è la speranza della Madre,che in quel momento è la speranza ditutta l’umanità. Domando a me e avoi: nei monasteri è ancora accesaquesta lampada? Nei monasteri siaspetta il domani di Dio?».Occorre perseveranza, fedeltà, cisuggeriscono i nostri Fondatori, solocosì la meta finale non è più qualco-sa di evanescente o di fugace, ma è lacertezza di un possesso, la realizza-zione di una promessa, la risposta aduna chiamata che sono già in noi.Anche quando ancora il nostro tra-gitto umano si snoda tra incertezze,limiti, sforzi e difficoltà, esso è sor-retto dal desiderio, dal già e non

ancora, che diventa pienezza di vitaanche nel presente, nella nostra quo-tidianità itinerante.Solo così riusciremo a “non lasciar-ci rubare la speranza”! Per cui «sia-te forti, riprendete coraggio, o voitutti che sperate nel Signore» (salmo30).

Le Benedettine

del SS. Sacramento di Catania

Seminatori di speranza

C’è stato un grande inte-resse, e una viva curio-

sità da parte di chi transitava lungol’importante asse viario guardandol’attività di service che i giovani delRotaract Club Paternò Alto Sime-

to, che hanno effettuato per tutta lamattinata di sabato 14 giugno nellagrande rotonda cittadina di Corso delPopolo a Paternò.L’intervento, fortemente voluto dalpresidente del Club, Salvo Lave-

nia, con la richiesta e la successivaadozione dell’area, è stato avviatonell’ambito del progetto distrettualedel Rotary in collaborazione con ilFAI, denominato Verdecittà,il qualeintende rivalorizzare una delle piùimportanti rotonde cittadine, costi-tuendo all’interno della stessa unospazio verde pubblico, provvederealla manutenzione e alla pulizia,riqualificando l’area da un punto divista urbanistico e ambientale. Inpassato la rotonda è stata attenziona-ta dal Rotary Club Paternò AltoSimeto, che ha donato e collocato alcentro della stessa un importantegruppo statuario che rappresenta unadonna, prostata in ginocchio su uncippo roccioso, affranta ed in atteg-giamento di cristiana rassegnazione,monumento che vuole ricordare le

vittime degli incidenti stradali, unmonito anche educativo e comporta-mentale che invita alla moderazionegli automobilisti e soprattutto i tantigiovani che circolano in motorino. Inparticolare l’attività svolta ha previ-sto la realizzazione di due aiole sim-metriche tramite la piantumazione diessenze vegetali tipiche della mac-

chia mediterranea e di palmette. Alladestra del monumento è stato pianta-to un albero di ulivo.Alla presenza delle autorità cittadineintervenute è stata scoperta una targacelebrativa dove, oltre al simbolo del

Rotaract Club è raffigurato il Castel-lo normanno, il borgo medievale conlo sfondo dell’Etna e lo stemma diPaternò. Il Rotaract, nell’ambito del-la sua azione di service e delle sue

attività cittadine finalizzate alla pro-mozione e all’impegno civile, preve-de almeno una volta l’anno l’orga-nizzazione di una giornata di sensibi-lizzazione sociale verso una delleproblematiche giovanile più dram-

maticamente attuali e relativa all’altotasso di mortalità giovanile per gliincidenti della strada.

Anita Rapisarda

Iniziativa del Rotaract Club Paternò Alto Simeto

San Benedetto e madre Mectilde de Bar

La speranza

é una caratteristica

propria del

cristianesimo

in quanto religione

del Risorto,

della vita eterna,

della gioia

Il Rotaract prevede

almeno una volta

l’anno l’organizzazione

di una giornata

di sensibilizzazione

sociale verso l’alto

tasso di mortalità

giovanile per gli

incidenti della strada

Prospettive - 6 luglio 2014 5

IN PREIMOPIANO

Sabato 28 giugno una

rappresentanza dell’U-

neba guidata dal Presidente Provin-

ciale Dott. Salvatore Caruso, è stata

ricevuta in udienza dall’Arcivescovo

di Catania Mons. Salvatore Gristina.

L’incontro, svoltosi nello storico

“Salone dei Vescovi”, è stata occa-

sione per presentare la realtà dell’U-

neba, con le sue espressioni associa-

tive, variamente impegnate nel cam-

po dei servizi socio-assistenziali e

socio-sanitari, ma unite dalla comu-

ne spinta e adesione ai principi della

solidarietà cristiana.

Quella dell’Uneba è una storia lunga

e particolarmente significativa nel

percorso evolutivo dell’assistenza in

Italia. Sorta nel 1950 per iniziativa

dell’Istituto Cattolico di Attività

Sociali e di alcune opere assistenzia-

li caritative di ispirazione cattolica,

l’Uneba si è sviluppata per impulso

dell’arcivescovo di Milano Giovanni

Battista Montini, che continuò a

sostenerne l’attività anche quando

divenne Papa Paolo VI. Anche i suoi

successori al soglio di Pietro hanno

sempre espresso sostegno e stima

per l’Uneba.

L’acronimo Uneba, che originaria-

mente stava per “Unione Nazionale

Enti di Beneficenza e Assistenza”,

in seguito fu cambiato con l’attuale

“Unione Nazionale Istituzioni e

Iniziative di Assistenza Sociale” per

una chiara apertura alle nuove realtà

del volontariato assistenziale.

Associati dell’Uneba sono enti, isti-

tuzioni, associazioni, fondazioni,

imprese sociali ed altre realtà ope-

ranti nel campo sociale, socio-sani-

tario ed educativo degli interventi e

dei servizi alla persona. Programmi

e finalità degli enti associati sono

coerenti con i principi cristiani.

La mission dell’Uneba è concorrere,

attraverso l’azione degli associati, al

miglioramento morale, materiale e

sociale della condizione delle perso-

ne e delle famiglie in situazioni di

difficoltà, promuovendone la

responsabile ed integrale partecipa-

zione alla società. In particolare si

impegna per promuovere le libere

iniziative assistenziali e favorire la

concreta solidarietà fra gli Enti asso-

ciati; rappresentare e tutelare, quale

associazione di categoria, le Istitu-

zioni e le Iniziative associate nei

loro rapporti con gli organi legislati-

vi, governativi ed amministrativi e

nei confronti delle organizzazioni

sindacali; proporre ai competenti

organi legislativi i provvedimenti

utili ai fini di una equa politica

sociale e a promuoverne la parteci-

pazione alla programmazione ai

diversi livelli; approfondire lo studio

dei problemi sociali e promuovere

ed organizzare iniziative dì forma-

zione per gli operatori sociali; svol-

gere opera di assistenza e di orienta-

mento nei confronti degli associati.

L’Uneba è presente a Catania con 25

Enti ed Istituzioni associati, impe-

gnati nei vari campi dei servizi alla

persona con una molteplicità di atti-

vità e di modelli organizzativi:

Area Minori: (centri educativo-

assistenziali, comunità alloggio,

educativa domiciliare, accoglien-

za/assistenza minori immigrati)

Istituto “Madonna della Provviden-

za”, “San Giuseppe” - Serve della

Divina Provvidenza, “Casa del Fan-

ciullo” - Serve della Divina Provvi-

denza, Istituto “San Francesco di

Paola”, Collegio “Santa Rosa” –

Suore Domenicane, Istituto “Ancel-

le Riparatrice”, Icam – “Città dei

Ragazzi”, Fondazione “Cirino La

Rosa”, Associazione “Eden

School”, Ipab “ S. Maria del Lume”,

Istituto “Sacro Cuore” – Figlie

Maria Ausiliatrice, Associazione

“Sacro Cuore”, Ente “Margherita

Bufali”

Area Anziani / Disabili / Servizi

Sanitari: (Centri Diurni, Case di

Riposo, Case Protette, Comunità

Alloggio, Case Famiglia, Assistenza

Domiciliare, Comunità Terapeuti-

che, Servizi di promozione della

donazione del Sangue)

ODA – Opera Diocesana Assistenza,

Associazione “Mons. Santo Bellia”,

Ipab “Oasi Cristo Re”, Associazione

“Vita Nuova”, Centro Diurno

Anziani “Villa Angela”, Casa Vale-

ria, Cooperativa “Millennium”, Fon-

dazione San Vincenzo dè Paoli “

Padre Marcantonio”, Associazione

“Santa Venera”, ADVS – FIDAS,

Opera “Cenacolo Cristo Re”, Asso-

ciazione “Noema”, Associazione

“J.F. Kennedy”.

Una presenza ed una testimonianza

di servizio altamente qualificato

che – come sottolineato dal Presi-

dente Caruso - vive forte il disagio

di una crisi che in maniera partico-

larmente preoccupante sta investen-

do il sistema welfare. Risorse sem-

pre più ridotte, un quadro normativo

di riferimento contraddittorio e inca-

pace a gestire l’emergenza, conflit-

tualità tra i vari livelli istituzionali,

stanno determinando condizioni di

insostenibilità del sistema welfare,

con la chiusura di tante strutture e

servizi, l’aumento del disagio socia-

le e di nuova povertà, la caduta dei

livelli occupazionali.

In tale contesto, l’Uneba e gli istitu-

ti associati, nel rivendicare con forza

e determinazione il ruolo fondamen-

tale e strategico del Terzo Settore

nell’ambito dei servizi alla persona

in risposta al superamento del disa-

gio e nel contempo elemento di cre-

scita sociale e volano di sviluppo,

auspicano una reale presa di

coscienza delle istituzioni verso il

fenomeno del disagio sociale, con

una decisa svolta nelle politiche del

welfare che possano ridare risposte

efficaci e di speranza al settore.

L’incontro con l’Arcivescovo – sot-

tolineato dal Presidente Uneba – ha

voluto dare proprio testimonianza di

questo impegno, ma anche chiedere

il Suo sostegno nel richiamare l’im-

pegno comune a difesa della dignità

della persona e per la costruzione di

una società più solidale ed acco-

gliente.

Attenzione e sensibilità per le que-

stioni poste dall’Uneba, unite alla

gratitudine per il servizio reso in

favore delle persone più fragili e

bisognose, sono state manifestate da

Mons. Gristina, che si è prontamen-

te reso disponibile, quale prima con-

creta azione, a favorire un incontro

con i direttori degli uffici diocesani

per la pastorale della salute e dei

problemi sociali, per un confronto e

approfondimento dei problemi che

attanagliano oggi il mondo dell’assi-

stenza.

S.C.

55

Aiutare il tessuto debole della società

5

Nella chiesa Sant’Anto-

nio di Padova delle

Suore Cappuccine del Sacro Cuo-

re, al viale Rapisardi, nel contesto

dell’ottavario in onore del santo

dei miracoli, l’Arcivescovo Mons.

Salvatore Gristina ha presieduto la

solenne concelebrazione della san-

ta messa nel centenario del pio

transito del sacerdote messinese

mons. Francesco Maria Di Francia,

venerato fondatore ed evangelizza-

tore che consumò con umiltà e

carità tutta la sua esistenza al servi-

zio di Cristo e dei fratelli più biso-

gnosi, a conclusione dell’anno giu-

bilare del transito del servo di Dio.

Alla gioiosa liturgia eucaristica,

animata dal coro delle consacrate

francescane si sono associati tredi-

ci sacerdoti, tra cappuccini, sale-

siani e diocesani, con la partecipa-

zione delle religiose “antoniane”

guidate dalla madre generale suor

Maria Concetta Pirrera e dalla

superiora suor Generosa Genchi, di

alcune consorelle betlemite, sale-

siane ed orsoline, degli associati

del Gruppo di Preghiera Padre Pio

e di tanti fedeli provenienti da tan-

te parti della città e dell’hinterland.

Nella liturgia della Parola della

feria V dell’undicesima settimana

del tempo ordinario è stato procla-

mato dal preside Giuseppe Adernò

un passo del Libro del Siracide

(48,1-14) in cui è illustrata la figu-

ra del glorioso profesta Elìa la cui

parola, prima di essere avvolto e

assunto in un turbine di fuoco,

avrebbe bruciato come fiaccola. Il

salmo 96 cantato da tutta l’assem-

blea ha invitato i giusti a gioire nel

Signore e rendere grazie al suo

santo nome. Nella pericope evan-

gelica dell’apostolo Matteo Gesù

insegna ai suoi discepoli a pregare

col “Padre nostro” che sa di quali

cose abbiamo bisogno prima anco-

ra che glielo chiediamo. Il commo-

vente rito di ringraziamento è stato

concluso dall’inno al Padre Fonda-

tore, scritto da suor Generosa e

musicato da padre Giovanni Lom-

bardo.

Le cappuccine di Catania attendo-

no con fiducia la glorificazione del

loro padre fondatore sulla scia del

carisma proprio della congregazio-

ne consistente nel contemplare,

vivere ed annunziare l’amore mise-

ricordioso del Sacro Cuore ai pove-

ri con la promozione dell’attività

apostolica in città e nell’arcidioce-

si tramite il catechismo ai fanciulli,

la visita agli anziani e agli amma-

lati, la formazione della gioventù

povera, la collaborazione parroc-

chiale e l’attività missionaria,

attingendo dalla contemplazione

del Cuore di Cristo la forza e l’ar-

dore per compiere sempre con

umiltà, semplicità e letizia la sua

carismatica missione nella Chiesa.

Mons. Francesco Maria, fratello di

sant’Annibale Maria Di Francia,

nacque e Messina il 19 febbraio

1853 e quando tutto sorrideva a lui,

rispose il suo sì a Dio e il 18

dicembre 1880 su ordinato sacer-

dote. Fin da seminarista aveva ini-

ziato la sua fitta attività di evange-

lizzazione, la cui missione avrebbe

sempre svolto con zelo e dedizione

totale, cercando e consolando i

poveri negli ospedali e nei quartie-

ri più degradati della città pelorita-

na.

A 34 anni offrì la vita chiudendosi

nel lazzaretto per servire i colerosi.

All’autorità che gli voleva tributare

onori per la sua coraggiosa dona-

zione, rispose: “Nei miei fratelli ho

servito Cristo, dunque nessuna

ricompensa mi si deve”. Sua madre

disse di lui: “Se al mio Ciccillo gli

aprisse il cuore vi si troverebbe

scritta la parola Caritas”. Carità e

umiltà furono le caratteristiche su

cui basò la sua vita e l’istituto del-

le Suore Cappuccine del Sacro

Cuore guidate dalla serva di Dio

Madre Veronica Briguglio, che

fondò nel 1897 a Roccalumera

(Messina) per accogliere le bimbe

orfane, povere e abbandonate.

A 60 anni, dopo una vita instanca-

bilmente operosa e pia, il Signore

la sera del 22 dicembre 1913 lo

chiamò improvvisamente a sé nella

gloria del paradiso. Aveva atteso,

desiderato, amato, voluto sorella

morte corporale come gioia piena e

festa.

Blanc

Carità e umiltà le colonne portanti della sua vitaFrancesco M. di Francia: Le Suore Cappuccine in festa per il fondatore

Nel Salone dei Vescovi si è svolto un incontro tra l’Arcivescovo e l’UNEBA

“Nei miei fratelli

ho servito Cristo,

dunque nessuna

ricompensa

mi si deve”

Un impegno

a difesa della dignità

della persona

e per la costruzione

di una società

più solidale

ed accogliente

Prospettive - 6 luglio 20146666

Ufficio diocesano per i beni culturaliDue suggerimenti

1. Approfittare del periodo estivo per fare ispezionare accuratamente inparticolare i tetti delle chiese e verificare il regolare funzionamento delsistema di smaltimento delle acque meteoriche. Questo infatti, quandonon funziona regolarmente, causa danni di gran lunga più costosi rispettoa un semplice intervento preventivo di periodica manutenzione ordinaria.2. In occasione della Visita pastorale tuttora in corso, si riscontrano anco-ra numerose chiese in cui l’adeguamento liturgico è stato realizzato senzala corretta applicazione dei dettami conciliari. Un adeguamento «fai date», in realtà quasi sempre dimostra la sua inadeguatezza. Consultare idue pieghevoli allegati, per avere alcuni essenziali riferimenti in materia.

Una informazione

Per quanto riguarda gli interventi di restauro e messa in sicurezza degliedifici di culto (compresi i locali annessi destinati per usi pastorali) e dimessa a norma dell’impianto elettrico, attualmente l’unica reale possibili-tà per poterli eseguire è il cofinanziamento al 50 % del costo di un pro-getto offerto dalla CEI. La ratio di questo disposto è ormai da anni bennota: coinvolgere la comunità locale corresponsabilizzandola così concre-tamente nella gestione dei beni materiali della propria parrocchia. Questacura infatti non solo non va delegata unicamente al parroco, ma al tempostesso neppure agli enti pubblici (Regione, Comune, altri), che ormai nondispongono più, come un tempo, di fondi ordinari dedicati.Tuttavia, poiché le suddette risorse finanziarie destinate ogni anno dallaCEI alla nostra Diocesi sono limitate rispetto alle reali necessità, l’inter-vento va programmato per tempo (almeno un anno prima della scadenzastabilita per la presentazione della richiesta, cioè a settembre). Per tuttiquesti motivi, i progetti devono necessariamente rispettare un elenco dipriorità che commisura, sia l’urgenza dei singoli casi, sia l’effettivacopertura finanziaria garantita da ciascuna parrocchia per la realizzazionedell’intervento richiesto.

Lunedì 7

•• Fuori sede.

Martedì 8

•• Ore 9.00 Catania, Seminario:incontra i professori dello Stu-dio Teologico S. Paolo.

•• Ore 19.30 Viagrande, Residen-za SS.mo Salvatore: incontra ilGiovane Clero.

Mercoledì 9

•• Ore 9.00 Arcivescovado: udienze.

Giovedì 10

•• Lavoro interno per la Visitapastorale.

Venerdì 11

•• Ore 7.30 Catania, Monastero S.Benedetto: celebra la S. Messa.

•• Ore 20.30 Catania, BasilicaMadonna del Carmelo: prendeparte al premio nazionale allasolidarietà “Benedetto Dusmet”un panettello d’oro per…Librino.

Sabato 12

•• Ore 18.00 Catania, Oratorio S.Filippo Neri: celebra la S. Messa.

•• Ore 20.00 Catania, parrocchiaCuore Immacolato di Maria:prende parte alla presentazionedel volume di Mons. AntoninoLegname.

Domenica 13

•• Mascalucia, Santuario PadriPassionisti: Giornata di fraterni-tà con l’Ordo Virginum.

®

Dall’Agenda dell’Arcivescovo

Noti

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Avviso AI SACERDOTI INSERITI NEL SISTEMA SOSTENTAMENTO CLERO

EROGAZIONE IMPORTO PREVISTO DAL

D.L. 24 APRILE 2014 n. 66 ( BONUS DI 80

EURO).

Si porta a conoscenza del rev.mo clero, che con l’in-tegrazione del mese di giugno è iniziata l’erogazionedell’importo previsto dal D.L. 24 aprile 2014 n. 66(“bonus di 80 euro”).L’art. 1 di tale decreto precisa che hanno diritto albonus solo i titolari di redditi da lavoro dipendenteod equiparato con esplicita esclusione dei pensio-nati. Pertanto il bonus verrà riconosciuto solo aisacerdoti nel Sistema di Sostentamento, con l’e-sclusione di coloro che sono nel Sistema di Previ-denza Integrativo.

L’Agenzia delle Entrate nella Circolare del 28 Apri-le 2014 ha precisato che:I sostituti di imposta devono determinare la spettan-

za del credito e il relativo importo sulla base dei dati

reddituali a loro disposizione. In particolare, i sosti-

tuti d’imposta devono effettuare le verifiche di spet-

tanza del credito e del relativo importo in base al

reddito previsionale e alle detrazioni riferite alle

somme e valori che il sostituto corrisponderà duran-

te l’anno.

L’Istituto Centrale è per Legge tenuto a conoscere idati reddituali dei sacerdoti e questo ha di fatto crea-to delle difficoltà nell’interpretazione del decreto,difficoltà che si sono risolte con l’ultima circolaredell’Agenzia delle Entrate del 14 Maggio 2014.

Pertanto, questi problemi non hanno reso possibileprocedere dal mese di maggio al riconoscimento delcredito ma hanno costretto ad utilizzare la possibili-tà, prevista nel decreto stesso, di posticiparlo a giu-gno, fermo restando che la cifra totale da riconoscereresta immutata e viene semplicemente distribuita susette mesi anziché otto.

Nel determinare il diritto al bonus l’Istituto CentraleSostentamento Clero si è mosso in un’ottica pruden-ziale tesa ad evitare di dovere, in fase di conguaglio,eseguire dei pesanti recuperi. Pertanto nel caso in cuiil Sacerdote ha un reddito da lavoro dipendente cheinclude anche quello da altri sostituti di imposta erisulta essere inferiore ai 26.000,00, ma superiore ai20.000, oppure nel caso in cui il reddito da lavorodipendente, pur risultando inferiore ai 20.000 euro, èin maggioranza composto da redditi di altri sostitutidi imposta rispetto all’Istituto Centrale (scuola, ospe-dale, etc…), non è stato riconosciuto il bonus pre-

visto dal D.L. del 24 aprile 2014 perché si è in pre-

senza anche di un altro sostituto di imposta chepotrebbe erogarlo e verrà riconosciuto solo su appo-sita richiesta del Sacerdote da sottoscrivere presso gliuffici dell’IDSC.Nel caso in cui nel corso dei restanti mesi, a fronte divariazioni retroattive, il sacerdote dovesse perdere ildiritto al bonus, il ricalcolo con relativo addebito diquanto erroneamente percepito, verrà effettuato insede di conguaglio fiscale.

®

È possibile consultare l’archivio completo dei numeri precedenti diProspettive inerenti all’intero anno 2012, 2013 e parte del 2014direttamente sul sito del settimanale diocesano ww.prospettiveonline.it.Mentre l’acquisto di copie in archivio avviene solo nella sede delperiodico. Inoltre l’abbonamento può effettuarsi anche online.

Archivio ProspettiveAvviso ai lettori

095/31.26.20 Arcivescovo

095/25.04.306 Segreteria Arcivescovile

346/3842521 Segreteria Arcivescovile

095/25.04.309 Vicario Generale

&entralino Curia Arcivescovile di CT

a cura dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali

La sera di domenica 29giugno, in felice coinci-

denza con la solennità liturgica deiSanti Pietro e Paolo Apostoli, del cuiantico culto a Catania rimangonodiverse memorie iconografiche spar-se in diverse chiese, si sono concluseal Porto i solenni e lunghi festeggia-menti in onore dei santi Patroni del-la Civita ed eroi della carità cristia-na, Francesco di Paola e Gaetano daThiene venerati dalle eponimecomunità parrocchiali a loro intitola-te ed affidate alla cura pastorale diun unico parroco, il giovane sacerdo-te Giuseppe Scrivano. Le celebrazio-ni e le manifestazioni devozionali,culturali, teatrali, sportive e ludiche,che hanno coinvolto tutti i parroc-chiani nonché i gruppi ospitati neilocali parrocchiali di piazza SanFrancesco di Paola (MisericordiaCatania Porto, Scout Agesci 14, Ita-lia Nostra, Corale polifonica SanGiorgio, Stella Maris, Legio Mariae,ecc.) dove è esposta permanente-mente una reliquia di Papa San Gio-vanni Poalo II ed era stata allestitauna mostra documentale, sono ini-ziate sabato 14 giugno con la s. mes-sa festiva della SS. Trinità presiedu-

ta dal sac. Massimiliano Parisi,segretario arcivescovile e coordina-tore della commissione della visitapastorale con la partecipazione deiCircoli Minimo e Teatino e l’anima-zione liturgica guidata dalle suoreFrancescane dell’Immacolata Con-cezione di Lipari.Anche se le condizioni meteorologi-che hanno costretto a delle variazio-ni di programma delle manifestazio-ni esterne, tutto si è svolto con rego-larità, entusiasmo e grande parteci-pazione di popolo anche per la pre-senza di due reliquie fatte venireappositamente da Milazzo e daPalermo, rispettivamente la berret-tella e il bastone di San Francesco diPaola, e l’affluire quasi quotidiano dipellegrinaggi di comunità parroc-chiali della città e dell’arcidiocesi.Diversi sacerdoti, già parroci di S.Francesco di Paola, sono tornati avenerare con il popolo della Civitagli amati santi Patroni del quartiere edella gente di mare, come il can.Orazio Scuderi,.Grande entusiasmo ha suscitato nelgruppo di bambini, estratti a sorte,del catechismo, degli scout e delConvitto Cutelli il giro-premio in

mare con motovedetta della Capita-neria di Porto-Guardia Costiera,nonché la Maratona svoltasi per levie del quartiere a cura della Federa-zione Italiana Atletica leggera con lacollaborazione dell’Unione naziona-le volontari dello Sport, della Prote-zione Civile, del Gruppo VolontariItalia, ecc..Ogni giorno ha avuto una sottolinea-tura particolare e un motivo semprediverso per animare la comunità deifedeli guidata dal parroco e riunita

come una grande famiglia attorno aipropri santi, con la partecipazione didiverse realtà ecclesiali e laiche cheoperano nel tessuto sociale-solidaledella città, come i Fratres di SantaMaria di Ognina che hanno curato ladonazione di sangue aperta ai citta-dini, il Lions Catania Host, l’Orato-rio salesiano San Filippo Neri di viaTeatro Greco.Tanti sono stati i sacerdoti che sisono alternati nelle celebrazioniliturgiche, parroci, vicari parrocchia-

li e responsabili di aggregazioni lai-cali.Gli ultimi due giorni di festeggia-menti hanno coronato le due settima-ne di significativi eventi religiosi ecivici: la processione via mare deidue simulacri dei santi Patroni lungola spiaggia della Plaia e la peregrina-tio via terra per i lidi Plaia delle reli-quie di San Francesco, di San Gaeta-no e San Giovanni Paolo II nonché,la sera di domenica 29 giugno, laconcelebrazione eucaristica presie-duta dall’Arcivescovo Mons. Salva-tore Gristina davanti a 1300 fedeliche gremivano l’area antistante allaCapitaneria di Porto. L’Arcicescovoha avuto la gioia di amministrare ilSacramento della Cresima a 120fedeli, ragazzi ed adulti.Hanno impreziosito l’imponenteassemblea di preghiera radunatasilungo le banchine del Porto, comegraditi ospiti la parrocchia San Fran-cesco di Paola di Augusta, l’A-VULSS che si sono associate alleautorità istituzionali del luogo guida-te dal contro-ammiraglio dott.Domenico De Michele, direttoremarittimo della Sicilia Orientale ecomandante della Capitaneria diPorto: Guardia Costiera, Guardia diFinanza, Carabinieri, Vigili del Fuo-co, A.N.M.I., A.N.F.I., PattugliaAerea Navale, Gruppo Ormeggiato-ri, Piloti, Rimorchiatori, Uffici del-l’Autorità Portuale, della Dogana,del Demanio Marittimo, dell’Urega,della Sanità Marittima ed Aerea diFrontiera, della Società Cooperativa“La Portuale II”, Misericordia Cata-nia Porto. Erano presenti tutte lerealtà delle due parrocchie alle qualisi sono associati i piccoli oratorianisalesiani dei Filippini. È anche inter-venuto il presidente del Rotary Cata-nia Duomo, dott. Antonino Prestipi-no, neuropsichiatra infantile, con lamoglie dott.ssa Antonella Di Blasi,coordinatrice del Rotarian Commu-nity Corps Disabilità e Qualità diVita.La grande festa patronale congiuntae comunitaria della Civita si è con-clusa a tarda notte con la processio-ne dei fercoli dei due santi per le viedel quartiere illuminate a festa e gre-mite di famiglie che attendevano illoro passaggio sulla soglia di casa evicino ad edicole votive ed altarinidevozionali infiorati ed illuminaticome era buon uso dettata dalla pie-tà religiosa dei nostri padri.

Antonino Blandini

Prospettive - 6 luglio 2014 7

Una festa con gran partecipazione di popoloFesteggiamenti alla Civita per i Santi Patroni Francesco di Paola e Gaetano da Thiene

7

Nei giorni scorsi la Chie-sa di Catania, spinta

dallo zelo pastorale dell’ArcivescovoMons. Salvatore Gri-stina attraverso l’Uffi-cio per la Pastoraledella Famiglia, ha lan-ciato un’interessanteiniziativa pastorale pervenire incontro allefamiglie in difficoltàdel nostro territorio:“Chiesa in ascolto

delle famiglie ferite”.

In un’epoca caratteriz-zata da “accelerate”trasformazioni sociali e culturali, incui fatti epocali come “la globalizza-zione”, “la terza rivoluzione indu-striale” e “l’individualismo liberta-rio” travagliano questo nostro tempo,in una società definita ormai “liqui-da”, dove è pressoché impossibilecostruire relazioni stabili e durature,ma soltanto “legami non solidi, flui-di, di scarsa consistenza e durata,legami del tipo usa e getta”, una del-le istituzioni che viene seriamentemessa in discussione è LA FAMI-GLIA. In un contesto così tormenta-to si parla di “famiglie spezzate” e indifficoltà. Sono quasi scomparse le“famiglie estese” e le famiglie nume-rose, dilagano le “unioni di fatto”,aumentano i “giovani adulti” chevivono con i genitori, si moltiplicanole famiglie di “anziani soli”, cresco-no “i single” quarantenni e le “fami-glie uni-personali”, aumentano le“donne separate” con figli minori, sidiffondono le famiglie “monoparen-tali” o “ricomposte”. Inoltre i datiISTAT del 2013 registrano che imatrimoni civili a Milano hanno

superato quelli religiosi e si stimache le separazioni in Italia raggiun-gano mediamente il 45% dei matri-

moni celebrati. Nonostante tali noti-zie disarmanti, un programma diricerca internazionale condotto dal-l’European Values Study (EVS) atte-sta che in Europa e in Italia la fami-glia rappresenta un valore fondamen-tale per il benessere della società.Tutto ciò non può lasciare indifferen-te la Chiesa, la quale è chiamata adinterrogarsi per offrire i necessariinterventi pastorali a sostegno dellefamiglie in crisi. A tale propositoPapa Francesco ha sentito la necessi-tà di convocare un Sinodo Ordinarioe uno Straordinario nel biennio2014-2015, che avranno come argo-mento “Le sfide pastorali della fami-glia nel contesto dell’evangelizzazio-ne”. Inoltre la quarta serie di doman-de si pone l’interrogativo: “Sullapastorale per far fronte ad alcunesituazioni matrimoniali difficili” (cfr.Documento Preparatorio, 2013). Glieducatori che hanno a cuore la fami-glia sono chiamati a raccogliere que-sta sfida, dinanzi alla quale non pos-sono farsi cogliere impreparati.In particolare, per quanto riguarda

“la pastorale delle famiglie in situa-

zione difficile o irregolare”, non pos-siamo non tener conto delle indica-zioni del Direttorio di PastoraleFamiliare (nn.166-192), degli inter-venti autorevoli di Giovanni Paolo IInella “Familiaris consortio”, diBenedetto XVI (Passo di Bresso, 2giugno 2012) e infine delle indica-zioni pastorali di Papa Francescoche, tra l’altro, di recente ha afferma-to: “La cosa di cui la Chiesa ha più

bisogno oggi è la capacità di curare

le ferite e di riscaldare il cuore dei

fedeli … Io vedo la Chiesa come un

ospedale da campo dopo una batta-

glia!” (Roma, 19 settembre 2013).Per questi motivi la Chiesa di Cata-nia, spinta dalla sollecitudine pasto-rale del nostro Vescovo, attraversol’Ufficio per la Pastorale della Fami-glia, ha voluto chinarsi come il“Buon Samaritano” del Vangelo sul-le “famiglie ferite” del nostro territo-rio, offrendo inizialmente un “con-

tatto” grazie alla collaborazione didue sacerdoti, due diaconi e una cop-pia di sposi atti-vi nei vari paesidella Diocesi.Tale propostaintende avviareuna pastorale diaccoglienza, diaccompagna-mento e di curaper quanti nefaranno richie-sta. È un primopasso verso unapastorale fami-liare “integra-

ta”, che vedenella “preven-

zione” e nell’“educazione all’amo-

re” dei giovani una sfida per il futu-ro con l’obiettivo di proteggere esostenere la Famiglia, unico e solidofondamento della società e dellaChiesa.

Don Angelo Grasso sdb

Per informazione sull’iniziativa

“in ascolto delle Famiglie ferite”

dell’Ufficio diocesano per la Pastorale

della Famiglia rivolgersi:

Don Salvatore Bucolo (Misterbianco)

tel. 0952504375, email

[email protected];

Fam. Rosetta e Giorgio Amantia

(Mascalucia) tel. 3454446112,

email [email protected];

Don Angelo Grasso sdb (Catania)

tel. 3392221393,

email [email protected];

Don mario Laviano (Librino)

tel. 3404052675;

Don Alfredo Caruso (Adrano)

tel. 0957691370, email

[email protected].

Chiesa in ascolto delle famiglie feriteInteressante iniziativa dell’Ufficio per la Pastorale della Famiglia

Una banale, bassa cadutaè stata l’inizio della

fine del carissimo Confratello Padre

Antonino Moschetto, Parroco dellaChiesa Madre di Ragalna che, per legravi conseguenze sopravvenute, ciha lasciati il 20 giugno 2014.Sono passati più di sessanta anni daquando lo conobbi, piccolo Antoni-no, alunno della seconda ginnasialenel Piccolo Seminario di Biancavil-la, quando, proprio nel 1946,Mons.Pennisi, Rettore del SeminarioMaggiore mi mandò come “Prefet-to”in quell’Istituto! Una parola che tiriempie la bocca, ma che equivale ad“Assistente” o a “Fratello Maggiore”di un gruppo di ragazzi, aspiranti allavita ecclesiastica.Ci rivedemmo, poi, dopo molto tem-po, lui novello Sacerdote, io giàavanti negli anni, negli Uffici dellaCuria Arcivescovile ove, anche lui,era stato chiamato da Mons. NicolòCiancio, Vicario Generale, qualeAddetto all’Ufficio tecnico diocesa-no. Di Padre Moschetto s’era diffusauna certa fama che lo qualificavaoltre che bravo sacerdote, anche unabile “tuttofare”; aveva, infatti, unacerta dimestichezza con gli attrezzidi lavoro manuale: adoperava mar-telli, pinze, forbici, cacciaviti, comeun operaio di mestiere, un idraulico

di professione. Nel periodo della suapresenza in Seminario sia comechierico che come superiore non fuchiamato mai un idraulico o un ope-raio generico, egli si adattava a tuttoe tutto portava a termine alla perfe-zione. E continuò così per tutto iltempo della sua vita.Ci trovammo, quindi, insieme pertanti anni in Curia e la nostra amici-zia sacerdotale andò sempre più svi-luppandosi.Padre Moschetto era nato a Ragalnail 23 dicembre 1930 e dopo gli annidella “elementare” fu affidato a quelsant’uomo del Can.Caselli perché neforgiasse paternamente indole ecarattere anche se il fanciullo fossegià, per sua natura, mite ed arrende-vole.Difatti, così è stato giudicato da sem-pre Padre Moschetto: mite, arrende-vole, ritirato, di solito chiuso un po’in se stesso, anche se, poi, trovando-si in compagnia mostrava un suo latoallegro e affettuoso. Fu, per 23 anni,Parroco a Ragalna, una parrocchialontana dal Centro e lì ha curato ilsuo gregge in silentio et quiete.Scendeva raramente a Catania solose ne era strettamente obbligato.Per questa sua vita ritirata e nasco-sta, qualche Confratello, vedendolopoco in giro, si sarà fatta, forse, di lui

un opinione sbagliata; accomunan-dolo a quei non rari preti cui piaceuna vita tranquilla, amanti del quietovivere, a cui spiace dar fastidi ad altrie a riceverne.In realtà Padre Moschetto è stato,nella sua vita, un grande lavoratore,un prete zelante, intraprendente,carico di iniziative. Sconosciuto for-se ai più perché prete di periferia.Ma prima di andare parroco, forseper la sua proverbiale disponibilità, iSuperiori lo chiamarono “prete dipronto intervento”, sollecito a turarebuchi lì dove era necessaria edurgente la presenza momentanea diun sacerdote.Ordinato presbitero il 19 agosto1956 da S.E. Mons. Guido Luigi

Bemtivoglio S.O.C., fu inviato,appena due giorni dopo, quasi primomissionario, nella zona brulla edincolta della periferia di Catania, inContrada S.Giorgio. Lì, fra quellagente, ignorante di fede e solo dedi-ta ai campi avrebbe dovuto piantare“il Crocifisso”. Vi rimase quasi dodi-ci anni. Costruì ex novo una chiesacon locali parrocchiali annessi e ladedicò a Maria SS. Ausiliatrice e S.Domenico Savio.In quel periodo, nonostante la suagiovane età, fu eletto Vicario Fora-neo del 7° Vicariato.I suoi incarichi temporanei a Cataniafurono numerosi: Rettore di S.Nico-lò al Borgo, Amministratore parroc-chiale a S.Lucia in Ognina, Direttoredell’Ufficio tecnico diocesano, Cap-pellano all’Istituto S.Rosa, Cappella-no a Villa Mater Sanctitatis, Diretto-

re del Pensionato Fucino, Economodel Seminario, Membro della P.O.A.Coltivò una stretta amicizia con ilServo di Dio Mons. Giaquinta.È stato un ottimo parroco, ben volu-to dai suoi parrocchiani. Forse il suometodo di gestire la parrocchia sape-va più di antico che di nuovo; tutta-via la Comunità fu sempre viva e isuoi parrocchiani lo amarono e loseguirono.Da lassù Padre Moschetto continue-rà ad amare e benedire i suoi parroc-chiani, con loro continuerà spiritual-mente il suo discorso, interrotto,quasi improvvisamente, a causa del-la sua mortale caduta, ai piedi del-l’altare.E si ricorderà anche di noi ancorapellegrini su questa terra.

Mons. Mauro Licciardello

La mattina di domenica15 giugno gli ex allievi

e le ex allieve di Don Bosco dell’I-stituto salesiano San Filippo Nerinuovo di via dei Salesiani-piazzettaSan Domenico Savio (via VincenzoGiuffrida), hanno celebrato in letiziail 48° convegno elettivo con il rinno-vo del consiglio direttivo così com-posto: presidente ing. Luigi Annino(riconfermato), vice presidente dott.Salvatore Guttuso, segretario dott.Antonino Valerio, tesoriere dott. Sal-vatore Toscano.Dopo gli interventi del direttore del-l’oratorio dott. Lorenzo Barletta, deldelegato dell’Unione don Gino D’A-mico e del delegato regionale donEnzo Giammello, il segretario ispet-toriale don Michele Spallina ha tenu-to una riflessione sul tema “DonBosco insisteva sempre, ed oggiattraverso tutta la famiglia salesiana,sul valore spirituale dell’educazionedei giovani”, illustrando in particola-re l’edificante figura del servo di DioNino Baglieri di Modica, una stellanel cielo della spiritualità salesiana,cooperatore laico salesiano e volon-tario di Don Bosco, nonché diversiaspetti della strenna del rettor mag-

giore emerito Don Pascual Chavezche cita la testimonianza di Don Lui-gi Orione, il santo allievo di DonBosco, che nel 1934 così scrisse aisuoi chierici: “Don Bosco si è fattosanto perché nutrì la sua vita di Dio,perché nutrì la vita nostra di Dio”, edafferma che l’elemento tipico dellacarità è l’annunzio del Vangelo, l’e-ducazione alla fede, la formazionedella comunità cristiana, la lievita-zione evangelica dell’ambiente.Subito dopo la riflessione spirituale eprogrammatica, nella chiesa SanDomenico Savio don Giammello hapresieduto la celebrazione dell’Eu-caristia nella solennità liturgica dellaSantissima Trinità. Domenica 22,nella solennità del Corpus Domini,gli ex allievi e le ex allieve del SanFilippo Neri si sono uniti agli altriconfratelli e consorelle della Siciliaper partecipare al pellegrinaggiomariano regionale nella Casa delleFiglie di Maria Ausiliatrice di SanCataldo (Caltanisetta), mentre gliesercizi spirituali estivi per tutti siterranno dal 23 al 27 agosto all’Al-bergo “Emmaus” di Zafferana Etnea.

A.B.

Nutrire la vita di Dio

Convegno Unione ex allievi San FilippoNeri Nuovo

Piccole e grandi emozio-ni si sono consumate

sul palco dell’Auditorium “Don Sal-vatore Romeo” in occasione dellafesta di fine anno organizzata dallaScuola Calcio A.S.D. ‘Real Treca-stagni’. Tutti insieme, bambini, geni-tori, allenatori e dirigenti hanno salu-tato in un mix di colori, gioia e alle-gria un anno denso di avvenimentied impegni, tutti scrupolosamenteportati a compimento grazie nonsolo allo spirito di abnegazione e allacaparbia diligenza dei valenti colla-boratori della società gialloblu maanche ai piccoli calciatori che hannoapprezzato la fatica, il lavoro sulcampo e hanno riconosciuto che soloil vero impegno porta frutti.L’A.S.D. Real Trecastagni è un’as-sociazione giovanissima, nasceinfatti il 23 settembre del 2013 pervolontà di un gruppo di sportivi tre-castagnesi guidati da ex dirigenti delTrecastagni Calcio come SalvatoreCavallaro, Nino Lo Faro, OrazioViscuso, Corrado Macca e NelloCavallaro. I ragazzi che svolgonoattività sportiva sono divisi in fasced’età nelle seguenti categorie: ‘pic-coli amici’(7- 8 anni), ‘pulcini’(8- 10anni), ‘esordienti’(10- 12 anni). “Èun grande piacere - ha commentatoSalvatore Cavallaro, presidente dellasocietà - osservare tanti bambini checorrono felici praticando sport nelmodo più sano. Lo scopo principaleè quello di farli giocare tutti, indi-pendentemente dalle capacità speci-fiche di ognuno, in modo da favorireassieme allo sviluppo tecnico-moto-rio, la socializzazione, l’impegno ela crescita individuale di questi pic-coli atleti. La nostra filosofia? Piùuomini, meno campioni. Attraverso

la passione per il calcio vogliamotrasmettere valori genuini quali lalealtà, l’umiltà e il rispetto per l’av-versario. Questi ragazzi rappresenta-no gli uomini del domani, credo siaimportante farli crescere in modosano e corretto”. Il proposito non fa

una grinza soprattutto all’indomanidella morte di Ciro Esposito, il tifo-so ferito a colpi di pistola poco primadella finale di Coppa Italia fra Napo-li e Fiorentina. Il gioco del calciodiventa lo strumento per consentireal bambino di esprimere la propriapersonalità, di gioire, godere delleproprie prestazioni sportive, cono-scere la solidarietà, l’amicizia, lalealtà, sia verso i compagni che ver-so gli avversari, costruire la determi-nazione, la forza di volontà, lo spiri-to di sacrificio: condizioni indispen-sabili per poter raggiungere qualsiasitraguardo nello sport così come nel-la vita. Lo stesso Papa Francesco, inquesto suo primo anno di pontificatoha creato la Rete Mondiale di Scuo-le per l’Incontro che riunisce realtà

educative di culture e religioni diver-se con il sostegno di alcuni deimigliori giocatori di calcio qualiMessi e Buffon. Il Papa ha lanciatoquesta Rete come “una propostaeducativa che cerca di unire lo sport,l’arte e le nuove tecnologie al servi-

zio dell’istruzione”. “Eccellenti irisultati portati a casa in questa sta-gione, considerato l’inizio disastro-so, conseguenza delle grosse diffi-coltà logistiche dovute al rifiuto del-l’Amministrazione Comunale chenon ha concesso gli impianti sportivicomunali - ha affermato il presidentegialloblu -. Nonostante tutto l’attivi-tà si è svolta ugualmente in struttureprivate a pagamento. Qualche setti-mana fa abbiamo partecipato a untorneo disputato a Fondachello diMascali e ci siamo classificati al 1°posto ex-equo con l’Atletico Gela.Ci possiamo ritenere più che soddi-sfatti di quello che abbiamo ottenutoquest’anno.”

Caterina Maria Torrisi

Un’istruzione integrale

Trecastagni: festa di fine anno organizzata dalla Scuola CalcioA.S.D. ‘Real Trecastagni’

Prospettive - 6 luglio 201488

DIOCESI

Un abile sacerdote dall’indole docile

In ricordo di Padre Antonino Moschetto

Grest S. Filippo Neri via Giuffrida

La mattina di sabato 21, tutti glioltre 500 grestini dell’oratoriosalesiano San Filippo Neri dipiazzetta San Domenico Savio-via dei Salesiani (via VincenzoGiuffrida) hanno sfilato spensie-ratamente lungo via Etnea. Scortati dai vigili urbani dellapolizia municipale e con l’aiutodi 60 animatori, di numerosi exallievi di Don Bosco, di salesia-ni cooperatori e sotto la guidadei coniugi Lorenzo Barletta e Nadia Di Lorenzo, i piccoli oratoriani esti-vi hanno proceduto in ordine, divisi per squadra, tutti sotto lo slogan grest2014 “Fuori di tenda”. I passanti e i negozianti attirati dall’insolita presenza di tanti ragazzini coni berrettini e le magliette variopinte hanno sorriso al loro allegro e sonoropassaggio. Alcuni esercenti hanno anche offerto caramelle e acqua perdissetarsi sotto il primo sole estivo della stagione. Giunti al Giardino Bellini i grestini hanno animato la giornata di festa, allascoperta della città con giochi e canti fino al rientro nel cortile dell’orato-rio per tifare per la nazionale italiana di calcio.

L’espressione ricorda ilsaluto che il grande

uomo politico italiano VittorioBachelet, già Presidente dell’AzioneCattolica Italiana, rivolse a PapaPaolo VI in rappresentanza dei catto-lici impegnati a sostenere il benecomune definendoli “obbedienti inpiedi”, locuzione che ribadisce l’at-teggiamento adottato verso la Chiesaed i valori morali professati.Ancora oggi tale definizione apparequanto mai pregnante se riferita atutte quelle persone che in variepiazze italiane si stanno mobilitandoin difesa della libertà religiosa sanci-ta dall’articolo 19 e della libertà dimanifestare il proprio pensiero cosìcome previsto dall’articolo 21 dellaCostituzione Italiana. Tale movi-mento di coscienze nasce nel 2013subito dopo la presentazione, da par-te dell’on. Scalfarotto, del disegno dilegge per il contrasto dell’omofobiae della transfobia, in linea con la

“Strategia nazionale perla prevenzione e il con-trasto delle discrimina-zioni basate sull’orienta-mento sessuale e sull’i-dentità di genere” volutodall’ex Ministro ElsaFornero. Tale disegno dilegge, già approvato dal-la Camera dei Deputati ein attesa del vaglio delSenato, introduce il rea-to di omofobia e alimen-ta un clima di aggressio-ne contro chi non si ade-gua all’ideologia Lgbt(termine collettivo indicante Lesbi-che, Gay, Bisessuali e Transgender).Tutte le persone che vogliono difen-dere la libertà di opinione e la possi-bilità di dire che un bambino ha dirit-to a un padre e una madre, che rico-noscono la famiglia come sorgentedella vita fisica e spirituale, stannopartecipando a queste veglie “ritti,

silenti e fermi” a due metri di distan-za l’uno dall’altro, leggendo un libroper sottolineare la necessità della“formazione permanente di cui tuttiabbiamo costantemente bisogno indifesa della civiltà e della cultura”.Già molte piazze italiane, da Torinoa Roma, da Modena a Siena, si sonopopolate di persone libere dotate,

come ha detto SophieScholl, di “un cuoretenero, uno spirito for-te”, presenti non “perprovocare ma per testi-moniare che la realtànon è quella che l’i-deologia di generevuole mostrare”.Anche Catania ha ade-rito a questo movi-mento di “coscienze inpiedi” sabato 14 giu-gno in piazza Univer-sità, dove un nutritonumero di “donne,

uomini, bambini, anziani, operai,avvocati, insegnanti, impiegati, cat-tolici, musulmani, ortodossi, personedi qualunque orientamento sessuale”hanno partecipato silenziosamente epacificamente.Nel rispetto delle opinioni altrui, sisente l’urgenza di far coincidere la“legge di stato con la legge dicoscienza”, sottolineando il “prima-to dell’interiorità” difeso dalla liber-tà, valore universalmente condivisoed aggregante, presenza significativadella comunione del genere umano.

Le “Sentinelle in piedi” di Catania

Prospettive - 6 luglio 2014 9

DIOCESI

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“Sentinelle in piedi” per la libertàApproda a Catania la manifestazione silenziosa in difesa della famiglia naturale

La mattina di sabato 21giugno i 450 grestini

dell’oratorio S. Francesco di Saleshanno vissuto un evento specialeallorché, lasciato il cortile dei Sale-siani di Cibali, tutti i bambini, dai 4ai 12 anni, raggruppati in sei squadreguidati dal giovanissimo direttoredon Giuseppe Raimondi con l’ausi-lio di un centinaio di animatori e ani-matrici e volontari adulti, uomini edonne della comunità educativa, sisono messi in marcia per lestrade della città e per i via-letti della Villa Bellini perraggiungere piazza Duomo evisitare nella sua Cattedralel’Arcivescovo Mons. Salva-tore Gristina che li attendeva.I piccoli Chiara e Giovannicon gioia hanno donatoall’Arcivescovo una statuettalignea malgascia del BuonPastore e rivolto i saluti ditutti i partecipanti con l’augu-

rio che fece Mamma Maria Ausilia-trice a Don Bosco nel sogno dei 9anni: “Renditi umile, forte e robu-sto!”.L’Arcivescovo ha ringraziato i sim-patici grestini, impegnati nel proget-

to “Accendi una luce”, della visita edavanti alla cappella del Sacro Cuo-re di Gesù ha guidato una preghieracomunitaria con la benedizione delSignore.Quest’anno l’oratorio del San Fran-

cesco Salesio si è arricchi-to del Grest Mamme per 2pomeriggi a settimana, delcampionato Papà 1 sera asettimana, mentre i piccolisono impegnati nei gruppiestivi sino al 26 luglio illunedì, il mercoledì e ilvenerdì dalle 8 alle 9.30 eda martedì a sabato dalle16 alle 18.

®

L’assistenza dei disabili dasempre è stata all’attenzio-

ne e nelle cure speciali della Chiesa. Dal“Cottolengo” di Torino, alla POA (Ponti-ficia Opera di assistenza) istituita da PioXII nel 1944 e che nel 1971 diede vita allaCaritas italiana; dalle diverse ODA (Ope-ra diocesana di assistenza), espressionedell’impegno della Chiesa nei confrontidelle fasce deboli della società, presentinelle diverse diocesi, ai centri di riabilita-zione e di assistenza dei bambini ed ado-lescenti affetti da disturbi neuropsichici,diffusi nel territorio nazionale che, proprioperché affidati alla cura di Sacerdoti eSuore, hanno garantito nel tempo assi-stenza e continuità.Intorno agli anni Sessanta a Catania ildirettore della scuola di specializzazioneortofrenica, prof. Angelo Majorana, cer-cava di affidare l’assistenza dei disabiliche i genitori tenevano chiusi in casa, pervergogna e con tanta sofferenza, alle curedi un sacerdote e Don Ugo Aresco, retto-re della Chiesa Sant’Agata La Vetere, pri-ma cattedrale di Catania, accolse il primonucleo di assistiti, con la collaborazionedel “Clan dei Ragazzi”.Subito dopo, grazie alla magnanimagenerosità dei Principi Manganelli chemisero a disposizione la villa estiva, che

portava il nome della Principessa AngelaPaternò VII di Sperlinga di ManganelliTorresi, dama di corte della Regina d’Ita-lia Maria José di Savoia e sposa di donFlavio Principe Borghese XII principe diSulmona, a “Villa Angela”, appunto, allependici dell’Etna nel territorio di SarroZafferana sorse il 5 febbraio 1964 il primocentro di assistenza per disabili.Passati alcuni anni, il servizio di assisten-za e riabilitazione dei disabili è stato tra-sferito a San Giovanni La Punta nella sededel Seminario estivo dei Chierici e conti-nuò a chiamarsi “Villa Angela”.Questa splendida realtà, centro di servizi edi assistenza per disabili, guidata conamorevole cura da Don Ugo Aresco, cheha iniziato il suo ministero sacerdotale nelquartiere Ballarò di Palermo, ha compiu-to 50 anni di presenza e di servizio e l’e-vento è stato festeggiato con una partico-lare manifestazione che ha visto protago-nisti gli stessi ospiti disabili della struttura,i quali considerano “Villa Angela” la lorocasa.È stato un “cammino di amore”, ha dettopadre Aresco nel suo intervento di rico-struzione storica della Fondazione, graziealla generosa collaborazione degli opera-tori, medici, infermieri, assistenti, educa-tori, personale ausiliario, i quali scelgonocon vero spirito cristiano e con una gran-de dose di amore di lavorare accanto agliultimi, alle periferie esistenziali, che sonocapaci, ricevendo attenzioni e cure, di tra-smettere e dare tanto amore.La struttura ha mantenuto nel tempo lasua vocazione assistenziale e riabilitativa enegli interventi del direttore sanitario, dott.Antonio Salerno, dei rappresentanti del-l’Assessorato regionale alla salute e del-l’Azienda sanitaria provinciale, si cogliela sinergia delle forze sociali a favore deiceti deboli.Anche l’intervento di Mons. GiovanniAccolla, presidente regionale dell’ARIS(associazione religiosa degli Istituti Socio-sanitari) ha apportato un contributo diriflessione sull’azione educativa e riabili-tativa dei centri di assistenza, che dal Van-gelo traggono linfa vitale per un’azioneefficace ed una testimonianza cristiana.Ha dato particolare segno di solennitàall’evento la presenza dell’Arcivescovo diCatania, Mons Salvatore Gristina, il qualeha espresso il plauso della Chiesa localeall’opera di Padre Aresco ed ha benedettoun’artistica scultura, opera di Salvo Can-sone, raffigurante una madre che accoglieun bambino e lo aiuta a salire i gradini del-la crescita e dello sviluppo. L’espressione“I bambini corrono là dove c’è l’amore”,

sintetizza il messaggio e l’opera di VillaAngela.

GiAd

VILLA ANGELA, centro di assistenza per disabili compie 50 anni

Un cammino d’amore

Grest Cibali 450 bambiniincontrano l’Arcivescovo

Un bene confiscato allamafia e un apparta-

mento in comodato gratuito divente-ranno dormitori per donne e ragazzemadri con figli, che vivono in statod’indigenza. Il locale sottratto allacriminalità si trova in via DamianoChiesa, n° 2, e consta di tre vani, piùbagno e cucina (nella foto l’apparta-mento al secondo piano a sinistradello stabile). Il Comune di Catanialo ha affidato in comodato d’uso gra-tuito alla Caritas di Catania, dopo larichiesta avviata nei mesi scorsiall’Agenzia Nazionale per i beniconfiscati ed alla Prefettura di Cata-nia. Il secondo appartamento – nonun bene confiscato alla mafia - in viaVittorio Emanuele, n° 498 è statodato, invece, in comodato d’uso gra-tuito da parte dell’Azienda Ospeda-liera Vittorio Emanuele – Policlini-co, e conta di dodici vani, quattrobagni, due cucine, un’ampia terrazzae un garage. Gli immobili verrannodestinati a donne che versano in

situazioni di particolare disagio eco-nomico, morale e sociale, con figli acarico, lavoratrici a basso reddito oanche non lavoratrici. La permanen-za minima sarà di 3 mesi.“Gli appartamenti ha spiegato ildott. Salvo Pappalardo, responsabileCaritas dei Progetti ospiteranno 22persone. Otto (quattro donne e quat-tro bambini) verranno ospitate nel-l’appartamento confiscato. Invecenel secondo appartamento ne verran-no ospitate 14, in media 7 donne e 7bambini”. Per il bene confiscato allamafia, la Conferenza Episcopale Ita-liana, attraverso la Conferenza Epi-scopale Siciliana, ha approvato ilprogetto ‘Housing First’. Mentre ilsecondo appartamento rientra nelprogetto ‘Policlinico’ approvato daCaritas Italiana.“Il comodato d’uso e i progetti con-tinua il dott. Pappalardo sono previ-sti per un anno, ma cercheremo dirinnovarli anche negli anni successi-vi”. I figli minori e le donne stranie-

re verrannoinseriti nei pro-getti solo dopouna valutazio-ne, già in corso,dell’Help Cen-ter della Cari-tas. Mentre ledonne italianeverranno valutate dal Centro Ascoltodi via Acquicella 104. “Dopo questaprima fase ha affermato il respon-sabile dei Progetti insieme agliassistenti sociali cerchiamo di aiu-tarle, orientandole al lavoro, allestrutture sanitarie adeguate e al dis-brigo pratiche per i permessi di sog-giorno per le donne straniere. Duran-te questo iter le donne verranno inse-rite insieme ai figli all’interno dellestrutture di accoglienza”.Tutte le spese ordinarie e straordina-rie saranno a carico dei rispettiviprogetti, compresi i costi per le uten-ze domestiche e condominiali. Gliospiti delle strutture dovranno prov-

vedere solo ai generi alimentari, maa tal proposito, Caritas Catania haassicurato un ulteriore aiuto supple-mentare.Infine conclude il responsabile deiprogetti: “Una volta raggiunto l’in-serimento economico e quello relati-vo ai documenti delle singole donnefaremo posto ad altre donne. Gliassistenti sociali penseranno a moni-torare la situazione delle donne attra-verso continui colloqui e controlli”. Ilavori di ristrutturazione, acquisto dielettrodomestici e arredamento sonoin fase conclusiva.

®

Bene confiscato diventeràdormitorio per ragazze madri

Alla Caritas affidati due appartamenti, uno sottratto alla criminalità

I Piccoli

Ti benedico, Padre, perché queste

cose le hai rivelate ai piccoli. I Picco-

li: di essi è pieno il Regno dei cieli,

pieno il Vangelo.

Ci sono alcune caratteristiche più

vistose della maniera in cui oggi è vis-

suta l’istanza contemplativa della vita.

Ne possiamo vedere lo sfondo nella

cultura attuale, e su di esso cercare di

cogliere il nostro cammino.

Tra le molte cose che si possono dire

sulla maniera in cui è vissuta oggi la

dimensione contemplativa dell’esi-

stenza, vengono alla mente le seguen-

ti: la disabitudine presso la grande

massa alla pratica della preghiera e

delle pause contemplative.

In questo la nostra civiltà occidentale

si distingue nettamente dalle civiltà

dell’Oriente dove sono in onore la

pratica e le tecniche contemplative e il

gusto per la riflessione profonda. C’ è

la ricerca, diversamente motivata,

presso alcuni gruppi, di forme e

momenti più intensi di preghiera, di

esperienze di “deserto” e di riconver-

sione alla natura. Si nota l’inconsape-

volezza, un poco presso tutti, dell’im-

portanza del problema, insieme con

una certa nostalgia per questo valore

irrinunciabile della vita. Forse la gen-

te prega e riflette più di quanto non

sappia o non dica. Si tratta di aiutarla

a dare un nome più preciso, un indi-

rizzo più costante, un contenuto più

cristiano a certe provvidenziali impen-

nate del cuore che, più o meno inten-

samente, sono presenti nella storia di

ognuno.

Le radici

L’esodo massiccio dalle città nei

periodi di vacanze e nei fine settimana

esprime in fondo anche questo deside-

rio di ritorno alle radici contemplative

della vita. Lo sfondo generale di que-

sta situazione è costituito da una cul-

tura occidentale attuale, che ha un

indirizzo prevalentemente tutto teso al

“fare”, al “produrre”, ma che genera,

per contraccolpo, un bisogno indistin-

to di silenzio, di ascolto, di respiro

contemplativo.

Entrambi gli orientamenti rischiano

di rimanere superficiali. Sia l’attivi-

smo frenetico, sia certe maniere di

intendere la contemplazione possono

rappresentare una “fuga” dal reale.

Per far evolvere cristianamente questa

situazione, non basta risvegliare una

ricerca di preghiera. Occorre anche

purificare, orientare, cristianizzare

certe forme scorrette o insufficienti di

ricerca. In particolare occorre evitare

le generiche contrapposizioni tra azio-

ne, lotta, rivoluzione, da un lato, e

contemplazione, silenzio, passività,

dall’altro. Bisogna dare uno specifico

orientamento cristiano sia all’azione,

sia alla contemplazione.

Su questo sfondo generale si può col-

locare il nostro cammino. Un cammi-

no teso a cogliere il senso della “evan-

gelizzazione” in un confronto con i

sacramenti, la promozione umana, i

ministeri, la famiglia, la comunità cri-

stiana. Il tema della “evangelizzazio-

ne” letto nel contesto di alcuni grandi

interventi del Magistero Pontificio, si

presenta come il grande sforzo fatto

dalla Chiesa di oggi per capire se stes-

sa e la propria missione di fronte ai

complessi fenomeni del mondo con-

temporaneo. Evangelizzare significa

portare la buona novella in tutti gli

strati dell’umanità e, col suo influsso,

trasformare dal di dentro, rendere

nuova l’umanità stessa... La Chiesa

evangelizza quando, in virtù della sola

potenza divina del Messaggio che essa

proclama, cerca di convertire la

coscienza personale e insieme colletti-

va degli uomini, l’attività nella

quale essi sono impegnati, la

vita e l’ambiente concreto loro

propri.

La Parola

La Chiesa, nata dalla Parola di

salvezza, costruita dai sacra-

menti, guidata dal Signore e dal-

lo Spirito che distribuiscono i

vari ministeri, ha il compito di

assumere l’ansia e l’impegno di

promozione umana e di diriger-

lo verso qualcosa che non si

limita alla promozione orizzon-

tale, ma costituisce un “di più”

non pleonastico o facoltativo,

ma essenziale e decisivo per la

salvezza dell’uomo.

Questo “di più”, da un lato, può

essere espresso facendo riferi-

mento al Vangelo, al Regno, alla

realtà di Gesù morto, risorto e

vivente nella Chiesa come

espressione dell’infinito amore

del Padre che chiama l’uomo alla par-

tecipazione alla sua stessa vita; dal-

l’altro, può essere intravisto anche

mediante una riflessione che colga

l’uomo come aperto al mistero, para-

dossale promontorio sporgente sul-

l’Assoluto, essere eccentrico e insod-

disfatto, che soltanto in una incondi-

zionata dedizione all’imprevedibile

piano di Dio trova le condizioni per

realizzare la propria autenticità.

Ma questo “di più” evangelico, questa

tensione e vocazione dell’uomo a

qualcosa che lo trascende, non richie-

dono forse, per essere capite e accolte,

uno spazio di silenzio, un’attitudine

contemplativa? Ma a ciò si oppone la

molteplicità e l’urgenza delle incom-

benze quotidiane, che tendono a divi-

dere l’uomo, a sommergerlo nelle

preoccupazioni e a stordirlo con mille

sensazioni diverse, così come le spine

tendono a soffocare il germoglio.

Perciò un’attenzione alla dimensione

contemplativa della vita è necessaria

per inserirsi con verità nel cammino

della Chiesa sulla linea di una evange-

lizzazione capace di rivelare all’uomo

gli orizzonti sconfinati della sua chia-

mata.

Va tenuto presente innanzi tutto il tono

esasperato che assumono a volte le

contraddizioni della civiltà industriale.

Questo rende ancor più sti-

molante e profetico il com-

pito di elaborare modelli e

forme di preghiera contem-

plativa per l’uomo d’oggi.

Si può ricordare quel misto

di realismo pratico e di soda

pietà tradizionale che carat-

terizza le nostre comunità e

costituisce un patrimonio

da verificare, aggiornare,

armonizzare, approfondire.

Si può ricordare la crisi

degli adulti che, sparite cer-

te forme tradizionali di pre-

ghiera, legate al ritmo pre-

industriale, faticano a trova-

re nuove forme. Si può

ricordare la consolante

richiesta di silenzio con-

templativo da parte di grup-

pi giovanili, che vanno sco-

prendo che il cristianesimo

impegnato socialmente di

qualche anno fa, pur senza

perdere la sua ansia sociale, esige una

immersione nel mondo misterioso

della fede.

Padre Angelico Savarino

Prospettive - 6 luglio 201410

Riflessioni sul Vangelo

I cristiani di Tessalonica sono in grave peri-

colo rispetto alla loro fede per le prove a cui

sono sottomessi. Non potendo Paolo andare

di persona manda Timoteo per confermarli

ed esortarli nella fede “perché nessuno si

lasci turbare in queste prove”. Sanno i Tes-

salonicesi “che questa è la nostra sorte”.

Ricorda loro che quando era con loro aveva-

no parlato delle prove, come in realtà è acca-

duto. Per questo motivo “non potendo più

resistere, mandai a prendere notizie della

vostra fede, temendo che il tentatore vi aves-

se messi alla prova e che la nostra fatica non

fosse servita a nulla”.

Le notizie che Timoteo riporta sulla loro

fede sono consolanti, quindi Paolo esprime

la sua gioia più profonda fino ad esclamare:

“Ora, sì, ci sentiamo rivivere, se rimanete

saldi nel Signore. Quale ringraziamento pos-

siamo rendere a Dio riguardo a voi, per tut-

ta la gioia che proviamo a causa vostra

davanti al nostro Dio, noi che con viva insi-

stenza, notte e giorno, chiediamo di potere

vedere il vostro volto e completare ciò che

manca alla vostra fede”. La preghiera finale

esprime il desiderio che Dio conceda di gui-

dare il suo cammino verso di loro, che il

Signore faccia crescere e sovrabbondare nel-

l’amore reciproco e verso tutti, come sovrab-

bonda il suo amore nei loro confronti perché

siano saldi i loro cuori e irreprensibili nella

santità davanti a Dio e Padre nostro alla

venuta del Signore nostro Gesù con tutti i

suoi santi.

L.C.

San Paolo in briciole

NOI, GESÙ E LO SPIRITO

L’invio di Timoteo 1 Ts 3,1-13

Dal profeta Zaccaria Gerusalemme è invi-tata ad esultare grandemente e a giubilareper la grande notizia: “Ecco, a te viene iltuo re”. È un re diverso dagli altri perchéè un re giusto e vittorioso, umile, cavalcaun asino, un puledro figlio d’asina.. Que-ste le caratteristiche personali.Ma più sorprendenti sono quelle politiche.In un periodo storico pieno di guerre esoprusi l’avvento di un re che non faràguerre è una notizia che fa storia: “Faràsparire il carro da guerra da Efraim e il

cavallo da Gerusalemme, l’arco di guerrasarà spezzato.E annuncerà la pace alle nazioni, il suodominio sarà da mare a mare e dal fiumefino ai confini della terra”. Un cambia-mento di politica è necessario perché gliuomini possano vivere in pace, dedicarsiallo sviluppo e risolvere tutti i problemi didisoccupazione, di malattie e di tutto ciòche la vita comporta. Ma questo presup-pone una politica di pace, di fraternità edi solidarietà. Da qui scaturisce l’afferma-zione categorica di Paolo. “Fratelli voinon siete sotto il dominio della carne, madello Spirito, dal momento che lo Spiritoabita in voi. Se qualcuno non ha lo Spiritonon gli appartiene”.La conclusione di questo discorso è sem-

plice: i cristiani che hanno lo Spirito nonpossono agire secondo la carne ma secon-do lo Spirito, eliminando da sé tutto quel-lo che la carne produce, guerre, gelosie equant’altro proviene da essa. Se il re pre-figurato da Zaccaria è il Messia che vienea predicare il regno Dio, si capisce ladiversità e del regno e del re, la cui esorta-zione risuona nelle orecchie di tutti :“imparate da me che sono mite ed umiledi cuore e troverete ristoro per la vostravita”.Ma per imparare da lui bisogna lasciarela logica dei sapienti e dei dotti per entra-re nella logica dei piccoli. Cioè nella logicadell’umiltà mettendo da parte superbia,orgoglio e tutto ciò che ha a che fare conquesti sentimenti che sono alla base di tut-

ti i mali della società, delle guerre, deisoprusi, di tutte le nefandezze di cui ècapace l’uomo. Tutti gli uomini saremostanchi di ingiustizie e di preoccupazioni,ma sappiamo che c’è qualcuno che ciaspetta per darci “ristoro”.Pertanto anche se questo giogo è pesante,lo renderà leggero nostro Signore Gesù.Ma non bisogna dimenticare il mandatoche Egli ha dato a ciascuno di noi di anda-re e rendere discepole tutte le nazioni del-la terra battezzandole nel nome della Tri-nità.Non sarà che anche noi dobbiamo rendereleggero il giogo ai nostri fratelli, facendo-cene carico e risolvendo i loro problemi?

Leone Calambrogio

XIV DOM T.O. /A - Zc 9,9-10; Sal 144,1-2.8-11.13-14; Rm 8,9.11-13; Mt 11,25-30

DIOCESI

e dal suo cuore: soprattutto quel suo modo di amare

Con il cuore si “impara” DioGesù ci invita insistentemente ad imparar

Si è svolto presso la “Uni-versitätsbibliothek” un

convegno internazionale sul tema“Pirandello e il Cinema”, promossodal Centro Nazionale Studi Pirandel-liani di Agrigento, presidente Enzo

Lauretta, con relazione inaugurale“Pirandello in Germania”, e dall’Isti-tuto Italiano di Cultura di Stoccarda,diretto da Adriana Cuffaro che haparlato sull’ardua, tormentata, intri-gante storia dei nessi fra Pirandello ela Settima Arte e su quanto il cinemadebba all’agrigentino.Pirandello nutrì una sorta di amore-odio per la cinematografia, se inizial-mente vi si accostò spinto soprattuttoda motivazioni economiche, vedendonel cinema, come tanti altri intellet-tuali del tempo (Verga, D’Annunzio,Gobetti, Gramsci e ancora Tolstoj,Gorkij, Meyerhold, Majakovskij),“una forma di comunicazione popola-re, meccanica, fredda, priva di solleci-tazioni creative e spirituali”, per dareforma al pensiero, al sogno, all’inte-riorità, alla follia, alla scissione dellapersonalità, al doppio. Suggerì la“cinemelografia”, come la definì nel’29, l’abbinamento cioè di immagini emusica sullo schermo, che anticipa“Fantasia” di Walt Disney, e ciòanche nel timore della concorrenzache il cinema parlato poteva fare al

teatro.Il grande drammaturgo affermò checon l’avvento del sonoro, che renden-do ancora più forte l’illusione dellarealtà, il cinema rischia di perdere lesue caratteristiche peculiari: la liberafantasia e il suo carattere visionario,mentre potrà ritrovare la sua veraespressione solo quando diverrà puramusica, pura visione e lascerà “allalettura il romanzo e il dramma al tea-tro”.Il cinematografo in quei tempi era lamacchina che ti eternizzava da vivo,nel gioco beffardo delle maschere enel vano inseguimento di un’identità.Interessanti le introduzioni del Conso-le generale di Stoccarda Francesco

Catania, del direttore dell’Italienzen-trum Georg Maag, Stefano Milioto

(consigliere delegato del CentroNazionale Studi Pirandelliani) che hadelineato il tema del convegno“Pirandello incontra il Cinema”.Quindi Sarah Zappulla Muscarà

(Università di Catania) ha messo afuoco “Il cinema muto e il ‘Feu

Mathias Pascal’” con il corredo dellaproiezione del primo film, di Marcel

L’Herbier, tratto dal celebre romanzopirandelliano. E ancora le relazioniFausto De Michele (Università diGraz), “Sechs Personen suchen einen

Autor, Pirandello als Drehbuchau-

tor”; Domenica Elisa Cicala (Uni-versità di Klagenfurt), “Pirandellozwischen Filmkunst und Propagan-da”; Federica Villa e Lorenzo Don-

ghi (Università di Pavia), “Pirandelli-

smi nel cinema italiano. Il caso di

‘Professione Reporter’ di Michelan-

gelo Antonioni”; Laura Sangalli

(Università di Udine), “Presenze

pirandelliane nel cinema giappone-

se”; Sieglinde Borvitz (Università diDüsseldorf), “Auraverlust und Apha-

sie - Zum Kino bei Pirandello und

Walter Benjamin”; Dominique

Budor (Università Sorbonne Nouvel-le, Paris 3), “La lezione pirandelliana

nei film di Truffaut”.Un convegno, in collaborazione conl’Associazione Amici dell’Istituto Ita-liano di Cultura di Stoccarda, presie-duta da Marina D’Angelo, di notevo-le interesse per il vasto raggio di ana-lisi, approfondimenti, ricerche nuoveed originali che ha offerto.

Il rapporto tra Pirandello e il cinemafu meno negativo di quanto farebbesupporre il romanzo “Quaderni diSerafino Gubbio, operatore” primaopera europea avente come oggetto il

cinema ed ambientata in un teatro diposa, che insieme al ruolo fondamen-tale svolto dal figlio primogenito Ste-fano, la sua lezione, influenza, affinitàelettive, sono state essenziali per mol-ti registi internazionali che ne hannoripreso temi e motivi, da LuchinoVisconti a Woody Allen, fino al recen-te “La grande bellezza” di Paolo Sor-

rentino con Toni Servillo. Pirandellopropose soggetti originali per il cine-ma e versioni cinematografiche dialcune sue novelle e drammi. Anchedopo la morte dell’autore sono fioritele traduzioni delle opere pirandellianeper il grande e piccolo schermo, tra lequali ricordiamo “Kaos” dei fratelliTaviani. Ma oltre a parlare di cinemapirandelliano Sarah Zappulla

Muscarà e Enzo Zappulla hannoanche svolto, sotto la sapiente regia diAdriana Cuffaro, presso le Universi-tà di Heidelberg e di Tubinga, intro-dotti rispettivamente da Luisa Orsa-

ria e Sarah Dessi Schmid, lezioni

sulla storia del cinema e sui rapporticomplessi ma ineludibili fra i letteratisiciliani e il grande schermo (Verga,Capuana, De Roberto, fino a Brancati,Patti, Camilleri), prendendo le mosseda Nino Martoglio che realizzò uncapolavoro del muto “Sperduti nelbuio” dal dramma omonimo di Rober-to Bracco, con Giovanni Grasso e Vir-ginia Balistreri. Film mitico, antesi-gnano del neorealismo, oggetto di stu-dio per generazioni di cineasti forma-tisi alla scuola di Umberto Barbaro,presso il Centro Sperimentale di Cine-matografia fondato da Luigi Chiarini,il cui linguaggio precorre tecniche diripresa e di montaggio che saranno diGriffith, Pudòvkin, Ejzenstejn, mapure di Renoir, Carné, Duvivier. Esarà proprio alla lezione di Verga chenegli anni del fascismo si formaronogli intellettuali radunatisi intorno allarivista “Cinema”: Trombadori,Ingrao, Lizzani, Blasetti e Viscontiche aveva maturato un progetto trattodall’opera dell’autore de “I Malavo-

glia” realizzato parzialmente alcunilustri dopo con “Terra trema”. Oggi sidovrebbe provare a fare coesistere dueautori, padre Luigi e figlio Stefano, inuna successione oltre che drammatur-gica anche sintattica e lessicale in unadanza di cinema e sceneggiatura.

Lella Battiato

Prospettive - 6 luglio 2014 11

cultura

Una storia di amore-odio

All’“Universitätsbibliothek” di Stoccarda convegno internazionale sul tema “Pirandello e il Cinema”

L’arte pittorica del

museo diocesano cata-

nese, in via etnea 8, carpisce ancora

l’interesse del visitatore. Tra i dipin-

ti a olio su tela dell’artista catanese

Archimede Cirinnà, nella sala poli-

funzionale al piano terra dell’istitu-

zione, in fondo alla parete destra si

può ammirare l’opera Giuditta e

Oloferne. Soggetto biblico di rile-

vante interesse nella storia dell’arte,

che trae spunto dalla storia di Giu-

ditta (come si narra nell’omonimo

libro della Bibbia), la bella vedova

israelita divenuta un’eroina per aver

liberato il suo popolo dall’assedio

della città di Betulia da parte del

generale babilonese Oloferne: que-

st’ultimo, stregato dal fascino della

giovane, venne da lei decapitato con

una daga mediorientale, in stato di

ubriachezza. Ancora una volta

Cirinnà ci dà una visione realistica

sulla tela, che mostra ben visibile a

destra la testa mozzata della vittima,

dai folti capelli scuri e con un’e-

spressione arcigna, sull’esempio

dell’orribil teschio di Oloferne nei

versi del Triumphus Cupidinis di

Francesco Petrarca. E con la stessa

plasticità l’artista colloca il corpo, a

sinistra, tremendamente riverso in

uno stato di assoluto degrado fisico

e morale, con le braccia penzoloni e

le gambe chiuse una sull’altra.

Come contraltare alla bruttezza e

alla sofferenza, al centro del quadro,

su un fondale scuro dalle tinte mar-

roni e mogano, spicca il colore

cereo-rosato della carnagione di

Giuditta, determinata e algida nella

posa di reggere col braccio sinistro il

capo del condottiero. E quasi statua-

ria nel suo fascino giovanile, come

affiora da una veste bianca semico-

prente che valorizza la bellezza cor-

porea cadendole addosso con morbi-

de pieghe, mentre un mantello più

acceso l’avvolge dal braccio destro

in giù. L’arte della seduzione che la

connota, richiama più figure della

mitologia, quali Armida, che porta

scompiglio tra i cristiani nel IV can-

to della Gerusa-

lemme Liberata di

Torquato Tasso, e

ammalia poi Rinal-

do nel suo giardino

incantato; o la

figura della maga

Circe, dea tremen-

da con voce umana

nell’Odissea; o la

figura biblica della

principessa Salo-

mè che ottenne da

Erode la testa di

Giovanni il Batti-

sta su un vassoio. Il

dipinto dell’artista

catanese accoglie,

sulla destra, un’oa-

si di natura morta, fra colori tenui di

frutta su un cesto, dinanzi a un tavo-

lo che reca delle piccole brocche,

mentre dietro ad esso una figura

femminile attempata, col capo

avvolto da un telo color avorio,

guarda con aria sorpresa Giuditta.

La stessa figura che invece, nel

dipinto di Michelangelo Merisi det-

to Caravaggio, assume fattezze orri-

bili, mentre assiste al misfatto com-

piuto dalla protagonista con espres-

sione contratta. Tale rappresentazio-

ne si distacca del tutto da quella

improntata all’armonia idealistica

del rinascimento di Botticelli, che

raffigura il soggetto in due opere

distinte. Originale appare poi la

soluzione avanguardistica di Klimt,

che partendo dalla curva sinuosa del

liberty, non lesina attenzioni all’a-

spetto cinico di una Giuditta che si

delinea tra linee a spirale e cerchi

concentrici. I dipinti del museo dio-

cesano aprono all’osservatore una

panoramica visione dell’arte, che da

sempre nutre lo spirito dell’uomo.

Anna Rita Fontana

In visita al Museo diocesano

Da sinistra, Adriana Cuffaro, StefanoMilioto, Sarah Muscarà, DominiqueBudor, Georg Maag, Enzo Zappulla.

Soprattutto donne migranti

hanno partecipato al pro-

getto “Itinerari d’incontro. Azioni per

l’inclusione socio-lavorativa degli

immigrati” teso a facilitare in Sicilia

l’integrazione socio lavorativa di 60

immigrati, migliorando le loro condi-

zioni di disagio e difficoltà, offrendo

percorsi di apprendimento della lingua

italiana, formazione specifica in ambito

socio-assistenziale, orientamento/

accompagnamento personalizzato e

work experience presso istituti e fami-

glie del territorio. I risultati ottenuti

sono stati illustrati nel convegno tenuto

presso il Museo Diocesano di Catania.

20 i migranti coinvolti a Catania sui 60

selezionati in totale in Sicilia (Palermo

e Modica). Partendo dall’analisi delle

difficoltà relative all’inserimento lavo-

rativo, i corsi di formazione hanno pre-

ceduto la fase della vera e propria work

experience presso le sedi didattiche di

Catania, Modica e Palermo. Per con-

sentire un’azione mirata, a Catania è

stato attivato un info-point per offrire

un’adeguata consulenza e favorire l’in-

serimento lavorativo degli immigrati

attraverso forme di lavoro dipendente e

autonomo. Le attività di consulenza

sono partite agli inizi di giugno. Il pro-

getto, finanziato dall’Unione Europea,

dal Ministero del Lavoro e dalla Regio-

ne Sicilia, si è sviluppato grazie alla

sinergia in ats tra i Centri “Astalli” di

Catania e Palermo, la Scuola per Assi-

stenti Sociali “F. Stagno D’Alcontres”

di Modica e l’Istituto di Formazione

Politica “Pedro Arrupe” di Palermo.

Al convegno conclusivo ha aperto i

lavori il dott. Giuseppe Palazzo. A

seguire, le relazioni del sociologo

Gianni Notari “Le migrazioni e i

migranti: nuove sfide”, dell’assistente

sociale dott. Matilde Sessa sull’espe-

rienza formativa umana e relazionale

all’interno del corso per operatore

socio-assistenziale, e Livio Marchese

sull’insegnamento dell’italiano in una

prospettiva interculturale. Sull’avvio

dell’info-point ha parlato l’avv. Anto-

nio Fiore, la dott. Loriana Mola sulla

work experience.

Artemisia

“Itinerari di incontro” al Museo Diocesano di Catania

La sera di sabato 28 giu-

gno nell’aula consiliare

di Palazzo degli Elefanti si è svolta

la solenne cerimonia di consegna

della XIV edizione del Premio inter-

nazionale “Chimera d’Argento” pro-

mosso dall’Accademia d’Arte Etru-

sca in collaborazione con la presi-

denza del Consiglio Comunale di

Catania.

La prestigiosa rassegna -con l’inter-

vento del presidente dell’Accade-

mia, la pittrice Carmen Arena Ferli-

to, e del presidente del Consiglio

civico, dott.ssa Francesca Raciti,

dell’assessore all’Ecosistema Urba-

no e Mobilità Trasparenza e Legalità

avv. Saro D’Agata in rappresentanza

del sindaco avv. Enzo Bianco, e del

presidente onorario del Premio

“Chimera” avv. Puccio La Rosa- è

stata presentata dalla poetessa Silvia

Trovato e condotta dai giornalisti

dott.ssa Jolanda Scelfo e prof. Anto-

nino Blandini.

Sette chimere sono state assegnate

ad altrettante illustri personalità

catanesi per avere onorato in modo

eccellente ed encomiabile con il loro

lavoro professionale la nostra terra

nei vari campi dello scibile umano e

dell’impegno civile e socio-cultura-

le, dalla magistratura all’associazio-

nismo solidale, dai beni culturali alla

musica, dalla medicina al giornali-

smo e alla letteratura:

Premio per la Magistratura: giudice

della sesta sezione del Tribunale

civile di Catania dott.ssa Maria

Fascetto Sivillo, magistrato di Corte

d’Appello.

Premio per la Cultura: dirigente tec-

nico superiore dei ruoli dell’Asses-

sorato regionale per i Beni Culturali

prof.ssa architetto Fulvia Caffo, già

soprintendente per i Beni Culturali e

Ambientali di Ragusa e di Catania.

Premio Bontà: famiglia Bellina-

Baglìo, coniugi dott. Rosario e

dott.ssa Tania neuropsichiatra infan-

tile, con i figlioletti, i gemelli Davi-

de e Giacomo e l’ultimogenito di sei

anni, Matteo “un angelo con un’ala

soltanto”.

Premio per la Musica: mons. prof.

Nunzio Schilirò, maestro composito-

re e direttore di cori e di orchestra,

fondatore e direttore della Cappella

Musicale del Duomo.

Premio per la Medicina: dott.ssa Pie-

ra Bonaccorsi Campione, dirigente

sanitario ginecologo ostetrico nell’o-

spedale Santa Marta e Santa Venera

di Acireale e assessore alle Pari

Opportunità del Comune di Giarre.

Premio per il Giornalismo: dott.ssa

Alessandra Bonaccorsi, giornalista

professionista direttore della rivista

bimestrale femminile “Sicilia&Don-

na”.

Premio per la letteratura religiosa:

mons. Giovanni Lanzafame, teologo,

mariologo, scrittore, cultore di storia

patria, incardinato nell’arcidiocesi di

Siviglia, Andalusia.

Sono stati conferiti riconoscimenti

speciali a: dott. Franco Mussari,

ispettore superiore della Polizia di

Stato; avv. Valeria Marletta, tributa-

rista; dott. Francesco Manna, assi-

stente capo nella Questura di Cata-

nia; Confraternita Misericordia Por-

to Catania, rappresentata dal gover-

natore arch. Alessandro Colombo;

dott. Alessandro Salvino, agente di

Pubblica Sicurezza, autore di un

gesto eroico per aver salvato la vita

ad una coppia di sposi in procinto di

essere raggiunti dalle fiamme di un

incendio e degno figlio del luogote-

nente dei Carabinieri Benedetto,

medaglia d’oro al valor “Vittima del

terrorismo”, rimasto ferito nell’at-

tentato del 12 novembre 2003 a Nas-

sirya, in Iraq, presente alla cerimonia

del Premio Chimera.

Un momento particolarmente com-

movente è stato quello della conse-

gna delle targhe alla memoria di due

indimenticabili intellettuali ai quali

Catania deve tanto: prof. Salvatore

Mirone, poeta, critico d’arte, diretto-

re della Biblioteca Universitaria di

Catania avente l’eccezionale merito

d’aver salvato dall’oblìo e dalla dis-

persione i manoscritti dei nostri mas-

simi letterati (ha ritirato la targa la

moglie prof.ssa Maria Alessandra

Salmeri Abate); dott. Salvatore Lo

Presti, scrittore, storiografo, giorna-

lista, archivista che 70 anni fa cercò

di salvare dall’incendio del Munici-

pio i preziosi documenti dell’Archi-

vio storico comunale (ha ritirato la

targa la prof.ssa Dorotea Lo Presti

Marino).

Alla serata sono intervenuti come

ospiti d’onore S. E. il dott. Guido

Marletta, presidente emerito della

Corte d’Appello di Catania e l’avv.

Ugo Scelfo, già consigliere della

Suprema Corte di Cassazione.

Memorex

RUBRICHE

Professionalità che dannolustro alla nostra terra

Assegnati in Municipio i premi Chimera d’Argento 2014

12 Prospettive - 6 luglio 2014

Il 25 giugno presso il

salone Sant’Agata del

Seminario di Catania si è svolta l’as-

semblea degli Insegnanti di Reli-

gione (IdR) di scuola dell’infanzia e

primaria, e il 30 giugno per gli IdR

di scuola secondaria di 1°e 2° grado

organizzata dall’Ufficio Scolastico

Diocesano (USD). Il tema dell’as-

semblea è stata la sintesi del Conve-

gno Nazionale dei Direttori USD,

che si è svolto presso il Centro

Pastorale Ambrosiano a Seveso (MI)

dal 31 marzo al 2 aprile a cui ha par-

tecipato Padre Mimmo Evola. Il

tema del Convegno: Nuovi docenti

per L’IRC. Padre Mimmo ha pre-

sentato con alcune slide i criteri for-

mativi degli IdR. Il tema dell’educa-

zione e della scuola, che fino a qual-

che tempo fa sembrava completa-

mente marginale oggi appare più

pressante, anche di fronte a sfide e

scelte che coinvolgono tutti. Padre

Perni” ha presentato quasi un deca-

logo educativo di emergenze oggi

nella scuola: 1. Edifici scolastici

carenti, antichi, inadeguati, insuffi-

cienti: il 40% di edifici sono fuori

legge. 2. Il nostro sistema scolastico

italiano ha pregi di eccellenza ed

altri molto critici e

problematici. 3.

Quale indirizzo sco-

lastico dare ai gio-

vani per il loro

domani? 4. Come

valutare i giovani ?

5. Tanti politici non

vogliono che lo Sta-

to riconosca il valo-

re della Scuola

Paritaria che chia-

ma privata. Ma non

esiste una scuola

privata, perché è

sempre rivolta al

pubblico. Il rispar-

mio dello Stato con

la Scuola Paritaria

Pubblica è di oltre 6

miliardi di euro

l’anno contro i 600

milioni di euro che elargisce. Se tut-

ti gli alunni delle paritarie dovesse-

ro andare nel settore statale, lo Sta-

to dovrebbe spendere 6 miliardi di

euro. In altre nazioni europee la

scuola paritaria arriva al 30%,

50%, ed anche al 70%; ed è sovven-

zionata dallo stato”. 6. Creare

“alleanze educative” cfr. Educare

alla vita buona del vangelo al n. 46.

Tre verbi: a) Coordinare, collabora-

re. (Ci verrà presentato l’elenco del-

le agenzie educative presenti nel ter-

ritorio). b) Inventare, sprigionare la

fantasia. No al “si è fatto sempre

così”. Coraggio di osare, di intra-

prendere strade nuove. Alcuni IdR

dopo tanti anni chiedono di cambia-

re istituto, proprio per intraprendere

nuovi cammini. c) Seminare: “chi

semina oggi raccoglie domani”.

Investire oggi sulla scuola è investi-

re sul futuro. Oggi, in maniera

“soft” si sta boicottando e distrug-

gendo la domanda religiosa cercan-

do di desacralizzare tutto: no al cro-

cifisso e al presepe, ma spazio alla

massoneria; no alla festa dei morti,

si ad Hallowen; no al Natale, si alla

festa della luce; no all’Epifania, si

alla Befana; no a liturgie cristiane

(Messa), si a processioni di bianco

vestiti al dio Sole; no alla cera a S.

Agata, si al cero di Jò Pomodoro; no

alla preghiera, si alla Meditazione

Trascendentale; no alla festa del

dono, si alla festa dei regali; no alla

Pasqua, si alla festa della primave-

ra!!!” .Insegnare è oggi una vera e

propria professione; richiede una

formazione iniziale adeguata e un

lungo periodo di tirocinio specializ-

zato soprattutto di tipo intellettuale.

Competenze specifiche richieste: la

capacità di dominare i contenuti

disciplinari, le metodologie didatti-

che attraverso una visione dell’ac-

quisizione di conoscenze; l’aiuto ad

imparare a conoscere,

a fare; la gestione del-

la valutazione scola-

stica; insegnamento

individualizzato e lo

stimolo negli allievi

all’apprendimento, e

alla partecipazione

attiva al lavoro scola-

stico; l’uso delle

moderne tecnologie

(ICT). L’Ufficio Sco-

lastico Diocesano è

un servizio della dio-

cesi per l’Insegna-

mento della Religio-

ne Cattolica nelle

scuole: non è un’a-

genzia di collocamen-

to per “sistemare” gli

IdR, ma vuole essere

un’espressione effica-

ce ed efficiente della passione della

Chiesa locale per l’IRC. I responsa-

bili dell’USD, (direttori, segretaria,

equipe di collaboratori), non sono i

gestori privilegiati di un potere, ma

gli amministratori di un servizio:

molto onerati e a volte poco gratifi-

cati! Lo stesso IRC non è un privile-

gio da proteggere, ma un’espressio-

ne preziosa di carità intellettuale che

caratterizza l’azione della Chiesa per

i giovani, le famiglie, la società. Solo

la qualità dell’IdR garantisce il futu-

ro dell’IRC. Quindi occorre rigore

nella selezione. Un recente messag-

gio di Papa Francesco: “Non lascia-

tevi rubare l’amore per la scuola”.

Anita Rapisarda

Un’espressione preziosa di carità intellettuale

Al Seminario diocesano l’assemblea degli Insegnanti di Religione